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1

OJ

U^^j

fys

o.

PCP ALI-l'oi; ti

R,

\i\i;roi,i)N(ii

ELEMENTI
DI

CALCOLO VETTORIALE
CON NUMEROSE APPLICAZIONI ALPA GEOMETRIA ALLA MECCANICA E ALLA FISICA MATEMATICA
Seconda rdizionk riordinata
r

\mit.i\i\

BOLOGNA
NICOLA ZANICHELLI
EDITORE

I,'

EDITORE ADEMPIUTI
I

DOVERI

ESERCITER

DIRITTI SANCITI

DALLE LEGGI

et tei

P R E
(ALLA

FA
l'IM.MA

ZIONE
KDIZION1

Nella prima parte


blico

rie]

libro

che presentiamo
sistematicamente,
del

al

pubsotto
vet-

matematico,

esponiamo
i

forma assoluta o autonoma,


toriale tra
i

fondamenti
reali,
(o

calcolo

soli enti,

numeri
ili

inulti,

rettori,

forma-

zione di prima specie

Grassmann

baricentri di Mbus),

indicando

le

immediate applicazioni a questioni geometriche

ben note,
opportuuo

e cercando, specialmente, di far vedere


di

come

l'uso
la

vettori

componenti

vettoriali, presenti

Geometria analitica sotto forma geometrica assoluta ed


elimini quell' ordinario
le

algoritmo indiretto che. nato con


gli enti

coordinate, deve necessariamente sparire appena

geometrici
fsso di

possano

essere

considerati

liberi

dal

sistema

riferimento.
il

Nella seconda parte abbiamo applicato


toriale,

sistema vet-

che possiamo chiamale minimo, sviluppando alcnne

questioni di geometria differenziale, di meccanica e di tisica

matematica, che abbiamo scelte tra quelle ben note, appunto


per mostrare

l'enorme superiorit del


indiretti

calcolo

vettoriale

.assoluto sugli antichi e

metodi delle coordinate.

VI
Risulta

PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE


che
il

sistema vettoriale minimo da noi svidi

luppato ha un largo campo


tisiche e

applicazioni geometriche,

meccaniche. Esso non certamente sufficiente per

altre questioni e

deve essere completato con

lo

studio

di
le

enti geometrici o di

numeri funzioni
punto

di

un punto, con

derivate di
zioni
(')

tali

enti rispetto al
le

del quale
di

sono fune terza

con

formazioni geometriche

seconda

specie di

Grassmann.
gli

Sotto

aspetti ora indicati

il

nostro libro

il

primo

trattato italiano di calcolo vettoriale.

Esso differisce proi

fondamente,

in (pianto

metodo

e a notazioni, da tutti

trattati anteriori pubblicati in questi ultimi

anni,

special-

mente

in

Germania

2
(

).

Ne

differisce per

il

metodo, perch

noi intendiamo operare in


trici;

modo
i

assoluto suoli enti

geome-

mentre ordinariamente

vettori e le loro operazioni


differisce

compariscono come tachigrafi delle coordinate. Ne


per
le

notazioni, perch cpielle razionali da noi seguite sono

conformi, nella loro quasi totalit, alle notazioni


dai fondatori del calcolo vettoriale. Per
delle nostre notazioni, che con
la

proposte
la

genesi e

storia
u
i

vero piacere
nel

vediamo

adottate

in

Italia
il

da vari

colleglli

loro

in segua mento,

rimandiamo

lettore alle note in

(ine del

libro o a (incile.

i')

Cfr.

le

nostre Omografie

vettoriali

di

prossima

pubblicazione

(<;.

B.
(-)

Petrilli,

Torino).
2 Aufluge, 1905.

Bi

cherer: Elementeer Fektoranalysis. Leipzig,


:

Gans

Einfiihrang
:

in

die
ii.

Vektoranalysis. Leipzig, 1905.


<h

.Iaiinkk

Vorlesungen

Vehtorwreehnung. Leipzig, 1905.


L'UT

Valenti nkr: Vektoranalysis (3ammlung Gschen). Leipzig,

PREFAZIONE ALLA PRIMA ADIZIONE


pi
estese,
la
ili

VII

aoi

pubblicate
l

nei

Rendiconti del circolo

matematico

Palermo
lei

).

La conoscenza
non solamente
cultore
alla
<li

melodi vettoriali

si

impone oramai

al

tisico

ed all'elettrotecnico,

ma anche

al

matematiche pure Possa questo


la

libro,

che viene
il

luce nell'anno in cui

Germania festeggia

primo
alla

centenario della

nascita

di

Grassmann,

contribuire

diffusione e alla conoscenza dei melodi

del

grande matecostanza
cos

matico e per

le (piali

noi,

con

fede

con

lavo-

riamo da molti anni; possa coronare l'opera

genial-

mente

iniziata

presso di noi dal

Plano!
0.

Burali-Fohti (Torino)

R.

MARCOLONGO

(Napoli

(')

Per

t'

unificazione

delle

notazioni
t,

vettoriali.

Rendiconti

del
:

Circolo matematico di Palermo: Nota l\

XXIII, pp. 324-328 1907)


pp. 318-332 (1907): Nota

Nola 2\
r.

r.

XXIV,
pour

pp. 65-80:

Nota 3 a ibidem,
,

i\

XXV.

pp. 352-375: Nota


le

">'.

r.

XXVI.

pp. 369-377 (1908). Kotations


Tarili. V.

ratiotnelles

systme rectoriel

minimum.

Bona,

191 8.

P R E
(AI.l.A

FA

UN
i

SECONDA EDIZIOS

La Bibliografia (relativa
grafie,

alle

nuore

notazioni
al

omoquale

pp.

245-250)

indica

chiaramente
i

lettore

grande sviluppo hanno avuto


proposti,

metodi
1"

vettoriali,

da noi
questi
dal

dopo

la

pubblicazione della
di

edizione di

Elementi;

l'importanza

questi

metodi

stabilita
le

fatto che essi sono stati adottati in (piasi tutte


sit

univer-

italiane; importanza che

pochi avversari
Ci

sistematici

non

diminuiscono,
alle

anzi

accrescono.

baster,

dunque,

accennare

numerose aggiunte
a

e perfezionamenti intro-

dotti nella presente 2

edizione

(').

L'ordine generale rimasto pressoch invariato; anzi


l'unico cambiamento di
ti

ordine questo:
(/\),
i

il

prodotto

iti-

ino (X) precede quello vettoriale


di

baricentri (o for-

mazioni geometriche

prima
il

specie, secondo

Peano. FJ
la

seguono immediatamente

prodotto vettoriale, e

contio-

dizione di identit di due F, (definite,

come

rettori,

1
i

Nella

quale abbiamo

riportato anche

tinto

quanto era stato


ora esaurita.

aggiunto nella traduzione francese (Hermann, Paris. 1910

PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE


(*))

crinalmente e non per astrazioni

viene ottenuta,
interno

in
e

modo

.semplicissimo,

mediante

due prodotti
di
le

vettoriale.

Questo

cambiamento

ordine

ci

ha

perdelle
e

messo

di

semplificare notevolmente

dimostrazioni

propriet fondamentali dei prodotti interno e vettoriale


delle

F4
le

Nella Parte I

le

principali aggiunte

trasformazioni
4. e)]
1. ih].

sono

seguenti. Alcune identit vettoriali [Cap. II, n.

nello spazio e le corrispondenti nel piano [Cap. IV. n.


Il

gradiente di un numero e
vettore,

la
]',

rotazione io rotazionale) di

un

funzioni del punto

sono rimasti

definiti, rispet/':

tivamente, mediante uno, o due spostamenti arbitrari di


e
al

mentre

la

divergenza

di

un numero era definita ricorrendo

gradiente e alla rotazione, ora definita, con proceditre

mento analogo, mediante


punto P;
mettere
in
il

spostamenti
di

arbitrari

del
e

che,

oltre
il

dare uniformit

definizione

piena luce

significato tsico della divergenza,


le

permette

di escludere,

anche dalle dimostrazioni,


della

coordi-

nate cartesiane.

Come Appendice

Parte

I,

abbiamo

riportato, dalla edizione francese, quanto fondamentale pelle

formazioni geometriche generali

di

GRASSMANN-PEANO
minimo

e cos la l'arte I contiene, oltre al sistema vettoriale

[Cap. l-YL] quanto fondamentale per

il

generale Calcolo

1
i
'

Definizione riconosciuta insufficiente, o/meglio erronea


5. di C.

ofr. Lo.

giea Matematica^ Cap. IV,


i-i I

Buralt-Forti (Manuali Hoepli, L919

quaternioni di Hamilton, gi contenuti nella Appendice della


si

edizione francese

trovano pure come Appendice alla

fine del

presente

volume.

PREFAZIONE
geometrico',

\I.I.\

SECONDA EDIZIONE
II

\i

ma

nella

Parte
1

facciamo
edizi

uso

soltanto

lei

sistema minimo coin nella


Nella
Assrtoti
e

Parte
))i<ati

II

vi

le

seguenti

agginute.

Oap.

assintotic [n. 1|:

Eliche cilindriche [n.

<>):

Linee
le

<li

curvatura,

geodetiche,
|n.

assintotiche
7];

sviluppandone
rigate
[n.

propriet fondamentali

Superfic

9};

Superficie di rotazione ed elicoidali [n. IO];


<i

Punto funzione
12].

tre variabili [n.

11]

Aree

volumi
prof. T.

[n.

Ringraziamo vivamente

il

Boggio per averci


bozze
e

efficacemente aiutati nella correzione

Ielle

I'Bdi-

TORK
per
la

che. nonostante

tempi

diffcili,

ha posto ogni cura

buona

riuscita di questa

seconda edizione.

Agosto 1920.

G.
K.

Burali-Fortj (Torino)

Maroolongo

(Napoli)

N DICE

Prefazione alla prima edizione Prefazione alla Beconda edizione


Indice

Pag.

v
ix

xv

A t

1:

i:

ni A

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


CAPITOLO
1.

Somma
1.

prodotto per un numero.


Pag.

Vettori eguali

3
ti

2. 3.
4.

Vettore nullo

5.

Lunghezza, direzione, verso, modulo Caratteristiche di un vettore; rappresentazione uralica. Somma di un punto con un vettore

6
7

6. 7.

Somma

di

vettori

9
11

Prodotto di un vettore per un numero reale


Espressioni lineari di
vettori

8.
9.

13
15

10. 11.

Punti di una retta, di un piano, dello spazio Coordinate dei vettori Coordinate cartesiane

16
16

CAPITOLO
Prodotto interno
1.

II.

e vettoriale.

2.
3.

4.

5.

Angolo di due vettori Prodotto interno Prodotto vettoriale Relazioni tra prodotto interno e vettoriale Proiezioni. Applicazioni alla trigonometria

Pag.

21

22

26 29

36

XVI
6. 7.

INDICE
Pag.

:-!S

Distanze, angoli, aree, volumi

Coordinate cartesiane ortogonali

4t

CAPITOLO

III.

Calcolo baricentrico.
1.

Definizione delle forme di prima specie, F,

forme egnali

2. 3.

forma nulla Algoritmo delle F t Massa e baricentro


Costruzioni grafiche

Pay.

45
47
18

4.

50
52

5.
6.

Alcune applicazioni
Coordinate

alla

Geometria elementare

ni

CAPITOLO

IV.

Rotazioni in un piano.
1.

2.
3.

4.

5.
6.

Rotazione di un angolo retto Complessi e loro algoritmo Rotazini in generale Riduzione dei complessi ad esponenziali Aree piane e distanze Coordinate cartesiane e polari

Pag.

."7
ti)

6.8

64
tf-~>

70

CAPITOLO
Funzioni
1.

V.

di

numeri.
Pag.

Limite
Derivate
Vettori e loro derivate

7:>

2. 3. 4.
5.

74
75

Formula
Integrali

di

Taylor

77

7^

CAPITOLO
Funzioni
1. 2.

VI.

di

un punto.
Pag.

Funzioni
Gradiente Rotazione

di

un punto

in

generale

81

M
s '<

3. 4. 5.

divergenza
roi

Prodotti degli operatori grati, div.

90
91

Alcune applicazioni geometriche del grad

INDICE

XVll

APPENDICE ALLA PARTE PRIM


Formazioni geometriche.
1.

2.
:'..

Forme eguali Forme nulle Forme d quarto specie

Pag. 100

>

loi
lui

4.
f>.

Somma

prodotto per un

numero
.

102
102
l

fi.

Prodotto alternato progressivo Nota/ione effettiva


Interpretazione geometrica
Differenze
caratteristiche
tra

(| ^

7.

|( ^

8.

il

prodtto

alternato

il

prodotto algebrico
!.

105
-

Bivettori e trivettori

106
i

10.

Significato meccanico Ielle

F2

|ls

11.
12.

Operatore indice
Posi/ione
di Ile

109
111

F
tra
F,

13.
1

Alcune ideutit

nello

spazio
fo

nel

piano

....

112

1-.

Prodotto alternato regressivo


Limite, derivate, integrali

intersezioni)

113

15.
lo".

Un
11">

Trasformazioni lineari

P A RTB S E500N DA

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE

ALLA GEOMETRIA ALLA MECCANICA E ALLA FISICA MATEMATICA


CAPITOLO
I.

Applicazioni alla Geometria differenziale.


1.

Retta tangente e piano osculatore. Assintoti,


toti ci

piani

assi liPaj,'.

119

2.

Arco, flessione, torsione, formule di Frenel


Sfera osculatrice, cerchio osculatore

122

3. 4.

F2H
-

5.
fi.

7.

Evolventi ed evolute Linee piane Eliche cilindriche Punto funzione di lue variabili

130
131

135

138

XVI11
8.
'.).

INDICE
e traiettorie di

Inviluppi

mi

b sterna

=o

di

line-.

l'air.

14<i

Saperfici rigate Superfici di rotazione ed


elicoidali

151

LO.

156
158

11.

12.

Punto funzione Aree e volumi

di tre variabili
.

159

CAPITOLO
Formule
1.
2.

II.

di calcolo integrale.

Teoremi

sul e

gradiente e sulla divergenza

ag.

161

Lemmi

3. Il 4.
5.

teorema di Green teorema di Stokes o della circuitazione


della variazione del flusso
in coordinate cartesiane

164

1H6

Teorema Formule

170
ITI

CAPITOLO

III.

Applicazioni alla Meccanica.


1.
2.

Velocit ed accelerazione

di

un punto
.

Pag.

IT:!

3.
4.

5.
6.

Moto centrale Formule fondamentali per la cinematica di un corpo rigido Moto di una figura piatta nel proprio piano Curve funicolari Moto di un corpo rigido

174
178
181

185

187

CAPITOLO
Applicazioni
1.

IV.

all'

Idromeccanica.
Pg. 191

Equazini

di

equilibrio e del

moto

2.

Molo

vorticoso. Potenziale di velocit

194

CAPITOLO

V.

Applicazioni alla teoria dell'equilibrio


dei corpi elastici isotropi.
1.

2.

Formule preliminari Formule del Betti per


spostamento

Pai:.
la

l!'!t

divergenza

la

iota/ioni-

dello

201
_'i>4

3.

Formule

del

Soinieliana

INl'H

'!:

\|\

CAPITOLO

VI.

Applicazioni air Elettrodinamica.


1.

Potenziali ritardati

Pag.

2<7

2.

Le equazioni
in riposo

li

Maxwell-Hertz dell'elettrodinamica dei corpi


211
e

3.
4. .

Vettore radiante

teorema
li

li

Integrali delle equazioni

Poynting Maxwell-Hertz

214

215
217

Le equazioni

li

Lrentz

APPENDICE ALLA PARTE SECONDA


Quaternioni
1.

di

Hamilton.

2.

Operatori vettoriali e loro campi li applicazione Definizione dei quaternioni mediante i simboli

.... x A di

Pag 225

3.
4.

operazione per Simboli S, V, K, T


la

vettori
;

225 226
227

quaternioni

retti
li

Definizione di Hamilton; identit

questa definitone con


precedente
e prodotto dei quaternioni

5.
fi.

Somma
Potenze

228
231
232

I,

7.

Operatori


li

8.
9.

La

symbolical identification L'operatore SJ (nabla)

Hamilton

234
235

NOTE STORICHE
1.

Origine, notazioni di vettore e di


toriale

prodotto scalare e vetPag. 239


. .

2.

Origine, notazioni di gradiente, divergenza, rotazione

243

BIBLIOGRAFIA
Nuove notazioni
e

omografie

Pag. 245

PARTE PRIMA

Operazioni ed Operatori vettoriali,

urt di

Calcolo vettoriale

CAPITOLO PRIMO

Somma

e prodotto per

un numero.

1.

Vettori eguali.

a)

Se

P,

Q,

/.'.

n.

sono punti (ordinari,

propri) qualunque, con la notazione

Vo(P,

Q,

B, 8

indicheremo

il

ninner reale (relativo,


:

cio,

/>*/// >o,

>

negativo,

o nullo) tale che 1 Il suo valore assoluto

numero che misura il volume del tetraedro di vertici /\ Q, B, S, quando si prenda come unit <li misura il cubo avente per lato ima lunghezza arbitraria,

il

ma

fissata

si riterr

una volta per tutte (unit lineare li misura e che sempre sottili tessi secondoch: ovvero se non nullo, il suo segno
. :
i

medio Iella mano sinistra, rispettivamente, da P verso Q e da P verso /', possibile, o pur no, disporre il pollice da P verso S: ovvero, il che equivale, secondoch piedi in Q e elie guarda il una persona eoo la testa in P,
disposti Vindice e
il
i

segmento
nistra
1

jR8,

vede S alla propria destra o

alla

propria

*/'-

( ).

contrario al sistema cosi detto della vite a destra adottato

Hamilton, Tait. ecc. da TnoMSON a 1895-96) Cambridge ediz., Natura/ Treatise Phylosojyhy in: on Tait (2 e voi. I, 5 234; seguito da Maxwkix, Gibbs, Heavisiue. Maxwki.l mi suo
(')

Il

sistema

qui adottato e seguito da

celebre Treatise (edizione francese),

p.

26,

dice:

I/action

conibine

des museles dn bras, lorsqne nous tonrnons en dehors le dessns de la maio droire, en menu temps <|iie nona tendons la inain en avanr, grave dans la mmoire, mieux que tonte dfinition, la nature ilu mouvement d'une vis droite .

PARTE PRIMA

Ci posto, dati i punti ^4, li qualunque, per ogni terna di punti /'. o. /i', i-est determinato il numero reale
(1)

Vol(, 1\

<?,

B)

Voi (A,
<li

P, Q, B).

dunque determinato, ed
a

unico, V operatore che applicato,

sinistra, alla terna arbitraria


(1),

punti

/'.

Q,

B. produce
al

il

numero
si

Esso dicesi Tettoie dal punto indica con la notazione, ora di uso comune

A
(di

punto li II. GrRASSM

R.

W. Hamilton,

1844, 1845),

BA
ohe
si

legge,

come

in
:

In altri termini da .4 a l. cio B


terne di punti
e

A
B)

se A,
x

Algebra, B meno ,4 . B sono punti, definiamo


( ),

il

vettore

come
tale

quell'operatore {a .sinistra) tra


che.

numeri

reali

qualunque siano

punti

P. Q, B.
(2)

si

abbia .sempre
Q,

(B
b)

A)(P,

= Voi {B. P,

Q,

B)

Voi

A, P. Q,

si

pui>

La condizione di eguaglianza o identit (=) di due vettori, esprimere nel seguente modo geometrico semplicissimo. Se A, B, C, J) sono punti, si Ita

(3)

A=
/>

solamente quando
(4)

punto medio
(3)

tra

D =
B)

punto medio

tra

Infatti. La

vale solamente (piando


Q,

(B A)(P,
comunque
si

= {D-C)(P,
/'.

Q,
la

R)
L'i

scelgano
a

punti

Q.

/.'.

Ter

tale

condi-

zione equivale

quest'altra
(.4.
/'. ().

Voi

B)
n.

Voi
i

I>.

P, <\

Q,

B) =
Q, B).

Vo{B,

P.

B)

Voi

P.

('

C.

l'.i

KAi.i-1'oi;

ii.

Nuovi applicasioni degli operatori. (Atti della


1915,
i.

R. Acc. di Torino,
p.

voi. 50,

669).

Logica

matematica, 2

diz..

311

(Manuali ninno la chiara, semplice


Hoepli, 1919).
:

e precisa

esposizione
i

Geometria analitica,

voi.

I.

'J

udiz.,

pp. 4

~>- ;*">

ili L. Bbrzi (Manuali Hoepli, 19

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


ovvero, se
.1/

."

medio

bra

/>.

.V

medio
P,

tra

/.'

C, alla

condizione
Voi
(.1/,

P,

Q,

B)

oh.Y.

o.

R
1/

che

vale, per P, $,

arbitrari, sol.

quando

.V.

e.

<l.

d.

fe<__

Fig.

Se

alla

(3)

si

applicano

le

ordinarie

leggi

algebriche

del

^segno meno, si trae

B .D = AC, G A=D

B,

CB=A

IL

che esprimono 1* eguaglianza di altri vettori. Basta perci osservare che il punto medio tra D ed A lo stesso del punto medio tra A e D, ecc. e) Se si suppone A=|=:S la condizione (4j pu esser sostituita dalle tre segiieuti
1
R
:

I segmenti AB, CD hanno egual lunghezza; a 2 Le rette AB, (JI) hanno eguali direzioni fsoho parallele) ; 3 a II verso da A a B identico al verso da G a J>. d) Indicheremo spesso un vettore con una sola lettera. Dicendo a un vettore , esprimiamo che esistono, almeno,
.

punti

tali

che

(5)

= B A.
sono infinite;

Le coppie A, di esse vera la

siffatte

ma

i4, o le tre condizioni

per due qualunque ad essa equivalenti.

(J

PARTE
Se a

l'i;

IMA
la

un vettore

7',

Q,

sono punti,

notazioni

a P, Q, R)
lo stesso significato della
i

li ii

notazione primo

membro
la
(5j.

della

qualunque siano

punti A,

per

quali vale

2.

Vettore nullo.
si

Diremo che
i

il

vettore a e nullo,
si

quando:

comunque
(6)

fissino

punti P, Q,
aiP, Q, R)

ha sempre

0.

Risulta dalla
vettore nullo.

(2)

che, se

Ma

se

A,

A un punto, allora A sono punti, dalla identit

un

BA=BA
si

deduce

[cfr. n. Ij

4A=B B
e

quindi

esiste

un

solo

vettore

nullo

riduttibile

sempre

alla

forma

A A,

essendo

Il vettore nullo si

punto arbitrario. indicher col simbolo

0,

zero.

Sia a un vetLunghezza, direzione, verso, modulo. Col variare dei punti A e B in modo che sia sempre vera la (5), non varia la distanza di A da B , e per a 4= 0, non variano la direzione della retta AB , il verso da -4 a P . Questi elementi, bench determinati dallo coppie A, B. sono per delle funzioni del vettore a, e si chiamano, rispettivamente,
3.

tore.

lunghezza
Il

(o

grandezza), direzione e verso del vettore a.

vettore nullo ha lunghezza nulla,

ma
si

privo di dire-

zione e di verso.

Chiamasi

modulo del vettore

<t

indica con

mod
il

(t,

numero

reale,

positivo o

nullo,

che misura, con

la

stabilita

unit d misura, la lunghezza del vettore a.

Le due condizioni

0,

mod

0,

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


sono r
l

ii

n ;i

conseguenza
r
<i

dell'ali ra
so/a minti
1

cio: un vettore
tu/
0(180.

<

nullo quando

nulli)

Il

suo modulo

in

l'n

rettore

di cesi

unitario

quando moda

l.

Caratteristiche di un vettore; rappresentazione grafica. precedenti risulta subiti che due vettori, non nulli, sono eguali solamente quando hanno la stessa lunghezza, /< stessa
1.

Dalli- cose

direzione

lo

stesso

verso.
la

Ogni ente caratterizzato dunque un vettore.


Scoile dir
la

lunghezza,

direzione

verso

rappresentazione
quale: lunghezza,

di

una

freccili della

retta

un vettore si pu fare con che la contiene, e punta,


<

danno, rispettivamente, lunghezza, direzioni* verso del vettore. Sono importanti le seguenti osservazioni sul concetto 'li
vettore [cfr. L. BERZOLARI,
a)
1.

e.

|.

a=B =

Potendosi determinare infinite coppie di punti A, l tali l A. ne segue che, il vetche per il dato vettore a si abbia a tore non ha particolare posizione nello spazio. In altri termini, se a un vettore non nullo ed .4, B, C. I) sono punti tali che A D G, punti stessi hanno posizione tali che sodist'ano soltanto alla (4), e. per ci. non sono funzioni del vettore a. A, non conviene dire, come b) Posto in un modo a =z B V estremo del vettore a, si fa talvolta, che A V origine e con A I) diverso la <\ il che giacche, posto ancora a G. possibile in infiniti modi, i punti distinti A. G sarebbero
i

entrambi origini di a
<
11

1
f

).

segmento di estremi

dal vettore
Il

un ente ben diverso

A.

segmento AH una classe di punti avente posizione. B A non una classe di punti e non ha posizione. ha un modulo e una Il segmento AB (per A diverso da l direzione (distanza di A da B. direzione della retta AB), ma ha due versi, uno da A verso B e l'altro da B verso A, i quali non possono esser distinti tra loro senza la introduzione di un A ha invece un terzo punto della retta AB. Il vettore B solo verso, indipendente da qualsiasi altro punto della retta AB.
mentre

l Origine ed estremo di a sono delle pseudo-funsion; come ( numeratore e denominatore di un razionale (nel -eliso usuale), monomio, binomio, trinomio,.. termini di una somma, fattori di un prodotto, ecc. [cfr. C. Bcrali-Foutj, Loi/ica Matematica (Manuali Hoepli, 1919)].
) ,

PARTE
La
frase che
si

Pi;

IMA

talora
la

si

usa

un

vettore

un
verso

segmento
o,

del quale

considera

Lunghezza, direzione

non

quindi esatta.
d) Una velocit, o una accelerazione, un vettore, perch dipende soltanto da modulo, direzione e verso. Tua forza, applicata ad un corpo rigido deformabile, non un vettore, perche dipende, non soltanto da un vettore, elie ne d il modulo, la direzione e il verso, ma pure dal punto di applicazione. Una forza dunque una finizione di un punto
<>

e di

un rettore.
5.

Somma
e a

punto

di un punto con un vettore. un vettore, con la notazione

Se

un

A
che
si

-+ a.

legge
il

pi a

somma

del

punto

col vettore o

indichiamo

punto B tale che

a=B A.
Le due eguaglianze
a

= 5 4,

/>'

A wf.

serrili

esprimono dunque, come in Algebra e con le stesse leggi dei la medesima cosa sotto forme diverse. -h Condotta da A la retta parallela ad a e portata su questa, da .4 e nel verso di . la lunghezza di a. otterremo il punto .V .1/. baOppure, se a ster eostruire il punto che medio tra A ed A", e quindi il simmetrico B di rispetto ad 0.

/'.

H
la

Risulta

di

qui

ehe

somma

di

un punto con

un

vettore un punto univocamente determinato. l putito /'.

inoltre,

si

ottiene

dando ad A
il

i-

"

la

traslazione della quale

vettore a individua

Se A,

li.

C,

D
t

grandezza, la direzione e il verso. sono punti, si ha identicamente,


la

.1

.1

/.'.

.1

B -

li

=A:

OPERAZIONI ED OPERATORI SETTORIALI


e dalla

si

rae ancora
.1

B
come
i

h(D
<

0),

.1

D),

ecc.,

Algebra
di

sempre con
.1
i

le

ordinarie leggi dei segni


/;.

li

Dalla

identit

/;

-.-li

dalla
la

definizione

somma

uu punto con un vettore, risulta indicare con A il vettore da A a


/,'

opportunit

di

/.'

non con

AB

coin parrebbe,

priori, doversi

fare.

<;.

Somma

dei vettori.

a)

Con
h
,

la

notazione

<l

clic
il

si

legge
]

a pi
<>
\

fr

<>.

somma

di

con
sia
il

i>

vettore

<i

(>[

qualunque

. indicheremo punto 0; cio

porremo
a +- b
che
tit
Ini

a)

0,

la

l'orma di

una ideni

algebrica.

4- a

Qualunque siano

punti

ed 0', la figura formata dai punti 0% O'-f-r/, (O'-f-a -+-r>,


si

ottiene da quella
lai
/;.

t'orinata

analogamente

ff,

1O

+ 01 +
()
:

punti 0, con la tra- /

stazione individuata dal vettore 0'

dunque
le

La somma di due nitori


b\

Seguendo
-+-

un vettore., univocamente detcrminato. ordinarie convenzioni algebriche, porremo

<i

-h b

= (a +- h

-+-

a -+- b -+- e -+- d ==. (a -+- b -4- e) -+di


tali

d.

cos di

seguito.

Ognuna

espressioni individua
cio

un

vettore.

La somma

dei vettori

commutativa ed associativa

O+ftnft'+O,
(a -+ b)
-+-

=a

-+-

(b

-+-

quindi vale l'ordinario algoritmo algebrico del segno

+.

10

PARTE

L'IIMA
si

Costruendo infatti le somme considerate notissime propriet di geometria elementare:


()
t-

ha, in virt di

(a

-+-

b)=

0-+-

\h +-

-t-+-

{a -+-h)

(b +- o)

Fi e

come

risulta dalla Fig.


h)

4,

ed inoltre
e
(

{a

-+-

b)

-t-

-t-

a--*- (* -l- e)

Fig.

come

risulta dalla Fig. 5;

sempre qualunque

sia

il

punii 0,

e quindi vero, ecc. La Fig. 4 d a hb mediante la diagonale di un parallelogrammo e si ha l'ordinaria costruzione per la composizion e delle velocit, o di due forze applicate ad uno stesso punto.
e) Il

vettore

somma

di pi altri

a X a s

in

numero

finito,

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


si

11

pu costruire fissando ad arbitrio un punto


i

(f

costruendo

successivamente,

punti
-1

H- i,

-l,i

-1

..

-,

il

vettore

la

somma

richiesta niella Fig.

6, si

ha

Avremo
{B

poi identicamente, come in Algebra,

A) + (GB)=G A;
d

(GB)-*-(AG) + (BA)=0

L'estremo

E della

Linea poligonale 'piana o no)

ABCDE

resta espresso mediante L'origine


la

ed

punti intermedi, sotto

forma

E
la

=A

-+-

(B

A)

-+-

(G

B) + (D 0) -h (J0
l'atto

D),

(piale indica

slazioni! per andare da

chiaramente il cammin A ad E.
di

(successive tra-

7.

Prodotto

un vettore per un numero

reale.

Con

la

notazione

ma

o
e

am
<<

l
(

),

prodotto di a per
si

un numero reale

un vettore,

indica

il

essendo m vettore che ha

m
:

pi Veramente conviene far uso della sola notazione ma ed inoltre dovrebbe in rrodi ir re un segno di operazione da porre tra i ed a. Per semplicit seguiamo l'uso comune, sebbene a scapito della esattezza Logica. Cfr. in proposito il nostro voi. I di Analyse vectorielle
si

generale (Latte.*, Torino, pag.

14.

Il'

parte primi
1 la

lunghezza eguale

al

prodotto della
fi

Inngliezza

li

per

il

valore assolato di
2'

In

direzione (supposti

ed a

m non
ed

nulli)

identica
nulli

alla

direzione di
3
il

rerso (supposti ancora

m non
m
vettore

identico

o contrario a quello di a. secondo che Queste condizioni individuano il

e positivo o

negativo.

danno

ma poich ne Cio: il prodotto di un vettore per un numero un vettore univocamente determinato. Le pi elementari propriet dei triangoli simili mostrano
il

modulo,

la direzione e

il

verno.

subito che, come in Algebra,

si

ha
(m
-+-

m(a
inoltre

-+-

b)

= ma =

-+-

mb,
0,

n \a

ma

na

wiO

e da

ma

0,

segue
si

0,

oppure

m = 0.

Se m=j=0

porr, come in Algebra,

a = (

1 la,

=
/>

-+-

a
b),

=a
1

quindi: fritto l'algoritmo algebrico delle operazioni -t-, prodotto e quoto per un numero reale, applicabile ai vettori.
Inoltre

- (B A) = A B
e se
si

pone

AaA
-/

-f-

a),

avremo ancora, come

Algebra,,
/'.

A-h(B-C = A (CBi; A (AB


Si

ecc.

noti per che non tutto


ai
(7,

il

estendere

punti; cos, per


cio

es.,
il

-+-

Z?

(A-t-B)

(7:

mB; vt-r. ancora porre sotto la forma mA Nel Oap. Ili estenderemo ai punti tutto l'algoritmo algebrico
,U"i

precedente algoritmo si pn non lia ancora significato Tettoie m(A B) non si pu

valido pei vettori.


infine che se

Notiamo

frecce aventi l'origine

rallelogramma,
vettori a

le

\-bea

rappresentano con completa il padue diagonali di questo rappresentano duo b (oppure b a a seconda del verso), poich
i

vettori

aeb

si

comune

e su

essi

si

OPERAZIONI ED OPER LTOK1


si
li;i

E51

l'<

>R]

il

identicamente
.

(0-+-rt-f-&)

cu

/>.

a)

<>

b)

In

particolare, se

allora

-+-

a da

a b Iranno egual modulo [cfr. Fig. 7], hanno le direzioni delle bisettrici degli

angoli

formati
fr.

lue

qualsiasi

rene,

complanari,

parallele

ad a

Espressioni lineari di vettori. Diremo che il vet parallelo ad una retta o ad un piano , B A, la retta AB parallela alla retta o al piano considerati. Diremo che vettori, non nulli, a, h sono paralleli , che sono comvettori, non nulli. <i. b, planari quando essi sono paralleli ad una stessa retta o ad uno stesso piano. Per generalizzare poi questa nomenclatura, diremo che: il vettore nullo parallelo a qualsiasi settore, complanare con qualsiasi coppia di vettori. Inoltre diremo che vettori a, b sono ortogonali quando sono paralleli a due rette ortogonali; che il vettore '/ normale ad un piano y. quando a parallelo ad una retta normale al piano y. K chiaro che: a e b sono paralleli quando punti 0, O-ha, -+- b sono collineari; a, b. e sono complanari quando punti O - b. <) O, O ((, e sono complanari. a) Ogni rettore a parallelo al vettore non nullo i, si pu esprimere linearmente, in un sl modo, mediante i; cio
8.

non nullo, a, quando, essendo a


tore,

=
i

<

a
e
//

.ri

ninner reale %

Unico.

14
I

PARTE
due
rettori
si

nmiA
comune lunghezza

(mod

ija,

(modri) hanno a

e direzione e

ha

(mod

moti

'/

secondoch a ed

hanno egnal verso o verso contrario; quindi


X

mod mod

in

un

sol
b)

modo.
Ogni vettore a complanare con
e
i

rettori

non

paralleli.

quindi non nulli,

}.

si

A O-i-a

pu esprimere linearmente,
UH
cio
sol

in
;

modo, mediante

e j

a
e la
\J.

.vi -+-

yj

coppia di numeri

reali

X,

unica.

Le
da
Fi''. 8

parallele
-+-

condotte
rispet

o ed

a= A
vettori
in
/>.

tivamente
si

ai

./

incontrino

Si

ha

identicamente

B
ma B
ed

0)-h

L4 B)
i

AB
si

sono pani 11 eli ad


ha, almeno in

ed

.):

quindi, per

il

teo-

rema precedente,

un modo.
ni.

a
Se, in altro modo,
si

i -\-

ottiene

a
soi
t

xi
i

-f-

,(/

.)

raendo

si

ha
(x

x')i
//

il

y')

0:

se

y' .r x' =j=0 oppure mere linearmente mediante


ralleli

=^ 0, allora
:

od

si

od

quindi

ed

potrebbe esprisarebbero pa>'

x // contrariamente all'ipotesi. Dunque x la coppia .. y e unica. e) Con un ragionamento completamente identico in ne provare che
.

cio

si

pu

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


Ogni vettore mediante
i

""

>

si

rettori non

pu esprimere linearmente, complanari i, j, ciot


i.
.

in

un

sol

modo,

a
6
l((

ri

yj

:/.

termi

a?,

//.

di

numeri

reali Unica.

Fiff. 9

Nei seguenti numeri


risultai
i

9-11) faremo alcune applicazioni dei

precedenti.

!.

Punti

di

una

retta, di

un piano, dello spazio.

Posto

P=A-h.vB

A.
poich

P
retta retta

un punto della AB quando P

retta

.1/':

viceversa,

parallelo a

B il,

Sta

sulla

ogni punto della


il

AB

esprimibile con quella forma.


se

Analogamente

A,

/>,

G non sono
.4
1

collineari,

punto

P^z
col variare di x ed
il
//

A h- x[B
nel

campo
G,

dei

numeri

reali,

percorre tutto

piano ABC. Finalmente, per A, B.

D
h y

non complanari.
G

P= A
col variare di
,r.

-+- x\

4 + D A),
z

y.

e.

percorre tutto lo spazio.

possono esprimere tutti i punti di una retta, di un piano, dello spazio, mediante dite, tre o quattro punti fisti.
si

Dunque

16
10.

1*A1M E

PRIMA

Coordinate dei vettori.


><

si

complanari, ad ogni vettore


ii

Se /. pn dare
/'.

/.

sono

vettori

non

la

forma

= ad
reali.

h bj +- eh.

ove , b, e sono numeri di u rispetto al sistema


bj.

Questi numeri dicensi


/.
/'.

coordinate
vettori "i.
li

di

riferimento
>t

ck diconsi

componenti

li

rispetto alle lire/ioni


i

}.

l.

subito chiaro die le coordinate di mu sono prodotti li m per le coordinate di ti le coordinate della somma di vettori sono le somme delle coordinate omonime dei vettori, ecc.
:

Si
ti

ponga
ai +- bj +- ck,
"

u'

= +
a'i

b'j

+ e A.

"

<t"i -+-

&"J

-+-

/.

vettori . u' sono paralleli

solamente quando

hanno

li-

coordinate proporzionali: cio

per per

a'b'c'

4=
0,

0,
e'

a'

=b =
b'

e'

a'//

4=

=r
e'

=b

b'.

0;
0.

per '4=0,
Intatti

qualunque, & = c = devi' essere n = mii. cio = me' ecc. a=:ma'. b = mb\
'

I vettori

nullo

il

. '. i*" sono complanari solamente quando determinante formato con le loro coordinate, ci

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


I

17

numeri
li

.'.

y,

sono
li
/.

le coordinate cartesiane d

P rispetto
i,
/,
/.

al

sistema
dotte da
i

riferimento
ad
i, ).

cni:

ne l'origine;
gli

le parallele
li

consono
dei

ne sono
la

a88i' A

versi

versi positivi degli assi:

lunghezza

li

nno qualunque
le

tre

vettori
II

ne V unit
/'
<

di riferimento.

punto
il

cos

espresso
le

mediante
in

sue

coordinate
e,

tutto

sistema di riferimento
a

modo semplicissimo

ci che

pi interessa, assoluto, poich

bastano
li

individuare

il

punto

se

coordinate li mi punto non non pure dato il sistema


equazioni
lo

riferimento.

ottiene

L'ordinario algoritmo per facilmeute dalle note

le

li

rette e

piani
e

si

propriet

quindi ogni importanza assoluta. Noi mente. Intendiamo posto


:

perde esamineremo rapida<l'i

vettori

P
P.2

h xJ
.tv

/'
i

,/.-.

P,

=zO-h

-+-

yj
nj

-+-

z% k,
-+-

P
-+-

+ yj + zjt, = = 0-t- x y -+-:/..


-+- a?j
3

i -+-

3 .j

P= O
u = mi
-+f

xi

yj

-+-

:/..

pi.

= mi
P

-+-

!..

terr
e

a L'equazione esprimendo che


(cfr.

Iella
il

retta che passa per

si

vettore

parallelo a

I\

ot-

quindi

n.

LO

lela

Parimenti, l'equazione della retta uscente da P, e paralal vettore x , per la stessa ragione,

,r

y
n

L'equazione del piano individuato dai


si

tre punti P,,.


0

otterr esprimendo che


:

vettori

PP
z

P P
1

Pn

P,
P,,

ll

P,

sono complanari

quindi

iVa
a? 2

y Vi Vo
y
il,
i

~i

=2

:,z

Elementi di Calcolo vettoriale

18

PASTE
Sostituendo
in

l'i;

IMA.
:

questa ad

x, y,

le

coordinate del punto


e sufficiente affli
i

/'

cio
i

'

ha Jn condizione necessari

punii

1\. I\, P, siano complanari.


<1<-1

L'equazione
tori

piano uscente da

/'

parallelo

ai

vet-

" e "'

'

x
m
'

n
n

j!

z
j>

0.

in'

p
equazioni
esplicite

A.bbiamo ottenute
del pian.

cos

le

della

reti

tacile ottenere

le

equazioni parametricke.

puuto P quando
Il

sta sulla retta uscente da

parallela ad u

P= P
quindi

-+-

hu

=x

-i-hn),

= O-h y=y
P

(.',,

-t~

hm)i +:

-+-

hn

hp.

Per iLpiano condotto da


allo stesso

parallelamente ad x

e u'.

avremo

modo
km
-+- i'm'.

=x

-+-

=y
h

-+-

hn

-+-

h'n',

i-

hp

-h h'p'.

Eliminando
precedenti.
b)

h,

oppure

/''.

si

ritrovano

le

equazioni

La
ax
+/>,;/

-+-

cs

+ (/-i,

non tutti nulli, l'equazione di un piano. Supposto e ricaviamo z dalla- precedente e sostituiamo il valore ricavato nella espressione di /'. Otterremo
o, &. e

P=0 +- xi
cio

-+-

yj

i
\

a
-

>

,vh

)f>

0e

./
/.
i

ni.

'

>

pi

/'/.

punto P descrive il piano uscente da {djc)k A-, o &&. Ricavando invece a? > parallelo ai due vettori oi

dunque

il

e
v.

IPEUZIONJ ED OPER
ai

L'OR]
'in'

ETTORIAL1
piano
in

H>

oberando come prima,


parallelo
ai
\

trova

il

questione

el

tori

hi:

cj

ci

ni.,

j -- hi

il significato geometrico dei numeri a, &, e. K assai tacile trovare le condizioni di parallelisi due rette <> di due piani. Per una retta ed un piano

ed abbiamo cos
<

li

ni

-'---- =
a
]
il

ax

/'//

<:

(1

= 0,
bkcj,

baster esprimere che


e ci

vettore " complanare con

<i/>

cio
II)

CAPITOLO
Prodotto interno

II.

e settoriale.

1.

Angolo

di

due vettori.

a,

Siano
t>
,

n,

i>

vettori

non

nulli.

<3on

la

notazione

ang
si

indicher
<

l;i

misura
per

in

radianti

dell'angolo,
a

piatto, formato dalle

dne semirette aventi


i

convesso o cornane l'estremo Q


i

arbitrario

passanti

punti

-+-

a,

rispettiva-

mente

L'ang(, b e un nnmero reale, positivo o nullo, univocamente determinato, funzione di a e b soltanto, e appartenente cui estremi sono 0, ~. &IV intervallo evidente che, essendo ni, n numeri reali non nulli e di e.uual segno, si ha
i
:

ani;-

a. n a, a)

ang (b
0,

a)
(a,

= ang (ma,
fri -i-

nb
(re,

ang
Inoltre
:

ang
ang

ang

6) =

iz.

n.

/>

=0,
:

significa che b sono paralleli e di egual verso

ang he
a, 6

a, b

= -,
e

sono paralleli

e di

verso contrario:
b)

lilialmente

ang (a,

=n

2,

che e b sono perpendicolari. Per brevit di scrittura, porremo


sen
[a.

= en ang

".

&),

22
e

l'Airi

ri:

ima

rosi

per

le
<>

altre funzioni circolari.


!
;

chiaro che sen


pu variale tra

<>.

f>

pu

nullo, non si pu dar b notazione per ang a, scriveremo ancora significato sen f. i>, cos ". & intendendo indicare sempre, ad es., il numero zero (e sarebbe indifferente stabilire wo, ovvero un numero compreso tra o ed
alla
; l
.

. b ed variare tra Se uno. almeno, dei vettori a, b

mentre eoa

lt+1.

2.

Prodotto interno.
di

a)

Chiameremo prodotto
".

interno.

essendo l'indicheremo con la notazione


o scalare,

a per

rettori

qualnque,

x b.
o
<

che

anche mero reale definito dalla eguaglianza


si

legge a interno b

a scalare &

il

nu-

x b = ni od

mod
e

&

cos ". 6

La interpretazione geometrica
importante.

meccanica della

molto

Se
lela

moda 1,
a.

allora

axb

la misura,

con un segno, della


e

proiezione ortogonale della lunghezza di b su di una retta paral-

ad

Pi precisamente:

se.

per

moda = l

= B A,

B A-h 6

Fig. 10

sono
siasi

A',

le

proiezioni ortogonali di

-4.

B
/>"

su di una qual-

retta
<<

parallela

chiamarsi
tore a
2
,

.4.'. che proiezione ortogonale di b nella dire/ione del

ad

a,

per

il

vettore

pu

si

ha

B'-i' = oxJ'<i

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI

16
:

come
8e
/:

risulta
A'
<li

nullo solo per 6


|

immediatamente dalla osservando che B' quando si La ang(cr, 0, oppure per b


l
|

.!'<
re/2;

",

il

vettore

/>'

<i.

.1'

ha lo stesso verso o verso con


1.

trario

a secondoch ang
iiiod

acuto o ottuso.

Quindi, sempre per

axb'tt
b

la

la

componente
componente

li

6 parallela ad a
i>

axb'a
inforza
li

di

normale ad
il

e
li

^i-

vettore "
in
i

(.costante

trasporta
il

plinto

applicazione da < misurato la a


li

b in

linea

retta,

lavoro

compiuto
sono
vet-

b.
lei

Le propriet fondamentali
e

prodotto
a,
//.

interno
'

espresse dalle formule seguenti, nelle quali


tori

sono

numero
a

reale,

X
x 6=

0xa =
o segue "
'.
<> /-

3
'

da a
a

<.

ti

normale

b.

(5

X b -= b X a. b mti X == X ffXi'> + e) = X&H-XC


' ti
ft

(I

'/'/'

fi

(a
7

h-&)Xc=Xc-t-&Xc
a

= a~x U'ti per vet tore unitario parallelo ad


essere

".

Le
e

-">

sono

&=j=0,

deve
4

immediate conseguenze Iella ang a, nj2 cio a


/.

per 7=j=0

'

f>

perpendi-

colari.

La

evidente per a
ti.

=
.

0,

ovvero
la

//

-_

o.

Se, invece, nes-

suno lei vettori perch ang a. b

b nullo, allora

vera,

per

la

(1),

La
nessuno

(5

ang b, ti vera quando uno


,

degli
la

enti
.V

a,

(>,

nullo.
(1)

Se

di

qUesti e nullo, allora

risulta

dalla

osser-

vando che
ang(,
6)

= ang

>, 6),

ovvero

ang

ti.

li

r=n

ang

uta.b

secondoch / positivo o negativo. vera per a La prima delle


<>

della

moda=l,

dimostrarla quando posto b B A,

moda = l.

0.

Se a={=0 basta, a -ausa Supposto, dunque,


ed

c= C B

essendo

-4.

/;

24
le

PARTE PRIMA
proiezioni

ortogonali
si

dei
2

punti

A.

/:.

G,

sn

di

una

r<

parallela ad n.

U dalla

B'A

-a

!>.

f"lJ'=aXc-(i.

("

- A'= a

-+-

Fig

sommando

le

prime due

si

ha
a

C A'= [a Xb-+-aXc
che, confrontata eon la terza, d

X [b +

e)

= (a X b
.

-+-

a
.

Xe
La

risulta dalla

da cui risulta subito la prima delle 6 prima e dalla 4 Se /( parallelo ad a si ha a mu

seconda delle

qnindi moltiplicando
. m

per .
[cfr. a

xh^M'/ix: ma
r=Xt,
il
]

i*x**=l"lcos
la

LlcosO=l
si

e quindi

che dimostra

7. Lo. stesso

ottiene

mediante la nota espressione della componente di o parallela ad u. La prima delle 3 eie t), 5), 6 provano che per il seguo < di operazione vettoriale, valgono le ordinarie propriet del prodotto algebrico di due fattori: di non pi di due poich le notazioni o- x &) x e, a x (6 x e sono attualmente prive di significato e non possibile dargliene uno in modo che, valendo 1-7, valgano le ordinarie propriet del prodotto algebrico le di tre o pi (attori. Le altre formule esprimono propriet

metriche del prodotto interno, ed da tener presente che


a
la condizioni
di

Xh=
b.

perpendicolarit dei vettori u.

OPERAZIONI

l'.D

OPERATORI VETTORIALI
delle propriet ora esaminate.
.1.
/;.

25

Diamo dne applicazioni


1

Tra
.1

punti arbitrari
l>

0,

/>

ha

luogo la
-

identit

C)X
t
i

A)x
/>i

/.'

l>

.1

/;

1>

0.

[11 fai

ossero

and che

C)

(B

/>i

/>

x a D),
termini

sviluppando con e applicando la


lati

la
(4),

6), si

facendo
ha subito
(die:
se

1<>

stesso per gli aldi

la

identit indicata.

Tale identit prova


coppia: oppure:
triangolo
2
81

in

un

tetraedro
i

due coppie di
lati della terza

opposti sono ortogonali, sono pure ortogonali


/>
il

punto comune a

due

delle

altrui
!K

del

ABC,
Siano

anche
/'.

la
/,'

.1.

rimanente altezza passa per punti non collineari e C

il

punto nei

quale

si

incontrano

le

norma/i

condotte

(nel

piano
le

PABJ

dai
alla

punti A,
alla
retta
retta

alle

rette

VA. PB.
alle

Dimostrare che

antiparallele

Ali.

rispetto

rette

PA, PB,

sono

norma/i

PC.
Si

ponga, per brevit di scrittura.

a
b

= mod A P),
(

u
v

= mod(B Pt,
le,

= (A Pp
(

I'
,

a
j

b.

ovvio ebe

vettori

verso, ai vettori

P. B
i

v sono unitari
P.

paralleli, e di

egual

Se

si

considerano

punti

A
la cui

= P^-bti,
AB

B^P-t-ac.
la retta

costruzione immediata,

AB
1

una delle antivettore

parallele considerate ad

ed ha
1

la direzione del

A B
Ora, per
il

= bn av.
iG

punto

si

ha

(C-l)Xtt=0,
ed osservando che, ad
es.,

Bxr =

A = \G Pi il- P) si
i

ha subito

(CP

xu= (A P)Xu =

a.

Pi X v =(B P x v = b;

L'i;

PARTE PRIMA
ri spetti vammeli te

moltiplicando
(C

per

ed

sottraendo
1

Pi X
Se.

(fcu

av) =

cio, {0

P)X(A
'<

II,

=
ar-

che dimostra
e)

il teorema. come /// Algebra,

si

pone, essendo

rettore

bitrario,
(8)
rt-

= rtX ",
8
,

risulta

subito, per b pure vettore arbitrario,


a*

= (mod a)
-+fi,

moda
(a
-+-

yet*,
/>-.

(9)

&)

a 2a X 6
2
i

&*,

5)

x (a 6) = a*
le
:

Ad
elie
il

es.,

per

vettori

b, e si

hanno
esercizio

identit seguenti,

lettore
-+-

pub dimostrare per


(a
2 i -+/>

b)*=2(a (a +6 + c)*+( o + ft+c)'+(a &H-c)*-f-(a-t-& a)* (a -+ (a 6 e =z3(a -H (6


(a

bf -+2

c)

=^4(a ! 4-ft*H
b*
-+-

e)

(e

-t-

ftj

-t-

-f-

i -+-

e*

diagonali di

prima delle quali esprime che: la somma dei quadrati delle un parallelogrammo equivalente alla somma dei quadrati dei lati; e analogamente per le altre
la
3.

riale (o

Prodotto vettoriale. a) Chiameremo prodotti' retto anche esterno) di un vettore a per un altro b V indicheremo con la notazione
<

&Ab
che

si

i>.

legge

vettore 6

o a

a esterno b
:

quel

a,

vettore

+ 6/
/

tale che
1

il

mod
6

?t

eguale
/>
:

a
e

mod
la

mod

seti

cine

misura, col quadrato dell'unit lineare, dell'area del parallelo-i


li
/>.

grammo

vertici
i

0,

a,

Oh-h
2 la direzione di (per

&;
e
fr;

normale ad a
vettori
al

cio

normale ad un piano parallelo ai due parallelogrammo considerato prima


:

piano del

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


;; il

27
il

verso di

"

per u

quello ebe pu prendere


si

pollici

della

mano

sinistra,

quando
1

dispongono

Vinilici
:

ed

il
.1

medio rispettivamente nella direzione e verso di e i> vale ". f> ft, 0-4-w): dire si ha Voi 0, qualuuque sia
1

il

punto
Il

0.

vettore
fissata

cos

univocamente
'li
1 1 1 i

determinato,

una

volta

L'unit

lineare

1.1.

risultandone

indivi-

duata grandezza, direzione e verso. h sono Le propriet fondamentali dell'operazione \ sono vel espresse dalle formule seguenti, nelle quali a, i>,
<

tori

///

numero

(i

reale.

a
0.

():

'

da a
in

b
\

i)

risulta a

o &

(,

e/

parallelo a b

2
\

h
e)

ma)
a
\

b
t

=a
a
\

(mb)

a
a

\
(

(b-h
tu
\

'

=fl

A c

+5
a

\ e

ili

a
inod a

=b

\ &)

= mod a

mod b

sen

a,

/>;.

Le propriet (1), (2) e (5) risultano dalla definizione stessa e dall'osservazione che ma vettore avente la stessa direzione di a ed il verso eguale
contrario secondo che m positivo o negativo: e faci!niente pure
si
k

'

deduce

La dimostrazione di (3) richiede qualche maggior sviluppo.

Poniamo anzitutto
6

ma

MW

t___
Fig. 13

-+- ft'

con

normale ad <i cio ma e b' siano parallela e normale ad a; allora chiaro


b'
:

le

componenti

di

[cfr.

Fig. 13] che

&

\ &',

perch questi due vettori hanno egual direzione, egual v< ed egual modulo, essendo il parallelogrammo costruito su a, b equivalente al rettangolo costruito su fi e b'. Ci posto, se b

28 e e sono normali ad a

PARTE

l'UIM

la 3 sabito verificata. Infatti sapposto che a sia unitario e ci, per la 2 toglie nulla alla geneh si ottiene da b eon una rotazione li 90 ralit il vetton- fi
. .

