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ARTISTI IN RIVISTA

di occa B Anno IV, N. 14 • Luglio-Settembre 2005

Direttore Responsabile: Giorgio Lodetti / Direttore Artistico: Roberto Plevano / Progetto Grafico: Franco Colnaghi

Via Molino delle Armi, 5 - 20123 Milano • Tel. 02 58302239 02 58302093 - Fax 0258435413

lo spreco sia alla base del processo evolutivo, che per Chernobyl for man, 2005
Roberto Plevano ottenere un buon risultato sia necessario sbagliare un acrilico su tavola
cm 150 x 100
La rinascita della vita gran numero di azioni.
Sembra che l’atrocità di una guerra con tutti i suoi
morti porti con sé la forza rigeneratrice di una nuova
Giacomo Lodetti
condizione, che la tragedia di una catastrofe nucleare
migliori la capacità di usare il cervello, sembra che per
Conosco Roberto Plevano e la sua pittura da molti tramandare ai posteri un artista, uno scienziato o un
anni e la frequentazione delle sue opere, unita a quella architetto sia indispensabile seppellirne a migliaia.
della sua amabile persona, mi hanno insegnato poco Sembra che solo un individuo, pur in possesso delle
alla volta a comprendere il suo linguaggio pittorico. stesse capacità di tutti gli altri, ma sapendone fare
Plevano uomo è generoso e come tutti coloro i quali miglior uso, possa aprire un nuovo sentiero, una nuova
sono animati da genuine passioni umanitarie dà scarsa strada a milioni di altri uomini. Sembra che far parte di
importanza al denaro; questo è uno dei motivi per i questo ciclo, senza tempo e senza spazio, all’interno del
quali i suoi quadri non hanno raggiunto ancora quota- quale tutto si ripete in forme diverse ma omogenee,
zioni considerevoli, l’autore non ne ha mai difeso il significhi sbagliare in continuazione.
prezzo, anzi è sempre stato propenso a farne regalo ad Questo mi fa pensare il suo quadro, lavoro intrigante di
amici o anche a chi se ne dimostrava solo attratto. cm 150x100, dove, su di un fondo blu, una pioggia di
Plevano lavoratore patisce la contraddizione di chi per piccole figure geometriche bianche ma con accenni di
vivere è costretto a lavorare e non ha la buona sorte, colore, disposte a triangolo, dall’alto vanno a raggiun-
riservata a pochi e felici, di fare il lavoro che ama. La sua gere una sfera, dipinta con colori caldi, posta al centro,
condizione di funzionario ricorda quella di Morlotti sospesa come un ovulo sopra al grande utero di Gaia,
che soffriva l’ambiente bancario nel quale sentiva soffo- la Terra, sottostante, pronto a riceverlo per dare origine
care il proprio naturale spirito artistico. ad una nuova vita. Dipinto esposto alla mostra Ri-
Plevano artista è una sorgente inesauribile di forme e Creazioni che si inaugura il 18 giugno alla Topcolor di
colori, è una luminosa giornata di neve i cui fiocchi a Buccinasco, ed entrato a far parte della mia collezione,
migliaia sono tra loro diversi, fantastiche forme geome- fatta di quadri-testimonianza come li definisco, perché
triche di cui non se ne trovano due eguali, conferman- acquisiti a testimoniare un rapporto amichevole instau-
do quell’aspetto della realtà in cui ogni forma di vita ha rato nel tempo coi loro autori.
fatto della diversità la sua essenza unitaria. La Terra vista
dallo spazio è una palla azzurra sulla quale non si per-
cepiscono gli innumerevoli rapporti tra maschio e fem- TOPCOLOR
mina che per dare vita ad una nuova creatura produco- Sabato 18 giugno 2005, ore 21
no e distruggono milioni di cellule. Come nell’emble- via Lomellina, 10/A - Buccinasco (Mi)
matico quadro di Plevano Chernobyl for man sembra che

Elisa Pesapane nel quotidiano, negli


attimi segreti dell’uma-
Paure e conflitti, la vita rappresentata na esistenza, nelle assur-
de contraddizioni dei
Luciano Carini nostri giorni facendo
emergere le solitudini
L’incontro con l’espres- magico e straordinario che, pur non essendo né surrea- estreme, i silenzi e le
sione di Elisa Pesapane le né metafisico, è comunque etereo e sospeso, una via aridità di una vita sem-
è stato una piacevolissi- di mezzo tra realtà e finzione, tra mondo reale e mondo pre più caotica e sfrena-
ma sorpresa, una vera e virtuale. I suoi personaggi, scolpiti e ben caratterizzati, ta, le disperazioni esi-
propria immersione sono attori senza nome che si muovono sul grande pal- stenziali e le cocenti
nella buona pittura coscenico della vita alla ricerca di un proprio ruolo e di delusioni di una società
figurativa, cosa alquanto una propria identità. E così, a volte ci appaiono attoniti sempre più in balia di
rara oggi, epoca domi- ed assenti, succubi ed emarginati, altre volte protagoni- falsi miti e di mancate
nata dall’informale e sti, loro malgrado, di fatti ed eventi di cui, però, non promesse. Allora i suoi
dalla gestualità oppure sono artefici o ideatori, ma semplici e inerti spettatori. personaggi diventano
da un concettuale esa- Espressione attuale, quella di Elisa Pesapane, perché scava vere e proprie masche-
sperato, ormai al di re esistenziali, un per-
fuori da ogni canone corso tra l’essere e l’ap-
estetico-formale.
Di madre italiana e AnnaLaura Cantone parire, una ricerca spa-
smodica e continua di
padre olandese, Elisa un difficile equilibrio
Pesapane ha da poco all’interno di una esi-
terminato gli studi alla stenza che, con sempre
Reale Accademia di maggiore insistenza,
Belle Arti dell’Aja, ma vanta già un nutrito e interes- detta tempi e ritmi,
sante curriculum, con mostre personali e collettive di procedendo nella devastante opera di omologazione e di Le tre grazie, 2005
riguardo e poi l’esecuzione di impegnativi murales in superficiale apparenza, allontanando l’uomo dai propri Tecnica mista su tela
svariati spazi pubblici d’Olanda.Artista dotata di buona ritmi naturali e biologici. In una società così strutturata cm 200 x 160
tecnica, ma anche di forte e personale creatività, pos- e organizzata, dove tutto viene asservito al consumismo
siede un proprio mondo e proprie tematiche, un con- e alle mode del momento, l’artista diventa dunque la
tenuto di forte significato e pregnanza, potentemente voce intima e profonda della coscienza che grida al
agganciato all’uomo e alla sua storia, alle problematiche cielo il suo malcontento e il suo disagio. La pittura di
più vere e sentite della nostra contemporaneità. Elisa Pesapane ci appare così come un grido accorato, Pir meu cori alligrari
Nelle sue opere, infatti, c’è forza e potenza espressiva e per le Segrete di Bocca un lamento silenzioso e insistito per ritrovare emozio- 2005
poi, ancora, un gusto scenico e teatrale che cattura l’at- in 3a pagina ni e sentimenti, origini e radici, per abbattere il muro
freddo e gelido dell’indifferenza e dell’incomprensione.
Tecnica mista su tela
tenzione dello spettatore immergendolo in un mondo cm 70 x 60

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Louise Lawton Louise Lawton creates work that vies between the
individual and the collective, the familiar and the
anonymous. These two divergences are expressed
using different styles and different mediums.
Lawton’s more familiar work, for which she is
widely sought after, is made from charcoal and
gesso on board. Renditions of groups of figures and
occasional elements of landscape are set against
white or grey charcoal backgrounds. Varying in
scale, these works display incomparable traditional
techniques manifested in a highly original and
contemporary manner. Unknown figures allude to
notions of collective behavioural patterns and the
absence of identity.
Set against the above are portraits of family and
friends using oil applied to layers of resin.This work
is personalized and specific.They are intimate depic-
tions that are both familiar and personable which
describe a subject as opposed to subject as object.
People, 2004, charcoal & gesso on board, cm 35 x 45 New York (part.) , 2004, charcoal & gesso on board, cm 45 x 45

Le più che ardite posture delle donne di Lantieri, sono


Paolo Lantieri l’estrema difesa di un femminino che l’artista riscatta
dal ludibrio dell’attuale mercificazione muliebre.
Le donne e i suonatori La prontezza della pennellata, i danzanti squilli di colo-
ri cozzanti fra loro, i segni tutti suoi (le mani, gli occhi,
Pierfrancesco Listri
le scollature), il veloce bric e brac del contesto, ora
marino, ora urbano, l’insistita costruzione per coppie di
La pittura di Paolo Lantieri induce Da Firenze, infine, il senso solenne della costruzione fi- figure costruiscono un teatro al femminile, vivace e
facilmente l’osservatore sbrigativo gurale presto stemperata, con brio fabulistico, nelle perfino ludico ma che non libera da un ambiguo
verso due non ingiustificati errori. cento posture di un quotidiano di quasi stupore di generose e innocenti ninfe del
Essere un pittore facile ed essere il moraviana narratività. Duemila.
narratore dell’erotismo femminile. Lantieri dipinge quasi esclusivamen- Chi vada a vedere del Lantieri i bel-
Bisognerà guardarsene, ribordeg- te donne e suonatori. I secondi lissimi disegni e schizzi di nudo,
giando invece il frastagliato porto- hanno la ventosa e policroma non vi ritroverà quella ironia
lano della sua tavolozza. E comin- grazia di arlecchini ipermoder- dinamica che poi riveste in
ciando col dire che pochi artisti ni. Le prime chiedono un più suoi quadri (quasi a contrap-
hanno una tanto partecipata italia- penetrante discorso. passo delle prevalenti mode di
nità, di cieli e di colori: dalla natia Ogni postura di queste fem- femminile magrezza), bensì
Attesa, 2004, olio su Messina, con tutta la follia della solarità siciliana, risa- mine. È insieme un’allusione una inquieta e ricca eleganza
tela, cm 100 x 100 lendo fino alle mittelleuropee meditazioni degli studi aperta verso le grazie trabor- di segno, una pienezza sicura
a Brera, fino alla definitiva scelta mediana di Firenze, danti e generose di una sco- di tratto che indica il nutri-
deposito di troppi secoli di pittura di figura per non perta sensualità, subito però e mento di una grande e assimi-
accompagnare un artista di così indubbio e nativo insieme, corretta da un’ironia e lata tradizione.
talento. Ora dalla Sicilia, perfino quella di Guttuso, da una quotidianità metropolitana Semmai per Lantieri la sensualità è
certo, questo architetto fattosi pittore ha tratto la magi- che ne stempera la carica verso non la inquieta metafora della condizione
ca miscela fra cozzi di colore trionfante e geometrica ovvie inquietudini di manichino. femminile dei nostri giorni, che non
spigolosità di forme pastose. Le sue donne insomma non hanno il cinismo rinuncia al richiamo di una venustà piena,
Da Milano Lantieri sembra aver tratto quel divertito delle “pomone” boteriane, ma semmai tendono a tra- senza mai avvilirla a lusinga di manichino.
melange fra profondità segnica che si fa divertita sce- sformare il generoso trionfo della carne in un fragile
nografia d’alta cartellonistica europea. incanto di ingombranti innocenze. Concerto, 2004, olio su tavola, Ø cm 80

