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SULLA

I)OTTRINA DI S. TO~IMASO
SECO~DO

L'I NCICLICA

DI LEONE XIII

STUDII
H IHJ p Il () l~'. C A n L o P A S S A ti L I A

TORI~~O
Cl G. B. PARAVIA e 'l\tliIlU, lt ornn , F'ircnvc , ::\li!nno.

Comp.

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- 258. volse cure pi intense all' osservazione ed all' esperienza, diyisando (l) che al sapere meglio conferis~,~( lo studio della natura in s stessa che nei libri dell'ii, " Fisica. Aristotelica; Tommaso avevane assai fiate con fine accorgimento tracciate le linee. E se poscia (nel 1308) Giovanni Duns Scoto, per s~', prannome il Dottor sottile, e con lui gli Scotisti, l~' avversarono in questo e quel problema filosofico e teo-I logico; egli Tommaso, ingegno temperatssmo, aveva!' . .4 additati gli scogli, nei quali pu rompere il troppo sot-: tilizzare. Il ne quid nimis fu ognisempre la sua stolla. , Contentissimo pertanto che altri amplificandone j,,;' meriti verso la Filosofia, lo saluti l'Aquila dei Filcso-: fanti, non che dell'et di mezzo, di tutti i secoli, io, ricusandogli la lode d'inventore e di ordinatore del i', sistema Filosofico, non temer nulla i vituperi di quella. turba, delle cui lodi mi vergognerei, ed a cui .non pu '." uomo sa tisfare, se non con inchini, tenendole bordone '. ed esagerando. Solito a far sempre pi stima della ra- ' gione che dei battimano faziosi, non mi brigher di botulucci ringhianti, i quali comunque forniti di molte ,:( virt canine, sono tuttavia sforniti di denti per az- \ zannare.
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Del doversi la sapienza dell'A quiuau: auinqere primamenie , dai fonti, che sono i volurni stessi di lui.
Si pu cadere in forte abbaglio, riputandosi Tomisti anche quando se ne di assai miglia lontani.
(l) Vedi Hist. lite. de la Fr'an.::e, T. XX, p. 227 et
SUiT.

I 'l'n~ontillo il

259_

Pontefice, e a distornarne il pericolo tolse IId ammonire in questi. termini i futuri maestri delle Accademie ecclesiastiche da .nstrurs : Ne autem s'ltpposita pro vera, nec corrupia pro sincera biuatur, providete (parla ai Vescovi) ut sapientia Tho;JUlC

ex ipsis etus tonitoue. hauriaiur ,

Non che pensare, n valgo io pure a fingere che uom di senno diversamente ne giudichi, e non commendi ed uppropris l'avvedutissimo ammonimento. Se ti sta a nuore di riuscire sincero Platonico, non istimi forse 1.110 officio potissimo leggere i' dialoghi di Platone, me.litarli, n cessare dal discuterli avanti che ti si sieno i Il sugo e sangue convertiti? E se Peripatetico stoico, n tale soltanto di nome, ma per effetto, qual credi dover essere il tuo primario intendi_nto? evidcntemente il possedere a menadito il contenuto nei Iibr dello Stagirita e quel tutto che I'edacit dei tempi (l la negligenza degli uomini non ci hanno invidiato di Zenone e di Crisippo. Tirandone la conseguenza, considera se possa da questa differir la via sopra cui mettersi, qualor ne prema di filosofare coll' Angelico, di copiarne i lineamenti di propagarne le dottrine. Aggiungi il proverbio, che purius ex toso fonte btousitur aquae. Ed aggiungi, che se un Demostenico sempre tutto su Demostene, un Ciceroniano su Cicerone, ed un Vi?/Inuiano su Virgilio; anch'egli un Tomista dovr semIleo mai esser tutto su Tommaso, affln di vivere della sua vita filosofica, con lui ascendere agli assiomi, con lui discendere ai teoremi, con lui inferirne i corollarii (I con lui, difendendo il vero, trionfar dell'errore. Fermo pertanto il canone dall 'Enciclica prescritto,

