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TECNICA E SICUREZZA DEI CANTIERI STRADALI

DISPENSA N 1 Anno Accademico 2007/2008

prof. Gaetano BOSURGI

ing. Orazio PELLEGRINO

Testo in fase di revisione Anno Accademico 2007/2008

INDICE
INTRODUZIONE .............................................................. 3 Cenni di Geotecnica stradale .............................................. 6 Caratteristiche fisiche dei terreni ..................................... 8 Compressibilit ........................................................ 12
Pesi e volumi...........................................................................13 Pressione neutra, Pressione efficace....................................................16 Analisi granulometrica..................................................................18 Analisi dei terreni coesivi Limiti di Atterberg.......................................23 Classificazione secondo le Norme CNR-UNI 10006 del CNR..................................27

Resistenza al taglio delle terre ....................................... 28 Prescrizioni dei Capitolati sui movimenti di terra ..................... 34 Brevi cenni sulle sezioni tipologiche .................................. 37
Il rilevato.............................................................................37 Aspetti costruttivi dei rilevati........................................................38 Il piano di posa........................................................................38 Casi di instabilit del piano di posa...................................................40 I cedimenti.............................................................................42 Tecniche di drenaggio...................................................................43 I geosintetici..........................................................................44 Rilevati costruiti con materiale a basso peso specifico.................................45 Resistenza del piano di posa............................................................45 Trincea.................................................................................46

La pavimentazione stradale ............................................... 47 Il sottofondo .......................................................... 50 Lo strato di fondazione ................................................ 54 Lo strato di base ...................................................... 56 Gli strati superficiali ................................................ 57 La portanza dei sottofondi stradali .................................... 59
Parametri rappresentativi della portanza................................................60 A) Parametri statici....................................................................60 B) Parametri dinamici...................................................................61 Ulteriori approfondimenti sul sottofondo stradale.......................................58

La compattazione delle terre ............................................. 62 Il Progetto ............................................................ 63 Studio delle terre in laboratorio ...................................... 64 Prova AASHTO Modificata (CNR 69/1978) .................................. 65
Novit sperimentali sullesecuzione della prova AASHTO modificata.......................68 Caratteristiche di costipamento dei terreni granulari...................................68 Caratteristiche di costipamento dei terreni coesivi.....................................69 Stabilizzazione delle terre non pregiate..............................................69 Compattazione statica...................................................................71 Costipamento statico con compressore a ruote gommate....................................72 Misura del contenuto dacqua............................................................65 Progettazione...........................................................................63 I motivi della compattazione............................................................62 Prescrizioni dei Capitolati sui movimenti di terra......................................62

Metodi e macchine per la compattazione ................................. 71 Compattazione dinamica ................................................. 73 Interazione rullo-terreno .............................................. 74
Caratteristiche meccaniche e prestazionali dei rulli vibranti...........................76 Compattatori ad azione mista statica e dinamica.........................................77 Compattatori ad azione oscillante.......................................................77 Novit tecnologiche.....................................................................78 Rendimento dei rulli....................................................................78 La scelta del rullo.....................................................................79 Energia di compattazione................................................................80 Volume di terreno da compattare.........................................................82 Rilevati di prova.......................................................................83 Prescrizioni dei Capitolati.............................................................83 Metodi per la determinazione della densit secca in cantiere............................84 Metodi per determinare le caratteristiche meccaniche....................................88 Metodo del doppio ciclo di carico della prova con piastra...............................88 Considerazioni sui metodi di controllo puntuali.........................................91 Sviluppi futuri in materia di controlli GPS.............................................92

I controlli ............................................................ 83

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INTRODUZIONE
Lo studio di uninfrastruttura di trasporto comprende lanalisi di una molteplicit di problematiche cui il progettista deve rigorosamente far fronte affinch lopera possa qualificarsi tecnicamente valida, sia sotto il profilo costruttivo, che nei confronti della funzionalit, intesa come fruibilit, comfort, qualit e sicurezza della circolazione. Tali aspetti costituiscono gli obiettivi di una progettazione che, nel rispetto di vincoli economici, territoriali, ambientali e di uso stesso dellinfrastruttura, deve tendere a massimizzare i benefici per gli utenti, in termini di costi e ad ottimizzare le strategie di manutenzione tendenti a garantire lefficienza dellopera nel tempo. In questultimo concetto racchiusa la filosofia della corretta progettazione, intesa non come semplice assemblaggio di un insieme di idee, bens come processo pi lungimirante in cui lidea progettuale e la futura gestione dellopera, una volta realizzata, si fondano per dar vita ad una soluzione che soddisfi gli utenti che da essa dovranno trarne beneficio e il gestore che dovr provvedere al suo mantenimento funzionale. Una fase decisamente importante del percorso progettuale rappresentata dallo studio della sovrastruttura, ovvero della porzione del solido stradale direttamente interessata dalle azioni sviluppate dai carichi indotti dal traffico e dalle condizioni ambientali. La sovrastruttura, detta anche pavimentazione, essenzialmente costituita da un sistema multistrato che deve possedere elevate caratteristiche strutturali e superficiali per garantire prestazioni elevate a favore della sicurezza della locomozione. Il progetto delle sovrastrutture si presenta piuttosto articolato per le seguenti motivazioni: la scelta della sovrastruttura condiziona sensibilmente il costo complessivo dellintera opera per via dei particolari requisiti che devono possedere i materiali costituenti gli strati, in relazione alle condizioni duso e agli spessori da adottare; dal punto di vista dellanalisi strutturale ci si deve confrontare con schemi alquanto complessi per geometria, condizioni di vincolo e carichi; inoltre, il problema caratterizzato da numerosi parametri la cui determinazione , spesso, affetta da elevata incertezza; la soluzione finale deve soddisfare, da un lato i requisiti di funzionalit, dallaltro le esigenze gestionali e di manutenzione che devono essere compatibili con le condizioni duso dellinfrastruttura e con i budget disponibili. Da quanto suesposto si evince la particolare natura del problema che va affrontato mediante un approccio integrato e non come semplice analisi dello stato tensionale e deformativo di un organismo strutturale. Piuttosto, il progetto deve rispondere ad un insieme di esigenze che contemplino gli

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aspetti strutturali, funzionali, di sicurezza e economici. Nel termine economico sono contemplati i costi attuali di costruzione nonch quelli futuri di manutenzione. Dal punto di vista strutturale, pur ricorrendo a schemi semplificativi per descrivere la geometria e le condizioni di vincolo e di carico del sistema, lanalisi appesantita dalla eterogeneit meccanica dei materiali costituenti gli strati della sovrastruttura, nonch dalla forte aleatoriet che un p caratterizza tutti i parametri, con particolare riferimento a quelli climatici e di traffico. Di conseguenza, la valutazione della resistenza a fatica, ovvero della vita di progetto della pavimentazione, che costituisce gli obiettivi finali dellanalisi strutturale soprattutto in relazione agli scopi della manutenzione, risulta estremamente incerta. In questo caso, soltanto lesperienza del progettista ed approcci particolarmente sofisticati possono condurre a conclusioni affidabili. Anche da una corretta progettazione strutturale dipende la funzionalit della pavimentazione, ovvero il mantenimento nel tempo di adeguate caratteristiche fisiche e di forma della superficie di rotolamento (rugosit, regolarit), affinch il moto veicolare possa svolgersi in modo confortevole e sicuro. Soprattutto in campo ferroviario ed aeroportuale lefficienza della sovrastruttura gioca un ruolo fondamentale; infatti, a differenza del caso stradale in cui il conducente pu, al limite, modificare il proprio comportamento di guida qualora le condizioni della pavimentazione non consentano prestazioni particolarmente elevate, in campo aeroportuale manovre quali latterraggio o il decollo degli aeromobili non potrebbero essere effettuate in presenza di una sovrastruttura ammalorata. Ci vale anche in campo ferroviario in cui la locomozione, oltre agli aspetti geometrici, strettamente legata alla regolarit del piano del ferro e, quindi, allintero complesso che costituisce la sovrastruttura. I succitati requisiti di funzionalit sono, tuttavia, direttamente correlati allimpegno economico necessario da un lato per la costruzione, dallaltro per garantire adeguate condizioni di esercizio. Infatti, il rispetto dellequilibrio fra costi e benefici impone che la scelta progettuale non scaturisca da riflessioni casuali, bens sia il frutto di un articolato processo di ottimizzazione, a sua volta, generato da unanalisi integrata del problema. In questo volume sintetizzata lesperienza scientifica maturata in questi ultimi anni, allo scopo di fornire uno strumento didattico e professionale per poter affrontare, secondo unimpostazione moderna, il progetto delle sovrastrutture stradali, ferroviarie ed aeroportuali. Nella trattazione stato, dapprima, affrontato lo studio per la caratterizzazione dei materiali da impiegare per gli strati non legati e per le miscele, nonch le prove di controllo e accettazione secondo le prescrizioni contenute nei capitolati

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speciali dappalto. Sono stati, in particolare, evidenziati gli aspetti prestazionali alla luce dellormai consolidata esperienza maturata nellambito del programma di ricerca SHRP, e delle nuove prove ed attrezzature per il controllo e la caratterizzazione in esso proposte. A tal riguardo, particolare cura stata dedicata alla reologia dei leganti e delle miscele bituminose e cementizie, al fine di poter affrontare con un sufficiente supporto teorico le problematiche inerenti il dimensionamento strutturale. Su questultimo argomento stata dedicata buona parte della trattazione, prendendo spesso spunto dai risultati raggiunti dalla ricerca negli ultimi anni, pur non tralasciando gli approcci classici, soprattutto quelli razionali, ancor oggi ampiamente utilizzati in campo professionale. Infine, un capitolo stato interamente dedicato alle problematiche della manutenzione unitamente alle diverse metodologie per il controllo in esercizio delle sovrastrutture.

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CENNI DI GEOTECNICA STRADALE


Nelle costruzioni stradali occorre trattare materiali del tutto eterogenei, sia sotto il profilo geologico, sia per le condizioni di addensamento e compattezza. Uno dei principali problemi quello di realizzare sottofondi, sia in trincea sia in rilevato, sufficientemente rigidi e stabili, sui quali possa disporsi una pavimentazione di caratteristiche omogenee lungo l'intero tronco stradale, senza che si debbano temere spiacevoli inconvenienti scaturiti da cedimenti differenziali. Un'importante distinzione, da fare nell'ambito dei materiali impiegati nella costruzione dei rilevati, quella fra materiali modificabili e non modificabili. Si considerano modificabili, quei terreni che cambiano le loro caratteristiche meccaniche o di struttura sotto l'azione delle macchine da cantiere, nel corso dei lavori o durante la vita del rilevato. In questevoluzione non evidentemente compresa la variazione di densit o di contenuto dacqua che, in misura pi o meno grande, avviene per tutti i terreni. Da questo punto di vista molti terreni non sono affatto modificabili: per esempio, una ghiaia, una sabbia, un limo rimangono tali sia durante le operazioni di cantiere che nel corso degli anni successivi. Invece, esistono terreni che dopo la posa in opera in rilevato, o eventualmente dopo un periodo di tempo pi o meno lungo, si ritrovano in condizioni molto dissimili da quelle iniziali, questo il caso dei terreni contenenti sostanze organiche o vegetali e, per motivi molto diversi, il caso delle rocce a struttura debole. Nel caso in cui il materiale, dopo la costruzione del rilevato, indipendentemente dalle condizioni di posa in opera, rischi di modificarsi in modo da compromettere la stabilit dell'opera o di dar luogo a cedimenti non accettabili della sovrastruttura stradale, esso non pu essere impiegato nella costruzione dei rilevati. Pi frequentemente sincontrano materiali la cui evoluzione legata alle condizioni di posa in opera, cio alla frantumazione del complesso geologico originario operata dalle macchine impiegate per i movimenti di terra, altre volte l'evoluzione di natura fisico-chimica, accelerata dal fatto che ciascun elemento posto in contatto con l'aria e con l'acqua. Quando si parla di natura del terreno ci si riferisce alla granulometria ed alla sensibilit allacqua valutata attraverso i limiti di Atterberg. Si visto, infatti, che le caratteristiche prestazionali sono inversamente proporzionali allarricchimento di materiale fino ed allaumento della plasticit di questultimo. La porosit, incide sulla componente elastica e plastica dei cedimenti: alla sua diminuzione si verifica un aumento dei punti di contatto fra i granuli allinterno dellammasso terroso che comporta una migliore distribuzione degli sforzi dovuti ai carichi ed al

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tempo stesso riduce la libert di movimento rigido dei singoli grani, effetti che limitano i cedimenti elastici e plastici rispettivamente. Da tutto ci facile intuire limportanza che assume il costipamento e la sua corretta realizzazione nei riguardi della portanza dei terreni granulari: esso deve essere, generalmente, molto intenso tranne che in presenza di terreni argillosi o con basse caratteristiche meccaniche; in essi, infatti, uneccessiva pressione di costipamento provocherebbe la rottura dei legami interni e, di fatto, una diminuzione della portanza. Linfluenza del contenuto dacqua sulla deformabilit dei terreni, dipende dalla loro natura: quelli a matrice limo argillosa, ad esempio, modificano sensibilmente il proprio comportamento al variare della fase liquida. Per tale motivo quando si in presenza di questi terreni, importante definire lumidit che si avr al di sotto della pavimentazione. Ci non costituisce un problema nei tratti di rilevato, perch in tal caso il contenuto dacqua pu ritenersi sufficientemente stabile, mentre lo stesso non pu dirsi nelle zone in trincea, ove occorre conoscere landamento del contenuto dacqua in sito nel tempo. Se il contenuto dacqua notevole e il materiale viene fortemente frantumato in piccoli pezzi, sia durante le operazioni di scavo che durante quelle di compattazione, la costruzione del rilevato risulta difficile e la resistenza meccanica finale del materiale ne risente. Pertanto, molto pi conveniente in questo caso portare a rilevato il materiale in blocchi abbastanza grandi, escludendo quindi nello scavo l'impiego di macchine livellatrici e, comunque, lo scavo in strati sottili ed accettare cos un costipamento poco intenso. La costruzione del rilevato risulta cos non molto difficile, la sua resistenza meccanica discreta, ma sono inevitabili cedimenti che si protraggono per tempi anche abbastanza lunghi. Questi materiali, con elevato contenuto di acqua, sono pertanto da impiegarsi solo in rilevati di modesta altezza, i cui cedimenti, di piccola entit, non danneggiano la pavimentazione. Nei rilevati alti, questi tipi di terreni modificabili possono impiegarsi solo se il loro contenuto di acqua modesto, in questo caso possono frantumarsi sia nella fase di scavo che in quella di una energica compattazione, con la conseguente formazione di materiale fino, senza dar luogo ad inconvenienti. Un'altra fondamentale caratteristica, di cui occorre tener conto nello studio dei movimenti di terra nei cantieri stradali la sensibilit all'acqua dei materiali impiegati. Ci non tanto con riferimento ai danni che l'acqua pu provocare nell'opera costruita, i quali possono esser evitati con idonee protezioni ma, piuttosto, con riferimento alla difficolt di costruire un rilevato con materiale sensibile all'acqua, il quale pu imbibirsi durante il corso dei lavori

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per effetto delle precipitazioni atmosferiche. Le difficolt che si incontrano nella costruzione di un rilevato, impiegando materiale avente un alto contenuto dumidit, sono legate al fatto, che quando il contenuto di acqua supera un certo valore, il costipamento non pi possibile, in quanto sotto l'azione del rullo compattatore, lo strato da costipare subisce cedimenti notevoli, dell'ordine di alcuni centimetri, ma ritorna nella primitiva configurazione quando la macchina si allontanata. Questo fenomeno, dipende dalla scarsa resistenza al taglio del materiale, nettamente inferiore alla resistenza a compressione, il quale sotto l'azione dei carichi subisce solo variazioni di forma ma non di volume. Infatti, si osserva che, una volta passato il rullo, il terreno si rigonfia restituendo la deformazione elastica appena ricevuta. Il fatto che il materiale abbia scarsa resistenza al taglio e che essa non sia modificabile con la compattazione, rende impossibile la costruzione del rilevato, poich questo sarebbe di scarsa stabilit. La sensibilit all'acqua di un terreno dipende dalla percentuale di elementi fini e dalla natura di questi, in quanto a ci legata la quantit di acqua necessaria per modificare il comportamento del terreno. Per esempio, terreni contenenti qualche modesta percentuale di argilla, come le ghiaie argillose o le sabbie argillose, subiscono una rapida modifica del loro comportamento per effetto di una pioggia, ma altrettanto rapidamente, dopo la pioggia, migliorano le loro caratteristiche in seguito all'azione del sole e del vento. Viceversa, le terre fortemente argillose richiedono grandi quantitativi di acqua per modificare il proprio comportamento ma, su queste, sia le precipitazioni sia l'evaporazione hanno un effetto modesto; pertanto, tali materiali possono senz'altro essere impiegati in rilevato solo se il loro tenore d'acqua naturale piccolo; in caso contrario, debbono essere rifiutati, a meno ch non si proceda alla loro stabilizzazione mediante luso di calce, calce-cemento, cemento, ottenendo cos miscele di materiale, che se ben compattate, danno risultati in termini di portanza molto elevati, equiparabili a quelli di un ottimo terreno da rilevato.

Caratteristiche fisiche dei terreni


Dopo aver fatto una breve disamina sulle caratteristiche generali del terreno, di seguito si esamineranno le propriet fisiche, in quanto lo studio di un terreno inizia con la conoscenza di tutti i parametri atti a classificare il materiale da trattare. La quantit di acqua contenuta in una terra ne influenza notevolmente le propriet e le caratteristiche fisicomeccaniche della stessa. Lacqua presente in una terra si distingue in: gravitazionale di capillarit
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adsorbita

In particolare, lacqua adsorbita : trascurabile nei terreni granulari (con superficie specifica bassa) non trascurabile nei terreni a grana fine (con superficie specifica alta)

Distribuzione dellacqua sul singolo granulo

In un terreno le pellicole di acqua, che rivestono granuli adiacenti, formano delle lamine che per effetto delle tensioni superficiali, esercitano delle azioni di mutua attrazione tra le particelle solide. Tale effetto risulta piccolo nei terreni granulari ed elevato nei limi e nelle argille. Le tensioni superficiali diminuiscono allaumentare dellumidit nel terreno, fino ad annullarsi nelle condizioni sature. Il contenuto o percentuale dacqua w si definisce come rapporto fra il peso dell'acqua contenuta nei pori di un campione ed il peso dello stesso essiccato (in stufa a 105C); in pratica si pone: W Ws w = 100 Ws essendo: W (oppure G) peso del campione bagnato, Ws (oppure Gs) peso del campione dopo essiccazione in stufa termostatica. La temperatura della stufa non deve superare i 105C in modo che si abbia lespulsione per evaporazione di tutta l'acqua contenuta nei pori, senza l'allontanamento dell'acqua di costituzione. Il valore del contenuto dacqua, pu essere considerato un indice indiretto della storia del campione e fornisce una buona indicazione della resistenza al taglio del materiale. Ad un aumento del contenuto dacqua corrispondono una riduzione della resistenza al taglio ed un incremento della compressibilit e viceversa. II peso specifico, in generale, si definisce come rapporto fra il peso di un provino di materiale ed il volume da questo occupato. Nel caso delle terre si devono distinguere diversi pesi specifici in funzione del particolare peso e volume che si misura. Peso specifico dei granuli il rapporto fra il peso del

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campione secco ed il volume occupato dai soli granuli, in pratica senza tener conto del peso e del volume dell'acqua e dell'aria. Peso specifico apparente o peso di volume o densit apparente di una terra s'intende invece il rapporto fra il peso della terra con il suo contenuto d'acqua ed il volume totale da essa occupato, cio il volume dei granuli, dei vuoti e dell'acqua. Da queste due definizioni risulta evidente che il peso specifico apparente sempre inferiore al peso specifico dei granuli poich non pu mai ammettersi nullo il volume dei vuoti.

