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8000 BC
Uso del vetro naturale (ossidiana) per coltelli e punte di frecce Leggenda del fiume Belus (Fenicia) [Plinio il Vecchio, 23-79 AD] Gioielleria: Mesopotamia, Egeo, Egitto Vetro cavo Mosaici: primi centri di produzione: Sidone (Libano), Acri (Israele), Alessandria, Spagna, Campania, Lazio; materie prime: sabbia e cenere di alghe Vetro soffiato (Siria)
2000 BC
XV sec. BC
I sec. AD
Impero Romano: usi domestici, contenitori per spedizioni ed immagazzinamento, gioielleria, lampade, specchi, lastre per finestre, mosaici.
Il vetro
Il vetro probabilmente il primo materiale artificiale inventato e utilizzato dalluomo. La sua origine fa riferimento allarea mesopotamica e al III millennio a.C., ed probabilmente legata alla produzione di ceramica Nel corso della storia il vetro stato utilizzato inizialmente per creare oggetti di valore e opere darte, poi, con lintroduzione della tecnica del soffiaggio, sviluppata verosimilmente in Mesopotamia, fu avviata una produzione di massa. Nel Medioevo esso era considerato un materiale magico perch lasciava passare la luce ma non laria, lutilizzo nelle cattedrali gotiche avvicinava a Dio Le sue caratteristiche sono uniche: trasparente o opaco, incolore o colorato in tutte le tinte possibili, solubile in acqua ma anche resistentissimo a quasi tutti gli acidi, conduttore elettrico o isolante, flessibile o estremamente rigido, pu essere tagliato, lavorato, trasformato nelle forme pi delicate ma anche in pezzi enormi, in lastre, in fibre, in polvere. Non esiste niente di simile La sua versatilit dovuta al fatto che esistono moltissimi tipi di vetro aventi, a seconda della composizione, propriet diversissime
Medio Evo: in nord Europa la cenere del legno delle foreste sostitu quelle delle alghe, cio la potassa sostitu la soda; il contenuto in MnO presente nel faggio e nelle felci permise una inconscia decolorazione del vetro. produzione di vetri bruni e verdi; centri principali: Colonia, Liegi, Namur, Amiens, Beauvais Vetrate colorate : 1130 Ausburg (Monaco), 1145 Le Mans, Chartres (2000 m2, 8 m3, 20 ton). In sud Europa fioriscono Barcellona, Ravenna, Firenze, Venezia (1090, zavorre per navi), Murano (1291, oggetti di lusso per un mercato ricco e sofisticato). 1450: invenzione del vetro cristallo a Murano da parte di Angelo Barovier grazie alla purificazione delle ceneri
Rinascimento: Vienna (1428), Svezia (1550) Boemia: uso della calce al posto della cenere, vetro chiaro (cristallo) adatto allincisione Inghilterra: distruzione delle foreste (industria siderurgica e navale), introduzione del carbone (XVII sec.) 1590: Hans e Zacharias Janssen inventano il microscopio ottico 1609: cannocchiale di Galileo: vetro crown 1664 1674 fondazione della Glass Sellers Company introduzione del vetro flint per aggiunta di PbO da parte del mercante G.Ravenscroft (1632-83) (lucentezza e trasparenza)
1729: lenti acromatiche: flint + crown 1780: introduzione del calcare XIX sec: Inizio della ricerca sulla natura del vetro 1798: Guinand: agitazione del fuso Fraunhofer: indice di rifrazione, dispersione ottica, introduzione di nuovi elementi 1834: Harcourt e Stokes introducono la chimica del vetro
1846: Carl Zeiss (1816-1888) inizia la costruzione di strumenti ottici a Jena 1860: Sir J. Swan produsse la prima lampadina 1871: Harcourt introduce 20 nuovi elementi: Li, Be, Mg, Sr, Ba, Zn, Cd, As, Sb, Sn, Tl, W, Mo, V, Ti, B, P e F 1875: E.Abbe (1840-1905) entra nella ditta di C.Zeiss a Jena 1878: T.A.Edison inventa la lampadina ad incandescenza 1881: Corning Glassworks fornisce le lampadine a T.A.Edison 1882: O.Schott (1851-1935) entra nella ditta di C.Zeiss a Jena 1889: E.Abbe fonda la Carl Zeiss foundation 1910: Vetri tecnici: UV, IR, elettrici, termometri (Jena Normal Glass) 1936: Morey (Kodak Co.) introduce le terre rare 1957: Vetroceramiche 1960: Fibre ottiche 1970: Vetri laser
