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INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE PROCEDURE CONCORSUALI

1. LESIGENZA DI REGOLARE LA CRISI DIMPRESA Le procedure concorsuali sono strumenti di regolazione della crisi dimpresa. La crisi dimpresa una perdita della capacit reddituale. Quando limprenditore non riesce a operare secondo il principio di economicit, egli pu essere ugualmente in grado di far fronte alle proprie obbligazioni: - con il ricorso a risorse extra aziendali - utilizzando mezzi propri In tal caso, non vi la necessit di regolare la crisi con una procedura concorsuale. Questa necessit insorge quando la crisi sfocia in una carenza di mezzi necessari a far fronte alle obbligazioni, cio uno stato di insolvenza1. Pertanto allimprenditore deve essere imposta la regolazione della crisi attraverso una procedura concorsuale liquidativa, ferma restando la possibilit per limprenditore di prevenirla attraverso un accordo con i creditori. 2. I PERCORSI DI REGOLAZIONE DELLA CRISI Le alternative per la regolazione della crisi sono due: a. Un accordo con i creditori, che pu essere: -fatto privatamente con un accordo di ristrutturazione dei debiti -via pubblica: cio un concordato preventivo b. Procedura di fallimento Quando la crisi pu essere superata con un semplice accordo con i creditori, questa deve essere effettuata nei due modi sopra citati, ma in caso non si dovesse raggiungere un accordo, la regolamentazione della crisi pu essere imposta al debitore in una procedura di fallimento. Qualunque sia il metodo seguito, gli esiti della regolazione della crisi dimpresa possono essere, in alternativa: a. il risanamento b. la cessione dellazienda o dei complessi aziendali c. la liquidazione atomistica del patrimonio dellimprenditore La gestione della crisi rimessa allautorit amministrativa nei seguenti casi: - per gli enti pubblici soggetti a liquidazione coatta amministrativa - per le imprese di grandi dimensioni (dove il fallimento pu essere dichiarato solo dopo un periodo di osservazione da parte dellautorit giudiziaria, che deve valutare se sussistono possibilit di ripresa: in questo caso viene aperta una procedura di amministrazione straordinaria)

Capitolo Primo
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situazione in cui un soggetto economico, solitamente un imprenditore commerciale, non in grado di onorare regolarmente, con mezzi normali di pagamento, le obbligazioni assunte

I PRESUPPOSTI DEL FALLIMENTO


Sezione 1: QUALITA DELIMPRENDITORE COMMERCIALE
1. Limprenditore e limpresa Lart. 1 legge fall. Dice che: Sono soggetti alle disposizioni sul fallimento gli imprenditori che esercitano unattivit commerciale. Ne sono quindi esclusi gli imprenditori agricoli, coloro che esercitano professioni intellettuali e ogni altro debitore. Nel nostro ordinamento il fallimento si applica, dunque, solo all imprenditore commerciale, cio colui che esercita professionalmente unattivit economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni o servizi. Il soggetto cui viene riferita lattivit economica, e che risponde delle obbligazioni assunte per la realizzazione dellimpresa diventa la persona giuridica societ. Invece lunico modo per coinvolgere nel fallimento una persona fisica (e non giuridica come sopra descritte) quando questa gestisce partecipazioni di una pluralit di societ a cui fa capo.

Esenzione del fallimento in ragione delle dimensioni dimpresa In ragione delle dimensioni dellimpresa, la legge fallimentare del 1942 prevedeva lesenzione dal fallimento per il piccolo imprenditore 2; in base allattuale disciplina, non soggetto a fallimento limprenditore commerciale che dimostri il possesso congiunto dei seguenti requisiti: 1- Attivo patrimoniale non superiore a 300'000 2- Ricavi lordi Non superiori a 200000 3- Un ammontare di debiti non superiore a 500'000 Secondo questi criteri, unimpresa che risponde di questi requisiti, non assoggettabile al fallimento nemmeno se appartiene a un gruppo del quale facciano parte imprese di maggiori dimensioni e che pertanto possono essere dichiarate fallite. Sul piano normativo, infatti, si fa esclusivo riferimento alle singole societ.

Acquisto e perdita della qualit di imprenditore Se ad esercitare limpresa una persona fisica, la qualit dimprenditore si acquista nel momento in cui inizia lattivit dimpresa. Dopo la cessazione dellattivit, limprenditore rimane assoggettabile al fallimento entro 1 anno, a meno che non abbia continuato la sua attivit dopo la cancellazione al registro delle imprese: in quel caso pu essere dichiarato fallito anche dopo il decorso di 1 anno.

art. 2083: sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano attivit professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia

Se ad esercitare lattivit una societ o un imprenditore collettivo, il termine di 1 anno decorre dalla cancellazione dal registro delle imprese, salva la facolt per il creditore e il pubblico ministero di dimostrare la data di effettiva cessazione dellattivit.

LE PROCEDURE CONCORSUALI
La sistemazione del dissesto degli imprenditori agricoli e dei piccoli imprenditori commerciali viene affidata agli strumenti del diritto comune ed in particolare alla procedura esecutiva individuale. Per il dissesto dellimprenditore commerciale non piccolo sono state invece previste speciali procedure denominate procedure concorsuali. La legge regola attualmente 5 procedure concorsuali. Tre sono previste dalla legge fallimentare e sono: IL FALLIMENTO IL CONCORDATO PREVENTIVO LA LIQUIDAZIONE COATTA Una quarta, introdotta invece successivamente LAMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DELLE GRANDI IMPRESE IN STATO DI INSOLVENZA. Esse sono tutte procedure generali e collettive. Generali perch coinvolgono tutto il patrimonio dellimprenditore e non solo i singoli beni. Collettive perch coinvolgono tutti i creditori dellimprenditore alla data in cui il dissesto acertato e mirano ad assicurare la parit di trattamento degli stessi (par condicio credito rum).

