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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

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Materiali ceramici, compositi; nanomateriali


Materiali ceramici refrattari Materiali ceramici tradizionali Materiali ceramici avanzati Materiali vetrosi Materiali compositi Cenni su nanomateriali e nanotecnologie

2005 Politecnico di Torino

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Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Obiettivi (1/2)
Questa unit intende insegnare agli allievi le caratteristiche e le possibilit di impiego di materiali refrattari, ceramici tradizionali, ceramici avanzati per impieghi nellindustria meccanica, vetrosi e vetroceramici. Questa unit ha inoltre lo scopo di fornire agli allievi conoscenze adeguate sulle matrici e sui rinforzanti o tenacizzanti presenti nei materiali compositi.

Obiettivi (2/2)
Vengono illustrate le caratteristiche delle matrici polimeriche, metalliche, ceramiche, vetrose e vetroceramiche e quelle dei rinforzanti: fibre lunghe, corte, particelle, whiskers e forniti gli elementi per imparare a progettare con questi materiali. Gli allievi apprendono infine le caratteristiche e le straordinarie propriet dei nanomateriali, lultima innovativa classe di materiali.

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Materiali ceramici refrattari


Generalit sui refrattari Propriet dei refrattari Refrattari acidi Refrattari basici Refrattari neutri

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Materiali ceramici refrattari

Refrattari (1/4)
I materiali refrattari sono sostanze non metalliche che possono essere portate a 1400 1600C senza fondere o decomporsi, mantenendo buone caratteristiche meccaniche. Si ottengono da materie prime facilmente reperibili: quarzo, silico-alluminati, carbonato di calcio o di calcio-magnesio, ossido di Mg dallacqua di mare, cromite, carburo di silicio, zircone, carbonio.

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Refrattari (2/4)
Le materie prime, ridotte in polvere di adatta granulometria e addizionate di poco legante, vengono foggiate sotto forma di mattoni che sono poi sottoposti a cottura a temperatura elevata. Il riscaldamento provoca talvolta la decomposizione di alcuni costituenti con formazione di sostanze gassose come H2O o CO2 e forti variazioni dimensionali dei manufatti. Il materiale intermedio ottenuto, denominato sinter, viene rimacinato e compattato con un secondo riscaldamento per ottenere i manufatti nella forma definitiva. 9

Refrattari (3/4)
In alcuni casi il sinter viene direttamente utilizzato per realizzare il fondo di forni che elaborano liquidi ad alte temperature; il sinter viene, in tal caso, compattato sotto forma di una pigiata refrattaria. Il processo attraverso il quale si realizza il compattamento delle polveri refrattarie si chiama sinterizzazione. Durante tale fase, eventualmente con il concorso di piccole quantit di liquido formatosi ad alte temperature, le sostanze evolvono verso le forme previste dai diagrammi di stato mentre la porosit si riduce.
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Refrattari (4/4)
La funzione principale dei refrattari quella di rivestire linterno dei forni per tenervi confinata lenergia termica necessaria per lo svolgimento del processo che avviene allinterno. I refrattari vengono classificati, sulla base della loro composizione chimica e della loro reattivit, in refrattari acidi, refrattari basici e refrattari neutri.

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Propriet: refrattariet (1/3)


E la temperatura massima alla quale possono essere utilizzati ed strettamente collegata alla temperatura di inizio fusione. Particolarmente interessante il comportamento al riscaldamento in presenza di un carico a compressione, ad es. di 2 kgf/cm2, (refrattariet sotto carico).

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Propriet: refrattariet (2/3)


La refrattariet sotto carico illustrata da curve che indicano le variazioni della lunghezza l di un provino caricato a compressione e progressivamente riscaldato.

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Propriet: refrattariet (3/3)


Si individua una temperatura di inversione (Ti) alla quale si interrompe la dilatazione; una temperatura di rammollimento (Tr) cui corrisponde una riduzione apprezzabile delle dimensioni del materiale e una temperatura di schiacciamento (Ts) alla quale il materiale fortemente deformato.

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Materiali ceramici refrattari

Altre propriet (1/4)


Conducibilit termica. Deve essere contenuta per evitare che lenergia termica si diffonda allesterno dei forni. Dilatazione termica (lineare e volumetrica); deve essere contenuta per evitare che, in presenza di forti variazioni termiche, si verifichino variazioni dimensionali capaci di minare la solidit delle strutture.

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Altre propriet (2/4)


Resistenza agli sbalzi termici. Resistenza a sollecitazioni cicliche di natura termica che conseguenti a differenze di temperatura in punti diversi dei manufatti e che comportano linsorgere di tensioni che possono innescare rotture. La resistenza agli sbalzi termici aumenta con la resistenza a compressione e con il coefficiente di conducibilit termica e diminuisce allaumentare del modulo elastico e del coefficiente di dilatazione termica.
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Altre propriet (3/4)


La densit. Si distingue tra una densit a verde che quella posseduta dal materiale prima della cottura; una densit teorica calcolabile da dati cristallografici e una densit apparente che si misura sperimentalmente e che fa riferimento al volume della materia pi il volume dei pori in essa presenti. Porosit. Si distingue tra porosit aperta che quella dei pori accessibili dallesterno; porosit chiusa che riguarda i pori interni al materiale; porosit totale che la somma delle porosit aperta e chiusa. 18

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Altre propriet (4/4)


Stabilit strutturale. Riguarda i refrattari che, al variare della temperatura, assumono strutture cristalline differenti, caratterizzate da densit notevolmente diverse. Occorre stabilizzare una modificazione a evitare che il passaggio dalluna allaltra provochi forti variazioni volumetriche con pericolo per la resistenza del materiale. Resistenza a compressione. Deve essere sufficientemente elevata per sostenere il peso della strutture che gravano sul refrattario.
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Refrattari acidi (1/3)


Contengono come sostanze acide la silice SiO2 e lallumina Al2O3; il diagramma di stato di riferimento quello SiO2 Al2O3.

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Refrattari acidi (2/3)


Il diagramma caratterizzato da completa immiscibilit allo stato solido e dalla presenza di un composto a fusione congruente, denominato mullite, di formula 3Al2O32SiO2.

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Refrattari acidi (3/3)


Appartengono al sistema silice-allumina alcune categorie di refrattari:
Refrattari silicei o dinas Refrattari silico-alluminosi
Refrattari silico-alluminosi con 22 44 % di Al2O3 Refrattari sillimanitici Refrattari mullitici Refrattari a base di allumina

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Refrattari acidi silicei


Refrattari silicei o dinas: contengono 96 97% di SiO2, circa il 2% di CaO e 0,5% di Al2O3 e sono sostanzialmente costituiti dalle forme di alta temperatura della silice: tridimite e cristobalite. Hanno peso specifico di circa 2,2 2,3 g/cm3; una refrattariet sotto carico di circa 1680C; unottima resistenza agli sbalzi termici tra 6001700C; una scarsa resistenza allaggressione chimica da parte di ossidi basici.

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Refrattari acidi silico-alluminosi


Refrattari silicoalluminosi. Contengono come ossidi principali SiO2 e Al2O3 e piccole quantit di Fe2O3, TiO2, MgO, Na2O, K2O. Sono tanto pi pregiati quanto pi alta la percentuale di Al2O3. Si dividono in quattro categorie:
Refrattari Refrattari Refrattari Refrattari silico alluminosi con 22 44% di Al2O3. sillimanitici. mullitici. a base di allumina.

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Refrattari acidi con 22 44% di Al2O3


Refrattari silico alluminosi con 22 44% di Al2O3. Derivano dalla cottura di argille selezionate ricche in caolino: Al2O3 2SiO2 2H2O; questo silico-alluminato idrato al riscaldamento perde H2O e si trasforma in un prodotto costituito da SiO2 e mullite contenente circa il 46% di Al2O3. Le impurezze, talvolta presenti in misura importante, fanno abbassare la percentuale di Al2O3 e la temperatura delleutettico che scende ben al di sotto dei 1595C previsti dal diagramma. Questi refrattari sono impiegati fin verso i 1450C.
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Refrattari acidi sillimanitici


Derivano dalla cottura o di miscele di caolino e allumina o di minerali naturali del tipo della sillimanite (Al2O3 SiO2) e contengono quasi il 63% di Al2O3. Al riscaldamento la sillimanite si decompone in SiO2 e mullite.

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Refrattari acidi mullitici


Derivano dalla cottura di miscele di caolino e allumina di composizione tale da dare origine alla mullite 3Al2O3 2SiO2, un silico-alluminato che fonde a 1850C e che contiene circa il 72% di Al2O3. Sono refrattari molto pregiati, ad alta refrattariet e costosi, a causa delle alte temperature di elaborazione.

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Refrattari acidi a base di allumina


Sono ottenuti riscaldando minerali chiamati bauxiti, costituiti da allumina idrata, oppure fondendo allumina pura. Contengono 97 98% di Al2O3 e piccole quantit di TiO2 e SiO2. Per la loro elevatissima durezza (corindone) trovano impiego anche nella realizzazione di mole abrasive.

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Materiali ceramici refrattari

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Refrattari basici
Contengono come sostanza basica caratterizzante lossido di magnesio, MgO, un composto a elevata refrattariet che fonde a circa 2800C. Si dividono in tre categorie principali:
Refrattari magnesiaci Refrattari dolomitici Refrattari cromo-magnesiaci

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Refrattari basici magnesiaci (1/3)


Vengono ottenuti riscaldando il carbonato di magnesio presente, accanto a piccole quantit di CaCO3, FeCO3 e SiO2, in minerali chiamati breunneriti. Ha luogo la reazione MgCO3 MgO + CO2. Con un riscaldamento a 1600C si ottiene dapprima un sinter di ossido di magnesio (detto anche sinter di magnesia) che viene poi macinato, modellato e ricotto per dare i manufatti.
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Refrattari basici magnesiaci (2/3)


Lossido di magnesio pu anche essere ricavato dallacqua di mare che contiene magnesio in misura tale da consentire di ottenere circa 2kg di MgO per m3 di acqua. Questi refrattari hanno un comportamento nettamente basico e non possono venire a contatto con sostanze acide, come la silice. Hanno una refrattariet sotto carico superiore a 1600C .

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Refrattari basici magnesiaci (3/3)


Hanno un elevato coefficiente di dilatazione termica, cui corrisponde una modesta resistenza agli sbalzi termici, una discreta reattivit con lumidit e la CO2 dellaria e sono relativamente costosi.

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Refrattari basici dolomitici


Sono ottenuti per calcinazione della dolomite CaCO3 MgCO3 e sono quindi costituti, dopo cottura, da una miscela di CaO e di MgO. Sono meno costosi dei precedenti, ma, contenendo molto CaO, reagiscono facilmente con la CO2 e con lH2O dellaria e sono quindi di difficile conservazione. Si usano prevalentemente per pigiate refrattarie.

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Refrattari basici cromo-magnesiaci


Refrattari cromo-magnesiaci (o magnesiocromitici). Sono ricavati a partire da sinter di magnesia e da cromite, FeO Cr2O3; hanno tenori di MgO compresi fra il 30 e il 70%. Hanno un coefficiente di dilatazione termica relativamente basso e quindi una buona resistenza agli shock termici. Vengono usati per la costruzione di volte di forni che raggiungono anche 1800C.

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Materiali ceramici refrattari

Refrattari neutri (1/3)


Sono a base di sostanze che non hanno natura n acida n basica e vengono talvolta impiegati per formare cordoni di separazione tra refrattari acidi e refrattari basici.

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Refrattari neutri (2/3)


Appartengono a questa categoria:
Refrattari cromitici, a base di cromite FeO Cr2O3. Refrattari a base di ZrO2 (zirconia) addizionata di poco CaO, quale stabilizzante, e quelli a base di ZrSiO4 (zircone), di interesse per lindustria del vetro.

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Refrattari neutri (3/3)


Refrattari a base di carburo di silicio, SiC. Refrattari a base di carbonio; costituiti o da carbone amorfo o da grafite; possono essere riscaldati fino a 3500C in assenza di aria senza alterarsi. Presentano notevole inerzia chimica, elevata conducibilit elettrica e termica, per cui possono essere impiegati per la fabbricazione di elettrodi.

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Impiego dei refrattari


I refrattari trovano impiego nellindustria siderurgica, nei forni per cemento, per vetro, per ceramica, per la metallurgia dei metalli non ferrosi, nelle caldaie a vapore, negli scambiatori di calore, negli impianti di gassificazione.

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Materiali ceramici tradizionali


Generalit sui materiali ceramici tradizionali Produzione dei materiali ceramici tradizionali

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Materiali ceramici tradizionali

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Generalit sui ceramici tradizionali (1/2)


Sono prodotti impiegati per realizzare, con tecnologie semplici e con materie prime diffusissime in natura, componenti usati fin dalle pi antiche civilt. Sono impiegati nelledilizia per produrre mattoni pieni o forati, tegole, piastrelle per rivestimento o per pavimenti, apparecchi igienico-sanitari. In ambito industriale si impiegano in componenti per lindustria chimica o per quella elettrotecnica e anche sotto forma di refrattari.
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Generalit sui ceramici tradizionali (2/2)


In ambito domestico si impiegano per stoviglieria e per oggetti ornamentali. Possono essere classificati in prodotti a pasta porosa, permeabili ai liquidi e ai gas, e a pasta compatta, dura e impermeabile. I prodotti a pasta porosa possono essere resi impermeabili attraverso un processo di vetrinatura o di smaltatura che li riveste con uno strato vetroso privo di porosit.

