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CONVEGNO CRISI DI IMPRESA NELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA (D.L. n. 83/2012 CONVERTITO NELLA LEGGE N.

134/2012)

Bergamo, 13 dicembre 2012

Il Piano attestato e gli accordi di ristrutturazione dei debiti: novit aziendalistiche e fiscali

Prof. Giuliano Buffelli

Indice
PREMESSA ..............................................................................
IL PIANO ATTESTATO ................................................................ Inquadramento generale/Note di sintesi ..................................... Le novit introdotte dal DL. 83/2012 conv. in L. 134/2012 ....... Decorrenza ......................................................................................... Indipendenza del professionista ......................................................... Pubblicit ........................................................................................... Il piano attestato quale strumento per proporre ai creditori pagamenti percentuali ....................................................................... Novit di carattere fiscale ............................................................ Sopravvenienze attive da esdebitamento ........................................... Attivit per imposte anticipate .......................................................... Esempi ............................................................................................... Irap .................................................................................................... Perdite su crediti ............................................................................... GLI ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI............ Inquadramento generale/Note di sintesi ..................................... Le novit introdotte dal DL. 83/2012 conv. in L. 134/2012 ....... Decorrenza sintesi delle novit ....................................................... Il professionista negli accordi di ristrutturazione dei debiti di cui allart. 67 terzo comma, lett. d) (art. 182bis, 1 co.) ........................... Il pagamento dei creditori estranei allaccordo .................................. Il ricorso anticipato o preventivo con riserva di concordato e la successiva proposizione dellaccordo ex art. 182 bis ......................... Nuova finanza (art. 182 quinquies co. 1 l.f.) ..................................... Pagamenti anticipati (art. 182 quinquies co. 5 l.f.) esenzione da azione revocatoria .............................................................................. Sospensione dallobbligo di ricapitalizzazione negli accordi di ristrutturazione dei debiti (art. 182 sexies 1 co.) .............................. Novit di carattere fiscale ............................................................ Art. 88 Tuir sopravvenienze attive da esdebitamento........................ Art. 101 Tuir perdite su crediti ......................................................... Perdite su crediti ............................................................................... IVA .................................................................................................... GLI ASPETTI CONTABILI NELLA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO ................................................................................... CONCLUSIONI .............................................................................. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 1 3 3 5 5 5 8 8 9 9 10 11 12 14 15 15 15 17 19 20 21 21 22 23 23 24 25 26 27 27 30

Libro collegato: Le crisi di impresa: Gestioni Concorsuali e Precoconcorsuali. Aspetti fallimentari, civilistici, aziendalistici, fiscali e penali. Edizione 2012 Gruppo 24 Ore G. Buffelli P. DAndrea. (Aggiornato al DL 83/2012 conv. nella L. 134/2012)

Il piano attestato e gli accordi di ristrutturazione dei debiti: novit aziendalistiche e fiscali
Prof. Giuliano Buffelli PREMESSA Il contesto economico nel quale le imprese si devono confrontare, reso sempre pi difficile dalla negativa e persistente contingenza delleconomia reale, unitamente alle istanze di revisione avanzate dal mondo delle imprese, dalla dottrina e dalla giurisprudenza, hanno indotto il legislatore a rivedere linsieme delle regole a base della gestione concorsuale o preconcorsuale della crisi dellimpresa. In questa direzione si sono mosse le numerose revisioni apportate alla legge fallimentare a partire dalla riforma di cui al DL 35/2005 convertito nella L 80/2005, passando, per lintervento di cui al D.Lgs. 169/2007, al DL 78/2010 convertito nella L. 122/2010 e da ultimo al DL 83/2012 convertito nella L. 134/2012. Il percorso che ha portato alla vigente versione e soprattutto allattuale operativit frutto di un costante processo di rinnovamento compiutosi parallelamente, da un lato, come osservato, per lintenso dibattito dottrinale e giurisprudenziale e dallaltro per lesperienza acquisita dagli operatori nellutilizzo dei nuovi strumenti di gestione delle crisi dimpresa. Gli strumenti messi a disposizione dalla disciplina fallimentare per gestire, con taglio negoziale e pattizio, la situazione di crisi afferente limpresa in ambito per cos dire, preconcorsuale, sono gli accordi di ristrutturazione dei debiti ed i piani attestati. Entrambi gli strumenti consentono linstaurazione di un percorso volto al tentativo di salvaguardare la continuit dellimpresa. Laspetto innovativo da rinvenire nella flessibilit di tali strumenti, che si esprime nellesaltazione dellautonomia negoziale dellimprenditore debitore, tesa a comporre la situazione di crisi con i creditori: le risultanze non sono altro che il concerto di volont tra linteresse del debitore di proseguire la propria attivit e risanare la propria esposizione debitoria, e linteresse dei creditori di ottenere il migliore soddisfacimento per i loro crediti (rispetto al

fallimento o al concordato preventivo) e garantirsi la prosecuzione del rapporto con il cliente nel pi ampio disegno di difesa del tessuto economico esistente. Tuttavia le cd. procedure pre concorsuali di gestione della crisi e cio sia gli accordi di ristrutturazione dei debiti che i piani attestati, hanno avuto inizialmente scarsa o difficile applicazione. Come anche evidenziato dallo studio di Assonime, in collaborazione con il Ministero della Giustizia pubblicato nellaprile 2012 circa il rapporto sullattuazione della riforma della legge fallimentare e sulle sue pi recenti modifiche tale indagine, pur riscontrando negli operatori la convinzione che questi mezzi rappresentano uno strumento fondamentale per risolvere in tempi rapidi una situazione di crisi reversibile ha constatato come nella prassi, gli accordi di ristrutturazione vengano scarsamente utilizzati sia per lassenza di misure fiscali di favore, sia per la difficolt dellimprenditore di accedere a nuovi finanziamenti necessari durante la fase delle trattative con i creditori e nella fase dellesecuzione dellaccordo ecc.. Non rilevano indicazioni (nel detto studio) per i piani attestati in ragione del carattere esclusivamente stragiudiziale di questo tipo di accordi. E la recente revisione alla disciplina di cui al DL 83/2012 conv. in L.134/2012, ha appunto operato in questa direzione, con la finalit di migliorare lefficienza dei procedimenti di composizione delle crisi dimpresa, cercando di superare le criticit emerse in sede applicativa. Tale ultimo provvedimento introduce novit, sempre con le medesime finalit, anche in ambito di imposte dirette. Rammento che le opportunit offerte dalla legge fallimentare per salvare le imprese e gestire le crisi aziendali sono fruibili esclusivamente dagli imprenditori commerciali cd fallibili. Va conclusivamente, in premessa, osservato che, spesso, tali strumenti risposta da parte dei creditori. sono difficili da realizzare in considerazione della rilevante dilatazione dei tempi di

IL PIANO ATTESTATO > Inquadramento generale/Note di sintesi Lart. 67 al terzo comma lett. d) L.F. prevede che un impresa in crisi/insolvente possa predisporre un piano che le consenta di risanare lesposizione debitoria e di riequilibrare la situazione finanziaria facilitando i creditori nel recupero del proprio credito. Il piano, da definirsi attestato in quanto un professionista doveva garantirne, nella formulazione originaria, la ragionevolezza, risponde allesigenza di esaltare lautonomia privata ovvero la regolazione autonoma e negoziale, di stampo pattizio, della crisi. La disposizione in esame garantisce per detto piano ovvero per il suo contenuto il beneficio dellesenzione dallazione revocatoria fallimentare (oltre allesenzione di alcuni reati di bancarotta) salvaguardando cos i soggetti coinvolti nelloperazione di risanamento dagli effetti del possibile fallimento del debitore con il quale si sono intrattenuti rapporti. Il tenore letterale della norma presuppone, per realizzare tali benefici, la forma scritta del piano di risanamento che permetta allattestatore professionista lespletamento documentale del proprio adempimento - nonch la sua data certa, in modo da poterlo rendere opponibile al curatore in caso di eventuale successivo fallimento dellimpresa debitrice. Quanto al contenuto del piano di risanamento (attestato) certamente opportuno il rispetto dei criteri contabili ovvero della prassi di redazione dei bilanci di previsione che dovranno rilevare tanto nel piano finanziario quanto in quello industriale. In particolare nel piano dovranno essere indicate: le cause della crisi; le sue caratteristiche generali e cio le ipotesi poste a base, nonch le metodologie utilizzate per la sua predisposizione; le misure operative finalizzate al risanamento e al raggiungimento dellequilibrio finanziario; la durata del processo di risanamento; ecc..