MATERIALE SINTETICO AMORFO INORGANICO OTTENUTO PER PROGRESSIVO IRRIGIDIMENTO DI UN LIQUIDO SENZA CHE AVVENGA CRISTALLIZZAZIONE
(DEFINIZIONE ASTM) Progressivo e continuo aumento di viscosit Spettro di diffrazione x e neutronico diffuso Assenza di calore latente di solidificazione Entropia non nulla allo zero assoluto Solido isotropo Intervallo di temperatura di trasformazione Nessun accenno alla composizione e al metodo di preparazione Velocit di raffreddamento > velocit di cristallizzazione
CARATTERISTICHE
Allo stato fuso pu essere soffiato, forgiato, disegnato, pressato, tagliato e saldato a se stesso, sottile o molto spesso Se caldo duttile, plastico, malleabile Se freddo trasparente, traslucido o opaco, fragile, rigido, sensibile a shock termici Propriet dipendenti dalla storia termica
Fp
= temperatura di fusione
Tg = temperatura di transizione vetrosa (tempi di rilassamento dellordine dei secondi o dei minuti) A = solido cristallino B = Tb Ta = intervallo di rammollimento C = Fp Tb = liquido sottoraffreddato (equilibrio metastabile) D = liquido E = vetro (stato termodinamicamente instabile)
UN LIQUIDO SOLIDIFICA PRODUCENDO UN VETRO SE LA MOBILITA COSTITUIRE DEGLI IL ELEMENTI RETICOLO CHE DOVREBBERO E CRISTALLINO
SUFFICIENTEMENTE LIMITATA DA IMPEDIRE IL LORO ORDINAMENTO IN FORMA DI CRISTALLI NEL TEMPO CONCESSO DAL RAFFREDDAMENTO
STRUTTURA
La teoria strutturale del vetro, associata ai nomi di Zachariasen e Warren, descrive solo le condizioni geometricamente e stericamente favorevoli alla formazione di una grande variet di configurazioni spaziali energeticamente equivalenti, la cui combinazione casuale porta ad un solido senza ordine a lunga distanza.
PRESENZA DI UNITA STRUTTURALI SiO4 RIGIDE COLLEGATE PER I VERTICI CON ANGOLI Si-O-Si STATISTICAMENTE DISTRIBUITI TRA 120 E 180, CON MASSIMA PROBABILITA A 150
LA STRUTTURA IDEALE DI UN VETRO PU ESSERE VISTA COME UNA RETE CASUALE CONTINUA DI SUBUNIT FORMANTI UNO SCHELETRO STRUTTURALE CHE, SEPPUR VARIABILE NELLA SUA CONFIGURAZIONE SPAZIALE, DIVENTA RIGIDO QUANDO TUTTI I LEGAMI POSSIBILI SI SONO FORMATI
Laggiunta di un secondo ossido provoca la rottura della continuit strutturale: 1. 2. se nel reticolo della silice entrano degli ioni Na+, si introducono alcune cariche positive Poich vale il principio della elettroneutralit, bisogna che si formino delle cariche negative. Ci si ottiene rompendo alcuni legami del tipo OSi-OSiO e formando dei gruppi OSiO- + -OSiO. Per ogni mole di ossido di sodio che reagisce entrano nel reticolo due moli di ioni Na+ e si formano due moli di gruppi SiO riportando quindi la neutralit
Il reticolo che prima si presentava compatto e formato solamente da legami covalenti tra atomi di ossigeno ed atomi di silicio, adesso presenta dei legami ionici tra gli ioni sodio e i gruppi SiO-, aumenta il numero di NBO non-bonding oxygens, il reticolo pi aperto, la densit minore e questi vuoti diminuiscono le caratteristiche di resistenza chimica del vetro stesso.
OSSIDI FORMATORI: Ossidi di metalli che formano legami covalenti con lossigeno e sono in grado di formare reticoli tridimensionali disordinati tramite gli atomi di ossigeno: SiO2, B2O3, P2O5, As2O3. OSSIDI INTERMEDI: Ossidi di metalli che formano legami covalenti con lossigeno e quindi in grado di modificare il reticolo vetroso senza influenzarne sostanzialmente la polimerizzazione: metalli di transizione, Fe2O3, e di non transizione Al2O3. OSSIDI MODIFICATORI : Ossidi di metalli che formano legami essenzialmente ionici e quindi non direzionali con lossigeno, in grado di rompere i legami Si-O formando ossigeni terminali e quindi provocando la depolimerizzazione del reticolo: metalli alcalini, Na, e alcalino-terrosi, Ca.
