You are on page 1of 22

Comune di Como

Consigli di Circoscrizione n.1, 3, 6, 7 e 8

L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Indice:
Introduzione I campi elettromagnetici: cosa sono, come si misurano Le normative I rischi per la salute Le problematiche ambientali ed urbanistiche Inquinamento elettromagnetico: che fare? Approfondimenti: come funziona il sistema di telefonia cellulare Linee guida prudenziali Norme di cautela personale Antenne: che fare? La delibera approvata da alcuni CdC del Comune di Como

Edizione Internet: http://www.comune.como.it/circ8/elettrosmog.htm

Edito dalla Commissione Informazione del C.d.C. n.8 e dai rappresentanti dei C.d.C. n. 1, 3, 5, 6 e 7 8a Circoscrizione, Via Segantini, 2 - 22100 COMO Copie a cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Como - luglio 1999
L'inquinamento elettromagnetico - 1

Questo opuscolo un piccolo contributo alle Celebrazioni Voltiane, poich proprio dall'invenzione del grande scienziato comasco, decolla l'applicazione scientifica ed industriale dell'elettricit. Ricorre nel 1999 il Secondo Centenario dellinvenzione della Pila ad opera di Alessandro Volta, nato a Como il 18 febbraio del 1745, avvenuta verso la fine del 1799 e comunicata alla Royal Society di Londra con una lettera del 20 marzo 1800: "Questo il gran passo" - scriveva lo stesso Volta - "fatto sulla fine dellanno 1799; passo che mi ha condotto ben tosto alla costruzione del nuovo apparato" La pila di Volta si colloca allorigine dei pi cruciali sviluppi scientifici, tecnologici e industriali del mondo moderno, dai quali dipende la qualit del nostro futuro: lelettricit, con le sue infinite applicazioni; le tecnologie delle comunicazioni e dellinformazione Volta, da grande scienziato moderno, si occup attivamente di ambiente, agricoltura, alimentazione, ponendo sempre l'uomo e il suo benessere al centro della sua riflessione scientifica e filosofica.

Questo opuscolo edito dai Consiglio di Circoscrizione n.1,3,5,6,7 e 8 con la collaborazione dei Comitati antenne di zona Le informazioni contenute sono aggiornate al15/5/1999 8a Circoscrizione, Via Segantini, 2 - 22100 COMO circ8.como@rcl.it
La composizione tipografica stata curata da Marco Riva La stampa stata realizzata dall'Ufficio Stampa del Comune di Como nel mese di luglio 1999 L'inquinamento elettromagnetico - 2

Premessa
Elettrodomestici, elettrodotti, televisioni, radio, telefoni cellulari, radar sono strumenti e impianti importanti per la qualit della vita e che generano campi elettromagnetici. Questi campi, senza un adeguato controllo, possono diventare pericolosi per l'ambiente e la salute dell'uomo. Da parte dei cittadini sempre pi pressante la richiesta di una maggiore regolamentazione sull'argomento. La nostra citt fortemente interessata: sul territorio comunale transitano elettrodotti, sono posizionate numerosi ripetitori radio e televisivi e nel tessuto urbano sorgono, sempre pi numerose, le antenne per la telefonia mobile.

Il 5 maggio 1994, il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione in cui si chiede alla Commissione e al Consiglio di "definire una strategia basata su cambiamenti tecnologici e strutturali volta ad arginare l'inquinamento elettromagnetico provocato da: il trasporto e la distribuzione dell'elettricit; le apparecchiature elettrodomestiche; le tecnologie utilizzate nell'industria e nei servizi; le telecomunicazioni. Si chiede, inoltre, di promuovere studi epidemiologici in modo da inquadrare meglio i rischi ed evidenziare eventuali sinergie tra inquinamento elettromagnetico e inquinamento chimico". Nella Risoluzione, dunque, viene programmato un rapido intervento normativo, dal momento che "le difficolt di evidenziare una relazione dose/effetto non impediscono di adottare misure legislative volte a creare un sistema di limitazione all'esposizione dei lavoratori e del pubblico, che tenga conto delle possibilit offerte dal trattamento del problema alla fonte e dal ricorso alla generazione di energia decentralizzata". Ne deriva come sia in Europa che nel resto del mondo economicamente sviluppato l'inquinamento elettromagnetico rappresenti l'oggetto di un inevitabile conflitto tra l'imponente industria energetica e delle telecomunicazioni e l'interesse sanitario e ambientale di singoli cittadini (16). Anche in quest'ambito l'uomo, in nome dello sviluppo economico, rischia di degradare irrimediabilmente il proprio ambiente di vita. Questa preoccupazione ha recentemente animato una serie di azioni legislative in ambito nazionale, indirizzate a regolamentare soprattutto le emissioni ad alta frequenza. In queste azioni legislative viene riconosciuta la necessit di una politica cautelativa che individui obiettivi di qualit "anche al di l dell'adozione di limiti di esposizione mirati

alla tutela dagli effetti acuti". E' questa una risposta importante alle sollecitazioni espresse da gruppi di studiosi, da associazioni ambientalistiche e comitati di cittadini che hanno ripetutamente sollevato il problema, soprattutto a fronte della proliferazione "non regolamentata" di sorgenti di emissioni di campi elettromagnetici. Il nostro territorio e la nostra citt non sono estranei a queste problematiche. Alla presenza "storica" degli elettrodotti, si sono in questi ultimi anni aggiunti gli insediamenti di antenne radiotelevisive, con una densit particolarmente elevata sulle alture prospicienti la citt, e, nell'ultimo periodo, quelli di antenne per la telefonia cellulare, distribuiti in modo preoccupante all'interno del tessuto urbano. Gruppi di cittadini, preoccupati da questa situazione, hanno costituito spontaneamente dei comitati, nell'obiettivo di far valere esigenze di regolamentazione (). Le istituzioni locali, Amministrazione Comunale e Provinciale, sono stati coinvolti in queste istanze. Un punto di coordinamento cittadino stato richiesto ed attivato grazie alla sensibilit di alcuni Consigli di Circoscrizione della citt: questo opuscolo, rivolto alla popolazione, rappresenta una prima attivit di questo momento di coordinamento. () Comitati attivi nella Citt di Como: Comitato Antitraliccio Camerlata e Comitato S.Bernardino da Siena, portavoce: A. Marceca (tel. 031/526675) Comitato di Como Borghi, portavoce: N. Cetti (tel. 031/269585) Comitato di Albate, portavoce: A. Cassano (tel. 031/523803)

L'inquinamento elettromagnetico - 3

Introduzione
Questo opuscolo presenta in forma articolata le problematiche relative all'inquinamento elettromagnetico ed stato redatto sulla base di materiali autorevoli, come evidenziato nei riferimenti, comunque comparati laddove sono emerse discordanze. L'opuscolo composto da una sezione relativa alla protezione della salute e dell'ambiente, da una sezione di riferimenti alle norme vigenti e da una parte conclusiva di raccomandazioni che riguardano i comportamenti del singolo cittadino e gli augurabili interventi a carico delle istituzioni locali.

Il nostro benessere, come la nostra qualit della vita, sono fortemente influenzati dall'impiego di apparecchiature e mezzi di comunicazione che generano campi elettromagnetici (CEM). Ogni cosa che si trova ad una temperatura maggiore dello zero assoluto (0 K = -273C) e quindi tutto ci che ci circonda pu essere considerata una fonte di onde elettromagnetiche, caratterizzate, come illustrato nella figura nella pagina successiva, da una lunghezza d'onda e da una frequenza. La frequenza la misura con cui il campo elettromagnetico cambia direzione nell'unit di tempo: ad esempio la corrente elettrica genera campi elettromagnetici di frequenza 50 Hertz (cicli al secondo), mentre un'emissione radio in modulazione di frequenza (MF) avviene a circa 100 MHz (milioni di Hertz), un forno a microonde "funziona" a 2450 Mhz ed un telefono cellulare a circa 900 MHz. Al limite, i raggi X sono caratterizzati da frequenze dell'ordine dei milioni di MHz. L'interazione delle onde elettromagnetiche con i materiali biologici genera effetti progressivamente pi intensi con il crescere della frequenza. Considerando comunque che, oltre alla frequenza, anche la quantit di energia associata al campo elettromagnetico ha importanza, si ritiene che qualche preoccupazione per la salute riguardi alcune sorgenti: limpianto elettrico delle abitazioni, le linee ad alta tensione (bassa frequenza) o le

antenne ripetitrici di stazioni radio, TV, telefoni cellulari e satelliti (alta frequenza). Si parla, a tale proposito, di "elettrosmog". La dimensione territoriale dei fattori di rischio dell'elettrosmog non ferma ma in continua e sempre pi rapida evoluzione, sia nel settore della produzione, trasporto e utilizzo della energia elettrica, sia nel settore delle telecomunicazioni, dove si moltiplicano tanto i sistemi radianti (civili, militari, terrestri e satellitari), le bande di frequenza utilizzate, i tempi di irradiazione (che per molte emittenti radiotelevisive arrivano gi a coprire l'intero arco delle 24 ore), quanto i gestori di nuove reti radiotelevisive e di telefonia mobile. In Italia ci sono 7000 chilometri di linee ad alta tensione, qualche decina di migliaia di antenne emittenti radio e televisive ed oltre 60.000 impianti per telefonia mobile. Con oltre 20 milioni di telefonini, l'Italia anche il Paese a pi alta densit di utilizzazione di questo rivoluzionario mezzo di comunicazione personale (9). Poich molti rilievi riguardanti le conseguenze sulla salute dell'esposizione cronica a campi elettromagnetici anche a bassa densit consigliano prudenza, in qualche caso evidenziando rischi specifici, sembra corretto porsi il problema di ridurre l'esposizione collettiva in atto, che per vasti gruppi di popolazione (comprendenti soggetti di ogni et e nelle pi varie condizioni di salute) in rapida crescita (15).

Viviamo "immersi" nei campi elettromagnetici. Un campo elettromagnetico caratterizzato da una frequenza caratteristica e da una intensit. Solo i campi elettromagnetici ad alta intensit e frequenza possono generare rischi per la salute. E' comunque prudente ridurre l'esposizione cronica anche a campi elettromagnetici di bassa intensit o frequenza.

