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Relazione su Internet ci rende stupidi?

di Nicholas Carr
Quello che mi ha portato a scegliere questo libro stata principalmente la curiosit di scoprire se, come dice il sottotitolo del libro, la rete sta cambiando il nostro cervello. Lautore inizia il prologo del libro citando una frase di McLuhan da Gli strumenti del comunicare: Nel lungo periodo il contenuto di un medium ha molta meno importanza del medium stesso nellinfluenzare il modo in cui pensiamo e agiamo. In quanto finestra sul mondo, e su noi stessi, un medium popolare plasma ci che vediamo e come lo vediamo, e col tempo, se lo usiamo a sufficienza, cambia ci che siamo, come individui e come societ. Pu quindi la rete riprogrammarci a sua immagine e somiglianza? Per rispondere a questo quesito, lautore ci conduce lungo il suo filone logico fatto di pensieri e riflessioni in prima persona e approfondite spiegazioni riguardo le principali innovazioni tecnologiche che a partire dallinvenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg hanno portato alla creazione dei media su cui si basa Internet, cos come la conosciamo oggi. Nonostante nel complesso lintero libro sia particolarmente interessante per la grande quantit di nozioni, spiegazioni e curiosit disseminate nei dieci capitoli che lo compongono, ci sono stati alcuni argomenti che hanno attratto maggiormente il mio interesse: - Il capitolo 2, in cui viene spiegata la neuro plasticit del cervello partendo dagli esperimenti eseguiti su un gruppo di scimmie da Merzenich. Qui in pratica viene spiegato che il nostro cervello s plastico perch in grado di riconfigurare i propri circuiti neurali in base alle esigenze del corpo (vedi amputazioni, cecit, etc.) o ad azioni continue e ripetute, ma questo non vuol dire che sia elastico. E non detto che questa sia una situazione auspicabile. I nostri circuiti non ritornano allo stato precedente come fa un nastro di gomma: rimangono nello stato alterato. Le cattive abitudini possono radicarsi nei nostri neuroni con la stessa facilit di quelle buone. -Il capitolo 4, in cui viene trattata la nascita del libro come medium di diffusione della cultura. E interessante sapere che nellantichit non esisteva la lettura silenziosa di un testo perch le parole erano scritte una accanto allaltra senza spazi di divisione, imitando la narrazione orale. Lautore ci spiega che La condizione normale del cervello umano, come quella dei cervelli della maggior parte degli animali, la distrazione. La lettura di un libro, cos come la intendiamo noi oggi, ci porta a praticare una modalit di pensiero innaturale, che richiede di prestare unattenzione intensa e ininterrotta a un unico oggetto statico. -Il capitolo 5, in cui vengono analizzati gli effetti che Internet ha avuto sugli altri medium di comunicazione. In particolare di come ha devastato il settore giornalistico portandoci a leggere molto di pi di quanto non facessimo ventanni fa, ma dedicando molto meno tempo alla lettura di parole scritte su carta. Basta riflettere infatti sul fatto che Il suono predominante nella biblioteca odierna quello del battere sui tasti, non quello dello sfogliare pagine.

Daniele Guida

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-Il capitolo 7, in cui lautore usa la metafora del giocoliere, per paragonare gli utenti che si sono talmente abituati ad agire in modalit multitasking e quindi a concentrare la propria attenzione nel gestire le diverse azioni da svolgere, da favorire lapprendimento superficiale. Infatti Quando si tratta di fornire alla mente la materia prima del pensiero, di pi pu significare di meno. E come diceva Socrate: Essere ovunque non essere da alcuna parte. Inoltre molto interessante la digressione sui meccanismi che regolano la memoria a breve e a lungo termine. -Il capitolo 8, in cui viene esplicitata lorganizzazione scientifica del lavoro di Taylor, applicata ai giorni nostri da Google. E molto affascinante perch ci viene raccontata la nascita, lo sviluppo e le ambizioni del motore di ricerca pi famoso del mondo. Google vuole che linformazione sia gratis perch, se il costo dellinformazione scende, tutti passiamo pi tempo a guardare gli schermi dei nostri computer e i profitti dellazienda salgono. La maggior parte dei servizi di Google infatti non redditizia in quanto tale. Inoltre viene trattato in maniera approfondita lambizioso progetto di Google Book Search: digitalizzare tutti i libri per creare una gigantesca biblioteca mondiale dellinformazione. -Il capitolo 9, in cui viene spiegata la differenza tra ricordi primari e secondari, espliciti e impliciti. Ed il ruolo fondamentale rivestito dallippocampo. Che cosa determina ci che ricordiamo e ci che dimentichiamo? La chiave per il consolidamento dei ricordi lattenzione. Acquisire ricordi espliciti e formare connessioni fra essi, richiede una forte concentrazione mentale, amplificata dalla ripetizione oppure da un intenso coinvolgimento emotivo o intellettuale. Pi elevata lattenzione, pi acuta la memoria. Ma pi usiamo il web, pi alleniamo il cervello a essere distratto, a trattare linformazione in modo rapido ed efficiente, ma senza unintensa attenzione. I nostri cervelli diventano abili a dimenticare, inabili a ricordare. In definitiva questo libro cerca di fornire un quadro generale sul web dei giorni nostri o meglio, sullinfluenza che ha Internet nella nostra vita quotidiana. E molto affascinante pensare a come nel giro di una decina danni, la rete entrata in maniera sempre pi preponderante nelle nostre vite. Ed proprio vero come afferma lautore che quello che stiamo vivendo un processo probabilmente irreversibile, nessuno di noi rinuncerebbe alle comodit e ai servizi che ci vengono offerti da Internet. Chi rinuncerebbe alloracolo di Google? Ai video di YouTube? Alla propria vita sociale su Facebook o Twitter? Alle ricerche su Wikipedia? Ma tutto ha un prezzo. Non infatti assurdo affermare che la ripetizione continua e assidua di queste abitudini finisca con il modificare i nostri circuiti neurali, il nostro modo di pensare, il nostro modo di vedere il mondo.

Daniele Guida

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Proprio come affermato dallautore, labbandono di una vita web-addicted non per niente indolore, sia per la difficolt di allontanarsi da delle abitudini ormai cos radicate in noi, ma soprattutto perch nella nostra societ significherebbe restarne tagliati fuori. Lunica soluzione a mio parere, cercare di trovare un equilibrio. Se non possiamo pi fare a meno di questa enorme quantit di informazioni e notifiche in tempo reale possiamo sempre concederci ogni tanto un po di meritato riposo da questo bombardamento mediatico, magari rifugiandoci in una piccola radura di un bosco a leggere un bel libro (su carta!) in un posto tranquillo come Sleepy Hollow.

Daniele Guida

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