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FEDERICO II
FACOLTA DI INGEGNERIA
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE TESI DI LAUREA
Relatori Ch. mo Prof. Ing. Gaetano Manfredi Ch. mo Prof. Ing. Andrea Prota Correlatore Ing. Domenico Asprone
A quanti hanno saputo sostenermi con amore, spirito di sacrificio e sopportazione, a voi tutti va la mia gratitudine e il mio affetto
INDICE
1.2 Inneschi__________________________________________________________ 26 1.3 Dispositivi Esplosivi ________________________________________________ 28 1.4 Materiali Esplosivi _________________________________________________ 30
Esplosivi Semplici ___________________________________________________________31 Esplosivi Composti __________________________________________________________33
INDICE
Formula gradiente III_______________________________________________________82 Equazione di continuit in SPH_______________________________________________85 Equazione del Moto in SPH _________________________________________________86 Equazione dellenergia in SPH _______________________________________________89 4.4.4 I limiti del Metodo SPH _________________________________________________91 Instabilit di tensione_______________________________________________________91 Condizioni di vincolo ______________________________________________________95
Cowper and Symonds. __________________________________________________139 Legame Tensione-Deformazione Parametrico. _______________________________139 Curva di Strain-Rate. ___________________________________________________140 6.4.1 Definizione della Curva di Strain-Rate ____________________________________140 6.4.2 Origini della formulazione CEB-FIP ______________________________________141
CONCLUSIONI _________________________________ 186 Indice delle Figure _______________________________ 191 Indice dei Grafici ________________________________ 192 Indice delle Tabelle_______________________________ 193
INDICE
INTRODUZIONE
Introduzione
Nel campo dellIngegneria Civile si assiste ad un sempre crescente interesse nei confronti delle azioni dinamiche prodotte da esplosioni applicate alle strutture. Infatti, i recenti attacchi terroristici portati al cuore del mondo occidentale negli ultimi anni, hanno fatto s che si alzassero i livelli di guardia dei paesi maggiormente colpiti ed interessati. La crescente preoccupazione dei paesi occidentali, ha quindi focalizzato lattenzione sullargomento della protezione di quelle strutture che, per le proprie sensibilit strategiche e sociali, rientrano tra i probabili obiettivi terroristici. Tra queste si annoverano le ambasciate, le sedi di governo, le basi militari e logistiche, ma anche scuole, ospedali, stadi, centri commerciali, luoghi di grande affollamento tra cui anche metropolitane, aeroporti e mezzi di trasporto collettivi. Lo stesso ambito scientifico si adoperato per caratterizzare il comportamento di tali strutture sottoposte a carichi dinamici delevata intensit e breve durata, quali sono quelli prodotti dalle esplosioni. Il problema si presenta al quanto complesso, e si pu articolare in tre diversi aspetti fondamentali, che sono cos elencati: Valutazione dei carichi dinamici prodotti da unesplosione ed applicati su un elemento strutturale; Caratterizzazione del comportamento meccanico dei materiali per uso strutturale, sottoposti a carichi dinamici delevata intensit; Individuazione ed implementazione, mediante luso del calcolatore, di un metodo danalisi numerico per la descrizione e soluzione del problema fisico-meccanico cos definito.