In tema di attestazione dei piani di risanamento in generale tra gli standard professionali e i principi contabili cui il professionista attestatore deve attenersi,
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rilievo assume, lIsae 3400 emesso dallIFAC nellaprile 2007 che, definisce uno standard di comportamento atto a guidare lanalisi di giudizio rispetto a proiezioni finanziarie previsionali basate su assunti ipotetici. Da adottare quale codice di comportamento, esso individua unottima best practice per leffettuazione dell attestazione del professionista. La struttura del documento approfondisce temi quali laccettazione dellincarico, la conoscenza del business, lesame del periodo temporale di previsione, lesame delle procedure utilizzate per lelaborazione prospettica nonch linformativa ad essa connessa. Vanno svolte lanalisi preventiva della qualit dei dati a base dellelaborazione previsionale nonch la verifica degli assunti di partenza che devono risultare credibili, appropriati, sostenibili e non irrealistici. Il professionista attestatore, nel compiere il proprio incarico, deve preliminarmente effettuare unindagine per acquisire un sufficiente livello di conoscenza del business dellimpresa ovvero dei suoi sistemi di organizzazione, gestione e controllo interni. Una corretta attestazione deve anche prestare la dovuta attenzione allarco temporale preso a riferimento dal piano previsionale prospettico; partendo dal presupposto che pi il periodo di previsione cresce pi decresce lattendibilit della previsione medesima; larco temporale di riferimento deve essere congruo, sostenibile nonch coordinato con la struttura finanziaria dellimpresa. Infine si ritiene opportuno un accenno alla disclosure, sulla necessit che essa

permetta la comprensione degli assunti posti a base dellinformativa finanziaria prospettica e lapprofondimento dei criteri di elaborazione della stessa e delle modalit di previsione applicate nonch da evidenziare in quanto particolarmente rilevante una informativa di merito rispetto alle differenti scelte contabili e di bilancio effettuate. Con lattestazione, il professionista rende un giudizio critico e motivato sulla concreta capacit del piano a consentire il superamento della crisi. La legge nella sua versione ante DL 83/2012 non prevedeva alcun onere pubblicitario per detto piano che, a ben vedere, poteva e pu, come vedremo, rimanere riservato.

> Le novit introdotte dal DL.83/2012 conv. in L. 134/2012 Lart. 67, terzo comma, lett. d) L.F. riguardante i piani attestati di risanamento, interessato dalle modifiche apportate dal recente DL. 83/2012 conv. in L. 134/2012 recita: 3. Non sono soggetti allazione revocatoria: d) gli atti, i pagamenti e le garanzie concesse sui beni del debitore purch posti in essere in esecuzione di un piano che appaia idoneo a consentire il risanamento della esposizione debitoria dellimpresa e ad assicurare il riequilibrio della situazione finanziaria; un professionista indipendente designato dal debitore, iscritto nel registro dei revisori legali ed in possesso dei requisiti previsti dallart. 28, lettere a) e b) deve attestare veridicit dei dati aziendali e la fattibilit del piano; il professionista indipendente quando non legato allimpresa e a coloro che hanno interesse alloperazione di risanamento da rapporti di natura personale o professionale tali da comprometterne lindipendenza di giudizio; in ogni caso, il professionista deve essere in possesso dei requisiti previsti allart. 2399 del codice civile e non deve, neanche per il tramite di soggetti con i quali unito in associazione professionale, avere prestato negli ultimi cinque anni attivit di lavoro subordinato o autonomo in favore del debitore ovvero partecipato agli organi di amministrazione o di controllo; il piano pu essere pubblicato nel registro delle imprese su richiesta del debitore.
(In neretto le modifiche apportate dal DL 83/2012 conv. in L. 134/2012)

* * * Decorrenza Le novit introdotte si applicano, per espressa previsione normativa, ai piani di risanamento ex art. 67, terzo comma, lett. d) L.F. elaborati dopo il 30mo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione e cio la L. 134/2012, entrata in vigore il 12.08.2012. Il 30mo giorno successivo il 10.09.2012 e quindi la decorrenza dall11.09.2012. Le novit introdotte, come osservato, hanno quale finalit quella di intervenire su alcune criticit evidenziatesi nella previgente normativa. Indipendenza del professionista Ai fini della esclusione dallazione revocatoria, e della esenzione dai reati di bancarotta, il piano devessere attestato da un professionista designato dal debitore, con il requisito dellindipendenza. La designazione quindi compete al debitore; il legislatore ha accolto le indicazioni della prevalente giurisprudenza e dottrina che sul
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tema si erano gi espresse in tal senso. Le caratteristiche richieste a tale professionista sono quindi: Che sia iscritto nel registro dei revisori legali; Che sia in possesso dei requisiti per la nomina a curatore fallimentare di cui allart. 28 lettere a) e b) LF; Che sia indipendente ex art. 2399 c.c.

Rispetto alloggetto dellattestazione rilevano importanti novit; in luogo della previgente disposizione normativa che definiva come il professionista dovesse attestare solo la ragionevolezza del piano, ora lattestazione deve avere ad oggetto la veridicit del dati aziendali in esso inseriti e la fattibilit del piano stesso con ci ampliando notevolmente lambito connesso alla attestazione. Con riferimento all indipendenza, si tratta di un requisito generalizzato, perch attiene ai rapporti sia con il debitore che con i creditori. Lart. 67 co. 3 lett. d), L.F., nella versione integrata, chiarisce che il professionista, pu essere considerato indipendente quando non legato allimpresa in crisi da rapporti personali o di lavoro e, in generale, non ha interessi di sorta alloperazione di risanamento. E previsto che il professionista debba possedere i requisiti prescritti per la carica di sindaco dallart. 2399 c.c.; in particolare non possono ricoprire tale incarico: linterdetto, linabilitato, il fallito o chi stato condannato a una pena che comporta linterdizione anche temporanea dai pubblici uffici o lincapacit ad esercitare uffici direttivi (art. 2382 c.c.), il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della societ o delle societ da questa controllate o delle societ controllanti e di quelle soggette a comune controllo, dei soggetti legati alla societ o alle societ controllate o alla controllante o a quelle soggette a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione dopera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettono lindipendenza. Inoltre larticolo citato precisa che il professionista non deve avere prestato negli ultimi 5 anni, neanche per il tramite di soggetti con i quali unito in associazione professionale, attivit di lavoro autonomo o subordinato in favore del debitore
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ovvero avere partecipato agli organi di amministrazione e controllo dello stesso debitore. Quanto al richiamo previsto dalla lett. d) co. 3 dellart. 67 L.F., allart. 2399 c.c., sul requisito dellindipendenza, sembra qualificante lesame della norma di