Spartito, 2004, geometria


Jeannette Rütsche Sperya frazionaria su stampa
fotografica Lambda
Ricordi da un mondo lontano cm 50 x 60 montata su
bilaminato 20 mm
plastificato opaco, copia
Chiara Cinelli unica

“Il mondo lontano è la nostra interiorità, universo unico per do si fa riflesso. Ogni singolo evento della sua vita è care tracce di questa,
definizione e costituzione che ci identifica e che è visibile solo segnato da una forte spinta al superamento dei limiti nelle infinite strade della
Pensiero, 2004 a noi stessi nella sua interezza”. conoscitivi, che si realizza in un’incessante e pervicace percezione e dell’emo-
geometria frazionaria Così Jeannette Rütsche, in arte Sperya, definisce con esplorazione del non noto. Il desiderio di entrare in zione. In fondo la crea-
su stampa fotografica chiarezza e sinteticità l’oggetto della sua esplorazione relazione con nuove realtà, nuovi paesaggi e civiltà la zione e la fruizione non sono altro che due facce di
Lambda cm 60 x 80
montata su bilaminato artistica, che è ricerca dinamica, in costante equilibrio porta a viaggiare lungo meridiani e paralleli, Svizzera, uno stesso gioco, in cui ci nascondiamo, ci inseguiamo,
20 mm plastificato tra un dentro e un fuori, tra un mondo lontano sempre Austria, Gran Bretagna e poi Senegal, le Americhe da ci perdiamo per ritrovarci sempre, là da dove eravamo
opaco, copia unica più visibile allo spirito e una realtà che di questo mon- Nord a Sud, i Caraibi, Canada, l’Atlantico del Nord. partiti. Il gioco dei bambini, il gioco dell’arte.
Infine, l’incontro con la magia del Sahara. Un accumu-
lo esperienziale dalle molte facce e molteplici direzio- Identità, 2004, Geometria frazionaria su stampa
ni, che trova un’unica forte intenzionalità nella profon- fotografica Lambda cm 70 x 100 montata su bilaminato
da presa di coscienza di una vita interiore che la 20 mm plastificato opaco, copia unica
costruisce e la identifica sempre più. Con la geometria
frazionaria, o geometria frattale, trova lo strumento ido-
neo a dare espressione alle forme e allo spazio infinito
della mente. I mondi possibili che Sperya esplora sono
quelli dell’interiorità, dai complessi meccanismi della
mente umana fino ai più reconditi angoli del nostro
spirito. La forza comunicativa delle opere di Sperya
risiede nella verità del suo messaggio e nella limpidez-
za spirituale che lo ha generato. Da un punto di vista
“linguistico”, l’infinita possibilità di giochi ottici che la
geometria frazionaria consente di realizzare, dà vita a
spazi prospettici inusuali e a molteplici possibilità di
visione e fruizione: lo spazio non ha carattere di pre-
scrittività per lo spettatore, lo sguardo può decidere di
fermarsi su un piccolo punto dell’opera e farsene ipno-
tizzare, perdersi nell’insieme, o penetrare più a fondo
facendosene assorbire. Sperya indica la via, sulla scia
della propria visione, allo spettatore il compito di cer-
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Galleria dell’Immagine
via Gambalunga, 27 - Rimini
Inaugurazione
venerdì 22 luglio, ore 21.00
23-24 luglio
ore 9,00 - 12.30 e 21.00 - 22.30
dal 25 luglio al 7 agosto
ore 9.00 - 12.30
Ingresso libero
Info: 0541 51105 - 0541 709792

Fiabilandia
Il parco tematico di Rivazzurra di Rimini
via Cardano, 15 - Rimini
dall’8 agosto al 4 settembre
ore 10.00 - 24.00
dal 5 al 18 settembre
ore 10.00 - 19.00
Ingresso compreso nel costo del biglietto del parco
Info: 0541 372064 - 0541 709792
In un tempo in cui si dà certo senso per osservare il valore del suo discorso
importanza al cosiddetto
Vito Ferrara creativo :“la pittura astratta ama l’analisi, l’ordine, gli
gusto oscillante, al com-
porre in nome della prov- Le armoniche astrazioni armoniosi rapporti della geometria, la chiarezza, come
d’ogni opera d’arte di qualunque tempo, da Partenone a
visorietà e dell’eventuale Ferruccio Battolini Piero della Francesca”. Come non trovare nell’opera
tout-court, con il rischio di di Vito Ferrara, sebbene con modulazioni diverse,
far saltare ogni “misura di valo- to, badando a rispettare il rigore intransigente dell’estra- quegli stessi valori fondanti?
re” e di ridurre ogni efficacia zione geometrica e non rinunciando mai a comunicare Per esempio: rigore, lucidità realizzativa, onestà, emozio-
alle impressioni costruite, rende la cifra del suo “sentimento pittorico” che fa parte inte- ni dinanzi alle forme viste nella loro originalità ordina-
fiduciosi trovarsi di fronte un grante e sostanziale della cultura che scaturisce da una ria e loro trasformazione in simboli di una realtà in con-
pittore come Vito Ferrara, in forte e motivata “napoletanità”.Colorare forme libere ed tinua mutazione, disarticolante o unificante che sia. Mi è
cerca dell’essenziale struttura inusuali significa per Ferrara dare una dimensione pitto- difficile non pensare al travaglio intellettivo di Ferrara
del momento creativo (direi fra rica anche allo spazio della consapevolezza più aperta e che “osa” proporsi, con ostentato coraggio, proprio là e
Baumgarten e Brandi), coraggiosamente ancorato a dinamica e quindi fornire una testimonianza sia di una quando vengono esaltate certe soluzioni un po’ esauste e
Astrazioni Geometriche un’opinione che ha prodotto molto nel secolo appena quota di razionalità dell’immaginazione sia dei fram- asettiche, rispettose della realtà.
2004, olio su tavola trascorso.Ferrara,un partenopeo che opera in area labro- menti meno leggibili ma determinanti di poesia della La realtà non può essere raffigurata e non può fare a
cm 50 x 50 nica, ha scelto, con gran convinzione culturale, di donar- struttura compositiva. E così viene a realizzarsi una meno della conoscenza. La “bellezza” — lo sa benissimo
ci composizioni che si rifanno all’astrattismo lirico. I “situazione pittorica” che si propone al di là d’ogni con- Ferrara — oltre che difficile è strettamente legata alla
numi tutelari, se così vogliamo chiamarli, sono, oltre a suetudine in grado di porgere speciali ed inconsueti libertà. E lui, nelle sue opere recenti, mostra la sua voluttà
Mondrian,Alberto Magnelli, Mauro Reggiani,Atanasio valori, colti nella loro più ordinaria essenzialità. Ogni di indagare oltre gli steccati, di lasciar galoppare la sua
Soldati e Gualtiero Nativi: ma sono soltanto punti di gesto creativo di Ferrara ha una sua storia, un suo per- fantasia, di rifiutare le abitudini stanche e le “modella-
riferimento da rispettare e non modelli da riproporre, corso, direi un suo codice: nessuno di quei gesti è foto- zioni” usurate, di evitare l’aneddotica per avvicinarsi il
con personali varianti sul piano pittorico e sul versante copia di un altro, non soltanto per- più possibile alla “substantia”
strettamente compositivo. ché diversi sono gli impulsi ma per- delle cose. Le sue estrazioni
Quindi non mi perderò, in questo breve saggio, nei ché ogni dipinto viene dall’artista geometriche sono ad un
complicati riscontri — confronti fra l’artista Ferrara e gli percepito come tappa di un itinera- tempo “concrete” e simboli-
altri, anzi cercherò di mettere in luce la singolarità del rio sconosciuto, sempre alla ricerca che: sono anche, a ben pen-
suo modulo, avendo compreso — durante alcune piace- di nuove armonie, di nuovi ordina- sarci, la conferma della neces-
voli conversazioni, anche telefoniche e cartacee — che menti spaziali, di nuove dimensioni sità di lottare per la libertà
Ferrara ha sposato questa tesi espressiva all’insegna di formali. Le sue opere rispondono senza cui si rischia sempre di
un'osservazione acuta e profonda del rapporto tra forme ad una forte voluttà di nettezza vedere roghi od oblii o revi-
e colori in sintonia geometrica — “l’ésprit de geome- compositiva, di congiungimenti sionismi. Concludendo direi
trie” è un’affermazione che ha trovato molti adepti nel cromatici che attivino prospettive che anche per Vito Ferrara le
secolo scorso soprattutto là dove diviene sinonimo di inedite, d’equilibri che si autogo- sue forme colore astratte
“armonia”, da intendersi quest’ultima come conoscenza vernano, di suggestioni inaspettate. sono come “esseri viventi —
libertaria d’ogni apparizione e d’ogni magia visiva —. Vorrà perdonarmi Ferrara se cito diceva Yves Klein — veri abi-
Ferrara riesce a mettere colori e forme in dialogo stret- Atanasio Soldati, ma lo faccio in un tanti dello spazio”.