INTRODUZIONE
Per quanto concerne la valutazione delle azioni prodotte da unesplosione, queste possono essere definite da curve di pressione delevate intensit ma di durata ridottissima. Di questonda di pressione possibile considerare una fase positiva di sovrapressione e una negativa di depressione. Sperimentalmente si potuto osservare come il calcestruzzo e lacciaio, sottoposti a carichi dinamici delevata intensit, presentino dei valori di resistenza meccanica maggiori rispetto a quelle calcolate in condizioni di carico quasi statiche. Ad oggi ancora non appare chiaro il motivo fisico in virt del quale si manifesta questincremento di resistenza. Ciononostante, per la modellazione di un elemento strutturale realizzato in c.a. non si pu prescindere dal considerare tal effetto, che va sotto il nome di Strain-Rate-Sensitivity. Le metodologie danalisi maggiormente impiegate, per la descrizione del fenomeno fisico, prevedono una complessa discretizzazione del continuo. A tal fine, possibile distinguere diversi gruppi di metodi, tra cui: Lagrangiani, utilizzati soprattutto per la discretizzazione delementi solidi, e per la risoluzione di problemi meccanici, in cui si osservano deformazioni non eccessivamente elevate; Euleriani, utilizzati soprattutto in fluidodinamica, e a differenza dei precedenti offrono la possibilit di trattare problemi che prevedono grandi deformazioni; ALE (Arbitrarian Lagrangian Eulerian), consentono di trattare deformazioni di qualsiasi entit, la loro precisione funzione di quanto sia corretta la previsione delle deformazioni attese;
INTRODUZIONE
SPH (Smoothed Particle Hydrodynamics), appartengono ai metodi di tipo Meshfree, discretizza il continuo mediante un numero finito delementi particellari. Loggetto del lavoro di tesi risiede nellaffrontare ognuna delle problematiche in precedenza descritte. Ragion per cui, si scelto di modellare numericamente una prova sperimentale condotta su una piastra in c.a. sottoposta a carichi da esplosione. Nei capitoli successivi si descriveranno le metodologie adottate per il calcolo delle azioni esercitate sullelemento strutturale prodotte dallesplosione, e quelle utilizzate per la discretizzazione e lanalisi numerica della prova simulata. Inoltre, si far un esplicito riferimento al codice di calcolo impiegato per la suddetta modellazione, e sulle scelte riguardanti il legame costitutivo implementato al fine di modellare il calcestruzzo armato, in modo tale da poter considerare il gi menzionato effetto di Strain-Rate-Sensitivity. A conclusione della tesi si riporteranno i risultati ottenuti mediante lutilizzo di due diversi metodi danalisi, tra cui il tradizionale metodo degli elementi finiti (FEM), che rientra tra i metodi Lagrangiani prima citati, e il pi innovativo Smoothed Particle Hydrodynamics (SPH). Dal confronto operato tra i risultati conseguiti mediante i due metodi danalisi, e tra gli stessi e quelli ottenuti in seguito alle prove sperimentali se ne trarranno le successive conclusioni.
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enorme potere distruttivo legato soprattutto alla loro elevata velocit di detonazione, alleffetto prodotto dallonda di pressione sviluppata dallesplosione, e in misura minore agli effetti prodotti dalle schegge. Gli esplosivi commerciali duso civile, impiegati per la demolizione di strutture esistente o per lapertura di scavi in roccia, sono solitamente utilizzati con cariche intasate, in altre parole introdotte in fori realizzati nella roccia o nel terreno. Le esplosioni chimiche sono suddivise in deflagrazioni, nelle quali la propagazione della reazione chimica desplosione una forma di combustione che procede nel materiale a velocit subsonica, e detonazioni, nelle quali la reazione chimica desplosione non una combustione ma una decomposizione diretta della molecola desplosivo, innescata direttamente dall'onda d'urto, la reazione desplosione procede quindi alla velocit del suono in quella particolare sostanza attraverso tutto il materiale, e la pressione e temperatura finale dei prodotti di reazione sono quindi molto pi elevati [1]. Per caratterizzare la potenza di un esplosivo possibile condurre una prova sperimentale, che prevede lesplosione di una carica allinterno di un blocco di piombo le cui dimensioni sono standardizzate. Eseguendo in seguito una misurazione del volume della cavit creatasi al suo interno, possibile stabilire una correlazione tra la potenza della gelatina esplosiva, ritenuto uno degli esplosivi pi potenti, con altre tipologie di cariche esplosive, associando convenzionalmente alla gelatina una potenza pari a 100 [1]. In ambito militare ma anche in campo civile si preferisce definire un carico esplosivo equivalente, calcolando dei coefficienti dequivalenza rispetto al Trinitrotulene (TNT), per la quale si assume un coefficiente unitario [1].
