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li. In quel- ta la Gina, la tuttofare di casa nostra sedonia (A.Gar ., Corriere tema «Una domenica in monta- di Giovanni Falcone e Paolo Borsel- apparso su Twitter in Foto (nell’ordine):
l’occasione quand’ero bambino. A tre anni, nel della Sera 23/7). gna»: «Mi inventai un T ermi- lino, oltre alle precedenti condanne un videomessaggio in cui invi- Paola Binetti, Iva Za-
giurò di ar - mio linguaggio, mi son permesso di nillo con le valanghe di neve per gli omicidi di Rocco Chinnici e ta i cittadini a mandare proposte nicchi, Nanni Moretti, Federi-
ruolarsi.
Problema:
dirle: “Sederona, non crudere la lu-
ce, ambecille”. Mi ha messo subito a IvaParlamento
Zanicchi, rieletta al
europeo, è
che precipitano a valle, do-
ve a un certo punto mi per-
dell’imprenditore antiracket Libero
Grassi (f.v., la Repubblica 22/7).
per tagliare il deficit dello Stato
(Corriere della Sera 23/7).
ca Panicucci, Paolo Di Canio,
Luisa Ranieri.
UN NAPOLETANO A HOLLYWOOD
Dalla Mangano a Fellini, dal neorealismo ai kolossal: i primi novant’anni di un tycoon di nome De Laurentiis
«In Italia sono il dottor De Laurentiis e in se: “Abbiamo imparato da voi”. Fu un mo- La Mangano trattava malissimo Dino, per no. Dopo il provino, il regista John Guiller -
America “mister D”, o al massimo “Dino”. mento magico: Hollywood rischiò di perdere tutta la vita lo chiamò per cognome. «Non è il min mi chiamò: “Dino, questa è una grande
Come Sinatra che era “Frankie” e basta. il primato». [2] mio uomo ideale», disse una volta per giu- attrice”. La convocai nel mio ufficio: “Senti
Qualcosa significa, no?». [1] stificarsi. [9] Jessica, se torni da me fra quindici giorni
Nel 1949 ci fu Riso Amaro e l’incontro con con denti e seno rifatti la parte è tua. Ma ri-
Agostino De Laurentiis, detto Dino, è nato Silvana Mangano: «Avevamo un copione di Sulla morte del figlio Federico: «Quella tra- corda, io negherò sempre di fronte al mondo
l’8 agosto 1919 a Torre Annunziata, in provin- Peppino De Santis, il regista, ma non riusci- gedia ci ha proprio spezzato le gambe... I rap- di averti fatto questa proposta”. Tornò dopo
cia di Napoli, padre proprietario di un pa- vamo a trovare la protagonista femminile. porti tra me e Silvana, diventati sempre più dieci giorni, aveva seguito il mio consiglio».
stificio, madre titolare di un negozio di fari- Disperati, io e Peppino camminavamo per difficili nonostante il trasferimento a New [2]
ne, sei tra fratelli e sorelle. «Mio padre a un via Veneto. Alzando gli occhi vidi un mani- York e l’aggravarsi del suo stato depressivo,
certo punto ebbe bisogno di un rappresen- festo elettorale. C’era una ragazza selvaggia, si fecero impossibili. In teoria quando suc- «Se vedendo un’attrice o una donna mi ac-
tante per il pastificio. Mi guardò negli occhi: aggressiva e composta allo stesso tempo. cedono queste tragedie dovrebbe esservi un corgo che mi attrae sessualmente è una prima
“Tu”. “Ma papà”, risposi, “io non ho mai ven- Una bomba. Eccola là, dissi, è lei. La cer - ravvicinamento fra il padre e la madre: nel indicazione. Se mi lascia indifferente, non
duto. E dove dovrei andare?”. “Nelle isole, cammo e lei non voleva neanche fare l’attri- caso nostro invece c’è stato un maggior di- mi arrazza, vuol dire che non ha sex appeal.
cominciando da Ischia e Capri”. Fu il primo ce. Fu suo padre a convincerla. La nostra stacco. Come se io avessi considerato colpe- Non farà carriera. Non bucherà lo schermo.
impatto con Capri. L’isola mi impressionò, e storia d’amore è iniziata dopo che il film è fi- vole lei e lei avesse considerato colpevole Lascerà gli spettatori indifferenti, freddi. Po-
da allora ci sono sempre tornato». [2] nito». [6] me...». [10] chi biglietti. Questo non significa che ci deb-
ba andare a letto. L’attrazione sessuale im-
A 17 anni la svolta: «Un giorno, andando a La cosidetta hollywood sul Tevere fu agevo- La partenza per gli Stati Uniti nel 1972, il mediata è però una cartina di tornasole».
