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Argomenti trattati
Riferimenti Scenari e modelli di incendio Analisi termica di elementi non protetti Tipi di protettivi e analisi termica di elementi protetti Richiami sulla verifica di sicurezza secondo gli Eurocodici Analisi delle azioni in caso di incendio (trazione, compressione, flessione) Schematizzazione strutturale Propriet del materiale Resistenza degli elementi strutturali in caso di incendio Collegamenti Esame di alcuni casi reali Resistenza residua dopo incendio
Riferimenti
il materiale discusso nella presentazione sar disponibile su ftp://ftp.stru.polimi.it/incoming/acciaio_e_incendio presentazione fogli elettronici
Nomogramma
Il programma degli Eurocodici Strutturali comprende le seguenti norme: EN 1990 Eurocodice: Basis of Structural Design EN 1991 Eurocodice 1: Actions on structures EN 1992 Eurocodice 2: Design of concrete structures EN 1993 Eurocodice 3: Design of steel structures EN 1994 Eurocodice 4: Design of composite steel and concrete structures EN 1995 Eurocodice 5: Design of timber structures EN 1996 Eurocodice 6: Design of masonry structures EN 1997 Eurocodice 7: Geotechnical design EN 1998 Eurocodice 8: Design of structures for earthquake resistance EN 1999 Eurocodice 9: Design of aluminium structures
a parte il primo, ogni documento comprende una parte generale ed un certo numero di parti specifiche parte 1-1 Regole generali parte 1-2 Progettazione strutturale contro l'incendio .... ponti, strutture speciali, dettagli costruttivi, ecc
Il nomogramma per il calcolo della resistenza al fuoco di elementi strutturali in acciaio http://www.promozioneacciaio.it
le fasi di un incendio
ignizione
esterno
il carico di incendio
riferito ad Atot (MJ/m2)
(completo sviluppo)
occorre sempre specificare la potenza sviluppata dal focolaio (Heat Release Rate Q)
temperatura
visibilit
. hnet
A a ca V
a,t = k sh
ca V Am . hnet ksh
Am V & hnet t c a a
EN 1991-1-2 (Eurocode 1 - Part 1-2: General actions - Actions on structures exposed to fire) Section 3 Thermal actions for temperature analysis 3.1 General rules
flusso termico netto totale (W/m2) flusso termico netto convettivo
a,t = k sh
Am V & hnet t c a a
c [W/m2C] =
4 - lato non esposto 9 - lato non esposto includendo lirraggiamento 25 - lato esposto ad incendio nominale ISO 834 ed esterno 50 - lato esposto ad incendio nominale idrocarburi 35 - incendio parametrico, modelli a zone flusso termico netto radiativo
f = emissivit delle fiamme = 1.0 m = emissivit materiale = 0.8 in genere, 0.7 per acciaio al carbonio, 0.4 per acciaio inox
= fattore di configurazione (cfr. termine correttivo per leffetto ombra)
a,t = k sh
Am V & hnet t c a a
c = 25 W/m2 C
indistintamente
r = 1 / (1/f+1/m -1) f x m = 1.0 x m = 0.5 per acciaio al carbonio, 0.4 per acciaio inox
ma non viene considerato l'effetto ombra
il fattore di sezione Am / V
[ 1 / metri ]
a,t = k sh
Am V & hnet t c a a
rapporto tra superficie laterale Am(che riceve il flusso termico) e volume di materiale V (che accumula il calore) per elementi a sezione constante pari al rapporto tra il perimetro esposto e larea della sezione del profilato
Am / V = 2 / t
Am / V = 1 / t
IPE 3 HEA 4 HEA 3 HEB 4 HEB 3 HEM 4 HEM 3 analisi E.F. ta = tgas
incendio ISO 834 su profilati con fattore di sezione tra 25 e 400 1/m
a,t = k sh
Am V & hnet t c a a
25 20 15
convezione irraggiamento
Am/V = 100
5 0 0 30 60 90
tempo (min)
in alternativa
oppure r
kshr
[ A m V ]box k sh = [A m V ]
A m,b Am
[ A m V ]box k sh = 0.9 [A m V ]
A m V A m
= 0.9
A m,b Am
Am
a,t = k sh
Am,b
Am V & hnet t c a a
questo permette di utilizzare direttamente i nomogrammi, che non considerano espressamente il fattore correttivo per leffetto ombra
profilato (mm)
Influenza del fattore correttivo per leffetto ombra ksh sulla temperatura raggiunta dal profilato
1200
temperatura ( C)
f.sezione / ksh
600 400 200 0
incremento tempo 600C (min)
200 / 1.00 200 / 0.65 100 / 1.00 100 / 0.65 50 / 1.00 50 / 0.65
6.0
20
40
60
80
100
tem po (m in)
5.0 4.0 3.0 2.0 1.0 0.0 0 50 100 150 200 250
fattore di sezione
densit a
costante con la temperatura
per acciai al carbonio 7850 kg/m3 per acciai inossidabili EC3 : 7850 kg/m3 UNI 9503 : 7900-8100 kg/m3
calore specifico ca
6000
calore specifico (J/kg C)
trasformazione
carbonio inox
di fase a 735C
800
1000
1200
per calcoli approssimati si pu assumere ca = costante ca = 600 J/kg C per acciaio al carbonio - 500 J/kg C per a. inossidabile
conducibilit termica a
60
conducibilit (W/m C)
carbonio inox
800
1000
1200
per calcoli approssimati si pu assumere a = costante C per acciaio al carbonio - 25 W/m C per a. i nossidabile a = 45 W/m
a,t = k sh
differenza di temperatura
Am V & hnet t c a a
t1 = 0
g,1 - a,1
g,1 e a,1
calcolo di hnet e a,2 a partire da
t 2 = t1 + t
g,2 - a,2
g,2 e a,2
Gamble W.L. (1989 ) Predicting protected steel member fire endurance using spreadsheet programs Fire Technology V.25, N.3, p.256-273 Purkiss J.A. (1996) Fire Safety Engineering-Design of Structures. Butterworth-Heinemann, 342 p.