._-.

u
la
-

nel piano

nonnaie ad a
il

in

un senso ben determinato;


fr

<a rotazione subiscono e e

+c
r

danno

fi

< e

e quindi

teorema
b

vero.

Xel

caso

generale poi

potreme

sempre porre

ina

-+- b'.

no

-+-

con

/>

e',

quindi anche

b' -+- c\

normali ad
6'

a.

Allora
i.

fi

\ (b -+-

c)=:a

li

-e-

/>

'f

r'

per

la

prima osservazione fatta;


fi

di

seguito

h'

-f- r'

\ b'

-H

f/

\ e'

rfl

ha

e;

il

teorema cosi dimostrato. e La prima delle le

sono propriet comuni

col prodotto algebrico.

La seconda

delle

dice che
h

la

condizione di parallellmo

dei vettori a. b
fi

0.

La

esprime

(die

pero
di

il

cambiamento

segno.

due vettori

Nemmeno a \b ,\

non sussiste la propriet commutativa; ordine produce soltanto cambiamento sassiste la propriet associativa, perch i
di

e e a

<

sono

in

come vedremo

tra poco, e

quindi

la

notazione "

generale diversi, 6 e priva

di significato preciso.

OPERAZIONI ED OPERATORI SETTORIALI


il

29
ortogonali

Se
e

i,

sono rettori
defluisce un

ani tari

si

nuovo vettore
'

a.

ponendo

'

h
Valgono
le

il

sistema

i,

j.

/.

destrogiro ortogonale.

relazioni

(6j
[

ix
i

a
,y

-x
../.

<>

=j
il

.\

/.,

i,

A-r-e

.y.

qualunque

sia

vettore a

si

ha

identicamente
a

(7)

(iX'
xi
,
i

+ Xi'j + oX A
i

poich essendo a
spetl Lvamente, pei

//.;

e/.-

si

ha,

moltiplicando (x),

ri-

j.

k
y

/,

./".

=aX

hanno
il

Relazioni tra prodotto intorno e vettoriale. a) Si le due formule importantissime seguenti, che esprimono teorema del duplice prodotto rettori/tic.
4.
-

(1)
(2)

<i

\b)
\
f>

\
\

e
e
i

=aXe
~a X

&Xe
a Xb

4
e,

r/

c-b

la prima delle qriali esprime il vettore (a <\ b) \c, complanare con vettori a, b e nonnaie a e-, linearmente mediante vettori a, b analogamente per la 2 La (2) e conseguenza immediata della (1) e della (4) del n. 3,
i
i

/\

(6

e)

a,

e quindi basta dimostrare la

La

(1)

vera se

uno

dei vettori a,

nullo.

In ci che
toglie nulla
2

segue supponiamo =f=0 e ^4=0. Siano u, b ortogonali, cio


alla generalit

axb =

().

Non
a2

si

supponendo

a, 6

unitari, cio

=& =

l,

e ci

-li

PARTE PRIMA

in

a*

= b* =

virt della
1) il

del

n. ".

">.

NTelle

ipotesi
n.

ora

fatte

0X6

0,

sistema

/>.

a
7

i>

unitario-ortogonale-destro3]

giro e quindi [cfr. le

del

//

il

li.

il

h
-+-

a.
6

=eXa
<i

+e X 6
si

&

in

conseguenza moltiplicando esternamente


\
i>

quest'ultima,

a sinistra, per

La subito
C

=CXa

eXb

fi

vale a dire:

la
ti,

vera
i>

Siano ora

quando "X&=0. qualunque e si ponga


-+-

b
allora
o
si

= ma
\ &,)

bj

con b

xa
t

:0;

ha
\

h,

= = X e =a x e
(a

= X e &, X e ma) b X e ma X e b 6 x e a wa x r a +- ma X e- a
\ e

f/

quindi
a

la

le

vera in generale.
1 .

Applicando le gruppo a. b. e si hanno

alle

permutazioni circolari

del

le

identit seguenti fra tre vettori:

<i

!-

<i

0.

Per o*
dalla

=
i>

l,

cio

per a unitario,
della

si

ha

subito,

dalla
di

precedente male ad a ,
a
\

espressione

componente

nor-

--.

componente

di 6

nonnaie ad a

che

interessante confrontare con


le

la

formula gi noia.
sia

Per a 4= ft pur no rr r^ 1,

due componenti sono, evidentemente,


a
li

Xb

11

OPERAZIONI
!>

II'

OPERATORI VETTORIALI
b
e),

"-

I,c

notazioni a

i>

<c
'li

indicano

<1

<*

meri ben determinati; mentre sono


notazioni
priiix'

prive

significato
li

le

due
le

axb
j

e,
1
1

</

e).

Converremo

scrivere

senza

>:

1-

cio porremo

a a

Xh
\

\ r

a
<i

h
b

r.

<lu<- aggruppamenti privi li che, per L'applicazione delle bene significato. Si propriet formali, alla notazione, semplice ma non precisa, e). a x b \ e, deve sempre sostituirsi la notazione precisa a x <>'/> ' e, non si pu dedurre dall'esCos, i>. es.,

intendendo sempre

li

escludere
poi

osservi

'

axb
a'

sere a

<b

&',

come

risulta evidente 'olle notazioni pre-

cise; dall'essere

bx-c

non deriva a

\bxc

0,

come ora
e,
<>

vedremo;

ecc.

del prodotto misto

Le propriet fondamentali del prodotto misto sono le seguenti: '/ \

aXb

bXc

axb a X b

<

solamente quando
\

a. h. <

sono complanari

(6
7

\c Xt>/\ e = axb \c =
a
lire:
il

b X e b X a < = axe

f\

ecc.

Voi

(0,

O-t-fi. O-t-b,

0-\-c\

arbitrario;

vale

prodotto misto
in

si

annulla soltanto quandfi

tre rif-

ior sono

complanari
li

particolare, se

due o
:

tre

fattori

sono

eguali, o multipli
tra /oro
il
i

uno stesso vettore

si

possono scambiar*

segni

X
di

\,

cambiamento

posto

purch non si camiti l'ordine dei fattori; di due fattori produce cambiamento di
il

segno,

ma non

di valore assolato;

significato

della
1<-

ovvi.
l

Giova notare esplicitamente che combinando ottengono le eguaglianze seguenti

aX b \c=bxc
che danno
le sei

\a

= cXaf\b=a
le

\bXe = b \cxa = c/\ax b


pu
scriversi

forme sotto

quali

uno

si

prodotto misto. Queste propriet presentano analogia con altre ben note dei determinanti, La loro dimostrazione non presenta difficolt.

IVJ

PARTE PRIMA
La
1

dice

normale a b
versa, ecc.

e e;

che a normale a b \c che a sua volta dunque << complanare con b e '. Vice

Per dimostrare la 5), sostituiamo nella 1 '-con// e, nella al posto di a e osserviamo che \c perch /> normale a fc \c <<(.: allora si ha o/\6x6

2
0,

poniamo a \b

6x6
\

(a /\

\ (b

/\c)

= axb ,\c-b, ah
a

/,

\ e)

=a

e in

conseguenza

Xb
.

\ e

=a
.">

XC

/;

che dimostra

Le

(6)

si

la ovviamente vera per & e dalla deducono subito da


la
7
.

=
-t

0,

quando
de]
n,
'!.

Resta

da dimostrare

Sia h la misura, con segno, della distanza -+- e Si ha piano dei punti 0, O-^b,

di

-+-

dal

ft=modo' cos(a,
da cui
si

'

\c)=rmodo'
' *

/.-

b
,

\c
,
i>
.

niodrt

mod
<

- aXb
>

\c
,

mod

//

trae

\c

= h' mod

e la misura dell'area che dimostra la 7 perch mod base ed A e l'altezza del parallelepipedo.
e)

di

Qualunque siano

vettori
:

<i.

b.

>.

f.

u.

r.

>i

hanno

le

notevoli identit seguenti


b

x c \d-a e x d

\a-b-+-dX.a

axb
X

\c d

= 0,

ovvero sotto altra forma


a

xb

<

= u Xbf\

>a--uX.c\a-b
fior a

<i

<
.

(die per a, b. e non complanari linearmente mediante a. b, e.

x b \cn

esprime

.i

Xb
<t.

\ e

u
>

= Xa
il

\ e

il

Xb

< \

<

\e

die

per

b.

non complanari esprime u linearmente me-

"i'i.i;

\/h

"NI

ED OPER

ii:i

1.1

L'ORI
e,

u
".
<<

33
/>.

diante
10

vettori,
(a
\

pure non complanari, 6


n
r

<

a
V

il

l>

l>

il

ii

-il
a
.

b h

il

il

a
/

h
/

11

il

il

,,

X
-

"

x
'*

b
/>

" <
(l

xm x
>

w
//

"

a>
//

v
/

>

"

" u
/f

>
b

V
'

<i

< ir

X*

UX V

"'

/'

b
<

XW

ex
di

'

X "
d

(.he

esprimono
il

il

prodotto vettoriale o interno


il
si

due prodtti
misti.

vettoriali e
In
11'

prodotto algebrico

due prodotti

particolare dalla

si

ha

irb"

"

della quale
2*
<i

fu

spesso uso in Meccanica,


d'b-i'
l

dalla
'

li'

Xb

'

L.V;

x e b- e X X C-C X Xb
1

e*

X6

fi

<t

if volume di un parallelepipedo, del quale sono note le lunghezze degli spigoli mutui angoli da essi formati. Dimostriamo ora le formule $)- li''. vettori fi, b. r. i sono complanari, allora la 8 Se vera perch prodotti misti sono tutti nulli. Se, ad es., <i. b. non som complanari, allora esistono numeri .r. :. m con w=|=0,

clic (l

<

<:

>/.

tali

(die
eoa -h

yb

t-

zc

-t-

md

=
;

0.

Moltiplicando scalarmente, e successivamente, per 6 a \ b ficaveremo espressi per ni ad es., y,


.*'.

'.

\ a,

xa
sostituendo
la
(8)
i

e +-

md
.'.

xb
//.

\c
si

= 0"
-

valori trovati di
facili

:.

ottiene
la

precisamente

con

trasformazioni anche

1
i '

(Atri.

Acc.

A. Pknsa, Sulla risoluzione di equazioni vettoriali ed omogrfiche Torino, voi. 4it. 1913-14). A. Guglielmi, Prodotto di due
, a.

prodotti vettoriali misti (Bollettino della Mathesis


meliti di Calcilo vettoriale

XI. 1919).
b

34

PARTE PRIMA
Se
n. h. c

e la

(9)

vera

sono complanari, allora perch si lia

si

pu porre

ma-hnb

b
i

c-\

uX b
i>
-

'

e \ a
\-

t-

e- a

=
\b.
=0.

muxti'b \a
Se, invece
tori
ti,

mi
h,
\

1>

\<i

muXa-\-nuXb)a
il
i

non sono <o

pi a nari, allora
si

anche

vet-

f\

e,

\a. a

b non sono complanari e

ha

xb

-\-

yc

-t-

moltiplicando internamente (X) per a,


u

b, e,
\ a, la
'.

rispettivamente,

ha

x a xa Xb./\ e,
le
(5),
<i
.

/>

1/6

Xe

Xc = ^X
.

&

e quindi, per

risulta

vera

Per dimostrare mule note si ha


(a (a
/\
;\

le (10),

11.

basta

osservare

che

per

for-

b)
6)

f\

(u

/\ v)
/\ t>)

X (w

= a Xtu =aX 6
)

\ v)

-6-6X
Av
.

'

\ v)

, ecc..

\ (t*

) {

=
ha

e< r -

Se teniamo conto delle


a
)

(8'),

11

si

xb
fr

(v

,/\

X v /\tv = X b \c-v y A c '<x--\-{v w x e \ a) 6 & Xv b X = X e v e iv X X


,\
)

\ tv
\ "

X
x

t*

t.

fc

K>

che

11;. il determinante secondo membro della In particolare per un sistema cartellano /. ), A' cio A2 e per mi rettore quatale che i 2 =j i 1, xj \ A -| 9 lunque w si ha dalle 8'

appunto

d)

= =
.

(13)

iX
a
.
.

jJwXj
)

\k-i-*-itXk
\

\i.j+uxi
A \
i

\j*k[

(14)

7-7
\
'<

2K

X i'j

+ X
il

\uX A
allora

\j[,

.)

E
10)

se

il

sistema

ortogonale destrogiro,

le

L3j-

il

danno, concordi.
u
la
7

=zuXi'
n.
3.

.)

.)

I'

'

che

dei

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


e

''>'>

Come

ultima applicazione dei

prodotti

misti

diamo
le

lue teoremi seguenti.

Se

a, h. e sona

nitori unitari non complanari, allora

rette

condotte da un punto 0, arbitrario, parallelamente ai vettori n, />, e (le rette Oa, Ob, Oc), appartengono <l U cono circoline retto il
cui asse
a)

parallelo al rettore

b
Infaiti. Se tale

/\

e h

o \ a

\ b.

cono circolare

esiste,

il

suo asse deve essere

parallelo al vettore unitario


(a)

tale che

a
essere
e)

X =u X
fi

e.

Devo dunque
lX(&
cio

:0,

iiXc

u deve essere normale

a.O, uXia b ai vettori b e a.


e.

quindi parallelo al vettore


b

c\

\ (e

a) = b
a \b)
e
in.

\ e -h e

-+-

\ b.

Allora posto
a

b \c i-c

\<i

con

m
(aj

mod(6 \c-hc \a

<i

\h\

il

vettore u unitario

soddisfa alla

cio parallelo all'asse

del

cono circolare retto


Affinch
i

del quale Oa, Off,


<t
.

Oc sono

tre generatrici.

qualunque dei quali non sono complanari, siano tali che, per o punto arbitrario, le vette Oa, Ob, Oc, Od, siano generatrici ili uno stesso cono circovettori

unitari

b, e, d, tre

lare retto necessario


(b)

sufficiente che si abbia


-+-

X e \d e X d \ a

Xa

a X

e =

0.

Se

la retta

Od appartiene

al

cono individuato da
b \,cjm e
<t

a.
la

b,

deve

essere u

xd=nxu=a x
-+-

quindi,
&
\ e

per

y.

h \ e
elie si

e \ a

-+-

xd= x

forma (b). Viceversa se vale la b), u <t. esprime che ti x d vale a (y) dire che la retta Od appartiene al cono individuato dna. b.c. Si noti che se vettori a. b. e. d sono complanari e due almeno di essi non sono paralleli, allora il vettore u normale

pone subito sotto


la

la

vale pure

questa

:;<;

parte prima
piano dei vettori, la un piano normale ad
b

al
a<l

n.

una identit

il

cono

.si

riduce

Con5. Proiezioni. Applicazioni alla trigonometria. sideriamo una linea poligonale qualunque ABCDE..., e sia u un vettore unitario parallelo ad una retta arbitraria. Si La. ad
<t

A)

-+-

(0 B) h

C
ti -t-

A'

/'

E A

e poscia

B A)Xu-h(G
e

B)

A'

.1

i)X rappresenta la proiezione di AI: sulla con un segno determinato), cos concludiamo che; la somma algebrioa delle proiezioni dei lati di una linea poligonale su <U una retta qualunque, eguale alla proiezioni dilla eongiungente l'origine con l'estremo della poligonale, ed india quando
poich
'

/:>

retta data

la,

poligonale

chiusa.

L'ordinaria teoria delle proiezioni dunque implicitamente x. contenuta nell'algoritmo vettoriale dei segui +lati del triangolo -1/ b) Siano a, b, e le misure lei

e siano z,
a

[3,

y,

in

radianti,

suoi angoli interni: cio:


ecc.

niod (B

Ci

cc

= ang(S A, A),
AC
si

Si ha identicamente

(&+-A)/\(GA).= (G. B)/\i B)=


prendendo
i

B\

moduli

dividendo per abe


sen
b
;

ha

sen x

sen y
e

a
Dall'identit

A
si

B)-h(C
X
per

.1

/-'

ha, moltiplicando
/;

/>'.

Il

C A)X
;
/'

<"

a.

'

e quindi,

dividendo per
e

rf.

cos

cos

OPERAZIONI ED OPERATORI SETTORIALI

><

Quadrando

la

stessa

identit

abbiamo

(0
ossili

B) 1

.1

B
a1

'

.li
e
1

.1

/'

x(C

.1

fr* -e-

2a6 cos

Ecco dunque ottenute


nometria piana.
e)
i
<>.

le

formule fondamentali della trigodi


e
i

Sia
in

<)
t

il

centro

di

una sfera
:

vertici di un

riangolo sferico
(3,

a.

/>,

lati

raggio unitario; A, B, G opposi i. in radianti


;

pur

radianti, a,

y b

gli

angoli. Se

poniamo

a
si

O,
:

ha
b

Xc = COS

= B0, cCO: ere. = mod


{b \ e)
Seti
y.
:

Inoltre l'angolo formato dai vettori a

\ b.

a \c

-/:

ecc.

Ora abbiamo
{a

\ b)

X (
1.
il

\ e)

= sen e sen b cos a

ina.

per

la

(111 del

n.

primo menibro
-

eguale a

n-

xea xe
cos a

X b = cos a cos e cos b


e
-f-

-quindi

= eos b cos

sen b sen

eos

y.

che

la

formula fondamentale della trigonometria sferica

'.

Questo teorema

si

pu
^[,

di

solo prodotto interno. Se

mostrale anche cosi, facendo uso del sono i piedi delle normali condotte

da
(a)
(&)

fi,

alla retta

si

ha
cose-CT,

mod (B M) = sen e,

BM = p-

mod (C ^r

C N=t? cosb-n = sen ang (fi T iV) = x


/>,

.V,

-e

quindi dal prodotto interno delle prime due

si

ha

sen

sen b cos a

= b X e cos b-bXu cos a X e = cos a cos cos cos cos cos = cos a cos b cos
e
/

-t-

cos

cos &
/>

-f-

cos

da cui
Si

si

ricava subito

la

pu far uso delle

(a),

formula considerata. (b) anche per dimostrare

il

teorema dei

38
d)

PARTE PRIMA
Se
si

osserva che, per


<t

la

(10)

del

i>.

4,

\b)

/\ (a

\ e)

=xb
\

\ e

risulta
(a \ 6)
/\

n \ e

X =

(6

\ (6

x6_

c \ a

c \

'

X
:

<

e quindi
se n b sen e sen

= sen
sen
y.

e seri

a sen

j3

= sen

<i

sen

/>

sen y

e infine

sen

:
i

sen v

sen a

sen

sen e'

a) La distanza di due Distanze, angoli, aree, volumi. eio da A\, punti A, 5 data da modi/?
6.

\,

(B

AxBA) = yJ(B A)\


</,

b)

Per

l'

angolo formato dai due vettori

abbiamo

eos

(,

&) ;

aX6 = rr mod a mod


j

fr

quindi, se
il

i punti A, B, 0, 7) determinano due rette AB, coseno di uno degli angoli cp formati dalle due rette

CD

cos

cp

_ mod(B-A)x(D-C) ^ _ ^ n0(l _ e)*


. , (

/>

e)

Uno

degli angoli formati dalla retta


dai

AB

eoi

piano

il

complemento dell'angolo formato

vettori

BA

ODE
e

Beni [cfr.

(Zi],

ma

occorre
ilf)

il

prodotto vettoriale.
1

Si

lin

infatti

dalle (a)

ma

A (C iV) X = XftAi {BM)^\(0 N) vettore parallelo ad e quindi M A ^Y) X = Ben C sen sen a
(JB
(

per

le

/>

</''

cambiando

l'ordine, con rotazione, di a, b,


/>

e,

si

lia

Ben

Ben

sen

oc

= Ben

sen a sen

sen a sen

sen v

0.

d. d.

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


(/>

">'

-Ci
;

'..
i

/;

('):

la

formula

precedente d

il

seno

di

tale

angolo

cio

/;

s<

'"

mod(B

ri) O mod A), J(D


X) vr

/:
i

C)

0)

['

d)

Anni osamente, per uno degli angoli


/>/.'/'

^ tonnati dai

due

piani

.450,

si

ha

s ?

mod

)(B-A) \(C-A){x)(E-]))/\(F-J)[
J

(B

A) A (C A)

mod (J5 />) A {F )

]))

['

e)

Dalla stessa definizione dell* operazione

risulta

su-

bito cbe
.<

arca triangolo

ABC

= ^ mod

(J5

A)

\(G A){.

die a

f) Se a, &, e sono vettori, si g; visto [cfr. (7) del n. 4| b A ' il volume, con un segno, del parallelepipedo

costruito con

tre vettori, in
di

conseguenza

il

volume, con un

segno, del tetraedro

vertici A, B. C,

Voi (A, B<


Siccome

(7,

J))

= ^(B- A)x{C-A) \{D- A).


D)

C
e

- A = {C I)) - {A -

(0
tale

A)

\(D-A)=,(C- D) A (D - A)

volume viene anche espresso da

Voi (A, B,

0,

D)

(B

- A) x (C -

7))

A
(

- -4)

cio niediante due spigoli opposti ed


Si

uno dei rimanenti lati. volume non varia dando ad una stessa traslazione u lungo AB, ed a (7 e 7) una stessa traslazione v lungo CD. Infatti B A, C D non variano; D A

pu

far vedere che tale

le5

diventa
(7)
-f-l'i

(A

-+-

= DA
i

-+-

m\

1>

A - B

40

PARTE PRIMA

larmente,
//

D e poi per A scaMoltiplicando vettorialmente per G il prodotto misto primitivo m>n risalta alterato. La distanza del punto A dalla retta BG
moil)(B

A)/\(CA>[ ~' mo (BG)


pnnto

I:

La

(1

istanza, con segno, del

lai

piano

BGD

(g

mod)(GB)h(D B)[

A)x(0 A)i\(D- A
'

Se un punto del piano B&D ed m un vettore uninormale al piano, allora la distanza di A dal piano, sempre con un scotio, , pi semplicemente.
i)

tario

[A

0)X

i.

_/'

Finalmente

la

distanza, con un legno, delle due rette

generiche

AB, CD
(C

A)-x(B A)\iB G) mod)(B A)/\(BC>[

'

Infatti: senza toglier nulla alla generalit (vedi sopra possiamo supporre che AC sia la normale comune alle due rette: allora il numeratore rappresenta il volume del parallelepipedo di al.-1 tezza AG e la cui base ha per area modj(B \ (_D Oppure, pi semplicemente, considerando la distanza di dal piano dei tre punti A. />, A -t- {D G\.
.

notazioni

a Riferiamoci alle Coordinate cartesiane ortogonali. n. rispetto al soliti) sistema e convenzioni del d ortogonale , j. /.. Se ai vettori
7.
.">.
.

= ai

+ bj
u'

-t-

ok,
-t

u'=za'i-i
/>'

b'j

c'k,

=a7

ci..

si

applicano

le

regole, gi esposte, del calcolo

vettoriale

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


licn conto delle relazioni del
n.
">.

41
lo

'/

si

hanno facilmente

formule
/ ;
/.

a
a'
II

b
b'

o
<'

!><'

//e/ h

<(('

ea

aV

a'b)h

H
n

= aa'
\
a

-I

/>/''

h ce
i

mod

<T-

A'

b
b'

e
<'

ii

a'

n"

"'

a" A" e"


rf</
I

cos a. a
\

AA

t-

ce'
.+-

-4- />'

+ f'
/

) a

6'* .+. <>"

e infine

COSI,

A a* h- 6*

-+-

cl

si

La identit geometrica (11') del n. 4 per dne vettori u. n' traduce in quest'altra, dovuta ad Eulero, della quale difficile vedere il significato geometrico
i

{be'

b'ef
b
11

ca'

c'a)
((r

t-

(ab*

a'b)

-=
ft'

=
punto

-+-

-+- C*)(rt'* -e-

-+- C' x )

Ktrt' -+-

h-

ce')*.

P=
P

-+-

xi

-+-

yj

-+- s

sta sul piano condotto per

= O-+~.r /-e-//j'HC,A-.
o

normalmente

al vettore ,

solamente quando

(P-P
cio solamente

iX

0:

*,)

quando

ai ,r

+%y
Q
|

-f- <?(

0.

Dunque

il

piano di equazione
a.r -+-

by -h cz -P

a*

42
normale al vettore

l'Alili:

PRIMA

bj

-+-

</.

abbiamo
piani,
li

cos

il

significato geometrico dei numeri


di
a)

<(.

I>.

e.
li

Le formule

lmio

gli

angoli

li

due

rette,

due

una retta

e di

un piano,

ecc. In generale gli ordinari

problemi Iella geometria cartesiana si risolvono geometricamente, ricavando dalle equazioni gli elementi punto e rettore -In- individuano gli Miti coi quali si vuole operare. Come esempio ricaviamo dalla espressione generale, gi trovata, Iella minima distanza li due rette AH, Ci), la minima distanza 5 ddle due rette di equazioni

^o

yyo_ z z o.

OPERAZIONI ED OPERATORI SETTORIALI

43

Dovendo

essere

/'

./'

/.',

<<.,

risalta
al

<-Ih-

ogni elemento

del determinante

gebrico; quindi

si

precedente avr
:

eguale

sno complemento al-

= an + a
i'

tl

a n k'
a
I

a lt i'

,J'
rt, .y"
3

/.

k
abbiamo

= an

i'

-H

"A

cio l'ordinaria trasformazione di coordinate ortogonali

in coordinate ortogonali.

CAPITOLO

111.

Calcolo bariceiitrico.

1.

Definizione delie
:

forme
a)

di
,/
,

prima specie, F,: forme


per
/
-

opinili

forma nulla.

Se

1,

2
li

una suc-

cessione tli numeri reali e A, una successione notazione, attualmente privn di significato,
il)
.>',.1|

punti, con la

n
t

x% A t

-+-

+-

xn A
(a

brevemente,

-.< .1
i

indichiamo quell'operatore meri reali, tale che

sinistraj

tra

terne di pirati e

nu-

(2)

(xiA^P,

Q,

R)

= x
<*.

Voi A

/'.

Q,

Ri

qualunque siano
L'operatore
della
i

punti
e

P,

R.

univocamente
.*
.

determinato,
il

zione delle due successioni


(2)

perch,

come funseeondo membro

numero univocamente determinato qualunque siane


l

punti P. Q, R. Gli operatori

si

chiamano, seguendo Peano, forme geo-

metriche di prima specie, brevemente

Indicheremo spesso una F, con una sola lettera. Dicendo 8 una P, intendiamo dire esistono due successioni :e .4 per i l, 2.... //. la prima di numeri reali, la seconda di punti.
<<
, .

tali

che

'Lxi

In tali ipotesi

la

notazione S(P,

Q,

!>'

ha

lo stesso significato del


1><

Alla

condizione
1
.

sotto la forma

si

primo membro della 2. eguaglianza di due Fj espresse d forma geometrica semplicissima medi

diante

vettori.

46
Se
S,

l'Airi

r.

piuma

8'

sono delle l\ tali

<)<<

S=lrA.
i

8
n

1>i

allora
:

si

ha

S
quando

= S\
n
1

cio

Ir A
i
)/'

=2

.solamente

qualunque

sia

il

punto 0.
(3)

Infatti.

La

vale, solo

quando.
S'
<>.

<>.

r.

Q
0,

P,

Q
cio,

comunque si fissino quando [cfr. Cp. II.


n

punti

/'.

Q,

per

la

2),

solo

n. 6]
hi

^.4,.-OiXiP-"
i

Q 0)=Sy,-(B -0)x(P
i i

\(Q*-0);

trasportando nel primo


tore

membro

ponendo

in

evidenza

il

vet-

iP
! '

O,

(Q
in

l.r

Ai

O) in
i

0) X
i

\
;

/'

0)

'

vetture arbitrario, e indipenche per essere (P O \ Q dente da 0, perch i pnnti 0. P, Q sono arbitrari, dimostra la e) Diremo che 8 una Pj nulla quando
1
.

8
si

/'.

<>.

=0
A'.
;

comunque
Esiste
le

fissino

pnnti P, Q,

r>

almeno una Ej nulla, ad es., LAj-h 1 A x pei due F nulle sono identiche e quindi: esiste una
x

sola Fj

/iwZZrt.

La

Pj nulla
il
:

si

Ripetendo
ha subito che
7

indicher col simbolo ". zero. ragionamento fatto per dimostrare

la

si

S=0,

cio

Su A
1

=0

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


soldini ntc

17

quando
.r
I

.1

0.

qualunque

sia

il

punto

<>.

_'.

Algoritmo delle 3?V


reale.

Siano
S'

8,

S'

delle

!',

un nu-

mero

Chiameremo

somma
di

-+- <S",

e prodotto
Sh, la

<li 8 con 8 per


/>

la

ovvero

.
{

rispettivamente, tale
P,

indicheremo con indicheremo con /><s', che


e la

[8

8')

Q,
l\

B)

si'. Q,

E)
Q,

S
l:

/'.

Q,

hs
i

o.

E)

h)8

/'.

punti /', o. R. qualunque siano Da questa definizione e da quelle del mente (die: se 8, S' S" sono delle Fj e //.
allora

n.
/,'

risulta

facilreali,

sono numeri

8 h
\

8',

hS

sono delle F

univocamente determinate
i

s i-S'
h(S
1,0
i

= S'--S,
8')

8-h(8'
/,N\
(A
t

S")
L-.S

= {S-t-S')-\
hs

(2)

hs

/,-x

0,

08

=
segue

da Se
si

/tS~0
conviene

7<=o

ovvero

0.

di porre, coin in

Algebra, per

/>=(="'

(3

8 = (1)8,
si -t-,

S'-=S-hiS\

-]
h

allora

ha che

tutto

zioni

jt-odotto e

quoto
(die:

V algoritfno algebrico delle operajtcr idi numero rea/e. (ij>>>Huri

cabile alle Fj.

Ammettiamo ancora
tra

punto

qualsiasi

operatore

teme

di puliti e

numeri
Q,

reali, tale che

AiP.

R)

= Vol(A,

P, Q, R>

qualunque siano i punti P. Q, R. Da ci risulta che 1A A. o in generale che: ogni punto (proprio; una Ma. coni" vedremo, esistono delle Y 1 che non sono punti.
x
.

L-8

PARTE

l'IMMA
(2)

Dalla stessa convenzione, dalla

del n.

1.

e dalla
1
i

defini-

zione di vettore, risulta che, essendo A, dei punti, /; A, quindi: ogni vettore Y 1 identica al vettore B

una

A
I
.

<

Ma, come vedremo, esistono delle forme di prima specie ohe non sono n vettori, n pun Noi abbiamo considerato (in qui .',/1,-fh x come abbiamo lato significato preciso a scrittura simbolica e nel n. tale sciiti ma. senza attribuire significato speciale alle parti .> A ed al segno h-. Ma dalle definizioni precedenti risulta ora
i
'

die .'',-4,, prodotto di un plinti) per un un auro reale, Una che -> A e proprio la somma di tali F,. Dunque: tutto V alprodotto e (pioto goritmo algebrico delle operazioni h-, per un numero reale, applicabile ai punti. seguenti casi particolari dell'algoritmo Sono notevoli
1

delle l\.
a)

T punti sono
sia
il il

F,

non

nulle; cio
infatti

si

qualunque
da

punto A. Esiste

ha sempre J.4^ un punto diverso

per
b)

quale
il

0=\=Q.
un punto per mi numero nullo solamenU
li

Il

prodotti) di

quando
da

nullo

hA =
e)

segue

numero; cio da oppure A h


festa h
.<.

hA = Q segue Infatti: = Q\ ma quest'ultimo caso


0.

da escludere, dunque

La
.

F, nulla identica al vettore nullo.

Infatti:

il

vet-

tore nullo

come ogni

vettore,
clic.

tuia

F,

poich

esiste

una

sola F, nulla ne segue

ecc.

3.

Massa
!

e baricentro.
8,
il

Si
n

chiama massa

li

una
sia

t'orma

di

prima

specie
.

numero

Sa;,-,
1

comunque

si

potuto

porre S

= Sa?,J

(')

ottenere

La parte della teoria dei vettori gi trattala nel Cap. 1. -i pu rome caso particolare dalle F, Anzi e necessario far vedere
.

rome
la F,

le

definizioni date nel Cap.


Le

pex

vettori
.1

date per
tal<'

F
:

Ad

es.,

la

somma
R)

del

punto

col vettore

concordano con quelle a appunto

che
I i

a){P, <k

.!/'.

(}.

ai

i'.

Q,

i:

poich, potendosi porre


bito
;i

aB

A,

il

secondo

membro
dei

si

riduce

su-

/'.

<>.

E).

dotto di un

vettore

Analogamente per la somma per un numero reale.

vettori,

per

il

pro-

OPERAZIONI ED OPERATORI SETTORIALI


Facciamo sabito vedere che: la stessa dente <l<tl modo eoi quale la
!',

!'

iims.su
si

<{,

una

indipendi

esprimi

comt

somma

prodotto di /muti per numeri


a

culi-

dire che da
in

8
segue

Ir A
i

Sy,
i
ni

sempn
a

Sa

2y
1

quindi ohe

le

mussa

nini

funzione di 8 soltanto.

Posto intatti
ii

1x,.

= Hy

risulta identicamente che,


n
n

Zx A i
i

iiii
qualunque
m
sia
il

punto

0,

= xO

HxiiAi
\

0),

li/ .B (

= yO-*-2y =

B <)

ma essendo

verificata la

del n.

1,

si

conclude che
y.

xO = yO,
La trasformazione

cio

adoperati), cio

= xO-*-2xJAi o

mette subito in vista altre notevoli propriet. Se 07 A, 0, S un vettore; e se

S=B
a

la

massa

di

nulla

dunque

Una 1\ Posto

un vettore solamente quando

sua massa

nulla..

a=-lx
risulta,

a 0),

per

.t'=f= 0,

+-

dove G

un punto.

X pu
s

essere in altro
.><;,

modo

Elementi di Calcolo vettoriale

50

PABTB PRIMA
i

perch altrimenl
cio

x(GG' =0
&=:
G'
\

dunque

Una Pj di m/usti non nulla il prodotto di un punto, univocamente determinato, per l<< sua massa. Una Fj o un rettore o il prodotto della sua In generale
:

massa per un punto, secondo che la sua massa nulla o no. Chiamasi baricentro di una F, di massa non nulla, il punto che si deve moltiplicare per la massa della F, per ottenere la Fj stessa. Quindi
:

baricentro

di

='SceiA
'

2;r

secondo
Se
di

la

nutazione di Mjobius.
n

la

massa x

di

8='Zx A non
i i

nulla,

il

baricentro

un punto arbitrario,
x

si

ha identicamente

G0) = 2x {A
i

<>

e se a vettore unitario

si

ha,

pure identicamente

0) X u =
O Xu

S.r,

Ai

0)Xw,
distanze, ebn un segno, normale ad t. e quindi

ma
di

\G

A
{

m. (Ai

sono

le

dal piano uscente da

la formula precedente esprime che: la


distanze, con

somma

dei prodotti delle


i

un segno, dei
n

'plinti

da un piano, per

numeri x

il prodotto di Zo\
i

per

la

distanga del baricentro

dei punti

le masse x <lall<> stesso piano, a dunque il centro delle medie distanze dei punti A, dal piano. Se poi effettivamente punti A sono punti materiali di masse rispettive m il punto Q coincide col centro di massa di questi punti.

con

\.

(Ostruzioni grafiche.
.r,.i

Il

baricentro di
.L.

essendo

OPERAZIONI ED OPERATORI SETTORIALI


s

."il

pu costrnire

in

modo

assai semplice, [rifatti <

identicamente

da cui risulta die 6 pnnti


i

sta sulla

retto

.1,1

Se quindi costruiamo

/>',

.1,

.''../.

II.,

A xj.
t

52

PARTE PRIMA

meglio, facendo uso della identit

IV
I

.<()

l.r
1

<)

cogliendo ( punti Se
i

>

in
.4

modo conveniente
staiiiK

nei

vari
retta,

oasi

particolari.

tutti su di

una

BU di

un piano,

anche G

sta sulla

retta, o sul

piano.

Alcune applicazioni alla Geometria elementare. a 1! punto medio tra A e l A -. La condizione l 1> A C equivale, per le solite legg algebriche, alla condizione Cap. I. n.
>.
i

!'

1>

li -t-

s<-

.1.

H,

G Mino,
il

in

quest'ordine, tre vertici di un


a
II

lelogrammo,
Il

vertice opposto

-4

-t-

B.

paral-

simmetrico di A rispetto ad

20 -A.
Bt

Dalle identit

-f-

C
-

"

'

A
.

A
e;

/;,
-

'

= - 5

ecc.

risulta che G notoriamente centro di gravit dell'area punto comune alle tre mediane del triangolo ABC e questi

il
-

tagliano
Si

ai 2/3 della loro Lunghezza dal vertice. possono egualmente interpretare le identit

/;
'

e
"
_

l>
1

B
3
I

>

I>

/.'

C-hD _
I

2 4

/'

Siano
<lei

.4.

B.

Lunghezze

lati

(' vertici di un triangolo; ri, rispettivamente opposti. 11 ponto


i

&,

'.

le

B
1
i

a?|

-d

CA

(1

r '..,',
| , ,

1.1 .1

x n /.'
"

B+:
!

/'

j /

sta sulla bisettrice interna, o esterna, dell'angolo in A,

secondo

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


che
si

">">

prende

il

segno

<>

il

Tale punto star sui lato 50,

quando
x
C
.

l>

donde
bc
''

con

b -\n e nel
il

caso del

e risul in

dimostrato che:
Ititi

la bisettrice

divide

lato opposto in

parti proporzionali ai
'2p

adiacenti.

Se poniamo
<(
\

<\

segue che

il

baricentro

//

ili

l>B

<('.

cio

^
//

&25

r('
:

2p

il

a i+r 2p
1

6Bh

C(

_'/'

punto comune

alle
<('.
i

bisettrici

interne. I baricentri
t

li

aA
i

bB

aA

bB

cO,

".1

v-bB

cG

centri degli ex-cerclii. sono I jmnf d'incontro delle bisettrici externe con i lati opposti sono collineari. Questi punti sono, infatti, baricentri delle formazioni

bB eC,
la

cC

aA,
ili

aA

bB.

cui

somma

il

nulla.
eli

II centro

gravit q eentro

massa del perimetro del trian-

golo

A BC

punto

B-hC

C-hA

-+-

B
~
;

*=cio
f
//

-5alle bisettrici
lati del

punto comune
i

interne

ile/

triangolo

cui

vertici sono

punti medi dei


:

triangolo.

Si

ha facilmente

K =\{*--l)

A'-*)
i

H*^ 6

6 -\

-'

relazione assai semplice tra

punti collineari G. H. K.

54
e)

PARTE PRIMA
Costruire

un quadrilatero (piano
si

o gobbo) essendo

dti
i

baricentri dei quattro triangoli che


vertici.

possono ottenere con

suoi

Siano

Xn X ,X X
2
3
,

baricentri dati e
1.

il

vertici del quadrilatero; Q i1 a Q G4 baricentro dei quattro ponti C con


.

massa.

Si

ha
9

X
e ancora

h
-+-

-h
-+-

A',

X,

X = SG n X = 3G
4

X,
X,

-+-

X X

-+-

X,

30,

G
Sommando
dunque
1'

-h

G.,

t-

<? 3 -+-

G 4 = iG.
si

quattro precedenti
Xj
-+-

ha
t

X +- X X.^40 3</, -.
y

-+-

X,
-+-3(G

:
t

e cos ]>er yii altri vertici, che possono quindi costruirsi assai

semplicemente.

6.

Coordinate.

a)

Se 0,
,

y.

/.

di riferimento, ed

una F x

si

ha, in

un sistema cartesiano un sol modo.


e/.

S=zniO
essendo
w

-+- a?i -+-

?/./*

la

massa

di

8.
al

numeri

reali

//;.

.(/.

sono

le

coordinate di s, rispetto

sistema di riferimento.
n
.1
:

Se

si

ha
>i

S
.1

Sffl

in

Swi,

.' ./

//

A.

allora

2)tti t-#j
1
,

2w
i

71

II

'/

-ni

Per

///

| :-()

le

coordinate del baricentro di N sono


ri
>i

-in
1

.r

-in
i

eee

b)

Se

-1

.1..

-1

.1,

sono punti non complanari

OPERAZIONI ED OPERATO] SETTORIALI


un punto qualunque, sono univocamente determinati tali che numeri
',
i

55

quattro

/'

.',/!,

.r.,A,

.'-!,;

x 4 A 4
1.

con
./',
I

.i\,

.e.

.r,

Inflitti

P
I

Ai

m^^.-ijl
.',

+ wijUjle
.1
.

.1,

'

M4<

.-1,

i.

quattro numeri
1
)

sono
La
i

coordinate

baricentriche asso-

lute

di

rispetto al sistema
si

Per un vettore n
h

.Cj/1,

r.,A..

0?

J. 3 -+( >-

X4 A 4

con
i
i

'

'.;

'',

Nel piano

si

ha

P
e sulla

' A

#,4,
I

oc 3
'

<\

'',

''.;

retta

P=zX A H- SPgAj +'j !


1
l

''i

e)

Ai punti Ai
la

si

vettori, e

somma

dei

non tutte possono sostituire delle F numeri x pu essere qualunque. Si


x
.

ottengono cos le coordinate proiettive dette di Fiedler, ma dovute realmente a Grassmann) facendo rappresentare alle F
punti all' infinito condo che sono di massa non nulla o nulla.
i
i

punti propri (baricentri) o

direzioni)

se-

1
i

pi opportuno

cio considerare [cfr.

Appendice
Xy A
t

far uso delle coordinate baricentriehe omogenee, alla Parte!, n. 12] il punto proiettivo
+- x. 2

posizione della F,

Aa

-+-

.).,

.4

3 -t-

x4 A 4

le x non avendo, necessariamente, per som ma uno o :ero [cfr. C. Burali-Forti, Fondamenti per la geometria del triangolo, D. Capozzi, Palermo. 1919, e S. Lattes, Torino].

CAPITOLO

IV.

notazioni in un piano.

vettori che si considerano in questo Capitolo sono quelli normali ad un vettore unitario u. da fissarsi ad arbitrio; cio quelli paralleli ad mi piano normale alla direzione di . punti saranno quelli di un piano normale ad . e che resta (issalo assegnandone un punto. Le rotazioni che consideriamo sono dunque fatte intorno ad assi paralleli ad n.
1 I

1.

vettore
1

Rotazione di un angolo retto. x normale ad n, porremo


ix
.i-

\ .r.

a)

Qualunque

sia

il

ti

Risulta che: ix ha

la

stessa

lunghezza
die,

di

>

ha

direzione

normale ad x ed
punto O. con
di
.,

//

ha verso tale

la

testa in

0-^u

una persona con i piriti nel che guarda nella direzione e verso
'

vede 0-+-ix alla sua sinistra


i

Dunque

Un simbolo

di funzione, o

un operatore, che

fa

ruotare di un angolo retto, e in

un

verso determinato, ogni

vettore normale ad h a cui sia applicato.

(*) Supposto che -+- H punto abbia essa vedr il punto


,

la la

persona, con

piedi nel punto

(>

la

testa nel

posizione verticale usuale (testa in alto), allora


-+- jc

andare ad assumere

la

posizione

O-i-tx,
delle
la

(piando

04- x
la

ruoti (un quarto di giro) in senso inverso a quello

lancette di un orologio (situato in un piano orizzontale e del

quale

persona vede
la

mostra). Se, invece,

si

definisce

a;

ponendo

ix=u /\x
due

predetta rotazione avviene in senso contrario (concorde con quello


il

delle lancette dell'orologio) e

punto

O-t-i./e visto dall'osservatore

alla sua destra. , naturalmente, in nostro arbitrio la scelta delle

definizioni, ora indicate, di ix.

58

PARTE PRIMA
b) Applicando Buccessivaraente l'operatore ponendo

al

vetto

ir

<<-..

si

ha
i*jc

./,

i'V

i.r.

/'./

perch, por propriet gi note,


/-.
.r
'./
i

/.i

[X \.U) \

r.r
j

./

U=X \:=

X
/

il

Jt

J-

.#

*/

;'.#

/'

=
(

/.r

\u=

i.r

Ovvero, sotto altra sebbene non precisa,

forma,

i*x

1,

=x

quindi

gode, rispetto alle popropriet


1 1

tenze,

delle

sim-

bolo algebrico A

i>

Se normali ad
ci

<t

^oiin

vettori

a.
le

ed

un nufon-

mero

reale,

propriet

damentali dell'operatore i Bono espresse dalle formule seguenti:


2
ni la)

=
-

ma
l>

h =: id
H'

+
li

6
:

3
1

io]

5
6

X (ib) = a X a X ib - b X a X t"
:

io

n
/>

in

mi

io

ih
ft

a'

a x

ia

non si conserva braccia ilei vettore h dal quale dipende; quindi la notazione incompleta. Volendo una '"-. per notazione completa si pu far uso di quella li Hamilton, operando in un solo piano non necessario il tarlo. chiaro che dovendo considerare un operatore analogo ad / per un altro vettore v diverso da u. si dovr far uso li un segno diverso da i. ad es., i perche certamente /=|=./. per u -\- r dunque erroneo identificare, come
')

Nel simbolo
i

l'operatore

<

si

fa

talvolta.

"\

\
I

I.

ed erroneo *ia
;

perch

simbolo relativo
!.o\r:'t

ad a. mentre
pur- essere,

j=

simbolo assoluto
e

sin perch" poeti

"\

quindi

i=J

anche quando

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


E3

59
alla

si
i

dimostrano tutte agevolmente ricorrendo

defini-

zione

('osi

abbiamo
m{ia
in

ma
2
.

ma

analogamente per
Per
le
:

la

2 delle
le

'>
,

ricordando

il

<el

n.

capitolo

II.

abbiamo
ia)x
in
i

H>
|

,"'

: ! -aX6

-aXu-b
ti

axb;

ih

~(a/\u)

\ ih

\ni

=a X b
X
ad
li

il

a \ b

il

a
e

perch n
al

sono normali

i*,

quindi

parallelo

vettore n.
'

Le l' 5 sono evidenti allo stesso modo, e cosi [a 6). Osserviamo che le (2) esprimono che i commutabile col prodotto per un numero e distributivo rispetto alla somma, cio un operatore lineare Le 3) esprimono che il prodotto interno due fattori di un e vettoriale non mutano facendo ruotare angolo retto. La (6) poi notevole perch esprime il prodotto vettoriale di a per b mediante il prodotto interno di imo dei due vettori per l'altro ruotato di un angolo retto e per mezzo
i

del vettore n.
d) Sono interessanti le identit seguenti, ove a. b, e, se, y sono vettori normali ad u cio complanari e che corrispondono ad alcune delle identit ci del n. 4 del Capitolo II

[le
7

(8),

(8T),

(9),

(12)]

X tC
a

V C

ia

f-

ib

C =z 0,

ovvero sotto altra forma


(7'
i

ib

=xX

ib

che per a, b non paralleli (cio mente mediante a e &.


8
'

X X ia b xi^Hi esprime

.*

linear-

i/>

.*

</

xX
.*

/>

in

che per ed ib.


(9

<f.

fr

non

paralleli

esprime

linearmente mediante

ia

ib

./

if/

a
b

(t

XX

X XV
//

60

\i;

E I'Kma

possono dimostrarsi direttamente cornei] lettore ovvero possono ricavarsi dulie corrispondenti formule del Cap. II, n. I, e. come ora facciamo, a titolo li vettori ti. b, e, n -i ha l'identit esempio, pei' la 7. Per
7 t

Le

pu

fare per esercizio),

f>X<-

il

C
a

//

ti

ti

yeti

ti

h
o,
la

a
e

0:

osservando
complanari, di /. si ha

clic

xb

0,

perch
e
t<

vettori
*c,

//.

sono

ricordando

-i-

che
ia

per
a

definizione

x c
la

/>

t-

che d sabito
e

7.

Analogamente per

le

altre.
i. j nel piano ha dalle 7
-
. .

In

particolare per nn sistema cartesiano


.*

per un vettore

qualunque
'
;

del piano sic--.,

si

(10

x
X

'X
X

a
.)

1
11
*

X
ii

}j

li

Se

il

sistema ortogonale destrogiro, cio

J
allora le 12
LO),

=
x

e quindi

ij

i,

(11)

danno, concordi,

la nota

identit

= x Xi-i
il

ii

ii.

2.

reali,
(l)

Complessi qualunque

e sia

loro algoritmo.
vettore
t

Se m ed sono numeri normale ad n. porremo


t

(m

in

t.r

nix.

n..

Risalta

che

in

un
\

simbolo di funzione, un operatore,

che, applicato ad un

et-

tore

x normale ad
\

un

et

produce tore pare normale ad ,


h.

e facilmente costruibile come

somma
.mar

dei

prodotti di
ri,

i\*

per

numeri m ed
operatori-

1/

IN

chianti

^
e w

masi
''

numero

complesso, o

mero

immaginario, del quale


la ;m>7<'

sono, rispettivamente, la parte rade e

immitaiiuunt.

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


complessi sono operatori //muri, vale a dire se complesso, h mi numero r*: il*-, << e 6 vettori normali ad
I

'il

%
".

<

un
ha

si

//

<t

lui

ah
campo
*
P

yh
y.

come immediatamente
Si

si

verifica
1 1

dando ad

la

forma

///

in.

ha,

tennto conto

di applicabilit di x e

(3,

che

solamente quando, per qualunque vettore


y.x
;.'.

.'

normale ad

n.

Quindi

m
solamente quando
ni

in

in

in'

m'.

Si lice ctic

il

complesso

ex

nullo,

quando

y.x

0,

qualunque
nullo,

sia
si

che

.* normale ad . Dunqne, indicher con o (zero)


'

esiste

un sola complesso

l
(

Come abbiamo

osservato uelln nota del

n.

Cap.

I.

il

prodotto
indicato

(<1

\ittore

per

il

numero

reale

m
non

deve, a

rigore,

essere

mediante un simbolo

di operazione. Se.

ad

es.,

tale

simbolo allora

mO.f.
la

m.r.
.r

notazione che indica

il

prodotto del rettore

prr

il

mimer

reale m.

Viene conie conseguenza che


(j -i-

in)x

= mO.c + nQix
(zero)
il

Quindi, in particolare, essendo

numero

reale nullo, e
-

non

altro, si

ha
(Hi -+-

i0)x

mO.r,

(0 +- i0)x

= no-'

da cui risulta

-+- 0

= fO

H-

so

= oo

che sono eguani, 0-4-/0 e non, come si ottiene sempre, ni -\ - iO glianze erronee. Pure noi abbiamo seguito l'uso comune, non introducendo il simbolo (ad es.. o) di prodotto di un vettore per un numero,
poich,

almeno

in

generale,

non
il

si

notevoli;

ma

neerssario che

lettore

presentano inconvenienti formali tenga ben presente inauro

abbiamo ora

detto.

62
Si

parti: prima
La
in
i

in

=
0.

soltanto

quaudo

)i

Un numero
complesso
la cui

reale opera sui

vettori normali

a<

ci.

uhsi

parte immaginaria
ni
i

nulla,

vale a dire

un ha

iO)x

ma
oc

Se
cher
il

y.,

sono complessi, con y


y,

3,

z3,
:
,

per

<>

si

indi-

complesso
;''

tale che, rispettivamente,


:''
','''

y.''

zi '..'

xx

qualunque
che
y.-\-'j.

sia
y.-j,

il

vettore

x normale ad

>i.

facile dimostrare

sono complessi univocamente determinati.


Algebra,
si

Se.

come

in

conviene die
y-

allora
segni
si
-+-

y.

>

l)x ,

'j

y.

--

dimostra facilmente che:

tutto l'algoritmo algebrico

delle potenze,

sussiste

per

complessi,

come

per

simboli algebrici
si

-+-

In.
A inclini,
ni
t

In particolare
hin
i

ha, come in

in)

li

in

ilin

ni

in)

in'
i

m
i

m
:

(m +- in)(m'

-+- in')

= (mm' nn')-\
vettore
.

mn

uni

(<....

Qualuii(|uc sia

il

normale ad
in

><

si

ha

mod
;

ni

x\

ni"

n"

mod x
r:

w -+- t)ac
(wj
i

(m'
///'

in')x\
in

nini

wm

m)a?j

x\

x*(mn

uni n,

eeiiie

si

ottiene suitiie da note propriet.


notar' esplicitamente che
i
i

Conviene
vettoriale
li

il

m)x per

m')jr

non

prodotto interi hanno relazioni

col

i'i

Cfr. nota

precedente.

OPERAZION

ISD

OPER
i

V.TI

IR]

Il rOR]
i

\ l.l

63

zione col rapporto

in e m prodotto dei due complessi m di questi complessi

in

hanno per rela-

3.

ed

.*

Rotazioni in generale. un vettore normale ad "


u
cos
<i

si

Essendo ponga
cos
'

un

numero

reale

sen

-,

.'

'

''

sen z

ix.

vettori

ed x hanno egnal
.'
i

si

pu andare da
centro
arco
<>
'.

ad

^>

lunghezza < se nu punto, percorrendo, nella circona

ferenza di

raggio

lunghezza il valore assoluto di mod '. percorrendo tale ureo


la

mod
-_:

un

cui

= (cos z

-+

/
/

\
\
\

nel senso della rotazione

o nel
x
/

senso opposto, secondo che losit ivo o negativo.

Dunque l'operatore
cos v
l

MM1

\ ^

^v

un qualunque vettore normale ad >< la rotazione di y


d ad
radianti in

^ _
si

__,

Se
trova
:

si

un senso determinato. come in Algebra definisce r


'*

definisce

e^ -1 ?,

si

'""

r= COS ^
-

seil

e quindi l'esponenziale

rappresenta Voperatore vettoriale rotae'\ assai

zione di z

radianti.

L'algoritmo dell'operatore

semplice, contenuto

(')

Tale relazione
x

espressa dalla

formula, facile ad ottenersi po-

nendo

=m

-+- in

e
x P

' -i- in',

(:<n

-.,

c./'l

i]\

X)

?-..

<

il

plessi x,

comsia lecito identificare un vettore unitario fisso normale ad il. Di pi se tale identificazione fosse logicamente lecita. sarebbe inopportuna perch si creerebbe 1" (demento fisso a di riferimento, del tutto estraneo agli enti assoluti che si considerano perch
Di qui risulta evidente come non
P
i

ai rettori

:'.//.

v/, essendo

<7

arbitrario.

<J4

PARTE PRIMA
seguenti
formule,
in

nelle
>i.

cui;
:

>n.

z.

[>

sono

numeri reali:
intero.

b sono vettori normali ad u


wtie'"r )

h un
-+-

numero
e ?a
i

(1)

= e' ma
*
* < *
<

e^ia
<?'-=

6)

*'?&,

(2)

**+?>

=
|

e*f,

1,

e*=
>e

i,

e-~ -1.

