MARTEDÌ 21 LUGLIO 2009
CONTROPIANO
RICCARDO ROSSI, EMILIO SOLFRIZZI E PAOLA CORTELLESI/FOTO MARCO D’ELIA
EVENTI · Cortellesi, Aprea, per laltro Abruzzo
Tutti in scena
contro la paura
S.S.
U
no spettacolo itinerante di
378
due giorni, Un cielo di stelle
a Pescasseroli, il misterioso
luogo di nascita di Mazzarino e di
Benedetto Croce, ha portato nel cuo-
re dell’Abruzzo una carovana di arti-
sti, chiamata a raccolta per un obiet-
tivo comune da raggiungere: vi sono
LA SCURE in Abruzzo incantevoli luoghi non
378 sono i milioni di euro colpiti dal terremoto che, accomuna-
stanziati nella manovra ti agli altri da una campagna media-
Tremonti, contro i 567 tica ha azzerato ogni forma di turi-
previsti nella precedente smo con punte di disdette del 90%
relativa al 2008 nelle prenotazioni alberghiere. Gli
stessi artisti che avevano promosso
la serata del 21 aprile all’Auditorium
per adottare l’Accademia dell’Imma-
gine dell’Aquila sono ora qui nel Par-
co nazionale perché il disastro non
continui inarrestabile anche dove il
terremoto non si è sentito.
Nei magnifici scenari a oltre mille
metri, corone di monti, laghi, fagge-
te, necropoli dei Sanniti e camoscia-
ie a un paio di ore da Roma e Napo-
li, il regista Riccardo Milani , Paola
Cortellesi hanno dato vita a due spet-
tacoli al giorno in luoghi diversi con
ASCANIO CELESTINI una compagnia presentata da Ric-
«L’Italia si sta riempiendo di presidi. cardo Rossi, con Silvio Orlando, Va-
Scriviamo noi un piano regolatore lerio Mastandrea, Valerio Aprea,
per la cultura, un progetto Emilio Solfrizzi, Anonia Liskova, Car-
politico che ci riguardi» lotta Natoli, Claudia Pandolfi, Cri-
stiana Capotondi. Alcuni attori presi-
diano la loro terra come Pietro Tarri-
cone che viene da queste parti ed ha
anche il compito di condurre i caval-
550
li, Flavio Pistilli nato a Pescasseroli,
Paola Cortellesi che ha casa qui, Pie-
ra Degli Esposti ospite di Dacia Ma-
raini (ora nel Vermont, ma invia un
messaggio) con gli spettacoli nel tea-
tro di Gioia. Michele Placido con la
sua compagnia di giovani in gran
MENO parte abruzzesi che sta mettendo in
Sono i milioni che scena Fontamara di Ignazio Silone e
nel complesso verranno la scena che propongono è di un’at-
a mancare tualità bruciante: saranno in Abruz-
agli stanziamenti del zo con lo spettacolo a luglio e agosto
triennio 2009-2011 («stiamo attenti alle promesse, dice
Placido, noi crediamo che tutto an-
drà bene, ma stiamo attenti alle pro-
messe»).
Poi c’è Raul Bova che il giorno pri-
ma è in Calabria e il giorno dopo sa-
rà a Tunisi; molto generosamente si
ritaglia lo spazio per essere presen-
te. Questa comunione di intenti tra
tanti artisti che hanno risposto subi-
to a una chiamata, messo in scena
ben due spettacoli al giorno (18-19)
con centinaia di persone dei comu-
ni limitrofi per richiamare l’attenzio-
ne su un territorio spettacolare da
CARLO VERDONE non abbandonare, riporta ai tempi
«È una situazione paradossale del teatro greco e romano, quando il
in cui la cultura viene vista come teatro era anche assemblea. Ma ci ri-
parte inutile dell’intrattenimento. posta anche a un’unità che sembra-
Questo provocherà licenziamenti» va scomparsa nel settore.
Chiediamo a Riccardo Milani co-
DANIELE SEPE
Truffe & Other Sturiellett’
(in)cumplete classical and films miusik Vol. 1, 2 & 3
Sepe ha sempre alternato dischi “ufficiali” a colonne sonore. In
questo cofanetto, ai primi due cd, già editi, se ne affianca un terzo,
inedito. Con le colonne sonore dei films “il resto di niente”, “17”,
“la strada di Levi”, “dopo mezzanotte”, “lettere dall’America”,
“cronisti di strada”, “fondali notturni”, “la vita è una sola”, “il
caricatore”. E per la prima volta incisa la “Marcia per
l’innalzamento dell’albero della libertà” di Domenico Cimarosa.