esempio: calcolare la temperatura di un profilo HE 360 A in acciaio al carbonio non protetto ed esposto su 4 lati a 15 minuti di incendio ISO 834 caratteristiche geometriche tf h b tw mm mm mm mm 350 300 10 17.5
r mm 27
A cm2 142.76
fattore di sezione Am / V = perimetro / A = 1.834 / 0.01428 = 128.4 m-1 fattore correttivo effetto ombra ksh = 0.9 x [ 2 x (350 + 300) ] / perimetro = 0.638 fattore di sezione corretto per l'effetto ombra Am*/ V = ksh x 128.4 = 82 m-1 col foglio di calcolo (t = 2 s) - applicando ksh anche al flusso convettivo - applicando ksh solo al flusso radiativo - trascurando del tutto ksh a = 519 C a = 553 C a = 621 C
a = 440 C a = 519 C
elementi protetti
a,t = p A p V (g,t a,t ) dp a c a
(1 + 3)
t e
10
1 g,t
p c p a c a
dp
Ap V
Ap/V = fattore di sezione per elementi in acciaio protetti [1/m] Ap V ca cp dp t = superficie interna di contatto dell'elemento [m] o [m/m] = volume dell'elemento [m3] o [m/m] = calore specifico dell'acciaio, funzione della temperatura [J/kg C] = calore specifico del materiale protettivo, costante con la temperatura [J/kg C] = spessore del materiale protettivo [m] = intervallo di tempo [s]
a,t = temperatura dell'acciaio al tempo t [ C]; C]; g,t = temperatura dei gas nel comparto al tempo t [ g,t = incremento della temperatura dei gas nell'intervallo da t a t+t [ C]; p a p = conduttivit termica del materiale protettivo [W/m C]; = densit dell'acciaio [kg/m3] = densit del materiale protettivo [kg/m3]
a,t =
p A p V (g,t a,t ) dp a c a
(1 + 3)
t e
10
1 g,t
p c p a c a
dp
Ap V
l'equazione stata formulata da Wickstrm nel 1985 risolvendo le equazioni del transitorio termico all'interno dello strato protettivo la soluzione esatta stata semplificata introducendo il termine correttivo esponenziale l'approssimazione valida per < 1.5 (condizione non citata dalle normative) nell'equazione non compaiono i coefficienti di scambio termico superficiale (convezione e irraggiamento), perch si ipotizza che la temperatura superficiale del protettivo sia uguale a quella del gas
p cp dp
ipotesi: tutto il salto termico si verifica nel protettivo
gas
Ap a ca V
dp
a,t =
p A p V (g,t a,t ) dp a c a
(1 + 3)
t e 10 1 g,t
per la convergenza dell'algoritmo esplicito le normative indicano t < 30s per Wickstrm
dp ac a t 1 + < 60 s p A p V 3
nelle fasi iniziali pu succedere che a,t risulti negativo, specie se il materiale protettivo ha una elevata capacit termica In tal caso occorre imporre a,t = 0
(a meno che l'incendio non sia nella fase di decadimento)
t=
1 c p p 2 dp 1 + 8 p 3
(1 + 3)
t e 10 1 g,t
c p p c a a
dp
Ap V
si trascura lo spazio libero tra il profilato e il protettivo (che dovrebbe essere < h/4)
i nomogrammi considerano
temperatura (C)
800 700 600 500 400 300 200 100 200 400 600 800 1200 2000 0 60 120 tempo (min) 180 240
p A p kp = dp V
W/ m3 C
come assumere = 0
UNI 9503
p c p a c a
dp
Ap V
la formulazione utilizzata nella progettazione strutturale viene invertita per ricavare la conducibilit termica
importante che ci sia coerenza tra i metodi usati nella determinazione delle propriet dei materiali e i metodi usati nel calcolo strutturale
effetto dell'umidit
possibile tenere conto del contenuto d'acqua del protettivo utilizzando un valore di p opportunamente modificato sulla base di idonee valutazioni sperimentali. In alternativa possibile valutare un tempo di ritardo nel riscaldamento dellelemento di acciaio, dovuto al calore assorbito per la trasformazione di fase dellacqua.
