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MONTAGNA

Dicembre 2004 n. 38

Sommario
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Editoriale. Fermato lo spopolamento. Residenti in montagna a +1,5% Statistica. Le tante montagne del Piemonte. Crescono i residenti nelle Comunit montane Valli di Lanzo e Stura. Linversione del trend demografico anche sopra i 700 metri Valle Strona. Dalle tornerie del legno alle mazze da baseball Architettura. Un manuale per il recupero edilizio dal Gal Mongioie Difesa del territorio montano. Le attivit di prevenzione della Regione Piemonte contro le calamit naturali Squadre forestali. I progetti di intervento per il 2005. Consegnato un nuovo fuoristrada Boschi. Nasce lAssociazione dei Consorzi forestali del Piemonte Agenform. Gi conclusi 35 corsi con 350 allievi, avviati altri 26 Tecnologie. Cresce linformazione con i collegamenti wireless tra Comuni e Comunit montane Parco della Mandria. Il lavoro delle squadre forestali negli splendidi giardini della Venaria Reale Scuole di montagna. Presentato un libro per la salvaguardia dellistruzione nei piccoli Comuni Alpissima. Un successo lincontro tra il mondo dei margari e la citt di Torino Alpinismo. Il Piemonte in cima al Tibet. Spedizione piemontese sullo Shisha Panga, prima donna piemontese a quota 8mila Alpinismo. Sul K2 con il Cai nel cinquantenario della prima scalata

QUADERNI DELLA REGIONE PIEMONTE/MONTAGNA - N. 38


Bimestrale a cura dellassessorato alla Montagna della Regione Piemonte Direttore responsabile Roberto SALVIO - Direttore Cristina RICALDONE Redazione Corso Stati Uniti 21, 10128 Torino - Tel. 011/432.1631 - Fax 011/432.3451 assessorato.montagna@regione.piemonte.it Hanno collaborato a questa edizione: Francesca Angeleri, Paolo Bugnone, Barbara Camusso, Luigi Galli, Simona Tobia, Aut. del Tribunale di Torino n. 4184 del 5.5.1990 - Stampa: Arti Grafiche Giacone (Chieri) Prima di copertina: Pier Carlo Martoia sullo Shisha Pagma - Ultima di copertina di Chiara Runci

LEDITORIALE dellassessore regionale alla Montagna, Roberto Vaglio

Fermato lo spopolamento
RESIDENTI IN MONTAGNA A +1,5%
l "Rapporto sullo stato delle Alpi", redatto dalla Commissione internazionale per la Protezione delle Alpi (Cipra Ong ambientalista promotrice della Convenzione delle Alpi) recita che " nelle Alpi Sud occidentali, vale a dire Piemonte, Liguria e Alpi francesi meridionali, si osserva uno spopolamento generalizzato". Contrariamente alle Alpi orientali (Baviera, Austria e Alto Adige) dove si registra un incremento della popolazione distribuito capillarmente su tutto il territorio. Sono dati risalenti al 1998 ma significativi di una certa politica rigidamente protezionistica e diffidente nei confronti dei governi locali. Ancora da quel testo rileviamo l'andamento demografico 1870-1990: su un totale di 5.800 comuni alpini il 47% ha avuto un incremento del 136%, il 10% invariato e il 43% registra una diminuzione del 44%. Dall'immagine pubblicata in questa pagina, risulta evidente che la nostra regione ha vissuto un lungo periodo di involuzione sociale, almeno fino al 1990. Il censimento 2001 della popolazione piemontese, fornisce per una novit: a fronte di una diminuzione generalizzata della popolazione regionale, in montagna la popolazione aumenta di circa l'1,5%. Nell'articolo di Federica Zangirolami, che troverete nelle pagine seguenti, vengono forniti altri dati, anche recentissimi, sulla situazione demografica e sulla distribuzione altimetrica utili ad una pi attenta valutazione dell'evoluzione sociale. Ma un fatto resta: si invertita una tendenza, lo spopolamento si fermato. Il fenomeno interessa maggiormente i centri di fondo valle, mentre i paesi ad elevata marginalit combattono ancora per evitare di sparire completamente. E' comunque un segnale che la "normalit" sta risalendo le valli, che il modello di vita montana sta crescendo nel

sono sostituiti al privato gradimento dei piescommettendo su una inmontesi. L'econo- Interessati che avrebmia lentamente risoprattutto i centri frastrutturazione be dovuto incentivare l'ecopartita, il tasso di dinomia, ma la scommessa, soccupazione pra- di fondo valle. diciamolo con la dovuta ticamente nullo, la Prosegue prudenza, sembrerebbe capacit di produvinta. In proiezione, il nuzione di reddito, sep- limpegno per mero di iscritti alle scuole pure in modi non aiutare i piccoli elementari nei prossimi antradizionali, auni aumenta quasi ovunque mentata. paesi oltre i 700 in molti paesi abbiamo Qualcuno non ce l'metri di altitudine ed dovuto riaprire vecchie ha fatta. Mentre scristrutture chiuse da anni e, vo, sul mio tavolo le addirittura, costruirne di cronache riportano la morte per assideramento di un margaro nuove per rispondere alle esigenze inter74enne di Ceres, in valle di Lanzo. Viveva comunali in crescita. solo, dormiva su un pagliericcio di foglie Questo il segnale pi incoraggiante. La coperto solo da un plaid, senza vetri alle montagna della pluriattivit, della centrafinestre: non aveva accettato l'incalzare lit dell'uomo nella societ e nei modelli dei tempi. Fortunatamente questi fenome- di sviluppo, sta acquisendo credibilit. Ci ni di marginalizzazione volontaria sono lasciamo alle spalle i luoghi comuni, il meno diffusi nella nostra montagna che mondo dei vinti, l'approccio piagnucolonelle realt metropolitane, ma fanno co- so all'assistenzialismo, ma lo facciamo munque male. Ci ricordano che il nostro senza rimpianti e con lo sguardo rivolto sviluppo non pu essere estraneo alla soli- all'Europa. dariet che permea tutta la nostra cultura un buon modo per augurarci buon Natradizionale, deve caratterizzare la nostra tale ed un veramente felice anno nuovo! azione di forti contenuti sociali, perch soprattutto questo aspetto costituisce la qualit della vita, parte integrante del modello di vita montana che faticosamente cerchiamo di costruire. Il tentativo di arginare l'emorragia di servizi al cittadino ha dato i suoi frutti. Gli enti locali si

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LE TANTE MONTAGNE ANALISI STATISTICA DEL PIEMONTE


di FEDERICA ZANGIROLAMI

'analisi, svolta dallOsservatorio regionale sulla montagna che vi presentiamo, nasce da un dato fornito dall'Ires Piemonte (Istituto di ricerche economico sociali) che segnala un incremento dell'1,2% della popolazione residente nelle 48 Comunit montane piemontesi (definite in base alla legge regionale 16/99) dal 1991 al 2000, in controtendenza con il dato regionale che nello stesso periodo indicava la popolazione complessiva decrescere dello 0,4%. Capire il perch di tale fenomeno, ragionare sulle possibili cause entrando nello specifico di talune realt locali, ove gli strumenti a nostra disposizione lo consentivano, stato lo scopo di questa riflessione che proponiamo ai lettori. Abbiamo ricalcolato il trend della popolazione operando alcune variazioni di parametro rispetto all'elaborazione dell'Ires sul periodo 1861-2003: - dato dell'altitudine -media invece che al centro; - aggregazioni geografiche: Comuni facenti parte delle Comunit montane in base alla legge regionale 19/03 (di seguito definito territorio montano; fonte dati Bdde). I risultati cos ottenuti, non solo confermano il trend segnalato dall'Ires, ma lo rimarcano. Come si evince infatti dalla tabella 1 (a pagina 7), dal 1861 al 1991 la popolazione nella Regione Piemonte aumentata del 56% circa, mentre nel territorio montano diminuita del 14,5 %. In particolare, per, se il territorio montano lo scomponiamo tra Comuni al di sopra e al di sotto dei 700 metri di altitudine, notiamo come i valori variano di molto: lo spopolamento concentrato unicamente nel4

Ires e Osservatorio montagna segnalano che i residenti nelle Comunit montane, dal 1991 al 2003, sono cresciuti dell1,42%. Regione a -0,7%
le zone sopra i 700 metri (- 40,71%). Di questo fenomeno gli esperti del settore se ne sono gi ampiamente interessati negli anni passati, sviscerando tutte le possibili cause e conseguenze che, in uno schema logico a spirale, dimostrano l'evidente contrasto tra montagna ed aree urbane piemontesi: carenza di opportunit economiche e sociali, diminuzione delle nascite e conseguente invecchiamento della popolazione, industrializzazione polarizzata nei grossi e medi centri urbani, scarsa accessibilit e conseguente isolamento e rarefatta densit abitativa, scarsa dotazione di servizi facilmente fruibili. Il dato che invece incuriosisce e merita di essere pi ampiamente dibattuto l'andamento della popolazione nel periodo che va dal 1991 al 2003: la popolazione nella Regione Piemonte diminuita dello 0,7% circa, mentre nel territorio montano aumentata dell'1,42%. Una volta confermato in linea generale il dato proposto dallIres Piemonte, ci interessava approfondire maggiormente il tema senza per voler enfatizzare il risultato che, seppur positivo, non pu da solo dimostrare una certa e

sicura tendenza al miglioramento dello stato di salute della montagna piemontese. Gli studi approfonditi dell'Ires ci hanno dimostrato ampiamente come sia importante, in ogni ricerca condotta in questo campo, tenere bene a mente le diverse situazioni (territoriali, sociali, economiche, ecc.) che caratterizzano la montagna piemontese, per meglio interpretare le analisi effettuate. Presentiamo qui di seguito l'individuazione delle tipologie territoriali proposte per l'appunto dall'Ires in un suo recente studio a chiarimento di quanto affermato. 1 - Altimetria. Teniamo presente che i dati raccolti sotto la voce "montagna
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Dopo decenni di spopolamento riparte la crescita demografica: Comuni sotto i 700 metri di altitudine a +3,07%. Sopra -1,08%, ancora flessione anche se in misura inferiore al passato
La mappa demografica del Piemonte nelle zone montane e collinari del 1998

piemontese" in realt si riferiscono ai Comuni piemontesi appartenenti a Comunit montane e ci significa, ad esempio, che sono compresi Comuni che vanno da un'altitudine media tra 50 e 2.000 metri. 2 - Arco delle porte di valle e dei Comuni montani adiacenti; 3 - Aree di alta valle a marcata specializzazione turistica; 4 - Medie ed alte valli poco accessibili e con diffuse situazioni di marginalit; 5 - Medie ed alte valli con situazioni intermedie tra le due precedenti; 6 - Alta collina ed area appenninica. Prendendo in esame il solo punto di vista altimetrico, si pu gi notare quanto influisca questa caratterizzazione nella lettura delle informazioni. Scomponendo il dato relativo all'incremento della popolazione dal 1991 al 2003 nelle zone montane (+1,42%), come era prevedibile, emerso che l'aumento della popolazione interessa le zone al di sotto dei 700 mt. (+3.07%) mentre quelle al di sopra dei 700 mt. continuano a spopolarsi (1.08%) sebbene in misura nettamente inferiore al passato. Un esito prevedibile in quanto, ragioDicembre 2004

nando sulla base delle tipologie territoriali proposte dall'Ires, si nota effettivamente che la tendenza all'incremento demografico rilevabile primariamente nelle zone montane con le seguenti caratteristiche: - Dislocate nelle porte di valle o ad esse adiacenti. Oltre che per le caratteristiche intrinseche di queste zone con maggiore accessibilit ai servizi, pi infrastrutture, adeguata viabilit, il tutto derivato per l'appunto dalla vicinanza a grossi centri urbani dislocati vicino alle valli (Torino, Cuneo, Pinerolo, Verbania, Domodossola), negli ultimi anni da segnalare un fenomeno emergente che vede sempre un maggior numero di persone abbandonare le grandi citt alla ricerca di una migliore qualit di vita (meno caos, ritmi tranquilli, pi contatti umani, rapporto diretto con la natura, recupero di attivit artigianali). Proprio i Comuni alle porte di valle meglio rispondono a questa esigenza: possono infatti offrire la possibilit di riscoprire alcuni valori che l'urbanizzazione ha in parte fatto dimenticare senza, per contro, presentare i grossi disagi presenti nelle zone difficilmente accessibili (alte valli) o con scarsit di servizi. Ad esempio i Comuni a valle delle Comunit montane: Valle Ossola,Val Ceronda e Casternone, Val Sangone, Bassa Valle Susa, Dello Strona e Basso Toce, Cusio Mottarone, Valli Gesso Vermenagna Pesio, Valle Grana). - Aree di alta valle a marcata specializzazione turistica. In queste zone l'incremento

della popolazione generalmente legato allo sviluppo turistico che ad oggi considerato ancora al primo posto tra gli elementi di sviluppo economico della montagna. Ad esempio alcuni comuni della Valle di Susa e della Valle Chisone. - Aree di media valle con consolidati insediamenti industriali. Le zone montane che nel periodo del boom economico sono riuscite ad affermarsi in un determinato ambito produttivo e quindi a creare degli insediamenti produttivi e delle infrastrutture a queste collegate, vedono l'andamento demografico seguire proporzionalmente l'andamento economico. Ad esempio il Canavese. La mappa che pubblichiamo, contenuta in "Le misure della marginalit" dell'Ires Piemonte 1998", mostra per l'appunto tali fenomeni. Studiarli nel dettaglio sar uno dei compiti dell'Os-