L'inquinamento elettromagnetico - 4

Lo Spettro Elettromagnetico
Tipo e denominazione comune
campo linea statico AC radio AM radio forno FM TV MW lamp. LUV lamp. HUV app. raggi X

Caratteristiche fisiche

Denominazione scientifica

106 104 102 1 10-2 10-4 10-6 10-8 10-10 10-12 I I I I I I I I I I Lunghezza d'onda (metri) Frequenza (Hz) I I I I I I I I I I 2 4 6 8 10 12 14 16 18 10 10 10 10 10 10 10 10 10 1020
ELF Radio (RF) Microonde MW
I V R I S I B I L E

U.viol (UV)

Raggi X

Effetti
atermici Correnti indotte

Non ionizzanti
termici I Correnti indotte I I Riscaldamento ottici Eccitazione elettronica Effetti fotochimici UHF TV

Ionizzanti
rottura legami I Danni al DNA

(RADIOFREQUENZE)

?????

Denominazione scientifica

AM Radio

VHF TV ..FM radio

Forni MW

Caratteristiche fisiche

3000 m 300 m 30 m I I I Lunghezza d'onda (metri) Frequenza (Hz) I I I 100 kHz 1000 kHz 10 MHz

3m I

30 cm I

3 cm I

I 100 MHz

I I 1000 MHz 10 GHz


Telefoni Cellulari

Tipo e denominazione comune

"CB" Telefoni radio Cordless

Campi elettromagnetici (CEM): Cosa sono, come si misurano

Il campo elettromagnetico a bassa frequenza (ELF) generato da una qualunque corrente elettrica, come quella che scorre in un elettrodotto ad alta tensione o nell'impianto elettrico domestico o in un apparecchio utilizzatore. Il campo magnetico risultante si manifesta come forza che agisce su altre correnti elettriche. Il campo magnetico oscillante in grado di provocare correnti elettriche nei materiali conduttori esposti, quindi anche in un organismo umano.

Il campo magnetico generato da una corrente elettrica si misura in tesla [T] e sottomultipli; se ha andamento oscillante nel tempo, come gi detto, la frequenza, misurata in hertz [Hz], indica il numero delle oscillazioni in un secondo (2). Radiofrequenze e microonde sono da ascrivere ai campi elettromagnetici ad alta frequenza. Col termine radiofrequenze si intendono le onde elettromagnetiche di frequenza compresa fra qualche

L'inquinamento elettromagnetico - 5

Khz e 300 Mhz. Le lunghezze d'onda in aria variano da 100 Km (a 3 Khz) a 1 m (300 Mhz). Il limite inferiore di frequenza non definito in modo univoco, e varia a seconda delle normative considerate. Le microonde coprono il campo di frequenza superiore, da 300 Mhz fino a 300 Ghz. Le lunghezze d'onda sono dell'ordine dei decimetri, dei centimetri e dei millimetri. Ultimamente l'Organizzazione Internazionale della Radioprotezione (IRPA) ha proposto l'estensione del termine radiofrequenza fino alla frequenza di 300 Ghz considerando quindi le microonde come sottoinsieme delle radiofrequenze. Esempi di apparecchiature che funzionano generando microonde sono il forno a microonde (2450 Mhz) ed il telefono cellulare (per il tipo GSM, la frequenza di 900 o 1800 Mhz). Un'onda elettromagnetica ad alta frequenza che si propaga nello spazio trasporta energia che viene in parte assorbita ed in parte riflessa dagli oggetti che tale onda incontra sul suo percorso. L'assorbimento avviene con modalit ed in misura diversa a seconda delle caratteristiche del mezzo (14). Gli apparati in grado di diffondere onde elettromagnetiche ad alta frequenza (radiofrequenza e mi-

croonde) nell'ambiente possono essere di due categorie: 1) Apparati per riscaldamento, utilizzate in campo industriale per lo pi nel settore metallurgico, nell'industria del legno e nella lavorazione delle materie plastiche, oltre che a livello domestico (forno a microonde) 2) Apparati per radiotelecomunicazioni (antenne TV-radio e telefonia mobile, radar, telefoni cellulari). Le unita' di misura usate per esprimere le entit dell'esposizione a campi a radiofrequenze e microonde sono (2): il Volt/metro (V/m), in riferimento all'intensit della componente elettrica E del campo, l'Ampere/metro (A/m), per l'intensit della componente magnetica H del campo; il Watt/m2 (W/m2), per la densit S di potenza irradiata. L'effetto sugli organismi viventi di tale assorbimento di energia elettromagnetica a radiofrequenza e microonde da una decina di anni soggetto di indagini scientifiche (7,12, 17, 18).

Le normative
Frequenza estremamente bassa (ELF), 50 Hz: elettrodotti ed esposizione negli ambienti abitativi Le leggi prevedono distanze minime fra l'altezza dei cavi elettrici degli elettrodotti e terreno, abitazioni, luoghi di lavoro o di svago. Normative pi recenti hanno introdotto anche il concetto di limite massimo di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno, ovvero alle emissione degli elettrodomestici durante il loro funzionamento.

Fino all'aprile 1992, gli elettrodotti italiani erano costruiti osservando le apposite norme tecniche emanate dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), a cui stata quasi sempre data una valenza legislativa tramite l'inserimento in leggi o decreti ministeriali. In questo ambito si collocano innanzitutto la legge 28 giugno 1986, n.339 e il decreto interministeriale 21 marzo 1988, n.449 che recepivano la normativa CEI 11-4. Esse ripartivano innanzitutto le linee elettriche aeree nelle seguenti quattro classi:

Classe 0 : Linee telefoniche, telegrafiche, di segnalazione o comando a distanza. Classe I : Linee di trasporto o distribuzione di energia elettrica la cui tensione nominale inferiore o uguale a 1000 V. Classe II : Linee di trasporto o distribuzione di energia elettrica la cui tensione superiore a 1000 V ma inferiore o uguale a 30 kV. Classe III : Linee di trasporto o distribuzione di energia elettrica la cui tensione nominale superiore a 30 kV.

L'inquinamento elettromagnetico - 6

Inoltre, in queste disposizioni venivano specificate le distanze minime dei conduttori dal terreno e dagli edifici mediante formule, nelle quali la tensione nominale di esercizio compariva come parametro; questo approccio sar conservato anche nella normative successive. importante osservare che le distanze erano basate esclusivamente sulla necessit di evitare il cosiddetto rischio di scarica, cio la possibilit di innesco di una scarica elettrica tra il conduttore sotto tensione ed un oggetto a tensione zero. All'inizio del 1991, un Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici (DMLP 16 gennaio 1991) ha in-

trodotto un'importante novit: citando testualmente veniva "riconosciuta la necessit di apportare modifiche agli articoli 2.1.05 e 2.1.08 del citato regolamento in riferimento a possibili effetti sulla salute derivanti dai campi elettromagnetici prodotti dalle linee elettriche aeree". Il decreto del 1991 ha fissato nuovi valori minimi per "l'altezza dei conduttori sul terreno a sulle acque non navigabili" (articolo 2.1.05) e per le "distanze di rispetto dai fabbricati" (articolo 2.1.08). La situazione per alcune tipologie di elettrodotti di classe III molto comuni in Italia schematizzata nella tabella seguente: 380 kV 7.78 11.34 6.80 11.34 220 kV 6.82 6.82 5.20 4.00 132 kV 6.29 6.29 4.32 4.00

Distanza minima Altezza minima sul terreno e su specchi d'acqua non navigabili [m] Altezza minima sul terreno in aree adibite ad attivit ricreative, impianti sportivi, luoghi d'incontro, piazzali di deposito e simili [m] Distanza minima dai fabbricati [m] Altezza minima su terrazzi e tetti piani [m] La situazione restata questa fino al sopraggiungere di un importante Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM 23 aprile 1992) che ha fissato i "limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno". Campo elettrico 5 kV/m Mentre "nel caso in cui l'esposizione sia ragionevolmente limitata a poche ore al giorno", il decreto Campo elettrico 10 kV/m Oltre a ci il DPCM del 1992 ha fissato le seguenti nuove distanze minime tra i conduttori delle linee elettriche aeree ed i "fabbricati adibiti ad abitazio380 kV 28 m Questo aspetto del decreto stato oggetto di numerose critiche da parte di alcuni esponenti tanto dell'Azienda Elettrica quanto del mondo accademico, basate sulla considerazione che lo specificare sia limiti di intensit dei campi sia distanze minime non solo avrebbe potuto portare a situazioni di possibile contraddizione, ma soprattutto avrebbe mortificato qualunque tentativo di innovazione tecnologica che mirasse ad abbattere le emissioni di campo elettrico e magnetico degli elettrodotti, a parit di tensione e corrente sulla linea. 220 kV 18 m

Questo decreto ha stabilito le seguenti intensit massime di campo elettrico e di induzione magnetica "in aree o ambienti in cui si possa ragionevolmente attendere che individui della popolazione trascorrano una parte significativa della giornata":

Induzione magnetica 0,1 T ha stabilito che i limiti suddetti possono essere ribassati come segue: Induzione magnetica 1 T ne o ad altra attivit che comporta tempi di permanenza prolungati":

132 kV 10 m Le critiche hanno forse portato qualche risultato, visto che pochi anni dopo (DPCM 28 settembre 1995) stata pubblicata una guida tecnica secondo la quale, nell'eseguire il risanamento degli elettrodotti esistenti non in regola con la norma del 1992, sufficiente limitarsi al solo rispetto dei valori dell'intensit dei campi ed ignorare la questione delle distanze minime, purch queste siano conformi alle normative precedenti, espresse nella Tabella 1.

L'inquinamento elettromagnetico - 7

Alte frequenze Con una legge entrata recentemente in vigore sono definiti limiti piuttosto rigorosi di esposizione per l'inquinamento elettromagnetico provocato da antenne (radio, televisive o per telefonia mobile). La normativa introduce anche un concetto di ulteriore protezione per le zone di residenza. La legge demanda alle istituzioni locali la disciplina per nuove installazioni o per la modifica degli impianti esistenti.