Cristiano Tassinari Sorpresa 2, 2004, inchiostro e


tempera su tavola, cm 80 x 100

Giovanni Blanco
palo telegrafico, osservato-
re attento, che nella raffi-
Cristiano Tassinari, nato nel 1980, è laureando gurazione prospettica vie-
all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e oltre a ne incontro allo spettatore
numerosi inviti a mostre e testi critici ha vinto quat- con un fascino arcano e
tro primi premi ed è stato tra i tre artisti prescelti a misterioso, magico e in-
Forlì a presentare un’opera commemorativa di Marco quietante indicatore di
Palmezano. strada, viatico che attraver-
sa la campagna e trasporta
Molti se e ma e pensieri si potrebbero fare sulla altrove verso chissà quali
pittura contemporanea, è più giusto invece tracciati del pensiero; cosi’
lasciare la memoria intrisa e impastata di testi- come i numeri e le targhe
monianze visive e poetiche, permettendo una posti qua e là sullo sfondo,
migliore lettura dei lavori di Cristiano Tassinari. a volte visibili in primo
Corre nella sua pittura l’urgenza di raccontare e piano altre volte più nasco-
raccontarsi attraverso i caratteri corporeo-figu- sti, si pongono quasi come pietre miliari sul cammino
rali che causticamente determinano la condi-
zione basica dell’uomo. È la precipua apparte-
Marco Arduini della vita, caricati di una forte simbologia, lapidi con
date dell’artista o dei suoi cari.
nenza di sé che ci riconduce alle formulate e Francesca Baboni La memoria collettiva si fa cosi’ memoria iconografica
Arreso, 2004 calibrate pose del corpo: teste, membra, articolazioni personale ed intima, sempre accompagnata da un liri-
Tecnica mista su tela che, esfoliate dalle loro apparenti sembianze, ci riman- Nelle opere dal tratto iperrealista di Arduini, inchiostri smo di sorta che la rende straordinariamente umana e
cm 70 x 50 dano in un’atmosfera complessa, in continua trasforma- e tempere su tavole di pioppo rese efficacemente con suggestiva.
zione. La forma richiama sé stessa, cerca di costruirsi nel una retinatura atta a creare le ombre del chiaroscuro,
Un giorno qualunque in una strada di Milano, 2004
ductus pittorico, materico e liquido, e tenta una via di attraverso intrecci di linee ora morbide ora dure che
inchiostro e tempera su tavola, cm 100 x 80
separazione tra l’autore e il corpo dell’immagine.Tra i assieme arrivano a comporre una felice pienezza com-
temi cari a Tassinari vi è la testa che si inscena dentro positiva, viene messa in pratica la commistione tra la
lo spazio infuocato dell’esistenza. Si comprime per non tecnologia televisiva e la memoria umana; il risultato
essere giudicata, si rapprende in sostanza pura, quasi sono dittici nel quale il racconto diviene elemento pre-
fosse un organo, per nascondere la propria incapacità di dominante ricostruito sulla base di immagini conse-
appartenere ad una dimensione “morale” che pietosa- quenziali. Il soggetto è sempre l’uomo contemporaneo
mente dovrebbe non essere predisposta al pregiudizio e colto nelle sue varie accezioni e in preda a mutevoli
alla non accettazione del diverso, dell’estraneo. Scatta sentimenti: i bambini dagli sguardi limpidi e smarriti e
Doppio, 2004 così un meccanismo “aggressivo” che consente di per- dalle mille espressioni facciali frutto della comunicazio-
Tecnica mista su tela vadere le strutture della forma di cui Tassinari, con ne mass-mediatica, volti di uomini e donne colti nella
cm 70 x 50 perizia tecnica ed emotiva, ci fa perdere le coordinate, mimica dei loro attimi d’intensità interiore, che vengo-
solleticando il movimento plastico che è insito no filtrati dall’immaginario televisivo e dalla pubblicità
nella verità dei soggetti. È curioso constatare e accostati ad elementi apparentemente contrastanti,
nelle sue opere la dialettica esistente tra il rigo- come macchine d’epoca, rottami e pali telegrafici.
re geometrico delle parti, ludicamente compo- Volti che attraverso le rughe d’espressione, rese con
ste, e la sostanza pittorica sciolta in una terragna perizia quasi calligrafica, lasciano trasparire i dati di un
e pervasiva fisicità. Nella costruzione cromatica loro personale vissuto, la loro storia individuale, fram-
delle sue figure l’esperienza tonale e quella gra- menti di ricordi lontani; il ricordo si sposa all’immagi-
fica si intrecciano, quasi a comporre due ne tecnologica nella dualità della sequenza combinato-
momenti antitetici, dando adito al senso del ria tutt’altro che casuale, nel momento in cui la figura
non finito, frattura antologica che nel gesto umana viene avvicinata a dittico con l’elemento legato
interrotto si potenzia. Questa è la realtà coin- alla memoria, sia questo un tacco spezzato nel caos me-
volgente della posizione estetica di Cristiano tropolitano, un vecchio aereo, una macchina da corsa o
Tassinari. Lo vedo come Essere che non pensa l’ombra di una città scomparsa.
più all’uomo nella sua integrità e centralità, in La figurazione dettagliata si arricchisce del dettaglio
una apparente armonia, che invece è alterata concettuale e riconfigura nella mente il momento per-
dai “festosi” e “grotteschi” grafismi dove si ada- cepito caricandolo di nuovo significato.
gia il sogno utopico, sempre affascinante, di un Elemento costante e ossessivo delle sue opere, sempre
nuovo Umanesimo. costantemente presente come presenza silenziosa, è il
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Sul filo dell’arte a cura di Stefano Soddu
arte contemporanea
V. le Col di Lana, 8 - MI
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domanda surreale fare anche perché verrebbe certamente smascherato trasmette, quasi per energia pro-
se fosse privo di coerenza e senza contenuti al di là e pria, gli impulsi che stimolano
Si può psicoanalizzare indipendentemente dalla minore o maggiore sua gra-
devolezza di facciata. In altri termini il quadro non
profonde e recondite pulsioni.
E allora, come nelle storie da
un quadro? deve portare la maschera.
b) Che l’analista sappia leggere i grandi turbamenti
rotocalco, il distaccato analista,
avvinto dalla bellezza, non può
dell’uomo e le sue più segrete pulsioni, sappia che più sottrarsi all’incontrollabile
risponde l’opera non nasce dal ricordo o dall’interpretazione voglia di possedere l’opera.
dei sogni ma che essa stessa crea il sogno attraverso i E vissero per sempre insieme
Lucio Perna materiali e i linguaggi dell’arte.
Che sia onesto e non anteponga il pensiero dell’ono-
felici e contenti.

Credo di sì. rario al compito prioritario dell’indagine. Può però


Certo occorrono due fondamentali condizioni: talvolta accadere, (forse di fronte alle vere opere d’ar- Lucio Perna
a) che il quadro da sottoporre ad analisi sia il risulta- te), che l’analista cada nella tentazione di distendere se espone
to dell’opera di un autentico artista, intendendo per stesso su quel lettino al posto del quadro, vinto dalla dal 27-5 al 30-9
tale non l’artista di successo ma l’accanito operatore suggestione che l’opera gli trasmette. presso gli Uffici di
che crede fermamente e disinteressatamente in ciò Tutto è sconvolto. Il quadro, che ha assunto indipen- Mind Share
che realizza. Il quadro insomma, sul lettino dell’anali- denza dal suo autore, interfaccia direttamente con l’a- via Silva, 36 - Milano
sta deve essere autenticamente sincero. Non può bluf- nalista quasi in un’inversione di ruoli. È l’opera che

