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Augusto Ancillotti, La parola non esaurisce il pensiero

Partiamo da una banalit: se disponessimo della trasmissione del pensiero, di una vera telepatia, non avremmo bisogno della lingua, che un complicato strumento di trasposizione del pensiero in entit materiali che possano essere percepite dai nostri sensi (auditive, visive, tattili, ecc.). Torniamo allapologo di Menenio grippa. Paragoniamo una comunit ad un individuo, ad un corpo umano nel !uale, come in tutti i sistemi costituiti da parti connesse tra loro, se !ueste collaborano insieme sopravvivono, se non collaborano periscono. "bbene, in !uesta similitudine la lingua sarebbe il sistema nervoso della comunit che la parla: senza una lingua condivisa i membri non comunicano, non accumulano esperienze e ogni individuo si troverebbe a disporre della sola esperienza #isica personale. $a lingua resta dun!ue insostituibile per la comunicazione e soprattutto per realizzare laccumulo delle conoscenze, cos% come lo sono tutti gli strumenti di deposito delle conoscenze codi#icate in #orma linguistica, materiali scritti, audiovisivi, elettronici e cos% via. & priva di #ondamento lidea che limmagine possa sostituire la lingua: limmagine o##re vantaggi del tutto diversi. $a lingua rappresenta il pensiero razionale e limmagine lemozionalit. Provate a comunicare un dispositivo giudiziale attraverso delle immagini' Ma proprio per !uesta sua preminenza come mezzo di comunicazione del pensiero, la lingua in grado di costituire una gabbia per il pensiero, o almeno di condizionarlo. (e ci si #erma a ri#lettere sul rapporto tra lingua e pensiero, il #atto che la lingua in#luenzi il nostro modo di pensare sembra cos% scontato da apparire ovvio. )ardona osserva proprio che *... ad un semplice con#ronto con le proprie abitudini linguistiche... ci si accorge che chi parla unaltra lingua non si limita a dire +in modo diverso le stesse cose ,...- ma scandisce in modo pi. o meno diverso il mondo che lo circonda, il tempo ecc.../ ()ardona 0123: 045). *gli esseri umani non vivono solo nel mondo oggettivo... ma dipendono in larga misura dalla lingua particolare che divenuta mezzo despressione della loro societ/ e sembra che sia davvero una *grossa illusione/ pensare che *ci si adegui alla realt essenzialmente senza luso della lingua/ ((apir 0126: 52758). Ma pur senza mettere in discussione !uesto potere della lingua, doveroso dire che essa non esaurisce il pensiero. 9uesto sussiste prima e indipendentemente dalla lingua, anche se lo strumento linguistico tanto potente e comodo che siamo indotti a lasciarci rinchiudere volentieri nella sua prigione. :a ricordato che i sordomuti ciechi pensano per#ettamente. )erto, non hanno la possibilit di utilizzare lo scambio linguistico per larricchimento conoscitivo, ma ampiamente dimostrato che godono di tutte le capacit mentali dei normodotati. ;n#atti il sordomuto cieco, un disabile le cui carenze riguardano i sensi, cio i recettori esterni del sistema nervoso centrale. $<ence#alo intatto, e in#atti lo usa per comunicare con i mezzi che la medicina e la tecnologia hanno messo a sua disposizione. =a l% noi possiamo capire che la sua capacit di pensiero intatta, anche se non pu> essere alimentata dagli scambi linguistici. Ma sarebbe sciocco non renderci conto !uanto la lingua #a ed ha #atto per lelaborazione del pensiero, soprattutto del pensero pi. complesso. )on la lingua