Con il Decreto Legge 10 settembre 1998, n. 381, in vigore dall'1 gennaio 1999, il nostro Paese ha stabilito (fra i primi al mondo) i valori limite di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici connessi al funzionamento ed all'esercizio dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza compresa fra 100 kHz e 300 GHz.

Secondo questa norma, nel caso di esposizione al campo elettromagnetico i livelli dei campi elettrici, magnetici e della densit di potenza, mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti, non devono superare i valori della seguente tabella.

Limiti di esposizione per la popolazione ai campi elettromagnetici Valore efficace di intensit di campo elettrico E (V/m) 60 20 40 Valore efficace di intensit di campo magnetico H (A/m) 0,2 0.05 0.1 Densit di potenza dell'onda piana equivalente W/m2 1 4

Frequenza (MHz) 0,1 - 3 >3 - 3000 >3000 - 300000

Nel caso di campi elettromagnetici generati da pi sorgenti, la somma dei relativi contributi normalizzati deve essere minore dell'unit. Il decreto precisa che la progettazione e la realizzazione dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza compresa fra 100 kHz e 300 GHz e l'adeguamento di quelle preesistenti, deve avvenire in modo da produrre i valori di campo elettromagnetico pi bassi possibile, compatibilmente con la qualit del servizio svolto dal sistema stesso al fine di limitare l'esposizione della popolazione. In particolare, in corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore non devono essere superati i seguenti valori, indipendentemente dalla frequenza, mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti: 6 V/m per il campo elettrico, 0,016 A/m per il campo magnetico intesi come valori efficaci e, per frequenze 2 comprese tra 3 Mhz e 300 GHz, 0,10 W/m per la densit di potenza dell'onda piana equivalente. Il decreto demanda, fatte salve le attribuzioni dell'Autorit per le garanzie nelle comunicazioni, alle regioni ed alle province autonome la disciplina per l'installazione e la modifica degli impianti di radiocomunicazione al fine di garantire il rispetto dei limiti, il raggiungimento di eventuali obiettivi di qualit, nonch le attivit di controllo e vigilanza in

accordo con la normativa vigente, anche in collaborazione con l'Autorit per le garanzie nelle comunicazioni, per quanto attiene all'identificazione degli impianti e delle frequenze loro assegnate (10). Alcune Regioni, fra cui la Lombardia, sono in procinto di licenziare regolamentazioni, non sempre purtroppo in sintonia con il testo nazionale. La legge precisa ancora che "nelle zone abitative o sedi di attivit lavorativa per lavoratori non professionalmente esposti o nelle zone comunque accessibili alla popolazione ove sono superati i limiti fissati, devono essere attuate azioni di risanamento a carico dei titolari degli impianti. Le modalit ed i tempi di esecuzione per le azioni di risanamento sono prescritte dalle regioni e province autonome, secondo la regolamentazione che dovr essere predisposta a livello locale". Si fatto osservare che il decreto, sebbene determini limiti netti, lascia alcuni margini aperti e aspetti irrisolti: sanzioni per le societ di telecomunicazione inadempienti, censimento delle sorgenti, modalit e periodicit dei controlli, inequivocabilit delle norme tecniche di misura. Inoltre, il decreto, demandando alle regioni la regolamentazione sulle nuove installazioni e sui risanamenti, rischia di essere applicato con ritardo, a meno di una moratoria per le installazioni di potenza superiore (5).

L'inquinamento elettromagnetico - 8

I rischi per la salute


Esistono opinioni diversificate rispetto al problema del rischio per la salute delle sorgenti di elettrosmog. Ci dipende dalla non univocit dei riscontri scientifici sinora disponibili e purtroppo la situazione si presta alla speculazione allarmistica (da parte di alcuni) ed alla diffusa sottovalutazione (da parte di altri). Fra l'ampia documentazione che ormai si costituita sul problema, particolare validit assume, a nostro parere, la relazione acclusa alla proposta di legge n. 4816 (19) e il documento della Commissione tecnico-scientifica nominata dal Comune di Bologna (Maggio 1997) e composta da specialisti dell' ASL locale, del mondo universitario e da alcuni cancerologi (15). Riportiamo ampi stralci di questi documenti, unanimemente ritenuti un riferimento prudente ed autorevole.

Quando un organismo interagisce con un campo elettromagnetico, il suo equilibrio viene perturbato, ma ci non si traduce automaticamente in effetto biologico apprezzabile e ancor meno in un effetto sanitario. Si pu parlare di effetto biologico solo in presenza di variazioni morfologiche o funzionali a carico di strutture di livello superiore, dal punto di vista organizzativo, a quello molecolare (20) Per poter parlare di effetto sanitario occorre, invece, che l'effetto biologico superi i limiti di efficacia dei meccanismi di adattamento dell'organismo, meccanismi le cui caratteristiche variano con l'et, il sesso, lo stato di salute, il tipo e grado di attivit del soggetto, nonch con le condizioni ambientali esterne, come temperatura ed umidit o la contemporanea presenza di altri agenti nocivi. I rischi sanitari da analizzare ai fini della protezione comprendono sia quelli da esposizioni di natura acuta, per i quali possibile individuare valori di soglia, sia i possibili effetti a lungo termine, in particolare la cancerogenesi, la cui gestione deve realizzarsi con modalit diverse da quella della definizione di limiti di esposizione. .. (19) La protezione rispetto agli effetti acuti si realizza con la definizione di limiti di esposizione, anche in rapporto alle categorie di esposti prese in considerazione (normalmente i professionalmente esposti e gli individui della popolazione). Le pi recenti tendenze in campo protezionistico condivise a livello internazionale e comunitario prevedono due fasi distinte. La prima prende in considerazione gli effetti sanitari che si intendono prevenire, la loro sussistenza e il loro andamento con la frequenza. I limiti di base, che sono gli unici veri limiti, sono espressi mediante grandezze fisiche (grandezze dosimetriche) strettamente correlate agli effetti sanitari. Il loro valore numerico determinato in base ai valori di soglia relativi alle risposte acute (stress

indotto dall'aumento della temperatura corporea, effetti comportamentali, stimolazione di strutture e tessuti eccitabili) e dai fattori di sicurezza che, rispetto ai valori di soglia, le varie norme adottano. La definizione dei livelli di riferimento costituisce la seconda fase del processo di limitazione delle esposizioni. I livelli di riferimento sono definiti mediante grandezze radiometriche che caratterizzano l'ambiente in cui avviene l'esposizione in assenza del soggetto esposto. .. (15) Al termine di una vasta ricognizione della letteratura scientifica internazionale, e quindi delle conoscenze acquisite sugli effetti biologici e sanitari dell'esposizione ai campi elettromagnetici (CEM) generati sia dalle linee di conduzione e dagli impianti e apparecchi di trasformazione dell'energia elettrica, sia dai sistemi di telecomunicazione, si possono esprimere le seguenti valutazioni e indicazioni. Sebbene gli effetti sanitari delle radiazioni non ionizzanti siano tuttora meno conosciuti e patogenicamente definiti rispetto a quelli delle radiazioni ionizzanti (ultravioletto lontano, raggi X e raggi gamma), nella letteratura scientifica pi recente sono apparsi studi che sollecitano a prendere in seria considerazione i potenziali rischi derivanti dai campi elettromagnetici non ionizzanti. Per quanto concerne le frequenze estremamente basse (ELF), a 50-60 Hz, alcune indagini epidemiologiche su bambini residenti in abitazioni vicine a installazioni elettriche hanno indicato un possibile aumento del rischio di leucemie e di tumori cerebrali, con esposizioni a livello di induzione magnetica di 0,2-0,4 microTesla; indagini epidemiologiche condotte su alcune categorie di lavoratori professionalmente esposti hanno evidenziato un aumento di rischio di leucemie, tumori

L'inquinamento elettromagnetico - 9

mammari nella donna, tumori mammari del maschio. Per quanto riguarda le indagnini sui bambini, simili risultati erano stati trovati in alcuni studi condotti negli anni precedenti, anche questi con esposizioni a intensit tra 0,2 e 0,3 micro Tesla. Indagini epidemiologiche di terza generazione ribadiscono l'accresciuta incidenza di leucemie infantili, come pure di tumori al sistema nervoso centrale e alla mammella di lavoratori e lavoratrici esposte, di linfoma maligno nell'uomo e nel cane, deponendo a favore di un rischio possibile a livelli di esposizione superiori a 0,2 microTesla. Altri studi, pure ben condotti, hanno dato risultati negativi o contraddittori: a) per i tumori cerebrali nella coorte di bambini finlandesi residenti in prossimit di linee elettriche di sesso femminile (il dato positivo sui maschi esposti a 0.2 o pi microTesla basato su 5 casi e pu essere casuale), nei

bambini di Seattle residenti in prossimit di linee elettriche, nei bambini della Contea di Los Angeles, la cui esposizione stata stimata mediante wire coding e con misurazione dei campi, nei bambini della costa ovest degli USA esposti ai campi generati dall'uso di coperte elettriche e di letti ad acqua riscaldati elettricamente; b) per leucemie e linfomi ed altri tipi di tumore nella coorte di bambini finlandesi residenti in prossimit di linee elettriche; c) per leucemie negli adulti finlandesi esposti ai campi magnetici in quanto residenti in prossimit di linee elettriche. Questo studio a coorte di grande dimensione, ha evidenziato solo un incremento di leucemia linfatica cronica in un sottogruppo di popolazione, ma la significativit basata su numeri molto piccoli di tumori indotti (possibile effetto caso); d) per il tumore mammario nelle donne.

In poche parole gli studi epidemiologici indicano, in maniera ancora incerta a causa di fattori di confondimento, una correlazione tra esposizione cronica a campi generati dalle linee ad alta tensione e insorgenza di certi tipi di tumore, in particolare leucemie infantili. Non vi comunque accordo sull'interpretazione dei risultati in termini di un reale rapporto casuale tra esposizione ai campi e cancro, tenuto conto che i dati epidemiologici non sono suffragati, per ora, da conferme sperimentali adeguate in vivo.