- 260ne si affaccia una domanda, cui pensiamo pi neces ~) .. . rio che utile il satisfare. S'interroga, l'haurire sapie.rp..,) 'A~ tiam 'rnomae ex ipsis eius tontious , ne supposi'~ .' pro vera, neu corrupta pro sincera bibatur, opera di agevole riuscita, e da spedirsene' alla Ieggera ? O
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non pi presto malagevole, e da non venirne a capd;! che con istenti e dopo sudate vigilie? Ancora, oper~\ 'I 'l,I sicura ed immune da fallacie, o non pi presto lubrica" e soggetta a disviamenti ? Potendos per le generali rispondere, che l'acquisto, di tutto ci che nobile e grande torna a noi labo.~:: rioso, e che le linee divergenti dallo scopo essendo in~'i~ numerevoli, unica quella che vi converge; nel caso" nostro importa specialmente ponderare, che le dff-: colt quasi' oceano il sommo, e che le occasioni d, fallire occorrono' frequenti. Avvi difficolt oggetlive;~ , e queste di pi sorte; ed avvene delle soggettive, e,f ':"li ' queste di pi maniere.' Giover recarle in mostra, cominciando dalle oggettive. Innanzi tratto, scarso ovve~ copioso il numero, dei volumi in (aglio, nei quali Tommaso discorre la'~ 'r Filosofia? se dir che superano i venti, lung dal-,,:~,' l'eccedere, mi terr al di sotto. E ti sembra negoziQ:):~ da prende_rsi con disinvoltura lo scorrere per venti e:~ pi volumi 1 lo scrutarne il compresovi? H ragguagliarlo ? il saggiarlo t I'ordinarlo ? ed il fartelo tuo? ,'i~r/ Inoltre, qual' la condizione di questi volumi, ,~", quale l'indole di parecchi? I pi sono o Lezioni sopr~:I, , Aristotile, o Commentarii sopra il Maestro, o cniose. sopra Dionigi, Boezio e somiglianti. Ma se Lezioni so-, pra Aristotile, potrai profittarne, essendo tu ospite nej,' libri dello Stagirita? o sarai sempre certo, che ti (",
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- 261appresti anzi il pensiero del Filosofo, che dello scritI.ore delle Lezioni'? Ma se Commentarii sopra il Maestro,

quanta e qual notizi.a dei Padri e delle opinioni scolastiche non t'abbisogna affin di giovartene'? Ma se Chiose sopra altri autori, Greci, Latini, Arabi, come sceverare il proprio di essi dal proprio del chiosatore, ignorandone tu gli idiomi e nell'arte critica ed ermeneutica pellegrino '? Appresso; le materie in tanti e s"densi volumi ragionate son elle sempre ovvie, o non anzi spesso 'recondite? aggiustate ai mediocri intelletti, o non anzi fatte unicamente per i sub timt 'j inconcusse e dimostrate, o non anzi .d sovente mobut . e divinate'j Ci rispondano non gi coloro che, ave.ndo ad ogni tratto su le labbra il nome di Tommaso, appena ne delibarono poche pagine; bens que' solerti che sono a se medesimi ,. consapevoli di averne con lungo studio cercate le dottrine. .: Essendo dunque non di rado scabrosissime le materie da "I'ommaso discusse, ciascun sente l'arduit di coglierne la mente e di asseguirne i concetti. Progrediamo: avvisi tu che rifattosi l'Angelico ]e tante fate sopra gli stessi temi, sia sempre riuscito all'unisono seco medesimo, eziandio nei congetturali e litigiosi, di guisa che come nelle Scritture divinamente inspira te non rinvengonsi antilogie se non apparenti, cos nei grossi volumi di lui non occorrano che antitesi di POSSibile concutaeioner Oltrech sarebbe esempio fra gli autori umani p. potirafi unico pi che raro, .ed oltrech tornerebbe anzi a disdoro che ad onore dell' Angelico, quasi che egli solo in temi non pi che probabili, non avesse mai progredito; lo smentiscel'eI

- 262videnza del fatto, ed essi pure lo smentiscono l pi caldi veneratori.. ,,'.fH In tal conflitto, qual crederai la sincera mente del D~~" tore ? Forse l'ultima manifestata? la ragione cronotooicd Don sempre la migliore, n le seconde cure son sempI'~ le pi felici. Te ne arrogherai il giudizio'? Largo ai ma", passi. Ti rimarrai peritoso'? confessi dunque di versare; nel fioco, e di muoverti tra mezzo alle spine. 'ri Veggasi finalmente qual sia il linguaggio usato ,nei\ volumi dell'Aquinate, n gi cercandone l'eloquenza, o anche solo l'eleganza, ma nudamente il carattere. e starei per dire la fisionomia. il linguaggio dell'in- 'I, fima Latinit, e porge i sembianti di un parlare, arido, ", monotono, sciolto dalle norme sntattche, senza pe- i' riodo e per carestia di vocaboli forzato a vestire cose " diversissime e 'concetti svariatissimi, ora delle voci, stesse, ed ora di formole che, strane all'et nostra, seri':!);' :." , tono dell'oracolo. E non (1) ti torna ci di.ostacolo nel-] l'interpretare'? non t'ingon1bra il sentiero'? o tu non '; 1 pericoli (2) di fallire'? Muovati dunque il predetto a,,1
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(1) Di che il bisogno di lessici peripatetici non per anche sati sfatto , e la ne- " cessit pel GI..:RSONE di dettare nel secolo XV il trattato Delle defini:.ioni aa'
termini. ' ,~