Rapporti tra solido, acqua e aria in riferimento al peso o al volume del materiale

Inoltre, si osservi che, mentre il peso specifico dei granuli di una terra non muta, quello apparente risulta funzione della maggiore o minore quantit di acqua in essa contenuta e del grado di assestamento che fa variare il volume dei vuoti. Un terreno asciutto, ben compattato avr evidentemente peso specifico apparente maggiore dello stesso poco compattato. Da queste osservazioni si pu dedurre che la nozione di peso specifico apparente molto importante nello studio di una terra, perch la sua variazione si ripercuote in una alterazione delle sue propriet meccaniche. Talvolta si usa definire il peso specifico apparente del secco o densit del secco d, inteso come rapporto fra il peso di un provino di terra essiccata ed il volume totale occupato da questo (comprensivo del volume occupato dai vuoti e dall'acqua). Quest'ultima grandezza di rilevante importanza nello studio della compattazione, quindi se si indica con Gs il peso di un provino di terra gi essiccata in stufa, con Gb, il peso dello stesso provino con terra bagnata, con V il volume totale del provino, con Va il volume occupato dall'acqua e Vg, quello dei granuli, si ottiene il volume occupato dall'aria o dai vuoti residui; Vv = V (Va + Vg) G peso specifico o densit apparente a = b V G peso specifico dei granuli = s Vg

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Gs peso specifico (o densit) del secco o d nella V notazione anglosassone Lindice dei vuoti e si definisce come rapporto tra volume dei vuoti (compreso quello occupato dallacqua) ed il volume dei granuli: V + Va e = v oppure Vg s = Gs w V 1 Ws noti che siano il peso specifico delle particelle, il volume totale ed il peso del campione asciutto. Anche lindice dei vuoti, un parametro dal quale si possono trarre indicazioni sul grado di addensamento e, pertanto, assume grande importanza quando si parla di compattazione. Di fatto, sia le caratteristiche meccaniche, sia quelle di permeabilit, possono essere correlate ad esso. Nel caso di terreni granulari, i valori massimi e minimi di e, possono essere determinati sperimentalmente sul provino calcolando, cos, la densit relativa, un altro parametro che ci d informazioni in merito alladdensamento del terreno. emax e0 Densit relativa = 100 emax emin con e0 sintende lindice dei vuoti del terreno in situ. La porosit n il rapporto fra volume dei vuoti e quello totale: V + Va n = v V inoltre, possibile relazionarla allindice dei vuoti con lespressione: e n = 1 + e La permeabilit, invece, rappresenta la propriet che un terreno ha nel lasciarsi attraversare dall'acqua in movimento. Il concetto di permeabilit si ricollega a quello dell'indice dei vuoti o di porosit, nel senso che maggiori sono i vuoti, in genere, pi elevata la permeabilit del terreno. Il grado di saturazione S, pari al rapporto tra il volume occupato dallacqua e quello dei vuoti. V S = a 100 (%) Vv e vale 100% nel caso di terreno saturo e 0% nel caso di terreno asciutto. La forma dei granuli che costituiscono un terreno ed il loro stato di addensamento sono gli elementi essenziali che influenzano l'indice dei vuoti e la porosit. Basta considerare che, nel caso di granuli di forma lamellare, detto indice pu ridursi a valori molto bassi, mentre altrettanto e =

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non pu dirsi quando ci si trova in presenza di granuli sferici. Inoltre, la disposizione degli elementi, ha molta importanza. Nella figura sottostante rappresentato un primo schema che, per elementi tutti dello stesso diametro, fornisce il minimo volume dei vuoti; mentre lo schema immediatamente inferiore si riferisce al massimo volume dei vuoti. Lo schema, relativo al volume dei vuoti massimo, mostra come la percentuale dei vuoti sia una costante che non dipende dal diametro dei granuli, bens dalla loro disposizione. In effetti le terre sono costituite da granuli, che, sebbene in alcuni casi possono assimilarsi a sfere, hanno dimensioni e forme molto variabili. Si vedr pi avanti che la forma uno degli elementi che pi di altri influenza la resistenza al taglio del terreno.

Disposizione che comporta il minimo volume dei vuoti

Disposizione dei granuli, che comporta il massimo volume dei vuoti

chiaro che se, tra gli elementi sferici di maggiore diametro, si interpongono granuli sferici pi piccoli, il volume dei vuoti diminuisce e, quindi, l'indice dei vuoti del complesso si abbassa. Per questo motivo, i terreni a granulometria mista sono i pi compattabili.

Compressibilit
Le prove di compressibilit sono eseguite in laboratorio (mediante gli edometri) caricando assialmente un provino cilindrico, impedito di deformarsi lateralmente e misurandone i relativi cedimenti (prove di compressione ad espansione laterale impedita). La parte essenziale delledometro rappresentata da una scatola a sezione circolare, avente diametro interno pari a 5.5 cm, entro la quale tra due dischi porosi si pone il campione di terra dello spessore di circa 2 cm, che pu essere parzialmente o totalmente imbibito.

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Scatola per la prova edometrica

Assestamenti di provini sottoposti a prova edometrica a p costante

Durante la prova i cedimenti conseguenti alle pressioni esercitate sono misurati attraverso alcuni comparatori e dato che tali cedimenti variano con il tempo, prima di aumentare il carico, necessario aspettare che il comparatore non accusi pi apprezzabili incrementi. Per le sabbie, ad esempio, tempi di circa duetre ore sono sufficienti perch il provino si sia assestato, mentre nel caso delle argille potrebbero essere necessarie anche 120150 ore. Gli assestamenti sottoposti a prova edometrica a p costante variano in funzione del tempo con legge iperbolica ed in funzione del terreno analizzato. I provini possono essere costituiti da terreno indisturbato o rimaneggiato.
Pesi e volumi Nel seguito si esporranno alcune considerazioni che torneranno utili durante le analisi volumetriche dei terreni.

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Schematizzazione di pesi e volumi in un provino

Indicando con: Ws il peso del materiale solido; Ww il peso dellacqua; W il peso totale (peso del terreno bagnato); Va il volume dei vuoti; Vw il volume dellacqua; Vs il volume del materiale solido; V il volume totale; si ha che: = W / V il peso specifico apparente s = Ws / Vs il peso specifico reale d = Ws / V la densit del secco w = Ww / Vw il peso specifico dellacqua

Ripartizione delle altezze in un provino

Sia, inoltre: A larea della sezione trasversale del provino [cm2] H laltezza iniziale [cm] H il cedimento totale letto al comparatore [cm] Hv laltezza relativa al volume dei vuoti (aria + acqua) dopo la prova [cm] H0 laltezza corrispondente al volume dei soli granuli [cm] si ha che:

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Ws Ws oppure H0 = H0 A A s inoltre H = H + Hv + H0 Lindice dei vuoti del provino, corrispondente alla pressione finale raggiunta, perci risulta: V H H (H + H0) e = v = v = Vs H0 H0 cio, questa relazione permette di ricavare lindice dei vuoti una volta determinati H0 ed H, in base a sole misure di cedimento (H). Il legame tra la pressione p che determina un certo cedimento ed il corrispondente indice dei vuoti rappresentato nella figura sottostante: s =

Curva di compressibilit

Dalla figura si possono riconoscere alcune situazioni tipiche di questa prova: ramo a-b: vi un aumento di pressione da 0 a 0.25 MPa, lindice dei vuoti diminuisce da 1.18 a 1.08. ramo b-c: in b si opera lo scarico e si ritorna allo stato iniziale di pressione in c; il carico corrispondente al tratto a-b ha prodotto, comunque, un certo assestamento, per cui in c lindice dei vuoti circa 1.11. ramo c-d: si ha una ricarica ed occorre notare che questo ramo non si sovrappone al precedente, anche se dal punto d, la curva riprende loriginario andamento. ramo d-e: incremento di carico. ramo e-f: si mantiene costante la pressione per un certo t; il cedimento continua e lindice dei vuoti diminuisce, pur rimanendo costante il carico. ramo f-g: si incrementa di nuovo il carico anche se la percentuale di vuoti rimane la stessa fino a circa g;

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continuando a caricare il nuovo tratto g-h si inserisce ancora nella curva a-b-d-e. Sono molto interessanti le considerazioni che si possono trarre dallesame di queste curve. Si supponga di avere una curva del tipo c-d-e, con un terreno in cui non stata superata la pressione pb; se fossimo in prossimit del punto c, esercitando una pressione minore di pb, i cedimenti saranno quelli del ramo c-d; vale a dire che si pu caricare il terreno con pressioni di una certa entit senza avere apprezzabili cedimenti. Se il carico supera la soglia del punto d, invece, i cedimenti avranno valori abbastanza elevati. Il ramo meno inclinato indica, pertanto, un precedente stato di consolidamento. Questi concetti saranno ripresi quando si tratter pi approfonditamente la compattazione delle terre.
Pressione neutra, Pressione Se si applica una pressione un addensamento del terreno detta pressione effettiva o efficace e sulla superficie A-A si verifica (si riducono i vuoti). La e viene intergranulare.

Pressione effettiva e pressione neutra

Se laumento di pressione sulla superficie A-A ottenuto mediante una colonna (h) dacqua, sulla stessa superficie si determina una pressione neutra pari a: ue = w h con w peso specifico dell'acqua 10 kN/m3 ue pressione neutra In questa condizione non si verificano variazioni del volume dei vuoti.

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Valutazione degli sforzi efficaci

Principio degli sforzi efficaci: sul generico piano B-B, alla profondit z, si ha: t: pressione totale; e: pressione effettiva; ue: pressione neutra;
e = t-ue = sat z + w h w (h + z) = (sat w) z

e = (sat w) z = ' z t = sat z + w h ue = w (h + z) t = sat z + w h

e
+

= t-ue

peso della colonna di terreno saturo

peso della colonna d'aqua

'

peso specifico del terreno immerso

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Analisi granulometrica Un terreno come noto, costituito da granelli di varia grandezza, che va da qualche micron (limo, argilla) fino a pochi millimetri (sabbia) o centimetro (ghiaie), per finire con dimensioni di qualche decimetro (ciottoli e rocce). Per questo motivo la conoscenza della distribuzione delle dimensioni dei vari granuli che costituiscono una terra di grande importanza e serve soprattutto alla sua classificazione.
Argilla < 0,002 mm Limo 0,002-06mm Sabbia 0,06-2 mm Ghiaia 2-60 mm Ciottoli >60mm Roccia >100 mm

Tipo di terreni secondo la classificazione del MIT (Massachusetts Institute of Technology).


CLASSIFICAZIONE
Elementi naturali Rocce lapidee Spigoli vivi Spigoli arrot. --

d>71 mm 71\25 25\10 10\2 2\0.075 <0.075 pietra breccia breccetta brecciolino sabbia natur. filler natur. ciottolo ghiaia ghiaietto ghiaino -pietrisco pietrischetto graniglia sabbia di frant. filler di frant.

Classificazione in funzione delle dimensioni e degli spigoli


filler 0.074

71 mm

25

10

0.05

0.005 mm

ciottoli o pietra

ghiaia o breccia o pietrisco

ghiaietta o breccetta o pietrischetto

ghiaino o brecciolino o graniglia

sabbia

limo

argilla

Classificazione in funzione delle dimensioni e degli spigoli

La ricerca della distribuzione granulometrica, detta semplicemente analisi granulometrica, serve a determinare le dimensioni delle particelle, di cui il terreno composto ed a stabilire le percentuali in peso delle varie frazioni che rientrano entro limiti prefissati, vale a dire le frazioni granulometriche propriamente dette. Limportanza di conoscere le dimensioni delle particelle, deriva dal fatto che nel caso di terreni a grana grossa, il comportamento del materiale pu essere correlato a tale informazione. Difatti, tutte quelle caratteristiche peculiari del terreno, che ci servono in sede di progettazione, quali la permeabilit, langolo di resistenza al taglio, il grado di addensamento, spesso sono correlati alla granulometria del terreno. La determinazione viene fatta mediante crivelli e setacci fino alla dimensione di 0.075 mm, al di sotto della quale si utilizzano metodi quali la sedimentazione che consiste

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nelleseguire una dispersione acquosa delle parti fini e nellesaminare la diversa velocit di sedimentazione delle particelle solide. Si applica la legge di Stokes la quale stabilisce una relazione tra il diametro dei grani in sospensione, la viscosit del liquido, il suo peso specifico, la velocit di caduta ed il peso specifico dei grani. Ritornando allanalisi fino a 0.075 mm, si utilizzano una serie di crivelli aventi le seguenti aperture: 100, 71, 60, 40, 25, 15, 10, 5 ed una serie di setacci di apertura 2, 1, 0.425, 0.18, 0.075. Inoltre, occorre avere una bilancia di portata di circa 10 kg e sensibilit di 1 g, una bilancia di 1 kg di portata e sensibilit 0.1 g, una stufa per essiccare il materiale, un essiccatore per contenere il materiale essiccato. Dal campione di terra prelevato ed inviato in laboratorio, si devono ricavare mediante successive quartature, provini aventi peso, una volta essiccati in relazione alla dimensione massima dei grani esistenti. Ad esempio se la dimensione massima del grano 100 mm, il peso del provino deve essere pari a 35 kg circa. Per d= 71 mm 25 kg; Per d= 60 mm 15 kg; Per d= 40 mm 10 kg; Per d= 25 mm 5 kg; Per d= 15 mm 2 kg; Per d= 10 mm 1 kg; Per d= 5 mm 0.5 kg; Per d= 2 mm 0.2 kg. Successivamente, il provino viene essiccato in stufa fino a 105-110 C fino a peso costante e lasciato raffreddare in essiccatore fino alla T ambiente. Il materiale essiccato, se presenta unapprezzabile frazione limo-argillosa viene sottoposto allanalisi granulometrica per via umida, ossia previo lavaggio. Lanalisi a secco pu anche essere eseguita tutta mediante setacci. Il materiale tolto dallessiccatore viene pesato: sia PT il suo peso. Si dispongono, quindi, i crivelli in colonna con diametri pi grandi a partire dallalto verso il basso e, versato il materiale, si prevede alla crivellatura, eventualmente eseguendo tale operazione in pi riprese se il materiale in grande quantit. Loperazione finisce quando estraendo un crivello e ponendolo sopra un foglio di carta, non si ha alcuna quantit di materiale sversato sul foglio. Terminata la crivellatura, si pesa il materiale raccolto nel fondo che rappresenta il passante al crivello da 5 mm, indicandolo con P5. Si aggiunge ora il peso del materiale trattenuto dal crivello da 5 mm e linsieme rappresenta il peso del passante dal crivello di 10 mm e lo si indica con P10. Aggiungendo successivamente i pesi dei materiali trattenuti su ciascun crivello, procedendo verso lalto, si ottengono i pesi dei passanti ai vari crivelli della serie. Nelleffettuare le pesate si dovr avere cura di tenere separato il materiale raccolto nel fondo da quello trattenuto sui vari crivelli, dovendo il primo essere sottoposto a successiva setacciatura. Svolgendo le stesse operazioni, si conoscono i pesi P2, P1, P0.4, P0.18, P0.075 della porzione di
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materiale proveniente dalla riduzione del passante al crivello da 5 mm. Tutte le pesate effettuate vengono annotate e riportate su apposito modulo. Le % di passante ai singoli crivelli o setacci si ottengono quale rapporto tra il peso del passante ed il PT del provino. In genere i risultati sono riportati in un grafico in cui in ordinata in scala aritmetica si riportano le percentuali di passante o di trattenuto ed in ascisse in scala logaritmica, le aperture dei crivelli o setacci. Lanalisi granulometrica per via umida consiste nellimmersione del materiale in acqua per favorire il completo distacco delle particelle di limo ed argilla dai granuli pi grossi che, successivamente vengono analizzati per via secca. Il passante al setaccio 0.075 viene ricavato come differenza tra il peso iniziale PT prima del lavaggio e quello PL dopo il lavaggio.

Numeri setacci e dimensioni

Setacci e crivelli serie UNI

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Batteria di crivelli per lanalisi granulometrica

interessante notare che l'analisi granulometrica mette in luce che, in natura, la maggior parte delle terre sono costituite da granuli appartenenti ad almeno due frazioni e che le propriet delle frazioni pi sottili ne determinano, quasi completamente, le caratteristiche generali.

I granuli di queste frazioni sottili sono generalmente formati da un solo minerale e possono avere forme molto varie, da angolosa, a lamellare o ad aghi.

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G
100

S
pg

Passante [%]

75

50

ps

25

pL
2 mm 0.074
(200 ASTM)

pA

0.005

log d

Curva granulometrica

Con un diagramma di questo tipo possibile: ricavare la percentuale di passante per determinato diametro d; rappresentare lassortimento granulometrico complessivo del terreno, mediante le percentuali delle sue frazioni granulometriche: G pg [%] ps [%] S pl [%] L pa [%] A Le curve granulometriche tipiche di alcune terre possono essere rappresentate nella figura sottostante:

Esemplificazione di curve granulometriche

Si possono fare le seguenti considerazioni: Curva a): curva granulometrica continua. Le dimensioni sono distribuite in tutto il campo con una certa regolarit, nel senso che non c prevalenza n di grani molto grossi n di grani molto fini. Curva b): curva granulometrica con prevalenti percentuali di elementi grossi. prevalentemente una terra sabbiosa Curva c): curva granulometrica con prevalenti percentuali di elementi fini, vale a dire una terra limo - argillosa Curva d): curva granulometrica discontinua, non uniforme: il tratto quasi orizzontale manifesta lassenza di elementi aventi dimensioni comprese fra le ascisse stabilite dai limiti di quel tratto.

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Curve granulometriche

Analisi dei terreni coesivi Limiti di Atterberg Il comportamento dei limi ed argille, rispetto a quello dei terreni granulari, dipende molto di pi dal tipo di minerale di cui sono composti, nonch dal loro contenuto naturale dacqua. In effetti, quando un terreno contiene una percentuale di particelle fini elevata, molto spesso la semplice classificazione granulometrica non sempre fornisce una chiara indicazione sulla sua utilizzazione. Diventa allora indispensabile conoscere la suscettibilit allacqua di questi terreni e lo si pu fare mediante lo studio dei limiti prima accennati. I limiti di cui s detto, sono quelli di Atterberg e sono determinati con prove empiriche che non hanno lattendibilit di una prova scientifica ma, comunque, danno utili informazioni su come un terreno muta le sue caratteristiche meccaniche al variare del contenuto dacqua. Responsabile di questi mutamenti la frazione fina, vale a dire quella passante al setaccio 40 della serie ASTM (0.4 mm). Il limite liquido (LL), il contenuto dacqua in corrispondenza del quale si ha il passaggio dallo stato liquido allo stato plastico ed in corrispondenza del quale il terreno possiede una resistenza al taglio cos piccola che un solco praticato in un campione, si chiude quando il cucchiaio di Casagrande, che lo contiene sollecitato con alcuni colpi, secondo una procedura standardizzata.

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Cucchiaio di Casagrande

Rappresentazione grafica della prova con il cucchiaio di Casagrande

Il numero di colpi necessari ad ottenere ci, dipende dalla consistenza della terra contenuta nella coppetta ed il contenuto dacqua per il quale la chiusura del solco si ottiene dopo 25 colpi , per definizione, il limite liquido della terra esaminata. La prova si effettua su un impasto di circa 100-200 g di materiale ed acqua distillata e la spatola deve assicurare la formazione di un solco centrale la cui larghezza minima di 2 mm. Il cucchiaio si fa cadere da unaltezza di 1 cm con una frequenza di 120 cadute al minuto. conveniente immettere solo una piccola quantit di acqua in modo tale da rendere plastica la terra e poi aggiungerla gradatamente. Il limite di plasticit (LP), il contenuto dacqua in corrispondenza del quale il terreno comincia a perdere il suo comportamento plastico, per cui si assiste al passaggio dallo stato plastico allo stato solido e viene determinato misurando il minimo contenuto dacqua in corrispondenza del quale la terra riesce ad essere modellata in bastoncini del diametro di 3 mm. Il tenore dacqua, ricavato appena si avvertono le prime screpolature, si chiama limite di plasticit. Lattrezzatura , quindi, composta soltanto da una lastra di vetro, un foglio assorbente e due cannucce di vetro da 3 mm di diametro.

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Prova per la determinazione del LP

Il limite di ritiro(LR), rappresenta il contenuto dacqua, al di sotto del quale una perdita di essa non comporta pi alcuna riduzione di volume.