Effetti tossici acuti e comportamentali (disturbi cardiaci, sindromi depressive, cefalee) rilevati in studi epidemiologici di coorte con esposizioni a livelli simili, risentono di debolezze metodologiche, sia per l'assenza di protocolli standardizzati come quelli usati per lo studio delle leucemie, sia per quanto riguarda la misurazione dei livelli espositivi e la considerazione dei fattori confondenti. A tutt'oggi gli studi di laboratorio non hanno dimostrato un'azione diretta dei campi ELF sul materiale genetico cellulare, tanto da far pensare che l'eventuale effetto cancerogeno dipenda non tanto da un'azione diretta, ma dalla promozione (o meglio co-promozione) dell'evento cancerogeno.

Un effetto su cui oggi molto si discute quello di una riduzione dei livelli notturni di melatonina da 5 a 10 volte nell'animale. Questa molecola, oltre a essere un antiossidante, sembra avere un ruolo di rilievo nel coordinamento degli equilibri endocrini con il ritmo nictemerale. La sua diminuzione nel sangue sembra comportare una riduzione della risposta immunitaria e disturbi neuroendocrini mediati dall'ipotalamo-ipofisi. Non sappiamo ancora se tale effetto possa avere un impatto sull'uomo. Tra gli altri effetti biologici dei campi ELF sono particolarmente interessanti quelli sull'omeostasi del calcio a livello cellulare, uno dei fondamentali modulatori della attivit cellulare.

Alla fine del 1995 lIstituto Superiore di Sanit (ISS) ha ammesso per la prima volta, con il rapporto ISTISAN 95/29 (4) il rischio per la salute conseguente allesposizione, specialmente dei bambini, ai CEM generati dalle linee elettriche di trasmissione e distribuzione e dalle sorgenti domestiche. Oltre ai rischi pi gravi, si citano i disturbi del sistema neuro-vegetativo. LISS indica quale obiettivo generale "quello di una riduzione dellesposizione alle radiazioni non ionizzanti, dando priorit ad asili, scuole, e altri ambienti destinati allinfanzia, ma a condizioni ragionevoli e in attesa che ulteriori indagini epidemiologiche e scientifiche consentano di " ottimizzare gli interventi" da adottare anche in sede legislativa.
L'inquinamento elettromagnetico - 10

Ai rilievi della Commissione tecnico-scientifica nominata dal Comune di Bologna, aggiungiamo una sintesi prodotta dall'IRROE, relativa sempre alle emissioni a bassa frequenza (1, 13). Effetti acuti del campo magnetico a 50 Hz e normative Effetto riscaldamento dei tessuti (0,4 W/kg) induzione di extrasistole (rischio di fibrillazione) percezione sensoriale, magnetofosfeni prestandard CENELEC per lavoratori prestandard CENELEC per popolazione linee guida ICNIRP per lavoratori rumore elettrofisiologico linee guida ICNIRP per popolazione normativa italiana Campo magnetico 1.600.000 T 130.000 T 16.000 T 1.600 T 640 T 500 T 160 T 100 T Densit di corrente 10.000 mA/m2 800 mA/m2 100 mA/m2 10 mA/m2 4 mA/m2 3 mA/m2 1 mA/m2 0,6 mA/m2

Considerando le risultanze degli studi epidemiologici, da alcuni dei quali emergerebbe una possibile correlazione tra esposizioni croniche anche a bassi livelli, possibile indicare una soglia di circa 0,2 T, valore che nel seguito indicato come Soglia di Attenzione Epidemiologica.

Campo magnetico a 50 Hz nell'ambiente esterno (elettrodotti) L'intensit massima del campo magnetico a 50 Hz generato da un elettrodotto doppia terna da 380 kV/2000 MW con conduttori all'altezza minima consentita dalle norme tecniche (11,34 m dal suolo) poco inferiore ai 16 T. Tale intensit si riduce al di sotto della Soglia di Attenzione Epidemiologica ad una distanza di circa 80 m dall'asse della linea. Aumentare l'altezza dei conduttori da terra permette di ridurre il livello massimo generato, ma non la distanza a cui si raggiunge la Soglia di Attenzione Epidemiologica. I cavi interrati generano, a parit di corrente trasportata, un campo magnetico al livello del suolo molto pi intenso degli elettrodotti aerei (circa il doppio). L'intensit del campo si riduce per pi rapidamente con la distanza: la Soglia di Attenzione Epidemiologica si raggiunge a circa 24 m dall'asse della linea. I cavi interrati presentano problemi non indifferenti dal punto di vista economico e di impatto ambientale.

Campo magnetico a 50 Hz in ambiente domestico Il campo magnetico del fondo a 50 Hz negli ambienti domestici presenta una notevole variabilit temporale a breve e medio termine, nella quale possibile talvolta riconoscere una ciclicit giorno/notte. Esso risulta pi elevato negli appartamenti condominiali e minore nelle abitazioni singole; ci potrebbe essere dovuto all'influenza del cablaggio comune e al contributo degli appartamenti limitrofi. I valori tipici del fondo ambientale sono in genere non solo abbondantemente al di sotto dei limiti di sicurezza raccomandati dalle normative, ma anche inferiori (seppur di poco) alla Soglia di Attenzione Epidemiologica. Nelle immediate vicinanze di un elettrodomestico (meno di 10 cm) pu essere facilmente superato il limite di sicurezza di 100 T. L'intensit del campo decade rapidamente con la distanza; la Soglia di Attenzione Epidemiologica viene raggiunta a distanze dell'ordine di 30-80 cm, a seconda del tipo di elettrodomestico.

Campo magnetico generato da comuni elettrodomestici (NRPB 3, 1, 92) (3) Campo magnetico (T) Campo magnetico (T) alla distanza di: alla distanza di: Elettrodomestici 3 cm 30 cm 3 cm 30 cm apriscatole 1000-2000 () 3,5-30 forno a microonde 75-200 4-8 asciugabiancheria 0,3-8 0,08-0,3 forno elettrico 1-50 0,15-0,5 lavatrici 0,8-50 0,15-3 termosifoni portatili 10-180 0,15-5 lavastoviglie 3,5-20 0,6-3 frigoriferi 0,5-1,7 0,01-0,25 trapani 400-800 2-3,5 rasoi elettrici 15-1500 () 0,08-7 lampade fluorescenza 40-400 0,5-2 televisori 25-50 0,04-2 robot da cucina 60-700 0,6-10 tostapane 7-18 0,06-0,7 asciugacapelli 6-2000 () <0,01-1 aspirapolvere 200-800 2-20 ferro da stiro 8-30 0,12-0,3 coperta elettrica 2-3 0,1-0,2 () Elettrodomestici funzionanti a contatto con l'organismo Elettrodomestici L'inquinamento elettromagnetico - 11

Rilievi ancora pi preoccupanti riguardano l'esame della letteratura scientifica inerente l'interazione fra campi elettromagnetici ad alta frequenza ed organismi biologici. Riportiamo al riguardo il parere della gi citata Commissione tecnico-scientifica nominata dal Comune di Bologna (15).

Per quanto riguarda l'azione dei CEM a frequenza elevata (radiofrequenze e microonde) sono ben conosciuti gli effetti termici, dovuti alla dissipazione in forma di calore dell'energia assorbita dai tessuti, cui si dimostrano particolarmente sensibili le gonadi maschili (con riduzione della fertilit) e il cristallino, che pu opacizzarsi. L'esposizione a radiazioni con densit di potenza superiore a 10 milliW/cm2 pu provocare inoltre alterazioni della permeabilit della membrana, delle funzioni ghiandolari, dei sistemi emopoietico, immunitario, nervoso. Effetti non termici (cefalea, astenia, irritabilit, elettrofosfeni) sono stati rilevati da alcuni Autori in seguito all'esposizione a microonde. In laboratorio effetti atermici sulle cellule germinali di Drosophila melanogaster sono stati documentati con microonde aventi una densit di potenza di 10 microWatt/cm2, e sui cromosomi giganti di Acricotopus lucidus con microonde a densit di potenza inferiore a 5 milliW/cm2.

Soltanto nel gennaio 1997 apparsa sull' American Journal of Epidemiology la prima vasta indagine epidemiologica sull'incidenza del cancro eseguita in occidente nei pressi di una trasmittente radiotelevisiva, quella di Sutton Coldfield, in Gran Bretagna. Vi si dimostra un incremento di leucemie negli adulti (particolarmente di quelle linfatiche) con un significativo declino del rischio con l'aumento della distanza dal trasmettitore (particolarmente per la leucemia linfatica cronica). Il massimo della densit di potenza equivalente, misurata nei punti di rilevamento a 2,5 m. dal suolo, era di 1,3 microWatt/cm2 per le frequenze televisive e 5,7 microWatt/cm2 per le frequenze radio in FM. Una successiva indagine, eseguita su 20 altri trasmettitori della Gran Bretagna e pubblicata nel medesimo fascicolo della rivista, non ha dato gli stessi significativi risultati e fornisce loro, al massimo, un debole supporto.

I danni biologici provocati dai campi elettromagnetici ad alta frequenza riguardano alcuni organi, effetti "non termici" (cefalea, astenia, irritabilit) ed incidenza su alcuni tipi di tumore: i rilievi non sono per condivisi da tutti i ricercatori. I dati teorici, sperimentali, epidemiologici disponibili consentono comunque di cominciare a porsi il problema dell'adozione di provvedimenti normativi e tecnico-correttivi a tutela della salute pubblica. I dati epidemiologici indicano la provvisoria soglia del rischio potenziale per gli effetti "atermici" a lungo termine, come quelli implicati nella cancerogenesi, intorno a 0,2 microTesla (per il campo magnetico a 50-60 Hz) e a qualche microWatt/cm2 (per le radiazioni elettromagnetiche di alta frequenza).
Altri studiosi sono pi cauti. "Gli studi pubblicati su queste emissioni sono ancora troppo pochi, disomogenei nel metodo e nei modelli presi in considerazione, e quindi scarsamente confrontabili fra loro" sottolinea a questo proposito Pietro Comba, epidemiologo dell'Istituto Superiore di Sanit, impegnato da anni nell'indagine scientifica sui danni dei campi elettromagnetici (4). Questa situazione si ripete sia per gli studi epidemiologici, che cercano di mettere in relazione su base statistica l'insorgenza dei tumori all'esposizione alle radiazioni, sia per gli studi che tentano di individuare un meccanismo biologico plausibile per rendere conto di questa azione. Nessuna conseguenza sulla biologia molecolare delle cellule tale da spiegare l'eventuale cancerogenicit delle radiazioni non ionizzanti, che non hanno un'energia sufficiente a rompere i legami chimici del DNA e provocare mutazioni (14).

