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OJ
U^^j
fys
o.
PCP ALI-l'oi; ti
R,
\i\i;roi,i)N(ii
ELEMENTI
DI
CALCOLO VETTORIALE
CON NUMEROSE APPLICAZIONI ALPA GEOMETRIA ALLA MECCANICA E ALLA FISICA MATEMATICA
Seconda rdizionk riordinata
r
\mit.i\i\
BOLOGNA
NICOLA ZANICHELLI
EDITORE
I,'
EDITORE ADEMPIUTI
I
DOVERI
ESERCITER
DIRITTI SANCITI
DALLE LEGGI
et tei
P R E
(ALLA
FA
l'IM.MA
ZIONE
KDIZION1
rie]
libro
che presentiamo
sistematicamente,
del
al
pubsotto
vet-
matematico,
esponiamo
i
fondamenti
reali,
(o
calcolo
soli enti,
numeri
ili
inulti,
rettori,
forma-
Grassmann
baricentri di Mbus),
indicando
le
ben note,
opportuuo
come
l'uso
la
vettori
componenti
vettoriali, presenti
geometrici
fsso di
possano
essere
considerati
liberi
dal
sistema
riferimento.
il
sistema vet-
calcolo
vettoriale
VI
Risulta
applicazioni geometriche,
altre questioni e
lo
studio
di
le
enti geometrici o di
numeri funzioni
punto
di
un punto, con
derivate di
zioni
(')
tali
enti rispetto al
le
del quale
di
con
formazioni geometriche
seconda
specie di
Grassmann.
gli
Sotto
il
nostro libro
il
primo
fondamente,
in (pianto
metodo
e a notazioni, da tutti
anni,
special-
mente
in
Germania
2
(
).
Ne
differisce per
il
metodo, perch
modo
i
geome-
mentre ordinariamente
proposte
la
genesi e
storia
u
i
vero piacere
nel
vediamo
adottate
in
Italia
il
da vari
colleglli
loro
in segua mento,
rimandiamo
(ine del
libro o a (incile.
i')
Cfr.
le
nostre Omografie
vettoriali
di
prossima
pubblicazione
(<;.
B.
(-)
Petrilli,
Torino).
2 Aufluge, 1905.
Bi
Gans
Einfiihrang
:
in
die
ii.
.Iaiinkk
Vorlesungen
VII
aoi
pubblicate
l
nei
matematico
Palermo
lei
).
La conoscenza
non solamente
cultore
alla
<li
melodi vettoriali
si
impone oramai
al
tisico
ed all'elettrotecnico,
ma anche
al
libro,
che viene
il
Germania festeggia
primo
alla
centenario della
nascita
di
Grassmann,
contribuire
del
grande matecostanza
cos
matico e per
le (piali
noi,
con
fede
con
lavo-
genial-
mente
iniziata
Plano!
0.
Burali-Fohti (Torino)
R.
MARCOLONGO
(Napoli
(')
Per
t'
unificazione
delle
notazioni
t,
vettoriali.
Rendiconti
del
:
Nola 2\
r.
r.
XXIV,
pour
pp. 65-80:
Nota 3 a ibidem,
,
i\
XXV.
">'.
r.
XXVI.
ratiotnelles
systme rectoriel
minimum.
Bona,
191 8.
P R E
(AI.l.A
FA
UN
i
SECONDA EDIZIOS
La Bibliografia (relativa
grafie,
alle
nuore
notazioni
al
omoquale
pp.
245-250)
indica
chiaramente
i
lettore
metodi
1"
vettoriali,
da noi
questi
dal
dopo
la
pubblicazione della
di
edizione di
Elementi;
l'importanza
questi
metodi
stabilita
le
univer-
pochi avversari
Ci
sistematici
non
diminuiscono,
alle
anzi
accrescono.
baster,
dunque,
accennare
numerose aggiunte
a
e perfezionamenti intro-
edizione
(').
ordine questo:
(/\),
i
il
prodotto
iti-
baricentri (o for-
mazioni geometriche
prima
il
specie, secondo
Peano. FJ
la
seguono immediatamente
prodotto vettoriale, e
contio-
come
rettori,
1
i
Nella
quale abbiamo
riportato anche
tinto
viene ottenuta,
interno
in
e
modo
.semplicissimo,
mediante
due prodotti
di
le
vettoriale.
Questo
cambiamento
ordine
ci
ha
perdelle
e
messo
di
semplificare notevolmente
dimostrazioni
F4
le
Nella Parte I
le
principali aggiunte
trasformazioni
4. e)]
1. ih].
sono
gradiente di un numero e
vettore,
la
]',
rotazione io rotazionale) di
un
sono rimasti
definiti, rispet/':
mentre
la
divergenza
di
spostamenti
di
arbitrari
del
e
che,
oltre
il
dare uniformit
definizione
piena luce
permette
di escludere,
coordi-
nate cartesiane.
Come Appendice
Parte
I,
abbiamo
di
GRASSMANN-PEANO
minimo
il
generale Calcolo
1
i
'
ofr. Lo.
edizione francese
fine del
presente
volume.
PREFAZIONE
geometrico',
\I.I.\
SECONDA EDIZIONE
II
\i
ma
nella
Parte
1
facciamo
edizi
uso
soltanto
lei
Parte
))i<ati
II
vi
le
seguenti
agginute.
Oap.
<>):
Linee
le
<li
curvatura,
geodetiche,
|n.
assintotiche
7];
sviluppandone
rigate
[n.
propriet fondamentali
Superfic
9};
Punto funzione
12].
11]
Aree
volumi
prof. T.
[n.
Ringraziamo vivamente
il
Ielle
I'Bdi-
TORK
per
la
che. nonostante
tempi
diffcili,
buona
riuscita di questa
seconda edizione.
Agosto 1920.
G.
K.
Burali-Fortj (Torino)
Maroolongo
(Napoli)
N DICE
Pag.
v
ix
xv
A t
1:
i:
ni A
Somma
1.
Vettori eguali
3
ti
2. 3.
4.
Vettore nullo
5.
Lunghezza, direzione, verso, modulo Caratteristiche di un vettore; rappresentazione uralica. Somma di un punto con un vettore
6
7
6. 7.
Somma
di
vettori
9
11
8.
9.
13
15
10. 11.
Punti di una retta, di un piano, dello spazio Coordinate dei vettori Coordinate cartesiane
16
16
CAPITOLO
Prodotto interno
1.
II.
e vettoriale.
2.
3.
4.
5.
Angolo di due vettori Prodotto interno Prodotto vettoriale Relazioni tra prodotto interno e vettoriale Proiezioni. Applicazioni alla trigonometria
Pag.
21
22
26 29
36
XVI
6. 7.
INDICE
Pag.
:-!S
4t
CAPITOLO
III.
Calcolo baricentrico.
1.
forme egnali
2. 3.
Pay.
45
47
18
4.
50
52
5.
6.
Alcune applicazioni
Coordinate
alla
Geometria elementare
ni
CAPITOLO
IV.
Rotazioni in un piano.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Rotazione di un angolo retto Complessi e loro algoritmo Rotazini in generale Riduzione dei complessi ad esponenziali Aree piane e distanze Coordinate cartesiane e polari
Pag.
."7
ti)
6.8
64
tf-~>
70
CAPITOLO
Funzioni
1.
V.
di
numeri.
Pag.
Limite
Derivate
Vettori e loro derivate
7:>
2. 3. 4.
5.
74
75
Formula
Integrali
di
Taylor
77
7^
CAPITOLO
Funzioni
1. 2.
VI.
di
un punto.
Pag.
Funzioni
Gradiente Rotazione
di
un punto
in
generale
81
M
s '<
3. 4. 5.
divergenza
roi
90
91
INDICE
XVll
2.
:'..
Pag. 100
>
loi
lui
4.
f>.
Somma
prodotto per un
numero
.
102
102
l
fi.
(| ^
7.
|( ^
8.
il
prodtto
alternato
il
prodotto algebrico
!.
105
-
Bivettori e trivettori
106
i
10.
F2
|ls
11.
12.
Operatore indice
Posi/ione
di Ile
109
111
F
tra
F,
13.
1
Alcune ideutit
nello
spazio
fo
nel
piano
....
112
1-.
intersezioni)
113
15.
lo".
Un
11">
Trasformazioni lineari
P A RTB S E500N DA
piani
assi liPaj,'.
119
2.
122
3. 4.
F2H
-
5.
fi.
7.
Evolventi ed evolute Linee piane Eliche cilindriche Punto funzione di lue variabili
130
131
135
138
XVI11
8.
'.).
INDICE
e traiettorie di
Inviluppi
mi
b sterna
=o
di
line-.
l'air.
14<i
151
LO.
156
158
11.
12.
di tre variabili
.
159
CAPITOLO
Formule
1.
2.
II.
di calcolo integrale.
Teoremi
sul e
ag.
161
Lemmi
3. Il 4.
5.
164
1H6
Teorema Formule
170
ITI
CAPITOLO
III.
Velocit ed accelerazione
di
un punto
.
Pag.
IT:!
3.
4.
5.
6.
Moto centrale Formule fondamentali per la cinematica di un corpo rigido Moto di una figura piatta nel proprio piano Curve funicolari Moto di un corpo rigido
174
178
181
185
187
CAPITOLO
Applicazioni
1.
IV.
all'
Idromeccanica.
Pg. 191
Equazini
di
equilibrio e del
moto
2.
Molo
194
CAPITOLO
V.
2.
Pai:.
la
l!'!t
divergenza
la
iota/ioni-
dello
201
_'i>4
3.
Formule
del
Soinieliana
INl'H
'!:
\|\
CAPITOLO
VI.
Potenziali ritardati
Pag.
2<7
2.
Le equazioni
in riposo
li
3.
4. .
Vettore radiante
teorema
li
li
Poynting Maxwell-Hertz
214
215
217
Le equazioni
li
Lrentz
di
Hamilton.
2.
Operatori vettoriali e loro campi li applicazione Definizione dei quaternioni mediante i simboli
.... x A di
Pag 225
3.
4.
vettori
;
225 226
227
quaternioni
retti
li
precedente
e prodotto dei quaternioni
5.
fi.
Somma
Potenze
228
231
232
I,
7.
Operatori
li
8.
9.
La
Hamilton
234
235
NOTE STORICHE
1.
2.
243
BIBLIOGRAFIA
Nuove notazioni
e
omografie
Pag. 245
PARTE PRIMA
urt di
Calcolo vettoriale
CAPITOLO PRIMO
Somma
e prodotto per
un numero.
1.
Vettori eguali.
a)
Se
P,
Q,
/.'.
n.
Vo(P,
Q,
B, 8
indicheremo
il
cio,
/>*/// >o,
>
negativo,
numero che misura il volume del tetraedro di vertici /\ Q, B, S, quando si prenda come unit <li misura il cubo avente per lato ima lunghezza arbitraria,
il
ma
fissata
si riterr
una volta per tutte (unit lineare li misura e che sempre sottili tessi secondoch: ovvero se non nullo, il suo segno
. :
i
medio Iella mano sinistra, rispettivamente, da P verso Q e da P verso /', possibile, o pur no, disporre il pollice da P verso S: ovvero, il che equivale, secondoch piedi in Q e elie guarda il una persona eoo la testa in P,
disposti Vindice e
il
i
segmento
nistra
1
jR8,
alla
propria
*/'-
( ).
Hamilton, Tait. ecc. da TnoMSON a 1895-96) Cambridge ediz., Natura/ Treatise Phylosojyhy in: on Tait (2 e voi. I, 5 234; seguito da Maxwkix, Gibbs, Heavisiue. Maxwki.l mi suo
(')
Il
sistema
p.
26,
dice:
I/action
conibine
des museles dn bras, lorsqne nous tonrnons en dehors le dessns de la maio droire, en menu temps <|iie nona tendons la inain en avanr, grave dans la mmoire, mieux que tonte dfinition, la nature ilu mouvement d'une vis droite .
PARTE PRIMA
Ci posto, dati i punti ^4, li qualunque, per ogni terna di punti /'. o. /i', i-est determinato il numero reale
(1)
Vol(, 1\
<?,
B)
Voi (A,
<li
P, Q, B).
dunque determinato, ed
a
punti
/'.
Q,
B. produce
al
il
numero
si
Esso dicesi Tettoie dal punto indica con la notazione, ora di uso comune
A
(di
R.
W. Hamilton,
1844, 1845),
BA
ohe
si
legge,
come
in
:
A
B)
se A,
x
il
vettore
come
tale
numeri
reali
qualunque siano
punti
P. Q, B.
(2)
si
abbia .sempre
Q,
(B
b)
A)(P,
= Voi {B. P,
Q,
B)
Voi
A, P. Q,
si
pui>
La condizione di eguaglianza o identit (=) di due vettori, esprimere nel seguente modo geometrico semplicissimo. Se A, B, C, J) sono punti, si Ita
(3)
A=
/>
solamente quando
(4)
punto medio
(3)
tra
D =
B)
punto medio
tra
Infatti. La
(B A)(P,
comunque
si
= {D-C)(P,
/'.
Q,
la
R)
L'i
scelgano
a
punti
Q.
/.'.
Ter
tale
condi-
zione equivale
quest'altra
(.4.
/'. ().
Voi
B)
n.
Voi
i
I>.
P, <\
Q,
B) =
Q, B).
Vo{B,
P.
B)
Voi
P.
('
C.
l'.i
KAi.i-1'oi;
ii.
R. Acc. di Torino,
p.
voi. 50,
669).
Logica
matematica, 2
diz..
311
e precisa
esposizione
i
Geometria analitica,
voi.
I.
'J
udiz.,
pp. 4
~>- ;*">
."
medio
bra
/>.
.V
medio
P,
tra
/.'
C, alla
condizione
Voi
(.1/,
P,
Q,
B)
oh.Y.
o.
R
1/
che
vale, per P, $,
arbitrari, sol.
quando
.V.
e.
<l.
d.
fe<__
Fig.
Se
alla
(3)
si
applicano
le
ordinarie
leggi
algebriche
del
B .D = AC, G A=D
B,
CB=A
IL
che esprimono 1* eguaglianza di altri vettori. Basta perci osservare che il punto medio tra D ed A lo stesso del punto medio tra A e D, ecc. e) Se si suppone A=|=:S la condizione (4j pu esser sostituita dalle tre segiieuti
1
R
:
I segmenti AB, CD hanno egual lunghezza; a 2 Le rette AB, (JI) hanno eguali direzioni fsoho parallele) ; 3 a II verso da A a B identico al verso da G a J>. d) Indicheremo spesso un vettore con una sola lettera. Dicendo a un vettore , esprimiamo che esistono, almeno,
.
punti
tali
che
(5)
= B A.
sono infinite;
siffatte
ma
(J
PARTE
Se a
l'i;
IMA
la
un vettore
7',
Q,
sono punti,
notazioni
a P, Q, R)
lo stesso significato della
i
li ii
notazione primo
membro
la
(5j.
della
qualunque siano
punti A,
per
quali vale
2.
Vettore nullo.
si
Diremo che
i
il
vettore a e nullo,
si
quando:
comunque
(6)
fissino
punti P, Q,
aiP, Q, R)
ha sempre
0.
Risulta dalla
vettore nullo.
(2)
che, se
Ma
se
A,
un
BA=BA
si
deduce
[cfr. n. Ij
4A=B B
e
quindi
esiste
un
solo
vettore
nullo
riduttibile
sempre
alla
forma
A A,
essendo
Il vettore nullo si
0,
zero.
Sia a un vetLunghezza, direzione, verso, modulo. Col variare dei punti A e B in modo che sia sempre vera la (5), non varia la distanza di A da B , e per a 4= 0, non variano la direzione della retta AB , il verso da -4 a P . Questi elementi, bench determinati dallo coppie A, B. sono per delle funzioni del vettore a, e si chiamano, rispettivamente,
3.
tore.
lunghezza
Il
(o
ma
si
privo di dire-
zione e di verso.
Chiamasi
<t
indica con
mod
il
(t,
numero
reale,
positivo o
nullo,
la
stabilita
Le due condizioni
0,
mod
0,
ii
n ;i
conseguenza
r
<i
dell'ali ra
so/a minti
1
cio: un vettore
tu/
0(180.
<
nullo quando
nulli)
Il
suo modulo
in
l'n
rettore
di cesi
unitario
quando moda
l.
Caratteristiche di un vettore; rappresentazione grafica. precedenti risulta subiti che due vettori, non nulli, sono eguali solamente quando hanno la stessa lunghezza, /< stessa
1.
Dalli- cose
direzione
lo
stesso
verso.
la
lunghezza,
direzione
verso
rappresentazione
quale: lunghezza,
di
una
freccili della
retta
danno, rispettivamente, lunghezza, direzioni* verso del vettore. Sono importanti le seguenti osservazioni sul concetto 'li
vettore [cfr. L. BERZOLARI,
a)
1.
e.
|.
a=B =
Potendosi determinare infinite coppie di punti A, l tali l A. ne segue che, il vetche per il dato vettore a si abbia a tore non ha particolare posizione nello spazio. In altri termini, se a un vettore non nullo ed .4, B, C. I) sono punti tali che A D G, punti stessi hanno posizione tali che sodist'ano soltanto alla (4), e. per ci. non sono funzioni del vettore a. A, non conviene dire, come b) Posto in un modo a =z B V estremo del vettore a, si fa talvolta, che A V origine e con A I) diverso la <\ il che giacche, posto ancora a G. possibile in infiniti modi, i punti distinti A. G sarebbero
i
entrambi origini di a
<
11
1
f
).
segmento di estremi
dal vettore
Il
A.
segmento AH una classe di punti avente posizione. B A non una classe di punti e non ha posizione. ha un modulo e una Il segmento AB (per A diverso da l direzione (distanza di A da B. direzione della retta AB), ma ha due versi, uno da A verso B e l'altro da B verso A, i quali non possono esser distinti tra loro senza la introduzione di un A ha invece un terzo punto della retta AB. Il vettore B solo verso, indipendente da qualsiasi altro punto della retta AB.
mentre
l Origine ed estremo di a sono delle pseudo-funsion; come ( numeratore e denominatore di un razionale (nel -eliso usuale), monomio, binomio, trinomio,.. termini di una somma, fattori di un prodotto, ecc. [cfr. C. Bcrali-Foutj, Loi/ica Matematica (Manuali Hoepli, 1919)].
) ,
PARTE
La
frase che
si
Pi;
IMA
talora
la
si
usa
un
vettore
un
verso
segmento
o,
del quale
considera
Lunghezza, direzione
non
quindi esatta.
d) Una velocit, o una accelerazione, un vettore, perch dipende soltanto da modulo, direzione e verso. Tua forza, applicata ad un corpo rigido deformabile, non un vettore, perche dipende, non soltanto da un vettore, elie ne d il modulo, la direzione e il verso, ma pure dal punto di applicazione. Una forza dunque una finizione di un punto
<>
e di
un rettore.
5.
Somma
e a
punto
Se
un
A
che
si
-+ a.
legge
il
pi a
somma
del
punto
col vettore o
indichiamo
a=B A.
Le due eguaglianze
a
= 5 4,
/>'
A wf.
serrili
esprimono dunque, come in Algebra e con le stesse leggi dei la medesima cosa sotto forme diverse. -h Condotta da A la retta parallela ad a e portata su questa, da .4 e nel verso di . la lunghezza di a. otterremo il punto .V .1/. baOppure, se a ster eostruire il punto che medio tra A ed A", e quindi il simmetrico B di rispetto ad 0.
/'.
H
la
Risulta
di
qui
ehe
somma
di
un punto con
un
inoltre,
si
ottiene
dando ad A
il
i-
"
la
vettore a individua
Se A,
li.
C,
D
t
.1
.1
/.'.
.1
B -
li
=A:
si
rae ancora
.1
B
come
i
h(D
<
0),
.1
D),
ecc.,
Algebra
di
sempre con
.1
i
le
li
Dalla
identit
/;
-.-li
dalla
la
definizione
somma
opportunit
di
/.'
non con
AB
coin parrebbe,
priori, doversi
fare.
<;.
Somma
dei vettori.
a)
Con
h
,
la
notazione
<l
clic
il
si
legge
]
a pi
<>
\
fr
<>.
somma
di
con
sia
il
i>
vettore
<i
(>[
qualunque
porremo
a +- b
che
tit
Ini
a)
0,
la
l'orma di
una ideni
algebrica.
4- a
Qualunque siano
punti
ottiene da quella
lai
/;.
t'orinata
analogamente
ff,
1O
+ 01 +
()
:
dunque
le
Seguendo
-+-
<i
-h b
= (a +- h
-+-
d.
cos di
seguito.
