You are on page 1of 24

Essere bigotti non va bene, ma nemmeno farsi prendere per fondelli.

ANTONIO DAL MUTO a.dal.muto@alice.it 349-35.80.890

Accenni biografici
Romano di nascita ha vissuto ad Ariccia. Da tempo, vive e lavora a Cesena. E maestro dArte Pittura e Disegno diplomatosi presso l Istituto Statale dArte di Marino; possiede la qualifica di Architetto Interior Designer; ha frequentato la Facolt di Architettura a Firenze; Critico dArte;

E autore di Storie di Citt a Fumetti:

Ha realizzato una poderosa 5 volumi Storia a fumetti di Cesena, Rimini, Ravenna e Forl. Dalle Origini allUnit dItalia pubblicata dalla locale Casa Editrice Ponte vecchio. Il premio Nobel Dario Fo lo ha citato nella sua opera Storia di Ravenna. Ha pubblicato la Storia di Ariccia Antica assieme ai curatori dei testi dott. Alberto Silvestri e d.ssa Maria C. Vincenti, fumetto sponsorizzato dalla Provincia di Roma, Comune di Ariccia (RM) e dallArcheoclub locale per diffondere la conoscenza del territorio nella popolazione scolastica e non. Storia di Sarsina Antica. Dalle Origini all XI secolo; Storia di Castrocaro. Dalle Origini alla costruzione della cittadella di Terra del Sole; Storia di Comacchio e Storia di Anzio a Fumetti. Dalle Origini a Nerone; Storia di Cervia a Fumetti. Dalle Origini allEt contemporanea. Cesena nell800, ricostruzione grafica dei siti urbani demoliti;

E vignettista e caricaturista: Ha collaborato con il settimanale Corriere Cesenate e con TeleRomagna,


attualmente collabora con Videoregione; con TELECOUNTRYNEWS la TV on WEB con sede a Genzano; con lOSSERVATORE LAZIALE giornale on line

E Scenografo:

Sue sono le scenografie realizzate negli anni 90 per il festival della Canzone romagnola E Campanon ( Il Campanone).

E Pittore_ Nella sua pittura predilige la figura e il paesaggio, ma anche realizzazioni tematiche come la Mostra sulla Shoah fatta a Cesena nel 2004 e poi a

Forl e a Cervia tra il 2006 e il 2008. Lintera collezione ora di propriet dllAss. ANPI di Comacchio E ritrattista:
Sue sono la Galleria di uomini illustri legati allamministrazione comunale cesenate. Dal Risorgimento allultimo sindaco in carica (1835 -2008) di propriet dellamministrazione comunale ( messa in magazzino); la Galleria degli abati del monastero di Santa Maria del Monte di Cesena. Dal 1888 allultimo abate in carica (1888-1999) di propriet del Monastero omonimo; la Galleria dei parroci della Parrocchia di SantEgidio di Cesena. allultimo parroco in carica (1954 2009) di propriet della Parrocchia omonima ( e riposta in armadi). Ritratto di Gianni Agnelli, di propriet dellomonima famiglia; Ritratto del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, di propriet della stessa; Ritratto di Marco Pantani, di propriet della famiglia Pantani ed esposto presso lo Spazio Pantani a Cesenatico; Ritratto di famiglia di Marina Berlusconi di propriet della stessa; Ritratti di Ferrari, Agnelli, Montezemolo, Schumacher e Barrichello di propriet della Ferrari sede di Maranello; Ritratto di papa Giovanni Paolo II di propriet della Fabbrica di San Pietro Ritratto di papa Benedetto XVI di propriet della Fabbrica di San Pietro; Ritratto di papa Francesco di propriet della Fabbrica di San Pietro

E Saggista Molte sue opere si trovano su SCRIBD. COM e sono scaricabili e disponibili gratuitamente

RIFLESSIONI SULLOPERA INCHIESTA SU GESU

Il mondo non cos semplice o, perlomeno, cos facilmente leggibile nel campo della religiosit o delle credenze: oltre alle pressioni indotte da sette, movimenti per il potenziamento della mente umana, leggi Ron Hubbard, religioni ispirate, quelle tradizionaliste o di provenienza americana, movimenti ufologici, reverendo Moon ecc. esistono pubblicazioni o trasmissioni televisive che sono peggiori di un semplice approccio ad una corrente dalle presunte pretese salvifiche: peggiori, perch pi sottili e tortuose nel loro divincolarsi dialettico che non conosce confronto ; parliamo del revisionismo che non ha matrici religiose ma laiche. La grande esplosione di letture che affollano le librerie permette di trovare accanto a testi di elevato interesse altri di serpentina maliziosit che mirano, anche senza palesarlo, a demolire la fede cristiana nel lettore credente, magari debole di fede o impreparato, con argomentazioni che debbono, hanno la necessit, di essere vagliate attentamente, poich decontestualizzano, come in questa opera di Augias, il soggetto posto in esame dalla sua cornice magmatica dal quale nato e fuso. Non dobbiamo dimenticare che anche queste esperienze fanno parte di quel sudore della fronte che occorre versare per tornare laddove siamo stati cacciati, ossia nella patria perduta in cui la conoscenza e la comprensione della essenza creativa rappresentano le piante da frutto. Dobbiamo tornare a riattaccare la mela strappata dal ramo. E Inchiesta su Ges Chi era luomo che ha cambiato il mondo - di Corrado Augias e Mauro Pesce, cos come alcune trasmissioni televisive, ultima delle quali quella della La7, condotta da Gad Lerner che, il giorno 19 marzo 2008, cerc di far passare la Resurrezione di Cristo come Simbolo ipotesi portata avanti dallospite Paolo Flores dArcais. E tutto sotto gli occhi di due prelati silenziosi incapaci o messi nelle condizioni di non replicare adeguatamente. Queste produzioni sono accomunate dalla stessa tesi denigratoria mediante una mirata analisi dei Vangeli, ma al contempo, la sfida che il negazionismo porta non pu che indurre la

voglia di ragionare ragionamenti .

