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LINTERVISTA
Genere: racconto
fantastico
Il racconto che segue, intitolato Lintervista, dello scrittore Primo Levi (Torino, 1919-1987; Percorso 6, p. 387). Esso si basa su una situazione paradossale, apparentemente assurda, che per intende rivelare verit profonde (quella della televisione come specchio e come modello di comportamento degli individui, quella dellincontro con laltro, il diverso ecc.).
ra ancora buio fitto e piovigginava. Elio rientrava dal turno di notte, ed era stanco e assonnato; scese dal tram e si avvi verso casa, prima per una via dal fondo dissestato1, poi per un viottolo privo dilluminazione. Nelloscurit ud una voce che gli chiese: Permette unintervista? . Era una voce leggermente metallica, priva dinflessioni dialettali; stranamente, gli parve che provenisse dal basso, presso i suoi piedi. Si ferm, un po sorpreso, e rispose di s, ma che aveva fretta di rientrare. Ho fretta anchio, non si preoccupi, rispose la voce: In due minuti abbiamo finito. Mi dica: quanti sono gli abitanti della terra? . Su per gi quattro miliardi. Ma perch lo chiede proprio a me? . Per puro caso, mi creda. Non ho avuto il modo di fare scelte. Senta, per favore: come digerite? . Elio era seccato. Cosa vuol dire, come digerite? C chi digerisce bene e chi male. Ma chi lei? Non vorr mica vendermi delle medicine a questora, e qui al buio in mezzo alla strada? . No, solo per una statistica, disse la voce, impassibile 2: Vengo da una stella qui vicino, dobbiamo compilare un annuario3 sui pianeti abitati della Galassia, e ci occorrono alcuni dati comparativi. E come mai lei parla cos bene litaliano? . Parlo anche diverse altre lingue. Sa, le trasmissioni delle vostre TV non si fermano alla ionosfera4, ma proseguono nello spazio. Ci mettono undici anni abbondanti, ma arrivano fino a noi abbastanza distinte. Io, per esempio, ho imparato cos la vostra lingua. Trovo interessanti i vostri sketch5 pubblicitari: sono molto istruttivi, e credo di essermi reso conto di come mangiate e di quello che mangiate, ma nessuno di noi ha idea di come digerite. Perci la prego di rispondere alla mia domanda .
Il ritmo del racconto caratterizzato da una prosa essenziale e concisa, in cui la struttura sintattica si presenta lineare ed basata sulla paratassi, per lo pi costruita per polisindeto (la congiunzione e insistentemente ripetuta). A tratti esso si fa incalzante, con unefficacia stilistica commisurata alla concisione del racconto e alla lucida etica che percorre la scrittura di Levi.
Nel dialogo tra i due personaggi, un umano e un alieno, viene usato il registro medio, ma con sfumature che oscillano tra il registro elevato (Permette unintervista?) e quello basso (Non vorr mica vendermi delle medicine a questora, e qui al buio in mezzo alla strada?).
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PERCORSO
la narrazione
fantastica
Lyonel Feininger (1871-1956) dipinge questopera nel 1907. Nato a New York ma di origini tedesche, si trasferisce in Europa a sedici anni con i genitori, entrambi musicisti. Scoperta la propria vocazione, lavora inizialmente come caricaturista politico per riviste satiriche, e passa poi alla pittura, in stretto contatto con le avanguardie artistiche tedesche e francesi; nel 1936 torna negli Stati Uniti dove si dedica alla pittura e al fumetto davanguardia. Tutta la sua opera attraversata da una vena sperimentatrice, spesso ironica. Luomo raffigurato in questo quadro ha dimensioni smisurate, la sua figura dinoccolata si slancia in verticale ed come costretta dai confini stessi della tavola a piegare il collo e le spalle per non uscire dai margini (il cappello in parte fuori). La linea longitudinale del suo corpo spigoloso spicca al centro del quadro per la posizione in primo piano e per il bianco del vestito; sullo sfondo un paesaggio urbano (forse una via di Parigi) ripete nelle linee architettoniche (la torre rossa, i camini, le finestre, il portone verde) la fuga verso lalto della figura umana. I colori del quadro sono intensi e innaturali, come in un fumetto. Alla maniera del fumetto e della caricatura appartiene anche la distorsione del corpo del personaggio, che dalla sua mole torreggiante domina la scena con un atteggiamento in apparenza indolente. Luomo cammina fumando la pipa, con le mani in tasca, forse pensieroso. Al centro del quadro, proprio dietro luomo bianco, si inserisce il piccolo triangolo di un uomo nero, che cammina nella stessa direzione, ugualmente con le mani in tasca. Se la direzione e la postura accomunano le due figure, questa pare essere lunica somiglianza, mentre decisamente pi significative appaiono le differenze: innanzitutto la sproporzione delle dimensioni, ma anche il colore dei vestiti. Bianco e nero suggeriscono simbolicamente lidea dei contrari: della luce e del buio, del palese e delloscuro, del bene e del male. Luomo bianco cammina sicuro in un paesaggio dominato dalla sua statura e dalla luce in cui si staglia il suo profilo; dietro di lui luomo nero raffigura per linsidia del doppio, la parte nascosta dellio che si fatica a scorgere, lanima senza volto, sconosciuta e inquietante. Razionale e irrazionale, naturale e soprannaturale coesistono in questo quadro, suggerendo che la realt possa contenere aspetti imprevisti, forse spaventosi oppure divertenti, comunque misteriosi, inesplicabili.
