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Obiettivi (1/2)
Questa unit intende insegnare agli allievi le caratteristiche e le possibilit di impiego di materiali refrattari, ceramici tradizionali, ceramici avanzati per impieghi nellindustria meccanica, vetrosi e vetroceramici. Questa unit ha inoltre lo scopo di fornire agli allievi conoscenze adeguate sulle matrici e sui rinforzanti o tenacizzanti presenti nei materiali compositi.
Obiettivi (2/2)
Vengono illustrate le caratteristiche delle matrici polimeriche, metalliche, ceramiche, vetrose e vetroceramiche e quelle dei rinforzanti: fibre lunghe, corte, particelle, whiskers e forniti gli elementi per imparare a progettare con questi materiali. Gli allievi apprendono infine le caratteristiche e le straordinarie propriet dei nanomateriali, lultima innovativa classe di materiali.
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Refrattari (1/4)
I materiali refrattari sono sostanze non metalliche che possono essere portate a 1400 1600C senza fondere o decomporsi, mantenendo buone caratteristiche meccaniche. Si ottengono da materie prime facilmente reperibili: quarzo, silico-alluminati, carbonato di calcio o di calcio-magnesio, ossido di Mg dallacqua di mare, cromite, carburo di silicio, zircone, carbonio.
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Refrattari (2/4)
Le materie prime, ridotte in polvere di adatta granulometria e addizionate di poco legante, vengono foggiate sotto forma di mattoni che sono poi sottoposti a cottura a temperatura elevata. Il riscaldamento provoca talvolta la decomposizione di alcuni costituenti con formazione di sostanze gassose come H2O o CO2 e forti variazioni dimensionali dei manufatti. Il materiale intermedio ottenuto, denominato sinter, viene rimacinato e compattato con un secondo riscaldamento per ottenere i manufatti nella forma definitiva. 9
Refrattari (3/4)
In alcuni casi il sinter viene direttamente utilizzato per realizzare il fondo di forni che elaborano liquidi ad alte temperature; il sinter viene, in tal caso, compattato sotto forma di una pigiata refrattaria. Il processo attraverso il quale si realizza il compattamento delle polveri refrattarie si chiama sinterizzazione. Durante tale fase, eventualmente con il concorso di piccole quantit di liquido formatosi ad alte temperature, le sostanze evolvono verso le forme previste dai diagrammi di stato mentre la porosit si riduce.
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Refrattari (4/4)
La funzione principale dei refrattari quella di rivestire linterno dei forni per tenervi confinata lenergia termica necessaria per lo svolgimento del processo che avviene allinterno. I refrattari vengono classificati, sulla base della loro composizione chimica e della loro reattivit, in refrattari acidi, refrattari basici e refrattari neutri.
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Refrattari basici
Contengono come sostanza basica caratterizzante lossido di magnesio, MgO, un composto a elevata refrattariet che fonde a circa 2800C. Si dividono in tre categorie principali:
Refrattari magnesiaci Refrattari dolomitici Refrattari cromo-magnesiaci
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Protezioni balistiche
Inseriti in un sistema ibrido (polimero e metallo) per offrire resistenza differenziata allurto del proiettile e alle schegge che possono derivare dallimpatto. La parte ceramica che si oppone alla durezza del proiettile perforante nei mezzi blindati realizzata in allumina Al2O3 ed inclusa in una corazza ibrida metallo ceramica polimero metallo.
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Materiali vetrosi
Generalit sui materiali vetrosi Lavorazioni Caratteristiche dei vetri Vetroceramiche
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Materiali vetrosi
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Materiali vetrosi
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Vetroceramiche (1/3)
Si dice che un vetro devetrifica quando passa dallo stato amorfo a uno stato cristallino pi stabile. Il fenomeno in genere indesiderato perch altera le caratteristiche meccaniche e ottiche. Esistono tuttavia materiali, denominati vetroceramiche, nei quali un parziale e controllato passaggio allo stato cristallino provocato di proposito attraverso laggiunta di piccole quantit di un agente nucleante i cristalli ( ad es. TiO2).