Ognuna
espressioni individua
cio
un
vettore.
La somma
dei vettori
commutativa ed associativa
O+ftnft'+O,
(a -+ b)
-+-
=a
-+-
(b
-+-
+.
10
PARTE
L'IIMA
si
ha, in virt di
(a
-+-
b)=
0-+-
\h +-
-t-+-
{a -+-h)
(b +- o)
Fi e
come
4,
ed inoltre
e
(
{a
-+-
b)
-t-
-t-
a--*- (* -l- e)
Fig.
come
sempre qualunque
sia
il
punii 0,
e quindi vero, ecc. La Fig. 4 d a hb mediante la diagonale di un parallelogrammo e si ha l'ordinaria costruzione per la composizion e delle velocit, o di due forze applicate ad uno stesso punto.
e) Il
vettore
somma
di pi altri
a X a s
in
numero
finito,
11
(f
costruendo
successivamente,
punti
-1
H- i,
-l,i
-1
..
-,
il
vettore
la
somma
6, si
ha
Avremo
{B
A) + (GB)=G A;
d
(GB)-*-(AG) + (BA)=0
L'estremo
E della
ABCDE
ed
forma
E
la
=A
-+-
(B
A)
-+-
(G
B) + (D 0) -h (J0
l'atto
D),
(piale indica
chiaramente il cammin A ad E.
di
(successive tra-
7.
Prodotto
reale.
Con
la
notazione
ma
o
e
am
<<
l
(
),
prodotto di a per
si
un numero reale
un vettore,
indica
il
m
:
pi Veramente conviene far uso della sola notazione ma ed inoltre dovrebbe in rrodi ir re un segno di operazione da porre tra i ed a. Per semplicit seguiamo l'uso comune, sebbene a scapito della esattezza Logica. Cfr. in proposito il nostro voi. I di Analyse vectorielle
si
14.
Il'
parte primi
1 la
lunghezza eguale
al
prodotto della
fi
Inngliezza
li
per
il
valore assolato di
2'
In
direzione (supposti
ed a
m non
ed
nulli)
identica
nulli
alla
direzione di
3
il
m non
m
vettore
identico
e positivo o
negativo.
danno
ma poich ne Cio: il prodotto di un vettore per un numero un vettore univocamente determinato. Le pi elementari propriet dei triangoli simili mostrano
il
modulo,
la direzione e
il
verno.
si
ha
(m
-+-
m(a
inoltre
-+-
b)
= ma =
-+-
mb,
0,
n \a
ma
na
wiO
e da
ma
0,
segue
si
0,
oppure
m = 0.
Se m=j=0
a = (
1 la,
=
/>
-+-
a
b),
=a
1
quindi: fritto l'algoritmo algebrico delle operazioni -t-, prodotto e quoto per un numero reale, applicabile ai vettori.
Inoltre
- (B A) = A B
e se
si
pone
AaA
-/
-f-
a),
Algebra,,
/'.
ecc.
il
estendere
es.,
il
-+-
Z?
(A-t-B)
(7:
mB; vt-r. ancora porre sotto la forma mA Nel Oap. Ili estenderemo ai punti tutto l'algoritmo algebrico
,U"i
Notiamo
rallelogramma,
vettori a
le
\-bea
rappresentano con completa il padue diagonali di questo rappresentano duo b (oppure b a a seconda del verso), poich
i
vettori
aeb
si
comune
e su
essi
si
E51
l'<
>R]
il
identicamente
.
(0-+-rt-f-&)
cu
/>.
a)
<>
b)
In
particolare, se
allora
-+-
a da
a b Iranno egual modulo [cfr. Fig. 7], hanno le direzioni delle bisettrici degli
angoli
formati
fr.
lue
qualsiasi
rene,
complanari,
parallele
ad a
Espressioni lineari di vettori. Diremo che il vet parallelo ad una retta o ad un piano , B A, la retta AB parallela alla retta o al piano considerati. Diremo che vettori, non nulli, a, h sono paralleli , che sono comvettori, non nulli. <i. b, planari quando essi sono paralleli ad una stessa retta o ad uno stesso piano. Per generalizzare poi questa nomenclatura, diremo che: il vettore nullo parallelo a qualsiasi settore, complanare con qualsiasi coppia di vettori. Inoltre diremo che vettori a, b sono ortogonali quando sono paralleli a due rette ortogonali; che il vettore '/ normale ad un piano y. quando a parallelo ad una retta normale al piano y. K chiaro che: a e b sono paralleli quando punti 0, O-ha, -+- b sono collineari; a, b. e sono complanari quando punti O - b. <) O, O ((, e sono complanari. a) Ogni rettore a parallelo al vettore non nullo i, si pu esprimere linearmente, in un sl modo, mediante i; cio
8.
=
i
<
a
e
//
.ri
ninner reale %
Unico.
14
I
PARTE
due
rettori
si
nmiA
comune lunghezza
(mod
ija,
(modri) hanno a
e direzione e
ha
(mod
moti
'/
secondoch a ed
mod mod
in
un
sol
b)
modo.
Ogni vettore a complanare con
e
i
rettori
non
paralleli.
}.
si
A O-i-a
pu esprimere linearmente,
UH
cio
sol
in
;
modo, mediante
e j
a
e la
\J.
.vi -+-
yj
coppia di numeri
reali
X,
unica.
Le
da
Fi''. 8
parallele
-+-
condotte
rispet
o ed
a= A
vettori
in
/>.
tivamente
si
ai
./
incontrino
Si
ha
identicamente
B
ma B
ed
0)-h
L4 B)
i
AB
si
ed
.):
quindi, per
il
teo-
rema precedente,
un modo.
ni.
a
Se, in altro modo,
si
i -\-
ottiene
a
soi
t
xi
i
-f-
,(/
.)
raendo
si
ha
(x
x')i
//
il
y')
0:
se
=^ 0, allora
:
od
si
od
quindi
ed
x // contrariamente all'ipotesi. Dunque x la coppia .. y e unica. e) Con un ragionamento completamente identico in ne provare che
.
cio
si
pu
""
>
si
rettori non
in
un
sol
modo,
a
6
l((
ri
yj
:/.
termi
a?,
//.
di
numeri
reali Unica.
Fiff. 9
precedenti.
!.
Punti
di
una
retta, di
Posto
P=A-h.vB
A.
poich
P
retta retta
retta
.1/':
viceversa,
parallelo a
B il,
Sta
sulla
AB
Analogamente
A,
/>,
G non sono
.4
1
collineari,
punto
P^z
col variare di x ed
il
//
A h- x[B
nel
campo
G,
dei
numeri
reali,
percorre tutto
D
h y
non complanari.
G
P= A
col variare di
,r.
-+- x\
4 + D A),
z
y.
e.
possono esprimere tutti i punti di una retta, di un piano, dello spazio, mediante dite, tre o quattro punti fisti.
si
Dunque
16
10.
1*A1M E
PRIMA
si
Se /. pn dare
/'.
/.
sono
vettori
non
la
forma
= ad
reali.
h bj +- eh.
coordinate
vettori "i.
li
di
riferimento
>t
ck diconsi
componenti
li
}.
l.
subito chiaro die le coordinate di mu sono prodotti li m per le coordinate di ti le coordinate della somma di vettori sono le somme delle coordinate omonime dei vettori, ecc.
:
Si
ti
ponga
ai +- bj +- ck,
"
u'
= +
a'i
b'j
+ e A.
"
<t"i -+-
&"J
-+-
/.
solamente quando
hanno
li-
per per
a'b'c'
4=
0,
0,
e'
a'
=b =
b'
e'
a'//
4=
=r
e'
=b
b'.
0;
0.
per '4=0,
Intatti
qualunque, & = c = devi' essere n = mii. cio = me' ecc. a=:ma'. b = mb\
'
I vettori
nullo
il
. '. i*" sono complanari solamente quando determinante formato con le loro coordinate, ci
17
numeri
li
.'.
y,
sono
li
/.
le coordinate cartesiane d
P rispetto
i,
/,
/.
al
sistema
dotte da
i
riferimento
ad
i, ).
cni:
ne l'origine;
gli
le parallele
li
consono
dei
ne sono
la
a88i' A
versi
lunghezza
li
nno qualunque
le
tre
vettori
II
ne V unit
/'
<
di riferimento.
punto
il
cos
espresso
le
mediante
in
sue
coordinate
e,
tutto
sistema di riferimento
a
modo semplicissimo
ci che
bastano
li
individuare
il
punto
se
riferimento.
ottiene
le
li
rette e
piani
e
si
propriet
vettori
P
P.2
h xJ
.tv
/'
i
,/.-.
P,
=zO-h
-+-
yj
nj
-+-
z% k,
-+-
P
-+-
i -+-
3 .j
P= O
u = mi
-+f
xi
yj
-+-
:/..
pi.
= mi
P
-+-
!..
terr
e
Iella
il
si
vettore
parallelo a
I\
ot-
quindi
n.
LO
lela
Parimenti, l'equazione della retta uscente da P, e paralal vettore x , per la stessa ragione,
,r
y
n
vettori
PP
z
P P
1
Pn
P,
P,,
ll
P,
sono complanari
quindi
iVa
a? 2
y Vi Vo
y
il,
i
~i
=2
:,z
18
PASTE
Sostituendo
in
l'i;
IMA.
:
questa ad
x, y,
le
/'
cio
i
'
ha Jn condizione necessari
punii
L'equazione
tori
piano uscente da
/'
parallelo
ai
vet-
" e "'
'
x
m
'
n
n
j!
z
j>
0.
in'
p
equazioni
esplicite
A.bbiamo ottenute
del pian.
cos
le
della
reti
tacile ottenere
le
equazioni parametricke.
puuto P quando
Il
parallela ad u
P= P
quindi
-+-
hu
=x
-i-hn),
= O-h y=y
P
(.',,
-t~
hm)i +:
-+-
hn
hp.
parallelamente ad x
e u'.
avremo
modo
km
-+- i'm'.
=x
-+-
=y
h
-+-
hn
-+-
h'n',
i-
hp
-h h'p'.
Eliminando
precedenti.
b)
h,
oppure
/''.
si
ritrovano
le
equazioni
La
ax
+/>,;/
-+-
cs
+ (/-i,
non tutti nulli, l'equazione di un piano. Supposto e ricaviamo z dalla- precedente e sostituiamo il valore ricavato nella espressione di /'. Otterremo
o, &. e
P=0 +- xi
cio
-+-
yj
i
\
a
-
>
,vh
)f>
0e
./
/.
i
ni.
'
>
pi
/'/.
punto P descrive il piano uscente da {djc)k A-, o &&. Ricavando invece a? > parallelo ai due vettori oi
dunque
il
e
v.
IPEUZIONJ ED OPER
ai
L'OR]
'in'
ETTORIAL1
piano
in
H>
trova
il
questione
el
tori
hi:
cj
ci
ni.,
j -- hi
il significato geometrico dei numeri a, &, e. K assai tacile trovare le condizioni di parallelisi due rette <> di due piani. Per una retta ed un piano
ed abbiamo cos
<
li
ni
-'---- =
a
]
il
ax
/'//
<:
(1
= 0,
bkcj,
<i/>
cio
II)
CAPITOLO
Prodotto interno
II.
e settoriale.
1.
Angolo
di
due vettori.
a,
Siano
t>
,
n,
i>
vettori
non
nulli.
<3on
la
notazione
ang
si
indicher
<
l;i
misura
per
in
radianti
dell'angolo,
a
arbitrario
passanti
punti
-+-
a,
rispettiva-
mente
L'ang(, b e un nnmero reale, positivo o nullo, univocamente determinato, funzione di a e b soltanto, e appartenente cui estremi sono 0, ~. &IV intervallo evidente che, essendo ni, n numeri reali non nulli e di e.uual segno, si ha
i
:
ani;-
a. n a, a)
ang (b
0,
a)
(a,
= ang (ma,
fri -i-
nb
(re,
ang
Inoltre
:
ang
ang
ang
6) =
iz.
n.
/>
=0,
:
ang he
a, 6
a, b
= -,
e
sono paralleli
e di
verso contrario:
b)
lilialmente
ang (a,
=n
2,
= en ang
".
&),
22
e
l'Airi
ri:
ima
rosi
per
le
<>
<>.
f>
pu
nullo, non si pu dar b notazione per ang a, scriveremo ancora significato sen f. i>, cos ". & intendendo indicare sempre, ad es., il numero zero (e sarebbe indifferente stabilire wo, ovvero un numero compreso tra o ed
alla
; l
.
mentre eoa
lt+1.
2.
Prodotto interno.
di
a)
Chiameremo prodotto
".
interno.
a per
rettori
qualnque,
x b.
o
<
che
legge a interno b
a scalare &
il
nu-
x b = ni od
mod
e
&
cos ". 6
La interpretazione geometrica
importante.
meccanica della
molto
Se
lela
moda 1,
a.
allora
axb
la misura,
ad
Pi precisamente:
se.
per
moda = l
= B A,
B A-h 6
Fig. 10
sono
siasi
A',
le
proiezioni ortogonali di
-4.
B
/>"
su di una qual-
retta
<<
parallela
chiamarsi
tore a
2
,
ad
a,
per
il
vettore
pu
si
ha
B'-i' = oxJ'<i
16
:
come
8e
/:
risulta
A'
<li
.!'<
re/2;
",
il
vettore
/>'
<i.
.1'
trario
a secondoch ang
iiiod
acuto o ottuso.
axb'tt
b
la
la
componente
componente
li
6 parallela ad a
i>
axb'a
inforza
li
di
normale ad
il
e
li
^i-
vettore "
in
i
(.costante
trasporta
il
plinto
b in
linea
retta,
lavoro
compiuto
sono
vet-
b.
lei
Le propriet fondamentali
e
prodotto
a,
//.
interno
'
sono
numero
a
reale,
X
x 6=
0xa =
o segue "
'.
<> /-
3
'
da a
a
<.
ti
normale
b.
(5
(I
'/'/'
fi
(a
7
h-&)Xc=Xc-t-&Xc
a
".
Le
e
-">
sono
&=j=0,
deve
4
per 7=j=0
'
f>
perpendi-
colari.
La
evidente per a
ti.
=
.
0,
ovvero
la
//
-_
o.
b nullo, allora
vera,
per
la
(1),
La
nessuno
(5
degli
la
enti
.V
a,
(>,
nullo.
(1)
Se
di
risulta
dalla
osser-
vando che
ang(,
6)
= ang
>, 6),
ovvero
ang
ti.
li
r=n
ang
uta.b
della
moda=l,
moda = l.
0.
c= C B
essendo
-4.
/;
24
le
PARTE PRIMA
proiezioni
ortogonali
si
dei
2
punti
A.
/:.
G,
sn
di
una
r<
parallela ad n.
U dalla
B'A
-a
!>.
f"lJ'=aXc-(i.
("
- A'= a
-+-
Fig
sommando
le
prime due
si
ha
a
C A'= [a Xb-+-aXc
che, confrontata eon la terza, d
X [b +
e)
= (a X b
.
-+-
a
.
Xe
La
risulta dalla
seconda delle
qnindi moltiplicando
. m
per .
[cfr. a
xh^M'/ix: ma
r=Xt,
il
]
i*x**=l"lcos
la
LlcosO=l
si
e quindi
che dimostra
7. Lo. stesso
ottiene
mediante la nota espressione della componente di o parallela ad u. La prima delle 3 eie t), 5), 6 provano che per il seguo < di operazione vettoriale, valgono le ordinarie propriet del prodotto algebrico di due fattori: di non pi di due poich le notazioni o- x &) x e, a x (6 x e sono attualmente prive di significato e non possibile dargliene uno in modo che, valendo 1-7, valgano le ordinarie propriet del prodotto algebrico le di tre o pi (attori. Le altre formule esprimono propriet
Xh=
b.
OPERAZIONI
l'.D
OPERATORI VETTORIALI
delle propriet ora esaminate.
.1.
/;.
25
Tra
.1
punti arbitrari
l>
0,
/>
ha
luogo la
-
identit
C)X
t
i
A)x
/>i
/.'
l>
.1
/;
1>
0.
[11 fai
ossero
and che
C)
(B
/>i
/>
x a D),
termini
la
(4),
6), si
facendo
ha subito
(die:
se
1<>
la
identit indicata.
in
un
tetraedro
i
due coppie di
lati della terza
punto comune a
due
delle
altrui
!K
del
ABC,
Siano
anche
/'.
la
/,'
.1.
il
punto nei
quale
si
incontrano
le
norma/i
condotte
(nel
piano
le
PABJ
dai
alla
punti A,
alla
retta
retta
alle
rette
VA. PB.
alle
Dimostrare che
antiparallele
Ali.
rispetto
rette
PA, PB,
sono
norma/i
PC.
Si
a
b
= mod A P),
(
u
v
= mod(B Pt,
le,
= (A Pp
(
I'
,
a
j
b.
ovvio ebe
vettori
verso, ai vettori
P. B
i
v sono unitari
P.
paralleli, e di
egual
Se
si
considerano
punti
A
la cui
= P^-bti,
AB
B^P-t-ac.
la retta
costruzione immediata,
AB
1
parallele considerate ad
ed ha
1
la direzione del
A B
Ora, per
il
= bn av.
iG
punto
si
ha
(C-l)Xtt=0,
ed osservando che, ad
es.,
Bxr =
A = \G Pi il- P) si
i
ha subito
(CP
xu= (A P)Xu =
a.
Pi X v =(B P x v = b;
L'i;
PARTE PRIMA
ri spetti vammeli te
moltiplicando
(C
per
ed
sottraendo
1
Pi X
Se.
(fcu
av) =
cio, {0
P)X(A
'<
II,
=
ar-
che dimostra
e)
si
pone, essendo
rettore
bitrario,
(8)
rt-
= rtX ",
8
,
risulta
= (mod a)
-+fi,
moda
(a
-+-
yet*,
/>-.
(9)
&)
a 2a X 6
2
i
&*,
5)
x (a 6) = a*
le
:
Ad
elie
il
es.,
per
vettori
b, e si
hanno
esercizio
identit seguenti,
lettore
-+-
bf -+2
c)
=^4(a ! 4-ft*H
b*
-+-
e)
(e
-t-
ftj
-t-
-f-
i -+-
e*
diagonali di
prima delle quali esprime che: la somma dei quadrati delle un parallelogrammo equivalente alla somma dei quadrati dei lati; e analogamente per le altre
la
3.
riale (o
Prodotto vettoriale. a) Chiameremo prodotti' retto anche esterno) di un vettore a per un altro b V indicheremo con la notazione
<
&Ab
che
si
i>.
legge
vettore 6
o a
a esterno b
:
quel
a,
vettore
+ 6/
/
tale che
1
il
mod
6
?t
eguale
/>
:
a
e
mod
la
mod
seti
cine
grammo
vertici
i
0,
a,
Oh-h
2 la direzione di (per
&;
e
fr;
normale ad a
vettori
al
cio
piano del
27
il
verso di
"
per u
pollici
della
mano
sinistra,
quando
1
dispongono
Vinilici
:
ed
il
.1
medio rispettivamente nella direzione e verso di e i> vale ". f> ft, 0-4-w): dire si ha Voi 0, qualuuque sia
1
il
punto
Il
0.
vettore
fissata
cos
univocamente
'li
1 1 1 i
determinato,
una
volta
L'unit
lineare
1.1.
risultandone
indivi-
duata grandezza, direzione e verso. h sono Le propriet fondamentali dell'operazione \ sono vel espresse dalle formule seguenti, nelle quali a, i>,
<
tori
///
numero
(i
reale.
a
0.
():
'
da a
in
b
\
i)
risulta a
o &
(,
e/
parallelo a b
2
\
h
e)
ma)
a
\
b
t
=a
a
\
(mb)
a
a
\
(
(b-h
tu
\
'
=fl
A c
+5
a
\ e
ili
a
inod a
=b
\ &)
= mod a
mod b
sen
a,
/>;.
Le propriet (1), (2) e (5) risultano dalla definizione stessa e dall'osservazione che ma vettore avente la stessa direzione di a ed il verso eguale
contrario secondo che m positivo o negativo: e faci!niente pure
si
k
'
deduce
Poniamo anzitutto
6
ma
MW
t___
Fig. 13
-+- ft'
con
le
componenti
di
[cfr.
&
\ &',
perch questi due vettori hanno egual direzione, egual v< ed egual modulo, essendo il parallelogrammo costruito su a, b equivalente al rettangolo costruito su fi e b'. Ci posto, se b
28 e e sono normali ad a
PARTE
l'UIM
la 3 sabito verificata. Infatti sapposto che a sia unitario e ci, per la 2 toglie nulla alla geneh si ottiene da b eon una rotazione li 90 ralit il vetton- fi
. .