Lyonel Feininger, Luomo bianco, 1907, olio su tela, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
La narrazione fantastica
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Stefano Benni
Stefano Benni nasce a Bologna nel 1947. scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista; collabora con i suoi articoli satirici e di costume a quotidiani (la Repubblica, il manifesto) e a riviste (MicroMega, Linus). Il suo primo libro, Bar sport, uscito nel 1976, rivelandone la vena comico-satirica e il pungente umorismo. Da allora Benni ha scritto numerosi romanzi, raccolte di racconti, poesie, opere teatrali; fra questi le poesie Prima o poi lamore arriva (1981); il romanzo satirico fantascientifico Terra! (1983); il romanzo sullalienazione urbana Comici spaventati guerrieri (1986); il romanzo fantastico La compagnia dei Celestini (1992); le raccolte di racconti Il bar sotto il mare (1987) e Lultima lacrima (1994); le raccolte di brani teatrali Teatro (1999) e Teatro2 (2003). Pubblicazioni recenti sono Achille pi veloce (2005), storia di unamicizia tra Ulisse, scrittore, e Achille, ragazzo costretto allimmobilit ma colto e vitale; Margherita Dolcevita (2006), storia di una ragazzina di quattordici anni che cerca di difendersi con la forza della fantasia dalle tentazioni della societ del consumo; La grammatica di Dio (2007), raccolta di racconti fantastico-satirici. Le opere di Benni sono sempre fortemente legate ai problemi sociali e politici contemporanei, che vengono affrontati attraverso invenzioni fantastiche rese con uno stile ricco di comicit. La variet degli interessi dellautore investe anche il cinema (nel 1989 ha curato la regia e la sceneggiatura del film Musica per vecchi animali) e la musica: nel 1998 Benni ha allestito con il musicista Paolo Damiani lo spettacolo di poesia e jazz Sconcerto, e dal 1999 cura la consulenza artistica del festival jazz Rumori mediterranei di Roccella Jonica (Reggio Calabria). Insieme al giudice Libero Mancuso ha dato vita in una Casa del popolo di Bologna alla Pluriuniversit dellImmaginazione, dove si svolgono seminari culturali, filosofici e politici.
lautore
Il volto
lanima
hi questuomo dai capelli bianchi che scherza con ali di farfalla? Le braccia aperte affiorano dal corpo scuro in un
gesto che pare di accoglienza o spiegazione, e tale il fervore che si indovina dalla posizione delluomo farfalla che si vorrebbe ascoltare ci che sta dicendo: certamente qualcosa di serio, a dispetto delle ali. Esse hanno bordi un po sgualciti e nonostante la loro natura chiaramente fittizia sembrano levidente continuazione del corpo. La bizzarria di questuomo che indossa un travestimento cos lieve non sembra in verit avere nulla di frivolo: il volto impegnato e serio, carico dattenzione e di cura, testimonia piuttosto la libert di spirito di chi non si adegua facilmente alla realt, ma sa volare in alto con lo slancio della fantasia.
