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Numerose altre informazioni sullUnione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa (http://europa.eu). Una scheda bibliografica figura alla fine del volume. Lussemburgo : LUfficio delle pubblicazioni dellUnione europea, 2010 ISBN 978-92-79-15282-5 doi: 10.2779/22946 Unione europea, 2010 Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Printed in Belgium STAMPATO SU CARTA RICICLATA A CUI STATO ASSEGNATO IL MARCHIO COMUNITARIO DI QUALIT
ECOLOGICA PER LA CARTA GRAFICA
(WWW.ECOLABEL.EU)
Indice
Lo stato di salute della natura in Europa Una storia di innovazione nella conservazione I risultati : Un motivo di preoccupazione Sotto i riettori 1 : Conciliare agricoltura e conservazione Sotto i riettori 2 : Il ruolo di Natura 2000 e LIFE Sotto i riettori 3 : I cambiamenti climatici esercitano una pressione aggiuntiva Le relazioni sullo stato di conservazione : Un processo di apprendimento Accento sulla conservazione 1 : Faggeti (Luzulo-Fagetum) Accento sulla conservazione 2 : Le foche Accento sulla conservazione 3 : Testuggine palustre europea (Emys Orbicularis) Accento sulla conservazione 4 : Grossi carnivori 4 6 10 12 14 16 18 20 21 22 23
er la prima volta gli Stati membri dellUnione europea (UE) hanno avviato una valutazione sistematica dello stato della fauna, della flora e degli habitat naturali pi a rischio. Ne emerso uno stato di conservazione insoddisfacente, e in molti casi addirittura in calo, per la maggior parte delle specie e degli habitat esaminati. Vi pertanto levidente necessit di intensificare le azioni a favore della conservazione. Questa valutazione dello stato di salute della diversit naturale dellEuropa rientra in un sistema di rendicontazione periodico, realizzato ai sensi di una delle principali normative europee in materia di protezione delle risorse naturali, la direttiva Habitat. Venticinque Stati membri hanno fornito il proprio riscontro per il periodo 2001-2006 (ovvero prima che Romania e Bulgaria entrassero a far parte dellUnione europea). Sono state
valutate oltre 1 000 specie animali e vegetali o pi di 200 tipi diversi di habitat relativi sia agli ambienti terrestri che marini. La direttiva, entrata in vigore nel 1992, stata il preludio di unazione europea forte e innovativa a favore della conservazione delle risorse naturali. La rete Natura 2000 di aree protette il suo strumento principale. Nel tentativo di estendere il concetto di conservazione della natura al di l delle riserve naturali, lobiettivo della rete trovare il giusto compromesso fra lattivit umana e la ora e la fauna in un paesaggio vivente e in continua evoluzione. La rete copre quasi un quinto della supercie terrestre dellUnione europea e circa 130 000 km2 di ambiente marino ed in continua espansione.
rete Natura 2000 e al di l di questa, e sottolineano limpellente necessit di intensicare gli sforzi di ripristino ambientale sia a livello nazionale che europeo. Le conoscenze cos ottenute contribuiranno a meglio indirizzare le risorse in futuro.
Un processo di apprendimento
La relazione sottolinea chiaramente la necessit di promuovere azioni che garantiscano la conservazione di molti habitat e specie. Nonostante tutto, la situazione non irreparabile. la prima volta, infatti, che viene realizzata una valutazione di questa entit e importanza, e i dati raccolti saranno preziosi per la futura politica in materia di biodiversit. Occorre anche ricordare che le specie e gli habitat considerati sono stati identicati come quelli maggiormente a rischio non sorprende pertanto che pochi siano in uno stato di conservazione soddisfacente. Inoltre, pu trascorrere molto tempo prima che le azioni di conservazione mostrino i primi eetti visibili. Preparare queste relazioni non stato un processo facile, ma ne sono stati tratti degli insegnamenti che saranno applicati in occasione del prossimo ciclo di valutazione. I risultati serviranno da parametro di riferimento per le valutazioni future e forniranno un quadro pi preciso dello stato della biodiversit in Europa.