una pura e semplice dimensione mentale… In un’epo-


ca e in un mondo in cui le arti visive per essere prese
sul serio, ossia per avere risonanza mediatica e quindi
valutazioni (a) critiche e mercantili, devono rientrare in
una vera e propria industria dell’arte (desueta persino la
“Arte Prioritaria” è un’idea di Gabriella Brembati. Il logo è stato realizzato da Danilo Premoli formula “sistema dell’arte”), resta in opposizione la
priorità di una poesia critica.
Arte Prioritaria, ovvero priorità dell’arte, è un’idea sione, del tempo rallentato, come avviene con la posta (Giancarlo Pavanello, poeta e artista)
forte a supporto della libertà di pensiero atta a inci- prioritaria. (Alberto Veca, critico d’arte).
dere nella coscienza e conoscenza collettiva. È un Dice Mario Luzi,… “Ma poi arriva la Natura a ricor-
concetto che va rafforzato con la partecipazione Crocevia di mondi. L’arte è vera solo quando è presen- darci della sua potenza!… il divario tra ricchi e poveri
attiva degli artisti e di chi tenga a cuore le sorti del- te e diventa voce di uomini che può essere espressa e è diventata la vera questione, con il suo trauma plane-
l’arte. Per tale ragione chiediamo soprattutto a que- riportata da chiunque nella collettività la raccolga. tario. Ecco, sono queste le considerazioni essenziali da
sti di esprimere un proprio pensiero sull’argomen- Arte prioritaria = adeguamento ai tempi della società fare; per questo la presa di coscienza dell’uomo deve
to. Desideriamo che sorga un movimento di idee = trasformazione = pace = raggiungimento del desti- accelerare al massimo”. L’artista può essere indifferente?
che, raccolte, formino un documento in progress. natario prima che sia troppo tardi.Tutto si trasforma; la Con il mio lavoro quasi trentennale, voglio sottolineare
E-mail: bazart.scoglioquarto@tscali.it pace è una conquista; l’arte è sua paladina. L’artista è il da sempre ciò che è prioritario: il cibo per la sopravvi-
medium che affida alla ‘scrittura rupestre di oggi’ un venza e per la continuazione della specie.
La priorità dell’arte. L’arte è l’anima dell’uomo. Si può messaggio che lega tutti e travalica i secoli. (Armanda Verdirame, artista)
vivere anche senz’anima, ma si sta male, molto male; e (Debora Ferrari, poetessa e critico d’arte)
si può anche morire. (Lucia Pescador, artista) L’epitelio della pittura si deposita sulla muta superficie
L’arte, per l’uomo, è la migliore forma di indagare la è l’antico sedimento di un baco da seta che si trasfor-
Che cosa vogliamo o possiamo intendere per arte prio- realtà. (Giacomo Lodetti, libraio) ma, sotteso. (Giovanna Fra, artista)
ritaria? Direi che il termine non si adatta a un giudizio
di valore, bensì di preminenza nelle consuetudini, nel Per me l’arte prioritaria è rappresentata dal Manifesto La vita è un sogno d’arte. L’Arte è un sogno di vita.
costume, nel successo mercantile e così via. Quella che del manierismo geometrico, dove per la prima volta Vivere d’arte rende immortali. (Franco Colnaghi, artista)
vince la partita all’interno del suo tempo. Poi si vedrà. viene sottolineato il problema delle note in calce che L’Arte è Prioritaria… quando l’essere che ne è posse-
(Rossana Bossaglia, storico e critico d’arte) anche i pittori dovrebbero iniziare a mettere. Non ci duto ha la necessità di manifestarla oltre ogni limitazio-
sono allievi senza maestri, e questi ultimi hanno tutto il ne. (Francesco Cucci, artista)
È come una bolla d’acqua che va lentamente e non arri- diritto di essere dichiarati.
va mai. Povera poesia! (Edoardo Franceschini, artista) (Carmine Caputo di Roccanova, artista) … ha da essere / un’istituzione / anti-istituzionale /
Nel mondo dell’arte è difficile sopravvivere al valore ch’ha da servire… (Eugenio Zanon, artista)
L’arte è prioritaria perché dice di un’interiorità indivi-
storico. Per autenticarsi la critica d’arte inventa l’arte duale nella quale altre individualità possono specchiar- Che cosa sia l’arte nessuno lo sa o, meglio ma è lo stes-
della critica. Arte prioritaria, ovvero la posta in gioco si riconoscendosi in una relazione. so, tutti lo sanno: quell’attività che comunemente la
del tempo libero… (Miklos N.Varga, critico d’arte) (Antonella Prota Giurleo, artista) maggioranza degli individui definisce tale.Anche all’ar-
Mi domando se vi sia una priorità nella vita oltre al te, inoltre, potrebbe adattarsi quella definizione che si dà
L’arte è la miglior forma di investimento… per lo spi- della filosofia: “la filosofia è quella cosa per la quale e
vivere. Se si ama l’arte, se l’arte diventa una priorità, rito. (Zita Vismara, gallerista)
ecco che ogni altra cosa si subordina ad essa. Nella con la quale, ma anche senza la quale, il mondo resta
mistica dell’arte l’essenza delle cose, lo spirito che vi tale e quale”. Prioritaria: termine che deriva dal latino
Arte prioritaria, quella che arriva al cuore e alla mente, prior che, in traduzione, significa “precedente” e/o
abita, il mondo stesso con i suoi misteri si ripropone talvolta derisa o incompresa ma recapitata sempre da
evidente e consente una vita più consapevole. “superiore”. Così “arte prioritaria” è tanto quella che
mani misteriose. (Ettore Moschetti, artista) “viene prima” quanto quella che “è superiore”, cioè
(Stefano Soddu, artista)
un’arte senza false modestie né complessi di inferiorità
Nella sala del Palazzo / della lingua nazionale / com-
L’arte è prioritaria su tutto. ma anche un’arte che può accampare diritti di “ius pri-
punti commessi archivianti / catalogano per priorità /
(Grazia Chiesa, Direttore della rivista D’Ars) mae noctis” e, allo stesso tempo, che è già passata.
parole - detti - titoli e mottetti. La gentile Brembati
Ma, oggi,“prioritaria” è la posta: cioè quella lettera che,
gallerista / brevetta “Arte Prioritaria” / creatura predi-
Arte Prioritaria. IN PRIMIS. non essendo lenta come la “posta ordinaria” ma nem-
(Nicola Dimitri, Direttore Young Museum, Revere, Mn) letta che / l’ineffabile commesso assimila / alla mer-
meno veloce come la “posta celere”, arriva un po’
cantile prioritaria posta / mentre indignata la Brembati prima di quella e un po’ dopo di questa. Fuor di
ARTE PRIORITARIA: perché l’Arte deve arrivare protesta. (Alvaro Occhipinti, artista) metafora:“arte prioritaria” è un’arte che vuole “corre-
prima e deve arrivare ovunque. Di più: l’Arte dovreb- re”, “mutare” velocemente, “scorrere” e “rinnovarsi”
be entrare nel paniere dei prodotti di prima necessità e Mai arbitraria o consolatoria, / se mai perentoria. /
Non parla, non dà, ma preme, urge, pretende, incalza / subitamente e che, pur riconoscendo la supremazia di
di largo consumo per calcolare l’indice del costo della alcune soggettività uniche e geniali, afferma cosciente-
vita. (Danilo Premoli, artista) A volte tormenta / E alla fine è quel che ci salva /
È l’arte, è prioritaria. (Cristina Rossi, giornalista) mente il suo valore. (Giorgio Bonomi, critico d’arte).
L’urgenza del fare arte per taluni artisti è pari all’ur- Segue sul prossimo numero
genza del mingere. (Marcello Diotallevi, artista) … urgenza, passione, patos, incazzatura, amplesso, fare,
dire, adorare mettere, togliere, bagnare, manipolare, Collana “ARTE PRIORITARIA” Anno 2005
Cronache bestiali: Milano, tagli alla cultura, silurato incollare, guardare, riflettere, cancellare, rifare, giocare a Ed. Bazart&Scoglio di Quarto - Edizioni numerate
Caroli. Arte sconvolta… e tra priori irata. Scavare… credere che l’ARTE è VITA quindi respiro, sete, passio-
riappropriarsi… ricostruire… scavare… riappropriar- ne è prioritariamente Poesia. (Max Marra, artista) B. Aprea - P. Barrile - A. Borioli - A. Casiraghy - G. Cerri
si… ricostruire… (Gianni Ottaviani, artista) F. Colnaghi - C. Crosio - M. De Maria - M. Falco - R. Forino
La poesia è prioritaria, la poesia di ricerca, verbale e/o G. Fra - N. Frigerio - G. Gurioli - G. Kuruvilla - A. Lambardi
Vi sono stagioni, collettive o personali, in cui è possibi- figurata, in quanto è l’arte più immune da connivenze M. Marra - E. Moschetti - O. Alvaro - R. Origgi - A. Pasquali
le, con la sintesi dell’aforisma, risolvere un interrogati- basse, in un filo diretto esclusivamente con lo spirito G. Pavanello - L. Pescador - L. Pitscheider - A. Pizzolante
vo profondo. Allora, non sembrandomi la presente del dell’autore, con le sue esigenze di trasfigurazione della C. Plicato - D. Premoli - A. Prota Giurleo - G. Rubino
medesimo tenore, consumo le righe a disposizione propria esistenzialità, in senso espressivo o estetico. S. Sansevrino - L. Sessa - S. Soddu - A. Spinelli - A. Verdirame
E. Zanon
pensando che un ruolo possibile sia quello della rifles- Infatti, potrebbe accontentarsi di non farla trapelare da
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benessere: i quadri si offrono intorno e il visitatore mie guarire in un capovolto sogno di magici specchi.
viene avvolto da un piacere che da appagamento di Dipinti che squarciano la parete, aprendo varchi sui rii
sensi diventa gioia dell’anima. Un’opera precoce e di veneziani, la massa d’acqua verdastra che irrompe, barbe
inconsueto equilibrio Il tè delle cinque, quadro corale e di alghe a lambire i muri, rosati splendori di marmi a
complesso che occupa un’intera parete (cm 180 x 230), merletto, mosaici d’oro, candidi profili di pietre istriane
è il suo benvenuto: la cordiale atmosfera di una sontuo- in un movimentato sfavillìo d’instancabile frenesia cro-
sa sala da tè affollata di personaggi eleganti tra porcella- matica. Alla mente arriva netto improvviso l’afrore dei
ne e teiere d’argento, riunisce in una specie di emble- canali che si mescola all’afrodisiaco aleggiare dei sol-
matico capodopera vari e riusciti generi: squisiti ritratti, venti e delle vernici del pittore. Su un sandalo nero
esplosivi mazzi di fiori, nature morte di ineludibile attraccato a due paline malferme nella penombra di un
seduzione, e dal fondo una luce nordica a filtrare da una canale zeppo di disciolte facciate è stato abbandonato
grande vetrata oltre la quale si delinea un giardino fia- un drappo a fasce rosse e bianche. Un rettangolo di
besco: ennesimo concluso quadro nel quadro. cielo precipita dai tetti e si stende sul velluto d’acqua.
Dai suoi pazienti, pensosi pennelli nascono le solitarie L’arco chiaro di un ponte si conclude nel suo tetro
Stilleben già molto apprezzate e presenti in Gallerie di ovale di ombra. Il fluido incantesimo ci colma. E un
prestigio. Composizioni mature in cui il tempo si ferma canto malinconico di sopìti rimpianti si risveglia in
Natura morta in uno spiovere laterale di luce, liberando in spudorato questa Venezia di rapinate bellezze, splendida metafora
risalto visceri umidicci di zucche sventrate, anacronismi della vita che pigramente ci uccide.
con zucche, 2004
olio su tavola
cm 70 x 90
Licio Passon di polvere su vecchie impagliature sfasciate, scheggiatu-
re ripetute sullo stesso angolo di un ricorrente cassetto, Venezia, calle con barca, 2003, olio su tavola, cm 90 x 70
Giovanni Serafini
succose profferte di limoni tagliati, sbreccature di broc-
che inesauste, laboriosi inenarrabili intrecci di jute in
Non voglio convincermi che l’oscurità sia stata in qualche momento il cui è conficcato il mistero di un assente arnese ferri-
fine dell’arte. Non è credibile che intere generazioni si siano affannate gno, reticoli fini di foglie in controluce a dissipare eva-
solo a creare enigmi. nescenze grigie su orizzonti di silenzio. I ritratti femmi-
Jorge Luis Borges nili lasciano trasparire tracce di intimità pensierose su
sfondi di sorprendente complementare ricchezza, stem-
“Cosa vuol dire essere classici? Vuol dire essere bravi perati a volte in sommesse vibrazioni di colore che ne
per l’eternità” così Giorgio Soavi qualche tempo fa accrescono l’atmosfera di composta bellezza. Ma sono le
parlando dell’indimenticabile Gianfranco Ferroni. Un sue Venezie a suscitare un viluppo di strabilianti passio-
itinerario di successo, anche se non ancora agguantato ni. Di puntiglioso verismo nella descrizione delle fug-
per l’eternità, lo ha percorso anche Licio Passon giova- genti prospettive delle facciate, serrate un po’ oblique a
ne pittore autodidatta.Anch’egli d’impostazione classi- sorreggersi a mo’ di annose carampane, Passon ci rac-
ca, che non significa adagiarsi sul passato ma trarne linfa conta la sorpresa di casuali prodigi: intonaci sfatti, ara-
e incitamento, si esprime con un brillante ed estrover- beschi barbagli multicolori, disordine penzolante di fili,
so linguaggio figurativo che trasmette universalità alle antenne sghembe, indumenti a spaventapasseri nel
sue lucide emozioni. Libero, per inconscia fortuna, dai vento, macrocefali comignoli vacillanti, pietre corrotte,
condizionamenti delle Accademie che troppo spesso fondamenta ammantate di alghe simili a fitti velli
invece di immergere i potenziali artisti nella grandiosa bagnati di ansimanti belve marine: già bastevoli rappre-
storia dell’arte — storia stessa dell’uomo — arricchen- sentazioni, volendo, di compiuto valore. Sono invece i
doli di conoscenze, non solo vengono meno al loro portentosi riflessi dei palazzi catturati a liquefarsi nei
compito ma pretendono di dirigerli su frusti modelli di canali, allungati in un ininterrotto lamento di architet-
contemporaneità come unico modo d’intendere l’arte ture sfinite, che ci trascinano in un ulteriore travolgen-
oggi. Il politically correct applicato all’arte! Passon, che te racconto. Splendidi attimi rubati con la percezione
proviene da un’austera famiglia friulana, si è dapprima della miracolosa provvisorietà della luce, che pure si
costretto a studi ed impegni tecnici e solo in seguito il nutre qui di un perverso fascino di decadenza, in cui il
suo impulso alla creatività ha liberato l’ardimentoso sole gioca con impudenza di bagliori e di ombre nel-
sogno del dipingere. Il suo studio insolitamente lindo, l’impercettibile vacillamento dell’acqua, quasi illuden-
di metodicità asburgica, accoglie con una sensazione di doci che le offese del tempo possano per strane alchi-