._-.
u
la
-
nel piano
nonnaie ad a
il
in
+c
r
danno
fi
< e
e quindi
teorema
b
vero.
Xel
caso
generale poi
potreme
sempre porre
ina
-+- b'.
no
-+-
con
/>
e',
quindi anche
b' -+- c\
normali ad
6'
a.
Allora
i.
fi
\ (b -+-
c)=:a
li
-e-
/>
'f
r'
per
la
di
seguito
h'
-f- r'
\ b'
-H
f/
\ e'
rfl
ha
e;
il
La seconda
delle
dice che
h
la
condizione di parallellmo
dei vettori a. b
fi
0.
La
esprime
(die
pero
di
il
cambiamento
segno.
due vettori
Nemmeno a \b ,\
non sussiste la propriet commutativa; ordine produce soltanto cambiamento sassiste la propriet associativa, perch i
di
e e a
<
sono
in
come vedremo
tra poco, e
quindi
la
notazione "
di significato preciso.
29
ortogonali
Se
e
i,
sono rettori
defluisce un
ani tari
si
nuovo vettore
'
a.
ponendo
'
h
Valgono
le
il
sistema
i,
j.
/.
destrogiro ortogonale.
relazioni
(6j
[
ix
i
a
,y
-x
../.
<>
=j
il
.\
/.,
i,
A-r-e
.y.
qualunque
sia
vettore a
si
ha
identicamente
a
(7)
(iX'
xi
,
i
+ Xi'j + oX A
i
poich essendo a
spetl Lvamente, pei
//.;
e/.-
si
ha,
moltiplicando (x),
ri-
j.
k
y
/,
./".
=aX
hanno
il
Relazioni tra prodotto intorno e vettoriale. a) Si le due formule importantissime seguenti, che esprimono teorema del duplice prodotto rettori/tic.
4.
-
(1)
(2)
<i
\b)
\
f>
\
\
e
e
i
=aXe
~a X
&Xe
a Xb
4
e,
r/
c-b
la prima delle qriali esprime il vettore (a <\ b) \c, complanare con vettori a, b e nonnaie a e-, linearmente mediante vettori a, b analogamente per la 2 La (2) e conseguenza immediata della (1) e della (4) del n. 3,
i
i
/\
(6
e)
a,
La
(1)
vera se
uno
dei vettori a,
nullo.
In ci che
toglie nulla
2
axb =
().
Non
a2
si
supponendo
a, 6
unitari, cio
=& =
l,
e ci
-li
PARTE PRIMA
in
a*
= b* =
virt della
1) il
del
n. ".
">.
NTelle
ipotesi
n.
ora
fatte
0X6
0,
sistema
/>.
a
7
i>
unitario-ortogonale-destro3]
del
//
il
li.
il
h
-+-
a.
6
=eXa
<i
+e X 6
si
&
in
quest'ultima,
a sinistra, per
La subito
C
=CXa
eXb
fi
vale a dire:
la
ti,
vera
i>
Siano ora
b
allora
o
si
= ma
\ &,)
bj
con b
xa
t
:0;
ha
\
h,
= = X e =a x e
(a
= X e &, X e ma) b X e ma X e b 6 x e a wa x r a +- ma X e- a
\ e
f/
quindi
a
la
le
vera in generale.
1 .
alle
permutazioni circolari
del
le
<i
!-
<i
0.
Per o*
dalla
=
i>
l,
cio
per a unitario,
della
si
ha
subito,
dalla
di
precedente male ad a ,
a
\
espressione
componente
nor-
--.
componente
di 6
nonnaie ad a
che
la
formula gi noia.
sia
Per a 4= ft pur no rr r^ 1,
Xb
11
OPERAZIONI
!>
II'
OPERATORI VETTORIALI
b
e),
"-
I,c
notazioni a
i>
<c
'li
indicano
<1
<*
prive
significato
li
le
due
le
axb
j
e,
1
1
</
e).
Converremo
scrivere
senza
>:
1-
cio porremo
a a
Xh
\
\ r
a
<i
h
b
r.
<lu<- aggruppamenti privi li che, per L'applicazione delle bene significato. Si propriet formali, alla notazione, semplice ma non precisa, e). a x b \ e, deve sempre sostituirsi la notazione precisa a x <>'/> ' e, non si pu dedurre dall'esCos, i>. es.,
intendendo sempre
li
escludere
poi
osservi
'
axb
a'
sere a
<b
&',
come
cise; dall'essere
bx-c
non deriva a
\bxc
0,
come ora
e,
<>
vedremo;
ecc.
aXb
bXc
axb a X b
<
solamente quando
\
a. h. <
sono complanari
(6
7
\c Xt>/\ e = axb \c =
a
lire:
il
b X e b X a < = axe
f\
ecc.
Voi
(0,
O-t-fi. O-t-b,
0-\-c\
arbitrario;
vale
prodotto misto
in
si
tre rif-
ior sono
complanari
li
particolare, se
due o
:
tre
fattori
sono
eguali, o multipli
tra /oro
il
i
si
possono scambiar*
segni
X
di
\,
cambiamento
posto
purch non si camiti l'ordine dei fattori; di due fattori produce cambiamento di
il
segno,
ma non
di valore assolato;
significato
della
1<-
ovvi.
l
aX b \c=bxc
che danno
le sei
\a
= cXaf\b=a
le
forme sotto
quali
uno
si
prodotto misto. Queste propriet presentano analogia con altre ben note dei determinanti, La loro dimostrazione non presenta difficolt.
IVJ
PARTE PRIMA
La
1
dice
normale a b
versa, ecc.
e e;
che a normale a b \c che a sua volta dunque << complanare con b e '. Vice
Per dimostrare la 5), sostituiamo nella 1 '-con// e, nella al posto di a e osserviamo che \c perch /> normale a fc \c <<(.: allora si ha o/\6x6
2
0,
poniamo a \b
6x6
\
(a /\
\ (b
/\c)
= axb ,\c-b, ah
a
/,
\ e)
=a
e in
conseguenza
Xb
.
\ e
=a
.">
XC
/;
che dimostra
Le
(6)
si
=
-t
0,
quando
de]
n,
'!.
Resta
da dimostrare
Sia h la misura, con segno, della distanza -+- e Si ha piano dei punti 0, O-^b,
di
-+-
dal
ft=modo' cos(a,
da cui
si
'
\c)=rmodo'
' *
/.-
b
,
\c
,
i>
.
niodrt
mod
<
- aXb
>
\c
,
mod
//
trae
\c
= h' mod
e la misura dell'area che dimostra la 7 perch mod base ed A e l'altezza del parallelepipedo.
e)
di
Qualunque siano
vettori
:
<i.
b.
>.
f.
u.
r.
>i
hanno
le
x c \d-a e x d
\a-b-+-dX.a
axb
X
\c d
= 0,
xb
<
= u Xbf\
>a--uX.c\a-b
fior a
<i
<
.
x b \cn
esprime
.i
Xb
<t.
\ e
u
>
= Xa
il
\ e
il
Xb
< \
<
\e
die
per
b.
"i'i.i;
\/h
"NI
ED OPER
ii:i
1.1
L'ORI
e,
u
".
<<
33
/>.
diante
10
vettori,
(a
\
<
a
V
il
l>
l>
il
ii
-il
a
.
b h
il
il
a
/
h
/
11
il
il
,,
X
-
"
x
'*
b
/>
" <
(l
xm x
>
w
//
"
a>
//
v
/
>
"
" u
/f
>
b
V
'
<i
< ir
X*
UX V
"'
/'
b
<
XW
ex
di
'
X "
d
(.he
esprimono
il
il
due prodtti
misti.
vettoriali e
In
11'
prodotto algebrico
due prodotti
particolare dalla
si
ha
irb"
"
della quale
2*
<i
fu
dalla
'
li'
Xb
'
L.V;
x e b- e X X C-C X Xb
1
e*
X6
fi
<t
if volume di un parallelepipedo, del quale sono note le lunghezze degli spigoli mutui angoli da essi formati. Dimostriamo ora le formule $)- li''. vettori fi, b. r. i sono complanari, allora la 8 Se vera perch prodotti misti sono tutti nulli. Se, ad es., <i. b. non som complanari, allora esistono numeri .r. :. m con w=|=0,
clic (l
<
<:
>/.
tali
(die
eoa -h
yb
t-
zc
-t-
md
=
;
0.
'.
\ a,
xa
sostituendo
la
(8)
i
e +-
md
.'.
xb
//.
\c
si
= 0"
-
valori trovati di
facili
:.
ottiene
la
precisamente
con
trasformazioni anche
1
i '
(Atri.
Acc.
A. Pknsa, Sulla risoluzione di equazioni vettoriali ed omogrfiche Torino, voi. 4it. 1913-14). A. Guglielmi, Prodotto di due
, a.
XI. 1919).
b
34
PARTE PRIMA
Se
n. h. c
e la
(9)
vera
si
pu porre
ma-hnb
b
i
c-\
uX b
i>
-
'
e \ a
\-
t-
e- a
=
\b.
=0.
muxti'b \a
Se, invece
tori
ti,
mi
h,
\
1>
\<i
muXa-\-nuXb)a
il
i
pi a nari, allora
si
anche
vet-
f\
e,
\a. a
ha
xb
-\-
yc
-t-
b, e,
\ a, la
'.
rispettivamente,
ha
x a xa Xb./\ e,
le
(5),
<i
.
/>
1/6
Xe
Xc = ^X
.
&
e quindi, per
risulta
vera
le (10),
11.
basta
osservare
che
per
for-
b)
6)
f\
(u
/\ v)
/\ t>)
X (w
= a Xtu =aX 6
)
\ v)
-6-6X
Av
.
'
\ v)
, ecc..
\ (t*
) {
=
ha
e< r -
(8'),
11
si
xb
fr
(v
,/\
\ tv
\ "
X
x
t*
t.
fc
K>
che
11;. il determinante secondo membro della In particolare per un sistema cartellano /. ), A' cio A2 e per mi rettore quatale che i 2 =j i 1, xj \ A -| 9 lunque w si ha dalle 8'
appunto
d)
= =
.
(13)
iX
a
.
.
jJwXj
)
\k-i-*-itXk
\
\i.j+uxi
A \
i
\j*k[
(14)
7-7
\
'<
2K
X i'j
+ X
il
\uX A
allora
\j[,
.)
E
10)
se
il
sistema
ortogonale destrogiro,
le
L3j-
il
danno, concordi.
u
la
7
=zuXi'
n.
3.
.)
.)
I'
'
che
dei
''>'>
Come
prodotti
misti
diamo
le
Se
a, h. e sona
rette
condotte da un punto 0, arbitrario, parallelamente ai vettori n, />, e (le rette Oa, Ob, Oc), appartengono <l U cono circoline retto il
cui asse
a)
parallelo al rettore
b
Infaiti. Se tale
/\
e h
o \ a
\ b.
cono circolare
esiste,
il
tale che
a
essere
e)
X =u X
fi
e.
Devo dunque
lX(&
cio
:0,
iiXc
c\
\ (e
a) = b
a \b)
e
in.
\ e -h e
-+-
\ b.
Allora posto
a
b \c i-c
\<i
con
m
(aj
mod(6 \c-hc \a
<i
\h\
il
vettore u unitario
soddisfa alla
del
Oc sono
tre generatrici.
qualunque dei quali non sono complanari, siano tali che, per o punto arbitrario, le vette Oa, Ob, Oc, Od, siano generatrici ili uno stesso cono circovettori
unitari
b, e, d, tre
X e \d e X d \ a
Xa
a X
e =
0.
Se
la retta
Od appartiene
al
cono individuato da
b \,cjm e
<t
a.
la
b,
deve
essere u
xd=nxu=a x
-+-
quindi,
&
\ e
per
y.
h \ e
elie si
e \ a
-+-
xd= x
forma (b). Viceversa se vale la b), u <t. esprime che ti x d vale a (y) dire che la retta Od appartiene al cono individuato dna. b.c. Si noti che se vettori a. b. e. d sono complanari e due almeno di essi non sono paralleli, allora il vettore u normale
la
vale pure
questa
:;<;
parte prima
piano dei vettori, la un piano normale ad
b
al
a<l
n.
una identit
il
cono
.si
riduce
Con5. Proiezioni. Applicazioni alla trigonometria. sideriamo una linea poligonale qualunque ABCDE..., e sia u un vettore unitario parallelo ad una retta arbitraria. Si La. ad
<t
A)
-+-
(0 B) h
C
ti -t-
A'
/'
E A
e poscia
B A)Xu-h(G
e
B)
A'
.1
i)X rappresenta la proiezione di AI: sulla con un segno determinato), cos concludiamo che; la somma algebrioa delle proiezioni dei lati di una linea poligonale su <U una retta qualunque, eguale alla proiezioni dilla eongiungente l'origine con l'estremo della poligonale, ed india quando
poich
'
/:>
retta data
la,
poligonale
chiusa.
L'ordinaria teoria delle proiezioni dunque implicitamente x. contenuta nell'algoritmo vettoriale dei segui +lati del triangolo -1/ b) Siano a, b, e le misure lei
e siano z,
a
[3,
y,
in
radianti,
niod (B
Ci
cc
= ang(S A, A),
AC
si
Si ha identicamente
B\
moduli
ha
sen x
sen y
e
a
Dall'identit
A
si
B)-h(C
X
per
.1
/-'
ha, moltiplicando
/;
/>'.
Il
C A)X
;
/'
<"
a.
'
e quindi,
dividendo per
e
rf.
cos
cos
><
Quadrando
la
stessa
identit
abbiamo
(0
ossili
B) 1
.1
B
a1
'
.li
e
1
.1
/'
x(C
.1
fr* -e-
2a6 cos
le
Sia
in
<)
t
il
centro
di
una sfera
:
vertici di un
riangolo sferico
(3,
a.
/>,
lati
pur
radianti, a,
y b
gli
angoli. Se
poniamo
a
si
O,
:
ha
b
Xc = COS
\ b.
a \c
-/:
ecc.
Ora abbiamo
{a
\ b)
X (
1.
il
\ e)
ina.
per
la
(111 del
n.
primo menibro
-
eguale a
n-
xea xe
cos a
-quindi
= eos b cos
sen b sen
eos
y.
che
la
'.
Questo teorema
si
pu
^[,
di
mostrale anche cosi, facendo uso del sono i piedi delle normali condotte
da
(a)
(&)
fi,
alla retta
si
ha
cose-CT,
mod (B M) = sen e,
BM = p-
mod (C ^r
.V,
-e
si
ha
sen
sen b cos a
= b X e cos b-bXu cos a X e = cos a cos cos cos cos cos = cos a cos b cos
e
/
-t-
cos
cos &
/>
-f-
cos
da cui
Si
si
ricava subito
la
(a),
il
teorema dei
38
d)
PARTE PRIMA
Se
si
la
(10)
del
i>.
4,
\b)
/\ (a
\ e)
=xb
\
\ e
risulta
(a \ 6)
/\
n \ e
X =
(6
\ (6
x6_
c \ a
c \
'
X
:
<
e quindi
se n b sen e sen
= sen
sen
y.
e seri
a sen
j3
= sen
<i
sen
/>
sen y
e infine
sen
:
i
sen v
sen a
sen
sen e'
a) La distanza di due Distanze, angoli, aree, volumi. eio da A\, punti A, 5 data da modi/?
6.
\,
(B
b)
Per
l'
abbiamo
eos
(,
&) ;
fr
quindi, se
il
i punti A, B, 0, 7) determinano due rette AB, coseno di uno degli angoli cp formati dalle due rette
CD
cos
cp
/>
e)
Uno
AB
eoi
piano
il
vettori
BA
ODE
e
Beni [cfr.
(Zi],
ma
occorre
ilf)
il
prodotto vettoriale.
1
Si
lin
infatti
dalle (a)
ma
A (C iV) X = XftAi {BM)^\(0 N) vettore parallelo ad e quindi M A ^Y) X = Ben C sen sen a
(JB
(
per
le
/>
</''
cambiando
e,
si
lia
Ben
Ben
sen
oc
= Ben
sen a sen
sen a sen
sen v
0.
d. d.
">'
-Ci
;
'..
i
/;
('):
la
formula
precedente d
il
seno
di
tale
angolo
cio
/;
s<
'"
mod(B
/:
i
C)
0)
['
d)
^ tonnati dai
due
piani
.450,
si
ha
s ?
mod
)(B-A) \(C-A){x)(E-]))/\(F-J)[
J
(B
A) A (C A)
]))
['
e)
risulta
su-
bito cbe
.<
arca triangolo
ABC
= ^ mod
(J5
A)
\(G A){.
die a
f) Se a, &, e sono vettori, si g; visto [cfr. (7) del n. 4| b A ' il volume, con un segno, del parallelepipedo
costruito con
tre vettori, in
di
conseguenza
il
volume, con un
vertici A, B. C,
(7,
J))
C
e
- A = {C I)) - {A -
(0
tale
A)
\(D-A)=,(C- D) A (D - A)
Voi (A, B,
0,
D)
(B
- A) x (C -
7))
A
(
- -4)
uno dei rimanenti lati. volume non varia dando ad una stessa traslazione u lungo AB, ed a (7 e 7) una stessa traslazione v lungo CD. Infatti B A, C D non variano; D A
pu
le5
diventa
(7)
-f-l'i
(A
-+-
= DA
i
-+-
m\
1>
A - B
40
PARTE PRIMA
larmente,
//
D e poi per A scaMoltiplicando vettorialmente per G il prodotto misto primitivo m>n risalta alterato. La distanza del punto A dalla retta BG
moil)(B
I:
La
(1
lai
piano
BGD
(g
mod)(GB)h(D B)[
A)x(0 A)i\(D- A
'
Se un punto del piano B&D ed m un vettore uninormale al piano, allora la distanza di A dal piano, sempre con un scotio, , pi semplicemente.
i)
tario
[A
0)X
i.
_/'
Finalmente
la
generiche
AB, CD
(C
'
Infatti: senza toglier nulla alla generalit (vedi sopra possiamo supporre che AC sia la normale comune alle due rette: allora il numeratore rappresenta il volume del parallelepipedo di al.-1 tezza AG e la cui base ha per area modj(B \ (_D Oppure, pi semplicemente, considerando la distanza di dal piano dei tre punti A. />, A -t- {D G\.
.
notazioni
a Riferiamoci alle Coordinate cartesiane ortogonali. n. rispetto al soliti) sistema e convenzioni del d ortogonale , j. /.. Se ai vettori
7.
.">.
.
= ai
+ bj
u'
-t-
ok,
-t
u'=za'i-i
/>'
b'j
c'k,
=a7
ci..
si
applicano
le
vettoriale
41
lo
'/
si
hanno facilmente
formule
/ ;
/.
a
a'
II
b
b'
o
<'
!><'
//e/ h
<(('
ea
aV
a'b)h
H
n
= aa'
\
a
-I
/>/''
h ce
i
mod
<T-
A'
b
b'
e
<'
ii
a'
n"
"'
cos a. a
\
AA
t-
ce'
.+-
-4- />'
+ f'
/
) a
e infine
COSI,
A a* h- 6*
-+-
cl
si
La identit geometrica (11') del n. 4 per dne vettori u. n' traduce in quest'altra, dovuta ad Eulero, della quale difficile vedere il significato geometrico
i
{be'
b'ef
b
11
ca'
c'a)
((r
t-
(ab*
a'b)
-=
ft'
=
punto
-+-
-+- C' x )
Ktrt' -+-
h-
ce')*.
P=
P
-+-
xi
-+-
yj
-+- s
= O-+~.r /-e-//j'HC,A-.
o
normalmente
al vettore ,
solamente quando
(P-P
cio solamente
iX
0:
*,)
quando
ai ,r
+%y
Q
|
-f- <?(
0.
Dunque
il
piano di equazione
a.r -+-
by -h cz -P
a*
42
normale al vettore
l'Alili:
PRIMA
bj
-+-
</.
abbiamo
piani,
li
cos
il
<(.
I>.
e.
li
Le formule
lmio
gli
angoli
li
due
rette,
due
una retta
e di
un piano,
problemi Iella geometria cartesiana si risolvono geometricamente, ricavando dalle equazioni gli elementi punto e rettore -In- individuano gli Miti coi quali si vuole operare. Come esempio ricaviamo dalla espressione generale, gi trovata, Iella minima distanza li due rette AH, Ci), la minima distanza 5 ddle due rette di equazioni
^o
yyo_ z z o.