Elemento K+ Na+ Li+ Ba2+ Sr2+ Ca2+ Pb2+ Mn2+ Mg2+ Zr4+ Be2+ Fe3+ Fe2+ Al3+ Ti4+ B3+ Ge4+ Si4+ P5+
r/r(O2-) 1.33 0.98 0.78 1.43 1.27 1.06 1.32 0.91 0.83 0.78 0.87 0.34 0.67 0.83 0.57 0.64 0.20 0.20 0.44 0.39 0.34
CN 8 6 6 8 8 8 8 6 4 6 4 8 4 6 4 6 6 4 6 4 3 4 4 4
M-O() 2.77 2.30 2.10 2.86 2.69 2.48 2.74 2.23 2.03 2.10 1.96 2.28 1.53 1.99 1.88 2.15 1.89 1.77 1.96 1.50 1.36 1.66 1.60 1.55
Z/a2 0.13 0.19 0.23 0.24 0.28 0.33 0.27 0.40 0.49 0.45 0.53 0.77 0.86 0.76 0.85 0.43 0.84 0.96 1.04 1.34 1.63 1.45 1.57 2.10
Funzione
modificatori
intermedi
formatori di reticolo
SiO2 (72%), Na2O (14,5%), CaO (11,5%), Al2O3 (2%), tracce di altri ossidi
Considerazioni tecniche
Un aspetto da evidenziare che i vetri, a differenza dei cristalli (es. quarzo), non hanno una stechiometria da rispettare, il che vuol dire che, nell'ambito di una composizione vetrificabile, possibile variare con continuit le propriet chimico-fisiche, semplicemente cambiando anche di poco la sua composizione; basta pensare alle infinite intensit e tonalit di un vetro colorato. Si pu quindi possibile, nell'ambito di una sistema vetrificabile, tagliare su misura il materiale vetroso cio preparare un vetro adattandone la composizione in modo che abbia propriet prefissate A parte alcuni vetri particolari (come i vetri borosilicati ad alta resistenza chimica, come le fibre di vetro per isolamento, come i vetri al piombo, detti anche cristalli pur se la loro struttura non cristallina ma vetrosa) i pi comuni vetri cosiddetti soda-calce hanno all'incirca in tutto il mondo la stessa composizione e sono stati il tipo di vetro pi diffuso in antichit
VISCOSIT
La viscosit quel parametro che ci fa dire che un liquido scorre pi o meno lentamente quando sottoposto ad una forza tangenziale
Sforzo che bisogna applicare per mantenere costante la differenza di velocit tra due strati contigui , in prima approssimazione, funzione della complessit strutturale del vetro
=S
d = dt
= Ae
Q RT
Bottiglia di vetro egizia a forma di pesce proveniente da Tell elel-Amarna, Amarna, XVIII Dinastia, 13901390-1336 a.C. Vaso per unguenti fenicio del V secolo a.C.
VETRI COLORATI
1. Colorazione di tipo ionico 2. Colorazione per fasi disperse 3. Colorazione per metalli colloidali
di transizione.
Fe(III)O6 Fe(III)O4
Fe(II)O6
Materia prima Fe2O3 Fe(ox).2H2O Co2O3 CoCO3 CuO CuSO4.5H2O Cr2O3 K2Cr2O7 NiO Ni2O3 NiCO3 U3O8 Na2U2O7.3H2O MnO2 KMnO4 Ln2O3 (Nd+Pr) CeO2
Giallo arancio Giallo arancio fluorescente Giallo pallido Viola Viola fluorescente Incolore-giallo Assorbe lUV
Gold ruby glass Kunckel: Porpora di Cassio (oro colloidale, 0.025 0.07%, + SnO2)
Dicroismo
Oltre alla bellezza intrinseca del manufatto vetroso, la straordinariet della Coppa di Licurgo straordinariet sta nel fatto che si tratta dell dellunico esempio completo di un tipo molto speciale di vetro, noto come dicroico, che cambia colore a seconda del tipo di luce che lo irradia. Infatti Infatti il verde opaco in luce riflessa si muta in rosso in luce trasmessa. Questa Questa propriet propriet, il dicroismo, conferita da minuscole particelle di oro e argento disperse nella nella matrice vetrosa
Luce riflessa
Luce trasmessa
VETRI OPACHI
KUNCKEL (1630-1705): cenere di ossa [Ca3(PO4)2] XVIII sec.: NaF, KF Na3AlF6, CaF2, BaF2, MgF2 Opacizzanti bianchi: SnO2, TiO2, ZrO2, CeO2, ZnO MICROCRISTALLI SnO2 TiO2 ZrO2 CeO2 ZnO Sb2O3 I due meccanismi agiscono simultaneamente come nel caso dei vetri colorati per fasi disperse SEPARAZIONE DI FASE FOSFATI ARSENIATI FLUORURI APATITI