Francesco Magli Al Caffè degli Artisti milanese, il salame d’oca, gli spaghetti alla Biffi, il nodi-
no alla crema di funghi porcini e il branzino alle olive.
L’inaugurazione del ciclo di esposizioni è avvenuta nel
Carlo Sliepcevic Giacomo Lodetti
settembre del 2004 con opere di Max Kuatty. Il ciclo è
proseguito con opere di Giovanni Sesia, Francesco
Francesco Magli è nato ad Aiello Calabro, in Pittura e cucina sono due facce dell’Arte che accom- Chieppa che ha esposto il suo Sublime Callas il 7
provincia di Cosenza, un paese di poche pagnano l’uomo da millenni, allietandolo. Sulla scia di dicembre, giorno dell’inaugurazione del rinnovato e
migliaia di abitanti, non distante dalla costa tir- questa considerazione ho dato vita al sodalizio tra due ammodernato Teatro alla Scala, Walter Valentini e
renica. Probabilmente deve a queste origini la storiche aziende della Galleria Vittorio Emanuele II, il Giancarlo Ossola. Sono previste, in futuro, esposizioni
confidenza con la semplicità un po’ boschiva Caffè Ristorante Biffi e la Libreria d’Arte Bocca, che a di Filippo Degasperi, Luiso Sturla, Adalberto Borioli e
che trasmette alle sue creazioni. La sua visione sua volta ha prodotto un programma di proposte arti- Giorgio Milani.
delle cose è pervasa da un senso profondo della stiche con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico
realtà, come se in lui fosse presente un senso della Galleria alla produzione dei nostri più rinomati Claudio Rotta Loria è nato a Torino nel 1949.Vive e lavora a
del tempo scandito dall’immutabilità delle sta- artisti, idea che ha riscosso e sta riscuotendo un soddi- Banchette (TO). Dopo gli studi artistici si laurea in filosofia.
gioni. Questa costante entra nelle opere che sfacente consenso di pubblico. Nel mese di aprile è È cofondatore del Ti.zero, Centro sperimentale di ricerca estetica
realizza. A mio modo di vedere, l’oggetto si stata esposta un’opera di Claudio Rotta Loria Vortice di Torino. Espone in mostre personali ed è presente in numerose
erge, per Magli, a dire di sé. E questo, senza che gli avventori del locale hanno potuto godere collettive in Italia e all’estero dal 1966. È invitato alla X Qua-
ragione. E ciò prescindendo da una collocazio- accompagnando la visione con le gustose ed esclusive driennale d’Arte di Roma e alle rassegne Segundos Encontros
ne funzionale. Lasciando ad ognuno la libertà offerte culinarie del Biffi che comprendono il famoso Internacionais de Arte em Portugal (Viana do Castelo e Lisboa);
di interpretare ciò che egli realizza, nel detta- ossobuco con risotto alla milanese, la cotoletta alla Livres d’Art et d’Artistes (Paris).La scultura in carta (Fabriano);
glio, mi permetto una considerazione generale Forum konkrete Kunst; Pre-
sulle sue opere. Magli inconsapevolmente mio di Pittura Stefano Fer-
interroga le cose, perché dopo aver conferito rario; Caleidoscopio. Progetto
loro una temporalità pervasa del proprio senso Europa (Torino); Costruttivi-
Messaggio, 1992 della realta, è come se ne avvertisse la distanza dalla loro smo, Concretismo Cinevisua-
assemblaggio temporalità, e attende quindi da esse una risposta (in lismo per l’unificazione euro-
qualche modo, è un chiedimento del gesto, il suo). La sua pea (Milano).
presenza, nelle cose che realizza, è pertanto questa inter- Dal 1968 alla prima metà
rogazione. Direi che è lì che lo si trova, perché nella degli anni Ottanta sviluppa
profonda semplicità della “domanda” (che pochissimi ricerche a dominante geometri-
sono in grado di porsi) c’è la consapevolezza della pro- co-costruttiva. Dal 1987 il suo
pria inadeguatezza, e questa può essere solo dell’uomo, lavoro è orientato verso la ricer-
che quindi si può avvicinare. Potrei fermarmi qui. In ca di una spazialità trascen-
questa sorta di poesia del silenzio che è nelle sue opere. dentale che combina insieme la
E tuttavia non posso esimermi dal parlare della persona ricerca di un rigoroso linguag-
Magli che è difficilmente decifrabile. Pervaso di mitezza gio formale con l’investigazio-
e di una pacatezza un po’ selvaggia, non permette di ne di dimensioni espressive ed
capire cosa dirà o farà in un certo momento se ve lo tro- evocative di “rarefatta e indi-
vate di fronte. La sua presenza suggerisce solo rispetto. retta” spiritualità.
Nella presentazione a un catalogo delle sue opere, com-
pare questo emblematico pensiero di Garcia Lorca: “A Vortice, 2004, pigmenti
su carta incollata su tavola
questo mondo io sono e sarò sempre dalla parte dei poveri. Sarò alluminio, ferro
sempre dalla parte di coloro che non hanno nulla ed ai quali si e camera d’aria
nega perfino la tranquillità del nulla”. cm 120 x 140

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Plevano incontra P.: hai altro da dire su questo argomento?
Z.: con la parola sesso riassumo (in questo contesto)
qualcosa che va dal divorzio, all’anticoncezionale, all’a-
Z.: molti confondono ozio con noia. Come
faccio a convincerti che passeggiando in un
prato, un bosco, inerpicandomi nei monti sto
Eugenio Zanon borto, etc… Del resto, questo è un periodico che è
destinato a persone di un certo livello intellettivo e spe-
lavorando? Accidenti a sti brianzoli! Laurà,
laurà, laurà! Tutto a deturpare vita e paesaggio
cificare, a volte, mi sembra superfluo… e poi, ci sareb- ma i fa i danè!!!
Plevano: qual è per te un’opera d’arte? be da chiedersi, a proposito del XII-III MM, perché ha P.: qual è il tuo grande sogno irrealizzato?
Zanon: nel senso che non sempre riesco a individuare- elevato agli altari i carnefici? E perché tanto s’è dato da Z.: è di non essere diventato un musicista. Mea
valutare un’autentica opera d’arte ma posso infallibil- fare per l’unione delle chiese cristiane e monoteistiche culpa e della mia pigrizia.
mente dirti se un’opera non lo è. sotto un unico Papa cattolico, distruggendo il rapporto P.: che tipo di musica prediligi?
P.: vale anche per le tue opere? dialettico tra le varie fedi. Z.: per anni sono stato un cultore del jazz,
Z.: sì, compreso quello che faccio io. P.: tu da laico, anzi da anarchico, che critiche muovi nei con- quasi un fanatico; ora sono interessato alla
P.: quando lavori pensi di produrre arte? fronti della Chiesa? musica contemporanea da Varés, a Lieti, da
Z.: l’arte è sempre il risultato di un pensiero-azione Z.: Ma, di queste cose non mi interesso: sacerdozio Cage a Nono, Berio etc… e a un tempo, al
soggettivi… femminile, matrimonio dei preti, clausura… sono cose canto gregoriano, alla musica medievale sacra
P.: rigore e anarchia. Perché tu ti professi anarchico? E vanno che riguardano loro, io sono al di fuori. e profana.
d’accordo? P.: vuoi parlare di Berlusconi? P.: e la musica classica?
Z.: certo! Il mio lavoro è molto rigoroso. Chi ha mai Z.: no, c…! Su Berlusconi no! Secondo Fede è un Z.: ma certo! Anche la musica classica, i canti
detto che l’anarchia non sia una forma di pensiero “grande comunicatore”. È un imbonitore! Riesce a popolari, dai cori alpini ai canti delle mondi-
rigoroso? Solo che l’anarchia non impone, non preve- vendere politica come Wanna Marchi vende amuleti ne, della boaria, canti di protesta e politici…
de il castigo per chi trasgredisce. contro il malocchio! E la capitalizza pro domo sua; c’è P.: frequenti teatri? Vai alle prime della Scala?
P.: la tua arte si inserisce in un pensiero europeo? Soprattutto riuscito! Complimenti! Z.: ma figurati! Quelle-quelli vanno alle
oggi che vi è l’Europa unita? P.: forse conviene, allora, parlare di te? “prime” per una questione di prestigio, per
Z.: l’Unione Europea? Ho la sgradevole sensazione che Z.: oh! Parliamo di me?! Che vuoi sapere? sfoggiare i loro gioielli e la loro toelette! Di
un insieme di nazioni stiano diventando colonie P.: i pregi e i difetti. musica non capiscono nulla, si annoiano, si
Anglo-Usa. Ma perché stiamo parlando di politica? Z.: pregi e difetti, i miei pregi è presto detto: sono così guardano in giro nei palchi per vedere se ci
P.: allora vuoi parlare di religione? pochi che per dirli non serve elencarli… no, non te li sono e quali personalità alle quali sentirsi alla
Z.: va bene ma è l’ultima. Giovanni Paolo II è stato lo dico. In quanto ai difetti: sono pigro, testardo, bronto- pari. Un po’ come nelle “classi inferiori” si va
sconfitto per eccellenza: infatti sul tema del sesso non è lone, sprecone… un libro non basterebbe a elencarli a messa la domenica mattina.
stato ascoltato neppure dai seguaci di A.C. e C.L. E sulla tutti. P.: quali sono le tue letture preferite? Leggi molto?
pace? Non abbiamo forse assistito al suo funerale con P.: allora non produci molte opere! Z.: sì, leggo molto ma non abbastanza.
in prima fila i potenti della terra che mandano a mori- Z.: no, non sono un grande produttore d’arte, ho scel- P.: ma non abbiamo parlato della tua arte…
re generazioni di giovani in guerra? (forse erano lì per to di “produrre” poco, prediligo la qualità alla quantità. Z.: della mia arte preferisco non parlare, mi
assicurarsi che fosse veramente morto). P.: sicuro che sia solo per pigrizia? limito a farla affinché lei parli per me.