Apparecchiatura di prova e andamento della funzione LR

Il principio di tale prova risiede nel fatto che, se ad un certo volume di materiale secco si aggiunge dellacqua, tale volume non aumenta fino a che lacqua non supera un determinato valore. La prova avviene mettendo in stufa a 105 il campione di terra a cui si era aggiunta una quantit di acqua maggiore del suo limite liquido. Quindi si procede alla pesatura, determinando anche il volume apparente (volume granuli Vs + volume vuoti Vv) immergendo il campione in un bagno di mercurio. Tale volume corrisponder al volume di mercurio travasato a seguito dellimmersione del provino di terra. Se con Ws si indica il peso del campione disseccato e con s il peso specifico dei grani, il volume occupato dai grani dato dal rapporto Ws/s e la differenza V-Ws/s il volume dei vuoti quando il campione si trova allo stato secco; tali vuoti saranno occupati dallacqua nella condizione di minimo volume. Tale differenza rappresenter anche il peso dellacqua contenuta nei vuoti. Per cui volendo determinare il corrispondente contenuto in acqua per unit di peso di materiale secco, corrispondente allo stato di minimo volume del campione e cio il limite di ritiro, si ha: 100 W LR = V s Ws s Una volta determinati i limiti di Atterberg, possibile definire gli indici rappresentativi della consistenza dei

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terreni, che sono utilizzati dal CNR, per la classificazione, alla quale si fa riferimento nel campo delle costruzioni stradali. Il primo di questi, lindice di plasticit (IP), ottenuto dalla differenza tra il limite liquido e quello plastico: IP = LL LP IP = wL - wP ed indica il campo di variazione del contenuto dacqua allinterno del quale il terreno ha un comportamento plastico, in cui, cio, pu essere deformato o rimaneggiato senza cambio di volume e senza fessurarsi. Inoltre, tale valore cresce in funzione della percentuale di argilla presente nel terreno ed in relazione al tipo di argilla. Si definiscono, inoltre:

Indice di Consistenza: IC = Indice Liquido:

wL w w w = L IP w L wP
IL = w wP IP

Si avr: per w = wL per w < wL per w = wP per w < wP

IC IC IC IC

= > = >

0; 0 (stato plastico); 1; 1 (stato solido);

Si avr, ancora: per w > wL IL > 1; per wP < w < wL 0 < IL < 1; per w < wP IL < 0; un altro indicatore, lindice di gruppo ed quello che tiene conto sia della suscettibilit allacqua, sia della granulometrica del terreno. Assume valori che possono variare

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da 020, dove con 0 si indicano le terre ghiaiose prive di frazione fina ed insensibili allacqua, mentre il valore di 20 riferito a terre molto plastiche.
Classificazione secondo le Norme CNR-UNI 10006 del CNR In Italia, la norma CNR-UNI 10006/63 Tecnica di impiego delle terre, fornisce una prima classificazione per selezionare i materiali che dovranno essere utilizzati per la realizzazione di unopera in terra.

Classificazione CNR 10006

In questa classificazione i terreni vengono suddivisi in due grandi classi: A1, A3, A2-3, A2-5, A2-6 A2-7 A4, A5, A6, A7-5, A7-6 a seconda se il passante al setaccio ASTM n 200 (equivalente a 0,075 mm CNR) superi o meno il 35%. Allinterno di queste due classi, sussiste una ulteriore suddivisione dei terreni basata sulla suscettivit allacqua (Limite Liquido e Indice di Plasticit), terreni torbosi e ad alto contenuto di acqua naturale e con elevata quantit di sostanze organiche costituiscono il gruppo A8. Nella tabella sottostante vengono indicati i tipi di materiali corrispondenti ad ogni gruppo e sottogruppo, nonch le caratteristiche che li rendono riconoscibili a vista ed al tatto, in una prima analisi empirica fatta in cantiere.

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Gruppo Sotto- Tipi usuali dei Identificazione dei gruppo materiali in cantiere caratterizzanti il gruppo Ghiaia o breccia, Facilmente individuabili A1-a sabbia grassa, A1 pomice, scorie A1-b A3 A2-4 A2-6 A2-5 A2-7
vulcaniche,pozzolane Sabbia fine

terreni

Ghiaia o sabbia limosa o argillosa

A2

A4 A5 A6 A7 A7-5 A7-6

Limi compressibili Limi compressibili

poco poco

A8

Argille poco compressibili Argille fortemente compressibili e fortemente plastiche Torbe di recente o remota formazione,detriti organici di origine palustre

Aspri al tatto, incoerenti allo stato asciutto La maggior parte dei granuli sono individuabili ad occhio nudo. Aspri al tatto. Una tenacit media o elevata allo stato asciutto indica la presenza di argilla Reagiscono alla prova di scuotimento*, polverulenti o poco tenaci allo stato asciutto. Non facilmente modellabili allo stato umido Non reagiscono alla prova di scuotimento* Tenaci allo stato asciutto, facilmente modellabili in bastoncini sottili allo stato umido Fibrosi di color bruno o nero, facilmente individuabili a vista

Prova di cantiere che pu distinguere i limi dalle argille. Si esegue scotendo nel palmo

della mano un campione di terra bagnata e comprimendolo fra le dita. La terra reagisce alla prova se, dopo lo scuotimento, apparir sulla superficie un velo lucido di acqua, libera, che comparir comprimendo il campione fra le dita.

Identificazione per gruppo dei materiali

Resistenza al taglio delle terre


Lo scopo di una buona compattazione di un terreno la riduzione del volume dei vuoti ed il conseguente addensamento dei granuli in modo da conseguire un considerevole aumento della resistenza al taglio. Se in un ammasso di materiale granulare, le sollecitazioni tangenziali lungo una superficie superano un certo valore, si ha lo scorrimento lungo questa superficie di una parte dell'ammasso rispetto al resto. Questo meccanismo di rottura, lo si pu osservare nei casi di smottamento di scarpate, sia in trincea che in rilevato, oppure quando nel piano di posa del rilevato si forma una superficie di rottura che coinvolge, anche una parte dellammasso sovrastante. In tutto questo, le dimensioni delle particelle hanno grande importanza; difatti, se il rilevato costituito da elementi di dimensioni non piccole, bene incastrati l'uno sull'altro ed in particolare, la pressione esercitata sulla superficie di

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scorrimento notevole, l'ammasso si oppone a questo tipo di rottura con una buona resistenza al taglio. Affinch si verifichi lo scorrimento lungo una superficie media, deve accadere che, in prossimit di essa, gli elementi dell'ammasso scorrano in maniera irregolare l'uno sull'altro, per cui, se il materiale non bene compattato, questo provoca un aumento del volume dei vuoti nella zona dove si verificano gli scorrimenti. Questi meccanismi possono avvenire solo a spese di un notevole lavoro di deformazione, che deve essere tanto grande quanto pi elevata la pressione esercitata in direzione normale alla superficie di scorrimento, la quale tende a mantenere gli elementi serrati l'uno contro l'altro. Le azioni sollecitanti esterne, in grado di provocare lo scorrimento devono, in conseguenza di ci, essere particolarmente forti. Queste forze sono quelle trasmesse dai rulli compattatori, utilizzati nella fase di costruzione del rilevato quando le deformazioni di taglio servono a vincere lattrito fra le particelle in modo che si dispongano nella configurazione di massimo addensamento. Invece, quando l'ammasso costituito in tutto o in parte da elementi di dimensioni molto piccole, i quali eventualmente avvolgono altri elementi pi grossi, lo scorrimento lungo una determinata superficie pu verificarsi con piccola spesa di lavoro esterno, con la conseguenza che la resistenza al taglio dell'ammasso molto bassa. Se si carica un terreno saturo, il peso non sar sopportato dalle particelle di terra, bens dallacqua contenuta nei vuoti, almeno finch l'acqua non ne viene espulsa. Inoltre, l'espulsione dell'acqua nei terreni a grana fine non pu avvenire che molto gradualmente; pertanto, per i terreni coesivi, operando in tempi brevi, le particelle non possono avvicinarsi tra loro in modo da sviluppare una resistenza di la pressione efficace non subisce attrito, visto che incrementi. Se, invece, il carico che permette l'espulsione dell'acqua applicato in modo lento e per lungo tempo, l'acqua ha la possibilit di essere allontanata e, quindi, i grani possono avvicinarsi fra di loro; in tal modo la resistenza al taglio comincia ad aumentare. La resistenza al taglio di una terra imputabile: all'azione di serraggio tra i grani, cio al grado di mutuo incastro; pressione esercitata lungo la superficie di alla scorrimento; alle forze di attrazione molecolare fra le particelle di pi piccole dimensioni. La prima parte prende il nome di resistenza di attrito e varia linearmente con la pressione esercitata normalmente sulla superficie di scorrimento; la terza si chiama coesione c ed

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indipendente dalle sollecitazioni esterne, ma funzione dall'addensamento della terra. Detta pertanto la resistenza al taglio per unit di superficie di scorrimento, si ha: = c + tan in cui langolo di resistenza al taglio della terra. Nei terreni a grana pi grossa, come le sabbie, prevale nettamente la resistenza di attrito, quindi la resistenza al taglio pu esprimersi come: = tan Il termine c, rappresenta la coesione, cio la forza attrattiva che agisce fra le molecole di una miscela omogenea, quale il terreno ed prevalente in quelli a grana fine, quali limi e argille.

tg

Legame - in generale

tg

Legame - per terreni incoerenti

=c'

tg

c'

Legame - per terreni coesivi saturi (condizione drenata)

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=cu cu =0

Legame - per terreni coesivi saturi (condizione non drenata)

Nelle sabbie umide, ma non sature, un'azione di serraggio dei grani fra di loro esercitata dalle tensioni capillari dell'acqua contenuta, azione abbastanza simile a quella che nelle terre a granulometria molto fina dovuta alle azioni molecolari. In pratica si tratta, di una coesione apparente, che scompare non appena si satura la terra di acqua, distruggendo cos i menischi compresi fra i grani. Per quanto riguarda l'attrito, esso risulta un fenomeno scabrezza delle piuttosto complesso, che dipende dalla superfici di quei corpi messi a contatto e dalle deformazioni che essi subiscono per effetto delle mutue pressioni, che fra loro si scambiano. L'attrito si manifesta sia all'inizio, che durante il moto relativo fra i corpi. Tale fenomeno fa s che all'inizio, le forze destinate a provocare il moto devono superare un valore pi elevato affinch ci sia il movimento di quello necessario a mantenerlo. In genere, si parla di attrito statico e di attrito dinamico e la differenza fra i due considerevole, com noto, dal punto di vista fisico. La legge - si pu ottenere con apparecchi basati sulle seguenti tipologie: a taglio e pressione normale (Casagrande); compressione triassiale; compressione assiale ed espansione laterale libera; torsione.

Apparecchio di Casagrande

Nellapparecchio di Casagrande i provini sono in numero di tre

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o quattro, sono sottoposti ad un carico normale P, variabile in ciascuna prova ed a taglio T, fino a rottura lungo una superficie ben determinata m-m. In particolare, si pone = P/A e =T/A, essendo A larea del provino lungo m-m. Variando il carico P, si ottengono coppie di valori che individuano una funzione nel piano -. pi adoperato lapparecchio a compressione triassiale, dove un campione di forma cilindrica, avvolto da una guaina di gomma, viene posto in una camera anchessa cilindrica, nella quale sottoposto ad una pressione laterale costante 1.

Apparecchio triassiale

Dopo un certo periodo di preconsolidamento, il provino sollecitato a compressione assiale, dove con 2 si indica la relativa tensione limite.

Graficizzazione della prova triassiale

Le tensioni 1 e 2 devono considerarsi tensioni principali e perci individuano nel piano -, il diametro del cerchio di Mohr. Eseguendo pi prove, si ricavano diversi cerchi ed il loro inviluppo consente di individuare la linea di rottura. Tale inviluppo generalmente una curva e, pertanto, non possibile individuare univocamente un angolo costante di resistenza a taglio.

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Costruzione cerchi di Mohr

Curva inviluppo

Nello studio del comportamento sismico dei rilevati si distinguono due tipi di attrito: l'attrito esistente lungo la superficie di contatto fra rilevato e piano di posa, inteso come l'attrito fra due corpi contigui, che, in condizioni di quiete, mantengono l'equilibrio dell'intero complesso terreno rilevato. I grani dei due tipi di terreno rispettivamente del piano di posa e del rilevato, posti a contatto fra di loro, esplicano le loro tensioni tangenziali, frenando per effetto dell'attrito ogni possibile tipo di scorrimento. inoltre, l'attrito interno del terreno che Esiste, costituisce il rilevato ed esso contribuisce in condizioni statiche alla configurazione di equilibrio esistente fra i vari strati di rilevato. Nel momento in cui si manifesta il moto sismico, proprio l'attrito fra gli strati del rilevato e fra rilevato e piano di posa che viene messo a dura prova; il sisma con le sue oscillazioni provoca uno scuotimento dei grani di terreno, che costituiscono il sistema rilevato - piano di posa, che si manifesta in modo diverso alle varie altezze. Tale scuotimento smuove i grani dell'ammasso, a discapito dei benefici effetti della compattazione, arrivando anche a rompere lo scheletro solido che costituisce il terreno stesso e, quindi, la sua maggiore fonte di resistenza. Tale rottura avviene perch i grani che, prima del sisma risultavano ben incastrati l'uno sull'altro e resi saldamente fermi dall'attrito, vengono pi volte smossi fra di loro, iniziando a scorrere l'uno sull'altro e diminuendo la rigidezza del terreno stesso. cos che si possono manifestare deformazioni di tipo

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longitudinale e scorrimenti angolari tali da causare la rottura di particolari zone del rilevato, come i piedi delle scarpate ed il corpo centrale.

Prescrizioni dei Capitolati sui movimenti di terra


Occorre premettere che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fatto redigere ad alcune sedi universitarie italiane un documento pre-normativo, denominato Norme tecniche di tipo prestazionale per Capitolati Speciali di Appalto, approvato dalla Commissione di studio per le norme relative ai materiali stradali e progettazione, costruzione e manutenzione strade del CNR e che costituir, di fatto, la direzione da seguire nei prossimi anni. La radicale modernizzazione che tale documento comporta influisce, altres, anche in merito alle attrezzature di laboratorio che, pertanto, dovrebbero essere aggiornate con notevoli esborsi economici. Soprattutto per tale ragione, unitamente al fatto che tale elaborato non ha ancora carattere ufficiale, si mantengono in vita i tradizionali capitolati, la cui pi completa espressione rimane quella dellANAS e della Societ Autostrade. Volendo conferire al corso un taglio prettamente pratico ed immediatamente spendibile subito dopo la laurea, si scelto di approfondire proprio questi ultimi, sottolineando, comunque, che il capitolato prestazionale costituir il futuro immediato nel campo delle costruzioni stradali. Il capitolato speciale dappalto dellEnte ANAS e quello della Societ Autostrade trattano, tra laltro, gli obblighi dellImpresa appaltante relativi ai movimenti di terra ed al controllo in laboratorio, prima dellaccettazione da parte della Direzione Lavori. Fino a quando non saranno state esaurite tutte le disponibilit dei materiali idonei provenienti dagli scavi di sbancamento, di fondazione od in galleria, le eventuali cave di prestito che lImpresa volesse aprire, ad esempio per economia dei trasporti, saranno a suo totale carico. Limpresa non potr quindi pretendere sovrapprezzi, n prezzi diversi da quelli stabiliti in elenco per la formazione dei rilevati con utilizzazione di materie provenienti dagli scavi di trincea, opere d'arte ed annessi stradali, qualora, pur essendoci disponibilit ed idoneit di queste materie scavate, essa ritenesse di sua convenienza, per evitare rimaneggiamenti o trasporti a suo carico, di ricorrere, in tutto o in parte, a cave di prestito. Una volta esauriti i materiali provenienti dagli scavi, ritenuti idonei in base agli esami di laboratorio ed occorressero ulteriori quantitativi di materiale per la formazione dei rilevati, si potr ricorrere al prelevamento di materie da cave di prestito, sempre previa autorizzazione da parte della Direzione dei Lavori. L'impresa ha lobbligo di indicare le cave, dalle quali essa intende prelevare i materiali per la costruzione dei rilevati, alla Direzione dei

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Lavori che si riserva la facolt di fare analizzare tali materiali nei propri laboratori, o presso altri di fiducia, sempre a spese dell'impresa. Solo dopo che vi sia stato l'assenso della Direzione dei Lavori per l'utilizzazione della cava, l'impresa autorizzata a sfruttarla per il prelievo dei materiali da portare in rilevato. L'accettazione della cava da parte della Direzione dei Lavori non esime l'impresa dall'assoggettarsi, in ogni periodo di tempo, all'esame delle materie che dovranno corrispondere sempre a quelle di prescrizione, cio ai requisiti indicati dal progettista nella redazione del progetto esecutivo dellopera e pertanto, ove la cava in seguito non si dimostrasse capace di produrre materiale idoneo per una determinata lavorazione, essa non potr pi essere coltivata. L'impresa per poter essere autorizzata ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei, terre, calci, cementi,) che andranno a costituire il corpo del rilevato e quindi compattati, dovr esibire, prima dell'impiego, alla DL, i relativi Certificati di Qualit rilasciati da un laboratorio ufficiale. Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza ed allindividuazione dei singoli materiali e della loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonch i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro. I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validit biennale. Tali certificati, dovranno in ogni caso essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di produzione. La procedura delle prove di seguito specificata, deve ritenersi come minima e dovr essere infittita in ragione della discontinuit granulometrica dei materiali portati a rilevato e della variabilit nelle procedure di compattazione. L'impresa obbligata comunque ad organizzare per proprio conto, con personale qualificato ed attrezzature adeguate, approvate dalla DL, un laboratorio di cantiere in cui si proceder ad effettuare tutti gli ulteriori accertamenti di routine ritenuti necessari dalla DL, per la caratterizzazione e l'impiego dei materiali e cio: 1. Analisi granulometrica; 2. Determinazione del contenuto naturale dacqua; 3. Determinazione del LL e dellIP sulleventuale % di passante al setaccio 0,4 UNI 2332; 4. Prova di costipamento con energia AASHTO Modificata (CNR 691978). La frequenza minima delle prove ufficiali, che dovr essere fatta sul materiale da portare a rilevato, quella indicata

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nella tabella sottostante. In essa, indicata il tipo di prova da eseguire ed in corrispondenza, il numero di metri cubi sul quale deve essere fatta almeno una prova di quella accanto riportata. Tale quantitativo, pure funzione della parte di rilevato che si sta costruendo, nonch dei metri cubi di terreno gi messo in opera.

Prescrizioni Capitolato ANAS

Nella tabella successiva, viene riportata la normativa a cui i Capitolati fanno riferimento nellindicare i controlli da fare in cantiere:

Normativa di riferimento

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Brevi cenni sulle sezioni tipologiche


Nella progettazione stradale, a volte, si rende necessario disporre il livello del piano stradale ad una quota maggiore di quella del terreno, ricorrendo alla costruzione di rilevati. Il rilevato, una volta ultimato, deve essere stabile e non subire cedimenti nel tempo. Le cause che potrebbero determinare linsuccesso nella costruzione riguardano principalmente lutilizzo di materiali non idonei, un costipamento non eseguito a regola darte o, ancora, una pendenza delle scarpate non compatibile con le caratteristiche geotecniche dei terreni costituenti.

Sezione tipo in rilevato

Il rilevato Con il termine corpo stradale sintende il solido geometrico delimitato dalla piattaforma stradale, dalle scarpate del rilevato, dalla superficie del terreno e dalle sezioni terminali del tronco che si considera. Tale definizione senzaltro esauriente per tutti quei problemi riguardanti i movimenti di terra, quali volumi di scavo e di riporto, compensi e posizionamento dei cantieri. Tuttavia, opportuno estendere la definizione di corpo stradale al sottofondo ed alle relative opere di consolidamento o di difesa dall'azione dell'acqua. Lo studio della stabilit del corpo stradale, in genere, piuttosto complesso, sia per le difficolt relative alla modellazione geometrica e, in particolare, alle condizioni di vincolo, sia per la difficolt di trovare un modello matematico che riesca a rappresentare in modo reale le caratteristiche ed i valori di resistenza del materiale del corpo e dell'ammasso sottostante. I fenomeni di instabilit, infatti, avvengono per effetto della riduzione della resistenza a taglio dell'ammasso, ovvero non appena la componente della forza peso si pone nella direzione della linea di rottura della scarpata e supera quelle di coesione e di attrito lungo la superficie stessa. In definitiva, il problema nella maggior parte dei casi, rimane di difficile soluzione per l'impossibilit di stabilire con

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certezza la superficie di scorrimento ma anche perch le forze di resistenza al taglio sono determinabili con scarsa approssimazione, essendo variabili con il tempo e con le condizioni dell'ammasso.
Aspetti costruttivi dei rilevati La costruzione di un rilevato stradale, implica una successione di indagini geognostiche, idonee a definire tutti i parametri geotecnici dei terreni interessati. Al fine di costruire unopera che sia il pi possibile rispondente ai requisiti di Capitolato e, quindi, pi affidabile e funzionale, indispensabile considerare almeno tre aspetti fondamentali quali:

l'idoneit del piano di posa; la natura del materiale da impiegare per la costruzione del corpo del manufatto; metodi e macchine di compattazione degli strati.

Il piano di posa Il piano di posa costituito dall'intera area di appoggio dell'opera in terra ad una quota non inferiore a 20 cm, che viene raggiunta mediante lo scoticamento della coltre superficiale del terreno. Quando il piano di posa non presenta adeguate caratteristiche di portanza, in rapporto allo stato tensionale trasmesso dall'opera, necessario migliorare il piano di fondazione ricorrendo allasportazione di uno strato di materiale che pu anche raggiungere la profondit di 2 metri, sostituendolo con altro avente caratteristiche migliori. Il materiale di sostituzione dovr essere selezionato in base alla classifica CNR-UNI 10006 ed in genere apparterr ai gruppi A1 e A3, se proveniente da cave di prestito, o dai terreni del tipo A1, A2-4, A2-5, e A3, se proveniente da scavi. Inoltre, il materiale di sostituzione dovr essere messo in opera a strati di spessore non superiore ai 50 cm e compattato con mezzi adeguati, fino a raggiungere il 95% della massima densit del secco ottenuta in laboratorio mediante prova AASHTO modificata. Nel caso di terreno del piano di posa idoneo, esso va comunque compattato, fino a raggiungere un valore di densit del secco almeno del 90% della massima densit ottenuta in laboratorio sullo stesso terreno. Nelle figure seguenti si rappresenter schematicamente in fasi la costruzione di un rilevato.