Presenza di piccole particelle con indice di rifrazione n diverso da quello della matrice: sistema bifasico 1. Opacizzazione per rifrazione (d > ) 2. Opacizzazione per riflessione (d > ) 3. Opacizzazione per diffrazione (d ) 4. Opalescenza (d < ): colorazione di un sistema altamente disperso (giallo-bruno in trasparenza, blu-porpora in riflessione: dicroismo)
Stabilit: Alcalino-terrosi > Li > Na > K Effetto degli alcali misti Non dipende dalla forza e dalla concentrazione dellacido Diminuisce in funzione della radice del tempo secondo la legge sulla diffusione di Fick
Velocit di corrosione: Ba < Sr < NH4+ < Na < Li < Ca Comporta un attacco diretto contro il reticolo vetroso con la sua completa destrutturazione e conseguente dissoluzione del vetro
3. Vetro + acqua
1) Attacco acido: scambio tra H3O+ e Na+ 2) Idratazione del reticolo del vetro 3) Basificazione della soluzione 4) Attacco basico: dissoluzione del reticolo vetroso Si-O-Na+ + H3O+ Si-OH+H2O + Na+
CO2 SO2
CO2 + 2NaOH SO2 + H2O + 1/2O2 H2SO4 + 2NaOH Na2CO3 + H2SO4 Si-O-Ca-O-Si + H 2O
Na2CO3 + H2O H2SO4 Na2SO4 + 2H2O Na2SO4 + CO2 + H2O Si-OH + CaSO4 K2Ca(SO4)2
singenite
idrossidi
carbonati
solfati
Effetto degli alcali misti Punti di innesco: fessure pits (vaiolature, crateri)
Variabili coinvolte:
Composizione e storia termica del vetro Ambiente circostante Tempo di esposizione Presenza di acqua pH della soluzione Temperatura della soluzione Effetto di agenti complessanti Reattivit con gas atmosferici Esposizione al sole Presenza di vibrazioni Presenza di microorganismi % SiO2 RO/R2O
Costanza delle dimensioni nello stesso campione Profondit che aumenta con il diametro
0.1 0.2 mm 1 mm
5 mm
Pits ormai fusi tra loro Corrosine avvenuta lungo striature o disomogeneit (XIV sec.)
Iridescenza da alterazione
TIPO I: vetro molto resistente a bassissimo tenore di Na, con formazione di un sottile strato idratato (<5nm)
TIPO II: vetro a basso tenore di Na, con formazione di uno strato protettivo ricco di silice e povera di modificatori, il cui spessore aumenta con il tempo di contatto TIPO III: vetro estremamente durevole per la formazione di un doppio strato protettivo: uno ricco di Al depositato su un secondo ricco di Si
TIPO IV: formazione di uno strato sottile di silice non in grado di impedire la migrazione di Na e quindi di proteggere il vetro TIPO V: vetro solubile (0.5mm/sec)
SFORZI
SFORZO DI TAGLIO
SFORZO DI TRAZIONE
SFORZO DI COMPRESSIONE
VETRO: MATERIALE FRAGILE Frattura fragile: rottura istantanea e senza apprezzabile deformazione plastica Sollecitazione alla frattura << resistenza teorica Valori molto variabili per la sollecitazione alla frattura
FATICA STATICA
(TENSOCORROSIONE) Il carico di rottura diminuisce progressivamente al crescere del tempo di applicazione e porta ad un cedimento ritardato del materiale funzione dello sforzo applicato, dello stato superficiale del vetro, della sua composizione, dellumidit dellaria e della temperatura in sostanza una progressiva degradazione della resistenza meccanica del vetro
SVILUPPO
DI
UN NEI DI
PROCESSO RAPPORTI
NEL
RISCALDAMENTO UN
PERMANENZA AD ALTA TEMPERATURA DI UNA MISCELA DI OSSIDI O DI LORO PRECURSORI OMOGENEO PER DA OTTENERE FUSO PER COMPOSIZIONE TRASFORMARSI
RAFFREDDAMENTO IN UN VETRO
COMPOSIZIONI ANTICHE SABBIE SILICEO-CARBONATICHE: fiume Belus, litorale napoletano + NATRON: 90(Na2CO3.NaHCO3.2H2O) 10(cloruri + solfati), delta del Nilo Piante litoranee: vetri sodici CENERI VEGETALI: + SILICE 800 C