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PERCORSO
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Opera: Al faro (1927) Genere: romanzo
psicologico
Virginia Woolf
L A SIGNORA R AMSAY
La signora Ramsay si trova vicino alla finestra e sta lavorando a maglia dei calzini per il figlio del guardiano del faro. Vicino a lei c suo figlio James, imbronciato poich teme di non poter andare in gita al faro, dato che il padre ha previsto maltempo per il giorno dopo. La signora Ramsay lo rassicura: se far brutto si andr un altro giorno. Esternamente alla casa passeggiano due amici dei Ramsay, William Bankes e Lily Briscoe.
Tecniche narrative:
la fabula e lintreccio il tempo il narratore il punto di vista e la focalizzazione lo stile
se domani non bello1, disse la signora Ramsay, alzando gli occhi su William Bankes e Lily Briscoe2 che passavano, ci andremo un altro giorno. E ora, disse, pensando che il fascino di Lily stava in quegli occhi cinesi, messi sghembi nella pallida faccina grinzosa, ma ci voleva un uomo intelligente per vederlo; e ora alzati su, fammi misurare la gamba perch alla fine magari sarebbero riusciti ad andare al Faro, e doveva vedere se allungare i calzerotti di qualche centimetro. Sorridendo a uneccellente idea che le era balenata in mente in quellistante William e Lily dovevano sposarsi prese il calzerotto color dellerica 3, col suo incrocio daghi allimboccatura, e lo misur alla gamba di James.
2. Lily Briscoe: una pittrice dilettante che sta realizzando un ritratto della signora
lopera
Al faro
Protagonista di Al faro la signora Ramsay, una londinese nella quale lautrice rievoca la propria madre, che si trova in vacanza alle isole Ebridi (nel nord della Scozia) con il marito, gli otto figli e alcuni ospiti. La gita in barca al faro progettata nelle prime pagine siamo nel 1914 non ha luogo a causa del maltempo, con grande delusione del piccolo James, il figlio minore. La seconda parte del romanzo dedicata al breve resoconto di ci che capita ai Ramsay nei dieci anni successivi. Si tratta di fatti luttuosi: muoiono la signora Ramsay e due figli (uno in guerra e laltra di parto). Nella terza e ultima parte i Ramsay superstiti fanno ritorno alle Ebridi con alcuni dei vecchi ospiti. La gita al faro viene compiuta durante questa seconda vacanza pertanto a dieci anni dallinizio della vicenda dal marito della ormai defunta signora e dai figli ancora in vita e ormai cresciuti. La maggiore novit del romanzo piuttosto breve se paragonato ad altre opere sperimentali del primo Novecento quali lUlisse di James Joyce, Luomo senza qualit di Robert Musil e Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust risiede nella sua struttura. Gli eventi fondamentali sono pochi e non inquadrabili in uno schema narrativo tradizionale (situazione iniziale, esordio, peripezie e conclusione): su essi prevalgono eventi e situazioni banali che riflettono la quotidianit e caratterizzano la vita reale delle persone. La loro scarsa consistenza lascia ampio spazio ai pensieri, anchessi espressi in modo caotico, dei personaggi. Il tempo fluisce con estrema lentezza, salvo che nella parte centrale, nella quale dieci anni sono riassunti in poche pagine, e con circolarit: il presente si ricollega al passato attraverso il filtro dei ricordi (il ritorno alle Ebridi, la realizzazione di quella gita al faro rinviata e, infine, il completamento di un ritratto della signora Ramsay iniziato allepoca della prima vacanza dalla pittrice Lily Briscoe).