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Materiali ceramici tradizionali

Produzione di ceramici: materie prime (1/3)


Le materie prime per la fabbricazione dei ceramici tradizionali comprendono :
polveri fini di argilla, ricche in caolino Al2O32SiO22H2O, con funzione plastificante, che, a seguito dellaggiunta di poca acqua, danno origine a impasti facilmente formabili a freddo polveri fini di sabbie silicee, con funzione smagrante o strutturale, che garantiscono scarse variazioni dimensionali durante la cottura polveri fini di CaCO3 e di silico alluminati o di fosfati con funzione fondente, capaci di formare, durante la cottura, una fase liquida che lega le 48 particelle solide e riempie le porosit presenti

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Produzione di ceramici: materie prime (2/3)


Con le materie prime macinate e impastate con poca acqua si formano i componenti per pressatura, per estrusione, per stampaggio. Il componente formato viene essiccato, eventualmente ricoperto con uno smalto bassofondente, e poi cotto a temperature che variano da 1000C per i laterizi, a 1250C per i prodotti a pasta compatta del tipo dei grs, a 1450C per le porcellane.

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Produzione di ceramici: materie prime (3/3)


Le propriet pi importanti dei ceramici tradizionali sono la resistenza a compressione (10 45MPa per i laterizi), la porosit aperta, lassorbimento di acqua, la densit, limpermeabilit, la dilatazione termica, la resistenza a flessione, allabrasione, allurto.

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Materiali ceramici avanzati


Generalit sui materiali ceramici avanzati Tecniche di fabbricazione Applicazioni tecniche e meccaniche

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Materiali ceramici avanzati

Generalit sui ceramici avanzati (1/12)


I materiali ceramici avanzati, detti anche neoceramici, sono sostanze policristalline, non metalliche, capaci di fornire prestazioni funzionali e/o strutturali di particolare rilevanza. Queste doti conseguono o al miglioramento delle caratteristiche di materiali gi noti o, pi frequentemente, alla messa a punto di nuovi materiali.

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Generalit sui ceramici avanzati (2/12)


A differenza dei ceramici tradizionali, che sono a base di ossidi, i ceramici avanzati sono spesso non ossidici comprendendo anche:
Carburi SiC, B4C, WC, MoC, TiC, TaC, ZrC, HfC Nitruri Si3N4, BN, AlN, TiN, TaN Boruri TiB, Ti2B, TaB, TaB2 Ossidi 2MgO2Al2O35SiO2 (cordierite), 3Al2O32SiO2 (mullite), TiO2, Al2O3 , BeO, MgO, UO2, ZrO2, ThO2 Siliciuri BSi, Cr3Si, MoSi2, Zr2Si, TaSi2
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Generalit sui ceramici avanzati (3/12)


I ceramici avanzati vengono messi a punto per:
Sostituire altri materiali le cui prestazioni non sono pi migliorabili Esprimere funzioni non soddisfacibili con altri materiali

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Generalit sui ceramici avanzati (4/12)


I vantaggi principali connessi con il loro impiego sono:
Elevata resistenza meccanica, anche ad alte temperature Densit relativamente modeste Elevatissima durezza e resistenza allusura Notevole inerzia chimica Alta refrattariet Capacit di sostituire materiali strategici a base di Mo, Co, Ta, Nb
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Generalit sui ceramici avanzati (5/12)


Sono di ostacolo a una loro pi ampia diffusione:
La loro fragilit, che pu per essere ridotta con interventi di tenacizzazione, di cui si parler nella lezione sui materiali compositi Lestrema sensibilit alle imperfezioni che comporta vincoli nella scelta delle materie prime e delle tecnologie e impone controlli sistematici della qualit dei manufatti Il loro costo elevato

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Generalit sui ceramici avanzati (6/12)


In funzione delle propriet da esprimere i ceramici avanzati possono essere:
Sotto forma di monoliti Sotto forma di rivestimenti di substrati tenaci per proteggerli dalla corrosione e dallusura (ad es, strati successivi di Al2O3, TiC, TiN depositati su widia: WC in Co) o per creare barriere termiche Sotto forma di particelle o di fibre ad alto modulo elastico per rinforzare o tenacizzare, in qualit di compositi, matrici polimeriche, metalliche, ceramiche, vetrose
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Generalit sui ceramici avanzati (7/12)


I parametri che caratterizzano i materiali ceramici avanzati sono:
La refrattariet La stabilit termodinamica La densit La resistenza meccanica a compressione, a flessione e a trazione La tenacit

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Generalit sui ceramici avanzati (8/12)


La resistenza al creep Agli shock termici, a fatica, a corrosione ed erosione La conducibilit termica La dilatazione termica Il modulo elastico La durezza

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Generalit sui ceramici avanzati (9/12)


Le propriet di alcune classi di materiali ceramici avanzati sono evidenziate nelle figure che seguono e confrontate con quelle dei materiali metallici. Ad es. per la densit:

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Generalit sui ceramici avanzati (10/12)


Ad esempio, la stabilit termodinamica valutata attraverso lenergia di formazione G in funzione della temperatura (K).

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Generalit sui ceramici avanzati (11/12)


Ad esempio, per la durezza Knoop, misurata in kg/mm2.

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Generalit sui ceramici avanzati (12/12)


I ceramici avanzati trovano impiego in tutti gli ambiti dellingegneria svolgendo, a seconda dei casi, funzione meccanica, elettrica, elettronica, chimica, energetica, nucleare, magnetica, ottica, termica, biologica. I ceramici avanzati pi utilizzati sono il nitruro di silicio (Si3N4); il carburo di silicio (SiC); il sialon (soluzione solida di Al2O3 in Si3N4); il carburo di boro (B4C); il nitruro di boro (BN) e il nitruro di alluminio (AlN).
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Materiali ceramici avanzati

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Tecniche di fabbricazione (1/2)


Le tecniche di fabbricazione, stante la forte sensibilit alla difettosit, devono porre molta attenzione alla:
Produzione di polveri molto pure, di granulometria e geometria uniformi e controllate per avere, fin dallinizio, densit elevate. Pressatura uniassiale o isostatica a caldo o a freddo o alla pressatura a umido.

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Tecniche di fabbricazione (2/2)


Formatura di polveri plasticizzate attraverso operazioni di estrusione, di iniezione in stampi, di colaggio e deposizione su nastro continuo. Sinterizzazione dei componenti formati per densificarli attraverso processi di diffusione in fase solida o attraverso la formazione transitoria di una fase liquida ottenuta con il concorso di additivi.

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Compattamento delle polveri


Uno schema del processo di compattamento delle polveri mostrato nella figura.

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Fattori che influenzano la sinterizzazione


I fattori maggiormente influenti sulla sinterizzazione sono:
La temperatura La durata del riscaldamento Il diametro iniziale delle polveri La pressione Gli additivi Latmosfera di sinterizzazione

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Materiali ceramici avanzati

Applicazioni meccaniche (1/3)


Applicazioni metallurgiche
Componenti per colata continua, stampi per pressofusione, crogioli, contenitori per il trasporto di metalli liquidi non ferrosi, ugelli per colata, guaine per termocoppie

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Applicazioni meccaniche (2/3)


Applicazioni in componenti resistenti a corrosione ed erosione:
Boccole per estrusori, dove garantiscono minime variazioni dimensionali e ottima finitura superficiale Valvole che lavorano ad alte temperature e pressioni con fluidi aggressivi o abrasivi come negli impianti di gassificazione

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Applicazioni meccaniche (3/3)


Tenute meccaniche di pompe che trattano fanghi sabbiosi Ugelli per sabbiatura di edifici o per la pulizia di getti metallici Componenti per cuscinetti a sfere o a rulli

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Utensili da taglio (1/3)


Utensili da taglio, dove utilizzano le doti di tenacit, di durezza ad alta temperatura, di resistenza allabrasione, agli shock termici e al creep e di stabilit chimica. Si impiegano Si3N4, BN cubico, Al2O3 , SiC, diamante artificiale. Gli utensili a base di Si3N4 sono particolarmente indicati per operazioni di taglio di materiali duri metallici con passata leggera e con alte velocit di taglio.

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Utensili da taglio (2/3)


Gli utensili da taglio sono anche realizzati utilizzando carburi, ad esempio WC cementato con leghe metalliche contenenti Co, Ti, Ta, V, oppure TiC legato con Mo e Ni. Si possono impiegare anche acciai rapidi costituiti da leghe Fe, C, W, Cr, V o leghe rapide, senza Fe, costituite da Co ( 50%), Cr, W, Si, Mo.

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Utensili da taglio (3/3)


Per aumentare la velocit di lavorazione e la durata degli utensili si possono anche rivestire gli inserti contenenti WC con ceramici tipo TiN, TiC, HfC, Al2O3.

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Componenti per la produzione di energia


Nella gassificazione di carboni che producono ceneri acide si usano, fino a temperature di 1500C, mattoni ceramici in SiC, resistenti alla corrosione e allabrasione, con elevata conducibilit termica e buona resistenza meccanica. In turbine a gas di impiego autoveicolistico si progettano scambiatori di calore con struttura a nido dape e con pareti spesse solo 0,2 mm.

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Protezioni balistiche
Inseriti in un sistema ibrido (polimero e metallo) per offrire resistenza differenziata allurto del proiettile e alle schegge che possono derivare dallimpatto. La parte ceramica che si oppone alla durezza del proiettile perforante nei mezzi blindati realizzata in allumina Al2O3 ed inclusa in una corazza ibrida metallo ceramica polimero metallo.

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Protezioni termiche (1/2)


I veicoli per missioni spaziali multiple durante il rientro dallo spazio raggiungono sulla superficie circa 1400C e soli 170C sulla superficie a contatto con la struttura metallica della carlinga. La protezione realizzata con compositi carbonio-carbonio e fibre di vetro di silice, modificata con B2O3 e trattata superficialmente con BSi per migliorare la resistenza allabrasione.

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Protezioni termiche (2/2)


Protezioni termiche sono anche realizzate per le parti metalliche a contatto con il flusso dei gas, ad esempio per le palette delle turbine; si possono depositare strati di ZrO2 stabilizzata dotati di buona refrattariet e di coefficiente di dilatazione termica simile a quello dei substrati metallici.

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Materiali vetrosi
Generalit sui materiali vetrosi Lavorazioni Caratteristiche dei vetri Vetroceramiche

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Materiali vetrosi

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Generalit sui vetri (1/7)


I vetri sono prodotti rigidi ottenuti per consolidamento di liquidi senza che si siano verificati processi di cristallizzazione; si tratta quindi di liquidi ad elevatissima viscosit, omogenei e isotropi. Assumono facilmente struttura vetrosa alcuni ossidi di non metalli: SiO2, B2O3, P2O5, As2O5, GeO2. Di questi il pi importante la silice SiO2.

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Generalit sui vetri (2/7)


La silice presenta sette forme cristalline; una di queste schematicamente mostrata nella figura; ogni atomo di silicio legato a un quarto atomo di ossigeno non visibile in figura.

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Generalit sui vetri (3/7)


La stessa silice allo stato vetroso disordinato mostrata nella figura.

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Generalit sui vetri (4/7)


Il vetro di silice ha un bassissimo coefficiente di dilatazione termica e quindi unottima resistenza agli sbalzi termici, ma difficile da lavorare perch la silice fonde a 1723C.

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44

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit sui vetri (5/7)


Per abbassare la temperatura di elaborazione si aggiungono modificatori del reticolo della silice costituiti da ossido di sodio Na2O o di calcio CaO. Lintroduzione di ioni Na+ e Ca++ provoca la rottura di una parte dei legami Si O con conseguente aumento della fusibilit del materiale.

89

Generalit sui vetri (6/7)


Nella figura rappresentata bidimensionalmente la struttura di un vetro silico-sodico.

90

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45

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit sui vetri (7/7)


La silice pu essere in parte sostituita da B2O3 o da P2O5; il sodio dal potassio (cristalli di Boemia); il sodio dal potassio e il calcio dal piombo (cristalli al piombo). Le materie prime per la fabbricazione dei vetri sono costituite dal quarzo SiO2, dallanidride borica B2O3, dallanidride fosforica P2O5, dal carbonato sodico Na2CO3, dal carbonato di calcio CaCO3, da PbO o da Pb3O4.

91

Materiali vetrosi

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46

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Lavorazione del vetro (1/14)


Le materie prime vengono fuse in grossi forni continui fino a circa 1500C dai quali il vetro viene prelevato allo stato viscoso per avviarlo alle lavorazioni. La foggiatura pu avvenire per soffiaggio entro uno stampo per ricavare oggetti cavi; oppure per pressatura entro stampi; oppure per laminazione o stiramento.

93

Lavorazione del vetro (2/14)


Partendo da un cilindro di vetro altamente viscoso si produce una forma temporanea (parison) per pressatura meccanica in uno stampo che viene poi modellata in uno stampo di soffiatura dove prende la forma definitiva per effetto di un getto di aria compressa.
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47

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Lavorazione del vetro (3/14)


Nella laminazione continua il vetro pastoso passa tra cilindri ruotanti in senso inverso luno dallaltro sino allo spessore voluto.

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Lavorazione del vetro (4/14)


Nello stiramento una lama di vetro pastoso viene trascinata verso lalto da una lamina metallica immersa nel vetro fuso.

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48

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Lavorazione del vetro (5/14)


Lastre di vetro continue possono anche essere ottenute colando direttamente il vetro liquido su un bagno di stagno fuso, in atmosfera inerte, su cui galleggia e solidifica; viene poi in ogni caso effettuata una ricottura per eliminare le tensioni createsi allatto della solidificazione e del raffreddamento.