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Fase 1: configurazione originaria del terreno

Fase 2: decorticazione terreno vegetale

Fase 3a: piano di posa non idoneo e sostituzione con materiale adatto; formazione gradoni

Fase 3b: piano di posa idoneo e formazione gradoni

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Fase 4: definizione della sezione trasversale completa

Casi di instabilit del piano di posa Qualora si prevedano fenomeni di risalita capillare, sul piano di posa andr steso uno strato di materiale arido di spessore compreso fra 30 e 50 cm, avente granulometrica assortita da 2 a 50 mm, con passante al vaglio da 2 mm non superiore al 15% in peso, con un passante al vaglio UNI 0,075 mm non superiore al 3% e dovr essere esente da componenti gelive e da resti vegetali. opportuno realizzare anche opere di drenaggio trasversali e longitudinali, fossi di guardia, tombini e canali di raccolta, al fine di preservare il rilevato da possibili danni provocati dallazione di ruscellamento delle acque piovane. Esiste anche il problema di dover appoggiare il rilevato, su di un piano che presenta, spesso, una certa inclinazione trasversale rispetto allasse longitudinale del manufatto. In questo caso, si conferisce alla sezione trasversale una conformazione a gradoni, con banche in leggera contropendenza, tra 1% e il 2% e alzate verticali contenute in altezza, come nella figura sottostante.

Piano di posa modellato a gradoni

Nel caso in cui il piano di posa sia costituito da terreni compressibili (limi, argille) necessario, in primo luogo, controllare che non si verifichino fenomeni di instabilit, dovuti agli eccessivi cedimenti sotto il peso del rilevato: in tali zone, infatti, se viene superata la resistenza a taglio del terreno, si possono verificare situazioni di rottura per affondamento, o rottura per taglio.

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Esempi di terre granulari e coesive

Tali fenomeni sono pi probabili nelle argille sature non consolidate, durante o subito dopo la costruzione del rilevato, a causa dell'aumento improvviso delle pressioni neutre. Quando le verifiche geotecniche evidenziano il pericolo di rottura per scorrimento, si pu intervenire riducendo laltezza del rilevato o diminuendo la pendenza delle scarpate in modo da distribuire il peso su una superficie maggiore. Unaltra soluzione riguarda ladozione di banchettoni laterali o berme.

Berme o banchettoni per aumentare la stabilit del rilevato

Situazioni pi insidiose, perch meno appariscenti, si hanno quando il terreno costituente il piano di posa sabbioso, ma include uno strato dargilla, eventualmente inclinato; o ancora, quando in un terreno essenzialmente argilloso e saturo, esistono sottili strati di sabbia. Nel primo caso lo strato di argilla, per l'incremento di pressione, pu dare luogo a lenti scivolamenti che si arrestano quando si raggiunta una nuova situazione di equilibrio.

Schema di rottura per scarsa resistenza al taglio del piano di posa

Nel secondo caso, durante il processo di consolidazione delle argille, l'acqua dello strato sabbioso entra in pressione, conducendo allinsorgenza di pressioni neutre, con la conseguenza di brusche cadute di resistenza a taglio. Una volta accertata la presenza di tali situazioni pericolose,
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il provvedimento pi idoneo consiste nel realizzare, prima di costruire il rilevato, dreni continui o discontinui (pali di sabbia) che evitino l'insorgere di pressioni neutre.
I cedimenti Per quanto concerne i cedimenti, questi si possono esaurire nell'arco di qualche mese o di molti anni e ci in dipendenza delle caratteristiche e dello spessore dello strato che si consolida, nonch dell'altezza del rilevato e delle tecniche costruttive di compattazione. Questi cedimenti, generalmente non uniformi, non sono pi tollerabili a partire dal momento in cui si comincia a costruire la sovrastruttura, per cui in casi del genere necessario: 1) procedere a una valutazione dei cedimenti previsti; 2) decidere se sia pi conveniente accettare i cedimenti previsti, accelerandone il pi possibile il decorso nel tempo, oppure cercare di limitare tali cedimenti. Per raggiungere tali scopi, esistono svariate tecniche costruttive fra le quali si menzionano la tecnica del precarico, che consiste nellapplicare ad un terreno un peso abbastanza elevato in modo da ridurre la sua compressibilit entro i limiti richiesti dal progetto.

Schema della tecnica del precarico

In alternativa, pu usarsi il metodo delle trincee drenanti, che consiste nel costruire trincee parallele all'asse stradale con materiale arido, fino allo strato stabile sottostante e sostituire lo strato superiore del terreno in sito per circa 1.001.50 m con terra di buone caratteristiche. Nei casi in cui, lo spessore del terreno da sostituire notevole, la tecnica di sostituzione del terreno non idoneo con altro di caratteristiche migliori diventa molto onerosa, per cui si pu decidere di costruire comunque il rilevato e lasciarlo affondare fino ad appoggiarsi sullo strato sottostante pi rigido. Infine, si ripristiner il rilevato aggiungendo o togliendo il materiale necessario, in modo che assuma la conformazione geometrica di progetto.

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Tecniche di drenaggio Quando lo spessore del deposito molle di dimensioni notevoli, si pu aumentare la capacit portante del piano di posa accelerando lo smaltimento dellacqua mediante tecniche di drenaggio. I dreni si possono identificare con le seguenti tipologie:

dreni in sabbia dreni verticali prefabbricati

Tali sistemi hanno la funzione di realizzare nel terreno percorsi preferenziali per lo smaltimento delle acque, con il risultato di accelerare il processo di consolidazione dei terreni argillosi saturi in corrispondenza del rilevato. Cos facendo, i granuli costituenti il terreno si portano in una configurazione di struttura legata, sicuramente pi compatta e resistente di quella originaria, aumentando allo stesso tempo la resistenza a taglio. I dreni in sabbia comportano la realizzazione di una perforazione di tipo verticale che viene successivamente riempita da sabbia opportunamente composta sul piano granulometrico in modo che possa operare come filtro. II materiale granulare utilizzato per il riempimento del foro dovr avere le caratteristiche di sabbia drenante ed essere conforme, per quanto concerne la composizione granulometrica, al seguente fuso:
APERTURA PASSANTE % VAGLIO UNI (mm) MINIMO MASSIMO 0.075 0 3 0.40 0 10 2.00 15 45 5.00 35 75 10.00 70 100 Valori del fuso granulometrico delle sabbie da usare nei pali drenanti

Prima di procedere alla perforazione dei dreni, il piano di posa del rilevato dovr essere approntato, provvedendo alla completa asportazione del terreno vegetale sull'area di lavoro, regolarizzando la superficie e coprendola con uno strato di materiale granulare pulito, dello spessore di 5080 cm. Il riempimento dei fori con sabbia sar eseguito dal basso a risalire, iniziando da fondo foro, mediante il convogliamento della sabbia con tubazioni. A riempimento eseguito, lo scarto sommitale di materiale granulare inquinato dai materiali provenienti dalla perforazione dovr essere asportato e condotto a discarica e sostituito con nuovo materiale drenante fino a realizzare un materasso sommitale di spessore e caratteristiche conformi al progetto.

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Schema di pali drenanti in sabbia

I dreni verticali prefabbricati sono costituiti da nastri flessibili ed arrotolabili nei quali esiste un involucro filtrante plastico, cartaceo o in materiali similari avvolto intorno ad un elemento di irrobustimento centrale, sempre in materiale plastico o affine. L'inserimento nel terreno del dreno si esegue mediante infissione a pressione di un mandrino che viene successivamente estratto, lasciando in posto il dreno, oppure mediante la penetrazione a vibrazione di un tubo di infissione con elemento vibrante in testa, azionato idraulicamente, che trascina il dreno fino alla profondit richiesta per poi abbandonarlo.
I geosintetici Per migliorare le caratteristiche di resistenza e di portanza del piano di posa di un rilevato, si sta diffondendo oggi luso dei geosintetici , quali le geogriglie e i tessuti non tessuti. Tali materiali presentano le seguenti caratteristiche grazie alle quali la loro utilizzazione rispetto ad altre tecniche, d molti vantaggi, quali: notevole resistenza a trazione; buone capacit drenanti; modulo di deformabilit del rinforzo sufficientemente elevato; inerzia alla corrosione dei materiali utilizzati; notevole convenienza economica, dovuta al fatto che possibile utilizzare i terreni presenti in situ, come materiali da costruzione; riduzione delle problematiche relative all'impatto ambientale, in quanto ad opera ultimata, l'aspetto esteriore non risulta modificato.

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Confinamento del terreno con il geosintetico Geosintetico in tensione Forze del terreno sul geosintetico

Piano di posa rinforzato con geosintetici

In pratica, si associa ad un mezzo dotato di sola resistenza a taglio (il terreno o l'opera in terra), un materiale come il geosintetico con una notevole resistenza a trazione, aumentando cos la stabilit complessiva del piano di posa.
Rilevati costruiti con materiale a basso peso specifico Unaltra soluzione, in alternativa alle tecniche, menzionate nei paragrafi precedenti, su come migliorare la stabilit del piano di posa, rappresentata dallimpiego di materiali leggeri nella costruzione del rilevato. I rilevati alleggeriti si realizzano con materiali aventi buone caratteristiche di resistenza, ma minore peso specifico come, ad esempio, le argille espanse. In tal modo, si riesce ad ottenere non solo la riduzione del carico sul terreno di posa e, quindi, un coefficiente di sicurezza maggiore, ma anche il contenimento dei temuti cedimenti. A tal proposito, si menziona il Leca (Lightweight Expanded Clay Aggregate), prodotto ottenuto a partire dalle argille, che vengono poste in forni rotativi a temperature di circa 1200C, affinch la loro espansione conduca alla modifica della superficie, rendendola scarsamente permeabile in breve periodo. Il singolo grano di argilla espansa, ha la forma tondeggiante ed all'interno contiene una notevole quantit di vuoti, che in ogni caso, si presentano impermeabili all'acqua. Resistenza del piano di posa La resistenza minima, che i Capitolati indicano per il piano di posa, al fine di garantire la stabilit del rilevato, determinata in termini di modulo di deformazione al primo ciclo di carico su piastra da 30 cm (CNR 146 -1992), che dovr risultare non inferiore a: 50 MPa nell'intervallo compreso tra 0.15 - 0.25 N/mm2 20 MPa nell'intervallo compreso tra 0.05 - 0.15 N/mm2 sul piano di posa del rilevato posto a 1,00 m al di sotto di

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quello della fondazione della pavimentazione stradale, 15 MPa nell'intervallo compreso tra 0.05 - 0.15 N/mm2 sul piano di posa del rilevato posto a 2,00 m, o pi ,da quello della fondazione della pavimentazione stradale. La variazione di detti valori al variare della quota dovr avere andamento lineare. Per altezze di rilevato superiori a 2 m potranno essere accettati valori inferiori a 15 MPa, sempre che sia garantita la stabilit dell'opera e la compatibilit dei cedimenti, sia totali, sia differenziali nel corso nel tempo. Il conseguimento, dei valori minimi di deformabilit sopra indicati, sar ottenuto compattando il fondo dello scavo mediante rullatura con mezzi consoni alla natura dei terreni. Eseguita la compattazione, la massa volumica in sito dovr risultare almeno pari al 90% della massa volumica massima AASHTO modificata (CNR 69 - 1978, CNR 22 - 1972). Laddove, le peculiari caratteristiche dei terreni in posto (materiali coesivi o semicoesivi, saturi o parzialmente saturi) rendessero inefficace la rullatura e non si pervenisse a valori del modulo di deformazione accettabili e compatibili con la funzionalit e la sicurezza del manufatto, si potr procedere con interventi di bonifica mediante l'impiego di materiali idonei adeguatamente miscelati e compattati.
Trincea In genere, per la trincea valgono le stesse prescrizioni valide per i rilevati. Occorrer prestare attenzione al pericolo di instabilizzare il terreno costituente le scarpate e per tale ragione, devono essere analizzate le possibili superfici di scorrimento ed, allo scopo di incrementare il coefficiente di sicurezza, intercettate le falde mediante opportuni sistemi di drenaggio delle acque sotterranee e di captazione delle acque superficiali.

Sezione tipo in trincea

Nel caso in cui il clima sia rigido nella stagione invernale, va attenzionata anche la possibilit che il sottofondo sia interessato alla formazione di lenti di ghiaccio che condurrebbero, specie nella stagione del disgelo, ad un rapido ammaloramento della sovrastruttura.

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LA PAVIMENTAZIONE STRADALE
La pavimentazione stradale rappresenta, da un punto di vista prestazionale, una componente molto importante del corpo stradale, in quanto direttamente interessata dallazione combinata del traffico veicolare e delle condizioni ambientali. Limportanza e la particolarit delle diverse problematiche coinvolte, richiede notevole attenzione, sia in fase di progettazione che di esercizio, durante la quale occorre attuare le procedure di manutenzione, per garantire un adeguato grado di efficienza del piano viabile, in relazione alle esigenze di sicurezza della circolazione. Il mantenimento in efficienza della pavimentazione, consiste nel garantire a lungo termine lo svolgimento delle funzioni per cui stata concepita. Queste possono essere riassunte in: Funzione strutturale: La sovrastruttura ha infatti il compito, di resistere alle sollecitazioni determinate dai carichi transitanti senza presentare fenomeni di rottura per fatica o per accumulo di deformazioni permanenti, e di ripartire tali carichi su una superficie pi ampia in modo che il sottofondo sia soggetto ad una tensione compatibile con le proprie caratteristiche di portanza. Funzione di protezione del corpo stradale: La protezione dallacqua di infiltrazione allinterno del corpo stradale, evita la distruzione dei legami interparticellari, e conseguentemente linsorgere di fenomeni di instabilit, che comprometterebbero la funzionalit e la stessa percorribilit dalla strada. Sicurezza e confort nella circolazione: Tale requisito risulta soddisfatto se la pavimentazione presenta adeguate caratteristiche di: o Rugosit una caratteristica che condiziona fortemente il fenomeno delladerenza, indispensabile affinch il moto, e le manovre ad esso connesse, possano svolgersi in sicurezza. o Regolarit Condiziona pesantemente il confort, ma soprattutto la sicurezza. La presenza di irregolarit, determina infatti una diminuzione del peso aderente con conseguente abbattimento delladerenza, ed un aumento delle distanze di sicurezza (di arresto). o Rumorosit limitata legata fondamentalmente allaspetto del confort nella circolazione oltre che ad uno prettamente ambientale. Elevata rumorosit determina infatti inquinamento da rumore, che va evitato specie in ambito urbano. Economia:

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La realizzazione del manufatto comporta dei costi di costruzione che vanno sommati ai costi di esercizio, dove per costi di esercizio si intendono quelli legati alla percorrenza (costi di carburante, tempi di percorrenza, sicurezza, ecc.), e alla manutenzione. Ognuno di questi aspetti va valutato con attenzione gi in fase di progetto in modo da minimizzare i costi complessivi dellopera. Quanto detto consente di definire la sovrastruttura stradale come il frutto dellottimizzazione di tutte le possibili variabili presenti nel singolo caso e loggetto dellanalisi critica di tutte le componenti che su di essa hanno influenza e che da essa sono influenzate: entreranno cos in gioco considerazioni sul traffico, sulle condizioni ambientali, sullaffidabilit, sulla tipologia della strada, sui costibenefici, ecc. Da un punto di vista puramente progettuale possibile sostenere che gli approcci non differiscono sostanzialmente da quelli di una qualsiasi altra struttura. Note infatti, le caratteristiche del materiale da impiegare e le azioni trasmesse dai veicoli in presenza di determinate condizioni ambientali, il problema consiste nel dimensionare lo spessore dei vari strati della pavimentazione in modo da contenere entro limiti prefissati il danno prodotto durante la fase di esercizio. In pratica per, da un lato la grande variabilit dei materiali che possono essere impiegati, dallaltro la difficolt di definire con certezza il danno subito che pu ritenersi accettabile, rendono il problema estremamente complesso. Quanto detto sinora mirato fondamentalmente a mostrare come il progetto di una sovrastruttura stradale, bench supportato da programmi e modelli analitici che ne semplificano il calcolo, debba sempre essere il risultato di unampia e complessa elaborazione che valuti tutte le possibili soluzioni e giustifichi le proprie scelte come quelle che di volta in volta ottimizzino il problema. Da un punto di vista tipologico, la moderna pavimentazione flessibile si presenta in generale costituita dai seguenti strati: Strato di fondazione in misto granulare non legato (MGNL), cio costituito da materiale granulare incoerente che, in rapporto allentit dei carichi ed delle caratteristiche di resistenza non necessita dellapporto di legante. Strato di base in genere in conglomerato bituminoso, ma che per bassi livelli di traffico pu anche essere realizzato in MGNL. Strato di collegamento (Binder) in conglomerato bituminoso, atto a regolarizzare le imperfezioni della base ed a costituire il piano dappoggio per lo strato superficiale. Strato di usura legato a bitume.

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Oltre ai suddetti strati, dotati principalmente di funzione strutturale, se ne possono incontrare, nella tecnologia moderna, diversi altri, atti a svolgere funzioni particolari: potremo cos trovare allinterno della pavimentazione, strati drenanti, anticapillari o antigelo che potranno essere inseriti in aggiunta agli esistenti o pi propriamente attribuendo ad un singolo strato (fondazione, base, usura) una duplice funzione purch i materiali utilizzati siano in grado di soddisfare entrambe le necessit.

Tipologia di una pavimentazione flessibile

Tipologia di una pavimentazione polifunzionale

Alla luce di quanto detto, possibile affermare che, sebbene le pavimentazioni flessibili mostrino ampiamente i propri limiti di durata a fatica e presentino, a differenza delle rigide, il problematico fenomeno dellormaiamento, esse risultano diffusamente utilizzate nellambito della progettazione stradale. Per tale ragione, la pavimentazione stradale in generale ed, in particolar modo, quella flessibile un elemento strutturale costantemente oggetto di studio e ricerca, il che ne fa un modello in continua evoluzione.

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Il sottofondo
Costituisce il supporto su cui poggia il pacchetto pavimentazione ed ha uno spessore pari alla profondit entro cui sono misurabili gli effetti prodotti dal passaggio dei veicoli (risulta variabile in genere fra 50 cm, nel caso di trincea con terreno trovato in situ e 1 m, caso di rilevato in cui il materiale ha caratteristiche controllate). La propriet fondamentale che il sottofondo deve presentare la portanza, intesa come lattitudine a sopportare lazione dei carichi senza che si manifestino fenomeni di crisi. La portanza viene misurata con dei parametri derivanti da prove che possono effettuarsi su dei provini di terreno o in sito. Tali prove possono suddividersi in due tipologie fondamentali: Prove statiche; 1. Prove dinamiche. 2. Le seconde risultano pi aderenti alla realt, poich si effettuano mediante lapplicazione ripetuta di carichi sullo strato considerato, il che costituisce una valida schematizzazione dei carichi transitanti. Pur variando le modalit di prova ed i risultati ottenuti, si tratta comunque di valutare il comportamento di un terreno applicando un carico e misurandone la deformazione. Si trovano in letteratura delle correlazioni fra i vari parametri, sia statici che dinamici, che consentono, una volta noto il valore di un parametro, di risalire a quello degli altri. Le caratteristiche di portanza del sottofondo sono generalmente rappresentate dal Modulo Resiliente (Mr), che costituisce il pi completo e rappresentativo dei parametri. Nella seguente tabella si riportano alcuni dei parametri con cui si caratterizza la portanza di un sottofondo stradale.
Tipo prova di Parametro Simbolo Unit misura Kg/cm2 Kg/cm3 Kg/cm2 % di

Statica

Dinamica

Modulo elastico statico Modulo di reazione Modulo di deformazione Californian Bearing Ratio Deflessione elastica della trave di Benkelmann Modulo elastico dinamico Modulo resiliente

Est K Md CBR d Ed Mr

cm Kg/cm2 Kg/cm2

Tra gli altri requisiti, molto importante che il sottofondo abbia una limitata tendenza a variazioni spontanee di volume e di deformabilit, ovvero che conservi nel tempo le proprie caratteristiche meccaniche in presenza di acqua o gelo. Questultimo aspetto, riguarda solo quei terreni che possiedono unapprezzabile frazione fine e che per questo mostrano particolare suscettivit allacqua. In generale, possibile riassumere i fattori che influenzano
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la portanza di un sottofondo come segue: 1. 2. 3. 4. 5. 6. natura del terreno; porosit; contenuto dacqua; viscosit; area di carico; condizioni climatiche.