IL FALLIMENTO
Presupposti per la dichiarazione di fallimento sono: La qualit di imprenditore commerciale del debitore Lo stato di insolvenza dellimprenditore Il superamento di almeno uno dei limiti dimensionali fissati dallart.1 comma 2 della legge fallimentare La presenza di inadempimenti complessivamente superiori allimporto fissato dalla legge LO STATO DI INSOLVENZA Limprenditore versa in stato di insolvenza quando non pi in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Situazione patologica ed irreversibile che coinvolge lintero patrimonio dellimprenditore e non gli consente di soddisfare, a tempo debito e con mezzi normali, le obbligazioni assunte. Linsolvenza pu tuttavia manifestarsi anche attraverso altri fattori come ad esempio la chiusura dei locali dimpresa, la fuga o la latitanza dellimprenditore e il trafugamento dellattivo. INSOLVENZA E INADEMPIMENTO Linsolvenza, in linea di massima, pu essere quindi descritta come la situazione in cui sia dimostrato che limprenditore nel medio-lungo periodo non sar in grado di ottemperare alle sue obbligazioni. Linsolvenza non va per confusa con il semplice inadempimento, che un evento molto pi circoscritto. Pu avvenire che limpresa non paghi una certa rata del mutuo per difficolt momentanee che magari risolver qualche settimana dopo, oppure che non paghi un certo fornitore perch contesta la legittimit del credito della controparte: tutto questo non comporta insolvenza.

Viceversa, un imprenditore che adempie regolarmente alle sue obbligazioni pu versare ugualmente in stato dinsolvenza: pu capitare, ad esempio, che egli stia svendendo i suoi beni pur di pagare le passivit, o che magari contragga nuovi debiti pur di saldare i vecchi. In tutti i casi, egli sta compromettendo irreversibilmente il suo equilibrio finanziario, con inevitabili conseguenze che presto o tardi si produrranno. Per aprire il fallimento devono verificarsi entrambe le circostanze! DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO Il fallimento pu essere dichiarato: su ricorso di uno o pi creditori (in questo caso non necessario che il credito vantato riguardi lattivit dimpresa del debitore, n che il ricorso provenga da pi creditori). su richiesta del debitore(limprenditore pu avere interesse a provocare il proprio fallimento per sottrarsi ad una serie di azioni esecutive individuali in atto; tuttavia la richiesta diventa obbligatoria quando linerzia provoca laggravamento del dissestodeposito scritture contabili e fiscali obbligatorie,stato particolareggiato ed estimato delle attivit svolte,ricavi lordi,elenco nominativo dei creditori e dei rispettivi crediti). su istanza del pubblico ministero(il pubblico ministero ha il potere-dovere di chiedere il fallimento quando linsolvenza risulti da fatti che configurano reati fallimentari come, fuga o latitanza dellimprenditore, trafugamento dellattivo, ecc , ci al fine di promuovere lazione penale anche prima che il fallimento sia dichiarato).

COMPETENZA Competente per la dichiarazione di fallimento il tribunale del luogo dove limprenditore ha la sede principale dellimpresa, ovvero la sede in cui si trova il centro di direzione e amministrazione della stessa. Non ha tuttavia alcuna rilevanza ai fini della competenza il trasferimento della sede intervenuto nellanno precedente alla domanda di fallimento, ci per evitare la scelta da parte dellimprenditore di un tribunale graditogli. ISTRUTTORIA PREFALLIMENTARE La riforma del 2006 ha introdotto una pi dettagliata disciplina dellistruttoria fallimentare che mira a contemperare la necessaria speditezza del rito con il pieno rispetto del principio del contraddittorio e del diritto alla prova. Il tribunale decide sulla richiesta di fallimento con uno speciale procedimento in camera di consiglio. Se il tribunale ritiene di non dover accogliere la domanda di fallimento, provvede con un decreto motivato contro tale provvedimento il creditore, il pubblico ministero richiedente e lo stesso debitore possono porre reclamo alla corte di appello. Se il tribunale accetta la richiesta, il fallimento viene dichiarato tramite sentenza. La sentenza oltre alla pronunzia di fallimento, contiene anche alcuni provvedimenti necessari per lo svolgimento della procedura: nomina il giudice delegato e il curatore, ordina al fallito il deposito del bilancio, delle scritture contabili e fiscali obbligatorie e dellelenco dei creditori entro 3 giorni. La sentenza viene poi resa pubblica mediante annotazione nel registro delle imprese ed inoltre immediatamente esecutiva tra le parti del processo dalla data del deposito in cancelleria.

RECLAMO : LA REVOCA DEL FALLIMENTO Possono proporre reclamo contro la dichiarazione di fallimento il fallito e qualsiasi interessato. Il ricorso deve essere depositato presso la corte dappello entro trenta giorni, che decorrono per il fallito dalla data di notificazione della sentenza che dichiara il fallimento, e per tutti gli altri interessati dalla data delliscrizione della stessa nel registro delle imprese. In nessun caso tuttavia, pu essere proposto decorso un anno dalla pubblicazione della sentenza. Limpugnazione non sospende gli effetti della dichiarazione di fallimento, tuttavia la corte dappello pu disporre la temporanea sospensione della liquidazione dellattivo. Se con la sentenza viene accolto il reclamo, il fallimento revocato (la sentenza viene perci pubblicata nel registro delle imprese come la dichiarazione di fallimento). Ma sul piano patrimoniale ci che stato, stato: restano infatti salvi gli effetti degli atti legalmente compiuti dagli organi fallimentari allex fallito non resta che rivolgersi al creditore istante per ottenere la condanna al risarcimento dei danni; se inoltre vi sia stata colpa dello stesso nella dichiarazione di fallimento, a questultimo spettano anche le spese di procedura ed il compenso del curatore.

GLI ORGANI DEL FALLIMENTO Tribunale fallimentare Il tribunale che ha dichiarato il fallimento investito dallintera procedura fallimentare e sovraintende al corretto svolgimento della stessa. In particolare: 1. Nomina il giudice delegato e il curatore, ne sorveglia loperato e pu sostituirli. 2. Sostituisce i componenti del comitato dei creditori. 3. Decide le controversie relative alla procedura che non sono di competenza del giudice delegato. 4. Pu in ogni tempo chiedere chiarimenti ed informazioni al curatore, al fallito ed al comitato dei creditori. Il giudice delegato Vigila sulle operazioni del fallimento e controlla la regolarit della procedura. In particolare: 1. Nomina e revoca i componenti del comitato dei creditori e, se ce n bisogno, pone in essere gli atti che rientrano nella competenza di tale organo. 2. Forma lo stato passivo del fallimento e lo rende esecutivo con proprio decreto. 3. Autorizza il curatore a stare in giudizio. 4. Decide sui reclami proposti contro gli atti del curatore e del comitato dei creditori. 5. Emette o provoca tramite le autorit competenti, i provvedimenti urgenti per la conservazione del patrimonio. Il curatore E lorgano preposto allamministrazione del patrimonio fallimentare. Il curatore viene nominato dal tribunale con la sentenza che dichiara il fallimento, ma conclusa ladunanza per lesame dello stato passivo e prima della dichiarazione di esecutivit dello stesso i creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi possono chiederne la sostituzione, indicando al tribunale le ragioni della richiesta e un nuovo nominativo. Il curatore tuttavia pu essere revocato in ogni momento dal tribunale, anche dufficio. Una volta confermata la sua nomina, entro 60 giorni dalla dichiarazione di fallimento, il curatore deve presentare al giudice delegato una relazione particolareggiata sulle cause del dissesto e sulle eventuali responsabilit del fallito. La sua funzione centrale,