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Allo stesso modo, lintensit della pressione dellonda trasmessa al mezzo circostante, funzione della densit del mezzo. In ogni caso, allaumentare della distanza dal centro desplosione, lintensit di pressione tende a diminuire. Londa esplosiva genera inizialmente una sovrapressione e in seguito in tempi pi lunghi una depressione nota come risucchio, dovuta allaria che torna violentemente verso il centro dellesplosione. Gli effetti prodotti dallazione combinata di queste due onde sono molto distruttivi, in quanto in alcuni casi la sola onda di pressione che impatta su un oggetto, quale pu essere ad esempio un pannello in muratura, provoca su di lui inizialmente delle semplici lesioni, senza alterare la propria staticit, sar poi londa di risucchio a provocarne il successivo crollo. Tutto ci avviene in un periodo di tempo dellordine di grandezza di pochi millisecondi, tale da non far apprezzare leffetto prodotto dalle due onde singolarmente. Gli effetti prodotti a breve distanza sono invece da attribuire ad onde durto pulsanti, le quali attraversano e si riflettono sulle superfici libere degli oggetti incontrati, provocando su di loro un incremento delle tensioni che ne determina la rottura. A questi si sommano gli effetti prodotti dalle fiammate, dai corpi incandescenti scagliati ad alte velocit, e dalla propagazione del calore che pu essere causa dincendi e dustioni gravi. In alcuni casi i danni prodotti a breve distanza possono essere aggravati dalla presenza allinterno dellordigno di chiodi o altri corpi contundenti (Bomba Sporca), quali schegge di vetro o acciaio di varie dimensioni, che lesplosione scaglia ad alte velocit, tra i 1000 e 1500 m/s, possono provocare lesioni a persone e cose dentit rilevanti [1].
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R = kW n
Dove con R sindica il raggio del cratere, k un coefficiente numerico adimensionale, che assume valori diversi in funzione del tipo di terreno, W il peso della carica esplosiva, e infine n lindice di potenza dellesplosivo stesso [3]. Questa formulazione empirica, ricavata quindi dalle evidenze sperimentali, in accordo con la seguente teoria. Si prenda in considerazione una carica esplosiva, applicata per semplice contatto sulla superficie del suolo. Indichiamo rispettivamente con W ed E il suo peso e la sua Energia Specifica di esplosione, ovvero lenergia rilasciata dallesplosione stessa. Lenergia specifica necessaria alla rottura di un volume V di terreno sar:
Er = Vrr
Dove,
rottura del materiale attraversato dallesplosione. Lenergia specifica di rottura del materiale sar:
Es = rr
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Dalluguaglianza di queste due espressioni, ricaviamo il volume di terreno asportato dallesplosione, definito come segue:
V =
Er WE = Es Es
Sapendo che lenergia necessaria per provocare la rottura di un volume V di terreno, uguale allenergia trasferita dalla carica al suolo (K=WE). Nellipotesi in cui la densit di massa del suolo inferiore rispetto a quella del gas prodotto dallesplosione, approssimativamente si pu considerare un cratere di forma semisferica. Per cui, sapendo che il volume della sfera si calcola come:
2 R V = 3
R =
Avendo posto:
3E 2 E
= k
k =
3E 2 E s
espresso quindi in funzione delle caratteristiche meccaniche del suolo e dellenergia desplosione della carica[3].
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Tale moto univocamente determinato, una volta noti la densit di massa indisturbata dellaria 1, lenergia sprigionata dallesplosione E, ed una volta fissati listante di tempo t e la distanza radiale r dal centro desplosione. Dalla successiva relazione si ricava la posizione radiale del fronte donda ad un generico istante di tempo t:
= r ( 1 Et
1 2+k
Dove k un parametro adimensionale, che assume valore pari a 1, 2, o 3, a seconda che lespansione del gas monodimensionale, bidimensionale o tridimensionale [3]. Da cui, la posizione radiale dellonda durto allistante t sar:
Et 2 R (t ) = 1
1 2+k
Dove una costante adimensionale, definita in funzione del rapporto politropico tra il calore specifico del gas a pressione costante, e a volume costante dellaria[3]. Attraverso la precedente relazione, si quindi in grado di individuare ad ogni istante, in seguito allesplosione, la posizione del fronte donda. Noto R(t), si pu calcolare la velocit con la quale si propaga londa durto nel mezzo circostante, come:
U (t ) = dR dt
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E Rk 1
0 ,5
2 = 1
+1 1
2U v2 = +1
2U 2 = + 1
La sola densit di massa si esprime indipendentemente dalla velocit di propagazione dellonda durto U [3]. Nota lespressione della velocit di propagazione del fronte donda U, sostituendola in quella della pressione p2, si ottiene la pressione sul fronte donda:
4+ k
(2
8E + k
2
) (
+ 1)
1 R k
Questa sar quindi espressa in funzione dellenergia specifica desplosione E, del tipo di propagazione espressa mediante k, del rapporto tra il calore specifico a pressione e a volume costante , e della posizione radiale R [3].