dei

credenti

per

smascherare

gli

ipocriti

Espressioni revisioniste diremmo, accomunate dallo stesso target: rimettere in discussione le verit fondamentali della fede, contando sullignoranza in questo campo degli ascoltatori o lettori . Quella di Augias-Pesce, portata avanti, a nostro parere, con una disincantata, quanto arzigogolata analisi sui vangeli, porta ineluttabilmente, pericolosamente e irrispettosamente a confondere le idee di chi non ha adeguata capacit di analisi. Irrispettosamente anche nei riguardi dellonest intellettuale e della qualit dellanalisi che meriterebbe un argomento cos importante. Per questo che il metodo di comparazione e deduzione appare il pi idoneo a fare il pelo e contropelo ai due autori. Ma veniamo ai fatti analizzando alcuni passi dellopera di Augias.Pesce. Gi dal sottotitolo: Chi era luomo che ha cambiato il mondo si lascia intendere il seguente messaggio: Ges era un uomo e non certo Dio, anche se ha influenzato la Storia dellumanit; e nel corso della lettura, questa impostazione, cercher di diventare realt. Non, sospettate gi, cari lettori, lombra antica della negazione della divinit di Cristo? Nel risvolto interno della copertina, tra le altre cose leggiamo:

fino alla nascita di una religione che da lui prese il nome, anche se egli

non ha mai detto di volerla fondare una affermazione del tutto


gratuita, tesa a imporre un punto di vista che vorrebbe far passare il cristianesimo, sin dalle sue origini, come linvenzione di un manipolo di avventurieri, i quali, aggiungiamo noi, mirarono ad un proprio tornaconto ( infatti che senso ha dare a questa invenzione, in nome di Cristo, se Cristo stesso non laveva mai pensata o voluta, secondo Augias? ). Quale fu questo tornaconto ci sfugge, anche perch molti, in nome di Cristo, furono messi a morte o scelsero il martirio a cominciare da Pietro e Paolo. E questo il secondo esempio del tentativo di revisione laica del messaggio di Cristo; ma come non ricordare le parole dette da Cristo

Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupiin qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa LC 10, 3-5 . Ora, proviamo ad immaginare un qualcuno che avesse chiesto ad uno di questi discepoli inviati a portare la Parola del Signore, Chi vi manda? cosa avrebbero potuto rispondere se non Ci manda Ges il Messia, lUnto, il Cristo. E chi inviato da Cristo discepolo di Cristo , per forza di cose, cosa se non un cristiano? Almeno cos la pensava Flavio Giuseppe, ebreo romanizzato del I secolo d.C. e autore dellopera Le guerre Giudaiche che per la prima volta chiamo cristiani i discepoli di Cristo E interessante, inoltre, notare la metodica di analisi che accomuna molti di questi autori o conduttori o ospiti televisivi: si rifanno ai Vangeli; citano versi che, secondo loro, giustificherebbero le loro ipotesi, ma non prendono in esame i versi che metterebbero in crisi i loro stessi esercizi di riflessione. Ecco perch ho pocanzi accennato a una mirata analisi dei Vangeli. Nella Premessa dellopera in esame, dal titolo Molte domande, alcune risposte riportata una citazione di Harold Bloom - eminente Professore di Letteratura americana e Critico letterario - che cos suona: E possibile che Ges sia stato un enigma anche per se stesso. Non occorre, credo, sottolineare che quando si sceglie una citazione tra le tante, se ne sceglie una e la si decontestualizza per renderla pi vicina agli obiettivi che si vuole raggiungere con le proprie dissertazioni. La citazione di Bloom, quindi, racchiude in se il leit motiv , la portante su cui si svilupper il discorso, anima di tutto il contenuto del libro: ossia che Cristo Ges stato s un importante personaggio storico, ma anche un enigma per se stesso; stato un uomo tra gli uomini; nato e morto definitivamente, diventando un mito. Come Pantani. Scorrendo le pagine nella lettura dellopera, i concetti espressi, si parla della numerosa mole di scritti su Ges, pervenutici sia interi che in frammenti, ribadendo, giustamente, come il Nuovo Testamento, cos come lo conosciamo, stato definito nel IV-V secolo, pur non sottacendo che gi prima del suddetto periodo i contenuti del N.T. - la qual cosa non fa