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servatorio regionale della Montagna nel prossimo futuro. Attualmente gi in fase di realizzazione da parte dell'Universit di Torino - Dipartimento di economia e ingegneria agraria, forestale e ambientale con la collaborazione dell'Osservatorio sulla montagna, lo studio rivisto e aggiornato sulle "Misure della marginalit", pubblicazione prevista per luglio 2005, mentre gi a fine 2004 sar pronto un volume divulgativo dal titolo "La montagna in cifre". Per ora ci che ha destato maggiormente il nostro interesse, e che abbiamo voluto qui tentare di approfondire, stato il seguente dato: nel 34% dei Comuni con altitudine media al di sopra dei 700 mt., e con caratteristiche disomogenee tra loro, si rilevato tra il 1991 ed il 2003 un incremento della popolazione variabile tra lo 0,45 e il 38%. Una premessa a questo punto d'obbligo: nei territori montani sono concentrati il maggior numero di piccoli Comuni, pertanto i calcoli in percentuale proposti possono raffigurare una situazione immaginaria molto diversa dalla realt dei numeri assoluti. In altre parole, i Comuni montani che rappresentano quel 34% sopra menzionato, hanno una popolazione che varia da 48 a 11.609 unit e, pertanto, la variazione tra lo 0,45 e il 38% di popolazione interessa, a seconda dei casi, un numero di persone che va da 1 a 664. I dati mantengono comunque significativit, ma va tenuto conto del fatto che sono riferiti ad un campione esiguo.
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Aumentano gli ultra 65enni, ma anche la fascia di et dai 20 ai 40 anni in piena attivit lavorativa, un dato che incoraggia previsioni di ripresa economica del territorio montano. La crisi industriale in pianura sollecita i giovani ad intraprendere nuove attivit e a scegliere una miglior qualit di vita

L esempio di due Comunit montane demografico. Saldo migratorio positiv

Comunit Va crescono anc


e domande che ci siamo posti leggendo questi valori sono state le seguenti: - Che cosa successo in questi anni da determinare tale aumento della popolazione? Aumento che, se pur minimo, in controtendenza con il dato regionale e che in piccole realt pu quindi essere in ogni caso piuttosto significativo. - E' sufficiente ragionare per tipologie territoriali per comprendere tali fenomeni? Per dare una risposta ai quesiti abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione su un campione significativo di Comuni, selezionati confrontando tra loro i dati relativi ai seguenti indicatori: - dinamiche demografiche; - marginalit socio-economica (Ires Piemonte 1998); - accessibilit alle principali categorie di servizi (elaborazione Ires Piemonte 2002 su dati tratti da "Geografie della qualit della vita" - Osservatorio statistico indicatori fisici enti locali 1999). Localizzate le Comunit montane entro le quali erano presenti Comuni con valori non positivi rispetto alla marginalit, accessibilit e al trend demografico negli anni 1861-1991,

ma che presentavano invece un incremento della popolazione nell'ultimo decennio, sono stati individuati come maggiormente rappresentativi i comuni con altitudine superiore ai 700 metri delle Comunit montane Valle Stura (Cuneo) e Valli di Lanzo (Torino). A questo punto sono state individuate, nella base dati dell'Osservatorio sulla montagna, una serie di informazioni significative a livello comunale, elaborati i dati e creati indicatori ad hoc, al fine di ottenere un quadro pi chiaro sulle specificit e caratteristiche di ciascun Comune preso in esame. Nel dettaglio sono stati analizzati i seguenti dati: - Andamento della popolazione suddivisa per classi di et (1991-2003); - Indici (anni 2001 e 2003) di: vecchiaia, dipendenza, struttura, ricambio; - Stranieri. Incidenza sul totale della popolazione e informazioni sui paesi di origine; - Parametri socio economici. In particolare l'incidenza dei consumi dei non residenti sui consumi totali della popolazione (anno 2000); presenza sportelli bancari, uffici postali, farmacie;
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Tab. 1 - Dati territoriali e demografici riassuntivi


1861 1991 2003 INCREM / INCREM / DECREM Popolazione Differenza DECREM 1861/1991 1991/2003 1991/2003 totale % % -14,57 822.995 11.522 1,42 20,55 503.720 15.008 3,07 -40,71 319.275 -3.486 -1,08 55,88 4.270.215 -29697 -0,69

Altitudine Popolazione Popolazione Differenza media m. 1861/1991 totale totale TOTALE MONTANO < 700 >= 700 TOTALE REGIONALE 949.824 405.403 544.421 2.758.550 811.473 488.712 322.761 4.299.912 -138351 83309 -221660 1541362

e in spopolamento tra 1861-1991 che hanno invertito il trend vo, mentre quello naturale conferma linvecchiamento dei residenti

alli di Lanzo e Stura, che sopra i 700 metri


16 3 -63,34 121,49 1,33 2,47 12883 11975 -109 -16

La tabella 1 raffronta landamento demografico in Piemonte dal 1861 al 2003 con quello delle Comunit montane e dei Comuni che, al loro interno, sono collocati sotto e sopra i 700 metri di altitudine. La tabella 2 approfondisce lesame sui Comuni di due Comunit montane: Valle Stura (Cuneo) e Valli di Lanzo (Torino)

Tab. 2 - Dati territoriali e demografici delle C.M. Valle di Lanzo e Valle Stura
INCREM INCREM Popolazione Saldo N Comuni N Comuni Saldo DECREM % DECREM % totale naturale migratorio Comunit montane altitudine altitudine 2003 <700 mt >700 mt 2003 POPOL. POPOL. 2003 1861/1991 1991/2003 Valle di Stura 12 0 -36,55 3,21 16683 -22 190 Valle di Lanzo % Stranieri su popolazione totale 2000 2,2 1,04 1,57 INCREM/ DECREM % popolazione (15-64) 1991/2003 -0,66 -2 -3,42

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- Commercio. Presenza di esercizi commerciali suddivisi per tipologia e struttura (anno 2000-2002); - Istruzione. Incremento/decremento numero di scuole e allievi (1991/2003); - Lavoro. Andamento e numero addetti e imprese (1999/2001) con percentuale di addetti sul totale della popolazione attiva (15-65 anni); - Turismo. Presenza impianti da sci; incremento/decremento del numero di esercizi alberghieri ed extralberghieri e degli arrivi turistici (1991/1999). Dall'analisi e confronto dei dati, in linea generale, paiono confermate le motivazione desumibili dalla caratterizzazione delle zone montane per tipologie territoriali per rispondere a i nostri quesiti. Infatti: - Demografia. Per quanto riguarda la
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Valle Stura i Comuni che hanno fatto registrare un incremento della popolazione sono principalmente quelli dislocati nelle porte di valle, con l'unica eccezione di Argentera, che invece il Comune con l'altitudine massima della Comunit montana e che potrebbe essere quindi inserito nella tipologia riguardante le zone di alta valle a marcata specializzazione turistica. Anche per quanto riguarda le Valli di Lanzo si ripropone una situazione simile, con l'aggiunta per di alcuni Comuni rientranti nella categoria di medie ed alte valli con situazioni intermedie tra la marcata specializzazione turistica e la forte marginalit. E' da tenere presente, tra l'altro, che la morfologia stessa di questa Comunit montana, che vede il proprio territorio suddiviso in tre vallate parallele, fa s che ogni vallata ha proprie specifiche caratteristiche che si riflettono poi an-

che nell'andamento demografico e nello sviluppo socio-economico. Non a caso, i Comuni di media valle con incremento di popolazione sono posti tutti lungo un'unica direttrice viaria. L'incremento della popolazione nell'ultimo decennio maggiormente significativo se confrontato con il dato sull'andamento demografico tra il 1861 e 1991 (tabella 2), questo in particolar modo nella Valle di Lanzo. Tale incremento trae origine essenzialmente da un aumentato movimento migratorio verso queste zone, come dimostra il confronto con il saldo migratorio a livello regionale. Si conferma, invece, un saldo naturale negativo, sebbene i dati comunali mostrino situazioni di una leggera ripresa delle nascite in questi ultimi anni. Le classi di et maggiormente interessate all'incremento, oltre a quella degli ultra 65enni, quella che va me7

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diamente dai 20-25 anni fino ai 40 anni circa (piena et lavorativa). Un elemento positivo che permette di auspicare per il futuro una crescita anche economica di queste zone. Una riflessione al riguardo: l'aumento della popolazione in questa fascia di et sarebbe stata naturalmente accettata nelle aree radiali ai poli industriali e in periodi storici di crescita economica. Poich non ci troviamo in nessuna di queste due situazioni certo che le motivazioni dell'incremento vanno trovate altrove. Noi ci siamo spinti ad ipotizzarne due: la crisi occupazionale rallenta i movimenti demografici verso aree prima connotate da un forte sviluppo industriale ed economico; i giovani che abitano in montagna oggi non hanno quindi forti motivazioni per spingersi pi a valle. L'idea che i beni di consumo siano l'unico indicatore per misurare il proprio benessere sta gradualmente scemando. I giovani, in particolare, ormai rassicurati da un punto di vista "quantitativo" dello star bene, sono sempre pi sensibili agli aspetti qualitativi della loro vita. Questo, non solo potr spingere le nuove generazioni montane a decidere di progettare il loro futuro nei loro luoghi di origine e quindi a migliorarlo, ma anche, e forse soprattutto, essere la vera spinta al fenomeno di flusso migratorio che dai grandi centri abitati spinge generazioni cittadine verso luoghi considerati pi a misura d'uomo. Immigrazione. Quanto incide in tutto ci il flusso migratorio dall'estero? In Valle Stura la presenza degli stranieri in linea con il dato regionale mentre risulta inferiore nelle Valli di Lanzo. Sebbene anche qui le presenze di stranieri, specie di origine africana, sono in costante anche se lento aumento, il saldo migratorio interno (cio di italiani) quello che maggiormente pesa sul dato dell'incremento della popolazione. In altre realt montane, anche maggiormente marginali, risulta invece determinante per la vita di alcuni paesi l'insediamento di comunit straniere che hanno ritrovato in queste zone la possibilit di svolgere attivit
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I cerchi in rosso delimitano i Comuni al di sopra dei 700 mt. di altitudine media che hanno registrato un incremento della popolazione tra il 1991 e il 2003. I cerchi in blu delimitano invece i Comuni al di sotto dei 700 mt. di altitudine media che hanno fatto registrare un incremento della popolazione tra il 1991 e il 2003

lavorative tipiche dei loro paesi di origine: pastorizia, particolari lavori artigianali e protoindustriali come la lavorazione dei metalli o delle pelli, attivit che nella nostra societ erano in via di estinzione per mancanza di manodopera. Lavoro. Pur avendo confrontato tra loro dati relativi ad un periodo molto ravvicinato (1999/2001), ci parso interessante comunque riportare i risultati ottenuti. Infatti non solo sembra non esserci, a livello comunale, una corrispondenza tra l'andamento della popolazione e quello relativo al numero delle imprese e degli addetti, ma addirittura si mostra un andamento quasi inversamente proporzionale. Quasi che i Comuni che hanno puntato su politiche a favore dell'imprenditorialit e dello sviluppo industriale, siano stati penalizzati dal punto di vista di crescita di insediamenti residenziali o comunque di aumento della popolazione residente, e viceversa. Sorge quindi un interrogativo: forse le zone pi marcatamente industrializzate e dotate di servizi annessi non posseggono pi le caratteristiche richieste ad una zona residenziale? Ricordiamo che, sempre a livello comunale, il fatto di spostarsi da un Comune ad un altro per raggiungere il posto di lavoro, specie se la zona dotata di efficienti servizi, non un ostacolo al potersi permettere di spaziare maggiormente nella scelta della propria dimora. Turismo. Pochi tra i Comuni indagati hanno una forte vocazione turistica, in ogni caso i dati rilevati possono avere una qualche significativit. In Piemonte dal 1991 al 1999, pur essendo diminuiti numericamente gli esercizi alberghieri ed extralberghieri sono aumentati circa del 10% gli arrivi turistici. Nello stesso periodo, invece,

nelle zone montane ad una diminuzione degli esercizi seguita anche una pesante diminuzione turistica (- 50%). Lo scostamento tra questi valori pu far pensare che negli ultimi anni il turismo nella nostra regione ha mutato target: meno presenze degli amanti della montagna e degli sport invernali e maggiore afflusso dei sostenitori del buon bere e mangiare. E' infatti il turiDicembre 2004

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Il turismo soffre meno nelle medie valli rispetto alle alte, linsediamento di comunit straniere, le opportunit di lavoro e la qualit dei servizi fattori determinanti di crescita della popolazione. Incidono anche i consumi dei proprietari delle seconde case
viso, gli aspetti da segnalare: il turismo soffre meno nelle zone localizzate a media valle rispetto a quelle in alta valle; la diminuzione meno significativa quando si esaminano gli esercizi extralberghieri (agriturismo, B&B, rifugi, ecc.). Questi sono dati che dovranno far riflettere: quali sono i servizi offerti dai Comuni di media valle che i turisti sembrano gradire maggiormente? Per quale motivo gli esercizi extralberghieri, per lo meno in queste zone, soffrono meno della crisi rispetto agli esercizi alberghieri? Costi , servizi offerti, cambiamento dell'utenza. Consumi. In aggiunta a ci possiamo dire che i Comuni che hanno registrato un aumento della popolazione sono anche quelli dove i consumi dei non residenti (per lo pi proprietari di seconde case) incidono maggiormente sul totale dei consumi (i casi variano da un'incidenza del 10% fino ad arrivare a punte del 70%). Saper trattenere o attrarre questa particolare tipologia di turisti, perch per molti aspetti cos che possono essere definiti, parrebbe pertanto essere un elemento che influisce sul benessere economico di un Comune e quindi sul suo andamento demografico. Siamo solo in parte in grado, dopo quanto detto finora, di rispondere ai quesiti che ci eravamo posti all'inizio di questa indagine. La lettura dei dati elaborati ha confermato innanzitutto quanto sia difficile tradurre dei dati statistici in obiettive analisi interpretative, specie quando il campo di indagine riguarda un livello territoriale di piccole dimensioni. Se infatti la classificazione per tipologie territoriali ha effettivamente trovato un riscontro nell'analisi dei dati aggregati per zone altimetriche o al massimo per Comunit montane, lo stesso riscontro non vi stato a livello comunale. Non certo la bont della metodologia che si vuole qui mettere in discussione quanto far riflettere sul fatto che per essere certi di utilizzare dei validi strumenti decisionali necessario, pi si restringe il campo di indagine, abbandonare i dati statistici e ragionare invece su dati e fatti reali. Pensando quindi alla statistica e alla demografia come strumenti per la programmazione o la valutazione di interventi, verrebbe da dire che queste possono essere delle valide metodiche per affrontare e studiare i problemi su larga scala. Ottimi quindi per decisori politici o amministrativi di Province e Regioni, meno efficaci per gli amministratori locali che dovrebbero, invece, tradurre gli indirizzi e le indicazioni, forniti da chi ha una visione complessiva della realt piemontese, in concreti progetti sulla base della realt locale interessata, di cui ne conosce limiti e valori, e che soli sono in grado di decidere quali potenzialit spingere verso lo sviluppo e quali abbandonare. Questi due modi di approcciarsi alla realt e di interagire con essa sono, a nostro avviso, due facce ugualmente importanti della stessa medaglia, nessuno dei due da solo sufficiente ed efficace per creare sviluppo o per tutelare il nostro patrimonio: in sinergia permettono di raggiungere grandi obiettivi.
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smo enogastronomico che la fa da padrone nelle zone non montane piemontesi. Per quanto riguarda i dati riferiti alle zone oggetto della nostra indagine, possiamo dire che abbiamo rilevato dati lievemente positivi o lievemente negativi. Ci a dimostrazione che in queste zone il turismo non ha avuto forti scossoni. Due sono, a nostro avDicembre 2004