rischi. Il suo studio è incastrato sotto un possente mura- nate con l’azione e sviluppate con
Solaris glione costruito a secco durante il regno aragonese, in logica matematica sempre innovativa,
I percorsi del fuoco vico Perzechiello al Casamale di Somma Vesuviana, stu-
dio protetto da un cancello di ferro che raramente chiu-
capace di unire le metamorfosi e dis-
sociarle, nello stesso tempo con la
Giuseppe Antonello Leone de e dall’altra parte un cancello amicale costruito con geometricità di un’esperienza che
legno e canne.Dal piano terra si può salire,attraverso una vive nella logica personale del fare; ed
Giancarlo Ianuario, o meglio Solaris, irrompe nell’arte scala a chiocciola con l’approdo a un pensatoio, dove tra è caratterizzante dell’esplicito e per
della ceramica, avvinto dalla conoscenza per il “fuoco”, appunti e provini Giancarlo conduce il gioco. quegli impulsi che Solaris, alternando
per l’acqua, per l’aria. Ecco un’altra scala, rasenta la parte sud; scala che t’invita le sue esperienze con tecniche diver-
Nello spazio della rivalità Solaris si a scendere in due giardini contigui, dove il Distratto e se, esprime gli stessi principi del nar-
pone da mistico-neofita, si accende l’Attento convivono antropologicamente, per segnare il rato anche con l’opposto delle resi-
nell’incantesimo del sole, cercando, futuro che è sempre presente stenze materiche, così con la cartape-
poi, nelle “ventotto” dimore delle per l’innovazione crescente, sta realizza le sue volumetrie scultoree
luna, il segno; il graffiare, il fora- che Giancarlo, nel manipolare con l’immediatezza e l’amplificarsi
re per oltrepassare il campo, o modellare l’argilla, transita della sua visione. Una primordialità si
con la Kimia “alchimia”, per tra architetti mitici e totem fa strada in lui, proprio nel conciliare
poter creare infinite varianti ai iniziatici. Nel giardino, dove il l’acqua con il fuoco. Poi, il vivere
riflessi cromatici da attivare con forno per il raku, costruito e quotidiano è addolcito da Solaris,
dosaggi sapienti, ottenuti da proporzionato da Solaris, tacito curando il suo giardino, dove l’aran-
composti, derivanti dal manga- aspetta per bruciare, per narra- cio, il gelso, il fico, il nespolo fanno
nese, dall’ossido di ferro, dal re, a fuoco spento, le memorie parte di quei passi surreali, che
nichel, dall’antimonio, dal titanio, dei blu turchese, dei gialli, delle Giancarlo narra a se stesso e agli
dall’argento, dall’oro, dal cadmio e ocre dorate, dei verdi ramini amici. Per ogni giorno, ogni stagione
altro; da pilotare a temperature di dando all’uomo “cosmico” e vi è un problema e, lui alterna il fare
atmosfere ossidanti e riducenti per all’uomo “spaziale” una ritualità con la gioia di bere un po’ di vino;
dar vita a un cromatismo misterio- centellinata da solchi dinamici, con l’assaporare la varietà della sua
samente poetico. quasi scritture dell’anima. L’artista si frutta, così il mistero transita dai sensi al pensiero che si Vaso in terracotta
La sua avventura, nell’affrontare appropria, sempre più delle possibi- fa sempre più strada in Solaris, col suo modellato, sobrio h. cm 70
fulmineamente con acqua e sega- lità plastiche delle varie argille: ma esplosivo nell’immaginario spazio che apre luce nel
tura predisposta, su un corpo modella il suo diario plastico mol- rovesciamento dei piani e in quegli svuotamenti che
modellato, ingobbiato e cromato, tiplicando il metamorfismo miti- consentono al pensiero di viaggiare oltre.
incandescente, è da brivido; tutto co-religioso delle tematiche femmini-
questo per ottenere con la tecnica del raku una veloce li, perforando la materia per arricchire visioni di cieli SpazioBoccainGalleria Profilo di donna
perdita di calore ed ottenere, a rischio, l’attesa “magia”, allusivi che lo spazio connota. Giancarlo, laureato in mercoledì 29 giugno, ore 18,30 ceramica raku
di un cromatismo che si può ottenere solo con questi sociologia, sostiene che le sorti percettive vanno coordi- cm 45 x 35

Proportione di Luca Pacioli.