Pi recentemente, hanno fatto rumore ricerche che dimostrano un'azione diretta di surriscaldamento locale al cervello nonch l'incremento di insonnia e cefalee come conseguenza dell'uso continuativo del telefonino. Alcuni studi effettuati su animali sembrano inoltre indicare che i campi elettromagnetici alle radiofrequenze potrebbero avere un ruolo nel favorire la progressione di un processo tumorale gi in atto, provocato da un altro agente cancerogeno (8). Come questo possa avvenire resta per un mistero e, sottolineano gli autori degli studi, si tratta di risultati preliminari, che attendono conferme e sono difficilmente estrapolabili dagli animali di laboratorio all'uomo. Nonostante ci, questi dati hanno preoccupato l'opinione pubblica, particolarmente attenta alla questione degli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici.

L'inquinamento elettromagnetico - 12

In assenza di rilievi definitivi, cautela e prudenza sono comunque la migliore raccomandazione. Ci che appare pi evidente l'esigenza di tutelare non tanto di chi usa il telefonino, che opportunamente informato dei rischi per la salute libero di utilizzarlo, quanto piuttosto di chi, abitando in prossimit di un'antenna radio base, subisce passivamente onde elettromagnetiche utilizzate da altri. Il problema riguarda molte persone se si considera come, in particolare nelle grandi citt, siano state installate numerosissime antenne, dapprima su edifici di conniventi privati inconsapevoli dei possibili rischi per la loro salute e poi, data la difficolt di ottenere l'autorizzazione dai condomini, su scuole, ospedali, edifici di enti in genere.

Problematiche ambientali ed urbanistiche


Il rapido e disordinato sviluppo del settore delle telecomunicazioni in questi anni ha determinato non pochi problemi di ordine urbanistico e architettonico. Proliferano, anche nei centri abitati o in zone di valore, antenne sostenute da strutture complesse (tralicci) rozze ed esteticamente inaccettabili (5, 6). Per la telefonia cellulare, alcuni Paesi, come la Svizzera, hanno adottato un progetto di rete con piccoli impianti che prevede in futuro ulteriori riduzioni di potenza per cella. A titolo di esempio, nella metropoli di San Francisco, oltre al rispetto delle norme sanitarie federali, per leffetto combinato della norma di Stato (California) e di quella municipale, sussistono le seguenti condizioni aggiuntive: divieto di porre impianti nelle aree di scuole, ospedali e case di cura; applicazione di una trasparente procedura di consenso all'installazione dellimpianto da parte della popolazione residente nella zona, attraverso una informativa ed un dibattito presso il corrispettivo del Consiglio di Circoscrizione o presso il Municipio; limiti di altezza per le antenne, proporzionalmente agli edifici ospiti, in armonia con la tipologia edilizia della zona; obblighi di mascheramento attraverso opere edili o coperture in plastica omogenee rispetto allestetica delledificio ospite o viciniore; per gli impianti su sostegni da terra, uso eventuale di essenze arboree (rampicanti altofusto, secondo necessit, con obbligo di mantenimento, pena la rimozione dellimpianto); tutela della prospettiva e della visuale di chi osserva stando nei locali di permanenza delle abitazioni residenziali, ma anche dal piano di strada nei luoghi pubblici pi frequentati; controlli periodici sulle stazioni-radio base, attraverso il corrispettivo dei nostri Pmip, in base a semplici meccanismi di casualit che ne garantiscono la assoluta imprevedibilit. Rispetto allesempio estero sopra citato, c la tendenza, nel nostro Paese, a considerare gli aspetti estetici e visuali come secondari, se non addirittura irrilevanti. E accaduto cos che tralicci di sostegno per antenne di telefonia cellulare siano stati posti a pochi metri da abitazioni in modo tale da rovinare irrimediabilmente la visuale, con danni evidenti anche dal punto di vista del valore dellimmobile. Occorre che gli Enti pubblici prendano atto che ignorare questi aspetti architettonici e visuali risulta ormai inaccettabile per i cittadini, orientati ad una migliore qualit complessiva della vita, specie quelli residenti nelle aree postindustriali come quella metropolitana lombarda (6).

I Campi Elettromagnetici artificiali (soprattutto ad alta frequenza) costituiscono un fattore di rischio anche per lequilibrio ecologico ed ambientale. A rischio tutta la fauna, ma non soltanto; vi sono prove di effetti negativi sulla flora. Rilevante poi l'impatto urbanistico ed estetico-visivo, che ha portato in alcuni Paesi Esteri ad una regolamentazione specifica sul posizionamento degli impianti.
L'inquinamento elettromagnetico - 13

Inquinamento elettromagnetico: Che fare?

Nell'immediato: Si pone l'esigenza giuridico-amministrativa di impedire che nuove linee elettriche, stazioni e cabine di trasformazione dell'energia elettrica, antenne radianti (anche per radioamatori) vengano installate senza preventiva domanda all'autorit comunale e il relativo consenso di quest'ultima (o di quelli che i provvedimenti urgenti a livello statale e/o regionale riterranno di stabilire). Occorre una verifica della situazione in atto (censimento). Spetta ovviamente al Parlamento valutare l'opportunit di riconsiderare tutte le norme e le procedure per la determinazione dei limiti ammissibili di esposizione, per la concessione delle frequenze, l'autorizzazione di canali televisivi, di nuove trasmittenti radio-televisive e la gestione delle reti di telefonia mobile. Occorre sensibilizzare correttamente l'opinione pubblica sui rischi verso l'esposizione cronica ai campi elettromagnetici: tale sensibilizzazione deve riguardare tanto i comportamenti individuali, quanto la situazione di esposizione collettiva. A medio-lungo termine: La bonifica delle situazioni territoriali pi compromesse richieder una graduazione pianificata degli interventi ai vari livelli, 2000 1999 in relazione all'entit dei valori espositivi, alla consistenza e alla destinazione d'uso degli insediamenti interessati. E' ovvio che vi sono problemi concreti di fattibilit da cui la politica non pu prescindere, ma proprio per questo indispensabile la lucidit di scelte tempestive per la predisposizione dei piani regolatori urbanistici, l'ubicazione delle nuove installazioni radianti e di nuovi insediamenti abitativi, allo scopo di non aggravare ulteriormente il carico inquinante complessivo e i costi sanitari ed economici legati a successive necessit di bonifica.
gennaio

25

25

gennaio

A livello cittadino, i Consigli di Circoscrizione sono l'interlocutore pi vicino alla popolazione per la segnalazione di irregolarit o preoccupazioni riguardo gli impianti urbani (elettrodotti, ripetitori radio e televisivi, antenne per la telefonia mobile).

Ai Consigli, i cittadini, individualmente o collettivamente, possono inoltrare richieste e petizioni, presentandole verbalmente o per iscritto.

L'inquinamento elettromagnetico - 14

Approfondimenti: come funziona il sistema di telefonia cellulare


La maggior parte delle preoccupazioni inerenti i problemi di inquinamento elettromagnetico riguardano la telefonia cellulare. Il successivo approfondimento presenta le principali caratteristiche tecniche di questo servizio (6).

l sistema di telefonia cellulare, una versione ridotta delle pi estese reti di stazioni radio, prende il nome dalle cosiddette "cellule" esagonali, ovvero dalle unit in cui suddiviso il territorio, all'interno delle quali il radiotelefono risulta collegato a una particolare stazione radiotrasmettitrice. Ognuna di queste stazioni controlla un'area di raggio pari a circa 1,5-2,5 km e impiega una specifica gamma di radiofrequenze. La stessa gamma pu essere usata da pi trasmettitori in una grande citt, a condizione che le cellule che le impiegano non siano confinanti. Quando un telefono cellulare attraversa la rete di cellule, le telefonate effettuate dall'utente vengono automaticamente trasferite da una cellula all'altra (handoff) grazie a un sistema di controllo computerizzato. Esistono diversi sistemi di telefonia mobile; tra quelli con radiotrasmissione di tipo analogico, che sfruttano la banda UHF a modulazione di frequenza, si cita il TACS (Total Access Communication System), adottato in Italia. Oggi tuttavia sempre pi diffuso il sistema GSM (Sistema Globale per le Comu-

nicazione Mobili), fondato su un sistema di radiocollegamento digitale, meno soggetto a interferenze e in grado di gestire un pi intenso traffico, a parit di condizioni della rete cellulare. Originariamente studiato come sistema europeo, si poi esteso a diversi altri paesi del mondo. Il telefonino, come tale, ha una ridotta emissione elettromagnetica (inferiore a 0.5 mW/cm2), ma pu diventare pericoloso se utilizzato in modo assai prolungato. Le antenne radio-base servono per ricevere e trasmettere il segnale che giunge (o parte) dai telefoni cellulari ed il territorio deve essere coperto (suddiviso in "celle") affinch essi possano funzionare. La potenza dellantenna , attualmente, bassa (20-25 W) e lemissione direzionale: questo fa s che i campi siano i solito di valore basso, ma per averne la certezza bene richiedere leffettuazione di misure dirette.