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Gli scopi
Lobiettivo principale del GAL quello di rafforzare le imprese del territorio, sostenendone gli investimenti e la commercializzazione collettiva di prodotti e servizi. Il GAL si propone nei prossimi anni di attivit di:

GAL
Gruppo di Azione Locale
UNAGENZIA NATA PER FAR LAVORARE INSIEME E SOSTENERE LE IMPRESE DEL TERRITORIO
Il Gruppo di Azione Locale Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone unagenzia di sviluppo che opera sul territorio delle Comunit Montana Valli di Lanzo e Ceronda Casternone nellambito del Programma di Iniziativa Comunitaria Leader +

Sviluppare lattivit del Consorzio Operatori Turistici Valli di Lanzo Sostenere la creazione di una nuova forma associativa nel settore dei prodotti agricoli Sostenere la creazione di una nuova forma associativa nel settore dei prodotti artigianali Costruire un prodotto turistico integrato con le componenti ambientali, culturali, agricole ed artigianali dellarea Gal Sostenere iniziative per la promozione e la commercializzazione collettiva dei prodotti tipici agroalimentari e dellartigianato locale Fornire corsi di formazione professionale per gli operatori del settore turistico, agroalimentare e dellartigianato tipico

Il Gal una societ mista pubblico privata composta da: SOCI PUBBLICI
COMUNIT MONTANA VALLI DI LANZO

SOCI PRIVATI
Consorzio Operatori Turistici Valli di Lanzo
Confederazione Nazionale dellArtigianato e della Piccola e Media Impresa
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De Stijl Torino

SPORTELLO INFORMATIVO SEDE E SPORTELLO INFORMATIVO

a Valle Strona (Verbania) nota per la secolare tradizione di lavorazione del legno tornito. Nel desiderio di far conoscere l'artigianato tipico della Valle ad un pubblico sempre pi ampio e diversificato la Comunit montana dello Strona e Basso Toce ha sviluppato il progetto "Le mazze da baseball della Valle Strona", coniugando cos le finalit di promozione di una risorsa economica locale e di uno sport sano, divertente ed educativo: il baseball. L'idea nata tra i ragazzi delle locali Scuole medie, che hanno avvicinato ed apprezzato il baseball grazie al loro docente di educazione fisica, ed hanno cos deciso di proporre ad artigiani locali la singolare realizzazione, che ha subito ottenuto il sostegno dell'assessorato all'artigianato della Comunit montana che ha commissionato a tre aziende locali la realizzazione di un primo lotto sperimentale di 150 mazze da baseball. Dal matrimonio tra il baseball e la Valle sono cos nate le mazze della Valle Strona, prodotti in legno tornito di qualit che per ora costituiscono bellissimi gadget, ma in futuro potranno essere apprezzate anche a livello agonistico. Le mazze, realizzate dagli artigiani della Valle, recano, oltre al marchio della Comunit montana, un logo speciale, che raffigura una simpatica volpe, uno degli animali che popolano i boschi della Valle Strona. Si tratta delle prime mazze da baseball in legno prodotte in Italia! Sino ad oggi infatti tutte le squadre di baseball italiane hanno utilizzato mazze importate dai maggiori paesi produttori, StaDicembre 2004

DALLE TORNERIE VALLE STRONA MAZZE DA BASEBALL


ti Uniti, Canada e Inghilterra, ma ci si augura che la proposta lanciata dalla Comunit montana dello Strona e Basso Toce e patrocinata dalla Federazione italiana baseball, ottenga l'interesse delle squadre nazionali e presto arrivino ordinazioni, aprendo cos all'artigianato della Valle nuovi spiragli commerciali e produttivi. Per questo motivo l'iniziativa stata ben accolta anche dalla locale Associazione artigiani Valstrona. L'artigianato del legno conta infatti nella valle 64 imprese che, attraverso questo singolare progetto, potranno anche far conoscere la loro variegata produzione, che oggi spazia dagli articoli casalinghi, all'oggettistica per la casa, ai giocattoli, tra i quali divenuto caratteristico il Pinocchio, trasformando il burattino concepito dalla fantasia di Collodi in

Da un progetto della Comunit montana del Verbano Cusio Ossola laccordo con la Federazione italiana baseball per una produzione artigianale unica in Italia
Il marchio delle mazze da baseball della Valle Strona. Sopra, un artigiano al lavoro: stato realizzato un primo lotto di alcune centinaia di pezzi. Le mazze si affiancano ai tradizionali pinocchi, diventati un simbolo dellartigianato valstronese

un vero e proprio simbolo della Valle. Per informazioni: Comunit Montana dello Strona e Basso Toce, Via Roma 54 - 28897 Valstrona (Verbania), tel. 0323 87022.
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Bloccato lo spopolamento nei paesi montani. I giovani tornano a fare impresa riscoprendo le tradizioni e recuperando il patrimonio edilizio delle loro famiglie

Cinquanta imprese artigianali legate alla lavorazione del legno con 250 addetti
di RENATO FALCETTI

'artigianato della Valle Strona, basato totalmente sulla lavorazione del legno, vede impegnate circa 250 unit lavorative distribuite in circa 50 aziende; addetti la cui et media si attesta tra i 25 e 40 anni. Quasi tutte le aziende si sono aggiornate tecnologicamente con l'introduzione di tecniche lavorative innovative, gestite da sistemi informatizzati, con controlli numerici e massima precisione. L'approvvigionamento della materia prima, il legname essenzialmente di faggio, avviene tutto all'estero, Francia, Svizzera e da qualche anno anche da paesi dell'Est Europa. Negli ultimi anni, per accelerare i tempi di produzione e quindi abbattere i costi, si passati dall'acquisto di tronchi interi, difficili da trasportare e da lavorare, a semilavorati in listoni, pannelli, quadretti, leggeri e soprattutto gi essiccati. Le unit lavorative sono da individuarsi principalmente nei nuclei familiari, dove i giovani sono subentrati ai loro genitori nell'attivit tramandata da pi di due secoli. Ci stato indirettamente favorito anche dalla grave crisi occupazionale che ha colpito ormai da anni l'intera area del Verbano Cusio Ossola, un tempo meta ambita per i valligiani che abbandonarono i loro paesi per scendere nelle citt rivierasche a lavorare nelle fabbriche dando luogo allo spopolamento della montagna. Ora vi una inversione di tendenza. Molti giovani, seppur istruiti in scuole fuori valle, hanno mantenuto le radici nei luoghi di origine ed ad-

Valle Strona, in produzione oltre mille articoli, dal tradizionale casalingo duso quotidiano al giocattolo, suppellettili e complementi darredo.
dirittura hanno costruito le loro famiglie dando luogo anche ad un buon recupero ed all'ampliamento dei nuclei abitativi che rischiavano di essere abbandonati. Il reddito netto pro/unit lavorativa si attesta attorno a 25mila euro annui. La produzione dell'artigianato nel tempo si altamente specializzata e diversificata. Si contano pi di mille articoli diversi, dal tradizionale casalingo d'uso quotidiano, al giocattolo, ai suppellettili oltre a complementi d'arredo. Quasi la totalit del prodotto viene commercializzata all'estero, tramite circuiti intermedi, mentre la rimanente viene conferita alla grande distribuzione italiana. Una minima parte viene venduta direttamente in laboratorio o presso fiere e mercati. Ultimamente, con un concorso di idee promosso dalla Comunit montana con finanziamento regionale ai sensi della Misura "S" del Piano di sviluppo rurale, sono stati lanciati sul mercato alcuni prototipi tra i quali il pi innovativo ed unico la mazza da baseball, con marchi "Made in Comunit montana dello Strona e Basso Toce", impreziosita dall'effige della mascotte Volpina. Sono state realizzate, su copia di quelle originali americane, e propagandate attraverso la Federazione italiana gioco baseball e le associazioni sportive ed hanno riscontrato l'interesse generale proprio per la loro unicit a livello nazionale, tanto che sono stati organizzati anche mini tornei con le scuole dell'intera provincia. Il prezzo di una mazza da Baseball si aggira attorno a 12,50/13,00 euro e sono gi state commissionate parecchie centinaia. Cos come avvenuto per i "pinocchi", divenuti il simbolo dell'artigianato valstronese, che impegna diverse aziende, anche le mazze da baseball hanno contribuito ad identificare l'area di produzione valorizzandone tutti gli aspetti territoriali, turistici, paesaggistici ed ambientali ricchi di cultura, tradizioni, storia e costumi. Anche lo scarto di lavorazione, trucioli e segatura, un tempo considerato un
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Comunit montana Valle Strona, regno del grande escursionismo intorno al Lago Maggiore, dOrta e di Mergozzo

Le tavole di legno dalle quali prendono forma i tanti oggetti dellartigianato della Valle Strona. Un settore in espansione che crea nuova occupazione

Panorami in bilico tra laghi e Grandi Alpi


'area geografica interessata dalla Comunit montana dello Strona e Basso Toce definita dal corso del torrente Strona, che nasce da un laghetto alla falde del Monte Capezzone (m 2421), la vetta pi alta della regione, e versa le sue acque nel fiume Toce, poco prima dell'estuario nel Lago Maggiore. Il sistema montuoso che racchiude il corso dello Strona ha caratteri prealpini, altezza modesta con vette dai 1400 ai 2400 m, assenza di glacialismo e di pareti rocciose di rilievo alpinistico. Queste montagne sono Duemila panoramici in bilico tra l'ambiente dolce e riposante dei laghi prealpini (Lago Maggiore, d'Orta e di Mergozzo) e quello severo e imponente delle "Grandi Alpi" (Monte Rosa, Pennine e Lepontine). il regno del grande escursionismo prealpino: accessi agevoli, buoni sentieri (ma anche angoli imprevisti di wilderness) ampi panorami, gite per tutte le gambe e tutti i gusti. Tra Valsesia a sud, Val d'Ossola a nord e Verbano a est, i monti della valle dello Strona si alzano dalle dorsali montuose spartiacque che scendono ad oriente della testata. Queste catene montuose possono essere suddivise in quattro porzioni: la dorsale meridionale con la Valsesia che dal Monte Mazzoccone sopra Quarna sale al Capio ed emerge con i principali rilievi del Monte Croce, Massa del Turlo, Monte Forcolaccia. La breve catena montuosa alla testata della valle compresa tra la bocchetta di Rimella e quella dell'Usciolo: Punta del Pizzo, Altemberg, Capezzone e Montagna Ronda, Punta dell'Usciolo. La cresta ben marcata che corre ad est verso il gruppo Massone-Eyehorn (Ventolaro, Mazza dell'Inferno, Cima Scaravini) e i "denti" delle Scaravine costituiscono i rilievi pi aspri e difficili da percorrere di queste montagne. La montagna del Basso Cusio definita dai due costoloni che dal Monte Cerano scendono al motto di Ghenti d'Olmaine (nord-est) e al Poggio Colletto (sud-est). Sono rilievi modesti e ammantati di boschi comprendenti sentieri e alpeggi di Gravellona Toce e Casale Corte Cerro. La Corciera, tra Omegna e Gravellona Toce con il comune di Casale Corte Cerro, la bassa valle percorsa dallo Strona che ha raccolto le acque della Nigoglia provenienti dal lago d'Orta. Tutta quest'area, dalla met del secolo scorso coinvolta in un intenso processo di industrializzazione, ha perso completamente i connotati rurali per diventare un'unica conurbazione residenziale, commerciale e produttiva. Dopo una parentesi tessile e siderurgica conclusa da tempo, oggi la zona costituisce un "distretto del casalingo" con aziende di rilievo mondiale (Bialetti, Alessi, Lagostina, Piazza, Calderoni e altre giovani aziende). Questa realt, frutto di vivacit imprenditoriale e intelligenza creativa, raccontata nel Museo Arte e Industria di Omegna. In questi anni l'area sta riqualificando il proprio tessuto urbano. Ad Omegna, capoluogo del Cusio, la vecchia ferriera Cobianchi stata trasformata nel centro culturale e sociale del Forum e nel "Parco della Fantasia" che ricorder lo scrittore omegnese Gianni Rodari. Gravellona Toce una cittadina di quasi 8000 abitanti che ha visto un enorme sviluppo urbano in questo secolo per l'insediamento di industrie nella piana del Toce e per l'accresciuta importanza come luogo geografico di incontro del Verbano, del Cusio e dell'Orsola. La citt ha importanza in campo archeologico per la necropoli celto-romana scoperta ai piedi del Monte Cerano da Felice Pattaroni in due campagne di scavi (1954 e 1959). Vennero alla luce 128 tombe, datate dal V sec. a.C. al IV sec. d.C., parte di un tracciato stradale romano, le fondazioni di una torre e di tre edifici di uso agricolo, abitativo e artigianale. Parte dei reperti sono attualmente esposti al Museo archeologico di Torino. L'antico borgo di Cerro sorgeva fino al XIV secolo attorno alla chiesa romanica di S. Maurizio alla periferia settentrionale di Gravellona Toce, ma fu distrutto durante le lotte tra feudatari per il controllo del territorio. (www.montagnapiemonte.it).

costo, trova oggi la giusta allocazione con il loro recupero attraverso il compattamento dal quale si ottengono tronchetti combustibili, i bricchetti, molto ricercati per il loro alto potere calorico. Non azzardato affermare che l'artigianato, soprattutto del legno, attivit che non compromette in alcun modo l'equilibrio ambientale, crea occupazione nei territori marginali, permette la permanenza delle genti in montagna mantenendo viva ed attiva la cultura rurale altrimenti dimenticata.