IN LIBRERIA E NEGOZI DI MUSICA - E 22,00
MONTECITORIO
Da Bersani
al Prc,
uniti contro
il governo
«Non è per compatibili-
tà di bilancio che il go-
verno ha massacrato i
finanziamenti per la
cultura. È una politica
già seguita dal prece-
dente governo Berlusco-
ni». Lo dichiara France-
sco Rutelli, che aggiun-
ge: «Il governo Prodi vi
pose riparo con una
fortissima ripresa dei
finanziamenti per lo
spettacolo e riforme
importanti, come tax
credit e tax shelter per
il cinema. Ci batteremo
contro questa vergo-
gna». Secondo Bersani,
i tagli al Fus «sono l'en-
nesima dimostrazione
dell'atteggiamento del
governo che decide de-
curtazioni orizzontali
me è nata l’idea: «Sono stato al- senza tener conto del-
l’Aquila e in tutte le zone del terre- l'effetto prodotto: «Per
moto, poi sono venuto qui e ho tro- l'esecutivo la cultura
vato il deserto, i turisti che affollano rappresenta solo una
questi luoghi non c’erano più. Biso- voce di spesa e non un
gnava trovare un modo per aiutare investimento in un setto-
anche loro. Conosco bene questa re professionale e indu-
terra, venivo qui fin da piccolo con i striale importante per il
miei genitori. Ho toccato con mano paese, con il rischio di
disagio e disperazione degli alberga- pesanti ricadute sull'oc-
tori, negozianti, di tutta la gente. Il cupazione».
problema non è solo economico, «Un paese senza cultu-
ma è soprattutto sentirsi isolati. Io ra è un paese senza
non frequento molto il mondo dello futuro. I tagli di ben il
spettacolo, insegno all’Accademia 30% del Fus sono inac-
dell’Immagine, e ho detto a tutti: cer- cettabili. Questo gover-
chiamo di unirci, nella giornata del- no sta continuando a
l’Auditorium abbiamo raccolto più fare cassa, sottraendo
di 450 mila euro». risorse e opportunità di
Valerio Mastandrea e Valerio crescita e sviluppo ai
Aprea sono stati tra i primi ad accor- nostri figli». Così Igna-
rere tra le tende con Daniele Silve- zio Marino, intervenen-
stri e una sedia come scenografia. do ieri in piazza Monte-
Ora sono qui con i falchi che volano citorio. «È incredibile -
sulla loro testa a esibirsi in uno dei ha aggiunto Marino -
pezzi più comici del repertorio, non che il prezzo della crisi
c’è bisogno di fare nessuna allusio- lo debba pagare un
ne politica: tutti vogliono esprimere settore tanto strategico,
qualcosa di bello da comunicare del- quanto privo di risorse
la loro personalità. Mastandrea ha gi- come quello della cultu-
rato il Gran Sasso in lungo e in largo ra, dopo lo scempio
nel film di Vicari (L’orizzonte degli che abbiamo già patito
eventi). Gli chiediamo se questa ge- sulla scuola, l'università
nerosa risposta potrà essere aggre- e la ricerca». «Il gover-
gante anche in vista delle lotte dei la- no deve ripristinare im-
voratori dello spettacolo: «Se si trat- mediatamente il Fus
ta di rispondere a un progetto come per lo spettacolo dal
questo la risposta è immediata, se si vivo: gli enti locali, in
tratta di difendere i diritti dei lavora- primis la regione Lazio,
tori dello spettacolo, la gente ha pau- sono a fianco degli ope-
ra che siano dei privilegiati e che ratori». Lo ha detto l'as-
non abbiano diritto a chiedere soste- sessore alla Cultura,
gno in casi come l’azzeramento dei Spettacolo e Sport del-
fondi del Fus». Aggiunge Valerio la regione Lazio, Giulia
Aprea: «Accanto a pochi nomi privi- Rodano, intervenendo
legiati ci sono centinaia che lavora- alla manifestazione.