Tipologia delle reti esistenti in Italia (6) Esistono al 1 gennaio 1999 tre tipi di reti di telefonia cellulare, nel nostro paese: E-Tacs, la pi vecchia; Gsm, pi recente e digitale; Dcs1800, digitale, nuova e in via di espansione. La Rete E-Tacs e la rete Gsm operano ad una frequenza di 900 MHz (megaHertz), la rete Dcs1800, o Gsm1800, opera a 1.800 MHz. I megaHertz indicano la frequenza di trasmissione (la potenza indicata in Watt, mentre il valore del campo elettromagnetico generato, misurato in un determinato punto, indicato in Volt/metro). Il sistema a celle adiacenti I sistemi radiotelefonici cellulari (E-Tacs, Gsm, Dect, Dcs e simili) sono detti cellulari perch composti da celle di ricezione e trasmissione adiacenti tra loro. Ogni cella una zona servita da una stazione radio base. Il passaggio di una unit mobile da una cella allaltra gestito dal sistema centrale computerizzato, in maniera tale che non si possa avvertire durante una conversazione in movimento. Limite fisico delle frequenze La chiave per comprendere il sistema sta nel limite fisico delle frequenze di trasmissione e ricezione. Il sistema Gsm, per esempio, utilizza al massimo 40 frequenze ( stata richiesta in Italia lestensione a 50) per ciascuna cella. Ogni frequenza, attraverso la digitalizzazione del segnale, consente fino ad 8 conversazioni contemporaneamente. Tutto questo significa che ogni cella ha un limite attuale di un massimo di 320 conversazioni simultanee. Frazionamento delle celle. Per un traffico telefonico pi elevato, o quando il traffico cresce e occorre un numero maggiore di conversazioni, il sistema prevede un frazionamento della cella satura in un numero adeguato di celle pi piccole. Solo in tale modo il numero di conversazioni contemporaneamente possibili in una determinata area territoriale pu salire, virtualmente sino allinfinito. E quindi evidente come sia tecnicamente possibile, e anzi esattamente nella filosofia progettuale del sistema, realizzare celle molto piccole a basso impatto ambientale.

L'inquinamento elettromagnetico - 15

Gestori e tipologia delle stazioni radio base (6) Alla data del 1 gennaio 1999, vi sono in Italia tre gestori di telefonia cellulare. Un quarto in arrivo. Ciascuno di essi ha le proprie stazioni radio base , cio impianti composti da trasmettitori e antenne. Sono migliaia, perch il sistema cellulare prevede una suddivisione del territorio in aree di un massimo di 30 km. di raggio. Tim, Telecom Italia Mobile: Gestisce una rete E-Tacs (ormai vecchia) e una rete Gsm. Si prepara a gestire anche una rete Gsm 1800. Le stazioni radio base di Tim sono, salvo casi particolari, doppie. Sono cio antenne che funzionano per entrambe le reti. Sono di norma riconoscibili perch composte da quattro pannelli verticali (v. figura). Omnitel, Omnitel Pronto Italia: Gestisce una rete Gsm e si prepara a gestire anche una rete Gsm 1800. Le antenne di Omnitel sono attualmente per una sola rete, riconoscibili perch composte da tre pannelli verticali. Wind, Wind Italia: Gestisce una rete Gsm 1800 in sviluppo. Utilizza normalmente antenne composte da due pannelli contrapposti.

Gli impianti possono anche avere caratteristiche differenti per esigenze tecniche o di rete Impianti urbani e impianti rurali La suddivisione-tipo standard tra impianti urbani e impianti rurali, i primi di piccola potenza, i secondi di potenza maggiore. In realt, esiste attualmente nel nostro paese una grande diffusione degli impianti pi grossi. Inoltre, specie per Tim e Omnitel, appare preferita la scelta di impianti posti su strutture di supporto (tralicci) imponenti e di forte impatto visivo. Gli impianti urbani sono indicativamente da 20-50 Watt di potenza. Quelli rurali da 80-150 Watt (ma possono essere anche pi potenti). I calcoli teorici dicono sempre che il campo elettromagnetico generato, alle distanze normalmente lasciate rispetto ad edifici abitati, nei limiti. Tuttavia, rilevazioni compiute da parte del Dipia dellIspesl (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza) in loco su numerosi impianti in esercizio, hanno dato risultati ogni volta diversi e, in alcuni casi, contrastanti con le tolleranze indicate dalle normative vigenti.

L'inquinamento elettromagnetico - 16

Linee guida prudenziali per quanto riguarda le azioni degli organi competenti alla tutela della salute pubblica (3, 15, 11).
Frequenza estremamente bassa (ELF), 50 Hz
1) Nuovi edifici o luoghi residenziali in prossimit di linee o impianti per la distribuzione dell'energia elettrica: si suggerisce di tendere, per quanto possibile, a minimizzare i valori di campo magnetico prendendolo, in modo cautelativo, come riferimento di limite superiore dell'induzione magnetica l'intervallo 0.1 0.3 microTesla, considerato come provvisorio e meramente indicativo in base alle attuali conoscenze. Questo intervallo di valori pu anche essere inteso come 0.2 microTesla +/50% (intervallo che tiene conto delle difficolt nella valutazione del campo). I valori limite di esposizione suggeriti sono comunque ben inferiori a quelli dettati dalla normativa vigente (100 microTesla), la quale basata solamente sulla prevenzione degli effetti acuti e non su quelli a lungo termine (eventualmente cancerogeni). Per essere coerenti con questi suggerimenti occorre adottare alcune norme tecniche di cautela: Modificare i sistemi di costruzione delle abitazioni e di collocazione delle sorgenti domestiche di energia elettrica. Modificare le modalit di costruzione e distribuzione delle linee elettriche ad alta tensione (linee interrate, compatte, in cavo aereo). La distanza delle abitazioni da linee elettriche ad alta tensione deve essere dettata in funzione dei valori di campo suindicati in relazione al tipo di linea, di configurazione dei cavi ecc., che deve essere valutata di volta in volta dagli esperti. Si raccomanda inoltre che nella definizione dei piani regolatori vengano identificati corridoi adeguati per il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica. Si raccomanda, infine, che i progetti siano di volta in volta accompagnati da una valutazione di impatto ambientale e sanitario. E' bene che le nuove cabine di trasformazione MT/MB (media tensione/bassa tensione) siano costruite all'esterno degli edifici. La distanza, anche secondo il parere espresso recentemente dal Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente, si dovr calcolare facendo riferimento al D.M.L.L.P.P. 16.1.1991. Ad es. nel caso di cabine MT/MB da 15 kV, qualunque parte in tensione dell'impianto dovr trovarsi a 3,15 m. dai fabbricati. Qualora la collocazione esterna non sia possibile necessario che le cabine MT/BT siano costruite in modo tale che il campo elettrico e magnetico generato rimanga entro i limiti sopra indicati, con valutazioni e misurazioni dei campi. Nel caso siano collocate in aree esterne destinate a permanenza prolungata di bambini (parchi, giardini, aree scolastiche, etc.) andrebbero in qualche modo recintate.

2) Edifici o linee elettriche gi esistenti (se diversi da scuole o altri locali pubblici o privati in cui i bambini stazionano per lunghe ore nella giornata, per i quali valgono i limiti suggeriti per i nuovi edifici): si ribadisce quanto indicato nelle premesse iniziali, circa la bonifica delle situazioni territoriali pi compromesse.

Alte frequenze
Mantenere adeguata distanza dai ripetitori televisivi che in Italia sono numerosi e ad alta potenza. Limitare le stazioni radio base pi potenti alle aree rurali/industriali e di fatto impedirle nelle aree residenziali o miste. Favorire il frazionamento delle celle, anche gi esistenti, nelle aree urbanizzate, consentendo - con adempimenti e oneri urbanistici ridotti - la realizzazione di stazioni molto piccole, in termini di potenza demissione e come dimensioni fisiche ("microcelle"). Definire aree di rispetto, una sorta di parchi no-elettrosmog (realistici gli 0,1-0,2 V/m). Queste aree sono quelle abitualmente frequentate dai soggetti a maggior rischio, vale a dire bambini in et pediatrica (0-14 anni) e malati, quindi aree di asili e scuole, pubbliche e private, sino alla media inferiore inclusa, nonch ospedali e case di cura. Vietare l'installazione di impianti di telecomunicazione per una fascia di almeno 50 metri dalle abitazioni. Questo divieto derogabile solo per le "microcelle". Obbligo di Autorizzazione edilizia esplicita, subordinata a nulla-osta dellautorit sanitaria per gli impianti con potenza superiore ai 5 Watt, misurati allantenna. Divieto di porre impianti da terra in corti di edifici residenziali, nonch di porre apparati radianti allinterno, in locali e sottotetti. Per gli impianti superiori ai 5 Watt in antenna, obbligo di mascheramenti rispetto alla tipologia ambientale e/o architettonica della zona.

L'inquinamento elettromagnetico - 17

Norme di cautela personale (3, 15, 11).


Frequenza estremamente bassa (ELF), 50 Hz
Prima di acquistare una abitazione verificare se in prossimit vi sono linee ad alta tensione, cabine di trasformazione e misurare i campi elettromagnetici all'interno Non dormire sotto una termocoperta elettrica in funzione, ci vale maggiormente per donne gravide o bambini. Il letto pu essere preriscaldato. Seguire le immagini televisive ad almeno un metro di distanza dallo schermo del televisore, prestando maggiore attenzione alle parti laterali e posteriore del televisore Utilizzare il phon poco frequentemente, per brevi periodi, tenendolo il pi possibile lontano dal capo Limitare l'uso del rasoio elettrico Evitare che i bambini stazionino in vicinanza di ferri da stiro, forni elettrici e in prossimit di lavastoviglie, tostapane, frullatori, tritatutto, macinacaff, apriscatole, radioregistratori Mantenere la massima distanza possibile tra utilizzatore e apparecchio per aereosol durante il funzionamento Inoltre: Installare un disgiuntore di rete (bioswitch), che sostituisce la tensione alternata (220 V) con una bassa tensione continua (9 V) tutte le volte che a valle c' assenza di carico; questo per ridurre il campo elettrico. Il disgiuntore viene disattivato nel momento in cui anche uno solo degli apparecchi collegati in rete viene acceso; Staccare dalle prese elettriche gli strumenti non in uso; Non far passare cavi elettrici dietro la testata del letto e tenere ben distanti le prese elettriche ai lati del letto; Non posizionare il letto a ridosso di una parete che confini con un quadro elettrico o con apparecchi elettrici fissi, nella stanza attigua, che producano intensi campi (es. lavatrice, lavastoviglie, scaldabagno, etc). Posizionare radiosveglie, orologi e lampade da comodino alimentati dalla rete domestica, ad almeno 50 cm di distanza dal guanciale durante le ore di riposo.