2 pp p dp
tv =
5 p
dove pp = contenuto di umidit del protettivo in% (la tabella della UNI 9502 indica i valori massimi)
c p p c a a
dp
Ap V
a,t =
p A p V (g,t a,t ) dp c a a
(1 + 3)
t e 10 1 g,t =
p A p V dp c a a
g, t
a , t ) t
formalmente l'equazione simile a quella degli elementi non protetti il coefficiente di scambio termico superficiale viene sostituito da p / dp
p A p kp = dp V
[W/m3 C]
esempio: per la colonna HE 360 A dell'esempio precedente, esposta su 4 lati a incendio ISO 834, che temperatura si raggiunge dopo 120 min se viene applicato un rivestimento spesso 25mm in lastre di silicato ? perimetro della scatola ideale che contiene il profilato Ap= 2 x (h + b) = 1300 mm fattore di sezione Ap / V = perimetro / A = 1.3 / 0.01428 = 91 m-1 N.B. questo parametro geometrico non dipende dalla geometria del protettivo ma solo dalla tipologia (aderente o scatolare)
p A p kp = dp V
kp = 655 W / m3 C
col foglio di calcolo (t = 10 s) - trascurando il calore specifico del protettivo - considerando il calore specifico del protettivo a = 598 C a = 559 C
col nomogramma
per progettare il rivestimento si fissano sia il tempo che la temperatura e si trova il Kp della curva pi vicina (esempio in verde)
la filosofia degli Eurocodici basata sul concetto di stati limite stati oltre i quali la struttura non soddisfa pi i requisiti prestazionali di progetto l'incendio una condizione accidentale che richiede solo verifiche allo stato limite ultimo Stato limite ultimo = collasso strutturale per perdita equilibrio, rottura, formazione di un meccanismo, eccesso di deformazione, perdita di stabilit confronto tra: - la resistenza della struttura
(determinata con i valori di progetto delle propriet dei materiali)
- gli effetti delle azioni di progetto Rfi,d,t = valore di progetto della resistenza in caso di incendio Xd,fi Efi,d Ffi,d = valore di progetto delle propriet dei materiali in caso di incendio = valore di progetto degli effetti delle azioni in caso di incendio = valore di progetto delle azioni in caso di incendio
l' Eurocodice 0 - Basis of structural design indica come calcolare le azioni: con il metodo dei fattori parziali le azioni di progetto Fd = F Frep vengono calcolate a partire da valori rappresentativi Frep = Fk che discendono dai valori caratteristici Fk mediante opportuni coefficienti scalari Gfi,d = GGk Qfi,d = QQk , Q0Qk , 1Qk o 2Qk Pfi,d = PPk per le azioni permanenti per le azioni variabili per le azioni di precompressione
Gk, Qk, Pk = valori caratteristici delle azioni permanenti, variabili, di precompressione Gfi,d, Qfi,d, Pfi,d = valori di progetto delle azioni in caso di incendio
G, Q, P = fattori parziali per le azioni 0 = coefficiente per la combinazione caratteristica dei carichi (combinazione rara)
(ridotta probabilit di concorrenza dei valori pi sfavorevoli di diverse azioni indipendenti)
nella condizione di carico accidentale i carichi vanno combinati come segue: - valori di progetto delle azioni permanenti - valore di progetto dell'azione accidentale - valore frequente dell'azione variabile dominante - valore quasi permanente delle rimanenti azioni variabili
se non evidente quale sia l'azione dominante occorre considerare pi combinazioni nelle quali, a turno, ogni azione variabile considerata dominante
EN 1991 parte 1-2 (fuoco) - 4.3 Combination rules for actions presenta due alternative in base a come viene considerata l'azione principale Ffi,d = Gk + Pk + 1,1 Qk1 + i>1 2,iQki Ffi,d = Gk + Pk + i1 2,iQki valore frequente di Qk1
anche se viene suggerita la seconda possibilit (che fornisce valori inferiori) la scelta dipende dall'appendice nazionale
- storicamente, la ENV 1991-1-2 faceva riferimento al solo valore frequente. - l'alternativa del valore quasi permanente comparsa nella prEN 1991-1-2 - la EN 1991-1-2 li ammette entrambi ma raccomanda il quasi permanente in conformit con l'azione sismica (anch'essa azione accidentale) Occorre osservare che per l'azione del vento la EN 1990 pone 2=0 il che consentirebbe di trascurare completamente le azioni orizzontali quando il vento non sia l'azione principale (il problema non si pone nel caso del sisma) Da questo punto di vista il valore frequente sarebbe preferibile La UNI 9503 adotta il valore frequente, mentre le Norme tecniche ...
2.5.3 Combinazioni delle azioni + 3.6.1.5.3 Analisi del comportamento meccanico Nel progetto e nelle verifiche di sicurezza allincendio si dovr tener conto anche della presenza delle azioni a temperatura ordinaria permanenti e di quelle azioni variabili che sia verosimile agiscano contemporaneamente allincendio. Esse dovranno essere prese in conto con i propri coefficienti parziali relativi allo stato limite in esame che di norma lo stato limite di esercizio con combinazione quasi-permanente. Non si prende in considerazione la possibilit di concomitanza dellincendio con le altre azioni accidentali (p.es. sisma, esplosioni).