per quella di conservare, gestire e realizzare il patrimonio del fallito sotto la vigilanza del giudice delegato e del comitato dei creditori. Il comitato dei creditori E composto da 3 o 5 membri scelti fra i creditori. Lorgano nominato dal giudice delegato entro 30 giorni dalla sentenza di fallimento. Cos come per il curatore per, una volta conclusa ladunanza per lesame dello stato passivo e prima della dichiarazione di esecutivit dello stesso, i creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi possono effettuare nuove designazioni. Il parere del comitato obbligatorio ma non vincolante. Il comitato ed ogni suo membro hanno diritto di ispezionare tutti i documenti del fallito, nonch di chiedere notizie e chiarimenti al curatore e al fallito. Il comitato pu chiedere la revoca del curatore ed esercitare lazione di responsabilit contro il curatore revocato.

EFFETTI DEL FALLIMENTO PER IL FALLITO La dichiarazione di fallimento produce molti effetti sostanziali e processuali. Gli effetti nei confronti del fallito possono distinguersi in effetti patrimoniali, personali e penali. EFFETTI PATRIMONIALI Spossessamento Con la dichiarazione di fallimento, il fallito perde lamministrazione e la disponibilit( ma non la propriet) dei suoi beni. Lo spossessamento colpisce infatti tutti i beni e i diritti esistenti nel patrimonio del fallito alla data della dichiarazione di fallimento, eccezione fatta per: 1. I beni e i diritti di natura strettamente personali 2. Gli assegni a carattere alimentare, stipendi, pensioni, salari e ci che il fallito guadagna con la propria attivit, nei limiti di quanto occorre per il mantenimento suo e della sua famiglia. 3. I frutti derivanti dallusufrutto legale sui beni dei figli. 4. Le cose che non possono essere pignorate per disposizione di legge(vestiti,strumenti di lavoro,ecc.). 5. Se inoltre, proprietario della proprio abitazione, il fallito ha diritto di continuare ad abitarla fino alla vendita, nei limiti in cui necessario a lui ed alla sua famiglia. Lo spossessamento si estende inoltre ai beni che pervengono al fallito durante il fallimento a titolo gratuito ed oneroso. Derelizione Il curatore, previa autorizzazione del comitato dei creditori, pu decidere di non acquisire allattivo un bene esistente nel patrimonio del fallito alla data di dichiarazione di fallimento, o rinunciare a liquidarlo dopo che stato appreso alla massa fallimentare, se lattivit di liquidazione appaia manifestamente antieconomica. In questo caso il bene ritorna nella disponibilit del fallito. Con la dichiarazione di fallimento, il fallito non perde: - la capacit di agire. - la propriet dei beni oggetto dello spossessamento, fin quando gli stessi non siano stati trasferiti a terzi con atti di disposizione dellamministrazione fallimentare. EFFETTI PERSONALI E PENALI Con la dichiarazione di fallimento il fallito vede limitati, per le esigenze della procedura, alcuni diritti civili garantiti dalla Costituzione: Il diritto al segreto epistolare ,la corrispondenza indirizzata al fallito che non sia persona fisica viene infatti consegnata direttamente al curatore e la libert di movimento, il fallito inoltre tenuto infatti a comunicare ogni cambiamento della

propria residenza o del proprio domicilio e deve presentarsi agli organi della procedura ogni qualvolta chiamato per fornire informazioni o chiarimenti.

Incapacit civili e politiche Il fallito non pu essere amministratore,sindaco,revisore o liquidatore di societ; non pu essere iscritto nellalbo degli avvocati o dei dottori commercialisti; non pu svolgere la funzione di tutore, arbitro, notaio. Queste restrizioni tuttavia cessano automaticamente con la chiusura del fallimento. Reati fallimentari La dichiarazione di fallimento espone infine il fallito a sanzioni penali per fatti compiuti prima del fallimento o anche successivamente e che la legge configura come reati in quanto diretti a recare pregiudizio ai creditori. Essi sono: - la bancarotta fraudolenta che comprende una serie di fatti caratterizzati dal dolo dellimprenditore; - la bancarotta semplice che riguarda fatti commessi dallimprenditore solo con colpa; - il ricorso abusivo al credito, che il reato di chi ricorre o continua a ricorrere al credito dissimulando il proprio dissesto. EFFETTI DEL FALLIMENTO PER I CREDITORI Il fallimento diretto a soddisfare tutti coloro che sono creditori del fallito al momento della dichiarazione di fallimento. Da questo momento infatti, i creditori del fallito diventano creditori concorsuali possono cio realizzare il loro credito solo attraverso la procedura fallimentare. I creditori concorsuali acquistano per il diritto di partecipare alla ripartizione dellattivo fallimentare solo in seguito allaccertamento giudiziale del loro credito, diventano in tal modo creditori concorrenti. I creditori concorrenti vengono per distinti tra creditori chirografi e creditori privilegiati. I creditori privilegiati hanno diritto di prelazione sul ricavato della vendita del bene oggetto della loro garanzia, per il capitale, gli interessi e le spese. Se in tal modo non sono soddisfatti integralmente,per il residuo concorrono alla pari con i creditori chirografi nella ripartizione di ci che resta dellattivo fallimentare. I creditori chirografi invece, partecipano solo alla ripartizione dellattivo fallimentare e sono quindi soddisfatti tutti nella stessa misura percentuale. Dai creditori concorrenti vanno poi tenuti distinti i creditori della massa ovvero coloro i cui crediti devono essere soddisfatti prima dei creditori concorrenti e per intero. Lapertura del fallimento prevede lesecuzione collettiva fallimentare guidata da 2 principi cardine: ogni credito deve essere accertato giudizialmente nellambito del fallimento, secondo le norme fissate per la formazione dello stato passivo. dal giorno della dichiarazione di fallimento nessuna azione esecutiva individuale pu essere iniziata o proseguita sui beni compresi nel fallimento, tranne per alcune eccezioni. Altra regola generale che i creditori partecipano al concorso per limporto che il loro credito ha al momento della dichiarazione di fallimento. Infatti, la dichiarazione di fallimento sospende il corso degli interessi fino alla chiusura del fallimento stesso(questa regola subisce per variazioni per i creditori privilegiati e per i crediti prededucibili). EFFETTI DEL FALLIMENTO SUGLI ATTI PREGIUDIZIEVOLI AI CREDITORI