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Vetroceramiche (2/3)
Questo agente una sostanza che non si scioglie nel vetro e che nel corso della solidificazione, o a seguito di ricottura, precipita come fase separata sotto forma di cristalli minutissimi. Questi cristalli dellagente nucleante agiscono come germi di cristallizzazione di fasi formate dagli stessi costituenti del vetro caratterizzate da ottime propriet meccaniche.
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Vetroceramiche (3/3)
Rispetto ai materiali ceramici tradizionali i vetroceramici presentano una porosit pressoch nulla e una maggiore facilit di formatura, data la possibilit di realizzare manufatti con i procedimenti tipici della tecnica vetraria.
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Materiali compositi
Generalit sui materiali compositi Matrici Rinforzanti Metodi di produzione Caratterizzazione dei compositi Propriet meccaniche dei compositi
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Materiali compositi
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Generalit (1/4)
I materiali compositi sono stati sviluppati in quanto i materiali tradizionali sono stati ritenuti incapaci di soddisfare, singolarmente, le esigenze di sviluppo tecnologico. Si ottengono dalla combinazione di due materiali convenzionali che differiscono nella forma e/o nella composizione chimica e che sono sostanzialmente insolubili luno nellaltro. La combinazione d origine a un materiale con propriet differenti e superiori rispetto a quelle dei costituenti e non altrimenti realizzabili.
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Generalit (2/4)
Scegliendo i costituenti si possono progettare le propriet che si intendono ottenere e quindi progettare i materiali in base alle specifiche funzionali e strutturali da realizzare. I compositi vengono ottenuti disperdendo in un materiale di base, denominato matrice, una (o pi) seconda fase, spesso sintetizzata a parte, denominata rinforzante (o tenacizzante).
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Generalit (3/4)
La matrice una fase continua maggioritaria che definisce forma e volume dei componenti mentre il rinforzante una fase discontinua minoritaria che pu assumere forme diverse: fibre lunghe, fibre corte, particelle, whiskers. Nei materiali compositi sono di primaria importanza le interazioni che si verificano allinterfaccia tra matrice e rinforzante.
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Generalit (4/4)
E necessario che i due costituenti siano strettamente connessi per consentire una stretta continuit meccanica capace di trasmettere le sollecitazioni dalluno allaltro. E anche necessario che i due costituenti non reagiscano fra di loro, mantenendo una discontinuit chimica ed evitando la formazione di prodotti di reazione fragili.
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Generalit (1/4)
Caratteristiche comuni a quasi tutti i materiali compositi sono una maggiore resistenza e rigidit rispetto alle matrici di riferimento e valori piuttosto bassi di densit.
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Generalit (2/4)
Sono quindi qualificanti le resistenze e i moduli elastici specifici ottenuti dividendo i due parametri per la densit. Nella figura sono rappresentati i valori di modulo elastico e di densit di alcune classi di materiali.
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Generalit (3/4)
I compositi sono stati inizialmente sviluppati in ambito aerospaziale e aeronautico per applicazioni strutturali dove garantiscono elevate resistenze meccaniche a fronte di una notevole leggerezza. Successivamente il loro impiego stato esteso ai settori autoveicolistico, edilizio, meccanico, elettrico, elettronico, ecc..
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Generalit (4/4)
Lo sviluppo delle grandi potenzialit dei compositi talvolta limitato da alti costi di produzione che comprendono la progettazione del prodotto e del processo, la gestione della produzione, le complesse tecnologie di produzione, lelevata frazione degli scarti.
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Materiali compositi
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Matrici
I compositi vengono classificati in funzione della natura della matrice, questa pu essere:
Polimerica Metallica Ceramica Vetrosa Vetroceramica
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Materiali compositi
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Rinforzanti
Gli agenti rinforzanti sono costituiti da:
Fibre lunghe o corte Particelle equidimensionali o tabulari Whiskers
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Fibre (1/6)
Le fibre sono di tipo organico, a base di polimeri o di carbonio, o di tipo inorganico a base di vetri, di SiC, di Al2O3, di boro. La loro efficacia come rinforzanti dipende, oltre che dalla composizione, dalla lunghezza, dal diametro, dalla uniformit delle dimensioni, dallo stato della superficie, dalle modalit di fabbricazione, dalle interazioni con la matrice, dal coefficiente di dilatazione termica, dalle doti resistenziali.
