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Indice

Premessa

PARTE PRIMA 15 Il film 23 La storia 31 Le sequenze 49 Una sequenza rappresentativa 55 La struttura del film PARTE SECONDA 69 Il soggetto 81 La preproduzione 93 La sceneggiatura 109 Le riprese 125 La postproduzione PARTE TERZA 143 Dal giallo al mito 159 La malattia dei sentimenti e la sperequazione femminile 175 La borghesia in vacanza e la speculazione edilizia 193 Il lancio divistico di unattrice moderna 209 La critica dello stile APPENDICE 227 Due scene non girate 235 Antologia della critica depoca 245 Bibliografia

Premessa

La sera del 15 maggio 1960, al Festival di Cannes scoppia una delle pi aspre battaglie che la manifestazione ricordi. Di fronte a Lavventura di Michelangelo Antonioni, pubblico e addetti ai lavori si schierano su due fronti opposti e inconciliabili. Da un lato, la maggior parte degli spettatori manifesta il proprio biasimo commentando sonoramente alcuni momenti nevralgici del racconto, come la vana ricerca di Anna sullisolotto di Lisca Bianca, la scena amorosa tra Giulia e Goffredo e quella in cui Sandro litiga con un giovane architetto. Per non parlare del finale, subissato addirittura dalle risate. Dallaltro, invece, la maggior parte dei critici manifesta la propria entusiastica approvazione: prima, nella sala grande, non risparmiando gli applausi; poi, quella stessa sera, stendendo unaccorata lettera di sostegno al regista; infine, lindomani, gridando al capolavoro dalle colonne dei propri giornali. Oggi, a cinquantanni di distanza, lepisodio appare soprattutto come uno scontro dalla grande portata simbolica tra vecchio cinema e nuovo cinema. Per restare in Francia, si potreb-

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be paragonarlo alla celeberrima battaglia dellHernani tra classici e romantici: come il dramma di Victor Hugo, pur in una altro contesto storico e in un altro campo artistico, il film veicola un cambiamento altrettanto epocale. La battaglia dellAvventura come si potrebbe chiamare non solo lepisodio di Cannes, ma, pi generalmente, per estensione, linsieme delle resistenze che il film ha dovuto superare per accedere al canone di classico dellera moderna attesta proprio la sua irriducibile differenza. Si tratta di un film dalla straordinaria importanza storico-critica, la cui influenza sul cinema italiano, sul cinema internazionale, nonch, pi generalmente, sullintera cultura europea del secondo dopoguerra, non pu essere sovrastimata. Incrinando deliberatamente i meccanismi del racconto cinematografico tradizionale in ordine al materiale tematico di partenza (la condizione delluomo nellepoca postindustriale), agli strumenti narrativi (lirrisolto intreccio giallo), alle strategie di composizione dellinquadratura (la preminenza dello sfondo sulle figure), alle tecniche di montaggio (i falsi raccordi e la continuit di ripresa), Lavventura ha avuto molti ruoli gi esemplarmente studiati nella storia della rappresentazione cinematografica: ha segnato una svolta fondamentale nella carriera dello stesso Antonioni, facendo da cesura tra la produzione ancora riconducibile al retaggio neorealista e il cinema dautore della piena maturit 1; ha catalizzato i fermenti rivoluzionari presenti nel cinema internazionale a cavallo tra gli anni 50 e 60, rilanciandone prepotentemente le istanze moderniste 2; ha intercettato, registrato e interpretato la crisi didentit della cultura novecentesca, cos come delineata

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dalla filosofia e dalla letteratura occidentali fin dallinizio del secolo scorso 3. Per quanto la letteratura dedicata al regista ferrarese possa essere accostata, per quantit e qualit, a quella di pochi altri maestri del cinema mondiale, i contributi monografici sui singoli film e, in particolare, su Lavventura, restano tuttavia relativamente esigui. E limportantissimo Progetto Antonioni curato da Carlo di Carlo varato nel lontano 1988 ma dispiegatosi fino ad anni recenti, attraverso numerose retrospettive dellintera opera filmica antonioniana e, soprattutto, attraverso un piano editoriale articolato in cinque volumi di scritti, testimonianze e immagini non ha innescato cambiamenti radicali 4. Su Lavventura esistono diverse monografie degne di nota, ma non si tratta di contributi storico-interpretativi, quanto, salvo ununica eccezione (il volumetto di Geoffey Nowell-Smith, pubblicato nel 1997 per il British Film Institute), di antologie di materiali, recensioni e testimonianze, accompagnate da brevi saggi contestualizzanti. Mi riferisco a lavori diversamente interessanti, come i volumi curati da Tommaso Chiaretti nel 1960 (da ricordare, soprattutto, per la sceneggiatura e il diario di lavorazione) 5; da George Amberg nel 1969 (da ricordare, soprattutto, per lantologia critica e la sceneggiatura desunta) 6; da Seymour Chatman e Guido Fink nel 1989 (da ricordare, soprattutto, per la nuova antologia critica e la nuova sceneggiatura desunta) 7; da Vittorio Giacci nel 2000 (da ricordare, soprattutto, per le testimonianze inedite di alcuni elementi della troupe) 8; da Nino Genovese nel 2007 (da ricordare, soprattutto, per le testimonianze inedite di alcune comparse e la vasta rassegna stampa locale) 9.