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La pressione del fronte donda quindi una funzione inversamente proporzionale della distanza R dal centro desplosione. In particolar modo al variare della costante k, che come gi detto assume valori diversi a seconda che la propagazione del fronte durto sia monodimensionale, bidimensionale, o tridimensionale, questa proporzionalit inversa sar lineare, quadratica o cubica. Nel caso di propagazione tridimensionale, lattenuazione della pressione sul fronte donda, sar ancora pi rapida allaumentare della distanza radiale dal centro desplosione. Il picco di pressione, in altre parole la massima pressione conseguita in un punto generico dello spazio, a distanza R dal centro desplosione, si definisce come somma di 4 contributi:
p =
A1 A2 A3 + + + A4 2 R R R 3
Dove le 4 costanti, A1, A2, A3, e A4, sono determinate attraverso uninterpolazione lineare dei risultati numerici di prove sperimentali, che dipendono dal peso della carica esplosiva W, mediante la cosiddetta Distanza Ridotta, a sua volta definita come:
Z =
R W
Il concetto di distanza ridotta, sintroduce per individuare la distanza dal centro desplosione, alla quale due cariche esplosive, con la stessa energia specifica desplosione, ma con peso differente, W1 e W2, generano lo stesso effetto in termini di pressione. Analogamente, per due cariche esplosive con lo stesso peso W, ma con energie specifiche
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desplosione diverse, E1 ed E2, sindividua la distanza alla quale le due cariche generano la stessa pressione [3]. Nelle applicazioni pratiche, per la valutazione della pressione in un generico punto dello spazio, individuato dalla distanza ridotta Z dal centro desplosione, e in un generico istante di tempo t, sono impiegate formulazioni semiempiriche come la seguente:
p (Z ,t) = p
+ y
p0
t = p ( Z )1 + e t
t t
+
Dove p+y la massima pressione della fase positiva, p0 la pressione in condizioni indisturbate del mezzo di propagazione, pressione atmosferica nel caso dellaria, t+ la durata della fase positiva di sovrapressione, un coefficiente di natura sperimentale definito in funzione della distanza ridotta Z, e p(Z) il picco di pressione alla distanza ridotta Z [3]. La durata della fase positiva di sovrapressione, la si pu valutare come segue (M. A. Sadowsky):
= B 10
3 6
Dove, il tempo espresso in secondi, B una costante che si assume nella pratica pari a 1,3 [3].
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p(Kg/cm2)
py+
Fase positiva
Per il picco di pressione p(Z), possibile utilizzare diverse formulazioni dorigini sperimentali, proposte da vari autori, e riferite al solo TNT. In ogni caso, tali formulazioni sono estendibili a qualsiasi tipologia desplosivo, mediante lintroduzione di un coefficiente dequivalenza al TNT. Questo coefficiente, calcolato come il rapporto tra il calore specifico dellesplosivo in questione, Q, e quello del TNT, QTNT [3]:
q =
Q Q TNT
Per ognuna di queste espressioni, possibile definire un campo di validit in funzione della distanza ridotta Z. Nei rispettivi campi
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dapplicazione, tra le varie formulazioni sussistono delle differenze. Nella pratica, si preferisce riferirsi ad un valore medio di quello calcolato con le singole formulazioni. Di seguito si riportano le espressioni per il calcolo del picco di pressione, e i rispettivi campi di validit [3]: Brode H.L.
0,1 p 10 Kg / cm 2
Sadowsky M.A.
p( Z ) =
1 Z 15
Henrich J.