43
Dovendo
essere
/'
./'
/.',
<<.,
risalta
al
<-Ih-
ogni elemento
del determinante
gebrico; quindi
si
precedente avr
:
eguale
= an + a
i'
tl
a n k'
a
I
a lt i'
,J'
rt, .y"
3
/.
k
abbiamo
= an
i'
-H
"A
in coordinate ortogonali.
CAPITOLO
111.
Calcolo bariceiitrico.
1.
Definizione delie
:
forme
a)
di
,/
,
opinili
forma nulla.
Se
1,
2
li
una suc-
cessione tli numeri reali e A, una successione notazione, attualmente privn di significato,
il)
.>',.1|
punti, con la
n
t
x% A t
-+-
+-
xn A
(a
brevemente,
-.< .1
i
sinistraj
tra
terne di pirati e
nu-
(2)
(xiA^P,
Q,
R)
= x
<*.
Voi A
/'.
Q,
Ri
qualunque siano
L'operatore
della
i
punti
e
P,
R.
univocamente
.*
.
determinato,
il
perch,
si
Indicheremo spesso una F, con una sola lettera. Dicendo 8 una P, intendiamo dire esistono due successioni :e .4 per i l, 2.... //. la prima di numeri reali, la seconda di punti.
<<
, .
tali
che
'Lxi
In tali ipotesi
la
notazione S(P,
Q,
!>'
ha
Alla
condizione
1
.
sotto la forma
si
primo membro della 2. eguaglianza di due Fj espresse d forma geometrica semplicissima medi
diante
vettori.
46
Se
S,
l'Airi
r.
piuma
8'
<)<<
S=lrA.
i
8
n
1>i
allora
:
si
ha
S
quando
= S\
n
1
cio
Ir A
i
)/'
=2
.solamente
qualunque
sia
il
punto 0.
(3)
Infatti.
La
vale, solo
quando.
S'
<>.
<>.
r.
Q
0,
P,
Q
cio,
punti
/'.
Q,
per
la
2),
solo
n. 6]
hi
^.4,.-OiXiP-"
i
Q 0)=Sy,-(B -0)x(P
i i
\(Q*-0);
membro
ponendo
in
evidenza
il
vet-
iP
! '
O,
(Q
in
l.r
Ai
O) in
i
0) X
i
\
;
/'
0)
'
vetture arbitrario, e indipenche per essere (P O \ Q dente da 0, perch i pnnti 0. P, Q sono arbitrari, dimostra la e) Diremo che 8 una Pj nulla quando
1
.
8
si
/'.
<>.
=0
A'.
;
comunque
Esiste
le
fissino
pnnti P, Q,
r>
almeno una Ej nulla, ad es., LAj-h 1 A x pei due F nulle sono identiche e quindi: esiste una
x
sola Fj
/iwZZrt.
La
Pj nulla
il
:
si
Ripetendo
ha subito che
7
la
si
S=0,
cio
Su A
1
=0
17
quando
.r
I
.1
0.
qualunque
sia
il
punto
<>.
_'.
Siano
S'
8,
S'
delle
!',
un nu-
mero
Chiameremo
somma
di
-+- <S",
e prodotto
Sh, la
la
ovvero
.
{
rispettivamente, tale
P,
[8
8')
Q,
l\
B)
si'. Q,
E)
Q,
S
l:
/'.
Q,
hs
i
o.
E)
h)8
/'.
punti /', o. R. qualunque siano Da questa definizione e da quelle del mente (die: se 8, S' S" sono delle Fj e //.
allora
n.
/,'
risulta
facilreali,
sono numeri
8 h
\
8',
hS
sono delle F
univocamente determinate
i
s i-S'
h(S
1,0
i
= S'--S,
8')
8-h(8'
/,N\
(A
t
S")
L-.S
= {S-t-S')-\
hs
(2)
hs
/,-x
0,
08
=
segue
da Se
si
/tS~0
conviene
7<=o
ovvero
0.
di porre, coin in
Algebra, per
/>=(="'
(3
8 = (1)8,
si -t-,
S'-=S-hiS\
-]
h
allora
ha che
tutto
zioni
jt-odotto e
quoto
(die:
Ammettiamo ancora
tra
punto
qualsiasi
operatore
teme
di puliti e
numeri
Q,
AiP.
R)
= Vol(A,
P, Q, R>
qualunque siano i punti P. Q, R. Da ci risulta che 1A A. o in generale che: ogni punto (proprio; una Ma. coni" vedremo, esistono delle Y 1 che non sono punti.
x
.
L-8
PARTE
l'IMMA
(2)
del n.
1.
e dalla
1
i
defini-
zione di vettore, risulta che, essendo A, dei punti, /; A, quindi: ogni vettore Y 1 identica al vettore B
una
A
I
.
<
Ma, come vedremo, esistono delle forme di prima specie ohe non sono n vettori, n pun Noi abbiamo considerato (in qui .',/1,-fh x come abbiamo lato significato preciso a scrittura simbolica e nel n. tale sciiti ma. senza attribuire significato speciale alle parti .> A ed al segno h-. Ma dalle definizioni precedenti risulta ora
i
'
die .'',-4,, prodotto di un plinti) per un un auro reale, Una che -> A e proprio la somma di tali F,. Dunque: tutto V alprodotto e (pioto goritmo algebrico delle operazioni h-, per un numero reale, applicabile ai punti. seguenti casi particolari dell'algoritmo Sono notevoli
1
delle l\.
a)
T punti sono
sia
il il
F,
non
nulle; cio
infatti
si
qualunque
da
punto A. Esiste
per
b)
quale
il
0=\=Q.
un punto per mi numero nullo solamenU
li
Il
prodotti) di
quando
da
nullo
hA =
e)
segue
da escludere, dunque
La
.
Infatti:
il
vet-
tore nullo
come ogni
vettore,
clic.
tuia
F,
poich
esiste
una
ecc.
3.
Massa
!
e baricentro.
8,
il
Si
n
chiama massa
li
una
sia
t'orma
di
prima
specie
.
numero
Sa;,-,
1
comunque
si
potuto
porre S
= Sa?,J
(')
ottenere
La parte della teoria dei vettori gi trattala nel Cap. 1. -i pu rome caso particolare dalle F, Anzi e necessario far vedere
.
rome
la F,
le
pex
vettori
.1
date per
tal<'
F
:
Ad
es.,
la
somma
R)
del
punto
col vettore
che
I i
a){P, <k
.!/'.
(}.
ai
i'.
Q,
i:
aB
A,
il
secondo
membro
dei
si
riduce
su-
/'.
<>.
E).
dotto di un
vettore
vettori,
per
il
pro-
!'
iims.su
si
<{,
una
indipendi
esprimi
comt
somma
culi-
dire che da
in
8
segue
Ir A
i
Sy,
i
ni
sempn
a
Sa
2y
1
quindi ohe
le
mussa
nini
funzione di 8 soltanto.
Posto intatti
ii
1x,.
= Hy
Zx A i
i
iiii
qualunque
m
sia
il
punto
0,
= xO
HxiiAi
\
0),
li/ .B (
= yO-*-2y =
B <)
ma essendo
verificata la
del n.
1,
si
conclude che
y.
xO = yO,
La trasformazione
cio
adoperati), cio
= xO-*-2xJAi o
S=B
a
la
massa
di
nulla
dunque
Una 1\ Posto
sua massa
nulla..
a=-lx
risulta,
a 0),
per
.t'=f= 0,
+-
dove G
un punto.
X pu
s
essere in altro
.><;,
modo
50
PABTB PRIMA
i
perch altrimenl
cio
x(GG' =0
&=:
G'
\
dunque
Una Pj di m/usti non nulla il prodotto di un punto, univocamente determinato, per l<< sua massa. Una Fj o un rettore o il prodotto della sua In generale
:
massa per un punto, secondo che la sua massa nulla o no. Chiamasi baricentro di una F, di massa non nulla, il punto che si deve moltiplicare per la massa della F, per ottenere la Fj stessa. Quindi
:
baricentro
di
='SceiA
'
2;r
secondo
Se
di
la
nutazione di Mjobius.
n
la
massa x
di
8='Zx A non
i i
nulla,
il
baricentro
un punto arbitrario,
x
si
ha identicamente
G0) = 2x {A
i
<>
e se a vettore unitario
si
ha,
pure identicamente
0) X u =
O Xu
S.r,
Ai
0)Xw,
distanze, ebn un segno, normale ad t. e quindi
ma
di
\G
A
{
m. (Ai
sono
le
somma
un segno, dei
n
'plinti
da un piano, per
numeri x
il prodotto di Zo\
i
per
la
dei punti
le masse x <lall<> stesso piano, a dunque il centro delle medie distanze dei punti A, dal piano. Se poi effettivamente punti A sono punti materiali di masse rispettive m il punto Q coincide col centro di massa di questi punti.
con
\.
(Ostruzioni grafiche.
.r,.i
Il
baricentro di
.L.
essendo
."il
pu costrnire
in
modo
identicamente
sta sulla
retto
.1,1
Se quindi costruiamo
/>',
.1,
.''../.
II.,
A xj.
t
52
PARTE PRIMA
IV
I
.<()
l.r
1
<)
cogliendo ( punti Se
i
>
in
.4
modo conveniente
staiiiK
nei
vari
retta,
oasi
particolari.
tutti su di
una
BU di
un piano,
anche G
sta sulla
retta, o sul
piano.
Alcune applicazioni alla Geometria elementare. a 1! punto medio tra A e l A -. La condizione l 1> A C equivale, per le solite legg algebriche, alla condizione Cap. I. n.
>.
i
!'
1>
li -t-
s<-
.1.
H,
G Mino,
il
in
lelogrammo,
Il
vertice opposto
-4
-t-
B.
paral-
simmetrico di A rispetto ad
20 -A.
Bt
Dalle identit
-f-
C
-
"
'
A
.
A
e;
/;,
-
'
= - 5
ecc.
risulta che G notoriamente centro di gravit dell'area punto comune alle tre mediane del triangolo ABC e questi
il
-
tagliano
Si
ai 2/3 della loro Lunghezza dal vertice. possono egualmente interpretare le identit
/;
'
e
"
_
l>
1
B
3
I
>
I>
/.'
C-hD _
I
2 4
/'
Siano
<lei
.4.
B.
Lunghezze
lati
&,
'.
le
B
1
i
a?|
-d
CA
(1
r '..,',
| , ,
1.1 .1
x n /.'
"
B+:
!
/'
j /
secondo
">">
prende
il
segno
<>
il
quando
x
C
.
l>
donde
bc
''
con
b -\n e nel
il
caso del
e risul in
dimostrato che:
Ititi
la bisettrice
divide
lato opposto in
parti proporzionali ai
'2p
adiacenti.
Se poniamo
<(
\
<\
segue che
il
baricentro
//
ili
l>B
<('.
cio
^
//
&25
r('
:
2p
il
a i+r 2p
1
6Bh
C(
_'/'
punto comune
alle
<('.
i
bisettrici
interne. I baricentri
t
li
aA
i
bB
aA
bB
cO,
".1
v-bB
cG
centri degli ex-cerclii. sono I jmnf d'incontro delle bisettrici externe con i lati opposti sono collineari. Questi punti sono, infatti, baricentri delle formazioni
bB eC,
la
cC
aA,
ili
aA
bB.
cui
somma
il
nulla.
eli
II centro
gravit q eentro
golo
A BC
punto
B-hC
C-hA
-+-
B
~
;
*=cio
f
//
-5alle bisettrici
lati del
punto comune
i
interne
ile/
triangolo
cui
vertici sono
triangolo.
Si
ha facilmente
K =\{*--l)
A'-*)
i
H*^ 6
6 -\
-'
punti collineari G. H. K.
54
e)
PARTE PRIMA
Costruire
un quadrilatero (piano
si
o gobbo) essendo
dti
i
suoi
Siano
Xn X ,X X
2
3
,
baricentri dati e
1.
il
massa.
Si
ha
9
X
e ancora
h
-+-
-h
-+-
A',
X,
X = SG n X = 3G
4
X,
X,
-+-
X X
-+-
X,
30,
G
Sommando
dunque
1'
-h
G.,
t-
<? 3 -+-
G 4 = iG.
si
quattro precedenti
Xj
-+-
ha
t
X +- X X.^40 3</, -.
y
-+-
X,
-+-3(G
:
t
e cos ]>er yii altri vertici, che possono quindi costruirsi assai
semplicemente.
6.
Coordinate.
a)
Se 0,
,
y.
/.
di riferimento, ed
una F x
si
ha, in
S=zniO
essendo
w
?/./*
la
massa
di
8.
al
numeri
reali
//;.
.(/.
sono
le
coordinate di s, rispetto
sistema di riferimento.
n
.1
:
Se
si
ha
>i
S
.1
Sffl
in
Swi,
.' ./
//
A.
allora
2)tti t-#j
1
,
2w
i
71
II
'/
-ni
Per
///
| :-()
le
-in
1
.r
-in
i
eee
b)
Se
-1
.1..
-1
.1,
55
quattro
/'
.',/!,
.r.,A,
.'-!,;
x 4 A 4
1.
con
./',
I
.i\,
.e.
.r,
Inflitti
P
I
Ai
m^^.-ijl
.',
+ wijUjle
.1
.
.1,
'
M4<
.-1,
i.
quattro numeri
1
)
sono
La
i
coordinate
baricentriche asso-
lute
di
rispetto al sistema
si
Per un vettore n
h
.Cj/1,
r.,A..
0?
J. 3 -+( >-
X4 A 4
con
i
i
'
'.;
'',
Nel piano
si
ha
P
e sulla
' A
#,4,
I
oc 3
'
<\
'',
''.;
retta
''i
e)
Ai punti Ai
la
si
vettori, e
somma
dei
ottengono cos le coordinate proiettive dette di Fiedler, ma dovute realmente a Grassmann) facendo rappresentare alle F
punti all' infinito condo che sono di massa non nulla o nulla.
i
i
direzioni)
se-
1
i
pi opportuno
Appendice
Xy A
t
far uso delle coordinate baricentriehe omogenee, alla Parte!, n. 12] il punto proiettivo
+- x. 2
posizione della F,
Aa
-+-
.).,
.4
3 -t-
x4 A 4
le x non avendo, necessariamente, per som ma uno o :ero [cfr. C. Burali-Forti, Fondamenti per la geometria del triangolo, D. Capozzi, Palermo. 1919, e S. Lattes, Torino].
CAPITOLO
IV.
notazioni in un piano.
vettori che si considerano in questo Capitolo sono quelli normali ad un vettore unitario u. da fissarsi ad arbitrio; cio quelli paralleli ad mi piano normale alla direzione di . punti saranno quelli di un piano normale ad . e che resta (issalo assegnandone un punto. Le rotazioni che consideriamo sono dunque fatte intorno ad assi paralleli ad n.
1 I
1.
vettore
1
\ .r.
a)
Qualunque
sia
il
ti
Risulta che: ix ha
la
stessa
lunghezza
die,
di
>
ha
direzione
normale ad x ed
punto O. con
di
.,
//
ha verso tale
la
testa in
0-^u
una persona con i piriti nel che guarda nella direzione e verso
'
Dunque
Un simbolo
di funzione, o
un operatore, che
fa
un
la la
persona, con
(>
la
testa nel
andare ad assumere
la
posizione
O-i-tx,
delle
la
(piando
04- x
la
quale
persona vede
la
si
definisce
a;
ponendo
ix=u /\x
due
punto
58
PARTE PRIMA
b) Applicando Buccessivaraente l'operatore ponendo
al
vetto
ir
<<-..
si
ha
i*jc
./,
i'V
i.r.
/'./
/.i
[X \.U) \
r.r
j
./
U=X \:=
X
/
il
Jt
J-
.#
*/
;'.#
/'
=
(
/.r
\u=
i.r
forma,
i*x
1,
=x
quindi
tenze,
delle
sim-
bolo algebrico A
i>
Se normali ad
ci
<t
^oiin
vettori
a.
le
ed
un nufon-
mero
reale,
propriet
=
-
ma
l>
h =: id
H'
+
li
6
:
3
1
io]
5
6
X (ib) = a X a X ib - b X a X t"
:
io
n
/>
in
mi
io
ih
ft
a'
a x
ia
non si conserva braccia ilei vettore h dal quale dipende; quindi la notazione incompleta. Volendo una '"-. per notazione completa si pu far uso di quella li Hamilton, operando in un solo piano non necessario il tarlo. chiaro che dovendo considerare un operatore analogo ad / per un altro vettore v diverso da u. si dovr far uso li un segno diverso da i. ad es., i perche certamente /=|=./. per u -\- r dunque erroneo identificare, come
')
Nel simbolo
i
l'operatore
<
si
fa
talvolta.
"\
\
I
I.
ed erroneo *ia
;
perch
simbolo relativo
!.o\r:'t
ad a. mentre
pur- essere,
j=
simbolo assoluto
e
"\
quindi
i=J
anche quando
59
alla
si
i
defini-
zione
('osi
abbiamo
m{ia
in
ma
2
.
ma
analogamente per
Per
le
:
la
2 delle
le
'>
,
ricordando
il
<el
n.
capitolo
II.
abbiamo
ia)x
in
i
H>
|
,"'
: ! -aX6
-aXu-b
ti
axb;
ih
~(a/\u)
\ ih
\ni
=a X b
X
ad
li
il
a \ b
il
a
e
perch n
al
sono normali
i*,
quindi
parallelo
vettore n.
'
Le l' 5 sono evidenti allo stesso modo, e cosi [a 6). Osserviamo che le (2) esprimono che i commutabile col prodotto per un numero e distributivo rispetto alla somma, cio un operatore lineare Le 3) esprimono che il prodotto interno due fattori di un e vettoriale non mutano facendo ruotare angolo retto. La (6) poi notevole perch esprime il prodotto vettoriale di a per b mediante il prodotto interno di imo dei due vettori per l'altro ruotato di un angolo retto e per mezzo
i
del vettore n.
d) Sono interessanti le identit seguenti, ove a. b, e, se, y sono vettori normali ad u cio complanari e che corrispondono ad alcune delle identit ci del n. 4 del Capitolo II
[le
7
(8),
(8T),
(9),
(12)]
X tC
a
V C
ia
f-
ib
C =z 0,
ib
=xX
ib
X X ia b xi^Hi esprime
.*
linear-
i/>
.*
</
xX
.*
/>
in
<f.
fr
non
paralleli
esprime
linearmente mediante
ia
ib
./
if/
a
b
(t
XX
X XV
//
60
\i;
E I'Kma
possono dimostrarsi direttamente cornei] lettore ovvero possono ricavarsi dulie corrispondenti formule del Cap. II, n. I, e. come ora facciamo, a titolo li vettori ti. b, e, n -i ha l'identit esempio, pei' la 7. Per
7 t
Le
pu
f>X<-
il
C
a
//
ti
ti
yeti
ti
h
o,
la
a
e
0:
osservando
complanari, di /. si ha
clic
xb
0,
perch
e
t<
vettori
*c,
//.
sono
ricordando
-i-
che
ia
per
a
definizione
x c
la
/>
t-
che d sabito
e
7.
Analogamente per
le
altre.
i. j nel piano ha dalle 7
-
. .
In
per un vettore
qualunque
'
;
si
(10
x
X
'X
X
a
.)
1
11
*
X
ii
}j
li
Se
il
J
allora le 12
LO),
=
x
e quindi
ij
i,
(11)
danno, concordi,
la nota
identit
= x Xi-i
il
ii
ii.
2.
reali,
(l)
Complessi qualunque
e sia
loro algoritmo.
vettore
t
(m
in
t.r
nix.
n..
Risalta
che
in
un
\
che, applicato ad un
et-
tore
x normale ad
\
un
et
somma
.mar
dei
prodotti di
ri,
i\*
per
numeri m ed
operatori-
1/
IN
chianti
^
e w
masi
''
numero
complesso, o
mero
immitaiiuunt.
'il
%
".
<
un
ha
si
//
<t
lui
ah
campo
*
P
yh
y.
come immediatamente
Si
si
verifica
1 1
dando ad
la
forma
///
in.
ha,
tennto conto
di applicabilit di x e
(3,
che
.'
normale ad
n.
Quindi
m
solamente quando
ni
in
in
in'
m'.
Si lice ctic
il
complesso
ex
nullo,
quando
y.x
0,
qualunque
nullo,
sia
si
che
esiste
un sola complesso
l
(
Come abbiamo
n.
Cap.
I.
il
prodotto
indicato
(<1
\ittore
per
il
numero
reale
m
non
deve, a
rigore,
essere
mediante un simbolo
di operazione. Se.
ad
es.,
tale
simbolo allora
mO.f.
la
m.r.