Attilio Rossi l’artefice del Classico Contemporaneamente, Rossi pub-
blica, nel 1951, Buenos Aires en tinta
Loris Pabos china: 130 suoi disegni presentati da
Borges, accompagnati da liriche di
Metti un tardo pomeriggio alla Libreria Bocca a parlare 54 artisti. Pablo Rossi, figlio di Attilio, ha poi ripercorso Rafael Alberti.
dell’incontro tra un pilastro della didattica cinese, Il la vicenda artistica e culturale di suo padre. È dunque simbolico che l’artista, alla
Classico dei tre caratteri, un pittore,Attilio Rossi, che è stato A 24 anni Rossi fonda con un gruppo di amici e dirige fine della sua lunga e operosa giorna-
anche ideatore e “costruttore” di libri, e un editore- Campo Grafico, la rivista che ha saputo introdurre nella ta che l’ha visto pittore e anche orga-
libraio, Giacomo Lodetti, che ha fortemente voluto grafica il contributo dell’arte moderna. nizzatore culturale (si deve a lui se
un’avventura editoriale emozionante e ardita come Trasferitosi in Argentina,Attilio Rossi si occupa di libri, nel 1953 Picasso prestò a Milano la
poche. È stato proprio Lodetti a ricordare come, nella e crea, tra l’altro, le prime collane economiche, che rin- grande tela di Guernica), si cimenti
ideazione grafica del libro, coinvolse Attilio Rossi, che, noveranno il mercato editoriale dei paesi americani di ancora una volta con la grafica, nel-
nonostante si fosse ormai dedicato completamente alla lingua spagnola. In occasione della messa a punto della l’impresa, propostagli da Lodetti, di
pittura, accettò la sfida e trasformò questa straordinaria prima collana, l’Austral, Rossi, nella fretta, disegna un trasformare il Classico dei tre caratteri in
opera, tradotta in italiano da Edoardo Fazzioli, in una orso polare bianco come marchio, ma sarà l’amico Jorge un suggestivo libro.
preziosa edizione. Ora, questo antico sillabario cinese è Luis Borges a salvarlo, ricordandogli che al Polo Sud non Anche Sergio Dangelo ha ricordato,
stato rivisitato in chiave pittorica: la nuova versione si ci sono proprio orsi. con un affettuoso intervento, il lato
intitola 90 Artisti per il Classico dei tre caratteri. In pratica, il Una frenetica attività editoriale caratterizza quegli anni umano di Attilio Rossi e il suo esse-
volume è stato suddiviso in dieci parti, ciascuna delle di lavoro, con 20 libri progettati e stampati ogni mese. re fin troppo schivo, un aspetto che
quali viene interpretata da nove pittori. Escono anche la prima edizione integrale delle opere di forse ha portato a sottovalutare il suo
A tutt’oggi si è giunti alla sesta parte con l’impegno di Federico Garcìa Lorca e un classico come De Divina valore artistico.
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Manifesto Elena Ferrari
Andrea Spiriti
“Saveart”
In aggiunta a quello che la mia antica collega Nadia Ri-
Saveart è un movimento artisti- ghi ha scritto, vorrei sottolineare un elemento-cardine:
il coraggio di Elena Ferrari, un coraggio che ha come
co a-partitico e a-politico che suo compenso l’evidente timidezza retorica quando si
intende restituire il maltolto tratta di parlare in pubblico, ma che è invece un corag-
gio di ricerca, cosa per un artista ancora più importan-
all’artista: la forza delle sue idee, te, più decisiva. Si tratta di questa capacità di affrontare
l’efficacia delle sue rappresenta- temi difficili, perché abusati da secoli, da millenni di pit-
tura: parlare di nudo, parlare di paesaggio oggi è evi-
zioni, l’unicità della sua inter- dentemente più complesso che nel 2000 a.C., ed è
pretazione del mondo, la libertà altrettanto chiaro che avendo alle spalle una sovrabbon-
dante tradizione occidentale che su questi temi si è eser-
di esprimerla, di proporla in citata quasi “ad nauseam”, è evidentemente molto bello
contesti adeguati. vedere che dei giovani abbiano ancora il coraggio di
affrontarli con grande energia, con grande vigore, non
Saveart vi avverte che il pianeta accontentandosi di prove, ma giocando su un esercizio
Terra è già saturo: di merce e di tematico prolungato: vedrete infatti quelle che sono in Ragazza, 2005, tecnica mista su carta, cm 60 x 40
rifiuti. fondo numerose variazioni, sempre originali, su alcuni
pochi grandi temi di base.Vi è coraggio anche in un ni da quella che è una ricchissima ed antologica cono-
Saveart aggiunge che il pianeta altro senso, questo riuscire ad essere poetica trattando scenza della pittura occidentale; ma tutti questi spunti,
argomenti non facili, usando sia sul piano tecnico, e assolutamente intuibili ma da una lettura smaliziata, sono
Terra è già poverissimo: di quindi con una ricerca che è veramente inesausta, sia su però perfettamente fusi in quello che è uno stile perso-
risorse. un piano concettuale quello che è un continuo con- nale, uno stile che è sicuramente un linguaggio, un lin-
Saveart salva il pianeta Terra, frontarsi, non accettare mai come terminale il proprio guaggio individuale, che è quindi un qualcosa di ben
punto d’arrivo, affrontare la sfida di ambiti che sono diverso dal saper tecnicamente far bene pittura; è un
lascia fare agli artisti, i nuovi sempre lì ad un passo. In fondo chi parla di paesaggio qualcosa in più che è pienamente risultante dalla giova-
alchimisti che sanno trasforma- rischia sempre di fare la cartolina illustrata, chi parla di ne ma abbondante produzione di questa bravissima arti-
nudo rischia sempre di fare cose grossolane, evidente- sta, e che trova qui una più che adeguata ed articolata
re i rifiuti in risorse. mente la sfida è sempre aperta, ma sfida, bisogna dire, codificazione in grado proprio di leggere, come dire un
Saveart lancia la sfida, qui e ora, vittoriosa perché in entrambi i casi la ricerca costante work in progress, una ricerca, che è ben lungi dall’essere
sul paesaggio, qui rappresentata soprattutto dalla produ- compiuta.
agli artisti e ai designer di tutto zione grafica, e la ricerca sul nudo, hanno invece questa Trascrizione del discorso dell’11 dicembre 2004
il mondo che progettano oppu- continua capacità di giocarsi, di arrivare a conseguenze
re hanno già iniziato a utilizza-
decisamente positive. SpazioBoccainGalleria
Vi è poi un’autentica sapienza citazionistica: la pittura di dall’8 al 22 giugno
re materiali salvati, ossia ricicla- Elena Ferrari è ricchissima di spunti, citazioni, variazio-
ti, per dare corpo alla propria
creatività e al proprio stile: Ma-
nifestatevi! Saveart è il vostro Quando l’arte ruota di 180°
Luciano Lepri
megafono, il tazebao dell’artista
nel nuovo millennio. Si chiama “dispositivo automatico di rotazione per qua- to ottico. Come ricorda l’autore l’apparecchiatura —
Saveart vi informa che è possi- dri, immagini e similari” ed è stato depositato presso che suscita sempre grande curiosità nel pubblico — può
l’ufficio internazionale brevetti di Bologna dall’ideatore essere utilizzata per opere pittoriche o grafiche, figurati-
bile abbinare sensibilità e salva- e realizzatore: Bonfiglio Costetti, pittore, coadiuvato per ve o astratte, come, con i dovuti aggiustamenti, si può
guardia dell’ambiente con crea- la parte elettronica del dispositivo da Danilo Dallari. adattare anche alle sculture, costituendo, un valido stru-
Ma cos’è, e a cosa serve, questo “dispositivo automatico mento finalizzato alla didattica.
tività pindarica. Saveart traccia i di rotazione per quadri” mostrato, con successo, alla Certo sarebbe interessante vedere alcuni celebrati capo-
binari su cui scorrerà l’arte del terza Biennale Internazionale d’Arte di Firenze, tenuta- lavori dell’arte contemporanea dai cubisti, ai dada, agli
si presso la Fortezza Medicea Girifalco, in occasione astrattisti, agli informali, applicati sul “dispositivo auto-
prossimo millennio. Poi Saveart della Rassegna d’Arte Contemporanea Artexit, e del matico di rotazione” di Bonfiglio Costetti e valutare se
vedrà. Saveart non intende tor- quale si sono interessati La Gazzetta di Reggio e Il anche dopo 180° di rotazione conservano o — e perché
Tirreno? Ce lo spiega direttamente l’artista reggiano, no — accrescono il loro fascino. Di sicuro questa appa-
nare a un mondo utopico senza Bonfiglio Costetti:“Il tutto è nato dall’esigenza di crea- recchiatura può essere uno stimolo per tanti pittori che,
macchine. Vuole usare le mac- re un’opera pittorica innovativa che contenesse in sé utilizzandola, vedrebbero sollecitata la propria fantasia e
chine per salvare il mondo. qualcosa di concettualmente nuovo: riuscire a realizzare il proprio ingegno alla ricerca di un’opera valida e godi-
sullo stesso supporto (tela o tavola) due vedute paesag- bile — così come la definisce Costetti — sia che sia “sta-
Saveart inaugura il nuovo modo gistiche iconograficamente completamente diverse, di tica” o “dinamica”.
di comunicare con il pubblico e cui una venisse svelata solo dopo una rotazione del Meccanismo brevettato
quadro di 180°”. con quadro in movimento. Base quadro 1
con la comunità scientifica e Ma a questo punto chiediamo all’ingegnoso
tecnologica. pittore-inventore: Qual è lo scopo di tutto ciò?.
“Volevo dimostrare ai fruitori dell’opera d’arte,
Porta l’arte in laboratorio e i che la percezione di realtà vera, unica ed immu-
laboratori nella casa delle Muse, tabile, ricevuta guardando il quadro ‘statico’,
attraverso il senso visivo, era solo apparenza.
negli atelier, nelle accademie. Infatti con il passaggio dal quadro ‘statico’ a
Saveart è il nuovo punto di dif- quello ‘dinamico’, attraverso la sua rotazione
tramite il mio congegno era possibile andare
fusione per progetti e ricerche oltre l’apparenza. Il pubblico — prosegue il pit-
innovative e coerenti con il tore — si trova, così, di fronte alla stessa tela sulla
quale poco prima c’era un paesaggio comple-
necessario bilinguismo dell’arti- tamente diverso da quello ammirato dopo la
sta: estro e creatività da un lato, rotazione. Insomma l’opera mantiene le stesse
caratteristiche tecniche ma presenta due diversi
ricerca teorica, scientifica e modi di leggerla. Lo scopo — conclude
umanistica dall’altro. Bonfiglio Costetti — mi sembra così raggiun-
to: dimostrare che quanto si basa su un elemen-
to sensibile, nel caso specifico la vista, è un dato
Maria Teresa Illuminato: in divenire, per nulla immutabile e pertanto fal-
lace”. In questo modo il nostro artista-invento-
Ideatrice e fondatrice re ha la possibilità di mostrare, in un unico lavo-
del movimento “Saveart” ro due composizioni, assolutamente diverse a
Cristina Muccioli: Critico d’arte seconda che le si guardi prima e dopo la rota-
zione sullo speciale “dispositivo”; è ovvio che
questi dipinti elaborati con grande tecnica e
capacità inventiva, vengono appositamente stu-
diati ed eseguiti per dare questo peculiare effet-
22
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voltar pagina. Ha il suo proprio tratto distintivo con presenza ingombrante e laboriosa delle macchine
cui, inarrestabile, dipinge, affresca, decora, scatta, filma. estrattive. Sono dei dinosauri meccanici, con le zampe
Cambiano gli strumenti. Al posto del pennello può allargate ben salde nel punto in cui hanno odorato la
usare una macchina fotografica digitale. A volte dispo- preda. Con un lungo collo e un muso ispettore che
ne la tela con un rituale e un piglio che lo fa somiglia- aritmicamente penetra il terreno e risucchia, penetra e
re a un torero che fa carambolare la mantiglia, per ini- risucchia. La ripetitività del movimento e il clangore
ziare a copiare dai suoi ricordi, dalle sue immagini inte- delle parti metalliche del mostro meccanico zoomorfi-
riori, quasi disturbate dalla presenza discreta e paziente co reinventato da un abilissimo tecnico del suono, sono
— quasi un’assenza — di una modella, o di uno squar- ipnotizzanti.
cio paesaggistico urbano. Bisogna selezionare dei lavo- Quell’olio di pietra, come lo chiamavano gli antichi,
ri per una mostra. E con quale criterio? che zampilla così di frequente in Albania dalle sorgenti
Quali sono i più “belli”? Che cosa si intende per come l’acqua, per incedere nella sua lenta pastosità
“bello” quando una tela è imbrattata di bitume lacri- sinuosa da rettile onnivoro, non sarà mai “un olio mine-
moso e rappreso, puzzolente pure, da vicino, ma lascia rale potenzialmente inquinante da raffinare ecc. ecc.” La
trasparire sotto quella patina una raffinatezza lirica del sua identità originaria e calcificata nelle definizioni utili
tratto, un amore religioso per il corpo umano, un’at- al senso comune, è stata dispersa in mille rivoli di signi-
tenzione ossessiva alle leggi prospettiche: gli spigoli vivi ficazioni altre. Tutte vere. Tutte forti e memorabili.
dei palazzi che tagliano l’immagine più di uno squar- Nessuna esaustiva: ora è energia pura che fa pulsare il
cio e moltiplicano, spostano, confondono per eccesso di cuore a un treno affusolato ad alta velocità, che scalpi-
nitore il punto di fuga. Il petrolio lo ha sedotto. ta in sosta coatta in una galleria-di-forza.
Gli piace la densità, la lucentezza, quel suo avere un’a- Ora è una patina di tristezza uggiosa su una Milano
nima gassosa, rapita dagli ultimi surreali scatti fotogra- dall’eleganza stanca, lisa, verticalizzata nella speranza di
fici, che si diverte a soffiare da dentro e a ingioiellarsi distogliere qualche sguardo dalle vetrine clonate, e far
di collier di perle-bollicine in cui il mondo, incurvan- reclinare qualche testa all’indietro in cerca di tetti, mae-
dosi, si rispecchia. Il petrolio ha il colore della nostalgia stosità, e cieli negletti; ora è poltiglia di lacrime e rab-
per il suo paese, di cui ama e rievoca anche le bruttu- bia, di orrore ed estasi sul volto sfigurato di una giova-
re, gli angoli squallidi, se sono pregni di vita vissuta, di ne donna. Bionda.
passato recente, di significati che
possono ispirare un pittore o un
artista. Non un turista. Per esempio
le fabbriche, dirute, medievali, un
po’ spettrali, in un paesaggio non
ben identificabile — cos’è?
Campagna, entroterra marino,
montagna? In che epoca siamo? —
L’oro nero, 2004 le fabbriche, dicevamo, che presi-
fotografia su alluminio
cm 40 x 30
Eltjon Valle diano i pozzi della Nafta, parola
albanese che significa proprio
Cristina Muccioli
petrolio, parola che è entrata a far
parte del nostro vocabolario in
Guardare le opere di un artista, una dopo l’altra, una maniera del tutto inconsapevole a
accanto all’altra, vuol dire per lo spettatore istruire il partire dal secolo scorso.
proprio occhio a considerare il mondo con gli occhi di In un cortometraggio appena rea-
Guggenheim, 2004 chi l’ha ritratto, rappresentato, “deformato” con i pro- lizzato Valle ci restituisce, mescolan-
petrolio su tela pri sentimenti, con i propri tratti denotanti. do a modo suo, uno stile documen-
cm 40 x 70 Valle non ha un’evoluzione stilistica, un’involuzione, un tario con uno narrativo-epico, la

Sergio Pedrocchi
Franco Patruno

L’infittirsi dei segni neri incisi, sino ad un intreccio a tal punto avvolgente da creare una sorta
di oscuramento di cielo, non appesantisce il campo visivo. Il paradosso — ma la contraddizio-
ne apparente ha alle spalle la tradizione della gloriosa follia reticolare del grande Rembrandt —
è l’effetto di leggerezza, del respiro interno, del vortice che libera inediti ed assoluti squarci. Non
ci son dubbi sull’abilità tecnica di Sergio Pedrocchi: quando, con Franco Farina, un decennio fa
ci mostrò, oltre ad una felice serie di chine macchiate sul tema del Compianto, le sue acquefor-
ti e punte secche, si pensò subito ad un’esposizione a Casa Cini che presto ebbe modo di cir-
cuitare anche in Germania. Con la velocità del tratto a pastello Sergio creò poi una sequenza
di schizzi durante un viaggio dalla Lombardia alla Sicilia. Ospitato in un convento e avvolgen-
dosi nel silenzio che gli è abituale nel suo casale alle pendici delle Dolomiti di Brenta, pensò ad
un’officina grafica che collegasse il calore dell’isola che tange il Mediterraneo con l’austerità delle
atmosfere rocciose del Trentino. Ed è effettivamente un racconto itinerante la parabola artistica
di Pedrocchi, ma con l’ostensione narrativa che prevede, come nelle cadenze del canto grego-
riano, delle pause e dei confortanti ritorni a casa. Stupisce sempre la sua riflessione grafica, per-
ché tutt’altro che umorale ed istintiva, anche se l’effetto immediato sembra quello di un Action
Painting di raffinatezza estrema. E‚ più Scanavino che emoziona l’artista, anche se l’eleganza del
pittore genovese gli è scritta nella mano ancor prima d’essere esplicita coscienza, secondo un
sentire che è un convenire ad una comune costante dell’interiore percezione dei segni. Non si
pensi tuttavia ad un esercizio puramente formale o di mera vetrina d’abilità, perché Pedrocchi
non limita al non figurativo — inteso come assenza dell’iconismo legato ai tratti contornuali
del modello umano — la sua indagine: spesso,
le atmosfere tangibili ed ombratili delle situa-
zioni esistenziali s’evidenziano in una sagoma-
tura o nel duplice effetto dell’astrazione e della
forma che ci è data non in platonica attesa della
liberazione dell’anima, ma nella sagomatura che
s’intuisce nel cuore delle sue incisioni. Anzi, è
tutta esistenziale la tensione dei tendini grafici
che sembrano esili, tanto son leggeri, quanto
impossibili ed impassibili ad ogni facile sdruci-
tura.E in quell’intensità che s’affolla,l’ansito che
preme crea varchi come pretesa d’esserci e
redenzione da ogni oscuro annullamento in un
empireo dell’indistinzione. E poi s’acquieta
l’impeto della mano, per svolgersi nel riposo
dello sguardo.
Ma per poco: l’impulso creativo, che non s’in-
venta in un mattino d’illusioni, preme.
Riprende il viaggio ed il cammino è sempre più
simile al pellegrinaggio verso una meta.