comportamento n. 1.4 del CNDCEC del 1 gennaio 2012 secondo cui la compromissione dellindipendenza del sindaco pu derivare da: rischi derivanti da interesse personale nel caso in cui il sindaco ha interessi economici, finanziari o di altro genere nella societ o in altre societ facenti parte del gruppo tali da influenzare la propria azione di vigilanza nella stessa. rischi derivanti da auto-riesame nel caso in cui il sindaco si trovi in condizione di valutare o esprimere giudizio rispetto a prestazioni svolte da lui stesso o da altro soggetto della rete alla quale il professionista appartiene. rischi derivanti da prestazione di attivit di patrocinio o assistenza tecnica dinanzi alle commissioni tributarie ovvero di consulente tecnico di parte nel caso in cui il sindaco si trovi con funzione di consulente tecnico di parte contro la societ o contro/sostegno di una societ del gruppo. rischi derivanti da eccessiva familiarit o confidenza nel caso in cui il sindaco sia influenzabile per rapporti di ordine personale che lo legano alla societ. rischi derivanti da intimidazione, nel caso in cui il sindaco possa essere oggetto di condizionamenti causati da influenze esercitate nei suoi confronti da parte della stessa societ ovvero da altre societ del gruppo. Il legislatore conscio della notevole carenza della originaria norma ha, di fatto, cercato di bilanciare la designazione lasciata al debitore, con il requisito dellindipendenza richiesto al professionista attestatore. (Rilevano perplessit: personalmente avrei preferito che la designazione fosse attribuita al Tribunale). Il professionista attestatore attesa la sua ribadita centralit nella gestione della crisi dimpresa assume responsabilit specifiche nellespletamento del suo mandato responsabilit che il Dl 83/2012, allart. 236-bis l.f., ha esteso anche all ambito penale, (ne tratter in prosieguo il Prof. Amodio) per attestazioni e relazioni nelle quali espone informazioni false od omette di fornire informazioni rilevanti. E prevista la pena della reclusione da due a cinque anni e della multa di importo
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variabile compresa tra 50.000 e 100.000 euro; da aumentarsi se il fatto viene commesso dal professionista attestatore con lintento di conseguire un ingiusto profitto per s o per altri ovvero in caso di conseguente danno alla massa creditoria. Pubblicit In tema di pubblicit, il legislatore nella versione riformata sancisce la possibilit, per il debitore, di pubblicare il piano stesso nel registro delle imprese. Detta previsione permette di superare la criticit operativa riconducibile alla esigenza di dare data certa al documento, necessaria per fissare il confine tra gli atti revocabili e non. Lesclusione dalla azione revocatoria opera infatti solo per gli atti compiuti dopo lattestazione del professionista. Il piano attestato quale strumento per proporre ai creditori pagamenti percentuali La pubblicit di cui si detto inoltre elemento necessario per poter beneficiare della non tassabilit delle sopravvenienze attive da bonus da piano attestato ai sensi dell art. 88 co. 4 Tuir. (differenza tra loriginario debito e ci che proposto dal piano sopravvenienze attive da esdebitamento). Detta previsione, apre le porte ad una nuova interpretazione circa la natura da attribuire ai piani attestati di cui allart. 67, terzo comma, lett. d),L.F. sulla possibilit di prevedere o meno la riduzione in conto capitale dellesposizione debitoria del debitore. Prima dellintroduzione della modifica apportata allart. 88 co. 4 Tuir dal DL 83/2012, si riteneva che nellambito degli strumenti di gestione preconcorsuale delle crisi dimpresa, di cui vi sto parlando, una rilevantissima distinzione consistesse nel fatto che, mentre il risanamento del debito finalizzato al riequilibrio finanziario tramite il piano attestato ex art. 67 L.F. perseguiva, nei tempi e con le modalit del piano, il ristorno totale del debito in conto capitale, gli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis L.F. prevedevano espressamente, sulla base di uno specifico contratto con una maggioranza qualificata di creditori, la possibilit di ridurre il debito in conto capitale. Lintroduzione della de-tassazione delle sopravvenienze attive derivanti da riduzioni del debito per effetto del piano attestato consente la possibilit, anche per detto strumento, di proporre la riduzione dei debiti in conto capitale.
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Ritengo peraltro necessaria, a tal fine, la formalizzazione contrattuale dellaccordo. La formalizzazione contrattuale gi rileva quando con il piano ci si prefigge, ad esempio, riscadenziamenti con il sistema bancario. > Novit di carattere fiscale - Art. 88, comma 4, Tuir cos come integrato dallart. 33 DL 83/2012 recita: 4. Non si considerano sopravvenienze attive i versamenti in denaro o in natura fatti a fondo perduto o in conto capitale alle societ e agli enti di cui allarticolo 73, comma 1, lettere a) e b), dai propri soci e la rinuncia dei soci ai crediti, n gli apporti effettuati dai possessori di strumenti similari alle azioni, n la riduzione dei debiti dellimpresa in sede di concordato fallimentare o preventivo o per effetto della partecipazione delle perdite da parte dellassociato in partecipazione. In caso di accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi dellart. 182 bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, ovvero di un piano attestato ai sensi dellarticolo 67, terzo comma, lettera d) del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, pubblicato nel registro delle imprese, la riduzione dei debiti dellimpresa non costituisce sopravvenienza attiva per la parte che eccede le perdite, pregresse e di periodo, di cui allarticolo 84.
(In neretto le modifiche apportate dal DL 83/2012 conv. in L. 134/2012)

Sopravvenienze attive da esdebitamento La revisione dellart. 88 co. 4 Tuir, che si ricorda tratta delle sopravvenienze attive da esdebitamento, ad opera del DL 83/2012 conv. in L.134/2012 ha modificato la

disciplina riguardante la de-tassazione delle sopravvenienze attive risultanti dalla riduzione dei debiti in seguito a pregressa procedura concorsuale. Prima prevista solo per il concordato fallimentare e il concordato preventivo, ora viene estesa anche alle riduzioni di debiti derivate da procedure preconcorsuali di gestione della crisi e cio: accordi di ristrutturazione dei debiti e piano attestato. Il beneficio (non tassabilit del cd bonus sopravvenienza attiva) , va ricordato, opera per la parte che eccede le perdite, pregresse e di periodo, di cui allart. 84 TUIR ed finalizzato, a mio parere precisando che sul tema, considerata la sintetica portata normativa, le prime interpretazioni non sono del tutto concordanti - ad escludere che la perdita fiscale possa emergere o incrementarsi per effetto della esenzione da tassazione della sopravvenienza attiva.

Si evidenzia come al fine del calcolo del reddito imponibile e delle perdite riportabili dellesercizio in cui rileva la sopravvenienza attiva da esdebitamento necessita procedere nelle seguenti fasi: 1) determinazione del reddito di impresa imponibile comprensivo della sopravvenienza attiva esente; 2) determinazione della sopravvenienza attiva da esdebitamento; 3) individuazione per differenza tra 1 e 2 del reddito fiscale al netto della citata sopravvenienza attiva esente; 4) determinazione dellimponibile fiscale operando in due fasi a) attraverso la determinazione della variazione in diminuzione fiscale ammessa considerando le perdite fiscali pregresse e di periodo; b) rilevando il reddito imponibile e le perdite riportabili sottraendo al reddito di impresa come individuato sub 1) la variazione in diminuzione ammessa sub 4a) ed evidenziando lutilizzo delle perdite e il residuo perdite pregresse. In presenza di perdite fiscali pregresse e di periodo, considerato il generico riferimento che il secondo periodo del quarto comma dellart. 88 Tuir fa a dette perdite, non richiamando in particolare il limite dell80%, le stesse rilevano (a mio parere) interamente rispetto alle sopravvenienze attive esenti. Le eventuali perdite fiscali residue sono riportabili ex art. 84 Tuir, senza limiti di tempo in misura non superiore all80% del reddito imponibile di ciascun esercizio. Non potranno in ogni caso rilevare le cd perdite teoriche e cio quelle perdite generate dalla eccedenza della sopravvenienza esente rispetto al risultato di bilancio. Ricorrendo perdite fiscali pregresse o di periodo potrebbe rilevare la necessit di stanziare attivit per imposte anticipate. Le condizioni richieste per tale rilevazione sono disciplinate dallOIC 25 secondo cui le attivit per imposte anticipate devono essere contabilizzate se vi la ragionevole certezza che negli esercizi futuri vi saranno imponibili fiscali positivi in entit sufficiente per assorbire tali evidenze.