Di regola intercorre un certo intervallo di tempo fra il momento in cui si manifesta lo stato di insolvenza e quello in cui il fallimento dichiarato. In tale periodo limprenditore, nel tentativo di far fronte alla crisi o di mascherarla, pu aver compiuto una serie di atti di disposizione che alterano lintegrit del proprio patrimonio ed arrecano pregiudizio ai creditori. Intervenuto il fallimento sorge perci lesigenza di tutelare la massa dei creditori contro tali atti neutralizzando il pregiudizio loro arrecato.

Si ricorre in questo caso alla REVOCATORIA FALLIMENTARE: Il principio ispiratore della revocatoria fallimentare che tutti gli atti posti in essere dallimprenditore in stato di insolvenza si presumono pregiudizievoli per i creditori perch idonei quanto meno ad alterare la par condicio credito rum. Presupposto della revocatoria fallimentare sono infatti: lo stato di insolvenza dellimprenditore; la conoscenza dello stato di insolvenza dalla parte del terzo (sar questultimo quindi a dover provare che limprenditore non era insolvente o in caso contrario a dover provare che ignorava lo stato di insolvenza dellimprenditore). Effetti Il terzo che ha subito la revocatoria dovr restituire al fallimento quanto in precedenza ricevuto dal fallito o lequivalente in danaro se la restituzione in natura impossibile; nel contempo, sar ammesso al passivo del fallimento per il suo eventuale credito verso il fallito e parteciper alle ripartizioni dellattivo. Tutte le azioni revocatorie esercitate dal curatore debbono essere promosse a pena di decadenza entro tre anni dalla dichiarazione di fallimento e cmq non oltre cinque anni dal compimento dellatto.

La revocatoria fallimentare in dettaglio.

Vi sono innanzitutto una categoria di atti che senzaltro priva di effetti nei confronti dei creditori per il solo fatto della sopravvenuta dichiarazione di fallimento: gli atti a titolo gratuito compiuti nei due anni anteriori alla dichiarazione di fallimento (donazioni, garanzie concesse dal fallito a titolo gratuito,); i pagamenti di debiti che scadono nel giorno della dichiarazione di fallimento o successivamente, anchessi se compiuti nei due anni anteriori alla dichiarazione di fallimento.

Tutti gli altri atti sono revocabili in seguito ad azione giudiziaria promossa dal curatore, essi si dividono in due categorie:a) quelli per i quali la conoscenza dello stato di insolvenza si presume sicch spetter al terzo provare la sua ignoranza;b)quelli per i quali il curatore a dover provare che il terzo conosceva lo stato di insolvenza. a) La prima categoria comprende gli ATTI ANORMALI di gestione compiuti nellanno o nei sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento, essi sono: - gli atti a titolo oneroso, compiuti nellanno anteriore, caratterizzati da una notevole sproporzione fra la prestazione a carico del fallito e quello a carico della controparte; - i pagamenti di debiti pecuniari, scaduti ed esigibili, effettuati con mezzi anormali di pagamento, sempre se compiuti nellanno anteriore al fallimento; - i pegni, le anticresi e le ipoteche volontarie costituite, sempre nellanno anteriore, per debiti preesistenti non scaduti. - le garanzie indicate al punto precedente pi le ipoteche giudiziarie per debiti preesistenti ma scaduti, poste in essere nei sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento.

b) Per la seconda categoria il curatore a dover provare che il terzo conosceva lo stato di insolvenza quando latto fu compiuto, trattandosi di atti che rientrano nel normale svolgimento dellattivit dellimprenditore ATTI NORMALI. Rientrano in tale categoria, purch compiuti nei sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento: - i pagamenti di debiti liquidi ed esigibili effettuati con mezzi normali; - gli atti costitutivi di diritti di prelazione(ipoteca,pegno,ecc); - ogni altro atto a titolo oneroso. Si sono formati successivamente con la riforma del 2005 altri atti, detti ATTI NON REVOCABILI. Non sono revocabili: - i pagamenti di beni e servizi effettuati nellesercizio dellattivit dimpresa nei termini duso; - i pagamenti dei corrispettivi per prestazioni di lavoro a dipendenti e a collaboratori anche non subordinati del fallito; - le vendite a giusto prezzo dimmobili ad uso abitativo, destinati a costituire labitazione principale dellacquirente o di suoi parenti e affini entro il terzo grado. RAPPORTI TRA CONIUGI Il coniuge di un imprenditore difficilmente ignora lo stato di insolvenza di questo, sono per questo applicate le seguenti modalit: eliminato il limite temporale dettato in via generale (un anno e sei mesi) e possono essere revocati tutti gli atti di disposizione fra coniugi a partire dal momento in cui il fallito aveva iniziato lesercizio di unimpresa; la conoscenza dello stato di insolvenza da parte del coniuge sempre presunta il coniuge del fallito dovr quindi sempre provare che ignorava lo stato di insolvenza. Con la riforma del 2005 stata invece soppressa la cosiddetta presunzione muciana, ovvero la regola per la quale i beni acquistati a titolo oneroso dal coniuge del fallito nei cinque anni anteriori la dichiarazione di fallimento si presumevano acquistati con denaro del fallito. EFFETTO DEL FALLIMENTO SUI CONTRATTI IN CORSO DI ESECUZIONE Limprenditore fallito di regola al centro di una trama di rapporti contrattuali che non hanno ancora avuto esecuzione (od esecuzione integrale) al momento della dichiarazione di fallimento. Le soluzioni possono raggrupparsi in tre diverse categorie. 1) Vi un gruppo di contratti che si scioglie di diritto a seguito della dichiarazione di fallimento: - i contratti di borsa a termine su merci e titoli; - lassociazione in partecipazione, in caso di fallimento dellassociazione; - i contratti di conto correnti ordinario e bancario, commissione e mandato nel caso di fallimento del mandatario; - il contratto dappalto (entro 60 giorni dal fallimento, il curatore, previa autorizzazione del comitato dei creditori, pu dichiarare di voler subentrare nel contratto offrendo idonee garanzie. Il committente in bonis si pu tuttavia opporre alla prosecuzione quando la considerazione della qualit soggettiva dellappaltatore stato un motivo determinante del contratto). 2)Vi poi un secondo gruppo di contratti che continua nonostante il fallimento di una delle parti in quanto per legge tali contratti sono ritenuti vantaggiosi per la massa dei creditori: - il contratto di locazione di immobili;