La narrazione psicologica
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Sta fermo, caro! disse, perch a James, per gelosia, non andava affatto di fare da modello per il figlio del custode, e scalpitava apposta; ma se scalpitava, come faceva lei a vedere se era lungo, o corto? gli domand. Alz gli occhi quale demonio sera impossessato del suo piccolo, il suo prediletto? e guard la stanza, guard le sedie, e pens che erano spaventosamente logore. Limbottitura, aveva detto Andrew4 laltro giorno, invece che dentro stava fuori, sul pavimento. Ma a che serviva, si chiedeva, comprare delle sedie nuove per farle andare in malora dinverno, quando la casa, custodita da una vecchia donna, gocciava addirittura per lumidit? Che importava? Laffitto non arrivava a tre centesimi, i bambini lamavano, a suo marito faceva bene a starsene a tremila per la precisione erano trecento miglia di distanza dalla biblioteca, le lezioni, gli studenti. E cera posto anche per gli ospiti. Stuoie, brande, fantastici spettri di sedie e tavoli che avevano esaurito la loro funzione a Londra, l andavano benissimo: con in pi qualche fotografia, e i libri. I libri, pens, crescevano da soli. Non aveva mai tempo di leggerli. Peccato! Anche i libri che le venivano regalati con tanto di dedica dellautore 5: A colei i cui desideri sono legge, Alla pi felice Elena 6 dei nostri tempi, si vergognava di dirlo, ma non li aveva mai letti. Il libro di Croom sulla mente, di Bates7 sui costumi dei selvaggi in Polinesia (Sta fermo, caro, ripet) non li poteva certo mandare al Faro. A un certo punto, pens, la casa sarebbe andata in malora, e avrebbero per forza dovuto fare qualcosa. Se avessero almeno imparato a pulirsi i piedi, invece di portare dentro casa tutta la sabbia sarebbe gi stato qualcosa. I granchi doveva pur permetterli, visto che Andrew li voleva dissezionare; e se James aveva deciso che con le alghe si doveva fare la zuppa, non glielo poteva impedire; e cos per gli oggetti di Rose 8 , le conchiglie, le canne, i sassi. I suoi ragazzi erano tutti dotati, ognuno a modo suo. Il risultato era, sospir avvolgendo con lo sguardo tutta la stanza dal soffitto al pavimento, sempre tenendo il calzerotto appoggiato alla gamba di James, che da unestate allaltra la casa diventava sempre pi squallida. La stuoia sera scolorita, la carta da parati si scollava, non si riconosceva neppure pi se erano rose. Daltronde, a forza di lasciare le porte aperte, perch in tutta la Scozia non si trovava un fabbro che sappia aggiustare un chiavistello, le cose si sciupano. A che serviva poggiare sullorlo della cornice uno scialle di cachemire? In due settimane sarebbe diventato dello stesso colore del brodo di piselli. Ma erano le porte soprattutto che le davamente un suo ammiratore. 6. Elena: il nome della signora Ramsay, qui associato per omonimia a quello della bellissima Elena di Troia, indirettamente responsabile della conquista della citt da parte dei Greci. 7. Croom Bates: nomi inventati di autori di saggi di psicologia (sulla mente) e di antropologia (sui costumi dei selvaggi in Polinesia). 8. Rose: una delle figlie della protagonista.
4. Andrew: un altro figlio della signora Ramsay. 5. con tanto autore: si allude a libri che le erano stati regalati dallautore, probabil-
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IL LINGUAGGIO
della poesia
Chiasmo (dal greco khiasms, disposto a croce come la lettera greca x, che si leggechi)
una disposizione incrociata di parole o di espressioni, secondo lo schema A, B B, A. Ad esempio:
A B
il tuo sguardo
B
mi sorride,
A
mi parlano
i tuoi occhi.
[verbo, complemento complemento, verbo] [soggetto, verbo verbo, soggetto]
Nel giorno la porta non sapre, non sode segnale di vita nel giorno
(A. Palazzeschi)
Un analogo schema grafico a X compare in questo dipinto del pittore russo Kazimir Malevic (1878-1935). Il volto stilizzato del contadino, inespressivo, caratterizzato da due colori contrapposti, il bianco e il rosso, collocati in modo da formare una sorta di chiasmo cromatico.
Kazimir Malevic, Testa di contadino, 1930 circa, olio su compensato, San Pietroburgo, Museo Russo di Stato
Lassenza dellaltro
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Opera: Satura (1971) Metro: due strofe di versi
liberi
Eugenio Montale
PERCORSO
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei il vuoto ad ogni gradino. Anche cos stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, n pi mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realt sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non gi perch con quattrocchi forse si vede di pi. Con te le ho scese perch sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.
(E. Montale, op. cit.)
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4. n pi mi occorrono: non mi capitano pi, non mi riguardano pi; il verbo pu anche significare non mi servono pi, non hanno pi valore per me. 5. le coincidenze, le prenotazioni: tutte le incombenze quotidiane, gli impegni minuti della vita pratica; le coincidenze e le prenotazioni si riferiscono alla necessit di organizzare i frequenti viaggi che il poeta affrontava con la moglie come giornalista.