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Fibre (2/6)
Allinterno dei compositi le fibre possono assumere le seguenti configurazioni schematiche: a) fibre lunghe continue allineate longitudinalmente; b) fibre corte allineate; c) fibre corte orientate casualmente.
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Fibre (3/6)
Nella figura sono schematicamente rappresentate le diverse caratteristiche geometriche e spaziali della fase dispersa influenti sulle propriet del composito.
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Fibre (4/6)
In alcuni casi si realizzano strati di composito sovrapposti con fibre orientate tutte nella stessa direzione (composito anisotropo) oppure in direzioni differenti (composito quasi isotropo).
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Fibre (5/6)
Le fibre hanno bassa densit e modulo elastico che varia da qualche decina a qualche centinaio di GPa; il carico di rottura di qualche migliaio di MPa, mentre gli allungamenti a rottura sono modesti. Le fibre di carbonio vengono prodotte sia nella versione ad alto modulo elastico (HM) sia in quella ad alta resistenza (HS).
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Fibre (6/6)
Nella figura sono mostrate per alcune fibre le curve sforzo-deformazione a trazione.
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Fibre inorganiche
Le pi importanti fibre inorganiche sono:
Di Di Di Di vetro allumina, Al2O3 SiC B
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Fibre di B
Sono ottenute per deposizione di boro in fase vapore su un filamento di W a partire da BCl3 e in presenza di idrogeno: BCl3 + 3/2 H2 B + 3 HCl Le fibre di B hanno densit di 2,65 g/cm3, modulo elastico di 420 GPa e carico di rottura di ben 3500 MPa.
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Particelle
Le particelle sono di natura inorganica, vengono disperse prevalentemente in matrici metalliche e ceramiche e sono costituite da Al2O3, SiC, Si3N4, B4C, TiB2, TiC. Si possono ottenere per macinazione dei corrispondenti ceramici allo stato massivo oppure, anche per ottimizzarne le dimensioni, per via umida, con tecniche sol-gel, oppure per reazione in fase vapore.
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Whiskers (1/2)
I whiskers sono monocristalli ceramici con diametro di circa 0,5m e lunghezza variabile da 8 a 10m con difettosit molto ridotta e ottime caratteristiche meccaniche. Sono pericolosi perch, se inalati, possono provocare malattie polmonari e processi cancerogeni.
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Whiskers (2/2)
I pi diffusi sono quelli di SiC ottenuti o per decomposizione termica della pula del riso o con tecniche di elaborazione in fase vapore di miscele gassose di SiO, CH4, H2. I whiskers di SiC hanno densit di 3,2 g/cm3; modulo elastico di 700 GPa e un carico di rottura elevatissimo, di circa 7.000 MPa.
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Materiali compositi
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Stampaggio a caldo
Per produzioni di grande serie si pu operare uno stampaggio a caldo, con pressioni di qualche decina di MPa, in stampi metallici di una miscela di resina e rinforzante sotto forma di una lamina contenente fibre lunghe orientate o di una pasta con fibre corte.
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Pultrusione o poltrusione
Un altro processo produttivo adatto alla realizzazione di manufatti continui a sezione costante la pultrusione. Un fascio di fibre viene impregnato per immersione nella resina, poi formato in uno stampo caldo e reticolato in un forno mentre viene tirato da rulli disposti a valle.
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E (GPa)
50 145 205 85 30-55
DENSITA(g/cm3)
1,99 1,55 1,63 1,38 1,6-2,0
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Casting
I MMCs con rinforzante discontinuo e matrice metallica fusa possono essere ottenuti per dispersione del rinforzante, sotto lazione di unagitazione meccanica, in una matrice liquida; il tutto viene poi colato e lasciato solidificare (casting).