(3)
(4) (5)
i

^(^a)
i

=
I

+ f>a,
I

e'f **

=
e

*?+*>,

e'?a

'>

"

b.

,\
i

b,

a
(6

e^b

(6)

?-a)x(eii '\?a)

= b x (~ = a*uoB(ty
es.

r <t.

\ ?b
i

rp),

(e

i?

a) \

= b/\e ?a (e^a) = a* sen


(<|>

<p)u.

Dimostriamo ad

la

(4),-

le

altre potendosi dimostrare in

modo egualmente
{'Ui)

semplice. Si ha
-4-

x {e^b) (coscp a

sencp ini

x (coscp

fr -+-

sencp ib
-+-

= cos
-+-

cpa

Xb-t- senp cos y{ia)

'>

seo z cos

r"

v-

sen*

cp

X b=z a X b,
numero
1.

in virt delle (4) del

Osserviamo ancora che dalla

(3)

si

composizione delle rotazioni dei vettori normali ad

deduce subito che la a, cio, la com:

posizione delle rotazioni intorno ad


le regole ordinarie degli esponenziali.

usisi

paralleli,

si

fa

con

Se m ed n Riduzione dei complessi ad esponenziali. sono numeri reali, non entrambi nulli, determinato il numero reale positivo r e infiniti numeri reali z tali che
4.

m
cio tali che
r

= r cos
/

cp,

sen z

--

in- -+

n-.

tane

=
di
//.

con coscp del segno


Si

di

>n.

sen z del segno

ha dunque, in

tali

ipotesi,
cp -+-

m
e l'operatore

-+-

in

= n cos

sen?

r<

"
:

tiplicazione per

eguale al prodotto di due operatori mol(modulo del complesso), rota/ione di z argodue operatori sono invertibili. mnto del complesso radianti.

m~\

in

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


5.

65

piano

tisso

Aree piane e distanze. ) Se A. Dormale ad <(. dalla formula


(B

/.'.

3ono punti del


n.
1.

<i

del

cio

A)

/\

(C
<li

A) =
\
si

(B

A) X
il

ti

"

e dalla definizione

ricava che

numero

(1)

(B

A)xi(CA

ha per valore assoluto l'area del triangolo ABC ed positivo quando una persona che percorra il perimetro nel senso ABC, -+- u, vede il triangolo alla sua stando dalla parte del punto <<stra. La (1), dunque, d l'area, con un segno, del triangolo ABC
Si

noti che

/.'

- A)

e altre

X HO A) = (C B)X i(A B) = (A C) X UB C) tre analoghe scambiando B A in A P, ecc.

Se

un punto qualunque del

lato

B(\ l'area

ABC

z(C
Intatti

B)X U P.

(A-C)X(B C]=z(G B)xi{A 0)=(0 B)xi)(P 0)+(A P){ = (CB)xi(A P).


La distanza, con un segno,
{A
di

dalla retta B(7

'B)X"i[G A)
*

~ mod (P^~C)

La distanza, con segno, del punto A dalla retta che passa ed parallela al vettore unitario a, normale per il punto ad , , ovviamente (A 0\ io.

b)

Il

quadrilatero

piano, non

intrecciato,

determinato

dalla successione di punti A, P, C, I) ha per area

(3)

^{C

~ AiXi D B)
il

cio equivalente al triangolo formato con le diagonali ed


Ulementi di Calcolo vettoriale

66
loro angolo, perch
goli
tal*-

PARTE
ABC, AOD,
I

l'UIM

area, soihraa dello aree dei

due trian-

data dalla met della


i

somma

A)-h(G A X B A) = A\ x i(G A) iD A)X i(C A) = x 1>,_A) \D A, X C A) = B


n
/:

<i{C

i{

I),

<

Se

,
x

A 7

...,

A,

An

_ _l {

r=A

una successione

di punti

in un

piano,

il

numero
n

(4)

( A,.

0) x i{A r+l O)
si

nel piano. non varia col variare di Se infatti 0' un altro punto del piano

ha

(A,.0)X(A,. +

-0) =
,

)(A0')-h{0'0)\xi)(A,.+1 -
(A,. 0')

)-*-(0'

0)i =
O'O
O'O).

{A,.0')Xi{A,.^ 1 0')-h(A r -0')xi(0'0)-{A r+l 0')xi

x i\A rJh 0'

-+-(A..

r+l )

ti

Sommando tutte le eguaglianze analoghe, la prima parte dell'ultimo membro esprimer il numero 4 relativo al punto
la

seconda parte

nulla perch

1 A, .,.,
i

;L.

^-0

teorema dimostrato. Se il poligono detcrminato dalla successione .1. non e ne da il doppio dell'area nel intrecciato, allora il numero senso ordinario. In ogni caso poi tale numero pu prendersi, per definizione, come doppio dell'area del poligono intrecciato. punti d) Se P il punto comune alle rette AB, OD e M, N sono collineari con /' e tali che [cfr. Fig. L9]
ed
il
1
i

N
allora,

1/

BA

/> r.
piani, la

comunque

si

ree, con segno, dei

t'issi il punto O nel due triangoli OAB,

somma

delle
l'area

00D

eguaglia

del triangolo

OMK.

OPERAZIONI RP OPERATORI VETTORIALI


l

rifui

se

//.

8 sono

tali

che

li

A,

/'

/>

PARTE PRIMA
_!./;

in

modo die

// _

//

sia

parallelo a

PM
si

).

Le

parallele condotte

la

//

//

nella figura

fatto n

\P//
I

de
I

PM
//,

PJf

si

incontrino

in

//.,.

Due

punti

.4

/>'.

collineari

con

e tali

che

.4,

.1/,

SlB

-A
D,

soddisfano alla condizione voluta.


Infatti
i
:

presi sulla retta

// //

ri

//

//

punti

/t*

tali

che
S,

B,
/>'

M..

P,

per

il

teorema precedente l'area


delle arce
<>S
/,'.

OA

II

per

r
/.'

'

la

somma
Ielle

OS

,.
\

Oh'.S

e l'area

0J

la

somma

aree

0MH 8n
la

ma <dic coincide con PEANO per le t'orine di

quindi con notazione abbreviata. notazione assoluta di QEASSMANN-

terza specie

S0J B
I

08

/,'..

0R&
*

">'./'.

"/.'. -

....

0/8M _

/,'

OR
"l B

OS E

OR

OPERAZIONI
percb

i:i>

OPERATORI VETTORIALI

(>'*

OS
Si
la

R,

0R&
i

<

<<<....

osservi che per tutti


Ielle

punti

<>

di
eri

una parallela ad

.1

di

somma 4 B
.

aree

OA

li

costante

nulla per

punti

Sia ora

cio

Jf

.1/

Ripetiamo

fssi
i

la

ad
il

1.

costruzione precedente per le coppie r B r da Se // cade sulla .1 /.',. allora comunque si


,

Se
si

7/,,

n<n

punto la somma delle aree OA,.B,. cade sulla .1,, /; allora A B


,

I, 2,.,.

n) nulla.

A
1,
/>'
(

/.'.,

comunque

fissi

O. la

somma

delle aree

OA

li

i\...

costante

e vale l'area del parallelogrammo

.47?,,^4

,.

/
i

La precedente costruzione
B,.

vettori

A,,

sono paralleli;
/'

in

tal

anche applicabile quando caso punti M sono


i

tutti collineari e

va preso fuori della retta che

li

contiene.

Se e un vettore unitario parallelo alla direzione


<lei

comune

vettori dati, si

pu porre
i
:

B, e
si

A
fi

<t

B,.

A,.

-+-

ma

ha
71

.1,,

Sl a

ina.

dove

Sw,.

con

Se m={=0, la retta ^4 B passa per il baricentro dei punti le masse rispettive m, cio passa per il punto
.

G
Infatti.

= (m A
r

per

quali la
la

Ora per

noto che la retta ^4 S il luogo dei punti (t somma delle aree dei triangoli A..B <> nulla. somma dei doppi delle aree dei triangoli A,.B,.G

70
si

PARTE PRIMA
ha dalla
n
1
,

dalle precedenti posizioni,

^
i

/>',

A,.)

il

n
-///
i

A
A

>r

m,A,j = aX i(mG I m a X iimG mG) =


il

m,.G

che dimostra quanto abbiamo affermato. Questa propriet fornisce una costruzione del baricentro dei punti A,. con masse m specialmente utile quando le masse m hanno il valor assoluto rappresentato da dati segmenti. Ci pu farsi in due modi. Determinando cio con la eostruzione e due coppie A B corrispondenti a due direzioni a arbitrarie ma distinte: il punto connine alle due i-ette il punto G. Oppure facendo una sola volta la costruzione e) ed osservando che.

mediante

la costruzione stessa, si ha stilla retta A^.. il baricentro G dei punti .Ij. .L di masse ,, >..: sulla G^A Z il bariWjij mjij, ecc.: bisogna per ordinare in centro di mjii nessuna sia zero; successive somme degli modo che delle due punti consecutivi nella successione .1/,,. cio che n y

'/;

siano sempre distinti. Si vede con pianta semplicit si dimostrino note costruzioni di statica grafica. Pero, giova osservarlo, il calcolo di GRASSMANN-PkAXO per le l'orme di seconda specie, d tali
dimostrazioni mediante identit analoghe ad identit e quindi in modo ancor pi semplice e rapido
' .

algebriche

vettore unitario
S

Coordinate cartesiane e polari. - Si tis>i nel piano un ed un punto 0. Se P un punto del piano. ha in un sol modo
<;.
/'

.fi

yii

[x

ili

di

(') Giova anche notare ohe nel caso e) talvolta possbile palerai ima costruzione pi rapida che richiede il poligono dei punti M ma non il polo I'. Le reti e .!,/'.. .1 ^i incorni ino iu un punto proprio K t incontri la reit .1 /' nel la parallela condotta da A~, alla retta .1/1/ punto proprio A'.; e cosi ^i continui (se possibile con punti propri A"
/>'
:

e contenuti

nei limiti del


la
I

campo
ecc.

del disegno) sino a determinare

pr

passa

,I\

OPERAZIONI ED OPERATORI SETTORIALI


i

71

numeri x ed y sono l' coordinate cartesiane ortogonali di /' rispetto ad una oppia Tassi con. lotti per parallelamente ad i e ii. Se r la distanza di /' da e r la rotazione che si deve
dare ad
per portarlo nella direzione
/'
i

vbtbo

<ii

/'

0,

si

ha

re

/.

e
la
i-i

numeri

/'.

.;

sono

le

coordinate

/><>l<in di

/'.

essendo
il

il

polo,
*

parallela condotta da
rso positi
11
r<>

ad

l'assi-

polare, e

versoci

il

dell' asse.

passaggio dalle coordinate polari


i

di /'a
si

quelle cartesiane,

ed

essendo comuni
X

ai
/

due sistemi,
_;.

fa

con

le

formule

cos

sen

cp,

ed

il

passaggio inverso con

le

formule
are fcang -

//".

con cos- dello sioso segno di

X.

ADITOLO

V.

Finizioni di numeri.

1.

Limite.

p.

Si

pu considerare un
riferendo
i

rettine,

un punto,

'in

generale una F,, funzione delle variabili

(numeri reali): siano e dando


il

es.,

numeriche t, w, i\... punti ad un sistema carte-

coordinate in funzione di t. n, r,... Se u(t) un vettore funzione della variabile t, si dir che vettore il limite di u(t) per t tendente a t . cio
le loro
lini n(t

=u

t=t

(piando,

comunque

si

rissi

il

vettore a indipendente da

t.

litri

(u

X a)= u X .
di

t-t

La definizione
rica u

di

limite

un vettore variabile

cos

ridotta al concetto di limite ordinario di una funzione

numesi

x a.
Piti

Se
che

un punto funzione
lini

di

un punto,

dir

P(t)=

(piando
lini {=0
)

P(t)

P = = vettore
1
\

nullo.

Finalmente se S{t) una P, di massa una Fj fissa di massa a? si dir che


,

x,

funzione di

t,

S'

lini Siti t=t a

=S

74

PARTE PRIMA
si

quando, comunque
]]x tt n

fissi

il

punto

0,
'<>'

=x

lim;>/

0;

in tal caso siamo ricondotti al limite li un vettore, perch Sti xO sempre un vettore. La permanenza delle leggi formali perle P,, che comprendono vettori e punti, e la permanenza delle leggi fondamentali

anche

algebriche

per

prodotti

interni

vettoriali,
dei
limiti,

conduce

alla

permanenza

delle

ordinarie propriet
li

quindi risparmiarci

enunciare

li

ohe possiamo dimostrare.


t
t
.

La funzione

Stf)

si

dir continua per


lini

quando

2.

Derivate.

Come

in

Analisi,

la

derivata i SU), cio di


/.

una >\ funzione

Iella

variabile numercn

si

definisce

'

ST-i = D S(t) DS(t) = S'(t


at
t

lini
fc_

j
li t
.

Analogamente
della derivata per

il

differenziale

di

Si, dS

il

prodi

dt.

La derivata
tore

("supposta esistnte) di una

F, una

Y\. Tn pardi

ticolare, la derivata di un punto un

vettore,

quella

un

vet-

un

vettore.

Ci risulta subito dalla definizione.


si

Le derivate successive
derivata
vettore;
di
li

definiscono coitfe in

Analisi: la
<

ordine

una Fj o li un vettore una P, un punto invece sempre un vettore.


n di

un

Le

ordinari' leggi delle derivate

li

somme,

prodotti, ecc..

sussistono tutte com' facile comprendere. Cos per due vettori n e v funzioni li una variabile
rica,

nume-

tenendo presente

die

sono distributivi
si

rispetto

alla

somma, come

il

prodotto ordinario,

ba

d(uXv) = wxdv-{
d
il

vxdu
dn
\
\

(2)

/<

h
il

dr dr

dn.

(')

Cfr.

anche

il

recentissimo trattato di T. Bogoio. Calcolo

diffi

siale con applicazioni geometriche. (Collezione Lattea; Torino, a.

1921).

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


In particolare
</

/f-

l'//

tj

moilu]

"

IIKXI

"

<d

'

liiixl

il

lumi u

,*

L'operatore
l'esponenziale
nenziali, vale
t;

/
~

funziona
si

da

costante
le

nelle

derivazioni
degli

<
;i

deriva con
si
lia

leggi ordinarie

espo-

dire

<l

itn
<

idu,
i

ii

'

tu

tlz

l'-'itt,

perch
ti
t

ti

cosati
i

snq;

iti

cos -

fin

sentititi)

sen:ptt
derivata

t-

cos*f iu)dy.
li

poi

ovvio che riferendoci ad


le

un sistema
sono
le

coordinate
delle

cartesiane,
coordinate.

coordinate

della

deviente

lutine notiamo clic se N


riabili

//,

r.

te..,,

Pj funzione delle va-

numeriche

".

r.

io....

si

ha

dS
,lt

dn

>//

t- ....

ov

3.

le

propriet,

Sono Vettori e loro derivate. che ora esporremo, delle


t.

li

uso assai frequente

derivate di

uh
u

vetmi

tore a funzione di

Se

il

rettore o nullo o

modulo di n costante, allora la derivata normale od >i : e viceversa.


/( 2

<li

Infatti
cost,

Dall'essere
la
3)

u2

= (mod
la
4).

?*)"-

si

ricava din,2 )
la

2 (mod

tt) ti

(mod
:

te)

quindi

da subito
\

Per ottenere
i

(5) si
ti

opera cos

a 'mod
-

(mod

ii

du

d (mod

it)

il

(mo< n

_u

dn,

-i\ dn

__

{il

(mod nr

/\da\ f\u (mod ti

ti

i'\i;i]:

i'i:

ima

dcri vaiulo. equivale alla condizione

u
Le

"

0.

mimi,'

AZIONI

BD OPKH

VI

OKI

B'J

L'OR]

LI

77

ha direzione fissa, parallela ad un retimi

costante

b ohe normale

ad a

sono paralleli ad un piano fisso normale a b (quindi

du
parallela ad aj
,

h
ha

parallelo a

i>,

cio

inumale ad

o.

Siccome
a
le
\
Ili

si

II

\ III

II

II

<l

II'

Il

II

II'

II.

condizioni (4) esprimono, in virt del teorema precedente, che " \ " parallelo ad un vettore l'isso /> che, per essere a \ u normale ad a. normale ad n. Essendo a \ u, parallelo a b,

normale ad
vale
;i

o e quindi anche (uxbf x/>=0; sono paralleli ad*un piano fisso normale a 6 e (|iiin<li parallelo ad n. In conseguenza u \ ', che normale tanto ad a (inanlo ad a', ha direzione l'issa parallela a b e quindi normale ad a.
h,
si

ha

x/^

lire

a ed

a'

4. Formula di Taylor. NOULLI il<94) detto, secondo

teorema ili Giovanni Bertorma sotto cui si esprime. L742), formula di Taylor (1715) o formula di Maclaurin sussiste, sotto eerte condizioni, anche per le F,. Se 8(w) una Fj definita nell'intervallo (a, 6), 8 e le sue derivate sino all'ordine m sono pure definite nello stesso intervallo, t un numero di (a, b), S'""it) una Fj determinata, un numero tale che t -+- h appartiene ad a, l><, e finalmente s ia Y\,
11

la

fi

dipendente da

da

li.

definita dalla condizione

SI

Ir
I

h)

S(t)

hS'(t)

, 1

N'

hm
7

1
(

T^^ in
1
1

" ,_1

ti m!

v O
*

'

W.T*<
*

allora

si

li

a
lira

-=-0.

Sia infatti
tore costante.

8{t)

un vettore,
f(t)

e si

ponga, essendo a un veta


:

8(t)

sviluppando
subito
(die

/(-+- h)

come

stato

sviluppato

8{t'-i-h) si

deduce

= X a.

78

PARTE
per
le

l'RIM

Mn

ordinarie finizioni numeriche


lini
h
E,
:

si

ha

ed essendo a arbitrario deduciamo:


lini
n
z
'.

in modo anali Il teorema vale pure, e lo si dimostra 8 un punto e quindi per S qualnnque. Giova notare esplicitamente che. anelo- supposto 8 definita in tutto l'intervallo a. h. non si pu all'ultimo termine dello sviluppo di N/'i h sostituire, eome perle funzioni numeriche,

se

in

'

9A

Si
tra le

potrebbe invece sostituire

t
\

>S,

ove

S,

una

mt

S (m

%),

variando x da

ma non avremo bisogno

di far uso di tale formula.

Integrali.

Se

8(t)

una K, funzione

ili

/.

allora

di

indicher una qualunque delle Y che hanno per derivata st Due di tali funzioni differiscono per una costante. Se
1

<t

= 8,

e b

sono numeri

reali,
b

si

porr,

come

in

Analisi,

[stiit
a

8x (b

>.

-i

L'integrale

una K,

di

limitato di una P, un vettore un vettore.

una

1",

<li

un

punto

(')

Forma dovuta

Pea.no.

T.

Boo<

io,

loc.

cit.,

pag.

172.

OPERAZIONI ED OPERATORI SETTORIALI

differenziale lineare del

Diamo, comic esempio, L'integrale generale della equazione primo ordine, vettoriale,

dx
(li

j
.'

mx
t.

u,

il vettore, funzione li ove numero e rettore, dati, funzioni


fmdt
e"
oa
t i

da determinarsi
t.

m. u sono

di

L'integrale generale
fmdt
"

x
ove "

t'

le Je
o

>/

tf<

un vettore

costante arbitrario.

fmdt
Infatti.

Moltiplicando
il

la

per

"
.

suo
si

fattore

inte-

grante

supposto zero
fmdt
e

valore iniziale di

ha,

ax
dt

me
fmdt
o

fmdt
.'

=e

n.

\
I

fmdt
>i.

d \e
i

x \ -= e

dt

che d subito
fmdt
e
"
t

xa
>

t'

fmdt

-+- \ ]e e -t

u k dt

da cui

si

ricava

la

2).

CAPITOLO
Finizioni di

VI.

mi punto.

1.

Funzioni

di

un punto in generale.
punto

Si

>

considedi

rare un numero. o un vettore, o un

una

Fj

funzioni

un punto variabile P. Anche <li queste funzioni di /' si possono considerare le derivate rispetto alla variabile /': ed il loro calcolo formale lui molte propriet a comune col calcolo delle ordinarie -derivate. Ma per 1<> studio generale di tali derivate necessario l'uso delle omografie vettoriali ' e ci limiteremo a considerare alcune speciali funzioni delle derivate rispetto al punto variabile /' e precisamente: il gradiente di un numero,
la rotazione e la divergenza di

un vettore.

Se u un numero funzione del punto Gradiente. variabile in un campo a tre dimensioni, con la notazione
2.

/'.

grad
m

a.

die si

di

legge gradiente di m e di P soltanto, tale die


<lu
:

si

indica

il

vettore,

funzione

ili

grad

(IP

qualunque sia lo spostamento (vettore dP di P, essendo dn il corrispondente incremento di u. Se P varia in un. piano, grad u definito unendo alla la condizione grad u parallelo al piano in cui varia 1' He il rettore gradii esiste, esso unico. Se infatti a e t> sono
1

(')

C.

Bcrali-Forti
I.

et

R.

Marcolongo. nalyse

vectorielle

gene-

rale, voi.

(S.

Lattea,

Torino).

Elementi di Calcolo vettoriale

82
vettori

PAKTE
funzioni di x e di
il

l'KIMA

/'

soltanto, tali che


di'

x
/>)

X, di'.

si

ha

x dP=0,
nel

qualunque
quindi n
a

sia
l>.

lo

spostamento di'

campo considerato;
<li /'.

Se
<>

numero

reale funzione
fisso, si

vettore

co-

stante e
i

un punto
m

ha:
u
t

da

cost

segue
;

grad
Ma

(2)
'

r;id; )(

xt/'-O
(P
[

ax(P0
la
1
.

grada

grad a
;

X
si

0) = a.
du=
e quindi, per

Per

cost

ha

grad

di'

per

dP

arbitrario e
1

quindi

gradw

0.

Dalla

si

ha
a
H
u
;

grad

u
rr:

iP

0) [XdP
<?P h d
-+

.d)u-aX
(P

V
</

<>
[

<>
/'

-a

<7 -t-

X <7P X (P 0) grad x a x (P 0. grad a x di'


[

che per l'arbitrariet di dP dimostra la seconda delle Da questa, per w l, e per la prima, risulta la terza. sono numeri l'unzioni di Pe f u. r. ic b) Se a. r, ir e quindi anche di P, allora, io pure numero funzione di .
i!

/.

notando che
df

:(grad/)x<JP

= CU du-\
'

dr
,

....

r
''

i'

'

\t

grad u&

'

it

dv

grad

....
'

</7\

j,>

si

deduce che
f

(3

grad

'

'

grad

><

'

grad

e in questa

il

simbolo grad gode delle medesime propriet del


differenziale.

simbolo d

di

OPERAZIONI ED OPKB LTOR1


Risulti)
in

V E il

ORI

A il

pari icolare

grad
^

[imi
i

in

grad
u

m
\

(m costante

grad

'

grad
m

grad
i

grad (w)
f

grad

grad

/( grad
i

grad |/|

it)<iw.

e)

Noto
di

il

gradiente nei casi particolari seguenti,


;iltri

la

(3)

permette
Se
retta, o
r

calcolarlo in moltissimi
In

casi.

distanza } non nulla, del


/isso
.

punto
o
il

P da
piede

un
della

punto, o

piano

<)

il

punta

fisso,

normale

condotta da

sullo retto o sul piano, si ha

(4)

-nul

cio

grad'
Infatti

vettore

unitario diretto dal punto

()

al

punto variaa questi enti.

bile e quindi,

nel raso della retta o del piano,

nonnaie

= (P-- ()):
r,

differenziando

dividendo per

si

ha

P-r-0 PO PO -XdO; -xrfPdr= -X(dPdO)= r


r
v

'

ma

so

ila

t'isso.

dO

= 0]

se

il

piede della normale con-

dotta

alla retta o al

piano,

(PO) }<dO = 0;
dnnqne
dr

PO x d =-

I'

grad

e l (4) resta dimostrata. $<> un vettore unitario distanza relativa


si
ili

normale ad un
-+-

piano

fsso,

r la

dal piano, positiva o negativa secondoch

trova o no dalla

stessa

parte di

u,

essendo

un punto

qualunque
(5)

del piano, si ha

grad r

= .

84

PARTE PRIMA

quindi

int'iit

noto ohe
r

:(P-0)Xm;
a mi

<ir

'//':

ere.

Siano () ini //nulo e punto I' rari comunque


posizioni hello retta

<t

rettori'

unitario J88

((-ostiniti

Il

spano. purcM non possa assumere uscente da e parallelo ad a. si ponga


nello
r

(a)

iiio.K/'

ed inoltre, essendo
vettore unitario
b)

l'operatore rota -ione di un

retto

relativo

al

/'
;

mod (P 0) A a
)

(operatore non
sia

fisso

ma

variabile c<d piano dei tre punti <L


reali tali che

-+-

a,

Pj r

y uno qualunque dei un meri

(c)

P -O -^
In tali pot8
si
Zia
;

re

<i.

c>

grad

cp

mail
;

/
!

grad log

>.

ovvero sotto forma indipendente da

(7)

grad r t= r sen
'-

cp

grad &

\ x

(grad

<t

sen v

grad log

\ '

fgrad

\ x

Dalle

(6),

(e)

si

ha
r(coscpa

P=zO-\
differenziando
<//'

re'a

sencpa
costante,

ti

tenendo conto che a

Wr

-f-

>Y?'.p

Ha

sen

-.-

<t

dn

moltiplicando (x)

per

<

~i<>

ed

osservando

clie

per

essere

OPERAZIONJ KM OPERATORI
ii

vi

L'TORIAU
;i<l

85
i

ni

nrio e
c'iti

tlit,

quindi '/". <> nullo, som complanari, si ha


di'

<>

normale

vettori

iu

ni

Ma

per

la

la

<
.

questa d
i

ti

r
si
.

x
e)

grad

/</-;

dalla quale, per la

fi),

deducono
si

le

Dalla

(4

e dalle [b

ha a sen z

a
e

grad
(6),

quindi esprimendo, nelle


1

mediante "
grad
r

si

ha

grad
che d
f/i

ix

=
r

gran

i '

sen y

ree.

le

i7

,s>

rispeti al sistema cartesiano ortogonale fisso (>./,.), k.

si

ha

P
allora
...

xi

//.;'

:A.

grad m

= 5
;

* -t-

cu
dy

du
.y

-t-

/.
:

doo

Infatti, essendo x la distanza relativa di P dal piano dei -+- /.. positiva o negativa punti 0, 0-t-J, secondoclie 7* o +ecc., per la (5) si ha no dalla parte di
1",

grad

.r

la

grad y =.)
risulta la

grad

/.

poscia applicando
Si

(3)

(8j.
:

potrebbe anche dimostrare cosi


cu
t

cu
-

-+-

r.v

?y

cu (cu j + r/.1 X dP rr + ?c /
\
I

\
....

\8a!

/'/''

....

= r'.'

rf.r -+-

'/(/ -+-

r/c

rf,

2s

(*)

Si noti che,

non potendo, per


r

le ipotesi

fatte,

trovarsi

sulla

retta

<>,

sempre

e sen

-_-=}=

0.

PARTE

l'i;

IMA
v.

La (8) prova l'esistenza di grad determinato il du corrispondente.

quando per ogni

d'

.'{.

del

Rotazione e divergenza. Sia u un vettore funzione punto P. Chiameremo rotazione di n. - rot u , e diver'

genza di n, div a , rispettivamnte il vettore ed il numero, funzioni di P ed soltanto, definiti dalli- condizioni
/

rot

il

(1)

div

X dP \ 5P = du x 5/' c x M-dPxP A &P=


:

dP
t

(fX:/'
gli

\ :*/*

CttX &"P;\ di'


'//'.

.l/0<'//'

'-/'

'

qualunque siano
5,

spostamenti

Zi'.

9-P di

/'

essendo
><

'/.

corrispondenti spostamenti di u. La prima delle ili dice che la proiezione tore eLP /\ 8P eguaglia la differenza (algebrica
3-n
i

di

rol

sul vet-

delle proiezioni

di

du

Zi

rispettivamente su SP

e '//': la

seconda esprime che

div. Voli
H- Voi
-+-

di',
<>
i

Zi',
i

VoliO. O-hdu,
10,

5P,
9-Pj

8-P
i

Oh Zu.
<> -\

dP
5P

Vol(0,
il

9-m,

dP,

qualunque

sia

punto

0.
li

d;i

notarsi che alle

pu darsi

la

forma importante

rot

ux dP \ZP=d(nxZr
\

l{uxdP
i

(2)

(livu.dPxP

8-P

=
i

dxZP
risulta subito

\fl-P

S(ux-P \dP
la

9-(

<<*P

5P

come
che

eseguendo
Z.
9>

differenziazione e osservando

gli

operatori d.

sono commutabili
u non
rota-

(')

Sarebbe pi conveniente dire rotazionale


si

di

ti.

poich

rol

una rotazioni' nel senso che

attribuisce di solito alla paiola


inesatto.
rot e

sione;
2
t
)

ma segniamo
al

l'uso

comune per quanto


di div u.
1'
-

Questa definizione assoluta


prof. T.

indipendente da

grad,

dovuta
)

Boggio

<

li<'

ce

ha gentilmente comunicata.

8 Il lettore noli che grad u, rotw, divu si definiscono, rispetti( vamente, mediante ini salo spostamento dP ili /'. fitte spostamenti di'. ci' di P, tre spostamenti di', il'. >/' di /'. del tutto arbitrari.

OPERAZIONI ED OPERATOSI VETTORIALI


pure importante osservare li" anche esprimere mediante tre spostamenti li /'.
[;

la

rol

ti

si

pu

dP <8P
du \<5P

ii'/'-mt u
i

\ 9-P)

5ti
i

'/'
\

dP)
(d-P

[)

/'

,/>
Si

ir

\ ii'/'i;

>

tfP)j

;>;

"

<//'

5P

ha, infatti, per

una noia identit

<

per

!a

(iPXoP/\Prot
;

la

i'P

niiux/' \AP-dl* dP fl x i P

=
=

)du x
du
ecc.

r\

ir du x?p <->?;
3-P)

\(5P

Ste

gli

operato)- rt, div esistono, essi sono univocamente deter]

minati dalle
un
rettore

sono funzioni di
rettore e

soltanto,

cio

applicati
di
ti

ad
e

u danno un

un numero funzioni
le

P
e

soltanto.

Infatti.

div

u. allora si

Se rot'w, div'?t verificano avr


rot u

insieme

rot

(div

rot 'iDXdP \oP = w div m).Px5P \ d-P\

0;

ma dP \IP.
e

dPx%P
rot u

tkP sono

vettore e

numero

arbitrarli

quindi deve essere


rot'w,

div u

= div w,
r

e.

d. d.

mero div
<>,

che! il rettore rotti e il nuteorema precedente sono uni(unente determinati) quando per oejni spostamento arbitrario dP

Vedremo
ti

formule

(10),

111),

esistono (e quindi

per

il

di

esiste
a)

il

corrispondente spostamento dn di

'.

Le propriet fondamentali delle funzioni rot. div, sono

le

seguenti, in cui u e v sono vettori,

m un numero

reale,

fun-

1
I

Dal teorema a pag. 55


In

di

A. V. G. voi.
te

I.

1.

e.

dalle

(li risul-

terebbe subito

esistenza

li

rotte e div

nelle ipotesi fatte.

88
zioni
li

l'\i;ll,

PRIMA

P:
\

rol
..

11 /f

o
_
l

i
j

div

per a
rol
/'

cosi
rot /
1
i

rot m

'

-i

div
rol

/(

div

-f-

v r
///

//"'
//</f

w
i \ !')=

div

rot div u
r

-t-

grad

"

-+-

grad w
i*

X
>.

div

rol "

x rot
si

La
con
le

rotiit

\v)

il

grad u

x v)
1

non

possono esprimere

funzioni grad, div, rot.


(4)

Le

risultano subito dalle


<ln

poich per u
il-

= cost
i

si

ha.

coin ovvio.

In

W-u r=z 0.

Anche

le (5j si

ottengono subito dalle


di
.

perche
si

secondi

membri di queste sono funzioni lineari Dimostriamo ora la prima delle


<i

n.
1

Dalla

ha:

tot(mu)xdP \5P d mu) <5P (m) '//' = m)dn XP 8w X I'1-hdm w XP 5w i(X(f/' =j.rotwx^P \5P-Hgradmx^Pw <3P gradmx5P-n = -j-gradrox J*ix8P-dP wx<lP5Pj
<l

rfP

= = =

-+-gradiXw
-t-gradwi
}

'//'
\

8P
3P

nx[dP
\

rot

grad

\ te

X
\

dP
8P,

BP
dimostra

che, per l'arbitrariet

di

dP

quanto abbiamo
ti

affermato.

In

modo analogo
(1) e
1

si

ottiene

la

seconda delle

dalla

se-

conda delle
Dalle

il

lettore
ai

pu

farlo per esercizio.

ha

div
.-,

il

V
\ riti
i

dv v

.dPxSP \ &-P X 5P \ 8-P


i

;'/'
J

-:/'

\%>P)-h
i

wxrotr
la
7
.

[ vx)du \(5P X rotai (dPxSP/

/
>l'

(die

dimostra

OPERAZIONI
b)

i:i

OPERATORI VETTORIALI
", v

89
'Ih
-

Se

il

vettore n funzione dei numeri reali


/'.

alla loro vlta, Bono funzioni di


di
/'

allora

anche

><

funziono

e si

lui

du
(Si

ii
i

ro1

grad grad

grad
gran

a
i

(9

<liv

i>

a
'

[nfatti

rot

il

XdP

\8P

fs~d)x5P
/ /
1

(S^SwxdP
*

1 grad

il

dP.
;''|

<

5P

2 grad

x5P-

<2P

sj(grad*

<(*PA8Pj
>

che, per essere

'//

mostra
e)

la

(8).

In

\5P indipendente da ". modo analogo si dimostra

e arbitrario, dila
'*

Se rispetto al solito sistema cartesiano unitario-ortogonale-destrogiro 0, i, ). k si ha

P=

-+- .ri

4-

*/j -+- zfc,

//

e,/

f-

a.,.) -+-

u 3 />,
>'...

allora u funzione tanto di


casi particolari Ielle
(8),

a?,

y,

:.

quanto

li

it

1?

u3 e

come

(9)

si

ha

(10

rot'u

grad

j \i

grad
i

tt 2

\jH-gradit 3
u

\fc

il

'

<

\CZ
u. z

<

.r

<

<

111

div u

= grad X +- grad x j A = X -hjX dy dz


i*,

grad

-*-

./

'

"l

90
ri

PARTE PRIMA
K notevole
a* div u
sia
il

la

formula seguente:
|

li'

grad

i*X
11

rol
a.
si

"

qualunque

vettore costante
1<>.

Intatti dalle formule

ba

>

V
i

"

rX

1
::-'

X"'iX X X

-f-

.<"

X
,

"

"
I

./

<

1
'

l
PflJ

A ;
l

Affi
'

<
/
>

C.

d. d.

\<

./'

4.

mero reale ed
!

Prodotti degli operatori, grad, div, rot. >/ punto /' vettore, l'unzioni d<
1

si

Se
ha

nn-

rot grad

m
n

=.
0.

div

rot

Vedremo
Infatti,
rot

in altro capitolo

reciproci di questi
si

teoremi.

per formule gi note

ha

grad m

x dP

\oP =
\ a/*

ri

div rot n

dP x 5P

x 8P) 5 grad rill' UP 0; d rot " x 5P \ 8-Pj d su x 8-P 9-mxSP


grad m
-tt

X dP

-+

0;

1
i

Con

gli

operatori grad, div,

rot,

non
(ti

si

pu esprimere
.

grad (u

v),

rot

neanche nel caso particolare che v


I

sia costante, cio

indipendente
si

la

/'.

Occorre introdurre le derivate rispetto ad un punto, come li Analyse vector ielle generali gi citata, e allora nel Voi.

tatto

>i

ha

grad(tfcXv)=K
n

riti

,,,"

dv
,,,"

r>t

<u /

= ldiv r

'
)

il

l.liv
il

Tp) v

sotto t'orina semplice e che

si

presta per

calcolo effettivo
la

diretto.
lei

Non
holi.

possibile altra
in
.

via; possiamo, bens, cambiare


si

t'orma

-\mope-

ma

qualunque nonio

faccia

si

dovranno ritrovare

gli

raion

'lidi

In-

sono omoqrafie rettonalt.

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


che
le
i

91

per
i,

l'arbitrariet

'li

dP/\%P,

dPxoP/\&P

dimostrano

(2).
<'i> formato due dei cinque possibili prodotti, accennate funzioni. tre prodotti
I

Abbiamo eoo
due
;i

due,

<

Il

<Ii\

grad,

grad

li

v.

rol rol

non

si

Nelle applicazioni
li

possono esprimere mediante l<- funzioni noto Mn qui. si presentano lue operatori
i

grad,

.,

grati

li

rot rol

primo opera sn di un numero e produce un numero, il -.rondo opera sn li mi vettore e produce un vettore. -. ..'.ben istinti e definiti dalle (3), hanno, (ili operatori rispetto all'algoritmo cartesiano, la forma simbolica comune
1!

,i
i

.,

t
i

ir

z1
riferimento
,"m
t
.

perch mediante

il

solito sistema

li

si

ha

liv
"
,

grad

m - tz
,

<"m

,"m
-+;

x-

grad div

rot rot

= dxr

dy chi
-

-+-

d*u +
=

p**i
,

,
>

'

c/~

c-

5. Alcune applicazioni geometriche del grad. un numero reale funzione li P, la condizione

Se

ti

cost.

individua una superficie o una linea, secondoch P varia nello spazio o in una superficie. In ogni punto P Iella superficie o della Linea, u ha uno stesso valore: avremo quindi
(In

grad u
in

X dP=0;
superficie o alla linea u

cio grad

normale

alla

= cost.
tI3),

1
i

Le

il).

(2)

e (3)
:

sono

luti-

da

Manwki.i..

1.

cit.

alla

nota

lie

le

enuncia cos
lias

The slope of
function
function

a scalar function has


:

no curi

the

curi

<>f

vector

no convergence

the convergence of the slope of a scalar


is

is irs concentratici) the concentration of a vector functien the slope of its convergence together witli the curi of ita curia.
:

92
Se,
].

PARTE PRIMA
es.,

Au

A.,

sono punti
"

ti-si.

r,,

rs

le

distanze

<i

/'

da

.4,

.1

'".

'

allora per
di
al

jt

cost.,
l>a

asse AiA.

P descrive una superficie normale ad essa in un punto


u
'

di
/'

rivoluzione

parallela

vettore

grad
che

grad
'l

r.

i '

grad
'

/.

si

costruisce comi'
A.,

somma

li

lue
i

rettori
.
'

unitari
.

direni

da A,.

P. moltiplicati per

numeri
La

si

otten-

gono

di qui

subito

le

note eostruzioni per

normale

all'ellisse,

iperbole, ovuli di Cassini, di Cartesio, ecc. essendo


a
r,
!

/'..

>y.

ecc.

b) Si possono risolvere smplicemente questioni di mas Simo e minimo l ) osservando che: del Se il numero u fanzione di /'. ammette nel punto P campo di variazione di P un massimo o un minimo, allora il grad u in P nullo. Se il numero u funzione di P, ammette nel punto /' di una superficie o linea un massimo o minimo, allora il grad in V normale alla superfcie o linea. Cosi se /,. r... ra sono le distanze di un punto /' da tre punti A l A t A 3 non collineari, la funzione
[

/-,

>'.,

r,

ha un minimo nel punto


tori
.4j

del piano

.4

.-1

.-4
;!

tale

clie

in

0,
tal

0, A
3

O formino dae
grad

due angoli

di

120,

perche

punto

grad u
Se ad
es.,

= grad
>'

\ -+-

r.

gradrj
li

0.

rx ,

superficie o linea,

lai

sono le distanze due punti fissi

A 1}

un A

punto
.

/'

di

una

la

funzione

ha un minimo nel punto

/',

della superficie

>

linea

nel

piale

l')

M. Bottasso, Teoremi mi massimi

minimi

(Ani K

A.cc.

ro

lino. voi. 51, 1916).

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


il raggio incidente .1,/', fa <-<>n la eguale a quello fatto dal raggio aormale perch in tal punto
;

''!

normale
riflesso
/'

in
.1

/',

an
la

angolo
stessa

con

grad
ha
la

><

grad

r,

grad

direzione della bisettrice dell'angolo


f

.l,/',.l

Se r

la

distanza

di

P da A

-i

pne

Sr,;

<;

n
.1

allora

si

ha

-rad
((Hindi:

il

2S>\ grad

r,

2S(P
punti

2n

/'

baricentro G dei
reit,
e

.4,

il

punto per

cui

minima u ; il un piano o ad una

piede della perpendicolare condotta da


il

G
u

ad

punto

del

piano per cui

minimo Lo
ci

stesso

pu

dirsi

per una superficie o linea, con conve-

nienti restrizioni.

L'equazione

di

una superficie,

in

coordinate carte-

siane ortogonali, sin


u
Si

fise,

y,

z)

=.

0.

ha
grad
u

cf ~ --

i -+-

<f cf j -h - A
.

?y

rZ

quindi l'equazione del piano tangente

in

alla superficie

X x)~ X
d)

-y' J
cy

-h(Z

z)t
:

=0.

Consideriamo

le

traiettorie

ortogonali di un sistema

di

o^ x linee piane definite da


a

\,

rt )

= cost.
fissi

essendo r n
Il

r 2 le

distanze di
la

da due punti

4 1(

A.

direzione della nonnaie in P alla linea del sistema che vi passa e quindi i grad u la direzione della normale alla traiettoria ortogonale che passa per P. Se
vettore grad h ha
si

riesce a porre
i

grad u

= h grad

v,

94

PARTE
li

l'in

MA
li

ove

un nmero, r un numero funzione


r

/'.

allora

COSt.

V equazione
Se
].

delle traiettorie ortogonali cercate.

es.,

abbiamo
u

= m,
']

in.,
i

-=

eost.

rt
<li

(con

costanti, curva equijpotenziale


i

Gayley

diciamo
.1
.1
.

a 1?
si

y..,

gli

angoli che

vettori
//

P ^4i. P A._
della

fanno con
ili

pu porre (essendo

reciproco

distanza

dalla

retta

A A
1

-=Asena,,
Inoltre
,

= h sena,.

l>

numero

i'j;i;\au=

m
ri
del

-figrad^

^/jj w :(ti(1j',=grada,-' y
8
.

'

r grai rs

'

per

la

(7)

n. 2

quindi {incora
sen y grad y
Y
i

grad u '=

/*(/!

>//..

sen z 2 grad
x g ).

grad

///,

cos

v
(

///..

(()>

L'equazione delle traiettorie ortogonali


,

dunque

cos

*,

-i-

m2

cos

Kg

cost.
le

Come

altro esempio,
r*

si

considerino

linee equipotenzi ali

cosa
ir

= cost.
y.

per un elemento magnetico

ed

al

posto

di

>,

x,

rima-

nendo 4j
?

arbitrario). Si

ha
,.
_

grad

cos

y.

2r = cos a
-

grad
'

-+-

cos
/

sen

grad

2r*

sen a
;

COS
/

grad a
:

cos

-;/

grad

sen
cos

=
-y.
>

;<

l'r

cos
11
'

se

-rada
'

sen
1

. -

grad f

sen eos

grad

-a

OPERAZIONI ED OPERATORI VETTORIALI


e

95

quindi L'equazione delle linee


r

forza
cosi
'/
.

sen

"/

e)

Conserviamo
cosi.,

1<-

Dotazioni di

La condizione

i\

r.

la

equivalente,
di

logrj

loe,;r

<<st.

definisce

le

circonferenze
.

Apollonio

relative

alla

coppia

ili

punii
i

.1,,

A t Ora
r,

si

ha
/..

grad (log
le

log

grad

y
y

A
a,

grad

yz

= grad
le

(a,

,)

quindi:

traiettorie ortogonali delle circonferenze di

Apollonio

relative

alla
p< >

coppia

<li

punti A

i%

sono

circonferenze che

passano

e
]

A*

(di

equazione

a, = cost.i.
e

interessante confrontare il metodo cos semplice pido oia Bguito, con quello cartesiano ordinario.
Sia
'la

ra-

come origine
retta
.l,.l

di A da A. Prendiamo {A 1 -+-A 1 2 ul sistema cartesiano ortogonale del (piale la l'asse delle x. Le circonferenze che passano per
la

disianza

di

A X1

i. hanno per equazione


.'

-+ ;r

2uy

a"

essendo w
di

un parametro arbitrario. L'equazione differenziale questo sistema c^ di circonferenze


1

2xydx

y*

x*
?

-t-

a"

dy
dy,

0.

Se in (piesta cambiamo dx, dy


(a)

in

d.r

si

ottiene

2xydy

if

,v

-i-

a* \dx

che l'equazione differenziale delle traiettorie ortogonali. Dividendo la (a per ,r s si ha

2% udii

x*

ir d.r
-i-

1
\

-z)dx==0.
a*\
,

.'-

Uaf.+f
integrando, moltiplicando per
arbitrario
[bj
.r

indicando con

un parametro

si

ha.

come equazione
x*
-ts

delle traiettorie ortogonali.


0,

vx +- <r =

96
1

i'Aktj:

prima
i
;

--Irma ^c <li circonferenze con centri sulla retta -l .h. Ma non basta ancora; per dimostrare che la b L'equazione del sistema di Apollonio, bisogna ancora provare che: il rapporto delle distanze da .4, e A s di un punto qualunque di una arbitraria delle circonferenze b costante, il che richiede lunghi calcoli. questo un notevole esempio delle complicazioni alle quali conducono le coordinate cartesiane usure sistematicamente come mezzo di ricerca o di dimostrazione. /) Essendo r, 9 i soliti clementi delle coordinate polari 1 di equazione e u un parametro arbitrario, il sistema oo
rn

= u" sen

<p,

ovvero

r"

sen

ftp

cost.

di ordine n.

che si ottengono da una spirale sinusoide applicando ad essa tutte le omotetie che hanno per centro il centro della spirale, che origine delle coordi l'ormato dalle linee
si

nate polari. Per formule ben note

ha

grad

11"

nrn\
i

s ,, n )r r

g r ad

nr" cos nx
i

grad

sen -nx
n-z

nr" sen

grad :

\-

nrn
2

cos nx

grati e

sen

nrp
-

cos
Cot **

n-p

grad

r"

grad cos nx

COR

'f

cot ~nx

grad

'"

COS

/ftp

Le
polare

traiettorie

ortogonali

hanno,

dunque,

per

equazione

r"

=v

cos

'<j

'

sen

.,

db ^
-Jn

si

ottengono dando
n

al

radianti intorno all'origine.


circonferenze;

primitivo sistema una rotazione di ~ 11 lettore osservi che per:

1,
-.

rette:

1,

2,

lemniscate:

boli equilatere; a

cardioidi: n

2,

iper-

2,

parabole.

APPENDICE ALLA PARTE ITIMA

Formazioni geometriche.
calcolo vettoriale (o, in generale, geometrico) deve pone il mate Il malico in condizione di poter risolvere direttamente una qualsiasi questione l geometria, di meccanica, di fsica, sotto forma assoluta, -io indipendente da qualsiasi sistema di riferimento (con zero coordinate):' sistemi vettoriali comuni, in luogo di altrimenti, come avviene per
i

operazioni

ni

operatori

per

gli

enti

geometrico-flsico-meccanici,

si

hanno semplicemente dei tachigrafi per li- coordinate e queste continano ad essere elementi indispensabili del calcolo. Ora ovvio che una qualsiasi questione di geometria, di meccanica, di tisica indili

pendente
Il

la

un arbitrario sistema di riferimento


rettore.
rot.

quindi pu,
prodotto

e leve,

esser trattata, indipendentemente da coordinate

(*).

sistema vettoriale [punto,

Fn

-l-,

per un

nuiiero reale,
toli

X, A,

>

<'''
,

grad,

divi esposto nei precedenti capi-

sotto forimi assoluta,

pu chiamarsi sistema minimo, basta per risolvere, numerose questioni, come il lettore pini vedere nella Parte seconda di questo libro. Pei- la risoluzione assoluta di molte altre, occorre unire al sistema min imo le omografie vettoriali, o trasformazioni lineari di rettori in rettori da noi gi ampiamente trattate ( 2 ) e che, da molti Autori, sono state applicate a svariate questioni, le une note le altre nuove (3 ).
I-Vl,
e
clic

1 )

Gli ordinari invarianti, covarianti, ecc., provengono dalle coordinate

e soltanto
2
(

da queste

essi

spariscono del tutto nel calcolo assoluto.

C.

BuRAU-Foim

zioni alle
trilli.

R. Makcot.ongo. Omografie vettoriali con applicaderivate rispetto ad iin plinto e alla Fisica-Matematica (G. B. Pee
:

Torino, 1909). Aiialyse vectorielle. generale


II,

voi.

I.

Transformutions
(S.

linaires e voi.

Applications la Mcaniqne

et a la

Physique.

Lattes.

Torino, 1912, 1913).


3
(
)

Cfr.

Bibliografia, alla fine di questo volume.


7

Elementi d Calcolo vettoriale

98

APPENDICE
Ma
il

AI.!.\

PARTE PRIMA
non bastano ancora

sistema

minimo

e le omografie vettoriali

per molte altre questioni; ne esaminiamo alcuni-. Una forza/, qualunque sia la sua definizione fisica, una funzione di un punto P, punto nel quale la si applica, > li un vettore 1/ che

d
vii

la

grandezza,

la

direzione e
a

il

rerso della

forza /.

Ma

le

forze

comportano
Se
si

rispetto

ed u in

mdo ben

diverso secondoch agiscono

corpi deformabili , o rigidi.


tratta
di
t

funzione un corpo deformabile, allora, non 90I0 P quanto sono funzioni di /. perch la forza ed individuata da P ed ' identici alla forza / solo quando pu chiamarsi punto di applicaa i: per questa ragione che %i zione della forza / ed rettore della forca f. In conseguenza la

di

ed

//,

ma

tanto

P=P
1

/"

dizione di equilibrio

Ih
di

<8P =

un sistema di force applicate ad un corpo deformabile, contiene tutti essenziali e la si esprime sotto forum semplicissima, assoluta, mediante gli elementi del sistema minimo. agisce BU di un corpo Se, invece, la forza /. funzione di /' ed u rigido, allora u ancora una funzione di /. un elemento essenziale, ma P non una funzione di / perch si pu sostituire a P un punto qualunque della linea di azione di / e invariabilmente collegato con P. In alni termini per una forza / applicata ad un corpo rigido si hanno ancora due funzioni di / da considerare; una , come per corpi deformabili, il vettore i di/: l'altra non pi il punto di applicazione. die risulta essere una pseudo-funzione, ma sibbene la lnea di azioni di f. Ora col sistema minimo la condizione di equilibrio di un sistema di forze applicate ad un corpo rigido si esprime con due condizioni
elementi
.

Zi

=0.

2(P 0)A =0

1
t

'.

la prima essenziale (vale a dire assoluta o funzione del sistema seconda doppiamente accidentale, perch contiene i punti P che non sono funzioni delle forze del sistema e il punto arbitrario (> che assolutamente estraneo al sistema e al corpo. Inconvenienti ancor pi gravi si presentano in geometria. punti distinti .4. B determinano una retta a. tre punti non collineari A, />'. C determinano un piano v.; il sistema minimo non pei notte d per mezzo li A, C (che pure esprimere Botto forma assoluta a ed

la

/'.

sono elementi accidentali


di a ed x,
I

di a

ed

x),

ma d

soltanto

i!

punto generico

hx{B A),

. l

A -+-!/ C

A.

Cfr

ad

es.,

C. Bikai. i-Forti e T.

Booo

lezione Lattes.

1921).

PPEND10E

\ i.i. \

P
.1.

im
/'.

I.

PRIMA
i

99

per mezzo degli elementi accidentali


tatto estranei agli elementi

geometrici

",

/..

Si

complicate per
retta tonnine a

il

due

punto comune ad una retta e j>in>ii. e Bempre mediante punti


il

numeri .', y del danno delle formule ad un piano, per la


<l<
i

accidentali e

mi-

meri estranei agli enti geometrici considerati.

dunque
risolvere tutte
le

necessario ampliare
le

sistemi)

minimo

in

lo

da potei

questioni Botto forma assoluta. Basta per questo, oltre

III. introdurre le formazioni geometriche di ' prodotto alternai. In questo AppenP8 "*8> dice diamo un rapido cenno della teoria delle F. quanto basta perch

F,

gi Btudiat nel Cap.


e

seconda

terza specie,

''

il

lettori-

comprenda l'importanza

la

necessit

<li

esse,

rimandando

ai trattati speciali per

un completo sviluppo 'i: ma nella l'arte seconda di questo libro facciamo uso soliamo del sistema minimo vettoriale escludendo le omografie vettoriali e le formazioni geometriche. Diamo la teoria delle F sotto una forma che concorda con quella concreta e semplicissima stabilita da (i. PEANO (*), poich il calcolo primitivo stabilito da
II.

Gkassmann non

di matrici e determinanti,

un calcolo geometrico, ma un calcolo un sistema di tachigrafi per le coordinate,

quindi ben lontano dal calcolo assoluto die indispensabile per le applicazioni. Sviluppiamo la teoria delle F facendo uso ili (pianto si esposto nei capitoli I-VI precedenti (sebbene possa trattarsi indipen-

dentemente da tali nozioni, come risulta dai libri sopra citati), per provare, con fatti, che il sistema minimo da noi stabilito non impotente,
il

pi

come a taluno piaciuto di affermare, ma ampio calcolo geometrico (A


).

invece atti)

dare

(*)

C. Burali-Forti. Introduction

Yillars. Paris, 1897).

Lezioni di

la Geometrie diffrentielle (GauthierGeometria metrico proiettiva (Bocca, ToI'.'

rino,
(

190J).
2
)

Geometria analitica-proiettiva (G. B. Petrini, Torino,


geometrico
secondo

Calcolo

V Ausdehnungslehre di

H.

Grassmann

(Bocca, Torino, 1838).

Per le formazioni geometriche, pure sotto forma assoluta, negli spazi ad n dimensioni, cfr. le recenti note di A. Pensa, Geometria assoluta delle formazioni geometriche in un S a euclideo. (Atti H. Istituto veneto, voi. 79|. 3 Comprese le omografe vettoriali, come risulta dal citato Voi. I di )
(

Analyse
far

vectorielle generale.