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Linattendibilit di parte del materiale biografico edito inficiato spesso dallopera di depistaggio perseguita deliberatamente dallo stesso regista, poco incline a diffondere informazioni sensibili sul suo processo creativo e la complessit del testo filmico in oggetto nella ricchezza di riferimenti di ordine politico, filosofico, letterario, mitologico, cinematografico e artistico in senso lato renderebbero poi non del tutto inutile un lavoro preventivo, diciamo cos, di critica genetica, in grado di documentarne lintero processo di costruzione, dalla ricerca di un produttore alla pianificazione finanziaria, dallideazione narrativa alla redazione della sceneggiatura, dalla lavorazione al montaggio, dal lancio allaccoglienza di pubblico e critica. Tanto pi che lelegante e sofisticata confezione del film nasconde una produzione quanto mai tortuosa e articolata, a onor del vero, pi mitizzata che studiata in modo sistematico, paragonabile, forse, solo a quella di unaltra memorabile pellicola seminale come Roma citt aperta (Rossellini, 1945). Si pensi ai diciassette mesi passati da Antonioni nella vana ricerca di un finanziatore; al fallimento della neonata casa di produzione Imera Film; alle drammatiche condizioni di lavoro, per mancanza di fondi e di assistenza, a cui stata sottoposta la troupe nellarcipelago delle Eolie, prima dellintervento salvifico della societ Cino Del Duca; alle inaspettate e tardive ingerenze della censura, dal sequestro del film allimposizione di umilianti tagli e oscuramenti. Il presente saggio intende proprio dare un piccolo contributo per cercare di meglio comprendere come Michelangelo Antonioni abbia realizzato Lavventura, al fine di proporne una pi autentica ed esauriente analisi, nella sua precisa col-

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locazione storica e culturale. Mi sono mosso nella convinzione che fosse opportuno incrociare le fonti edite e la ponderosa letteratura critica sul film, per quanto possibile, con il prezioso materiale inedito emerso in questi anni, da archivi sia statali che privati: i documenti di produzione, conservati presso lArchivio Centrale dello Stato; le fotografie di scena di Enrico Appetito, conservate presso lArchivio Storico del Cinema di Piero Servo; il carteggio tra Antonioni e lamicocritico Renzo Renzi, conservato presso la Cineteca del Comune di Bologna; i materiali di sceneggiatura originali, conservati presso la Casa dei Teatri di Roma. Ne uscito un percorso a tre tappe, sostenuto da altrettante metodologie di lavoro. La prima parte del volume, essenzialmente descrittiva, si alimenta di strumenti analitici (sceneggiatura desunta, segmentazione in sequenze ecc.), per studiare struttura e drammaturgia del film. La seconda parte, essenzialmente genetica, si alimenta di strumenti documentari (piano di lavorazione, piano finanziario, sceneggiatura ecc.), per ricostruire la sua produzione. La terza parte, essenzialmente interpretativa, si alimenta di strumenti citazionali (inquadrature, sequenze, dialoghi ecc.), per esaminarne temi e questioni principali. In appendice, si trovano unantologia delle recensioni depoca e due scene non girate, provenienti dalla sceneggiatura originale, mai pubblicate prima, tra cui quella, clamorosa, che scioglie il mistero di Anna. Durante la stesura del volume ho contratto un debito di riconoscenza con molte persone. Ringrazio Sandro Bernardi, Carlo di Carlo e Pierre Sorlin per la fiducia, lincoraggiamento e le preziose osservazioni che hanno nutrito il

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mio lavoro. Ringrazio Mauro Bonetti, Cristina Jandelli, Luca Mazzei, Matteo Munaretto, Michela Nacci, Federico Pierotti e Paola Valentini per laiuto generoso e sollecito che mi hanno fornito a pi riprese. Ringrazio, infine, Maddalena Mancini, per il costante sostegno quotidiano.

Cfr. Lorenzo Cuccu, Antonioni. Il discorso dello sguardo e altri saggi, ETS, Pisa 1997; e Giorgio Tinazzi, Michelangelo Antonioni, Il Castoro, Roma 2002 (1995). 2 Cfr. Geoffrey Nowell-Smith, Lavventura, BFI, London 1997. 3 Cfr. la seconda parte (Antonioni: la perdita del centro) di Sandro Bernardi, Il paesaggio nel cinema italiano, Marsilio, Venezia 2002. 4 Cfr. Carlo di Carlo (a cura di), Loeuvre de Michelangelo Antonioni, Cinecitt International, Roma 1988-1992. I primi due volumi, curati, rispettivamente, da Carlo di Carlo (Michelangelo Antonioni: 1942-1965, 1987) e Lorenzo Cuccu (Michelangelo Antonioni: 1966-1984, 1988), contengono unampia antologia della critica. Il terzo, curato da Renzo Renzi (Album Antonioni. Une biographie impossible, 1990), essenzialmente un volume fotografico. Il quarto, curato da Giorgio Tinazzi (Michelangelo Antonioni: crits, 1991), contiene la produzione critica e saggistica del regista. Il quinto, curato da Carlo di Carlo e Giorgio Tinazzi (Michelangelo Antonioni: Entretiens et indits, 1992), raccoglie interviste e soggetti inediti. Il terzo, quarto e quinto hanno dato luogo ad altrettanti volumi italiani. 5 Cfr. Tommaso Chiaretti (a cura di), Lavventura di Michelangelo Antonioni, Cappelli, Bologna 1960. 6 Cfr. George Amberg (a cura di), Lavventura: a Film by Michelangelo Antonioni, Grove Press, New York 1969. 7 Cfr. Seymour Chatman, Guido Fink (a cura di), Lavventura. Michelangelo Antonioni, Director, Rutgers University Press, New Brunswick-London 1989. 8 Vittorio Giacci (a cura di), Lavventura ovvero lisola che c, Edizioni del Centro Studi, Lipari 2000. 9 Cfr. Nino Genovese (a cura di), Omaggio a Michelangelo Antonioni. Messina nella sua Avventura, DAF, Messina 2007.
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