(2) Leggi in TOMMASO, ov'egli cerca (s. l. p. q. LXXVIII, 1), Utrum. quin ,\ que genera potentiaru tn animae sint distinguenda? il brano seguente: Di-I"I versae animae distinguuntur secundum quod diversimode operatio animae super- I,', greditur operationem naturae corporalis, Tota enim natura corporalis subiacet animae, et comparatur ad ipsam sicut materia et instrumentum. Est ergo quae- ,l'l dam operatio animae, quae in tantum excedit naturam corpoream, quod nequ~<l etiam exercetur per orgauum corporale; et talis est operatio animae ratiunalis;l! Est autem alia .operati o animae infra istam, quae quidem ft per otganum corri" perale, non tamen per aliquam corpoream qualitatem. Et talis est operatio ani- ,I mae sensibilis. .. Infima autem operationum animae est, quae fit per organum- !. corporeum, et virtute corporeae qualitatis ... Et talis est operatio animae eoe- f' tatntis , Non corri pericolo di credere asserita nell'uomo s la dicotomia fra, mente ("YOVY) ed anima ('~vX'Y)1I) e si la tricotomia fra corpo (a<.J4:X)? ment~ 1\

(YOVi) ed anima ('~lvX"fJ'-) ~ Leggi altrove (Con, Gent.lI,

6{.1): ~ Corpus e~'l


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- 263riconoscere, che quanto sapiente il canone di haurire saptentiam. Thomae ex ipsie eius fontious: tanto l'uso ne riesce arduo, e la pratica assiepata da molte o inevitabili difficolt oggettive. Alle quali attergansi le soggettive, molte di numero e differenti di genere. Dammi un Sensista che, colmo l'animo delle abbiette opinioni di sua setta, facciasi a svolgere i grossi tomi dell' Aquinate. Se non certo, almeno verisimilissimo (1) che vi trover locuzioni, frasi, sentenze, le quali, a parer suo, lo rassodino nell e professate dottrine. Sia un ontotoao lo studioso dell' Aquin~te. 'Gli sembrer (2) incontrarsi in assai luoghi del Beato, attissimi a favorirne il careggiato sistema ideologico. E se un Bmanattsta, pi o meno rigido, non lasci di consultarne le profonde investigazioni; stimer di leggieri comparire in quelle indizi non dubbi (3) del proprio credo. A che miro? e che intendo raccoglerne '? Miro a ricordare che sono gli uomini naturalmente disposti a vedere nei libri quel medesimo di che hanno gi tinti gli occhi dell'animo: che costituiscono spontaneamente
anima non sunt dune subs cantiae aatu ecoistenies; sed ex his duobus fil un a subst antia eocistens, Ancora (S. I, p. q. LXXVI, l, ad 5): (( Anima illud esse iu quo subsistit, communicat materiae corporali ex qua et anima intellectiva fit Ullum ita quod illud esse quod est. totius compositi, est etium ipsius animae . Diremo 1'ANGELICO monottsiia in Antropologia? ce ne guarderemo. (1) . s. vero che i mig liori dei Tomisti ne pigliano le difese, e no tessono l'apologia. (2) Ne hai splendida prova. nell'odierno conflitto dei Neotomisti coi Rosminiamo (3,,) All'obbiezione, ex ntnito nihil {fieri, risponde 1'AQUINATE (S. I, p. q. XLV, 2 ad 1): Hoc locum non habet in prima emanatione ab universali rerum principio . Ed alla difficolt, prima rerum, creatorum est eese, replica (ivi , a. 4 ad 1): Quod cum dicitur, prima~ rerum creatorum est esse, ly essa non importat substantiam creatam, sed importar propriam rationem obiecti creationis ; nam ex eo dici tur aliquid creatum, quod est ens non ex eo, quod est hoc ens, cum oreatio sit emanati o totius esse ab ente universalt ~.