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In presenza di perdite necessiter che la ragionevole certezza attenga al fatto che in futuro tali negativit non rilevino e che le imposte riferite alle perdite fiscali saranno assorbite da imponibili positivi. Nelle procedure di gestione preconcorsuale delle crisi, i piani di risanamento sono sviluppati prospetticamente su pi esercizi, e sono attestati da professionista indipendente evidenziando landamento previsionale dei risultati con la conseguente possibile ricorrenza degli elementi a base di tale iscrizione. ESEMPI:
Caso A Perdita fiscale esercizio pregresso Reddito d'impresa imponibile comprensivo della sopravvenienza attiva da esdebitamento Sopravvenienza attiva da esdebitamento Reddito fiscale di periodo senza tener conto della sopravvenienza attiva da esdebitamento Determinazione imponibile fiscale: Fase 1) Variazione in diminuzione ammessa Sopravvenienza attiva da esdebitamento Perdite fiscali pregresse e di periodo senza tener conto della sopravvenienza attiva da esdebitamento Variazione in diminuzione ammessa Fase 2) Reddito imponibile e perdite riportabili Reddito d'impresa imponibile comprensivo della sopravvenienza attiva da esdebitamento Variazione in meno Reddito d'impresa imponibile Utilizzo perdite pregresse Residuo perdite pregresse 1.500.000 500.000 200.000 300.000 -100.000 Caso B -400.000 Caso C Caso D -100.000

2.500.000 1.500.000 1.000.000

-300.000 500.000 -800.000

100.000 200.000 -100.000

300.000 300.000 -

-100.000 1.400.000

-1.200.000 0

-100.000 100.000

-100.000 200.000

2.500.000 -1.400.000 1.100.000 -100.000 0

-300.000 0 -300.000 0 -700.000

100.000 -100.000 0 0 0

300.000 -200.000 20.000 0 -20.000

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Caso A: perdita fiscale utilizzabile 100.000; Caso B: la perdita fiscale dellesercizio ( 300.000) gi comprende la sopravvenienza attiva: senza tale elemento la perdita salirebbe a 800.000. Le perdite fiscali riportabili rimangono di 700.000 (300.000 + 400.000);

Caso C: non si ritiene rientrare nello spirito della norma la situazione in cui la perdita teorica (200.000 -100.000) possa essere riportata;

Caso D: il reddito imponibile pari a 100.000 80% x 100.000= 20.000; perdita pregressa riportabile 20.000 pari alla differenza tra 100.000 e l80% di 100.000.

Perdite fiscali pregresse: considerato il generico riferimento che il secondo periodo del 4 comma dellart. 88 Tuir fa alle perdite pregresse, non richiamandone il limite dell80%, le stesse rilevano interamente rispetto alle sopravvenienze attive esenti; le perdite residue, riportabili illimitatamente, sono utilizzabili in misura non superiore all80% del reddito imponibile di ciascun esercizio.

Rilever, ricorrendone le condizioni, la possibilit di iscrivere attivit per imposte anticipate.

Si tratta, in estrema sintesi, della preventiva determinazione dellimponibile fiscale prima della variazione in diminuzione della sopravvenienza attiva, cos da definire lesatta quantificazione della sopravvenienza esente. Quanto precede con riferimento ai soggetti Ires. Considerato lesplicito riferimento che la norma fa allart. 84 Tuir (applicabile solo ai soggetti Ires) si portati a ritenere che la limitazione quantitativa alla quota esente della sopravvivenza attiva non operi nel caso in cui il debitore sia una societ di persone con la conseguente totale esclusione da tassazione della sopravvenienza attiva senza tener conto delleffetto delle perdite. *** Irap Riguardo allIrap nessuna modifica rileva per effetto del DL 83/2012 norma che per aumenta il numero dei soggetti che, generando sopravvenienze attive da esdebitamento, devono confrontarsi con tale tributo con particolare riferimento alle dette componenti straordinarie (quanto segue per i soggetti non IAS).
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Le poste di tale natura vanno rilevate, sulla base del principio contabile OIC12 (richiamato dal documento interpretativo 1 del principio contabile 12 Par. E) alle voci E20 o E21, voci che normalmente non concorrono alla formazione della base imponibile dellimposta. Tuttavia si ricorda che, per il principio di correlazione (presupposto su cui si fonda lIrap) i componenti positivi e negativi classificabili in voci del conto economico diverse da quelle che costituiscono la base imponibile, partecipano alla formazione della stessa se correlati a componenti che hanno concorso alla formazione della base imponibile in periodi di imposta precedenti o successivi. Ne consegue che i proventi straordinari, quali quelli originati dalle sopravvenienze attive da esdebitamento, se di natura finanziaria, non sono soggetti allIrap in quanto i connessi proventi straordinari non sono correlati a costi dedotti in precedenti esercizi, eccezion fatta per gli interessi passivi. Diversamente il citato bonus, generato da esdebitamento di debiti di natura commerciale, dovrebbe partecipare alla base imponibile Irap posto che attiene a proventi correlati ad oneri dedotti in precedenti esercizi (es. fatture acquisti); non si del tutto concordi su tale interpretazione posto che, se vero che i costi di acquisto riferiti ad anni precedenti sono stati dedotti ai fini Irap, anche i relativi ricavi, espressi dalle rimanenze di magazzino, hanno partecipato alla formazione della detta base imponibile. Rileva poi unaltra riflessione strettamente connessa al principio di derivazione che fa propendere per una interpretazione circa la non imponibilit: come previsto dallOIC12 paragrafo E sono proventi/oneri straordinari, iscrivibili nelle voci E20 ed E21 del conto economico le sopravvenienze attive e passive derivanti da fatti per i quali la fonte del provento o dellonere estranea alla gestione ordinaria dellimpresa posto che rappresentano esclusivamente un beneficio che lordinamento tributario offre in particolari situazioni, nel caso in esame previste dal citato art. 88 Tuir; in tale ipotesi sembra pacifica la non partecipazione alla base imponibile Irap di tali componenti. La norma del Tuir (art. 88) concettualmente valida, a mio parere, anche ai fini Irap. Di conseguenza per i motivi in precedenza citati le sopravvenienze attive da
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esdebitamento generate da procedure di gestione preconcorsuale delle crisi, non dovrebbero partecipare alla formazione della base imponibile Irap. *** Perdite su crediti E da osservare poi che la norma (Art. 88 Tuir), regola esclusivamente la situazione del debitore e nulla prevede in merito alla deducibilit della perdita ex art. 101 Tuir per il creditore; la ragione, non condivisa, dovrebbe risiedere nel fatto che nel procedimento di cui al piano attestato manca la fase giudiziale. A mio parere, al contrario anche per il creditore, gli elementi certi e precisi richiesti dal comma 5 dellart. 101 Tuir per la deducibilit delle perdite dovrebbero ugualmente ricorrere in presenza di un piano pubblicato nel registro imprese, la cui veridicit e corretta fattibilit siano attestate da esperto indipendente e di un accordo contrattuale con i creditori (accordo ritenuto necessario nel caso in cui il piano preveda una riduzione del debito in conto capitale; nella pratica, come gi ricordato, tale documento rileva normalmente in ambito accordi con il sistema bancario). Rilevante risulta la decorrenza di tale nuova disciplina di favore/di incentivo. Mentre per le novit normative riferite alla materia fallimentare, la decorrenza rileva per i piani elaborati dall 11.09.2012, per quelle di cui alla disciplina fiscale la decorrenza, secondo quanto stabilito dallarticolo 70 del DL 83/2012 si ha dal giorno stesso della pubblicazione di detto decreto nella Gazzetta Ufficiale; e cio dal 26/06/2012, con la conseguenza che le novit di cui alart. 88 Tuir dovrebbero entrare in vigore da tale data e quindi con effetto sullesercizio 2012. Tale interpretazione trova conforto, a mio parere, nella circostanza che lart. 3 c. 1 L. 212/2000 (statuto del contribuente), secondo cui la modifica dovrebbe applicarsi dal periodo di imposta successivo (2013), si propone di tutelare il contribuente da immediati aggravi di imposta non sussistenti nel caso in esame, con la conseguenza che la decorrenza dovrebbe appunto rilevare dallesercizio 2012. Importante ricordare, al fine di poter beneficiare della norma fiscale di favore, la necessit: che il piano sia attestato da un professionista indipendente e che sia pubblicato nel registro delle imprese.