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MANUALE DI ARCHITE CUNEO, ALPI DE PER IL RECUPERO ED


di DANIELA BOSIA

' stata recentemente presentata a Briga Alta, comune dell'Alta Val Tanaro, nella cornice dei colori autunnali della frazione di Upega, posta a 1300 m, al confine con la Francia, la "Guida al recupero degli elementi caratterizzanti l'architettura del Gal Mongioie". Si tratta di un volume che raccoglie gli esiti del lavoro di redazione di un "Manuale per il recupero di elementi di tipicit dell'architettura locale" realizzato in attuazione del Piano di sviluppo locale "Il fascino delle Alpi del Mare" del Gal Mongioie (Gruppo azione locale), finanziato all'interno del programma comunitario Leader plus. La realizzazione del Manuale come prodotto dell'Azione 3.2.1. del Piano si pone come funzionale alle successive azioni che prevedono la realizzazione di una serie d'interventi pilota o dimostrativi, per la sperimentazione applicativa del Manuale stesso e la sua diffusione come supporto a "Buone pratiche" di intervento. La Guida, realizzata da un gruppo di progettazione composto dagli architetti Roberto Marchiano, responsabile di progetto, Daniela Bosia del Politecnico di Torino, Giovanna Franco e Stefano F. Musso dell'Universit di Genova, consulenti, stata pubblicata e presentata all'interno del progetto Interreg III A Alcotra Italia-Francia, intitolato "Laboratorio transfrontaliero di conoscenza e valorizzazione del paesaggio montano" di cui il Gal Mongioie capofila. La Guida al recupero degli elementi caratterizzanti l'architettura locale del territorio del Gal uno strumento nor-

La Guida pubblicata allinterno dellInterreg Italia-Francia per la valorizzazione del paesaggio montano
Alcune delle centinaia di immagini scattate per documentare le tradizionali tipologie architettoniche del territorio del Gal Mongioie

mativo "di consiglio", concepito e predisposto sulla base dello studio delle tradizioni costruttive e del paesaggio del territorio di riferimento, in gran parte montuoso e collinare. Il Gal Mongioie comprende, infatti, una vasta porzione del Piemonte meridionale, che comprende 49 Comuni appartenenti a pi di tre Comunit

montane, in provincia di Cuneo, al confine con la Liguria e con la Francia, estesa dall'estremo ovest, con i territori montuosi dell'Alta Valle Tanaro, fino alle dolci colline della Langa di Dogliani. In una situazione cos complessa, per impostare uno studio dell'architettura rurale finalizzato alla stesura di una
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ETTURA EL MARE DILIZIO

Lo studio delle tradizioni costruttive e del paesaggio attraverso unindagine condotta sul territorio che va dallAlta valle Tanaro sino alle colline di Dogliani. 49 Comuni cuneesi che si affacciano sulla Liguria
elaborati allegati al Piano di sviluppo locale, non si rivela pienamente soddisfacente ai fini dello studio dell'architettura locale: rimangono, infatti, ampie zone di confine tra i territori montani e quelli collinari, cos come zone marginali rispetto all'estensione geografica del Gal Mongioie, che rivelano caratteristiche ibride, difficilmente classificabili in una o nell'altra categoria territoriale. La suddivisione in due ambiti territoriali, pur con i limiti accennati, dunque, costituisce scelta un po' forzata ma funzionale agli obiettivi posti. La lettura e l'interpretazione del paesaggio rurale, di cui fa parte integrante il patrimonio costruito, condotte in questa esperienza in modo distinto per i due ambiti territoriali individuati, seguendo la stessa metodologia, hanno consentito di evidenziare punti di incontro, analogie e diversit nel paesaggio e nella cultura costruttiva tradizionale dei due ambiti esaminati. L'ambito delle "Valli alpine" comprende la fascia di territorio che si sviluppa a ridosso delle Alpi Liguri, a partire dall'Alta Valle Tanaro, fino alla Valle Casotto, alle Valli Ellero, Corsaglia e Maudagna, con un paesaggio caratterizzato da forti eterogeneit morfologiche. Dai rilievi montuosi, pronunciati e impervi, nell'estrema Alta Valle Tanaro si discende gradatamente verso la zona subalpina dei prati e dei pascoli, dei boschi di faggio e di larici, per giungere ai rilievi collinari pi dolci e coperti da boschi di castagni, querce e frassini, sino ai vigneti e ai campi coltivati del fondovalle. La vicinanza con il mare, visibile a occhio nudo da molti punti del territorio, conferisce a questo paesaggio alpino caratteri irripetibili d'individualit. Le fasce altimetriche pi elevate, con rilievi intorno e oltre i 2.600 m, presentano le caratteristiche della vera alta montagna, e conservano antiche dimore temporanee o permanenti che, in passato, l'uomo ha costruito per sfruttare ogni lembo di terreno, a pascolo o a semina. Negli insediamenti montani, al di l dei borghi di fondovalle, i profondi nessi di necessit che legano questi manufatti edili al contesto antropico e alla natura dei luoghi, hanno determinato la loro conformazione che risente del rigore del clima, della limitata insolazione e delle difficili vie d'accesso e percorrenza, producendo soluzioni morfologiche e costruttive simili, seppur fortemente caratterizzate, in molte aree, a diverse latitudini, indifferenti ad ogni confine amministrativo attuale. L'ambito dei "Rilievi collinari delle Langhe" comprende, invece, una fascia territoriale posta al confine con la Liguria che, a partire dal territorio del Comune di Saliceto, nella media Valle Bormida, si estende per tutte le Langhe Monregalesi, con paesaggi caratterizzati da dolci rilievi collinari, segnati dai filari delle vigne, verso Dogliani, o coltivati a nocciolo, ma anche caratterizzati, ormai, da molti versanti incolti e abbandonati. Ovunque, il profondo rapporto fra architettura rurale tradizionale e ambiente, non solo sotto il profilo morfologico, ha prodotto nei secoli un paesaggio culturale nel quale le opere dell'uomo (costruzioni e colture) si integrano e si accordano con la terra, anche nei toni prevalenti dei colori. Lo studio delle tradizioni costruttive e del paesaggio, attraverso una serie di indagini condotte direttamente sul territorio, rilievi speditivi e campagne di riprese fotografiche generali e di dettaglio, stato il primo passo per impostare la Guida: la tutela e la valoriz15

La cartina riproduce il territorio in provincia di Cuneo interessato dal progetto che si sviluppa a ridosso delle Alpi Liguri

Guida per il suo recupero, seppur a costo di una certa schematizzazione della realt dei luoghi, stato necessario suddividere il territorio in due grandi ambiti ritenuti sufficientemente omogenei: l'ambito delle "Valli Alpine" e quello dei "Rilievi collinari delle Langhe". La suddivisione in due soli ambiti, condotta a partire dagli
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zazione del paesaggio rurale deve infatti essere basata, innanzi tutto, sul riconoscimento dei caratteri peculiari dell'ambiente naturale e costruito che, insieme, concorrono a definirne la configurazione. Particolare importanza ha assunto, dunque, il rilievo, non solo geometrico ma anche costruttivo e tecnologico, dei manufatti esistenti, con riferimento non solo a dimore e aggregati edilizi, ma anche a opere di ser- Un aiuto per scegliere come vizio, come stalle, intervenire su manufatti poveri fienili, pozzi, forni, essiccatoi, ecc., e ac- e fragili, ai quali si riconosce cessori all'attivit un valore di testimonianza umana, come muretti su antichi modi di vivere di sostegno e di recinzione, tratturi e e di lavorare percorsi, e tutto ci che contribuisce a delineare l'identit tornare a vivere o a svolgere le prodi un sito. Tale lavoro ha costituito la prie attivit, la Guida costituisce un base indispensabile per individuare, aiuto per scegliere come intervenire da una parte, le morfologie di insedia- su manufatti cos poveri e fragili, ma mento pi diffuse e, dall'altra, le solu- ai quali si riconosce il valore dovuto zioni morfologiche e tecnologiche ri- alle testimonianze di modi di vivere e correnti per i vari elementi costruttivi. di lavorare spesso ormai lontani. A partire dagli studi e dai rilievi con- La Guida, diretta sia alle amministradotti nei due ambiti territoriali si zioni locali del territorio oggetto di proceduto a costruire la Guida, intesa studio, sia ai professionisti del settosin dall'inizio re, strutturata in schede, perch la come uno stru- scheda uno strumento sintetico e mento metodo- flessibile e perch si presta facilmente logico di sup- a integrazioni. Questo lavoro, infatti, porto per orien- anche in funzione della vastit del tertare le scelte ritorio coinvolto, non pu essere inteprogettuali (nel- so come uno studio completo ed esaula forma di li- stivo ma deve, piuttosto, essere consinee guida e di derato come una base di partenza per criteri di inter- ulteriori approfondimenti. vento) e per af- La schede della Guida sono suddivise frontare in mo- in due gruppi principali: il primo rido corretto un guarda le morfologie insediative (o tirecupero che pologie) e il secondo gli elementi coselezioni mate- struttivi e accessori che compongono riali e tecniche i manufatti. Ciascun gruppo contiene d ' i n t e r v e n t o , una differenziazione in relazione ai tradizionali o due ambiti territoriali individuati: i n n o v a t i v e , ogni scheda riporta l'indicazione delcompatibili con la tutela e la valoriz- l'ambito territoriale cui si riferisce atzazione dell'ambiente. Nella convin- traverso una sigla ("VA" per l'ambito zione che sia sempre possibile trovare delle Valli Alpine ed "L" per quello una diversa soluzione, dopo la prima dei rilievi collinari delle Langhe). intravista, senza per questo negare i Il vasto apparato iconografico della desideri di chi, in quelle case, vuol Guida, composto prevalentemente da
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La Guida diretta sia alle amministrazioni locali sia ai professionisti del settore. E strutturata in schede e in due gruppi principali: morfologia insediativa (o tipologie) ed elementi costruttivi e accessori che compongono i manufatti

schizzi di rilievo e immagini fotografiche, generali e di dettaglio, costituisce in ogni caso una dotazione fondamentale e integrativa dello strumento metodologico. Uno degli obiettivi del lavoro, infatti, stato quello di sensibilizzare i fruitori all'osservazione diretta del paesaggio, dei manufatti rurali, dei materiali, dei particolari e delle soluzioni tecnologiche della tradizione costruttiva, come strumento di base per un corretto approccio alla tutela e alla valorizzazione. Gli strumenti metodologici messi a punto, sotto forma prevalentemente di linee guida, dovrebbero, infine, trovare operativit e specificazione attraverso il recepimento nelle norme dei piani urbanistici e dei regolamenti edilizi locali. Le indicazioni propriamente tecniche, seppur presenti, sono consapevolmente limitate, perch lo strumento non tende a dare soluzioni conformi ma a fornire, piuttosto, criteri e linee guida per realizzare gli interventi di recupero.
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MANUTENZIONE TERRITORIO DI MONTI E COLLINE


di GIORGIO CACCIABUE

a difesa del territorio dalle calamit naturali, in particolare dalle piene dei torrenti, sempre stata una costante preoccupazione delle popolazioni di montagna, in quanto le possibili esondazioni hanno costituito, attraverso i secoli, una continua minaccia e una fonte di notevoli situazioni di pericolo. Il dissesto idrogeologico ha origine dall'azione dello scorrimento delle acque superficiali e sotterranee e si manifesta nelle forme pi evidenti attraverso l'erosione torrentizia e le frane. Gi dal 1800, quindi, l'amministrazione forestale intervenuta mediante interventi di sistemazione idraulico-forestale che sono proseguiti fino alla met degli anni sessanta operando attivamente per la conservazione del suolo e la regimazione delle acque, eseguendo rimboschimenti diffusi ed importanti opere di bonifica montana, in quanto alla sistemazione della montagna e della collina era riconosciuto un ruolo essenziale nella difesa della

di definire criteri di pianura. Le attivit intervento a tutela Successivamente della Regione del suolo e del pal'abbandono delle trimonio naturale realizzazioni per i Piemonte a difesa che si inseriscano profondi muta- del territorio pi correttamente menti nella societ dalle calamit nell'ambiente. ha comportato la Occorre quindi un perdita della fun- naturali grande sforzo da zionalit delle opere realizzate per mancanza di manu- parte di tutti i soggetti istituzionali per restituire al territorio la possibilit tenzione. Le sistemazioni idraulico-forestali di di svolgere al meglio le proprie funtipo estensivo attuate in passato e non zioni in merito alla difesa del suolo, pi proponibili per ragioni di elevati anche in vista dei cambiamenti climacosti consentivano di contenere mag- tici in atto, per i quali sono previste, giormente la produzione di sedimenti nei prossimi decenni, precipitazioni in quota ossia l'erosione diffusa. Oggi pi intense e concentrate. facendo ricorso anche all'ingegneria Il mancato o inadeguato intervento sui naturalistica (termine odierno che rag- bacini montani comporta un incregruppa insieme la maggior parte degli mento delle portate di piena a valle antichi interventi di sistemazione unitamente all'aumento del trasporto idraulico-forestale), sulla base di nuo- solido, con conseguente necessit di ve conoscenze derivate dalla ricerca interventi di difesa pi impegnativi tecnica e biologica si sono potuti mi- nelle zone di pianura senza tener congliorare molti vecchi sistemi costrutti- to degli enormi costi da sostenere nella ricostruzione e nel ripristino dei vi e svilupparne dei nuovi. Infatti l'accresciuta sensibilit dell'opi- danni dovuti agli eventi calamitosi nione pubblica verso i problemi relati- conseguenti. vi al territorio determina la necessit La sistemazione dei bacini idrografici
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Settembre2004 2004 Dicembre

