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GIOVEDI 23 DICEMBRE 2010

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DIARIO
I giorni che vanno da Natale allEpifania sono il retaggio di antiche consuetudini che il cristianesimo ha rinnovato dotandole di un significato diverso

DI REPUBBLICA

FESTE
MARINO NIOLA

Quel che rimasto dei riti dellOccidente


LIBRI
AA. VV.

Notte di Natale Einaudi 2010


LUIGI PIRANDELLO

Sogno di Natale e altri racconti Interlinea 2010


AA. VV.

Pranzo di Natale Cooper 2010


CHARLES DICKENS

Un Canto di Natale Marsilio 2009


CONSTANCE F. WOOLSON

Vigilia di Natale Sellerio 2009


AA. VV.

Nero Natale. Nove racconti da brivido Einaudi 2008


GIORGIO SIMONELLI

Cinema a Natale. Da Renoir ai Vanzina Interlinea 2008


JOHN GRISHAM

Fuga dal Natale Mondadori 2005


AGATHA CHRISTIE

Il Natale di Poirot Mondadori 2003


ADRIANO SOFRI, SERGIO STAINO

Racconto di Natale Einaudi 2005

e feste di Natale sono lultimo grande ciclo rituale dellOccidente. Un lungo, estenuante serial cerimoniale cui dobbligo partecipare. Anche controvoglia. I dodici giorni che vanno dal 24 dicembre al sei gennaio, dalla vigilia di Natale alla notte dellEpifania sono quel che resta dei riti di fine anno del modo antico ai quali il Cristianesimo ha dato un nuovo, decisivo, significato. Trasformando le cerimonie solstiziali precristiane quelle che accompagnavano il trionfo del sole sulloscurit invernale nella celebrazione del dio che viene alla luce per redimere il mondo dalle tenebre del peccato. Le feste natalizie sono, dunque, il risultato di una millenaria stratificazione di simboli. Che hanno attraversato i tempi e sono giunti fino a noi. Come una staffetta della storia che ci consegna uno straordinario patrimonio di tradizioni, di abitudini, di ritualit. Che rappresentano lestrema sporgenza del festivo in questo tempo di deritualizzazione della vita. Fare il presepe, addobbare lalbero, scambiarsi i regali, mangiare di magro la vigilia, aspettare larrivo di Ges Bambino, andare alla messa di mezzanotte, labbuffata natalizia, il surplus suntuario di santo Stefano, i botti di capodanno e last but not least lattesa della Befana. una autentica maratona cerimoniale cui partecipano credenti e non credenti. Per devozione o per tradizione, per consuetudine o per abitudine, per gioco o per forza. Per molti giocoforza. Le motivazioni sono diverse, ma il risultato comunque una effervescente recita collettiva, un sussulto calendariale, un fremito prolungato del tempo. Che si preannuncia addirittura in anticipo, ai primi di dicembre quando in tante case italiane si inizia a fare il presepe, in tante altre lalbero. Spesso luno e laltro insieme. Per conciliare vecchio e nuovo. Anche se in realt lalbero ancor pi antico del presepe. Perch la grotta col bue e lasinello nasce nel Duecento, dallinvenzione francescana che miniaturizza in una scena fissa le sacre rappresentazioni medievali della Nativit. Mentre labete decorato deriva dalluso greco e latino, e poi celtico, di appendere regali ai rami di piante sempreverdi. Per sim-

Spirito e materia

Lo scambio di doni insieme agli eccessi alimentari la chiave di volta: lo spirito del festeggiamento che si fa materia
Grandi vecchi

I re magi sono la personificazione del dono, cos come gli altri due grandi vecchi: Babbo Natale e la Befana

boleggiare, da un lato la continuit della vita che resiste al giro di ruota del calendario. E dallaltro il bilancio di fine danno che si traccia alla conclusione di un ciclo stagionale. Dispensando premi o castighi a seconda dei meriti. Non a caso lo scambio dei doni, insieme alleccesso alimentare, la chiave di volta del Natale. Lo spirito della festa che si fa materia, lesultanza che diventa pienezza. I re Magi che seguono la cometa sono molto pi che semplici portatori di offerte. Sono la personificazione stessa del dono. E co-

s pure i due grandi vecchi che tradizionalmente portano regali. Il rubicondo Babbo Natale, alias santa Claus, di cui la societ dei consumi ha fatto un supernonno buonista. E la decrepita befana, antica personificazione di madre natura alla fine del suo ciclo. Nonch erede cristiana della dea Strenia, da cui deriva la parola strenna. Che in origine era il presente a base di fave, frutta secca e dolci a forma di bamboline e animaletti che i Romani regalavano ai bambini nei primi giorni dellanno durante la festa delle statuette, la cosiddetta Sigilla-