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Il piano attestato potrebbe prevedere il semplice riscadenziamento del debito con riduzione del pagamento degli interessi; in tale ipotesi non riducendosi, in ossequio allOIC 19 il valore del debito, non rilever alcun provento attivo nel conto economico. GLI ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI > Inquadramento generale/Note di sintesi Gli accordi di ristrutturazione dei debiti di cui allart. 182bis l.f. rappresentano uno strumento extraconcorsuale di risanamento al quale limpresa in crisi/insolvente pu ricorrere per ridurre la propria esposizione debitoria e tentare cos il recupero della propria continuit gestionale e si sostanziano in una pluralit di accordi di stampo privatistico/negoziale, supportati da specifico piano, che il debitore raggiunge con tanti creditori rappresentanti almeno il 60% dei crediti e sulla relazione di un professionista in possesso dei requisiti di cui allart. 67, terzo comma lett. d) L.F., che attesti la veridicit dei dati aziendali in tale piano espressi, nonch lattuabilit dellaccordo con particolare riferimento alla sua idoneit ad assicurare lintegrale pagamento dei creditori estranei. Il contenuto degli accordi con i creditori aderenti liberamente determinabile mentre ai non aderenti deve essere garantito il pagamento integrale di quanto dovuto. Gli accordi di ristrutturazione dei debiti sono caratterizzati da due fasi: quella prettamente stragiudiziale nella quale limprenditore in crisi negozia con il ceto creditorio la sua situazione debitoria; quella giudiziale, in cui laccordo con i creditori, per divenire produttivo di effetti legali, deve essere omologato dal Tribunale. Quanto al piano e alla connessa attestazione professionale si fa riferimento a quanto detto a proposito del piano attestato ex art. 67 L.F.. Tale strumento si ritiene possa essere attivato anche con finalit prettamente liquidatoria. > Le novit introdotte dal DL.83/2012 conv. in L. 134/2012 Lart. 182 bis l.f. interessato dalle modifiche /integrazioni di cui allart. 33 del DL 83/2012 conv. in L. 134/2012 recita:
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1) Limprenditore in stato di crisi pu domandare, depositando la documentazione di cui allarticolo 161, lomologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori rappresentanti almeno il sessanta per cento dei crediti, unitamente ad una relazione redatta da un professionista, designato dal debitore, in possesso dei requisiti di cui allart. 67, terzo comma, lettera d) sulla veridicit dei dati aziendali e sullattuabilit dellaccordo stesso, con particolare riferimento alla sua idoneit ad assicurare lintegrale pagamento dei creditori estranei nel rispetto dei seguenti termini: a) entro cento venti giorni dallomologazione, in caso di crediti gi scaduti a quella data; b) entro cento venti giorni dalla scadenza, in caso di crediti non ancora scaduti alla data dellomologazione. 2) Laccordo pubblicato nel registro delle imprese e acquista efficacia dal giorno della sua pubblicazione. 3) Dalla data della pubblicazione e per sessanta giorni i creditori per titolo e causa anteriore a tale data non possono iniziare o proseguire azioni cautelari o esecutive sul patrimonio del debitore, n acquisire titoli di prelazione se non concordati. Si applica lart. 168 secondo comma. 4) Entro trenta giorni dalla pubblicazione i creditori e ogni altro interessato possono proporre opposizione. Il tribunale, decise le opposizioni, procede allomologazione in camera di consiglio con decreto motivato. 5) Il decreto del tribunale reclamabile alla corte di appello ai sensi dellart. 183, in quanto applicabile, entro quindici giorni dalla sua pubblicazione nel registro delle imprese. 6) Il divieto di iniziare o proseguire le azioni cautelari o esecutive di cui al terzo comma pu essere richiesto dallimprenditore anche nel corso delle trattative e prima della formalizzazione dellaccordo di cui al presente articolo, depositando presso il tribunale competente ai sensi dellart. 9 la documentazione di cui allarticolo 161, primo e secondo comma, lettere a), b), c), e d) una proposta di accordo corredata da una dichiarazione dellimprenditore, avente valore di autocertificazione, attestante che sulla proposta sono in corso trattative con i creditori che rappresentano almeno il sessanta per cento dei crediti e da una dichiarazione del professionista avente i requisiti di cui allarticolo 67, terzo comma, lettera d), circa lidoneit della proposta, se accettata, ad assicurare lintegrale pagamento dei creditori con i quali non sono in corso trattative o che hanno comunque negato la propria disponibilit a trattare. Listanza di sospensione di cui al presente comma pubblicata nel registro delle imprese e produce leffetto del divieto di inizio o prosecuzione delle azioni esecutive e cautelari, nonch del divieto di acquisire titoli di prelazione, se non concordati, dalla pubblicazione. 7) Il tribunale, verificata la completezza della documentazione depositata, fissa con decreto ludienza entro il termine di trenta giorni dal deposito dellistanza di cui al sesto comma, disponendo la comunicazione ai creditori della documentazione stessa. Nel corso delludienza, riscontrata la sussistenza dei presupposti per pervenire ad un accordo di ristrutturazione dei debiti con le maggioranze di cui al primo comma e delle condizioni per lintegrale pagamento dei creditori con i quali non sono in corso trattative o che hanno comunque negato la propria
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disponibilit a trattare, dispone con decreto motivato il divieto di iniziare o proseguire le azioni cautelari o esecutive e di acquisire titoli di prelazione se non concordati, assegnando il termine di non oltre sessanta giorni per il deposito dellaccordo di ristrutturazione e della relazione redatta dal professionista a norma del primo comma. Il decreto del precedente periodo reclamabile a norma del quinto comma in quanto applicabile. 8) A seguito del deposito di un accordo di ristrutturazione dei debiti nei termini assegnati dal tribunale trovano applicazione le disposizioni di cui al secondo, terzo, quarto e quinto comma. Se nel medesimo termine depositata una domanda di concordato preventivo, si conservano gli effetti di cui ai commi sesto e settimo.
(In neretto le modifiche apportate dal DL 83/2012 conv. in L. 134/2012)

* * * Decorrenza sintesi delle novit Le novit normative entrano in vigore il 10/09/2012 (trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della L. 134/2012 in G.U. 187 del 11/08/2012) e riguardano gli accordi di ristrutturazione dei debiti (introdotti), depositati per lomologa (anche ai sensi del comma 6 dellarticolo in commento) a decorrere dal giorno 10/09/2012 presso la cancelleria del tribunale competente. Le modifiche apportate da tale revisione, perseguono il chiaro intento di rimuovere alcune carenze evidenziatesi nella pratica applicazione. In sintesi, le novit, di maggior rilievo possono cos essere sintetizzate: Anzitutto, il richiamo allart. 161 LF introduce una novit specifica del concordato preventivo anche negli accordi di ristrutturazione: si tratta della disposizione contenuta nel co. 2 lett. e) dellart. 161 LF in forza della quale il debitore tenuto a presentare, unitamente alla domanda di omologazione, un piano contenente la descrizione analitica delle modalit e dei tempi di adempimento della proposta. Al primo comma viene stabilito che il professionista attestatore degli accordi designato dal debitore, debba essere indipendente e sia anche penalmente responsabile ex art. 236 bis l.f. (sul punto valgono le considerazioni svolte trattando del piano attestato). Ancora al primo comma viene statuito come il professionista incaricato debba farsi carico di attestare la veridicit dei dati aziendali (novit) e lattuabilit dellaccordo con particolare riferimento alla sua idoneit ad
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assicurare lintegrale pagamento dei creditori estranei, ovvero non aderenti agli accordi di ristrutturazione dei debiti, in un termine espressamente previsto dalla novellata norma, di cento venti giorni dallomologazione, in caso di crediti gi scaduti a quella data, ovvero cento venti giorni dalla scadenza, in caso di crediti non ancora scaduti alla data dellomologazione. Laggettivo integrale (che ha sostituito il meno chiaro regolare) delinea sicuramente in modo pi efficace lestinzione della obbligazione del debitore in crisi e lascia intendere, a mio parere, che lattestazione del professionista debba riguardare anche gli eventuali interessi. Nel terzo comma previsto che il blocco delle azioni dei creditori sul patrimonio del debitore opera automaticamente per 60 giorni dalla data di pubblicazione dellaccordo nel registro delle imprese, inibendo, per lo stesso periodo, lacquisizione di titoli di prelazione se non concordati. Nel settimo comma viene ripreso il concetto dellintegrale pagamento dei creditori con i quali non sono in corso trattative o che hanno comunque negato la propria disponibilit a trattare. Nellottavo comma (che stato sostituito integralmente) si definisce il coordinamento con la disciplina di cui allart. 161 co. 6 l.f. circa la possibilit di depositare una domanda di concordato preventivo senza la documentazione richiesta della citata norma e beneficiare del termine compreso tra 60 e 180 gg previsto per il suo deposito, per richiedere, in alternativa, lomologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis mantenendosi la garanzia della protezione per il patrimonio del debitore sin dal deposito di detto ricorso di concordato. Lart. 182quinquies LF in tema di finanziamenti e continuit aziendale, prevede al primo comma che il tribunale possa autorizzare il debitore nellambito della presentazione di una domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ovvero di concordato preventivo - a