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nelle aree montane, collinari e di pianura, secondo la legge sulla difesa del suolo (L.183/89), prevede d'altronde un intervento unitario da affrontare con un approccio sistemico, con la coscienza del legame tra le varie parti del bacino e quindi del reciproco condizionamento degli interventi nei vari tratti. Un approccio basato sull'emergenza ha privilegiato negli ultimi decenni la realizzazione di opere intensive per la riduzione del rischio nelle pianure, ove si trova la maggioranza della popolazione e del patrimonio pubblico e privato, trascurando invece la programmazione e l'esecuzione degli interventi a lungo termine attraverso opere estensive ed intensive nella parte superiore del bacino, ove il fenomeno erosivo inizia a manifestarsi ed ove la sistemazione agisce sulle cause del dissesto. Occorre invece intervenire particolarmente nelle zone montane e collinari, ove pi estese ed intense sono le azioni erosive, con la coscienza che la sistemazione della parte superiore dei bacini idrografici non assume solo un valore intrinseco, ma comporta il miglioramento delle condizioni idrauliche a valle. Con interventi di tipo diffuso sul territorio si pu ottenere una maggiore efficacia delle misure di riduzione del rischio idrogeologico, poich si agisce sulla probabilit di accadimento dell'evento calamitoso e sulla diminuzione dell'intensit dello stesso. Il perdurare dell'abbandono della montagna e della collina, invece, ha come conseguenza un aumento della vulnerabilit e della pericolosit del territorio anche a valle con conseguente richiesta di aumento delle difese passive (argini, casse d'espansione, ecc.) e notevole incremento dei costi diretti ed indiretti. Il bosco svolge un'importante funzione nella difesa del suolo contrastando l'azione disgregatrice degli agenti atmosferici, in particolare delle precipitazioni, tramite azioni di tipo meccanico e di tipo idrologico. Le azioni di tipo meccanico derivano dall'interazione fisica delle radici delle piante con il substrato e si traducono
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'inizio dell'autunno ha coinciso, per gli amministratori delle comunit montante e collinari del Piemonte, con l'avvio della programmazione degli interventi da realizzare nel corso del 2005 con il contributo delle squadre degli operai forestali regionali nei rispettivi territori. Nei mesi di ottobre e novembre, infatti, l'assessore alla montagna Roberto Vaglio e il dirigente Vincenzo Renna, hanno incontrato i sindaci dei comuni montani e collinari ed i presidenti delle comunit montane e collinari delle otto province piemontesi per illustrare loro gli interventi attuati nel corso del 2004 dalle squadre degli operai forestali e, soprattutto, per redigere il programma degli interventi da realizzare nel corso del 2005. Gli operai forestali regionali sono 550, suddivisi in squadre la cui consistenza numerica varia dalle 4 alle 12 unit, in relazione all'estensione territoriale delle comunit montane o collinari presso le quali prestano servizio. Fra gli operai forestali poco meno di 180 hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mentre gli altri sono assunti con contratto a tempo determinato, rinnovabile di anno in anno. Caratteristica indispensabile per accedere alla professione essere residenti in comuni di comunit montana o di comunit collinare, secondo la destinazione territoriale della squadra. Le squadre di operai forestali sono diventate negli anni un importante riferimento per le amministrazioni locali, che oggi si affidano a loro non solo pi per la manutenzione ordinaria e la messa in sicurezza del territorio, ma soprattutto per la realizzazione di interventi di ingegneria naturalistica altamente qualificati. Le attivit svolte nel 2004 dalle squadre degli operai forestali regionali hanno riguardato principalmente interventi di sistemazione e ripristino della viabilit forestale, pulizia di rii e torrenti, opere di ingegneria naturalistica. Questi incontri sono stati anche

Concertati con sindaci e Comunit montane le opere da realizzare sul territorio di tutta la regione

GLI INCON SQUA PER GLI I


l'occasione per consegnare, alle unit operative di quadrante, i nuovi mezzi fuoristrada 4X4 Land Rover Defender 130 Crew Cab TD5 5 posti, messi a disposizione dalla Regione Piemonte per interventi di protezione civile. Le unit operative di Quadrante (Uoq) sono quattro in tutta la Regione, una per quadrante: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Biella-Novara-Vercelli-Verbania. Sono costituite da operai specializzati, incaricati di intervenire per l'esecuzione di lavori che richiedono l'utilizzo di mezzi operativi complessi e in caso di emergenza dovuta a calamit naturali. La squadra costituita da 5 operai scelti nell'ambito del quadrante in base alla professionalit, all'esperienza, ed alla capacit decisionale. Sono costituite dal caposquadra, da 1 operaio addetto ai mezzi, da 2 operai motoseghisti e da 1 operaio tree climbing.
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Consegnato un nuovo mezzo alle quattro unit operative di quadrante

Unopera di ingegneria naturalistica realizzata dalle squadre forestali della Regione Piemonte

ONTRI DI VAGLIO ADRE FORESTALI INTERVENTI 2005


Ciascuna squadra avr a disposizione un fuoristrada 4X4 Land Rover Defender 130 Crew Cab TD5 5 posti, con cassone per il trasporto materiale, dotato di verricello elettrico anteriore e gi predisposto per l'installazione di radio ricetrasmittenti. Veicolari, un gruppo elettrogeno da 3,5 kW barellabile, 2 radio portatili per comunicazioni, 2 Torce, 3 motoseghe,1 decespugliatore, 1 martello demolitore ed 1 Tirfort. Tutto questo per consentire di intervenire tempestivamente ed efficacemente in caso di calamit naturali. Grazie all'istituzione di queste squadre, le amministrazioni locali potranno contare su un ulteriore sostengo nelle situazioni di emergenza. In caso di calamit, il Settore regionale si occuper del coordinamento delle attivit svolte sul territorio sia preventive che di emergenza in caso di calamit attraverso un coordinatore. Il coordinatore si occuper della proDicembre 2004

grammazione regionale collegata agli interventi in caso di calamit naturale (corsi, dotazione mezzi, radiocomunicazioni, esercitazioni). Ma non solo. Il coordinatore attiva, su segnalazione del dirigente a livello di quadrante, il direttore delle operazioni incaricato che gestir le unit operative di quadrante (Uoq) negli interventi.

Cuneo, lassessore alla Montagna della Regione Piemonte, Roberto Vaglio, consegna il Land Rover Defender 130 Crew Cab Td5, 4x4 e 5 porte

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essenzialmente nella protezione del suolo dalle acque dilavanti unitamente alla stabilizzazione dello strato superiore dello stesso. Il ruolo di una copertura vegetale pu risultare comunque essenziale ai fini della stabilit anche nelle situazioni geomorfologiche pi sfavorevoli (forti pendenze, substrati erodibili, ecc.), dove l'azione protettiva di una copertura arbustiva o erbacea piuttosto che arborea pu risultare determinante ai fini della prevenzione del dissesto idrogeologico. Esiste quindi un effetto importante dei popolamenti forestali sul ciclo idrologico riconducibile a due azioni fondamentali: l'alta efficienza dei popolamenti forestali nell'evaporazione dell'acqua intercettata che contribuisce ad una significativa riduzione dei deflussi; il ruolo dei suoli forestali evoluti con il risultato di una azione regimante sui fenomeni di piena, essenziale ai fini della riduzione del rischio idrogeologico. La manutenzione del territorio del bacino idrografico quindi uno strumento fondamentale per la riduzione del dissesto idrogeologico e del rischio per le persone, le cose ed il patrimonio ambientale, nonch per la riqualificazione del territorio anche con positive ricadute in termini occupazionali. I vantaggi derivanti da un programma regionale di manutenzione del territorio con interventi diffusi ed estensivi sono: - la diminuzione di interventi strutturali per la riduzione del rischio, in quanto gli interventi nella parte superiore del bacino contrastano il fenomeno erosivo, laddove inizia a manifestarsi, con azioni di piccola entit, ma comunque efficaci nel risolvere il problema all'origine; - il miglioramento dell'efficienza delle sistemazioni idraulico-agrarie e idraulico-forestali, con la manutenzione di quelle realizzate in passato insieme al20

I programmi di manutenzione del territorio consentono la riduzione del rischio, miglior efficienza del sistema idraulico forestale e agrario favorendo lo sviluppo delle attivit economiche nelle aree interne della montagna e della collina
la riqualificazione di un patrimonio esistente, ormai inserito nel contesto socioeconomico e paesaggistico del territorio; - recupero ambientale delle aree in erosione e la rinaturazione dei territori montani e collinari degradati, tramite la realizzazione di fitocenosi arboree, arbustive ed erbacee con il conseguente aumento della biodiversit; - il miglioramento delle condizioni socioeconomiche delle aree interne della montagna e della collina, attuando le finalit della legge della montagna in quanto le azioni di manutenzione tutelano e promuovono le risorse ambientali e sviluppano le attivit economiche nelle aree depresse; - la realizzazione di nuovi posti di lavoro diffusi sul territorio, in quanto viene creata occupazione in zone in fase di spopolamento, con l'utilizzo di tecniche che utilizzano i materiali locali, quali quelle dell'ingegneria naturalistica, che sono ad alto contenuto di manodopera.
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NASCE LASSOCIAZIONE CONSORZI FORESTALI PIEMONTESE


ello scorso mese di settembre si costituito il Coordinamento dei consorzi e delle associazioni forestali che operano in Piemonte. stato denominato "Associazione forestale del Piemonte" ed ha sede legale presso il Dipartimento di Economia della facolt di Agraria dell'Universit di Torino (via Leonardo da Vinci, 44 A Grugliasco). La costituzione del coordinamento conclude una fase di forte accelerazione dell'attivit associativa forestale nella Regione Piemonte, dopo alcuni decenni di totale immobilit. stato infatti il Piano di sviluppo rurale (Psr) 20002006 che nel 2003, con la misura I5, ha finanziato la costituzione di sette associazioni forestali locali e due regionali. In precedenza, in Piemonte, l'unico organismo associativo forestale operante era il Consorzio forestale dell'Alta Valle Susa, nato ben cinquanta anni prima sulla base della legge forestale del 1923 con compiti di gestione tecnica diretta, da parte dei Comuni, dei loro boschi. L'attivazione della misura I5 del Psr relativa all'associazionismo forestale in Piemonte segna un momento di svolta.

aderiscono le sette Non infatti solo Costituito associazioni locali rilevante il numero attivate dal Psr, lo di consorzi e asso- il Coordinamento "storico" Consorciazioni locali cozio forestale Alta stituitesi, ma anche al quale aderiscono Valle di Susa, l'Asil loro esteso radisette sodalizi locali sociazione valorizcamento territoriale zazione boschi Alta e, soprattutto, il ca- attivati dal Piano Langa e la Comurattere innovativo e nit montana Bassa diversificato delle di sviluppo rurale. Valle di Susa e Celoro forme organizLo presiede nischia in quanto zative. ente espressamente Proprio la natura Luciano Falcini delegato dai Cocomposta e diversimuni alla gestione ficata delle forme diretta del patrimoassociative forestali nate e la assenza di precedenti espe- nio forestale. rienze che potessero servire da modelli L'atto costitutivo stato recentemente di riferimento, hanno indotto alla costi- sottoscritto presso uno studio notarile di tuzione di un coordinamento permanen- Torino e la forma giuridica quella delte di portata regionale. Si avvertita in- le onlus (associazione non a scopo di fatti l'esigenza di creare un organismo lucro). Presidente stato nominato Lucapace di svolgere una costante funzio- ciano Falcini, attuale direttore del Conne di informazione e di scambio delle sorzio di filiera forestale del Verbano esperienze e dei problemi affrontati dai Cusio Ossola. Sono entrate a far parte singoli consorzi e, al contempo, di svol- del comitato direttivo, in rappresentangere una attivit di promozione, tutela e za dei diversi enti aderenti Giovanni Maiandi (Associazione forestale Valli rappresentanza degli aderenti. All'Associazione forestale del Piemonte del Rosa), Alberto Dotta (Consorzio foQuaderni della Regione Piemonte | MONTAGNA 21

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restale Alta Val Susa), Gianni Mao (Consorzio forestale Monte Armetta), Isabella Ballauri del Conte (Consorzio forestale del Canavese). Le finalit e gli scopi dell'Associazione forestale del Piemonte, gi espliciti nello statuto approvato, sono stati ulteriormente approfonditi attraverso l'approvazione di un documento programmatico.