97

Lavorazione del vetro (6/14)


Nella figura mostrato lo schema di un impianto per la realizzazione di vetro piano, con produttivit dellordine di 500-600 tonnellate/giorno e spessori di circa 6 mm.

98

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Lavorazione del vetro (7/14)


Nel corso del raffreddamento i manufatti di vetro, a causa della modesta conducibilit termica e del non trascurabile coefficiente di dilatazione termica, possono essere sedi di tensioni interne di trazione o di compressione. Tali tensioni possono provocare rotture spontanee, oppure una fragilit eccessiva capace di condurre a rotture anche per sollecitazioni molto deboli. Per ovviare a questa fragilit si ricorre a un trattamento di ricottura attorno ai 500 600C con il quale si annullano le tensioni interne.

99

Lavorazione del vetro (8/14)


Per contro possibile migliorare la resistenza allurto e agli sbalzi termici con un processo controllato di tempra ottenuto raffreddando bruscamente il vetro da circa 700C con getti daria. La superficie si raffredda irrigidendosi e contraendosi quando linterno ancora pastoso; quando questultimo si raffredda viene contrastato nella contrazione dal rigido involucro esterno.

100

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Lavorazione del vetro (9/14)


Si originano tensioni di compressione sulla superficie e tensioni di trazione nelle parti sottostanti che possono in parte compensare le sollecitazioni che il materiale subisce in esercizio. Questo vetro che sede di tensioni permanenti viene detto temprato e rientra tra i vetri di sicurezza in quanto, in caso di rottura, lo stato di tensione provoca una frammentazione del vetro in frammenti piccoli con spigoli arrotondati, non pericolosi.
101

Lavorazione del vetro (10/14)


Nella figura schematicamente rappresentata la distribuzione delle sollecitazioni in un vetro temprato e in un vetro temprato e sottoposto a flessione.
102

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Lavorazione del vetro (11/14)


Un altro tipo di vetro di sicurezza quello stratificato, costituito da un sandwich di due lastre di vetro separate da un film di materiale polimerico (di solito polivinilbutirrale) spesso circa 0,8 mm. E la soluzione adottata per il vetro del parabrezza delle auto; in caso di urto violento i frammenti rimangono incollati al film polimerico e viene impedito lo sfondamento da parte del passeggero.
103

Lavorazione del vetro (12/14)


Per realizzare il parabrezza si formano a circa 650C due lastre uguali che vengono raffreddate lentamente per non introdurre tensioni; si interpone poi il film polimerico e si pressa il tutto a caldo. Vetri per parabrezza particolarmente sicuri si ottengono applicando sulla faccia volta verso linterno dellauto un ulteriore foglio di materiale plastico.

104

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Lavorazione del vetro (13/14)


I vetri blindati resistono a colpi darma da fuoco e sono costruiti da pi lastre saldate tra di loro da strati di materiale plastico; possono raggiungere lo spessore di 30mm e un peso di circa 80kg/m2.

105

Lavorazione del vetro (14/14)


Qualche analogia con i vetri laminati presentata dai vetri armati o retinati ottenuti annegando nel vetro pastoso una sottile rete metallica che impedisce la proiezione delle schegge in caso di rottura.

106

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Materiali vetrosi

Caratteristiche dei vetri (1/12)


I vetri comuni hanno una densit di circa 2,5 g/cm3; una lastra pesa pertanto 2,5 kg/m2 per ogni mm di spessore; unauto che abbia una superficie vetrata di 3 m2, di spessore pari a 4 mm, ha una massa in vetro di circa 30 kg.

108

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Caratteristiche dei vetri (2/12)


La durezza un parametro importante in quanto correlato alla resistenza alla rigatura; secondo la scala di Mohs, che assegna grado 1 al talco e grado 10 al diamante, il vetro comune ha durezza 6.5, inferiore a quella di alcuni minerali comuni come il quarzo o il granito. Granellini di questi minerali possono pertanto rigare i vetri.

109

Caratteristiche dei vetri (3/12)


La resistenza a compressione dellordine di 1000 MPa; quella a trazione, per un vetro ricotto, di circa 40 MPa, ma aumenta di 4 5 volte nei vetri temprati in quanto lo stato di compressione superficiale contrasta leffetto negativo delle microfessurazioni superficiali.

110

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Caratteristiche dei vetri (4/12)


Il coefficiente di dilatazione termica varia da circa 9 10-6 K-1 nel vetro comune a 3,2 10-6K-1 nei vetri pyrex a base di borosilicati, a 0,55 10-6K-1 nel vetro di silice. La conduttivit termica assai modesta, a causa della struttura disordinata, per tutti i tipi di vetro; essa dellordine di 0,0015 0,0030 cal cm-1s-1K-1.

111

Caratteristiche dei vetri (5/12)


Poich il vetro comune rigido e ha un coefficiente di dilatazione termica abbastanza elevato ne consegue una modesta resistenza agli sbalzi termici. Per quanto concerne le propriet ottiche si ricorda che la lunghezza donda delle radiazioni elettromagnetiche nel campo del visibile varia da 0,38 a 0,78m e che quando una radiazione luminosa colpisce la superficie di un vetro viene in parte riflessa, in parte assorbita e in parte trasmessa.
112

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Caratteristiche dei vetri (6/12)


Si definisce coefficiente di riflessione il rapporto tra il flusso luminoso riflesso e il flusso luminoso incidente. La percentuale di luce riflessa dipende dalla differenza tra lindice di rifrazione del vetro (~1,52 nel vetro comune) e quello dellaria, dalle condizioni della superficie del vetro e dallangolo di incidenza, ma non dallo spessore del vetro.

113

Caratteristiche dei vetri (7/12)


Per angoli di incidenza inferiori a 30, rispetto alla perpendicolare alla superficie del vetro, la percentuale di luce riflessa inferiore al 10%.

114

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Caratteristiche dei vetri (8/12)


Si definisce coefficiente di assorbimento il rapporto tra il flusso luminoso assorbito e il flusso luminoso incidente. La percentuale di luce assorbita dipende dalla natura del vetro e, in misura esponenziale, dal suo spessore. Lintroduzione di alcune sostanze conferisce al vetro un colore in quanto lo dota di capacit di assorbimento selettivo della radiazione continua.

115

Caratteristiche dei vetri (9/12)


Mentre un vetro chiaro assorbe 1 2% della radiazione luminosa, un vetro verde (Fe) o bronzeo (Co, Se) ne assorbe circa il 10% se spesso 2mm e oltre il 20% se spesso 5mm.

116

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Caratteristiche dei vetri (10/12)


Si definisce coefficiente di trasmissione il rapporto tra il flusso luminoso trasmesso e il flusso luminoso incidente. Il flusso trasmesso dato da quello incidente diminuito di quello riflesso e di quello assorbito. Circa il 50% dellenergia trasmessa dal sole legata a radiazioni con lunghezze donda pi elevate di quelle corrispondenti al campo del visibile; rispetto a esse il vetro trasparente se provengono da una sorgente luminosa, ma risulta opaco se provengono da corpi a bassa temperatura ( 30 150C ). 117

Caratteristiche dei vetri (11/12)


Attraverso un vetro pu penetrare in uno spazio chiuso energia proveniente da una sorgente luminosa che non pu pi rifluire verso lesterno e innalza per effetto serra la temperatura allinterno dello spazio. A tale innalzamento di temperatura contribuisce anche il vetro che si riscalda per effetto del calore assorbito ed emette verso linterno parte di tale energia.

118

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Caratteristiche dei vetri (12/12)


E possibile, modificando la composizione del vetro, limitare la trasmissione delle radiazioni con lunghezza donda compresa fra 0,7 e 1,5m corrispondenti al rosso e allinfrarosso. Un vetro bianco lascia passare il 65% di tali radiazioni; un vetro verde poco pi del 20%. Tali vetri aumentano pertanto di poco lassorbimento della parte visibile della radiazione solare e aumentano di molto lassorbimento della componente non visibile.
119

Materiali vetrosi

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Vetroceramiche (1/3)
Si dice che un vetro devetrifica quando passa dallo stato amorfo a uno stato cristallino pi stabile. Il fenomeno in genere indesiderato perch altera le caratteristiche meccaniche e ottiche. Esistono tuttavia materiali, denominati vetroceramiche, nei quali un parziale e controllato passaggio allo stato cristallino provocato di proposito attraverso laggiunta di piccole quantit di un agente nucleante i cristalli ( ad es. TiO2).
121

Vetroceramiche (2/3)
Questo agente una sostanza che non si scioglie nel vetro e che nel corso della solidificazione, o a seguito di ricottura, precipita come fase separata sotto forma di cristalli minutissimi. Questi cristalli dellagente nucleante agiscono come germi di cristallizzazione di fasi formate dagli stessi costituenti del vetro caratterizzate da ottime propriet meccaniche.

122

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Vetroceramiche (3/3)
Rispetto ai materiali ceramici tradizionali i vetroceramici presentano una porosit pressoch nulla e una maggiore facilit di formatura, data la possibilit di realizzare manufatti con i procedimenti tipici della tecnica vetraria.

123

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

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62

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Materiali compositi
Generalit sui materiali compositi Matrici Rinforzanti Metodi di produzione Caratterizzazione dei compositi Propriet meccaniche dei compositi

125

Materiali compositi

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63

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit (1/4)
I materiali compositi sono stati sviluppati in quanto i materiali tradizionali sono stati ritenuti incapaci di soddisfare, singolarmente, le esigenze di sviluppo tecnologico. Si ottengono dalla combinazione di due materiali convenzionali che differiscono nella forma e/o nella composizione chimica e che sono sostanzialmente insolubili luno nellaltro. La combinazione d origine a un materiale con propriet differenti e superiori rispetto a quelle dei costituenti e non altrimenti realizzabili.
127

Generalit (2/4)
Scegliendo i costituenti si possono progettare le propriet che si intendono ottenere e quindi progettare i materiali in base alle specifiche funzionali e strutturali da realizzare. I compositi vengono ottenuti disperdendo in un materiale di base, denominato matrice, una (o pi) seconda fase, spesso sintetizzata a parte, denominata rinforzante (o tenacizzante).

128

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64

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit (3/4)
La matrice una fase continua maggioritaria che definisce forma e volume dei componenti mentre il rinforzante una fase discontinua minoritaria che pu assumere forme diverse: fibre lunghe, fibre corte, particelle, whiskers. Nei materiali compositi sono di primaria importanza le interazioni che si verificano allinterfaccia tra matrice e rinforzante.

129

Generalit (4/4)
E necessario che i due costituenti siano strettamente connessi per consentire una stretta continuit meccanica capace di trasmettere le sollecitazioni dalluno allaltro. E anche necessario che i due costituenti non reagiscano fra di loro, mantenendo una discontinuit chimica ed evitando la formazione di prodotti di reazione fragili.

130

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65

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit: interfaccia e bagnabilit (1/5)


Se si stabilisce un forte legame interfacciale il rinforzante accresce resistenza e rigidit della matrice; se si stabilisce un legame debole si verifica, sotto carico, la decoesione della matrice dal rinforzante con aumento dellenergia di rottura e quindi della tenacit del composito.

131

Generalit: interfaccia e bagnabilit (2/5)


Per realizzare uno stretto contatto fisico fra le due fasi allinterfaccia occorre, specie per matrici impiegate allo stato liquido, che la fase solida rinforzante sia bagnabile dal liquido.

132

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit: interfaccia e bagnabilit (3/5)


La bagnabilit pu essere misurata ponendo una goccia del liquido a contatto della superficie del solido. Come mostra la figura vi sono due possibilit estreme: la goccia si allarga sul supporto solido bagnandolo oppure mantiene la sua forma tondeggiante riducendo al minimo larea di contatto.

133

Generalit: interfaccia e bagnabilit (4/5)


La forza del legame tra matrice e rinforzante dipende dalla rugosit della superficie, dalla capacit della matrice liquida di infiltrarvisi, dalleventuale instaurarsi di legami chimici, da eventuali interazioni di natura elettrostatica. Linstaurarsi di legami chimici pu essere favorito rivestendo le superfici dei rinforzanti con sostanze pi bagnabili oppure modificando la composizione della fase liquida per renderla pi bagnante.
134

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit: interfaccia e bagnabilit (5/5)


Occorre per altro evitare forti interazioni chimiche che potrebbero portare alla formazione allinterfaccia di prodotti di reazione fragili in grado di favorire la propagazione di cricche di frattura dalla matrice al rinforzante. Queste interfasi fragili possono non essere presenti nel composito appena elaborato, ma formarsi successivamente se il materiale viene a trovarsi per tempi lunghi a temperature elevate.
135

Generalit (1/4)
Caratteristiche comuni a quasi tutti i materiali compositi sono una maggiore resistenza e rigidit rispetto alle matrici di riferimento e valori piuttosto bassi di densit.

136

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68

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit (2/4)
Sono quindi qualificanti le resistenze e i moduli elastici specifici ottenuti dividendo i due parametri per la densit. Nella figura sono rappresentati i valori di modulo elastico e di densit di alcune classi di materiali.
137

Generalit (3/4)
I compositi sono stati inizialmente sviluppati in ambito aerospaziale e aeronautico per applicazioni strutturali dove garantiscono elevate resistenze meccaniche a fronte di una notevole leggerezza. Successivamente il loro impiego stato esteso ai settori autoveicolistico, edilizio, meccanico, elettrico, elettronico, ecc..

138

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69

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Generalit (4/4)
Lo sviluppo delle grandi potenzialit dei compositi talvolta limitato da alti costi di produzione che comprendono la progettazione del prodotto e del processo, la gestione della produzione, le complesse tecnologie di produzione, lelevata frazione degli scarti.