.r
il
prr
il
mimer
reale m.
in)x
= mO.c + nQix
(zero)
il
numero
reale nullo, e
-
non
altro, si
ha
(Hi -+-
i0)x
mO.r,
(0 +- i0)x
= no-'
da cui risulta
-+- 0
= fO
H-
so
= oo
che sono eguani, 0-4-/0 e non, come si ottiene sempre, ni -\ - iO glianze erronee. Pure noi abbiamo seguito l'uso comune, non introducendo il simbolo (ad es.. o) di prodotto di un vettore per un numero,
poich,
almeno
in
generale,
non
il
si
notevoli;
ma
neerssario che
lettore
abbiamo ora
detto.
62
Si
parti: prima
La
in
i
in
=
0.
soltanto
quaudo
)i
Un numero
complesso
la cui
vettori normali
a<
ci.
uhsi
parte immaginaria
ni
i
nulla,
vale a dire
un ha
iO)x
ma
oc
Se
cher
il
y.,
3,
z3,
:
,
per
<>
si
indi-
complesso
;''
y.''
zi '..'
xx
qualunque
che
y.-\-'j.
sia
y.-j,
il
vettore
x normale ad
>i.
facile dimostrare
Se.
come
in
conviene die
y-
allora
segni
si
-+-
y.
>
l)x ,
'j
y.
--
delle potenze,
sussiste
per
complessi,
come
per
simboli algebrici
si
-+-
In.
A inclini,
ni
t
In particolare
hin
i
ha, come in
in)
li
in
ilin
ni
in)
in'
i
m
i
m
:
(m +- in)(m'
-+- in')
= (mm' nn')-\
vettore
.
mn
uni
(<....
Qualuii(|uc sia
il
normale ad
in
><
si
ha
mod
;
ni
x\
ni"
n"
mod x
r:
w -+- t)ac
(wj
i
(m'
///'
in')x\
in
nini
wm
m)a?j
x\
x*(mn
uni n,
eeiiie
si
Conviene
vettoriale
li
il
m)x per
m')jr
non
col
i'i
Cfr. nota
precedente.
OPERAZION
ISD
OPER
i
V.TI
IR]
Il rOR]
i
\ l.l
63
in
3.
ed
.*
si
Essendo ponga
cos
'
un
numero
reale
sen
-,
.'
'
''
sen z
ix.
vettori
ed x hanno egnal
.'
i
si
pu andare da
centro
arco
<>
'.
ad
^>
ferenza di
raggio
mod
-_:
un
cui
= (cos z
-+
/
/
\
\
\
o nel
x
/
Dunque l'operatore
cos v
l
MM1
\ ^
^v
^ _
si
__,
Se
trova
:
si
definisce
e^ -1 ?,
si
'""
r= COS ^
-
seil
e quindi l'esponenziale
zione di z
radianti.
L'algoritmo dell'operatore
semplice, contenuto
(')
Tale relazione
x
espressa dalla
nendo
=m
-+- in
e
x P
(:<n
-.,
c./'l
i]\
X)
?-..
<
il
plessi x,
comsia lecito identificare un vettore unitario fisso normale ad il. Di pi se tale identificazione fosse logicamente lecita. sarebbe inopportuna perch si creerebbe 1" (demento fisso a di riferimento, del tutto estraneo agli enti assoluti che si considerano perch
Di qui risulta evidente come non
P
i
ai rettori
:'.//.
v/, essendo
<7
arbitrario.
<J4
PARTE PRIMA
seguenti
formule,
in
nelle
>i.
cui;
:
>n.
z.
[>
sono
numeri reali:
intero.
h un
-+-
numero
e ?a
i
(1)
= e' ma
*
* < *
<
e^ia
<?'-=
6)
*'?&,
(2)
**+?>
=
|
e*f,
1,
e*=
>e
i,
e-~ -1.
(3)
(4) (5)
i
^(^a)
i
=
I
+ f>a,
I
e'f **
=
e
*?+*>,
e'?a
'>
"
b.
,\
i
b,
a
(6
e^b
(6)
?-a)x(eii '\?a)
= b x (~ = a*uoB(ty
es.
r <t.
\ ?b
i
rp),
(e
i?
a) \
<p)u.
Dimostriamo ad
la
(4),-
le
modo egualmente
{'Ui)
semplice. Si ha
-4-
x {e^b) (coscp a
sencp ini
x (coscp
fr -+-
sencp ib
-+-
= cos
-+-
cpa
'>
seo z cos
r"
v-
sen*
cp
X b=z a X b,
numero
1.
(3)
si
usisi
paralleli,
si
fa
con
Se m ed n Riduzione dei complessi ad esponenziali. sono numeri reali, non entrambi nulli, determinato il numero reale positivo r e infiniti numeri reali z tali che
4.
m
cio tali che
r
= r cos
/
cp,
sen z
--
in- -+
n-.
tane
=
di
//.
di
>n.
ha dunque, in
tali
ipotesi,
cp -+-
m
e l'operatore
-+-
in
= n cos
sen?
r<
"
:
tiplicazione per
eguale al prodotto di due operatori mol(modulo del complesso), rota/ione di z argodue operatori sono invertibili. mnto del complesso radianti.
m~\
in
65
piano
tisso
/.'.
<i
del
cio
A)
/\
(C
<li
A) =
\
si
(B
A) X
il
ti
"
e dalla definizione
ricava che
numero
(1)
(B
A)xi(CA
ha per valore assoluto l'area del triangolo ABC ed positivo quando una persona che percorra il perimetro nel senso ABC, -+- u, vede il triangolo alla sua stando dalla parte del punto <<stra. La (1), dunque, d l'area, con un segno, del triangolo ABC
Si
noti che
/.'
- A)
e altre
Se
lato
B(\ l'area
ABC
z(C
Intatti
B)X U P.
'B)X"i[G A)
*
~ mod (P^~C)
La distanza, con segno, del punto A dalla retta che passa ed parallela al vettore unitario a, normale per il punto ad , , ovviamente (A 0\ io.
b)
Il
quadrilatero
piano, non
intrecciato,
determinato
(3)
^{C
~ AiXi D B)
il
66
loro angolo, perch
goli
tal*-
PARTE
ABC, AOD,
I
l'UIM
due trian-
somma
<i{C
i{
I),
<
Se
,
x
A 7
...,
A,
An
_ _l {
r=A
una successione
di punti
in un
piano,
il
numero
n
(4)
( A,.
0) x i{A r+l O)
si
nel piano. non varia col variare di Se infatti 0' un altro punto del piano
ha
(A,.0)X(A,. +
-0) =
,
)(A0')-h{0'0)\xi)(A,.+1 -
(A,. 0')
)-*-(0'
0)i =
O'O
O'O).
-+-(A..
r+l )
ti
Sommando tutte le eguaglianze analoghe, la prima parte dell'ultimo membro esprimer il numero 4 relativo al punto
la
seconda parte
nulla perch
1 A, .,.,
i
;L.
^-0
teorema dimostrato. Se il poligono detcrminato dalla successione .1. non e ne da il doppio dell'area nel intrecciato, allora il numero senso ordinario. In ogni caso poi tale numero pu prendersi, per definizione, come doppio dell'area del poligono intrecciato. punti d) Se P il punto comune alle rette AB, OD e M, N sono collineari con /' e tali che [cfr. Fig. L9]
ed
il
1
i
N
allora,
1/
BA
/> r.
piani, la
comunque
si
somma
delle
l'area
00D
eguaglia
del triangolo
OMK.
rifui
se
//.
8 sono
tali
che
li
A,
/'
/>
PARTE PRIMA
_!./;
in
modo die
// _
//
sia
parallelo a
PM
si
).
Le
parallele condotte
la
//
//
nella figura
fatto n
\P//
I
de
I
PM
//,
PJf
si
incontrino
in
//.,.
Due
punti
.4
/>'.
collineari
con
e tali
che
.4,
.1/,
SlB
-A
D,
// //
ri
//
//
punti
/t*
tali
che
S,
B,
/>'
M..
P,
per
il
OA
II
per
r
/.'
'
la
somma
Ielle
OS
,.
\
Oh'.S
e l'area
0J
la
somma
aree
0MH 8n
la
terza specie
S0J B
I
08
/,'..
0R&
*
">'./'.
"/.'. -
....
0/8M _
/,'
OR
"l B
OS E
OR
OPERAZIONI
percb
i:i>
OPERATORI VETTORIALI
(>'*
OS
Si
la
R,
0R&
i
<
<<<....
punti
<>
di
eri
una parallela ad
.1
di
somma 4 B
.
aree
OA
li
costante
nulla per
punti
Sia ora
cio
Jf
.1/
Ripetiamo
fssi
i
la
ad
il
1.
Se
si
7/,,
n<n
I, 2,.,.
n) nulla.
A
1,
/>'
(
/.'.,
comunque
fissi
O. la
somma
delle aree
OA
li
i\...
costante
.47?,,^4
,.
/
i
La precedente costruzione
B,.
vettori
A,,
sono paralleli;
/'
in
tal
tutti collineari e
li
contiene.
comune
vettori dati, si
pu porre
i
:
B, e
si
A
fi
<t
B,.
A,.
-+-
ma
ha
71
.1,,
Sl a
ina.
dove
Sw,.
con
Se m={=0, la retta ^4 B passa per il baricentro dei punti le masse rispettive m, cio passa per il punto
.
G
Infatti.
= (m A
r
per
quali la
la
Ora per
noto che la retta ^4 S il luogo dei punti (t somma delle aree dei triangoli A..B <> nulla. somma dei doppi delle aree dei triangoli A,.B,.G
70
si
PARTE PRIMA
ha dalla
n
1
,
^
i
/>',
A,.)
il
n
-///
i
A
A
>r
m,.G
che dimostra quanto abbiamo affermato. Questa propriet fornisce una costruzione del baricentro dei punti A,. con masse m specialmente utile quando le masse m hanno il valor assoluto rappresentato da dati segmenti. Ci pu farsi in due modi. Determinando cio con la eostruzione e due coppie A B corrispondenti a due direzioni a arbitrarie ma distinte: il punto connine alle due i-ette il punto G. Oppure facendo una sola volta la costruzione e) ed osservando che.
mediante
la costruzione stessa, si ha stilla retta A^.. il baricentro G dei punti .Ij. .L di masse ,, >..: sulla G^A Z il bariWjij mjij, ecc.: bisogna per ordinare in centro di mjii nessuna sia zero; successive somme degli modo che delle due punti consecutivi nella successione .1/,,. cio che n y
'/;
siano sempre distinti. Si vede con pianta semplicit si dimostrino note costruzioni di statica grafica. Pero, giova osservarlo, il calcolo di GRASSMANN-PkAXO per le l'orme di seconda specie, d tali
dimostrazioni mediante identit analoghe ad identit e quindi in modo ancor pi semplice e rapido
' .
algebriche
vettore unitario
S
Coordinate cartesiane e polari. - Si tis>i nel piano un ed un punto 0. Se P un punto del piano. ha in un sol modo
<;.
/'
.fi
yii
[x
ili
di
(') Giova anche notare ohe nel caso e) talvolta possbile palerai ima costruzione pi rapida che richiede il poligono dei punti M ma non il polo I'. Le reti e .!,/'.. .1 ^i incorni ino iu un punto proprio K t incontri la reit .1 /' nel la parallela condotta da A~, alla retta .1/1/ punto proprio A'.; e cosi ^i continui (se possibile con punti propri A"
/>'
:
e contenuti
campo
ecc.
pr
passa
,I\
71
numeri x ed y sono l' coordinate cartesiane ortogonali di /' rispetto ad una oppia Tassi con. lotti per parallelamente ad i e ii. Se r la distanza di /' da e r la rotazione che si deve
dare ad
per portarlo nella direzione
/'
i
vbtbo
<ii
/'
0,
si
ha
re
/.
e
la
i-i
numeri
/'.
.;
sono
le
coordinate
/><>l<in di
/'.
essendo
il
il
polo,
*
parallela condotta da
rso positi
11
r<>
ad
l'assi-
polare, e
versoci
il
dell' asse.
di /'a
si
quelle cartesiane,
ed
essendo comuni
X
ai
/
due sistemi,
_;.
fa
con
le
formule
cos
sen
cp,
ed
il
le
formule
are fcang -
//".
X.
ADITOLO
V.
Finizioni di numeri.
1.
Limite.
p.
Si
pu considerare un
riferendo
i
rettine,
un punto,
'in
es.,
coordinate in funzione di t. n, r,... Se u(t) un vettore funzione della variabile t, si dir che vettore il limite di u(t) per t tendente a t . cio
le loro
lini n(t
=u
t=t
(piando,
comunque
si
rissi
il
vettore a indipendente da
t.
litri
(u
X a)= u X .
di
t-t
La definizione
rica u
di
limite
un vettore variabile
cos
numesi
x a.
Piti
Se
che
un punto funzione
lini
di
un punto,
dir
P(t)=
(piando
lini {=0
)
P(t)
P = = vettore
1
\
nullo.
x,
funzione di
t,
S'
=S
74
PARTE PRIMA
si
quando, comunque
]]x tt n
fissi
il
punto
0,
'<>'
=x
lim;>/
0;
in tal caso siamo ricondotti al limite li un vettore, perch Sti xO sempre un vettore. La permanenza delle leggi formali perle P,, che comprendono vettori e punti, e la permanenza delle leggi fondamentali
anche
algebriche
per
prodotti
interni
vettoriali,
dei
limiti,
conduce
alla
permanenza
delle
ordinarie propriet
li
quindi risparmiarci
enunciare
li
La funzione
Stf)
si
quando
2.
Derivate.
Come
in
Analisi,
la
Iella
variabile numercn
si
definisce
'
lini
fc_
j
li t
.
Analogamente
della derivata per
il
differenziale
di
Si, dS
il
prodi
dt.
La derivata
tore
F, una
Y\. Tn pardi
vettore,
quella
un
vet-
un
vettore.
Le derivate successive
derivata
vettore;
di
li
definiscono coitfe in
Analisi: la
<
ordine
un
Le
li
somme,
prodotti, ecc..
sussistono tutte com' facile comprendere. Cos per due vettori n e v funzioni li una variabile
rica,
nume-
tenendo presente
die
sono distributivi
si
rispetto
alla
somma, come
il
prodotto ordinario,
ba
d(uXv) = wxdv-{
d
il
vxdu
dn
\
\
(2)
/<
h
il
dr dr
dn.
(')
Cfr.
anche
il
diffi
1921).
/f-
l'//
tj
moilu]
"
IIKXI
"
<d
'
liiixl
il
lumi u
,*
L'operatore
l'esponenziale
nenziali, vale
t;
/
~
funziona
si
da
costante
le
nelle
derivazioni
degli
<
;i
deriva con
si
lia
leggi ordinarie
espo-
dire
<l
itn
<
idu,
i
ii
'
tu
tlz
l'-'itt,
perch
ti
t
ti
cosati
i
snq;
iti
cos -
fin
sentititi)
sen:ptt
derivata
t-
cos*f iu)dy.
li
poi
un sistema
sono
le
coordinate
delle
cartesiane,
coordinate.
coordinate
della
deviente
//,
r.
te..,,
numeriche
".
r.
io....
si
ha
dS
,lt
dn
>//
t- ....
ov
3.
le
propriet,
li
derivate di
uh
u
vetmi
tore a funzione di
Se
il
rettore o nullo o
<li
Infatti
cost,
Dall'essere
la
3)
u2
= (mod
la
4).
?*)"-
si
ricava din,2 )
la
2 (mod
tt) ti
(mod
:
te)
quindi
da subito
\
Per ottenere
i
(5) si
ti
opera cos
a 'mod
-
(mod
ii
du
d (mod
it)
il
(mo< n
_u
dn,
-i\ dn
__
{il
(mod nr
ti
i'\i;i]:
i'i:
ima
u
Le
"
0.
mimi,'
AZIONI
BD OPKH
VI
OKI
B'J
L'OR]
LI
77
costante
b ohe normale
ad a
du
parallela ad aj
,
h
ha
parallelo a
i>,
cio
inumale ad
o.
Siccome
a
le
\
Ili
si
II
\ III
II
II
<l
II'
Il
II
II'
II.
condizioni (4) esprimono, in virt del teorema precedente, che " \ " parallelo ad un vettore l'isso /> che, per essere a \ u normale ad a. normale ad n. Essendo a \ u, parallelo a b,
normale ad
vale
;i
o e quindi anche (uxbf x/>=0; sono paralleli ad*un piano fisso normale a 6 e (|iiin<li parallelo ad n. In conseguenza u \ ', che normale tanto ad a (inanlo ad a', ha direzione l'issa parallela a b e quindi normale ad a.
h,
si
ha
x/^
lire
a ed
a'
teorema ili Giovanni Bertorma sotto cui si esprime. L742), formula di Taylor (1715) o formula di Maclaurin sussiste, sotto eerte condizioni, anche per le F,. Se 8(w) una Fj definita nell'intervallo (a, 6), 8 e le sue derivate sino all'ordine m sono pure definite nello stesso intervallo, t un numero di (a, b), S'""it) una Fj determinata, un numero tale che t -+- h appartiene ad a, l><, e finalmente s ia Y\,
11
la
fi
dipendente da
da
li.
SI
Ir
I
h)
S(t)
hS'(t)
, 1
N'
hm
7
1
(
T^^ in
1
1
" ,_1
ti m!
v O
*
'
W.T*<
*
allora
si
li
a
lira
-=-0.
Sia infatti
tore costante.
8{t)
un vettore,
f(t)
e si
8(t)
sviluppando
subito
(die
/(-+- h)
come
stato
sviluppato
8{t'-i-h) si
deduce
= X a.
78
PARTE
per
le
l'RIM
Mn
si
ha
in modo anali Il teorema vale pure, e lo si dimostra 8 un punto e quindi per S qualnnque. Giova notare esplicitamente che. anelo- supposto 8 definita in tutto l'intervallo a. h. non si pu all'ultimo termine dello sviluppo di N/'i h sostituire, eome perle funzioni numeriche,
se
in
'
9A
Si
tra le
t
\
>S,
ove
S,
una
mt
S (m
%),
variando x da
Integrali.
Se
8(t)
una K, funzione
ili
/.
allora
di
indicher una qualunque delle Y che hanno per derivata st Due di tali funzioni differiscono per una costante. Se
1
<t
= 8,
e b
sono numeri
reali,
b
si
porr,
come
in
Analisi,
[stiit
a
8x (b
>.
-i
L'integrale
una K,
di
una
1",
<li
un
punto
(')
Forma dovuta
Pea.no.
T.
Boo<
io,
loc.
cit.,
pag.
172.
Diamo, comic esempio, L'integrale generale della equazione primo ordine, vettoriale,
dx
(li
j
.'
mx
t.
u,
da determinarsi
t.
m. u sono
di
L'integrale generale
fmdt
"
x
ove "
t'
le Je
o
>/
tf<
un vettore
costante arbitrario.
fmdt
Infatti.
Moltiplicando
il
la
per
"
.
suo
si
fattore
inte-
grante
supposto zero
fmdt
e
valore iniziale di
ha,
ax
dt
me
fmdt
o
fmdt
.'
=e
n.
\
I
fmdt
>i.
d \e
i
x \ -= e
dt
che d subito
fmdt
e
"
t
xa
>
t'
fmdt
-+- \ ]e e -t
u k dt
da cui
si
ricava
la
2).
CAPITOLO
Finizioni di
VI.
mi punto.
1.
Funzioni
di
un punto in generale.
punto
Si
>
considedi
una
Fj
funzioni
un punto variabile P. Anche <li queste funzioni di /' si possono considerare le derivate rispetto alla variabile /': ed il loro calcolo formale lui molte propriet a comune col calcolo delle ordinarie -derivate. Ma per 1<> studio generale di tali derivate necessario l'uso delle omografie vettoriali ' e ci limiteremo a considerare alcune speciali funzioni delle derivate rispetto al punto variabile /' e precisamente: il gradiente di un numero,
la rotazione e la divergenza di
un vettore.
Se u un numero funzione del punto Gradiente. variabile in un campo a tre dimensioni, con la notazione
2.
/'.
grad
m
a.
die si
di
si
indica
il
vettore,
funzione
ili
grad
(IP
qualunque sia lo spostamento (vettore dP di P, essendo dn il corrispondente incremento di u. Se P varia in un. piano, grad u definito unendo alla la condizione grad u parallelo al piano in cui varia 1' He il rettore gradii esiste, esso unico. Se infatti a e t> sono
1
(')
C.
Bcrali-Forti
I.
et
R.
Marcolongo. nalyse
vectorielle
gene-
rale, voi.