Le associazioni forestali del Piemonte e gli enti aderenti

Alta Val Susa, primo consorzio 50 anni fa


Consorzio Forestale del Canavese Comunit montana Alto Canavese, Forno Canavese, Canischio, Chiaverano, Comunit montana Valchiusella, Brosso, Issiglio, Meugliano, Ruglio, Trausella, Traversella, Vico Canavese, Vidracco, Comunit montana Valle Sacra, Borgiallo, Castelnuovo Nigra, Chiesanuova, Cintano, Colleretto Castelnuovo, Coop. Valli Unite del Canavese (operatore filiera legno). Associazione Forestale Valli del Rosa Ailoche, Broglio, Boccioleto, Breia, Campertogno, Caprile, Celio, Cervatto, Cravagliana, Fobello, Guardabosone, Mosso, Pila, Piode, Postua, Quarona, Rassa, Rossa, Scopa, Valduggia, Veglio, Consorzio Boschivo Terrieri Arlezze e Castagnola, 17 operatori della filiera legno, 7 proprietari privati. Consorzio Forestale Alta Valle Susa Bardonecchia, Cesana Torinese, Chiomonte, Claviere, Exilles, Guaglione, Gravere, Oulx, Salbertrand, Sauze d'Oulx, Sauze di Cesana, Sestriere, Comunit montana Bassa Valle Susa e Cenischia. Consorzio Forestale Villarfocchiardo Villarfocchiardo. Associazione Forestale dei Due Laghi Ameno, Armeno, Bolzano novarese, Colazza, Gozzano, Invorio, Lesa, Massimo Visconti, Meina, Miasino, Nebbiuno, Pisano. Consorzio Filiera Forestale del VCO Arola, Calasca Castiglione, Casale Corte
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Cerro, Ceppo Morelli, Cesara, Crevoladossola, Domodossola, Madonna del Sasso, Montescheno, Premia, Trasquera, Introna, Baceno, Bannio Anzino, Beura Cardezza, Bognanco, Crodo, Macugnaga, Massiola, Montecrestese, Nonio, Omega, Pieve Vergante, Quarna Sopra, Quarna Sotto, Seppiana Vanzone, Varzo, Viganella, Villadossola, Vigogna, Comunit montana Valle Introna, Comunit montana Valle Strona e Basso Toce, Comunit montana Antigorio Divedro For-

mazza, Comunit montana Cusio Mottarone, Comunit montana Monte Rosa, Consorzio Valle Ossola A11, 7 ditte operatrici nella filiera legno, 1 proprietario privato. Consorzio Forestale Monte Armetta Ormea. Associazione valorizzazione Boschi Alta Langa Bonvicino, Borgomale, Bosia, Bossolasco, Castino, Lequio Berria, Murazzano, Niella Belbo, San Benedetto Belbo.
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l Coordinamento delle Associazioni si costituito per trasformare una serie di esperienze associative locali e indipendenti in un movimento di portata regionale chiamato Associazione forestale del Piemonte, coinvolgendo anche il Consorzio forestale Alta Val Susa quale realt consortile storica del Piemonte. Il Coordinamento intende svolgere attivit di promozione, tutela e rappresentanza a favore degli aderenti, nel contesto di riferimento politico-istituzionale, su temi concernenti le politiche forestali e la ricerca, in particolare: 1 -Attivit politico-istituzionale, promozionale e di pubbliche relazioni a favore delle associazioni e del settore forestale in generale; - Sviluppare il collegamento tra esperienze di gestione diverse favorendo lo scambio di informazioni, la circolazione delle notizie, l'individuazione di approcci comuni a temi e problematiche di interesse condiviso; - Intrattenere rapporti utili a livello politico - istituzionale in una prospettiva regionale, nazionale e comunitaria per promuovere e valorizzare le attivit delle forme associative; - Promuovere la rappresentanza e la partecipazione delle comunit locali alle decisioni che concernono la gestione del patrimonio silvo-pastorale; - Favorire il dialogo e la collaborazione tra i diversi attori della filiera e tra le istituzioni con competenze nel settore forestale. 2 - Valorizzazione silvo-pastorale e del territorio. Le associazioni e i consorzi forestali promuovono: - Una gestione forestale attiva, orientata alla valorizzazione polifunzionale del patrimonio silvo-pastorale, attuata da organismi locali in stretto collegamento con il territorio e con le istituzio-

Lanciare una efficiente filiera boschi-legno per lo sviluppo dellutilizzo delle biomasse collegando ricerca scientifica e territorio

I progetti dellAssociazione forestale del Piemonte

ni competenti in materia forestale; - Lo sviluppo di approcci selvicoltura attuali e sostenibili dal punto di vista sia ambientale sia economico; - La manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio mediante l'impiego di tecniche razionali ed ecocompatibili; - La valorizzazione della produzione di biomasse forestali come applicazione del protocollo di Kyoto. 3 - Organizzazione di unefficiente filiera foresta-legno. - Predisporre interventi che facilitino una razionale commercializzazione del legname favorendo la conoscenza del mercato; - Valorizzare le diverse professionalit coinvolte nella filiera foresta-legno; - Ricercare la migliore organizzazione del lavoro in bosco per consentire una maggiore economicit dell'utilizzazione forestale; - Favorire l'incontro tra domanda e offerta degli assortimenti e in generale il contatto tra gli attori della filiera; - Incentivare le forme di lavoro regolare e favorire l'emersione del sommerso; - Migliorare le condizioni di lavoro degli addetti.

Luciano Falcini, presidente dellAssociazione forestale del Piemonte, attuale direttore del Consorzio di filiera forestale Verbano Cusio Ossola

4 - Collegamento diretto tra il mondo della ricerca e il territorio. - Organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento professionali degli operatori della filiera forestale; - Intraprendere un'azione sinergica tra le Associazioni, l'Universit e la Regione Piemonte per migliorare il rapporto tra ricerca e territorio; - Fornire il necessario supporto scientifico per l'azione di organizzazione della gestione forestale e della manutenzione del territorio; - Promuovere una didattica e una formazione "sul campo" dei laureandi e dei laureati in Scienze forestali. L'impegno del coordinamento delle Associazioni quindi rivolto verso le aree e i beni silvo-pastorali attraverso il coinvolgimento dei diversi attori della filiera foresta-legno, nella convinzione che solo un approccio integrato e uniforme possa consentire di affrontare efficacemente le tematiche relative al settore forestale.
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tecnico della gestione


delle attivit economiche montane
(Agricoltura, Ambiente, Artigianato, Turismo)

Realizzato dall'AgenForm in collaborazione con: Unione Europea Regione Piemonte (Assessorato alle Politiche per la Montagna) AGRAP CAI (delegazione Regione Piemonte) Rgion PACA Acadmie d'Aix-Marseille Lyce Professionnel Svign (Gap) Lyce Alpes et Durance (Embrun) Per informazioni ed iscrizioni: Agenzia dei Servizi Formativi della Provincia di Cuneo - Consorzio 12100 Cuneo Corso IV Novembre, 11 Telefono 0171 696147 - Fax 0171 436910 e-mail: info@agenform.it - www.agenform.it Il progetto finanziato su programma di iniziativa comunitaria Interreg III A con lintervento di:

Supportano il progetto:

dia a di scuola me ati con diplom up cc so di o ti pa Rivolto a: occu laurea. superiore e/o iche e stage i teorico-prat on zi le in e is e suddiv Durata: 1200 or glio 2005. tobre 2004 a lu e per Periodo: da ot sionale Statal stituto Profes I ll de ia er st N) Sede: Fore di Verzuolo (C lAgricoltura i ali nei settor ionali e cultur st ge e ch ti ma to Argomenti: te dell'artigiana za turistica, dell'accoglien imentare. rmazione agroal fo as tr a ll de e Francia. in Italia e in e, al tr II livello es im tr Stage: lizzazione di ia ec Sp di o at ti: Attest Titoli rilascia zione. Europass-Forma o i rcorso formativ termine del pe Al a: es pr im io d' st ne Simulazione muleranno la ge partecipanti si in quota. di un rifugio

C.A.I. Delegazione Regione Piemonte

Il Consorzio per la formazione si rivolge a tutti gli imprenditori montani. Gi conclusi 35 corsi con 350 allievi, avviati altri 26

Agenform, nuove imprese che rispettino la montagna


o scenario delle attivit produttive e professionali delle aree montane del Piemonte oggi contraddistinto dalla complementariet tra attivit tradizionali e nuove figure professionali, in grado di garantire vitalit al sistema, con l'offerta di servizi innovativi e prodotti di qualit elevata. Per tale motivo, da alcuni anni, il consorzio AgenForm - Agenzia dei servizi formativi della provincia di Cuneo, si rivolge a tutti gli imprenditori montani. Propone corsi, le Cattedre ambulanti, che rispondono a quelle istanze di rinnovamento che provengono dalle piccole, a volte piccolissime, aziende delle aree alpine. Queste attivit, intraprese a partire dal 2000, grazie all'impegno dell'assessorato regionale alle poli-

tiche per la montagna, si avvalsa negli ultimi 18 mesi dei finanziamenti erogati attraverso una specifica misura dei bandi regionali per la formazione degli occupati. Si riconosciuto, finalmente, che il lavoro in montagna ha caratteri identificativi forti ed esprime esigenze proprie, anche sotto gli aspetti dell'aggiornamento e della riqualificazione professionale. I numeri confermano queste indicazioni: sono 35 i corsi gi conclusi al primo sportello di finanziamento (1.100 le ore complessive di formazione, 350 gli allievi), e 26 in corso di erogazione (per ulteriori 1.000 ore e 230 allievi). Molti i temi trattati: si riflettuto su come si offra ricettivit di alto livello nei posti tappa, posato tetti in pietra secondo l'e-

dilizia tradizionale, insegnato a coniugare esigenze igieniche e caseificazione d'alpeggio. Si sono prodotti salami e tome, staccionate e muretti a secco, recupero dei sentieri e depliant informativi per alberghi in quota. Si sono formate guide e accompagnatori naturalistici, addetti agli impianti e ristoratori, toccando buona parte delle comunit montane cuneeesi e torinesi. Una proposta sicuramente estesa e diffusa, ma con denominatore comune: lo sviluppo coerente e non invasivo del territorio locale. Per informazioni sui corsi AgenForm, Agenzia dei servizi formativi della provincia di Cuneo - Consorzio C.so IV Novembre 11 - 12100 Cuneo, tel: 0171.696147, fax: 0171.436910, www.agenform.it, info@agenform.it

Bando regionale per ridurre il divario tecnologico nelle zone montane

Cresce linformazione con i collegamenti wireless

ntra nella fase operativa il progetto della Regione Piemonte, cofinanziato dal ministero dell'economia e delle finanze con i fondi Cipe, per favorire la diffusione della societ dell'informazione. E stato infatti invitato a tutti i presidenti delle 48 Comunit montane del Piemonte linvito a presentare progetti per la realizzazione di infrastrutture satellitari presso le sedi degli enti, con l'obiettivo di stimolare la crescita di disponibilit di servizi di telecomunicazione, quali strumenti strategici per lo sviluppo del territorio. Liniziativa si inserisce nel pi ampio programma di Rupar 2, cio di una piattaforma comune per far dialogare insieme tutti gli enti pubblici piemontesi e gli operatori economici, utilizzando i sistemi di collegamento a banda larga e satellitari di ultima generazione. L'obiettivo quello di rendere pi facili le connessioni in rete anche delle realt collocate nelle zone periferiche e disagiate, dove preferibile intervenire con tecnologie satellitari, dal momento che la diffusione delle fibre ottiche ancora limitata. Riducendo il divario tecnologico e potenziando le diverse realt territoriali, in questa prima fase si prevede la copertura
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con tecnologia satellitare di circa 150 Comuni aggregati in Comunit montane. I restanti Comuni potranno godere di un ulteriore finanziamento con i fondi Cipe del 2004. Negli scorsi anni, a scopo sperimentale, la Regione ha realizzato un impianto analogo presso la Comunit montana Langa delle Valli, riscontrando che rappresenta una valida soluzione del problema del divario digitale, nonch un modello organizzativo ed economico di riferimento. La Comunit montana Langa delle Valli Belbo, Bormida e Uzzone situata in provincia di Cuneo e ne fanno parte 16 Comuni. Il progetto pilota ha riguardato il collegamento wireless tra alcuni di questi e la sede della Comunit stessa, dove stato installato un collegamento a Internet via satellite. Il termine per l'invio dei progetti fissato al 15 dicembre 2004 e gli interventi termineranno entro il 2006. Gli avanzamenti di progetto e le relative informazioni sono disponibili sul sito www.rupar2.org.
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CUSTODI DELLA REGGIA PARCO DELLA MANDRIA DI VENARIA REALE


di FRANCESCA ANGELERI

a professionalit che contraddistingue il lavoro degli operai forestali della Regione Piemonte sotto gli occhi di tutti. Oltre che negli ambiti prettamente montani, un esempio molto vicino ai cittadini di Torino quello delle squadre che prestano il loro servizio all'interno del parco regionale della Mandria e nei Giardini della Reggia della Venaria Reale. Due unit separate unite, per, da un passato comune. Buona parte dei componenti di entrambe, infatti, hanno alle spalle un'esperienza pluriennale in ambito vivaistico. Il gruppo che opera alla Mandria costituito da otto componenti di cui fa parte il nucleo storico degli ex vivaisti di Ala di Stura, nelle Valli di Lanzo, vivaio chiuso ad inizio del 2002. Il gruppo che lavora nei giardini della Reggia di Venaria composto da tredici addetti di cui sei arrivano invece dal vivaio di Verolengo. Siamo andati ad incontrarli nel parco della Mandria in una delle poche giornate di sole che questo autunno ci ha concesso. Attraversiamo una parte di parco dove, approfittando della temperatura particolarmente mite, alcuni

Il lavoro delle squadre forestali della Regione impegnate nella manutenzione degli splendidi giardini. In attesa di migliaia di visitatori per Torino 2006
fanno jogging in mezzo alla natura. Dopo non molti chilometri svoltiamo dalla strada principale per la pista sterrata dove sta lavorando la squadra. La nostra macchina supera un piccolo guado appena costruito ed arriviamo dai ragazzi. Stanno ripristinando una vecchia rotta di caccia che, un po' a causa dell'alluvione di qualche anno fa e un po' per l'incuria del periodo precedente all'istituzione del Parco, da troppi anni restava inutilizzata. "Questo sentiero servir per facilitare le azioni degli operatori antincendio e anche per le battute ai cinghiali, che qui alla Mandria la fanno da padroni. Sono troppi e rovinano l'ecosistema