Risultati
Le relazioni mostrano che le dune, le torbiere e i prati sono i gruppi di habitat che evidenziano il peggiore stato di conservazione. Gli habitat associati a pratiche agricole tradizionali evidenziano un particolare bisogno di azioni di conservazione. I cambiamenti climatici stanno gi manifestandosi con eetti visibili su met degli habitat paludosi. evidente che le minacce ai gruppi di invertebrati sono particolarmente diuse e che sono necessarie conoscenze molto pi approfondite sullambiente marino. I risultati evidenziano limportanza delle attivit di conservazione a livello europeo, attraverso la creazione e lo sviluppo della
Unione europea e i suoi Stati membri hanno sviluppato strategie per assicurare la sopravvivenza della biodiversit e preservare la natura.
Le prime politiche sulla protezione della natura a livello europeo sono entrate in vigore trenta anni fa con ladozione della direttiva Uccelli nel 1979, che ha portato alla creazione di zone di protezione speciale per i volatili. I responsabili politici hanno ampliato questo approccio con la direttiva Habitat del 1992, che ha richiesto agli Stati membri di designare delle zone speciali di conservazione. La direttiva Habitat identica le risorse naturali pi a rischio e vulnerabili. Vengono elencati 200 habitat e 1 000 specie animali e vegetali, con lobiettivo di garantirne la sostenibilit nel lungo periodo, ovvero il cosiddetto stato di conservazione soddisfacente. I due principali strumenti per raggiungere questi obiettivi sono la rete di siti per la conservazione Natura 2000, che raggruppa le aree costituite ai sensi della precedente direttiva Uccelli, e un rigoroso sistema di protezione delle specie.
Natura 2000 non una rete di riserve naturali, ma funziona sulla base di un principio pi ampio di conservazione e uso sostenibile, con lobiettivo di una coesistenza armoniosa fra attivit umane e natura. Vengono incoraggiate attivit economiche come agricoltura, turismo, pesca e selvicoltura, a condizione che vengano svolte secondo modalit rispettose della natura.
Valutare la conservazione
Il monitoraggio degli habitat e delle specie costituisce una parte integrante della direttiva Habitat, poich essenziale per avere un quadro chiaro delle tendenze che caratterizzano gli habitat e le specie pi importanti. La legislazione in materia stabilisce che le relazioni devono essere prodotte ogni sei anni. La prima serie di relazioni relative al periodo 1994-2000 incentrata sui progressi compiuti nella costituzione delle zone di conservazione in Europa. Nel 2007 gli Stati membri hanno presentato per la prima volta una relazione per il periodo 2001-2006 sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie determinanti. I risultati relativi vanno sotto il nome di relazione ai sensi dellarticolo 17, dal
Regioni biogeograche
Alpina : catene montuose caratterizzate da altitudini elevate e climi estremi e freddi, foreste e cime rocciose, comprese le montagne delle Alpi, dei Pirenei e degli Appennini. Atlantica : zone costiere europee occidentali, caratterizzate da pianure e scogliere, oltre ad alcuni grandi estuari. Il sistema della Corrente del Golfo favorisce inverni miti ed estati fresche. Del Mar Nero : aree a ovest e sud del Mar Nero, che si estendono per il territorio della Bulgaria e della Romania. Il delta del Danubio un labirinto di paludi, laghi e isole, che orono riparo a una fauna ricchissima. Boreale : lestremo nord dEuropa, che si estende no al circolo Artico. Le foreste coprono il 60% di questa regione, che ore riparo a migliaia di specie di uccelli migratori. Continentale : il cuore (in maggioranza agricolo) dEuropa, che si estende su 11 paesi dalla Francia alla Polonia. Si tratta di una regione di contrasti con estati molto calde e inverni freddi. Macaronesica : composta dalle isole vulcaniche europee dellOceano Atlantico : Azzorre, Madera e Canarie. In questa regione, che copre solo lo 0,3% del territorio comunitario, si trova il 19% dei tipi di habitat di interesse per lUE. Mediterranea : i paesi del sud dellEuropa, caratterizzati climi molto caldi e secchi e dalla presenza di montagne, prati, isole e lunghe zone costiere. Pannonica : le steppe dellUngheria e la zona sud della Slovacchia, i prati secchi del bacino dei Carpazi. Steppica : si estende da Bucarest (Romania) verso ovest attraverso la parte inferiore della pianura del Danubio e a nord del Mar Nero, con pianure basse e zone paludose.
nome dellarticolo della direttiva che disciplina in modo dettagliato gli obblighi di rendicontazione. La relazione denisce lo stato di conservazione come la combinazione di una serie di fattori che inuenzano gli habitat o le specie e possono ripercuotersi a lungo termine sulla loro distribuzione, struttura, funzione e consistenza numerica. Lo stato di conservazione denito in base a tre livelli possibili soddisfacente, inadeguato e scadente, laddove gli ultimi due sono i due possibili livelli dello stato di conservazione insoddisfacente.