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contrarre finanziamenti prededucibili ai sensi dellart. 111 se un professionista designato dal debitore in possesso dei requisiti di cui allart. 67, terzo comma, lett d) . attesta che tali finanziamenti sono funzionali alla migliore soddisfazione dei creditori. Al quinto comma dellart. 182quinquies l.f., in subordine allautorizzazione del tribunale e in presenza dei presupposti di cui al quarto comma dellarticolo, si consente al debitore che abbia presentato domanda di omologazione di un accordo ex art. 182bis l.f. di pagare crediti anteriori per prestazioni di beni o servizi; pagamenti esenti da azione revocatoria. Il nuovo art. 182sexies l.f. regola infine la non applicazione degli articoli 2446 commi secondo e terzo, 2447, 2482 bis commi quarto, quinto e sesto e 2482 ter del c.c. circa la riduzione e perdita del capitale sociale e la non operativit della causa di scioglimento delle societ di cui agli articoli 2482 co. 4 e 2545 duodecies del c.c. nel periodo intercorrente tra la data di deposito della domanda per lomologazione dellaccordo di

ristrutturazione dei debiti ovvero della proposta di accordo a norma del comma 6 dellart. 182 bis LF e lomologazione dellaccordo stesso. Osservo come, pur apprezzando lintervento normativo, lo strumento presupponga tempi di rilievo e si renda, nella pratica pi operativo, per situazioni in cui nelle mani di pochi creditori si concentri la percentuale minima del 60%. La rilevanza di alcune delle novit pocanzi sintetizzate necessita un maggiore approfondimento. Aspetti particolari: Il professionista negli accordi di ristrutturazione dei debiti di cui allart. 67 terzo comma, lett. d) (art. 182bis, 1 co.) Lapporto normativo, oltre a chiarire definitivamente che il professionista deve essere designato dal debitore, prevede che egli attesti la veridicit dei dati aziendali e l attuabilit dellaccordo con particolare riferimento alla sua idoneit ad assicurare il pagamento integrale dei creditori estranei. Questa previsione, a mio avviso di
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particolare rilevanza pratica, chiarisce che lattivit del professionista attestatore deve estendersi allanalisi della rispondenza al vero dei dati indicati negli accordi. Ne conseguono pi pregnanti doveri e responsabilit, anche di carattere penale, non potendosi egli limitare a un controllo formale di attuabilit ma dovendo preventivamente accertare lattendibilit e la realt dei dati ivi indicati. E richiesta inoltre, per il professionista, per il richiamo allart. 67, terzo comma, lett. d) la medesima caratteristica di indipendenza prevista per attestare i piani ex art. 67 l.f.. Torneranno utili per lespletamento dellincarico del professionista le indicazioni fornite circa il piano attestato. Il pagamento dei creditori estranei allaccordo Lintegrazione normativa chiarisce definitivamente come il pagamento dei creditori estranei debba avvenire integralmente. A risoluzione dei dubbi circa la previgente locuzione regolare pagamento nella quale la dottrina maggioritaria gi ravvisava un pagamento del dovuto per lintero ora non sussiste in merito alcuna incertezza. La revisione in questione definisce inoltre le tempistiche prima non previste dalla norma (ma di cui la dottrina prevalente prevedeva limmediato pagamento a seguito dellomologa) per il soddisfacimento di detti debiti estranei, che sono: entro cento venti giorni dallomologazione, in caso di crediti gi scaduti a quella data; entro cento venti giorni dalla scadenza, in caso di crediti non ancora scaduti allomologazione. La previsione di un termine per la soddisfazione dei creditori estranei potrebbe facilitare il ricorso a detta procedura di composizione negoziale della crisi garantendo allimprenditore, cos come esposto dalla relazione illustrativa al decreto, di beneficiare del cosiddetto scaduto fisiologico. Nellottica di garantire la concreta ed operativa esecuzione degli accordi, questa disposizione, consente di non gravare nellimmediato la situazione societaria, lasciando allimprenditore il tempo per reperire le risorse necessarie per pagare i creditori estranei secondo i termini sopra esposti.
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Il ricorso anticipato o preventivo con riserva di concordato e la successiva proposizione dellaccordo ex art. 182bis Con questa importante integrazione la norma scardina uno degli elementi di disincentivazione attinenti la mancata protezione automatica del debitore e del suo patrimonio nel momento di composizione delle trattative. Le modifiche apportate allart. 161 LF in tema di domanda di concordato che interessano, per lesplicito richiamo, anche gli accordi di ristrutturazione, permettono di anticipare la tutela da azioni esecutive e cautelari sul patrimonio

dellimprenditore consentendogli di presentare ricorso per lammissione alla procedura di concordato preventivo e riservarsi di presentare la proposta definitiva, il piano e la documentazione di cui ai commi secondo e terzo (aggiornata relazione sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria; stato analitico ed estimativo delle attivit; elenco dei titolari di diritti reali; il valore dei beni e creditori particolari; il piano e la relazione di attestazione del professionista) entro un termine fissato dal giudice compreso: - tra sessanta e centoventi giorni - prorogabile, in presenza di giustificati motivi, di non oltre 60 gg. In questi stessi termini il debitore, invece della proposta definitiva di concordato preventivo, pu depositare domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182bis LF . Nuova finanza (art. 182 quinquies co. 1 l.f.) La norma richiamata interviene per risolvere una delle maggiori criticit del sistema pre riforma di cui al D.L. 83/2012, e cio la difficolt di una corretta gestione della crisi di impresa per la quasi assoluta mancanza del cosiddetto mercato della Finanza Ponte, finanza che serve allimpresa per superare il periodo intercorrente tra levidenziarsi della crisi/insolvenza e la presentazione dellaccordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182bis. Con la previgente previsione normativa (art. 182 quater L.F.), era arduo ottenere nuova finanza nel citato periodo dal momento che la prededucibilit era ed riconosciuta in funzione della presentazione dellaccordo di ristrutturazione e purch la prededuzione sia espressamente disposta

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nel provvedimento con cui il Tribunale omologa laccordo di ristrutturazione dei debiti. Al fine di accedere alla citata finanza ponte ora necessario che limprenditore in crisi che presenta laccordo di ristrutturazione dei debiti (anche e soprattutto nella forma della cd. proposta di accordo di cui al co. 6 dellart. 182 bis LF) richieda contestualmente al tribunale che provvede assunte nel caso sommarie informazioni lautorizzazione a contrarre finanziamenti prededucibili (previsione allevidenza di grande importanza soprattutto in ottica di continuit dimpresa). E tuttavia necessario che un professionista in possesso dei requisiti di cui allart. 67, terzo comma, lett. d) LF attesti, previa verifica del complessivo fabbisogno finanziario dellimpresa sino allomologazione, che tali finanziamenti siano funzionali alla migliore soddisfazione dei creditori. Lautorizzazione del tribunale e la relazione del professionista possono riguardare anche finanziamenti individuati solo per tipologia ed entit e non ancora oggetto di trattative, nonch la concessione di pegno od ipoteche a garanzia di detti finanziamenti. Pagamenti anticipati (art. 182 quinquies co.5 l.f.) Esenzione da azione revocatoria Nel caso di presentazione di domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti previsto che limprenditore che ne presenti domanda anche nella forma di cui al co. 6 - possa chiedere in tale contesto al tribunale lautorizzazione a pagare crediti anteriori per prestazione di beni o servizi. La domanda dovr ovviamente essere adeguatamente motivata e supportata da elementi oggettivi. Condizione necessaria per concedere detta autorizzazione che un professionista, in possesso dei requisiti di cui allart. 67 co. 3 lett. d) LF attesti che tali pagamenti siano essenziali e pertanto funzionali alla prosecuzione della attivit di impresa sino alla omologa dellaccordo di ristrutturazione e che la prosecuzione della attivit di impresa sia funzionale ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori. Il professionista dovr procedere quindi allesame del piano di recupero dellimpresa posto a base degli accordi, valutando la sua fattibilit dal punto di vista industriale, economico, patrimoniale e finanziario. I pagamenti cos effettuati, se autorizzati dal