laffitto di azienda(entrambe le parti possono recedere entro 60 giorni); il contratto di assicurazione contro i danni in caso di fallimento dellassicurato; il contratto di edizione; il contratto di cessione di crediti di impresa in caso di fallimento del cedente; il leasing finanziario, in caso di fallimento del concedente.

3)Vi infine un terzo gruppo di contratti la cui sorte non prefissata dalla legge; essi restano sospesi in seguito al fallimento di una delle parti e sar il curatore a decidere se sciogliere il contratto o continuarlo: la vendita a termine o a rate con riserva di propriet; i contratti ad esecuzione continua o periodica; il preliminare di vendita di immobili; il leasing finanziario; i contratti ad esecuzione continuata o periodica, come la somministrazione; il mandato in caso di fallimento del mandante.

LESERCIZIO PROVVISORIO DELLIMPRESA Con la dichiarazione di fallimento lattivit dimpresa si arresta ed i beni aziendali sono destinati ad essere liquidati per soddisfare i creditori. Si pu tuttavia avere una continuazione,sia pure provvisoria,dellattivit quando ci funzionale ad una migliore liquidazione del complesso aziendale o si spera di venderlo in blocco. Due sono le ipotesi: 1) Il tribunale pu disporre lesercizio provvisorio dellimpresa anche limitatamente a specifici rami dellazienda se dallinterruzione pu derivare un danno grave, purch non arrechi pregiudizio ai creditori. 2) Il comitato dei creditori, dopo essere stato eletto si pronunzia sullopportunit di continuare o di riprendere, in tutto o in parte, lesercizio dellimpresa, fissandone anche la durata. Solo se il parere favorevole il giudice delegato su proposta del curatore pu disporre la continuazione o la ripresa dellattivit. AFFITTO DELLAZIENDA La conservazione del complesso aziendale in vista di una vendita in blocco pu essere realizzata anche attraverso il non facile affitto dallazienda. In tal caso lattivit dimpresa imputabile allaffittuario, che la gestisce personalmente ad assume in proprio le relative obbligazioni, mentre dovr corrispondere al fallito il canone pattuito. Laffitto dellazienda o di specifici rami di essa autorizzato dal giudice delegato su proposta del curatore e previo parere favorevole del comitato dei creditori quando appaia utile al fine della pi proficua vendita dellazienda o di parti di essa. Laffittuario prescelto dal curatore ed il contratto deve prevedere il diritto del curatore di recedere ; alla fine dellaffitto il complesso aziendale viene retrocesso al fallimento. LACCERTAMENTO DEL PASSIVO Laccertamento del passivo costituisce la fase centrale della procedura fallimentare, diretta ad accertare quali creditori hanno diritto di partecipare alle ripartizioni dellattivo, lammontare dei loro crediti e la eventuali cause di prelazione(con lammissione al passivo i creditori da concorsuali diventano concorrenti). La procedura si apre con la domanda di ammissione dei creditori , la quale deve essere presentata presso la cancelleria del tribunale almeno 30 giorni prima della data delludienza per lesame dello stato passivo fissata dalla sentenza di fallimento. Essa deve fra laltro specificare le eventuali ragioni di prelazione (vantaggio su un terzo) e deve essere accompagnata dai documenti giustificativi del credito vantato. Analoga domanda deve essere presentata per la restituzione o la rivendicazione dei beni di propriet dei terzi che sono stati appresi alla massa fallimentare in quanto si trovavano presso il fallito quando intervenuto lo spossessamento.

Sulla base delle domande presentate, il curatore predispone poi un progetto di stato passivo, nel quale deve indicare: a) I crediti ammessi, ulteriormente distinti in crediti chirografari e crediti privilegiati; b) I crediti non ammessi in tutto o in parte o per i quali non si intende riconoscere la natura privilegiata; c) I crediti ammessi con riserva.