Venticinque Stati membri hanno eettuato le valutazioni utilizzando una metodologia standard. Complessivamente, hanno evidenziato circa 1 180 specie e 216 tipi di habitat. Le valutazioni hanno consentito di identicare gruppi di specie diverse : mammiferi, rettili, anbi, pesci, antropodi, molluschi, piante vascolari e non vascolari e altri. Sono stati identicati anche nove diversi tipi di habitat : foreste; habitat rocciosi; torbiere; formazioni erbose; due tipi di perticaie; habitat dacqua dolce; dune e habitat costieri. Lo stato di questi diversi tipi di specie e habitat stato valutato dalle autorit nazionali in 11 regioni biogeograche (cfr. riquadro 1). I risultati sono stati compilati e analizzati relativamente a ciascuna regione biogeograca dal Centro tematico per la biodiversit (European Topic Centre on Biological Diversity) e pubblicati nel luglio 2009. Le valutazioni delle singole specie e dei singoli habitat e le relazioni nazionali sono riportate nella relazione ai sensi dellarticolo 17 disponibile sul sito Eionet. Lindirizzo del sito elencato fra i link in calce al presente opuscolo (cfr. pagina 24)
risultati complessivi della relazione mostrano un quadro preoccupante solo una piccola percentuale degli habitat e delle specie considerati risultano essere in uno stato di conservazione soddisfacente.
Complessivamente, solo il 17% delle valutazioni condotte su habitat e specie sono state ritenute soddisfacenti. Per gli habitat, circa il 37% delle valutazioni ha evidenziato uno stato di conservazione scadente e un ulteriore 28% ha indicato uno stato di conservazione inadeguato. Per quanto attiene allo stato di conservazione delle specie, il 22% delle valutazioni lha ritenuto scadente e il 30% inadeguato. inoltre emersa una signicativa percentuale di incertezza : per circa il 18% delle valutazioni degli habitat e il 31% delle valutazioni delle specie stato indicato uno stato di conservazione sconosciuto.
La percentuale maggiore di habitat valutati con uno stato di conservazione soddisfacente si trova nella regione alpina, quella pi bassa nella regione atlantica. Per le specie, la percentuale pi elevata di specie il cui stato di conservazione stato valutato soddisfacente nella regione boreale, quella pi bassa nella regione
Insoddisfacente Scadente (37 %) Insoddisfacente Inadeguato (28 %) Sconosciuto (18 %) Soddisfacente (17 %)
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continentale. Dune, torbiere alte e formazioni erbose sono i gruppi di habitat peggio conservati. Vi sono state pi valutazioni incerte per le specie che per gli habitat, con percentuali molto elevate in alcune regioni, ad esempio nella regione mediterranea e nelle regioni marine, per le quali non sono state fornite informazioni nel 45% delle valutazioni fatte per specie.
Insoddisfacente Scadente (22 %) Insoddisfacente Inadeguato (30 %) Sconosciuto (31 %) Soddisfacente (17 %)
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n risultato significativo della relazione indica che gli habitat dipendenti da pratiche agricole tradizionali evidenziano uno stato di conservazione peggiore rispetto agli habitat non agricoli solo il 7% di essi ha uno stato di conservazione soddisfacente, rispetto al 21% relativo agli altri tipi di habitat. Le pressioni esercitate sulle aree agricole comprendono labbandono dei pascoli, il sovra- e il sottopascolamento, una fertilizzazione non equilibrata, lutilizzo di pesticidi, la modica delle pratiche colturali, limboschimento e leliminazione di elementi paesaggistici, quali le siepi. Lagricoltura pu eettivamente avere numerosi impatti negativi sullambiente, ma talune pratiche agricole sono essenziali per preservare gli habitat, come i pascoli poco intensivi.