G,A = 1 coeff. parziale per le azioni permanenti in situazioni eccezionali 1,1 = coeff. di combinazione dell'azione variabile considerata come principale 2,i = coeff. di combinazione delle azioni variabili considerate come secondarie
ammesso non tenere conto delle azioni sismiche e di quelle di natura dinamica, ragionevolmente non presenti durante l'incendio. l valori di G,A e di 1,i e 2,i sono definiti dal Decreto Ministeriale 14 settembre 2005 "Norme tecniche per le costruzioni"
UNI 9503 - 7. Azioni di progetto in caso di incendio possibile utilizzare i valori indicati laddove garantiscano condizioni di sicurezza non inferiore a quella richiesta dalle Norme tecniche per le costruzioni
UNI 9503
per le azioni ambientali la severit cresce passando dalla EN1990, alle Norme tecniche per le costruzioni e alla UNI 9503
UNI 9503
EN 1990
usando le combinazioni frequenti e i coefficienti di combinazione 1,i e 2,i delle Norme tecniche per le costruzioni l'azione antropica l'azione variabile principale Ffi,d = permanente + 0.5 x azione antropica + 0.1 x neve + 0 x vento la neve l'azione variabile principale Ffi,d = permanente + 0.3 x neve + 0.3 x azione antropica + 0 x vento il vento l'azione variabile principale Ffi,d = permanente + 0.2 x vento + 0.3 x azione antropica + 0.1 x neve
lo stesso esempio con i coefficienti di combinazione della UNI 9503 l'azione antropica l'azione variabile principale Ffi,d = permanente + 0.5 x azione antropica + 0.3 x neve + 0.3 x vento la neve l'azione variabile principale Ffi,d = permanente + 0.5 x neve + 0.3 x azione antropica + 0.3 x vento il vento l'azione variabile principale Ffi,d = permanente + 0.5 x vento + 0.3 x azione antropica + 0.3 x neve
altri esempi (non influenzati dalle forze orizzontali e con riferimento alla UNI 9503): trave semplicemente appoggiata del solaio di un centro commerciale Ffi,d = permanente + 0.7 x azione antropica trave semplicemente appoggiata di una copertura (carico vento negativo) e Ffi,d = permanente + 0.5 x vento Ffi,d = permanente + 0.5 x neve
EN 1991-1-2 / 4.1 AZIONI MECCANICHE PER L'ANALISI STRUTTURALE Le azioni indirette dovute a deformazioni imposte e vincolate devono essere considerate con l'esclusione di quei casi dove le azioni: - possono essere riconosciute trascurabili o a favore di sicurezza a priori; - sono introdotte per mezzo di modelli e condizioni di vincolamento scelte a favore di sicurezza, e/o sono implicitamente comprese nel calcolo per effetto di requisiti di sicurezza al fuoco definiti in modo conservativo. come azioni indirette si possono citare:
espansione termica contrastata degli elementi stessi, per esempio colonne in un edificio multi piano a struttura intelaiata con pareti molto rigide; distribuzione dell'espansione termica all'interno di elementi staticamente indeterminati, per esempio solette continue; gradienti termici all'interno delle sezioni trasversali che danno luogo a tensioni di coazione; espansione termica di elementi adiacenti, come lo spostamento della testa di una colonna a seguito dell'espansione della soletta di solaio, o l'espansione dei cavi di sospensione; espansione termica di elementi che sollecitano altri elementi posizionati fuori del compartimento antincendio.
nell'Eurocodice 1 - EN 1991-1-2 4.1 (4) Non occorre considerare le azioni indirette dagli elementi adiacenti quando i requisiti di sicurezza in caso di incendio si riferiscono ad elementi in condizioni di incendio normalizzato. Una disposizione del genere pu trarre origine dal fatto che storicamente le prestazioni richieste ai singoli elementi erano collegate ad una prova sperimentale con incendio nominale, in assenza di azioni indirette (e il calcolo analitico doveva cogliere il risultato della prova, non il comportamento reale della struttura). anche nella vecchia versione delle Norme tecniche per le costruzioni (sett 08)
4.1.4.3 Analisi delle sollecitazioni Le sollecitazioni indirette, dovute agli elementi strutturali adiacenti a quello preso in esame, possono essere trascurate quando i requisiti di sicurezza allincendio sono valutati in riferimento alla curva dincendio nominale e alle classi di resistenza al fuoco di cui al 4.1.5.
mentre ora
Si deve tener conto, ove necessario, degli effetti delle sollecitazioni iperstatiche dovute alle dilatazioni termiche contrastate, ad eccezione dei seguenti casi: - riconoscibile a priori che esse sono trascurabili o favorevoli; - sono implicitamente tenute in conto nei modelli semplificati e conservativi di comportamento strutturale in condizioni di incendio.
In via approssimata gli effetti Ed,fi delle azioni di progetto in condizioni di incendio Ffi,d possono essere ricavati dai corrispondenti effetti a temperatura ordinaria mediante la seguente espressione (in pratica scalando i diagrammi delle sollecitazioni): Ed,fi = fi Ed Ed = effetto delle azioni di calcolo allo stato limite ultimo
utilizzando la combinazione fondamentale
fi = fattore di riduzione, il cui valore si ricava dalle espressioni: fi = (G,A + 1,1 ) / (G+ Q ) = QK,1 / GK rapporto azione principale / permanente G = 1.4 coeff. parziale per le azioni permanenti a temperatura ordinaria
Se tutti i carichi fossero permanenti ( = 0), si avrebbe, ponendo G = 1.4 :
fi
fi,1
0.9 0.7
0.5
0.5
0.4 0.3 0.2 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0
0.2
Qk,1 / Gk
- incendio (G=1.0, 1,1=0.5) (25 kN ; 5 kNm) - col fattore di riduzione fi fi = (1.0x25 + 0.5x5)kN / (1.4x25 + 1.5x5)kN = 0.65
5.0 m
Analisi meccanica
responsabilit del progettista scegliere quale parte della struttura analizzare: elementi strutturali singoli (trave, colonna, solaio) delimitati da vincoli o nodi con altri elementi. La struttura diventa una somma di singoli elementi e la resistenza al fuoco definita da quello con la resistenza pi breve. parti significative della struttura (sottostrutture) caso intermedio, rappresentato da un assemblaggio di elementi singoli lintera struttura tenendo conto dellevoluzione nel tempo e con la temperatura delle caratteristiche geometriche degli elementi strutturali e delle propriet meccaniche dei materiali. Per strutture molto semplici o utilizzando strumenti di calcolo sofisticati. la scelta fatta condiziona il tipo di analisi degli effetti delle azioni indirette
1. In questo caso gli effetti al tempo t = 0 della combinazione di carico per il caso di incendio non sono rilevanti (elementi puramente inflessi) 2. Ogni campata verr analizzata separatamente ottenendo un modello molto semplice. La teoria della plasticit consente di stabilire che il carico delle campate laterali non influisce sul collasso della campata in esame 3. Gli estremi della singola trave sono vincolati in direzione verticale cos come lo erano nella struttura originaria. Anche il carico lo stesso.