139

Materiali compositi

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Matrici
I compositi vengono classificati in funzione della natura della matrice, questa pu essere:
Polimerica Metallica Ceramica Vetrosa Vetroceramica

141

Compositi a matrice polimerica (1/2)


I compositi a matrice polimerica sono quelli pi diffusi e sono stati messi a punto per migliorare la resistenza meccanica dei polimeri, anche al crescere della temperatura, mantenendone le doti di leggerezza. Le matrici polimeriche possono essere termoplastiche o termoindurenti. Le loro propriet dipendono, oltre che dalla natura chimica dei monomeri, dal grado di polimerizzazione e, per quelle termoplastiche, anche dal grado di cristallinit e, per quelle termoindurenti, dal grado di reticolazione. 142

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71

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi a matrice polimerica (2/2)


Le matrici termoplastiche pi comuni sono quelle polipropileniche, poliammidiche, policarbonato, polietere-etere-chetone, copolimero ABS (acrilonitrile, butadiene, stirene). Le matrici termoindurenti pi comuni sono quelle poliestere insature, epossidiche, fenolo formaldeide.

143

Compositi a matrice metallica (1/5)


I compositi a matrice metallica impiegano come matrici leghe metalliche a bassa densit a base di Al (d = 2,7 g/cm3), Mg (d = 1,75 g/cm3), Ti (d = 4,5 g/cm3).

144

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72

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi a matrice metallica (2/5)


Le matrici in lega di Al sono costituite sia da leghe da deformazione plastica contenenti Cu, Mg, Si, Zn sia da leghe da getto Al Si. Alcune di queste leghe vengono indurite per precipitazione in quanto contengono elementi in grado di formare precipitati intermetallici a seguito di un trattamento termico di solubilizzazione, tempra di soluzione e invecchiamento naturale o artificiale.

145

Compositi a matrice metallica (3/5)


Le caratteristiche meccaniche di queste matrici dipendono dal loro stato metallurgico: ricotto, temprato, bonificato, invecchiato. Dalla temperatura e dalla durata dellinvecchiamento dipendono sia la struttura e la composizione dei precipitati sia la loro coerenza con la matrice che li ha generati.

146

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73

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi a matrice metallica (4/5)


Le matrici in lega di magnesio contengono come elementi di lega Al e Zn e, qualche volta, elementi delle terre rare. Anche queste leghe possono essere indurite per precipitazione a seguito di un trattamento di bonifica.

147

Compositi a matrice metallica (5/5)


Le matrici in lega di titanio vanno dal titanio di purezza commerciale, alla lega Ti-6Al-4V, a leghe pi complesse le cui propriet dipendono dalla struttura:
Leghe esagonali Leghe cubiche a corpo centrato Leghe +

148

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74

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi a matrice ceramica (1/4)


I compositi a matrice ceramica sono stati sviluppati per migliorare la tenacit della matrice senza peggiorarne resistenza e densit. Si aggiungono a tal fine particelle o fibre di una seconda fase capaci di attivare meccanismi di frattura che comportano dissipazione di energia di deformazione.

149

Compositi a matrice ceramica (2/4)


Le curve sforzodeformazione, nel caso di un composito rinforzato con fibre, mostrano una certa deformazione a rottura; ci non avviene per le matrici non rinforzate; inoltre i compositi mostrano resistenze superiori a quelle della matrice.

150

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75

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi a matrice ceramica (3/4)


Questi compositi vengono elaborati a temperature elevate ed quindi necessario che matrice e rinforzante abbiano sia poca tendenza a reagire tra di loro sia coefficienti di dilatazione termica simili per evitare linsorgere di tensioni durante il raffreddamento, con formazione di microcricche.

151

Compositi a matrice ceramica (4/4)


Le matrici ceramiche comprendono matrici:
Ceramiche (tradizionali o innovative) Vetrose Vetroceramiche

152

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76

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi a matrice ceramica cristallina


Le matrici ceramiche cristalline sono a base di:
Allumina (Al2O3) Di carburo di silicio (SiC) Di mullite (3Al2O32SiO2) Di nitruro di silicio (Si3N4) Di zirconia (ZrO2)

Vengono ottenute per sinterizzazione di polveri.

153

Compositi a matrice ceramica vetrosa


Le matrici ceramiche vetrose presentano una struttura amorfa conseguente a un sottoraffreddamento del fuso; possono essere formate a temperature relativamente modeste rispetto a quelle cui fondono i ceramici cristallini.

154

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77

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi a matrice ceramica vetroceramica


Le matrici ceramiche vetroceramiche si ottengono con una parziale ricristallizzazione di vetri a base di litio-alluminio silicati o di calcio-alluminio silicati ottenuta con un riscaldamento controllato. Le matrici vetroceramiche sono pi resistenti dei vetri che le hanno generate e mantengono tale propriet a temperature relativamente elevate; sono particolarmente adatte a incorporare fasi disperse per realizzare compositi.

155

Materiali compositi

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78

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Rinforzanti
Gli agenti rinforzanti sono costituiti da:
Fibre lunghe o corte Particelle equidimensionali o tabulari Whiskers

157

Fibre (1/6)
Le fibre sono di tipo organico, a base di polimeri o di carbonio, o di tipo inorganico a base di vetri, di SiC, di Al2O3, di boro. La loro efficacia come rinforzanti dipende, oltre che dalla composizione, dalla lunghezza, dal diametro, dalla uniformit delle dimensioni, dallo stato della superficie, dalle modalit di fabbricazione, dalle interazioni con la matrice, dal coefficiente di dilatazione termica, dalle doti resistenziali.
158

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79

Materiali

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Fibre (2/6)
Allinterno dei compositi le fibre possono assumere le seguenti configurazioni schematiche: a) fibre lunghe continue allineate longitudinalmente; b) fibre corte allineate; c) fibre corte orientate casualmente.

159

Fibre (3/6)
Nella figura sono schematicamente rappresentate le diverse caratteristiche geometriche e spaziali della fase dispersa influenti sulle propriet del composito.

160

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Materiali

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Fibre (4/6)
In alcuni casi si realizzano strati di composito sovrapposti con fibre orientate tutte nella stessa direzione (composito anisotropo) oppure in direzioni differenti (composito quasi isotropo).

161

Fibre (5/6)
Le fibre hanno bassa densit e modulo elastico che varia da qualche decina a qualche centinaio di GPa; il carico di rottura di qualche migliaio di MPa, mentre gli allungamenti a rottura sono modesti. Le fibre di carbonio vengono prodotte sia nella versione ad alto modulo elastico (HM) sia in quella ad alta resistenza (HS).

162

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Materiali

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Fibre (6/6)
Nella figura sono mostrate per alcune fibre le curve sforzo-deformazione a trazione.

163

Fibre organiche (1/2)


Le pi importanti fibre organiche sono:
Di tipo aramidico con catene polimeriche rigide E allineate a seguito di un orientamento indotto dallestrusione e da un trattamento termico effettuato sulle fibre in stato di tensione Di tipo polietilenico, con macromolecole orientate mediante trafilatura Di carbonio, utilizzate per produrre compositi molto rigidi e resistenti, caratterizzate da eccellenti propriet meccaniche fino a oltre 1300C

164

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Fibre organiche (2/2)


Nella figura sono confrontate le resistenze specifiche a trazione e i moduli specifici di alcune classi di fibre organiche.

165

Fibre organiche di C (1/2)


Le fibre di carbonio si ottengono a partire da fibre di poliacrilonitrile (PAN) CH2 = CH CN o di pece che vengono carbonizzate a circa 1500C e poi grafitizzate sotto trazione a circa 2800C.

166

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Fibre organiche di C (2/2)


Il trattamento termico orienta gli anelli aromatici della grafite parallelamente allasse delle fibre; la densit delle fibre di 1,86 g/cm3; il modulo elastico di 380 GPa; il carico di rottura di 2700 MPa.

167

Fibre inorganiche
Le pi importanti fibre inorganiche sono:
Di Di Di Di vetro allumina, Al2O3 SiC B

168

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Fibre inorganiche di vetro (1/2)


Sono poco costose, rigide e resistenti, ampiamente usate per rinforzare matrici polimeriche. Una composizione tipica :
SiO2 = 52 56% (in peso) Al2O3 = 12 16% B2O3 = 5 13% CaO = 16 25%

169

Fibre inorganiche di vetro (2/2)


Le fibre di vetro vengono ottenute per estrusione attraverso una filiera e possono poi essere ritorte per dare filati; hanno diametri dellordine di 12m e temperatura di rammollimento di circa 850C.

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Fibre inorganiche di Al2O3 (1/2)


Si possono preparare fibre di -allumina per estrusione di Al2O3 fusa (T.fus. = 2050C), con modulo elastico di 480GPa, resistenza a rottura di 2000 MPa e densit (elevata) di 3,9 g/cm3.

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Fibre inorganiche di Al2O3 (2/2)


Si possono anche filare e calcinare soluzioni concentrate di composti dellalluminio o sospensioni di particelle di allumina eventualmente tenacizzata dalla presenza di zirconia stabilizzata con ossido di ittrio. Queste fibre hanno modulo elastico di 380GPa e carico di rottura di 1400MPa.

172

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86

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Fibre inorganiche di SiC (1/4)


Sono utilizzate nei compositi a matrice metallica e ceramica:
Hanno rigidit e resistenza elevata Sono stabili ad alta temperatura Hanno bassa densit Hanno un modesto coefficiente di dilatazione termica

173

Fibre inorganiche di SiC (2/4)


Si ottengono per deposizione di SiC in fase vapore su un filamento di W o di C, oppure per decomposizione di precursori organici del tipo CH3 - SiCl3.

174

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87

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Fibre inorganiche di SiC (3/4)


A partire dal filamento centrale che ha un diametro di circa 16 m si deposita uno strato di SiC fino a un diametro di circa 55 m e poi un sottile strato di SiC + C.

175

Fibre inorganiche di SiC (4/4)


Fibre di SiC, denominate Nicalon, si possono ottenere anche per pirolisi a 1200 1300C di una fibra organica di policarbosilano. La densit delle fibre di SiC di 2,60 g/cm3; Il modulo elastico elevato e pari a 1900 GPa; Il carico di rottura di 2900 MPa.

176

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88

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Fibre di B
Sono ottenute per deposizione di boro in fase vapore su un filamento di W a partire da BCl3 e in presenza di idrogeno: BCl3 + 3/2 H2 B + 3 HCl Le fibre di B hanno densit di 2,65 g/cm3, modulo elastico di 420 GPa e carico di rottura di ben 3500 MPa.

177

Particelle
Le particelle sono di natura inorganica, vengono disperse prevalentemente in matrici metalliche e ceramiche e sono costituite da Al2O3, SiC, Si3N4, B4C, TiB2, TiC. Si possono ottenere per macinazione dei corrispondenti ceramici allo stato massivo oppure, anche per ottimizzarne le dimensioni, per via umida, con tecniche sol-gel, oppure per reazione in fase vapore.

178

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89

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Whiskers (1/2)
I whiskers sono monocristalli ceramici con diametro di circa 0,5m e lunghezza variabile da 8 a 10m con difettosit molto ridotta e ottime caratteristiche meccaniche. Sono pericolosi perch, se inalati, possono provocare malattie polmonari e processi cancerogeni.

179

Whiskers (2/2)
I pi diffusi sono quelli di SiC ottenuti o per decomposizione termica della pula del riso o con tecniche di elaborazione in fase vapore di miscele gassose di SiO, CH4, H2. I whiskers di SiC hanno densit di 3,2 g/cm3; modulo elastico di 700 GPa e un carico di rottura elevatissimo, di circa 7.000 MPa.

180

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90

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Materiali compositi

Metodi di produzione dei compositi


A seconda della natura della matrice si ricorre a differenti tecnologie di elaborazione dei compositi. Si hanno pertanto metodi di produzione per:
Componenti in composito a matrice polimerica Componenti in composito a matrice metallica Componenti in composito a matrice ceramica

182

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91

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Componenti in composito a matrice polimerica


I componenti in composito a matrice polimerica vengono formati a caldo, a temperature e pressioni moderate, e poi consolidano per raffreddamento o a seguito di un processo di reticolazione del polimero. Le tecnologie pi comuni di produzione sono:
Metodi manuali o semimanuali Stampaggio a caldo Formatura in stampo aperto a bassa pressione Formatura in stampo chiuso Pultrusione (o poltrusione)
183

Metodi manuali o semimanuali (1/2)


Per produrre componenti di grande dimensioni, non di serie, si ricorre a metodi manuali o semimanuali che consistono nel disporre in uno stampo feltri di fibre sui quali vengono spalmati strati di resine liquide. Si sovrappongono pi strati fino allo spessore voluto.

184

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92

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Metodi manuali o semimanuali (2/2)


Se il rinforzante formato da fibre corte, linsieme costituito dalla resina fusa e dalle fibre pu essere spruzzato con una pistola. Nella figura schematicamente illustrato il metodo di applicazione a spruzzo per realizzare laminati compositi a matrice polimerica rinforzati con fibre corte di vetro.

185

Stampaggio a caldo
Per produzioni di grande serie si pu operare uno stampaggio a caldo, con pressioni di qualche decina di MPa, in stampi metallici di una miscela di resina e rinforzante sotto forma di una lamina contenente fibre lunghe orientate o di una pasta con fibre corte.

186

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93

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Formatura in stampo aperto a bassa pressione


Unalternativa costituita dalla formatura in stampo aperto a bassa pressione con la quale pannelli di fibre preimpregnate di resina vengono fatti aderire a uno stampo esercitando su di essi modeste pressioni o provocando una depressione al di sotto.