cos, ogni tanto, devono ridurne il numero" ci racconta Marco Rapello, caposquadra ed un passato trascorso in alpeggio. "Sono salito in alta montagna fino all'82 poi, tra le difficolt economiche e gli impegni di famiglia, ho dovuto optare per un'altra scelta di vita. Per una parte del mio cuore sempre l". Con Marco andiamo a vedere il tratto che in una settimana la squadra ha liberato dalla vegetazione selvaggia. "E' un lavoro impegnativo, perch molto difficile recuperare il tracciato originale che non esiste quasi pi". La strada lunga circa cinque chilometri e per riportarla alla sua antica fisionomia bisogna decespugliare gli arbusti che ne celano il percorso. In un secondo tempo necessario livellare il terreno, per renderla percorribile sia a piedi sia con i fuoristrada e creare dei guadi sul torrente, utilizzando materiali naturali come pietre e legname di robinia. I lavori di ingegneria naturalistica fanno parte delle attivit a cui la squadra preposta. Interventi di questo genere sono previsti per l'inverno, come per esempio una palificata doppia allo scopo di sostenere il versante collinare alle spalle della Cascina Comba. La squadra della Mandria si distingue
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per la capacit di costruire strutture e manufatti di vario tipo in legname grezzo. Gli arredi costruiti all'interno della Cascina Brero, completamente realizzati utilizzando il legno ottenuto dai miglioramenti forestali, ne sono un esempio. infatti intenzione del parco realizzare un centro per la didattica ambientale indirizzata agli alunni delle scuole. Per il secondo anno consecutivo, la squadra forestale ha partecipato agli allestimenti di Experimenta, dove ha installato una passerella di 14 metri. Di recente ha realizzato l'allestimento per la manifestazione Alpissima, avvenuta nel mese di ottobre in Piazza Cavour a Torino, dove hanno montato 16 casette in legno prefabbricate, adibite a luoghi di informazione per il pubblico. Molteplici sono gli interventi realizzati dalla squadra all'interno del parco della Mandria. Oltre ai lavori dei quali si stanno occupando in questo ultimo periodo, vi sono molti altri sentieri che sono stati risistemati perch vicini alle aree di maggior frequentazione, come quello nei pressi del Castellaccio o quello che porta all'accesso di Villa Ghia dal Viale dei Roveri. In alcuni casi si provveduto alla messa in sicurezza di alcune strade, come quella che si snoda lungo il Rio Valsoglia. Una delle funzioni principali della squadra forestale, legata anche alla passata occupazione in vivaio, quella di manutenzione delle aree verdi intorno alle cascine della Mandria, costituita in gran parte da lavori tipici di giardinaggio. Ulteriore occupazione quella del taglio della vegetazione in alveo, sul Rio Torto e sul canale
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250mila metri quadri di giardino dalle geometrie barocche, il ripristino di sentieri e di aree frequentate dai turisti. Presto un centro per la didattica ambientale indirizzata agli alunni delle scuole
della Mandria, tipico intervento delle squadre forestali atto a prevenire i danni in caso di alluvione. Nella squadra anche una donna, Donatella Coriasco, 36 anni , sposata e vive a Mezzenile: "Quando qualche anno fa sono stata assunta a tempo indeterminato la mia gioia stata grandissima" ci racconta. Ed alla domanda se questo non sia un lavoro troppo pesante per una donna, ci risponde che "quando ci sono da fare delle cose che mi sembrano troppo pesanti, come usare il decespugliatore, l'unica cosa provare a farle. Si riesce a fare tutto e nulla pi bello che stare all'aria aperta, anche d'inverno quando si va sotto zero ed al mattino tutto bianco di gelo". Nel pomeriggio ci spostiamo alla Venaria. Qui la predominanza degli addetti femminile, su tredici operai sono otto le donne che si occupano della manutenzione dei giardini reali. Sono intente a scerbare le aiuole delle Marie Pavie, bellissime rose rifiorenti bianche molto profumate. Ci fa da guida Graziella Ciervo, 38 anni, originaria della Campania. Graziella arriva, come la maggior parte della squadra, dal vivaio di Verolengo dove, dopo alcuni anni passati in fabbrica, ha lavorato per quindici anni: "Il bello di questo mestiere stare all'aria aperta. Ci sono sempre tantissime cose da fare ma, anche se spesso pu essere pesante o per il troppo freddo o, peggio, d'estate quando siamo sotto il sole cocente (quest'anno si arrivati ai 46 sotto il sole), vivere in mezzo alla natura ripaga della fatica. Io proprio non ci riuscivo a stare in fabbrica". Anche qui l'atmosfera allegra, nonostante non ci sia davvero il tempo di distrarsi. La squadra deve gestire circa 25 ettari di giardino formale, con un forte richiamo all'originario giardino settecentesco. Loro compito occuparsi della manutenzione delle aree verdi, quindi scerbare le aiuole, diserbare i vialetti, potare le rose , le piante perenni delle aiuole fiorite nonch i bossi e i tassi delle

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Assessorato alla Montagna, Corso Stati Uniti 21 - 10128 TORINO Oppure visitate il sito www.regione.piemonte.it/montagna Cognome ............................................................................................................................. Nome ................................................................................................................................... Via .....................................................................N ...................Cap .................................... Frazione .................................. Comune ............................ Provincia ............................
Ai sensi dellart. 10 della Legge 675/96 e successive modifiche, si informa che i dati personali sono contenuti presso la banca dati dellAssessorato alla Montagna. Ai sensi della Legge lei ha diritto di richiedere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o in blocco. Il titolare del trattamento la Regione Piemonte.

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Sono numerose le donne che fanno parte delle squadre forestali impegnate nei giardini della Reggia della Venaria Reale: Un mestiere che consente di stare allaria aperta in mezzo alla natura

siepi, tosare i tappeti erbosi (alcuni con cadenza settimanale durante la bella stagione), annaffiare le piante in vaso e, durante il periodo pi arido dell'estate, tutte le migliaia di alberi di alto fusto che sono stati piantati per ricreare i viali di un tempo, raccogliere le foglie secche e concimare i prati, le siepi, aiuole ed alberi, ma anche liberare i canali dai detriti. "E' un grosso lavoro che non d mai tregua, neanche durante l'inverno. Chiunque curi il proprio giardino pu capire cosa significhi mantenere 250mila metri quadrati il cui stile si ispira alla perfezione geometrica dei giardini barocchi" ci spiega Marco Rocca, direttore dei lavori. "E le ragazze si dedicano a tutti i lavori manuali, per i quali gli uomini sono meno portati e che probabilmente non eseguirebbero con la stessa velocit e meticolosit di cui sono capaci loro. Gli uomini, invece, si cimentano per lo pi nelle operazioni che prevedono l'utilizzo o la manutenzione dei macchinari, come il trattore o le macchine rasaerba". La relazione che la squadra ha sviluppato con i giardini della Venaria va al di l del rapporto meramente lavorativo. Si sentono i custodi di un'area di alto pregio, la curano scrupolosamente in modo che i visitatori ne possano godere la bellezza. Da qui sono passati anche il presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo e lex-ministro Veltroni. La passione per il proprio mestiere, ed un grande affiatamento, sono le caratteristiche che rendono questi operai forestali preziosi per un'area che acquisir una visibilit a livello mondiale durante i prossimi Giochi olimpici invernali di Torino 2006.
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Per la salvaguardia dellistruzione nei piccoli Comuni lassessorato regionale ha investito questanno 816mila euro

Un libro rivela le cifre delle scuole di montagna


onoscere la realt delle scuole di montagna per individuare politiche di intervento adeguate alle reali esigenze del territorio. Questo lo spirito con il quale la Regione Piemonte e la Direzione regionale del Miur hanno realizzato - con il sostegno della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo - il "Libro sulle scuole della Montagna del Piemonte". La ricerca, condotta dal gruppo di lavoro interistituzionale (Regione Piemonte, Direzione scolastica regionale e Uncem) costituito a seguito della firma del protocollo d'intesa tra l'assessorato alla Montagna e la Direzione scolastica regionale nel maggio del 2003, costituisce una pubblicazione unica nel suo genere. Partendo dai "viaggi dell'ascolto" che Catalano e Vaglio hanno intrapreso nel 2002 per consentire al direttore regionale di conoscere da vicino la realt delle scuole di montagna, il libro illustra l'esperienza realizzata a seguito della firma del protocollo d'intesa, presentando l'attivit del gruppo di lavoro, i finanziamenti accordati per il mantenimento ed il miglioramento del servizio scolastico negli anni 2002-2003 e 2003-2004. Ma non solo: nella pubblicazione sono riportate per ciascun Comune delle 48 comunit montane del Piemonte il numero delle scuole di infanzia, delle scuole elementari e delle scuole medie inferiori, con l'indicazione della denominazione dell'istituto, della sede, del numero di classi, e delle eventuali pluriclassi, nonch la quantit di alunni ed il monte ore settimanali di docenza. Quest'anno, l'assessorato alla Montagna ha investito per la salvaguardia delle scuole di montagna 816.399,55 euro, cos suddivisi: per le scuole di condizioni di criticit, che avrebbero rischiato la chiusura: 31.068,70 euro; per scuole sussidiate: 107.936,03 euro; razionalizzazione del servizio nelle pluriclassi: 408.764,48 euro; lingua straniera: 268.630,34 euro, di cui 118.547,86 per la seconda lingua straniera nelle scuole medie, 17.628,70 per le lingue minoritarie, 132.453,78 per corsi di lingua per alunni di etnie diverse.

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Migliaia di torinesi nel centro storico per conoscere animali e prodotti delle malghe piemontesi. Premiati i migliori formaggi e le immagini fotografiche del concorso Alpegginfoto

di FRANCESCA ANGELERI

lpissima stata un successo. Alpi e citt di Torino, nell'ultimo fine settimana di ottobre, si sono strette la mano, guardate negli occhi, riconosciute. Motore propulsore dell'evento stato l'assessorato alla Montagna ed in particolare la sua Struttura flessibile per l'attuazione dei progetti di valorizzazione della montagna, la quale ha collaborato con l'assessorato all'Agricoltura, l'associazione Della Rocca Borgonuovo di Torino, l'Arema (Associazione regionale dei margari) e l'Ara (Associazione regionale allevatori). Il 29, 30 e31 ottobre scorso, migliaia di torinesi si sono recati in piazza Cavour, piazza Maria Teresa e ai Giardini Balbo, nel centro storico di Torino, per conoscere la realt dell'alpeggio. Gli alpigiani, per la prima volta, si sono recati in un contesto per loro quanto mai inusuale. In queste tre giornate, i problemi e le dinamiche relative al mondo degli alpeggi sono state affrontate a tutto tondo. Ad aprire i lavori, nelle giornata di venerd 29, presso il centro congressi della Regione, un convegno, dal titolo "ProAlp Italia-Francia/ Italia-Svizzera. La cooperazione transfrontaliera per la valorizzazione degli alpeggi", che ha rappresentato la parte tecnica della manifestazione. Inserito nel contesto del programma comunitario Interreg III A "ProAlp Alpeggi e Formaggi", e realizzato in collaborazione con i partner francesi del Centre Fromager de Carmejane e Suacigis Alpes du Nord. Nel corso dell'incontro, i tecnici del settore, i funzionari regionali e i professori universitari hanno dato il loro contributo a questo progetto di comunicazione mostrando i primi risultati ottenuti nell'ambito del programma Interreg e

La fotografia che ha vinto il primo premio di Alpegginfoto, sezione margari, scattata da Natalino Catalin di Villar Pellice

ponendo l'accento sulle molteplici tematiche legate agli alpeggi: dal censimento delle strutture, alle problematiche legate alla potabilit delle acque e la caratterizzazione dei prodotti caseari. Una giornata interamente dedicata al ruolo dell'alpeggio nello sviluppo economico della montagna e a quello che rappresenta per il mantenimento dell'ambiente circo-

UN SUCCESSO ALPISSIM TRA MONTANA


stante. Sono stati invece i "rudun" delle mucche a dare il buon giorno al centro citt il sabato e la domenica mattina. Le Piazze Cavour e Maria Teresa sono state il teatro di Alpissima per il fine settimana. qui che il pubblico ha potuto vedere da vicino gli animali d'alta montagna che gli allevatori hanno portato in citt per l'occasione. La partecipazione dei cittadini stata sorprendente. I torinesi hanno accolto con entusiasmo e curiosit le molteplici iniziative organizzate per mostrare loro questa realt ancora poco conosciuta. Le pagode dei prodotti tipici, dislocate in piazza Maria Teresa, sono state letteralmente prese d'assalto, lasciando sorpresi gli stessi produttori, che non si aspettavano un riscontro tanto positivo. I sapori genuini dei formaggi d'alpeggio, dei salumi, delle confetture e dei mieli artigianali hanno conquistato la gente che, attirata dal mercatino e dal clima mite delle giornate, non ha perso l'occasione per approfittare dell'alta qualit dei prodotti. Oltre agli stand enogastronomici, artigiani del legno e della ceramica hanno potuto mostrare i loro manufatti. Tutti i momenti di Alpissima sono stati caratterizzati da un grande spirito di
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nit e la curiosit reciproca sono gli elementi che hanno caratterizzato i molti incontri di Alpissima". Molte persone hanno affollato una delle due tensostrutture montate per l'occasione ai Giardini Balbo, partecipando alle premiazioni dei due concorsi ospitati dalla manifestazione: la terza edizione del Concorso regionale dei Formaggi d'alpeggio e il concorso fotografico "Alpegginfoto". La "Cena Alpigiana" del sabato sera, allestita all'interno della tensostruttura, interamente a base di prodotti d'alpeggio, ha visto tutti i partecipanti trascinati dalle musiche occitane dei Lou Dalfin, recenti vincitori del Premio Tenco, con balli scatenati e atmosfere valligiane. Il pubblico si divertito a farsi coinvolgere nelle occasioni in cui Tiziano Valperga e Franco Peirolo, di-

La folla in piazza Maria Teresa dove sono state esposte le varie razze di animali che popolano gli alpeggi piemontesi. Grande curiosit per tutti e, in particolare, per i numerosi bambini e scolaresche

delle tre qualit di Pini, Cembro, Silvestre e Mugo, assegnati gratuitamente ed andati velocemente a ruba. "Alpissima stato un lavoro di grande
ALPISSIMA 2004 - I NUMERI
10.000 Visitatori 4.000 Pinetti distribuiti al pubblico 1.600 Poster distribuiti 1.000 Persone che hanno pranzato al buffet alpigiano 800 Chili di materiale informativo distribuito 400 Foto pervenute per il concorso fotografico Alpegginfoto 380 Partecipanti alla cena Alpigiana 200 Persone intervenute al convegno 54 27 20 20 16 Produttori in gara per il concorso dei formaggi dalpeggio Pagode per lesposizione dei prodotti in Piazza Maria Teresa Produttori per il settore dellenogastronomia Professionisti regionali coinvolti nella manifestazione Casette in prefabbricato ubicate in Piazza Cavour