Roma, sempre per vendere spaghetti, vidi un lata da una legge voluta da Andreotti che di- primo film prodotto in oltreoceano nel 1973, [11]
annuncio, il Centro sperimentale di cinema- ceva che un film per essere italiano deve Serpico, diretto da Sidney Lumet: «Io ero ter-
tografia cercava allievi. Ero un ragazzino di avere almeno il cinquanta per cento di per - rorizzato: che ci faccio qui, non conosco la Il ricordo di Meryl Streep: «Andai da lui per
provincia, adoravo il cinema, l’unica cosa sonale italiano. «Questo ci dava la possibilità lingua, non conosco i loro gusti, come mi l’audizione di King Kong. Disse “perché mi
che vedevo erano gli attori, così pensavo che di impiegare anche attori americani, come muovo? Tutto dipendeva dal primo film, se avete mandato questo maiale? Questa donna
il cinema fosse fatto solo di attori. Feci do- Clint Eastwood negli spaghetti western o Au- imbrocco quello, mi dissi, è fatta. Chiamai è davvero orrenda”, così io gli ho risposto:
manda, mi convocarono: fui ammesso». [2] drey Hepburn in Guerra e pace». [2] Peter Maas, un autore dal quale avevo già “Mi dispiace di averla contrariata”. Era così
acquistato i diritti di Joe Valachi-I segreti di abituato a trattare le donne come bamboli-
La sorella Raffaella, detta Lina: «Eravamo Nel 1964 creò sulla via Pontina Dinocittà, Cosa Nostra: “Ho bisogno di una storia”, gli ne da non immaginare che una bionda po-
tutti attorno al grande tavolo della cucina per 25 ettari di studios, dove allestì fra l’altro La dissi. “Sto scrivendo un nuovo libro, ma ho tesse anche parlare italiano». [12]
il pranzo, nostra madre Giuseppina, Don Bibbia. Tullio Kezich: «Fu il sogno di un me- già pronto solo il primo capitolo”, rispose.
Aurelio e noi sette figli. Calcolate che a quei galomane. Ma il suo sforzo fu contrastato da Pretesi che me lo mandasse. M’intrigò quel Gian Piero Brunetta: «Si deve smettere di
tempi avere un figlio attore era come avere una legislazione per cui le megaproduzioni personaggio e comprai Serpico a occhi chiu- pensare a De Laurentiis solo come il tycoon
una figlia prostituta. Noi lo sapevamo e ave- in lingua inglese non potevano più ottenere si. Maas pretese un capitale, cinquecentomi- americano, il produttore di kolossal, il folle
vamo paura per Dino. Mamma a un certo i benefici derivanti dal riconoscimento del- la dollari, cinque milioni di euro di oggi, ma avventuriero del cinema, sempre in bilico tra
punto dice sottovoce “Aurelio, tuo figlio Di- la nazionalità italiana, come accadde per quel film fece la mia fortuna. Poi arrivarono flop e Oscar . Lui ha rappresentato un im-
no vuole fare l’attore”. Silenzio assoluto, i Waterloo. Così è crollato il sogno di Dinocittà, I tre giorni del Condor, un cult. A quel punto menso ponte fra l’Italia e l’America, perché
cucchiai a mezz’aria. Poi papà si alza, va da che oggi è un ammasso di rovine». [7] ebbi qualche certezza: ok, posso fare il pro- ha portato il lussuoso artigianato italiano a
Dino e gli dice: “Io penso che tu sia un folle, Dino De Laurentiis duttore americano». [10] Hollywood e i sistemi dell’industria ameri-
però non voglio che dopo la mia morte i A proposito del kolossal sulla Bibbia: «Una cana a Cinecittà. È questo il suo capolavoro».