Nella

Appendice
i

alla

fine

di

questo volume,
sia

deduciamo

minimo anche quaternioni vedere ancora una volta come il sistema minimo
dal sistema errori
si

di

Hamilton,
mirabile

per

.non sia impotente, sia


dal
edificio

per far vedere quali notevoli

siano

dedotti

quaternioniale stabilito da Hamilton. Peraltro importante far notare subito

che

quaternioni, oltre dare un calcolo complesso e troppo diverso da quello

algebrico

comune (mentre

il

calcolo delle

stabilito

da Peano

simile

quello algebrico e semplicissimo), sono del tutto impotenti per stabilire, da


soli,

un

calcolo geometrico generale ed assoluto.

100
I.

APPENDICE ALLA PARTE PRIMA


Forme
cimali.

In

a)

geometriche di prima specie, F,,


centrico di
Minili
>.

Noi abbiamo definito nel Cap. Ili !< forme il cui calcolo coincide <<>! calcolo barile

modo analogo definiamo


.

forme geometriche
.

di

seconda
Se
li

e
<,

tersa specie, F

I'

punii,
I

/' sono successioni di numeri reali e simboliche notazioni . con le 1, 2


I . -

&

sono successioni
ii

.',l
l

/'i

.',!/.',

-+- ....-f- .<.[,

li

brevemente

Zj

/',

(0)

x A
t

B C\-^x,A
l

,l:,r,
(a

....

.<
.

.1

/;

..

BiC

indichiamo

gli

operatori

sinistra) tali che

(Lv,i,/.'A/'.
(

=2*.-voi(j,-,

/.

/'.

<>..

(1)

(i>,.l.ft,r.)/'
(

1,-

Voi

(.4

/'

/',

qualunque siano
Risulta che
n -x, A,
1

punti P, o.

n
~.r,A,i:,
1

operatore tra coppie di punti


e

numeri reali y

mentre

]',(',

operatole tra punti

numeri
.<
.

reali,
/'
.

l'uno
'
.

l'altro

nnivocainente individuati dalle successioni


fili
<li

operatori
e

(0).

definiti

dalle

ili,

si
,

chiamano

fornir

geometriche

brevemente F 2 F... Indicheremo una F.z o F con una sola lettera. Dicendo che una F, . ovvero o una F. intendiamo dire che esstono, almeno,
seconda
terza specie,
.

le

successioni

.*',,

Ai,

I',.

Ci tali

che
il

= ZxiAiBi,

zQ), e

.r
i

BiC

e le notazioni
S (P,

zi'

hanno

lo stesso significato dei


b)
I>:i

primi

secondi
I

membri
o

delle ih.

condizione di eguaglianza di due vettori e le operazioni x mente mediante


i
.

si

esprme

facil-

'

come
ni

si

fatto per le F,.

Si ha
ili)

lr,A,i:

solamente quando
!

iti
ni

n
!

VxAi'Bi',

2*

B C

2*

WB

<

"

[ y

2x{A,
'

0)

\ {BiO)
in

"
-0)

'

(8)
a

Savi
'

0)

/'

-O)

(C

-0

Zi
i

/'

"

iju

lnuque eia

il

punto

0.

APPENDICE
Intani. In virili
ilellii

Al.l.A

PUMI,
(li
si

l'IIIMA
In

IDI
delle
(2)

definizione

pale

prima

sola-

mente quando, per

0,

punti arbitravi

un

Sx,
i

Vnlil,

/.'

0,

/',

=Sa?,'Vo1
1

il,'.

/;,.

<>.

vale n Hit
n
2tf,<
1

in
I,

< \,/,' -0)

(P

0)

-i.< -.'<
1

0)

'
I

/."

-0)

(PO),

il

^xi{Ai-0)/\{Bi0)
per essere
/'

-Lxi\A

J
l

0)/\.(B^0)\
indipendente

<l'

0)

0,

clic
la

O
In

vettori- arbitrario,

la

0,
(3

dimostra

prima delle

(3).

modo analogo
Noi
,

per la seconda delle

'J.

l'orino nulle.
a

che

una F

.
:

nulla

diremo che quando

una

F,

nulla

ovvero

8(P, Q)

= 0,

-/'

()

qualunque siano
meri
sia
.r,

punti P, Q.

Risulta clie esiste almeno una

F2

F3

nulla (ad

es.

quando
senza

nuvi

sono

tutti nulli) e (cfr.

n. 1)

clie.

tale

forma

unica.
clie

Indicheremo col simbolo


pericolo di equivoci.

(zero) la

F2

F3

nulla,

Operando come nel


,
I

n. 1

si

ha subito che:
1xABC
*

xiA i Bi=0
1
1

solamente una mio

(i)

2x(A-0)A{B O)=0,
1

2x(AiO)X(BiO)/\(Oi-O)=0

qualunque

sia

il

punto O.

3.

liche (0)

Forme (li quarta poniamo

specie.

Pei analogia con


-

le

notazioni simbo-

<5)

Zxi A i BiOiDi=^XiYol(Ai
1

B,,

d.

Ih)

=\ 2x(BA)X(C-A) A o
l

Di A,-)

e diciamo che

il

forma

di quarta specie,

primo membro della (5), nofa:ione simbolica, una brevemente una F 4


.

101!

APPENDICE ALLA
Risultn
clie
le

l'Alili:

PRIMA
le

F,

sono numeri reali;


ili

mentre

F,,

F,.

sono

operatavi, a sinistra, tra terne

}>unti, o

coppie di punti,

punti, e

numeri

reali,

rispettivamnte.

4.

Somma
od F 3
/(
,

e prodotto per

un numero.

F3
,

Per definire
per un
III.

la

somma
F
.

di

due
8,ono

F^,

il

prodotto di una
reale
s',

F2

numero
8,
s'

reale, basta
z.
-'

ripetere (Rimiro
F, e

si

fatto nel n. 2 del Cap.


g

Se

sono

numero

definisce
e
z -+- z\
iz

8 -+-

h$

come

la

F. M

F3

rispettivamente, tale che


*l

(8 -|- ')(

P, Q) f-

P, Oi

-+- *'<

(o-*-o')P

= oP-*-o'P,

P, #),

(/,v)( /'.

0)

fc

(hz)l'

= lazl')

(P. 0)

qualunque siano punti /', ^). Se a, b. e, < sono delle F,0' 1, dimostra facilmente, valendosi delle
i

2,
(3;,

3)

/*,

dei

numeri

reali.

*i

(4),

che:

4-

mia
>

Fi-

da

f-0-=0-4-rt
ft
I)

=d =a
c

eolie

,/

t-c

= o-t-d

(6)

+= + = (a l da a = b e h = k
a +
da
/mi
(6
-+- e)

6) -+- e

//a

=
I))

segue
I

fe

=
(/<

segue ha kb ovvero n 0,
-+- A

+ = /m h{ka) =
(hk)<i

///.

//<>

-+- fcd

Se.

come

si

fa

in

Algebra,
l)a,

si

conviene
t-i

di

pone
a/h

(7)

= (
si

b=
il

/i,

= (ljh)a,
/

allora
le

vede

stillilo
-+-,

che: tutte le regole di calcolo algebrico p<


e

operazioni
si

per

prodotto

aitato per

un numero

reale,

applicano

ttlle F.

5.

Prodotto alternato progredir.

Per poter introdurre nel


piani,
le

cal-

colo, e

forze applicate ini un corpo rigido, occorre introdurre, con li. GrRA.SSMANN, il prodotto alternata. Noi lo definiremo per ora in un caso particolare [cfr. n. 14
le

come

tinnenti assoluti,

rette,

di

questa Appendice].

Chiameremo prodotto alternato progressivo


una F. con r i-.v-^L la V delle due formi date, come
t

di

una

per

che si ottiene dalle espressioni simbolchi

in

Algebra

si

ottiene

il

prodotto di due poli-

a iti \
;

<

ai.i.a

l'Airn;

PIUMA

103

notiti,

avendo peraltro cura ili non cambiare. V ordine delle lettere che indicano punti nelle due espressioni. \J operazione, prodotto alternato, ora defluita, sar indicati) col simbolo O. Vale dire: ae a una
F,

l>

una F con

8<4,

indi-

cheremo

un

Oh
/>.

il

prodotto alternato (progressivo) di a por


il

Coniti

d'uso

sottili!

nde-

remo spesso

simbolo

notazione completa
die altrimenti
b

o aOb;

'

scriveremo, semplicemente, ah in luogo della


peraltro
il

simbolo

O non

pu esser

soppresso,

Cos, ad es.,

potrebbe giungere, in certi casi, a notazioni assurde (*). per il prodotto alternato di una \\ per una F2 e sottin-

tendendo

il

simbolo

si

ba
2

(3.-1,

2J

-+i

\2A

B C
i

$A

B 2 C., $A B C
2

5^^(4^,(7,
i

- 3J5

2 (72 )

=
i

t-QA,,B.,C2 -h20AiI (\
1

15,1,/,'./;,.

Dalla definizione di prodotto alternato e dal n.

risultano

facil-

mente
Se
r
-+- 8

le

propriet seguenti!

o, a'
t

sono delle
e h

F,-,

fr,

b'

delle

Fs

una

Fi,

< 4,

un numero
F,

reale, allora,

sottintendendo

con r-+-s<4, il simbolo O,

ab una
(ab)c

a(bc)
a'

da
rtO
(8)
/
i

= = 0a = a')b = a& a (6 hlab) = (ha)b = a<hb) scriver e a(bc) = (ab)c, = ( l)6a.


a
e
-4-+- '{>,

sono delle Fr+-M b' segue ab == b


-+- ')

a'b'

= ab

-+-

ab'

si

afre

come

in

Algebra

(afe)

Queste propriet,

le

due prime e

l'

ultima eccettuate, sono analoghe

l ( )

La notazione tedesca

[ab],

in

luogo di

O^

[cfr.

ad

es.

H. Grassmann
pro-

figlio in

Projektire Geometrie der Ebene, Teubner, Leipzig, 1909] assoluinfatti, chiaro


;

tamente da escludersi. ,
dotto,
i

che: se ab rappresenta gi

il

segni

sono
6,

inutili
il

se

[ab]

deve

rappresentare una funzione


[

binaria di a

e di

allora

simbolo di funzione

],

contrariamente a
ente cui

tutte le regole usua/i dell' Algebra,

perch un simbolo di funzione deve esser


dell'
si

dato da un solo segno da scriversi a sinistra, o a destra,


applica.

Giova notare che la rappresentazione del prodotto alternato aOb mediante una funzione binaria di (a, b) assolutamente da sconsigliarsi,
perch
si

perdono (principio di permane sa)


[cfr.

le

utili

analogie
2

col
a

calcolo

algebrico ordinario

C.

BuuALi-Forsrr,

Logica

Matematica,

edizione,

Cap.

II,

4, n.

5 (Manuali Hoepli, 1919)1.

104
a

APPENDICE ALLA l'AlMK PRIMA


<ld
>

quelle
a

prodotto algebrico ordinario.


differenze caratteristiche tra
i

Vedremo

presto

'-t'r.

n.

8]

piali

le

due prodotti.

ti.

Notazione effettiva.
I

Si

<

gi stabilito [cfr. Cap. Ili] che ut

un punto.
I

(ture

>a
il

questo,

la

una F, identica ad II. quanto >i esposto nei precedenti nn.


!

I.

5,

e sottin-

simbolo o. risulta ohe notazioni effettive, [u vero AB,


teso
:

notasioni

simboliche

(0)

divengono
alternati

ABC,
i

ABGB
di
I

sono
esse

prodotti

di 2,

3,

4-.

T,

particolari
,

(punti),

prodotti

per
I',.

numeri sono
il

particolari

F2

F3

F4

le

loro

somme sono
o

...

Cos

calcolo

algebrico viene, esleso


In particolare
di

ai

punti, e

vedremo con quali .mandi vantaggi.


tripunti,
i

chiameremo bipunti

prodotti

alternati

due o

tre punti.

7. Interpretazione geometrica. Vedremo in seguito il significato geometrico lede F. e in generale; per ora ci limitiamo ;.i casi particolari, fondamentali, seguenti, nei piali A, /'. G, l>. E, /-'sono dei punti.

ABCI) =

equivale a

punti

.1.

/.'.

G,

I>

ABG AB =

sono complanari
collineari
/'
I

i
i

punti A,
punti
A,

/'.

G sono

F
G,

coincidono, cio
l>.
li

1
\

A,
i

/'.

F.

sono complanari
A.
/.'.

triangoli
/'.

vertici

/'.

F.

ABG= DFF

equivale a
3 le
I

Iia

uno

egital

arra
'

due successioni A, /-'. /'. E, F. presentano il medesimo senso di p< rcorso.


(
'.

1"

.1.
i

/.'.

/'

sono
.1/-'.
1

'

ollineari

AB=CI>

equivale

2
a

segmenti
verso
la

GB hanno egual lunghesso


a

il

da
a
I)

identico

al

verso

(').

fatti

Le relazioni, cos semplici, sopra considerate a sinistra, esprimono geometrici (a distrai assai complessi: ci prova la potensa e sem-

plicit del prodotto alternato.

Giova notare

die

il

(ripunto

.1

BC

ente

(i)

Da
Il

segue, in generale,
sfatta.

AB=CD segue AB=CD


li

A=*D C\
la

ma

da
l*

BA = D
pu
dal

perch

condizione

non

soddi/>'

bipunto a

dunque' un
ora.

ente

ben

diverso

vettore

.1.

Molti chiamano vettore scorrevole (vectenr glissunt)


in sostanza, col

un ente che con:


leggi grammaticali,

bipunto A

/>'

secondo
ed

le

comuni

un

ente che vettore scorrevole


vettore e quindi
la

vettore

scorrevole,

ma

.4 li

denominazione

vettore scorrevole < del

tutto impropria.

rri..\M<
il

i.

i.i. \

I'Aimi;

LMIIMA
I.
/>'.

105
<',

adatto
ii

rappresentare
.1/.'
.1.

piano determinato dai punti


a

e.

(un-

lii|)imii>

ente adatto
per
n.

rappresentare,

sin

la

retta

determinata
quale B
A

lai
il

punti

/',

sia la forza, applicata a corpo; rigido, della


retta
\'J.
I

rettore e
[cfr.

la

quella

-1 <

-i

chiama linea di appi

catione

n.

<

10,

rispettivamente,

questa Appendici

8.

Differenze caratteristiche tra

il

prodotto alternato
attenzione
su

il

prodotto
regole

algebrico.

//

Il

lettore,

<

supponiai
la

tonosca L'algoritmo algebrico,

deve ora
a)

specialmente fissare

sua
<la

quelle

li

calcolo geometrico che differiscono


imi

quelle del calcolo algebrico.


(ti

prodotto alternato di due F


il

ordine dispari non

commu-

tabile

cambiamento de/I' ordine dei due fattori produce soltanto un cambiamento di segno. Ci risulta dall'ultima delle (8).
;

In

particolare se

.1,

/>'.

6',

sono delle

F,

si

ha

A.B

ABO= A Gli = -r-BAG = CBA = ABGB = BAGB=-ACBB^ ABBC =


....

le analoghe nella teoria dei determinanti. Se in un prodotto di V (in numero di 2, 3, 4) dite fattori sono AA rieguali, allora, il prodotto nullo, perch dall'essere AA
i

propriet die hanno

sulta subito

J.J.=0.
gi veduto che un rettore una
si

Abbiamo
ed
?/,

Se, ora,

un

punto

r.

dei rettori,

ha identicamente

Ou=0(0-hu)
Olir

<

>i

O -+- n)(0

-h V)

Ouvw=
e quindi per

<>{<>+- it)(0

+ w)(0+w)
:

quanto

si

detto alla fine del n. 7


la retta

Ou pu
<>ttr

rappresentare

passante per

e parallela

ad u

il

piano
si

parallelo ad

e v

invce OtlVW

numero

reale e

ha precisamente
0-1- tv)

Ouvw

= Voi (0,

O-i-

it,

O+r.

te =-XA b
si

Osserviamo ancora che se A, B, G, mente AB A{B A) ABC A(B A)(C ABCB A(B A)(G

sono punti

ha identica-

= =
=

A) A){B A).

h) Se a, b, e sono delle

e se

aA=0, dalla eguaglianza ab


c.

= ac

non risulta necessariamente

10G
Al
L'B.,

im'KMikk alla paktk prima


i
.

se

l.

/'.

i'.

Q sono pumi

B(

allora

la

egua-

glianza

{ABO)P=(A BC Q
unii

esprime che

stano dal piano


tra gli enti
e)

P=Q, ma invece esprime che ABC e stanno dalla .vfrxsa parte

punti

/'.

<<i"'di-

di est

In generale ab Se

= ac.

per rt=l=0, esprimer una relazione geometrica


la

geometrie! rappresentati
il

a, 6, e

(').

tori,

prodotto di due, o pi, Y almeno, nullo, ovvero nessuno dei


geometrica
).

' nullo,

fattori

relazione
fattori
2
(

tra

(/li

enti

geometrici
<

uno dei fat>ma rappresentati da questi


allora
i
:

nullo ed esista

Ad esempio,

se A,
ni

B, C,

I>

Bono punti,

ricordiamo che un punto

una Fi non nuli:), da A(BG)=^=Q da {AB)(CD)

ha:
segue,

*fcgue,

CD 4=0
9.

punti A, B,

BC = 0, oppure A sta nella retta B< AB = 0, oppure CZ> = 0, oppure < AB0 C, D sono complanari
.

Biyettori e trivettori.
3
(

a) e

Chiameremo
trivettore
il

prodotto alternato di due vettori


vettori
Il si
).

(con Peano), hivettore il prodotto alternato di tre

hivettore uv, prodotto alternato del vettore

ti

per

il

rettore

v.

rappresenta graficameite disegnando \e frecce che rappresentano u e r con la stessa origine e tracciando poi una freccia curva diretta da u
a v. Di solito
si

completa

il

parallelogrammo che

si

chiama parallelo-

grammo
(M

rappresentativo del hivettore.

vettori

Analogamente per tiA=0 si ha


:

vettori h

le

operazioni

X,
e

/\

S^ n.

1\ ir

Ja

normale a v ir da u /\v u /\w. segue m /\ r w) */'=}= oppure V e il parallelo a r ir E noto, invece, che se a, h, e sono numeri
\

iure v

wXv = *X'*'i
IV

segue

X (v =
l*y)

quindi
quindi

sar

v=tt>,
v

^=

sai*

= W,
=
0.
te

segue, necessariamente, 6
z
(

u -h "i allora

<ia

ab

Invece se
i

a,

6
le

sono numeri da a&


operazioni

segun

a=0

ovvero &

Per
ila

vettori e
i

Xv=
a
/
.

0,

segue segue

H
li

normale

da u,/\v
parallelo a
3
(
)

rt,

= u=
M
ili

X. A
0,

Bi

ha:

ovvero v

0.

ovvero

il z|r

v^
I

0,

ovvero

Il

*.

Il

prodotto alternato

quattro

vettori
i

nul

0.

li'

sono vettori, qualunque siano


Mi rie

punti
4

4.

/?

si

ha sempre
>

Buvw

da oui

R)u

VW

PPENDICIS
ili

LL

IMK PR1W
e
ni

H)7

Si

chiama modulo
<i lui

un

bi vettore

indica con raodu, In miili

sura dl l'area del parallelogrammo rappresentativo

u.

Quindi

se

ti,

Bono vettori

moil (uv)
Affinch

mod
,

[u
v

*>)

= iood a
=

mod

Ben

m.

v).

bi vettori

siano identici, o eguali.


U
V,

necessario e sufficiente che

Ou

-= (>v

(')

qualunque sin il punto O e quindi <f ^ bivettori sono eguali solamente quando: i loro parallelogrammi rappresentativi sono' equivalenti (cio moduli dei due bivettori sono eguali), stanno nello stesso piano o in piani paralleli (cio i due bivettori hmnno la stessa giacitura), le due frecce arcuate hanno lo stesso -erso (cio i due bivettori hanno egual
i

verso).

Ne segue che un bivettore un elemento geometrico che individuato da grandezza, giacitura e verso. Si confronti col vettore che individuato da grandetta, direzione e verso. ben facile dimostrare che la somma di due, o pi, bivettori un bivettore; che il prodotto di un bivettore per un numero reale un bivettore ad esso parallelo ecc. [cfr. con i vettori]. , punii qualunque, si /) Si sa che se u, v, w sono vettori e A,
:

ha Ativw

= Buvw.
x,

Dunque

se a,

|3

sono

trivettori

x=|=0, esiste

un

numero

reale

ed uno solo, tale che


P

= xx
sono multipli di
trivettori

e,

in

conseguenza:

tutti

trivettori

un

tri vettore

non

nullo fissato ad arbitrio.


Si

pu dunque introdurre per

una operazione analoga

alla divisione algebrica e scrivere

x,

anche

3/x

a',

in luogo di

= xx.

Conviene introdurre

il

tri retto re

unitario

che definiamo ponendo

Q
essendo
/.
/'.

= ijh
ma
del

sistema, di vettori, unitario ortogonale destro,

resto arbitrario.

(')

Si

tenga presente che


e

si

pu

porre, ed in infiniti modi,

u ==

ab

ove

a, b sono vettori

quindi

0uOtlb=

0(0 -+- a)(0

+b

108
IO.

Ari'K.NhK'i;
Significato

1.1.

l'AKTK l'KIMA
l\.

meccanico
ni

dello
l\

Noi
col
le

abbiamo
calcolo
I

gi

veduto

che
di

[cfr.

Cap.

Ili] il
i

calcolo delle
poi tante far

coincide

bariceni

Mobids. ora
i

vedere come

possano rappresennotare

tare

sistemi di forse applicate a<l un corpo rigido.


n.

Nel

di

questa
in
vi
it

Appendice
del

abbiamo

tatto

che

il
(

Ri/'.

punto
la

AB

pu,

significato della

eguaglianza
e

AB
.1

considerarsi
retta

forzo, applicata ad un corpo che passa per A e B la lineo <li azione


la

come

rigido, della quali

ni

vettore.
In

virt della

identit

xAB=
si

Ai) A,

x,

li.

A\

vede subito clic: una V, sempre una stimimi ili bipunli, e quindi: una V. (.1, />',, per i n) sempre una- funzione 'li un sistema 1, 2 di forze applicate ad uno stesso corpo rigido. Si considerino ora due F, qualunque

= lAj:,.

Il

s'

= 2A'B'.

II)

K nolo che

liti

==

s'

oppure

=
s(PQ)
u

solamente (piando

s(PQ)
vale a dire
n

= s\PQ),
in

oppure
oppure

0,

2AiBiFQ
i

= 2A

J
l

Bi'PQ

2ABPQ=0
1

comunque
le

si fissino punti I\ Q. Ma s(PQ), s'(PQ) sono momenti dei sistemi di forse A, Ti,, AB rispetto oli' assi'
i

gli
l'<).

ordinari
e

quindi esprimono, rispettivamente, che 8 la resultante del sistema AB, oppure che il sistemo s mantiene in equilibrio il
condizioni

s',

G,

sistemo materiale a cui

applicato.

qualunque rappresenta la ordinaria risultante di un sistema di force applicate ad un corpo rigido; la condizione di equivalenza di due sistemi 8 =' e di equilibrio s 0, e tali conI\,

Dunque una

dizioni sono espress<


I

sotto t'orma assoluta.


le

Mvettori rappresentano
si si

ordinarie

coppie.
di

qualunque A, B
eguale intensit,

applicano forze parallele ha il sistema

Intatti: se ai punti senso contrario e di

Ah
clic
e

(').

Btr

(.4

i:

appunto un Inveitole

(')

La riduzione
di

delle

l\.

cfr,

libri

sopra citati

il

gli

ordinari teoremi sulla composizione e decomposizione delle fora


iuh/./.o

per

identit algebriche semplicissime.

PPJ0ND1CJB

I'

\K

I,

l'iMM

IO!

Si

cos

\isi<>

con quale semplicit

precisione
per
, i

le

I'.

di

ottenere gli ordinari elementi


poi
li

meccanici
I',.
I
.

corpi

riunii.
le

permettono E bi-

sogni!

tener presente die

le

danno, con

medesime
(salvo

regole
le

calcolo, fissai semplici e analoghe a quelle


n.
i

algebriche

differenze indicate nel


(le

8),

il

vasto insieme degli

elementi
per
i

geome
corpi

dici e meccanici
deformabili),

l\

per

corpi rigidi,

punti

rettori

il. Operatore indice. Se un bivettore con la notazione, di H. Gkassmann, . che si Legge indice <li . indichiamo il vettore di modulo eguale "/ modulo di , Ih cui direzione normale olio giaci

tura di

e
ili
il-i

il

mi

verso

in/'

che, essendo

punto arbitrario,

il

nu-

mero

(>u\

o p08tVO o

nullo.

Segue

questo che

qualunque siano

vettori x,

tali

che

e quindi
il

= xy
la

verso di

tale

clic

successione

./,

y.

a destrogira.

Se u

un vettore porremo
a
=
.

quel bivettore tale che u

Ne segue ehe

le

due condizioni
,
|

Il

Il
|

esprimono
ratore, ad
a)

la

stessa cosa sotto forine diverse e die

il

simbolo
e

opel
(

un tempo, tra bivettori e vettori e tra Se un bivettore, a una F o F2 e

vettori
//

bivettori

).

un
u

numero

reale,

noi

porremo
a
ii

=a

a)

=aO
,

ifi,
|

'

/;

=
a

/*

vale a dire indicheremo, brevemente, con a


di

il

prodotto alternato

a per l'indice del bivettore

ecc.
(die
:

Se
ii
il
ti

il,

v sono
V,
ii

vettori e

sono bivettori chiaro

sono dei
bivettore.

trivettori,

a
ii

un

sempre, perch prodotto di quattro vettori.

ii

tori nullo,
li

esprimono, rispettivamente che, o uno dei fatw 0, u ovvero esprimono V ortogonalit di u e di v o di ite di e, |w=0 esprime V ortogonalit di il ed .
y
indice, tra bivettori e vettori, l'operatore tra
di

1
I

Definito l'operatore

vettori e bivettori Y inverso


essere indicato con
significato,
I

esso

e,

a rigore

di

notazioni,
J

dovrebbe

*.

perch

Noi seguiamo l'uso comune e diamo ad il doppio 1 banno lo stesso algoritmo e non si presentano

inconvenienti formali notevoli.

110

APPENDICE
Se A, B, C, 1) sono punti A (B C) rappresenta
:

AI.l.A

PARTE PK1MA
A
e

il

piano passante per


La

normale
.1

alla

retta

BC
al
s

A ](B
male
Se

D)(C D)\
.

rappresenta

retta

passante per

<

nor-

piano BCI>

un tripunto, non nulli, prodotti alternati questa Appendice] 2, -Li sono, rispettivamente, -. Ne segue elle un vettore parallelo ad 8 ed un bivettore parallelo A\(sii) e A (oL!) rappresentano, sotto forma assoluta (indipendente dai punti accidentali B, C, Z)), il piano condotto da A normalmente ad e >.

un bipunto

e z

regressivi [cfr. n. 14

li

;i

la

retta
le

condotta da
e
il

A normalmente

;i

importante notare come


altri

con

prodotto alternato

possibile ottenere, sotto forma assosi

luta, degli

elementi geometrici che non

possono ottenere con

metodi.
b)

Se
u

li,

v sono, entrambi, rettori, ovvero birettori

th

un

nu-

mero

reale, si

ha

h
|
j

= =
=

w,
|

cio

il

quadrato dell'operatore indite


r,

unti

identit,

(hu),

(-+-)
u
e) r

= |u
.

-4|

teorema

di

Vrignon,
il

Esiste una notevole relazione tra


,

prodotto interno, e l'operatore

indice. Se

it,

simbolo di operazione v sono vettori si ha

''

Infatti.

Siano

a?,

vettori tali che

\v

= xy,

cio tali che


[cfr.

= .r/\y,
si

in virt di propriet

ben note

ti.

8 di questa Appendice]
y)

ha

//

iuy
ijk

MXxAV
i

X(a!

Q
d)

Xj A

().

Se

u,

sono

bi vettori,

si

pu definire

il

prodotto intuito d

per

ponendo
"

do)
e il simbolo per i vettori.

x, -=Y
le

ha, per

bi vettori,

stesse propriet

formali che ha

l'i

La

(9)

pu assumersi per definire


delle

il

prodotto

interno,
dei

X, quando
vettori
cfr.

si

faccia la

teoria

F indipendentemente da

quella

libri citati].

un

Ili'

APPENDICE ALLA PARTE PRIMA


posit(2?

all'infinito

A); cio

posi!

Al:

una

retta

proiettiva

punti propri (non retta all'infinito); -e a. v sono vettori mw=] i. posit(wv


finito

contiene

[muti all'in-

che sono parali.].) ad u


se
1.
/'

posizioni
e

* -

vettori

paralleli

ad un qualsiasi
all' infilili o
;

pian
con-

V, cio posit(ut)

una rc//^

tiene
i

punii propri del piano ordinario


i

sono punti non collineari. .IZ/Ci", posil clie passa per .1. /',
J

/'

ed inoltre
.1

pun

della ietta all' infinito posit


:

(B

A)(G A)\;
.li

cio posil

un piano protettivo
e
il

posit 2, coincidente con

la
i

posizione

non nullo,

Luogo

(li

tutti

pumi

all'infinito

un qualsiasi trivetl e chiamasi piano

proiettivo all' infinito.

Conviene notare esplicitamente die: moltiplicando una Y non nulla per un numero reale non nullo, non si cambia In posizione delle Y ed inoltre: le Y che hanno, rispettivamente, per posizione un F,. I' punto, lino ritta, un piano proiettivi doti, formano un lineine ini una dimensione, per il quale si pu definire la divisione,
.

resultato unico,

come
posit

in
o

Algebra.
posit

Se

un bipunto e
x.

pinuo,
retili

proiettivi,

un tripunto, non nulli, allora z hanno, rispettivamente,


.1.
/'.

la

retta

<

il

per
i

punto
si

all'infinito posit(s2), posit(oQ); elementi assoluti per


ai

(piali

non

necessario ricorrere

punti accidentali

con

(piali

sono individua
cos
<!ie
>i

pu ottenere

la

Geometria
1 i

proiettila

ordinaria

per

mezzo delle Y

e dilla

posizione di una F

).

13.
e.

d.

e.

p,

Alcune identit tra F, indio r delle F, qualunque. <[.


Y.

spazili

nel

piano.

Siano
la

Tra cinque
seou. -lite
!

qualunque,

a.

b.

e.

d.

e,

esiste

sempre

rela

bede

t-

alea -b

-t-

deal'

<

\-

eabe

<//>c<7

=0,

ovvero sotto altra t'orma


ili')

aedo

hede

ficai)

-t-

ccah

edab

e.

Cfr.

la

forma pi complicata,
1.

inesatta, adottata

<la

11

Gkassmakn

figlio (Projektive....,

e.)

per introdurre la nozione

per

le

I,.
a

Le n zioni di

numero
pi
il

reale

di

'punto

})>>.

sono ben note


coni"
<i.

tutti: niente di

semplice
geometrico....,
libri
1.

Peano ha fatto per

primo (Calcolo
-

0.),
il

la

generale delle
di posizione

e introdurre in

r.

sopra oitati)

concetto

che conduce facilmente agli enti proiettivi.

\i'i'i:\in.

i.

ai
<,

i.\

p \i;
r,

1:

prim

L3

Tra
seguente
(12)

961

K,

qualunque

e'.

l>,

/*.

</,

esiste

sempre

In

relazione

apqr'be

bpqrca
jHiln)

cpqr>ab
(

=
+
rabe

i/r

qabe
F,

rp

//

[.

Sia
zioni

/.

una

l'
;

non nulla
a

(/.

/.

e,

<7

delle

non nulle

I-

cui posi-

appartengono
bill

posil x. Si

ba

L'identit

._,

(13)

-a

aia
x

6h

da

<//>

o
x

.a

ovvero sotto altra forma


aed
(14)
x

0 berf -a =
.

cai

, - (1

<fa/)

-e
x
\

Faremo presto uso

delle identit (11)-(14).

14.

Prodotto alternato regressivo (o intersezioni).


A.
a,

Siano

B,
b,
.

C
e,

delle F,

non nulle

Fo

x,

?,

Yv
in. 5)

F
i

:j

a)

Abbiamo

gi definiti

prodotti alternati

05)

AJ\
i

Aa,

Ax;

aA,

ab:

xA

restano da definire
(16)

prodotti ax;
xa,
x}.

La

definizione pu esser scelta in


utile,

modo

arbitrario.

Per avere una

definizione

basta osservare che

prodotti (15) danno, o dei numeri.

volumi, o degli elementi proiettanti e clie restano quindi da considerarsi gli elementi proiezioni. Noi daremo, dunque, una definizione utile geometricamente, definendo ax e xa in modo ebe posit (ax) sia il punto

comune
posit
Se,

alla retta posit

(x}) sia la retta

come

e al piano posit a, definendo x|3 in modo ebe comune ai piani posit x, posit p. naturale, diamo ad ax ed xa lo stesso significato, allora
che, per a

risulta dalla

(11')

(17)

e per x
(17')

= PQB
PQR-a
le

= AB, conviene porre AB-x = Ax-B Bx>A, = QRa>P-hFPa-Q-h PQa


membri

per definizione

>

ed evidente che

posizioni dei primi

delle (17),

(17')

indi8

Elenxenti di Oaleolo vettoriale

114
<-;m<>.

APPENDICE ALLA PARTE PRIMA


ciascuno, un [muto collineare con
a
x)
I i

/?,

complanare con
posi!
-/..

/'.

<),

E;

vale a dire posil

<li

l'

intersezione

<li

posil a con

Per L'intersezione
zione (12)
(18)

due piani basta


.

porre,

in

virt

della

rela-

ABC
chiaro che
av.

e risulta subito che

= Ax x3 =

B +

Bx >CA-*-Cz-AB

px.

a3

O =
lei

esprime che

posi t a sta in posi! x

posit a

= posil
i

ovvero che uno

fattori nullo
<li

(*).

Xml
sivi
il

vi

ragione alcuna

cambiare per

prodotti alternati regres-

simbolo O gi introdotto per quelli progressivi. Con notazione completa scriveremo aOx, xOa, xo3 tutte le volte che la notazione abbreviata ax, y.a, ocP pu condurre ad assurdi. /)) Quando si opera soltanto con punti e rette di un piano proiettivo, allora si ha da considerare la intersezione di due rette, cio il prodotto alternato regressivo, nel piano, di due p, non nulle. Se a, b
sono F2 del piano, a Oh ha gi significato e si ha sempre 00=0. Indicheremo con a O' b il prodotto alternato regressivo di a per b nel piano considerato, cio la F, tale che positivo'') il }>unt<> comune
a

positi e

positi. In virt della (14) basta

porre per definizione

(19)

{AB)o'a

= ^-B-y

'

bo'a. Quando non possa esservi luogo ad equivoci aO'b possiamo sottintendere il simbolo O' e scrivere, brevemente, uh in luogo di aO'b. punti e le rette sono e) Quando si opera nel piano all' infinito,
e si avr
i

(')

Cfr.

Geometria metrieo-proiettiva

Geometria A alitico-proietti va
nella

per

prodotti di tre fattori.

Cfr.

pure

la

forma complicata adottata da H. Rothe


in "NVien, 1910).
si

Uber

dir-

lineare Abhtigigkeit der gemischten Produht von drei Faktoren (Sitzun^-

berichte der

Akademie der Wissenschaften


?

Anche
grafie,
sivi, sotto

nello spazio euclideo ad

dimensioni

ottengono vettori, omo8

formazioni geometriche e loro prodotti alternati progressivi

regres-

forma

assoluta (con zero coordinate).


vettoriali

Cfr.

A. Pensa: Geo
s

assoluta dei vettori e delle omografie

in

iR. Ut.

Lombardo, Rend., Voi. LII, 1919, pp. 439-453;-, Geometria assoluta delle formazioni geometriche in un Sn euclideo (Atti R. Ist. Veneto, Tomo LXX1.V a Parte seconda, 1920; Nota 1*, pp. '275-292; Nota 2 pp. 787-761}.
,

APPENDICE alla PARTE


io posizioni

i'i:iM\
e

11."

dei

vettori e bivettori
il

non
si

nulli
il.

conio

forma

unitaria

v.

oonviene tissaro
Se, ad 68.,

fcrivettore unitario
y,

il,

ir

Bono vettori
//

ha dalla

(19)

(uv)O
che

ir

= -^-

//

v\w '

per la

(9)

diviene

(nr)O'
il

tv

= nX.tv

vXiu-u,
/\w
e

cui secondo

membro

coincide con (u /\v)

quindi

si

ha,

con

notazione completa,
{ti

v)

O'

w = (uA v)A '

pratica ha

Questo esempio basta per provare quale grande utilit e importanza esso esprime, da se solo, quanto espresso il simbolo /\ dal complesso dei tre simboli O, O di GnASSMANN non solo utile, anch'esso, L'operatore indice, ina necessario: ma il simbolo non meno utile e necessario. Bisogna saper far uso opportunamente, nei vari casi, di questi diversi simboli.
;
,
,

15. Limite, derivate, integrali.

Siano a, a

il

delle F, (per
t,

r=l,

2, 3),

la

prima funzione
r, t

di

una variabile numerica

dente da

cio costante.
a
t 0

Diremo che a
lini

seconda indipenlimite a cui tende a col


la

tendere di

t=t

quando, comunque si fissi una forma p di specie da t, costante, si ha sempre


lini (ap)

indipendente

= a p.

t=t
Si

mente per

possono ripetere per le F 2 F3 quanto stato gi fatto ampiale T L [cfr. Cap. V] e definire le derivate, integrali, ecc.
,

16.

Trasformazioni lineari.

Per completare

la

parte fondamen-

tale del calcolo geometrico delle F, bisogna considerare ancora le tra-

sformazioni lineari delle F in F. Rimandiamo il lettore ai libri gi citati, non essendo possibile dare un cenno rapido di un cos vasto argomento.

PARTE SECONDA

Applicazioni del Calcolo vettoriale alla Geometria,


alla

Meccanica e alla Fisica matematica.

CAPITOLO

I.

Applicazioni alla Geometria differenziale.

1. Retta tangente e piano osculatore. Assintoti, piani asintotici. a) II punto P(t) funzione della variabile nume-

t ih un dato campo, una linea. La tangente in P alla linea la posizione limite della retta PP quando P,, variando sulla linea, tende a P.

rica

t<

definisce, col variare di

X ,

piano osculatore in P la posizione limite del piano individuato dalla tangente in P e dal punto P n quando P15
Il

variando sulla linea, tende a P. La ricerca della tangente e del piano osculatore in P basata sul teorema seguente Se m il minimo dei numeri interi le tali che P U) 4=0, e n il minimo dei numeri interi le', maggiori di m, tali che P (m) /\ P ik,) =\=0; allora, la tangente in P parallela al vettore P (m) e il piano osculatore normale al vettore p<'>/\p<) Sia infatti P =P\t-hh) e si sviluppi (Par. I, Cap. V, n. 4; colla formula di Taylor arrestandosi alla derivata d'ordine m o w,
:

P.

+ P= hP -t-^.P" 2
!

....

-+-

(P mi
;

(m)

-t- e),

P.

P= hP

--

....

-+-

h m P
,

hn
(,,,)

-+- .... -+-

(P n)

-h

e,).

da queste, tenendo conto delle ipotesi

fatte, si
Pi
!

ha

p
lini

\ m = P m)
m
!

p<>
;

lini

^r
n
!

\ip

=i

>(m)

A PM

che dimostrano quanto abbiamo affermato.

120 Nei casi


piii

PARTE
comuni
il

SE<

ONDA

m l, n-2; e quindi la tangente piano osculatore normale a P' \F". La direzione della binormale dunque P \ /'" quella della normale principale <P'/\P'V /''. Le giaciture normali ai tre precedenti vettori, sono quelle dei piani normale, osculatore e
parallela a P' ed
1
:

rettificante.

Nelle parti

>.,

o),

</

seguenti
di

diamo un

cenno
2
.

dei

'punti

Il infinito, assintoti

piani assintotiei di una linea


t

) Se col tendere punto arbitrario, tende

il

numero iP
si

all'infinito, allora
t
:\

dice che

essendo /' tende

all'infinito col tendere di


I

numeri

per

quali
t.

tende

all'

infinito

-j

ottengono

risolvendo la equazione in
1

1/(P

;-

(}.

ovvero
li

(P O)*=oo.
di
t

Se esiste un numero reale


(2j

funzione

e tale

che

lini
i

)h{P0)\
all'infi-

un determinato vettore non nullo


per
t
,

nito,

Ad

es.

/' tende */, allora india direzione di . tendente a t per la catenaria, o cosinusoide iperbolica,

P=
il

-+-

t'<t

-+-

eosh
t

ia

punto

tende all'infinito per

tendente

nella

direzione del vettore

lim)(P

0)/coshtf(

lini

cosh

<

a -+- ia) =. ia.

Invece per la spirale logaritmica

P=
il

-+-

at

e""'a

punto

/'

tende

all'

infinito col tendere di -fa

ho ma

il

Hm)(P O)
indeterminato e

t\

non tende ad una direzione unica.

(*) e. Bura:lt -Forti, Sugli assintoti r piani (asintotici di uno linea. (Giornale di Matematiche li Battaglini. diretto dal prof. E. Pascal,

voi.

LIX

(1916

della S

Berie).

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE EOO.


o

in tutto ci che segue

resta
a
t
.

sottinteso

die una
e

si

dera
della

il

limite
.

per

tendente

essendo
<li

consisoluzione

Se esiste mi numero reale


(3i

fc,

funzione

/,

tale

che

lini -A/'

un determinato rettore non nullo, allora la tangente in pu tendere ad una posizione limite parallela al vettore anche essere retta all'infinito; altrimenti indeterminata.
''>

/'
.

Ad

es.

per

la sinusoide

P =z
si

-+-/

-+-

sen

ha

<

oo e

lim)(P
cio

0)ft[ = gj
infinito nella

lini P'

indeterminato.

P tende

all'

direzione di a

ma

In

tangente

non ha posizione determinata.


la tangente in P tende ad una Se, per t tendente a t posizione determinata questa un assintoto della linea. Supposto che i vettori (2), (3) siano determinati, non nulli e paralleli, indichiamo con u un vettore unitario parallelo ad
,

essi. L'

La
tario,

assintoto sar all'infinito, o sar parallelo ad u. linea descritta da P sia gobba, cio non situata in

un

piano. Sia

un punto

fisso,

arbitrario, e a

un vettore uni-

pure costante, che in tutto il campo di variazione di t a ^=0>. Se la normale a e anche icio tangente nel punto generico P taglia il piano a uscente da O si avr e normale ad a nel punto

non

Px^=0

ux

M=P-t-lP'
con

funzione di

tale che

iM
e quindi,

0)

xa = 0,

cio

iP

0)

-+-

Pxa=

dopo semplici riduzioni,

M=0
Se
l'

iP-O, \pi\

F X
la.
;

\\mM=A,

con

parallela condotta da

A punto proprio, allora V assintoto A ad u se M tende all'infinito allora

assintoto una retta all'infinito.

122

PARTE SECONDA

Se la linea descritta da opera pi semplicemente. Sia


piano, e sia
5

giace in

un

piano

allora

-i

un punto
in

fisso,

arbitrario, del

(P 0)X

la distanza di

dalla retta uscente da

parallela ad u.
il

Se

lini 5

finito allora l'assintoto passa per


-+-

punto

lini 5

vu

ed parallela ad u. Ad es. per la spirale iperbolica

P=0-+- y
il

a*
6

punto

tende all'infinito col tendere

di

a zero

si

ha:

0){= a, f'F a* o=z(P 0) X m = sen a 5 = a


lim)(P
lini
; ;

;
t

lini

e .quindi l'assintoto parallelo ad a e passa per O-t-aia.


d) Se col tendere di Pali" infinito il piano osculatore in P tende ad una posizione limite, qnesta un piano assintotieo

della linea.

Se esiste k funzione
(4)

di

t.

in

modo che

linnA-.P \P")
vettore determinato e non nullo, parallelo
i*,

unitario

ad un vettore piano assintotieo, se esiste, normale ad h. Si procede come in e) considerando la distanza


allora
il

(P_0)X

di
il

/' dal piano uscente da e normale ad h. Se lim finito piano assintotieo passa per -f- lime- ed normale ad u.

2.

Arco, flessione, torsione, formule


in tutto
il

di

Frenet.
/

Suppo-

niamo ohe

campo

di

varia/ione

di

sia

P"==.

APPLTCAZI0N1 DEL CALCOLO


a)
si

OHI

,B

EOO.

L'3

Se

l'arco in

/'.

contato da un pnnto

della curva,

ha
ds
di

mod

dP
di
'

cio
ds
_ in od di'.

Supposto che 8 fresca con t. Ci si dimostra facilmente ammesso noto, sotto opportune condizioni, che: il limite del rapporto tra l'arco e la corda, tendendo l'arco a zero, l'unit. Invero pei P1 h e h posiP(t tivo si ha identicamente

arco
h

//'

arco (PP Pi ~ corda (PP mod X


,
)

P
fc

perch corda /'/', =mod (P, Pj. Passando al limite si ha la formula che d la derivata di s ecc. Definiamo, nel modo seguente i vettori unitari t, n, b paralleli alla tangente, normale principale e binormale in P
;

dP
ds

dt ds

d
ds
*

Questi vettori formano un sistema ortogonale destrogiro e valgono le formule solite [Par. I, Cap. II, n. 3, (6 Definiamo ancora i numeri 1/p, 1/t, flessione e torsione nel punto P. ponendo
|.

d*
a.s

tffc

ds

Ci posto
dt
io

si

ha
1
p

5-

=r -

ds

dn
:

-3-

ds

1 =b t p
1

db
:

-7-

1 -n =T

che sono
e

le formule di Frenet, date sotto forma vettoriale. La prima di queste si deduce subito dalla seconda delle dalla prima delle (2). Si ha poi

^ = 1, txb = 0;
derivando
db 1 db n =n bX~ 0; tx -h-nxb = tX 3- = 0; ds ds ds

db

124

PARTE SECONDA
provano che
per
la
(ih -=-

le quali

normale
(2)

:i

i>,

cio e

un mal tipi o
la

di

e
(3).

seconda delle

resta

dimostrata

Terza

delle

Quanto

alla

seconda
,

si

ha
1

dn

11
si

Col metodo esposto, in ogni punto della curva


considerare
i

hanno da

tre

numeri

.s,

p, x;

tre vettori

t,

/*.

6 e Le tre rela-

zioni principali (3); cio in tutto

sei elementi e tre relazioni. Col metodo cartesiano occorrono le tre coordinate del punti. numeri s. p, r; i nove coseni direttori e nove relazioni; in tutto quindici elementi e nove relazioni.
i

Alle formule vettoriali

di

Frenet,
il

3),

si

pu dare

un'altra forma notevole, introducendo

vettore

Q
(che e parallelo
della linea P)
;

=-b
?
t

alla
si

generatrice della

sviluppabile

rettificante

ha

Xe segue subito

'
e se
si
ti

vettore

ha che

nxt, uXn,

invariabilmente collegato con f. . sono costanti', allora

/>

cio

uxb

dn
ds
x

che d, -come casi particolari, le (3'). b) Se P dato in funzione di una variabile numerica qualunque, e si indicano con gli apici le derivate di /' rispi

(')

Per
e

applicazioni cfr. Bibliografia, varie

note

di

C.

Bdrat.i-

PRTl

M. BOTTASSO.

LPPLICAZIONJ DEL CALCOLO VETTORIALI


a
/

L25

inoltre

poniamo
v=zmo(\r',
ossia,

=-=r,

si

ol

iene,

successivamente

DM
i

r
t

H
?

il

P"
e

= v"t + --n +
o

rr'

vl
l

Tb

da queste facilmente

P"

r = -b; P

\P'xF'" = i-):

Vl

iP \P",

Deduciamo
6

inoltre clie

* mod P
l

(P/\P")f\P~

mod -P mod
fP'/\P")
3
'

P"i
1

mod P

:
'

P \P = mod P P')
|

,/\

e pi

P\P"xP"
(P'A^") 2
P"'
si
'

p~
e)

mod P)
i

l~

Mediante

vettori

P, P",

pu facilmente co-

Fi S

ai

struire

il

punto
lunghezza

centro di curvatura, e la

r.

120

PARTE SECONDA
Dai punti

P +-

P,

P-f-

P"

si

conducano

le

parallele a

)>

alla e s'incontrino in M. La perpendicolare condotta da P -\taglia la normale principale nel punto C [cfr. Fig. 21], retta e Basta perci dimostrare che vettori CI'

PM

MP

sono ortogonali. Ora

si

ha

M=P+ F-h-
?

essendo evidentemente

il

vettore Jf

>

P -h P

Quindi

(P

-+-

Pi

X M
)

I'

x Ut + r=.V- V = 0.
pn
ve)
2
I,

P +- P"

Ter costruire t si osservi che se 5 dal piano osculatore, si ha Par.

la distanza del

punto
*'>

Cap.

II.

n.

A P" x P"' ~ p mod(P'APV


4

e quindi per

la (7) t5

= db mod (P A P"

t l'altezza del parallelogrammo di base 5 equivalente al parallelogrammo formato coi vettori P e P". d) Se u un vettore funzione di f, il punto P, definito, a meno di una traslazione, dall'equazione differenziale

cio

(8)

P = u' A ,
v

descrive uua linea la cui binormale in


cui raggio di torsione
Infatti

= u*.

parallela

ad

il

da

(8)

risulta

P"
quindi u
Inoltre

= u"

\u:
alla

normale a
P"'

P" cio parallelo

binormale.

= u'"/\u-h h"
i7i

\u\

e per la seconda delle

ci

{('

\u) \{u" \u

u a *) A "
'

\"ixm
\m
I

-+- ti"

\ u'

'(**'

Xtt" /\u)*ti*
~~ "
'

{u'

X u" f\u){u X m"

U'IM.H'A/.loNl
Si

DEL CALCOLO VETTORIALE


/',

ECC.

127

consideri un'altra curva

definita

da

(8'.i

P 'z=u /\u
f

essendo

un vettore funzione li /. La retta PPX descrive col una rigata, della qnale le linee /', P, Bono due assintotiche curvilinee solamente quando u soddisfa la equa,

cariare di

zione differenziale
(9)

Mj

(t

1 (*i

II)

con

(.),

funzione arbitraria di

t.

Perch, infatti, le linee P,' gata PP n necessario e basta


ed
flO
it,
:

siano assintotiche della ri-

clie

P P
/\u.

sia

normale ad n

cio

P=hu
h'u l
/\
ti

Derivando
(11)
i*j'

i(

te'

\uz=

-h

hu A **
x

-+-

^**j \ m'

e moltiplicando scalarmente per

o per u,
/\ ti'

si

ha

u'

**i'

Au
f\

X=
x

hti X X u fot/ A w X u
x

i-

Moltiplicando membro a membro risulta h* senza ledere la generalit, h l; con ci la

=1

si

pu

fare,

(11)

diventa

',' -f- Jt'j /\

(U l

Mi

che equivale alla

(9)

e la (10) ci

P
come integrale
Posto
della
(8').

=P

-+-

u x l\ u

la

(9),

equazione differenziale del primo ordiue e lineare,


/

ci

subito

r#Kw)

ove

un vettore costante

arbitrario.

L28

PARTE SECONDA
Se
o la
1

distanza dei punti P, P r, l'angolo dei piani osculatori in in essi; y


;

r,

raggi
e

di
si

torsione

P
re,

Pn

ha

5*

= (Pj P)

=w

2
1

M 8 sen*(*

t)

sen* y

<?)

/S'

im

allora: affinch la
descritta dal

plinto e k un vettore unitario, contante, normale principale in ogni punto della linea

punto

incontri la retta

Oh

fretta

uscente

<a

parallela a k), necessario


di
(a)

e sufficiente che,

essendo r la distanza

dalla retta Ole,


r

si

abbia
J

cos

(P

0) f\k,

t[= cost.
in P. incontri

Infatti. Affinch la
la retta
(a)

normale principale, Pn, 0&, necessario e sufficiente che

(P0)/\kxn =

<),

condizione che equivale a


(b)

{P0)f\kxt = co8t.
la

poich

derivata

della

(b)

rispetto ad

la

Ma

si

ha

ovviamente
niod
e
j

(P

0) A k = mod (P 0)
[

sen (P
(b)

0,

k)

=r
forin

quindi,
(a),

per
e. d.

la
d.

definizione di

x,

la

equivale alla
linea
situata
in in

mula

Si noti

che se

il

punto
9

descrive

una
la

una

superfcie di rotazione

di asse

0A

e la

linea forma l'angolo di

radianti

con

tangente tangente

alla

<> meridiana della superfcie che passa per P, allora [P in della P al parallelo superha la direzione della tangente d sen 0, 0)/\k, t[ quindi cos P ficie che passa per vale a dire la (a) diviene
/.

/'alla

Pe

r sen

= cost.
Claikm
i.

che esprime un noto teorema di

(M

Abbiamo

cos ridotto a t'orma assoluta

il

dell

memoria

di

L. Bianchi. Sulle configuraeioni mbili,.,, (Rend. Ciro. Mai. di Palermo, T.

XXV,

pag. 291, 1908). Cfr. anche: M. BOTTASSO, Sulle tras/ornucioui


l.

assintotiche delle curve. (Head.

Aoo. Lincei, voi.

XXVI,

a.

5*,

1917).

A.PPLICAZTON1 DEL CALCOLO SETTORIALE ECC.


.;.

L29

Sfera

osculatrice,
/'(/
/;. /,

descritta da
valori
/,.
/..,

si
<li

cerchio osculatore. punti /',. /'.,. considerino


i

/'..

Sulla
/',

curva
lai

<':iti

/.

La posizione Limite della Bfera che passa

per questi quattro punti

quando
il

essi
<
/

osculatrice
passa

in
/',.

/'.
/'.,.

Sia
/'.,
/',

centri
e si

il

tendono a /'/.chi sfera raggio della -lem che


la

per

consideri

funzione

//

:(P^C)*-r*;
,
.

Quindi f'(t), f"{t\ /'" h si essa si annulla per t^=t^ t 2 t 3 t 4 annullano rispettivamente per tre, due, un valore di compresi fra /,, /*, t Z Passando al limite, il centro G e il raggio r della sfera osculatrice soddisfano allo condizioni
,

/.,

/(*)

:0,

f'(t)

= 0,

f"{t)

= 0,
t.