187

Formatura in stampo chiuso


Un procedimento analogo di formatura in stampo chiuso prevede che il rinforzante disposto in uno stampo chiuso venga infiltrato dalla resina liquida sotto lazione di pressioni di modesta entit o rimuovendo laria dallo stampo.

188

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94

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Pultrusione o poltrusione
Un altro processo produttivo adatto alla realizzazione di manufatti continui a sezione costante la pultrusione. Un fascio di fibre viene impregnato per immersione nella resina, poi formato in uno stampo caldo e reticolato in un forno mentre viene tirato da rulli disposti a valle.

189

Propriet di compositi polimerici (1/5)


Le propriet dei compositi a matrice polimerica rinforzati con fibre lunghe dipendono dalla caratteristica termoplastica o termoindurente della matrice, dalla natura di rinforzante e matrice, dalla tecnologia di produzione adottata, dalla disposizione delle fibre, dalla loro lunghezza, dal loro assemblaggio in tessuti, feltri, trefoli.

190

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95

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propriet di compositi polimerici (2/5)


Questi compositi, come mostrano i dati della tabella, hanno caratteristiche di resistenza e rigidezza specifica migliori di quelle di altri materiali convenzionali.
MATERIALE DENSITA g/cm3 1,8 1,6 1,4 7,7 2,7 RESISTENZA SPECIFICA MPa/g/cm3 550-830 560-870 710-860 143 148 MODULO SPECIFICO GPa/g/cm3 25 70-120 60 27 29
191

Vetroresina Carboresina Kevlar resina Acciaio Lega di Al

Propriet di compositi polimerici (3/5)


Un esempio importante di compositi a matrice polimerica termoplastica dato dalla matrice polietere-etere-chetone (PEEK) caratterizzata da una forte tenacit, da una buona resistenza al fuoco, essendo la combustione difficile da innescare e da propagare, da un grado di cristallinit del 20 40%, rinforzata con fibre di C o di vetro.

192

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96

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propriet di compositi polimerici (4/5)


Come mostra la figura, la presenza di fibre di diverso tipo aumenta lentit della sollecitazione necessaria per determinare in un dato tempo una certa deformazione.

193

Propriet di compositi polimerici (5/5)


Un esempio importante di compositi a matrice polimerica termoindurente dato dalla matrice in resina epossidica rinforzata con fibre di vetro, di C ad alta resistenza (HS), di C ad alto modulo elastico (HM), di resina aramidica. Nella tabella sono riportati per le fibre alcuni dati di confronto.
FIBRA Vetro E Carbonio (HS) Carbonio (HM) Aramidiche Matrice
(MPa)
1165 1480 1275 1310 660-1160

E (GPa)
50 145 205 85 30-55

DENSITA(g/cm3)
1,99 1,55 1,63 1,38 1,6-2,0
194

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97

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Componenti in compositi metallici (1/6)


I metodi di produzione dei compositi a matrice metallica, MMCs, sono diversi a seconda che la matrice sia solida o liquida, a seconda che ci si proponga di ottenere un componente o un semilavorato e a seconda che il ceramico sia sotto forma di particelle o di fibre lunghe o che venga prodotto nel momento in cui si realizza il composito (composito in situ).

195

Componenti in compositi metallici (2/6)


I processi pi comuni di produzione comprendono:
Casting Rheocasting Thixocasting Squeeze casting Sinterizzazione di polveri Diffusion bonding Metodi in situ

196

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98

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Componenti in compositi metallici (3/6)


I MMCs sono costituiti da particelle, fibre lunghe e corte, whiskers di materiali ceramici dispersi in leghe leggere a base di Al, Mg, Ti, con una netta prevalenza per quelle di Al. Le fibre continue possono costituire il 40 50% in volume del composito, mentre i rinforzanti discontinui si attestano sul 15 30%.

197

Componenti in compositi metallici (4/6)


Labbinamento dei due costituenti pone il problema della bagnabilit del rinforzante che pu essere migliorata forzando con adeguata pressione la matrice liquida di composizione ottimizzata o modificando la superficie del rinforzante. Rivestimenti protettivi del rinforzante possono essere adottati anche per contrastare reazioni indesiderate con la matrice che provochino eccessiva fragilit.
198

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99

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Componenti in compositi metallici (5/6)


Occorre poi tener conto che i due costituenti hanno spesso coefficienti di dilatazione termica differenti con conseguente comparsa di tensioni residue che, se di modesta entit, possono rafforzare la matrice o, se eccessive, possono provocare il distacco dei rinforzanti e la formazione di microcricche.

199

Componenti in compositi metallici (6/6)


Occorre infine tener conto che i due costituenti hanno spesso densit differenti, per cui occorre evitare sedimentazioni o galleggiamenti; inoltre mostrano piuttosto una tendenza allagglomerazione che non a una distribuzione omogenea.

200

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100

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Casting
I MMCs con rinforzante discontinuo e matrice metallica fusa possono essere ottenuti per dispersione del rinforzante, sotto lazione di unagitazione meccanica, in una matrice liquida; il tutto viene poi colato e lasciato solidificare (casting).

201

Rheocasting e thixocasting
La matrice pu anche essere solo parzialmente fusa (rheocasting) prima della colata oppure essere tenuta allo stato semisolido in forte agitazione per diminuirne la viscosit (thixocasting). Il composito viene poi colato sotto forma di lingotti e lasciato solidificare; pu poi essere rifuso e colato oppure deformato plasticamente a caldo per produrre componenti.

202

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101

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Squeeze casting (1/3)


La matrice metallica liquida pu anche essere infiltrata sotto pressione (squeeze casting) o con laiuto del vuoto in una preforma porosa costituita dal rinforzante; con leghe molto fluide linfiltrazione pu avvenire anche sotto leffetto della sola gravit.

203

Squeeze casting (2/3)


Il processo di squeeze casting sotto pressione mostrato nella figura.

204

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102

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Squeeze casting (3/3)


Il processo di squeeze casting con laiuto del vuoto mostrato nella figura: a) inserimento della preforma; b) creazione del vuoto; c) infiltrazione sotto pressione; d) estrazione del componente.

205

Sinterizzazione di polveri
Con matrici sotto forma di polveri metalliche il composito si realizza mescolando le polveri con particelle di rinforzante, comprimendo la miscela a caldo o a freddo e poi sinterizzando il tutto; si pu anche operare una pressatura a caldo, isostatica o unidirezionale. Si ottengono semilavorati che vengono successivamente deformati plasticamente mediante forgiatura, estrusione, laminazione.

206

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103

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Diffusion bonding (1/2)


Con le fibre lunghe il composito pu essere realizzato alternando fogli di matrice e strati di fibre, o fibre impregnate di matrice o lamine di composito fibre-matrice che vengono poi compattati riscaldandoli sotto pressione. La temperatura e la pressione provocano deformazione plastica della matrice, adesione delle parti metalliche tra di loro e con le fibre, eliminazione dei vuoti.

207

Diffusion bonding (2/2)


La tecnologia, basata su processi di diffusione fra fasi solide, denominata diffusion bonding ed illustrata nella figura. La pressatura a caldo viene effettuata dopo aver creato il vuoto nel contenitore che ospita il composito.

208

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104

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Metodi in situ
Alcuni MMCs vengono realizzati con metodi in situ con il rinforzante che viene prodotto attraverso una reazione chimica con la matrice. Si pu ricorrere a un processo gas liquido portando la matrice fusa a contatto con un gas reattivo; ad es. Al (liquido) + O2 (gas) Al2O3 (solido). Si pu ricorrere a un processo liquido solido infiltrando il metallo liquido in una preforma di rinforzante con il quale reagisce formando un differente rinforzante; ad es. 4 Al (liq) + 3 SiO2 (sol) 2Al2O3 (sol) + 3 Si (liq).
209

Compositi con matrice in lega di Al


Nei MMCs con matrice in lega di Al si utilizzano come rinforzanti per lo pi particelle, fibre corte o whiskers di SiC, Al2O3, B4C; i compositi con fibre lunghe si impiegano per garantire buona resistenza meccanica ad alta temperatura.

210

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105

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Rinforzanti nei MMCs (1/2)


Lintroduzione dei rinforzanti migliora il modulo elastico, la resistenza allusura, alla fatica termica e meccanica, al creep, la durezza e, in misura minore, la resistenza; riduce i coefficienti di dilatazione e di conducibilit termica. I compositi presentano a freddo scarsa deformazione a rottura, ma la loro duttilit cresce allaumentare della temperatura per cui possono essere estrusi o formati a caldo.

211

Rinforzanti nei MMCs (2/2)


Inoltre i MMCs possono essere rafforzati mediante trattamenti termici che provocano la precipitazione di fasi intermetalliche a seguito di invecchiamenti successivi alla tempra di soluzione.

212

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106

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi con matrici in lega di Mg (1/2)


I MMCs con matrice in lega di Mg impiegano come rinforzanti particelle di Al2O3, SiC, B4C o anche fibre lunghe di grafite. Le fibre di grafite hanno un coefficiente di dilatazione termica negativo che compensa quello positivo della matrice consentendo di realizzare manufatti con dimensioni che non variano con la temperatura e quindi idonei per realizzare antenne e dispositivi ottici per veicoli spaziali.
213

Compositi con matrici in lega di Mg (2/2)


Per applicazioni strutturali si utilizzano particelle di SiC e i compositi sono ottenuti per sinterizzazione di polveri ceramiche e metalliche. Una loro propriet importante la densit che inferiore a 2 g/cm3; inoltre il rinforzante aumenta modulo elastico, durezza e intervallo termico di impiego. I compositi in lega di Mg sono infine rafforzabili attraverso trattamenti termici che li induriscono per precipitazione di fasi intermetalliche (ad es. Mg17Al12).
214

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107

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi con matrici in lega di Ti (1/3)


I MMCs con matrice in lega di Ti sono spesso rinforzati con fibre lunghe di SiC e talvolta con particelle di TiC introdotte con un processo di sinterizzazione. Le fibre di SiC sono presenti nella misura del 30 40% in volume e conferiscono al composito rigidezza e resistenza.

215

Compositi con matrici in lega di Ti (2/3)


I compositi sono ottenuti per pressatura isostatica sfruttando processi di diffusione; le temperature sono dellordine di 850 950C e in queste condizioni si possono verificare reazioni allinterfaccia con la formazione di costituenti fragili, tipo TiC o Ti5Si3. Per contenere il fenomeno le fibre vengono protette con strati spessi circa 1 m di carbonio e di TiB2.

216

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108

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi con matrici in lega di Ti (3/3)


Nella tabella sono confrontati il carico di snervamento a diverse temperature, la densit e il coefficiente di espansione termica di un composito con 35% in volume di fibre di SiC protette con quelli della matrice in lega Ti-6Al-4V.
MATERIALE
Ti-6Al-4V/SiC

Rs(0,2) MPa24C 2013 869 156C 1820 572 538C 1696 386

d(g/cm3) 10-6k-1 3,32 4,43 6,5 8,3


217

Ti-6Al-4V

Componenti in composito a matrice ceramica


Nei compositi a matrice ceramica CMCs la funzione della fase dispersa quella di tenacizzare la matrice. I pi importanti metodi di produzione di questi compositi comprendono:
Sinterizzazione di polveri Impregnazione di fibre con liquidi Infiltrazione di preforme Processi sol-gel Impregnazione di fibre con vapori

218

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109

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Sinterizzazione di polveri
I CMCs possono essere ottenuti per sinterizzazione di polveri della matrice e del rinforzante tenacizzante, entrambe con granulometria controllata per ottenere elevate densit a verde.

219

Impregnazione di fibre con sospensioni (1/2)


Se la fase tenacizzante sotto forma di fibre lunghe si impregnano le fibre con una sospensione di polveri ceramiche; le fibre impregnate si avvolgono su un mandrino da cui si prelevano fogli di fibre che vengono poi sovrapposti secondo orientamenti prestabiliti e pressati a caldo.

220

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110

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Impregnazione di fibre con sospensioni (2/2)


La fabbricazione di compositi a matrice ceramica o vetroceramica e fibre lunghe per mezzo di una sospensione (slurry) mostrata nella figura.
221

Infiltrazione
Si possono ottenere CMCs anche per infiltrazione di una matrice liquida in una preforma costituita, ad es., da un tessuto di fibre; la preforma pu anche essere infiltrata con materiali polimerici capaci, per pirolisi, di dare origine a un materiale ceramico.

222

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111

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Processi sol-gel
Unaltra alternativa di produzione dei CMCs ricorre al metodo sol-gel con il quale una sospensione (sol) di particelle piccolissime (~ 100 nm), ottenute per reazione chimica in soluzione, viene trasformata in un gel a seguito dellevaporazione parziale del solvente e conseguente aumento di viscosit. Un sol pu essere utilizzato per infiltrare una preforma di tenacizzante; il tutto viene poi essiccato e calcinato. Oppure le particelle di tenacizzante possono essere disperse in un sol e dopo calcinazione, essere compattate e cotte. 223

Infiltrazione di fibre con vapori (1/2)


I CMCs possono anche essere ottenuti per infiltrazione in fase vapore di una preforma di tenacizzante ad opera di una fase gassosa che produce in situ la matrice ceramica.

224

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112

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Infiltrazione di fibre con vapori (2/2)


Ad es. una matrice ceramica a base di SiC pu essere ottenuta convogliando con un gas di trasporto nella camera di reazione e di infiltrazione della preforma i gas di sintesi; SiCl4 (gas) + CH4 (gas) SiC (solido) + 4 HCl (gas). Si possono infine anche adottare processi in situ infiltrando una preforma ceramica con un metallo liquido, ad es. Al, che viene poi ossidato ad Al2O3.