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tribunale, godono dellesenzione da azione revocatoria in caso di successivo fallimento dellimpresa. Sospensione dellobbligo di ricapitalizzazione negli accordi di ristrutturazione dei debiti (art. 182sexies 1 co.) Dalla data di deposito della domanda di omologa (o dellistanza ai sensi del sesto comma dellart. 182 bis) e sino alla omologa non operano, ai sensi dellarticolo 182 sexies L.F.: Le disposizioni civilistiche sulla riduzione del capitale per perdite (artt. 2446 co. 2 e 3, 2447, 2482 bis co. 4, 5 e 6, e 2482 ter c.c.); Le cause di scioglimento per perdita o riduzione del capitale (artt. 2482 n. 4 e 2545 duodecies c.c.). Per effetto di questa disposizione, la presenza di perdite qualificate ovvero la riduzione del capitale al di sotto del minimo legale, non produce gli effetti della relativa causa di scioglimento ad essa connessa sino allomologa dellaccordo. Successivamente alla omologa le norme citate riacquisteranno operativit ma potr soccorrere il cd bonus da esdebitazione nella determinazione della perdita. > Novit di carattere fiscale Il DL 83/2012 conv. nella L. 134/2012 apporta alla disciplina fiscale inerente gli accordi di ristrutturazione dei debiti rilevanti novit. I fronti di intervento attengono allestensione del beneficio dellart. 88, comma 4 Tuir (sopravvenienze attive da esdebitamento) e allintegrazione dellart. 101, comma 5, Tuir in tema di deducibilit delle perdite su crediti con riferimento alla procedura di cui agli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182bis l.f. Con riferimento alla decorrenza delle norme fiscali sopracitate, si portati a ritenere che le stesse siano operative sin dallesercizio 2012 tenuto conto che la previsione contenuta nellart. 3 c. 1 della L. 212/2000 (statuto del contribuente secondo cui la decorrenza sarebbe dallesercizio 2013) si pone a tutela del contribuente da aggravi di imposta nel caso, a mio parere, non ricorrenti.

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Art. 88, comma 4, Tuir cos come integrato dallart. 33 DL 83/2012 recita: 4. Non si considerano sopravvenienze attive i versamenti in denaro o in natura fatti a fondo perduto o in conto capitale alle societ e agli enti di cui allarticolo 73, comma 1, lettere a) e b), dai propri soci e la rinuncia dei soci ai crediti, n gli apporti effettuati dai possessori di strumenti similari alle azioni, n la riduzione dei debiti dellimpresa in sede di concordato fallimentare o preventivo o per effetto della partecipazione delle perdite da parte dellassociato in partecipazione. In caso di accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi dellart. 182 bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, ovvero di un piano attestato ai sensi dellarticolo 67, terzo comma, lettera d) del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, pubblicato nel registro delle imprese, la riduzione dei debiti dellimpresa non costituisce sopravvenienza attiva per la parte che eccede le perdite, pregresse e di periodo, di cui allarticolo 84.
(In neretto le modifiche apportate dal DL 83/2012 conv. in L. 134/2012)

* * * Sopravvenienze attive da esdebitamento La novit normativa conferma il principio generale di irrilevanza impositiva dei componenti positivi (sopravvenienze), imputati a conto economico, per effetto della riduzione delle passivit conseguenti a procedure di concordato fallimentare e di concordato preventivo. La variazione rispetto al passato consiste nel fatto che la norma di favore si estende anche: ai piani attestati ex art. 67 co. 3 lett. d) LF pubblicati nel registro delle imprese; agli accordi di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis LF omologati;

con la precisazione che la riduzione dei debiti dellimpresa non costituisce sopravvenienza attiva per la parte che eccede le perdite, pregresse e di periodo, di cui allart. 84. Rileva peraltro una particolarit: infatti mentre per il concordato fallimentare e il concordato preventivo le sopravvenienze attive da esdebitamento sono escluse dalla tassazione senza alcun limite, per gli altri strumenti di gestione della crisi, il piano attestato e gli accordi di ristrutturazione dei debiti, le sopravvenienze attive da riduzione dei debiti beneficiano della non

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imponibilit solo per la parte che eccede le perdite fiscali pregresse e di periodo di cui allart. 84 Tuir. La sopravvenienza attiva sar fiscalmente esente a condizione che: laccordo di ristrutturazione sia omologato dal Tribunale; il piano attestato sia stato pubblicato nel registro imprese.

Sui due argomenti, esenzione dalla tassazione delle sopravvenienze attive da esdebitazione e Irap si ricorda rispettivamente: per quanto attiene alla esenzione da tassazione delle sopravvenienze attive, con i limiti delle perdite, tale situazione rileva per i soggetti Ires mentre per le societ di persone, essendo il riferimento allart. 84 Tuir valido solo per le societ di capitali, lesclusione da tassazione dovrebbe rilevare senza limite alcuno; per quanto attiene allIrap la non partecipazione alla formazione della base imponibile di tale imposta dovrebbe, per il principio di derivazione, interessare solo i proventi straordinari riferiti a debiti di natura finanziaria mentre per quelli di natura commerciale tali componenti diverrebbero tassabili posto che trattasi di proventi straordinari correlati a oneri dedotti in precedenti esercizi; sul punto, ricordo rileva anche diversa

interpretazione. Laccordo di ristrutturazione potrebbe prevedere il semplice riscadenziamento del debito con riduzione del pagamento degli interessi; in tale ipotesi non riducendosi in ossequio al principio contabile OIC 19 il valore del debito, non rilever alcun provento attivo nel conto economico. Art. 101, comma 5, Tuir cosi come integrato dallart. 33 DL 83/2012 recita: 5. Le perdite di beni di cui al comma 1, commisurate al costo non ammortizzato di essi, e le perdite su crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso, per le perdite su crediti, se il debitore assoggettato a procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi dellarticolo 182-bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267. Ai fini del presente comma, il debitore si considera assoggettato a procedura concorsuale dalla data della sentenza dichiarativa del fallimento o del provvedimento che ordina la liquidazione coatta amministrativa o del decreto di ammissione alla procedura di concordato
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preventivo o del decreto di omologazione dellaccordo di ristrutturazione o del decreto che dispone la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Gli elementi certi e precisi sussistono in ogni caso quando il credito sia di modesta entit e sia decorso un periodo di sei mesi dalla scadenza di pagamento del credito stesso. Il credito si considera di modesta entit quando ammonta ad un importo non superiore a 5.000 euro per le imprese di pi rilevante dimensione di cui allarticolo 27, comma 10, del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, della legge 28 gennaio 2009, n. 2, e non superiore a 2.500 euro per le altre imprese. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre quando il diritto alla riscossione del credito prescritto. Per i soggetti che redigono il bilancio in base ai principi contabili internazionali di cui al regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002, gli elementi certi e precisi sussistono inoltre in caso di cancellazione dei crediti dal bilancio operata in dipendenza di eventi estintivi.
(In neretto le modifiche apportate dal DL 83/2012 conv. in L. 134/2012)