/'"(<)

= 0,
di
8.

essendo G ed r costanti rispetto a

Per il calcolo effettivo supponiamo P funzione Derivando (formule di Fbenet) la condizione


(P
si

Gf

= r\

ha successivamente
{

PC)Xt = Q; (PG)Xn = p; {PG)Xb x ds


G

da queste risulta

-+-

do ~d b
.

quindi
do

rallela alla

il centro della sfera osculatrice situato sulla pa binormale condotta dal eentro di curvatura P-i-pn e alla distanza da questo punto, nel verso di 6, di ~(dojds). Eisulta ancora che definito il cerchio osculatore in P, come posizione limite del cerchio che passa per P n P2 P 3 esso la sezione del piano osculatore con la sfera osculatrice e, quindi, ha P-t-pn per centro e p per raggio 1 ).

Dunque

Cfr.,

per altro

modo

di ottenere la sfera osculatrice e


il

voli applicazioni geometriche,

recente libro di

T.

per noteBoGGIO, Calcolo

differenziale con applicazioni geometriche (Collezione Lattes, 1921).


Elementi di Calcolo vettoriale
9

L30

PAE'J'K

SECONDA

L Evolventi ed evolute. sono


le traiettorie

a)

Le evolventi

Iella
II

linea

ortogonali delle sue tangenti.

punto

Q = P -+-

xt
./-

descrive una evolvente di P, quando


d.Q
,,

funzione tale di

che

( x\ dx x '=(' + *. <+ x ' =1 + t =0; ?

dx

.)

onde
x

i*

-e eost.

dunque

tutte le evolventi della linea

Psono

descritte

lai

punti

Q = P (*-*-c)f.
b

Le evolute della linea

sono

le

linee che

hanno

la

linea

P come una

delle loro evolventi.

Se Q descrive una evoluta di P, la retta QP deve giacere nel piano normale in P ed essere tangente alla linea Q. Se quindi polliamo

u =z
i

cos

<p

n-\- se n

-f

= P-ts
/

xii

numeri

q>,

x devono essere funzioni di


(

tali

che
A

dQ

**"=[* + *" + **)*"=[* + * *}*"=*


a

dx

du\

dn\

Dalle formule di

Frexet
cos
<p\
)

ni.

2,

risulta

-*-%j-

du

=[ 1 x
I

d ip
,
I

* -+-

isen?

cos? b

e quindi

1'

equazione precedente
dtp \
-T

ci

d
b

/l
xl

Uh-11

x cos

ep\
1

(cos-f

sencp n =
i

0.

Ma dovranno
e quindi

essere nulli separatamente

coefficienti di

t,

u.

/<

e infine

Q = P -+-

pn -h

tangq

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE ECC.


.">.

131

Bono
Iella

tutti

Lineo piane pomplanari


il

Se
la

la

linea

P
i

torsione
nel

vettori /', /"' piana, nulla per tutti punti


i

<

linea ed
la

vettori- h e costante.
i

l'issata

rota/ione

piano della curva,


1

il

vettore

n
in

\ale

it.

Si
la

modo che
(li

pu allora dare alla Missione prima formula di I'ki.xkt assuma


dt
-=-

un

segno

la

l'orma

ds

=p
s,

1
xt.

Dato p in funzione equazione

di

l'integrale generale
pds

di

questa

in

CUI

un vettore unitario costante: poscia

<3)

P=P

+]Jtd8,

ai dar la linea della quale in


e la flessione 1/p.

ogni punto
unitario,

P
a

dato Parco *
piano,

Se t fa con un vettore golo y. e precisamente


'{4')

fisso,

del

l'an-

= e'a
* si

allora derivando rispetto ad

ha subito
d8

=
p

C0
rff'

? d:P

che

d un modo, talvolta assai opportuno, per calcolare la curvatura 1 p. a Avendo v lo stesso significato gi stabilito per le linee qualunque in. 2), si ha
{)

F = vt

P" =v't-h-

v*
it
;

da queste risulta

1_
{

p~ _ (mo(lF)"

P'x

iP"

avendo

un segno determinato.

132
Pel
it.

PARTE SECOND
centro
li

curvatimi

avremo

pie,

eio
(7

C=P ~~~P^iP
in

/'

'
1

1 "'

che esprime
Se, ad
e
es.,

funzione
usi.

di

/'.

/''.

/'".

qnalunqae
la
0.
7

sia

la

va-

riabile indipendente della piale


o

finizione.

allora
ili
si
l

derivando
Ini

ri-petto

ad

tenendo conto della


(G curvatura
(7j,
2

dalla
a

P; -osi.
costantiil

&G
clic
le

ds

cio

cost.

il

prova

die: le linot7

piani
di
il

sodo soltanto

circonferenze ;
il

centro
ne

una circonferenza raggio di air rat ara.


h

suo centro di curvatura,

raggio

Le evolute della linea piana

sono descritte dal punto


-f

Q= P

-+-

pit +- p ta

Dg

&,

u in ogni punto P. con ? costante, perete n. 4, 7 si ha Vero/ afa piana, che Per :p il luogo dei di curvatura. E poich si deduce subito che
1

centri

uiod
si

dQ

= do.
li

ha

die

l'arco di evoluta la differenza dei raggi

flessione

due punti P Px corrispondenti agli estremi dell'arco di evoluta, supposto che da /'., a Pn p sia sempre crescente o sempre decrescente. Per qp =4= 0, la tangente in Q parallela al vettore
della linea

nei

a =1 cos y

it -t-

sen

qp

/>

ma
u

x6

seu

-_

cost.,

dunque Q descrive un'elica


/.ione retta
e
1'

del cilindro

[cfr.

n.

la

cui

se

c\ oluta

piana.

studio

notevole il procedimento generale seguente per lo lince piane soddisfacenti a date condizioni. Siano un punto e <i un rettore unitario, costanti, ld un numero reale pure costante. Se m, r sono numeri piano e funzioni li r-. variabile numerica indipendente, il punto
di
l'

(1

<>

re

APPLICAZIONI DEL
descrive una linea
pai-alida
;il

\uoi.o VETTORIALE ECC.


e
la

133
essa

<l'l

piano,

tangente

in

P ad

vettore
di'
(In

-a

<lr

<-<!

nlz ("/(>.

la tangente in P formi con la direc<i l'angolo costante 'li 9 radianti e precisamente zione

Supponiamo che

(2)

= eH
e

? +S a

da cui
si

ds

pd<p.

Per

la

condizione ora posta

ha

dP X
clic

Kr

H>Ha

ds

= dPx r
1

'

per

la

il

lmio subito
-+- 81

sen (9

du

seii
du
-+-

dr
8

cos

dy>

0,
t2<p,

cos
du

(:p -+- 0)

cos

dr

-+-

r sen 8

ovvero sotto altra forma


r

cos

sen
sen
(<p

rfr
81
'

(3)

dcp

sen (9

-+- 9)

+
cp

2:f rf>'

ds
(4)

r cos v

sen

dcp

sen
la

(<p-H 8)

sen

(<p-+- 0)

dp'

e in conseguenza, per

seconda

Ielle

(2),

r cos
(5

sen p

sen(<f-f-8)
la (3)

sen

(<p-+- 81

dz'

notando che:

dizione necessaria

equivale alla prima delle (2) ed la conaffinch la tangente in P fornii l'angolo 8 con la direzione e rUi la (4) conseguenza della prima della (2) e della (3); la (5) equivale a ds pdz.
e sufficiente
:

Se noto r in funzione di cp, le (3), (4), (5) danno u, s, p pure in funzione di cp e la linea descritta da P determinata insieme ai suoi elementi, importanti, s, p. Per 0=tc/2 la normale nel punto P la congiungente P -+- u e le formule precedenti permettono di detercol punto raggi li minare facilmente delle linee piane per le quali curvatura p hanno date relazioni con r [normale cartesiana, rispetto al sistema 0. a, ia\ oppure con r tg -p [tangente cartei

134
siano)

PARTE SECONDA

col

i'i. Per 9 la tangente nel punto P la congi ungente J* -+- ito. punto - 2 allora dalle forSi supponga, ad es., r cost. Se mule (3j, l. (5J si ha subito, w cost., s s --r<p, p r e s ha la circonferenza di centro 0-4-m e raggio r. Se 6 0, allora

u
e

=u

+- r log tg ~

cp
,

= r 1&
*o

'

os

'f

'

ctg

qp

casi

la trattrice della quale la retta Oa l'assintoto. (Ine ottengono facilmente supponendo 0, costante, qualunque. Si ottengono notevoli esempi, sia per =0 che per 9 ti 2, supponendo r nu, con n numero reale costante, ovvero p nr9 ecc., e come il lettore pu fare per esercizio. Ci limitiamo a considerine il caso particolare: si ha r: l\ ?~nr. Dalla
si
1

ha
si

= =
':

~>

(n

l)rdq> = tg<p*dr
e dalla
(3)
si

integrando

r:r (sen^p

da questa

ha subito
(il

=u

+-

l)r

(sen

<p i"

"dz

dalla

(4),

o meglio

da ds
s

= pdy,
-+

si

ha pure subito
n

r |(sen

tp)

d-^>^

d)

Molte questioni relative alle linee piane


.*.

possono

trattare senza ricorrere agli elementi

p,

t.

it.

Ne diamo un
s

esempio.

Un angolo, non nullo e non muove in un piano mantenendo i


a due linee a,
fi

piatto,

di

ampiezza eostante,
punti,
variabili

suoi lati tangenti rispettivamente

del

piano

e .siano

A, B

ool

una linea la cui tangente in ~P, generico, pu costruirsi nei due modi seguenti: la tangente in P ha la direzione della antiparallela della retta AB
<li

moto,

contatto. Il

vertice

dell'angolo

descrive

rispetto ai lati
il

PA,

PB

dell'

angolo
in

la
e

punto C comune alla normale

normale in P passa alle due linei


/>'
.

per
1.

(')

Per noti-soli applicazioni,


\'<\

'Ai.

i:\i.i-Fokti,

che troppo lungo riportare u Geometria metrico proiettiva) pp. 304-308 (Bocca,
.

Torino, 1904).

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE ECO.

135

Si possono supporre P, A, B funzioni <li una stessa variabile Dumerica t. Conserviamo le notazioni bell'esempio 2, Parte l, Cap. II, n. 2, 6'). La condizione che individua V
li

X V = COKt.
v' -+-.v

ohe derivata d
(a)

X ' =0.
I.

Osservando ora che [Parte

Cap. V,
,

n.

'_'.

5)]

'A-PY
(ed
lora

(A

P)/\)(A' P )\{AI'i{
r

uf\(P' \in

analogamente per
la

condizione
a

(a),

perch A' parallelo ad A moltiplicata per a&, d subito


\ v
t-

P,

al-

x
\ v)

>'

'

P' \ "

== 0,

ovvero
a

x (P' A v) 6
\v)X) P

0*./\ v)

(u

/\ (ftu

av) =
[

x (P' A ) = 0,
0.

Ma
normali

due
al

fattori di questo prodotto interno sono entrambi piano e t\r=}=0, quindi deve essere

P'

A (bn

av) =

che dimostra il teorema [cfr. esempio 2 luogo sopra citato]. In particolare se l'angolo costante retto, allora la normale in P passa per il punto (A -+- B)/2 medio tra A e B. Se una delle linee a, si riduce ad un punto, allora si hanno quali, per l'angolo retto, la casi particolari interessanti, tra
(3
i

podaria di una linea rispetto ad un punto

ecc.

Della linea descritta dal punto P, 6. Eliche cilindriche. funzione di una variabile numerica, se ne considerino i soliti elementi t, n, 6, s, p, x che compariscono nelle formule di Frenet, e si suppongano p, t sempre finiti e non nulli per

qualunque valore di s. Se k un vettore unitario fisso, costante, la retta Pk icio la parallela condotta da P a k) descrive, col variare di P una superficie cilindrica. La linea P una elica cilindrica, nel cilindro considerato, una elica A' come diremo brevemente.

L36

l'Airi

i.

se

onda
8
2,

quando dendo
a

essa taglia sotto angolo eostante di


/

radianti

(esclu-

0,

generatrici,
le

comprendendo

sezioni rette, Iella

superficie cilindrica

Le
/.

condizioni
<-i

generatrici della superficie cilindrica. seguenti sono caratteristiche per le


/'

eliehe

>

se

descrive
di

una

elica a

essi

sono

verificate
aeri

se

una qualunqne

esse rerificata allora


-otto

P deeo-

ve una
1

elica

t
)

x k = cos 8 = cost.,
:

traiettoria

l'angolo

stante

delle general rici

male
tica

normale principale coincide con la nor una la elica della superficie cilindrica; ovvero, il che equi vale, il piane
2) la

x k = 0,

alla

superficie cilindrica, cio

/.

<\>

rettificante
(3

coincide col piano tangente alla superficie cilindrica; k sen H cost., la binormale fa angolo costante

x =

con

le

generatrici Idia superficie cilindrica;


1

p/t

= cos 6

-+-

sen 0-6;

ctg

vatura
6

costante;

traria,

Le evolventi, sono linee piane,

= cost. rapporto dei Q=P (*-t-c)*, con


,

il

raggi

li

curarbi-

costante
A.

in
/.

piani
>

normali

indipendenti

da 0; cio tutte le eliche che sono linee piane situate


della superficie cilindrica.

hanno
piani

in

a comune le evolventi normali alle generatrici

si La assunta come definizione dell'elica ed condizione caral terist ira.


l

quindi
equi-

Indicando con gli apici le derivate rispetto ad vale a ciascuna delle condizioni
t

g,

la

X A- = 0,
ra
la

X A = 0,

il

che dimosi

2 a

La
\

(2)

equivale
A
0,

ciascuna delle seguenti


A

0,

l>

< A
3

'

II.

COSt.,

e per

le

resta dimostrata la

la

La

equivale a ciascuna delle condizioni

(1/p cos';

1/T)sen0
i

<K

cosB- l/p)nn sen0


0,

0,

cos')./

sen0.&'
cos 8<
i

cos0-<
'

sen06

sen

cost.

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE ECC.


e quindi
il
i

137

descrive una elica relativa


l'angolo
Il

sen06 costante, cio P vettore unitario cos 0< a tale direzione ed traiettoria sotto
8

di

radianti,

il

che dimostra

la

5).

costante e essendo inclusa in *) descrive una linea piana solamente quando esiste un vet>* tore costante, unitario, A tale che Q' a o normale a A;,
piinio generico

st

la

cine solo

quando

n>
8,

/.

0;

il

che,
6
.

per

la

2)

per essere

indipendente da
b)

dimostra La linea P sia una


retta Iella

la
<

elica

/.

il

punto

/',

descriva

una sezione
,,
-,
i

superficie cilindrica. Si indichino con * n


Iella

soliti

elementi

linea

P, e

si

comune
taglia
la

degli archi

, Sj il

punto nel quale


si

l'elica

prenda cme origine ~ 2 /' per0


j

sezione i"ttaP n cio


()

abbia

^=

per

e vice-

versa: inoltre sia

un punto
le

t'isso,

arbitrario, del

piano della

sezione retta. Si
(7

hanno

notevoli

propriet seguenti;

P
Sj

(8i

8sen0,

= P (P Oyxk.Je = cos k sen


(t

0,

if,

9
(io)

P P^SiCtgB-k
P

= --^y, sen* 0'


=
7

sen

cos

0*

lieve essere
cio

P-0)X)fe + = 0,
Derivando
la

P-+ xk con la condizione (P il che dimostra la 7.


s
si

0)X k= 0,

rispetto ad

ha
cos

pj
e

=t txk-

/.

=e -

/.

poich
P,
!

= 1+ cos*0 - 2 cos 0.*x& =


(Sj

-hcos s 0 2 cos*

= sen*

si

ha subito

tfs inod dPj ds -sen')

che. per le ipotesi fatte, dimostra la

cedente espressione Ricordando che it 1


it 1

di

P/
\A
\

da, allora, subito la


si

=
:

t1

prima delle (8). La preseconda delle s ha. tenendo conto della 4

(t

sen
8).

= t/\ b = n

che dimostra

1*

ultima delle

138

PARTE SECONDA
Siccome
j

P 0)X
s;

fcj'

= tx & = cos8

risalta che

=i(P-o)x*i ^=ctg e
(P
ha
1

quindi integrando,
si

O)
n1

X k=8
la

Derivando rispetto ad
conto della terza
1

ctg 8 che dimostra la 9). l tenendo seconda dell. 3

-it l
p,

1 = n= sen
Oj

1
T i)
-

da

n
p

'

j
a*,

= sen rz*
1
J

dimostra la prima delle duce subito la seconda delle


die

IO).

Da questa

<

dalla

si

de-

10

7. Punto funzione di due variabili. Sia Px. r un pimio funzione delle due variabili >\ Col variare di it, in un certo campo, il punto P descrive, in generale, una superficie che contiene il doppio sistema di linee ottenute facendo variare eost.i o solamente v linee u solamente u (linee r eost. Per un punto P della superficie passa una linea r ed una linea u e le tangenti a queste due linee sono parallele ai vettori
<'.

/'
,

,
i

o con altra notazione. P'

/'

purch questi non siano nulli. Una linea qualunque della superficie
relazione

si

individua con una

/
tra
le

a,

v)

=
nel

variabili

u.

r.

La

tangente

punto

/'

di

tale linea

(')

Per altre propriet

per Velica circolare, cfr. C. Burali-Forti,


I.

Geometria Analitico-proiettiva,
i-i
li

e.

[p
e

/'.

generale se un ente (numero, punto, |iiin<li funzione li u e v si pone


/<
,
,

vettore

funzione

ti

<

/'
,

/<

li

ii

:/l
i
'

//

i =A

'''

l= ;

'

''

r
'I

Il

Al'IM. HA/IONI

DEL CALCOLO VETTORIALE

ECC.

139

<

parallela

;il

rettore

dP
di'
,

I'

<ln
ti

dr
dv

(In

/'

de

ove

'/"

dv lianno un

rapporto che

si

trae

dalla

condizione

^-du
u

+ ^rdv = 0, dv

o aneli',

f du h f dv

che V equazione differenziale della linea considerata.

Se

il

vettore

</P varia
in
/'

nel

la

normale

parallela

piano tangente in al vettore

alla superficie, e

(i)

*=f A^=P'APV
il

In molti casi opportuno considerare


parallelo alla normale

vettore unitario

A',
/.

alla superfcie in P, che parallelo a


A-,

ed ha lo stesso verso di
d'i

cio

il

vettore
\ P'),

2Vr=
per
il

A-

mod A =
ha,

P' u

f\

P',./mod (P' u

quale

si

ovviamente,
(P' M
\ P',)

mod
<i

=F
si

\ P',

X N.
di

Qualunque siano
.V,

irli

spostamenti dP. 5P

P,

essi

sono vettori normali ad


(3)

eos

ha

dPxN0, cPxX=0
in particolare, essendo
P',

e,

funzione di u e

v,

i3'l

XX=0,

P',.XI=0.
normale ad
.V,

Poich
1

unitario, <LY o nullo, o

cio

4i

dN X
2V'

N= 0,
;

5JT

X V=

e in particolare
(4')

X -Y= 0.

.V'..

x X=0.

140

imi;

SECONDA
.

Se

si

applica

alla
si

osserva che

$5P 5<$P

d alla seconda prima delle .; ha subito la importante formala


.v

dP
ovvero, in particolare,
/'

5Px

'/.v

xJT, F,
le
(3),
">'
.

x
.

-V

posto di
Si
7''
.

per 1'' -mio. in generale, unitario il vetture


/.
:

Giova notare che .V si pone


deve pure
.

5'
\

non

salgono ancora se ;il V perch non .--di. non normale a /..


/.

/'

X
/.
/'.

\"

(e

nel

anche a punto
li

<

</.v. :.v vettori di', /' notare che sono tutti complanari, perch normali ad .V -tanno nel piano tangente alla superficie nel
i

Interessa
le

considerare,

sulla

superficie

descritta

la

/' ".

r
Il

linee di curvatura, geodetiche, assintotiche.

punto
la
la

quando
[cio

retta per

descrive una linea di curvatura della superficie /' parallela a /.. e tangente ad una linea
tale

ritinta
n. 9].

descritta da

retta

sviluppabile

ct'r.

se-

guente
Il

la

punto /' desi-rive una geodetica della superficie quando normale principale in P parallela alla- normale alla suIl punto lunormale

perficie.

P
in

descrive

un' assintotica della

superficie

quando

la

/'alla curva coincide colla normale in /'alla

superficie.

teoremi seguenti. Valgono La equazione differenziale delle linee di curvatura m qualunque delle forme seguenti
i

una

f.

di'

\ dl>

x A = 0,

dP

d\ x X=0,

dP

d\

0.

Se

la

tangente nel punto

Q P -+
clie

.,/.-.

descrive
a
/..

lo

spigolo

di

regresso della sviluppabile, paral-

lela

si

deve avere

di)

\k

= (&P-h kdx

--.ni/,-

\A

[dP H

>dl.

I.

0;

il

numero x sodisfacente

tale

condizione esiste solo quando

LPPLIOAZION1 DEL CALCOLO VETTORIALE ECC.


i

IN
solo

due vettori dl'\i.. dh

/.

sono

paralleli,

vale

;i

dire

quando

dP
e
in

/.

dk \k)

0,

o,

sviluppando,

dP
<;
.

-il/.

/.

/.

0,

conseguenza
;//

vale
Ini

Iti

prima

forma
i

Essendo

/.

m\.
e

con
per

iikkI

/..

si

ili:

dm

X
,

ti

>

sostituendo lidia
.v

prima
fcj

si

Lia
il

subito

la

seconda. La terza vale (per


o nullo, o
Itile

non
x.

perch

vettore <U'\<lx
ili J'ercn:

parallelo
i

ad

La diluizione
7

delle

geodetichi

dP/\d*Pxk

0,

anche

dPf\d*PxN

0.

e
a

La tangente e la binormale sono parallele a '//' e dP \ >/ /'. poich <//' e normale a /.. ne segue che la normale principale parallela a /. solo (piando la binormale, di' d-l\ normale
/..

7 e quindi valgono le La equazione differenziale


.

delle assintotiche

(8)

d-Px

0,

oh eh e

d"

PX-V= 0,

ovvero sotto altra forma,


8'

dPxdk =i0,

anche
a

dPxdX=0.

La binormale. parallela quando


di' \ (V-r>

dPI\d 1 P

parallela
o,

/.

solo

\k

= du> xh-dP =
(8).

che, per essere dP=\=(). dimostra la

dizione

dPx k=z0,
Px k
Per
-f-

ovvero

dPxX=0.
(),

Differenziando Si ha
-+-

la

con-

d-

dP

x
.

dk ==

#*P

xX

dP x

rf.v

che dimostrano
e)
il

le (8

punto generico
angolo

della superficie ve ne

o due. o infinite, linee di curvatura, e se


esse si tagliano sotto
retto.

passano sempre, passano due sole

Se ricordiamo che

dP = P'udu
allora l'ultima delle
[a

-+

dr.

dX= X'
la

du

-+-

X',.dv,

(6)

assume

forma
dudv

\N: u 'du s -t-(P' u \X',.+

P',.

\x

+ P', \x

.dv*=0.

IL'

parte SECONDA
Questa, poich
i

vettori

ammette

radici reali per


\ A",.

I' u \N' U ecc. sono du dv solo quando


1

paralleli ad a\

A (P' H

+-

/\

N ^ - 4(P' U A X'u x

.V

1^0.
.

Sviluppando questo discriminante A. tenendo conto della o supponendo [il che toglie nulla alla generalit poich alle linee
coordinate v
delle linee M
(b)

= cost. = cost.

si
;

cfr.

possono sostituire le traiettorie ortogonali seguente n. 8, bj]

P H xP',=0,
I.

e applicando note identit (Parte

Cap.
s

II,

n. 4, e

si

ha
-+-

A = FJ-X,*

-+-

2
,

N' u *

2(P' x N' l\P X .V P x A",


U
v)

\,

-t-

up'u

jv\,)*
)

= P'J #% -+-

P*
2

A"

= P'
se
i

ar, -h P',

-2 av

P\,

2<

P' \ P',

X 2TW r X 2T, x .v \ y,

i
i

P,
:

vettori P/\P',.,

JV' U /\ A",

paralleli

trario, allora si

ha certamente JL^>0:
il

vettori

hanno
il

lo stesso verso, allora,

hanno roso conmedesimi terzo termine di A non


ad
A',

se,

invece,

supera quindi

prodotto dei moduli dei vettori


niod A",

A"

A ;> mod P' H


)

niod

mod

Nu '[* >

<>

e, in

conseguenza, esistono sempre radici

reali

du dv della
ir.

cio dimostrata la prima parte del teorema.

Siano ora,
della
le
(a),

per P' u f\ X' H =|= 0, du dv. corrispondenti agli spostamenti

lu
rfP.

di

due radici P lungo


si

linee
(5'),

di
(6),

curvatura.

Per

il

prodotto

di

tali

radici
i

ha.

dalle

dalle solite identit e tenuto conto che

vettori

<lella (a)

sono paralleli ad X,

du ou dv%V

_ P X' XA _ p' n/\N' X X


r
,

/\

(P',. /\ X',.)

X (P
'\

.V

..

<P\,
:

(F,.XX' n )* (P' A A'


:

l'

-nis :

X P

V
.

.sen

e quindi, per
(ci

la [b\

du 5
dv Ir

F,.

4PPL1CAZ0N1 DEL CALCOLO VETTOBIAL13 KCC.

143

Stando dunque
di'
I'

La

ipotesi
/*

/'

ZV',;

=j= 0,

dall'essere
P',Zv,

du

dV,

5P

I"

Za

e dalle

[b),

(o)

si

ha

*PX*P
inoltre, se
/"

p
\ .v'

,*'""<
,

,>,,,, .^!-

dalla [b) si ha pure P' \.v',=0 dimostrata la seconda parte del teorema. conseguenza d) I numeri, funzioni di P e di dP,
(l

e in

"

_ dP xdX
<//'i
!
"

_ dP/\ d*P X A'


(inod (?Pj 3
'

1
t

r~
torsione

dP\dX X _ "
'

(dP)*

chiamatisi rispettivamente curvatura normale,


tica,

curvatura geode-

geodetica,

della

superficie

nel

punto

nella

direzione
I

di'.
r,

numeri

g,

sono, rispettivamente,

raggi di curvatura

normale, geodetica, di torsione geodetica.


assintotiche, si

Alle equazioni [cfr. b)] delle linee di curvatura, geodetiche, possono dare, in virt delle (9), le forme
lft

0,

1/0

0,

l/r

0,

valevoli in ogni punto


II

della linea (purch esistente).

in base a quanto abprecedenti di questo numero, note propriet dei numeri r. g. t x) noi ci limitiamo ai cenni precedenti e ad osservare che: se y, y' sono linee della superficie uscenti da P, aventi, tangente, normale principale, binormale, parallele, rispettivamente a dP, X, X/\dP e dP, \dP, X, allora, a meno del segno, 1/r, 1/ g sono le flessioni in P di y e y', e \\t la torsione di y (o di y' che lo stesso) come facil-

lettore

pu facilmente dedurre,
nelle parti
;

biamo esposto

X
:

mente

si

dimostra

[cfr.

nota precedente].

Burali-Forti. Sopra alcune questioni di Geometria different. XII, 1898). Fondamenti per la Geometria differenziale su di una superficie (idem* t. XXXIII, 1912), trattazione indipendente dalle coordinate v di Gauss, ma per la quale occorre fare uso delle omografie vettoriali. Cfr. anche Bibliografia alla line del volume.
(')

C.

ziale (Rend. Palermo,

?<-,

14

!-

PARTE SECONDA
e

Affinch
r,

dP

abbia

la

direzione di mia linea


fi
.

tura necessario e sufficiente, per la ultima

di curvache esista un

numero
LO

funzione

di

e di

dP,

tali

che

dP=rdN
,

per

la

prima
al

9),

il

raggio

ili

curvatura

normale nella
lro calori

direzione dP.

Ponendo
la

posto di di*

dx, nella
di

(10),

per
e
p,

mezzo delle derivate parziali


LO)

ed

.V

rispetto

ad

diviene
(P'

rJ\,)&
quando
)

-+-

(P'

r\-rjr)

dr

che

verificata solo

P M rN' u \P,
cio,

=
r\X' u
\

sviluppando,
P' M \

P,

\ X',.

P, X
\
i

-+;

X,

0.

Questa ammette certamente radici reali in r [cfr. cj] e ha due sole ra<liei, esse danno raggi di curvatura normale in P indie direzioni, ortogonali, delle due linee di curvatura che passano per P. e //, il prodotto Indicando, come d'uso, con la tomma

delle inverse delle radici r della

11

^i

ha

K X H=\ P

u
v

\X',
\

XX
P

F
,

N'v

\ -Y'

\P.xx X -V P' P X
|

-V

che danno, rispettivamente, la curvatura la curvatura media, IP della superficie


/'

totale
in
/'.

odi

Gauss),

A".

Nel punto P si ha un ombelico, quando per esso passano infinite linee di curvatura. Ci avviene quando coefficienti Iella sono tutti nulli: il che, come e ovvio, b verisono equimultipli di A" fica solo quando P' u e P\ ed .v Vale a dire, se in P vi un ombelico, la r della in funi

zione di
Se,

/'

soltanto.
i

punti della superficie sono ombelichi si dunque, tutti rdX, P=rlX, qualunque siano d, 8 e qualunque sia P; a dP applicando h alla prima e (/ alla seconda si ha r-d'- <<>'/'.

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE ECO.


cio dr

L45

=8r =
;
.-

e quindi

cost.

Se

cio
e
la

Ar =cost.

se ljr 4=0 allora la(10), integrata,


i

<|iiiii(li

tutti

punti di una superficie

io d dN =0, d P=0-hr.v, sono ombelichi, solo quando


1

lr

la

superficie piana o sferica.


g)
< 1
1

La equazione differenziale (7) geodetiche li <lu dv e quindi ammette sempre un integrale reale che contiene non pi di due costanti arbitrarie. N<- segue che: per un punto passa una sol geodetica avente, in quel punto,
1 < -

terzo ordine in

data direzione
Si ha
l'

ecc.

importante teorema seguente. Sia y una geodetica della superfcie e un sistema di linee della superficie, nessuna delle quali tangente a y. Per il punto generico P di y passi
'

una delle linee 1


a y mi
1*

la cui tangente in

parallela al vettore non

nullo x, funzione di P. Infine


sia di 8 radiatiti.

angolo che

Ci posto

x fa con la tangente V equazione differenziale di y

(13)

>

= - y **?** X
z

ovvero, se

unitario,

(13')

<?9

= =K
x*

/\

dx

1
(

).

Supposto x unitario
dP/ds

e detto s

V arco

di

y,

si

ha
ds)

= cos

x -+-

sen

.,

x,

da cui eos

= (dP/
x
dx;

xx

che differenziata d

sen 9
ma
e quindi

dB

(dtPj

ds*)

Xx

-+-

(dP

rf)

drP{ds~ deve esser parallelo ad

X
/\

poich y geodetica,

sen 9

dB

= sen

iV

dx
si

che per essere sen 9 4=0 dimostra la (13'), dalla quale ovviamente alla (13) per x non unitario.

passa

( )

plessa

questa la forma assolata semplicissima che assume una nota equazione differenziale di Gauss [cfr. C. Blram-Fohtj,
1.

Kend. Palermo,
mementi

e.].

di Calcolo vettoriale

10

16

PARTE SECONDA
//

[nvece

Le

assintotiche
solite

3),

8'

possono
la
(5'j
si

Esprimendo con
seconda forma,
P' n
e

le

derivate

parziali

qo esistere. equazione 3
<>
.

tenendo conto della


-+-

ha
<
.v

N' u

dus

2P' U

.V

dudv

/'

dv*

=
v

che ha radici

reali

per

dv, <h\

solo

quando

(P

XN\f P:u XN\r P\xN'r = -{P\


a

^0,
:

vale
le

dire, pei- la

prima delle

II'

solo (piando Zl<0 e quindi

linee assintotiche esistono soltanto nelle superficie la cui


o

curva-

tura totale

nulla o negativa

'

Un

Inviluppi e traiettorie di un sistema oc 1 di linee. sistema oc di linee si individua dando un punto /' .
8.
1

v)

(M II metodo elementare che abbiamo ora applicato, d abbastanza semplicemente le propriet differenziali (Itile superficie; meno semplicemente che con le omografie [cfr. Rend. Palermo, I. e], ma in Diodo certo pi semplice, e sempre geometrico e assoluto, di quello che lo diano gli ordinari metodi algebrici ((dire le coordinate n. r di Gai 58, anche le coordinate cartesiane .r, //. : di P !). Diamo un cenno di un procedimento generale. Valga la (b) e si ponga

= mod
N
,

P'i,

= 1110(17',,
numeri
gv
il
,

= /'</.

=P'v/b;
Inoltre
si

allora?/., v,

terna-unitaria-ortogonale-destrogira.
t,
i

indiC08t.;

chino con r
e

gu

-,

'/.

nelle dire/ioni della linea y

analogamente per
1

>v.

Si
'<>
,

ha,

ad
t'v

es.,

ru
|j

= X A"

= tiX -V
angolo
r)

a,

/,==

= V X -V X

b
-V

si

rova subito

1/U -+Inoltre se
(a)
(p)

l/f

(teorema
si

di

Bonni

<//'

fa

di

radianti con u

ha

1/r

il

cos J
l

.l'i
')

1 7

(1/r.

.
.

sen
<l

eoa

3en2q cos2?.
1

Variando soltanto
per
di
tg-2cp
rc/2,

la
i.

t)

per

un

unissimo
..
il

un

minimo
e)

(2/tfu)(l/i\i

la

(p)

l/r Ora = e quindi,

per

tali

valori di

che differiscono

rista

cosi

provato

teorema

pel-

via indiretta. Ecc.

PPLTOZIONl DEL CAL< OLO


di
li

1.1

OR]

LE EOO.
per

17

funzione
di

due variabili
a

iu
le

mudi

che

un

sistema
del
si-

valori
a)

(o

di

si

;iiilti;ino

linee del sistema.


a

Se esiste una linea tangente

tutte

le

linee

stema considerato, essa si chiama inviluppo del sistema. Supponendo che L'inviluppo .esista, la sua equazione, sulla superficie /' ><, v) che contiene il sistema, sar delia t'orma
l

/,

v)

che dovr dedursi dalla condizione geometrica

la

piale

(la.

oltre che l'inviluppo,


v)

anche dei punti singolari

delle linee

u.

poich dalla nota formula

dP= r
li

cP
(lu

+ dP (V
-_

fil-

si

trae subito

1D di* \

.oP
^

dP dP v dP i m, ^,?P, A = r A dv. dP
\
-

dlt

e quindi, se vera la

(2),

il

vettore
e

dP

parallelo

alle

tan-

genti in

alle linee

u,

eli

passano per esso.

Se l'inviluppo delle linee

= cost.

esiste, le linee

t?=cost.
detto,

hanno tale inviluppo come loro inviluppo propriamente oppure come linea, limite [cfr. gii esempi 2, 3J. h Se un numero costante evidente che
ft
:

(3)-

dPx--=zmoddP-mod<

cP
ii

dp

cos

ft

'ii

la

equazione differenziale delle lince che tagliano sotto l'angolo


le

contante di h radianti tutte

linee del sistema v

= cost.

pu dare alla Osservando che, per


Si

(3)

una t'orma pi adatta


(3),
i

alla integrazione.

la

vettori
(il

golo
lit

supposto dv positivo potendosi cambiare 6 in


6 e

dP, cP cu formano l'anche toglie nulla alla generasi

8),

ha
dv

= mod dPX U
<P
'

dP A
'

dP\
rl
I

ctg

P dP\ = mod \dV A ctg M CU


J

14S

PARTE SECONDA

allora l'equazione precedenti-, sostituendo a diventa

dP

il

suo valore.

(dP\*

\bP
du -h
i

\cuj

"

dP
.

niod

l'P

<P\
etg
,i
I

9
\

'

dv

0.

(4)

poi chiaro che l'equazione differenziale delle traiettorie

ortogonali

= rf/'Xu
[

ovvero, corrispondentemente alla forma

">'

(cP\\
(4') v
)

di' -t-

\cu J

- cu

dv = 0. X v
n

,p

ESEMPI.
rette

1.

Sistema delle rette di un piano nulle quali due

ortogonali finse

determinano un
alle

segmento di lunghezza corette ortogonali rette

stante a.

Sia
ai

il

punto comune
h.
in.

due

parallele

vettori

unitari

queste
nei
ti

siano

tagliate
cui

dalla

retta
lissa.

generica del sistema


a.

punti A,
e
si

Se y

= nng(B A,
da

la

distanza,

P
ha

il

punto della retta

AB

la cui distanza

r,

allora

P= a cos f+
=

ve

ti

Il punto Pv, cp) funzione di v e di tp. Le rette del sistema considerato sono quelle di equazione cp==cost. 11 sistema v cost. formato da ellissi di eentro 0, con gli assi paraln. in essendo a le lunghezze lei semi assi v e v leli ad (tornio ellittico di Leonardo da Vinci Poich il sistema piano la equazione
.

rP
\
i

(P
t

=0
-t-

rP
equivale ^
a
_

I'
/

<>

cr

che d subito

sen

:p

cos i- -

-+-

0,

eio

a seir

rette 11 sistema di inviluppo proprio die


<>

il

sistema di

elli>si.

hanno dunque un

descritto dal punto


'

a cos T U eos V
"

"

" sen
i

'

'

"
iti
:

( (

a sen

',"

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE EOO.

L49

V asteroide

la

ni

eqnazione cartesiana
-j

e
.

x
Dulia espressioni'
fica
lei

il

di r si ricava SllbitO la Costruzione grapunto Q sulla retta .!/;.- si disegna il rettangolo OA i//.' punto Q il piede della perpendicolare condotta da lf
.1/;

sulla reit

nota costruzione cinematica).


le

Se
lia

si

vogliono

traiettorie ortogonali

delle

rette

AB,

si

come

loro equazione differenziale


/' P

<7Px~fX: r = 0,
t i

ovvero

/Y tir
/'\ 2
}

rP dP
i

r dP
ti-r

r'f

ancora
tir
i

ti

xcn u co>

' r d<p

da cui integrando
r

"

-+4>

2 cos-

cp

che d una eostruzione geometrica molto semplice di r. Si i-servi che le traiettorie ortogonali cos ottenute sono le curve parallele dell'asteroide che La le cuspidi sulla asteroide inviluppata da AB e sulle bisettrici delle due rette fisse orto

gonali.
TI

lettore

pu trovare
ellissi

le

traiettorie ortogonali del sistema

di ellissi v
2.

= eost.
coassiali
i

Sistema di

cui

semi-assi

hanno

un

prodotto costante

m\
r

Se v uno dei semi-assi, m*

l'altro e allora

_ P= d

+- v cos:p

>u h
;

sencp

cost. il sistema di ellissi v mentre il sistema :p cost. formato da iperboli equilatere aventi per assi nto ti gli assi dell'ellisse e la iperbole cp 7r/4 come linea limite. Operando come in a), l'inviluppo ha per equazione

sen
ma
la

cp

cos 2

co

0,

cio

- cos

2-x

v finito e quindi

si

ha l'inviluppo per

tp

= = ~ 4.
:

cio

iperbole limite dell'altro sistema.

150
:;.

PATITE SECONDA
Sia
P(t)

si

indichino con

un punto finizione della variabile numerica t gli apici le derivate <li P rispetto a t. ri
Q;t,

punto
x)
I'
i

xF
osoulatrice

descrive,
linea
le

col

variare

<li

t,

x,

la

sviluppabile

della

/';
a?

le linee

= cost.

sono

le generatrici

della

superfcie;
linea

linee

:cost. tagliano le generatrici ed


./

hanno come
2

limite,

per

o.

la

linea P. La condizione

per l'invilappo

diviene

^
l

!\

-Q

= (F
in

-+-

#P"

\ Z

J
-

.//'"

F=
si

poich

/'

\P"=|=0,

generale l'invilnppo

riduce alia

linea P,

come era
8 le

facile prevedete.

V'olendo le linee della superficie

Q che

tagliano sotto l'an.

golo costante
]>iii

generatrici

semplice considerare

P
Q

peraltro pu applicare la 3 funzione dell'arco s; allora


si
+

=P
-t

a*
le

si

ha subito, indicando con gli apici


Q'

derivate rispetto ad
f

.>.

x t=
l
i

(1 -f- x')t

sc/p)n.

>

=1
<,,/

-+- a;

quindi deve essere


x'

Al

.<

./"

-.'-

dalla quale

si

ha, con calcolo ovvio,


d.r

sds

et-'

fi

X
p

che

e^sa d

equazione differenziale lineare del 1" online. Per [s-hc) e si ritrovano le evolventi. Per 8=j

x=

::

si

ha

x
i

= C'e
ii

tg

La

retta

Sia o punto fsso e Ou descrive un cono

vettore unitario funzione di


il

/.

cui

punto generico
>

Q
ed per
(

/.

.,

,,

cosi,

che

si

hanno

le

generatrici.

APPLIC azioni DEL CALCOLO SETTORIALE EOO.


Le traiettorie, sotto angolo 0. delle generatrici 3 la equazione differenziale
,

151
in

hanno,

vichi della

di'

nioil

n'

etg

'//

0,

che,

per essere a

normale ad n
il.r

<

supposto

.<

positivo,

ila

ci

x
e

'i

moil

da

integrando
i

li

mod

dii

Lo stesso resultalo si pu ottenere come nell'esempio 3 a considerando x funzione di ).


l

!>. Siano, P un punto ed u uri vettore, Superfici ridate. non nullo, l'unzioni della variabile numerica t. Col variare di t, la retta condotta da P parallelamente ad u, la retta Pi*, descrive una superficie rigata il cui punto generico

(1)
.<',

Q=P + xu
in
le

funzione di t ed per x variabile meri reali. Le linee t cost. sono

tutto

il

campo
le

dei

nu-

generatrici,

rette

Pu

le linee
a)

= cost. tagliano tutte le generatrici.

Il

contiene

la

piano tangente in Q alla rigata, e che, ovviamente, generatrice P, normale al vettore


i

Q
;

dQ

(2)

;-=(P'h-^')\,
t,

ove con
e

gli apici si
il

quindi

indicano le derivate, totali, rispetto a pinna assintotico normale al vettore


ti

(3)

u'
.

poich questo, a meno del segno, il limite del vettore 2 diviso per x, quando si fa tendere x a oo, Il piano tangente in Q avr giacitura indipendente da x solo quando i vettori 2), 3) sono paralleli, cio

(P

'

-+- .ni'

h \u')

= P xu

\n'.u

t'i

Cfr. Bibliografia per interessanti inviluppi e traiettorie ottenute e

da Bottasso

Toscano.

152
e in

PARTE SECONDA
conseguenza:
che
si

affinch la

rigata sia sviluppabile

necessario

e sufficiente

abbia

(4)

Fxm\m' =
il

in tutto

campo

di variazione di

t.

Se v vettore nomile ad u ma non normale ad u\ u si ha v e vxu'=$=0, allora esisto x tale che il vettore parallelo e v, perch <la

x =

'2

P
si

\-W-f-

0?*'

"

trae

P'
e quindi
(5)

xv
x

+- xii

=P X
>\

*/"'

a-.

Se

la rigata sviluppabile, cio

vaio
la

la (4),

allora
i*'

il

nuri-

mero

(5)

indipendente da

da cui

u'xv = hP'xr

poich e quindi a?=

17*.
la

= hP"

-+- fcu,

Se invece
allora

la

gata non sviluppabile, cio non vale

(4),

Q=
//

7
/'
',

- -
''

punto delia generatrice uscente da


In particolare se v normale
al

nel quale

il

piano tan-

gente normale a v.

parallelo al vettore

(u/\u)

\it, allora la

piano assintotico, cio G <l il punto centrale


"'

t>

(PA)x(A
U
U

della rigata gobba, cio

il

punto
della
al

nel quale

il

piano tangente

nor-

male

al
b

piano
La
lai

assintotico.

intersezione

rigata

col

punto

i>>"

descritta

normale pnnto
e

vettore eostante,

piano uscente non nullo.

lai
</.

<>

=P
il

Xo

II

APPLICAZIONI DEL CLCOLO VETTORIALE ECC.


poich il punto generico (1) (piando (Q a -0 ('). 0) e) Supposto h unitario,

L53

Sta

nel

piano

considerato solo
alla

x
/

il

che toglie
farsi

nulla

genera

lit,

si

ottengono facilmente
le

le

traiettorie ortogonali delle genein

ratrici,

lince
(4')

cosi, ('io
n. 8, e

pu

due modi.

Dalla

del

indie ipotesi fattela equazione diffe-

renziale delle traiettorie ortogonali delle linee

C08t.

[^ y J

dx

-+- ("OC

'

Ov

\dt

0,

cio,

dx

-f-

x dP =

che
(9)

si

integra subito e d

= x \uxdP

essendo xQ una costitute arbitraria.


Pi La stessa questione si pu risolvere cos. Nella <1 s detercoin funzione di / in modo che Q descriva una linea piana. mini Ci pu farsi in due -modi. La linea descritta <Ia Q stia in un piano normale ad a allora Q' P' -+- x'ii xu' deve essere normale ad a e il numero x funzione di / determinato dalla equazione differenziale lineare del 1 ordine
.'

P'

Xa

-+- x'

u X n -I- x

u'

Xa=

che

Oppure si pu porre la condizione che il vettore Q' sia parallelo ad un piano lisso, vale a dire [Parte T, Gap. V, Q"' n. 3] si abbia Q' /\'Q" 0, che, per la (1), d uria equazione differenziale del terzo ordine. In uno qualunque dei due modi la soluzione generale della equazione differenziale data da x (P 0)X/X che abbiamo ottenuta nel testo senza far uso di derivate.
si

integra facilmente.

=
=

Il

cato.

Diamo come esempio un


e

<?'" *?" calcolo mediante la condizione $' assai complicaso particolare; la linea descritta da

piana
Q'

di arco

s,

il

rettore

costante (cilindro). Si ha
Q'"

+-

x'ti,

Q"

=?

it -+-

x"u.

= %it
?s.

?-

-+5 t

x'"n,

con

gli apici

indicandosi le derivate rispetto ad


8 p a;'"-+- ??'x" -+- x'

La predetta

condi-

zione diviene

=
ma
che pu ottenersi diret-

il

cui integrale generale quello gi noto,


la

tamente sotto

forma
x ==
e,

4- c 2

sen

(<f

-f- c 3 )dz

essendo

ct

c. :

c 3 costanti arbitrarie e

z>

tale che ds

pdy.

154

l'Airn:

seconda
di
t

Oppure: supposto
o'

.'

funzione

si

pone

la

condizione

<

0.

cio

(P

-+-

x'u +- xu')

X u=

". d die, per essere n' x " it-() che integrata la ancora la La costante arbitraria x che comparisce nella i dice subito come: ottenuta una delle traiettorie ortogonali se ne possono
'.
.

Px +

ottenere infinite altre portando sulle generatrici segmenti costanti

d
cono, o

Dalla

risulta che:

una

rigata sviluppabile

>.

<>

un

un cilindro, o il luogo delle tangenti ad una linea che chiamasi spigolo di regresso della rinata Infatti la (41 d: o P' 0, cio P=cost.. caso del oono\ < a' cio " eoo direzione costante, (o anche u/\u' 0), caso del cilindro: ovvero esiste x funzione di t tale che <f parallelo ad n. Il punto G dato dalla (7) , o il vertice del cono, o il punto che descrive la linea spigolo di regresso della sviluppabile resta escluso soltanto il cilindro (G costante all'infinito;. e) Supponiamo che il punto P descriva lo Spigolo di regresso della rigata sviluppabile, e per P valgano le sol ir. notazioni p, t. ?, n, b. La rigata sviluppabile . in tal caso,
.

=0

,<?,

descritta dalla retta Pt.


In

un piano
s

y.

si

costruisca la linea, descritta da


o
si

2',.

che

ha arco

raggio di curvatura P -\- xt punto generico (1),


e

[Parte IL Cap.

I.

n. 5

al
il

Q=

taccia corrispondere in x

punto
l

Q.^P.-i-a*!,
t1

essendo

= dPJds.
ds
i

Si ha
t

dQ
e in
ilu

d.i

a.

dQ1 = (ds-t- dxfa-t- x-

li

conseguenza
dQ)*

dQJ
1

il

che prova che


le

la
e

rappresentazione

della rigata nel piano a


le

conserra

distanze

quindi

gli

angoli

aree, cio d

lo

svi-

luppo della rigata

nel piano.

i'i

Se

il

non

unitario

si

ottiene una equazione lineare del

or-

dine.

preferibile supporre u-

\.

M'I'I H

A/loM DEL CALCOLO SETTORIALE


si
i I

ECO.

155

alloro

Se nel piano x i>\ vio che

fissa

un pulito o

un vettore unitario a,

punto
X

di
descrive una
(12)

=P
col

\(P1

-0)xa/t 'xa[t
1

retta,

variare di
|(P,

*.

quindi
/f,

il

punto

P-

xo

xa

descrive
le

la geodetica generica della sviluppabile. Si hanno cos geodetiche della sviluppabile valendosi delle integrazioni fatte per determinare la linea piana descritta da P questione e) pu trattarsi per il cono e per il e') La
.

cilindro.

Esaminiamo
Pte,
t'issi
il

dalla

retta
x si

piano
la

il caso del cono di vertice V e descritto con vettore unitario funzione di t. Nel un punto e un vettore unitario <t. Valendo

(1)

per

punto generico Q
.

lei

cono
a

si

ponga

(1")

=0
t

>;

essendo

cp

una l'unzione
1

di

che deve essere tale che


e^ia)*

(dfQi)

(dx

Ui

+ a?^
-+

= <dxr

-+-

tfidyf

eguagli
(<ZQ) 2

(dx

x dtif

= (dxf +
di<

.r-i r?*f i*,

vale a dire
13)

si

abbia

dy

= mod

che, con
lo

una quadratura, determina y


.r

quindi
6

# 1?

cio

si

ha

sviluppo del cono nel piano a.

ovvio che per


il

arbitrarie,

geodetiche del

6), ove (q> punto Q, descrive una retta cono sono descritte dal punto

= A/cos

/?,

in

y.

sono costanti e quindi le

U
e

Q= 7+
geodetiche
si

/i/cosi?

6):

tali

ottengono con

la sola

quadratura

(13)

(').

(') Per altre propriet delle rigate cfr. C. Burali-Forti e R. MarCOLONGO, Per V unificazione delle notazioni vettoriali <Rend. Palermo, Nota IV. Tomo XXV (1908)). G. Bcrali-Forti Geometria metrico proiet:

tiva (Bocca, Torino. 1904);

Torino.
voi.

1912);
s.

Geometria analitico proiettiva (G. B. Petrini, Sopra alcune superficie rinate iRend. R. Aec. Lincei,
a

XX1IJ,

(1914),

pp.

201-208); Sulle superficie

rigate (ibidem,

L56
10.

PARTE SECONDA
Superficie
l

rotazione ed elicoidali. Consideriamo fisso 0) un rettore unitario, (isso, normale a te ; V operatore e un numero reale m costantiper i vettori normale a un punto R funzione della variabile numerica /. La proiezione ortogonale <li B sulla retta condotta da parallelamente a &, il punto, funzione di t soltanto,
seguenti elementi: un punto un vettore unitario /. fisso. /.
i ;

/.

(1)

Q=0 + (R- 0)x A-/..


Dando ad P
la rotazione i
si
:p

radianti intorno alla retta


il

>i>.

indi la traslazione mcpk


(2)

ottiene
e { f{B

punto
Q) hin zi.

P=Q-+-

funzione di t e di z he descrive una superficie di rotazione per m=0, e una superficie elicoidale per m =(= 0, essendo aa*e della superficie la retta condotta da parallelamente a /..

Una volta dato R in funzione di t pure determinato Q funzione soltanto di t, e P funzione di t e di tp. Le linee :p=cost. sono linee congruenti alla linea R; le linee < cost. sono eliche per m=j=0, e circonferenze li paralleli) per m 0. vari problemi si trattano facilmente mediante la espressione data di P. Ne diamo alcuni esempi nei quali indichiamo con gli apici le derivate di R e Q funzioni di t soltanto rispetto a t. a) Per le derivate parziali di P rispetto a si ha intanto

<

-.

(3)

== R' X
dP ?P
'

/.

A' -+-

1 e *

P'

&

- = mfc *?|* \(R


?

<>

6
/'

('

)*=:m*H
(

T7X r ~ m
XXVII,
2
l

/.'

/.

/.

O) X

/.'

voi.

b.
<>

."i

(1918),

|>p.

288-287);

cmio direttore
parte

con assegnata direttrice. (Atti R.


pp. 803-316).

Rigate sviluppabili con assegnato Ist. Venete, t. LXXVII,

(1918),

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE


[nfatti.
/>

ESCO.

L5

Dalle

(1),

(2)

si

ha

O
A"

/,'

<)

R'
A-

C'r

R'

A"

/.

/.

x k.k

r-

{R>

A
l

Dalle '> che dimostra la (3). In modo analogo si ottiene la si ottengono subito le 7 5 ricordando che 86 <t, f> sono 6 vettori normali a A- si ha
.
.

ti)'

*,

(e''')

(e'"r &)

=aX

6.

6)

delle linee

La equazione differenziale cost. , come noto, :p

delle

traiottorie

ortogonali

'

P
it

d'

= 0,

ovvero

/V
,

W/e

--t

\ di )

P dP x 7
'

'd'i>

et

cy

che per

le

formule precedenti d subito

(8)

cp

cp

A -+-J fc ,\ (JB

/b-^vP'-^; 0) x R mR' x k de
'

essendo
linee
t

una costante arbitraria. y> La equazione differenziale delle

= eost.
cP
'

traiettorie ortogonali

delle

-X<?P=0,
le

ovvero

/'P\ 2
tftp -1

f? cP = x
ftf
3<jp

\c-f

r?

che per

formule precedenti d subito

? r

(R -- 0) x R' - mi?' X A ~ = +JCk w ATT^ \R TTT* O


\
r

-Po T0

-4-

TI

dt

:-

essendo

:p

una costante arbitraria.


e se la linea

Per

m=

descritta da

sta

in

un piano

semi-meridiana), allora la (8) d i paralleli: invece, qualunque sia R. la (9) d le mei/diane, cio le traiettorie ortogonali dei paralleli / cost. e) Ogni piano uscente dall'asse Oh taglia la superficie secondo una linea meridiana. Se la linea descritta da R sta in

passante per l'asse

uno

di

tali

piani, allora essa

una semi-meridiana.

158

l'Ai-'

E SE<

ONDA

descritta da R non stia in un proponiamoci li trovare la equazione, f(t. z sta, ad es., sul 0, Iella linea meridiana che piano meridiano normale ad i. Tale equazione

Supponiamo che

la linea
e

piano

uscente dall'asse

io

tgy
[nfatti.