che indebolire la presunzione di una loro stesura tarda - erano in circolazione, sparsi, ma noti alle varie comunit che ne custodivano gelosamente e attentamente il contenuto. Entriamo cos nel vivo dellanalisi di questa opera. Vediamone alcuni argomenti trattati nel libro da Augias e dal prof. Pesce. PRIMO ARGOMENTO I Vangeli E evidente ed inevitabile che una grande mole di scritti venissero prodotti da chiunque fosse in grado di scrivere ed erano assai pochi allora coloro che sapevano usare la penna - dopo la morte di Cristo. Non deve meravigliare se si dice che dei Vangeli a noi noti, non siano gli originali scritti lasciatici da Luca, Marco, Matteo e Giovanni; ma questo non significa che non li hanno scritti loro: non esistono prove che affermano che essi non centrano; e verosimile che degli scritti originali, memorie degli apostoli da tramandare, fossero state fatte pi copie per distribuirle alle sempre pi numerose comunit cristiane; e non deve meravigliare che nel copiare alcuni abbiano commesso errori o addirittura fatto aggiunte in buona fede o in mala fede, aggiungendo, magari, episodi ricevuti dalla tradizione orale o da altre fonti, magari gnostiche. Includendo tra i tanti manoscritti anche quelli artatamente modificati per combattere il messaggio di Salvezza o per proporne una differente visione. Ricordiamo ci che scrisse alla comunit dei Galati - Gal. 1,6 Paolo di Tarso: Mi meraviglio che cos in fretta passiate ad un altro Vangelo. In realt, per, non c ne un altro. Soltanto che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema (escluso dalla comunit - N.d.R.) I tentativi di corrompere il messaggio di Cristo sono, dunque, gi contemporanei alla prima predicazione degli apostoli. Leresia nata contemporaneamente alla predicazione: studiare le forme eretiche significa, per analisi indiretta, identificare le verit evangeliche e trovare conferma di ci che il N.T. contiene. Rifiutiamo quindi la lezione che Augias vuole trasmettere con questopera che i Vangeli hanno un grado di attendibilit, riguardo le

verit fondamentali, discutibile! Poich le opinioni espresse in merito, anche se condivise da una parte degli scienziati di Critica testuale sono e rimangono opinioni; di rispetto, ma opinioni. SECONDO ARGOMENTO Lebraicit di Ges Pi avanti Augias si meraviglia del fatto che Ges, in genere, non venga considerato ebreo: questa la scoperta dellacqua calda. Ges era ebreo, un ebreo che ha rispettato la legge fino a quando ebbe inizio la sua missione. Onde per cui, la domanda, studiata a tavolino, da Augias e rivolta al prof Pesce Ho limpressione che il credente di una

confessione cristiana percepisca quasi sempre come una scoperta questa ebraicit voglia comunicare la sensazione di una presunta scarsa

dimestichezza con le scritture da parte di chi pone la domanda, altrimenti Augias avrebbe saputo, al contrario, che Cristo porta a compimento quel Piano di Salvezza iniziato con la liberazione degli ebrei dalla schiavit dEgitto. Lignoranza dei testi biblici una cosa, la consapevolezza dottrinale unaltra. Ai fini della Salvezza tenere a mente che Ges era un ebreo irrilevante; non c quindi alcun bisogno di re-inserire Ges allinterno del Giudaismo. Queste sono cose che lasciamo ai dottori della speculazione linguistica e storica, ma che non sono fondamentali ai fini della fede.

TERZO ARGOMENTO Fin dove arriva laudacia delle ipotesi Leggiamo a pag. 29 le parole del prof Pesce: Quando ha insegnato il Padre nostro, egli (Ges - N.d.R.) non pensava di dover morire per i peccati degli uomini. Non c molto da discutere su queste parole: prima si invoca la difficolt della procedura scientifica per spiegare la formazione del Nuovo Testamento, poi si ha la presunzione di essere nella mente di Ges, facendo intendere che il Messia non sapeva del suo ruolo

salvifico. E a proposito della figura di Cristo Salvatore, il prof. Pesce chiama in causa il grande riformatore Melantone tralasciando di specificare, chiaramente, in maniera divulgativa, che Melantone fu un grande pensatore ma anche luterano/calvinista e quindi la sua posizione su Cristo/eucarestia non associabile a quella della Chiesa cattolica. Un puzzle che fuorviante quando manca di esatte istruzioni.

QUARTO ARGOMENTO Ges leader politico Il modo in cui viene affrontata la figura di Ges cos articolata da sembrare unoperazione di smontaggio a cui segue un montaggio differente dalla condizione di partenza; condizionato dai se e dai ma, si lascia il lettore poco accorto e poco avvezzo alla riflessione( quello che fa il successo editoriale in campo religioso di Augias) un senso di smarrimento. Prova ulteriore ne il brano che troviamo a pag. 57 in cui il prof Pesce d la sua risposta sulla ipotetica figura di Ges come capo di un partito antiromano: Esiste anche una forte corrente di pensiero

secondo la quale lintera azione di Ges mirava a una rivoluzione politica, a sollevare cio il popolo ebraico contro i romani e riferisce di uno

scrittore inglese, tale S.G.F. Brandon, che ipotizza come lazione evangelica di Paolo sia la spiritualizzazione dellopera politica di Cristo, tralasciando, ancora una volta, di dire che Brandon era s uno studioso, ma anche un pastore anglicano, quindi, con una visione distante dalla fede cattolica, un pastore della fede cos preparato, ma non in grado di porsi una domanda topica: Ma come si fa ad essere seguaci di una chiesa, quella anglicana, fondata da un passionale adultero e omicida quale fu Enrico VIII ? Continuiamo: chiss perch non cita mai le figure straordinarie della Chiesa Cattolica il prof Pesce? E chiss perch non si tiene conto, in questo contesto, della frase di Ges detta davanti a Ponzio Pilato: Il mio regno non di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perch non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non di quaggi Gv. 18, 36

Le motivazioni del sistema fuorviante, messo in piede dal duo AugiasPesce, le troviamo in questa specifica evangelica, che contraddice lipotesi di Brandon, plasmate dalla e sulla metodica di analizzare solo le cose che sembrano convalidare le ipotesi espresse e non quelle che le mettono in dubbio presenti nello stesso contesto analizzato. La riflessione continua citando un altro studioso, Oscar Cullmann, ma, finalmente, si dice che protestante. Questa specificazione chiarisce, a caduta, come qualsiasi giudizio su Ges dato da un protestante sia, in partenza, condizionato dalla sua fede tuttora scismatica rispetto al magistero della Chiesa Cattolica Romana.