(S.
Lattea,
Torino).
82
vettori
PAKTE
funzioni di x e di
il
l'KIMA
/'
x
/>)
X, di'.
si
ha
x dP=0,
nel
qualunque
quindi n
a
sia
l>.
lo
spostamento di'
campo considerato;
<li /'.
Se
<>
numero
reale funzione
fisso, si
vettore
co-
stante e
i
un punto
m
ha:
u
t
da
cost
segue
;
grad
Ma
(2)
'
r;id; )(
xt/'-O
(P
[
ax(P0
la
1
.
grada
grad a
;
X
si
0) = a.
du=
e quindi, per
Per
cost
ha
grad
di'
per
dP
arbitrario e
1
quindi
gradw
0.
Dalla
si
ha
a
H
u
;
grad
u
rr:
iP
0) [XdP
<?P h d
-+
.d)u-aX
(P
V
</
<>
[
<>
/'
-a
<7 -t-
che per l'arbitrariet di dP dimostra la seconda delle Da questa, per w l, e per la prima, risulta la terza. sono numeri l'unzioni di Pe f u. r. ic b) Se a. r, ir e quindi anche di P, allora, io pure numero funzione di .
i!
/.
notando che
df
:(grad/)x<JP
= CU du-\
'
dr
,
....
r
''
i'
'
\t
grad u&
'
it
dv
grad
....
'
</7\
j,>
si
deduce che
f
(3
grad
'
'
grad
><
'
grad
e in questa
il
simbolo d
di
V E il
ORI
A il
pari icolare
grad
^
[imi
i
in
grad
u
m
\
(m costante
grad
'
grad
m
grad
i
grad (w)
f
grad
grad
/( grad
i
grad |/|
it)<iw.
e)
Noto
di
il
la
(3)
permette
Se
retta, o
r
calcolarlo in moltissimi
In
casi.
punto
o
il
P da
piede
un
della
punto, o
piano
<)
il
punta
fisso,
normale
condotta da
(4)
-nul
cio
grad'
Infatti
vettore
()
al
bile e quindi,
nonnaie
= (P-- ()):
r,
differenziando
dividendo per
si
ha
'
ma
so
ila
t'isso.
dO
= 0]
se
il
dotta
alla retta o al
piano,
(PO) }<dO = 0;
dnnqne
dr
PO x d =-
I'
grad
normale ad un
-+-
piano
fsso,
r la
trova o no dalla
stessa
parte di
u,
essendo
un punto
qualunque
(5)
del piano, si ha
grad r
= .
84
PARTE PRIMA
quindi
int'iit
noto ohe
r
:(P-0)Xm;
a mi
<ir
'//':
ere.
<t
rettori'
unitario J88
((-ostiniti
Il
(a)
iiio.K/'
ed inoltre, essendo
vettore unitario
b)
retto
relativo
al
/'
;
mod (P 0) A a
)
(operatore non
sia
fisso
ma
-+-
a,
Pj r
(c)
P -O -^
In tali pot8
si
Zia
;
re
<i.
c>
grad
cp
mail
;
/
!
grad log
>.
(7)
grad r t= r sen
'-
cp
grad &
\ x
(grad
<t
sen v
grad log
\ '
fgrad
\ x
Dalle
(6),
(e)
si
ha
r(coscpa
P=zO-\
differenziando
<//'
re'a
sencpa
costante,
ti
Wr
-f-
>Y?'.p
Ha
sen
-.-
<t
dn
moltiplicando (x)
per
<
~i<>
ed
osservando
clie
per
essere
OPERAZIONJ KM OPERATORI
ii
vi
L'TORIAU
;i<l
85
i
ni
nrio e
c'iti
tlit,
<>
normale
vettori
iu
ni
Ma
per
la
la
<
.
questa d
i
ti
r
si
.
x
e)
grad
/</-;
fi),
deducono
si
le
Dalla
(4
e dalle [b
ha a sen z
a
e
grad
(6),
mediante "
grad
r
si
ha
grad
che d
f/i
ix
=
r
gran
i '
sen y
ree.
le
i7
,s>
si
ha
P
allora
...
xi
//.;'
:A.
grad m
= 5
;
* -t-
cu
dy
du
.y
-t-
/.
:
doo
Infatti, essendo x la distanza relativa di P dal piano dei -+- /.. positiva o negativa punti 0, 0-t-J, secondoclie 7* o +ecc., per la (5) si ha no dalla parte di
1",
grad
.r
la
grad y =.)
risulta la
grad
/.
poscia applicando
Si
(3)
(8j.
:
cu
-
-+-
r.v
?y
cu (cu j + r/.1 X dP rr + ?c /
\
I
\
....
\8a!
/'/''
....
= r'.'
rf.r -+-
'/(/ -+-
r/c
rf,
2s
(*)
Si noti che,
le ipotesi
fatte,
trovarsi
sulla
retta
<>,
sempre
e sen
-_-=}=
0.
PARTE
l'i;
IMA
v.
d'
.'{.
del
Rotazione e divergenza. Sia u un vettore funzione punto P. Chiameremo rotazione di n. - rot u , e diver'
genza di n, div a , rispettivamnte il vettore ed il numero, funzioni di P ed soltanto, definiti dalli- condizioni
/
rot
il
(1)
div
dP
t
(fX:/'
gli
\ :*/*
.l/0<'//'
'-/'
'
qualunque siano
5,
spostamenti
Zi'.
9-P di
/'
essendo
><
'/.
corrispondenti spostamenti di u. La prima delle ili dice che la proiezione tore eLP /\ 8P eguaglia la differenza (algebrica
3-n
i
di
rol
sul vet-
delle proiezioni
di
du
Zi
rispettivamente su SP
e '//': la
div. Voli
H- Voi
-+-
di',
<>
i
Zi',
i
VoliO. O-hdu,
10,
5P,
9-Pj
8-P
i
Oh Zu.
<> -\
dP
5P
Vol(0,
il
9-m,
dP,
qualunque
sia
punto
0.
li
d;i
pu darsi
la
forma importante
rot
ux dP \ZP=d(nxZr
\
l{uxdP
i
(2)
(livu.dPxP
8-P
=
i
dxZP
risulta subito
\fl-P
S(ux-P \dP
la
9-(
<<*P
5P
come
che
eseguendo
Z.
9>
differenziazione e osservando
gli
operatori d.
sono commutabili
u non
rota-
(')
di
ti.
poich
rol
sione;
2
t
)
ma segniamo
al
l'uso
indipendente da
grad,
dovuta
)
Boggio
<
li<'
ce
ha gentilmente comunicata.
8 Il lettore noli che grad u, rotw, divu si definiscono, rispetti( vamente, mediante ini salo spostamento dP ili /'. fitte spostamenti di'. ci' di P, tre spostamenti di', il'. >/' di /'. del tutto arbitrari.
la
rol
ti
si
pu
dP <8P
du \<5P
ii'/'-mt u
i
\ 9-P)
5ti
i
'/'
\
dP)
(d-P
[)
/'
,/>
Si
ir
\ ii'/'i;
>
tfP)j
;>;
"
<//'
5P
<
per
!a
(iPXoP/\Prot
;
la
i'P
niiux/' \AP-dl* dP fl x i P
=
=
)du x
du
ecc.
r\
ir du x?p <->?;
3-P)
\(5P
Ste
gli
minati dalle
un
rettore
sono funzioni di
rettore e
soltanto,
cio
applicati
di
ti
ad
e
u danno un
un numero funzioni
le
P
e
soltanto.
Infatti.
div
u. allora si
insieme
rot
(div
0;
ma dP \IP.
e
dPx%P
rot u
tkP sono
vettore e
numero
arbitrarli
div u
= div w,
r
e.
d. d.
mero div
<>,
che! il rettore rotti e il nuteorema precedente sono uni(unente determinati) quando per oejni spostamento arbitrario dP
Vedremo
ti
formule
(10),
111),
esistono (e quindi
per
il
di
esiste
a)
il
corrispondente spostamento dn di
'.
le
m un numero
reale,
fun-
1
I
di
A. V. G. voi.
te
I.
1.
e.
dalle
(li risul-
terebbe subito
esistenza
li
rotte e div
88
zioni
li
l'\i;ll,
PRIMA
P:
\
rol
..
11 /f
o
_
l
i
j
div
per a
rol
/'
cosi
rot /
1
i
rot m
'
-i
div
rol
/(
div
-f-
v r
///
//"'
//</f
w
i \ !')=
div
rot div u
r
-t-
grad
"
-+-
grad w
i*
X
>.
div
rol "
x rot
si
La
con
le
rotiit
\v)
il
grad u
x v)
1
non
possono esprimere
Le
poich per u
il-
= cost
i
si
ha.
coin ovvio.
In
W-u r=z 0.
Anche
le (5j si
perche
si
secondi
n.
1
Dalla
ha:
tot(mu)xdP \5P d mu) <5P (m) '//' = m)dn XP 8w X I'1-hdm w XP 5w i(X(f/' =j.rotwx^P \5P-Hgradmx^Pw <3P gradmx5P-n = -j-gradrox J*ix8P-dP wx<lP5Pj
<l
rfP
= = =
-+-gradiXw
-t-gradwi
}
'//'
\
8P
3P
nx[dP
\
rot
grad
\ te
X
\
dP
8P,
BP
dimostra
di
dP
quanto abbiamo
ti
affermato.
In
modo analogo
(1) e
1
si
ottiene
la
seconda delle
dalla
se-
conda delle
Dalle
il
lettore
ai
pu
ha
div
.-,
il
V
\ riti
i
dv v
;'/'
J
-:/'
\%>P)-h
i
wxrotr
la
7
.
/
>l'
(die
dimostra
OPERAZIONI
b)
i:i
OPERATORI VETTORIALI
", v
89
'Ih
-
Se
il
allora
anche
><
funziono
e si
lui
du
(Si
ii
i
ro1
grad grad
grad
gran
a
i
(9
<liv
i>
a
'
[nfatti
rot
il
XdP
\8P
fs~d)x5P
/ /
1
(S^SwxdP
*
1 grad
il
dP.
;''|
<
5P
2 grad
x5P-
<2P
sj(grad*
<(*PA8Pj
>
'//
mostra
e)
la
(8).
In
e arbitrario, dila
'*
P=
-+- .ri
4-
//
e,/
f-
a.,.) -+-
u 3 />,
>'...
a?,
y,
:.
quanto
li
it
1?
u3 e
come
(9)
si
ha
(10
rot'u
grad
j \i
grad
i
tt 2
\jH-gradit 3
u
\fc
il
'
<
\CZ
u. z
<
.r
<
<
111
div u
grad
-*-
./
'
"l
90
ri
PARTE PRIMA
K notevole
a* div u
sia
il
la
formula seguente:
|
li'
grad
i*X
11
rol
a.
si
"
qualunque
vettore costante
1<>.
ba
>
V
i
"
rX
1
::-'
X"'iX X X
-f-
.<"
X
,
"
"
I
./
<
1
'
l
PflJ
A ;
l
Affi
'
<
/
>
C.
d. d.
\<
./'
4.
mero reale ed
!
Prodotti degli operatori, grad, div, rot. >/ punto /' vettore, l'unzioni d<
1
si
Se
ha
nn-
rot grad
m
n
=.
0.
div
rot
Vedremo
Infatti,
rot
in altro capitolo
reciproci di questi
si
teoremi.
ha
grad m
x dP
\oP =
\ a/*
ri
div rot n
dP x 5P
X dP
-+
0;
1
i
Con
gli
rot,
non
(ti
si
pu esprimere
.
grad (u
v),
rot
indipendente
si
la
/'.
Occorre introdurre le derivate rispetto ad un punto, come li Analyse vector ielle generali gi citata, e allora nel Voi.
tatto
>i
ha
grad(tfcXv)=K
n
riti
,,,"
dv
,,,"
r>t
<u /
= ldiv r
'
)
il
l.liv
il
Tp) v
si
presta per
calcolo effettivo
la
diretto.
lei
Non
holi.
possibile altra
in
.
t'orma
-\mope-
ma
qualunque nonio
faccia
si
dovranno ritrovare
gli
raion
'lidi
In-
91
per
i,
l'arbitrariet
'li
dP/\%P,
dPxoP/\&P
dimostrano
(2).
<'i> formato due dei cinque possibili prodotti, accennate funzioni. tre prodotti
I
Abbiamo eoo
due
;i
due,
<
Il
<Ii\
grad,
grad
li
v.
rol rol
non
si
Nelle applicazioni
li
possono esprimere mediante l<- funzioni noto Mn qui. si presentano lue operatori
i
grad,
.,
grati
li
rot rol
primo opera sn di un numero e produce un numero, il -.rondo opera sn li mi vettore e produce un vettore. -. ..'.ben istinti e definiti dalle (3), hanno, (ili operatori rispetto all'algoritmo cartesiano, la forma simbolica comune
1!
,i
i
.,
t
i
ir
z1
riferimento
,"m
t
.
perch mediante
il
solito sistema
li
si
ha
liv
"
,
grad
m - tz
,
<"m
,"m
-+;
x-
grad div
rot rot
= dxr
dy chi
-
-+-
d*u +
=
p**i
,
,
>
'
c/~
c-
Se
ti
cost.
individua una superficie o una linea, secondoch P varia nello spazio o in una superficie. In ogni punto P Iella superficie o della Linea, u ha uno stesso valore: avremo quindi
(In
grad u
in
X dP=0;
superficie o alla linea u
cio grad
normale
alla
= cost.
tI3),
1
i
Le
il).
(2)
e (3)
:
sono
luti-
da
Manwki.i..
1.
cit.
alla
nota
lie
le
enuncia cos
lias
The slope of
function
function
no curi
the
curi
<>f
vector
no convergence
is irs concentratici) the concentration of a vector functien the slope of its convergence together witli the curi of ita curia.
:
92
Se,
].
PARTE PRIMA
es.,
Au
A.,
sono punti
"
ti-si.
r,,
rs
le
distanze
<i
/'
da
.4,
.1
'".
'
allora per
di
al
jt
cost.,
l>a
asse AiA.
di
/'
rivoluzione
parallela
vettore
grad
che
grad
'l
r.
i '
grad
'
/.
si
costruisce comi'
A.,
somma
li
lue
i
rettori
.
'
unitari
.
direni
da A,.
P. moltiplicati per
numeri
La
si
otten-
gono
di qui
subito
le
normale
all'ellisse,
/'..
>y.
ecc.
b) Si possono risolvere smplicemente questioni di mas Simo e minimo l ) osservando che: del Se il numero u fanzione di /'. ammette nel punto P campo di variazione di P un massimo o un minimo, allora il grad u in P nullo. Se il numero u funzione di P, ammette nel punto /' di una superficie o linea un massimo o minimo, allora il grad in V normale alla superfcie o linea. Cosi se /,. r... ra sono le distanze di un punto /' da tre punti A l A t A 3 non collineari, la funzione
[
/-,
>'.,
r,
del piano
.4
.-1
.-4
;!
tale
clie
in
0,
tal
0, A
3
O formino dae
grad
due angoli
di
120,
perche
punto
grad u
Se ad
es.,
= grad
>'
\ -+-
r.
gradrj
li
0.
rx ,
superficie o linea,
lai
A 1}
un A
punto
.
/'
di
una
la
funzione
/',
della superficie
>
linea
nel
piale
l')
minimi
(Ani K
A.cc.
ro
''!
normale
riflesso
/'
in
.1
/',
an
la
angolo
stessa
con
grad
ha
la
><
grad
r,
grad
.l,/',.l
Se r
la
distanza
di
P da A
-i
pne
Sr,;
<;
n
.1
allora
si
ha
-rad
((Hindi:
il
2S>\ grad
r,
2S(P
punti
2n
/'
baricentro G dei
reit,
e
.4,
il
punto per
cui
G
u
ad
punto
del
minimo Lo
ci
stesso
pu
dirsi
nienti restrizioni.
L'equazione
di
una superficie,
in
coordinate carte-
fise,
y,
z)
=.
0.
ha
grad
u
cf ~ --
i -+-
<f cf j -h - A
.
?y
rZ
in
alla superficie
X x)~ X
d)
-y' J
cy
-h(Z
z)t
:
=0.
Consideriamo
le
traiettorie
ortogonali di un sistema
di
\,
rt )
= cost.
fissi
essendo r n
Il
r 2 le
distanze di
la
da due punti
4 1(
A.
direzione della nonnaie in P alla linea del sistema che vi passa e quindi i grad u la direzione della normale alla traiettoria ortogonale che passa per P. Se
vettore grad h ha
si
riesce a porre
i
grad u
= h grad
v,
94
PARTE
li
l'in
MA
li
ove
/'.
allora
COSt.
V equazione
Se
].
es.,
abbiamo
u
= m,
']
in.,
i
-=
eost.
rt
<li
(con
Gayley
diciamo
.1
.1
.
a 1?
si
y..,
gli
angoli che
vettori
//
P ^4i. P A._
della
fanno con
ili
pu porre (essendo
reciproco
distanza
dalla
retta
A A
1
-=Asena,,
Inoltre
,
= h sena,.
l>
numero
i'j;i;\au=
m
ri
del
-figrad^
^/jj w :(ti(1j',=grada,-' y
8
.
'
r grai rs
'
per
la
(7)
n. 2
quindi {incora
sen y grad y
Y
i
grad u '=
/*(/!
>//..
sen z 2 grad
x g ).
grad
///,
cos
v
(
///..
(()>
dunque
cos
*,
-i-
m2
cos
Kg
cost.
le
Come
altro esempio,
r*
si
considerino
cosa
ir
= cost.
y.
ed
al
posto
di
>,
x,
rima-
nendo 4j
?
arbitrario). Si
ha
,.
_
grad
cos
y.
2r = cos a
-
grad
'
-+-
cos
/
sen
grad
2r*
sen a
;
COS
/
grad a
:
cos
-;/
grad
sen
cos
=
-y.
>
;<
l'r
cos
11
'
se
-rada
'
sen
1
. -
grad f
sen eos
grad
-a
95
forza
cosi
'/
.
sen
"/
e)
Conserviamo
cosi.,
1<-
Dotazioni di
La condizione
i\
r.
la
equivalente,
di
logrj
loe,;r
<<st.
definisce
le
circonferenze
.
Apollonio
relative
alla
coppia
ili
punii
i
.1,,
A t Ora
r,
si
ha
/..
grad (log
le
log
grad
y
y
A
a,
grad
yz
= grad
le
(a,
,)
quindi:
Apollonio
relative
alla
p< >
coppia
<li
punti A
i%
sono
circonferenze che
passano
e
]
A*
(di
equazione
a, = cost.i.
e
interessante confrontare il metodo cos semplice pido oia Bguito, con quello cartesiano ordinario.
Sia
'la
ra-
come origine
retta
.l,.l
di A da A. Prendiamo {A 1 -+-A 1 2 ul sistema cartesiano ortogonale del (piale la l'asse delle x. Le circonferenze che passano per
la
disianza
di
A X1
-+ ;r
2uy
a"
essendo w
di
2xydx
y*
x*
?
-t-
a"
dy
dy,
0.
in
d.r
si
ottiene
2xydy
if
,v
-i-
a* \dx
2% udii
x*
ir d.r
-i-
1
\
-z)dx==0.
a*\
,
.'-
Uaf.+f
integrando, moltiplicando per
arbitrario
[bj
.r
indicando con
un parametro
si
ha.
come equazione
x*
-ts
vx +- <r =
96
1
i'Aktj:
prima
i
;
--Irma ^c <li circonferenze con centri sulla retta -l .h. Ma non basta ancora; per dimostrare che la b L'equazione del sistema di Apollonio, bisogna ancora provare che: il rapporto delle distanze da .4, e A s di un punto qualunque di una arbitraria delle circonferenze b costante, il che richiede lunghi calcoli. questo un notevole esempio delle complicazioni alle quali conducono le coordinate cartesiane usure sistematicamente come mezzo di ricerca o di dimostrazione. /) Essendo r, 9 i soliti clementi delle coordinate polari 1 di equazione e u un parametro arbitrario, il sistema oo
rn
= u" sen
<p,
ovvero
r"
sen
ftp
cost.
di ordine n.
che si ottengono da una spirale sinusoide applicando ad essa tutte le omotetie che hanno per centro il centro della spirale, che origine delle coordi l'ormato dalle linee
si
ha
grad
11"
nrn\
i
s ,, n )r r
g r ad
nr" cos nx
i
grad
sen -nx
n-z
nr" sen
grad :
\-
nrn
2
cos nx
grati e
sen
nrp
-
cos
Cot **
n-p
grad
r"
grad cos nx
COR
'f
cot ~nx
grad
'"
COS
/ftp
Le
polare
traiettorie
ortogonali
hanno,
dunque,
per
equazione
r"
=v
cos
'<j
'
sen
.,
db ^
-Jn
si
ottengono dando
n
al
1,
-.
rette:
1,
2,
lemniscate:
boli equilatere; a
cardioidi: n
2,
iper-
2,
parabole.