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Rheocasting e thixocasting
La matrice pu anche essere solo parzialmente fusa (rheocasting) prima della colata oppure essere tenuta allo stato semisolido in forte agitazione per diminuirne la viscosit (thixocasting). Il composito viene poi colato sotto forma di lingotti e lasciato solidificare; pu poi essere rifuso e colato oppure deformato plasticamente a caldo per produrre componenti.
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Sinterizzazione di polveri
Con matrici sotto forma di polveri metalliche il composito si realizza mescolando le polveri con particelle di rinforzante, comprimendo la miscela a caldo o a freddo e poi sinterizzando il tutto; si pu anche operare una pressatura a caldo, isostatica o unidirezionale. Si ottengono semilavorati che vengono successivamente deformati plasticamente mediante forgiatura, estrusione, laminazione.
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Metodi in situ
Alcuni MMCs vengono realizzati con metodi in situ con il rinforzante che viene prodotto attraverso una reazione chimica con la matrice. Si pu ricorrere a un processo gas liquido portando la matrice fusa a contatto con un gas reattivo; ad es. Al (liquido) + O2 (gas) Al2O3 (solido). Si pu ricorrere a un processo liquido solido infiltrando il metallo liquido in una preforma di rinforzante con il quale reagisce formando un differente rinforzante; ad es. 4 Al (liq) + 3 SiO2 (sol) 2Al2O3 (sol) + 3 Si (liq).
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Rs(0,2) MPa24C 2013 869 156C 1820 572 538C 1696 386
Ti-6Al-4V
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Sinterizzazione di polveri
I CMCs possono essere ottenuti per sinterizzazione di polveri della matrice e del rinforzante tenacizzante, entrambe con granulometria controllata per ottenere elevate densit a verde.
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Infiltrazione
Si possono ottenere CMCs anche per infiltrazione di una matrice liquida in una preforma costituita, ad es., da un tessuto di fibre; la preforma pu anche essere infiltrata con materiali polimerici capaci, per pirolisi, di dare origine a un materiale ceramico.
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Processi sol-gel
Unaltra alternativa di produzione dei CMCs ricorre al metodo sol-gel con il quale una sospensione (sol) di particelle piccolissime (~ 100 nm), ottenute per reazione chimica in soluzione, viene trasformata in un gel a seguito dellevaporazione parziale del solvente e conseguente aumento di viscosit. Un sol pu essere utilizzato per infiltrare una preforma di tenacizzante; il tutto viene poi essiccato e calcinato. Oppure le particelle di tenacizzante possono essere disperse in un sol e dopo calcinazione, essere compattate e cotte. 223
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Esempi di CMCs
Esempi di compositi a matrice ceramica sono:
Al2O3/SiCwhiskers Al2O3/ZrO2particelle Vetroceramica/fibre C/C SiC/SiC SiC/C
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Composito Al2O3/SiC whiskers Il composito Al2O3/SiCwhiskers viene realizzato utilizzando una sospensione di allumina e whiskers di SiC che viene essiccata, pressata a caldo o a freddo e infine sinterizzata. La presenza fino al 25% in volume dei whiskers migliora la resistenza, il modulo elastico, la tenacit anche ad alta temperatura e la conducibilit termica. Diminuiscono invece la densit e la dilatazione termica con il risultato complessivo di migliorare la resistenza allo shock termico.
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Compositi SiC/C
I compositi SiC/C si ottengono infiltrando fibre di C con carburo di silicio o suoi precursori: la matrice di SiC pu essere ottenuta con le stesse modalit utilizzate per i compositi SiC/SiC oppure infiltrando le preforme in fibra di C con silicio fuso che reagisce con le fibre formando la matrice di SiC.
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Materiali compositi
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Materiali compositi
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Debonding
Il trasferimento completo solo se le fibre sono sufficientemente lunghe e la rottura del materiale comporta la rottura delle fibre; in caso contrario si ha perdita di adesione allinterfaccia (debonding) e scorrimento relativo di fibre e matrice.