no anche gratis, stagisti che restano «Cento o duecento mi-
tali per anni e anni». Emilio Solfrizzi lioni di euro costituisco-
che con Riccardo Milano sta giran- no una cifra irrilevante
do il seguito di Tutti pazzi per amo- nella manovra economi-
re, avverte che oggi è più facile resta- ca, ma in tutto il paese,
re sempre collegati con tutta la tec- mettono a rischio alme-
nologia: «La mobilitazione è necessa- no duecentomila posti
ria - dice - Riuscire a farlo in Italia è di lavoro». Con il mon-
un’impresa più ardua che negli Stati do dello spettacolo e
Uniti, ma ora è evidente a tutti quan- della cultura in piazza,
ti il pericolo, c’è molta più consape- si schiera anche Rifon-
volezza. Forse oggi possiamo muo- dazione. In una nota
verci come uno solo, troppo spesso congiunta Paolo Ferre-
gli altri hanno fatto leva su questa di- ro, segretario nazionale
visione». E il paragone con la mobili- del Prc, e Stefania Brai,
tazione per i luoghi abbandonati del- responsabile nazionale
l’Abruzzo non è differente: «Milani dipartimento cultura del
non ha finito di chiamarci che aveva- Prc, affermano. «Una
mo già accettato tutti, anche quelli cifra ’ridicola’ per fron-
che non sono potuti venire qui. La ri- teggiare la crisi econo-
sposta è: «Sì, ci sono», non ci devo mica nel nostro Paese
neanche pensare. La crisi ti dà que- ma utile per tagliare
sta opportunità, ti fa capire meglio qualsiasi forma di liber-
le cose; lo vedo anche nei colleghi, la tà di espressione e di
gente esce dalle case e viene ad produzione di una cultu-
ascoltare le poesie». ra critica».
NEL GIORNO DI USCITA ABBINATA OBBLIGATORIA CON IL MANIFESTO: 2,50 EURO. 1,30 EURO PIÙ IL PREZZO DEL GIORNALE NEGLI ALTRI GIORNI.
EUROPA SPAGNA
Elezioni senza elettori Le vite ipotecate
Alain Garrigou Raúl Guillén
CALIFORNIA ECONOMIA SOCIALE
Il miraggio dell’ecologia Contro il capitale finanziario
IN EDICOLA
DAL 15 LUGLIO * Agnès Sinaï Yan de Kerorguen
NICARAGUA FANTASCIENZA
Sandinismo, quarta fase Il laboratorio della metafisica
Hernando Calvo Ospina Serge Lehman
EDITORIA
Crisi, cinquecento giornalisti di troppo
Tra prepensionamenti e pensionamenti, nelle redazioni sono in ballo almeno 550
posti di lavoro: questo emerge dalla mappatura di Prima Comunicazione che ag-
giorna sui cantieri aperti nell'editoria italiana per rispondere alla crisi economica
e rilanciare il settore. «Prima» racconta di Repubblica dove, dopo il preaccordo
raggiunto tra azienda e Cdr, si è riaperta la discussione sul piano di risparmi pro-
posto dall’editore. Mentre alla Rcs continueranno fino all'inizio di agosto gli incon-
tri tra editore e giornalisti di quotidiani e periodici. Al Gruppo 24 Ore si sta con-
cretizzando il piano di «efficientamento» del Sole 24 Ore con interventi strutturali
anche sugli organici giornalistici. Si tratta anche alla Mondadori: previsti una no-
vantina di prepensionamenti e pensionamenti tra i giornalisti. Infine, gli accordi
al Gazzettino, al Mattino, alla «Prealpina», e alla Provincia. E le vertenze aperte a
Messaggero, Athesis, Eco di Bergamo, Dire, DNews e Tuttosport.
MTV ITALIA
Il primo sciopero
nella fabbrica
di sogni giovanili
Mariangela Maturi
MILANO
S
e fosse sera, potrebbero esse-
re in un locale della movida
underground milanese, gal-
leggiando in posa con un cocktail
ghiacciato in mano, guardando
un gruppetto rock di ultima gene-
razione. Invece no. Adesso hanno
un fischietto rosso in mano. Fissa-
no le finestre (chiuse) di un edifi-
cio del centro. Sono i lavoratori
precari di Mtv Italia, l’emittente
«gggiovane» che ha appena confer-
mato fra i suoi vjs... «Cristina la
maggiorata del grande fratello».
Tornando ai comuni mortali,
inizialmente gli esuberi erano tren-
taquattro. Ad altre settanta perso-
ne l’azienda aveva proposto una
«conciliazione», ossia il rinnovo
del contratto a progetto purchè ri-
nunciassero al pregresso lavorati-
vo in azienda. Un ricatto a cui i
precari non hanno ceduto. Risulta-
to? Fuori tutti. E i trentaquattro,
adesso, possono anche scordarsi
gli ammmortizzatori sociali.