Tecnica mista su carta, 2004, cm 40 x 55


ciò che Francesco d’Assisi fece nel ’200 della propria
Giorgio Bulzi arte. Preghiera vivente nel caso del Santo umbro, pittura
altrettanto viva nel caso dell’artista milanese, che in oltre
Artista poliedrico vent’anni di lavoro e di affinità con il gotico e il sacro, ha
attraversato l’informale, il gestuale, la ricerca segnica del
Nicoletta Saini Lanzetti
’900 sino ad occuparsi di calligrafia, con stimabile cono-
scenza e abilità di riproduzione e comprensione degli
Perché esporre le opere d’arte? Se lo chiedeva Ananda alfabeti antichi e delle scritture extraeuropee.
K. Coomaraswamy nel suo Come interpretare un’opera Forse bisognerebbe aggiungere alla domanda perché
d’arte, facendo una distinzione tra opere antiche, opere esporre le opere d’arte: che cos’è la pittura? In questo
moderne e opere esotiche. La risposta è articolata, me- caso è una presenza costante, un’instancabile volontà,
riterebbe senza dubbio uno spazio in più. Ma nel caso l’applicazione di un ordine e di una armonia, anche
di Giorgio Bulzi lo spunto preso in prestito dal noto quando educa all’immagine i bambini delle scuole ele-
studioso angloindiano, aiuta a comprendere chi è que- mentari, quando disegna e realizza lampade e lampada-
sto artista, che cosa fa, come vive, perché seppur non ri, quando progetta mobili o impagina libri, quando
esponga i suoi lavori da circa tre anni né a Milano, la pratica la scherma moderna e classica giapponese op-
sua città di residenza e di lavoro, né in nessun altro pure, e non ultima per importanza tra le altre attività già
luogo in Italia e all’estero, continui volontariamente a citate del pittore, quando naviga per mari.
produrre pittura, e a sostenersi con la pittura. Giorgio Bulzi, un padre che l’ha invogliato all’arte
Dalla prima uscita pubblica dal titolo Proibito leggere, all’età di cinque anni (la moglie ne conserva la testimo-
all’ultima esposizione personale, Tuono nel cielo, dedica- nianza con un paesaggio montano verde smeraldo), più
ta a Gengis Khan, con il patrocinio del Consolato di che esprimersi, nel senso comune dell’accezione, appli-
Mongolia, sono passati quattordici anni e decine di ini- ca a sé stesso e a ciò che lo riguarda l’essenza stessa del-
ziative singole e collettive sparse un po’ ovunque, New l’espressività.
York e Canada compresi.Allora il pittore era un venti- La tecnica che gli appartiene non è limitata all’ambito
cinquenne dalla capace giovinezza, oggi, di un anno di una tela, di un’estetica e di qualche aperitivo consu-
oltre i quaranta, è un artista che della sua arte ha fatto mato prima di cena, ma è appunto preghiera vivente
per raggiungere attraverso vitae forma et
regula la competenza di ciò che dev’esse-
La fabbrica
re espresso. delle favole
Così se dalla prima mostra all’ultima Corsi di illustrazione:
sono passati quattordici anni nulla è di Largo Mario Affede, 5
fatto cambiato nello spirito di questo • Francesca Chessa 62100 Macerata
Come nasce un libro illustrato Tel/fax 0733.231740
artista, più consono all’arte medioevale cell. 3284535545
che a quella moderna. dal 18 al 23 luglio fabbricadellefavole@tiscali.it
È solo cresciuto negli anni, ha solo raffi- www.lafabbricadellefavole.com
• Carll Cneut
nato ciò che aveva già. Coomaraswamy Pastello e acrilico
invita a esaminare la teoria dell’arte di dal 25 al 30 luglio
ogni singolo autore, «per comprenderne
il senso realizzato “con” l’arte», e in me- • AnnaLaura Cantone
rito all’artista del medioevo sottolineava Fantasy builkding
che «non era un genere speciale di dall’1 al 6 agosto
uomo, ma ogni uomo un genere parti-
colare di artista». • Pia Valentini
Da Katori Shinto Ryu, un pigmento Forza e poesia del tratto
vegetale su tela del 1988 a Il Messaggero dall’8 al 13 agosto
del 2002 (china cinese, smalto oro, pig- Corsi di scrittura:
mento vegetale e oggetti su tela) è certa-
mente passato del tempo ed è sicura- • Luigi Dal Cin
mente migliorata una potenzialità. Gli strumenti dello scrittore
Ma il tempo in sé non trasforma, aiuta dal 28 al 30 luglio
solo a essere ciò che si è.
• Chiara Carminati
La parola e l’immagine
Abraxas, 2001, tecnica mista su tela, cm
100 x 100, © Courtesy Franco Colnaghi
dall’8 al 13 agosto

in quanto ritratto di un originale - non


Matteo Soltanto esiste più, e infatti con elvetica malizia
Jakob Burckhardt ricordava che, negli
Viaggio al termine del ritratto ultimi tempi della sua vita, il maestro di
Leida non aveva più avuto commissioni
Roberto Cresti
di ritratti poiché a nessuno faceva piacere
d’essere ricordato in famiglia “come un
Diciamolo subito: l’impatto è forte. L’aria che si respira identificare la materia prima delle opere di Soltanto, problema di luce”. Parlo di grandi esem-
intorno odora di zolfo, e l’idea di una combustione nelle quali è proprio l’“apparizione come sparizione” pi poiché essi sono soprattutto — come
prossima a irrompere al di qua della tela conferisce ad del volto a fissare gli estremi del “ritratto”. Esso non è la storia in se stessa — dei paradigmi
ogni immagine una consistenza sospesa fra il decadi- pertanto l’immagine di un soggetto ma la vicenda di ideali attivi nello spirito di ogni indivi-
mento organico e la rivelazione spirituale. una sua fotografia elevata a metafora dell’esistente inte- duo. E se potessi nominarli con delle
È comunque evidente che, malgrado le apparenze, que- ro, come appunto una materia prima. Rilevarlo non è semplici lettere, come Vincenzo Cuoco
ste fisionomie non possono esser dette dei ritratti poi- però sufficiente se non s’aggiunge subito che Soltanto, suggeriva di fare con i grandi di ogni
ché la diffusione dei lineamenti a brattee oppure il loro proprio perché assume tutta la realtà in termini foto- tempo, mi limiterei ad associarli a una
scavo in solchi di aciduli piovaschi, l’ombra semicarbo- grafici, opera al fine di liberarla e di liberarsi dai limiti funzione logica. E’ questa infatti che
nizzata degli occhi ed altre sottrazioni, aboliscono il della ripetizione. Egli infatti elabora il fotogramma di conta più di tutto, e che ciascuno nei suoi
rapporto con l’originale. Ma Matteo Soltanto non si partenza con l’intento di sottrarlo al suo prestabilito limiti è chiamato a seguire e, se lo può, a
limita a questo: egli inverte alla radice il venire alla luce “non ancora” e a tal fine impiega tutti gli strumenti rinnovare. È infine un’aria baconiana a Ritratto, 2005, olio su tela, cm 90 x 70
del volto e mentre ritrae un soggetto dotato in origine espressivi della pittura. I suoi colori agiscono così sui circolare in questi suoi lavori, evocando
di una propria identità ne dissecca l’“umano” in un fos- contrasti fondamentali dell’immagine, colmando le un clima spirituale da vicolo o pub lon- Ritratto, 2005, olio su tela, cm 130 x 110
sile anonimo, rendendo l’anatomia del viso una pelli- assenze o estinguendo le presenze, con una alternanza dinese ove si ricordava con rabbia, e le
cola sulla quale il tempo si irrigidisce e dirama in labi- e un’inversione di effetti che creano un’immagine ori- immagini prese direttamente dalla realtà
rinti di pieghe o di rughe. ginale. Ed è ovvio che, in tal modo, la somiglianza fra divenivano, attraverso la fotografia o il
(…) Si può infatti notare come questi “ritratti” bloc- l’immagine stessa e il suo contenuto subisce una dupli- cinema, dei foto-grammi da incendiare o
chino le metamorfosi vitali del volto alle soglie tra la ce rimozione poiché da un lato viene meno quella tra da solcare coi più corrosivi succhi del
luce e l’ombra: tale possibilità si deve alla fotografia, da la fotografia e il suo contenuto, dall’altro quella del corpo e della mente. Londra — la stessa
cui Soltanto comincia a lavorare come se fosse una volto con il modello fotografico. Di questo anzi resta terra desolata attraversata da Eliot — assi-
materia prima che egli irradia sulla tela. Se allora la pochissimo, ed è per ciò che Soltanto supera le analo- steva all’estrema eclisse del personaggio
fotografia è una materia prima, può esserlo esclusiva- ghe esperienze della pop-art, nel senso che non modi- uomo, la cui immagine perdeva ogni
mente in modo paradossale poiché da essa si ricrea fica un’immagine di pubblico consumo per crearne identità facendosi un vuoto doloroso, sul
sempre una forma che è già finita prima di comincia- un’altra soggetta allo stesso destino, bensì riscatta il quale di lì a poco le comunicazioni di
re, e ogni sua riproduzione o uso avrà un’eventualità in fondo anonimo d’ogni immagine agendo sull’identità massa avrebbero iniziato a tessere il loro
cui l’infanzia del “non più” ed il decadimento verso il estetica della sua materia. Quel processo di inversione velo di Maia. I ritratti di Matteo Soltanto
“non ancora” sono sovrapposti e l’una determina l’al- nel venire del volto alla luce si rivela allora sì una per- nascono su quel velo, ma lo tendono, lo
tro come un’apparizione in via di sparizione: come un dita dell’umanità del soggetto ma anche una sua rinno- bruciano e l’abbassano fino a farlo aderi-
movimento di entrata e uscita della luce dal tempo. vata “illuminazione pittorica”. re di nuovo a quel vuoto di rughe senza
È dunque in questo immobile movimento che si deve (…) Già in Rembrandt è però evidente che il volto - età che è rimasto chiuso dall’altra parte.
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Matteo Rosselli
( Firenze 1578 - 1650)

La morte di Adone

www.mirexspa.it
email: mirexspa@tin.it PER L’ARTE

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