14 ,072 5,5397 0,3572 0,00625 + + 0,05 Z 0,3 Z Z2 Z3 Z4 6,1938 0,3262 2,1324 p ( Z ) = + 0,3 Z 1 Z Z2 Z3 0,662 4,05 3, 288 p ( Z ) = + 2 + Z 1 Z Z Z3 p ( Z ) =
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p (r ) =
A r
Dove r la distanza dal centro desplosione, ed A una costante [3]. Se sindica con r = R1 la distanza dal centro desplosione della sezione iniziale del canale, dove la pressione vale p0, la costante A si calcola come: A = R1p0
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p(x) =
p 0 R1 R1 + x
Dove, p0 la pressione calcolata sul fronte donda sferico alla distanza R0 dalla carica esplosiva [3]. Dalla precedente espressione si evince come allaumentare della distanza dal centro desplosione si abbia una riduzione della pressione prodotta, essendo questa ultima inversamente proporzionale alla distanza x. In questa formulazione non si tiene conto del graduale passaggio della superficie donda da sferica a piana, dellinfluenza delle onde di riflessione sulle pareti che limitano lateralmente il canale, e degli effetti dissipatevi dovuti alla rugosit delle pareti del condotto. E quindi necessario introdurre dei coefficienti correttivi che terranno conto di questi fenomeni. Sintroduce quindi un coefficiente , compreso tra 0 e 1, che moltiplicato per R0 riduce la distanza del centro desplosione dalla sezione dimbocco [3]. Il coefficiente amplificativo
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Lespressione corretta della pressione prodotta ad una generica ascissa x del canale sar [3]:
p 0 R1 p(x) = e ( R 1 + x )
0 ,4
x D
Da questa formulazione, si evince che per ridurre la pressione sufficiente aumentare la dimensione trasversale D del canale stesso. Questo si pu fare realizzando delle camere despansione, che sono degli allargamenti della sezione trasversale corrente. A valle di questa camera despansione, nel momento in cui si ha un successivo restringimento del condotto, la pressione calcolata come [3]:
S2 p1 = S p2 1
0 ,8
Dove S1 e S2, sono rispettivamente la dimensione trasversale del condotto prima e dopo lallargamento, cosi come p1 e p2, sono le relative pressioni, allingresso del canale despansione, e nel canale duscita, questultima p2 sar incognita. Quando lungo il canale principale, londa di sovrapressione incontra delle curve o delle diramazioni, la pressione che si avr a valle del cambio di geometria del condotto, sar valutata come unaliquota della pressione iniziale p1: p2 = kp1 Dove k un coefficiente di proporzionalit, che varia tra 0 e 1, e assume valori diversi in funzione del tipo di diramazione o cambio di geometria del canale [3].
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1.2 Inneschi
Gli Inneschi possono essere realizzati con spolette, corde di detonazione, micce daccensione o detonatori, in grado di provocare lesplosione nei tempi e nei modi desiderati; molti di questi elementi sono sufficientemente piccoli da poter essere facilmente nascosti in un veicolo e quindi passare inosservati ad un controllo [2]. In alcuni casi linnesco di un esplosivo pu indurre ad una reazione a catena, dovuto allinnesco successivo daltri esplosivi nelle vicinanze. Ci non sempre avviene, in quanto questo fenomeno e vincolato da una serie di fattori tra cui la distanza e la sensibilit degli esplosivi, la violenza dellesplosione e il mezzo attraverso il quasi si propaga. La scelta del sistema dinnesco dipende non solo dal tipo desplosione e di danno che si vuole provocare ma anche dal tipo desplosivo. Fatta eccezione per la polvere nera che pu facilmente essere innescata mediante laccensione di una miccia, tutti gli altri esplosivi hanno bisogno di un detonatore[2]. La detonazione un fenomeno chimico-fisico costituito da una esplosione che si propaga ad una velocit supersonica costante, che genera un'onda d'urto il cui campo di velocit a valle pu essere ancora supersonico (detonazione forte) oppure subsonico (detonazione debole) [2]. La velocit di detonazione una funzione della densit del solido impiegato per la costruzione della carica esplosiva. Superato un certo limite di densit, la velocit di detonazione tende a diminuire a causa delle difficolt con le quali si sviluppano le reazioni chimiche, che sono artefici della detonazione stessa. I Detonatori utilizzati per innescare gli esplosivi normali sono solitamente dei tubi sottili dalluminio o di rame, contenenti vari tipi desplosivi primari e secondari presenti in piccole