6. le trappole: i trabocchetti. gli scorni: i malumori per gli insuccessi. 6-7. di chi crede vede: a cui sono esposti tutti coloro che credono che la realt esista davvero cos come appare. 9. con quattrocchi: gli occhi del poeta e quelli della moglie. 11. sebbene tanto offuscate: tanto opache; il riferimento alla miopia della moglie.
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PERCORSO
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muovendosi con disinvoltura lungo i suoi ostacoli. Lo sguardo della moglie ha la virt della saggezza quotidiana, quella di chi sa muoversi tra i problemi di ogni giorno e riesce ad affrontarli senza incertezze, senza lasciarsi paralizzare dal sospetto che nulla abbia significato. La sua vitalit ci che manca al poeta; Mosca stata una guida perch al suo fianco egli sapeva trovare il coraggio di partecipare alla vita. Ecco perch la sua assenza sottrae al poeta quella vista che sola gli consentiva di orientarsi, di vivere.
quotidiane, ai fastidi, alle insidie che pure gli altri (coloro che non si pongono troppe domande sul senso dellesistenza) sperimentano ogni giorno; senza la preziosa alleanza della moglie non gli pi possibile affrontare un mondo di cui conosce profondamente la vanit. Bench sia stato lui in questo itinerario a offrire il braccio, ovvero appoggio e protezione, evidente che tale gesto stato da parte sua una ricerca piuttosto che unofferta di sostegno, e che nel cammino della vita la sola vera guida saggia e lungimirante stata lei.
Lo sguardo di Mosca
Parlando delle pupille tanto offuscate (v. 11) della moglie, il poeta allude in modo affettuoso alla sua pronunciata miopia, che la costringeva a portare occhiali molto spessi. proprio questo difetto della vista a suggerire il paradosso che al centro del componimento: bench priva della nitidezza dello sguardo, Mosca provvista di una ben pi profonda capacit di distinguere nella vita lessenziale,
Lassenza dellaltro
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ESERCIZI
COMPRENSIONE E ANALISI
1. La sintesi del testo Scrivi la sintesi della poesia,
proseguendo dalla frase seguente: Il poeta si rivolge alla moglie morta, ricordando il lungo tempo trascorso insieme.
6. Le sole vere pupille Considera lespressione del verso 11: le sole vere pupille. Il poeta sceglie di usare il termine pupille per indicare gli occhi; come puoi commentare tale scelta? Di quale figura retorica si tratta? a. sineddoche b. sinestesia c. similitudine 7. Ho sceso Nel testo ricorre per due volte lespressione Ho sceso, in apertura delle due strofe: come si chiama questa figura retorica di posizione? a. anafora b. anastrofe c. iperbato Lespressione ritorna, leggermente variata, al verso 10: le ho scese. Come puoi commentare tale insistenza?
2. Il verso breve Tutti i versi della poesia sono molto lunghi, tranne lultimo. Quale effetto produce questa scelta del poeta?
4. Milioni di scale Per due volte ricorre nella poesia unespressione simile: almeno un milione di scale (v. 1); milioni di scale (v. 8). Di quale figura retorica si tratta? a. ossimoro b. sinestesia c. iperbole Giustifica la tua scelta scrivendo la definizione della figura retorica che hai individuato, poi commentala collegandola al contenuto della poesia. 5. Il viaggio Considera lespressione del verso 3: Anche cos stato breve il nostro lungo viaggio. Di quali figure retoriche si tratta? a. antitesi e metafora b. anafora e metafora c. anafora e similitudine Giustifica la tua scelta scrivendo le definizioni delle figure retoriche che hai individuato; commenta quindi lespressione collegandola al contenuto della poesia.
SCRITTURA
8. Confronta le poesie: la moglie Mosca Leggi la
poesia seguente (sempre tratta dalla raccolta Satura), in cui Montale descrive la moglie e il proprio desiderio di riaverla accanto. Scrivi poi un testo analizzando somiglianze e differenze tra le due poesie. Caro piccolo insetto che chiamavano mosca non so perch, stasera quasi al buio mentre leggevo il Deuteroisaia sei ricomparsa accanto a me, ma non avevi occhiali, non potevi vedermi n potevo io senza quel luccicho riconoscere te nella foschia.
(E. Montale, Caro piccolo insetto, in op. cit.)
4. Deuteroisaia: anonimo autore di alcuni capitoli del Libro di Isaia , contenuto nella Bibbia , in cui si consola il popolo ebraico durante lesilio babilonese.