4. Gradi di libert al contorno. In orizzontale si vincola solo un estremo per prevenire i moti rigidi, mentre l'estremo opposto libero e non produce coazioni (come nella struttura originaria). Le rotazioni vengono bloccate consentendo lo sviluppo di cerniere plastiche, come avverrebbe durante il collasso della struttura reale se la duttilit delle sezioni sufficiente (non vengono bloccati i nodi estremi delle campate laterali). 5. Viene svolta l'analisi al tempo t = 0 con lo schema di trave incastrata 6. Viene svolta l'analisi sotto carico termico, in questo caso senza effetti delle azioni indirette (si opera su un elemento singolo).
Metodologie di calcolo
Calcolo tabellare Utilizzando tabelle che forniscono il tempo di resistenza al fuoco in funzione di un limitato numero di parametri ( possibile solo per casi molto semplici e con riferimento a curve nominali di incendio) Modelli di calcolo semplificati Si tiene conto dell'elevata temperatura del materiale, spesso applicando i metodi utilizzati a freddo con valori ridotti delle propriet meccaniche. Si possono applicare anche agli incendi naturali, anche se le normative non forniscono indicazioni circa l'evoluzione delle propriet durante il raffreddamento. Adatti per singoli elementi o semplici sotto-strutture. Modelli avanzati di calcolo Impiegando sofisticati metodi di calcolo capaci di riprodurre in dettaglio la situazione reale, per qualsiasi curva di incendio e per intere strutture, tenendo quindi conto delle azioni indirette (di solito non giustificati per singoli elementi)
Tipi di verifiche
nel dominio del tempo occorre verificare che il tempo necessario per raggiungere il collasso sia superiore al tempo di resistenza richiesto tcollasso t richiesto nel dominio del carico Si verifica nell'intervallo di tempo richiesto la resistenza della struttura Rfi,d,t sia superiore all'effetto delle azioni Efi,d : Rfi,d,t Efi,d al tempo t = trichiesto il metodo suggerito da EC3 e UNI 9503 nel dominio della temperatura La temperatura del materiale nell'intervallo di tempo richiesto deve essere inferiore al valore critico che determina il collasso della struttura (ha senso se la stabilit dipende da un solo valore della temperatura): cr al tempo t = trichiesto I tre criteri portano allo stesso risultato. Nella fase di decadimento degli incendi naturali la struttura si raffredda ( max) e riacquista resistenza (Rfi,d,t Rfi,d,min), per cui le verifiche sul carico e sulla temperatura eseguite solo al tempo trichiesto non sono affidabili.
Per ovviare all'inconveniente nel caso di incendi naturali, necessario ripetere l'analisi in pi istanti successivi fino al raggiungimento della condizione Rfi,d,t = Efi,d o fino a dimostrare che il valore minimo della resistenza Rfi,d,min Efi,d
(la struttura non collassa neanche dopo la completa combustione del carico di incendio)
I vantaggi della verifica basata sul carico Concettualmente simile alla verifica a temperatura ambiente: note le propriet del materiale si calcola la capacit portante della struttura. applicabile a tutti i tipi di effetto prodotti dalle azioni (cosa non sempre vera per le verifiche nel dominio della temperatura). In ogni istante possibile misurare il margine di sicurezza della struttura. Nelle verifiche nel dominio del tempo o della temperatura non immediato tradurre un margine nel corrispondente grado di sicurezza.
kE, Ea
fp, / Ea, 2% 15%
20%
elasto-plastico
(problemi di instabilit)
per gli acciai al carbonio EC3 e UNI 9503 forniscono le stesse disposizioni
ky,
tutte le norme
kE, kp,
stabiliscono
fi,M = 1.0
acciaio al carbonio acciaio inossidabile al cromo-nichel (UNI 9503) acciaio inossidabile al cromo-nichel-molibdeno (UNI 9503) per gli acciai inossidabili fp, viene sostituito da fp,0.2,
coefficienti di sicurezza del materiale norme tecniche per le costrzioni a tempetratura ambiente 4.2.4.1.1 Resistenza di calcolo
M1 = 1,00 M2 = 1,25
E fy = 235 fy
1.2
a temperatura ambiente E = cost e quindi si definisce in caso di incendio il modulo elastico non pi costante
1.0
1/2
(kE, / ky, )
= E fy , =
k E , k y ,
E 0.85 fy
l'acciaio a caldo non molto fedele al modello elasto-plastico la definizione di ha significato solo indicativo il vantaggio di un valore costante di al variare della temperatura che si evita la possibilit un miglioramento della duttilit sezionale a caldo (come potrebbe succedere tra 700 e 900 C dato che aumenta) e permette di fissare la classe del profilato all'inizio dell'analisi sulla base dello stato di sollecitazione iniziale (tempo t = 0). Nelle analisi con modelli avanzati la classe potrebbe evolvere con lo sviluppo delle azioni indirette, che mutano lo stato di sollecitazione (ma in genere si accetta la semplificazione di mantenere fissata la classe)
= 0.85 235 fy
anime interne
ali esterne
in genere la classe di una sezione data dalla classe pi alta tra i pannelli che la compongono
elementi tesi
ky, = fattore di riduzione della tensione di snervamento alla temperatura a NRd = resistenza di progetto al limite plastico a temperatura ambiente se la temperatura non uniforme, si utilizza la temperatura massima (il che salva l'allineamento del carico sul baricentro della sezione), oppure si suddivide la sezione in aree Ai di temperatura i e fattore di riduzione ky,,i :
il raggiungimento della completa plasticizzazione comporta una deformazione y, = 2% a cui deve essere aggiunta la dilatazione termica ( 1%)
esempio: sezione tubolare non protetta D = 250mm, t = 5 mm, fy = 355 N/mm2 sforzo assiale in condizioni di incendio Nfi,Ed = 100 kN la resistenza richiesta treq = 30 minuti
30 min
a ,cr
In realt, lavorare direttamente nel dominio della temperatura ha senso solo se la resistenza di progetto Rfi,d,t proporzionale a fy() Efi,d Rfi,d,t = m fy() = m ky, fy = Rfi,d,0 ky, la verifica diventa Efi,d/Rfi,d,0 = 0 ky, e quindi l'espressione di cr non altro che la formula inversa di ky,
1400
temperatura critica ( C)
1200 1000 800 600 400 200 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
grado di utilizzazione
un caso in cui la resistenza non proporzionale a fy, si ha quando anche il modulo elastico condiziona la resistenza (fenomeni di instabilit): per instabilit delle colonne, presso-flessione, instab. flesso-torsionale, interazione taglio-flessione e per profili di classe 4 il criterio basato sull'espressione della temperatura critica non affidabile. In questi casi se richiesta la determinazione di cr occorre procedere iterativamente con ripetute verifiche nel campo dei carichi ancora meno affidabile definire la temperatura critica a priori, senza nessuna analisi meccanica e richiedendo al progettista la sola analisi termica (questo tipo di prescrizioni sono necessariamente molto cautelative)
???