SILLABARIO FESTE

ITALO CALVINO

er le vie della citt Marcovaldo non faceva che incontrare altri Babbi Natale rossi e bianchi, uguali identici a lui, che pilotavano camioncini o motofurgoncini o che aprivano le portiere dei negozi ai clienti carichi di pacchi o li aiutavano a portare le compere fino allautomobile. E tutti questi Babbi Natale avevano unaria concentrata e indaffarata, come fossero addetti al servizio di manutenzione dellenorme macchinario delle Feste. E Marcovaldo, tal quale come loro, correva da un indirizzo allaltro segnato sullelenco, scendeva di sella, smistava i pacchi del furgoncino, ne prendeva uno, lo presentava a chi apriva la porta scandendo la frase: La Sbav augura Buon Natale e felice anno nuovo, e prendeva la mancia. (...) Ogni volta, prima di suonare a una porta, (...) pregustava la meraviglia di chi aprendo si sarebbe visto davanti Babbo Natale in persona; si aspettava feste, curiosit, gratitudine.

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ria. Sta di fatto che questa strega brutta ma buona mette il suo sigillo incantato al ciclo delle dodici notti. Che nelle tradizioni italiane ed europee sono considerate da sempre la cerniera magica dellanno. Non a caso Shakespeare dedica allEpifania La dodicesima notte, un capolavoro pieno di attesa e di mistero. Il sogno di una notte di mezzo inverno. Ideale pendant calendariale di quello di mezza estate. Giusto a met, fra Natale e la befana, c il giro di boa dellanno. La sfolgorante veglia di san Silvestro, scossa da quello che Walter Benjamin chiamava il frastuono pagano dei botti. Retaggio, anche questi, di antiche tradizioni che celebravano il passaggio stagionale accendendo fuochi per rischiarare il cammino dellanno entrante e facendo rumore per tenere lontani gli spiriti maligni. il momento dei presagi, dellinterrogazione del futuro, delle profezie, delle scaramanzie e di tutte le ruote della fortuna. Si deve avere addosso qualcosa di rosso perch porta bene. Si mangiano lenticchie, simbolo di abbondanza sin dal tempo dei Romani. Che regalavano scarselle di cuoio i portafogli di allora piene zeppe di lenticchie nellauspicio che diventassero altrettante monete. Si bacia la persona amata sotto il vischio, pianta sacra ai riti solstiziali, mentre scorrono fiumi di champagne. Che trasformano spesso il veglione in una notte dionisiaca, consacrata ai numi del divertimento a tutti i costi. Una vera e propria frenesia rituale. Che fa dei nostri eccessi festaioli il succedaneo consumista delle sacre orge dantan. Talvolta decisamente fuori misura e fuori luogo, come lalbero da undici milioni di dollari allestito nei giorni scorsi nella hall di un albergo di Abu Dhabi. Ma in ogni caso, perfino nella girandola suntuaria dei regali che fa ripartire come una trottola leconomia in letargo, brilla una scintilla dellantica fiamma rituale. Facendo cos della nostra kermesse natalizia un intreccio particolarissimo tra celebrazione religiosa e santificazione dello shopping, tra fede e economia, tra affetti e desideri. Perch in realt le ragioni del corpo non cancellano quelle dello spirito. Ma traducono nei termini di oggi quel consumo del sacro che lessenza di ogni festa.
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Gli autori
IL SILLABARIO di Italo Calvino tratto da Marcovaldo ovvero le stagioni in citt (Mondadori). Il nuovo libro di Enzo Bianchi Ogni cosa alla sua stagione (Einaudi). Giorgio Bocca ha pubblicato questanno Fratelli coltelli (Feltrinelli). Tra i saggi di Marino Niola, Il presepe (Lancora del Mediterraneo).

I Diari online
TUTTI i numeri del Diario di Repubblica, comprensivi delle fotografie e dei testi completi, sono consultabili su Internet in formato Pdf allindirizzo web www.repubblica.it. I lettori potranno accedervi direttamente dalla homepage del sito, cliccando sul menu Supplementi.

Repubblica Nazionale

Louisa May Alcott

Charles Dickens

Luigi Pirandello

Natale non sar Natale senza regali, borbott Jo, stesa sul tappeto
Piccole donne, 1869

Io onorer sempre Natale nel cuore, io ne serber il culto tutto lanno


Un canto di Natale, 1843

Eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori...
Sogno di Natale, 1896

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IL PRECEDENTE

LA DATA

IL PRESEPE

LALBERO

BABBO NATALE

A Roma, nel III secolo, viene introdotta la festa del Dies Natalis Solis Invicti che cade il 25 dicembre

La chiesa cristiana stabilisce la data del 25 dicembre come festa della nascita di Cristo solo nel IV secolo