miei figli abbiano a dire che non gli ho per- mattina in un albergo a New York mi sveglio dato dimostrazione di aver avuto naso, mi con Bianca De Paolis, da cui divorziò nel 1966. «Negli Stati Uniti ha prodotto kolossal come [13]
messo di fare della loro vita quello che vo- all’alba e non ho niente da leggere. Apro un sembra». [7] Secondo matrimonio nel 1951 con Silvana King Kong, Flash Gordon e Ragtime. Sempre
gliono. Ma ricorda, ti manterrò solo per un cassettino e trovo una Bibbia. Io non la co- Mangano, da cui ha avuto i figli V eronica, con alterna fortuna, però senza troppo inor - «E ancora dicono che faccio film commer-
anno”». [1] noscevo. Comincio a leggere ’sta Bibbia. Ca- Quella volta che Dino De Laurentiis consi- Raffaella, Federico (morto in un incidente goglirsi né troppo deprimersi, con il piglio ciali. I critici e il cinema non sono mai an-
volo, mi dico, qui ci sono dei film straordi - gliò a Miranda Orfei di cambiare il proprio aereo in Alaska) e Francesca. Nel 1990 si è del grande giocatore. A Dino tutti riconosco- dati d’accordo. Povero Totò... Grande amico,
I primi tempi Dino fece di tutto, lavorò co- nari. E mi è nata l’intuizione. Mi han dato nome in Moira e di tenere sempre la stessa sposato per la terza volta con Martha Schu- no la qualità di un cineasta che ama profon- attore immenso. La critica lo fece a pezzi, lo
me trovarobe, comparsa, attore generico. «In- del pazzo e del folle. Lo stesso dicasi per acconciatura: «N on cambiarla mai, ché le macher, da cui sono nati Carolyna e Dina. damente il suo mestiere e lo conosce come trattò come un guitto. E La strada? Nessuno
somma la gavetta, quella dura. Poi, sul set di Guerra e Pace. Che fa De Laurentiis: si met- donne che cambiano spesso non hanno per- pochi». [7] voleva farlo. Abbiamo vinto l’Oscar, decine
Mario Camerini che stava girando Batticuo- te a girare Tolstoi? Per questo sono una star, sonalità». [8] «Dino era gelosissimo. Perciò non ho mai di premi nel mondo. I critici lo condanna-
re, conobbi Peppino Amato e riconosco che se mi è permesso dirlo. Decido mentalmen- recitato col giovane Mastroianni» (Silvana Il suo provino a Jessica Lange per King rono: “Fellini è un giovane regista che può
per me è stato un grande maestro. Da lui ho te, mi prendo responsabilità, azzardo e ho Vita privata: primo matrimonio nel 1945 Mangano). [8] Kong: «Non mi convinse, brutti denti, poco se- fare molto, ma questa volta ci ha deluso”.
capito che, dalla prima star all’ultimo fale- Così decisi di affittare una sala sugli Cham-
gname, tutti nascondono un tesoro, il pro- Note: [1] Giovanna Grassi, Corriere della Sera 7/8/1999; [2] Giuseppe V idetti, la Repubblica 12/7/2009; [3] Maria Pia Fu- [8] Annalisa Siani, Il Giorno 15/1/2002; [9] Geminello Alvi, Corriere della Sera 24/7/2002; [10] Dino, T ullio Kezich e Ales- ps-Elysées: i francesi impazzirono, critica e
duttore deve avere la pazienza di capirlo e sco, la Repubblica 27/8/2003; [4] Andreina De T omassi, Catalogo dei viventi 2007, Marsilio 2007; [5] Giovanna Grazzini, sandra Levantesi, Feltrinelli 2001; [11] Natalia Aspesi, la Repubblica 30/7/2008; [12] Corriere della Sera 30/11/2008; [13] pubblico. Il successo de La strada partì da
Corriere della Sera 15/4/1986; [6] Stella Cervasio, la Repubblica 8/8/1999; [7] Tullio Kezich, Corriere della Sera 25/1/2001; Gian Piero Brunetta, Breve storia del cinema italiano, Einaudi 2003; [14] Carlo Lucarelli, Panorama 11/1/2001
saperlo tirar fuori». [3] Parigi».
Nel 1941 fondò la Real Cine e nel 1941 pro- La volta che Dario Argento andò da lui per
dusse il primo film che ebbe un certo succes- farsi produrre Oltre la morte. «Il film gli fece
so, L’amore canta, Nel 1942 passò alla Lux-
Film e realizzò Malombra con Soldati. Poi ar-
rivò la guerra. «L ’8 settembre andai allo
sbando, come la maggioranza degli italiani.