Per ci che riguarda il punto 1, importante osservare che i materiali devono rispettare le prescrizioni dei capitolati, allo scopo di evitare la presenza di uneccessiva aliquota di frazione fine e di consentire un adeguato livello di compattazione. Il punto 2 si riferisce al fatto che, un elevato valore di porosit indice di un considerevole volume dei vuoti e ci, ai fini della resistenza strutturale dello strato, costituisce un elemento negativo. Il punto 3 inevitabilmente collegato al primo, poich elevati contenuti dacqua si verificano in materiali che presentano una considerevole percentuale di materiale fine. In tal caso i legami interparticellari risultano compromessi e la capacit portante sicuramente bassa. infatti noto che lacqua in eccesso determina decompattazione, ma questo argomento verr adeguatamente approfondito nel seguito. Il punto 4 si riferisce al fatto che il terreno, se soggetto ad un carico, ha un comportamento non elastico ma di tipo visco-elastico: una parte della deformazione subita viene restituita istantaneamente, una parte con ritardo (resilienza), mentre unaliquota non viene restituita e costituisce la deformazione permanente dovuta a quel carico. Relativamente al punto 5, si osserva che in una prova di carico su piastra, il cedimento cresce al crescere del diametro della piastra finch questo raggiunge un valore di circa 76 cm: oltre questo valore il cedimento si mantiene quasi costante. Ci da attribuirsi al fatto che quando il diametro diventa molto elevato, leffetto si propaga pi in profondit, ma in tal caso la tensione di confinamento prevale su quella dovuta al carico. Riguardo al punto 6, risulta evidente che le condizioni climatiche costituiscono uno dei principali fattori che influenzano la portanza. Ci sia per quel che riguarda il gelo che, penetrando allinterno della pavimentazione, provoca la formazione di lenti o di una vera e propria ossatura di ghiaccio, che al disgelo causa notevoli cedimenti, che per quanto riguarda gli eventi meteorici, a seguito dei quali le eventuali infiltrazioni dacqua allinterno della pavimentazione possono determinare una significativa diminuzione della capacit portante. Ma anche questo argomento verr trattato ampiamente nel seguito. Le norme tecniche del CNR 2001 prescrivono che lo strato pi

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superficiale del rilevato o bonifica del fondo naturale di trincea su cui poggia la pavimentazione, detto strato di sottofondo deve consentire, inoltre, per mezzo delle sue propriet fisiche e meccaniche e tenuto conto dello spessore: di conferire al supporto della pavimentazione, in ogni suo punto, una portanza sufficiente a garantire i livelli di stabilit e di funzionalit ammessi in progetto per la soprastruttura (omogeneizzazione della portanza); proteggere, in fase di costruzione, gli strati di sottostanti dallinfiltrazione dacqua di pioggia e, durante lesercizio, lo strato di fondazione soprastante dalle risalite di fino inquinante; questultima funzione pu essere assegnata ad uno strato ad hoc (in sabbia) o ad un geotessile non tessuto. In termini generali, lo spessore totale dello strato di sottofondo (da realizzare, a seconda dei casi, con la stesa ed il costipamento di uno o pi strati) dipende dalla natura del materiale utilizzato, dalla portanza del supporto e da quella assunta in progetto per il piano di posa della soprastruttura. Per la scelta del materiale e per i provvedimenti costruttivi occorre tenere conto, inoltre, dei rischi dimbibizione dello strato (derivanti dalla presenza di una falda superficiale), delle condizioni climatiche previste in fase costruttiva (precipitazioni) ed in fase di esercizio (gelo ed acqua di infiltrazione), nonch del prevedibile traffico dei mezzi di cantiere e delle necessit connesse alla costruzione della pavimentazione. Relativamente ai materiali da utilizzare, la suddetta Normativa riporta ancora: Per la formulazione del programma dettagliato delle lavorazioni dei movimenti di terra occorre considerare che non tutti i materiali adottati per la costruzione dei rilevati possono essere impiegati per realizzare strati di sottofondo: in ogni caso, la regolarit richiesta per il piano di posa della pavimentazione porta ad escludere materiali con elementi maggiori di D=100 mm; nel caso in cui si impieghino materiali non legati, per ottenere le propriet meccaniche e limpermeabilit richieste per gli strati, occorre utilizzare terre granulari, con assortimento granulometrico ben graduato (curve compatte), costituite preferibilmente da elementi a spigoli vivi, dotate di poco fino (passante allo 0,075 mm minore del 12%) e non plastiche (IP<6). I tout-venant di cava ed i misti di fiume (naturali o corretti granulometricamente), con granulometria 0/100 mm ben assortita, appartenenti al gruppo A1-a della classificazione CNR-UNI 10006, si prestano bene a costituire ottimi strati di sottofondo. Fatte salve soluzioni differenti da giustificarsi sotto il profilo tecnico ed economico, possono essere impiegate,

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altres, anche senza trattamento con legante, terre con indice di gruppo IG=0, purch prive di elementi maggiori di D>100 mm e rispondenti ai requisiti di portanza appresso indicati. Inoltre, nel rispetto delle dimensioni massime sopra specificate, possono essere impiegate: terre dei gruppi A1-b, A2-4 ed A2-5, con passante allo 0.075 mm maggiore del 12%, previa stabilizzazione a cemento od a calce-cemento; terre dei gruppi A2-6 ed A2-7 con una percentuale di fino maggiore al 5% previa stabilizzazione mista (a calce e cemento) od a sola calce. limi dei gruppi A4 ed A5 previa stabilizzazione a calce e cemento, nonch le argille dei gruppi A6 ed A7, dotate di plasticit non eccessivamente elevata (IP<25%), previa stabilizzazione con sola calce. Nel caso in cui le prove di portanza CBR di laboratorio risultino significative (materiale con dimensioni inferiori a 20 mm), lidoneit allimpiego della terra pu essere accettata se essa presenta valori di indice di portanza CBR (energia AASHTO Modificata) non inferiori a quanto appresso specificato. Nel caso di sottofondi costituiti da terreni granulari, clima asciutto, assenza di rischi dimbibizione per infiltrazione laterale o dallalto o per risalita capillare: CBR=20 (w= wopt 2%; senza immersione); Per sottofondi costituiti da terreni granulari, nel caso in cui una delle condizioni sopra citate venga a mancare: CBR=20 (w= wopt 2%; 4 giorni di immersione); Nel caso di sottofondi costituiti da terreni limo-argillosi o in presenza di drenaggi insufficienti: CBR=20 (w= wopt 2%; saturazione completa). Infine, possono essere utilizzate per la formazione degli strati di sottofondo terre stabilizzate a cemento, a calce o a calce e cemento, e materiali provenienti da demolizione, nonch rocce tenere in disfacimento e/o autocementanti. In questi ultimi casi, lattitudine allimpiego deve essere valutata o mediante prove CBR di laboratorio, verificando il rispetto dei valori di portanza sopra indicati, ovvero attraverso misure di modulo di deformazione Md sugli strati posti in opera, nel rispetto dei requisiti indicati nella tabella sottostante. Per un rapido allontanamento delle acque meteoriche i piani di sottofondo debbono essere sistemati con falde pendenti verso lesterno (in rilevato) o verso le opere di raccolta delle acque, con pendenza trasversale non inferiore al 4%.

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Requisiti di laboratorio

Lo strato di fondazione
Gli strati di fondazione delle sovrastrutture flessibili, nella quasi totalit dei casi vengono realizzati in misto granulare non legato (MGNL), che come riportato dalle Norme tecniche del CNR 2001, costituito da una miscela di aggregati lapidei di primo impiego, eventualmente corretta mediante laggiunta o la sottrazione di determinate frazioni granulometriche per migliorarne le propriet fisicomeccaniche. Nella sovrastruttura stradale il misto granulare impiegato per la costruzione di stati di fondazione e di base. Tale strato deve svolgere le seguenti funzioni: resistere alle azioni verticali trasmesse attraverso gli strati superiori; ripartire i carichi in modo da trasmettere al terreno di sottofondo sforzi compatibili con la capacit portante dello stesso; costituire un supporto regolare e pulito per la stesa degli strati superficiali. Lo strato di fondazione si trova in genere ad una distanza dal piano viabile, tale per cui le sollecitazioni indotte dal traffico sono ridotte rispetto ai valori che si registrano in superficie, per cui la resistenza di un materiale granulare incoerente, risulta sufficiente allo scopo. Per questa ragione, limpiego di materiali non legati risulta normalmente possibile, anzi consigliabile, poich sicuramente pi conveniente sul piano economico. La normativa italiana CNR, definisce 4 categorie di traffico (Leggero, Medio, Pesante, Pesantissimo) e divide gli aggregati in due tipi a seconda della durezza: Tipo 1: per il quale gli aggregati di dimensione > 2 mm sono costituiti da elementi duri e tenaci che conservano pressoch inalterata la loro granulometria a seguito del

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costipamento; sono caratterizzati da un valore del coefficiente Los Angeles minore o uguale a 50. Tipo 2: per il quale gli aggregati di dimensione > 2 mm sono costituiti da elementi teneri, che si frantumano per effetto del costipamento assumendo una granulometria diversa da quella iniziale; sono caratterizzati da un valore del coefficiente Los Angeles maggiore di 50. I requisiti di accettazione cui dovranno rispondere gli aggregati vengono distinti, in primo luogo, in base alla differenziazione tra aggregato grosso e aggregato fine e, poi, in base alle caratteristiche fisico-meccaniche che gli inerti presentano. Si procede di seguito ad enunciare i suddetti requisiti, rimandando alle fonti bibliografiche il dettaglio delle tabelle daccettazione ed i relativi fusi granulometrici. Aggregato grosso (D>4mm) a) Il diametro massimo dellaggregato Dmax funzione dello spessore h dello strato, tuttavia, in genere compreso fra 50 e 75 mm. Per quanto riguarda la forma dellaggregato, esistono in genere prescrizioni generiche secondo le quali sono da evitare aggregati di forma appiattita o troppo allungata poich non sono ben compattabili. alla frantumazione data da valori del Resistenza coefficiente Los Angeles espressi in funzione del tipo di traffico e di terreno. Resistenza allusura data da valori forniti dalla prova Micro Deval Umida espressi in funzione del tipo di traffico e di terreno. In generale tutte le normative consigliano di usare materiali poco sensibili al gelo; unindicazione esplicita a questo riguardo viene fornita dalle normativa CNR tramite la prova di gelivit la quale consiste nel misurare la variazione percentuale del coefficiente Los Angeles prima e dopo 20 cicli di gelo e disgelo a 20C . Aggregato fine (D<4mm) b) Per laggregato fine negli strati di fondazione si richiede un materiale non plastico o caratterizzato in tutte le normative da un indice di plasticit IP non maggiore del 6% ed un limite liquido LL inferiore od uguale al 25%, ad esclusione della normativa CNR che, per traffici leggeri e medi, ammette anche un valore del limite liquido del 35%. Pi variabili sono invece i valori dellequivalente in sabbia ES; i capitolati italiani ANAS ed Autostrade oltre al limite inferiore del 25% stabiliscono anche quello superiore del 65%. Al fine di contenere la deformazione plastica viene limitato a 2/3 il rapporto fra il materiale passante ai setacci UNI 0.075 mm e 0.4 mm.
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La normativa italiana CNR prevede un passante al setaccio da 0.075 mm pari al 12% . Caratteristiche della miscela (prove di laboratorio) c) I valori dellindice di portanza CBR al 50% sono richiesti dalla normativa italiana e dai capitolati ANAS. Il materiale deve presentare una curva granulometrica che ricada allinterno di un particolare fuso granulometrico. Caratteristiche della miscela in opera Vengono sempre previsti valori del modulo di deformazione pari almeno ad 80 N/mm2, con la possibilit di ridurlo a 40 N/mm2 in caso di strade a bassa densit di traffico. La densit s della miscela in opera dopo costipamento deve essere maggiore o uguale al 95% della densit massima ottenuta dalla prova AASHTO Modificata. Il materiale verr steso in strati di spessore finito non superiore a 20 cm e non inferiore a 10 cm e deve presentarsi, una volta costipato, uniformante miscelato in modo che non si verifichi distacco dei suoi componenti. Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti semoventi. Si riportano di seguito le tabelle di accettazione ed i fusi granulometrici:

Lo strato di base
Lo strato di base deve possedere una elevata resistenza meccanica, intesa sia come capacit di sopportare le sollecitazioni trasmesse dalle ruote dei veicoli senza subire deformazioni permanenti, sia come resistenza a fatica cio capacit di sopportare il ciclico ripetersi dei carichi senza fessurarsi. In linea del tutto generale, per livelli di traffico mediobassi, potrebbe essere utilizzato anche un MGNL la cui composizione granulometrica rispetti le richieste imposte dalle norme, mentre per traffici pesanti le tabelle di accettazione CNR prevedono per lo strato di base, o un MGNL classificato come necessitante di studi particolari o un conglomerato bituninoso. Il conglomerato bituminoso costituito da una miscela di inerti (brecce, pietrischi, graniglie, sabbie, filler), mescolata a caldo con legante bituminoso semiduro e, una volta posto in opera, costipato mediante luso di rulli. Gli inerti da utilizzare nel conglomerato, dovranno costituire una miscela di aggregati grossi (D>4mm) e di aggregati fini (D4mm), caratterizzati da una curva granulometrica i cui requisiti dovranno soddisfare i limiti di accettazione richiesti dal capitolato dappalto.

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Gli strati superficiali


Gli strati superficiali sono costituiti da uno o due strati, ma pi spesso da due: il binder e lo strato di usura. Il binder costituisce lo strato di collegamento tra la base ed il manto dusura che sar direttamente a contatto con il traffico veicolare. Trattandosi, comunque, di uno strato superficiale, esso sar soggetto ad elevati stati tensionali indotti dal traffico e dai gradienti termici, sia giornalieri che stagionali. Lo strato di usura rappresenta invece, il piano di rotolamento dei veicoli e per questa ragione, ad esso si richiedono sia resistenze meccaniche molto elevate per sopportare le sollecitazioni determinate dai carichi transitanti unitamente alle condizioni climatiche, sia elevati requisiti di rugosit e regolarit, tali da consentire adeguati livelli di sicurezza per la circolazione. Di conseguenza, sia per lo strato di collegamento che per il manto dusura, previsto lutilizzo di conglomerati bituminosi le cui caratteristiche dovranno risultare qualitativamente superiori rispetto allo strato di base (in modo crescente da binder ad usura). Ci allo scopo di evitare tutti quei fenomeni di ammaloramento che nella maggior parte dei casi derivano da errori nella progettazione o nella realizzazione degli strati pi superficiali. Valendo tutte le considerazioni generali fatte in precedenza sulla miscela e sui componenti, ci si limita qui a riassumere in tabella le specifiche da rispettare nella scelta degli inerti, e ad illustrare le caratteristiche di accettazione del bitume e della miscela.

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Ulteriori approfondimenti sul sottofondo stradale Il transito dei veicoli provoca allinterno dellammasso terroso che costituisce il supporto della sovrastruttura stradale una variazione dello stato tensionale esistente e, quindi, le deformazioni che sono responsabili dei cedimenti visibili sulla pavimentazione. La zona interessata dallincremento di tensioni (teoricamente priva di confini), che con le sue deformazioni fornisce un contributo apprezzabile ai cedimenti, generalmente compresa in uno strato superficiale avente uno spessore dellordine di un metro. Questo strato, nel quale sono inclusi anche gli eventuali strati drenanti per il controllo delle acque di falda o di risalita capillare, prende il nome di sottofondo della pavimentazione.

Posizione del sottofondo nella sezione in rilevato

Posizione del sottofondo nella sezione in trincea

Un buon sottofondo deve essere poco deformabile allo scopo di consentire, durante la sua realizzazione, il passaggio dei mezzi di cantiere e il costipamento degli strati sovrastanti,

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e successivamente, durante la fase di esercizio, assicurare lassenza di cedimenti tali da compromettere lintegrit e la funzionalit della pavimentazione. Esso inoltre deve essere esente da variazioni di volume e di deformabilit causati dalla sensibilit allacqua e al gelo. Infine, la capacit portante del sottofondo deve essere tale da consentire non solo una adeguata azione di sostentamento della pavimentazione, ma anche la corretta costruzione della stessa.

La portanza dei sottofondi stradali


La principale caratteristica dei terreni di sottofondo la portanza, ossia la resistenza che essi offrono alle deformazioni. Essa condiziona decisamente lo spessore complessivo della pavimentazione i quindi il costo della stessa. La portanza dipende dai seguenti fattori: fisiche del terreno (granulometria, a) caratteristiche suscettivit allacqua, porosit, contenuto dacqua, etc.), velocit di applicazione dei carichi, intensit, superficie dimpronta numero di applicazioni dei carichi. La porosit, data dal rapporto fra il volume dei vuoti e il volume della frazione solida, incide sulla componente elastica e plastica dei cedimenti. Al suo diminuire si verifica un aumento dei punti di contatto (interlocking grade) fra i granuli allinterno dellammasso terroso, generando cos due effetti positivi: da un lato vi una migliore diffusione dei carichi che comporta una diminuzione delle sollecitazioni sui singoli granelli e, quindi, minori cedimenti elastici, dallaltro si riduce la libert di movimento rigido dei granelli, responsabile dei cedimenti irreversibili. Generalmente il secondo aspetto preponderante sul primo. Da ci si intuisce limportanza che assume il costipamento e la sua corretta realizzazione nei riguardi della portanza dei terreni granulari. Non sono invece consigliabili intense operazioni di costipamento nei terreni prevalentemente a grana fine, perch queste distruggendo i legami interni provocherebbero, di fatto, una diminuzione della portanza. Linfluenza del contenuto dacqua sulla deformabilit dei terreni dipende dalla loro natura: quelli a matrice limoargillosa modificano sensibilmente il proprio comportamento al variare della fase liquida. Per tale motivo quando si in presenza di questi terreni importante definire lumidit che si avr al di sotto della pavimentazione. Il progredire dei cedimenti al crescere dei carichi non lineare, ma varia con lintensit di questi. Il legame causa-effetto si pu ritenere lineare soltanto in un tratto iniziale, la cui estensione dipende dalla natura e dalladdensamento del terreno. Procedendo oltre tale tratto si giunge ad una zona corrispondente alla fase di rottura della

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porzione di terreno interessata dalle sovratensioni. In tale zona gli incrementi del cedimento crescono notevolmente fino a diventare teoricamente illimitati. Essa, ai fini delle pratiche applicazioni, irrilevante in quanto le azioni trasmesse al sottofondo sono molto lontane da quelle corrispondenti alla rottura. Si visto che i cedimenti dipendono dallestensione dellarea di carico la quale supposta circolare. A parit di pressione media applicata sulla superficie di un sottofondo omogeneo, i cedimenti crescono con legge approssimativamente lineare allaumentare del diametro dellarea di carico. Tale andamento si mantiene immutato fino a quando il diametro non si approssima a 76 cm; oltre tale valore i cedimenti possono ritenersi indipendenti dallestensione dellimpronta di carico. Ci si pu spiegare pensando che allaumentare del diametro gli incrementi di tensione interessano strati sempre pi profondi, i quali possiedono una minore deformabilit sia per il processo di naturale consolidazione che hanno subito sia per la maggiore tensione di confinamento laterale a cui sono sottoposti. Lapplicazione di pressioni ripetute sul terreno causa un addensamento dei granelli che lo compongono. Si ha quindi uno sviluppo dei cedimenti di natura plastica che, per pressioni di non elevata entit, caratterizzato da incrementi che si vanno riducendo. Allo stesso tempo diminuiscono, anche se di poco, i cedimenti di natura elastica.
Parametri rappresentativi della portanza La capacit portante di un terreno pu essere rappresentata con diversi parametri alcuni di natura semiempirica, altri invece di natura teorica. I primi costituiscono solo una misura convenzionale della portanza che tiene conto complessivamente del comportamento elastoplastico del terreno. I parametri di natura teorica nascono, invece, dallintento di assimilare il terreno di sottofondo ad opportuni modelli teorici quali il semispazio elastico lineare omogeneo e isotropo (Boussinesq) o il mezzo elastico lineare (Winkler). I procedimenti per la determinazione dei parametri di portanza consistono, in generale, nellapplicare un carico al terreno di sottofondo e nel misurare i cedimenti corrispondenti. Esistono varie prove alcune delle quali eseguite in sito e altre in laboratorio. Le prime hanno il pregio di fornire un valore riferito allintero sottofondo e alle condizioni reali dei materiali che lo compongono, mentre le seconde consentono di evidenziare senza eccessive difficolt come si modificano le condizioni di portanza al variare delladdensamento dei granuli e del contenuto dacqua. A) Parametri statici I parametri statici danno una misura della resistenza alla deformazione dei terreni quando sono sottoposti a carichi

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quasi statici. Quelli pi seguenti: modulo elastico Est indice CBR modulo di reazione K modulo di deformazione Md

frequentemente

utilizzati

sono

B) Parametri dinamici Si distinguono dai parametri statici per la diversa modalit di applicazione del carico durante le prove; in esse, infatti, lazione viene applicata in modo dinamico e, conseguentemente, pi coerente con le effettive condizioni di esercizio. I parametri dinamici utilizzati sono i seguenti: il modulo resiliente Mr; il modulo elastico dinamico Edin.