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Per i prativi, la valutazione di uno stato di conservazione scadente riguarda circa l80% delle regioni biogeograche boreale, atlantica e pannonica. In queste due ultime regioni, non vi alcuna formazione erbosa in stato soddisfacente.
lo sfalcio tardivo. Occorre tuttavia rendere nanziariamente sostenibile unagricoltura che favorisca la salvaguardia dellambiente, se si vuole dionderla sempre di pi. La tutela della biodiversit costituisce sempre di pi una parte integrante della politica agricola. Le riforme della politica agricola comune (PAC) hanno progressivamente separato i pagamenti agli agricoltori dalla produzione e dalla remunerazione di quegli agricoltori che forniscono beneci ambientali. Beneci di questo tipo devono essere incrementati al ne di produrre eetti visibili in termini di conservazione.
Il futuro
Attualmente disponiamo di molte informazioni su come ottimizzare lo stato di conservazione degli ambienti prativi. Generalmente necessario mantenere un corretto livello di pascolo, limitando luso di fertilizzanti e la capacit di carico, o prevedere
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a rete Natura 2000 la pi grande rete di aree protette del mondo. La sua costituzione rappresenta un importante passo avanti per arrestare la perdita di biodiversit in Europa. La relazione giunge tuttavia troppo presto per poter valutare appieno limpatto della rete sullo stato di conservazione. Alla ne del 2008 la rete Natura 2000 comprendeva oltre 25 000 siti, pari a quasi un quinto della supercie terrestre dellUnione europea, ovvero unarea pi grande della Spagna e dellItalia insieme, oltre a 130 000 km2 di ambiente marino.
Segnali positivi
Tra gli esempi di azioni ecaci gurano specie vegetali quali il nontiscordardim di Rehsteiner (Mysotis rehsteineri), una variet endemica e fortemente minacciata in Austria, o tipologie di habitat come le torbiere boscose e le foreste caledoniane, entrambe nel Regno Unito. Altre azioni di conservazione hanno un eetto pi ampio. Dal 1992, una serie di progetti LIFE in Italia, Slovenia, Spagna, Grecia, Austria e Francia hanno consentito di ripristinare e mantenere le popolazioni dellorso bruno. Un tempo diuse sullintero territorio europeo, questo plantigrado oggi scomparso da numerose regioni. Tuttavia, la situazione di questo grande mammifero sta migliorando e mostra un trend generale positivo (sia per quanto riguarda la popolazione, sia per lareale di distribuzione) in oltre la met delle relazioni relative agli Stati membri in cui presente. Oltre a produrre eetti diretti su specie o habitat singoli, i progetti LIFE consentono di sviluppare pratiche di conservazione innovative applicabili altrove. Il contributo dei progetti LIFE Natura e della rete Natura 2000 comunque dicilmente quanticabile. Molti progetti intervengono esclusivamente su specie o habitat a livello locale o regionale, di norma in un singolo sito, mentre altri interessano lintero areale di distribuzione delle specie o degli habitat trattati.
La rete ancora in fase di costituzione e le misure di ripristino richiedono a volte un periodo di tempo considerevole prima di produrre degli eetti visibili. Tuttavia, le relazioni sullo stato di conservazione confermano gi limpatto positivo della rete e del relativo programma LIFE Natura, che nanzia singoli progetti di conservazione e ripristino relativi ad habitat o specie specici. Diversi paesi hanno riferito che lo stato di conservazione di un particolare habitat o di una data specie, sebbene insoddisfacente, mostra segni di miglioramento.
Estinti in molte zone dEuropa, la situazione per I grandi carnivori come lorso bruno sta migliorando in alcune aree, grazie alle misure di conservazione
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cambiamenti climatici stanno gi esercitando un importante effetto negativo su habitat e specie e numerosi Stati membri li hanno indicati come una minaccia rilevante nella relazione prevista ai sensi dellarticolo 17.