Il progetto di stato passivi poi depositato in cancelleria, almeno 15 giorni prima delludienza di esame. I creditori, i titolari di diritti sui beni della massa e lo stesso fallito possono cos esaminare il progetto e presentare eventuali osservazioni scritte e documenti integrativi fino al giorno delludienza. Si apre cos la fase di esame dello stato passivo che coinvolge il curatore e tutti i creditori che desiderano parteciparvi(il fallito pu solo chiedere di essere sentito). Nelludienza desame il giudice esamina le posizioni dei singoli creditori quali risultano dal progetto di stato passivo del curatore. Esaurite le operazioni di esame, il giudice delegato forma lo stato passivo definitivo con proprio decreto e lo deposita in cancelleria. Il decreto di esecutivit dello stato passivo, non preclude la possibilit di presentare nuove domande di ammissione (domande tardive) che vengono esaminate con lo stesso procedimento previsto per le domande tempestive. Sono considerate tardive le domande presentate oltre il termine di 30 giorni prima delludienza di verificazione dei crediti, secondo lattuale disciplina per, le domande tardive possono essere presentate senza preclusioni entro 12 mesi dal deposito del decreto che rende esecutivo lo stato passivo (propagabili a 18 per procedure particolarmente complesse). Dopodich, il creditore tardivo ammesso solamente se prova che il ritardo della sua domanda dipeso da causa a lui non imputabile, e sempre che lattivo fallimentare non sia gi stato interamente ripartito. Contro lo stato passivo reso esecutivo dal giudice delegato possono essere proposte opposizioni e impugnazioni: - Le opposizioni possono essere proposte dai creditori esclusi al fine di ottenere lammissione del loro credito o il riconoscimento di una causa di prelazione; - Le impugnazioni possono invece essere proposte dai creditori ammessi, dai titolari di diritti sui beni della massa, nonch dallo stesso curatore e sono dirette ad ottenere leliminazione dalla massa passivi di uno o pi crediti o della relativa causa di prelazione. LIQUIDAZIONE E RIPARTIZIONE DELLATTIVO La liquidazione dellattivo rivolta a convertire in danaro i beni del fallito per soddisfare i creditori. Ad essa provvede il curatore il quale, entro 60 giorni dalla redazione dellinventario, predispone un programma di liquidazione ove si pianificano le modalit e i termini previsti per la realizzazione dellattivo e lo sottopone allapprovazione dei creditori. Il programma approvato viene poi comunicato al giudice delegato che autorizza lesecuzione degli atti ad esso conformi. Conseguita lapprovazione del programma il curatore pu pertanto procedere senzaltro alla liquidazione dei beni. Le somme che si rendono via via disponibili con la vendita dei beni mobili ed immobili, sono ripartite fra i creditori prededucibili (spese della procedura e spese del curatore), i creditori privilegiati ed i creditori chirografi. Prima di procedere a qualsiasi ripartizione fra i creditori concorrenti(privilegiati o chirografi) si deve provvedere al pagamento dei crediti prededucibili. Quanto residua dopo il pagamento di questultimi, destinato al pagamento degli altri crediti privilegiati; quanto residua ulteriormente infine destinato al pagamento proporzionale dei creditori chirografi e dei creditori privilegiati per la parte del loro credito eventualmente rimasta insoddisfatta.

LA CESSIONE DEL FALLIMENTO Oltre che per il concordato fallimentare, il fallimento si chiude per una delle seguenti cause: 1) Mancata presentazione di domande di ammissione allo stato passivo nel termine stabilito dalla sentenza dichiarativa di fallimento (es. accordo extragiudiziario tra il fallito e tutti i suoi creditori); 2) Pagamento integrale dei creditori ammessi al passivo e di tutti i debiti e le spese da soddisfare in prededuzione prima che sia compiuta la ripartizione integrale dellattivo; 3) Ripartizione integrale dellattivo; 4) Impossibilit di continuare la procedura per insufficienza dellattivo (le attivit rinvenute nel patrimonio del fallito sono talmente scarse da far prevedere che il tutto non consentir di soddisfare nessuno dei creditori. La chiusura del fallimento viene dichiarata con decreto motivato del tribunale, su istanza del curatore, del fallito o di ufficio. Il decreto di chiusura pubblicato nelle forme previste per la sentenza dichiarativa di fallimento ed impugnabile con reclamo dinanzi alla corte di appello, e successivamente in Cassazione il decreto di chiusura ha dunque realmente effetto solo quando non pi impugnabile per scadenza dei termini. EFFETTI DELLA CHIUSURA DEL FALLIMENTO: Decadono gli organi preposti alla procedura e cessano gli effetti del fallimento, sia per il fallito, sia per i creditori. Di regola il debitore rimane per obbligato verso i creditori concorsuali non interamente soddisfatti attraverso il fallimento. Questi ultimi riacquistano perci la possibilit di proporre azioni esecutive individuali contro lex fallito. La liberazione del fallito dai debiti pu avvenire perci solamente in due modi: quando il fallimento si chiude per concordato preventivo oppure quando il debitore ottiene lesdebitazione dal tribunale fallimentare.

ESDEBITAZIONE Lesdebitazione un beneficio concesso al fallito persona fisica in presenza di particolari condizioni. Lesdebitazione viene limitata ai soli imprenditori: 1. che siano meritevoli per aver svolto in modo corretto la propria attivit ed aver mostrato buona condotta ed atteggiamento collaborativo durante la procedura fallimentare; 2. il cui fallimento abbia consentito il soddisfacimento almeno parziale dei creditori concorsuale; 3. che hanno collaborato con gli organi di procedura fornendo tutte le informazioni e la documentazione utile; 4. che nei 10 anni precedenti non hanno beneficiato di altra esdebitazione; 5. che non hanno distratto lattivo; 6. che non sono stati condannati per bancarotta fraudolenta o per delitti contro leconomia pubblica, lindustria ed il commercio. In presenza di queste condizioni il tribunale con lo stesso decreto di chiusura del fallimento dichiara inesigibili nei confronti del debitore i debiti concorsuali non soddisfatti integralmente; lesdebitazione inoltre opera di regola su tutti i debiti anteriori allapertura del fallimento, compresi quelli per i quali non stata presentata domanda di ammissione al passivo.

Il fallimento chiuso per ripartizione integrale o per insufficienza dellattivo pu essere successivamente riaperto, solo per se ricorrono le seguenti condizioni: - Non devono essere trascorsi 5 anni dal decreto di chiusura; - Nel patrimonio del fallito si rinvengono nuove attivit che rendono utile la riapertura. La riapertura pu essere richiesta dal debitore o da qualsiasi creditore ed in ogni caso rimessa alla valutazione discrezionale del tribunale (al fallimento riaperto concorrono non solo i vecchi ma anche i nuovi creditori).