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LA COMPATTAZIONE DELLE TERRE


La compattazione del terreno, definita come il metodo atto ad aumentare meccanicamente la densit del terreno; si tratta di un sistema comunemente impiegato al fine di ottenere il massimo addensamento intergranulare, nei terreni utilizzati nelle costruzioni di opere civili. Quando un terreno, sottoposto ad unefficace azione di costipamento, la sua capacit portante aumenta in maniera consistente, migliorando la propria stabilit ed impermeabilit, riducendo cos al minimo i rischi di assestamento.
I motivi della compattazione La compattazione del terreno consiste essenzialmente nel reciproco avvicinamento degli elementi granulari costituenti le terre e produce generalmente tre effetti principali:

1. diminuzione del rischio di deformazioni, che potrebbero produrre cedimenti del rilevato e della fondazione della pavimentazione, danneggiamenti dello strato di usura con relativa formazione di fessure che portano ad infiltrazione dacqua nel corpo del rilevato. dell'attrito interno; la compattazione 2. incremento accresce considerevolmente le caratteristiche meccaniche dei materiali, i moduli di deformazione del terreno, cos come la resistenza alla compressione ed al taglio; dellindice dei vuoti e conseguente 3. decremento miglioramento della impermeabilit dei materiali che un effetto importante soprattutto per gli strati superficiali, ma non disprezzabile per le parti interne del rilevato.
Prescrizioni dei Capitolati sui movimenti di terra Il nuovo capitolato speciale dappalto dellANAS e quello della Societ Autostrade indicano gli obblighi dellImpresa appaltante relativi ai movimenti di terra ed al controllo della stessa in laboratorio, prima di essere accettata dalla Direzione Lavori e di essere messa in opera. L'impresa obbligata, comunque, ad organizzare per proprio conto con personale qualificato ed attrezzature approvate dalla DL, un laboratorio di cantiere in cui si proceder ad effettuare tutti gli ulteriori accertamenti di routine ritenuti necessari dalla DL, per la caratterizzazione e l'impiego dei materiali e cio:

1. Analisi granulometrica. 2. Determinazione del contenuto naturale dacqua. 3. Determinazione del limite liquido e dellindice di plasticit sulleventuale porzione di passante al setaccio 0,4 UNI 2332. 4. Prova di costipamento con energia AASHTO Modificata (CNR

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69-1978).

Il Progetto
La compattazione rappresenta una delle operazioni pi importanti nelle costruzioni di infrastrutture viarie, per garantire la durata e la sicurezza dei manufatti. Purtroppo, non esiste un unico metodo di compattazione universale che dia garanzia di successo nella totalit dei casi. Per questi motivi e per altri che saranno esaminati nel prosieguo di questa trattazione, diventa indispensabile ai fini della durabilit del rilevato la progettazione della compattazione. I fattori economici d'esercizio e la scelta delle macchine dipendono in primo luogo, dalla probabilit di raggiungere le prescrizioni di capitolato nel modo pi remunerativo possibile. Prima di entrare nella problematica della selezione di una specifica attrezzatura in base ai dati di peso, ampiezza, potenza ecc. rilevati nei bollettini tecnici dei costruttori, occorre porsi un certo numero di quesiti basilari: 1. Quali sono le caratteristiche dei materiali? 2. Quali sono i requisiti di densit richiesti? 3. Qual il tenore di umidit ottimo? 4. Quant lo spessore da compattare? 5. Qual la produttivit richiesta?
Progettazione La progettazione della compattazione viene subito dopo quella strutturale del rilevato. Bisogna scegliere il materiale da usare, definire lo spessore degli strati da porre in opera, il tipo ed il numero di passate del rullo in maniera da avere il massimo della densit possibile. Tutto questo pu essere fatto facendo riferimento a precedenti esperienze, quando queste esistono, altrimenti si ricorre, una volta scelte le macchine di cantiere (rulli compattatori), alla costruzione di rilevati di prova. Oggigiorno, lalta tecnologia consente al progettista di fare riferimento ai data-base proprie di alcune case costruttrici che sono stati testati in funzione dei materiali da compattare, delle caratteristiche meccaniche, dei rendimenti e dei metodi di controllo continuo. Tutti i materiali che si debbono mettere in opera sono costituititi, al momento in cui si costipano, da miscele di tre fasi:

una fase solida costituita dagli elementi granulari; una fase liquida costituita dall'acqua; una fase gassosa costituita dall'aria, dal vapore acqueo e da altri eventuali gas presenti nelle terre.

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L'azione di compattazione consiste nel far scivolare gli elementi granulari gli uni sugli altri, in modo da ottenere una migliore dislocazione. Da quanto detto, chiaro che gli ostacoli da superare durante la compattazione sono: coesione ed attrito interno; impermeabilit, che si oppone ai movimenti dei liquidi e dei gas; pressione del gas.

Layout delle fasi di progettazione della compattazione

Questi ostacoli non sono della stessa natura. I primi due, una volta superati, lo sono definitivamente e lo stesso fenomeno che li ha prodotti favorisce il mantenimento dei risultati ottenuti: coesione ed attrito interno si oppongono alla disgregazione e l'impermeabilit impedisce l'ingresso dellacqua. Il terzo fattore, di contro, pu provocare una disgregazione spontanea del terreno, dato che, una volta terminata la compattazione, la pressione raggiunta dallaria allinterno dello strato, in seguito allazione del rullo, pu essere tale da causare fenomeni di decompattazione. Difatti larea intrappolata fra i granuli, una volta superata la pressione limite, esercita su questi unazione di espansione annullando le tensioni di serraggio che tenevano i granuli nella configurazione di massima densit. Questo succede quando si usano terre con unelevata componente di materiale fine.

Studio delle terre in laboratorio


Lo studio della compattazione di un terreno inizia con la classificazione del materiale da trattare. Tale classificazione viene fatta in base alla norma CNR-UNI 10006/63 e deve prevedere lanalisi granulometrica, la determinazione della percentuale dacqua, dellangolo di attrito interno, la resistenza al taglio, la suscettivit

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allacqua. In merito allanalisi granulometrica, si gi detto nelle pagine precedenti.


Misura del contenuto dacqua Il contenuto dacqua definito come w = Gw / Gs dove Gw il peso dellacqua che evapora riscaldando il terreno in forno a 105 C fino a peso costante e Gs il peso di terreno asciutto. I pesi si determinano con una bilancia di precisione. Il tenore dacqua un elemento molto importante ai fini della classificazione del terreno. Il tipo di terreno determina linfluenza dellumidit, un parametro essenziale per la compattazione. Per particelle con granulometria superiore a quella media della sabbia, la sensibilit allacqua non eccessiva, ma diventa sempre pi rilevante e critica man mano che aumenta la finezza della granulometria. Tutto questo non vuol dire che un terreno completamente asciutto o secco sia pi facile da compattare; anzi, pressoch impossibile in tali condizioni ottenere unadeguata densit. Infatti, il contenuto d'acqua nel terreno favorisce il processo di compattazione, in quanto l'acqua agisce da lubrificante. A limite plastico, partire dal valore corrispondente al aumentando il contenuto d'acqua, si nota che si possono ottenere valori della densit secca progressivamente crescenti. Questo processo continua fino a raggiungere un limite in cui il valore dei vuoti di aria prossimo allo zero. Tale limite la condizione di massima saturazione, in cui tutti i vuoti sono occupati dallacqua. Questo un limite teorico perch fisicamente impossibile che tutto il volume occupato dallaria sia completamente occupato dallacqua; da questo punto in poi, ogni incremento del contenuto d'acqua porta ad uno spostamento dei granuli e, quindi, ad una diminuzione della densit secca.

Prova AASHTO Modificata (CNR 69/1978)


Allo scopo di evitare confusione tra la prova Proctor o AASHTO Standard e quella Modificata, si premette che le uniche differenze nella procedura di prova consistono in: n di strati (3 std; 5 mod.); peso del pestello (2.5 kg std; 4.5 kg mod.); altezza di caduta (30.5 cm std; 45.7 cm mod.). La prova di costipamento consiste nella determinazione della massima densit del secco mediante modalit normalizzate, definendo lumidit corrispondente quale umidit ottima. Lapparecchiatura di prova consiste in: - uno stampo cilindrico di acciaio fornito di base e di collare di prolunga, di dimensioni 101.6 per h 116.4 mm. - Uno stampo cilindrico di acciaio fornito di base e collare di prolunga, di dimensioni 152.4 per h 116.4
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mm. Un pestello cilindrico di acciaio di peso pari a circa 2.5 kg, che cade da unaltezza di 30.5 cm. Un pestello cilindrico di acciaio di peso pari a circa 4.5 kg, che cade da unaltezza di 45.7 cm. Una bilancia di portata da 15 kg, con sensibilit di 5 g. Un coltello a lama piana. Un pestello in gomma. Stufa, capsule e bilancia per determinare lumidit.

Preparazione dei provini: Il campione di terra viene preventivamente essiccato allaria disgregato con il pestello di gomma e, e, quindi, successivamente, vagliato al crivello 25. La prova va eseguita solo se il trattenuto non supera il 35% della massa totale. Il passante viene ulteriormente vagliato al crivello da 5 mm. Per ogni prova si prepara un quantitativo di materiale pari a 2.5 kg e 6 kg, rispettivamente per lo stampo piccolo e quello grande; si consiglia almeno di fare 5 prove. Si procede, quindi, alla umidificazione mediante aumento dellacqua di ciascun provino del 2% circa. Prima di venire introdotti nello stampo, i provini sono lasciati riposare in recipienti a tenuta daria per 12 ore, allo scopo di avere una distribuzione uniforme dellacqua al loro interno. Esecuzione della prova: Il materiale inumidito viene posto nello stampo in 3 strati (5 per lAASHO Mod.) di uguale spessore, costipandoli con il pestello da 2.5 kg (4.5 kg per lAASHO Mod.), da unaltezza di cm 30.5 (45.7 cm per lAASHO Mod.). Il numero di colpi sar di 25 se si adopera lo stampo piccolo e 56 con lo stampo grande per grani maggiori di 5 mm. Lutilizzazione dello stampo piccolo o grande non dipende dalla prova standard o modificata ma solo dalla dimensione dei granuli. Al termine del costipamento il materiale non deve sporgere dallo stampo pi di 1 cm. Quindi si rimuove il collare e si livella con la lama. Si determina la massa mw del provino umido sottraendo dalla massa totale quella dello stampo. Si rimuove il provino dallo stampo e si determina lumidit w. Le operazioni si ripetono per gli altri provini con umidit crescente fin quando la massa mw dellultimo provino costipato non risulti minore o uguale della corrispondente massa del provino precedente (cio la curva inizia a scendere). Elaborazione dei risultati: La densit del secco espressa in kg/dm3 : mw d = w V 1 + 100 Dove V il volume dello stampo in dm3 e w lumidit

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percentuale. Si costruisce per punti il diagramma che presenta un massimo che individua da un lato la massima densit del secco e dallaltro lumidit ottima. Commenti: Esiste un tenore dumidit ottimale che assicura la massima densit possibile, a condizione che si eserciti una certa pressione per costipare le particelle. Le prove di laboratorio hanno il compito di riprodurre le stesse condizioni che verranno determinate sul terreno, stabilendo il grado di addensamento in situ del terreno utilizzato, il tipo di macchina per realizzare tale addensamento e il numero di passaggi sugli strati di terreno. I principali fattori che influenzano la densit secca sono:

le caratteristiche del terreno; il contenuto naturale dacqua; lenergia di costipamento; il volume di terreno da compattare;

I primi due punti sono stati gi trattati. Per quanto riguarda lenergia di costipamento le procedure desecuzione della prova sono elencate nel BU del CNR n 69. In genere, interessa conoscere quale valore assume la densit al variare dellumidit e dellenergia di secca d, costipamento nel terreno (procedura di normativa). Si definisce energia di costipamento il prodotto del peso del pestello per laltezza di caduta dello stesso, per il numero di strati, per il numero di colpi, il tutto diviso per il volume della fustella allinterno della quale si inserisce il terreno destinato al costipamento: P hcaduta nstrati Ncolpi Ec = pestello Vfustella sostituendo in questa espressione i valori indicati nella normativa si ha che EC = 268 N/cm2, con un numero di 56 colpi per strato. Il numero dei colpi viene indicato perch esiste una correlazione fra esso ed il numero di passate che il rullo deve fare sullo strato da compattare. Si indaga, anche, sulle variazioni delle caratteristiche di risposta del terreno in funzione di una diversa energia di compattazione, individuando per ciascun tipo di terra, quellenergia che opportuno spendere per ottenere un miglioramento delle caratteristiche meccaniche senza sottovalutare laspetto economico. Sebbene il concetto di lubrificazione dellacqua sui granuli chiarisca il meccanismo di variazione della densit secca in funzione del contenuto dumidit, una spiegazione pi accurata del fenomeno basata sullinterazione densit secca-contenuto dacqua-resistenza al taglio. Infatti quando gli sforzi di taglio, trasmessi al terreno con un determinato metodo di

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compattazione, superano la resistenza al taglio dello stesso terreno, ha luogo un ulteriore addensamento; solo nel caso in cui il terreno si trovi in condizioni prossime alla saturazione, ad esempio con un contenuto dei vuoti daria vicino allo zero, non si verifica pi alcun ulteriore addensamento.
Novit sperimentali sullesecuzione della prova AASHTO modificata Da una recente sperimentazione fatta sia su materiali granulari che coesivi, al fine di ottimizzare la prova AASHTO modificata, si giunti a considerazioni riguardanti la metodologia di prova di costipamento per i terreni prevalentemente argillosi. Difatti, si visto che costipando questi terreni con un pestello a sette punte diverso da quello liscio previsto dalla norma e mantenendo lenergia di costipamento EC = 268 N/cm2 con 56 colpi per strato, si avuto un incremento della densit secca. Ci stato intuito dai redattori della CNR-UNI 10006/63 che consigliano di compattare i terreni limo argillosi con rulli dotati di cilindro a piedi costipanti, affinch il costipamento risulti pi efficace. Questo pestello, a differenza di quello standardizzato con terminale liscio, esercita sui terreni plastici unazione impastante (compressione e manipolazione) che provoca un riordino delle particelle, aumentandone la densit e trasmettendogli unalta pressione ed elevate forze trasversali. Caratteristiche di costipamento dei terreni granulari La portanza di sabbie e ghiaie dipende dalla resistenza d'attrito e di ammorsatura che si forma sulle superfici di contatto del grano in caso di sollecitazione statica o dinamica. Essa tanto maggiore quanto pi i grani sono vicini l'uno all'altro e quanto pi ruvida la superficie del grano. Il costipamento di sabbie e ghiaie viene effettuato ripartendo i granuli e cercando di riempire le cavit fra i grani di dimensioni maggiori con quelli pi piccoli. A secondo della composizione granulometrica del terreno, si ottiene in tal modo una struttura multipla, autosostenuta, avente il maggior numero possibile di punti e di superfici di contatto, che servono a trasmettere le forze ed a garantire un'elevata resistenza alle deformazioni. Il grado di addensamento che una sabbia o ghiaia pu raggiungere in seguito alla compattazione, dipende dalla composizione granulometrica e dalla forma dei granuli. In caso di lavoro di compattazione costante, la densit tanto maggiore quanto pi i granuli hanno distribuzione irregolare e quanto pi la loro forma di tipo schiacciata e rotonda. Se granulometria e distribuzione granulometrica sono tali che i granuli di dimensioni inferiori presenti entrano nelle cavit fra i granuli maggiori, possibile ottenere la

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compattezza massima ed il volume minimo dei vuoti.

Influenza del coefficiente di disuniformit sulla possibilit di compattazione

La minore compressibilit di sabbie e ghiaie a granulometria molto regolare, si spiega con le dimensioni dei grani e dei vuoti. Questo, evidenziato dal coefficiente di disuniformit, il cui valore tanto pi alto quanto pi la curva granulometrica irregolare, come si vede nella figura.
Caratteristiche di costipamento dei terreni coesivi La densit secca raggiungibile dai terreni coesivi inferiore a quella di sabbie e ghiaie ed tanto minore quanto pi coesivo tale terreno, ovvero quanto pi piccole sono le sue particelle. La scarsa attitudine dei terreni coesivi a raggiungere significativi valori di densit secca dovuta al loro elevato tenore idrico ed alla porosit. Dato che tutti i terreni coesivi hanno un notevole contenuto di aria e che, a causa della loro scarsa permeabilit, possono cedere solo difficilmente l'acqua a seguito dell'azione momentanea dei mezzi costipatori, la compattazione mirata a ridurre al massimo il volume occupato dallaria. In caso di contenuto d'acqua ridotto, ben inferiore al tenore idrico ottimale, un terreno coesivo ha consistenza semisolida ed oppone una notevole resistenza al costipamento. Solo quando, all'aumentare del tenore idrico, la coesione del terreno si riduce ed il terreno diventa sempre pi deformabile avvicinandosi al suo tenore idrico ottimale, allora anche la densit secca aumenter sensibilmente durante la compattazione. Stabilizzazione delle terre non pregiate Negli ultimi, grazie ad una inversione di mentalit e all'adozione di una metodologia operativa che mira a qualificare ed a quantificare l'impatto delle opere sull'ambiente, hanno rivestito sempre maggiore importanza la salvaguardia e la valorizzazione del territorio. Nel caso specifico della progettazione e realizzazione dinfrastrutture viarie, l'esigenza di non produrre danni rilevanti all'ambiente interessato, impone al progettista l'obbligo di uno strenuo impegno per ricercare tutte quelle soluzioni che

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siano compatibili con l'ambiente stesso. Uno dei problemi maggiormente avvertiti in tale campo lo smaltimento dei materiali di scarto derivanti dal processo di costruzione di gallerie e trincee. I metodi di base per lo smaltimento dei materiali di scarto sono sostanzialmente due: la messa in discarica e il riciclaggio verso ulteriori impieghi. La messa in discarica ha rappresentato fino ad oggi l'unica possibilit di eliminazione dei materiali di rifiuto provenienti dagli scavi. In tale contesto, nell'interesse generale del rispetto dell'ambiente, ormai opinione diffusa che la metodologia migliore per lo smaltimento dei materiali di scarto sia rappresentata dal reimpiego. Nel caso in questione si tratta della riutilizzazione di tali materiali nel campo dell'ingegneria stradale per la costruzione di rilevati, la cui realizzazione richiede notevoli volumi di materiale. Ci presenta particolare interesse sia per la sempre pi evidente carenza di materiali pregiati che per la difficolt di apertura di nuove cave di prestito, sulle quali sono ormai da tempo vigilanti gli enti preposti alla tutela dell'ambiente. Da quanto detto, appare chiara limportanza della stabilizzazione delle terre plastiche limo-argillose, con tra 10 e 50. Questo indice di plasticit compreso miglioramento, fatto con luso di leganti quali la calce, il cemento e calce-cemento assieme. L'utilizzo di calce aerea, viva o idrata, miscelata alle terre per la costruzione di sottofondi di rilevati stradali, ferrovie ed aeroporti una tecnica ormai consolidata che porta a notevoli vantaggi. Con la calce, infatti, possibile, nel breve termine, diminuire il contenuto d'acqua delle terre nonch ridurre l'indice plastico e la deformabilit, mentre l'effetto nel medio-lungo termine quello di una stabilizzazione del terreno, con un incremento delle caratteristiche meccaniche ed una riduzione della sensibilit all'acqua e al gelo. La calce ha effetto sia sulle terre fini (limi e argille) plastiche, nelle quali contribuisce alla diminuzione dellindice di plasticit e all'aumento della granulometria attraverso la flocculazione, sia sui terreni ricchi di vetro vulcanico e minerali silicatici nei quali si esplicano una serie di reazioni chimiche che cementano il terreno. Limpiego di calce e cemento nello stesso contesto, viene fatto utilizzando prima la calce in quantit variabile dal 2% al 5%, in funzione del contenuto dacqua del terreno e delle condizioni atmosferiche in cui si opera. Poi si aggiunge il cemento nella quantit del 23%, in modo da conferire resistenza alle deformazioni e compattezza ottenendo risultati uguali se non superiori a quelli conseguiti con terreni propriamente adatti alla costruzione dei rilevati e dei sottofondi. I vantaggi offerti dalla stabilizzazione, non sono solo di tipo ambientale, ma soprattutto economici. Il costo per lacquisto della calce o del cemento ampiamente compensato