Mtv, la rete ’ggiovane che manda a casa cento precari talmente schifo che mentre mi parlava non
toccava neanche il copione con le dita, ma
solo con la matita». [14]
Mi rifugiai a Capri dal mio amico Mario Sol- Liberazione, martedì 21 luglio Nel concreto chiedono l’attivazione degli protesta giovanile e dei diritti degli un- chi protesta non è alla moda neanche lì, Nel 2001 gli è stato consegnato il Premio
dati. E finalmente, alla liberazione, tornai a
Roma. Eravamo di nuovo tutti insieme, vec-
chi e giovani, De Santis, Camerini, De Sica,
«T occa a noi, tocca tocca a noi», can-
ta il rappettaro Entics su Mtv , re-
te ’ggiovane che negli ultimi mesi ha sot-
ammortizzatori sociali per i 34 dipen-
denti posti in esubero e la riapertura
delle trattative per gli altri 70 che hanno
der 30. In realtà in corso Europa le cose
vanno come altrove. Spiegano i precari
in un post: «All’ultima visita di Antonio
e neanche lì ha potere contrattuale. Ave-
re Ventanni, parafrasando il titolo del
programma di Massimo Coppola, non è
Oscar alla carriera, nel 2003 il Leone d’oro,
intanto ha continuato a lavorare. Ultimi film
prodotti Red Dragon (2002), L’ultima legione
Rossellini, pronti a ricostruire, a ricomin- tolineato l’importanza dell’impegno civi- un contratto a tempo determinato e che Campo dall'Orto una ragazza, che stava un grande affare: significa aprirsi a pro- (2007) e Hannibal Lecter - Le origini del male
ciare. C’era una povertà desolante, Cinecittà co degli under 30. Chi si immaginava che ora rischiano il posto di lavoro. per andarsene, ha chiesto loro come si spettive e promesse vaghe, a tagli im- (2007): «Il cinema è una droga e una fatica,
era occupata dagli sfollati, avevamo pochis- per i capoccioni della tv il messaggio po- Nelle stanze dei bottoni, però, fanno permettessero di attuare campagne pro- provvisi e irrispettosi... La solita fuffa, a ma è esaltante. Un giorno costruisci sotto-
sima pellicola, si girava per strada, senza at- tesse essere interpretabile anche in mo- melina. In generale sembra buttare ma- sociale; loro non solo si sentono sicuri Mtv Italia come altrove. «Diciamocelo, marini e rifai la guerra mondiale, un altro
tori, con la gente scelta dal marciapiede. I do vizioso? Perché la notizia è che l’eti- le: l’emittente negli Usa ha mannaiato d’essere all’avanguardia, ma ne fanno gli anni Settanta sono lontani», spiegano vai indietro nel passato e fai la vita di Ales-
critici lo chiamarono “N eorealismo”, ma ca Mtv declinata in salsa italiana vuole buona parte dei suoi dipendenti, e a mol- vanto. Antonio stesso ci racconta di come su 7yearwinter.com . «La realtà solida di sandro. Ho fatto 600 film, ma ad ogni una
quello era il cinema della fame. Eppure mandare a casa un centinaio di suoi di- ti analisti pare di cattivo auspicio il fatto MTV sia una delle migliori realtà italia- allora è finita, oggi solo i metalmeccani- nuova idea, mi ci butto con l’entusiasmo e la
quel nostro cinema conquistò il mondo». [4] pendenti precari under 30. Tocca a loro, che Mtv Italia si stia già da un po’ ameri- ne, gente dinamica, flessibile, con la pos- ci (ma anche Mediaset, azienda basata su curiosità del primo». [3]
tocca tocca a loro. Fare le valigie. canizzando anche nei contenuti: puntare sibilità di muoversi anche all’estero, un modello anni Ottanta) possono pensa-
Dal 1948 e per molti anni si associò con I lavoratori del network non l’hanno sui reality show adolescenziali made in quando in realtà non si sa che fine si farà re di protestare. Ed il futuro tenderà Da molti anni vive in America e dice, alla
Carlo Ponti. Giovanni Grazzini: « Fu una cop- presa bene, e ieri in giornata hanno sfi- Usa butta giù le pretese creative della tra 2 mesi e la prospettiva più realistica sempre più al modello Mtv », emittente vigilia dei suoi novant’anni, che difficilmente