{R0)xi
{RO) x
/'

ir

Deve

essere

O)xi =
cio

quindi per

la

B
si

Q)

x = 0,
*

B
1

x
ha
(jj
{

ma, come

gi osservato, dalla

si

RQ k
e

(R

/,

l.

quindi

la

condizione precedente diviene


(i?

0)

\kx e~* = 0:
ii

dalla identit

R 0={R 0)xi>i + \R
si

<>

ii'ii

<

-././.

ha, per essere

?*.

w",

sistema ortogonale destro,

{R0[\k= {R0 x i
e,

//

"x

it

in

conseguenza,
\

(R-Oi
da cui

kxe- Hi= (R 0)Xtcos<f


{

B 0)x'Sen<f

0,

si

ha la

(10),

11.

Punto funzione
variabili
in

di tre variabili.
.
e.
10,

11

punto

P fun-

zione

Ielle

descrive

numeriche generale un solido.


r.

in

assegnati intervalli,
.

Una
essa
il

relazione /(w,

w)

=Q

tra
e

variabili

v,

ir

indili

vidua una

particolare superficie

nel

punto

/'.

generico,

vettore

(1)

dP

P
'

dH

P
e

dt>H
,

-dw.
ir

il

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE ECC.


ove
<h>.
'/',

l.V.>

dw soddisfano
df
di'

alla

condizione
ri'

du

df
i

dv

'
i

dw -0,

sta

nel

Due
una
tore
(1

piano tangente. fu. relazioni

r,

w)
Lia

<>,

linea che nel


<>vc
i

punto
<>.

/'

la

differenziali du, dv,


(-;

y(u, v, w individuano tangente parallela al retdw soddisfano alle lue con2).

dizioni df

0,

analoghe

alla

Se

vettori
>v

ad

U,

v,

che sono le derivate parziali di n<>n sono complanari, allora le superficie


M

/'

rispetto

COSt.,

cosi..

= COSI
P
rV

..

hanno

le

normali, in P, parallele
/
r.

ai

vettori

/'

/'
<

P
v

cP
'

'ir'

ir

du

tu

Un

sistema oo

zione di tre variabili

per w equazione f(u,

individua (lamio P funsistema ottenendosi, ad es., cost.. n'inviluppo, se esiste, di tale sistema ha una
1

di

superficie
r.
ir,
il

si

><.

v,

tv)

che data, ovviamente, da

dP dP tP r- A X w v du.
'

=
(

n
:

mentre

le traiettorie ortogonali delle superficie

linee le cui equazioni f(u, r. w 0, z , v, w)=Q sono, ovviamente, gli integrali delle equazioni differenziali.

del sistema sono

ap-x

dP =
I

o,

dPx = o.
cP
Ci'
;

II

Bastino questi pochi cenni

il

lettore

potr applicare
si

casi particolari e ritrovare tutte le formule che


gli ordinari sistemi di coordinate.

danno con

12.

superficie,

Aree e volumi. come noto.


a

Li
1

a)

11

punto

P(u,

v)

descrive

una

area a di tale superficie data da

(li

=JJmod (?***

L60
i

PARTE SECONDA

doppio dipendendo dal modo di variau e v nell'area considerata. Si ottengono dalla 1 le ordinarie, e complicate, t'ormale cartesiane, come il lettore pu verificare per esercizio. varr in un piano (is^o, ala') In particolare se /' , v lora, attribuendo a a un segno, si ha
limiti dell'integrale
di

zione

(1

?=ll
(1')

xi dudv
le

e anche dalla
e polari.

si

ottengono

ordinarie formale cartesiane


cui volumi' r,

b) Il punto P(u, v, w) descrive un solido con un segno, dato da

il

(2)

rP ,' cP dP CCC' * =jjjcu du dv A X r w dv


i
I I I ;
'

dir

'

per
le

limiti dei tre integrali

come

in a) e ottenendosi dalla

ordinarie

formule per
x
(

le

coordinate

cartesiane,

polari

semi-polari, ecc.

j.

(')

Si

interessanti applicazioni, specialmente

vedano nella Bibliografia muove notazioni omografie delle li M. Bottasso.

CAPITOLO

II.

Formulo

di Calcolo Integrale.

a) Sia a 1. Teoremi sul gradiente e sulla divergenza. una superficie chiusa che comprende il volume r: n un vettore unitario normale a a e volto verso l'interno di r; u una funzione numerica dei punti P del campo (t, a), monodroma, fluita e continua insieme colle sue derivate prime; un vettore fun-

zione di P, del quale

luogo

le

si possa considerare seguenti eguaglianze:

la

div

e la rot.

Hanno

il)

grad u

(1:

= Itmdo

div u dz

in

ij

i3

|rott*dr=

\n \u(1~.
seconda. Dividiamo
il campo t Su di una faccia cona* ha egual valore asso-

Cominciamo

col

dimostrare

la

in tanti elementi parallelepipedi retti.

tigua a due di questi,


luto

il prodotto n x segno contrario: dunque l'integrale di tale prodotto ^ar eguale alla esteso a ~, cio il secondo membro della somma degli integrali analoghi estesi alle superfcie dei vari elementi parallelepipedi. Consideriamo adunque uno di questi e due facce opposte, distanti di (ih e normali alla direzione di un vettore unitario i

ma

costante (arbitrario) e
integrale relativa alla
alla faccia

si

ponga u1 =zu'Xi. La parte del detto base inferiore h^j: quella relativa
t

opposta

(w

+-

du^d?

la

parte relativa alle

due facce

du^dj = grad u X idh


1

dz

-.

grad

X idi,
11

Elementi di Calcolo vettoriale

162

PAKTB SECONDA
di

essendo d: l'elemento dh-da


li

volume. Ricordando che


,.

(ttjt)

= x grad
i
ii'tiid-.

l'espressione precedente varr

div
con

Lo stesso pu ripetersi per le altre dne coppie <li facce opposte, normali ad altri due vettori ani tari j e k che formino
i

alla superfcie di tutto

un sistema ortogonale-destrogiro. Qnindi l'integrale esteso il parallelepido elementare

div
e in

(!" -+-

u2 j

-+-

u 3 k)dz

= di v

(1-

conseguenza la (2) dimostrata. Per dimostrare la fi) si applichi la (2 al vettore u, essendo a un vettore costante qualunque, u un numero funzione di P.
Si

ha
div
i

ita)

=a
=

grad

e quindi

grada dz

nmh:
.

in

conseguenza, per l'arbitrariet di o, risulta la 1 Applichiamo ancora la (2) al vettore \ a. Ricordando che
div u
a

=a
i

X rot

a,

si

otterr

a
e

rotti

dx=

\ <id~

=ax

ud

quindi la

(3).
il

La
il

(1)

esprime

cos detto teorema dei (inalidite:

la

seconda

ud teorema delia divergenza o Uri flusso. Infatti il prodotto dicesi tlusso, del vettore ii, entrante in 7 attraverso l'elemento
di superficie di
;

e l'integrale esteso

dicesi

fiosso

totale;

preso con segno contrario esprime il flusso uscente: onde F integrale delia divergenza di un vettore esteso ad un volume t, eguale
al flusso del vettore uscente dal
b)

oontomo

1.

Le t'orinale precedenti sussistono in condizioni assai pi generali di quelle enunciate. Proviamo soltanto che esse"
11

11
,

sussistono se

si

sostituisce n con

oppure U COD

SSOUdO

PPLIC AZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE ECC.


li

163

La

distanza

un punto (polo)
z

fisso,

interno
a

t,

da

un

punto

qualunque
In
ini

di

o di

i.
si

caso,

come

vede,

La

funzione

discontinua n<l

polo.

Per dimostrare La validit delle formule, ad es. della applichiamo il metodo delle Singolarit. Supposto il polo <) a distanza unita da a, si descriva, centro in 0, una sfera r, sufficientemente piccola e contenuta tutta in r al volume t', otteAvremo nuto escludendo da t la sfera r,, applicabile Ja (1
1

i,

grad "
J

dx'

-.

J * nfa

"
j

u^h,

essendo w, un vettore unit normale alla superficie a a di t, e rivolto verso t\ L'integrale del primo membro, col tendere a zero del raggio di 7, convergente, perch

grad

dz l

tende a zero. Riflettendo poi che se


fcie

dto

sferica concentrica a
il

t, e

di raggio uno,

l'elemento di supersi ha di rt do), si

vede subito che anche tende a zero. E perci


e)

secondo integrale del secondo membro


si

la (1) sussiste ancora.


(3)

Dalle

(1),

(2),

traggono conseguenze numero(Par.


I,

sissime.
Si sostituisca in (2)

u con rot; poich


div rot

Gap. VI,

n. 4)

u ==

risulta subito
(4)

n
Nella
(3) si

x rot a d = 0.
n con
u
gradii; poich
(1.

sostituisca

e.)

rot grad

0.

risulta
(5
I

grad u da

Questi teoremi, a loro volta, valgono


.generali.

in

condizioni

pi

164

PARTE SECONDA
Sostituiamo,
p.
<-..

con
polo

"-;

>

'),

che

diventa

infinita

nel

0(r

essendo
0).

: r) una funzione Applicando il Polito

analoghi a
ficie a,

metodo delle singolarit, troveremo, colla (5); uno esteso alla superficie 7,
di
tj
;

(5),

lue

integrali

l'altro alla

super-

e poich
(u<f r

grad

=cf [r)

grad

"

-+-

"

grad

-:

quest'ultimo integrale equivale a

grad

d~

-+]

un 1

grad

,;

r)ds

ora il primo di questi integrali nullo per la stessa e cata a ~ il secondo nullo pure perche grad-.1

5)

appli-

normale

quindi parallelo a n^ perci w, gradcp r =0. Dunque la 5 vera in questo easo pi generale. Lo stesso pu dirsi per la (4) se si sostituisce u con y{r)u (*).
a
-j 1

:!.

Lemmi
:

teorema
col

di

Green.
di

portanti,

cono-cinte

nome

lemmi

Altre due formule imdi Green, sono le

seguenti

fgrad u

x grad r

-+-

u di v

grad

dz

nx grad v d~
l

|(ttdiv

grad v pdiv grad

i<

<!:=.

grad

vr grad

"

Xnfo

essendo

"

v
1.

due funzioni
Infatti

di

P soggette

alle condizioni

enun-

ciate nel n.

div
Par.
I.

(ti

grad
u.

v)

div grad

-t-

grad

grad

integriamo a tutto lo spazio t; a primo teorema (2) della divergenza ed otterremo la 6). Se poi india (> scambiamo u con v e sottragghiamo ~ la equazione cos ottenuta dalla 6 stessa, otterremo la

Cap. VI,

3):
il

membro applichiamo

l'i

II

teorema del gradiente, nella sua forma cartesiana', trovasi


attractionis corporum.... (1813).
in
St.

in

Gauss: Theoria

Werke, Bd. V.
In
t.
I.

pg.
di-

quello della divergenza

Ostrogradsky
Petersbourg,
a

Note sur
VI.

thore

la
8

chaleur (1828). [Min, de

1830), pp. 129-1

A.PPLICAZI0N1 DEL CALCOLO SETTORIALE ECC.


.

Hi."

La

6
La

ninnili
(7)

...
<-1h-

sussiste

ancora

se
it,

si

...

" "

sostituisce

con

mentre
ecc.,

sussiste
si

sempre che
considerar.

siano monodrome,

finite,

nel

campo
p.

Quindi

es.

la

(7)

non

applicabile al caso
nel

in cui

dove
a

ha

lo

stesso significato che


il

precedente

paragrafo;

meno che

polo sin
interno
si

esterno

al

caso del

polo

ricorre

al

campo. Per considerare il metodo delle singolarit

riflettendo che

divgrad

- div
3
(

,.

P-0 r-~=(^ div(P/l


,.
' 3

0)

3(P-0)

(die

inoltre l'integrale di

div grad u dx1


r,

= div grad u
;grad

r dr

dta

(cfr. n. 1)

esteso al

volume

e l'integrale di
c?j

uxu dj =
1

= rgrad u x n do
col

esteso al contorno
il

della piccola sfera che,


0,

centro in 0, circonda,

punto singolare
raggio;
e

tendono

zero
1

tendere
i 2

/ero
dio,

del

infine

u grad ,

X n do =
:

=8

aa,

=u =
1
1

esteso a a, tende a

4~m
I

si

trova subito

4-?/

u grad

- grad u x nd?
I

div grada dz

essendo u il valore di u nel polo. Se il polo cade sul contorno, in un punto ordinario, il fattore 4- dev'essere sostituito con 2~. La formula precedente dicesi formula di Green . Il prodotto n grad i, che figura nelle formule precedenti ha un significato molto importante che conviene notare. Sia dn un elemento numerico tale che per dP parallelo ad n si abbia dP=ndn; quindi

cio

X grad u
n

dn

= grad u X dP = du
dn = dn
-=.

grad u &

166

PARTE 8E00ND
La ordinaria derivata
ili

secondo

la

normale, o derivata

n tru.

inale di

i.

v-, cosi

espressa sotto forma assoluta da n


n<-|

Xgrad

ci
,

Importante constatare poich,


il

simbolo tachigra*
assolnta
<

fico

dn

non suscettibile

<li

definizione

il

(in

simbolo stesso non ha tutte le ordinarie propriet del corri<spondente simbolo Ieibniziano. vi, Valendoci poi del simbolo di funzione 8 (Par.I,Cap.
n. 4)
la
(8)
si

potr scrivere cos

* ;:

=JV"s-ris,/'"-J
u funzione
(in
<b'i

r"
P,
si

Per un vettore

punti

ponga

dnxi
dn
.

dn
e
t

'u

i)

-i

-+- ....
i

(1

grad

nx

....

dalla

S) ricaveremo sub'ito

Ami n

M-SH-S*?*

3.
a

una

da un
torno
esiste

Siano: Il teorema di Stokes o della circuitazione. curva chiusa che supporremo percorsa in un certo senso punto P: a una superficie diaframma) avente per con8} n un vettore funzione dei punti /' <li s e 3 e del quale n un vettore unit normale a 7 e diretto in modo la rot
:

1
i

lemmi od

il

teorema
the
a

<li

(irceli

si

trovano Delhi

celebre
to

methe

moria: An Esscty mi Theory of BlectHcity


Il

Application of Mathematica!

Analysis

lemma
in 24].

ito.

mi Magne tism. Nottingham, 1828. nel caso di it= i>, trovasi ancora in<;.us~: AUgemeine
a.
s.

Lehrs&tze
vedi
$

Beeiehung

w. listi' [G esani. Wer.,

l.

V., pp. 195-242;

APPLICAZIONI DEL CALCOLO SETTORIALE ECO.


che un osservatore coi piedi in P e la testa in percorsa la curva % nel senso destrogiro; si ha
/'
i

1<>7

veda

\ii l

<

dP T
ii

\ii

i'ol

a <h

primo membro esprime la circuitazione del curva s e pero il teorema espresso da 9 dicesi teorema della circuitazione o <li Stokes. Consideriamo anzitutto una curva piana s, contorno di una area 7 (diaframma) pina' piana; e tre vettori unit: t, parallelo alla tangente ad * in P e diretto nel senso in cui percorsa * *,, parallelo alla normale ad s, pure in P, e volto verso
L'integrale
a

vettore n lungo

la

L'interno di a; e finalmente
ha subito
1.

il

vettore costante

\n

Si

X dP
>

\n

tds;

e poich
11

X =UX
t \

i(

HiXH,,
)da,

risulta

\u

x dP= \(n
il

a)

!<&.== I di v (u

/\

avendo trasformato
divergenza.

secondo integrale

col

teorema

(2)

della

Ma
div ( \n)z=zn rot ,

provato, in queste ipotesi, il teorema. Se ora abbiamo un contorno qualunque che limita un diaframma 7, possiamo decomporre i in tante aree mediante curve tracciate su - ed facile vedere che la circuitazione lungo eguale alla somma delle circuitazioni lungo i contorni delle aree in cui stata spezzata a: e potremo sempre ridurle ad aree elementari che potremo riguardare come piane e con contorni piani. Dunque vero in generale il teorema ).
;

dunque

ib Casi particolari del teorema (9) erano stati considerati da Ampre: Mmoire sur la thorie mathmatiques des phtiomnes lectrodynamiques itniquement dduite de l'expriente Pari*, 1826, (2* dition, 1883). Il teorema generale fu dato da Stokes come tema proposto nel Smith' 8 Prize Examinations, febbraio 1854 [Mathem. and Physic. l'apers,
:

168
a
II

PASTE SECONDA
teorema
(9

permette

di fare un'
:

tantissima relativa a quei campi dei punti del campo, tale che
rot

in cni

osservazione imporun vettore, funzione

0.

Siano P 1\ due punti di questo campo e cougiungiamoli con due curve n s z tutte contenute in t campo linearmente facciamo passare connesso). Per il contorno chiuso =:*, , un diaframma i. Dim casi possono avvenire: il diaframma tutto contenuto in e allora lo spazio r dicesi semplice)/' connesso o aciclico; p. es. lo spazio interno o esterno ad una tutto sfera, ad un involucro sferico. Oppure il diaframma non
,

~.

.-

contenuto in
ciclico;

x e in tal

caso lo spazio
si

diceoi pi volte connesso o

p. es. lo

spazio inter

interno ad una sfera cui

quello interno ad pili colonne per sostenere

esterno ad un toro ; lo spazio siano aggiunti lei manichi vuoti una camera nel eui centro si elevi una o
la

volta

ecc.
si

Nel caso otterremo

di

uno spazio
u J

aciclico

pu applicare

la

'.*

xdP=0;
curve
8,,
8,

cio, suppliste percorse le lue

in

uno stesso senso,

L
Ognuno
li

dP

(ti

dP.

questi lue integrali


li
.

dunque una funzione del1\. ed

l'estremo superiore dell'arco, cio

indipendente

lai

cammino che congiunge

/',

con

Si

pu dunque porre

1
v.

x dP= u,

V. pp. :'i"jo|: t'u ritrovalo da IIankiu.: Zur allgemeinen Theorh der Bewegung der Flussigkeiten ; Gtti ngen, L861. Le considerazioni riguardo alla monodroinia li u. agli spazi cielici o aciclici sono dovute ad 1Iki.mhoi.tz: Ueber Integrale der hydrodyna-

mi8chen Gleiohungen welche den


t'iir

Wirbelbetregungen enlsprechen [Journal


pp.

reine

n.

ang.
[].

Math.,

B.

LV,

25-55

1858

Wissenschaftliche

Abhand. Bd.

LPPLI0AZI0N1 DEL CALCOLO SETTORIALE ECC.


essendo
/'

L69

una funzione tnonodroma dei punti


n
<//'

di

-..

Quindi

dt

gradii

ili',

a
se
ili

grad

si ha rotuil vettore n il gradiente <>, tnonodroma dei punii del campo. in Consideriamo ora il secondo caso, in cui cio lo spazio ciclico. Com' noto e come del resto si vede subito, tale spazio, con opportune sezioni, pu ridursi aciclico. Se, p. es., si tratta dello spazio interno ad un toro, baster tracciare una sezione meridiana; se si tratta di una camera con una colonna in mezzo, baster tracciare ima parete dalla colonna ad uno ecc. dei muri della camera Sia P un punto infinitamente vicino a questa sezione e partendo da P percorriamo una curva, tutta contenuta nel campo, per modo da giungere al punto P, infinitamente vicino a P, ma dall'altra parte della sezione o parete. Poscia, mantenendoci vicini alla sezione, percorriamo un cammino Pi$, e da <} tacendo un giro, come prima, torniamo a <^ infinitamente vicino a Q dall'altra parte della sezione e lilialmente torniamo da Q a P con un cammino analogo e infinitamente vicino a PX Q,. Il cammino chiuso P PiQiQ Po5 tutto contenuto in t, tale che per esso si pu far passare un diaframma tutto contenuto in ~. Dunque la circuitazione di u lungo questo cammino nulla: e poich le due circuitazioni lungo i tratti P1Q1 e QoPo sono eguali, ma di segno contrario, segue che la circuitazione lungo PqPj deve essere eguale e dello stesso segno della circuitazione lungo Q Qx e se come nel caso precedente

uno spazio aciolioo

di una funzione

si

pone
iti
//>,

X dP =
1

a,

risulta
a I\

u(P

)=u(Q )-u(Q
u per due

ir

cio la differenza dei valori della

punti appartenenti

a x, opposte, costante per


stante

infinitamente vicini ad una


i

sezione e situati

da parti

punti di una stessa sezione. Tale coin generale diversa da zero: dunque partendo da P
di
)

con un eerto valore valore diverso, u{P

u3 (P
cost.,

),

noi

torneremo in

con un

-+-

a seconda dei giri che faremo. In

17<>

PARTE SECONDI
caso
il

gradiente di una funzione ". polidroma. Questo teorema, cosi precisato, L'inverso li un teorema dimostrato al Cap. VI, n. 4, della prima parte.
bai

vettore u sar sempre


in

il

ma questa funzione,

generale,

4.

Teorema
clic

della varia/ione del

flusso.

Il

rettore

w,

oltre

dai

parametro; p. in guisa che un punto P abbia, all'istante t. la velocit v. Consideriamo il flusso che attraversa il diaframma i, di contorno , in una direzione normale n. Dico che la derivata del lluss<> rispetto al tempo, cio la
variazione del flusso in una unit di tempo, data da

punti del campo, dipenda anche da un altro tempo es., dal tempo. Il campo stesso vari col

d C
(11)

, = \\\nXiidz

fUnx

u
:

+ nX(r<liv + nir
n
.

>)<z.

ottiene
otterr

Tale variazione infatti conster di due parti la prima si supponendo a immobile: essa quindi data dal primo termine del secondo membro della (11). La seconda parte S
;

supponendo

nxu

invariabile

rispetto

al

tempo, ma

variabile invece a.

Consideriamo lo spostamento di a nel tempo dt; si t'ormer un volume r chiuso da 7,, a t+du e da una superficie laterale 3". Pel teorema (2) della divergenza, si ha

|dividk=

In' X ud

-\-

\n'

i<

da

'

<<

dz

'.

di x,

normale a z, e volto verso l'interno potr avere lo stesso verso di n verso opposto, seil condoche rdt ha il verso di a l'opposto. Per elemento d~ possiamo scegliere il volume generato da dz nel suo movimento e che pu assimilarsi ad un prisma di base dz e la cui altezza la proiezione dello spostamento rdt
in cui ', vettore unitario

sulla

normale n

quindi
d:
i

rdtdz.

Per

eleni. Mito
i

mente sonile

cui

da" possiamo scegliere una striscia influitalati sono: di' sulla curva s contorno di

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE


lo sposi e

171

''Mio rdt: tale area


>>

espressa dal modulo di v


a

dPdt;
ha

quindi essendo

vettore unitario normale

z"

si

n"dz
e

dP-tt,

prenderemo
lo

il

segno
ili

<

il

segno

secondo che

>

ha o

no

stesso senso

a.

In ogni

caso dunque

In

X web Inx udi=dt


il

\nxvdiwda-\

\k

<v

di'

Resta ancora arbitrario

senso di s; scegliamolo in

modo ohe
di

lux \dP = \dPXu \v = \nXTOt(u


1

\ r

-j

in
dt

virt della
0,
si

9
la

Dividendo per
cio
il

dt

passando

al

limite

per

ha

(11),

teorema della variazione del


l

flusso.

dalla

sparisce Se z una superficie chiusa, in virt della 11) l'ultimo termine: avremo quindi semplicemente

(12)

,-

u di

-+-

v div m

ax
e
il

vettore

Se invece a una superficie qualunque (diaframma) u nel campo tale che


div
ti

=
h_

0,

(campo

solenoidale)

si

ha

j (n X u eh
f

y** M

rot

(.

da

(').

5.

Formule

in coordinate cartesiane.

Le formule pre-

cedenti, stabilite in

modo

del tutto autonomo, sono importanin

tissime e di

un uso frequente

tutta

la

Fisica-matematica.

dato, forse per la prima volta, da Hertz: Grundgleichungen der EleMrodynamik /tir beweyte Krper [Wiedemann's Annalen, Bd. XLI. p. 369 (1890): Gesamm. Werke, Bd. II,.
(')

Questo teorema

Ueber

die

Pl>.

256-285, Leipzig, 1894].

L72

PARI E SECONDA
i

Se

punti del campo tengono individuati /../'. /.. e diciamo *,, > nenti del vettore ?*, le formule 2),
sistema ortogonale
1 .
.

"

mediante il solito u t k le compo/'.

6),
<li
f,

7.
/'.

9
/.
:

ci

lanno

rispettivamente, eguagliando

coefficienti

dz
'"
'

= Icos /u
J

ntl-,

J
r

"i
i

"

II

"i

"A j'jrtt
-,

f u
I

eosnx

ut cosny

'"-/<:*/-.

3
I
(

)<fa

= \iu
/'
i

eos ny

".

<<>- //: '/-.

JM

\dXr.r

/./'/ --H,1/
,i

r
i

"

-*

,i'

dr
)

= -JC

dr

dz.

(hi

/>/''' -+- jrf/ -+-

Mja)

1J
j

C08

?(./'

-+-

d~

n.. finizioni solDall'ultima poi, supponendo i*3 0, ,. tanto di il piano si diaframma coincidente col y, ed
./.

c^

.'.

deduce

l'altra

,,/,
J

.,/.

CAPITOLO

III.

Applicazioni alla Meccanica.

di un punto. 1. Velocit e accelerazione a) Consideriamo un punto mobile funzione del tempo t, P\t). Chiamasi velocit ed <iccelerazione del punto all'istante t, la derivata prima e seconda di Pit), cio P'it) e P"i/ rispetto ar tempo t. Se riguardiamo P come funzione dell'arco s di traiettoria del punto mbile, e a sua volta s funzione di t, si ha
,

ds
(l)
I

dv

vs

come
alla

si

vide gi

(IT,

Cap.

I,

2).

Quindi
il

la velocit parallela

tangente ed ha per modulo


parallela al

ds

valore assoluto di

-.
;

L'ac-

piano osculatore della traiettoria; dv vs quella normale l'accelerazione tangenziale ha per valore ,
celerazione
;

ed sempre diretta verso

il

eentro di curvatura.
il

Se

la

velocit costante la traiettoria rettilinea ed

moto

b)

uniforme.
Sia

un punto
in

un punto mobile ad a. Sar

fsso, a un vettore unit costante parallelamente un piano condotto per

P
di

= re
:

'a,

dove
ed
a.

il modulo Derivando
:

cp

l'angolo in radianti tra


re 'z in

= r li

r'e''a

-+-

-+-

rz'X.

174

parti; seconda

essendo

R=z

c"a,

ir' -fi,

due vettori unit rispettivamente parallelo


Successivamente, poich

normale

PO,

risulta

= <p'N; P" =
R'
(r"

A
I

=
2r'<j

r li,
/-,'

r<p'*)B

v.

la

Le componenti della velocit secondo normale al raggio vettore sono


V,
r:>;

il

raggi"

rettore

2)

quelle dell'accelerazione
(3)

r"

rcp'*,

2ry-hrcp"-.

,.,'

'*V-

2.

Moto centrale. La

linea d'azione della forza che solle-

cita un
il

punto mobile P passi costantemente per un punto fisso 0; moto allora dicesi centrale. L'accelerazione proporzionale

alla forzai sar parallela al vettore

PO;

dunque

{PO)
Integrando
(4)

/\P"

0.

(P 0/\P'r=m,

con vettore costante. Il piano, condotto per /' ed <>. parallelamente alla velocit P, essendo normale ad un vettore costante, segue che la traiettoria del mobile oontenuta in un ]>i<ui<> passante pel punto Jisso. Deduciamo ancora, se p la lunghezza della normale condotta da sulla tangente alla traiettoria, pds
e quindi, se diciamo

tt

mod

m =z alt

mod

in

dS V elemento
dS-

del settore di area descritto

dal raggio vettore,

godi;
posil'area

le

aree descritte dal raggio vettore a partire dalla zione iniziale crescono proporzionalmente al tempo:

sua
o 2 e

LPPLICAZIONl DBIi CALCOLO SETTORIALE ECC.


descritta in una unit
li

L75

tempo

teorema delle
verso
v

aree).

La reci-

proca anclie vera.

Se L'accelerazione
distanza,

diretta

ed

proporzionale alla

avremo
/'

fc*(P 0);

integrando

si

ha

P=0-t- a cosici
a
e 6

f>

sen

Ict,

essendo due vettori costanti

<

precisamente

= P =r

cb

=v

j,

dove
al

e j sono due vettori unitari rispettivamente paralleli raggio vettore alla velocit iniziale; r e v sono le gran*'

dezze del raggio vettore e della velocit iniziale.

Il

punto

i'

=.

-+-

cos

ftii

-+-

,'

sen

/././',

A*

eoi variare di

f,

descrive la traiettoria,

eentro in

e di cui

e v jk sono paralleli

elie una ellisse col due diametri coniugati, di grandezze r ad i e j. Parimenti si vede subito che l'odo-

grafo pure un'ellisse, ecc.

Supponiamo invece l'accelerazione variabile in ragion inversa del quadrato della distanza cio
:

a*

tore

Moltiplichiamo vettorialmente questa equazione per mi, dato dalla (4) ;avremo

il

vet-

P"

m P'

(P- 0)

\P\ =

-' rP'

r'iPO)

== a*

^ -^~

in virt del

teorema sul duplice prodotto vettoriale. Integrando

P \m
(6)

= PO

hen,

dove

una costante (numero!, n un vettore unit costante. Se

17C

PARTI. SECONDA

ora moltiplichiamo scalarmente questa eguaglianza per

otterremo

(P- Q)X P'


a*

m X (P 0) \ F
a2

m
~ a*

*
'.
I

= r-+- zn x (P 0) = rrf er cos


essendo
^?

>.

una costante:

questa
1

ci

d
r,

p= r
mente per

-i- e

cos

cio l'equazione di una conica (traiettoria) riferita al fuoco.

Moltiplichiamo invece m otterremo


;

la

stessa

equazione

<i

vettorial-

m
11

iP'
1 ai

m)

=m

(PO) - -+r

un

n.

primo membro

si

trasferma in

rP a?
essendo
porre

m~

m X Fm= pP * or
z

m xP=0
m
\
(

per

la

(4).

Ma, sempre per


0)

la

t.

si

pu

0)

= bvP

hi re

I.

perch

mx(P O) = 0; 6 = modw
n = L., F p
,

una costante.

un alno

vettore unitario costante. Quindi


1

bie' r l -+-

t))i

'

/'

oiixpa lo un cerchio di

r<iq<n<>

- 6

Nel moto centrale, 7' le tangenti dell' odografo


:

p parallela

= mod
,

e alla

tangente
ai

all'

odografo sono
il

parallele

raggi

rettori della traiettoria.

Si pi) assegnare
l'

facilmente
"

raggio

di

curvatuta del5
si

odrografo.
Infatti dalla seconda delle
.

<>

anche dalla

deduce

APPLICAZIONI DEL calcolo VETTORIALE ECC.

177

ma

se

p'

il

raggio richiesto
<ls

si

ha
(
'

r*

ds'\

dtp

dtj

Se

il

punto che descrive V odrografo, allora


Q'

= P";
;

si

ha qoindi
v'

= mod Q' = niod P"


p'

e infine

r = mod P".

Se, in particolare,

mod P"

=^
2
;

(come nel caso preceden-

temente

trattato), risulta
a? a = mod = m = cost.
e

l'odografo cio un cerchio. Se la grandezza dell'accelerazione

(o

della forza) che sol-

punto mobile, centro fisso, si ha


lecita
il
:

funzione della sola distanza di

P dal

P" =/(**)

p - o

=f{r)

grati r

= grad Jc j\r)dr

cio la forza (supposta

eguale ad 1 la massa)

derivabile da

un potenziale
'?(r)y[r)dr.

Moltiplicando scalarmente per

dP

si

deduce
;

P"

xdP = grad
x
si

cp(r)

X dP = d<p(r)

ma

dP % = 2P'

<ZP'

= 2P' x P"d< = 2P" x dP


=h+
(8)

dunque integrando
(8)

lia

P*

2rp(r)

{integrale delle forze vive). Colla


Elementi
.di

la

(7)

il

problema della
3 "2

Calcolo vettoriale

178

LETE SECONDA

determinazione del moto prodotto da forze centrali derivabili da un potenziale, si riduce agevolmente alle quadrature.

cinematica di un corpo ed sono dm- punti qualunque d uu eorpo rigido, allora esiste un vettore Q, funzione del tempo, per il
:>.

Formule

lo n (lamenta li per la

rigido.

a)

Se

quale
(9)

si

ha

F = (y +
Infatti, se
,

li

,\iP-

<>.

j.

/.

la

solita

teina

destrogira
e
'

di

vettori

da connesse col corpo in moto; ed accenniamo con di i rispetto al tempo; si ba identicamente:


paralleli a tre direzioni ortogonali uscenti
i'

rigidamente
la

derivata

= X
(i'

i)i -+- ii'

X j)j -+-(" X
deduciamo

/.

Ma

dalle

=
i'

1,

t'xA"

=
;

0,

x*=

i'

Xk = ix A
k/\i= j,
:

ricordando
i

che
{)'

\i

0,

\ i

A.
\ i,

possiamo

scrivere
ossia

x k)

\ i -+-

(/'

X
l

ii.;

i -+- (*'

X j)k

.\

avendo posto
l

= (f x k)i +si

1//

i)j

+-

(*'

a.

Il

vettore

non varia per una permutazione


otterr ancora
,\

ciclica

lei

tre

vettori; quindi

f = l
Ma ogni eoipo. una
stanti
:

j,

=
*,

k.

vettore
l'unzione

0,

essendo
di
.}.

P un
k con

.diro

punto

del

Lineare

coefficienti

co-

dunque

sar pure

P 0=8
.

/>

0)

che appunto dimostra la 9 La (9) mette subito in evidenza

la

vimento istantaneo

del corpo in altri

decomposizione del modue simultanei; uno .li

A l'I'I.K

A/H)M DEL CALCOLO VETTORIALE


velocit
e
<>
:

ECC.

171

traslazione

di

l'altro

di
1.'

rota-ione
<

intorno ad
velocit

asse passante per


lare niod
l.

parallelo ad

Ih

cui

un ango-

0'; dunque i punti SS, risalter I" hanno la stessa velocit. Si voglia determinare un punto fa cui velocita sia parallela ad li. Moltiplichiamo per ci la (9) vettorialmente per l e sviluppiamo il secondo membro col teorema del duplice pro-

Se

/'

parallelo ad
l

di rette parallele ad

dotto vettoriale
/"'
\ 1

si

ha
'.

I.

i!"

/*

--

Oi

i/' flixi-i.

Perch

il

primo membro

sia

nullo basta che

-io

l.

Se pel punto /' cos determinato si conduce la parallela ad Si, avremo Tasse istantaneo di moto elicoidale o asse di Mozzi ( ). agevole trovare un notevole significato per i. Infatti lasciando invariato il tempo, diamo al solo punto P due spostamenti distinti che accenneremo con dP e IP. Avremo da (9)
1

dP = Q/\dP; oP = i\cP:
e

da queste due

dPxP oP xdP=i
11

\dl

x/'- i \PxdP=2i>xdP
Par.
I.

\5P.
3)

inaino

membro, per
rot

definizione,

Gap. VI,

xdP

\5P;

dunque
rot 7"

= 2S.

6) Dalla stessa formula (9) possiamo dedurre la formula che d l'accelerazione di P. Deriviamola infatti rispetto a t. Si ha

p"

= 0"

-+-

O)

-+- i>

po

(')

discorso

Dal nome del suo primo scopritore Giulio Mozzi (1730-1813): matematico sopra il rotamento momentaneo dei corpi. Na-

poli 1763.

180
Il

I'AK

SECONDA
si

terzo termine del secondo

membro
i

pu trasformare cos

(p

()')

*>

<

[P0

/'

Ponisi ino

2?:
e

|tx(P 0)1* S*(P 0)'


/'.

/'

- -0

riguardiamo y funzione del ])mito

Sar

dy

grad

<p

dP

li

x P|

i!

<dP

e quindi

grad ?
L'accelerazione
(12)

iX^P0)- - &'
i

PO).

di

dunque
\
i

lata

da

P"
e)

0''

-4- i!

P-

0) h grad v

Nel caso speciale, cos notevole per Lo studio delle che il sistema rigido sia costituito dai punti rigigobbe, curve damente connessi con la tangente, normale e binormale in un luogo di si pone in di una curva gobba, se nella punto P O una volta t e un'altra volta 1>. si riflette che Par. II,
'.

Cap.

r,

2,

forni. 3)
tt

o'
si

rt

=;
dt

n
r

dff
:

-j-

dt

= - n,
v

avr

-n = QAt:
?

>

=
;

\ft

e quindi
i

xn=

e poscia agevolmente

6-9L'asse di moto elicoidale


rt
i

definito

dalla

\(P-

0)

ft2.

Si

pu soddisfare

questa ponendo

P0

fcn;

A.PPLICAZI0N1 DEL CALCOLO VETTORIALE ECO.


e
si

1*1

dedurr subito
k
h
le
li

e infine
*

(?

?'"
'

cio l'asse di

moto elicoidale taglia


<>

ortogonalmente
le.

la

normale

principali ad una distanza da

eguale a

4.

Moto

di

una figura piana


qualunque

nel proprio piano.


i

Dalla

(9)

risulta subito che

sitino

punti

piana mobile nel proprio piano, esiste numero reale w iil mod i!> tale che
L3

una figura Q per ogni valore di t un


e
di

P'= Q

u)t(P

Q).

Essa una conseguenza immediata della provarsi

'.

punti in spondenti

direttamente, osservando che se una posizione della figura mobile


in un'altra posizione, si
i

P
:

/',

Ma pu anche Q sono due Q loro corrii

ha
).

P-Q = e ?(P -Q
Derivando rispetto
al

tempo:
-Qo=<p'>itP-;Q)',

onde posto cp' Per (D 4= avremo

-Q = v'W P = w risulta la
P-f--*P'
(0

(13).

0h--Q'=C, *
to
t,

ed

il

punto

C,

funzione di

indipendente dal punto spe-

ciale P.

Quindi
(14)

P'

= m(P

C):

figura piana di rotazione;

mette subito in evidenza che all'istante t il moto della una rotazione intorno a G ; w la velocit istantanea le traiettorie dei punti della figura piana hanno le normali passanti per G (centro istantaneo di rotazione).
la quale

182

i'.\iri

i;

SECONDA
ricava

Dalla
tante.

(13)

a sua

volta

si

un'altra
si

formula

impor-

Derivando rispetto
P"

al

tempo

ha

Q"

-+-

o'iiP Q)
(to'*

-*-

i"

<?

=
Ora poniamo
e risulter

Q"'-+-

(*)(P
(0
2

Q).

i,)

oc''

del tutto analoga alla

<

13).
si

Da

questa equazione

deduce
e~
?
t,
','

p_ Ig-id p" = q
?

O
dal

essendo

icome G) funzione di da cui siamo partiti; speciale la formula ed avremo zioni,

ma indipendente

pnuto

dicesi centro delie accelera-

(15)

P"
e

^{P)
si

analoga alla (14), Se mod P"


i

da cui
t

deducono numerose propriet.


i

= cost., risulta
il

punti che all'istante

0)^=cost.; ancora mod hanno accelerazione di grandezza costante,


centro nel centro delle accelerazioni.

stanno su cerchi aventi

La
il

(15)

poi permette la costruzione del vettore

punto

O.

Derivando invece

la ilf)

avremmo

P cognito trovato ancora

la (15), ina con

0=G-+--e HC'
i

clic

d
So

la

dipendenza tra

p. es. la velocit

ed il punto G. angolare costante

(ci

che pu SU p-

porsi india descrizione

puramente geometrica
pe'0

delle figure piane),

essendo

to'

si

ha

a)'

onde

0=G =C^
1

iC

cio

il

punto
di

(7

che dicesi centro geometrico delle accelerazioni,


a
C"

cade su

una retta normale

di^ta da

('

di

mod

iti. ir.azioni

DEL CALCIOLO VETTORIALE KCC.

L83

In

t:il

caso

(C,
al

P)

cio l'accelerazione parallela


Il

vettore
t
,

<",

---/': ecc.

punto

l'ai,

ti,

l'iinzionr di (tedi
t,

sia tale

che per

cost.

si

abbja, per ogni

P =

tai\

Ci.

Tale punto, per t== cost., descrive, col variare


e

di n.

una linea

s,

questa, variando

per u

si

cost.. si otterranno le traiettorie lei suoi punti. L'inviluppo li a una linea -, e il punto che la descrive ottiene ricavando u dalla

2,

si

muove rigidamente

nel piano; quindi,

dP xi du =
/'

et

e sostituendo in 'u,

t);

quindi:
-.

punti di

7,

sono

piedi delle

normali condotte da C su
Il

punto

sia
a,

comune a a
sono

e a 2 ; gli spostamenti infinite-

simi di

su 7 e

SP

3P

5P,

tali spostamenti sono paralleli e quindi se diciamo ds elementi lineari di o e a, si ha

rfj

gli

ds

ds.

- d = w mod (P = mod rP
et

C)- dt;

od anche

dt

7,

- = dt

dt

^t-1-

=
cj

(o

mod

p Ci 4=0:
'

'

quindi a rotola e scivola su sendo a mod fP C). All'istante t diciamo P

la velocit di scivolamento es-

V.... gli elementi che ali* istante

sono P,
figura,

Q,...

vettori

PQ,

P
si

avendo eguale modulo,

per pu porre

Qo

la

rigidit

della

r-Q = e'*(P

-<>

184

parti; SECONDi
8

con

funzione di

t.

Derivando rispetto

al

tempo

ha

F-Q' = Q'e<H(P
e

Q
ci

Vi P-

questa, paragonata con

la

(13),

b'

=
I

co.

Posto adunque

<r>

(j)dt

risulti)

la rotazione

qp

y *colla
t

quale dalla configurazione


t,

si

passa a

quella relativa all'istante


nell' in terra Ilo fra
Il
e
t.

la

somma

delle rotazioni

istantanee

punto H(t o t) funzione di t e t coincida con C all'istante Allora la equazionefprecedente ci d

t.

P G = e^r-ro\p v

H)
C).

oppure

H=zP e~
Derivando rispetto
r

f-foijP
si

trova

)i\P C e~' r --'


)

co

ct

P G) =

i(H
-

%r

?oi

m(P

C)

e- ?-?<(P

G) = e~
cost.,
//

<

Dalla prima
linea

si

che diremo V
le

deduce che, per mentre per


:

descrive una
t

variabile

costante
il il

si

hanno
punti

traiettorie

dei

punti di

I':

tale linea

centri di istantanea rotazione sul piano mollile, cio


della
figura

luogo dei luogo dei

mobile che diventano eentri istantanei di rotazione. 11 luogo del punto C sul pian. &8SO una curva P, tangente alla prima: gli archi che vengono a coniano sono eguali; cio 1', l'inviluppo delle posizioni di V e la velocit di sci\ olamento india.

A.PPL10AZI0N1 DEL CALCOLO VETTORIALE ECO,


[noi tre

//

L85

passa per
I'

con velocit nulla, perch

all'

istante

0;

-io'

il

Inogo delle cuspidi delle traiettoria

l'n calcolo semplice e diretto, op 5. Curvo funicolari. pure l'applicazione del principio generale dei lavori virtuali, d per L'equazione indefinita di un (ilo flessibile e inestensibile la seguente

d
(16)

:t

/+-V-' ds
d:

oppure
(17)

ds

in

cui

/'

il

vettore

della

forza
die
lei

nel
la

punto
die

P, t la

grandezza

della tensione.

da notate
ds intorno a
/'

t'orza

sollecita

un ele-

mento d'arco
dezza

la

direzione di

/e

per gran-

mod /

ds.

Se f parallelo ad una retta fissa, la curva di equilibrio contenuta in un piano parallelo a tale retta: inoltre se .; e un vettore unit costante normale alla direzione di/', dalla (16), moltiplicando scalarmente pei- ), si deduce

cio
xt

.)

= cost:
di una
retta

costante la proiezione della tensione su

normale alla

direzione

fissa.

La

relazione trovata un integrale primo delle

equazioni di equilibrio.

Se
se cio

la

linea di azione della forza passa per un punto fisso 0, parallelo ad


/. si

deduce

l
( )

In questa trattazione
le

si

evitato

l'uso

dei

mori relativi.

Ve-

dansi

note di Bi rali-Forti [Acc. Torino, v. 37 (1902 e v. 47 (1911)]; e: I moti relativi nel calcolo assoluto [Remi. Lincei, a. 5, v. 26 (1 seni. 1917)
pp. 632-637].

186
e

PARTE SECONDA

quindi
zt

f\tP

0) = i;

la

curva di equilibrio

contenuta in un piano passante pel punto


poi che

fisso, ecc.

Dalla

(17)

deduciamo

se quindi

derivabile da

un potenziale U,
U.

ci'

se

/= grad
si

deduce

grad U x dP
e

-+-

dz

= dU

-+-

d:

quindi

V -+-

che pure un integrale primo delle equazioni di equilibrio. ai {a costante, i vetSe p. es. / costante ed eguale a

tore unitario costi

si

ha

fz=
essendo
si

ai = grad az
P
/'.

z la

distanza di

ha

Uaa;

da un piano normale ad l'integrale precedente ci d

Quindi

=h

-+-

az

(h = a\-+-] = j,
\

in

cui

si

chiamata

e,
1

la

distanza

ar.

Sempre

dalla

17

ricaveremo
i

= t-da T
un

n
p

la

quale
.

dice

che

la

componente
li

del
di

vettore

unita

>i

sa

1 -

La componente
alla
>/
,

vettore

grandezza

paraigr,

o
lel<

cio

alla

normale geometrica,
.V
-.

da

un laro

dall'altro 2T

dunnue

Tale

propriet,

com'

noto.

caratterizza
costante,

la catenaria. La curva di equilibrio, per una forza dunque una catenaria i cui asse parallelo alla dire-

zione della forza.

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE ECC.


<!.

L87

Molo

li

un corpo rigido.

Vediamo anzitutto alcune

notevoli espressioni dell'energia cinetici.

A bbiamo
(18)

7'

SmP

SroP

F;

valendoci della

(9

2T='LmF x
= 0'X
Se quindi diciamo
dell'

0'

-+-

SroP' 4li

ZmP x \ x Sw(P
l
l

/'

<>

0) \

P.
l'fuwe

>/

la

risultante

momento

impulso rispetto

al

punto

0, cio

poniamo

(19)

SmP,
2T

ZMT

Sw(P
l

0)/\P,
->/.

risulta
(20

= 0' x+ x

lor volta

/>*

sono funzioni lineali

di

0'

l.

Abbiamo ancora

2T=Sw)
~ Ora

O'

/\(P
\

= 0'*^

-f-

Sw[Q
.

0}( P 0)]
J
i

-+-

20'

/\

Sw(P 0).
la

ricordiamo

,.

elio

punto 7* dalla retta per chiamo con to il mod l.

mod [<\(P modtt -+- Q O e se


;

0)
e
la

distanza

del

si

deduce che

il

diciamo r e indisecondo termine del-

l'eguaglianza precedente vale


fo
J

Sw >

2
fi)

essendo J per e

il

momento
ha
(G

d'inerzia del sistema rispetto alla retta


il

-t- .

Se finalmente

baricentro dei punti

di

massa w,

si

-4-

0)2ro

= 2m{P O.
20'

Dunque
(21
)

2T

= 0' 2w
2

JV

-+-

A (#

)% m

Calcoliamo l'incremento clT Iella forza viva nel moto istantaneo durante il tempo di. Differenziando la (18) si ha

dT

rSmP'x^P;

188

PARTE SECONDA

tenendo presente che


tfP'

F = 0'
di

h-, fi

A (-P
-+.

,ia

'

ui

==

<*0'

-f-

A (-P

Oi

\(dP

ed inoltre osservando che dP=P'dt parallelo facilmente la prima delle formule seguenti:
(22>

/'.

si

ha

dT=JRX

dO'

-t-

= 0'x da
la

-+- !

M x d8 +x dM

! !

\ li
\ /*

x </o x d0,

seconda ottenendosi dalla prima e dalla (20 differenziata Se, invece, non teniamo conto del moto istantaneo dei punti del corpo rigido, ma facciamo variare infinitamente poro
soltanto le velocit (cio l'impulso), allora dalla
22'
I

22J
!.

si

ha

dT =Ilx

dO'

+ M X d = 0'
dO
nullo.

XdR-+-

X dM.

perche, nell'ipotesi

l'atta,

Se rispetto ad una terna connessa col corpo rigido e avente centro in diciamo u, v, w le componenti di O' j>. g, r quelle di , risulta dalla (21) che: 'IT una finizione quadratica omo:

genea, a coefficienti costanti, delle

n,

v,

w,

;>,

q,

r,

cio delle coordi-

nate del moto istantaneo.

E
sono
l'

le

dalla (22): le coordinate del moto istantaneo (<> dell'impulso derivate dell'energia cinetica rispetto alle coordinate del-

impulso (o del moto istantaneo). Per trovare le equazioni generali del moto ei varremo dei teoremi dell'impulso, quali dicono elle rispetto ad un punto
i

fisso O,
123,

m =n
//,,

r,

w
7t

essendo

la

risultante

delle

forze

ed
lsso

M'
0,
;

l'asse
/>'

momento
>/'
il

delle forze esterne relativo al

punto

vet-

tore e l'asse

momento dell'impulso, sempre pel punto 0,. Accennando gli stessi elementi relativi ad un altro punto
sappiamo che
\ P'
-t-

colle stesse lettere senza apice,


2Jm|

0,)

P'

= Sm(P O)

Sai

0,

eioe

M =M-h(00
(')

1)

R
s
~

C.

Bqrali-Forti
1921).

T. Boggio, Meccanica razionale, pp. 28J

(Colh '/.ione Lattea

APPLICAZIONI DEL CALCOLO SETTORIALE ECC.


e rosi

L89

M,

M
danno
i

(0

0,)

/',

Allora

l<'

(23)

<-i

-^

li.:

j ]M
t
:

{0

1) l

\R[ =
si

M +(0 O
e

x)

li.

il

Sviluppando questa seconda sistema seguente

ha, tenuto conto della prima,

<

24

>

Tt '-"
Sapponiamo
p.

dlt

<l}f

-M
il

+-3" A

dO

* = ..
fisso

es.

che

corpo abbia mi punto

0;

la

reazione del punto fisso figurer soltanto nella prima delle e non gi nella seconda che si riduce a

(24)

dM

a
Riferiamo
e
il

"
**,

corpo ad una terna

,y,

k connessa
-+-+-

col corpo

poniamo

M= P
come funzioni

i -+-

QJ

-4-

Rje

M MJ MJ
e

MM,
/',.

ed osserviamo che nella derivazione occorre considerare


del tempo. Quindi

dM
dt
' "

dP,
di

i -+-

-+-

Pi*' h-

Ora se'nella
quindi

(9)

si

pone P
i'

=
+

t\

ecc. si

deduce

=
x

i i\ /,

ecc.

dM dP -*' ~W % +
Z
-

fi

M
i

si

ha

Sostituendo nella il sistema


-

(25)

ed eguagliando

coefficienti di

?*,.

dP 1f + qR1 -rQ

=M

ai

190

PARTE SECONDA
in tal

si

L'energia cinetica riducono a

caso

data dalla

20

21

che

IT
Riferendo tando clic
il

H=zlu\
d'inerzia
e

corpo

ai

suoi assi principali

no-

P,

= i
'

ecc.

le (26i si

riducono alle equazioni di Euler. Nel caso classico del corpo non Boggetto a forze, oppure del corpo pesante sospeso pel suo centro ili massa, b ha M 0;
la

25) d

subito

COSt.

C asxe momento dell'impulso

costante.

Applicando
posto

lo stesso

procedimento
-+-

al caso generale delle 24

li

= RJ

R,J

-+-

I.

R=zUi-+e dette
u, v.
io

Vj-vdi

Wk
si

le

componenti

0'

ha

,ir w- Vr = E dt lu+ dV _h jjy - Wp = fi dt

>

-^^vP -uq

ir

dove

(7=''.

''.

=;'''.

/'

CAPITOLO
Applicazioni
all'

IV.

Idromeccanica.

Per azione delle Equazioni di equilibrio e del moto. di massa (riferite all' unit li massa); della pressione p (intensit, normale a qualsiasi superficie j tracciata nell'interno di un fluido di densit p, e che racchiude il volume 7. equilibrio. Per uno dei postulati della statica. il fluido e in l'equilibrio dovendo sussistere se si suppone irrigidito tutto
1.

forze

il

sistema,

dovremo avere
lp/V7:
-+-

Mmd? = 0,
normale a e secondo integrale Cap. IL n. 1), si ha
~>

in cui

>

il

solito vettore unit parallelo alla


x.

volto verso l'interno di


col

Trasformando
II,

il

teorema del gradiente (Par.

lipF
e questa,

gradai dz

();

dovendo

sussistere

qualunque

sia

7.

d luogo

alla

equazione indefinita dell'equilibrio


(1)

pF grad^ = 0.
L'equazione dei momenti
Col principio di
d'

soddisfatta identicamente.
si

Alembert

moto; infatti la forza d'inerzia, lume espressa da


del

passa subito all'equazione riferita all'unit di vo-

" l

=?-dT = dt

dP'

dv
:

191'

PARTE SECONDA
ora accenneremo indifferentemente con

in cui

con

la

velocit di un elemento fluido.

Avremo quindi

oppure
dv
2
-fi

= F.-gTa&p.
1

Per ottenere l'equazione


modi diversi
verso
~j\

di continuit,

esprimiamo
e

in

due

la

quantit di fluido che esce o entra in

attra-

nell'unit di

tempo
- rtz

e si

trova

= \ov x
il

n<~j

al

secondo membro applichiamo


(do
.

teorema della divergenza:

avremo
divipri]rf:

1
e quindi

^H-divi;n = 0,
che una prima forma dell' equazione di continuit. Sviluppando secondo termine (Par. I, Gap. VI. n. 3. t'orni. *; si ha pure il
dp
-

-+-

5(livr+i'X grad

0.

Ora o una funzione numerica dipendente da P e da t\'\\ suo differenziale, quando varia Pe resta invariato /, espresso da
grad
quindi
la
?

X (P= grad X
p
li

vi

derivata totale
dp
,,-

(quando variano

/'

dp
,,

-*-grad

Xr:

la

equazione

di

continuit pu dunque scriversi

(4)

|-H P diV V = 0.

APPLTOAZION1 DHL CALCOLO

.'l'I'oi;

l.l

ECC.

1'..'

Passiamo ora ad un'altra forma delle equazioni del dimostriamo una formala preliminare. Se n un vettore funzione dei punto /' si hn
il

moto

11,1

uxj
*/,

,/.

iot
iroi

grad grad

/-+-

x
|

grad

, +-

j.