Tradizionale inventore del presepe San Francesco, nel 1223. Arnolfo di Cambio ne scolp uno nel 1290

Gi diffuso nel nord Europa, soprattutto in Germania, lalbero di Natale entra nelle case nel XVII secolo

Lantenato il vescovo San Nicola di Mira. Prima vestito di verde, dagli anni 30 in rosso come la Coca Cola

Le tappe

Un occasione per riscoprire chi sta attorno a noi Dalla caccia alla volpe al sacrario in giardino

IL NOSTRO TEMPO FOLLIE MILANESI PER GLI ALTRI SOTTO LALBERO


ENZO BIANCHI
rrivano le feste, ma con esse anche una domanda sempre pi pertinente: siamo ancora capaci di fare festa? Riusciamo ancora a segnare un tempo come festivo, diverso dal feriale quotidiano? E, se e quando ci riusciamo, di cosa abbiamo bisogno per distinguerlo dalle ormai sempre pi numerose occasioni che abbiamo per festeggiare, stimolati come siamo da un mercato che ci vuole sempre pronti a consumare tempo e denaro in beni fuori dallordinario? Finiamo per credere che ci che caratterizza la festa debba essere leccesso, la ricchezza, il poter spendere per il superfluo, lo stordirci con lo stra-ordinario. In questo senso il Natale divenuta la ricorrenza che pi di altre mostra la contraddizione in cui ci troviamo e il conseguente paradosso di trovarci in ansia per la festa: siccome ha perso la preziosit che gli derivava del suo essere unica o quasi durante lanno, ora sembra condannata a distinguersi dalle mille altre feste che ci siamo inventati attraverso un di pi di tutto: pi spese, pi regali, pi cibi, viaggi pi lontani, adunate pi affollate... Eppure, il cuore e la mente ci dicono che per noi la vera festa fatta di altro, di cose che non si pesano in quantit ma in qualit, che non si misurano in estensione ma in profondit: incontri autentici, momenti di condivisio-

GIORGIO BOCCA
er il Natale negli anni Ottanta La Rinascente convoc un gruppo di esperti per conoscere gusti del mercato, le nuove gioie dei consumi. Cero anche io, ci riunivano in un ufficio dellazienda per un brain storm, una tempesta di cervelli. Di tempestoso in realt cera poco, al lancio del Natale tutto doro che avrebbero pensato i milioni di luci, di lampadine e stelle appese agli alberi. Comunque fu in quei giorni che part la Milano da bere, la Milano delle feste senza sosta, specie quando si avvicinava il Natale. Nel ricordo alcune. Una era la caccia alla volpe dai Visconti. Quali Visconti? Non importa, i Visconti. Si arrivava in villa di mattino assieme ai cavalli trasportati su camion appositi lunghi e con finestrelle di areazione. I padroni accoglievano gli ospiti, il maestro delle cacce preparava la sua finta volpe di stracci imbibiti di odori volpini, le risaie della Lomellina erano pronte per lesibizione di cavalieri e dame in costumi anglii, noi spettatori venivamo condotti al pino dove il salto della siepe prometteva emozioni. La caccia era pittoresca e ridicola: una trentina di signori e signore che correvano dietro a un fagotto puzzolente, ricompensati alla fine dal gran pranzo in villa. Non prima, si intende, di aver smesso i costumi da caccia ed essersi rivestiti con abiti di Gianni Versace. Tra i cacciatori ne notai uno con delle trecce bionde che gli scendevano lungo la schiena. Un giovane efebo che si