QUINTO ARGOMENTO La nascita di Ges In questo confronto fatto di domande e risposte, si cerca di ri-creare la figura storica di Cristo, smontandone, filologicamente, quella divina, non facendosi mancare la voglia di insinuare il dubbio, nel lettore beone, che Cristo sia stato messo al mondo da un parto normale. Il primo passo quello di svilire la famosa profezia di Isaia il profeta Is 7,14: Il Signore stesso vi dar un segno. Ecco: la vergine concepir un figlio e lo chiamer Emanuele ( Dio con noi N.d.R.). E a proposito della nascita di Ges, il prof. Pesce fa notare pag 90 che la parola ebraica Almh significa semplicemente giovane donna e che nella traduzione dei Settanta, ci fu una impropria traduzione, testuali parole resa da un traduttore non molto preciso con Parthenos, Vergine. (questo ritornello lo ritroviamo nei dialoghi con il prof. Vannini nellaltra opera di Augias Inchiesta su Maria ) Chiediamoci ora 1) come possiamo definire il traduttore non molto preciso visto che non lo conosciamo, non sappiamo se fosse greco, o ebraico di lingua greca, per esempio; 2) ma, soprattutto, il profeta Isaia dove che vede la potenza di Dio, richiamandosi al parto di una giovane donna? Come fa a considerare profezia le sue parole che hanno come soggetto la cosa pi banale di questo mondo, nel senso pi normale e

usuale come la nascita di un figlio da una giovane donna? E questo un segno? Dov quella straordinariet che merita anche la profezia? Tutto diventa possibile se si tralascia il considerare il contesto biblico e la natura della profezia che stimolta non da doti psico-emotive ma dallazione dello Spirito Santo, colui che stato, , e sar colui che rende le parole scritte utili a comprendere un regno che non di questo mondo; il regista, lo sceneggiatore di un evento che s inserito nella storia ma che va oltre la storia. Ovviamente, se la tal cosa non viene presa in considerazione dai due scettici materialisti, inutile analizzare figure come Cristo e come Maria, Madre di Dio. Se non consideriamo questo, tutto vano e tutto, come viene ipotizzato nel libro, impossibile. Tutto verrebbe ricondotto ad una mera esperienza storica delle scritture, una narrazione di antichi fatti al pari della Bhagavad Gita o del poema di Gilgamesh. Un semplice quanto inutile tentativo di illudersi che oltre la vita esista il compimento e il senso della stessa in funzione di scenari pi ampi. Leggiamo, pag 95, e comprendiamo come lipotesi su espressa ha lobiettivo di rendere banale e artefatto tutto il messaggio di Salvezza. La continua citazione dei vangeli apocrifi fa il resto . E qui, il lettore accorto dovrebbe porsi una domanda e fare una riflessione che porta a due domande ben precise: 1) Se i Vangeli secondo gli autori del libro in esame - hanno un grado di attendibilit ancora da verificare, allo stato attuale labile, che senso ha, allora, citare i vangeli apocrifi come elemento di misurazione della figura di Cristo?; 2) Tenendo conto che, secondo la coppia Augias-Pesce, se i vangeli contenuti nel N.T. danno solo ipotesi altrettanto lo saranno gli apocrifi, slegati teologicamente tra loro e contaminati da visioni dottrinali estranee a quelle del N.T. e soprattutto non riconosciuti dalla Chiesa come attendibili? La necessit di porsi queste due domande d poi la risposta e la misura del valore della discussione tra Augias e Pesce. Ridicole appaiono, inoltre, le osservazioni fatte in merito ai versetti contenuti nel Vangelo di Giovanni Gv 6,41: Io sono il pane disceso dal

cielo costui non forse Ges, il figlio di Giuseppe? Di lui conoscia mo il padre e la madre. Come pu dunque dire: io sono disceso dal cielo? . Le riflessioni in merito a ci, fatte dagli autori, sembrano insinuare che levangelista Giovanni non dia credito alla nascita, di Ges per opera dello Spirito Santo, considerandolo figlio di un parto normale. Ma, diciamo noi: se Ges stesso si raccomand, durante la sua missione, di non dire chi egli fosse, facendo intendere che fino alla sua manifestazione egli intendeva vivere come uomo tra uomini, perch i due autori vogliono a tutti i costi tradurre lo stupore dei compaesani di Ges come la prova provata della sua nascita tra doglie sangue e liquidi amniotici, ipotizzando situazioni che non hanno riscontro documentabile? Ditemi quale uomo pu dire, sempre dal Vangelo di Giovanni GV 14, 23: Se uno mi ama, osserver la mia parola e il Padre mio lo amer e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.? Un uomo come lo intendiamo noi verrebbe giudicato pazzo, ma sicuramente non avrebbe risorto Lazzaro e non avrebbe guarito i lebbrosi solo con un atto di volont.