La parte entro parentesi, del secondo membro, equivale a

grad

h,

t- ....

=.-=

grad

u,

-+-

=
i* *

= g grad
pelo

(w, 1

2
)

grad '

grad

-+- ....

grad n r

(rotte) \

it.

Facciamo

in questa

n=v
il

dP -=<lt

primo membro diventa

grad j

x dP
dt

i -+-

idti l

-+-

,}du z +-

kdu 3

du
= dt
:==

dt
r,

dr di'
il

esprime cio la derivata di

quando

si

pensi variabile

solo

punto P. Si conclude adunque che

la derivata totale di v espressa

da

--

= -^

-f-

g gi'ad

v* -h (rot v)

Av

ebe appunto la formula che volevamo stabilire la (2) diventa


dv
(DJ

1
(

).

Con questa

1 +- =

grad

r-

-+-

rot r

/\

= F

grad p.

(') Potendo far uso delle omografie punto [di: Analyse veetorielle generale,

e delle derivate rispetto


1.

ad un
ottiene

e] questa formula

si

direttamente senza introdurre le coordinate di u.


Elementi di Calcolo
vettoriale.

|3

194
2.

PARTE .SECONDA
Moto vorticoso. Potenziale
<

di

velocit.
cost.
:

Supponiamo

oppure supponiamo quindi p il fluido incompressibile una relazione (legge li Rovi.e e che p e p siano ledati da permetta di porre fluidi tale pei perfetti), che Gay-Lussac
- grad^j

= grad

II.

Poniamo
<;

inoltre

2Q
vettore
i

= rot P' = rot v


o

il

di cesi
t.

rotazione,

anche

vortice,

dell 1

elemento
/'

fluido

all'istante

Riguarderemo inoltre come


(o le

variabili indipendenti il punto coordinate che fissano la posizione di P ed il tempo t:


la

di

guisa che possibile


e rot. Ci posto
/

inversione dei simboli


la rot

di

operazione

prendiamo

della

(5),

si

avr subito

(7)

H-rot(>/\r) = 2 rot

7'-

e per essa

Consideriamo ora tracciata nel fluido una curva chiusa 8 un diaframma -z; moltiplichiamo la 7 scalarmente per n (vettore unit normale a t e integriamo a tutto -.

Risulter
|('"
I

rot

\ ri)

X Mtf7--:

lrot

FX

<-.

di

Al secondo membro possiamo applicare subito il teorema STOKES; al primo si pu invece applicare quello della va-

riazione del llusso: e se riflettiamo che

div
tale

div

I'Ot

rr

0,

teorema pu scriversi

gjl.Xf.fti
Quindi

),

Xrol a A [*.

AIM'I, ICA/IoNI

DEL

CAI.col.o

VETTORIALE EOO.
di
in

L95

>i

Ammettiamo ancora die le forze potenziale V monodromo, ecc.; poich


/'

manna derivino da
tal

casi

- -rad

U,

si

lia

US
18)

lFxdP= (grad UxdP= \dU ^

<>

e quindi la

ci

d
li!
i

(9)

x
il

ndi

c(st.

--

e.

Applichiamo ancora

teorema

di

S'TOKES

otterremo

(10)

j/xrf/'

p;

se le forze derivano

cit lungo

da un potenziale, la circuitazione della velouna qualunque curva chiusa s tracciata nel fluido,
il

costante durante
a)

moto.

In un determinato istante sia


rot v

cio

= =

().

Per

la (9) sar
(10),

c=0

in quell'istante e quindi

allora dalla

con un ragionamento gi
t,

fatto, si

sempre nulla: deduce che,

per qualunque valore di


(11)

= grad

tf

essendo funzione monodroma o polidroma) e quindi sar ! 0; cio se la rotazione nulla in un determinato istante, sar nulla sempre; oppure: se in un determinato istante esiste un
(<p

sempre

potenziale di velocit, cio sussiste la


.

(11), tale

potenziale sussister

sempre (Teorema di LGRANGE In tal caso il moto del fluido dicesi irrotazionale
potenziale di velocit.

il

La

(5)

diventa

a grad et

i
cp

-+-

- grad (grad &

)*

-+-

grad

77

-+- IT)

=D

196
e

IWKTK SBCOND

quindi
<

1
,,

grati

-f

il

eost.

Tale costante dovrebbe invero essere sostituita da una funzione arbitraria <li t, la quale pu snpporsi aggiunta alla y incognita. L'equazione (4) di continuit diventa ora
<liv

grad y

,:

0.

b)

Supponiamo invece
rot v=\=0

in pel

un determinato istante; sar quindi sempre diversa da zero, teorema precdente; cio Q=|=0. Il moto dicesi allora vor-

ticoso.

Le linee
rallela

(variabili eoi

ad

tempo la cui tangente sono dette corticali: una superficie


:

in -

/'

pa-

costituita
superfcie

da linee
vorticose.

vorticali dicesi vorticoide

anche,

linee

Per un vorticoide a

all'istanti-

avremo

Xn=
e

quindi dalla (9) risulta ancora per ogni valore di / e per

<>:

cio la costante e nulla

rXdP=0
I

nulla per ogni cio la circuitazione lungo s feontorno di o al valore di /: e per sulla superficie ~. trasformata 'li 3
.

tempo

sar pure

Xn

dunque

vorticoide (o una linea vorticali

sempre costituito

dulie stesse particelle fluide.

Consideriamo un tubo vorticale; cio nn volume t racco da due superficie 3 e a e da un fascio di linee vorticali o he dai punti del contrno di z vanno ai punti del contorno
.

di

a'.

Poich

div8

o,

A.PPLIOAZION] DEL CALCOLO


il

E T T< >B A LE EOO.


I

197

teorema dell divergenza

ci

|div8dT

= \Qxndo
i!

x rido' (fi Xri'do


n
e

0.

Ma

su o"

"

0; quindi (avendo preso

w'

con

Benso concorde)
li!
3

k,-

li>
a'

rido'

cio

Musso della rota/ione costante lungo il tubo vortica\e. Se un tale tubo infinitesimo si deduce il teorema sulla costanza della poi-tata di un vorticoide elementare; ecc.
il

Si

pu anclic dedurre agevolmente nna propriet relamoti stazionari


irrotazionali

tiva

ai

cosidetti

o vorticosi),

pei

quali tutti gli elementi del moto, polendo variare

da punto a

punto del fluido, sono peri indipendenti dal tempo. Supponiamo sempre le forze F derivabili da un potenziale U; poscia moltiplichiamo la (5) scalarmente per dP. Il primo termine zero perch v non dipende da t quindi risulter
:

4)

grad

v*

x dP

-+-

(rot v)

\vx dP-h
v)

grad

(f7~t-

IT)

x dP = 0.

Ma
(rot v)

\vx dP = (vot
si

\vXvdt = 0;

quindi

la

precedente

scrive

integrando

si

ha
v*

h-2

-+- IT)

= cost.
pei

che esprime

il

teorema

di D.

Bernoulli

moti stazionari.

CAPITOLO V
Applicazioni alla teoria dell'equilibrio
dei corpi elastici isotropi.

1.

Formule preliminari.
al

equazioni indefinite ed
einstici isotropi, e

Ammetteremo gi dedotte le contorno per L'equilibrio dei corpi messe rispettivamente sotto la forma (')

ili

F -+o 1

grad d v
i

(o*

rot rot s
-+-

=
:
'

(2)

7 -f- (l*

ds
2<,)*}n di

v s

-+-

Uro* _-

dn

)*n \ rot * *

il

vettore della forza di massa,

Fg

il

vettore della tensione

(per unit d'area), s lo spostamento in

un punto qualunque
suo contorno a
:

P
*

del corpo t, che

supporremo

aciclico, o del

ed o) 1 le due costanti di isotropia; n un vettore unitario normale a a e volto verso l'interno di t. Nel caso in cui F=0, cio nell'assenza di forze di massa, due soluzioni particolari della (l sono:

'

= grad -,
1

- = (grad = rot m J
(

1\

m,

dove

r la distanza di

bile del corpo:

un polo fisso dal punto generico variaun vettore unitario costante.

in

tutto

0, si avr Se FrrzO e sul contorno a del corpo pure s il corpo s 0; in altre parole per dati spostamenti dei

punti del contorno, la soluzione delle equazioni dell' equilibrio elastico, se esiste,

non pu essere che unica.

(')

Cfr.

Analyse

vectorielle generale,

1.

e, voi.

II.

200

PARTE SECONDA
:

Moltiplichiamo infatti la scalarmente per griamo a tutto il volume t del corpo: si avr

e<

t <-

3
in

A l.s

grad

di v s

d:

8 X

rol rol 8 dx

cui
A;

= 8V(o*.
Par.
I.

Ora

si

hanno
div
div

le

due seguenti identit


div
s)

Cap. VI

(s

= (diva)*
=
(rol s) J

X grad diva
x
rot rota
:

(s/\ rot si

- s

integriamole al volume ~. A primo membro il teorema della divergenza ed avremo

si

pu applicare

In x s di
- in

v.s

di

'div s ~d~

grad

di

v.s

dx

xs

rots di

rot

s^dz

js -<

rot rots

di

e siccome s nullo su i,

primi membri som nulli

<

quindi

div sfdx

---

x grad

divs dv,

rot sfdx

J<
le

= 8 X rot rots dt
la.

quali

permettono

di

trasformare

(3)

in

questa

div

s *<2x

rot s \*dx

pero

in Ogni punto Essendo nulla la

di
rot,

debbono essere
risulta
8

nulli

rots
II.
-

t<

divs.

Par.
_'

11,

Gap.

grad

(-scudo z una funzione

monodroma,
in

ecc.,

perch
:

lo

spazio

supposto aciclico. A\ivmo inoltre


div

tutto
t

div grad

0.

cosi. Sar dunque, Sul contorno 3 poi T per un nolo teorema di analisi e quindi in

in tutto
r.

e,

cost.,

^0.

MTI.K AZIONI DEL 6AL.C0L.0 VETTORIALE KCC.


Le stesse conseguenze valgono
pUl'Cb positivo.
o,

L'01

ila

hi liquc

sin

il

numero
del

/,,

Notiamo

infine

che

il

teorema

di

reciprocit

Betti

viene espresso dalla

FX
essendo
,s-

d-

I |

/ F

s'rf-j a'di

/ 1/
\

a dadi

i i

I
j

/'.'

<

<h.

lo

spostamento corrispondente
/",
:

alle

forze
/'

/'

tensioni (in superficie'

quello relativo alle

ed alle ed F,
.

-.

Formule

del Betti per la

divergenza
<li

e la

rotazione dello
a'
-.'

spostamento.

Nella ipotesi

/"

si

l'accia

:grad

Tale spostamento finito e continuo in uno spazio che ^i deduce da r, dopo averne escluso il volume r, racchiuso da una sfera 7, col eentro nel polo O (che fa parte del corpo e da cui si confano le distanze r. Osserviamo quindi che (Par. 11. Cap. II, 2i

div
e per la
L'i

a'

=. div grad

ci

d
1
'

da'

dn
r'

Applicando

la (4) al

volume

si

ha
1

f
<6>

iFxgrad- *k'H--lFjXgrad-<fo-t-2{o r"


ir

lf

"""f*

i
l

d grad """"

r
- d->

"|s

>

,_ dn

== - 1 (F</

X a F, x

a'

\d-

Indichiamo con n un vettore unit normale a a! e volto verso l'interno di ~\ cio verso l'esterno della sfera e notiamo che le derivate rispetto alla normale si trasformano in derivate
x

rispetto r

allora,

tenendo presenti

la

(2)

e la (5), si

ha

(Fs

'

Xa

l\

X a) =
\

l*

7i
1

2ct)*)w

x
+-

a' di

va
,

-+-

V x

\rot

2w 8 U'

da
-j-

da'\ s x -r-

202

PARTE SECONDA
Ora
si

rifletta

che

,
inoltre

x * =n x
1

grad -

=
1

di

= r*dz

essendo d?
a o,.

di superficie sferica unitaria concentrica integriamo la (7) alla sfera a, e poi passiamo al limite per o tendente a zero iO a distanza finita dal contorno), il primo termine del secondo membro ha evidentemente per limite

V elemento
se

Quindi

471(2*

il

2.

'li

di vs>

in cui

l'indice esprime che


Il

valore della div calcolato nel

polo 0.

secondo termine identicamente nullo perch


s'

1*1

\ rot 5

= rot X
*

s'

\n n
al terzo e

ed

s'

parallelo

ad r Passiamo finalmente
8

poniamo

== 8

(l

ra

Poich
r*
'

risulta
a'

X dr
-j
}

ds

Integriamo a o

ed a secondo membro

si

applichi

il

teo-

rema della divergenza. Il secondo termine, essendo div* non d nulla sicch avremo
:

0,

-jjdivsdt,
-jldivsdt,
3 f
-

^J(

)xgrad
1

-dr,

:; f -,lr*igrad

</:,.

Passando
tende
a

al limite,
:

come precedentemente,
a
Iella

il

prino integrale

il

Dunque

secondo tendi' limite del secondo membro


i.:<lh *
il

zero
;

insieme con

l:i.

(livs

PPLlOAZIONl DEL CALCOLO VETTORIALE ECC.


L"

203

integrale

J'

grad
r

d-'

eonvergcutc

47t8(div

Jl
Fx
grad

dunque

dz

--

C /',
|

LT

grad -

ri?

VJ' X
Il

T
'/

grad

rf7.

riflettendo

secondo membro pu porsi sotto una forma diversa, che r} grandezza della distanza di P da 0, una l'unzione simmetrica di P ed 0. Quindi

Vx

grad

= .F x

grad

div

in cui coir indice o intendiamo accennare che il grad e la dir sono calcolati supponendo variabile il punto 0. In conseguenza

'"
.1

*""' r* :

-KJtO.'

inoltre

X
xn
s

grad

(s

grad

grad In

x grad -j X 8
div
rfn

grad

(s

x grad

Se dunque definiamo un nuovo vettore u, tale che


i'Fdz

(8

=j

r + -j Wj^sxgrad-.*
1
%

CF.di

C(

grad

s )d?

togliamo ora l'indice

o,

otterremo
.s

(9)

+- 1 div

--:

div u.

204

PARTE SECONDA
meno semplice,

Ood un calcolo del tutto analogo, bench partendo dalla soluzione particolare
ni
s'

=- voi
r

delle
LO

per

F==

0i,

si

trova
4to> s rot 8
rol m.

dal

Abbiamo cio le formule del BETTI nella Cerruti ed esprimono <-li<* la divergenza
:
:

t'orina
la

loro lata

<

rotazione dello

spostamento, sono proporzionali alla rotazione ed alla divergenza di

un

rettore dipendente dalle forze di massa, dalle


(*).

tensioni

dagli

spostamenti al contorno
Il

vettore

pu,

san volta, interpretarsi

come somma

li

tre

l'unzioni

potenziali di spazio, di Strato semplice e

loppio.

3.

Formule
clic

del Somigliali a.

Dalla formula

l<.

osser-

vando
si

rot i4~"r.s-

)== 0,

deduce
L-7ru)

a
e

grad

y>.

Prendiamo

la

divergenza
cp

sottraiamo da
l

ifl I:

otterremo
:

div grad
e a questa,
sfarsi

\y

= 4~fi
capitolo

oo*J

div

come vedremo ponendo


y

nel

seguente,

pu soddi-

l"

w*j

ai

essendo

in

calcolo assai breve fa trovale

cp

or

'('

l'i

Betti: Teoria della


18 (1882)].

elasticit

[Nuovo

Cini- ino.

1872
isotropi

Cerruti: Ricerche
Aoc. Lincei,
fc.

sull'equilibrio dei corpi elastici

M*m

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE


quindi
(11)

K<'<'.

205

4rcar

1 ti
i

(SS

co*)

gran

f<Uv
I

di

,
i

ro

gradi

fa

di

die esprime
le

Io spostamento in un punto qualunque o del corpo. A secondo membro della 11 compariscono non solamente

anche

le tensioni e gli spostamenti al contorno, ma divergenza dello spostamento in un punto (pialunque del corpo. Questo termine pu eliminarsi. Anzi pi generalmente mostreremo che

forze di massa,
la

Ir*

- * diva

((-..

con

k ->

si pu esprimere mediante spostamenti al contorno.

le

forze di massa, le tensioni e gli

Consideriamo

lo

spostamento
s'

= grad
le

>'

esso e regolare in tutto

t,

compreso

il

itolo,

purch

>
e

1.

Avremo
massa
e

allora

dalla

(1)

(2),

pel

calcolo

delle

forze di

delle

tensioni
F'

al

contorno
-+-

corrispondenti

quello

spostamento,

k\k
(l-

>-

grad r*~ 2

l\
o
'

Mie +
il

- 20i*)r*-n 2w

grad

',-.

dn
die

Ora applichiamo
r h ~*s

teorema di reciprocit ed osserviamo

X ndi = Jdiv

J,
|

>

" s)dz =
2

=
Troveremo
(12)
:

r*- 2 diva dz

X grad
I

r k -*di.

kk

-+- 1

S*

f >*-'- diva di

FX

grad r*drn^

#',

grad
ir'
2

r k dx

h- 2fo 2 fs

gl U

f-

';

dn

- hk

-h 1

\da:

206

PASTE SECONDA
Per
Jc

=l
'111

abbiamo
il

la

formala

Hi<-

ci

occorre

per

<-li

mi-

Otteniamo con rio. sotto forma vettoriale, le formule date dal Somiglia na 2 si ha pare una formula notevolissima. Infatti Per k
nare dalla
di eui si detto.
'

termine

in

tal

caso

d grad -^-5 dn

r-

d
L*

dn

n Jv P0)=
.

l'ultimo termine del secondo

membro

della

12

-i

trasforma

in

e quindi
la
\'l

8'd

x nh =8io*u\iv8 dz

diventa

L3

3S*

4w*)\div8dT \F*x(P 0)dT + -\F


totale

<

P 0)di

d
le

la dilatazione cubica

espressa per

le

forze di massa

tensioni al contorno: ed dovuta al Betti.

Somigliana
t,

Sulle equazioni

della

elasticit

[Ann.

li

Mntem.,

. 2,

17 (1889)].

CAPITOLO

VI.

Applicazioni alla Elettrodinamica.

newto1. Potenziai: ritardati. -- La funzione potenziale niana di una massa distribuita in un volume r. colla densit funzione del punto /' variabile in r, e che attrae un punto colla Legge di Newton, quando si supponga pure di massa eguale ad la costante di gravitazione, fiata da
/'
1

(li

d: = CUP)
I

con

= niod

0).

La funzione
alle sue derivate
rali
(2)

y>

prime

sulla funzione h,

fluita e continua insieme con ipotesi abbastanza genesoddisfa in x alla equazione di I'oisson;

monodroma,
in
~
e,

2?
Si

= _4~A.
da
il),

pu dire cio che


ora che

z. h

lato

un

integrai*' della

(2).

tempo e che le azioni elementari dei singoli elementi di massa si propaghino da P in con velocit eguale ad I/a ed in linea retta. Tale azione adunque per propagarsi da P in () impiegher un tempo eguale ad ar; e al tempo t si calcoler colla il), prendendo ed il potenziale in ar. per h il valore che questa funzione ha in P al tempo t Porremo in tal caso
vari eoi

Supponiamo

CMP.t
(3,

*=)

ar) d:= CMt ar) dT


,

'

tralasciando,

quando non
1

z dicesi potenziale ritardato della

nascano confusioni, l'argomento P. massa distribuita in t, sul


tra
ili

punto 0, con velocit

a.

Notiamo subito
la h

il

divario sostanziale

(3).

In

relativa al punto

ed indipendente dal

punto poten-

208
ziato 0;
la

PARTE SECONDA
nella
''>

invece

la

h,

punto potenziato per mezzo del binomio

domanda: quale sar per analoga a quella di Poisson 1 Osserviamo ebe la 3j pu scriversi
i

dipende dal Sorge quindi potenziali ritardati l'equazione


oltre

che da
/

1'.

or.

CMt)

CHt

>

calcolando '.,9, / essendo tisso.il primo integrale, per la 2), ci d 4cTzh(t)', occnpiamoci dunque del secondo. Supponiamo h derivabile due volte rispetto al tempo e, pel momento, si indichi - a con y.. Se poniamo

f=

h(t-har) -

= a& (t-*-a0r),
1

O<0<C]
clic
il

avendo accennato con h la A /. chiaro grale in (4) sempre finito. Inoltre


x

secondo inte-

grad

-h = (akJt

ocr)

h(t -+- xr)


...

h(i

grad

>

= A grad

r,

avendo posto
5

A=
.1

-li,

t-\-o>.r)

ht

-+-

ar
z

//

f
,

r*

cio

xft,
!

-+- y.r)

y.>.

i0r

>

- = a*(l 8)A.(tH
h2

st0.r),

<-on

O<0 <0
1

hrct\
finito

e
in

poich
7.

4
le

sempre
:

finito,

derivate A Ubiamo ancora


cio
,./

di

/'

saia pure grad/ sempre sono sempre finite.

div

grad/

.4

div grad

grad

grad

-1

e dalla

(5)

grad

\%*hJt
/

.1

asr)

5;/*,/

y.r

y.h.'t
?

z
h

-Har)

/(;,/
^

//

grad

grad
r

PPLlCAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALE ECC.


i;
i

209

mmentaudo

<|iii

ini

che
1,

grad
risulta

<li\

grad

/.

facilmente

A,/=
cio
tJ

y.'hjt
*

xr)
:

r
nel

diventa infinito soltanto come


7

posto appartenente alla massa. Per l'integrale


al

volume

polo 0, sup,/ esteso ha un significato, cio convergente e quindi


1

li

,j> E

Jv=*f
in

h(t

+
r

y.r\

a*cp

at

a5

;.

,t

Concludiamo^ adunque, che occupalo da masse si ha

gni punto

dello spazio t

iti

-a 1
in ogni

'

'f

7ih
z

P,

mentre

punto esterno a

avremo

(?,

:.*?

a*-+ =

<)

>

i.

le

Le (6) e (7) sono, pei potenziali ritardati, rispettivamente, analoghe delle equazioni di Poisson (2) e di Laplace. Si usa abbreviare ponendo
r-,

D?=-A*9.-
Supponiamo ora che
la

?V
#r:p
:

funzione

di

e di

t)

soddisfi in

rutto lo spazio infinito alla equazione

essendo

/ una funzione nota


Lorenz: Mmoire sur
.

lei

punti dello spazio e di

/.

(*)

L.

la thorie de
fiir

gnes lasticit constante [Journal


pp. 329-351 (1860-61)

reine

V lasticit des corps homou. ang. Matnem.. B. LVIU.


14

Elementi di Calcolo vettoriale

210

PARTE SECONDA

Per

supporremo

noti

valori di

tp

e inoltre

ohe y sia
..

nulla all'infinito. Queste condizioni individuano la funzione Supponiamo che esistano (lue ili tali funzioni y e tp' e sia
la

loro differenza.

Avremo

in tulio lo spazio

OV=
per

F-

*--,-

r-v

u:

all'infinito. VdVjdt 0; e di pi i), t Moltiplichiamo per FI' equazione precedente ed integriamo allo spazio i racchiuso da una superficie sferica - tracciata con

raggio arbitrario r: avremo


2

VV'dz

V
t,

Vd-.

=
i
'c

0.

ponendo, come d'uso.

V =cYj

V"

Vjt 1 .
si

Ma

per uno dei lemmi di

Green

(Par. II. Cap. II, 2

ha

-(V^7j + |Y
onde sommando

Frf:-hf<grad
ha

F)*<fr

= 0;

colla precedente

si

fossero sempre nulle il teorema sarebbe dimoV e strato. Consideriamo quell'istante t diverso dall'istante

Se

cominciai- dal quale

cessano

di

essere nulle.

Allora

se

positiva: assume valori positivi, anche negase V decresce, cio assume valori negativi, anche V tiva. Dunque per fz>t1: Ve V hanno lo stesso segno lo stesso pu dirsi per V e V" e per il secondo membro dell'ultima equazione positivo. E sar quindi ancora positivo il primo

cresce, cio

membro

diviso per

la

superfcie -: cio

J dr

Ora poniamo

da
i

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTOIALK ECC.


<m1

211
r

osserviamo che
concentrica
di

nel

passaggio da
r
i

una sfera

<li

raggio

ad

unii

raggio

(tv

sar

'

<*\

se d-

la

proiezione

li

<l~

su j 1

dal

centro comune. Quindi

(in

dr
cio
all'
il

l'dV'd; J dr a

0:

cresce

con

indefinitamente. Ci impossibile
U
si

perch

infinito

considerano delle l'unzioni potenziali, cosi possiamo considerare ancora dei vettori cio potenziali dedotti con legge analoga alla
1
:

dunque V Osserviamo da ultimo che come


=0. Sar

sempre

1
i

=!>
in cui

n ed

/*

sono due vettori. Parimenti

potranno conside(3)
.

rarsi dei

vettori potenziali ritardati con legge analoga alla

e che soddisferanno ad una equazione del tutto analoga alla (6 Si possono infine considerare dei potenziali ritardati di
strato semplice e di doppio strato
(*).

2.

Lo equazioni
3
(

di
j.

dei corpi in riposo

Jlaxwell-Hertz dell'elettrodinamica Queste equazioni vengono dedotte

applicando anzitutto le leggi di Btot-Savakt e di Ohm. La prima esprime che il lavoro della l'orza magnetica (misurata nel sistema elettro-magnetico) originata da una corrente,

(*)
t.

J.

Bocssinksq:

Tho.rie

anahilique

<e

la

chaleur;

Paris,

1903,

II,
2

pp. 540 e seg.


)

C
3
(

pp. 244-255;
)

Volterra: Sul principio di Huygens [X. Cimento, s. llf. t. XXXII, pp. 59-65 ilfe!2) t. XXXIII. pp. 71-77
;

t.

XXXI.
di

(1893)].

In

tutto
si

questo
adottata

capitolo,

poi-

uniformarci

alle

notazioni

Maxwki.i-,

una convenzione diversa da quella sin qui seguita pel senso della terna fondamentale e che non pi quindi il

senso destrogiro,
dotto vettoriale.

ma

levogiro; e

Io

stesso

dicasi

pel

verso del

pro-

212
allorch

PARTE SECONDA
l'unita
positiva
<li

magnetismo percorre una curva


<h

chiusa, facendo un sol giro intorno alla corrente, .espresso


//

<

dP

l~

intensi t

ili

corrente

essendo

//

il

vettore

della
si

forza

magnetica;

La

misura

iella

ottiene riguardando questa come la risultante della corrente di conduttivit e <li quella <li spostamento.
intensivi della corrente

La prima,
trostatica

in

base alla legge

di

Ohm.

ha

per misura

elet-

!/./;

td-

essendo

una costante (l'inversa


iella

Iella

resistenza

specifica),

il

rettore
.s-

contorno

un diaframma che ha per ed n un vettore unita normale a n.


t'orza elettrica, a

La seconda, considerata da MAXWELL, ha per misura


1

Ex

essendo e la costante dielettrica del mezzo. Detta a la costante per cui bisogna moltiplicare queste dire intensit per esprimerle in misure elettro-magnetiche, avremo
(if

(8)

X dP=a
il

[-I/sX ndo
di

\z'

'

*'

^' dal.

Applicando

teorema

Stokes
in

al

primo membro
<

presente che nel caso dei corpi


r0

riposo 3
''
)
|

e tenendo immobile, si ha

h a\AxlE
li

' i

ndj

0;

e per L'arbitrariet

li

>t

si

deduce
e'):

(9)

rol

//

-<nU:/-;

che
elei
1

una priiim relazione tra


ica
/..

la

forza magnetica

//

la

forza

La seconda 'inazione
di

si

ottiene dalle leggi dell' induzione


elettromotrici
totale di

Faraday:

cine:

hi

i',,r:<i

min corrente

l'I.

ir A/. loNl

DEL CALCOLO VETTORIALE BCO.

213

di circuito chi usti) s, ; proporzionale alla variazione del /lusso eli forza magnetica per unit di tempo, attraverso un diaframma ? avente per contorno il circuito s.

Inolile: un osservatore, situato al


del
il

modo

solito

nello direzione
in

asso, vede In direzione della


di
:

forza elettromotrice agire


un orologio

senso

inverso a quello delle /micetti

legge

ili

CiENZ).

Quindi potremo
C
K

seri

vere

<

Il

li

essendo ;i cordo coi

il

coefficiente

li

porrneabilit magnetica. Si

fatti

sperimentali prendendo
si

ha aca; allora collo stesso

metodo
ili

li

prima

deduce
rot
/;

z
1

che
cio

l;i

si

condii

relazione fra
si

forza elettrica e magnetica.

di un corpo non conduttore, consideriamo una superficie chiusa s, moltiplicando scalarmente la !' per n e tenendo presente la ti <i-l

Se
/.

supponiamo
0,

tratti

<';i|).

II.

risulta, integrando,

|s/-;x ndi
e cosi

= eost.

dalla

j, X nd? =z cost.
quindi ancora

~r
e

\eEXndj~-r

Idiv eEd

^e

= cost.:
rappre-

dicesi quantit di elettricit racchiusa da r: 7- div eJE


la

senta quindi
e

quantit di elettricit

per dicesi densit elettrica nell'intorno di dz:

contenuta nel volume <?:; si pone anche

(12)

iveE=p;.
Le stesse cose possono ripetersi per
la

quantit e

la

densit

del

magnetismo.

Supponendo

tutte

le

funzioni

precedenti indipendenti dal

21

PARTE SECONDA
elettrostatici), dalla
11

tempo (fenomeni

deduciamo

rot
e

E=

()

quindi

E=z grad

V:
ilL'

al Ioni

l'aito

e=

(carso

del vuoto,!, la
li

ci

ossia

v grad

V= 4rp.

F
''>.

il

potenziale elettrostatico.

Vettore radiante
si

teorema

di

Poynting.

4nrt

Dalle

9)

1 1

ricava agevolmente
t

ExrotHHxrotE
11

iti-:

1
i

\ih*\
t

/.-

.,

- di v {E
vettore

Il

8
dicsi
rettore radiante.
la

\ Il

[ntegrd.il do

rei-azione

precedente, moltiplicata internar,

ad uno spazio qualunque teorema della divergenza, otterremo:

mente per n

ed

applicando

il

C
\

nd?

-----

f
I

r/

HiUST 1
%>

d~.

-t

l~a I \JE

i'

.,
dx.

calorifica

ultimo integrale del secondo membro esprime l'energia del sistema o calore di Joule: il primo, diviso per tra, esprime la souim a dell'energia elettrica e magnetica
1/
in
z:

dei conduttori chiusi


in

onde

la

quantit di energia che

elitra

uno spazio chiuso nella unit di tempo, eguale al attore radiante attraverso la superficie diriso per \:<i. Se poi ammettiamo che tale legge valga ancora

flusso del

al

limite

una superficie elementare di. si pu dire che: l'energia elettromagnetica si muore in una direzione normale a quella della forza elettrica e magnetica, in modo che nella unit di tempo, attraper
verso l'unit di superficie, entra una quantit di energia proporzionale al flusso del rettore radiante.

APPLICAZIONI DEL calcolo VETTORIALE ECC.

215

i. Integrali dello equazioni li Maxwell-Hertz. - Immaindefinito, sede d giniamo ari mezzo isotropo omogeneo fenomeni elettrodinamici. Poniairio

//-:;

diremo
zioni

j nitore della corrente di conduzione.


e
li

Scriveremo

le

equa-

(9)

sotto

la

l'ormu seguente

(13)
I
f

rot

il
r
.

<t<i

-.

Sia

/*

la

densit elettrica

in

un punto qualunque P

lei

campo

r:

cio

= 4~

-r- li

e/:.

Se a una
dalla pi

ima delle

qualunque superficie chiusa tracciata (13), col solito modo, si deduce


I

in

r,

eJS

ud

+- 4,- \j

ndlj -= 0,

cio, pel

teorema della divergenza,

- (dive Edz
e

-+

4n

di vj

d:

tenendo presente

il

valore

di

li

l'arbitrariet di

-,

si

ha

14)

7-f- div.y
et

-=

che dicesi equazione di continuit (cfr. Far. Il, Gap. IV). Diciamo ora -^ il potenziale elettrostatico ritardato con velocit
i==-\
''
il

rettore

potenziale relativo

ad

j.

ritardato

a \ eu
(

pure colla stessa velocit; cio poniamo

lo,

7jiP,

a \ |u

.r=a]

p-tP,t-flVsur)

A d.

216

PAKTE SECONDI
della

Tra questi due potenziali, in virt relazione che ora cogliamo trovare.

11. sussiste

una
/'.

Teniamo sempre presente che r


variabile in tutto lo spazio, ed
il

la

distanza tra
fisso

il

punto

punto
a*

polo).

Avremo

divJ

aijxgT&d-dx
;

\-

VeJtji'Xgradr
t.

avendo accennato con

la

derivata di j rispetto alla

Ma
ldi\

sua volta

</:

{>\\v.}

(I-

I ;

grad -dx

=y

"

,l

~-.

"

se

supponiamo nulle

le

correnti all'infinito: quindi


dz
I

(div

..,

=a\)

div j

a \

c;i.y"

X grad

div

;
7

volendo indicare con


ed all'istante
t

uliv.y'i

che la

div.y relativa

al

punto

/'

a
d

\e\ir. D'altra parte la

vale in qualunque moltiplicata per

istante; considerata nell'istante

t u\

i\\.r.

ed integrata
f

ci

..

dz
v

i'<l<

P.

a\
a

zar dz

J'"

".

-J

-.;
'

La relazione richiesta dunque, togliendo l'indice o

(16>

a -
vi

-+-

diV 7"= 0.

Ci premesso vediamo ohe


alle
1

si

pu soddisfare identicamente

13j

ponendo
(

E=
II

grada
/.

'
aii
'

(17,
(

'

rol

In

un paragrafo
queste
criticano
le

seguente
equazioni;
L3
.

mostreremo
per
ora

il

metodo diretto
a

per dedurre

limitiamoci

vedere

Che

t'8Se

APPLICAZIONI DEL
Dalla

LLCOLO VETTORIALE KCC.


ha
rol
j

i\i

prima, intani,

si

rol

ajx

'

:<
gj

clic

appunto

la

seconda delle
I

!">.

Poscia
'""''

ai
,

a
/

gran

,'r,
:

/
.

"-".:
i

,.,
i

in

virt dell'equazione
si

cui

soddisfano

potenziali

ritar-

dati,

h;i

pure

il

ni
t

a
i

grad
'

) i

*-.?

'

ma

dalla seconda delle


rot //

17

si

ha

rot rol

grad div

>t

quindi

m
Le

vE
ro( //

grad la rs
I
,

div J|

l~.nj

L3j. L6 d la prima delle costituiscono propriamente un sistema di integrali funzionali delle (13), poich la ricerca del vettore potenziale dipende da quella (lei vettore della corrente che in generale

e questa in virt della


(17)

incognito. In casi speciali e per

possibile

la

determinazione
:

del potenziale elettrostatico e del vettore potenziale ritardato

per esemplo dotate


di

nel
di

caso della

convezione elettrica per cariche

moto

traslazione: ecc.

del

5. Le equazioni di Lorentz. -- Le equazioni fondamentali campo magnetico nella teoria elettronica di Lorentz sono:

rot

//

-+-

v div/-;l

(18

rot^=a rii
-.-_

div div

E=p
H~0.

218

PARTE

SI.

(ONDA

Hektz
di

Le prime due sono analogbe alle equazioni di Maxwkllma la prima dice eh* la corrente totale la risultante quella di spostamento e di quella di convezione Kowland
;

In altre
elettroni.

parole

le

correnti

di

condazione sono sostituite da


aderenti
agli

queste altre correnti dovute a cariche costanti

La quarta esprime che non

mente
in

v la velocit degli elettroni

ha magnetismo ; finalrispetto all'etere supposto


vi

riposo.

Definiamo

il

vettore j della corrente cotale

1!)

tre.;

E =
'

-f-

aivE

E
izpv.
<

-T-- +t

et

Calcolando

la

div e notando che


liv v

perch l'elettrone

si

muove come un sistema


h

rigido,

si

hsi

ihxj=z
(Par.
(20

''

X
p

''

a(1 ?

'

iit

II.

Oap. IV), essendo

invariabile col

tempo: dunque

<liv.;

<>.

Definiamo ancor qui

il

vettore potenziale, cio


:>dr

(21)

,T=a

allora con

grato precedente
(22)

un ragionamento analogo si prova che


div./
0.

:i

quello

fatto

nel

para-

Delle ('(inazioni stabilite


funzionali.
Infatti se

si

possono trovare (lue

integrali

poniamo

(2%

E =//

a "j
/

*"**

rot

APPLICAZIONI DEL CALCOLO VETTORIALI; EOO.

219

abbiamo successivamente
rot

/:

POtJ -a-^j

(Il - {

cio la seconda delle (18)


rot //

poi

rotrot J"=grad divJ

i~".y\

che

la

Si

prima delle (18). vede subito inoltro che


Infatti
(1
i

-.p

l'ordinario

potenziale elet-

trostatico.

E= ino == div grad

:p

==

Notiamo dualmente che insieme al sistema (18) dobbiamo anche considerare la solita equazione di continuit (dedotta dalla condizione divj--Oi cio

24)

+ div(w

=0.

supponendo conosciuti ponendo inoltre il mezzo


zioni nulle all' infinito.

Possiamo ora trovare dei veri integrali di queste equazioni, e v in ogni punto dello spazio e supin riposo per i=rl) e tutte le fun(18)

La quarta del sistema

suggerisce
U,

di

porre

Il

= rot

essendo

un vettore incognito. La seconda diventa

:roi(jB-*-'a^)=0
e quindi

E
Sostituendo
i

-+-

= grad y
H
et

valori di

25,

nella prima delle (18) risulta:

rot

rotT7=

9' U * t^ a grad -9*

-+-

l^a^r
'

rtr

grad di v r ~^ ,'U
z

cio

grad
\

div

r+d^y =
et

2'^

* -75-

rr

-+- zJta-jV.

L'L'O

PABTE SECONDA

Decomponiamo

ora

in

due vettori
tr-f-

poniamo cio

tj
e

assoggettiamo

il

primo
,'17'-,

soddisfare l'equazione
,"

a!

3-

f =

4rca?v.

Possiamo quindi assumere, per ci che vedemmo

al

1.

V = j
in cui [pv)
t

;!'

fc,

calcolato
f
T
'

nel

punto generico

/'

per

l'istante
relativo

ar;

quindi

il vettore

potenziale ritardato,

ma

alla sola corrente di convezione.

La U" dovr

in

conseguenza soddisfare

alla

equazione

grad div U'


*

-+-

div

U"

-+-

-)
rt J

'

.'17'

-a2

..
'

t-

ma

gi

notammo che
v div
-17'

rrf

f = l J

,1V ''''
7 <fc=

j a f '" r
r

'U

ri:

per

la

(24).

9e dunque poniamo

sar

cp'

il

potenziale scalarci elettrostatico ritardato

e la

r" sod-

disfer alla

grad div r"

,T" -

a*

che ha

la

stessa

forma

dell'equazione del
t

moto
(

di

mi corpo

elastico isotropo.
si

Siccome per

0.

e
i

sono nulli, cosi


:0.

comprende

clic

dovr essere sempre


cosi. Si

('"

Tossiamo del resto vederlo


div

ponga

APPLICAZIONI DEL OA.LOOLO


<

E!

T'P K A
I

LE EOO.
si

22]

prendiamo

hi

divergenza della equazione precedente;

avr

Al
,?
.

.,11

ti-

ov
<>

"
.,

cio
I

~ l

:0j sar

1
1

] <

sempre

.
1

<

u n<

cio

'

0.

Dunque

gl'integrali cercati del sistema (18) sono

3'
a
;

grad

di

-f

H=to
coi quali
e 9'
si
i

U',
la

soddisfa ancora
valori ed
i

terza delle stesse

(18j,

dove

hanno

significati

precedentemente
infarti

chiariti.

La soluzione
valori di
//,

poi

unica.

Se

ce

ne
/*

fossero

due,

detta e la differenza dei due valori di E, ed

quella dei due

avremmo,

oltre alle solite condizioni iniziali,

rote=

<

//
-

,,

roth rot /*
/*

de = a =
0.

di

div

div

Da queste
r< rot rot
/*

risulta

= graa di v

\,

/*

de = a rot = or r~h
rf
rt~
,

e quindi

con h

h = =
,

0'

per

0;
e,

inoltre

/*

nulla all'infinito e

per

sar sempre

/*

(cfr. 1).

Lo

stesso dicasi per

APPENDICE ALLA PARTE SECONDA

Quaternioni

di

Hamilton.

Secondo una opinione molto diffusa, il calcolo dei quaternioni dovrebbe costituire nn coltolo geometrico completo. Certamente nessuno pu avere pi grande ammirazione li quella che noi abbiamo per l'opera geniale di Hamilton <'). Pure non possiamo dividere l'opinione, piasi generale, sopra citata. Ma non basta
la nostra idea giusta, bisogna quaternioni costituiscono un calcolo geopunto metrico, da qual imnto comincia la loro impotenza. In questa Appendice noi deduciamo dai rettori e dalle operazioni X. Ai P er essi, tutto ci che fondamentale per la teoria gene-

doti divderla;

bisogna provare che


i

provare

fino a qual

rale dei quaternioni

s
(

).

Risulta dalla

nostra

trattazione,

come anche
i

dalla

definizione di

quaternioni sono degli operatori vettoriali in un campo a dite dimensioni. e che, per un medesimo campo, coincidono con gli operatori complessi dedotti da i e che

Hamilton

[cfr. n. 4 di

questa Appendice], che

noi abbiamo esaminati nel Cap. IV della Parte prima di questo libro.

quaternioni non si introducono nuovi elementi, Dunque: introducendo come si fatto [cfr. Appendice alla Parte prima] introducendo le F e il prodotto alternato: non si esce affatto dal campo stabilito col sistema quaternioni, possono minimo. X le operazioni somma, prodotto, per operatore quafarci uscire da tale campo perch, anzi, esse riducono ternione dal campo vettoriale a due dimensioni a quello n<\ una sola
i i

1*

l
[

Si intende per l'opera originale di

zazioni o raffazonamenti dei suoi seguaci che

Hamilton e non per le volgarizhanno svisata, anzi deturpata,

l'opera di Hamilton.
{-)

Sempre
sistema

inteso, quelli originali di

Hamilton. Ci prova, en juissant,

che

il

minimo sviluppato

nella Parte

prima

di questo libro,

non

impotente.

224

APPENDICE

A LI. A

PARTE SECONDA

sibile ottenere,

dimensione. Resta cos ben stabilito die: con i quaternioni non < possotto formo assoluti/, le rette, i piani, sistemi di
i

forse,

le

coppie.

Anche
assoluta,

dai

collegano,
bilit

omografie littoria/! non possono risultare, sotto furimi quaternioni e dalle operazioni somma, prodotto, che li perch qnesto collegamento ridnee il campo di applicale

ad una sola dimensione.

Inoltre:

quaternioni
lineari
a

~<>n<>

per ogni

giacitnra,

sioni, le omografie vettoriali che ~i presentano nelle questioni geometrico-fRico-meccaniche, sono operatori lineari, in tutto l<> spazio,

non mentre

in

tutto

1<>

spazio) operatori

quattro dimen-

n sri e nove dimensioni,


varia

anche

se

delle omografie rispetto

ad

non vogliamo tener conto delle <1un punti, ebe sono operatori lineari
1

ventisette

dimensioni.

^assoluta impotenza dei quaternioni per ilare un calcolo geometrico assoluto generale. Da i!o\e proviene, dunque, 1" opinione, cos diffusa, ehe abbiamo itata in principio? I segnaci <li Hamilton, dopo aver soppressi irli
Resta cos provata
operatori geometrici
ternioni
retti,
I.
:

ed aver quindi

identificati rettori

>

qua-

hanno ottenuti ilei tachigrafi, un .istinto ili notazioni abbreviate, per le cowdinate cartesiane. Operando, come si fa generalmente, per mezzo delle coordinate cartee'ne

sono

eiti

ben

(fistili fi,

siane,

predetti tachigrafi, die sono poi dei quaternioni


di

di

>

7,

per-

mettono
he

scrivere

il

resultato tinaie sotto


di

t'orma abbreviata e colai


di

opera ha V illusione
illusione
le

aver

fatto

uso

un

calcolo

geometrico;
e
i

/nini

perch pseudo-quaternioni dei


ion di

coordinate non
di

possono essere eliminate


dei
i

seguaci

Hamilton rimangono

semplici
quater-

tachigrafi al servizio delle coordinale. In altri

termini, tanto
di

Hamilton, quanto

pseudo-quaternioni dei seguaci

H Milton,
v

possono dare un calcolo geometrico tacili f/r a fica }>er le coordinate, ma non un calcolo geometrico assoluto: e questi due calcoli sono di sp< eie e di poitata ben diversa !>>i quaternioni (sempre inteso di Hamilton < non di altri una parie limane necessaria: quella che noi abbiamo sviluppata nel Cap. IV
!

delia

Parte prima di questo libro. Tutto


il

il

resto, vale a dire


j>ro<lotto.

quateret*'*.,

nioni in generale e
i

collegamento, mediante somma,

fra

quaternioni relativi a giaciture diverse, finii essere eliminato, anzi. diremo, deve essere eliminato, perch, a parte la complicazione del -

algoritmo completamente diverso da quello algebrico, non da niente


di

pi di quello elie
<

danno

il

istruiti

minimo

(necessarie

Hamilton
solo
vi

non deducibili dai perde nulla del suo

quaternioni).

le omografie vettoriali L'opera ammirabile li

trasforma,

immenso valore scientifico storico: come avviene per tutti prodotti del geuio amano;
i i

ma e meglio trasformarla, o sostituirla, piuttosto che ridurla ad un complesso di enti non precisati e impotenti come hanno fatto segnaci
di
II

\MII T"\.

AI'l'KNDH'i;
Operatori vettoriali
il

M.I.V
loro
in

PARTJO
li

Sl.i'<i\I>A

225

campi

applicazione.

Al solo scopo

di

libbre vi are

linguaggio,

tntio ci In- segue,

chiameremo opera(a

tore vettoriale ogni

Bimbolo

(di
<>

Funzione)

idi e

applicato

sinistra)

ad un vettore u. qualunque

appartenente mi ima data classe, pro< duce un rettore, mi. Ad es.; sono operatori vettoriali peri vettori paralleli .ni un piano (cio per vettori .* normali ad un vettore unitario u tale che ix u x); se n un vettore, n n n /\ sono operatori vettoriali per tutti vettori, nel senso stabilito, mentre
t,
'
i

operatore vettoriale

simbolo WX, che pu operare su di un vettore qualunque .*. non nel senso stabilito perch produce un numero in luogo di un vettore, il numero u "< .*. Definito un operatore vettoriale x per vettori di un determinato campo, questo il campo d'applicabilit di x; si intende dipendenteil
i

mente dalla particolare definizione


bilit di
,

di

oc

Ad
/

es.:

il

campo

di

applica-

e"

formato dai
si
i

soli

vettori
i;

normali

al

vettore unitario u

per mezzo del (piale


di

definito

-+-,

/\

hanno per campo

applicabilit tutti

vettori.

2.

Definizione dei quaternioni mediante


rettori.

simboli

per

XA

di

Direiio che x

un quaternione quando
11

esiste,

operazione almeno.

un numero guono: a
l

rea/e s e un
a

rettore

soddisfacenti alle
il
'_'
: '

condizioni che sedi applicazione


sia
il

un operatore vettoriale t'ormato dai so/i rettori normali ad n normale ad 11 si ha sempre


O.X

cui

campo

qualunque

rettore

(1)

SX

Il

X.

Teorema
reale
s

Beco due teoremi fondamentali T. Essendo dato un quaternione


:

*. esiste

un solo numero
rettore

ed un solo vettore u tali ehe


il.

la

(1)

vale per qualsiasi

normale ad
Dalla coppia v.
//.

definizione

di

Siano
Si

s,

campo

di applicabilit di
il'.

quaternione risulta che esist almeno una u' due di tali coppie. Per definizione, il s', x deve esser t'orinato dai vettori ./' normali

ad u ed

avr
si'
-f- ?!

= s'X

-+- ll'/\

quindi
(s

s')x = ('

il)

/\

X.
I

che

Moltiplicando scalai utente QK) e vettorialmente ti. u'. li' sono normali ad X si ha il

/\

pei"

Xe

ricordando

(s

s')x- =
s'

=
d.

in' u)

*"
I

>'

'''"

('

e
si

poich esiste almeno un vettore x. non nullo, normale ad

u ed

?',

avr

u',

e.

d.
^

Elementi di Calcolo vettoriale

226

APPENDICE
Tkokk.ma
II.

ALI. A

PARTE SECONDA

Sia x un quaternione dato <e supponiamo che essendo appartenente al campo di applicabilit ili x, si tia potuto determinare un numero reale s C nn rettori- u tati che

dato uh rettore

.r

xjc

= sx

-+-

/\ j-

In tali ipotesi,

ed

>t

saio
oc,

gli elementi che,


ili

secondo
rate per
II.

il

viduano
COS

il

quaternione

rate a iUre la
il
I.

qli

teorema I. indielementi .1. h

trovati

qualunque
per
quali

8a

rettore
x

x normale ad
la

In vini] del teorema

determinato

un numero

s"

da

un

vettore n

ha
y.x

= s'x
si

-+- ii'/\

x
'

in

conseguenza
(.v

s')sc

= (tt' ie)A
ha ==' e

operando

collie nel

teorema

il

li',

e.

il.

<i

3.
<

Simboli

S,

V, K,
di

1: quaternioni retti.

Adottando
x

le

notazioni

le

denominazioni
Ss.

Hamilton, ed essendo
,
-/.

un quaternione, porremo

sealare di x

Ka=

coniugato
e

li

Tx = Vz =

vettore d x

tensore

li

x .

Sa il numero g abbiamo dimostrata


la (1)
(2)

Va

il

vettore
e

n dei

juali.

nel

teorema

I.

l'esistenza

L'univocit.

Con queste

nota/ioni

prende

la

t'orina

assiduta

xx

= (Sx)#

-+-

(Va)

Ax

essendo peraltro bene inteso che: la (2) cale per ./ normale a \ soltanto per tali rettori. x, ma ha per vet\\y. il quaternione die ha lo stesso si-alare di tore il vettore di x cambiato li segno stesso modulo e direzione, ma verso contrario). Vale a dire Ka il quaternione che, in hase alle
precedenti nota/ioni e
al

teorema

I.

definito la

Ka)==Sa,

V(Ka)

i'i

Si

noti

ohe s-J-t*A
i

IU1

"'
si

ttoriale

il

cui

campo

d'appli-

cabilit formato da tutti

vettori e

ha
'

(* -+-

u A) 35

= sX
''

"
.<=

ma

il

teorema

li

non

vero per

l'i

perati re

ir

mentre

vero per

quaternioni.

Ne segue

che s-l-ttA non


<li

un quaternione; diverrebbe
ai

limitando

il

suo campo

applicabilit

vettori normali

ai

ti

non pu

farsi.

APPENDICE ALLA PARTE SECONDA


<>

ancoro die, por

'

vettore normale

Va", l

sempre
.'.

iK )x

(Sa)yc

(Va)

'-

resta

ilefnito dalla

condizione
t-

Ta=
ru
per

V(Sa) 2

-+-

(V
un

quaternione

il il

cui vettore

nullo opera rumi


coni'-

numero
dalla
(2)

reale,

precisamente

come

suo scalare,
cui seniore
s-/.

risalta

subito

che,

Va 0, d xx Un quaternione
Se uri
hi

=(Sa)aP.
il

nullo

si

chiamer quaternione retto.

(2)

si

pone

-ti.

vi

ha V
.'

-/./

da
di

cui non

pu dedursi, contrariamente
il

:i

quanto affermano

Regunc

IIamii. i'un, che

quaternione retto
che
p
eli-

-/.

coincida col suo rettore; vale

a dire

assolutamente falso
infine,
se
x,

Osserviamo,
a
x

retti ninno vettori^). i quaternioni sono quaternioni, allora

=
=

solamente quando

Sx Sz
il

=
=

.*v

Va V? Va = 0.

cio

Ta

0,

convenendo
per

di indicare

con
si

quaternione nullo, cio quello tale che,

x
4.

vettore arbitrario,

ha sempre

xx

0.

Detini/ione

di

Hamilton
<t =t-

identit

di
I)

questa definizione

con la
nel

precedente.
di

Hamilton
a.

definisce (Libro
0)

un quaternione a per mezzo


applicabilit,
di applicabilit

due vettori

b (con
I'

del

suo
il

modo seguente:
formato dai il punto 0,
il

operatore vettoriale,

campo di cui campo


b. e

vettori

>

coni

planari con

a
a.

tale che.
e

qualunque sia

triangolo di vertici O,

0-f-C,

O-i-aas
la

direttamente
2

simile
sono
il
i

al triangolo di eertici 0,
i

O
<

-\

O-i-b.
definizione del n.
altri enti,

Per dimostrare che


quaternioni
x
ili

quaternioni ottenuti co

Hamilton,

non

baster pr vare che:


.
'?.

quaternione

definito,

secondo la definizione del

dalle

condizioni
,,, o
i i

x S

= <b a
:

A'' v Va = s
<t~

possiede

le

propriet caratteristiche date dalla definisione di Hamilton".

1 i

Per Sx

0,

dalla

ase

= (Va)

non

pu neanche dedursi che a


vettori
i

sia iderjtiico all'operatore vettoriale (Va)

perch x opera sui

nor-

mali

Vx

soltanto

su

questi,

mentre (Va)

pera su

tutti

vettori.

L'errore dei seguaci di Hamilton dunque molto grave:


tale errore

ma vedremo

che

non

stato

assolutamente commesso da Hamilton.

228
Il
< ; i

APPENDICE ALLA PAUTB SECONDA


ni
} >

<>

ili

nppliciibtlit del quaternione x definito dulie (3

for-

mato dai vettori normali ad u/\b [cfr. it. 2] vale a lire dai vettori complanari con a < b) questa appunto la prima condizione enunciata da
11

whi.tox.
vettore normale ad a/\f>. cio complanare con
(3)

Se

a
lin

/>.

al-

lora dalle

(2),

da note propriet dei simboli


.,

si

i'aX.b\ 2
\

/a/\b\ 2
\

a-b-

a1

aui-

/mod h mod <t

in

conseguenza
itimi
[-/./)

unni h

iimil

mod

*7

quindi

X&
2

COS

(B

''

& a = mod"a < = = mod A mod 6 mod x mod(ac)


./
.