I cambiamenti climatici sono stati indicati come un elemento che ha un impatto signicativo sul 19% degli habitat (42 habitat) e sul 12% delle specie (144 specie). Le torbiere alte, le torbiere basse, le paludi basse e la aree paludose in generale, seguite dalle dune, sono state fortemente inuenzate dai cambiamenti del clima. Gli anbi sono la specie maggiormente indicata come particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici. I cambiamenti climatici costituiscono unulteriore minaccia per gli ecosistemi e la biodiversit e interagiscono con altri fenomeni preesistenti. Lo spostamento delle zone climatiche causer complessi mutamenti nella distribuzione e nel funzionamento degli habitat e delle specie.
Nel gruppo degli habitat rocciosi si contano solo due habitat in cui i cambiamenti climatici si ritiene inuiscano sullandamento rilevato, ma in questo gruppo sono compresi i ghiacciai, che sono probabilmente quelli pi direttamente minacciati dal mutamento del clima, i cui eetti in questo caso sono assodati. Uno o pi Stati membri hanno indicato i cambiamenti climatici come una delle cause dei trend osservati rispetto allareale di distribuzione o alla popolazione nel 12% delle 1 158 specie valutate. La percentuale pi elevata si riscontra nel gruppo degli anbi (45%), che popolano di solito le zone umide. Man mano che i cambiamenti climatici saranno pi percettibili, il loro impatto risulter probabilmente pi evidente in un maggior numero di habitat e specie. Ci signica che gli eetti dei cambiamenti climatici sullo stato di conservazione dovranno essere attentamente esaminati nel prossimo ciclo di relazioni.
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l completamento della prima relazione elaborata ai sensi dellarticolo 17 rappresenta un passo importante per la conservazione del patrimonio naturalistico dellintera Unione europea. Per la prima volta, stata condotta una valutazione delle condizioni degli habitat e delle specie maggiormente a rischio negli Stati membri dellUE-25 utilizzando una metodologia standardizzata. Le relazioni indicano in modo chiaro che necessario intensicare le misure per proteggere il patrimonio naturalistico europeo pi minacciato. Occorre agire anche per assicurare in futuro un migliore coordinamento fra i paesi in fase di raccolta dei dati e compilazione della relazione.
I dati presentati dai diversi Stati membri presentano sostanziali dierenze per quanto riguarda il livello qualitativo che il periodo di raccolta. In molti casi non esistono dati, soprattutto per quanto riguarda gli andamenti e le prospettive future. Complessivamente, nelle rispettive valutazioni regionali gli Stati membri hanno indicato la categoria sconosciuto per indicare lo stato di conservazione del 13% degli habitat e del 27% delle specie monitorati, soprattutto per quanto riguarda le specie dellEuropea meridionale e delle regioni marine. Si tratta di un livello di incertezza elevato che occorrer migliorare in futuro.
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nelle acque della piattaforma continentale atlantica europea, e progetti LIFE+, lultima generazione del programma, utilizzati per identicare e designare i nuovi siti marini Natura 2000. Sono necessarie pi iniziative di questo tipo per avere un quadro pi chiaro della situazione delle specie e degli habitat marini.
I prossimi passi
Non essendoci dei precedenti, la realizzazione di queste prime relazioni stato un esercizio arduo. Il processo sar tuttavia pi agevole in futuro con lo sviluppo ulteriore dei sistemi di sorveglianza. Attualmente in corso un sistema di revisione per perfezionare in particolare gli aspetti inerenti la compilazione e lintegrazione dei dati. Il chiaro riferimento alla normativa e la copertura nazionale rendono la relazione prodotta ai sensi dellarticolo 17 uno studio unico nel suo genere e ne fanno un prezioso strumento per lelaborazione della politica in materia di biodiversit per gli anni a venire. Il quadro di riferimento gi tracciato per il prossimo ciclo di relazioni nel 2013. I dati forniranno un utile strumento di confronto e consentiranno di osservare i cambiamenti, positivi o negativi, della biodiversit in futuro.
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Commissione europea Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa Lussemburgo : LUfficio delle pubblicazioni dellUnione europea 2010 24 pagg. 21 x 21cm ISBN 978-92-79-15282-5 doi: 10.2779/22946
Fotografie : iStockphoto : copertina, pagg. 4, 6, 10, 12, 13, 14, 17, 18, 20, 21, 22, 23 Jantonio Rivas : pagg. 15 Photodisc : pagg. 16, 17
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