SESTO ARGOMENTO I fratelli di Ges Si cita il famoso brano di Marco Mc 6,2: Venuto il sabato incominci a predicare nella Sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: non costui il carpentiere, il figlio di Maria, fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone, e le sue sorelle non stanno qui con noi?. Il brano viene citato da molte dottrine, annunciatrici di particolari messaggi di salvezza, ma separate dalla Chiesa di Roma, per sostenere, in maniera approssimativa e lontano da una accurata indagine linguista, che Ges fosse il primogenito di una numerosa famiglia (vedi i Testimoni di Geova e Augias). Occorre rammentare una cosa molto importante: in quel tempo la parola fratello veniva usata anche per indicare i cugini o,

addirittura per indicare una comunione di comunanza spirituale. I negri di America, oggi, non si chiamano fra loro fratello? Comunque, se leggiamo in Matteo Mt 25,40 In verit vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli pi piccoli lavete fatta a me comprendiamo immediatamente il senso della parola. Allora, non tendenzioso ribattere sui fratelli di Ges usando il testo di Marco per negare, tralaltro, la verginit di Maria? Persino Calvino cos si espresse: Secondo il costume ebraico si chiamano fratelli tutti i parenti. E tuttavia Elvidio si mostrato troppo ignorante, nel dire che Maria ha avuto diversi figli perch in qualche punto si fatta menzione di fratelli di Cristo (Calvino, Commento in Matteo 13,55) Ecco dunque, i molti significati che nella cultura giudeo-ebraica la parola fratello poteva assumere: Fratello", cio figlio degli stessi genitori: p.es. Caino e Abele (Gen 4,1-2); Esa e Giacobbe (Gen 25,24-26, dove si tratta propriamente di gemelli); Mos, Aronne e Miriam (Nm 26,59); "fratellastro", cio fratello dello stesso padre ma madre diversa: p.es. i dodici figli che Giacobbe ebbe da quattro donne diverse (Gen 35,22-26; 37,4; 42,3; 42,4; 42,13); "parente" o "cugino", cio generico appartenente alla cerchia familiare (cugino di vario grado, nipote = figlio del figlio, nipote = figlio del fratello): p.es. Abramo chiamava 'fratello' suo nipote (figlio del fratello) Lot (Gen11,27;13,8;14,14;14,16), e lo stesso dicasi per Labano verso suo nipote Giacobbe (Gen29,15). In 1Cr23,22 il termine 'fratelli' viene usato per indicare i figli del fratello del padre, cio i cugini di primo grado; in Lv10,4 indica i figli del cugino di primo grado; "membro di una stessa trib", intendendo con trib i 12 raggruppamenti etnici relativi ai figli di Giacobbe-Israele: p.es. Nm8,26; 2Sam19,11-13); "amico" o "alleato", in particolare nei momenti avversi: p.es. 2Sam1,26; 1Re9,13; Pr17,17; "collega", cio individuo accomunato da un medesimo incarico di tipo religioso, civile, militare: p.es. 2Cr31,15; 1Re20,32; 1Sam30,23;

"prossimo", cio individuo di pari grado sociale verso il quale si hanno precisi obblighi morali: p.es. Ger 9,3; Ez 47,14; "compagno nella fede", significato che nella successiva tradizione cristiana dar origine al termine 'frate': p.es. Dt1,16; Sal 133,1 (Sal132,1 nella ordinazione della Vulgata, ripresa anche dalla Bibbia CEI). In ultima analisi, gli autori facendo riferimento , al verso, riportato nel libro pag 112 e che si riferisce a ci che scrisse Paolo ai Galati Gal 1,19: Giacomo, il fratello del Signore nascondono non dicendolo che Giacomo e Giovanni sono figli di Zebedeo e non certo di Giuseppe!!! Pi chiaro di cos!! Ma nulla di tutto ci sottolineato da Augias e Pesce, perch occorre fare sensazione e portare il lettore sulle loro tesi!!! Come al cinema o in televisione, dove si usano i trucchi per far credere qualsiasi cosa.

SETTIMO ARGOMENTO Ges taumaturgo Leggiamo a pag 134 Si potrebbe dire che Ges stato un mistero non solo per gli altri, ma anche per se stesso Questa presunzione di psicoanalisi fatta a distanza di duemila anni tocca il culmine quando il prof Pesce afferma a pag 135 testualmente:

anche se Luca, nellepisodio della trasfigurazione, sembra suggerire che egli abbia invocato Elia e Mos perch gli chiarissero il suo destino futuro

Siamo sicuri che sia Luca ad insinuare una cosa del genere o il prof Pesce, che lavora di fantasia in barba a tutte le regole dettate dallonest intellettuale? Si d di Cristo una personalit da sprovveduto: risuscita morti, fa guarigioni, ma non sa che cosa fare il giorno dopo e nemmeno che valore abbia la sua missione fino a quel momento!

OTTAVO ARGOMENTO Il processo Nelle pagine che trattano questo argomento si arriva a stabilire che i fatti, relativi alla cattura, al processo, Pilato ecc. riportati dai Vangeli sembrerebbero invenzioni come risulta dalla domanda posta da Augias: possibile che questi fatti siano stati volutamente falsificati? La risposta del prof Pesce fa intendere un atteggiamento nei redattori o copisti non propriamente e volutamente falsificatore, ma come frutto di convinzioni personalissime; leggiamo pag 157, 158 li porta ad

introdurre elementi storicamente non avvenuti gli autori hanno certamente trasformato o creato una serie di episodi che, di fatto, non si verificarono Il risultato lo stesso!! I vangeli sono frutto della