IL CONCORDATO FALLIMENTARE Questo istituto consente allimprenditore fallito di chiudere definitivamente i rapporti pregressi attraverso il pagamento parziale dei creditori o altra forma di ristrutturazione dei debiti. Il concordato fallimentare pu perci giovare sia al fallito che ai creditori. Il primo infatti si libera definitivamente dei propri debiti per la parte che eccede la percentuale concordataria, i creditori a loro volta rinunciano s ad una parte del loro credito, o accettano modi di soddisfazione diversi dalladempimento, ma questo sacrificio compensato dalla possibilit di ottenere qualcosa in pi e soprattutto pi rapidamente di quanto otterrebbero attraverso la liquidazione fallimentare dellattivo. Fasi: 1) Proposta di concordato: pu essere presentato da uno o pi creditori, da un terzo(in qualsiasi momento) o dal fallito(solo dopo un anno dalla dichiarazione di fallimento). 2) Contenuto della proposta: offerta di pagamento in percentuale, forme diverse dalladempimento, suddivisione dei creditori in classi. 3) Dopo la proposta il giudice delegato ordina la comunicazione della proposta e dei relativi pareri ai creditori e fissa il termine entro il quale gli stessi devono far pervenire nella cancelleria del tribunale la loro dichiarazione di dissenso; i creditori che tacciono si ritengono consenzienti. Per lapprovazione della proposta richiesto il consenso (anche tacito) della maggioranza dei creditori ammessi al voto( creditori chirografi e non privilegiati). Il concordato eseguito dal fallito sotto la sorveglianza del giudice delegato,del curatore e del comitato dei creditori ed i suoi effetti possono cessare per risoluzione(inadempimento del concordato) o per annullamento(si scopre che il passivo era stato dolosamente esagerato o una parte dellattivo era stata sottratta o dissimulata). Annullato o risolto il concordato si riapre automaticamente il fallimento. IL CONCORDATO PREVENTIVO L' imprenditore che si trova in stato di difficolt economica pu evitare il fallimento regolando mediante concordato preventivo i rapporti con i creditori. Il concordato preventivo pu essere attuato quindi prima che sia dichiarato il fallimento e serve se possibile ad evitarlo. Esso un concordato giudiziale e di massa che libera definitivamente l imprenditore per la parte eccedente la percentuale concordataria. Il concordato preventivo offre inoltre all'imprenditore insolvente un ulteriore notevole vantaggio, quello di evitare le gravi conseguenze patrimoniali, personali e penali del fallimento, esso non subisce infatti lo spossessamento e conserva l'amministrazione

dei beni e la gestione dell'impresaIl concordato preventivo costituisce in definitiva un beneficio concesso all'imprenditore insolvente. Pu per essere ammesso alla procedura di concordato preventivo solo l'imprenditore che: a) dall'inizio dell'impresa o da almeno un biennio iscritto nel registro delle imprese ed ha ottenuto una regolare contabilit; b) nei cinque anni precedenti non stato dichiarato fallito o ammesso ad altra procedura di concordato preventivo; c) non stato condannato per bancarotta o per delitti contro il patrimonio. LAMMISSIONE AL CONCORDATO -La procedura di concordato preventivo inizia con la domanda di ammissione del debitore, presentata con ricorso al tribunale del luogo dove si trova la sede principale dell'impresa. Alla domanda devono essere allegati le scritture contabili, uno stato analitico delle attivit con i relativi valori e l'elenco nominativo dei creditori.

-Ricevuta la domanda il tribunale svolge una prima indagine volta ad accertare se ricorrano le condizioni soggettive e oggettive richieste dalla legge ed in particolare valuta la consistenza dell'attivo. -Se l'accertamento esito negativo, il tribunale dichiara inammissibile la proposta di concordato e con sentenza dichiara di ufficio di fallimento. -Se invece ritiene ammissibile la proposta, il tribunale dichiara aperta la procedura di concordato preventivo e designa gli organi della procedura: il giudice delegato, cui devoluta alla direzione della procedura; un commissario giudiziale, che svolge essenzialmente funzioni di vigilanza e di controllo. LO SVOLGIMENTO DELLA PROCEDURA Intervenuta l'ammissione alla procedura, il procedimento per la concessione del concordato preventivo si articola in due fasi: o l'approvazione della proposta da parte dei creditori; o omologazione del concordato da parte del tribunale. nel concordato preventivo manca il preventivo accertamento giudiziale dello stato passivo. L'approvazione del concordato preventivo avviene in apposita adunanza dei creditori, presieduta dal giudice delegato. All'adunanza possono intervenire anche i creditori non convocati. Per l' approvazione del concordato preventivo richiesta una doppia maggioranza: in numero ed in somma. Il concordato preventivo infatti approvato se si riporta il voto favorevole della maggioranza dei creditori votanti. Se la proposta di concordato viene respinta, il tribunale dichiara fallimento, in caso contrario si apre il giudizio di omologazione. In sede di omologazione, il tribunale li limita a controllare la regolarit della procedura e lesito della votazione, ma pu spingersi ad un controllo di merito sulla convenienza del concordato quando stata sollevata contestazione da parte di un creditore. ESECUZIONE ,RISULUZIONE ED ANNULLAMENTO DEL CONCORDATO Il concordato viene eseguito sotto la sorveglianza del commissario giudiziale. Qualora il concordato consista nella cessione dei beni ai creditori il tribunale nomina uno o pi liquidatori ed un comitato di 3 o 5 creditori per assistere alla liquidazione. Infatti, il concordato con cessione non comporta, di regola, il trasferimento della propriet dei beni ai creditori, ma solo il conferimento ai creditori stessi di un mandato irrevocabile a liquidare i beni e a ripartirne poi il ricavato fra di loro. Il concordato preventivo pu inoltre essere risolto o annullato negli stessi casi previsti dal concordato fallimentare su ricorso di ciascun creditore. Bench la legge non lo disponga espressamente, si deve ritenere che anche in caso di annullamento o

risoluzione del concordato il tribunale, su istanza dei creditori o del pubblico ministero , debba valutare la sussistenza dei presupposti per la dichiarazione di fallimento. LA LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA La liquidazione coatta amministrativa una procedura concorsuale a carattere amministrativo cui sono assoggettate determinate categorie di imprese. Si tratta per lo pi di imprese pubbliche o di imprese private sottoposte a controllo pubblico per il rilievo economico e sociale della loro attivit. La liquidazione coatta amministrativa in particolare prevista per le imprese bancarie e per le societ facenti parte di un gruppo bancario, per le imprese di assicurazione, le societ cooperative ed i loro consorzi, le societ di investimento, ecc . Dalle leggi speciali emerge che la liquidazione coatta pu essere disposta non solo quando vi stato di insolvenza, ma anche per gravi irregolarit di gestione o per violazione di norme di legge o regolamentari.

L'autorit competente a disporre la liquidazione coatta non mai per un autorit giudiziaria, bens l'autorit amministrativa individuata dalle singole leggi speciali. Obiettivo costante della liquidazione coatta l'eliminazione dal mercato dell'impresa colpita dal relativo provvedimento. Nette sono fin qui le differenze tra liquidazione coatta e fallimento:la liquidazione coatta pu tuttavia avere per presupposto oggettivo anche lo stato di insolvenza ,da qui la necessit di regolare il rapporto fra le due procedure. La regola che le imprese soggette a liquidazione coatta sono sottratte al fallimento , solo in alcuni casi la legge ammette entrambe le procedure(es. societ cooperative).

