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IL FUTURISMO E L'IO DELL'ORIZZONTE TECNO-CULTURALE

Alessio Chierico

In un periodo storico dominato dalle innovazioni della tecnica, e dai forti cambiamenti politico-sociali, sbocciarono come in un processo naturale, le avanguardie, che oltre ad essere figlie del loro tempo, ci disvelano anche alcuni dei meccanismi pi intimi delluomo e della sua configurazione del reale. Secondo la connotazione di Ortega y Gasset, lio una tensione intima, inconscia, e individuale, che mira sempre ad una propria realizzazione. Lobbiettivo dunque una percezione di se stessi nel futuro, un immagine che si risolve nelle aspirazioni inconscie del proprio voler essere. Lio sempre rivolto verso il futuro ma anche una proiezione in continuo mutamento, che in ogni istante corregge la sua direzione/aspirazione, che in ogni caso non rimane mai la stessa, e nemmeno ne conserva la memoria. Lio sempre un processo in divenire, che pure cercandola, non giunge mai alla sua realizzazione, un processo che costruisce esperienze, ma non si finalizza. Non mantenendo la memoria della traiettoria, il passato, si configura come mera percezione di un io che vive in un presente. In un ottica simile, ma collettivizzata, interessante osservare alcune delle dinamiche che hanno pianificato la nascita, e hanno costituito il futurismo, una delle avanguardie pi discusse. Il futurismo nega infatti il passato e il classicismo. Dichiarando la volont di voler distruggere musei, biblioteche, accademie ecc. dimostra lintento di cancellare la memoria, e le stratificazioni culturali del tempo: un peso troppo forte per uno slancio verso il futuro. E proprio questo lobbiettivo del futurismo, non lidealizzazione di un improbabile futuro perfetto, ma aprire la strada ai processi della tecnica e della cultura: laccesso agli obbiettivi di un improbabile io culturale. Lesaltazione futurista della macchina la presa di consapevolezza del potere che la tecnica esercita nella cultura e nella societ. Lestetizzazione della tecnologia la dimostrazione di come una determinata tecnica sta venendo assorbita dalla cultura. Tali dinamiche possono essere osservate anche nella nostra contemporaneit, nella ricchezza delle sperimentazioni estetiche nellambito dellaudio e del video digitale. Oggi facile trovare un atteggiamento ottimistico nei confronti della tecnologia e dei nuovi media. Questo principalmente per due differenti motivi, il pi significativo riguarda le finalit capitalistiche, che spingono il consumatore a vedere nel prodotto tecnologico un inevitabile strumento per l'innalzamento della qualit della vita. Laltra motivazione si rivolge ad un approccio elitario; lo studio fenomenologico sui new media e sulla comunicazione. Le promesse di internet, del web 2.0, della comunicazione rizomatica e decentrata, piacciono molto proprio per il loro potenziale, nella strutturazione di una societ pi egualitaria, e

istruita al principio della condivisione. Questo lattuale approccio positivista al futuro della tecnica. Tuttavia la complessit di quest'ultima, e della societ attuale, tende a nascondere proprio dietro le maschere di intenti sociali, le maggiori minacce per la societ stessa, e i pi efficaci strumenti di controllo. In ogni caso lio culturale (o evoluzione culturale) prosegue il suo cammino verso lutopica realizzazione. Rimane comunque indispensabile un freno critico che osservi bene le dinamiche culturali, e che impedisca eccessive accelerazioni, che portino la proiezione tecno-culturale troppo fuori dal controllo umano.

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