LIBRI
ALFREDO CATTABIANI

Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dellanno Mondadori 2008


PAOLO PRATO

White Christmas. LAmerica e la reinvenzione del Natale Donzelli 2006


MAURIZIO FERRARIS

Sentimento

Vestiti allinglese

Se siamo onesti con noi stessi dobbiamo ammettere che il regalo pi gradito non quello pi costoso o pi sorprendente per la sua stranezza, ma quello che pi ci rivela il sentimento di chi lo porge
ne, equilibri di silenzi e parole, tempo offerto allaltro nella gratuit. Se siamo onesti con noi stessi, il regalo pi gradito non quello che ci sorprende di pi per la sua stranezza o per il suo prezzo, bens quello che pi capace di narrarci il sentimento di chi lo porge. Come non ricordare la povert dei regali negli anni del dopoguerra o, ancora oggi, in tante famiglie in difficolt economiche? Eppure bastava e basta cos poco per far risplendere il dono pi umile: era e rimane sufficiente che il gesto che lo offre sappia al contempo porgere il cuore di chi dona, sappia parlare al cuore di chi riceve. A Natale, infatti, non dovremmo sorprendere laltro con lostentazione della ricchezza o della stravaganza, n stordirlo con leccesso, bens stupirlo e confermarlo con lamore, laffetto, lattenzione che non sempre nel quotidiano trovano il tempo e il modo di essere esplicitati. Il piatto pi apprezzato a tavola, allora, non sar quello pi esotico o costoso, ma quello che meglio mostra che conosco i gusti di chi mi sta accanto, che so cosa lo rallegra, che cerco solo di dirgli ti voglio bene. Del resto, il regalo che pi rallegra ciascuno di noi, di qualunque et, non mai lultima trovata di cui tutti parlano o lennesima novit straordinaria che nel giro di pochi mesi sar superata, ma quel semplice oggetto che mi fa capire che chi lo ha scelto ha pensato proprio a me, ha saputo interpretare i miei desideri inespressi, mi ha letto nel cuore. Tutte cose, queste, che non si comprano in contanti n con carta di credito, anzi: sovente sono beni poveri, sobri, umili, feriali, ma che si accendono di novit per la carica di umanit che sappiamo immettervi. E cos, a loro volta accendono di semplicit la festa, fanno sentire che quel giorno diverso, non perch cos dice il calendario dei negozi, non perch lo abbiamo ricoperto doro, ma perch abbiamo saputo guardare noi stessi, gli altri, la realt con occhio diverso, con uno sguardo predisposto a scorgere il bene nascosto in chi amiamo, perch abbiamo saputo essere autenticamente noi stessi, desiderosi di amare e di essere amati. S, Natale davvero festa quando lamore trova spazio e tempo per essere narrato, semplicemente.
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Mentre gentiluomini e signore vestiti allinglese inseguivano uno straccio che puzzava di volpe noi spettatori venivamo condotti nel punto dove pi sovente capitava che qualcuno si facesse male
accarezzava la chioma. Mi dissero che costruiva carceri e aveva fatto un sacco di soldi. Lo rividi in altre feste della Milano ricca, che non la presuntuosa Firenze o la chiusa Torino, lei accetta tutti purch siano vincenti nella partita delle lire. In quella Milano da bere, delle feste continue che sotto Natale si moltiplicavano, mi capit anche di cenare con Silvio Berlusconi, senza il minimo sospetto che sarebbe diventato il Caimano. Nel crepuscolo serale a villa Casati ad Arcore c una luce dorata e lui mi chiede se voglio fare quattro passi nel parco. Berlusconi si era innamorato della scultura di Cascella, ci sono immani obelischi bianchi in mezzo ai prati, sormontati da ruote di mole gigantesca, e mi fa vedere il sacrario della famiglia, un edificio in granito bianco su cui Cascella ha composto, in apparente disordine, sfere, punte di lancia, compassi, incudini un po come nella Selinunte terremotata, ma tutto come appena uscito dal laboratorio. Rientriamo in casa per la cena. Ma tu sei juventino o milanista? mi chiede. Tutti e due, sono uno doppiogiochista. Squilla il telefono, Silvio alza la cornetta e mi fa un gesto dintesa e un sorriso come a dire ci siamo, poi lo sento dire: Giancarlo mi senti? Giancarlo Foscale in crociera con gli impiegati di Mediaset. Silvio attacca: cari amici, vi vedo viene interrotto dagli applausi scroscianti. Lui mi fa un segno con la mano, quel gesto che vuol dire sta venendo gi il mondo. Giancarlo vi ringrazio tutti e vi vedo, siete belli, siete abbronzati, siete felici. Ho detto ai miei di prepararmi lo smoking per la prossima crociera, non mancher. So che fra voi che il mio vecchio amico Smaila. Attente belle signore, che lui porta allo spogliarello di Colpo grosso. Ma la festa in attesa del Natale che mi mise pi di buonumore fu quella che Giancarlo Fusco, un giornalista toscano, organizz a Venezia a spese del giornale Europeo. Al giornale arrivava una raccomandata con la nota dellalbergo, il direttore Serra chiamava Fusco e senza alzare la voce gli diceva: Fusco, questa roba tua, il giornale non ti ha autorizzato. Fusco gridava, piangeva, si toglieva giacca e camicia ma Serra non si commuoveva, fin che quella festa non la pag nessuno. La Milano da bere era anche la Milano dello scrocco.
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Babbo Natale, Ges adulto. In cosa crede chi crede? Bompiani 2006
MICHEL FABER

Natale in Silver Street Einaudi 2005


MARINO NIOLA

Il presepe Lancora del Mediterraneo 2005


DINO BUZZATI

LE IMMAGINI
Sopra, Babbo Natale in una cartolina di inizio 900; sotto, unillustrazione di Marguerite Davis

Il panettone non bast Mondadori 2004


CLAUDE LVISTRAUSS

Babbo Natale giustiziato Sellerio 2002


PAUL AUSTER

Christmas story. Il Natale di Auggie Wren Motta Junior 1998

Repubblica Nazionale

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