Formazioni geometriche.
calcolo vettoriale (o, in generale, geometrico) deve pone il mate Il malico in condizione di poter risolvere direttamente una qualsiasi questione l geometria, di meccanica, di fsica, sotto forma assoluta, -io indipendente da qualsiasi sistema di riferimento (con zero coordinate):' sistemi vettoriali comuni, in luogo di altrimenti, come avviene per
i
operazioni
ni
operatori
per
gli
enti
geometrico-flsico-meccanici,
si
hanno semplicemente dei tachigrafi per li- coordinate e queste continano ad essere elementi indispensabili del calcolo. Ora ovvio che una qualsiasi questione di geometria, di meccanica, di tisica indili
pendente
Il
la
quindi pu,
prodotto
e leve,
(*).
Fn
-l-,
per un
nuiiero reale,
toli
X, A,
>
<'''
,
grad,
pu chiamarsi sistema minimo, basta per risolvere, numerose questioni, come il lettore pini vedere nella Parte seconda di questo libro. Pei- la risoluzione assoluta di molte altre, occorre unire al sistema min imo le omografie vettoriali, o trasformazioni lineari di rettori in rettori da noi gi ampiamente trattate ( 2 ) e che, da molti Autori, sono state applicate a svariate questioni, le une note le altre nuove (3 ).
I-Vl,
e
clic
1 )
e soltanto
2
(
da queste
essi
C.
BuRAU-Foim
zioni alle
trilli.
R. Makcot.ongo. Omografie vettoriali con applicaderivate rispetto ad iin plinto e alla Fisica-Matematica (G. B. Pee
:
voi.
I.
Transformutions
(S.
linaires e voi.
Applications la Mcaniqne
et a la
Physique.
Lattes.
Cfr.
98
APPENDICE
Ma
il
AI.!.\
PARTE PRIMA
non bastano ancora
sistema
minimo
e le omografie vettoriali
per molte altre questioni; ne esaminiamo alcuni-. Una forza/, qualunque sia la sua definizione fisica, una funzione di un punto P, punto nel quale la si applica, > li un vettore 1/ che
d
vii
la
grandezza,
la
direzione e
a
il
rerso della
forza /.
Ma
le
forze
comportano
Se
si
rispetto
ed u in
mdo ben
funzione un corpo deformabile, allora, non 90I0 P quanto sono funzioni di /. perch la forza ed individuata da P ed ' identici alla forza / solo quando pu chiamarsi punto di applicaa i: per questa ragione che %i zione della forza / ed rettore della forca f. In conseguenza la
di
ed
//,
ma
tanto
P=P
1
/"
dizione di equilibrio
Ih
di
<8P =
un sistema di force applicate ad un corpo deformabile, contiene tutti essenziali e la si esprime sotto forum semplicissima, assoluta, mediante gli elementi del sistema minimo. agisce BU di un corpo Se, invece, la forza /. funzione di /' ed u rigido, allora u ancora una funzione di /. un elemento essenziale, ma P non una funzione di / perch si pu sostituire a P un punto qualunque della linea di azione di / e invariabilmente collegato con P. In alni termini per una forza / applicata ad un corpo rigido si hanno ancora due funzioni di / da considerare; una , come per corpi deformabili, il vettore i di/: l'altra non pi il punto di applicazione. die risulta essere una pseudo-funzione, ma sibbene la lnea di azioni di f. Ora col sistema minimo la condizione di equilibrio di un sistema di forze applicate ad un corpo rigido si esprime con due condizioni
elementi
.
Zi
=0.
2(P 0)A =0
1
t
'.
la prima essenziale (vale a dire assoluta o funzione del sistema seconda doppiamente accidentale, perch contiene i punti P che non sono funzioni delle forze del sistema e il punto arbitrario (> che assolutamente estraneo al sistema e al corpo. Inconvenienti ancor pi gravi si presentano in geometria. punti distinti .4. B determinano una retta a. tre punti non collineari A, />'. C determinano un piano v.; il sistema minimo non pei notte d per mezzo li A, C (che pure esprimere Botto forma assoluta a ed
la
/'.
di a
ed
x),
ma d
soltanto
i!
punto generico
hx{B A),
. l
A -+-!/ C
A.
Cfr
ad
es.,
C. Bikai. i-Forti e T.
Booo
lezione Lattes.
1921).
PPEND10E
\ i.i. \
P
.1.
im
/'.
I.
PRIMA
i
99
geometrici
",
/..
Si
complicate per
retta tonnine a
il
due
accidentali e
mi-
dunque
risolvere tutte
le
necessario ampliare
le
sistemi)
minimo
in
lo
da potei
III. introdurre le formazioni geometriche di ' prodotto alternai. In questo AppenP8 "*8> dice diamo un rapido cenno della teoria delle F. quanto basta perch
F,
seconda
terza specie,
''
il
lettori-
comprenda l'importanza
la
necessit
<li
esse,
rimandando
un completo sviluppo 'i: ma nella l'arte seconda di questo libro facciamo uso soliamo del sistema minimo vettoriale escludendo le omografie vettoriali e le formazioni geometriche. Diamo la teoria delle F sotto una forma che concorda con quella concreta e semplicissima stabilita da (i. PEANO (*), poich il calcolo primitivo stabilito da
II.
Gkassmann non
di matrici e determinanti,
quindi ben lontano dal calcolo assoluto die indispensabile per le applicazioni. Sviluppiamo la teoria delle F facendo uso ili (pianto si esposto nei capitoli I-VI precedenti (sebbene possa trattarsi indipen-
dentemente da tali nozioni, come risulta dai libri sopra citati), per provare, con fatti, che il sistema minimo da noi stabilito non impotente,
il
pi
invece atti)
dare
(*)
C. Burali-Forti. Introduction
Lezioni di
rino,
(
190J).
2
)
Calcolo
V Ausdehnungslehre di
H.
Grassmann
Per le formazioni geometriche, pure sotto forma assoluta, negli spazi ad n dimensioni, cfr. le recenti note di A. Pensa, Geometria assoluta delle formazioni geometriche in un S a euclideo. (Atti H. Istituto veneto, voi. 79|. 3 Comprese le omografe vettoriali, come risulta dal citato Voi. I di )
(
Analyse
far
vectorielle generale.
Nella
Appendice
i
alla
fine
di
questo volume,
sia
deduciamo
minimo anche quaternioni vedere ancora una volta come il sistema minimo
dal sistema errori
si
di
Hamilton,
mirabile
per
siano
dedotti
che
algebrico
comune (mentre
il
calcolo delle
stabilito
da Peano
simile
un
100
I.
In
a)
Noi abbiamo definito nel Cap. Ili !< forme il cui calcolo coincide <<>! calcolo barile
forme geometriche
.
di
seconda
Se
li
e
<,
tersa specie, F
I'
punii,
I
&
sono successioni
ii
.',l
l
/'i
.',!/.',
li
brevemente
Zj
/',
(0)
x A
t
B C\-^x,A
l
,l:,r,
(a
....
.<
.
.1
/;
..
BiC
indichiamo
gli
operatori
(Lv,i,/.'A/'.
(
=2*.-voi(j,-,
/.
/'.
<>..
(1)
(i>,.l.ft,r.)/'
(
1,-
Voi
(.4
/'
/',
qualunque siano
Risulta che
n -x, A,
1
punti P, o.
n
~.r,A,i:,
1
numeri reali y
mentre
]',(',
numeri
.<
.
reali,
/'
.
l'uno
'
.
l'altro
operatori
e
(0).
definiti
dalle
ili,
si
,
chiamano
fornir
geometriche
brevemente F 2 F... Indicheremo una F.z o F con una sola lettera. Dicendo che una F, . ovvero o una F. intendiamo dire che esstono, almeno,
seconda
terza specie,
.
le
successioni
.*',,
Ai,
I',.
Ci tali
che
il
= ZxiAiBi,
zQ), e
.r
i
BiC
e le notazioni
S (P,
zi'
hanno
primi
secondi
I
membri
o
delle ih.
si
esprme
facil-
'
come
ni
si
Si ha
ili)
lr,A,i:
solamente quando
!
iti
ni
n
!
VxAi'Bi',
2*
B C
2*
WB
<
"
[ y
2x{A,
'
0)
\ {BiO)
in
"
-0)
'
(8)
a
Savi
'
0)
/'
-O)
(C
-0
Zi
i
/'
"
iju
lnuque eia
il
punto
0.
APPENDICE
Intani. In virili
ilellii
Al.l.A
PUMI,
(li
si
l'IIIMA
In
IDI
delle
(2)
definizione
pale
prima
sola-
0,
punti arbitravi
un
Sx,
i
Vnlil,
/.'
0,
/',
=Sa?,'Vo1
1
il,'.
/;,.
<>.
vale n Hit
n
2tf,<
1
in
I,
(P
0)
-i.< -.'<
1
0)
'
I
/."
-0)
(PO),
il
^xi{Ai-0)/\{Bi0)
per essere
/'
-Lxi\A
J
l
0)/\.(B^0)\
indipendente
<l'
0)
0,
clic
la
O
In
vettori- arbitrario,
la
0,
(3
dimostra
prima delle
(3).
modo analogo
Noi
,
'J.
l'orino nulle.
a
che
una F
.
:
nulla
una
F,
nulla
ovvero
8(P, Q)
= 0,
-/'
()
qualunque siano
meri
sia
.r,
punti P, Q.
F2
F3
nulla (ad
es.
quando
senza
nuvi
sono
n. 1)
clie.
tale
forma
unica.
clie
(zero) la
F2
F3
nulla,
n. 1
si
ha subito che:
1xABC
*
xiA i Bi=0
1
1
(i)
2x(A-0)A{B O)=0,
1
2x(AiO)X(BiO)/\(Oi-O)=0
qualunque
sia
il
punto O.
3.
liche (0)
specie.
le
notazioni simbo-
<5)
Zxi A i BiOiDi=^XiYol(Ai
1
B,,
d.
Ih)
=\ 2x(BA)X(C-A) A o
l
Di A,-)
e diciamo che
il
forma
di quarta specie,
101!
APPENDICE ALLA
Risultn
clie
le
l'Alili:
PRIMA
le
F,
mentre
F,,
F,.
sono
}>unti, o
coppie di punti,
punti, e
numeri
reali,
rispettivamnte.
4.
Somma
od F 3
/(
,
e prodotto per
un numero.
F3
,
Per definire
per un
III.
la
somma
F
.
di
due
8,ono
F^,
il
prodotto di una
reale
s',
F2
numero
8,
s'
reale, basta
z.
-'
ripetere (Rimiro
F, e
si
Se
sono
numero
definisce
e
z -+- z\
iz
8 -+-
h$
come
la
F. M
F3
(8 -|- ')(
P, Q) f-
P, Oi
-+- *'<
(o-*-o')P
= oP-*-o'P,
P, #),
(/,v)( /'.
0)
fc
(hz)l'
= lazl')
(P. 0)
qualunque siano punti /', ^). Se a, b. e, < sono delle F,0' 1, dimostra facilmente, valendosi delle
i
2,
(3;,
3)
/*,
dei
numeri
reali.
*i
(4),
che:
4-
mia
>
Fi-
da
f-0-=0-4-rt
ft
I)
=d =a
c
eolie
,/
t-c
= o-t-d
(6)
+= + = (a l da a = b e h = k
a +
da
/mi
(6
-+- e)
6) -+- e
//a
=
I))
segue
I
fe
=
(/<
segue ha kb ovvero n 0,
-+- A
+ = /m h{ka) =
(hk)<i
///.
//<>
-+- fcd
Se.
come
si
fa
in
Algebra,
l)a,
si
conviene
t-i
di
pone
a/h
(7)
= (
si
b=
il
/i,
= (ljh)a,
/
allora
le
vede
stillilo
-+-,
operazioni
si
per
prodotto
aitato per
un numero
reale,
applicano
ttlle F.
5.
cal-
colo, e
forze applicate ini un corpo rigido, occorre introdurre, con li. GrRA.SSMANN, il prodotto alternata. Noi lo definiremo per ora in un caso particolare [cfr. n. 14
le
come
tinnenti assoluti,
rette,
di
questa Appendice].
di
una
per
in
Algebra
si
ottiene
il
a iti \
;
<
ai.i.a
l'Airn;
PIUMA
103
notiti,
avendo peraltro cura ili non cambiare. V ordine delle lettere che indicano punti nelle due espressioni. \J operazione, prodotto alternato, ora defluita, sar indicati) col simbolo O. Vale dire: ae a una
F,
l>
una F con
8<4,
indi-
cheremo
un
Oh
/>.
il
Coniti
d'uso
sottili!
nde-
remo spesso
simbolo
notazione completa
die altrimenti
b
o aOb;
'
simbolo
O non
pu esser
soppresso,
Cos, ad es.,
potrebbe giungere, in certi casi, a notazioni assurde (*). per il prodotto alternato di una \\ per una F2 e sottin-
tendendo
il
simbolo
si
ba
2
(3.-1,
2J
-+i
\2A
B C
i
$A
B 2 C., $A B C
2
5^^(4^,(7,
i
- 3J5
2 (72 )
=
i
t-QA,,B.,C2 -h20AiI (\
1
15,1,/,'./;,.
risultano
facil-
mente
Se
r
-+- 8
le
propriet seguenti!
o, a'
t
sono delle
e h
F,-,
fr,
b'
delle
Fs
una
Fi,
< 4,
un numero
F,
reale, allora,
sottintendendo
ab una
(ab)c
a(bc)
a'
da
rtO
(8)
/
i
a'b'
= ab
-+-
ab'
si
afre
come
in
Algebra
(afe)
Queste propriet,
le
due prime e
l'
l ( )
La notazione tedesca
[ab],
in
luogo di
O^
[cfr.
ad
es.
H. Grassmann
pro-
figlio in
tamente da escludersi. ,
dotto,
i
che: se ab rappresenta gi
il
segni
sono
6,
inutili
il
se
[ab]
deve
binaria di a
e di
allora
simbolo di funzione
],
contrariamente a
ente cui
Giova notare che la rappresentazione del prodotto alternato aOb mediante una funzione binaria di (a, b) assolutamente da sconsigliarsi,
perch
si
le
utili
analogie
2
col
a
calcolo
algebrico ordinario
C.
BuuALi-Forsrr,
Logica
Matematica,
edizione,
Cap.
II,
4, n.
104
a
quelle
a
Vedremo
presto
'-t'r.
n.
8]
piali
le
due prodotti.
ti.
Notazione effettiva.
I
Si
<
un punto.
I
(ture
>a
il
questo,
la
I.
5,
e sottin-
notasioni
simboliche
(0)
divengono
alternati
ABC,
i
ABGB
di
I
sono
esse
prodotti
di 2,
3,
4-.
T,
particolari
,
(punti),
prodotti
per
I',.
numeri sono
il
particolari
F2
F3
F4
le
loro
somme sono
o
...
Cos
calcolo
ai
punti, e
chiameremo bipunti
prodotti
alternati
due o
tre punti.
7. Interpretazione geometrica. Vedremo in seguito il significato geometrico lede F. e in generale; per ora ci limitiamo ;.i casi particolari, fondamentali, seguenti, nei piali A, /'. G, l>. E, /-'sono dei punti.
ABCI) =
equivale a
punti
.1.
/.'.
G,
I>
ABG AB =
sono complanari
collineari
/'
I
i
i
punti A,
punti
A,
/'.
G sono
F
G,
coincidono, cio
l>.
li
1
\
A,
i
/'.
F.
sono complanari
A.
/.'.
triangoli
/'.
vertici
/'.
F.
ABG= DFF
equivale a
3 le
I
Iia
uno
egital
arra
'
1"
.1.
i
/.'.
/'
sono
.1/-'.
1
'
ollineari
AB=CI>
equivale
2
a
segmenti
verso
la
il
da
a
I)
identico
al
verso
(').
fatti
Le relazioni, cos semplici, sopra considerate a sinistra, esprimono geometrici (a distrai assai complessi: ci prova la potensa e sem-
Giova notare
die
il
(ripunto
.1
BC
ente
(i)
Da
Il
segue, in generale,
sfatta.
A=*D C\
la
ma
da
l*
BA = D
pu
dal
perch
condizione
non
soddi/>'
bipunto a
dunque' un
ora.
ente
ben
diverso
vettore
.1.
bipunto A
/>'
secondo
ed
le
comuni
un
vettore
scorrevole,
ma
.4 li
denominazione
tutto impropria.
rri..\M<
il
i.
i.i. \
I'Aimi;
LMIIMA
I.
/>'.
105
<',
adatto
ii
rappresentare
.1/.'
.1.
e.
(un-
lii|)imii>
ente adatto
per
n.
rappresentare,
sin
la
retta
determinata
quale B
A
lai
il
punti
/',
rettore e
[cfr.
la
quella
-1 <
-i
catione
n.
<
10,
rispettivamente,
questa Appendici
8.
il
prodotto alternato
attenzione
su
il
prodotto
regole
algebrico.
//
Il
lettore,
<
supponiai
la
deve ora
a)
specialmente fissare
sua
<la
quelle
li
commu-
tabile
cambiamento de/I' ordine dei due fattori produce soltanto un cambiamento di segno. Ci risulta dall'ultima delle (8).
;
In
particolare se
.1,
/>'.
6',
sono delle
F,
si
ha
A.B
le analoghe nella teoria dei determinanti. Se in un prodotto di V (in numero di 2, 3, 4) dite fattori sono AA rieguali, allora, il prodotto nullo, perch dall'essere AA
i
sulta subito
J.J.=0.
gi veduto che un rettore una
si
Abbiamo
ed
?/,
Se, ora,
un
punto
r.
dei rettori,
ha identicamente
Ou=0(0-hu)
Olir
<
>i
O -+- n)(0
-h V)
Ouvw=
e quindi per
<>{<>+- it)(0
+ w)(0+w)
:
quanto
si
Ou pu
<>ttr
rappresentare
passante per
e parallela
ad u
il
piano
si
parallelo ad
e v
invce OtlVW
numero
reale e
ha precisamente
0-1- tv)
Ouvw
= Voi (0,
O-i-
it,
O+r.
te =-XA b
si
Osserviamo ancora che se A, B, G, mente AB A{B A) ABC A(B A)(C ABCB A(B A)(G
sono punti
ha identica-
= =
=
A) A){B A).
h) Se a, b, e sono delle
e se
= ac
10G
Al
L'B.,
se
l.
/'.
i'.
Q sono pumi
B(
allora
la
egua-
glianza
{ABO)P=(A BC Q
unii
esprime che
punti
/'.
<<i"'di-
di est
In generale ab Se
= ac.
geometrie! rappresentati
il
a, 6, e
(').
tori,
' nullo,
fattori
relazione
fattori
2
(
tra
(/li
enti
geometrici
<
nullo ed esista
Ad esempio,
se A,
ni
B, C,
I>
Bono punti,
ha:
segue,
*fcgue,
CD 4=0
9.
punti A, B,
BC = 0, oppure A sta nella retta B< AB = 0, oppure CZ> = 0, oppure < AB0 C, D sono complanari
.
Biyettori e trivettori.
3
(
a) e
Chiameremo
trivettore
il
ti
per
il
rettore
v.
rappresenta graficameite disegnando \e frecce che rappresentano u e r con la stessa origine e tracciando poi una freccia curva diretta da u
a v. Di solito
si
completa
il
parallelogrammo che
si
chiama parallelo-
grammo
(M
vettori
vettori h
le
operazioni
X,
e
/\
S^ n.
1\ ir
Ja
normale a v ir da u /\v u /\w. segue m /\ r w) */'=}= oppure V e il parallelo a r ir E noto, invece, che se a, h, e sono numeri
\
iure v
wXv = *X'*'i
IV
segue
X (v =
l*y)
quindi
quindi
sar
v=tt>,
v
^=
sai*
= W,
=
0.
te
segue, necessariamente, 6
z
(
u -h "i allora
<ia
ab
Invece se
i
a,
6
le
segun
a=0
ovvero &
Per
ila
vettori e
i
Xv=
a
/
.
0,
segue segue
H
li
normale
da u,/\v
parallelo a
3
(
)
rt,
= u=
M
ili
X. A
0,
Bi
ha:
ovvero v
0.
ovvero
il z|r
v^
I
0,
ovvero
Il
*.
