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Elaborare una ricerca filosofica sui fondamenti della biopolitica, per quanto sintetica e riassuntiva, implica lindividuazione di un numero

di temi e problemi estremamente complessi, che affrontati in tutta la loro rilevanza rischiano di confondere schemi da sempre in gioco nella prassi e nella teoria socio-politica. Se la storia di un concetto non coincide mai con la storia di un termine, questo straordinariamente vero nel caso della locuzione biopolitica, che secondo gli annali fu coniata da G. Bataille, ma che nellinterpretazione di Michel Foucault acquista maggiore peso specifico in una prospettiva di dialogo interdisciplinare, questo dalla fine degli anni 70. La collocazione storica in pieno clima post-strutturalista del termine biopolitica non vieta di risalire indietro nel tempo, per rintracciare il balckground trans-ideologico[1] che lo sottintende, e di proiettarlo nel futuro, ai nuovi scenari svelati dal dibattito sulla globalizzazione, con lemergere di un significativo ruolo delle differenze nella formazione della coscienza planetaria, sulla scia della gadameriana fusione dorizzonti. Operando al di l delle tradizionali frontiere ideali e reali, la cultura del dialogo ha posto tra parentesi il dialogo tra le culture, con lapporto di aspetti positivi (il sorgere di una coscienza planetaria pi ampia e armonica) e negativi (lappiattimento delle diversit, lunanimismo sociale e comportamentale). Ma che sintende esattamente con lespressione biopolitica? Tentiamone una definizione: la biopolitica la dimensione verticale in cui sincontrano le categorie del biologico e del politico, tuttavia definire la biopolitica cos significa limitarla ad una sola direttrice di senso, impoverendone gli eloquenti contenuti; per questa ragione il buon senso ci far rinunciare a questa come ad altre innaturali operazioni di reductio ad unum, e riconoscere vari itinerari sui quali lavorare. Uno di questi scorgere nella biopolitica un concetto aperto alla storia, compresa la storia del presente e quella non scritta del futuro, e quindi rintracciabile in molte varianti nelle filosofie di Platone, Giordano Bruno, G.B. Vico, H. Spencer, O. Spengler, J. Evola, Aurobindo, e che assume una fisionomia eclettica in alcune forti personalit intellettuali della Francia contemporanea: Bataille, Foucault, Derrida, Laborit. Come si vede, lalbero genealogico della biopolitica piuttosto intricato, problematico e poliforme, assai di pi di come la ben pi recente vicenda terminologica sembrerebbe supporre. Riportata in luce da Foucault nel quadro della sua museale (ma piena di idee) archeologia del sapere, la biopolitica incide su varie ed infinite matrici culturali: politica, societ, letteratura, biologia, scienze umane, psicologia, sociologia, etc... La biopolitica, la fusione dellorizzonte biologico con lorizzonte politico, in vista di una vita e di una politica per

il futuro, stranamente anche una pista per analizzare lopera di Michel Foucault, che si determina come unesplorazione irrisolta in una terra di nessuno tra bios e politik, tra vita biologica e vita sociale, secondo lassunto aristotelico che vuole luomo zoos politikos, animale politico perch sociale e viceversa. Ma la biopolitica in Foucault soprattutto un tema cardine del suo lavoro; leclettico pensatore francese ha studiato costantemente le possibilit di resistenza del biologico e del vivente rispetto alla dinamica del politico, traccia seguita esemplarmente in alcune grandi opere, come Storia della Follia o Sorvegliare e punire, pietre miliari della sua archeologia del sapere, ma anche singolari tentativi di storicizzare la progressiva crescita dellinvadenza del potere istituzionale sulla vita e le sue espressioni pi incontrollabili. Relativamente ai fenomeni dellinternamento dei folli e della criminalizzazione la politica individua un processo di oggettivazione che abolisce o comunque delimita le individualit, destituendo il singolo della sua forza di incidere sulla vita come soggetto e non come oggetto di conoscenza categoriale, usando questo termine nellaccezione fenomenologica, alla Husserl, un tipo di conoscenza che deriva dallassunzione di determinate categorie, e quindi indirettamente rispetto allErlebnis, al vissuto esistenziale autentico. Nellottica foucaultiana la biopolitica assume un profilo complesso; la biopolitica pu essere descritta come una strategia difensiva della vita (individuale e sociale) che si pone contro latteggiamento politico per affermare s stessa; in questo senso pure lesperienza letteraria acquista un valore in prospettiva biopolitica, in quanto permette di elaborare la resistenza della vita allorizzonte politico non solo come spinta trasgressiva, secondo la tradizione romantica dellartista tutto genio e sregolatezza, naturalmente attratto dallantipolitica e dal contropotere. Esiste per Foucault una modalit di elaborazione della resistenza in letteratura che esula dallindividualismo romantico e dal ribellismo, in direzione di un progetto esistenziale che amplia lo schema della filosofia di Heidegger sulla base di precise suggestioni sartriane. Tuttavia il legame tra Sartre e Foucault, pur attestando una sensibilit sociale affine, rischia di farci smarrire le coordinate della specificit foucaultiana, che, lungi dal tessere acritiche e facili lodi del Contropotere, scorger nel fatto letterario una splendida manifestazione dell'essere insieme, dell'agire condiviso che rende possibile al singolo di esprimersi come soggettivit libera e liberamente resistente alla categoria del politico, senza che questa resistenza si traduca come altro dal potere (contropotere).

La letteratura consente di controllare l'ordine del discorso e di dare un senso non transeunte al disordine della parola. Per tale via, lelaborazione linguistica e letteraria costituisce un momento privilegiato in vista dellindagine sulla dimensione politico-sociale. Foucault riflette sul singolo come soggetto e non come oggetto; tale soggettivit non dovr affermarsi contro ma nel potere, non individualisticamente ma socialmente e collettivamente, in una dimensione dincontro tra biologico e politico, tra esistenziale e categoriale, tra privato e pubblico, dimensione che a questo punto non possiamo non definire biopolitica, assumendola a cifra di un rinnovato atteggiamento di apertura al mondo ed alle

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