pia di ferro, anche perché i due produttori lato a Milano per protestare contro i ta- rete, ma soprattutto permette di spende- comprende il travaglio di cercarsi un al- minata dai veti di T elecom, che – miste- riuscirà a tornare nuovamente in Italia. «Qui
si potevano permettere la Mangano e la Lo- gli al personale disposti dall'ammini- re meno in produzioni local. Con quel tro lavoro, con condizioni peggiori. Ci ro di Pulcinella – sta quasi sbaraccando in America, per un certo gruppo sociale, l’i-
ren, le loro rispettive mogli dive. Ma Dino stratore delegato Giampaolo Tagliavia – che ne deriva. parla dei contratti a progetto in questi la sua impresa televisiva. taliano per sua natura è mafioso. Lo dissero
era più curioso, produsse il primo film ita- un nome, un perchè. Il corteo è partito Così la «nave carica di ottimisti affon- termini: “il progetto inizia… e finisce”». I “topi del nuovo millennio”, come si anche di me, e lo sa perché? Un mio diretto-
liano a colori, Totò a colori, un altro in 3D, da Piazza del Duomo, luogo simbolo non da», scrivono i licenziandi sul loro blog Per chi dirige la baracca, scrivono, autodefiniscono gli “agitatori music-te- re di produzione ebbe un diverbio con la po-
quello con gli occhialetti. I suoi punti di for- perchè c’è la Madunina, ma perchè è se- 7yearwinter.com . Sono arrabbiati, con Mtv è cool. Lavorarci è fico, c’è gente che levision”, scendono in piazza. Mtv «man- lizia mentre giravamo Pollice da scasso nel
za furono i film con Totò, la grande amicizia de tradizionale del patinato programma loro è il popolo della rete. Gli interventi farebbe carte false per operare vicino ai da tutti via»: un atto contro i giovani dal- 1978, così dovetti presentarmi di fronte a una
con Fellini, i primi kolossal all’italiana, i stile Bim Bum Bam chiamato TRL ; per sono commentati da centinaia di perso - vj. E allora bando ai mal di pancia. Ban- la tv dei giovani; in seconda battuta, un commissione. “Lei conosce la mafia?", mi
film con Sordi». [5] arrivare infine in Corso Europa 7, dove ne, e su facebook è presente un nutrito do agli straordinari richiesti. «Qui fanno atto contro gli spazi culturali alternativi chiedono. “Conosco Jimmy Carter , il Papa,
la società, controllata al 51 % da T ele- gruppo denominato “Stufi del precaria- molta pressione psicologica basandosi che stanno sparendo. Il governo ci mette molti vip, è il mio mestiere, ma non conosco
In questi anni nacquero Roma citta aperta, com Italia Media e al 49 % da Viacom, ha to in MTV Italia”. sul fatto che “ehi, sei ad MTV”, per cui del suo e taglia il Fus. Creativi di tutti la mafia”. E loro: “Eppure lei conosce V in-
Sciuscià, Paisà, Ladri di biciclette ecc. «Quei sede. La questione è spinosa perchè Mtv , abusano con orari, straordinari, trasfer - Italia unitevi: andate a fare i pastori. cent Alo, detto Jimmy Blue Eyes”. “Certo, vo-
film lanciarono il nostro cinema nel mondo I manifestanti hanno spiegato con una azienda che tenta di mandare a spasso, te e condizioni lavorative cui comunque Sperando vengano ritoccate al positivo leva bloccare un mio film. L ’ho incontrato,
e fecero capire agli americani che il loro si- certa ironia le loro ragioni: «Tocca a noi. spiega il sito, il 30-40% della sua forza la- la gente s’è abituata». le quote latte. l’ho costretto a non importunarmi. Fine del-
stema produttivo era sbagliato. Lo hanno Le cose non vanno, cambiamole ora». voro, ha sempre cavalcato l’onda della History repeat itself . Mtv è trendy; ma Valerio Venturi la storia”». [2]
detto e ripetuto Spielberg, Pollack e Scorse- (a cura di Luca D’Ammando)