* * * Perdite su crediti La norma, nel testo in vigore dal 26.06.2012 (giorno della pubblicazione del DL 83/2012 in Gazzetta Ufficiale) conferma i principi generali della deducibilit della perdita (per il creditore del debitore in crisi) solo se supportata da elementi certi e precisi, oppure se il debitore stato assoggettato ad una procedura concorsuale (amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, concordato preventivo, fallimento e liquidazione coatta amministrativa) a partire dalla data di apertura della stessa ed estende la deducibilit delle perdite su crediti in modo automatico, senza dovere dimostrare lesistenza degli elementi certi e precisi, agli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis LF dalla data del decreto di omologazione dellaccordo stesso. Dal 26/06/2012, quindi, i creditori di imprese che attivano laccordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis LF potranno adeguarsi a tali principi nel trattamento del loro credito. Con riferimento al momento da cui rileva lautomatica deducibilit della perdita su crediti, lo stesso si determina con lomologa dellaccordo a prescindere dal fatto che il decreto divenga definitivo posto che le vicende successive allomologazione saranno fonte, per i creditori aderenti allaccordo,
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di ulteriori componenti reddituali (sopravvenienze attive o passive) fiscalmente rilevanti. Va ricordato che il diritto alla deduzione della perdita in un periodo di imposta successivo a quello in cui rileva lomologa dellaccordo, possibile, purch in questultimo esercizio rilevino eventi che determinano con certezza limpossibilit di recupero del credito. (Cassazione 12831/2002 22135/2010: ............il diritto alla deduzione pu essere esentato in un esercizio successivo a quello di apertura della procedura concorsuale; ci tuttavia, non deve tradursi in una facolt di scegliere a discrezione lesercizio in cui dedurre la perdita: al contrario, dovr essere analiticamente documentato che in quel particolare esercizio si sono manifestate le condizioni affinch la perdita stessa assuma carattere di certezza) In tal senso anche la norma di comportamento ADC n. 172/2008. Anche dopo le modifiche introdotte dal DL 83/2012 restano esclusi dagli istituti che consentono la deducibilit ex lege delle perdite su crediti i piani di risanamento ex art. 67 c. 3 lett. d) L.F. Si rinvia a quanto detto in precedenza sul tema. IVA Va osservato come il legislatore non abbia considerato il tema Iva riferito alla parte di credito rimessa dai creditori aderenti allaccordo cos come previsto dallart. 26 secondo comma IVA. Si portati a ritenere che tale impostazione discenda dal fatto che il richiamato secondo comma dellart. 26 legge Iva fa riferimento a ............ procedure concorsuali, procedure tra le quali non sembra rientrare quella di cui alla norma in esame. GLI ASPETTI CONTABILI NELLA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO Il principio contabile OIC 6 provvede a disciplinare gli aspetti contabili connessi alla ristrutturazione del debito definendone il trattamento contabile ovvero linformativa integrativa ad esso relativa con lintento di consentire una corretta rappresentazione nel bilancio desercizio degli effetti prodotti da tale processo. Tale documento di prassi contabile evidenzia nello specifico le regole da adottarsi per il soggetto debitore che utilizza procedure di ristrutturazione del debito.

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LOIC nel documento di prassi numero 6 definisce la ristrutturazione del debito come unoperazione mediante la quale uno o pi creditori effettuano, per ragioni economiche, una concessione ad un debitore in considerazione delle difficolt finanziarie dello stesso, concessione che altrimenti non avrebbero accordato. Le risultanze di tali concessioni rappresentano un beneficio per il debitore e per contro una rinuncia in capo al creditore. La ristrutturazione del debito pu avvenire con una molteplicit di modulazioni tra le quali le pi rilevanti concernono: la riduzione del debito da rimborsare in conto capitale, la riduzione o la ridefinizione del tasso dinteresse e dei termini di pagamento o ancora la cessione da parte del debitore al creditore di un bene di valore inferiore ad estinzione delle proprie obbligazioni. Risulta rilevante osservare come loperazione di ristrutturazione, per i riflessi contabili e dinformativa che essa produce, interessi sia il bilancio dellesercizio nel quale siano in corso le trattative per giungere ad una ristrutturazione del debito, sia il bilancio dellesercizio nel quale loperazione di ristrutturazione produce

effettivamente gli effetti risultanti dalle concessioni espresse dai propri creditori e sia i bilanci degli esercizi seguenti alleffettiva operazione nei quali si protrarranno gli effetti di tale operata ristrutturazione del debito. Lidentificazione del momento nel quale si producono gli effetti derivanti dalloperazione di ristrutturazione del debito ovvero del momento nel quale si determina la necessaria rilevazione contabile delloperazione di ristrutturazione si differenzia in base alla procedura utilizzata: 1) nella procedura riferita ai piani attestati di cui allart. 67, terzo comma, lett. D) la decorrenza degli effetti rinvenenti dalloperazione di ristrutturazione del debito in essi inclusa opera dalla data di sottoscrizione del contratto su cui si fonda il piano attestato, da parte dei creditori ovvero dalla data di adesione dei creditori allo stesso (Iscrizione nel Registro Imprese del piano attestato). 2) nella procedura degli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis l.f. il momento della rilevazione degli effetti prodotti dalla ristrutturazione del debito in essi inclusa opera dalla pubblicazione dellaccordo nel registro delle

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imprese ovvero dal momento dellomologazione dello stesso da parte del tribunale (nel caso in cui tale previsione rilevi dallaccordo). E da evidenziare come la libert negoziale alla base di tali accordi di ristrutturazione del debito possa essere subordinata a cause sospensive o possa produrre effetti in momenti diversi; in tali casi gli effetti contabili decorreranno nel momento in cui si verificano le condizioni sospensive. Lanalisi delloperazione di ristrutturazione da parte dellOIC 6 identifica una procedura finalizzata allindividuazione e allidentificazione delle modulazioni tramite le quali pervenire alla pianificata ristrutturazione del debito riguardante: a) la riduzione dellammontare del capitale da rimborsare o la riduzione degli interessi maturati e non ancora corrisposti; b) la modifica dellammontare degli interessi maturandi lungo la vita residua del debito o la modifica della tempistica originaria dei pagamenti; c) la riclassificazione del debito oggetto di ristrutturazione; d) linformativa sul valore economico del debito. LOIC 6 definisce puntualmente come nel caso in cui si operi una ristrutturazione del debito mediante una riduzione in conto capitale ovvero mediante una riduzione degli interessi maturati e non ancora corrisposti (modulazione sub. a), il debitore dovr esporre a livello contabile un utile da ristrutturazione (sopravvenienza attiva) da iscriversi nei proventi straordinari (voce E. 20) del conto economico al quale come contropartita verr operata una diminuzione di pari importo nei debiti iscritti nelle passivit. Dal punto di vista del creditore, in maniera speculare, tale riduzione di debito rappresenta invece una perdita da registrarsi negli oneri straordinari di conto economico. Qualora invece, la ristrutturazione del debito venga operata tramite una modifica dellammontare degli interessi maturandi lungo la vita residua del debito o la modifica della tempistica originaria dei pagamenti (modulazione sub. b), il debitore dovr esprimere gli effetti di tale ristrutturazione per competenza lungo la durata residua del debito. In questo caso la ristrutturazione non produce un effetto immediato da esporsi a conto economico come nel caso sub. a) ma bens, non realizzandosi direttamente alla data della ristrutturazione, trover adeguata
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espressione in nota integrativa per esprimere i propri effetti in contabilit ed in bilancio per competenza lungo leffettiva vita residua del debito. Le previsioni sub. c) e d) avranno rilievo in chiave informativa di bilancio. Rilievo assume, in chiave informativa di bilancio, lindicazione riferita al principio di continuit aziendale.

CONCLUSIONI Oltre a quanto in precedenza rilevate dal punto di vista generale, gli interventi normativi in chiave fiscale pur parzialmente apprezzabili, a mio parere hanno mantenuto la persistente preferibilit fiscale del concordato preventivo posto che allo stesso accordata lintegrale esclusione da imposizione diretta: - delle plusvalenza da cessione dei beni ex art. 86 Tuir; - delle sopravvenienze attive da esdebitamento ex art. 88 Tuir; - nonch il pieno utilizzo delle perdite pregresse ai sensi dellart. 84 Tuir: riporto delle perdite fiscali senza limiti temporali con vincolo quantitativo dell80% per ciascun esercizio. Considerato che le imprese in crisi che attivano tali istituti (piano attestato e accordi di ristrutturazione dei debiti) vi giungono normalmente con notevoli perdite fiscali, il beneficio accordato con il DL 83/2012 appare molto limitato considerato che la detassazione da bonus da accordo o da piano attestato rileva solo per la parte che eccede le perdite fiscali correnti e pregresse. Si palesa quindi una disparit di trattamento ingiustificata in presenza di altre forme di soluzione negoziata della crisi di impresa tutte finalizzate a prevenire il dissesto con recupero dellimpresa. Anche in ambito Iva, con riferimento al possibile recupero rispetto al credito rimesso, pi agevole il concordato preventivo.

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