fantasia dei copisti. Ma non esistono prove che attestino le affermazioni di Pesce!! Ricordiamolo questo. Anzi!!! Mi vengono in mente le parole scritte da Svetonio (Claudio 25 11), il quale rifer come lImperatore Claudio cacci da Roma gli Ebrei e i Giudeo-cristiani che a causa di un certo Chresto con le loro continue e violente assemblee mettevano in pericolo lordine pubblico . E Paolo incontr a Corinto una coppia di giudeo-cristiani cacciati da Roma, Aquila e la moglie Priscilla. Il fatto avvenne a pochi decenni dalla morte di Cristo, quindi come possono Augias e Pesce dire che larresto, la condanna e la morte di Cristo siano evento non avvenuti, ma immaginati dai copisti? Cosa questa se non, a mio parere, disonest intellettuale? Ecco, si vuole suggerire al lettore beone che molto probabilmente, anche senza prove contrarie che tutto discutibile. Come affermare che LOdissea che conosciamo non realmente quella che ha scritto Omero. Secondo gli autori quindi, il messaggio di Salvezza, per il quale molti si sono fatti martirizzare, hanno versato il loro sangue, non altro la risultante di molteplici pareri e trasformazioni o invenzioni dei copisti, carta straccia in poche parole! Se fosse vera lasserzione, del prof. Pesce, allora, cari lettori, stracciate pure quelle pagine dalla vostra Bibbia, poich le opinioni personali non hanno potere di salvezza! E i vari personaggi che hanno testimoniato

Cristo nella storia, dalla decapitazione di San Paolo, la crocefissione di Pietro, sulla cui tomba fu eretta la Basilica Costantiniana, San Francesco, Don Giovanni Bosco, San padre Pio che della Passione di Cristo hanno fatto la loro gioia e croce quotidiana, possiamo dedurre, alla luce di quanto affermato, che sono stati tutti ingannati, o per lo meno si sono illusi, autoesaltandosi, a questo punto, non spiritualmente, ma psichicamente, isteria in poche parole, nelle loro meditazioni sulla Passione stessa di Cristo! NONO ARGOMENTO La Trasfigurazione e la Resurrezione Se molti episodi evangelici sono considerati invenzioni dottrinali come potrebbe essere considerata, dai due autori, la resurrezione di Cristo, punto di arrivo e di partenza del Piano di Salvezza iniziato seimila anni prima? Come una semplice ipotesi di isteria individuale o collettiva ! A tal proposito, il duo cita un eminente studioso, tale Adolf Holl, teologo viennese ancora una volta, per, si dimentica di dire che fu cacciato dalluniversit in cui insegnava per le sue teorie dottrinali. Quindi, stando cos le cose, le affermazioni del dott. Holl sulle apparizioni spirituali stimolate anche da particolari droghe leggi a pag. 177 danno il senso della qualit culturale e del procedere nella riflessione che i due autori intendono dare della resurrezione. Poi, quando si parla di Paolo e della sua folgorazione sulla strada per Damasco, del fatto che da persecutore di cristiani divenne uno strenuo difensore del Vangelo e il primo degli apostoli, leggiamo, del prof. Pesce, testuali parole:

personalmente soggetto ad avere visioni, come quella celeberrima sulla via di Damasco ( a proposito della quale si parlato di un possibile attacco epilettico) e ancora a proposito della Resurrezione: Si potrebbe facilmente obiettare, ed stato fatto, che la Maddalena era talmente presa o innamorata di Ges che crede di vederlo in quel giardino, in una di quelle che sono state definite visoni isteriche o allucinazioni.

Queste affermazioni scatenano nel lettore attento altre riflessioni e domande del tipo: Perch gli stessi non hanno il coraggio di affermare, per esempio, che i tre pastorelli di Fatima erano isterici e allucinati ? E cos di Bernardette Soubirous? Comunque il vezzo di fare analisi mediche a distanza di duemila anni rimane una costante, ed insinuare che

Paolo probabilmente poteva essere un epilettico d la misura della qualit scientifica delle parole riferite dal dott. Pesce che , non dimentichiamolo docente presso lUniversit di Bologna e storico del Cristianesimo e noto biblista. Il resto delle considerazioni, basate sulle sue affermazioni riportate con Augias, le lascio al lettore. Ma non solo: molte esperienze sarebbero frutto di pratiche esoteriche, come nel caso della Trasfigurazione utile, a parer loro, a Ges, per capire cosa dovesse fare i giorni a seguire. Leggiamo infatti a pag 184: Mi domando spiega il prof. Pesce - influenzato anche dalle ricerche di

mia moglie Adriana Destro, che insegna antropologia a Bologna, se non ci troviamo di fronte ad una vera e propria forma di trasmissione di esperienze esoteriche a un ristrettissimo gruppo di seguaci si spiegherebbero anche le apparizioni del risorto, che, di per s, sono delle visioni; il prof. Pesce introduce, poi, lantropologico sospetto di una

pratica di negromanzia attuata da Ges a proposito del colloquio con Mos ed Elia. La scientificit dellanalisi ha toccato il suo culmine!!! Ci piacerebbe anche sapere che tipo di ricerche ha fatto la moglie del dott. Pesce per capire esattamente, senza lombra del dubbio, cosa sia successo duemila anni fa. Ma ci preme sottolineare la disinvoltura, degli autori, nellaprire al lettore la possibilit, la via, alla consistenza ipotetica della negromanzia e dellesoterismo allinterno del messaggio cristiano: per gli autori appare molto pi reale poter parlare con i morti definita come esperienza antropologica e, al pari, attraverso pratiche esoteriche, di non bene identificata procedura, colloquiare con profeti defunti, piuttosto che considerare levento di Paolo sulla via di Damasco come un intervento divino. Facciamo una piccola e semplice considerazione: Se la Trasfigurazione una balla; se Cristo un uomo nato, morto e sepolto come tutti; se il senso dellaldil un evento isterico, come si fa a credere nella sopravvivenza dellanima e quindi ipotizzare un regno dei morti con cui poter dialogare? Ma se questi illuminati autori ipotizzano lesistenza del regno dei morti, garantita, secondo loro, dallesperienza negromantica ed esoterica, allora esiste un aldil, un mondo ove la materia non esiste cos come la vediamo; un mondo ove lo spirito del defunto continua ad esistere e con esso la personalit dello stesso Ergo: allora, esistendo un aldil, esiste anche Dio e con Dio un piano di Salvezza e con esso la realt salvifica di