salicornia
FRITTA
1100 C
PRODOTTO FINITO
VIII
XIII XV XX
NATRON CENERI SODICHE SODA CENERI AD ALCALI MISTI CENERI POTASSICHE VETRI AL PIOMBO
1023, Montecassino
ricottura
fusione
Ricottura
Soffiatore
Fusione
VETRIFICANTI SiO2: impuro per feldspati, argille, ossidi di ferro B2O3: vetri atermici, smalti P2O5: vetri fosfatici e opachi FONDENTI Na2O: Na2CO3 industriale, NaNO3, Na2SO4 K2O: K2CO3, KNO3, feldspati
COMPOSIZIONI ATTUALI
Li2O: Li2CO3, lepidolite; vetri termici, elettricamente resistenti, trasparenti allUV STABILIZZANTI CaO: CaCO3, dolomite, CaSO4; resistenza meccanica e chimica MgO: MgCO3, dolomite; fusibilit, lavorabilit BaO: BaCO3, BaSO4; vetri ottici; lavorabilit, brillantezza PbO: litargirio (PbO), minio (Pb3O4); aumenta lindice di rifrazione, la brillantezza; vetri ottici, elettrici, antiradiazioni ZnO: vetri atermici, opali, colorati al solfo-seleniuro di cadmio Al2O3: feldspato; fusibilit, diminuisce la devetrificazione. ROTTAME Selezione, frantumazione: fusibilit del vetro.
Al2O3
INDUSTRIALE Soda Potassa NaNO3 Borace Allumina Minio BaCO3 ZnCO3 Anidride arseniosa
COMPOSIZIONE Na2CO3 K2CO3 NaNO3 Na2B2O4 Al2O3 Pb3O4 BaCO3 ZnCO3 As2O3
COLORANTI
Lintensit e la tonalit sono funzione del colorante, della sua quantit, della composizione del vetro, della presenza di ossidanti o riducenti
Ione cromoforo Cu2+ Cu+ Ti4+ V3+ V5+ Cr3+ Cr6+ Mn2+ Mn3+ Fe3+ Fe2+ Fe3+ + Fe2+
Coordinazione [CuIIO6] [TiIVO6] [VIIIO6] [VVO4] [CrIIIO6] [CrVIO4] [MnIIO6] [MnIIIO6] [FeIIIO4], [FeIIIO6] [FeIIO6]
Colorazione Blu pallido Rosso Viola-marrone Verde Incolore Verde Giallo Incolore Viola Giallo Blu Verde
DECOLORANTI
Decolorazione chimica: aggiunta di ossidanti o riducenti (MnO2) Decolorazione fisica: aggiunta di sostanze con assorbimento complementare
PROCESSO DI VETRIFICAZIONE
1. Formazione 2. Omogeneizzazione 3. Affinaggio 1. FORMAZIONE
Trasformazioni fisiche Reazioni chimiche Perdita di umidit Decomposizione termica dei reagenti Trasformazioni di fase Fusione dei componenti bassobollenti Dissoluzione Evaporazione degli ossidi volatili Reazioni con il refrattario
2. OMOGENEIZZAZIONE
Composizione chimica Parametri fisici
1. Segregazioni 2. Smistamenti 3. Corrosione allinterfase vetro-refrattario 4. Volatilizzazione degli ossidi volatili 1. Gradienti di temperatura 2. Gradienti di viscosit Gradienti di composizione
3. AFFINAGGIO
Rimozione delle bolle di gas presenti nel fuso decomposizione della miscela vetrificabile: CO2, SO2, O2, N2, H2O combustione del gas di riscaldamento: CO, CO2, CH4 gas provenienti dai refrattari
RICOTTURA RIMOZIONE DELLE TENSIONI INTERNE PERMANENTI, OMOGENEIZZAZIONE E COMPATTAZIONE DELLA STRUTTURA
1. Riscaldamento fino a T < Tg 2. Mantenimento della temperatura fino a rilassamento delle tensioni 3. Lento raffreddamento fino al punto di tensione 4. Raffreddamento veloce
Tensioni permanenti: sforzi uguali ed opposti tra strati adiacenti che lasciano immutata la deformazione. Il rilassamento avviene a deformazione costante: trasformazione della deformazioni iniziali elastiche in deformazioni viscose senza variazioni dimensionali
La tempra provoca linstaurarsi in modo permanente di uno stato superficiale di compressione ed uno interno di trazione
La rottura porta al rilascio delle tensioni sotto forma di energia elastica che viene trasformata in energia superficiale con formazione di frammenti piccoli e non taglienti per massimizzare la superficie creata