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dal fatto che questa tecnica consente di non ricorrere a materiale di cava nei riempimenti di bonifica del piano di posa e per lo strato anticapillare di separazione che va interposto fra il corpo del rilevato ed il piano di posa e fra sottofondo e corpo del rilevato, con un risparmio che si riflette anche sul trasporto.
TIPO DI MATERIALE
Terreno mistoRoccia coesivo * Resistenza * Composizione granulometrica della roccia * Forma e * Titolo di miscelazione dei ruvidezza dei granuli granuli fini e * Composizione e grossi * Tenore idrico distribuzione dei granuli fini granulometrica Fattori che influiscono sulle caratteristiche di compattazione dei terreni Terreno coesivo Terreno granulari * Forma e * Composizione ruvidezza granulometrica dei granuli * Plasticit * Composizione e * Tenore idrico distribuzione granulometrica * Tenore idrico

Metodi e macchine per la compattazione


La compattazione fatta con luso di macchine ad azione statica o dinamica, con le quali possibile esercitare sul terreno, le azioni di:

Pressione Urto Vibrazione Oscillazione Manipolazione

Non possibile parlare di metodi e di macchine separatamente, perch la scelta delluno implica quella dellaltra ai fini del raggiungimento di una compattazione efficace ed economica. Le tecniche di compattazione, applicabili in campo stradale, sono divise in tre categorie:

Statica Dinamica Mista

Compattazione statica Nel corso della compattazione, eseguita con il metodo statico, la macchina esercita sul materiale una pressione che induce tensioni sulle superfici di contatto dei grani che diminuiscono all'aumentare della profondit dello strato a seguito della distribuzione del carico. In tal modo si riduce il volume dei vuoti nel materiale, come dimostrano le deformazioni permanenti lasciate dopo il passaggio del rullo (ormaia del cilindro). Il costipamento realizzato dai compressori statici, si basa

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sull'azione del peso con il quale viene esercitata una pressione prevalentemente verticale sullo strato da costipare. In tale modo viene superato l'attrito interno nel terreno e viene ottenuta una maggior compattezza di stratificazione. La pressione verticale di un rullo ad azione statica varia all'aumentare del costipamento. All'inizio, il rullo penetra leggermente nel materiale da costipare, in modo tale che un segmento circolare di dimensioni maggiori entri in contatto con il materiale. In tal modo si ottiene una superficie di appoggio grande e, pertanto, una pressione superficiale specifica maggiore al centro dell'avvallamento e minore sul bordo. All'aumentare della compattazione, la pressione superficiale specifica aumenta, poich il rullo penetra solo in misura irrilevante nello strato di terreno. Quindi, la pressione superficiale molto variabile, specialmente allinizio; questo il motivo per cui non possibile indicare la pressione specifica superficiale dei compressori a rullo liscio, che sono cos classificati con il carico statico lineare, che costituisce il parametro di identificazione del compressore statico; Carico per asse Carico Statico Lineare = L arg hezza rullo L'effetto di queste macchine in profondit relativamente ridotto e valutabile generalmente nella misura massima di 20 cm. I rulli statici possono essere costruiti a tre ruote o tandem; i primi, hanno due ruote posteriori condotte, di dimensioni maggiori ed una ruota anteriore non condotta di dimensioni inferiori. Il peso a vuoto dei compressori a tre ruote circa 4-16 t. I tandem hanno due rulli a fascia, approssimativamente delle stesse dimensioni, di cui uno condotto, con un peso a vuoto compreso fra 1 e 12 t, ma pu essere incrementato con la zavorra. I compressori statici a rullo liscio, sono utilizzati al giorno d'oggi solo per il costipamento di strati di usura o di binder e per lavorare giunti e raccordi. Per il costipamento del terreno, essi sono poco efficaci a causa del ridotto effetto in profondit ma sono utilizzati ultima passata per fronteggiare il rischio di come dissodazione e di disgregazione a cui sono soggetti i terreni trattati con i vibrocompressori.
Costipamento statico con compressore a ruote gommate L'azione di costipamento si basa sul peso proprio e dipende dal carico sulla ruota, dalla pressione interna del pneumatico e dalla velocit di cilindratura. II peso d'esercizio dei compressori a ruote gommate varia fra 5 e 25 t ed a secondo del peso, essi hanno da 5 a 11 ruote in gomma non profilate, sospese in modo oscillante con funzionamento a tuffo. Questi pneumatici, si appiattiscono sulla superficie d'appoggio e determinano pertanto una pressione superficiale specifica
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verticale ridotta. Lottima azione di costipamento, ottenibile nonostante la pressione verticale specifica nettamente inferiore rispetto al rullo, viene ottenuta grazie all'azione congiunta della pressione verticale e delle forze orizzontali agenti in tutte le direzioni sotto i pneumatici. Queste forze orizzontali determinano uno spostamento laterale supplementare dei grani del terreno, a causa dei pneumatici. L'azione di costipamento, si esplica soprattutto nella zona dello strato superiore, anche se possibile aumentare la profondit di azione incrementando il carico sulle ruote e la pressione interna dei pneumatici. Grazie all'azione congiunta delle forze orizzontali e verticali, si ottiene un effetto di gualcitura, che permette di raggiungere una buona chiusura delle porosit e, ci, risulta particolarmente utile nelle operazioni di finitura delle superfici gi compattate. Comunque, il loro impiego poco adatto alla costruzione di rilevati alti, a causa della limitata efficacia sugli strati di spessore superiore ai 20-30 cm. Nel costipamento di strati spessi la velocit di lavorazione varia fra 3 e 4 km/h in caso di strati sottili e per la chiusura della superficie fra 6 e 10 km/h. L'importanza dei compressori a ruote gommate nel costipamento del terreno andata quasi perduta con la comparsa dei rulli monocilindro vibranti.

Compattazione dinamica
II costipamento dinamico si basa sulla sollecitazione del terreno mediante percussione, vibrazione o oscillazione in modo tale che la distribuzione granulometrica possa assumere una forma pi compatta. Il costipamento mediante percussione sfrutta l'energia di moto del mezzo che ricade sul terreno. Nel costipamento mediante vibrazione, il materiale da consolidare viene fatto oscillare, applicandogli una serie di forze in rapida successione. Le forze dinamiche movimentano i singoli grani in un modo che in breve tempo viene modificato attrito rendendo possibile una distribuzione il loro granulometrica pi compatta. Le vibrazioni vengono prodotte da un eccentrico in rotazione, montato sullasse alloggiato allinterno del cilindro. Il numero di rotazioni compiute dalleccentrico, rappresenta la frequenza della vibrazione, che corrisponde al numero di giri al secondo e viene espressa in Hertz.

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Generazione delle vibrazioni mediante peso eccentrico in rotazione

m = massa eccentrico in Kg r = eccentricit delleccentrico in mm m r = momento centrifugo a = ampiezza in mm, met del valore dellintera ampiezza di oscillazione T = periodo di oscillazione in sec f = frequenza in hertz Oltre al carico statico lineare sono, pertanto, determinanti massa oscillante, lampiezza e la frequenza di la costipamento.

Fattori che interessano la compattazione con rulli vibranti

La massa della macchina oscillante separata dalla parte restante della macchina mediante tamponi di gomma. L'ampiezza teorica viene determinata in base al peso della massa della macchina in oscillazione e alla geometria ed al peso dell'eccentrico.

Interazione rullo-terreno
La reazione allazione dinamica nei terreni granulari diversa da quelli coesivi; nei primi, le vibrazioni producono variazioni delle propriet dissipative, della resistenza dattrito interno, della permeabilit e delle caratteristiche elastiche e plastiche. I terreni coesivi, invece, conservano quasi inalterata la resistenza allazione tagliante rapida dovuta alle vibrazioni ed per questo che vengono trattati a basse velocit con rulli vibranti a piede costipante. Tutti i terreni, nel momento in cui vengono stesi per essere frequenza propria che dipende compattati hanno una principalmente dalla rigidezza dello strato, che a sua volta funzione della densit relativa. I rulli sono dotati di un sistema che gli consente di avanzare sullo strato, esercitando una forza compattante di tipo sinusoidale con frequenze variabili in un range la cui estensione dipende da parametri quali il peso del rullo, quello delleccentrico rotante e la velocit di rotazione di tale eccentrico. Il metodo dinamico, sfrutta il principio della risonanza, cio si calibra la frequenza di vibrazione del rullo, in modo tale che essa rientri nel range di variazione della frequenza dello
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strato da compattare; in questo modo si ottiene la massima risposta del terreno in termini di variazione di volume, quindi diminuisce la porosit, aumentando la resistenza al taglio ed il grado di addensamento.

Interazione rullo terreno nella compattazione dinamica

Nel modello in figura rappresentato graficamente lazione di compattazione del rullo vibrante sul terreno. Nella pratica, attraverso il rullo si trasmette al terreno una forza variabile sinusoidalmente con pulsazione . Durante la vibrazione, il singolo grano di terreno di peso , subisce unaccelerazione il cui valore massimo A2, con A ampiezza del moto oscillatorio del terreno ed una forza di inerzia pari a (/g)A2. quando questa forza riesce a superare i vincoli dellattrito e della coesione, le particelle di terreno interessate modificano la loro posizione e vanno ad occupare i vuoti esistenti. Le forze che si oppongono a tale moto sono, pertanto, la coesione c, il peso , tg(), dove langolo di attrito interno del terreno e la tensione normale alla superficie lungo la quale si sposta la particella. Tale tensione si scompone in due parti: una 1 indipendente dal costipamento ed una funzione, invece, di tale attivit, che si pu ritenere proporzionale a 2 e che si pu indicare con 2=K2. Indicando con F1 la risultante delle componenti, nella direzione della forza di inerzia F, di tutte le forze indipendenti dalla compattazione (1) e della componente nella stessa direzione di 2=K12, si ha la movimentazione del singolo grano quando risulta:

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F = E ponendo: a = Si ha che:

A 2 F1 + K1 2 g F1 g ; b = K1 g

A 2 a + b 2 Questa relazione risulta verificata per valori di compresi tra le radici 1 e 2 dellequazione 2(A-b)=a. Nella figura sono state riportate le funzioni relative alla dovuta sia resistenza offerta dal terreno (a+b2, allinterazione intergranulare dello scheletro strutturale del terreno, sia allazione vibrante), della forza di inerzia (A2) e dellampiezza A, in funzione del rapporto tra le pulsazioni di oscillazione forzata e 0 di oscillazione libera del terreno. In corrispondenza del valore di risonanza /0 =1, che si ha quando la frequenza della forzante generata dal rullo uguaglia la frequenza della massa di terreno intercettata dal bulbo delle pressioni del rullo, la forza dinerzia (curva verde) raggiunge il suo massimo valore, per cui si ha la massima risposta in termini di addensamento del terreno. Si nota, inoltre, che lefficacia della vibrazione la si ha in un range di frequenza delimitato dalle intersezioni della curva delle resistenze e della forza dinerzia. Da ci ne segue che ad un incremento di densit corrisponde un aumento delle resistenze, cos con il procedere della compattazione, la curva rossa si inclina sempre pi verso lalto e di conseguenza il range delle frequenze efficaci si restringe fino ad annullarsi. In questo caso, per aumentare la cambiando compattezza del terreno bisogna intervenire lampiezza di vibrazione del rullo; si ha cos linnalzamento della curva della forza dinerzia che va ad intercettare quella delle resistenze, in modo da avere di nuovo un range di frequenze efficaci. A tale proposito, i rulli vibranti sono dotati di meccanismi elettronici che consentono alloperatore di cambiare ampiezza e frequenza della forzante generata dal rullo.
Caratteristiche meccaniche e prestazionali dei rulli vibranti I vibrocompressori tandem (a due cilindri) agiscono, di regola, fino a 25 cm di profondit nel costipamento di strati di bitume e fino a 40 cm nel costipamento di strati antigelo e granulari. I pesanti compressori strati portanti autoarticolati, da 18 tonnellate, permettono di lavorare, nel caso di opere in terra, strati aventi a seconda dei materiali, spessori fino a 1,50 m. La velocit di cilindratura compresa in caso di costipamento del terreno fra 1 e 4 km/h (per terreni coesivi e roccia: 12,5 km/h; per ghiaia, sabbia e

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terreni misti: 2,54 km/h), essa rappresenta un parametro importante per il calcolo del rendimento della macchina.
Compattatori ad azione mista statica e dinamica I sistemi misti rappresentano una combinazione fra compressore a ruote gommate e vibrocompressore, hanno un rullo liscio ed, in genere, 4 ruote gommate non intagliate e vengono costruiti per pesi di esercizio da 2 a 10 t. Il costipamento viene ottenuto principalmente attraverso le vibrazioni del cilindro, i cui parametri corrispondono a quello dei vibrocompressori. L'azione di costipamento dei pneumatici relativamente ridotta. Come nel compressore a ruote gommate la pressione interna dei pneumatici viene regolata in modo che il battistrada del pneumatico appoggi in modo uniforme e piano sul materiale da costipare. I compressori misti uniscono l'elevata potenza di costipamento dei vibrocompressori all'azione di lavorazione plastica e di gualcitura da rotolamento del compressore a ruote gommate. I campi d'impiego corrispondono a quelli dei vibrocompressori tandem, presentando il vantaggio di una maggior pendenza superabile, di una miglior unione degli strati e di una migliore chiusura dei pori in superficie.

Effetti della compattazione

Compattatori ad azione oscillante L'oscillazione un'altra forma di compattazione dinamica. I rulli oscillanti non hanno movimento verticale. L'effetto della compattazione simile a quello procurato da rulli statici, ma spesso si incontrano difficolt di trazione soprattutto su pendenze e con terreni coesivi. I rulli oscillanti generano meno onde superficiali rispetto a quelli vibranti: ci comporta vantaggi soprattutto quando si lavora in vicinanza di opere di sostegno che potrebbero essere danneggiate dalle vibrazioni. L'oscillazione, una soluzione piuttosto nuova nel campo delle tecniche di compattazione e si pu prevedere in futuro, un'evoluzione di questa tecnica.

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Novit tecnologiche Alcune case costruttrici, come la Bomag, hanno lanciato sul mercato in tempi recenti sistemi di compattazione i quali sono in grado di adattare automaticamente lampiezza di vibrazione alle caratteristiche locali del terreno da trattare.

Rullo monocilindro dotato di sistema Variocontrol (Bomag)

Tali sistemi si basano sullanalisi dellinterazione tra il cilindro e la rigidezza del materiale che deve essere compattato. Lenergia di compattazione viene automaticamente ottimizzata ed adattata alla condizione del momento; questi aggiustamenti continui, consentono di trasferire al materiale la massima energia possibile eliminando svantaggi come la sovracompattazione ed i rimbalzi del cilindro, che provocano rispettivamente, il rilassamento degli strati che hanno gi raggiunto una buona compattazione ed il danneggiamento del rullo per leffetto di risonanza. I rulli dotati di questo sistema consentono di ottenere uniformit di compattazione, elevati valori di densit e la possibilit di compattare in modo adeguato anche in prossimit delle strutture senza recare danni, il tutto con minori costi e tempi desecuzione.
Rendimento dei rulli Per poter scegliere la macchina giusta, anche dal punto di vista economico, importante conoscere il rendimento di costipamento dei rulli a disposizione. Per poter fare ci, necessario conoscere lo spessore dello strato di materiale, che di volta in volta viene steso e poi costipato. Lo spessore ottimale dello strato dipende notevolmente dal tipo di terreno, dai requisiti di compattazione richiesti e dalla macchina utilizzata. Oggi il mercato offre una vasta gamma di rulli compattatori dotati di sistemi che consentono in ogni situazione di cantiere di avere il massimo del rendimento. Si possono considerare due tipi di rendimento: rendimento di superficie effettivo:

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Qs =f in cui f = Fattore di riduzione =

b v 1000 (m2/h) z

resa effettiva ; resa di base b = larghezza di rullatura della macchina in (m); v = velocit di rullatura della macchina in (km/h); z = numero di passate. Per calcolare il rendimento effettivo, la resa teorica di base viene ridotta per il fattore di riduzione f, che tiene conto di tutte le grandezze che influiscono sulla resa e che sono determinate dallo stato della macchina, dal suo uso, dallorganizzazione dellazienda e del cantiere e dagli agenti atmosferici. Nel caso di opere in terra viene previsto solitamente un fattore di riduzione f = 0,75. rendimento orario: Viene determinato nel caso di opere in terra e in m3/h; b v h 1000 Q0 =f (m3/h) z in cui h = spessore dello strato di materiale costipato in (m). In questo modo si riesce a prevedere con buona probabilit, in quanto tempo quella macchina compatter un determinato volume di materiale, oppure quanto materiale sar costipato in un dato periodo.
La scelta del rullo Nel processo di compattazione non sufficiente conoscere le caratteristiche del materiale da addensare, ma necessario avere anche conoscenza delle caratteristiche meccaniche e funzionali delle macchine in relazione ai materiali su cui esse dovranno essere adoperate. Su terreni granulari, quali sabbia e ghiaietto, che presentano una bassa coesione apparente e per i quali sono richiesti carichi di compattazione leggeri e vibranti, si possono usare anche i rulli gommati. Su terreni fini, quali limi e argille, il costipamento pi difficoltoso a causa delle notevoli forze coesive interne e molecolari per cui, in genere, si richiedono carichi pi elevati e quindi limpiego di costipatori pi pesanti, usando una combinazione di vibrazione e carico statico. Sui terreni pietrosi, si useranno rulli monocilindrici pesanti, con ampiezza di vibrazione massima, forti carichi statici lineari e cilindri spessi: i primi due parametri per produrre le forze necessarie a riassestare il materiale roccioso nella forma pi compatta possibile, il terzo per reggere allusura e alle sollecitazioni dovute al lavoro di compattazione.

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Considerazioni sul metodo dinamico. La compattazione vibrante stata considerata inizialmente adatta solo su materiali rocciosi, su sabbia e ghiaia, ma lo sviluppo della tecnica ha portato a usare con successo questo metodo anche su terreni coesivi e nella compattazione del conglomerato bituminoso. Oggi la vibrazione pu essere usata per compattare tutti i materiali e i compattatori vibranti coprono circa il 70% del mercato. La compattazione vibrante fa raggiungere densit pi elevate e una maggiore profondit rispetto alla compattazione statica, inoltre per raggiungere le specifiche richieste dai Capitolati Speciali dAppalto, sono sufficienti meno passate e questo spiega perch il compattatore vibrante sia considerato pi efficiente ed economico di un equivalente mezzo statico in quasi tutti i lavori. Energia di compattazione L'energia totale utilizzata nella compattazione dipende da un certo numero di parametri strettamente legati al mezzo utilizzato per la compattazione, e sono: la massa del rullo; la larghezza del cilindro; la forza vibrante (se c'); il numero di passate.

Tutte le informazioni inerenti il grado di addensamento, ottenute in laboratorio con la prova AASTHO modificata, per stabilire la massima densit in funzione del contenuto dumidit del terreno, si traducono in cantiere in un procedimento analogo. pestello del laboratorio in cantiere il rullo Il compattatore, mentre il numero dei colpi per strato, che nella prova di laboratorio rappresentano lenergia di costipamento, in questo contesto sono il numero di passate del rullo che quantificano lenergia necessaria ad ottenere una densit secca, almeno uguale a quella determinata con la prova AASHTO mod. L'incremento di densit associato a successivi incrementi denergia, ad esempio alle successive passate del compattatore, pu essere spiegato considerando la resistenza a taglio del terreno.

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Incremento delle densit secca con il numero di passate

Al primo passaggio del rullo il terreno subir un abbassamento ed aumenter la sua densit secca, finch gli sforzi di taglio lungo la superficie di contatto rullo-terreno non raggiungeranno il valore della resistenza al taglio del terreno. Nei passaggi successivi del rullo, l'incremento di densit secca corrisponder ad un ridotto abbassamento del terreno e ad una minore superficie di contatto rullo-terreno. Ne consegue che la resistenza a taglio di un terreno, durante un processo di compattazione, aumenta all'aumentare delle passate e della densit secca. Quando l'incremento di queste due caratteristiche diventa trascurabile si raggiunta la cosiddetta compattazione a rifiuto" che equivale a dire che si vicini alla condizione di assenza di vuoti d'aria. Da questo momento in poi le sollecitazioni provocate dal passaggio del compattatore vengono trasmesse all'acqua e si crea un eccesso di pressioni neutre. Non vi potr essere pi alcun incremento di densit massima, a meno che la permettere permeabilit del terreno non sia tale da velocemente l'espulsione dell'acqua. Una compattazione eccessiva, tale da imprimere azioni taglianti superiori a quelli che tengono la struttura granulare del terreno nella configurazione di massimo addensamento, provoca fenomeni di rilassamento del materiale gi compattato e si dice che va a rottura per leffetto di sovra compattazione.