Cristo. E questo per la semplice constatazione che se esiste ed teorizzato il mutuo soccorso, dettato o dalla piet o da un amore tra di noi terrestri con corpo, pensabile, allora, come reale e vero che possa esistere un mutuo soccorso che parte dal mondo dello spirito per arrivare su questa dimensione: un aiuto dei fratelli incorporei verso chi ancora ha il corpo e vive nel disagio delle tenebre. Concludendo: chi pu dire che oltre il regno dei morti non ci sia nulla? Che oltre il regno dei morti non ci sia il Regno della Pace da cui part millenni orsono il Piano della Salvezza? Augias e Pesce ce lo possono dire visto che hanno accertato o ipotizzato che a far tornare Elia e Mos su questa Terra stato sufficiente un rito negromantico da parte di Cristo. Grazie Augias grazie prof Pesce, ci avete dato la prova che esiste la vita oltre la morte!!

DECIMO ARGOMENTO Il lascito di Ges Appare sempre pi sconcertante la disarmante analisi condotta, a botta e risposta, tra i due autori del libro, attraverso affermazioni come quella a pag 200, ove si legge testualmente: il cristianesimo e, in particolare, il cattolicesimo si sono via via impregnati di pensiero neoplatonico, con un monoteismo solo apparente, che ha ripristinato in realt un pantheon di entit divine attraverso il culto di figure intermedie Queste affermazioni non possono far sorridere pensando, come persone, culturalmente preparate, possano confondere la figura di un santo con una di tipo paganeggiante, tale da rievocare il pantheon di ellenica memoria, dove la situazione era radicalmente differente; tutti sanno che i santi, persino la Madonna, si venerano ma Dio e Cristo si onorano. Eppure si procede con questo registro che ha come obiettivo

finale lesaltazione storica di un evento fine solo a se stesso; come evento storico appunto. E basta. Augias, in questo capitolo vedi pag 213 artatamente pone una domanda di cui sa gi la risposta. Ci riferiamo alle seguenti parole: Come si pone Ges di fronte al male che sembra dominare il mondo? Qualsiasi cristiano, anche il meno fervente, conosce che Cristo ha abbracciato il mondo, cos comera, CON TUTTI I SUOI MALANNI e sacrificandosi lo ha riscattato lasciandoci il suo messaggio di redenzione, di invito al pentimento per iniziare il processo di trasformazione: da uomo vecchio a uomo nuovo. Ma questo appare troppo dottrinale per i due, poich il prof Pesce, a cui vanno i nostri complimenti per dimostrare la profonda conoscenza della psiche di quel Cristo che visse duemila anni fa, risponde: Dio gli appare anche incomprensibile. Per tutta la vita cerca di sapere che cosa Dio voglia; alla fine si sente abbandonato e non capisce perch Dio lo destini a una fine ingiusta, a una sconfitta umiliante oltre che a patimenti atroci. In questa risposta c quel ricamo finale che completa la personale quanto atea visione Cristoclasta dei due, facendo passare per epilettici, allucinati tutti coloro che si sono santificati e che hanno avuto dialoghi mistici, documentati, dalla Chiesa, con Cristo stesso. Linsegnamento dottrinale e teologico, quindi, per Augias e Pesce, sembrerebbe essere vano, perch basato su documenti manipolati e poco attendibili e dove Cristo appare come un fallito! Ne esce, quindi, una figura di Cristo come uno che si trov coinvolto, per caso, allinterno di un disegno che non comprendeva; tralasciare, in questa analisi, frasi che invece danno lesatto contrario fa parte di quel metodo pi volte richiamato; di dimostrare, infine, un uomo morto e sepolto, grande uomo ma ridotto in polvere dal tempo. Nulla contano le parole dette da Ges nella notte tra gli ulivi: allontana da me questo calice amaro ma sia fatta la tua volont quindi evidente che Cristo si sia volontariamente immolato, conoscendo la Volont del Padre, e no che sia caduto in un fraintendimento. Poteva fuggire quella notte da Gerusalemme. Una prova di ci che affermiamo la troviamo a pag 204, ove di Ges si dice, alimentando sempre la pianta del dubbio, le seguenti frasi: se sono di Ges le frasi che il Vangelo di Matteo gli attribuisce sul giudizio universale, quando i malvagi saranno finalmente puniti: da ultimo Ges