«Tanto ci hanno chiaramente
fatto sapere che al posto nostro
prenderanno altri» dice qualcuno,
con un'alzata di spalle. Il proble-
ma è la pubblicità: finita. Il buco
dello scorso anno, secondo i diri-
genti, è di 4 milioni di euro. In tal
caso però non si spiega il ricatto.
IRAN
Nel calderone del potere
Ahmad Salamatian
AFRICA
Omar Bongo, passione francese
Boubacar Boris Diop
FILARMONICA/NEW YORK
Fare musica a Pyongyang
Suki Kim
il manifesto pagina 3
Dopo la decisione dell’azienda di
tagliare cento persone su trecen-
to, ieri i precari hanno indetto uno
sciopero di quattro ore, il primo in
12 anni di Mtv. Hanno organizza-
to un corteo da piazza Duomo,
proprio dove ogni pomeriggio sta-
ziona una folla di ragazzini urlan-
ti. Sotto gli studi di «Total request
live», il programma di punta di
Mtv, aspettano che il divetto del
momento si affacci a benedirli.
Un rituale che descrive una gene-
razione, quella a cui Mtv detta mo-
da, look e pensiero.
Ieri mattina, sotto alle finestre,
c’erano quelli che la trasmissione
la fanno. Ogni giorno. Loro stessi,
i precari, sono il riflesso speculare
di ciò che Mtv promuove. Portano
pantaloni larghi, magliette colora-
te. Hanno tatuaggi e piercing. In-
somma, sono cool (e devoti al-
l’azienda). Vi è mai capitato di co-
noscere un precario che lavora
per passione? Disposto a sottosta-
re a ricatti che mai nella vita accet-
terebbe? E che lo fa perchè ci cre-
de? Invece di essere riconosciuti e
apprezzati, spesso quei precari so-
no ignorati o, peggio, maltrattati.
Così si sentono ora i lavoratori
di Mtv. Marta ha trent'anni, bella-
brillante-sorridente. Si siede sul
marciapiede davanti alla sede di
corso Europa. Il corteo è finito. La-
vora alla produzione. «Non so co-
sa potrei fare, davvero. Tutto que-
sto è surreale. Io sono qui da anni.
Prima a progetto, poi a tempo de-
terminato. Ma invece di valutare
le competenze, ci cacciano con un
calcio in culo. A questo lavoro ho
dato tanto. Altro che famiglia e fi-
gli. Bel risultato».
Una delle cose che i precari con-
tinuano a urlare è «Noi Obama
non ce l’abbiamo». C'è persino un
ragazzo con la maschera di gom-
ma di Obama. Stefano, 23 anni,
racconta il perchè: «Già da novem-
bre tirava aria di tagli. Avevamo or-
ganizzato un boicottaggio della fe-
sta di Natale. Alla fine i dirigenti ci
hanno chiesto di porre domande
anziché boicottarli. Beh, alle do-
mande non hanno risposto, e in
compenso ci siamo sorbiti 20 mi-
nuti del discorso di insediamento
di Obama». C’è anche la beffa. La
campagna «Tocca a noi. Le cose
non vanno, cambiamole ora» per
rendere i giovani «protagonisti del-
la politica» non ha funzionato
granché. Tra le cose da cambiare,
si poteva scegliere anche questa:
«Trovare un lavoro pagato decen-
temente, che ti consenta di vivere
da solo, di essere autonomo? Esse-
re considerato per quello che vali
e meriti? Partecipa alla costruzio-
ne di una legge che rappresenti an-
che le tue idee!». Appunto. Due-
centomila voti, per un impegno
farsa che Mtv non rispetta neppu-
re a casa sua. «La cosa disarmante
– racconta Alberta – è che Obama
e i giovani sono balle che hanno
raccontato anche a noi lavoratori.
Ora è chiaro che tocca a noi solo la
disoccupazione. Che schifo».
Al presidio partecipavano an-
che alcuni lavoratori a tempo inde-
terminato. Enzo, 34 anni, lavora al-
l’emissione, con altri 15 colleghi
manda in onda i programmi 24
ore su 24. La metà sono precari,
ma al presidio ci sono tutti: «Non
vedo come potremmo continuare
con la metà del personale. Dobbia-
mo difendere i colleghi». A chi sta
negli uffici, affacciato alla finestra,
i ragazzi urlano «Oggi tocca a noi,
ma domani a voi».
Fine delle trasmissioni. Forse
non resta altro da fare che dismet-
tere le scenografie patinate e tren-
dy per guardare in faccia la realtà:
preoccupazioni, cause di lavoro,
ulcere. Prima o poi anche i «gggio-
vani» crescono, per forza.