una seconda differenza rispetto al calcolo a temperatura ambiente: la curva di instabilit che viene utilizzata: le equazioni sono molto simili a quelle per la temperatura ambiente, con le seguenti differenze: 1. Non ci sono pi diverse curve di instabilit a seconda della forma e delle dimensioni del profilo o del piano di flessione (come invece succede a temperatura ambiente). Le autotensioni si attenuano ad alta temperatura. 2. Il fattore di imperfezione (curva di instabilit) dipende dalla classe di resistenza dell'acciaio (come era in alcune versioni preliminari dell'EC3, ma non nella finale) EC3 a freddo per classi 1, 2, 3
il procedimento si articola nei seguenti passi: 1. determinare la snellezza adimensionale basata sulle propriet meccaniche a temperatura ambiente e sulla lunghezza di libera inflessione nelle condizioni di incendio 2. determinare la snellezza adimensionale alla temperatura a
l fl
IA
E fy
= k y , k E ,
N.B. il termine ky,/kE, il reciproco di quello gi discusso a proposito di classi di duttilit (che era mediamente pari a 0.85). Quindi la snellezza adimensionale aumenta con la temperatura, a causa del pi alto decadimento del modulo elastico
= 0.65 235 fy
= 0.5 1 + + 2
fi =
1 + 2
2
Il primo passo deve essere ripetuto due volte: una per ciascuna direzione di instabilizzazione. I passi successivi si limitano alla direzione di maggior snellezza Se la temperatura non uniforme si pu utilizzare il valore massimo, a meno che le variazioni termiche non siano simmetriche e inducano curvature. In tal caso necessario ricorrere a modelli avanzati
+T -T
caso simmetrico caso asimmetrico
la temperatura critica pu essere calcolata ripetendo iterativamente il procedimento descritto. La prima iterazione pu partire da = 1.2 (o se si preferisce da a = 580 C), da cui si calcolano e fi , quindi si determina il valore di ky, che garantisce l'uguaglianza tra sforzo assiale sollecitante e resistente. Da questo valore di ky, si calcola cr per interpolazione lineare dalle tabelle....
Esempio 1 - tratto dal Nomogramma Colonna HEA300 (S235) protetta con lastre di silicati: dp = 25 mm, p = 0,15 W/(m C) Lunghezza di libera inflessione in condizioni di incendio lfi = 4 m. Nfi,Ed = 1065 kN = sforzo normale in caso di incendio Calcolare la resistenza al fuoco (tempo di collasso) profilo di classe 2 imin = 7.49 mm
quanto vale la temperatura critica ? procedimento 1 - libro Franssen e Zaharia: iterazioni nel calcolo della resistenza della colonna la temperatura entra in diversi parametri
E fy
in questo passaggio si tiene conto del possibile aumento di snellezza a caldo, pur non conoscendo la temperatura
da questo valore si ottengono = 0.961 e fi = 0.613 imponendo Nb,fi,,Rd = Nfi,Ed si trova ky, = Nfi,Ed / [ fi A fy / M,fi ] = 0.657 a ky, = 0.657 corrisponde la temperatura a = 540 C (per interpolazione lineare) da a = 540 C si trovano i nuovi valori: = 0.668, = 0.940, fi = 0.624 ....