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quantit, che li rendono molto sensibili alle azioni esterne tra cui percussioni, shock e calore, per tale motivo vanno maneggiati con cautela e mai trasportati insieme allesplosivo. Gli esplosivi primari sono molto sensibili agli urti, agli sfregamenti e al calore, sono usati nei detonatori per innescare l'esplosivo secondario. Gli esplosivi secondari, tranne qualche eccezione, non sono sensibili alle sollecitazioni meccaniche e termiche, e pertanto si possono definire stabili. I detonatori possono essere innescati a loro volta tramite uno shock non elettrico, i detonatori non elettrici si ottengono mediante laccensione di una miccia vincolata alla sua estremit o da un pezzo di corda di detonazione, altres da un detonatore elettrico costituito da un filamento imbevuto in una miscela incendiaria, che resa incandescente al passaggio della corrente elettrica prodotta da una particolare batteria definita esploditore[2]. Mentre i detonatori non elettrici sono istantanei, quelli elettrici possono essere dotati di un dispositivo a tempo basato su un segnale elettronico che agisce a distanza, prodotto ad esempio da un semplice telefono cellulare, o basato su un periodo di innesco prefissato. Le spolette a tempo sono per lo pi utilizzate per la detonazione dordigni militari (Bombe a Mano) [2]. Una gran variet di detonatori facilmente reperibile in commercio e con varie dimensioni, tra cui le corde di detonazione dette anche micce ordinarie a lenta combustione, utilizzate per linnesco non elettrico dei detonatori stessi o daltri esplosivi a debita distanza e con sufficiente ritardo di tempo. Queste sono realizzate con una polvere nera finissima che non emette odori identificabili, avvolta con un filo in una pellicola o in uno strato di plastica. Le stesse possono anche essere realizzate sostituendo alla polvere nera un esplosivo secondario ad alta velocit di
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detonazione, in questo caso si parla di miccia detonante, usata soprattutto per la detonazione contemporanea di pi cariche disposte a distanza luna dalle altre.
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lesplosivo dal solvente stesso; il beneficio che se ne trae quello di confondere lodore dellesplosivo rendendolo quindi meno intercettabile dai controlli di sicurezza tenuti dalle unit cinofile. Gli Esplosivi Commerciali duso civile si distinguono per dimensione, colore e consistenza, tra solidi e gelatinosi, tra questi maggiormente impiegati sono gli esplosivi da mina a base di Nitrato di Potassio o dAmmonio, e la gelatina esplosiva formata per oltre il 90% da Nitroglicerina e la restante parte da Cotone Collodio. Questi ultimi si annoverano tra i pi pericolosi, in quanto i rischi sono connessi soprattutto al trasporto e alla lavorazione, essendo, infatti, la Nitroglicerina, un materiale esplosivo molto suscettibile agli urti [2]. Tali esplosivi hanno una densit molta variabile, usualmente simile a quella dellacqua, ci li rende tolleranti al contatto con lacqua stessa, sebbene alcuni esplosivi commerciali non possono essere detonati in completa immersione in acqua o in altri solventi. La detonazione avviene con un singolo blasting cap dato che linnesco di un solo contenitore di materiale esplosivo pu provocare la detonazione di altri a lui adiacente (Reazione a Catena) [2]. Gli esplosivi commerciali non hanno una lunga vita utile, soprattutto se esposti per lunghi periodi ad elevate temperature, le quali possono provocare la fuoriuscita doli esplosivi o daltri elementi. Molti di questi esplosivi, ed in particolar modo la Dinamite, emanano un forte odore, lesposizione a tali vapori pu causare rapidamente unintensa emicrania della durata di alcuni minuti.
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Gli Esplosivi Improvvisati, sono realizzati clandestinamente e artigianalmente, il loro potere distruttivo funzione dei materiali impiegati e delle abilit tecniche degli stessi produttori. Tali ordigni presentano notevoli difficolt, pu, infatti, verificarsi una detonazione prematura o incompleta, oltre che la fuoriuscita di un forte vapore acido che pu corrodere il contenitore metallico dellesplosivo o decomporsi quando esposto al calore. I contenitori degli esplosivi maggiormente utilizzati sono tubi dacciaio o di plastica con entrambe le estremit tappate, solitamente di grandi dimensioni e per tanto facili obiettivi delle tecniche dispezione, e per tale motivo sono usualmente nascosti negli scompartimenti di un veicolo [2].