.r-

xx

""

'" s '"

') i

.,

mod a
questi'
< I

'

ut'

eguaglianze piovano die


simile
al

il

triangolo
<li

ili

vertici

(>.
t

f-

x,
/;.

O-i-ax

< direttamente
la

triangolo
di

vertici

0,

".

che appunto

seconda condizione

Hamilton

(')

,"i.

Somma

e prodotto dei quaternioni.

Siano
la

/..

Chiameremo
quel quaternione
(a)

somma

di

con

indi

qn iternioni. p :heremo con


<

<

tale che

yx
sia
il

x.r -+- pac

qualunque

vettore

ac

normale
di a per
il

a
(3

Va
,

e
e,

V;.
lo

Chiameremo prodotto remo con ;'. e non con

con Hamilton,
7

indiche-

-/,-,.

quaternione

tale che

(M
in

Hamilton indica
i

il

quaternione x
<t.

(3)

non

la
il

notazione
quaternione.
-

che
In
:

evidenza

due vettori
.

b che individuano

ta-

zione, simbolica,
in

simile a quella algebrica, stata

ndo

virt delle

(3),
/> < />

a>
y.n

a*
si

u*

= a\t> a-

a
il -i

a
;

l>

b
u

<i

(>

ha,

cume

in

Algebra,

APPENDICE
qualunque sia il male a Vp () Facendo uso

PARTE SECONDA
x
'2,

229

vettore

tale

Hi'

normale

Va

<

xx

del

teorema
:

II

del

n.

si

dimostra, come faremo, ed


;>

in

portante
8e x,
p

il

farlo, che

sono quaternioni,

allora

i-P,

e
,-

sono

pure quaternioni
restano indi

univocamente detei'minati, funzioni di ritintiti titilli eguaglianze seguenti:


,4)

soltanto, che

S(a hp)
j

Sx

SP,

Vivt-,;i
iVp)

= Vx
A

t-

S(P*

Sp- Sx

V(?a)

= Sp

Vx -+- Sa Vp -H (VP)

(V).

sia
ha.
in

,r

un vettore (ed esiate certamente) normale a Va


(2) e della

VP;

-i

virt della
(a
;/).i-

definizione di x-f-P,

xx

.:.i-

Sx

-f-

P)C -H

(Va

-+-

VP)

A ''

ma

esiste"
li

un quaternione che
(4).

lia

per scalare e vettore secondi

membri
II

delle

e i|iiin(li

l'eguaglianza

ora

ottenuta

il

teorema

dimoa

strano
Sia
|

le

x un

vettore normale a

Va
si

essendo, inoltre, xx normale


la

VP

vettore del quale

abbiamo dimostrata
ha

esistenza

nella

nota piece-

dente]. Allora sotto tali ipotesi

(Vp)
e

(Va)

A a !=aeXVP-Va

quindi

ptx.r>=P;Sa..r-t-(Va)

'"
!

= Sp-Sa.x-*-Sp.(Va) A se-*- Sa- (Vp) A * +-(Vp) A KV) x\ = Sp Sx - (VP) X (Va) x SP Va Sx -Vp (Vp) A (Va) /\x
\

-4-

-t-

-+-

ma

esiste
(5)

un quaternione

delle
e dal

e quindi, dalla

elie ha per scalare e rettore i secondi membri eguaglianza ora ottenuta, dalla definizione di }y.
(5).

teorema

II risultano le

(')

Esiste
si

un vettore
pone
ocx

se,

almeno, che soddisfa a queste due condizioni.

Intatti sp

.?./

-f-

u A 2C

v=vp
;*'

si

deve avere
i

sx

+uA)Xi' =
x
sia

**'

X n A ^ X = (* A X =
.r
te
*>)

a?

basta
sia

dunque che

normaTe ad

ie= Vx

.?y

il

/\v.

vale

dire

parallelo al vettore
ii

A (v u /\v) = s u /\v u X w
'

-i-

""

v.

230

APPENDICE
Qua mo
il

.LLA

PARTE SECONDA
r

vettore r soddisfa alle ipotesi fatte pt


(a -t-

b)

allora

si

ha

(6)

P)*

aac -+- Poe ,

(P)a5

:-/.#)..

primi membri delh 6 Convieni- notare subito esplicitamente che: hanno su/ni finito per rettori x di un campo ^" </'"- dimensioni) ptit vasto del campo (ad una dimensione) nel quale deve rovini r affinch abbiano in prima delle \ r 6), secondi membri delle (6). Ad <> significato Va Vp, r .# del pri ino membro pu essere un vettore normale mentre l' x del secondo membro ^>*> essere normale tauro a Vrt quanto a VP, cio parallelo n (Va) (VP) (*). Risulta dall<- 4-. che la somma di due quaternioni commutativa,
/
>
.

:i

'

provano che il prodotto di due quaternioni non , in generale, le commutativo (cos, in generale, xp4=Px); ma ! " propriet commutativa del prodotto sussiste quando uno* almeno, dei due quaternioni ha vettore nullo, rioi' opera comi' un numero. Sussistono dunque per quaternioni le ordinarie propriet dell'algoritmo algebrico, salvo la commutativa per il prodotto.

i.*)i
i
i

i'i

pei"

chiavo
i

ohe se
i,

x,

sono quaternioni
il

eui

vettori sono paralleli


di

(come
r

complessi

x-\-iy, ^')
x e di
?

campo
(6)

di

applicabilit

xH
in

di

?x coincide con quello di

e le

valgono

per

.*

variabile

un campo

due dimensioni.

Per comprendere l'apparente anomalia che abbiamo ora dedotta dai omografia vettoriali presente che un quaternione Se un campo a due dimensioni, ma non in un campo tre dime*: loro campi di appli-, vettori paralleli, cio quaternioni p non hanno
bisogna tener
i

-/.,

cabilit sono in giaciture distinte, chiaro che

y.

levono avere un

campo

di

applicabilit pi

ristretto e precisamente

un

campo ad una
le

di-

mensione.
opinioni che

per mezzo di questa semplice osservazione che si spiegano matematici hanno riguardo ai quaternioni. La i
-

disparate
Na-

zione permeiti'

ili

'vedere anche che se


ed

si

conserva
l'unico

ai

quaternioni

il

carattere

banditi. ninno primitivo (originale;

logicamente ammissibile!.
sotto

questi non possono dare che indirettamente, e


l'aia.
1"

quindi

forma

compii-

omografie vettoriali nel campo a tre dimensioni, omografi precisamente quelle che si presentano spontaneamente nelle applica
metvico-fis
'0
i

caniche.

I'i

precisamente una omografi


si

'.

introdi

dotta secondo
vettori

metodi

di

Hamilton
ir e
si

presenta

come una funzione


fisso,

tre

variabili
i,
,/',

u
A',

r.

di

un
d

sistema

unitario

ortogonale

destrogiro
[cfr.
l' i

quindi

perde

carattere
u.
1].

assoluto
Viei

delle omografie
>os

Enseignement
dei

Mathmatique,
:

XII,

rmata

ipotema

quaternioni

APPENDICE
Se
-<,
,i,

1.1.

PARTE SECONDA
facilmente dal In
(4),

231
(5

Yi

Bono quaternioni risulto

che

h(P

f-

v>

;i

v,

y(P*)

(YP)*i

e quindi, definita

coin
si

in
le

Algebra,

In

somma

il

prodotto
la

li

tre o

pi qnnternioni,
per
il

banno

propriet ordinarie, salvo

commutativa
tutti

prodotto.
si

Se

opera
si

con

quaternioni
gli

coassiali,

cio

aventi

vettori

paralleli,
siste tutto

ritrovano

operatori

vettoriali

complessi e per issi susper tre o pi vettori


ci

l'algoritmo algebrico.
alle
in

Giova notare che relazioni analogbe


non sussistono,
generale, che
<lei

per

sc

= 0;

(6)

conferma

la

pi

volte notala impotenza

quaternioni

l'i.

ti.

Potenze
x3
,

Si

possono definire, come


%.
si

in

Algebra,

le

potenze

>.",

ix

2
,

....

di
il

un quaternione
prodotto

Siccome

associativo

ha

poich non

commuta/ira

si

ha, in generale,

Se

il

quaternione x non nullo

si

porr
tale che

x~
e si

quel quaternione

y/.

dimostra facilmente die


-i

Ky

(')

Se %

un quaternione non nullo

il

simbolo,

di

Hamilton,

Ux

=
la

versore di x

pu sempre esser posto sotto

forma
-+i

Ux
ove
i

= cos 9
gli

sei!

un quaternione
i

retto (a scalare nullo)

il

cui tensore vale

1.

Per

costante

si

ritrovano

operatori vettoriali complessi.

232
7.

APPENDICE
Operatori
il
I.

\!.l.\

PARTE SECONDA
nn
quaternione
retto,

Sia

cio

un qua-

ternione

cui Realare nullo. Noi ,

porremo, con Ea.mii.ton,


(*).

= Va
da

Se

a.
t'

sono quaternioni
I

retti

[a=

I;

quindi

operatore

invertibile.

Sodo

altra

segue a viceversa; p forma: essendo n nn vet.

tore noi possiamo porr*


1
I

te

= qnel

quaternioni- retto

il

cui vettore

il

Ne

risulta die se a un quaternione retto del quale


X

vettore,

lejlue eguaglianze

1I.

'X

= l

1l

esprimono, sotto forma diversa, la stessa cosa. Giova'osservare ehe'se x, p sono quaternioni e ? un miniera reale, si ha
[(se -+- P)

retti, ti.

v Bono rettori

I(tox)

= leu= m(Ia)

IP,

I *(
I

-+-

v)

==

Mi?t)

= m(I
y.

I *tt -+- 1
*?*).

teoremi seguenti sono fondamentali.


I.

Teorema
(8)

Qualunque
x

sia

il

quaternione

si

ha identicam

= Sa
Sx
I(a

-+-

I-HV).
il

Infatti.

Il

quaternione
I,

y.

retto e

suo vettore Va; quindi.

per

la

definizione di

Sa)=Va,
,

da

cui, per la

definizione di
a

Sa = I-^Va),

= Sa
i* -+-

^4-

I-^Va),

e.

d. d.

Teorema
(9)

li.

Se n. v sono rettori

si

ha
l

(I 4>)(I *i) ==

vX
dei

(v

a.
il

vale a dire,

vXw,
e

/\

it

sano, rispetti vamente, lo scalare e

veti

del quaternione che


.rettore,

prodotto

due quaternioni

retti

che

hanno per

rispettivi unenti',

r.

i'i

Non
e

si

pu dedurre da questa posizione


retti,

=V
-

perch

.'[era

sol-

tanto su quaternioni
a dire
I

mentre V opera su quaternioni qualunque, vale


'li

hanno campi
I

applicabilit diversi

basta questo fatto

per

concludere ohe

=}= V.

PPENDIOB

l'A

IM K

BKC'OND

233

Ci

risiili,!

subito dalle

(5)

se

si

osserva ohe
Vii

rt)

Sil'n-

0.

,i

ti.

V)

r.

Teokkma

III.

Se

i>.

*<>"<'

vettori, rt=f=0,
-,

ed essendo
i"
i <

x,

{$

quaterallora

nioni scriviamo provvisoriam&nte-

in Iikujii ili

inni nulli),

l~ i v
(IO.
I

cu
il

'

>n

"V...
,
.

jvi/c

<*

il/re

,.

X
ii-

v
<>

\
ii-

u
807*0,

iixjiiitiramente,

u>

scalare
di

.,

>l

vet-

tore
pei'
I

del
'r.

quaternione
a
I

primo
della
[

membro
(7)

della

(10)

prodotto

il

'ti

Infatti:
lia

1 1

<

<

osservando die
il

il

quaternione
lift

per coniugato

'''

per tensore

inod m,

'

(I

V )(l

',n

'

=-

',il

'v)(l

'ti)

che per

la

(9)

dimosl

ra

la

(10).
II.
I

Vediamo
Siano
ternioni
i.

ora una immediata applicazione del teorema

i,,j.
j.

vettori di

un

sistema wnitario-ortogonale-destro.

qua-

k definiti dalle eguaglianze

/=!-'/,
veri tirano
le

./

I-'.;\

= l~ k
i

formule seguenti che sono fondamentali per l'algoritmo,


cartesiano-quaternionale
:

tacitiani Jito.

/-=/ = F = -l
jk

= kj =
:

i,

ki

ijk

=jki

= ih = = kij =
/,

ij
1.

= ji =

/>

Infatti

si

ha
/'-

j]c

= (I /)il = iXt + = = j-ij) I-ifc)= _o-f-I-'(./ y\ = I-'' = = ecc. yfc = /(/Ai =


l

i)

1.

ecc.,

A-t

'/ecc.,

fi

1,

(!)

Confrontando

(9)

(10)

si

ha
l

I-*t;

_ {I-

v)

d~

in

l~ hi

n2

L'34

APPENDICE ALLA PARTE SECONDA


8.

La

<

symbolical identiflcation
teoria
dei

ili

Hamilton.
definisce

n.

Hamilton,
i]
i

;tl

principio della

quaternioni,

[cfr.

simboli

composti

v '
formali con
i

''"

vettori

//.

r,

conici quaternioni definiti dalle eguaglianze

v
i

x
il ii
4

A"
if
il-

[2
'

11 a

S(VM;

= Xi
ili

V(VU)=V f*

In s.onito. riconosce la necessit

introdurre gli operatori

I.

'

per poter passare, per mez/.o l un operatore invertibile (e V non lo da un vettore al quaternione da un quaternione retto al suo rettore retto che lo ho come rettore Dopo aver stabilito le formule (9), (10) ed averle confrontate con le notazioni (11) e con le formule (12), Hamilton conviene di identificare le notazioni lx, I hi ad x ed u rispettivamente . Peraltro Hamilton fa uso ripetutamente, e con insistenza,
i .

v.

della frase symbolical identification, per indicare la


ficazione;

su esposta identiidentificazione
tra

dunque
non
di

egli

intende

di

parlarti

di
ili

una

di
di-

imboli
versi', e

una

identificazione
rettore e

Ionico

elementi
retto

loro

che. per

Hamilton,
l
.

quaternione
egli

siano elementi

diversi

indiscutibiie,
I,

poich altrimenti

non avrebbe introdotti


operatoli
a
I.
'

gli operatori
I

segnaci di

Hamilton hanno
divenuto sinonimo
di

soppressi
di

uli

qua-

ternione retto

rettore:

vale

dire alla identifi-

cazione hamiltoniana
logica (o assoluta) errori
la
(e
ili

simboli,

hanno

enti ben

distinti.

difatti

vi

ha condotto,

ma

di

sostituita! una identificazione La prima pu condurre a degli per se stessa non ini eiT(

un indiscutibile ed ingiustificabile errine di logica. Essendo x un quaternione e .* un vettore, la notazione y..r ha. per Hamilton, due significati ben distinti. Prima della symbolical identirettore e nel solo caso che x sia normale teotioii, y..i- rappresenta un
seconda, invece,
V'.; in
tutti

gli

altri casi

XX
x'

notazione priva

significato.

1><<ju>

della symbolical identification,

xx
l

tuisce la notazione completa

per
.

il

quaternione generico

x.

11

una notazione abbreviata che sostix) prodotto del quaternione retto valore esplicito del quaternione
1 i
I

come

facile verificare.
/.il

'.*>

aeXVaH

'

-,

vale

dire
lo

j.\\

'.i>.

o con
il

notazione abbreviata

cr,

il

quaternione

del (piale

scalare e

vettore sono, rispettivamente,


S

-r\V:(.

..i

(Va)

'

X.

APPENDIOK ALLA PARTE SECONDA


Sr nelle
n a

235
'pia e in ioni,
I

formule
al

(6),
li

nelle

Analoghe

oli

pi

po-

che sono vere </hole ottengono fot ion le forla .': lire symbolical identificai dopo h che vale lunque sia mule ()ii, eil analoghe, si applicano ad un vettore x qualunque. Ter seguaci ili Hamilton queste differenze spariscono totalii

'.*

posto

si

mente;

ha

V apparenza

ili

una sempli catione,


<'i.

ina,

in

sostanza,

^i

ottiene un calcolo radicalmente erroneo

9.

L' operatore
/'

(nabla).

Sia x un

un punto

che, in generale, varia in un

campo

quaternione funzione a tre dimensioni.

di

Hamilton

definisce l'operatore

ponendo
C'J-

ex
t
'

13)

'

'

/
'

A-

-,

.'/

ovvero, Butto

la

torma simbolica indipendente da

z.

(i:;,

/
'

4''

./

oy

-t

ove:

i.

/,

sistema

ortogonale

destro

di

quaternioni

retti
f,

unitari y
./',

definiti

come
l'isso

nel o. 7 per

mezzo del sistema unitario


a

ecc.

di
al

rettori; x, y, %

sono
.

le
/.'.

coordinate cartesiane del


vale
dire
si

punto

rispetto

sistema

(>,

j,

lia

(14)

p=0+ xl
In tal

-+-

yj -+
"'

zk

= 0-h
/.'.

sci* -+-

ylj +- zi

(-).

modo

l'operatore

che,
/../'.

come vedremo,

elemento assoluto,
il

cio indipendente dal sistema 0,


di riferimento',

risulta definito mediante


-/

sistema

non varia facilmente die col variare di 0, t, j, k, ma ci non toglie die la definizione dell'ente x risulti data sotto forma non assoluto. assoluto Siano, u un numero reale e u un rettore funzioni del punto /'.
vero che
si

dimostra

Dalle espressioni cartesiane di gradw, div


1

il,

rotti e dalle (13)

si

ha

5)

rad

u
{

(16)

~l

tf

= = div?f
1

-+-

rot u.

(
e.

Su

tale

argomento

cfr.

C. Bukali-Fokti,

quaternioni di Hamilton

il

calcolo
2
( )

vettoriale (Atti Acc. Torino, voi. XLIII, 1908).

Hamilton e i suoi seguaci scrivono cai + yj';+- zk adottando la notazione abbreviata; noi facciamo uso della notazione completa per non dar
lugo ad equivoci.

236

APPENDICE ALLA PARTE SECONDA


(16),

ovvero sotto altra torma equivalente alla


(

div
rol

ti

= S"
=V
I

l~

'

{16)
I

>.

Dalle (15)
(17)

(16),

tenendo presente
li

la

(8),

ha

Va

'

rol

Y/

grad Sa

per

le

potenze
-'?.

dell'operatore
-t-J

|
!

(18)

= div grad S* = div grad div Ya-t-

'

rot'

Va

grad div V

rot3

Va

grad div grad Sx


di

ecc.
(17) fa vedere,

La
clic

senza far uso


/'

di

trasformazioni
/'

coordinate,

operatore assoluto funzione di

ed x soltanto, e quindi che

operatore assoluto funzione di

soltanto,

quando

si

sappia gi che
rot.

grad. div, rot sono operatori assoluti. Noti gli operatori grad. div,
la

(17) Si

pu assumersi per definire sotto forma assoluta l'operatore hanno anche le identit seguenti
:
\

div grad u

""

-u

(19)
'

grad div

ir

rot

rot

che

?
I

-'te.

lue

operatori div grad,

(20)

grad div
di

rot rot

hanno, rispettivamente, come campo


l'ettari

applicabilit
i

funzioni

di

P.

Basta

il

fatto

numeri reali e due operatoli (20) hanno


i i

campi

di applicabilit diversi

per dedurre che sono operatori

distinti]

ina ci anche provalo dal semplice


i

esame

dei secondi

membri

delle
1
'

l'i

viene Ora avendo seguaci di HAMILTON soppressi gli operatori I. come conseguenza che secondi membri delle (1!) si ottengono applicando ad /(, ovvero ad i indifferentemente, l'unico operatore
i

i'i

chiaro che fino


questi

quando non
in

si

sar data
le

una definizione
non
In

adidi

bita

di

indipendente da grad, div, rot,


ultimi
si

(15),

(16*)

permettono
.

definire

operatori,

modo

assoluto, mediante
fai"

caso necessario, se
tori I, I

vuole operare

correttamente,
i

uso
'li

degli

operapon,

em sopprimerli enne hanno fatto nemmeno sottintenderli come ha fatto Hamii


'

seguaoi

Samii

PPENDICB
i

ali

i'\

i:'l'i:

l'KiM

""'7

cando

Becondi membri l- M (19) si ottengono applimentre, effettivamente, agli elementi distinti a, u fjli operatori, pure distinti,

aventi
i

'I

'.

rettori.

numeri rome campi di applicabilit, il primo Non mancano ancora autori che sostengono
i

reali,
la

il

secondo
<l<-i

identit

due operatori,
e

distinti,

(20)!
li

Ecco

le

conseguenze
resa
poi

symbolical identification

Hamilton,

inopportuna dai buoi seguaci un vero


della
le

proprio errore logico.

Speriamo
la

ili

aver dimostrato ben chiaramente con


il

considerazioni

precedenti: che

sistema vettoriale

minimo

basta
;

per stabilire tutta

teoria dei quaternioni e sotto

quaternioni
ordinario;
fcernioni

che l'algoritmo dei forma assoluta troppo complesso e troppo dissimile 1 quello algebrico quaternioni sono impotenti a risolvere sotto t'orma che
;

-Indei qnageomtrico-fisico-meccaniche quaternioni conservare soltanto ci che riguarda coassiali, coincidenti con gli operatori rettoria/i complessi; che quando in ogni nitido si voglia far uso dei quaternioni si deve sopprimere la symbolical identification e, quindi, non sopprimere e nemmeno sottinten-

assoluta tutte

le

questioni

occorre

dere gli operatori

I.

-i .

NOTE STORICHE

1.

Origine, notazioni
e

di

vettore e di prodotto scalare

vettoriale.
analytisUe aetegning,
1!)17;

a)

Wessbl: Oyn
et

Directionens

Essai

sur

la

reprsentation de lo direction [Publi par l'Acadmie Royale'des


Ics

Sciences

Lettres de

Dnemark
le
1.0

L'occasion dn centenaire de

sa

prsentation

l'Acadmie,

mais

lT'.tT,

Copenkague,
les

1897];

Aro and
naires dans

Essai sur une manire de reprsenter


constructions gomtriqnes,
(1813-1814) e
la

quantits imagi-

les

Gergonne,

t.

IV. pp. (il-71

[oppure: Annales le edizione curata da J. Hbuel


(1806)
il

(Paris. Ganthier-Villars,

l^Tt-i]

considerarono esplicitamente

vettore

come
il

linea

retiti.

o Unta, o tigne dirige.

li Mbii s (1827) (Gesamm. Werke, Bd. I non esplicitamente considerato, un caso limite ilei baricentro di due punti le cui masse hanno somma nulla. (ili studi did P>i:r.i,A\ in- sul metodo delle equipollenze, in cui t'a USO sistematico del vettore col nome euclideo (li retta, cominciarono

Nel barycentrisclie Calcili

vettore,

nel L832,

come

egli stesso
:

lia

scritto al prof. Laisant.

Comparvero

poi

queste pubblicazioni

Sopra alcune applicazioni d'un nuovo metodo di Geometria analitica


[Poligrafo, Giornale di Scienze. Lettere ed Arti (Verona, gennaio L823)
t.

XIII. pp. 53-61]. Saggi di applicazioni di mi nuovo metodo di


V. (1835), pp. 244-259].
de/Ir equipollenze [Ibidem,
t.

Geometria analitica

(Calcolo delle equipollenze) [Annali delle Scienze, del

Regno Lombardot.

Veneto,

t.

M,todo

VII

(1837), pp. 243-261;

VITI

(1338), pp. 85-131].

La memoria capitale e: Sposizione del metodo delle equipollenze a [Mem. Soc. Italiana delle Scienze, s. 1. t. XXV. p. 2 (1855). pp. 225-309]. si presenta come il vettore Neil' Ausdehnungslehre di Grassmann speciale formazione geometrica di prima specie e viene indicato con Strecke [Dir Ausdehnungslehre von 1844 und die geometrische Analyse (Ges. mareni. u. plnsik. Werke, I t ,1894): Die Ausdehmtngslehre von 1866
(Ibidem, L. 1896,
p.

US)].

L'I

NOTE STORICHE
Le prime
pubblicazioni
ir
<Ii

Ha&ilton

sui

Quaternioni:

On

Qua-

System of Imaginaries in Algebra, do] na nota preliminare del novembre L843 alla Royal Irisfa Academy (Dublin) comparvero nei numeri li luglio, Ottobre 1844 del Philosophical Magazine,
ternione; or a in

Third Series, voi. XXV. pp. 10-13, 241-246, 189-495. Sono del 1835 le due grossi volumi degli Elements Lectures mi Quaternions (Dublin); of Quaternione furono editi nel 1866 dopo la morte dell'autore poscia
i

<

nuovamente
Il

nel

1899.

nome

vector,

da

vhere-trasportare

<

che

fa

pensare

al

veicolo

mediante il quale da un punto si passa ad un altro, fu proposto uni Quarterly Journal of Mathem. (Cambridge), |. ">fi. La notazione pi antica AB e fa usata dal Bellavitis die presto
(a.

1*47.

i. il.

l'48)

Eli-mente
pp.
19-21]

fu costretto a cambiarla in A B. Anche Mobius: Die Mechauik des ninnile/* (1843) [Gesamm. Werke. Bd. [V,
la

segue

notazione A

/':

peraltro

dalla

notazione dei bari-

centri

risulta, al

limili',

BA
e

non AB. Grassmanm

(Werke,
la

I,-

pp.
poi
sola

lfi,

303)

giunge alla notazione


scrive

B A.
ma
usa di

Hamilton
lettera.

BA
le

A/:-,

preferenza

abbandona entrambe

notazioni per indicare un vettori- con

prima e una

La notazione A B in.n d'accorilo con la notazione semplice usara da Grassmann per le formazioni geometriche di 1" specie, delle piali
i

vettori sono

un caso particolare. Distrugge

la
<li

analogia con

il

calcolo

algebrico, cio contraria all'utile princpio

sistema completo di
il

permannza. Infine nel calcolo geometrico grassmanniano si confonde con


nelle sue
use

prodotto alternato.

Hamilton, Tait, Gibbs


Anah/sis. arranaei!
l'or

th

prime of studente in

lezioni: Elements of vector vs l-^4 Phisics, Ne-Haven,


l

[The Sdentine Papera of. J. Willard Gibbs, v. 2,pp. 17-90, New- York, 1906] indicano sistematicamente un vettore con una lettera greca maiuscola. Maxwell: .1 Treatise on Electricity and Magnetism [l edi/. 1873;
-1

ediz.

ISSI

(tradotta in francese.
u. s.

1885);

::

ediz, 1892];

Lorentz

li.

A.

[Encyklopdie,
Ilr. a

XXII. august Gibbs nelle lezioni edite nel 1902 a cura del Wilson: Victor Analysis. ... founded upon the Lectures of J, W. Gibbs, by. E. B. Wilson. New York, 1902; impiegano le lettere maiuscole minuscole grassette latine (Tipi di Clarkni>on) Fppl ed Abraham, e molti autori tedeschi adottano gli in die MaxSteftS tipi sostituendo alle latine le gotiche: Kin ''Hit runa
series. v.

impiegano una visidk prima: l'hilosopli. Magazine; 5


w, V, 13,
14]

lettera gotica

maiuscola.

1886, p.

123:

Electromagnetic Theory,

\.

I,

pp. 1891-93; poi

wellscht
I.

Theor der
il

E lehtrizittii

(l

ediz. 1894, 2* ediz. 1904)

\ltri autori

cs.

Klein

Sommekfeld,
la

TJieorie ile* Kreisels; Leipzig, L898; l'nn;,


ti

Application de

mthode vectorieUe de Oragsmann


fistia

la

acumetrie
alla

infi-

nitesimale, Paris,

1899; non fanno convenzioni speciali.


illativa

Giova o oBWTft re che una convenzione

specie

dei

NOTE STORICHE
Regni,
(ad
es.,

-H
i

semplici
<!ti

vettori)

compenti, (itti indicare non logicamente possibile.


:i

vari mi

ili

una classe
si

Porcile alcuni autori l'anno questa convenzione:

un vettore sopra

'.'

indi-

cher con una lettera latino minuscola con


l'A.
<lri
il

un

tratto
il

Perch

possa risparmiarsi di stabilire volta per volta


segni speciali di cui
a
fu

preciso significato

uso. e

perche

il

lettore, visto
.

segno

possa nffennare

a un vettore
i

Ci posto

la

anche isolato, convenzione

lice vettori si indicheranno con implicitamente essa afferma che ogni Begno a. /, se inindica un vettore . Dunque ti ogni simbolo diverso da a. In conseguenza: non si dica un cute, questo non un vettore . perche /.' non lettera latina minuscola potr porre B con tratto sopra; a t- />, ma, n/\b saranno definiti come vettori, ma la
t'issa
i

duplice: esplicitamente essa


a,

Begni

I>

A=a
li

convenzione
E se
cato
i'oii

(issa

dir che noti sono rettori; ecc.

si

ridine

menzione
o olir,

quest'altra

un rettore sar indi-

un segno, Ietter delle notazioni

con un trailo sopra '.allora in luogo

A.ai

b.

ma

A 6,

dovremo scrivere

per indicare propriamente, dei vettori.

B A,
E tutto

-+

/>,

ma, a /\

ci senza pregiudizio

della
t

particolare

sconvenienza, tipo-

grafica e della assoluta inutilit del

ratto sopra.

Analoghe osservazioni per qualsiasi


assoluto e generale che
si

legge

che abbia

il

carattere

d. di solito, alle convenzioni


Ttf, tensore di a, la lunghezza

fisse.

Hamilton' indica con


QueBta

del

vettore

<>.

notazione segue le leggi ordinarie delle funzioni algebriche pi essere allottata, insieme col criterio generale, assai utile per
di

la

tacile lettura delle formule,

stampare
i/uelle

in

carattere diritto
e

le

lettere

che
in

rappresentano simboli
carattere
italico

(fissi)

di funzione che

(secondo
gli

l'uso comune)
enti
soggetti

inclinalo

indicano
2

al calcolo.

GRSSMANN

fa

uso della notazione

A a'

die

risulta

dal

prodotto

interno; ed poco conveniente.

Helxavitis indica indifferentemente con


i

il

vettore

la

sua

restano (piasi sempre eliminati dal possibili equivoci lunghezza e segno (simbolo astronomico della librai. Con l'uso, perfettamente logico e conveniente, del segno la convenzione di Bellavitis porte-

rebbe a notevoli errori, e del resto , in generale, inammissibile che un solo segno possa rappresentare due enti distinti. Altri autori moderni: p. es. R. Gaxs: Binfuhrung in die Vektoranalysis) Leipzig. 1906, indica la lunghezza del vettore <i con la notazione
|

di

Weier'strass;

la

quale

crediamo

sia

da

escludere,
16

nel

Elementi di Calcolo fattoriale

242
calali.,

NOTE STORICHE
vettoriale almeno. Intanto
il

da osservare che
scritto parti

una fun-

sinistra della lettera cui si applica,

park contrariamente alle ordinarie L< hi simboli di funzione, sen, 1<><:. !. ecc. ciascuno Iti piali yien .-eritto tutto Iti una stessa parte della lettera eui si applica. Inoltre in una
zione di a,
cui

simbolo,

>;,,

a destra <

compariscono le Lunghezze ili due <> pi vettori, p. es. nel di a per b. tale segno genera confusione, lutine nel indice, che calcolo di Grassmann si confonde facilmente col segno bivettore, produce un bivettore <> un vettore. preposto a un vettore La notazione adottata li Argano e li Cauchy. Anche Sarrac (in una appendice al Treatise li Maxwell, t. II, p. 595; Paris, 1889) usa
formula
in cui

prodotto interno

<>

per
la

vettori

il

nome

modulo
la

perche

dj

itsit

pow

reprsenter

quantit analogue dans


b)

thorie des imagindires.

Grassmann
li

come

risultalo

interno (itinere

il primo che ha considerato il prodotto interno operazione diretta tra a e b. chiamandolo prodotto Produkl e lo ha indicato con a < b l>ie Un. A usile/,..
I

(Ges. W., [j, p. XI); Geomeiri8che .Inai use. 1846 Ibid., p. 345). Poscia ilechanik nella Ansdel,. 1862 (Ibid. I2 , p. 112) nella memoria: l>i>
nari,
p.

18]

den Princ. der Ausdeli. [Math. Ann. B. XII (1877), G. IT., N ha adottato la notazione pi complicata [n b]. seguita recente.

V-ktorenrechming (Leipzig, 1905 Jahnke: Tori. Peano che un po' pi semplicemente scrive a b. Calcolo geometrico (Torino. 1888) p. 104. La notazione primitiva di Grassmann fu adottata da Res AL: Traiti de cinema tique pure Paris. 1862 daSoMOFF,

mente dal

sig.

ii.

in parte dal

da molti autori moderni.

Gibbs considera
retta
tra
e
<i

lo

stesso

numero come
che
legge
<i

risultato di operazione di-

e lo

chiama prodotto
con
//

diritto, in opposizione a prodotto

gobbo,
libro

lo lo

indica

b.

punto b
scalar,.

<t

dot b

Nel suo

punto avendo l'ufficio costante li separare due periodi > diverse parti di una formula, onde evitare il soverchio uso li parentesi, parrebbe conveniente la abbandonarlo e scrivere semplicemente ab; ma tale notazione citata. serbarsi al prodotto alternato (Cfr. nostra Nota V
poi

chiama costantemente prodotto

11

l;

N sono convenienti
nioni (Vedi
i

le

notazioni desunte dal

calcolo

dei

quater-

nostri articoli gi citati); e le altre


la

zione adottata nel testo, che

primitiva
le

li

ab. </./>. La notaGrassmann, < assai op-

portuna perch
algebra (ove
e)

il

segno

ha tutte

propriet dello stesso segno in


nei

piasi

sempre sottinteso
1866

prodotti di lue fattori.


.

(Gesam. Wer. I p. 211-2 considera il prodotto vettoriale come complemento (Ergnzung del prodotto alternato li a per b e lo indica con lo considera cio (ab come funzione di un ente (bivettore) ohe noi non abbiamo considerato

Grassmann [Ausdehnung.,

nel testo

ma

Nota

nei Rendiconti

che per ulteriori sviluppi ente necessario (Cfr. la nostra stata questa In notaPalermo citata appi.

zione seguita in Italia dal

Peano

da noi in lavori precedenti.

\<>l R

STOltICHB
In

' I

Per

\i

n>\

il

prodotti) vettoriale
line

parte vettoriale

ile]

pro-

dotto qnnternionale
-i

li

inil ion

con

Vnb.

quaternioni rutti, e, con notazione ridotta, < r Per questa notazione si confrontino gli
:i
t i

oritti

Circ

[Rendiconti del Per l'unificazione delle notazioni vettoriali Mmi. ili Palermo XXIII. 324-328; XXIV, 65-80, 318-332; XXV.
>

352 875;

XXVI,

369-377]

precisamente

In
In

nota

III.

La maggior parte degli autori asano


riale e lo

locuzione
di Torino,

prodotto vettos. Fi. t. XLYII. come Lorentz

indicano con Vnh) per esemp. Hkavisidk, Frrrakis: Teoria

(/eometrica dei
pp. 259-838
e
<|
(

campi
: <

vettoriali [Mein.
\
.

R.
|.

A ce.
389]
;

1897)

>pere complete,

I.

ron [n

r]

u si lutti gli autori tedeschi; alcuni mettono una virgola in luogo del
leggi generali delle

punto, o non metfon nulla. Con quest'ultima notazione, the non segue
le

rentesi fa distnguere
nssai difettosa;

differenza di forma nelle paprodotto vettoriale da quello intrno. quindi tanto pi che in algebra la forma delle parentesi
il

funzioni, una sola

accidentale, secondo eio gli aggruppamenti, e mai elemento necessario


di

notazione.
GriBBS, nelle sue lezioni dell' 81, stato
il

primo, crediamo, a contra

siderare

a
il

\h
e

come

risultato

ili

operazione diretta

e b.
fi

K^r

chiama

prodotto vettoriale prodotto gobbo (skew prodnet) di

ma
con

poi adopera
ti

sempre

la

locuzione

<i

per 6; prodotto vettoriale che indica

xb

legge: a croce b (a

eros*

b).

E invece questa
>-

la

nota-

zione che noi adottiamo, seguendo


vettore.

GEASSMANN,
vettore b

pel prodotto interno.

Notiamo poi che la frase La notazione <t /\ b

a
si

ricorda

che

pu

anche

leggere

a /\ b un a esterno b ,

volendo con ci indicare che il vettore a /\ b esterno al piano dei due vettori, per quanto GRASSMANN chiami prodotto esterno niello che oggi comunemente si chiama prodotto alternato.

2.

Origine, notazioni di gradiente, divergenza, rotazione.


a) Il

vettore gradiente, considerato anzitutto da


,

Hamilton che
p. 548) fu chia-

fece uso dell'operatore

nabla {Elementi of Quat.


v.
II,

I,

mato
J.

ila

.Maxwell prima

siepe (declivio) in The Scientiiic Papers

of

Ci.erk

Maxwell

diente nella 2 a

pp. 257-266: e poi, graedizione del Treatise on Electricit)/ and Magnetism, di cui

(Cambridge, 1890),

abbiamo potuto consultare solamente la traduzione francese di G. SLK;mann-Lui, t. I. p. 17 (Paris, 1885-1889). In Riemaxx-Webek. {Frtielle
DiffeA'entialgleichungen u. s. w., V ediz. 1900) comparisce la notazione grad ora quasi universalmente accettata. " e un operatore Nella notazione di Heaviside e Gibbs, , il diverso dal nabla hamiltoniano. Vedi le nostre note citate. adottata da Foppl, Abraham, Jahnke, Ferraris e si legge: del .

24

noti;
La
(l)
i'i

STORICHE
v. II,

lata

da Hamilton, luogo citato; in casi particolari,


In

p.

438, data

pure
e

triche,

pagg. 131

generale da Peano, Applicazioni geome134. La (4), insieme :i molta altre, trovasi in Tait:
(3);

in

Tratte lmentaired
<la

Quaternions (edizioni 1867; 1874 tradotta


la <;.

in tedi

S< iii.in i.
((i).

L880; trad. in francese

Plrr^I 882-1884)
da

v. II. p>

235.

La

poco nota
pag.
150.

ma

utilissima, lata
;

Peano,

Formulario Mate-

matici), ediz.
trirfte,

1903, pag.

<

>>

formula

l*.

ed anche Applicazioni gemne-

nome divergenza li Clifford, Elemento of Dynamic; Il Kinematic (London, 1878), pag. 209. Con la notazione hamiltoniana u. Il numero 8 viene indicato con u chiamato compressione cubica da Tait (1. e. II, pag. 122) e convergenza <la Maxwell, Heavisidk si vale della notazione div e di altre poco seguite. La notazione hamiltoniana ili rotte V u. Maxwell uso prima la parola: e)/ (riccio, anello) o version e poi rotazione. La notazione rotti adoperata quasi
/>)

Part.

T,

contemporaneamente da Lorentz Versuch einer Theorie der elehtrischen und optischen Erscheinungen (Leiden. 1895)] e da Ferraris 1. <. Ferraris uno dei pochi che cerchi definire in modo autonomo la nt poggiandosi sul teorema di Stokes; cosi fa pure, con procedimento
[

analitico

comune

molti autori,

il

Gan- [JSinfuhrung

in

die

Velctor-

analyse mit Anwendungen


p. 835].

auf

die niathematische Physik; Leipzig, 1905,

Heaviside [Electr. Theory I. p. 191], Fppl ed Abraham scrivono cur u. Y. stata anche proposta, ma non seguita la notazione qnirl n. (Wibchert), oppure vortti (Voigt). n e u ohe Legge Gibbs scrive rispettivamente del dot n ti, per la divergenza e la del cross h (coi nostri simboli " /\u) \/ rotazione: il figura come vettore simbolico, ma non ne ha le pro
,

priet rispetto alle operazioni

X, A1.

! i

ti,-

d.

del

Cap. VI. Parte

mi$UO<KAKIA
\
I i

>

I.

Notazioni

OMOGKAF1

graphies

Questa bibliografia <!<' volumi I,

fa

seguito

ali

Bibliographie,

ootationa nonvelles

et
i

Homoit:iiH.

II,

IV

ili

Anali/se vectoritlle generalo (Lattes, Torino) gi

Un Berzolaki
141.

L.

v.

Geometria

analitica.

(2"

edizione),

Milano,

Hoepli, 1920: Appendice.

Boggio
II).

T.

8.

arsititeli

:a effettiva
(2

resistenza

ohmica [RiMid. Acc.

Lincei,
142.

V.

24

seni.

s.

1915), 6-12].

Sulla

formula

fondamentale della
t.

Cinematica dei sistemi


[Rend.
Acc.
Lincei,

rigidi [Atti
143.
Ii>.

Utit. Veneto,

74 (1914-191..). 1795-799].

Geometria assoht la
V,
v.

degli

spazi

curii

28

(1

Beni. 1919), 58-62, 169-174].


'

144. Td.

Sulla geometria assoluta degli sjtazi curri [Atti R. Acc. To186-200].


('alcolo

rino, v. 54 (1919),
145.

lo.

differenziale

con

applicazioni

geometriche,

voi.

[Collezione Lattes. 1921].


14H.

Bottasso M.
Id.

Sul la flessione delle super Urie inestendibili [Rend.


b.

Acc. Lincei,
147.

V.

v.

24 (2 seni.
e

1915), 174-182].

Teoremi su massimi
Sulle
s.

minimi geometrici

su normali a curve
curve

superficie [Atti R. Acc. Torino, v. 51 (1916), 844-867].

14S. Id.

Lincei,
149.

V,

trasformazioni assmtotiche delle v. 26 (2 seni. 1917), 227-232


.

[Remi.
[Ibid.,

Acc.

Id.

(2

Alcune

formule

sulle

superficie

applicabili

v.

27

seni. 1918), 17-22].

150. Id.

Problemi sulla

determinazione delle linee sghembe [Scritti

151.

Ti).

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curve [Atti R. Acc. Torino,
v.

53 (1917-1918), 409-422].
degli operatori [Atti R. Acc.

152.

Burali-Forti
Torino,
v.
Ti>.

C.

Nuove applicazioni
isomerie

50

153.

s.

(1915)].

Sulle derivate delle

vettoriali

[Rend.

Acc.

Lincei,

V,

v. 25 (1 seni. 1916^, 709-716].

246
154.
Mi

BIBLIOGRAFI^
i;\u Forti C.
v.

Sugli operatori differenziali omografici


aree, volumi

[Ibi<l..

26

[2

semestre L916), 51-59].

155.

Ii>-

Sopra alenili baricentri di linee, Lombardo, v. t9 (1916), 932-954].

Remi. Istituto
75 (1915-1916

156. In.

Sulla

curva

ili

caccia

[Ani

[stit.

Veneto,

t.

1589-1597].
157. Io.

Equivalenti omografiche delle formule di Freud [Atti R. Acc. Torino, v. 52 (1916-19171


.

158. Io.

Alcuni' sistemi di lince su

ili

una

superficie

[Ibid.,

53

(3917-1918), 91-103].
159. In.

Linea

in

or/ni cui

punto

osseanota una direzione invaria


.

hi/niente collegato

al triedro principale [Ibid.. v. 53, 213-224


e

160. In.

Sugli assuntoti
.

piani assintotiei di

una linea [Giornale

ili

Matem
161.
li.

s.

III.

v.

(1916

162. Id.

Alcune propriet caratteristiche delle coniche [Il Pitagora, anno 22, (1917)]. - I moti relativi nel calcolo assoluto [Rend. Acc. Lincei, b. V.
v.

26 (1 seni. 1917), 632-637].


Differenziali esatti [Ibid.,
v.

163. In.
164.
In.

27

(1

seni.

1918), 92

Alcune

linee

superficie collegate con una linea gobba [Ibid.,

109-112].
165. Id.
160. Id.

Sulle superficie rigate [Ibid., 285-287].


ligate sviluppabili con assegnato cono direttore
Ist.
<<

con

asse-

gnata direttrice [Atii


107. In.

Veneto,

t.

77 (1917-1918), 303-316].

Traiettorie ortogonali di un sistema =' di superficie sferiche

[Rend.
168. Id.

169.

Io.

Ist. Lombardo, v. 51 (1917-1918), 899-908]. Sopra nuore operazioni e operatori per la Geometria del triangolo [Il Pitagora, unno 24 d9l v Fondamenti per la Geometria del triangolo. Palermo, Ca-

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Soggetti di Studio

171. In e
172.
Il>.

tecnici,

voi.

Il

Geometria [Napoli,

1\

Perella].
e

173.

BCBGATTl

P.

Sulle discontinuit delle funzioni scalari

veto-

riali e delle loro de ri rate

mi passa agio
v.

attraverso una superficie

[Rond. Acc. Lincei,


174. Id.

b.

Y.

25

(2

//

principio di Archimedi
.

nei

seni. 1916), 311-316,372 mezzi sa/idi [Rend. Acc

Bo

logna, 1915-1916
175.
li'.

/ teoremi del gradiente, della divergenza, della rotazione sopra mia superficie e loro applicazioni ai potenziali [Meni. Acc. Bologna, s. 7. v. 4 (1916-19*17)].

17t>.

In.

solido

Sopra un paradosso nella teoria del moto uni/amie d' un immerso in un fluida per fitto [Rend. Acc. Bologna

(1916 L9171

BIBLIOQK
177.

\ l'I

L'I

Bukoatti
lini, lo

I'.

sostentai vice iwi

Sopra un teorema di Joukowki relativo alla forza corpi '" moto J ra sia lofio uniforme entro un
dei

[Ibid. (1917 19181

17>>.

Id.

ti.

"Recensione

Principi
li

di
e

Sfatico

dei

solidi

c/ostici

di

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1918J.
t

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delle

Scienze

inateiu.

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'

chelli, 1919].
181.
li.

Problemi ed esercizi di

Meccanica

ragionale

ediz.,

Bo-

logna, Zanichelli, 1921].


182.
li.

Sopra mia particolare soluzione


Rend.
Sitila
//

delle equazioni di equilibrio

dei solidi elastici


188. 184.
li.

Acc Bologna,
delle

1921

principio d'Archimede nei mezzi solidi


r>.

ll>id.

Cldonazzo
tecnico,
(Disotti
in
v.
.

meccanica

superficie

[Il

Monitore

anno

XXVI

(19.20)].
e

ls;>.

V Risoluzione dei problemi di Dirichlet campi prossimi a quelli classici [Rend. Acc.
(1"

di

Nenmann
s.

Lincei,

V.

-if)

seno.

1916), 413-417,

199-502, 579-581].

isti.

Id.

187. Id.

Sui moti rigidi di una massa fluida limitata [Ibid , 635-639]. Sul molo di uno sferoide in un liquido indefinito [Rend. Istit.
v.
4!

Lombardo,
188.
li.

(1916), 603-612].
v.

Sulle azioni dinamiche di masse fluide continue [Ibid.,


(191?)].

50

189.

li.

Una formula generale


pesanti
e

relativa a moti
v.

permanenti di liquidi
elettrica
in

sue applicazioni [Ibid,,

51, (1918), 360-366].

190.

Crudeli

U.

Sulla distribuzione della


in

corrente

una

lamina metallica immersa


Lincei,
191.
Id.
s.

un campo magnetico [Rend. Acc.

V.

v.

26 (2 seni. 1917), 47-48].

192.

Le formule di ('anelili e i fluidi viscosi [Ibid., v. 27 2 semestre 1918), 49-50]. Da Rios L. S. Sulla dinamica dei'fluidi comprimibili [Rend.
i
-

<

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Ist.

vettoriali misti ed appli

(azioni ai sistemi di equazioni [Bollettino

della

Mathesis :

anno XI
194.

1919),

131-135].
il

Laura
.

E.

Sopra

della

rotazione della terra

metodo del sia. Etvs per la determinazione Remi. Isr. Lombardo, v. 52 (1919).

259-267].

95.

La/.zarino 0.
prof. V.

SuV estendibilit del teorema di reciprocit del


tre

Volterra ad un conduttore elettrico a

dimensioni.

non omogeneo, anisotropo sottoposto all' azione di un campo magnetico qualunque Remi. Acc. Lincei, s. V. v. 26 (1 seni. 1917),
596-602].

L'I

Bl

HLIOGIU

196.

Lazza Rino 0.
(2

Rappresentazione cinematica
L09-11

della

rotazione
Iliiil
.

di
_!<>

mi corpo nel quale esistono moti interni stazionari sem. L917


l
.

\.

l!'T.

li.

Assi 'permanenti nel moto di rotazione


Ibid.,

'li

un corpo nel quale


.

sussistono moti intenti stazionali


19*. Io.

146-15)

Sulla rotazione

'li

un corpo

ili

rivoluzione

nel

'/unir

sussi-

stono moti interni variabili [Ibid., 233-237].


199. In.

Sulla generalizzazione dei moti alla Poinsot

sulla stabilit

degli assi
rino,
L'tii).

permanenti di rotazione

in

detti moti

Atti

Acc.

To-

Io.

54 (1918), 143-161]. Sulla rotazione di un corpo nel rasa di


v.

moti

interni

mono-

ciclici

201. Id.

Lombardo, v. 52 Sull'equivalenza fra le equazioni


[Rend:
Dstifc.

(1919), 371-378].

differenziali di Hess-Schij)

lineile di

Euler-Poision nella teoria dei giroscopi asimmetrici

insanii [Kend.

Acc

Lincei,

b.

V.

v.

28 (1 sem. 1919), 325-331,

341-346.
202.
Ii>.

Sopra alcuni casi singolari


Il.id..
v.

nella teoria dei

giroscopi

asim-

metrici
Jii3.

28

(2

seni.

1919), 9-14, 259-263, 329-333],


in

In.

Sul mota dei giroscopi asimmetrici pesanti nel raso

cui

l'invariante principale S

costantemente

nullo

[bid.,

4'_''_'-4'_'K.

489-493
2< >4.

In.

pite

Sulle equazioni del moto di rotazione attorno


solido urente un

fisso di un

da liquidi liscosi a Rend. Acc. Lincei, s. V.


Sulla

ad nn punto numero qualunque di carila ri mdensit diverse e comunque variabili


v.

30

(1

sem.

1921),

13-16].

205. Id.

variazione dell'energia cinetica


rispetto a

di

un

sistema

semi-

rigido ruotante intorno

momento
206.
Ist.

ad un punto fisso quando sia nulla il questo punto delle forze esterne [Ibid., 113-116].
Atri

Levi-Civita T.
Veneto,
In.

v.
-.

Sulla riduzione del p'oblema dei tre corpi


li (1914-1915), 907-939
.

207.

Sulla regolarizzazione del problema piano dei tre corpi Rend.


V.
\.

At. Lincei,
208.
h>.

24

seni.

I915>, 61-75],

Forma

mista

di

equazioni del
tre
:

nodo,

die contiene
Ibid.,

ad una
.

particolare categoria di sistemi meccanici


209.
li.

235-248

ilei

Sul problema
-sistema
,

piano dei
z

corpi.

Caratteristiche
e

cinetiche

rei/ola ri
.

za tare

forza

eira

,/uadriea

reciproca

Ibid
210.
li.

421-438

Sul problema piano dei tre corpi. Vanne esplicite 'mista canonica, delle equazioni regolarizzate Ibid., 185-501
.

211.

li.

1 1
1

Sopra due trasformazioni canoniche desunte dal moto paraIbid.,


la
.

bolico
_M*2.

\.

25

1
1

li.

Sur
1

ii>iu/a risalimi
.

sem. 1916), 145-458 du problme des


del

troia

corps

Acta

1 1

1920

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-'

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Cinematica
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dei sistemi rigidi


iti
.

Giornate

di

rnatem. v. 51 (1916) (7 della 3"

218.

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v.

Su alcuni operatori superficiali


26
(2
s.

Remi. Acc.
voi.

Lincei,

b.

V.

in.

liti 7).

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teoria della relativit in senso

stretto

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< 1

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(1920), 55-76

Facolt
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della R. l'niv. di

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!>'

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li>.

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espressione differenziale vettoriale alternata [Rend. Acc.


s.

Lincei,
226.
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V,

v.

227.

Ii>.

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Geometria assoluta dei rettori

228.

11.

Ossei'Vazioni sui concetti fondamentali

sulle notazioni re/a-

lari dei rettori 229.


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Vector Analysis [Ibid, 503-504].

RlCCl C. L.
pareti

Su/I' azione

dinamica di -una corrente


Lincei,
s.

fluida sopra

rigide

[Rend.

Acc

V.

v.

24

(1

Bem.

1915),

1(199 1101].

232. Sbrini

R. --

elastico

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v.

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233.

52 (1919), 409-41;.
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infinitesimale,
rettoria/e
e

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Cal-

col

Meccanica

razionale

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BIBLIOGRAFI^

Sulle radiali

(Ielle

cune

aolihe

[Ibid.,

v.

51

119 133].
236.
li.

Sulle superficie che


ce*

si

deducono da una data attribuendo ad


v.

wn sistema 237

di curve di questa traslazioni che siano funzioni

continue di un parametro [Ibid.,


.

52 (1919-20), 712-722].

In.

Sulle superficie che contengono

un sistema
fc.

^c*

di cnrre pre-

fissate [Remi. Circolo


238.
In.

mat. Palermo,
di

43 (1918-1919), 138-154].

Sopra due
28
(2

e/assi

curve gobbe [Remi.


di

Acc. Lincei,

s.

V,

v.

seni.

1919), 26-30].

239.

Signorini A.
alcune

Un teorema
applicazioni

confronto
Circolo

in

balistica

esterna ed
r.

su."

[Remi.

mat.

Palermo,
del

43

i]918-1919). 357-393].
241.

smxa

L.

0.

Sopra

moti di

precessione

regolare
s.

giroscopio

simmetrico pesante [Remi. Acc. Lincei,


271-276].
241.

V.

v. 28.(2

sem. 1919),

Tedone

Sulla integrazione delle equazioni di Maxwell "Remi.


s.

Acc. Lincei,
242. In.

V,

v.

25

(1 seni. 1916), 563-576].


le

Sulla maniera di stabilire


teoria

formule fondamentali dell'or[Ibid.,


v.

dinaria
351-370].
24.".

della

diffrazione

27

(1

seni.

1918),

244.

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Laltes. 1920.
245.

Esercizi

ili

Analisi

infinitesimale

2"

edizione.

Torino,

Lnrtes. 1920.
2lii.

Zappa

R.

3
a

I potenziali
Reliei,

dell' elasticit

mentali
Iella

dell' equilibrio

elastico

[Giornale

due problemi fonda<li Matem., t. 57 (10

1919. 193-216].

Finito
il

ili

stampare

giorno 27 Settembre 1921

nella

Oooperativa Tipografica Az&oguidi


in

Bologna

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261 B86 1921

Burali -Forti, Cesare .dementi di calcolo vettoriale

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