Augusto Ancillotti, La parola non esaurisce il pensiero


mettiamo in campo non solo delle etichette lessicali, ma strutture di ogni genere, da !uelle logiche #ondamentali a !uelle temporali, spaziali, relazionali di ogni genere. "d appunto attraverso lo strumento linguistico, per esempio, che tutti noi riusciamo a condividere le esigenze spirituali dellindividuo e a #arle essere esperienza condivisa. )he luomo abbia una tensione innata alla spiritualit dimostrato dalla presenza in tutte le culture di concezioni meta#isiche. Molte saranno probabilmente ai nostri occhi ingenue, ma non per !uesto sono meno meta#isiche. (i pensi allanimismo delle culture australiane? o a !uello delluomo delle caverne di $ascau@ o di ltamira. Tutte le culture, per !uanto *primitive/ appaiano alluomo moderno, conoscono per esempio il concetto di spirito, di anima, utilizzano nozioni come !uelle di simbolo mistico dellidentit del gruppo. )os% #acendo vanno al di l dei sensi #isici, costituiscono #orme di pensiero meta7#isico. nzi, gli antropologi sanno benissimo che le culture cosiddette pre7logiche sono dominate (p.es. secondo $AvB7Cruhl) dalla credenza in una <partecipazione mistica<, che presuppone una connessione di tipo non empirico tra gli eventi e le relazioni e le attivit umane (v. anche =e Martino, 012D). $a meta#isica !ui spiegherebbe addirittura la realt #isica' Pensare e tendere alla spiritualit sono !uindi un tuttuno. & ci> che ci #a uomini. (e da una parte pressochA impossibile elaborare #orme complesse di pensiero senza rimetterci nella rete dello strumento linguistico, dallaltra nostro dovere saper riconoscere i limiti delle parole, soprattutto !uando vengono usate senza che ci si preoccupi di distinguere il loro valore connotazionale da !uello denotazionale. "d proprio a causa del dilagare delle implicazioni connotative della parola che si deve dire che la parola non esaurisce il pensiero, soprattutto !uando !uesto si libera da !uelle implicazioni' ;l valore denotativo (o denotazionale) !uello che costituisce il Esigni#icato concettualeE in senso corrente. Ma oltre a !uel signi#icato asettico, da vocabolario, le parole convogliano anche Evalori aggiuntiE, valori associativi che talora rimangono sullo s#ondo e talora possono balzare in primo piano, #ino a cancellare in pratica nella coscienza dell<utente il valore denotativo e a sostituirlo: sono i valori connotativi (o connotazionali), !uelli che hanno un rapporto pi. stretto con la s#era emotiva dell<utente. Fon sono comun!ue da considerarsi meno EimportantiE di !uelli denotativi, anche se sono meno ElinguisticiE e pi. EpragmaticiE di !uelli, e apparentemente pi. legati a un uso avvenimentale del segno, e spesso alla cultura corrente che si esprime nella lingua in !uestione. (e dico la mia cagna in italiano ... se dico my bitch +cagna in inglese ... " cos% !uando diciamo anima, !uale che sia la de#inizione che troviamo sul vocabolario, entra in gioco la s#era della religiosit, e speci#icamente, per un ;taliano, !uella del cristianesimo cattolico. nche se non lo si vuole. (i potrebbe voler parlare dellanima come di una nozione #iloso#ica, ma non #acile liberarsi della connotazione cristiano7cattolica. 9uando diciamo bisogni delluomo, entra in gioco lin!uadramento sociologico e di economia politica o !uello masloGiano di natura psicologica. " se volessimo parlarne in una visione priva di in!uadramentiH (olo per il signi#icato denotativo della parola bisognoH 9uando diciamo verit, o peggio Verit, limplicazione inevitabile con il dogma di #ede, di una #ede che pu> essere !uella cristiano7cattolica, !uella islamica, o altra. $implicazione connotativa tende a portare il valore del termine ad una specie di sinonimo della parola Dio.

Augusto Ancillotti, La parola non esaurisce il pensiero


"ppure, non solo il #iloso#o, il pensatore, ma anche ognuno di noi dovrebbe saper accogliere, se necessario, il valore denotazionale senza lasciarsi coinvolgere da !uello connotazionale. "d !uello che cerchiamo di #are, !uando usiamo il termine verit per indicare un valore assoluto, non determinato da !uesta o !uella logica, non legato ad un dogma, ma semplicemente come termine #iloso#ico magari semplicemente come valore intuitivo. Ma sicuramente staccato dalle connotazioni dovute alla cultura corrente in cui viviamo.

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