quanto vale la temperatura critica ? procedimento 2 - implementando tutti i passaggi in un foglio elettronico la funzione "ricerca obiettivo" permette una grande flessibilit di impiego variando la temperatura qa in funzione dell'obiettivo desiderato (normalmente imporre Nb,fi,,Rd = Nfi,Ed )
quanto vale la temperatura critica ? procedimento 3 utilizzando le tabelle 5, 6, 7, 8 del Nomogramma che forniscono la tensione critica degli elementi compressi in funzione del tipo di acciaio, della temperatura e della snellezza iniziale al tempo t = 0 Nel nostro caso i dati necessari sono: acciaio S235, =
l fl IA E fy = 4000 74.9 = 0.574 , tensione critica = Nfi,Ed / A = 95 N/mm2 93
0.574
115.9 543C
66.8 N/mm2
elementi inflessi (N = 0)
Cosa dice L'EC3 - parte 1.1 ? (progettazione a temperatura ambiente)
sezioni di classe 1 e 2
sezioni di classe 3
sezioni di classe 4
= momento resistente plastico = momento resistente elastico relativo al punto pi sollecitato = momento resistente efficace relativo al punto pi sollecitato = Norme tecniche: 1.05 (era 1.15 x 1.09 = 1.25), EC3: 1.0
in alternativa, per profili a I sollecitati nella direzione forte dove Aw = hw tw e My,V,Rd My,c,Rd l' EC3 1-2 (fuoco) dice di usare la stessa riduzione, ma non specifica se applicare le equazioni a freddo (t=0) o a caldo: pi sensato usare le propriet a caldo se non subentrano imbozzamenti, anche la resistenza a taglio pilotata da ky, , ma nel caso a non sia uniforme la temperatura valutata sull'anima,.
la distinzione dei profili in classi ha dei riflessi sia sul comportamento della sezione che su quello dell'intera trave
se la sezione di classe 1, si ammette la totale plasticizzazione delle sezioni critiche e una capacit di rotazione delle cerniere plastiche tale da consentire la formazione di un cinematismo di collasso ( un vantaggio per travi iperstatiche); se la sezione di classe 2, si ammette la totale plasticizzazione di una sezione critica ma la capacit di rotazione non consente la formazione di un cinematismo di collasso: il massimo momento flettente calcolato nell'ipotesi di trave elastica non deve superare il momento resistente plastico della sezione; se la sezione di classe 3, non si ammette la plasticizzazione della sezione critica: il massimo momento flettente calcolato nell'ipotesi di trave elastica non deve superare il momento resistente elastico della sezione; se la sezione di classe 4, un metodo semplificato ma penalizzante di verificare in tutti gli elementi (a parte quelli semplicemente tesi) che non venga superata la temperatura critica cr = 350 C. L'appendice E dell' EC3 1-2 fornisce un meto do pi accurato basato su valori efficaci delle propriet geometriche e sulla riduzione della tensione al limite di proporzionalit kp, (riduzione simile al modulo elastico).
e la verifica per la classe 3 diventerebbe MEd,fi (Iel,t / zi ) ky,,i fy in alternativa si possono utilizzare i fattori correttivi come segue (%)
Wpl
1
2
el 2
] W
1
1 il fattore correttivo che considera la non uniformit nella sezione 2 il fattore correttivo che considera la non uniformit lungo la trave
per effetto schermo e per il ponte termico la zona vicina agli appoggi normalmente pi fredda le eventuali cerniere plastiche si formano a 0.2 -1.0 m dall'appoggio ovviamente per basse temperature occorre imporre Mfi,t,Rd MRd
nell'EC3: 1 vale 1.0 per travi esposte su quattro lati per travi esposte su tre lati in presenza di un solaio in C.A. o composto sul 4lato 1 = 0.70 per travi non protette 1 = 0.85 per travi protette nelle grecate serve una copertura > 90% nell'EC3: 2 vale 0.85 nelle travi iperstatiche, 1.0 negli altri casi Nelle travi semplicemente appoggiate il ponte termico lo stesso, ma la resistenza a flessione degli appoggi ininfluente nelle mensole bene avere un po' di margine di sicurezza in pi (lo stesso dicasi per l'appoggio di continuit della trave accanto alla mensola) L'utilizzo di 2 = 0.85 nelle travi continue non automatico: deve essere valutata l'effettiva possibilit di raggiungere una temperatura inferiore in base allo schema statico e alla massivit delle colonne. Per travi appese o se le colonne hanno un fattore di sezione pi elevato della trave, pi ragionevole considerare 2 = 1.0
in sintesi, nelle verifiche a flessione, quale temperatura utilizzare per i materiali e quali coefficienti correttivi per l'effetto di non uniformit? per sezioni di classe 1 e 2 si utilizza la temperatura assunta uniforme nell'analisi termica, considerando 3 o 4 lati esposti. nelle sezioni di classe 3 occorre la massima temperatura raggiunta al tempo t che, per elementi non protetti (e M < 0), ragionevole pensare sia quella dell'ala inferiore, con scarsi benefici per il ponte termico sull'ala superiore (analisi termica comunque con 4 lati esposti)
classe 1e2
I collegamenti
Un modo semplificato per verificare la resistenza dei collegamenti che vengano soddisfatte le seguenti tre condizioni: - i collegamenti abbiano almeno lo stesso grado di protezione degli elementi che collegano - il grado di utilizzazione dei collegamenti sia minore o uguale al pi alto grado di utilizzazione tra gli elementi collegati - i nodi deveno essere progettati a temperatura ambiente in accordo con la EN 1993 - Parte 1-8: Progettazione dei collegamenti commenti: Nei nodi trave-colonna lecito attendersi una temperatura inferiore (effetto ombra, temperatura dei gas inferiore negli angoli del comparto, maggiore spessore delle parti metalliche) Attenzione per nei nodi di campata delle travi reticolari. Anche la disposizione dell' EC3 1-2 di trascurare i fori delle sezioni se in questi inserito un bullone non sempre giustificata (incendio lungo su un elemento protetto: scarso effetto della capacit termica dei bulloni)
Il fattore di utilizzazione dei collegamenti (non definito da EC3 1-8) sarebbe: 0 = Efi,d / Rfi,d,0 ( sollecitazione / resistenza ) all'inizio dell'incendio
ma per evitare una verifica dei collegamenti nella condizione di inizio incendio si consente di considerare il fattore di utilizzazione della progettazione a freddo quindi = Ed / Rd nelle condizioni di progettazione a temperatura ambiente Se per si aumenta la sezione di una trave o di una colonna per migliorare la resistenza al fuoco, il fattore di utilizzazione a temperatura ambiente diminuisce e quindi occorre surdimensionare proporzionatamente anche il collegamento. In alternativa, l'appendice D fornisce un metodo di calcolo temperatura variabile nell'altezza della trave h = 0.880 [1 - 0.3 h/D] h = 0.880 per h D/2 D 400mm D > 400mm fattori di riduzione delle propriet meccaniche di bulloni e saldature
kb,
kw,
incendio generalizzato in un edificio industriale in acciaio travi reticolari non protette: consentono il cinematismo di collasso
una colonna che ha perso il rivestimento protettivo l'elemento mostra una rotazione della parte sommitale
se la temperatura non stata molto elevata, con il raffreddamento l'acciaio recupera una buona parte della resistenza originaria
acciaio dolce AR
bulloni 8.8
1 -(L e e b T / L e e b 2 0 ) 2
0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 -0.1 -0.1 0 0.1 0.2 0.3
T
0.5
0.6
0.7
0.8
Carbonio
1-(fy /fy )
Attenzione al recupero di durezza dinamica che si osserva per temperature particolarmente elevate (poco realistiche in una struttura d'acciaio per la quale abbia ancora senso valutare la capacit residua).