Alte Frequenze
Non sostare in prossimit di forni a microonde, specialmente se bambini o donne in et fertile: la distanza deve essere almeno 1 m; Mantenere il videoterminale o il computer a un braccio di distanza; Poich una frazione stimabile tra il 30% e il 50% dell'energia irraggiata dal telefono cellulare viene assorbita dalla testa dell'utente, si raccomanda, nell'uso del telefonino, di estrarre sempre l'antenna e di alternare l'orecchio nella ricezione di successive telefonate (l'effetto ancora pi evidente nel caso dei GSM che regolano la loro potenza in funzione della qualit della trasmissione: nel caso di antenna interna, il livello viene innalzato per compensare l'energia dispersa nel cranio, con conseguente ulteriore aumento dell'assorbimento. Tuttavia la potenza emessa dall'antenna diminuisce rapidamente allontanandosi di una decina di centimetri); Acquistare telefonini con un limite di potenza di 0,02 watt; Accendere il telefonino solo quando veramente serve; trasportarlo in una borsa, evitando soprattutto di riporlo nella giacca; limitare al minimo la durata della conversazione Inoltre: I telefoni cellulari non vanno usati in auto perch, in aggiunta ai divieti gi stabiliti per la guida, in generale, l'intensit di emissione aumenta e peggiora la qualit della comunicazione Se si intende utilizzare il telefonino prevalentemente in auto, acquistare un modello veicolare, funzionante solo con antenna esterna. (in assenza di antenna esterna, i forti campi elettromagnetici emessi dall'antenna incorporata vengono amplificati dalla struttura metallica dell'automobile e possono interferire, oltre che con l'organismo, con l'elettronica di bordo; Al fine di evitare interferenze e fibrillazioni, i portatori di pacemaker devono collocare il cellulare GSM (frequenze di circa 900 MHz) lontano dallo stimolatore. I telefoni cellulari possono interferire con i distributori automatici di denaro, il funzionamento di ascensori, porte automatiche, casse e pese elettroniche, airbag-abs in auto, gli strumenti di controllo degli aerei; Non usare i cellulari in locali di diagnostica medica e terapia intensiva. Attenzione anche alle possibili interferenze con i dispositivi acustici.

L'inquinamento elettromagnetico - 18

Antenne: Che fare? (6)


Se la stazione radio base per telefonia cellulare ancora non stata installata, ma avete notizia che sta per esserlo, lesperienza dimostra che esiste una possibilit concreta di fermare tutto con unazione rapida. Questo potr consentirvi di valutare se limpianto risponde a tutte le caratteristiche di sicurezza e prevenzione dai possibili rischi, in base alle norme vigenti e secondo i criteri cautelativi indicati da Enti e Organizzazioni internazionali e nazionali. 1. Se lantenna prevista sul tetto o lastrico del vostro palazzo occorre rilevare che nei condominii tutti i condmini devono essere chiamati ad approvare la decisione in unassemblea che abbia largomento chiaramente iscritto allordine del giorno. Per approvare un impianto nel proprio condominio necessaria l'unanimit, come stato ribadito da recenti sentenze di alcuni Tribunali. 2. Se lantenna prevista sopra un edificio adiacente o in unarea vicina liniziativa pi efficace la convocazione di unassemblea di cittadini che coinvolga le persone pi direttamente interessate. Se unantenna gi stata installata, ed avete motivo di ritenere che non avrebbe dovuto esserlo, occorre documentarsi e coinvolgere i cittadini residenti nella zona e le istituzioni locali. Sar utile raccogliere una documentazione il pi possibile ampia, che risponda alle domande che seguono: 1. Di quale gestore limpianto? 2. Che caratteristiche ha (potenza in Watt misurata in antenna, diagramma di polarizzazione, struttura di sostegno)? 3. E stato costruito con quale autorizzazione edilizia, dichiarazione dinizio lavori o Concessione, e con quale parere espresso dalla Asl? (si tratta di documenti che possono essere richiesti in visione o in copia da qualsiasi cittadino, ai sensi delle Leggi 241/90 e 142/90) 4. Vi sono nelle vicinanze (50-100 metri) scuole inferiori oppure ospedali? 5. Vi sono nelle vicinanze (150-200 metri) altre antenne trasmittenti? 6. Quale grado di sensibilit esiste nel quartiere (e nella citt) su questo problema? Una volta messa insieme la documentazione preliminare sulla tipologia dellimpianto e sulle autorizzazioni relative, possibile procedere ad una serie di iniziative. 1. Raccolta di firme e organizzazione di un Comitato 2. Ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale o alla magistratura. Se ritenete vi siano le condizioni per contestare le autorizzazioni rilasciate, possibile (in un termine di 60+30 giorni) presentare ricorso al Tar. Se pensate di volervi invece rivolgere al Pretore, per ipotesi di violazioni di norme civili o penali, bene sapere che i tempi saranno molto lunghi. E che la eventuale richiesta di un provvedimento durgenza potrebbe comportare un versamento cauzionale. Richiesta di controlli allAutorit sanitaria. La documentazione ufficiale sullantenna deve essere corredata da un parere espresso dalla Asl competente per territorio. Una pratica spesso usata dalle Asl quella di limitarsi a sottoscrivere la valutazione tecnica preventiva espressa dallUnit operativa di Fisica del Pmip (Presidio Multizonale di Igiene e Profilassi). Questa valutazione in sostanza un calcolo teorico dei livelli di campo elettromagnetico prodotti dallimpianto rispetto ai limiti di legge. In realt, la Asl tenuta a compiere una valutazione pi complessiva che tenga conto di numerosi elementi, inclusa la percezione del rischio da parte della popolazione (in sostanza, se c paura per limpianto) e i riflessi indiretti sulla qualit della vita dei cittadini. Se non c, questa valutazione va richiesta. Listanza pu essere rivolta al Sindaco: sar lui a girare la richiesta alla Asl. Inoltre, i calcoli teorici sono spesso molto imprecisi. Si pu quindi richiedere una rilevazione sullimpianto in funzione, che deve essere eseguita con apparecchiature e metodiche precise. Richiesta di controlli supplementari pi accurati. Se le rilevazioni sullimpianto in funzione eseguite dal Pmip della Asl non convincono, possibile richiedere nuove rilevazioni, questa volta da parte dellISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza), ente piuttosto scrupoloso che alle dipendenze dirette del Ministero della Sanit. L'intervento dell'ISPESL deve avvenire su richiesta dell'ASL, che ovviamente deve essere sollecitata in merito. Richiesta di spostare lantenna. A prescindere dalle valutazioni di carattere sanitario, una iniziativa pu essere intrapresa per convincere lAmministrazione comunale a richiedere lo spostamento dellantenna per ragioni urbanistiche o comunque di interesse generale . I Comuni hanno la possibilit di intraprendere unazione di questo genere, sulla base del potere assegnato loro dalle Leggi dello Stato. Recentemente, alcuni Sindaci, sulla base di questa potest hanno ordinato lo spostamento di antenne, indicando anche la nuova localizzazione. Altre Amministrazioni Comunali si stanno attivando per predisporre piani ad hoc, che prevedano la localizzazione di impianti elettroinquinanti. E utile coinvolgere consiglieri comunali e regionali di diverse forze politiche, oltre alla stampa.

3.

4.

5.

6.

L'inquinamento elettromagnetico - 19

Delibera approvata da alcuni Consigli di Circoscrizione del Comune di Como


Nella primavera 1999, alcuni Consigli di Circoscrizione della citt di Como, sensibilizzati anche dalle richieste di gruppi di cittadini, hanno inoltrato all'Amministrazione Comunale una delibera piuttosto impegnativa. La delibera impegna il Sindaco ad un intervento attivo, vietando nuove installazioni elettro-inquinanti in attesa di un piano urbanistico che regolamenti la loro localizzazione. Viene inoltre richiesto un censimento della situazione sull'area urbana e, in accordo con le agenzie sanitarie, l'organizzazione di un programma di misura e rilevamento dei CEM.

Il Consiglio di Circoscrizione n. Dopo aver esaminato la documentazione presentata da alcuni comitati spontanei di cittadini in merito al problema del posizionamento di antenne per telefonia mobile e dopo aver acquisito la normativa vigente (DM 381), nonch altra documentazione scientifica inerente i rischi per la salute da parte dei campi elettromagnetici a bassa ed alta frequenza Acquisita la preoccupazione espressa da gruppi di residenti della nostra circoscrizione in merito agli impianti esistenti e alla reiterata proposta del posizionamento di nuove installazioni Esaminate le proposte emerse da un incontro (17/2/1999) tenutosi presso la Circoscrizione 3, ove gli stessi comitati hanno illustrato alcune ipotesi di iniziativa Attivata una forma di coordinamento fra tutti i Consigli di Circoscrizione della citt, formalizzata in una riunione (5/3/1999) presso la sede della Circoscrizione 6

DELIBERA DI RICHIEDERE Che l'Autorit sanitaria locale (nella figura del Sindaco) si attivi per una regolamentazione di tutti gli impianti generanti campi elettromagnetici a bassa ed alta frequenza, sotto il profilo di regole edilizie ed urbanistiche, in considerazione della disciplina globale della materia, tenendo conto delle raccomandazioni cautelative riguardo ai rischi acuti e cronici dei CEM (campi elettromagnetici) verso la salute ed in analogia a quanto gi disposto dalle Amministrazioni Comunali di Roma, Milano ed altre. In particolare si richiede: 1. Una moratoria in attesa di precise regole 2. Il censimento delle installazioni gi esistenti, la mappatura del territorio ed una conseguente valutazione di impatto ambientale 3. L'organizzazione di un programma di rilevazioni fisse dei CEM (campi elettromagnetici) nei punti pi critici del territorio comunale e la costituzione di una base di dati dei risultati di detti rilevamenti, a disposizione dei cittadini 4. L'individuazione di aree idonee alla localizzazione di impianti elettro-inquinanti e la predisposizione di un regolamento comunale per l'installazione di antenne per la telefonia mobile

Respinta la Legge regionale 157


Il 1 giugno 1999 la Regione Lombardia aveva approvato (dopo un dibattito piuttosto vivace) la legge regionale 157, che definiva alcune misure di protezione e di controllo verso l'inquinamento elettromagnetico. La legge regionale non ha per ottenuto il parere favorevole del Governo, per alcuni vizi formali e sostanziali e dovr dunque essere riscritta e comunque ripresentata. La legge, respinta poich introduceva limiti apparentemente pi severi ed era genericamente indirizzata alla "tutela dei lavoratori", presentava numerose contraddizioni esentando da ulteriori adempimenti gli impianti di radiocomunicazione sotto i 20 Watt di potenza irradiata. Lasciava inoltre la possibilit che tali antenne potessero essere installate anche nelle vicinanze di asili, scuole e strutture sanitarie, giacch il limite previsto (150 m) per gli impianti di potenza superiore poteva essere ridotto con autorizzazione regionale. Il dato pi contraddittorio risiedeva nell' obbligo di pianificazione urbanistica da parte dei Comuni esclusivamente per gli impianti oltre i 1000 Watt di potenza irradiata. Il rigetto della legge lascia la Regione Lombardia senza una regolamentazione di riferimento: in questa situazione importante che le amministrazioni locali vigilino per evitare che continui indiscriminatamente la proliferazione selvaggia di impianti.