LINCONTRO MA A TORINO ARI E CITTADINI


collaborazione: "Questa esperienzasottolinea Carla Perno collaboratrice della Direzione economia montana e foreste dell'assessorato regionale - ha dimostrato quanto Torino abbia apprezzato lo sforzo di far conoscere una realt, quella degli alpeggi, apparentemente lontana, ma profondamente legata alla cultura ed ai valori del Piemonte. Durante i giorni di Alpissima, le difficolt e le paure che sempre precedono i grandi eventi, hanno lasciato posto alla soddisfazione di vedere realizzato l'obiettivo: quello di costruire un ponte culturale, economico e sociale tra due mondi per molti versi distanti. L'umaDicembre 2004

rettore e presidente rispettivamente dell'Ara e di Arema, hanno illustrato le caratteristiche delle razze presenti e, per la parte legata ai formaggi, le lavorazioni per la caseificazione odierne e di un tempo. stata l'occasione per molte famiglie di trascorrere una giornata assai diversa dal solito, una sorta di gita in montagna per a pochi metri da casa. I bambini pi coraggiosi hanno cavalcato sul dorso di quattro asinelli arrivati per l'occasione, mentre genitori e nonni hanno potuto approfittare del materiale informativo della Regione Piemonte, distribuito nelle casette di Piazza Cavour e

sinergia umana e di risorse -ci spiega Paolo Caligaris, funzionario regionale della Struttura flessibile - nato su di un progetto strategico, la cui peculiarit quella di poter essere trasferito anche su altri soggetti. Il nostro intento occuparci di montagna in un modo sempre pi trasversale, valorizzandone a 360 tutti gli aspetti, attraverso una progettualit innovativa".
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a spedizione di alpinisti capeggiata da Pier Carlo Martoia che, nel mese di settembre, si era recata in Tibet ad affrontare lo Shisha Panga, 8000 m di altitudine, tornata vittoriosa. Patrocinata dall'assessorato alla Montagna della Regione Piemonte, la spedizione stata, tra quelle che in quel momento si apprestavano alla scalata, una delle poche ad arrivare in cima con tutti i componenti tra cui Rossella Tonso, unica ragazza del gruppo. Spesso infatti, anche alpinisti professionisti non ce la fanno a raggiungere la cima, in quanto difficile prevedere come il corpo possa reagire all'alta quota, nonostante l'intensa preparazione fisica che normalmente precede questo tipo di imprese. Gli alpinisti sono gente particolare. La maggior parte delle persone, quando pensa alle vacanze, immagina isole da sogno, di dormire sotto il sole con l'unico obbligo di finire quel libro che si portano dietro da almeno due mesi ed il pensiero di riprendersi dalle fatiche dell'anno senza doversi preoccupare di nient'altro che di loro stessi. Pier Carlo Martoia no. Istruttore e direttore della scuola intersezionale di alpinismo e scialpinismo Val Susa e Val Sangone "C.Giorda", Martoia non certo il tipo da partire per un viaggio organizzato. Trentaquattrenne con un grande amore per tutto ci che montagna estrema, ha alle spalle una intensa attivit di scialpinismo nelle Alpi Occidentali e pratica ormai da tempo l'alpinismo orientato alle vie di misto e ghiaccio. Dopo diverse spedizioni in Sud America, in India, in Pakistan e in Cina, dopo le salite al Muztagh Ala (7560 m), nel 1997 dal quale ridisceso con gli sci, del Cho oyu (8201 m) nel 2002 e del Pik Lenin (7134 m) nel 2003, questa estate, insieme ad altri quattro compagni, ha affrontato la salita allo Shisha Pangma. La scalata allo Shisha, che in tibetano significa "la cresta che si alza sui pascoli", stata una sorta di esperimento. Organizzata da Martoia nei minimi particolari, la spedizione ha visto protagonisti dei non professionisti con un'ottima preparazione alle spalle.

IL PIEMONTE SHISHA PANGA IN CIMA AL TIBET


Un'operazione amatoriale, quindi, una sorta di sfida che, con l'ausilio di una logistica molto funzionale, questi ragazzi hanno vinto. Si sono avvalsi delle moderne tecniche di risalita, che prevedono la presenza di piccoli gruppi che si cimentano in salite veloci in stile alpino, senza l'utilizzo di portatori d'alta quota, di ossigeno e, ove possibile, di corde fisse. Sicuramente una modalit pi complessa, considerando la presenza nella spedizione di Rossella, che ha il merito di essere la prima donna piemontese ad essere arrivata sulla vetta dello Shisha Pangma. Pier Carlo e Rossella, oltre a condividere l'amore per questo sport, sono anche compagni di vita ed insieme avevano gi affrontato, lo scorso anno, la scalata al Pick Lenin nel Pamir. "Partecipare ad una spedizione come questa il coronamento di un sogno a cui dedichiamo la maggior parte del nostro tempo libero e delle nostre

Riuscita la spedizione organizzata dal valsusino Pier Carlo Martoia. Rossella Tonso prima donna piemontese sull8mila
energie - ci racconta Pier Carlo -, la soddisfazione pi grande stata quella di dimostrare che, con la giusta preparazione tecnica, un corretto allenamento ed una pianificazione attenta, un gruppo di non professionisti in grado di affrontare un'esperienza cos impegnativa". La scalata ad un 8000 comporta diversi fattori di rischio che non vanno sottovalutati, come ad esempio la possibilit di subire un congelamento agli arti. Rossella una bella ragazza di trenta anni che nella vita di tutti i giorni fa la fisioterapista. Alla domanda su come
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Lincontro alla libreria Mood di Torino con gli alpinisti. Da sinistra, Alessandro Nordio, lassessore regionale alla Montagna Roberto Vaglio, il sindaco di Gravere Cesare Olivero Pistoletto, Rossella Tonso e Pier Carlo Martoia

Carlo Morrone, segretario della delegazione regionale del Cai, racconta la spedizione sulle montagne del Pakistan

Sul K2 nel cinquantenario della prima scalata


l Cai nazionale, in occasione del 50 anniversario della conquista del K2, ha organizzato delle spedizioni per gli escursionisti dellassociazione. Abbiamo deciso di approfittare dell'occasione e ci sono state le prime telefonate per prenotare la data di partenza. Gi a novembre erano rimasti pochi posti disponibili per cui la scelta stata quasi obbligata. Periodo dal 27 maggio al 20 giugno. Subito si comincia con lo studio della storia, della geografia e della politica del Pakistan, della valle del Baltoro, degli Unza e dei Balt, si comprano cartine, si riconoscono le zone, si fanno delle visite mediche: c' l'entusiasmo di far parte di un grosso gruppo che celebrer il grande evento. Ci si ritrova all'aeroporto di Malpensa. Siamo il secondo gruppo di partecipanti. Presentazione, chek-in, imbarco su aerei della Emirates e, primo impatto l'aeroporto di Dubai dove facciamo scalo di notte: una meraviglia di architettura, luci, colori, gente, sfacciata ricchezza e semplicit nella ricerca dei percorsi e della "gate". Alle ore 7,00 arrivo a Islamabad, nuova e bella capitale situata a pochi chilometri da Rawalpindi, e la cui costruzione iniziata, proprio ex-novo, nel 1959. Briefing al ministero del turismo per la consegna dei "trekking permit" e gi si pensa ai tre giorni di viaggio per giungere ad Askole. Tappa molto importante, la seconda, da Chilas a Skardu dove siamo alloggiati nel bello e moderno hotel Masharbrum, inaugurato proprio con il nostro arrivo il 30 maggio. Per giungere a Skardu percorriamo - fino all'incrocio con Gilgit - una parte della famosa "KH" cio la "Karakorum Highway" tracciata dal 1966 al 1978 con un grosso contributo di vite umane per la difficolt del tracciato. Questa importantissima arteria dal porto di Karachi attraversa tutto il Pakistan (da sud a nord) e, scavalcando il "Khunjarab Pass" a quota 4.602, passa in Cina per arrivare a Pechino dopo oltre 5.000 chilometri. Dal bivio con Gilgit alla piana di Skardu c' un tratto molto impegnativo:. "L'unico consiglio che posso darvi di non costruire una strada qui", ha dichiarato 50 anni fa l'ingegnere svedese interpellato come consulente dei lavori. I tecnici e gli operai di Pechino l'hanno invece costruita (da Alp). Per il percorso pi difficoltoso stato il successivo, il terzo giorno, Skardu-Askole: 150 Km, percorso in 6 ore di jeep, di strada carrareccia in terra battuta, gole profonde, percorsi tortuosi su alte sponde franose, rari villaggi. Il trekking inizia ad Askole (quota 3.000). Sette sono le tappe per l'andata (pi un giorno di acclimatazione a Paiyu, m 3.500) per giungere al grande anfiteatro chiamato Circo Concordia e 5 quelle per il ritorno. La descrizione non possibile perch sarebbe estremamente riduttiva. La bellezza di quelle montagne innevate, con cime di oltre 6.000 metri, il loro disegno che sembra uscito dalla matita di un bambino (che fa solo vette appuntite), la novit di percorrere una morena di oltre 60 chilometri, l'ambiente molto vasto che fa confondere le distanze, le famose "vele del Baltoro" e le tende che per 5 notti sono piazzate direttamente sul ghiaccio, fanno di questo percorso una esperienza irripetibile. Credo sia inutile aggiungere la grandiosit della vista di questi giganti: iniziando dal "lontano" Nanga Parbat (osservato lungo il tragitto per Chilas e Skardu), c' prima di tutti il K2 o Chogor, dopo di cui vengono il Broad Peak, il Gasherbrum IV, il "Golden Trone", il Chogolisa, il Crystal, il Marble Peak, il Mitre, il Masherbrum, il Muzthang, le Torri di Trango e le Cattedrali del Baltoro. Abbiamo avuto la fortuna di averli visti e fotografati tutti pi volte. Il gruppo, costituito da persone provenienti da varie parti d'Italia, si dimostrato molto affiatato e compatto e per questo dobbiamo ringraziare le nostre due guide italiane Kurt e Gianni ed il Cai di Arzignano (VI) che, con ben 14 presenze, ha trascinato tutti in un vortice di allegria. Nel complesso stata un'esperienza entusiasmante, sia dal punto di vista sportivo che umano. Al rientro il gruppo si separato con la ferma decisione di ritrovarsi ed affrontare al pi presto altre prove di questo tipo.

vorrebbe trascorrere le sue prossime vacanze risponde sorridendo: "Credo ripeter questo tipo di esperienza. Affrontare la montagna in questo modo ti permette di vedere dei paesaggi che puoi solo sognare o vedere nelle riviste specializzate. Arrivare in vetta stata una prova con me stessa, ma ne ho preso coscienza solamente in un secondo tempo. Quando arrivi in cima, in realt, ti senti a met dell'impresa, pensi soprattutto alla discesa che stai per fare. In montagna necessario essere sempre molto concentrati sul cosa fare e su come farlo bene. La poesia arriva dopo, la scopri dentro di te". "L'iniziativa di questi giovani valsusini, miei conterranei - ha dichiarato l'assessore alla Montagna Roberto Vaglio - mi ha riempito di orgoglio, come piemontese e come amante della montagna. Vedere la foto di Pier Carlo Martoia che sventola la bandiera del Piemonte sulla vetta dello Shisha Pangma ci ha reso fieri di aver patrocinato questa bella impresa, che ha visto impegnata anche una giovane donna in uno sport sano e faticoso come l'alpinismo e ci fa sperare che, per il futuro, i giovani possano nuovamente appassionarsi a questi sport e all'ambiente in cui vengono praticati".
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REGIONE PIEMONTE

Assessorato Politiche per la Montagna, Foreste e Beni Ambientali


10128 Torino - Corso Stati Uniti 21 - Tel. 011-43211 assessore.montagna@regione.piemonte.it www.regione.piemonte.it/montagna Per telefonare direttamente agli uffici comporre 011-432 seguito dall'interno desiderato (riportato nella tabella sotto) ASSESSORE Roberto VAGLIO UFFICIO COMUNICAZIONE Barbara CAMUSSO Simona TOBIA RESPONSABILE SEGRETERIA Claudia BATTISTI SEGRETERIA Tina CARRANO Simonetta BLASIO DIREZIONE ECONOMIA MONTANA E FORESTE Corso Stati Uniti 21 - 10128 Torino DIRETTORE Nino BERGER direzione14@regione.piemonte.it SEGRETERIA DI DIREZIONE Chiara CAREGLIO Claudio PANAROTTO SETTORE POLITICHE COMUNITARIE RESPONSABILE Andrea Ezio CANEPA fax 011.432.2941 andrea.canepa@regione.piemonte.it SETTORE POLITICHE FORESTALI RESPONSABILE Franco LICINI 4359 fax 011.432.5910 tosettore.foreste14-2@regione.piemonte.it STRUTTURA FLESSIBILE PER LATTUAZIONE DEI PROGETTI DI VALORIZZAZIONE DELLA MONTAGNA progetti.montagna@regione.piemonte.it 2303 SETTORE GESTIONE ATTIVITA' STRUMENTALI PER L'ECONOMIA MONTANA E LE FORESTE RESPONSABILE Carlo TORRENGO 4322 4309 SETTORE ANTINCENDI BOSCHIVI E RAPPORTI CON IL CORPO FORESTALE DELLO STATO RESPONSABILE Vito DEBRANDO Via Dominioni 4 - 28100 Novara Tel. 0321-66.67.33 - fax 0321-66.67.83 Piazza Matteotii 34 - Verbania Intra Tel. 0323-40.53.10 - fax. 0323-40.43.60 Via Romiti 13 bis - 28037 Domodossola Tel. 0324-22.68.11 - fax 0324-22.68.67 vito.debrando@regione.piemonte.it SETTORE IDRAULICA FORESTALE E TUTELA DEL TERRITORIO RESPONSABILE Valter VESCOVI Via del Guasco 1 - 15100 Alessandria Tel. 0131-28.53.12 - fax. 0131-28.53.10 alsettore.foreste14-7@regione.piemonte.it 2648 4387 2792 5215 4712 1631 3937 4808 fax 011.432.5434 Piazza Castello 5 10015 Ivrea Tel. 0125-42.44.44 - fax 0125.44.970 carlo.torrengo@regione.piemonte.it SETTORE GESTIONE PROPRIETA' FORESTALI REGIONALI E VIVAISTICHE RESPONSABILE Vincenzo RENNA Via Pirandello 8 - 13100 Vercelli Tel. 0161-26.17.11 - fax 0161-26.17.55 Via Q. Sella 12 - 13051 Biella Tel. 015-40.52.37 Corso Roma 35 - 13019 Varallo Sesia Tel. 0163-51.149 vincenzo.renna@regione.piemonte.it SETTORE ECONOMIA MONTANA Corso Nizza 72 - 12100 Cuneo Tel. 0171-69.53.41 La responsabilit attualmente in capo alla Direzione

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