non filosofo e neanche teologo Ecco, dunque, laffermazione che conferma la loro visione: Ges non Dio incarnato, ma un semplice uomo, e quindi non pu avere una visione o conoscenza teologica di Dio! Nulla valgono per i due le parole, tra le tante, che Ges pronunci Gv 14, 24. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che ascoltate non mia, ma del Padre che mi ha mandato. Quindi Ges sapeva quale era ovviamente la sua missione: riferire le parole che il Padre gli aveva detto per la Salvezza delluomo!! E queste non valgono perch mostrano la ridicolezza delle affermazione del duo BlaBla. Conseguentemente, anche Paolo si sbagliato o a curato i suoi interessi quando scrive agli efesini: lefficacia della sua forza che egli manifest in Cristo, quando lo risuscit dai morti e lo fece sedere alla destra nei cieli, al di sopra di ogni principato Ef. 19-20 Ma al troppo non c mai fine. Sentiamo, o meglio, leggiamo cosa dice il prof Pesce a proposito del battesimo di Ges: Il fatto che Ges vada a farsi battezzare da lui (Giovanni battista N.d.R.) rivela che anchegli avvertiva il bisogno di rinnovamento, di una conversione interiore. Al Cristo totalmente uomo, i due sembrano aggiungere un altro elemento: Cristo Ges talmente umano che probabilmente aveva qualche scheletro nellarmadio e, Giovanni battista, gli ha dato la possibilit di iniziare un cammino di conversione! Questo lasciano intendere le frasi appena lette e lasciamo fare a voi, o lettori, ulteriori riflessioni. Non importa se Giovanni il battezzatore disse di Ges che, egli, il battezzatore, non era degno nemmeno di sciogliere i lacci dei suoi calzari. A due non importa. Ma, tanto meno importa e si tralascia la risposta che Ges d ad un Giovanni meravigliato, che si chiede come mai colui che salver il mondo va a farsi battezzare come un semplice peccatore: Lascia fare per ora, perch conviene che cos adempiamo ogni giustizia. In questa frase c la piena conoscenza e consapevolezza di Cristo sulla sua missione, secondo quanto profetizzato nel V.T.; Cristo sa di doverne rispettare il piano e le tappe. E i cieli si aprirono in quelloccasione e Dio parl dicendo Questi il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto Ges non aveva

bisogno di ricorre alla negromanzia, come teorizzato dal professore precedentemente, per conoscere la sua missione e non come si scrive a pag 218 Ges cerca rivelazioni e in qualche caso le ottiene. Probabilmente le condizioni meteorologiche palestinesi avranno influenzato sulla capacit di ricevere o meno rivelazioni! Non il caso di tirare a lungo lanalisi di questa fondamentale quanto scientifica ed importante discussione per la cultura italiana tra Augias e Pesce. Riteniamo che il lettore abbia compreso la qualit scientifica della dissertazione su Cristo. Ma le brutte abitudini non si perdono facilmente. In una recente trasmissione televisiva, se ben ricordiamo intitolata Enigmi, andata in onda nel dicembre del 2007, il conduttore, guarda un po, sempre Augias, introduce i telespettatori ad una riflessione su Cristo con questa domanda, tratta dal Vangelo, che Ges pone ai suoi discepoli: e voi che dite chi io sia? ricordate? Ebbene, ascoltate le parole noi ci si aspettava che Augias continuasse ricordando la risposta di Pietro tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, invece no. Augias tralasci di leggere questa risposta fondamentale per la conoscenza evangelica di Cristo e cominci la sua tiritera Cristoclasta arrivando a parlare di leggende che vogliono Cristo invecchiato e sepolto in India o in Giappone con figli e nipoti. La solita pasta, la solita cultura lobbistica di una Italia culturalmente in declino ed autolesionista! Oltre che autoreferenziale per fini economici.

CONCLUSIONI Al termine della nostra disamina, riportiamo le edificanti frasi pag. 237 - uscite dalla illuminata penna di Augias, che vogliono mostrare e dimostrare la tesi di un Cristo morto e sepolto nella pi acuta sconfitta personale e morale: In questo libro mi sembra di aver sostenuto, in grande sintesi, che Ges era un ebreo ( scoperta della famosa hot water N.d.R.) che non voleva fondare una nuova religione. Non era cristiano ( come dire che un macellaio uno strenuo difensore della vita delle mucche N.d.R.). Era convinto che il Dio delle Sacre Scritture ebraiche stesse cominciando a trasformare il mondo per instaurare finalmente il suo regno sulla terra ( erano, al tempo di Ges, circa da 1500 anni che il popolo ebreo sera incamminato verso la Terra promessa. E se lui era Ebreo N.d.R.): era del tutto concentrato su Dio e pregava per capire la sua volont e ottenere le sue rivelazioni, ma era anche del tutto concentrato sui bisogni degli uomini, in particolare i malati, i pi poveri e coloro che erano trattati in modo ingiusto (quanto umano lei da Fantozzi N.d.R. ) Il regno di Dio non venne e, anzi, egli fu messo a morte (Ma non avevano i due affermato nelle pagg 157-158 li porta ad

introdurre elementi storicamente non avvenuti gli autori hanno certamente trasformato o creato una serie di episodi che, di fatto, non si verificarono?) messo a morte dai romani per motivi politici. I suoi

discepoli, che provenivano da ambienti i pi vari, ne diedero dallinizio interpretazioni differenti. Si interrogarono sulla sua morte fornendo spiegazioni diverse e molti di loro si convinsero ( la solita tirata in ballo dellisteria di scuola ottocentesca che accomuna gli apostoli con le verginelle non maritate, ma vogliose? N.d.R.) che egli fosse risuscitato i fondamentalismi di qualunque tipo dimostrano la propria debolezza culturale e la devastazione mentale che operano. Con queste battute finali, Augias, in pratica afferma, intendere al lettore, che tra questi fondamentalismi ci sia Chiesa cattolica, rappresentante, quindi, di una fondamentalista animata da persone con debolezza culturale lasciando anche la religione e con un

patrimonio mentale devastato. Dobbiamo ritenere che papa Ratzinger ( oggi papa Francesco N.d.R.) sia il rappresentante della comunit cristiano-cattolica che ha la mente devastata? Ci risponda Augias. Ai lettori lardua sentenza! Antonio Dal Muto, sperando di aver reso un buon servizio al lettore Anno 2008

You might also like