L'inquinamento elettromagnetico - 20

I punti principali della legge quadro sull'inquinamento elettromagnetico


E' in dirittura di arrivo una legge (P.L. - N. 4816) che considera la tutela sanitaria, ambientale e paesaggistica con riferimento a tutto il problema elettrosmog, ovvero alle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e alla presenza nel territorio delle sorgenti che generino tali esposizioni. Questa legge dovr disciplinare termini e modalit di attuazione dei piani di risanamento. Il mancato risanamento dell'elettrodotto, delle stazioni e dei sistemi radioelettrici degli impianti fissi per telefonia mobile e per radiodiffusione comporter, per un periodo di sei mesi, la disattivazione degli impianti stessi. Riportiamo i punti salienti di questo progetto di legge.

Tutela della salute: per quanto riguarda gli impianti fissi (elettrodotti, impianti per telefonia mobile ed emittenza radiotelevisiva, radar) si realizza attraverso limiti di esposizione (per gli effetti acuti), valori di attenzione e obiettivi di qualit (misure di cautela per possibili effetti a lungo termine). Per elettrodomestici, telefoni cellulari ed apparecchiature di uso domestico, individuale o lavorativo, i fabbricanti devono fornire informazioni agli utenti, mediante etichette e schede informative, sulla distanza di utilizzo consigliata e sulle principali prescrizioni di sicurezza. Sono previsti accordi di programma con le imprese per sviluppare tecnologie che consentano di ridurre le emissioni. Tutela dell'ambiente e del paesaggio: sono previste misure specifiche per la progettazione e la costruzione degli elettrodotti, con particolare attenzione alle aree soggette a vincoli statali e regionali per il loro valore paesaggistico, storico ed artistico. Competenze dello Stato: determina limiti di esposizione, valori di attenzione ed obiettivi di qualit; criteri per i piani di risanamento; accordi di programma con gli esercenti; tracciati per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 kV; parametri per le fasce di rispetto. Competenze delle Regioni, delle Province e dei Comuni: localizzazione dell'emittenza radiotelevisiva, criteri per l'installazione degli impianti per la telefonia mobile, tracciati degli elettrodotti con tensione non superiore a 150 kV, rilascio delle autorizzazioni, controlli (attraverso le ARPA).

Piani di risanamento: entro 3 anni per gli impianti fissi per la telefonia mobile e per l'emittenza radiotelevisiva; entro 12 anni per gli elettrodotti, partendo dalle situazioni sottoposte a pi elevati livelli di inquinamento e dalla tutela della popolazione infantile. Gli oneri sono a carico degli esercenti. L'Autorit per l'energia elettrica ed il gas determina l'eventuale recupero di una parte dei costi attraverso le tariffe. Il mancato risanamento pu comportare la disattivazione degli impianti, garantendo comunque i diritti degli utenti all'erogazione dei servizi di pubblica utilit. Educazione ambientale: il Ministro dell'ambiente promuove campagne di informazione ed educazione ambientale, in collaborazione con gli Enti Locali. Partecipazione dei cittadini: i procedimenti per la scelta dei tracciati degli elettrodotti sono sottoposti alla Legge 241 sulla partecipazione al procedimento amministrativo. Sanzioni: da 2 a 200 milioni per chi supera i limiti; da 2 a 60 milioni per chi non rispetta le norme di tutela del paesaggio; sospensione o revoca per inosservanza delle prescrizioni previste dall'autorizzazione. Autorizzazioni: il Governo dovr emanare una nuova disciplina per la costruzione e l'esercizio di elettrodotti con tensione superiore a 150 kV, semplificando le procedure. Istituzione di una Commissione tecnicoscientifica, composta da esperti, che in base ai risultati delle inchieste epidemiologiche ed alla evoluzione delle conoscenze scientifiche propone misure per ridurre l'inquinamento. Istituzione di un catasto delle sorgenti fisse di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.

L'inquinamento elettromagnetico - 21

Riferimenti ed approfondimenti
Per la stesura di questo documento sono state consultate le seguenti fonti: 1. Andreuccetti D., Campi magnetici a bassissima frequenza: Studi relativi alla valutazione della pericolosit, IROE-CNR, http://www.iroe.fi.cnr.it/pcemni/area.htm 2. Andreuccetti D., Livelli di campo magnetico a 50 Hz nell'ambiente e nelle abitazioni, in relazione alle norme di sicurezza ed alla "soglia di attenzione" epidemiologica, Relazione all'incontro tenutosi presso il Comune di Scandicci il 18 novembre 1997, IROE-CNR, http://www.iroe.fi.cnr.it/pcemni/scandicc.htm 3. Castaldini C., Campi elettromagnetici: rischi per la salute? Prevenzione degli effetti biologici derivanti dai campi elettromagnetici a 50 Hz. Stato dell'arte e normativa vigente, Legambiente Emilia Romagna, http://www.legambiente.it/emilia-romagna/notizie_campi_em.htm 4. Comba P., Grandolfo M., Lagorio S., Polichetti A., Vecchia P., Rischio cancerogeno associato a campi magnetici a 50/60Hz. Rapporti ISTISAN. 5. Comitati Antenne Lombardia, Linee-guida per una Normativa regionale sugli impianti di telecomunicazione in una logica di sviluppo sostenibile (con particolare riferimento alla telefonia cellulare), 31 gennaio 1999, http://members.tripod.com/SanFruttuoso2000/rf_cal.lereg.html 6. Comitato San Fruttuoso 2000, Antenne Sostenibili: indice, 1999, http://members.tripod.com/SanFruttuoso2000/rf_idx.html 7. EC WORKING GROUP, Proposal for basic restrictions for protection against occupational exposure to electromagnetic non ionizing radiations. Recommendations of an international working group set up under the auspices of the commission of the European Communities. Physica Medica, vol. VII, n. 2,1991. 8. Fist S., Cancer scare for cellphone users, New Scientist, 10 May 1997 9. Fronte M., Campi elettromagnetici, Avverbi Edizioni, Roma, 1997 10. Fronte M., Un decreto legislativo regolamenta le emissioni di campi elettromagnetici da antenne e ripetitori: La legge a tutto campo, Tempo Medico, n.593, 15 aprile 1998 11. Giramondo, Informazioni riguardanti l'inquinamento elettromagnetico, http://www.giramondo.com/ambiente/onde/index.html 12. IRPA/INIRC, Interim guidelines on limits of exposure to 50/60 Hz electric and magnetic fields. Health Phys., vol. 58: pp. 113-122, 1990. 13. Lovisolo G.A., Marino C., Raganella L., Tognolatti P. e Mauro F., Elettrodotti e campi elettromagnetici a bassa frequenza: ricerca scientifica e politica normativa, ENEA, http://www.arcetri.astro.it/~comore/campiem.txt 14. Moulder J., Cellular Phone Antennas and Human Health, 1996-1999 Medical College of Wisconsin, http://www.mcw.edu/gcrc/cop/cell-phone-health-FAQ/toc.html 15. Parere e suggerimenti della commissione tecnico-scientifica nominata dal Comune di Bologna - Maggio 1997, Rischi sanitari dovuti all'inquinamento da radiazioni non ionizzanti e possibili misure di prevenzione per la popolazione, http://www.giramondo.com/ambiente/onde/line6.htm 16. Santonocito G., Inquinamento elettromagnetico: un conflitto aperto, Attenzione n. 5, aprile 1997 17. WHO, Environment Health Criteria 35. Extremely Low Frequency (ELF) Fields. World Health Organization, Geneva, 1984. 18. WHO, Environment Health Criteria 69. Magnetic Fields. World Health Organization, Geneva, 1987. 19. PROGETTO DI LEGGE - N. 4816 - http://194.184.199.201/_dati/leg13/lavori/stampati/sk5000/frontesp/ 4816.htm 20. Diaferio F., Rischi sanitari indotti dall'esposizione ai campi elettromagnetici, Ist. Mario Negri Sud, 1998 http://alpha.cmns.mnegri.it/ambiente/campi_magnetici.html Per ulteriori approfondimenti si consigliano le seguenti pagine WEB: Campi elettromagnetici e salute, http://www.arcetri.astro.it/~comore/campiem.html OMS - International EMF Project, http://www.who.org/peh-emf/index.htm Moulder J., Cellular Phone Antennas and Human Health, 1996-1999 Medical College of Wisconsin, http://www.mcw.edu/gcrc/cop/cell-phone-health-FAQ/toc.html Comitato San Fruttuoso 2000, Antenne Sostenibili: indice, 1999, http://members.tripod.com/SanFruttuoso2000/rf_idx.html Giramondo, Informazioni riguardanti l'inquinamento elettromagnetico, http://www.giramondo.com/ambiente/onde/index.html FEB - Ass. Svedese Elettrosensitivi, http://www.feb.se L'inquinamento elettromagnetico - 22

You might also like