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Tenacit (1/4)
Rispetto ai materiali tradizionali la propagazione delle cricche di frattura nei compositi condizionata anche:
Dalla presenza dellinterfaccia tra rinforzante e matrice Dalle forze di legame fra i due costituenti Dalla capacit del sistema di consumare energia di rottura allatto dello scollamento dellinterfaccia e della deviazione della cricca operata dal rinforzante.
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Tenacit (2/4)
Sulla tenacit dei compositi inoltre influente la natura della matrice. Nel caso delle matrici polimeriche o metalliche la loro tenacit pu essere ridotta dalle sollecitazioni residue indotte dallaccoppiamento con il rinforzante. Le fragili matrici ceramiche possono invece venire tenacizzate dai rinforzanti che attivano meccanismi di frattura che dissipano energia.
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Tenacit (3/4)
Sulla tenacit, almeno nel caso delle fibre, anche influente la natura del rinforzante; questi pu talvolta essere deformato plasticamente (acciaio nel cemento armato; fibre poliestere nei pneumatici; fibre aramidiche in compositi a matrice polimerica) contribuendo alla tenacit del composito.
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Tenacit (4/4)
Altre fibre, come quelle di vetro, di B, di C, si rompono consumando poca energia anche se possono contribuire a tenacizzare il composito rendendo con la loro presenza difficoltoso il cammino delle cricche.
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Resistenza al debonding
Per migliorare la resistenza al debonding occorre migliorare la bagnabilit del rinforzante e stabilire legami chimici forti con la matrice. Ci pu essere ottenuto depositando sulla superficie del rinforzante strati aderenti deputati a interagire con la matrice e a contrastare la formazione di fasi infragilenti.
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Compositi multistrato
Nel caso di compositi multistrato la situazione ulteriormente complicata dal fatto che le cricche possono essere deviate nelle zone tra le lamine e la rottura avviene allora a seguito di un processo di delaminazione.
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Tenacizzazione (1/6)
Un ceramico relativamente tenace pu essere ottenuto introducendo in una matrice ceramica, ad es. di Al2O3, una fase dispersa tenacizzante, ad es. di ZrO2, sotto forma di particelle con diametro di circa 1m. Quando una cricca avanza riduce la costrizione operata dalla matrice sulle particelle di ZrO2 metastabili consentendo loro di trasformarsi nella forma monoclina con aumento di volume. Tale aumento di volume mette localmente in compressione il materiale ostacolando lavanzamento della cricca. 289
Tenacizzazione (2/6)
La tenacizzazione di un ceramico pu anche essere raggiunta disperdendo rinforzanti stabili attorno ai quali si formano tensioni residue dovute al differente coefficiente di dilatazione termica rispetto alla matrice.
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Tenacizzazione (3/6)
Tali tensioni interagiscono con lo stato di trazione esistente allapice della cricca provocando deviazione o rotazione della cricca con aumento della tenacit.
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Tenacizzazione (4/6)
Laumento di tenacit dipende dalla frazione volumetrica delle particelle e dalla loro forma.
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Tenacizzazione (5/6)
Si possono tenacizzare matrici ceramiche anche incorporandovi fibre lunghe, spesso di natura uguale o simile. Si hanno cos i compositi C/C, SiC/SiC, C/SiC nei quali le fibre lunghe hanno resistenza a trazione molto pi elevata di quella della matrice.
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Tenacizzazione (6/6)
Alla loro tenacit concorrono alcuni fenomeni che incrementano il lavoro di frattura del tipo del debonding o del pull-out. Laumento di tenacit dipende dalla frazione volumetrica delle fibre, dalla lunghezza del debonding, dal lavoro di estrazione dalla matrice delle fibre fratturate.
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Curva di Wohler
La prova a fatica non si conclude con la rottura. Il materiale presenta cio un carico limite di fatica. La curva di Wohler sforzo/numero di cicli assume laspetto consueto riportato nella figura.
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Generalit (1/6)
Con il nome di nanomateriali si intendono materiali nuovi ottenuti sotto forma di particelle nanometriche oppure materiali nanostrutturati derivanti dalla nanostrutturazione di materiali noti.