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1. Sabbia e ghiaetto 2. Ghiaia e sabbia 3. Sabbia uniforme 4. Sabbia limosa 5. Argilla in prevalenza Ciascun tipo di terreno, ha una sua capacit di assorbire l'acqua; quindi, il contenuto d'acqua naturale pu variare notevolmente se si passa da un terreno molto plastico ad un terreno granulare non coesivo. A parit di processo di compattazione subito, i risultati sono diversi in funzione del tipo di terreno. In genere pi il terreno plastico pi la curva della densit secca in funzione del contenuto d'acqua tende ad ubicarsi in basso a destra del diagramma; al diminuire della plasticit le curve si spostano in alto verso sinistra, con un conseguente aumento della massima densit secca. Fanno eccezione le sabbie fini monogranulari che mantengono in ogni modo un elevato contenuto di vuoti d'aria; un incremento della densit secca dovuto ad un incremento del contenuto d'acqua ottimale difficile da determinare a causa dellelevata permeabilit di questo terreno.
Volume di terreno da compattare Le tensioni indotte dal passaggio del compattatore si riducono all'aumentare della profondit. Di conseguenza gli sforzi di taglio mobilitati, che equilibrano lo stato di sollecitazione esterna diminuiscono e si crea, quindi, all'interno dello strato, un gradiente di densit secca. All'aumentare dello spessore dello strato di terreno da compattare, diminuisce generalmente il livello di costipamento medio.

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Rilevati di prova Quando si dovranno movimentare grandi volumi di terra per la costruzione dei rilevati e le fasi della messa in opera non si riescono a definire con precisione, si dovr fare ricorso ai rilevati di prova per verificare lidoneit dei materiali a pezzatura grossolana (pietrami), di quelli coesivi (appartenenti ai gruppi A2-6 e A2-7) ed a comportamento instabile. Il rilevato di prova consentir di verificare le caratteristiche fisico-meccaniche dei materiali messi in opera, le caratteristiche dei mezzi di compattazione (tipo, peso, energie vibranti) e le modalit esecutive pi idonee (numero di passate, velocit del rullo, spessore degli strati), le procedure di lavoro e di controllo cui attenersi nel corso della formazione dei rilevati.

I controlli
Il controllo del costipamento delle terre normalmente effettuato confrontando la massa volumetrica apparente in sito (densit in situ) con la massima densit determinata in laboratorio mediante il Metodo Proctor (o mediante la prova AASHTO Mod.), definendo, cos, un grado di addensamento indicato con il simbolo G (%). Oltre al grado daddensamento, i Capitolati prevedono come ulteriore verifica della rigidezza degli strati compattati, la determinazione del modulo di deformazione Md, mediante la prova di carico su piastra. Vi da dire che la recente introduzione di nuove tecnologie ed ausili informatici consentono oggi di verificare il processo di costruzione in modo continuo.
Prescrizioni dei Capitolati LEnte ANAS nel suo Capitolato Speciale dAppalto e la Societ nel corpo del rilevato a Autostrade, prescrivono, compattazione avvenuta, una densit del secco pari o superiore al 90% di quella massima individuata dalla AASHTO Mod. (CNR 69 1978 e CNR 22 - 1972). Il modulo di deformabilit non minore di: 20 MPa: nell'intervallo compreso tra 0.05 - 0.15 N/mm2 sul piano di posa del rilevato posto a 1,00 m da quello della fondazione della pavimentazione stradale (corpo del rilevato); 15 MPa: nell'intervallo compreso tra 0.05 - 0.15 N/mm2 sul piano di posa del rilevato posto a 2,00 m, o pi ,da quello della fondazione della pavimentazione stradale (corpo del rilevato). L'ultimo strato di 30 cm costituente il piano di posa della fondazione della pavimentazione dovr, invece, presentare un grado di costipamento pari o superiore al 95%. Il modulo di deformazione al primo ciclo di carico su piastra (diametro 30 cm) dovr risultare non inferiore a 50 MPa: nell'intervallo compreso tra 0,15 - 0.25 da N/mm2 sul piano di posa della fondazione della pavimentazione stradale
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(sottofondo); La variazione di detti valori al variare della quota dovr essere lineare. Per altezze di rilevato superiori a 2 m potranno essere accettati valori inferiori a 15 MPa, sempre che sia garantita la stabilit dell'opera e la compatibilit dei cedimenti, sia totali che differenziali. Le caratteristiche di deformabilit dovranno essere accertate in modo rigoroso e dovranno essere garantite, anche a lungo termine, nelle condizioni climatiche e idrogeologiche pi sfavorevoli.

Sintesi delle prescrizioni di Capitolato

Metodi per la determinazione della densit secca in cantiere Un adeguato addensamento dei materiali utilizzati nella costruzione di opere in terra importante, ma altrettanto importante controllare che il grado di addensamento raggiunto sia uniforme e, quindi, tale da garantire alla superficie compattata una sufficiente portanza. Il problema presenta una serie di difficolt pratiche ma, essenzialmente, le vie che si seguono sono due: controllo delle caratteristiche del terreno compattato; controllo del mezzo compattante e delle modalit di esecuzione del lavoro. Normalmente nei capitolati specificato quale deve essere l'addensamento da ottenere con la compattazione. Questo valore riferito, in percentuale, al massimo addensamento ottenuto per lo stesso materiale in una prova eseguita in laboratorio (prova AASHTO Modificata). I controlli, oltre che in laboratorio, possono essere condotti in situ in maniera puntuale o continua. Poich nella costruzione in terra i materiali vengono posti in opera in strati successivi (il cui spessore come detto influenzato dalle macchine compattatrici disponibili, dal metodo usato, dal materiale da addensare e dal suo contenuto d'acqua) la misura della densit dovr essere effettuata per ciascuno strato di terreno posto in opera. Da quanto detto si deduce che il controllo della compattazione costituisce un onere economico non indifferente, essendo necessario sospendere i lavori in attesa dei risultati dei controlli. Con la comparsa sul mercato di strumenti direttamente montati sulle macchine possibile avere informazioni in tempo reale

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sul grado di addensamento raggiunto ad ogni passata del rullo, mediante operazioni di controllo simultanee alla compattazione. Il termine metodo identifica la procedura sistematica per verificare la qualit programmata della compattazione, la quale pu essere determinata considerando le caratteristiche fisiche del materiale a fine costipamento. In questo caso vengono usati metodi di controllo che indicano in termini di densit secca il grado di addensamento raggiunto in cantiere dagli strati compattati, oppure le stesse indicazioni si possono ottenere considerando le caratteristiche meccaniche in termini di capacit portante degli strati gi compattati. I metodi e le tecniche di controllo della densit che sono di seguito descritti, si indicano con la notazione di metodi puntuali per distinguerli dai metodi di controllo continuo della compattazione, di cui si parler pi avanti, attualmente non previsti n dai Capitolati n dalle Norme italiane La misura della densit secca pu essere determinata mediante i seguenti metodi: metodo del peso specifico apparente in sito.

Volumometro a sabbia

previsto nel Bollettino Ufficiale CNR UNI n 22 del 1972 e consiste nel misurare il volume di sabbia occorrente a riempire il cavo lasciato dal prelievo di un campione di terra per misurarne il peso e lumidit. Il metodo adottabile purch la dimensione massima dei granuli della terra non sia superiore ad 1/5 del diametro del foro della piastra. Il volumometro costituito da: un recipiente con tappo a vite fornito di una prolunga costituita da un raccordo conico, da un rubinetto con orifizio di diametro maggiore di 10 mm e da un imbuto; una piastra circolare di base con foro centrale munito di battente per lalloggiamento dellimbuto; stampo cilindrico di volume noto, di diametro uguale a quello dellimbuto; sabbia pulita ed asciutta passante al setaccio da 2 mm e trattenuta a quello 0.4 mm;

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una bilancia; apparecchiatura per la determinazione dellumidit; attrezzi per lo scavo e contenitori per i campioni sabbia e terra.

di

Procedimento di prova: 1. riempire di sabbia il recipiente del volumometro e determinare il peso del recipiente pieno; 2. spianare, senza comprimere, la superficie del suolo nel punto in cui si vuole eseguire la determinazione e fissare la piastra di base sul piano cos preparato; 3. entro la circonferenza del foro centrale della piastra, scavare una buca di profondit approssimativamente uguale al raccogliendo e conservando il materiale nel diametro, contenitore; 4. porre il volumometro rovesciato e con il rubinetto chiuso sulla piastra di base; aprire il rubinetto e lasciare uscire la sabbia; quando questa ha cessato di uscire chiudere il rubinetto e rimuovere il recipiente; 5. pesare il recipiente con la sabbia rimasta e ricavare, per differenza dal peso del recipiente pieno, il peso di sabbia impiegata per la determinazione; sia P2 tale peso; 6. pesare la terra estratta dal foro scavato; sia P3 tale peso; 7. miscelare accuratamente il materiale scavato, prelevare e pesare un campione per la determinazione dellumidit. Elaborazione dei risultati: Il peso secco della terra estratta dalla buca : P3 P4 = w 1 + 100 dove w lumidit in %, P3 il peso allumidit naturale della terra estratta dalla buca. Il volume in sito della terra estratta : P P1 V = 2 1 dove P2 il peso della sabbia uscita dal recipiente, P1 il peso della sabbia necessaria per riempire limbuto ed il foro e 1 il peso specifico apparente della sabbia. Il peso di volume in sito della terra allumidit naturale : P = 3 V dove P3 il peso allumidit naturale della terra estratta dalla buca e V il volume della buca. Il peso di volume del secco della terra in sito : P d = 4 V dove P4 il peso secco della terra estratta dalla buca e V

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il volume della buca.


metodo del pallone di gomma stato messo a punto negli Stati Uniti e segue lo stesso principio dei due metodi precedenti. metodo dellapparecchio nucleare

Apparecchio nucleare

Allo scopo di verificare che il processo di compattazione venga attuato correttamente necessario eseguire frequenti misure di densit. Di conseguenza, l'impiego dei metodi precedenti comporta una serie di problemi, in quanto si determina una dilatazione dei tempi di costruzione ed dei periodi di inattivit, incidendo negativamente sul costo complessivo dell'opera. Tali inconvenienti possono essere ridotti, in parte, mediante l'uso del misuratore di densit a raggi gamma. Ci si avvale del principio che le radiazioni prodotte da un isotopo sono assorbite in radioattivo, attraversando un corpo, proporzione alla densit del materiale attraversato. Si pu cos misurare la compattezza di un terreno attraverso la determinazione dell'assorbimento dei raggi gamma. Il misuratore nucleare, misura in modo rapido ed abbastanza accurato, la densit ed il contenuto dacqua degli strati di terreno compattati. Questo apparecchio si serve di una fonte di isotopi radioattivi (Cesio 137) che emette da una sonda posta nella parte inferiore, la quale pu agire sia in superficie che in profondit, secondo lo spessore di terreno che si vuole testare. La fonte di isotopi genera fotoni dalla sonda posteriore, generalmente raggi gamma, i quali dopo aver attraversato il terreno vengono intercettati da un rilevatore posto nella parte anteriore dellapparecchio. Un terreno i cui granuli sono addensati, assorbe pi raggi gamma di uno sciolto e tale misura viene resa nota alloperatore tramite un display posto sulla parte superiore dellapparecchio. Anche il contenuto dacqua conosciuto allo stesso modo. La verifica della compattazione si ottiene confrontando il valore dato dallapparecchio nucleare con quello risultato dalla prova
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AASHTO modificata fatta in laboratorio. Il metodo ha il vantaggio delle velocit e facilit; gli svantaggi, invece, consistono nella poca stabilit in terreni rocciosi, nella frequente taratura necessaria quando cambia la tipologia del terreno e nei costi.
Metodi per determinare le caratteristiche meccaniche Una stima del grado di costipamento, pu essere effettuata anche in maniera indiretta, attraverso la misura della portanza rilevata con la prova di carico su piastra secondo la Norma CNR UNI n 146 del 1992. La prova serve a definire, mediante il modulo di deformazione Md, la rigidezza dello strato compattato, la quale pu essere correlata con la densit secca, poich pi un terreno bene addensato, maggiore sar la sua rigidezza. Metodo del doppio ciclo di carico della prova con piastra Secondo il bollettino ufficiale n 146 del CNR, che sostituisce la precedente norma n 9, la prova con piastra pu essere effettuata determinando due moduli Md e Md' mediante un doppio ciclo di carico. Con il primo si determina il modulo Md convenzionalmente indicativo della portanza, con il secondo ciclo si determina il modulo Md' necessario per valutare, mediante il rapporto Md/Md', il grado di costipamento dello strato in esame. Questo metodo permette una verifica del costipamento di terre a granulometria grossolana difficilmente controllabili con i metodi tradizionali. Invero, risulta anche utile con tutti i tipi di terreno per avere in tempi rapidi e direttamente in campo quei risultati che la prova di densit in sito consente di ottenere solo dopo le necessarie operazioni di laboratorio. adoperato sia per il solo sottofondo sia per linsieme costituito dal sottofondo e dai vari strati di fondazione delle pavimentazioni stradali.

Dispositivo di prova

Il terreno si deve trovare nelle condizioni di addensamento

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che avr durante lesercizio della sovrastruttura. Il valore di Md (MPa) dato dalla relazione: Md = f p D z

dove: f un coefficiente che dipende dalla forma della piastra (= 1 per piastra circolare); p lincremento di pressione media sulla piastra; z il corrispondente cedimento della piastra; D il diametro della piastra. Per i terreni di sottofondo lincremento di pressione si assume uguale a 0,1 e si computa a partire da una pressione sul terreno di 0,05 MPa. Il modulo di deformazione al momento impiegato soltanto per avere unindicazione delle qualit del sottofondo, infatti non utilizzato come dato di progetto in alcun metodo di calcolo. Attraverso tale prova possibile definire anche il grado di costipamento, come rapporto tra il modulo di deformazione Md valutato con il 1 ciclo di carico e quello, Md, determinato con il 2 ciclo di carico, ovvero: Md K = ' Md Nelle figure seguenti sono riportati i grafici relativi a prove di deformazione a doppio ciclo per terreni di sottofondo, strati di fondazione e di base.

Prova a doppio ciclo per sottofondi

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Prova a doppio ciclo per strati di fondazione

Prova a doppio ciclo per strati di base

In una recente sperimentazione, eseguita durante la costruzione di rilevati ferroviari per lAlta Velocit, si verificata la possibilit di correlare il valore del rapporto "K" tra i moduli di deformazione Md/Md', con la percentuale di costipamento determinata attraverso il rapporto tra densit in situ e densit Proctor di laboratorio. La prova di carico con doppio ciclo, stata introdotta nella normativa italiana solo recentemente, per cui non si hanno ancora dati sufficienti per valutare la qualit del costipamento in base al rapporto Md/Md'. La normativa tecnica CNR sopra citata fornisce in proposito solo indicazioni generiche osservando che tale rapporto risulta tanto pi prossimo all'unit quanto migliore la qualit del costipamento. In conclusione si possono fare le seguenti considerazioni: non esiste una relazione univoca tra K e percentuale di costipamento valida per tutte le tipologie di terre prese in esame; neanche unanalisi dei dati conseguiti suddividendo i terreni in base al gruppo di appartenenza della classifica CNR UNI 10006 ed in base alla loro natura litologica, ha fornito

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una legge di variabilit ben precisa; nella quasi totalit delle prove eseguite, stato riscontrato un rapporto K compreso fra 0,1 e 0,5; valori pi alti difficilmente possono essere raggiunti anche con percentuali di costipamento particolarmente elevate; ai fini di individuare una ben precisa relazione fra K e G(%) da introdurre nei Capitolati, per una eventuale verifica contrattuale, da effettuare mediante prova con piastra a doppio ciclo di carico, potrebbe essere individuato il rapporto K=0,5 quale limite minimo necessario a garantire una percentuale di costipamento uguale o superiore al 95% della massima densit AASHTO mod. Ma il rapporto K = 0,5 viene raggiunto e superato solo in pochissimi casi rendendolo, quindi, poco utile nella valutazione dello stato di costipamento di una generica terra; il rapporto K pu essere influenzato dall'intervallo di pressione considerato nella prova di carico su piastra, a sua volta legato alla zona di rilevato esaminata (strato di fondazione 0,05-0,15 N/mm2, corpo del rilevato 0,15-0,25 N/mm2 e ultimo strato del rilevato 0,25-0,35 N/mm2); esperienze significative possono essere sviluppate studiando la variazione della densit secca e dei moduli Md e Md' al variare delle metodologie di costipamento (tipo di rullo e numero di passaggi) solo su strati di terreno molto omogenei di cui si conoscono con precisione le caratteristiche granulometriche, di costipamento e l'umidit del terreno durante la messa in opera. Tenendo sotto controllo, tutto queste variabili, possibile individuare, per una tipologia ben definita di terreno, una legge che lega la percentuale di costipamento con il rapporto K.
Considerazioni sui metodi di controllo puntuali L'usuale eterogeneit dei materiali da costipare producono difficilmente un livello di compattazione uniforme. Il grado duniformit approssimativamente dipendente dai parametri del rullo (carico statico, frequenza di vibrazione e velocit) e da quelli del terreno (natura del materiale, spessore dello strato, caratteristiche meccaniche del sottosuolo). I metodi puntuali si offrono ad una serie di osservazioni critiche. Innanzitutto, essi possono essere utilizzati soltanto per le terre per le quali possibile eseguire le prove di compattazione (Proctor, AASTHO). In secondo luogo, un giudizio di accettabilit delle operazioni di compattazione fondato esclusivamente sull'ottenimento in cantiere di un valore di densit almeno pari a quello di capitolato, pu non essere concettualmente sufficiente. Infatti, i diversi tipi di terreno raggiungono le caratteristiche di resistenza e di indeformabilit in corrispondenza di differenti frazioni della densit massima di riferimento. Pertanto, prescrivere il

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raggiungimento della stessa percentuale di densit di riferimento per tutti i terreni non corretto; per alcuni potrebbe essere eccessivo, mentre per altri insufficiente. Appare, quindi, logico associare, alle misure di umidit e peso-volume, misure di portanza. da rilevare, comunque, che esse vengono eseguite principalmente per il sottofondo della pavimentazione e, pi raramente, per controllare il costipamento del corpo del rilevato. I metodi puntuali usati per il controllo dellesecuzione di un'opera in terra, appaiono approssimati e sicuramente inadeguati per una certificazione di qualit del prodotto. Infatti, usando il metodo del volume di sabbia o del pallone d'acqua, sono presi in esame 1-2 litri di campione per controllare fino a 4000 m2 di materiale compattato. Assumendo lo spessore dello strato pari a 50 cm, il rapporto tra il materiale prelevato e il volume controllato dell'ordine di 1:1.000.000, cio una proporzione assolutamente inaccettabile. Fra l'altro, da rilevare che sussistono delle difficolt, che non sono facilmente superabili. Innanzi tutto, questi test non sono rappresentativi della profondit raggiunta dal rullo ma di una profondit di circa 20 cm solamente. L'addensamento conseguito, inoltre, varia lungo lo spessore dello strato; pertanto, occorrerebbe eseguire diverse misure a varie profondit, allo scopo di ricavare un densit media da paragonare a quella di riferimento. Se invece ci si riferisce alla portanza, occorre impiegare delle piastre aventi diametro tale che le pressioni trasmesse interessino l'intero spessore dello strato. Per questi motivi bene che il processo di compattazione sia studiato accuratamente prima dell'esecuzione dell'opera, definendo, per dato materiale da impiegare, il tipo di mezzo costipante, lo spessore degli strati, il numero di passaggi e la velocit di rullatura. Ci pu essere fatto con riferimento a precedenti esperienze, ove esistano; se invece si adopera un materiale o un tipo di macchina non sperimentato, necessario eseguire un rilevato di prova.
Sviluppi futuri in materia di controlli GPS Lo sviluppo futuro dei sistemi di misura e documentazione dei dati, integrati sui rulli, include anche un sistema in grado di rendere nota la posizione del rullo con mezzi di navigazione satellitare (GPS). Questo in grado di valutare a distanza ed in tempo reale, i dati inerenti la posizione del rullo in cantiere con le informazioni sulla compattazione in atto. Lapplicazione della navigazione satellitare opportuna in particolare nei progetti di costruzione di grandi superfici e quindi in tutti i cantieri in cui lorientamento dipende notevolmente dalla retinatura e dalla pre-pianificazione delle

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superfici, nonch dalla capacit del manovratore.

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