225

Esempi di CMCs
Esempi di compositi a matrice ceramica sono:
Al2O3/SiCwhiskers Al2O3/ZrO2particelle Vetroceramica/fibre C/C SiC/SiC SiC/C

226

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113

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Composito Al2O3/SiC whiskers Il composito Al2O3/SiCwhiskers viene realizzato utilizzando una sospensione di allumina e whiskers di SiC che viene essiccata, pressata a caldo o a freddo e infine sinterizzata. La presenza fino al 25% in volume dei whiskers migliora la resistenza, il modulo elastico, la tenacit anche ad alta temperatura e la conducibilit termica. Diminuiscono invece la densit e la dilatazione termica con il risultato complessivo di migliorare la resistenza allo shock termico.
227

Composito Al2O3/ZrO2 particelle (1/3)


Nel composito Al2O3/ZrO2particelle le particelle di zirconia (ZrO2) aumentano la tenacit e la resistenza della matrice. La zirconia presenta il fenomeno del polimorfismo; ad alta temperatura stabile una modificazione tetragonale che pu essere portata in condizioni di metastabilit anche a temperatura ambiente stabilizzandola con laggiunta di ossido di ittrio, o ittria, Y2O3 (circa 3% molare).

228

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114

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Composito Al2O3/ZrO2 particelle (2/3)


Viene cos evitata la trasformazione a bassa temperatura della struttura tetragonale in quella di equilibrio monoclina che avviene con un aumento di volume del 3% e che provoca la comparsa di microcricche infragilenti. Questa trasformazione pu verificarsi successivamente, promossa dalle sollecitazioni presenti allapice di una cricca di rottura; il conseguente aumento di volume crea uno stato di compressione nella matrice.
229

Composito Al2O3/ZrO2 particelle (3/3)


Lavanzamento della cricca risulta contrastato, come evidenziato nella figura, provocando di fatto un aumento della tenacit e della resistenza del composito. Il meccanismo di tenacizzazione mostrato nella figura.

230

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi vetroceramica/fibre (1/3)


I compositi vetroceramica/fibre si ottengono impregnando fibre di SiC con una sospensione di polvere di un vetro a base di Li2O Al2O3 SiO2 MgO (vetro LAS); la matrice viene poi sinterizzata per densificarla e infine devetrificata.

231

Compositi vetroceramica/fibre (2/3)


Con il 40 50 %in volume di fibre si ottiene un forte miglioramento delle propriet meccaniche, ad es. della resistenza a flessione, del vetroceramico rinforzato rispetto a quello monolitico non rinforzato.

232

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116

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi vetroceramica/fibre (3/3)


Laumento dellarea sottesa dalla curva misura lincremento di tenacit del composito; questi compositi, che presentano anche una buona resistenza a fatica, mantengono le buone caratteristiche meccaniche fin oltre a 1000C.

233

Compositi carbonio/carbonio ( C/C ) (1/6)


I compositi carbonio/carbonio (C/C) possono essere prodotti allo stato poroso, come isolanti termici, partendo da fibre corte di carbonio e da resine fenoliche con le quali si realizzano pannelli che vengono poi carbonizzati. Sono caratterizzati da bassa conducibilit termica, avendo una porosit del 70 90%, e da scarsa resistenza meccanica a trazione, inferiore a 1MPa.

234

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117

Materiali

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Compositi carbonio/carbonio ( C/C ) (2/6)


Pi importanti sono i C/C compatti ottenuti infiltrando fibre corte di C derivate dalla pece o fibre lunghe ad alta resistenza con sostanze a base di resine termoindurenti o di pece, capaci di trasformarsi in grafite. Dopo infiltrazione la resina viene reticolata, decomposta termicamente e infine grafitizzata in atmosfera inerte a 2500C. La pece viene infiltrata per pressatura isostatica a 100 MPa nelle fibre e poi carbonizzata e grafitizzata.
235

Compositi carbonio/carbonio ( C/C ) (3/6)


Linfiltrazione viene ripetuta parecchie volte per ridurre la porosit; lintero processo richiede alcuni giorni.

236

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118

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi carbonio/carbonio ( C/C ) (4/6)


Il comportamento a flessione dei compositi C/C ottenuti per infiltrazione con resine illustrato nella figura. Se la grafitizzazione stata condotta a 2000C il composito mostra un comportamento fragile; con un trattamento a 2600C si ottengono resistenze e tenacit elevate.

237

Compositi carbonio/carbonio ( C/C ) (5/6)


La matrice di carbonio pu anche essere realizzata per infiltrazione con gas metano, CH4, che viene decomposto a caldo in carbonio e idrogeno. I compositi C/C conservano la loro resistenza meccanica fino a 1600 1800C, ma sono sensibili allossidazione a partire da 500C.

238

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119

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi carbonio/carbonio ( C/C ) (6/6)


Per proteggerli necessario depositare sulla loro superficie barriere protettive di SiC o di Si3N4, che hanno coefficienti di dilatazione simili e aderiscono bene, oppure strati di vetri di silice o di vetri a base di silicati. Si usano per i freni di autovetture da competizione e di aerei; per musetti conici e profili di alette di missili; per componenti strutturali di reattori nucleari; per ugelli, bruciatori e deflettori di motori a turbina.
239

Compositi SiC/SiC (1/2)


I compositi SiC/SiC vengono ottenuti per infiltrazione liquida o gassosa di preforme continue di SiC ad alta resistenza e alto modulo elastico (Nicalon). Linfiltrazione liquida impiega policarbosilano oppure particelle microcristalline di SiC. Il policarbosilano viene poi pirolizzato a 1100C in atmosfera inerte. Si pu anche attuare uninfiltrazione in fase vapore utilizzando miscele gassose di CH3 SiCl3 e di H2.
240

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120

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Compositi SiC/SiC (2/2)


Per aumentare la tenacit del composito le fibre vengono ricoperte con uno strato di C o di BN che garantisce uninterfaccia debole che consente lo sviluppo di meccanismi di dissipazione di energia durante il processo di frattura. I compositi hanno buone caratteristiche meccaniche a temperature molto alte, ma degradano rapidamente al di sopra di 1100C in ambiente ossidante con diminuzione della resistenza e della tenacit.
241

Compositi SiC/C
I compositi SiC/C si ottengono infiltrando fibre di C con carburo di silicio o suoi precursori: la matrice di SiC pu essere ottenuta con le stesse modalit utilizzate per i compositi SiC/SiC oppure infiltrando le preforme in fibra di C con silicio fuso che reagisce con le fibre formando la matrice di SiC.

242

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121

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Materiali compositi

Caratterizzazione dei compositi (1/4)


La caratterizzazione dei compositi comporta, come per le altre classi di materiali, leffettuazione di prove distruttive e non distruttive. Fra quelle distruttive sono rilevanti i controlli microstrutturali e le osservazioni al microscopio ottico e a quello elettronico a scansione o a trasmissione.

244

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Caratterizzazione dei compositi (2/4)


Occorre verificare la struttura della matrice, la microstruttura e la disposizione del rinforzante, le caratteristiche dellinterfaccia, la presenza di fasi secondarie o di difetti del tipo di microvuoti o di microcricche. La composizione delle fasi pu essere acquisita con metodi microanalitici nel corso dellosservazione al microscopio elettronico; la loro struttura cristallina viene analogamente rilevata con microdiffrattometri a raggi X.
245

Caratterizzazione dei compositi (3/4)


La caratterizzazione meccanica dei compositi viene eseguita con le stesse tecniche utilizzate per i materiali convenzionali; qualche problema sussiste per la caratterizzazione dei rinforzanti che limitata alla valutazione del modulo elastico e della resistenza a trazione delle fibre lunghe.

246

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123

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Caratterizzazione dei compositi (4/4)


Nei compositi a matrice ceramica sono di particolare interesse le prove di tenacit a frattura che si effettuano su provini con intaglio oppure esaminando il risultato di prove di indentazione. Il metodo per indentazione consiste nella misura della lunghezza di cricche radiali prodotte sulla superficie del campione da un penetratore (indentatore) del tipo di quello usato per misurare la durezza Vickers.
247

Materiali compositi

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124

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propriet meccaniche dei compositi


Verranno ora presi in considerazione alcuni aspetti del comportamento meccanico dei materiali compositi:
Propriet elastiche Tenacit Comportamento a fatica

249

Propriet elastiche (1/10)


Si supponga che un composito sia formato da una matrice rinforzata con fibre lunghe con identici coefficienti di Poisson e con moduli elastici che valgono rispettivamente Em (matrice) ed Ef (fibre).

250

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125

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propriet elastiche (2/10)


Se si applica un carico a trazione parallelo al senso di allineamento delle fibre, matrice e fibre sono in condizioni di isodeformazione, cio si allungano elasticamente nella stessa misura. E cio: composito = matrice = fibre ovvero c = m = f

251

Propriet elastiche (3/10)


Per i carichi P, che si distribuiscono tra i due costituenti in ragione delle loro caratteristiche e delle loro proporzioni, si ha invece: Pcomposito = Pfibre + Pmatrice E inoltre: A = P con = sforzo e A = sezione E allora: cAc = fAf + mAm

252

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126

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propriet elastiche (4/10)


Se si moltiplica per la lunghezza L del provino si ha: cAcL = fAfL + mAmL se si divide per il volume del composito vc = AcL si ha: c = fvf/vc + mvm/vc ovvero c = fVf + mVm dove Vf = vf/vc e Vm = vm/vc sono le frazioni volumetriche di fibre e matrice.

253

Propriet elastiche (5/10)


Dividendo per la deformazione che identica per ogni componente si ha: c/c = fVf/f + mVm/m ovvero Ec = EfVf + EmVm ed essendo Vf + Vm = 1 si ha Vm= 1 - Vf e quindi Ec = EfVf + Em ( 1 Vf ) e anche c = fVf + m ( 1 Vf ) (VOIGT)

254

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127

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propriet elastiche (6/10)


Se si applica un carico perpendicolare rispetto alle fibre, matrice e fibre sopportano la stessa sollecitazione, ma si deformano diversamente avendo differenti propriet elastiche; fibre e matrice sono in condizioni di isosforzo.

255

Propriet elastiche (7/10)


Lallungamento elastico del composito dato da: cLc = fLf + mLm dove Lf e Lm sono le lunghezze delle parti occupate dalle fibre e dalla matrice La sezione resistente dei due componenti la stessa e quindi anche: c = fVf + mVm dove Vf e Vm sono sempre le frazioni volumetriche di fibre e matrice.

256

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128

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propriet elastiche (8/10)


Dividendo per lo sforzo che = c = f = m (ed essendo 1/E = /) : 1/Ec = Vf/Ef + Vm/Em ovvero il modulo elastico del composito nella direzione trasversale vale: Ec = Ef Em/EmVf + Ef (1-Vf) (REUSS)

257

Propriet elastiche (9/10)


I valori calcolati per Ec in condizioni di isodeformazione e di isosforzo in funzione della frazione volumetrica Vf delle fibre per un composito con matrice con Em = 3 GPa e fibre con Ef = 73 GPa sono mostrati nella figura per un composito con fibre unidirezionali di vetro in matrice polimerica.

258

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129

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propriet elastiche (10/10)


I dati sperimentali possono scostarsi significativamente da quelli calcolati in quanto nel corso dellelaborazione dei compositi si presentano al raffreddamento fenomeni di contrazione termica che coinvolgono in misura differente fibre e matrice. Questi fenomeni inducono sollecitazioni residue a trazione e a compressione che, sommandosi alle sollecitazioni esterne, possono innescare prematuramente microcricche allinterno del composito, specie nel caso di raffreddamenti rapidi. 259

Resistenza a trazione (1/5)


Per quanto concerne la resistenza a trazione di compositi con fibre parallele orientate longitudinalmente vale la relazione: c = fVf + m (1 Vf)

260

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130

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Resistenza a trazione (2/5)


Come mostrano le figure, le fibre sono dure e fragili e si deformano elasticamente fino a rottura; le matrici polimeriche e metalliche possono deformarsi plasticamente prima di rompersi; le matrici ceramiche si deformano molto poco.

261

Resistenza a trazione (3/5)


Nei compositi con matrici duttili il carico sopportato soprattutto dalle fibre e la matrice pu deformarsi plasticamente prima della rottura del composito. Se la frazione volumetrica delle fibre modesta si verifica che, dopo la rottura delle fibre, il composito pu essere ulteriormente sollecitato fino al carico massimo sopportabile dalla matrice.

262

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131

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Resistenza a trazione (4/5)


Nella figura mostrata la resistenza di un composito in funzione della frazione volumetrica delle fibre. Bassi valori di Vf non comportano vantaggi essendo la resistenza del composito controllata da quella della matrice.

263

Resistenza a trazione (5/5)


Lazione rinforzante delle fibre dipende anche dalla presenza di difetti interni o superficiali; questi secondi possono innescare cricche di frattura e possono essere mitigati dal ricorso a film protettivi. Inoltre molte fibre sono multifilamento (alcune fibre di C contengono da 3.000 a 10.000 singoli filamenti) e il loro comportamento a trazione dipende dalla distribuzione dei difetti e dalle caratteristiche geometriche dei filamenti che le compongono.
264

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132

Materiali

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Orientamento del rinforzante (1/3)


Sulle propriet resistenziali inoltre significativo leffetto dellorientamento del rinforzante. Un composito rinforzato con fibre lunghe parallele presenta massima resistenza a trazione nella direzione longitudinale e minima in quella trasversale.

265

Orientamento del rinforzante (2/3)


Anche il modulo elastico, come mostra la figura, diminuisce rapidamente se misurato in direzioni diverse da quella delle fibre.