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- 264se stessi misura delle cose, torcendo al proprio avviso I'altru sentire: che pure dei leggitori avverasi ildettq,. volgal:e, res recipi per' modum rectptentis: e che t~ri il,

nostri abiti mentali sogliono rispondere le nostre stime. Di che intendo raccogliere la necessit assoluta di avere l'animo vuoto di pregiudizi e libero .da opinioni ~ anticipate, se pur ne cale di trarre dai libri altrui non, , , I'introdottovi da noi, ma il significatovi dai loro autori.' un Sociniano che legge Atenagora e Teofilo di Antiochia? amendue negano la preesistenza del Logo. un Triteita che legge Basilio e i due Gregorii di Nissa e di Nazianzo? essi colla trinit delle ipostasi predicano la trinit delle essenze. un Calvinista che legge' Agostino'? ed Agostino un predestinaziano. O un ', Luierano che legge Cirillo'? il patriarca d'Alessandria attribuisce all'uomo nato di Maria l'ubiquit del Verbo 'generato dal Padre. Ora direm facile e comune ai filosofanti l'esser di animo non appannato da presunte ipotesi, n per anco ' pi da questa che da quella parte inchinato '? Ciascuno tenti se medesimo, si scruti, e 'rinvenendo nel suo intimo latenti propensioni, non si dissimuli la prima delle cagioni soetuoe le quali distolgono dal tenersi sul diritto nell'opera di derivare' dai fonti dell' Angelico I il netto degli insegnamenti di lui. Ma ci che alla perfine non 0 pi di una condizione sine qua non, e 'di un remocens protuoens, lungi dal sopperire il richiesto all'uopo dai leggitori , esigendosi in loro tal forma della mente che non sia di troppo sproporzionata (l) a vivere della vita di 'I'omI

(l) Ti ripeti! Primamente non vero, non essendo tautologia il dir lo stesso in altro risguardo',~econdamente, se mi ripeto,. lo voglio, cos richiedendo certe orecchie sorde e l Importanza della cosa. E pOI repetita iuvant.

- 265maso, ad intuire altamente con lui, con lui acutamente analizzare, con lui profondamente sintetizzare, e.con lui riccamente ordire quella catena sterminata di teorem i

che, strettamente rannodati, colla massima variet degli anelli associano l'unit del sostegno, sopra cui tutti poggiano, e da cui tutti gradatamente dipendono. Furono molti in passato, e di presente son molti di natura s felice, e di animo s bellamente' foggiato? Che sel promettessero e sel promettano, non istar a contenderlo; ma che in effetto lo fossero e che lo sieno, per me cosa alquanto pi che dubbiosa .. Se non che concedasi pure, non aver la natura nel secolo XIII franto lo stampo degli Aquinati, e madre benigna aver continuato e tuttogiorno continuare a generarne dei somiglianti; non perci concederemo o estinta, o di molto stremata l 'arduit dell'impresa. Imperocch qual persona avveduta indurrass a credere, che possa altri cos di subito, e come costumiam parlare, tuous manibus, dedicarsi alla lettura di Tommaso? Che giudizio recherebbesi di tale che .presumesse interpretare l'Iliade o l'Odissea, digiuno di greco, imperito della mitologia, e dell'arte poetica ignaro? Che di tale che si attentasse a ricopiare le tavole celebratissime del Sanzio, nuovo nel disegno, n pratico dell'impastar colori e del trattar pennelli? E che di tale, per vie pi appropinquarci a nostra materia, il quale ardisse di chiosar Platone, senza che vi si fosse per lo innanzi apparecchiato, rendendosi famigliare l'atticismo, famigliare la ragion tutta propria del platonico dialogizzare, famigliare la storia dei dommi filosofici preceduti e contemporanei, e famigliare l'idealismo del suo prototipo? Appostagli la taccia di temerario, sicuri

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gli prediremmo che avendo egli trasgredito il precetto di meditar pesatamente quid valeant tiurneri, et quid (erre recusent, non pu dal fatto suo conseguire che la disapprovazione dei prudenti, ed il danno di frequentissimi abbagli. Ci stante, fiso lo sguardo nei volumi dell' Angelico, mi considera di quanta e qual suppellettile abbia mestieri chiunque consigliatamente speri.di avvantaggiarsene. Lo Stagirita deve essergli domestico, domestiche le altre sorgenti dalle quali egli attinge, domestico il pensar dominante nel secolo XIII, domestica la fraseologia della Scuola, e domestici i piati che, dividendo i maestri, ne nutrivano la polemica. Adessotanta vastit d apparecchio di quanto tempo non abbisogna'? quante vigilie nen domanda'?' quanta pazienza non esige '? e quanta docilit e tenacit di memoria non richiede'? Bianco di capelli non. so~o peranco giunto a met della strada, costretto quindi ad invidiare, se non piuttosto a compassionare que' biondi, che dopo me postisi in viaggio, n con maggior len a, n con passi dei miei pi celeri, inneggiando a se medesimi, si beatificano della meta di gi toccata. Rinnovisi pertanto la conclusione superiormente dedotta, che essendo in s acconcissimo il primario dei mezzi proposti nell'Encclca; dico, di haurtre sapientiam Thomae ex ipsis etue tontiou, in pratica retatioamente scabroso, lubrico, e di fatica presso che erculea l'aiutarsene.

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