PROVVEDIMENTO DI LIQUIDAZIONE. ACCERTAMENTO STATO DI INSOLVENZA La liquidazione coatta amministrativa disposta con decreto dell'autorit governativa che ha la vigilanza sull'impresa. La stessa autorit governativa nomina gli organi della procedura che sono: a) il commissario liquidatore, che l'organo deputato a svolgere l'attivit di liquidazione; investito delle qualit di pubblico ufficiale; b) il comitato di sorveglianza, composto da tre o cinque membri scelti fra persone esperte nel ramo di attivit esercitata dall'impresa; ha funzioni consultive e di controllo. Resta per di competenza esclusiva dell'autorit giudiziaria l'accertamento dell'eventuale stato di insolvenza. La liquidazione coatta amministrativa di una societ non si estende in alcun caso ai soci illimitatamente responsabili della stessa. Questi potranno infatti essere solo costretti dal commissario liquidatore a versare le somme necessarie per estinguere le passivit, secondo uno specifico piano di riparto. PROCEDIMENTO E CHIUSURA La liquidazione coatta amministrativa si sviluppa, come il fallimento, attraverso le fasi dell'accertamento dello stato passivo, della liquidazione dell'attivo e del riparto del ricavato fra i creditori concorrenti. Tutte queste fasi si svolgono per in sede amministrativa. Non necessaria per al contrario della procedura fallimentare una domanda di ammissione dei creditori e lo stato passivo formato di ufficio entro 90 giorni dalla data di provvedimento di liquidazione dal commissario liquidatore sulla base delle scritture contabili(manca una fase di verifica dello stato passivo).

Alla liquidazione dellattivo provvede poi il commissario. La liquidazione coatta amministrativa si pu chiudere inoltre anche mediante concordato , il quale deve essere presentato dallimprenditore previa autorizzazione dellautorit di vigilanza e approvato poi direttamente dal tribunale. AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DELLA GRANDI IMPRESE INSOLVENTI CARATTERI GENERALI L'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, una procedura concorsuale introdotta nel 1979, idonea a conciliare il soddisfacimento dei creditori dell'imprenditore insolvente con il salvataggio del complesso produttivo in crisi e la conservazione dei posti di lavoro. Essa la procedura concorsuale della grande impresa commerciale insolvente " con finalit conservative del patrimonio produttivo, mediante prosecuzione, riattivazione o riconversione delle attivit imprenditoriali". L'attuale amministrazione straordinaria si atteggia come una procedura concorsuale nel contempo giudiziaria e amministrativa, articolata in due fasi: a) la dichiarazione dello stato di insolvenza da parte dell'autorit giudiziaria; b) la successiva eventuale apertura della procedura di amministrazione straordinaria e propria. PRESUPPOSTI. DICHIARAZIONE DI INSOLVENZA Competente a dichiarare lo stato di insolvenza e il tribunale del luogo dove l'impresa ha la sede principale, che vi provvede d'ufficio o su iniziativa degli stessi soggetti legittimati a chiedere la dichiarazione di fallimento. Con la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza il tribunale nomina il giudice delegato e d avvio al procedimento per la formazione dello stato passivo. L'imprenditore insolvente allo stesso tempo conserva l'amministrazione dei suoi beni e l'esercizio dell'impresa(Il tribunale pu tuttavia affidare la gestione dell'impresa al commissario giudiziale). AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA Con il decreto che dichiara aperta la procedura di amministrazione straordinaria, il tribunale adotta provvedimenti opportuni per la prosecuzione dell'attivit dell'impresa sino alla nomina del commissario straordinario. L'amministrazione straordinaria si svolge infatti ad opera di uno o tre commissari straordinari nominati dal ministro dell'industria. Il commissario straordinario ha la gestione dellimpresa e lamministrazione dei beni dellimprenditore insolvente, nonch degli eventuali soci a responsabilit illimitata ammessi alla procedura. Il ministro dell'industria nomina poi anche un comitato di sorveglianza composto da tre o cinque membri che esprime pareri sugli atti del commissario nei casi previsti per la legge e ogni volta il ministro dell'industria lo ritenga opportuno. Bisogna inoltre specificare che tutti i contratti dellimprenditore continuano ad avere esecuzione fino a quando il commissario straordinario non decide se subentrare nel contratto o scioglierlo. LO SVOLGIMENTO DELLA PROCEDURA Nello svolgimento dell'amministrazione straordinaria, in tempi brevi(60 giorni dallapertura della procedura) il commissario straordinario deve predisporre e presentare al ministero dell'industria un programma per il recupero dell'equilibrio economico delle attivit imprenditoriali, optando per uno degli indirizzi alternativi sopraindicati: - programma di cessione dei complessi aziendali da realizzare entro un anno; - programma di ristrutturazione da attuare entro due anni.

Il programma deve in entrambi i casi tendere a " salvaguardare l'unit operativa dei complessi aziendali, tenuto conto degli interessi dei creditori" e deve venir autorizzato dal ministero dellindustria. L'attuale disciplina dell'amministrazione straordinaria regola anche la ripartizione dell'attivo prevedendo due forme di distribuzione: 1) gli acconti, possano essere disposti dal commissario straordinario in qualsiasi momento della procedura, hanno carattere provvisorio e sono ripetibili. 2) i riparti, possono essere effettuati solo dopo che lo stato passivo stato reso esecutivo, con l'osservanza della disciplina al riguardo dettata da legge fallimentare; essi sono definitivi e non revocabili. CESSAZIONE DELLA PROCEDURA L'amministrazione straordinaria termina per conversione in fallimento o con la chiusura della procedura. La conversione in fallimento pu essere disposta dal tribunale nel corso della procedura quando risulta che la stessa non pu esser utilmente proseguita. La chiusura dell'amministrazione straordinaria, disposta dal tribunale nei casi previsti dall'art. 74. Sono cause generali di chiusura, oltre a concordato: a) la mancata presentazione di domande di ammissione al passivo; b) il recupero da parte dell' imprenditore della capacit di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. La cessazione dell'amministrazione straordinaria pu aversi per concordato, proposto dall'imprenditore o da un terzo dopo che lo stato passivo stato reso esecutivo.

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