266

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133

Materiali

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Orientamento del rinforzante (3/3)


Nel caso di laminati multistrato ottenuti compattando strati con fibre allineate orientati diversamente (ad es. con fibre formanti un angolo di 90) si osserva che lapplicazione di un carico nella direzione di allineamento di un gruppo di strati provoca cricche negli strati con fibre orientate a 90. La distribuzione delle sollecitazioni diventa complessa; la formazione delle cricche fa rilassare le tensioni interne residue di origine termica e le tensioni tra strati con differente orientazione.
267

Bilancio delle propriet


Complessivamente si registrano nei compositi propriet migliori come compromesso tra rigidit, resistenza a trazione, resistenza a frattura; di qui la spinta allimpiego di compositi multistrato.

268

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134

Materiali

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Compositi con fibre corte


Nei compositi con fibre corte la sollecitazione a trazione si trasferisce dalla matrice alle fibre attraverso sforzi di taglio allinterfaccia fibra/matrice. Questo trasferimento determina uno sforzo di trazione allinterno delle fibre.

269

Debonding
Il trasferimento completo solo se le fibre sono sufficientemente lunghe e la rottura del materiale comporta la rottura delle fibre; in caso contrario si ha perdita di adesione allinterfaccia (debonding) e scorrimento relativo di fibre e matrice.

270

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135

Materiali

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Influenza della lunghezza delle fibre


Mentre i compositi a fibre lunghe si rompono in concomitanza con la rottura delle fibre quelli a fibre corte cedono quando si rompe la matrice dopo che venuta meno ladesione alle fibre con conseguente diminuzione del modulo elastico. E possibile valutare qual la lunghezza minima delle fibre necessaria a consentire un adeguato trasferimento delle sollecitazioni; in ogni caso, a parit di frazione volumetrica, le fibre corte rinforzano meno di quelle lunghe.
271

Tenacit (1/4)
Rispetto ai materiali tradizionali la propagazione delle cricche di frattura nei compositi condizionata anche:
Dalla presenza dellinterfaccia tra rinforzante e matrice Dalle forze di legame fra i due costituenti Dalla capacit del sistema di consumare energia di rottura allatto dello scollamento dellinterfaccia e della deviazione della cricca operata dal rinforzante.

272

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Materiali

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Tenacit (2/4)
Sulla tenacit dei compositi inoltre influente la natura della matrice. Nel caso delle matrici polimeriche o metalliche la loro tenacit pu essere ridotta dalle sollecitazioni residue indotte dallaccoppiamento con il rinforzante. Le fragili matrici ceramiche possono invece venire tenacizzate dai rinforzanti che attivano meccanismi di frattura che dissipano energia.

273

Tenacit (3/4)
Sulla tenacit, almeno nel caso delle fibre, anche influente la natura del rinforzante; questi pu talvolta essere deformato plasticamente (acciaio nel cemento armato; fibre poliestere nei pneumatici; fibre aramidiche in compositi a matrice polimerica) contribuendo alla tenacit del composito.

274

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137

Materiali

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Tenacit (4/4)
Altre fibre, come quelle di vetro, di B, di C, si rompono consumando poca energia anche se possono contribuire a tenacizzare il composito rendendo con la loro presenza difficoltoso il cammino delle cricche.

275

Propagazione di una cricca (1/5)


Nel caso di compositi con matrici duttili rinforzate con fibre fragili la propagazione di una cricca pu essere cos schematicamente illustrata:
a) Situazione iniziale: vi una singola fibra fragile in una matrice duttile.

276

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138

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propagazione di una cricca (2/5)


b) Propagazione di una cricca fino a incontrare una fibra; inizio della deformazione elastica della fibra.

277

Propagazione di una cricca (3/5)


c) Prosecuzione della deformazione elastica della fibra; scollamento tra fibra e matrice causato dalla rottura dei legami allinterfaccia; la cricca procede oltre la fibra che ora libera di deformarsi elasticamente.

278

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139

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Propagazione di una cricca (4/5)


d) La cricca avanza mentre aumenta lo scollamento tra fibra e matrice; la fibra continua a sostenere il carico; si sta consumando energia sia per creare le superfici di frattura nella matrice sia per aumentare lo scollamento.

279

Propagazione di una cricca (5/5)


e) La perdita di adesione fra fibra e matrice prosegue finch non interessa una sezione della fibra indebolita da un difetto; la fibra si rompe e una parte di essa emerge su una delle superfici di rottura (pull-out). Il lavoro di pull-out consuma la maggior parte dellenergia di frattura.

280

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140

Materiali

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Resistenza al debonding
Per migliorare la resistenza al debonding occorre migliorare la bagnabilit del rinforzante e stabilire legami chimici forti con la matrice. Ci pu essere ottenuto depositando sulla superficie del rinforzante strati aderenti deputati a interagire con la matrice e a contrastare la formazione di fasi infragilenti.

281

Influenza del rinforzante


Per valutare linfluenza del rinforzante occorre anche tener conto della frammentazione delle fibre durante lelaborazione e del loro orientamento rispetto alla direzione di applicazione del carico.

282

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141

Materiali

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Compositi multistrato
Nel caso di compositi multistrato la situazione ulteriormente complicata dal fatto che le cricche possono essere deviate nelle zone tra le lamine e la rottura avviene allora a seguito di un processo di delaminazione.

283

Influenza della matrice


La tenacit dei compositi contenenti particelle o fibre corte fortemente influenzata dalla matrice poich i rinforzanti possono solo deviare il percorso della cricca. Se la matrice poco tenace la fase dispersa rende il composito pi tenace; se molto tenace laggiunta di un rinforzante fragile di tipo ceramico penalizza la tenacit in quanto irrigidisce il composito inibendo la deformazione plastica della matrice. La tenacit del composito diminuisce allaumentare della frazione volumetrica della fase dispersa. 284

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142

Materiali

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Influenza del legame allinterfaccia


Nel caso di compositi con matrice metallica e rinforzante discontinuo la tenacit dipende anche dalla forza del legame interfacciale: se debole si ha debonding, se forte le particelle non deviano la cricca, ma ne sono attraversate.

285

Tenacizzazione dei compositi ceramici


Nei compositi a matrice ceramica la fase dispersa viene introdotta proprio per superare la fragilit intrinseca della matrice ovvero per migliorarne la tenacit specialmente per impieghi strutturali ad alte temperature. Si sono cos sviluppati compositi contenenti particelle o fibre ad alta resistenza, ad es. di C o di SiC, in matrici ceramiche fragili avendo cura di minimizzare la presenza di difetti interni conseguenti alla sinterizzazione.
286

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143

Materiali

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Esempio: la zirconia (1/2)


Un esempio interessante costituito dalla zirconia (ZrO2). Questo composto ha una struttura monoclina a temperatura ambiente e si trasforma a 1150C in una modificazione tetragonale. Questa modificazione pu essere stabilizzata a bassa temperatura dallaggiunta di ossidi di cerio o di ittrio o di magnesio.

287

Esempio: la zirconia (2/2)


In presenza di una cricca di frattura che avanza si verifica allapice della cricca una trasformazione della forma tetragonale metastabile nella forma monoclina. Questa trasformazione avviene con un aumento di volume del 3 4% che crea uno stato di compressione che aumenta la tenacit del materiale in quanto contrasta il propagarsi della cricca.

288

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144

Materiali

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Tenacizzazione (1/6)
Un ceramico relativamente tenace pu essere ottenuto introducendo in una matrice ceramica, ad es. di Al2O3, una fase dispersa tenacizzante, ad es. di ZrO2, sotto forma di particelle con diametro di circa 1m. Quando una cricca avanza riduce la costrizione operata dalla matrice sulle particelle di ZrO2 metastabili consentendo loro di trasformarsi nella forma monoclina con aumento di volume. Tale aumento di volume mette localmente in compressione il materiale ostacolando lavanzamento della cricca. 289

Tenacizzazione (2/6)
La tenacizzazione di un ceramico pu anche essere raggiunta disperdendo rinforzanti stabili attorno ai quali si formano tensioni residue dovute al differente coefficiente di dilatazione termica rispetto alla matrice.

290

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145

Materiali

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Tenacizzazione (3/6)
Tali tensioni interagiscono con lo stato di trazione esistente allapice della cricca provocando deviazione o rotazione della cricca con aumento della tenacit.

291

Tenacizzazione (4/6)
Laumento di tenacit dipende dalla frazione volumetrica delle particelle e dalla loro forma.

292

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146

Materiali

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Tenacizzazione (5/6)
Si possono tenacizzare matrici ceramiche anche incorporandovi fibre lunghe, spesso di natura uguale o simile. Si hanno cos i compositi C/C, SiC/SiC, C/SiC nei quali le fibre lunghe hanno resistenza a trazione molto pi elevata di quella della matrice.

293

Tenacizzazione (6/6)
Alla loro tenacit concorrono alcuni fenomeni che incrementano il lavoro di frattura del tipo del debonding o del pull-out. Laumento di tenacit dipende dalla frazione volumetrica delle fibre, dalla lunghezza del debonding, dal lavoro di estrazione dalla matrice delle fibre fratturate.

294

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Materiali

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Comportamento a fatica (1/9)


Nel caso di compositi con fibre lunghe in matrice polimerica la resistenza a fatica determinata dalla resistenza delle fibre e quindi dalla resistenza a trazione del composito, t.

295

Comportamento a fatica (2/9)


Tra lo sforzo uniassiale applicato nelle prove di fatica, il numero Nf dei cicli necessari a provocare rottura e la resistenza a trazione t sussiste la relazione: = t B log Nf; con t/B circa uguale a 10 Ovvero Nf = 1010(t )/t dove Nf dipende dallo sforzo applicato e, a parit di sforzo, dalla resistenza t del composito che, a sua volta, dipende dalla resistenza delle fibre.
296

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148

Materiali

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Comportamento a fatica (3/9)


Se la sollecitazione ciclica anzich assiale , ad es., di flessione intervengono sforzi di taglio allinterfaccia fibra/matrice che possono causare fenomeni di debonding che danneggiano il materiale. In compositi con fibre corte disposte casualmente la cricca di fatica viene facilmente deviata aumentando il lavoro di rottura; laumento della resistenza a fatica allora dovuto allaumento pi della tenacit che non della resistenza.
297

Comportamento a fatica (4/9)


Nei compositi a matrice polimerica allinversione del carico non si ha inoltre recupero immediato della deformazione. Si ha un effetto di isteresi che determina accumulo di energia nel sistema con conseguente deformazione plastica della matrice e/o aumento di temperatura e degrado della matrice.

298

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149

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Comportamento a fatica (5/9)


Nei compositi a matrice metallica la resistenza a fatica tanto pi elevata quanto maggiore la resistenza del materiale. Questi compositi sono pi resistenti della matrice da cui derivano; essi sono anche meno duttili in quanto il rinforzante riduce la duttilit della matrice.

299

Comportamento a fatica (6/9)


I compositi a matrice metallica con fibre lunghe possono contenere fibre ceramiche fragili di SiC o di C o fibre metalliche di W o di acciaio la cui resistenza molto pi alta di quella delle matrici che sono a base di Al, Mg, Ti. La resistenza a fatica in ogni caso pi alta rispetto a quella della matrice non rinforzata e aumenta con la frazione volumetrica delle fibre.

300

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150

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Comportamento a fatica (7/9)


I compositi a matrice metallica contenenti particelle o whiskers sono pi resistenti e pi rigidi delle matrici e sono quindi generalmente pi resistenti a fatica. Talvolta allinterfaccia con le particelle ceramiche si formano per microvuoti che possono agire negativamente fungendo da iniziatori della cricca.

301

Comportamento a fatica (8/9)


Nei compositi a matrice ceramica contenenti fibre ceramiche il modulo elastico dei due componenti simile mentre la resistenza della matrice nettamente inferiore a quella delle fibre. Durante una sollecitazione a fatica la matrice che si frattura e scorre rispetto alle fibre. Man mano che il debonding procede le fibre sono sollecitate da sforzi maggiori (perch viene meno il contributo della matrice) e se in esse sono presenti difetti possono fratturarsi.
302

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Comportamento a fatica (9/9)


Con il progredire del danneggiamento le fibre integre potrebbero essere insufficienti a sopportare il carico di fatica; in tal caso si osserva la rottura a fatica. Quando il debonding si sviluppato completamente e il composito non risulta ancora rotto a fatica allora la frattura delle fibre si arresta, perch non c motivo che si rompano riapplicando la sollecitazione.

303

Curva di Wohler
La prova a fatica non si conclude con la rottura. Il materiale presenta cio un carico limite di fatica. La curva di Wohler sforzo/numero di cicli assume laspetto consueto riportato nella figura.

304

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Un esempio complesso (1/7)


A conclusione dellunit relativa ai compositi viene preso in considerazione lesempio di un componente relativamente complesso realizzato in prevalenza con materiali compositi. Si tratta di uno sci moderno per il quale nelle slide successive sono illustrati, in una sezione trasversale, i differenti strati.

305

Un esempio complesso (2/7)


Coperture e fiancate in copolimero ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene), tenace anche a basse temperature, con funzione estetica e di contenimento.

306

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Un esempio complesso (3/7)


Lamine bidirezionali in materiale polimerico rinforzate con fibre di vetro a 45 con la funzione di migliorare la resistenza a torsione.

307

Un esempio complesso (4/7)


Lamine unidirezionali in materiale polimerico rinforzate con fibre di vetro a 0 (e qualcuna a 90) con la funzione di conferire rigidezza longitudinale.