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una notevole quantit di gas ad alta temperatura. Sono esplosivi molto versatili, compatti, disponibili in quantit e in ogni tipo. Le caratteristiche chimiche e fisiche dei materiali esplosivi incidono chiaramente sui loro vari impieghi, tra cui quelli militari e purtroppo anche quelli terroristici. Tali caratteristiche influenzano la scelta operata dai terroristi tra i vari materiali per la costruzione del proprio ordigno, al fine di sottrarsi ai normali controlli di sicurezza allinterno degli aeroporti o altri luoghi controllati dai metal detector, ed altri dispositivi di sorveglianza. Molti materiali esplosivi appaiono sotto forma di polvere bianca o nera, solitamente con una struttura di tipo cristallina, ma quando caricate nel contenitore queste sono generalmente bagnate, al fine di evitare esplosioni premature, il che pu chiaramente appesantirle e conferirgli una configurazione pastosa. E possibile distinguere diversi esplosivi utilizzati per la fabbricazione di bombe, tra cui Esplosivi Semplici, come il TNT (trinitrotulene), la NITROCELLULOSA e la NITROGLICERINA, ed Esplosivi Composti quali la DINAMNITE, la POLVERE NERA, gli esplosivi plastici (C-4; SEMTEX) e lANFO [2]. Esplosivi Semplici Il TNT il pi comune tra gli esplosivi utilizzati per la produzione darmi militari, si presenta sotto forma di polvere cristallina o a fiocchi, di colore variabile tra il giallo e il marrone acceso, se esposto allossigeno e ai raggi ultravioletti pu subire uno scolorimento e una riduzione di stabilit allimpatto, data la sua composizione pu essere sciolto per fargli assumere altre
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forme, assolutamente inodore e pu essere utilizzato come componente per molti altri esplosivi. NITROCELLULOSA un materiale altamente infiammabile costituito da cellulosa e acido nitrico. pi stabile e brucia pi velocemente della polvere nera emettendo gas molto caldi. Esplode quando innescata, ed solitamente impiegata per la produzione di propellente o pi semplicemente per il lancio di proiettili in armi leggere; se asciutta molto sensibile agli impatti, allattrito e alle scintille. NITROGLICERINA un esplosivo molto potente tra i maggiori elementi utilizzati per la produzione dordigni. Allo stato puro si presenta come un liquido pesante di colore chiaro con la stessa consistenza di un olio; pu essere assorbita dal corpo mediante inalazione o a contatto con la pelle inducendo stordimento e forte emicrania, oltre ad emettere fumi molto tossici durante la sua combustione. RDX, conosciuto anche come ciclonite, esogeno o T4. una nitroammina, ed un materiale esplosivo ampiamente usato dai militari. Si presenta come un solido cristallino di colore bianco. E usato solitamente in miscele con altri esplosivi e plastificanti, oppure desensibilizzanti. un esplosivo stabile e si pu conservare per molto tempo se immagazzinato bene. E considerato il pi potente tra tutti gli esplosivi militari. E prodotto facendo reagire l'acido nitrico concentrato sull'esammina, nitrato dammonio, acido acetico, ed anidride
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acetica. Comincia a decomporsi a circa 170C, brucia piuttosto che esplodere, per farlo esplodere necessita di un detonatore, ed molto sensibile quando cristallizzato a temperature inferiore ai 4C [4]. Esplosivi Composti DINAMITE un esplosivo commerciale a differenza dei primi tre, che sono invece duso militare, realizzata con materiale poroso imbevuto con Nitroglicerina ed avvolto in un foglio di cera, in un cartone o in una pellicola di plastica di colore variabile secondo il produttore, solitamente confezionata come un tubo di diverso diametro. La Nitroglicerina impiegata per la sua realizzazione varia in percentuali comprese tra il 5% e il 90%, conferendogli un forte odore che pu provocare immediati stordimenti; solitamente innescata con una corda di detonazione o con un blasting cap. POLVERE NERA un esplosivo chimico tra i pi vecchi conosciuti. Si realizza mediante una miscela di polveri tra cui Nitrato di Potassio o Nitrato di Sodio, Carbone di Legna e Zolfo. Il suo colore varia tra il nero e il marrone ed appare sottoforma di polvere sottile o granulare. E solitamente arricchita con della grafite che ha il compito di ridurre lattrito tra i singoli granuli che potrebbe anche provocarne linnesco accidentale, dato che questo materiale risulta molto sensibile allattrito oltre che al calore, allimpatto e alle scintille, ci fa di questo materiale esplosivo uno dei pi pericolosi da maneggiare. Inoltre, risulta