altri argomenti trattati dall' EC3 parte 1-2 - instabilit flesso-torsionale delle travi
- pressoflessione
concetti e formulazioni con diverse analogie con quanto indicato per la progettazione a temperatura ambiente e con quanto visto per la progettazione al fuoco Vi poi la trattazione della verifica di elementi strutturali posti all'esterno dell'edificio, con una interazione abbastanza articolata di EN 1991-1-2 (Annex B) e di EN 1993-1-2 (Annex B) Un esempio svolto nel libro di Franssen e Zaharia
i gas caldi cominciano ad uscire dalle finestre assieme a quelli freddi ( una fase che dura pochi secondi)
la fuoriuscita dei gas caldi richiama aria fredda in senso inverso ( una fase che pu durare a lungo)
A v g Hv
per studiare la velocit di combustione importante il rapporto tra la quantit d'aria in ingresso e la superficie del combustibile (che determina la velocit di combustione)
finestre pi alte che larghe producono un flusso pi veloce e fiamme meno aderenti alla facciata
temperatura, flusso termico e velocit delle fiamme che fuoriescono dalle aperture - Bullen e Thomas (1979)
variando la superficie del materiale combustibile (IMS = industrial methylated spirits)
ci non toglie che anche con una combustione stechiometrica (fex = 0) o con eccesso di ventilazione alcune fiamme fuoriescono (perch la combustione richiede del tempo)
EC1 - ventilazione non forzata (per brevit viene discusso solo questo caso)
potenza totale rilasciata
Af = area del pavimento qf,d = carico di incendio di progetto (al m2) f = durata della combustione libera (1200s) O = fattore di apertura Av = area delle aperture heq = altezza media ponderata delle aperture D = profondit del comparto W = larghezza della parete dove si trovano le aperture
regole sui parametri geometrici del comparto Se ci sono pi finestre si considerano: - l'altezza media heq ponderata sulle aree - l'area totale delle aperture verticali Av - la somma delle larghezze delle finestre wt = wi Se ci sono finestre solo in una parete (parete 1) il rapporto profondit / larghezza del comparto D / W dato da D / W = W2 / wt , dove W2 la dimensione del comparto ortogonale a W1 Se ci sono finestre in pi di una parete il rapporto D / W si ottiene come segue: D / W = W2 / W1 Av1 / Av , dove W1 la largezza della parete che presenta la maggiore area di aperture Av1 l'area totale delle finestre sulla parete 1 W2 la larghezza della parete del comparto ortogonale a 1 Se c' un nucleo all'interno del comparto D / W = (W2 - Lc) / (W1 - Wc) Av1 / Av , dove Lc e Wc sono le dimensioni del nucleo W1 e W2 sono le dimensioni del comparto
Tutte le parti di una parete esterna che non hanno la resistenza al fuoco (REI) che richiesta per la stabilit dell'edificio si considerano come finestre L'area totale delle finestre di una parete esterna la loro area totale (inclusi gli elementi con REI inferiore a quanto richiesto) se questa meno del 50% dell'area della parete considerata l'area totale della parete o la sua met se l'area delle finestre che insistono su quella parete pi del 50% dell'area totale della parete stessa - vanno considerate entrambe le ipotesi - nel secondo caso (area del 50% dell'area della parete) la posizione e la geometria delle aperture devono essere scelte nel modo pi sfavorevole Come detto, le dimensioni del comparto incendiato non devono eccedere 70 m in lunghezza, 18 m in larghezza e 5 m in altezza. La temperatura delle fiamme viene considerata uniforme nella larghezza e nello spessore della fiamma
LH / heq
LH / heq
heq / wt
LL / heq
Lx la coordinata misurata lungo l'asse della fiamma con la limitazione (finch c' almeno 1 MW/m2 fiamma)
Wa
se heq 1.25 wt
la lunghezza della fiamma LL si riduce di Wa (1+2) la proiezione orizzontale della fiamma LH aumenta di Wa
se heq >1.25 wt o in assenza di un muro sovrastante la lunghezza della fiamma LL si riduce di Wa la proiezione orizzontale LH calcolata con LL ridotto aumenta di Wa