308

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154

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Un esempio complesso (5/7)


Lamine bidirezionali con fibre di vetro che racchiudono lanima in poliuretano introdotta come riempitivo.

309

Un esempio complesso (6/7)


Strato smorzante in poliuretano con la funzione di migliorare la resistenza alle vibrazioni.

310

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Un esempio complesso (7/7)


Base costituita da un composito compresso formato da particelle di carbonio disperse in una matrice plastica per realizzare una superficie dura e resistente allabrasione.

311

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Cenni sui nanomateriali e nanotecnologie


Generalit sui nanomateriali Applicazioni Rivestimenti nanostrutturati e strati superficiali Nanopolveri Nanocompositi polimerici Materiali porosi nanostrutturati

313

Cenni sui nanomateriali e nanotecnologie

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157

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Generalit (1/6)
Con il nome di nanomateriali si intendono materiali nuovi ottenuti sotto forma di particelle nanometriche oppure materiali nanostrutturati derivanti dalla nanostrutturazione di materiali noti.

315

Generalit (2/6)
I nanomateriali e le connesse nanotecnologie afferiscono a un nuovo campo tecnologico e scientifico che ha come obiettivo la sintesi di nanomateriali e la realizzazione di componenti basati su strutture nanometriche.

316

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158

Materiali

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Generalit (3/6)
Un nanometro (nm) corrisponde a 10-9m; la distanza corrispondente a 10 atomi di idrogeno allineati; un globulo rosso ha un diametro di ~ 1000 nm; i grani dei materiali policristallini hanno diametri variabile da 10 a 100 m ovvero da 10.000 a 100.000 nm.

317

Generalit (4/6)
I nanomateriali sono caratterizzati da un elevatissimo valore del rapporto tra la superficie complessiva delle nanoparticelle e il volume che occupano. Una particella di dimensioni nanometriche pu essere ottenuta riducendo con metodi fisici le dimensioni di una pi grande.

318

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159

Materiali

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Generalit (5/6)
Un approccio pi interessante quello di ottenere nanoparticelle assemblando atomo per atomo o molecola per molecola per ottenere aggregati capaci di svolgere funzioni specifiche eventualmente da combinare poi in strutture sopramolecolari organizzate (approccio tipico dei sistemi biologici). Lassemblaggio di nanounit di materia o il controllo a livello nanometrico di superfici di componenti consentono di ottenere materiali o componenti con propriet del tutto nuove o decisamente migliori. 319

Generalit (6/6)
Le dimensioni nanometriche conferiscono cio a un materiale nanostrutturato particolari propriet; ad es. il rame nanocristallino ha una resistenza a trazione che circa il doppio di quella del rame microcristallino.

320

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Cenni sui nanomateriali e nanotecnologie

Applicazioni (1/5)
Le applicazioni consolidate o annunciate sono gi molto numerose e concernono:
Dispositivi per lindustria elettronica, del tipo dei chip a semiconduttori a nanoscala; delle tecnologie di memorizzazione pi spinte; di computer piccolissimi; della misura della compatibilit e del rischio elettromagnetico Materiali polimerici elettricamente conduttivi per applicazioni fotovoltaiche Supercondensatori o elettrodi per batteria ad altissima area superficiale Sistemi fotonici
322

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161

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Applicazioni (2/5)
Sistemi di trasporto e di rilascio di farmaci Protesi mediche pi resistenti e pi biocompatibili Cosmetici e gel con protezione rispetto ai raggi ultravioletti Rivestimenti anticorrosione Superfici autopulenti Film sottili per sensoristica

323

Applicazioni (3/5)
Prodotti per la catalisi, per la rimozione di inquinanti, per lo stoccaggio di H2 Lubrificanti con viscosit progettata Materiali compositi particolarmente leggeri, robusti e sottili Membrane per il packaging, per celle a combustibile, per la catalisi

324

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162

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Applicazioni (4/5)
nel settore autoveicolistico:
Per labbattimento delle emissioni inquinanti; Per lalleggerimento delle strutture attraverso materiali a bassa densit e con nanorivestimenti a basso attrito; Per nuovi sistemi di illuminazione ad alta efficienza; Per migliorare la visibilit delle vetrature; Per materiali intelligenti per lo sviluppo di attuatori multifunzionali

325

Applicazioni (5/5)
I sistemi investigati e le loro applicazioni comprendono nanoparticelle, nanotubi, nanofibre, nanofili metallici, intermetallici, semiconduttori, nanocompositi, nanobiomateriali, nanopolimeri, membrane nanoporose, miscele organiche-inorganiche.

326

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163

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Cenni sui nanomateriali e nanotecnologie

Classificazione
I nanomateriali possono essere suddivisi in due categorie; la prima riguarda la realizzazione di sottilissimi strati superficiali che svolgono funzioni particolari. La seconda prevede la preparazione di nanopolveri che possono essere o compattate per ottenere componenti o disperse in matrici per generare nanocompositi. Presenta ancora una certa criticit il problema della produzione di grandi quantit di nanopolveri uniformi, quanto a forma, purezza e dimensioni delle particelle, e di costo contenuto. 328

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Materiali

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Rivestimenti nanostrutturati (1/5)


Film sottili sono impiegati per rivestire superfici e conferire propriet differenti da quelle della massa del materiale, migliorando il rapporto prestazioni/costo in applicazioni consolidate o conferendo propriet nuove. Rivestimenti nanostrutturati conferiscono elevata resistenza allusura agli utensili da taglio avendo una durezza superiore del 60% rispetto ai rivestimenti usuali, un coefficiente di attrito pi basso e pi elevata resistenza allabrasione.
329

Rivestimenti nanostrutturati (2/5)


Rivestimenti antiusura sono anche proponibili per materiali polimerici per renderli pi resistenti allabrasione e alla rigatura; policarbonati nanorivestiti potrebbero sostituire i vetri che sono pi pesanti e pi fragili. Si stanno anche mettendo a punto rivestimenti compositi formati da una matrice di carbonio amorfo nella quale sono state disperse nanoparticelle di carburo di tungsteno o di titanio.
330

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Rivestimenti nanostrutturati (3/5)


Questi film duri e tenaci hanno propriet meccaniche, chimiche, tribologiche che variano reversibilmente a seconda delle sollecitazioni e delle condizioni di temperatura, umidit, atmosfera in cui operano.

331

Rivestimenti nanostrutturati (4/5)


Rivestimenti nanostrutturati sono proposti anche in ambito autoveicolistico per conseguire, a seguito dellaumento della resistenza allusura, un aumento della durata di parti meccaniche realizzate non pi con materiali ferrosi, ma in lega leggera. La conseguente diminuzione del peso dellautoveicolo riduce il consumo del carburante e lentit delle emissioni inquinanti.

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Rivestimenti nanostrutturati (5/5)


Uneccellente resistenza allusura e un aumento della durata dei componenti si conseguono con rivestimenti nanostrutturati di carbonio; possono riguardare le superfici dei cilindri, gli accoppiamenti camma/punteria, valvola/sedevalvola, albero a camme/cuscinetti.

333

Applicazioni automobilistiche (1/2)


Al di fuori dellapparato propulsore si possono realizzare:
Componenti strutturali alleggeriti in nanocomposito a matrice polimerica (vano porta bagagli, paraurti, frontalino) Vetri resistenti allimpatto e allo sfondamento, dotati di elevata visibilit in condizioni climatiche avverse, con propriet sia antiriflesso sia di protezione dalla luce solare

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Applicazioni automobilistiche (2/2)


Fasce, cinghie, fili ad alto modulo elastico, realizzati con nanocompositi a matrice polimerica rinforzata con nanotubi di carbonio, molto flessibili e resistenti a trazione Filtri ceramici nanoporosi ottenuti per sinterizzazione di nanopolveri o espansi polimerici nanoporosi Film nanostrutturati per sensori a elevata area superficiale e a porosit programmabile capaci di segnalare limminenza di un impatto, oppure di monitorare lo stato di usura dei pneumatici
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Cenni sui nanomateriali e nanotecnologie

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Polveri nanometriche (1/2)


Le polveri di dimensioni nanometriche con distribuzione controllata della morfologia, delle dimensioni, della densit possono essere ottenute facendo evaporare rapidamente goccioline minutissime di soluzioni di precursori.

337

Polveri nanometriche (2/2)


Si possono anche ottenere facendo vaporizzare filamenti attraverso scariche ad alta intensit di corrente e condensando poi rapidamente i vapori. Si pu anche ricorrere a un processo sol-gel a temperatura ambiente elaborando precursori sotto forma di soluzioni liquide.

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Nanomateriali metallici (1/3)


Nanomateriali metallici si ottengono sottoponendo polveri elementari ad azioni meccaniche da parte di sfere macinanti fatte oscillare ad alte frequenze. Nel corso della nanofabbricazione le particelle vengono frantumate, miscelate meccanicamente, deformate plasticamente, microsaldate, coinvolte in processi di diffusione, di rottura di legami, di reazione, di formazione di nuove fasi.

339

Nanomateriali metallici (2/3)


Una volta individuate le prestazioni da richiedere al materiale e ai componenti si definisce la composizione delle polveri, si procede alla loro meccanoproduzione, alla formatura dei componenti, alla sinterizzazione. Con queste nanopolveri si possono anche realizzare depositi superficiali con processi di spray termico.

340

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Nanomateriali metallici (3/3)


La meccanoproduzione di nanopolveri metalliche stata anche indirizzata al miglioramento dei metalli duri a base di Co e di WC (widia) per realizzare mediante spray termico rivestimenti antiusura di componenti meccanici anche di grosse dimensioni. Nei materiali ottenuti da nanopolveri il coefficiente di attrito risultato inferiore a 0,4 a fronte del valore di circa 0,6 dei materiali tradizionali.
341

Nanopolveri: applicazioni (1/3)


Polveri nanometriche, ad es. nanotubi di carbonio, possono anche essere disperse in materiali polimerici per aumentarne la resistenza meccanica e termica, la resistenza alla fiamma, limpermeabilit ai gas oppure per modificarne le propriet elettriche rendendo possibile lelettroverniciatura (cataforesi) delle parti in plastica degli autoveicoli o di altri dispositivi.

342

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171

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Nanopolveri: applicazioni (2/3)


Un altro impiego interessante delle nanopolveri quello delle paste abrasive utilizzate per conferire unottima finitura superficiale a dispositivi rigorosamente planari come i lamierini al silicio o i dischi rigidi dei computer. Applicazioni interessanti si prospettano anche nellambito di vernici che utilizzano la capacit di nanoparticelle di TiO2 di distruggere, se colpite da radiazioni ultraviolette, virus, batteri, agenti inquinanti.
343

Nanopolveri: applicazioni (3/3)


Le si pu impiegare come vernici stradali per contrastare le emissioni dei veicoli, per strumenti medicali autosterilizzanti, per filtri daria di ambienti inquinati.

344

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172

Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Manufatti ottenuti da nanopolveri (1/2)


Polveri di dimensioni nanometriche possono anche essere compattate per realizzare manufatti con dimensioni finali molto curate. Si possono, ad es., produrre componenti a elevata durezza sinterizzando miscele di nanopolveri di cobalto metallico e di carburo di tungsteno, WC; la difettosit che pu innescare rotture molto ridotta. La resistenza allabrasione circa doppia e la durezza superiore del 25% rispetto ai sinterizzati tradizionali ottenuti con polveri non nanometriche. 345

Manufatti ottenuti da nanopolveri (2/2)


Anche nellambito dei materiali ceramici per tecnologie avanzate luso di nanopolveri conduce a manufatti che mantengono elevata durezza e resistenza alle alte temperature, ma che sono pi duttili, meno difettosi, pi formabili e che comportano tempi di elaborazione drasticamente ridotti.

346

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Cenni sui nanomateriali e nanotecnologie

Nanocompositi polimerici (1/2)


Interessanti sono anche i nanocompositi polimerici che contengono disperse meno del 5% di nanoparticelle metalliche o silicatiche capaci di indurre, senza incidere sulla lavorabilit e sul colore del composito, caratteristiche meccaniche, termiche e di impermeabilit ai fluidi nettamente superiori. Questultima propriet molto importante nellimballaggio alimentare; i nanocompositi polimerici sono da 5 a 15 volte meno permeabili ai fluidi del polimero puro o dei compositi tradizionali. 348

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Nanocompositi polimerici (2/2)


I nanocompositi polimerici hanno infine una resistenza alla fiamma che pi alta del 60 80% di quella del solo polimero.

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Cenni sui nanomateriali e nanotecnologie

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Materiali porosi nanostrutturati (1/3)


Sviluppi promettenti sono attesi anche dai materiali porosi nanostrutturati che contengono pori di dimensioni comprese fra 2 e 50nm. Lordine, la dimensione e la distribuzione dei pori pu essere controllata per ottimizzarne il comportamento.

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Materiali porosi nanostrutturati (2/3)


La superficie di questi pori pu inoltre essere funzionalizzata attraverso linnesto di una numerosa tipologia di molecole. Oppure le porosit vengono sfruttate come contenitori, ad es. di biomolecole, che vengono poi rilasciate in modo controllato.

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Materiali

Materiali ceramici, compositi; nanomateriali

Materiali porosi nanostrutturati (3/3)


Questi materiali mesoporosi possono anche essere impiegati sotto forma di film per dispositivi sensoristici in applicazioni che concernono la catalisi, lemodialisi, la preparazione di farmaci, le membrane per analisi chimiche. Altre applicazioni riguardano la rimozione di inquinanti, i sensori di gas, le guide donda, le matrici per nanoconduttori, materiali dielettrici, materiali per applicazioni fotovoltaiche.

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