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essere sensibile allelettricit, pertanto deve essere lavorato con attrezzi di legno o di plastica a bassa conducibilit elettrica. Deve essere conservata asciutta data la sua sensibilit allacqua e allumidit che ne possono compromettere il corretto innesco. C-4, noto anche come esplosivo al plastico per la sua composizione e modalit dapplicazione, anchesso un esplosivo usato per scopi militari, in particolar modo come carico per le demolizioni. E costituito da un materiale esplosivo (RDX) arricchito con degli additivi che lo rendono simile ad uno stucco facile da modellare. La peculiarit di questesplosivo chiaramente la sua flessibilit che lo rende facile da modellare e da applicare su superfici irregolari, oltre che a unelevata velocit di detonazione. SEMTEX un esplosivo plastico al pari del C-4 prodotto originariamente nellEuropa dellEst, costituito da due esplosivi il RDX e il PETN, arricchiti anchessi con additivi che lo rendono flessibile e malleabile, assolutamente inodore e caratterizzato da un colore che varia tra il giallo e il nero, preso singolarmente un materiale relativamente innocuo che pu facilmente essere manipolato. Per la sua detonazione si usa solitamente un blasting cap o una corda di detonazione. La sua vita utile si aggira intorno ai 10 anni oltre i quali iniziano a perdere la sua flessibilit diventando friabile o rigido. ANFO composto di una miscela di Nitrato dAmmonio e Oli Combustibili. Il Nitrato solitamente di colore bianco, ha una
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forma simile a quella di un fertilizzante ed spesso imballato in contenitori impermeabili che servono ad evitare che possa perdere il suo potere e sensitivit allaumentare dellumidit. Alcune variazioni si possono ottenere mescolando il Nitrato dAmmonio con Enitrometano o con lo Zolfo. Ha una densit pari a circa l85% di quella dellacqua, non sensibile alle temperature estreme e ci nonostante deve essere tenuto asciutto e non pu quindi essere nascosto in acqua [4]. Si riporta di seguito, una tabella illustrativa dei parametri dalcuni esplosivi classici sopra elencati [3]:
Esplosivo
Nitroglicerina Esogeno TNT Fulminato di Mercurio Dinamite (62%)
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In seguito, si operato un confronto tra i risultati ottenuti, con i due diversi metodi impiegati, al fine di capire quale tra questi meglio si presta per la modellazione di un elemento strutturale sottoposto a carico da esplosione.
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9/15 cm
A
1,2
0,15
Sezione A-A ; B -B
99
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0,09
B A x
0,15
Come si pu notare, la piastra oltre ad essere geometricamente simmetrica, rispetto ad una coppia di assi cartesiani con origine nel centro, lo anche nei confronti delle condizioni di vincolo e di carico, essendo la carica esplosiva applicata nel centro della piastra, ed essendo questa ultima semplicemente appoggiata su due lati. Di seguito si riportano, le propriet dei materiali usati per la prova sperimentale [5]:
Tabella 2. 1 Propriet elastiche dei materiali impiegati per la costruzione della piastra, allo Strain-Rate di 100 sec-1. Tensione di Rottura a Compressione [Kg/cm2] 717,13
Calcestruzzo
Tabella 2. 2 Propriet dinamiche del calcestruzzo allo Strain-Rate di 100 sec-1. Tensione di Snervamento [Kg/cm2] 3958,28 5582,37
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Mentre per il calcestruzzo sono fornite le sole propriet dinamiche (Strain-Rate di 100 sec-1), per lacciaio, si fa distinzione tra la tensione di snervamento calcolata per condizioni di carico quasi statiche (StrainRate 1,00E-04 sec-1), e per le condizioni di carico dinamiche (StrainRate 174 sec-1). Da questi dati si nota un incremento della tensione di snervamento del materiale, allaumentare della velocit di deformazione