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Generalit (2/6)
I nanomateriali e le connesse nanotecnologie afferiscono a un nuovo campo tecnologico e scientifico che ha come obiettivo la sintesi di nanomateriali e la realizzazione di componenti basati su strutture nanometriche.
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Generalit (3/6)
Un nanometro (nm) corrisponde a 10-9m; la distanza corrispondente a 10 atomi di idrogeno allineati; un globulo rosso ha un diametro di ~ 1000 nm; i grani dei materiali policristallini hanno diametri variabile da 10 a 100 m ovvero da 10.000 a 100.000 nm.
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Generalit (4/6)
I nanomateriali sono caratterizzati da un elevatissimo valore del rapporto tra la superficie complessiva delle nanoparticelle e il volume che occupano. Una particella di dimensioni nanometriche pu essere ottenuta riducendo con metodi fisici le dimensioni di una pi grande.
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Generalit (5/6)
Un approccio pi interessante quello di ottenere nanoparticelle assemblando atomo per atomo o molecola per molecola per ottenere aggregati capaci di svolgere funzioni specifiche eventualmente da combinare poi in strutture sopramolecolari organizzate (approccio tipico dei sistemi biologici). Lassemblaggio di nanounit di materia o il controllo a livello nanometrico di superfici di componenti consentono di ottenere materiali o componenti con propriet del tutto nuove o decisamente migliori. 319
Generalit (6/6)
Le dimensioni nanometriche conferiscono cio a un materiale nanostrutturato particolari propriet; ad es. il rame nanocristallino ha una resistenza a trazione che circa il doppio di quella del rame microcristallino.
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Applicazioni (1/5)
Le applicazioni consolidate o annunciate sono gi molto numerose e concernono:
Dispositivi per lindustria elettronica, del tipo dei chip a semiconduttori a nanoscala; delle tecnologie di memorizzazione pi spinte; di computer piccolissimi; della misura della compatibilit e del rischio elettromagnetico Materiali polimerici elettricamente conduttivi per applicazioni fotovoltaiche Supercondensatori o elettrodi per batteria ad altissima area superficiale Sistemi fotonici
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Materiali
Applicazioni (2/5)
Sistemi di trasporto e di rilascio di farmaci Protesi mediche pi resistenti e pi biocompatibili Cosmetici e gel con protezione rispetto ai raggi ultravioletti Rivestimenti anticorrosione Superfici autopulenti Film sottili per sensoristica
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Applicazioni (3/5)
Prodotti per la catalisi, per la rimozione di inquinanti, per lo stoccaggio di H2 Lubrificanti con viscosit progettata Materiali compositi particolarmente leggeri, robusti e sottili Membrane per il packaging, per celle a combustibile, per la catalisi
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Applicazioni (4/5)
nel settore autoveicolistico:
Per labbattimento delle emissioni inquinanti; Per lalleggerimento delle strutture attraverso materiali a bassa densit e con nanorivestimenti a basso attrito; Per nuovi sistemi di illuminazione ad alta efficienza; Per migliorare la visibilit delle vetrature; Per materiali intelligenti per lo sviluppo di attuatori multifunzionali
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Applicazioni (5/5)
I sistemi investigati e le loro applicazioni comprendono nanoparticelle, nanotubi, nanofibre, nanofili metallici, intermetallici, semiconduttori, nanocompositi, nanobiomateriali, nanopolimeri, membrane nanoporose, miscele organiche-inorganiche.
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Classificazione
I nanomateriali possono essere suddivisi in due categorie; la prima riguarda la realizzazione di sottilissimi strati superficiali che svolgono funzioni particolari. La seconda prevede la preparazione di nanopolveri che possono essere o compattate per ottenere componenti o disperse in matrici per generare nanocompositi. Presenta ancora una certa criticit il problema della produzione di grandi quantit di nanopolveri uniformi, quanto a forma, purezza e dimensioni delle particelle, e di costo contenuto. 328
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