Il
prodotto alternato
quattro
vettori
i
nul
0.
li'
punti
4
4.
/?
si
ha sempre
>
Buvw
da oui
R)u
VW
PPENDICIS
ili
LL
IMK PR1W
e
ni
H)7
Si
chiama modulo
<i lui
un
bi vettore
u.
Quindi
se
ti,
Bono vettori
moil (uv)
Affinch
mod
,
[u
v
*>)
= iood a
=
mod
Ben
m.
v).
bi vettori
Ou
-= (>v
(')
qualunque sin il punto O e quindi <f ^ bivettori sono eguali solamente quando: i loro parallelogrammi rappresentativi sono' equivalenti (cio moduli dei due bivettori sono eguali), stanno nello stesso piano o in piani paralleli (cio i due bivettori hmnno la stessa giacitura), le due frecce arcuate hanno lo stesso -erso (cio i due bivettori hanno egual
i
verso).
Ne segue che un bivettore un elemento geometrico che individuato da grandezza, giacitura e verso. Si confronti col vettore che individuato da grandetta, direzione e verso. ben facile dimostrare che la somma di due, o pi, bivettori un bivettore; che il prodotto di un bivettore per un numero reale un bivettore ad esso parallelo ecc. [cfr. con i vettori]. , punii qualunque, si /) Si sa che se u, v, w sono vettori e A,
:
ha Ativw
= Buvw.
x,
Dunque
se a,
|3
sono
trivettori
x=|=0, esiste
un
numero
reale
= xx
sono multipli di
trivettori
e,
in
conseguenza:
tutti
trivettori
un
tri vettore
non
x,
anche
3/x
a',
in luogo di
= xx.
Conviene introdurre
il
tri retto re
unitario
Q
essendo
/.
/'.
= ijh
ma
del
resto arbitrario.
(')
Si
si
pu
u ==
ab
ove
a, b sono vettori
quindi
0uOtlb=
+b
108
IO.
Ari'K.NhK'i;
Significato
1.1.
l'AKTK l'KIMA
l\.
meccanico
ni
dello
l\
Noi
col
le
abbiamo
calcolo
I
gi
veduto
che
di
[cfr.
Cap.
Ili] il
i
calcolo delle
poi tante far
coincide
bariceni
Mobids. ora
i
vedere come
possano rappresennotare
tare
Nel
di
questa
in
vi
it
Appendice
del
abbiamo
tatto
che
il
(
Ri/'.
punto
la
AB
pu,
significato della
eguaglianza
e
AB
.1
considerarsi
retta
come
ni
vettore.
In
virt della
identit
xAB=
si
Ai) A,
x,
li.
A\
vede subito clic: una V, sempre una stimimi ili bipunli, e quindi: una V. (.1, />',, per i n) sempre una- funzione 'li un sistema 1, 2 di forze applicate ad uno stesso corpo rigido. Si considerino ora due F, qualunque
= lAj:,.
Il
s'
= 2A'B'.
II)
K nolo che
liti
==
s'
oppure
=
s(PQ)
u
solamente (piando
s(PQ)
vale a dire
n
= s\PQ),
in
oppure
oppure
0,
2AiBiFQ
i
= 2A
J
l
Bi'PQ
2ABPQ=0
1
comunque
le
si fissino punti I\ Q. Ma s(PQ), s'(PQ) sono momenti dei sistemi di forse A, Ti,, AB rispetto oli' assi'
i
gli
l'<).
ordinari
e
quindi esprimono, rispettivamente, che 8 la resultante del sistema AB, oppure che il sistemo s mantiene in equilibrio il
condizioni
s',
G,
applicato.
qualunque rappresenta la ordinaria risultante di un sistema di force applicate ad un corpo rigido; la condizione di equivalenza di due sistemi 8 =' e di equilibrio s 0, e tali conI\,
Dunque una
Mvettori rappresentano
si si
ordinarie
coppie.
di
qualunque A, B
eguale intensit,
Ah
clic
e
(').
Btr
(.4
i:
appunto un Inveitole
(')
La riduzione
di
delle
l\.
cfr,
libri
sopra citati
il
gli
per
PPJ0ND1CJB
I'
\K
I,
l'iMM
IO!
Si
cos
\isi<>
precisione
per
, i
le
I'.
di
meccanici
I',.
I
.
corpi
riunii.
le
permettono E bi-
sogni!
le
danno, con
medesime
(salvo
regole
le
algebriche
8),
il
elementi
per
i
geome
corpi
dici e meccanici
deformabili),
l\
per
corpi rigidi,
punti
rettori
il. Operatore indice. Se un bivettore con la notazione, di H. Gkassmann, . che si Legge indice <li . indichiamo il vettore di modulo eguale "/ modulo di , Ih cui direzione normale olio giaci
tura di
e
ili
il-i
il
mi
verso
in/'
che, essendo
punto arbitrario,
il
nu-
mero
(>u\
o p08tVO o
nullo.
Segue
questo che
qualunque siano
vettori x,
tali
che
e quindi
il
= xy
la
verso di
tale
clic
successione
./,
y.
a destrogira.
Se u
un vettore porremo
a
=
.
Ne segue ehe
le
due condizioni
,
|
Il
Il
|
esprimono
ratore, ad
a)
la
il
simbolo
e
opel
(
vettori
//
bivettori
).
un
u
numero
reale,
noi
porremo
a
ii
=a
a)
=aO
,
ifi,
|
'
/;
=
a
/*
il
prodotto alternato
ecc.
(die
:
Se
ii
il
ti
il,
v sono
V,
ii
vettori e
sono dei
bivettore.
trivettori,
a
ii
un
ii
tori nullo,
li
esprimono, rispettivamente che, o uno dei fatw 0, u ovvero esprimono V ortogonalit di u e di v o di ite di e, |w=0 esprime V ortogonalit di il ed .
y
indice, tra bivettori e vettori, l'operatore tra
di
1
I
Definito l'operatore
esso
e,
a rigore
di
notazioni,
J
dovrebbe
*.
perch
Noi seguiamo l'uso comune e diamo ad il doppio 1 banno lo stesso algoritmo e non si presentano
110
APPENDICE
Se A, B, C, 1) sono punti A (B C) rappresenta
:
AI.l.A
PARTE PK1MA
A
e
il
normale
.1
alla
retta
BC
al
s
A ](B
male
Se
D)(C D)\
.
rappresenta
retta
passante per
<
nor-
piano BCI>
un tripunto, non nulli, prodotti alternati questa Appendice] 2, -Li sono, rispettivamente, -. Ne segue elle un vettore parallelo ad 8 ed un bivettore parallelo A\(sii) e A (oL!) rappresentano, sotto forma assoluta (indipendente dai punti accidentali B, C, Z)), il piano condotto da A normalmente ad e >.
un bipunto
e z
regressivi [cfr. n. 14
li
;i
la
retta
le
condotta da
e
il
A normalmente
;i
con
prodotto alternato
luta, degli
metodi.
b)
Se
u
li,
th
un
nu-
mero
reale, si
ha
h
|
j
= =
=
w,
|
cio
il
unti
identit,
(hu),
(-+-)
u
e) r
= |u
.
-4|
teorema
di
Vrignon,
il
indice. Se
it,
''
Infatti.
Siano
a?,
\v
= xy,
= .r/\y,
si
in virt di propriet
ben note
ti.
8 di questa Appendice]
y)
ha
//
iuy
ijk
MXxAV
i
X(a!
Q
d)
Xj A
().
Se
u,
sono
bi vettori,
si
pu definire
il
prodotto intuito d
per
ponendo
"
do)
e il simbolo per i vettori.
x, -=Y
le
ha, per
bi vettori,
stesse propriet
formali che ha
l'i
La
(9)
il
prodotto
interno,
dei
X, quando
vettori
cfr.
si
faccia la
teoria
F indipendentemente da
quella
libri citati].
un
Ili'
all'infinito
A); cio
posi!
Al:
una
retta
proiettiva
contiene
[muti all'in-
posizioni
e
* -
vettori
paralleli
ad un qualsiasi
all' infilili o
;
pian
con-
V, cio posit(ut)
una rc//^
tiene
i
sono punti non collineari. .IZ/Ci", posil clie passa per .1. /',
J
/'
ed inoltre
.1
pun
(B
A)(G A)\;
.li
cio posil
un piano protettivo
e
il
la
i
posizione
non nullo,
Luogo
(li
tutti
pumi
all'infinito
Conviene notare esplicitamente die: moltiplicando una Y non nulla per un numero reale non nullo, non si cambia In posizione delle Y ed inoltre: le Y che hanno, rispettivamente, per posizione un F,. I' punto, lino ritta, un piano proiettivi doti, formano un lineine ini una dimensione, per il quale si pu definire la divisione,
.
resultato unico,
come
posit
in
o
Algebra.
posit
Se
un bipunto e
x.
pinuo,
retili
proiettivi,
la
retta
<
il
per
i
punto
si
(piali
non
necessario ricorrere
punti accidentali
con
(piali
sono individua
cos
<!ie
>i
pu ottenere
la
Geometria
1 i
proiettila
ordinaria
per
mezzo delle Y
e dilla
posizione di una F
).
13.
e.
d.
e.
p,
spazili
nel
piano.
Siano
la
Tra cinque
seou. -lite
!
qualunque,
a.
b.
e.
d.
e,
esiste
sempre
rela
bede
t-
alea -b
-t-
deal'
<
\-
eabe
<//>c<7
=0,
aedo
hede
ficai)
-t-
ccah
edab
e.
Cfr.
la
forma pi complicata,
1.
inesatta, adottata
<la
11
Gkassmakn
figlio (Projektive....,
e.)
per
le
I,.
a
Le n zioni di
numero
pi
il
reale
di
'punto
})>>.
tutti: niente di
semplice
geometrico....,
libri
1.
primo (Calcolo
-
0.),
il
la
generale delle
di posizione
e introdurre in
r.
sopra oitati)
concetto
\i'i'i:\in.
i.
ai
<,
i.\
p \i;
r,
1:
prim
L3
Tra
seguente
(12)
961
K,
qualunque
e'.
l>,
/*.
</,
esiste
sempre
In
relazione
apqr'be
bpqrca
jHiln)
cpqr>ab
(
=
+
rabe
i/r
qabe
F,
rp
//
[.
Sia
zioni
/.
una
l'
;
non nulla
a
(/.
/.
e,
<7
delle
non nulle
I-
cui posi-
appartengono
bill
posil x. Si
ba
L'identit
._,
(13)
-a
aia
x
6h
da
<//>
o
x
.a
0 berf -a =
.
cai
, - (1
<fa/)
-e
x
\
14.
Siano
B,
b,
.
C
e,
delle F,
non nulle
Fo
x,
?,
Yv
in. 5)
F
i
:j
a)
Abbiamo
gi definiti
prodotti alternati
05)
AJ\
i
Aa,
Ax;
aA,
ab:
xA
restano da definire
(16)
prodotti ax;
xa,
x}.
La
modo
arbitrario.
definizione
volumi, o degli elementi proiettanti e clie restano quindi da considerarsi gli elementi proiezioni. Noi daremo, dunque, una definizione utile geometricamente, definendo ax e xa in modo ebe posit (ax) sia il punto
comune
posit
Se,
come
e al piano posit a, definendo x|3 in modo ebe comune ai piani posit x, posit p. naturale, diamo ad ax ed xa lo stesso significato, allora
che, per a
risulta dalla
(11')
(17)
e per x
(17')
= PQB
PQR-a
le
per definizione
>
ed evidente che
delle (17),
(17')
indi8
114
<-;m<>.
/?,
complanare con
posi!
-/..
/'.
<),
E;
<li
l'
intersezione
<li
posil a con
Per L'intersezione
zione (12)
(18)
porre,
in
virt
della
rela-
ABC
chiaro che
av.
= Ax x3 =
B +
Bx >CA-*-Cz-AB
px.
a3
O =
lei
esprime che
posit a
= posil
i
fattori nullo
<li
(*).
Xml
sivi
il
vi
ragione alcuna
cambiare per
simbolo O gi introdotto per quelli progressivi. Con notazione completa scriveremo aOx, xOa, xo3 tutte le volte che la notazione abbreviata ax, y.a, ocP pu condurre ad assurdi. /)) Quando si opera soltanto con punti e rette di un piano proiettivo, allora si ha da considerare la intersezione di due rette, cio il prodotto alternato regressivo, nel piano, di due p, non nulle. Se a, b
sono F2 del piano, a Oh ha gi significato e si ha sempre 00=0. Indicheremo con a O' b il prodotto alternato regressivo di a per b nel piano considerato, cio la F, tale che positivo'') il }>unt<> comune
a
positi e
(19)
{AB)o'a
= ^-B-y
'
bo'a. Quando non possa esservi luogo ad equivoci aO'b possiamo sottintendere il simbolo O' e scrivere, brevemente, uh in luogo di aO'b. punti e le rette sono e) Quando si opera nel piano all' infinito,
e si avr
i
(')
Cfr.
Geometria metrieo-proiettiva
Geometria A alitico-proietti va
nella
per
Cfr.
pure
la
Uber
dir-
berichte der
Anche
grafie,
sivi, sotto
dimensioni
regres-
forma
Cfr.
A. Pensa: Geo
s
in
iR. Ut.
Lombardo, Rend., Voi. LII, 1919, pp. 439-453;-, Geometria assoluta delle formazioni geometriche in un Sn euclideo (Atti R. Ist. Veneto, Tomo LXX1.V a Parte seconda, 1920; Nota 1*, pp. '275-292; Nota 2 pp. 787-761}.
,
i'i:iM\
e
11."
dei
vettori e bivettori
il
non
si
nulli
il.
conio
forma
unitaria
v.
oonviene tissaro
Se, ad 68.,
fcrivettore unitario
y,
il,
ir
Bono vettori
//
ha dalla
(19)
(uv)O
che
ir
= -^-
//
v\w '
per la
(9)
diviene
(nr)O'
il
tv
= nX.tv
vXiu-u,
/\w
e
cui secondo
membro
quindi
si
ha,
con
notazione completa,
{ti
v)
O'
pratica ha
Questo esempio basta per provare quale grande utilit e importanza esso esprime, da se solo, quanto espresso il simbolo /\ dal complesso dei tre simboli O, O di GnASSMANN non solo utile, anch'esso, L'operatore indice, ina necessario: ma il simbolo non meno utile e necessario. Bisogna saper far uso opportunamente, nei vari casi, di questi diversi simboli.
;
,
,
Siano a, a
il
delle F, (per
t,
r=l,
2, 3),
la
prima funzione
r, t
di
dente da
cio costante.
a
t 0
Diremo che a
lini
tendere di
t=t
indipendente
= a p.
t=t
Si
mente per
possono ripetere per le F 2 F3 quanto stato gi fatto ampiale T L [cfr. Cap. V] e definire le derivate, integrali, ecc.
,
16.
Trasformazioni lineari.
Per completare
la
parte fondamen-
sformazioni lineari delle F in F. Rimandiamo il lettore ai libri gi citati, non essendo possibile dare un cenno rapido di un cos vasto argomento.
PARTE SECONDA
CAPITOLO
I.
1. Retta tangente e piano osculatore. Assintoti, piani asintotici. a) II punto P(t) funzione della variabile nume-
t ih un dato campo, una linea. La tangente in P alla linea la posizione limite della retta PP quando P,, variando sulla linea, tende a P.
rica
t<
X ,
piano osculatore in P la posizione limite del piano individuato dalla tangente in P e dal punto P n quando P15
Il
variando sulla linea, tende a P. La ricerca della tangente e del piano osculatore in P basata sul teorema seguente Se m il minimo dei numeri interi le tali che P U) 4=0, e n il minimo dei numeri interi le', maggiori di m, tali che P (m) /\ P ik,) =\=0; allora, la tangente in P parallela al vettore P (m) e il piano osculatore normale al vettore p<'>/\p<) Sia infatti P =P\t-hh) e si sviluppi (Par. I, Cap. V, n. 4; colla formula di Taylor arrestandosi alla derivata d'ordine m o w,
:
P.
+ P= hP -t-^.P" 2
!
....
-+-
(P mi
;
(m)
-t- e),
P.
P= hP
--
....
-+-
h m P
,
hn
(,,,)
(P n)
-h
e,).
fatte, si
Pi
!
ha
p
lini
\ m = P m)
m
!
p<>
;
lini
^r
n
!
\ip
=i
>(m)
A PM
PARTE
comuni
il
SE<
ONDA
m l, n-2; e quindi la tangente piano osculatore normale a P' \F". La direzione della binormale dunque P \ /'" quella della normale principale <P'/\P'V /''. Le giaciture normali ai tre precedenti vettori, sono quelle dei piani normale, osculatore e
parallela a P' ed
1
:
rettificante.
Nelle parti
>.,
o),
</
seguenti
di
diamo un
cenno
2
.
dei
'punti
Il infinito, assintoti
il
numero iP
si
all'infinito, allora
t
:\
dice che
numeri
per
quali
t.
tende
all'
infinito
-j
ottengono
risolvendo la equazione in
1
1/(P
;-
(}.
ovvero
li
(P O)*=oo.
di
t
funzione
e tale
che
lini
i
)h{P0)\
all'infi-
nito,
Ad
es.
/' tende */, allora india direzione di . tendente a t per la catenaria, o cosinusoide iperbolica,
P=
il
-+-
t'<t
-+-
eosh
t
ia
punto
tendente
nella
lim)(P
0)/coshtf(
lini
cosh
<
P=
il
-+-
at
e""'a
punto
/'
tende
all'
ho ma
il
Hm)(P O)
indeterminato e
t\
(*) e. Bura:lt -Forti, Sugli assintoti r piani (asintotici di uno linea. (Giornale di Matematiche li Battaglini. diretto dal prof. E. Pascal,
voi.
LIX
(1916
della S
Berie).
resta
a
t
.
sottinteso
die una
e
si
dera
della
il
limite
.
per
tendente
essendo
<li
consisoluzione
fc,
funzione
/,
tale
che
lini -A/'
un determinato rettore non nullo, allora la tangente in pu tendere ad una posizione limite parallela al vettore anche essere retta all'infinito; altrimenti indeterminata.
''>
/'
.
Ad
es.
per
la sinusoide
P =z
si
-+-/
-+-
sen
ha
<
oo e
lim)(P
cio
0)ft[ = gj
infinito nella
lini P'
indeterminato.
P tende
all'
direzione di a
ma
In
tangente
essi. L'
La
tario,
assintoto sar all'infinito, o sar parallelo ad u. linea descritta da P sia gobba, cio non situata in
un
piano. Sia
un punto
fisso,
arbitrario, e a
un vettore uni-
pure costante, che in tutto il campo di variazione di t a ^=0>. Se la normale a e anche icio tangente nel punto generico P taglia il piano a uscente da O si avr e normale ad a nel punto
non
Px^=0
ux
M=P-t-lP'
con
funzione di
tale che
iM
e quindi,
0)
xa = 0,
cio
iP
0)
-+-
Pxa=
M=0
Se
l'
iP-O, \pi\
F X
la.
;
\\mM=A,
con
parallela condotta da
122
PARTE SECONDA
giace in
un
piano
allora
-i
un punto
in
fisso,
arbitrario, del
(P 0)X
la distanza di
parallela ad u.
il
Se
lini 5
punto
lini 5
vu
P=0-+- y
il
a*
6
punto
di
a zero
si
ha:
;
t
lini
della linea.
Se esiste k funzione
(4)
di
t.
in
modo che
linnA-.P \P")
vettore determinato e non nullo, parallelo
i*,
unitario
(P_0)X
di
il
/' dal piano uscente da e normale ad h. Se lim finito piano assintotieo passa per -f- lime- ed normale ad u.
2.
di
Frenet.
/
Suppo-
niamo ohe
campo
di
varia/ione
di
sia
P"==.
OHI
,B
EOO.
L'3
Se
l'arco in
/'.
contato da un pnnto
della curva,
ha
ds
di
mod
dP
di
'
cio
ds
_ in od di'.
Supposto che 8 fresca con t. Ci si dimostra facilmente ammesso noto, sotto opportune condizioni, che: il limite del rapporto tra l'arco e la corda, tendendo l'arco a zero, l'unit. Invero pei P1 h e h posiP(t tivo si ha identicamente
arco
h
//'
P
fc
perch corda /'/', =mod (P, Pj. Passando al limite si ha la formula che d la derivata di s ecc. Definiamo, nel modo seguente i vettori unitari t, n, b paralleli alla tangente, normale principale e binormale in P
;
dP
ds
dt ds
d
ds
*
Questi vettori formano un sistema ortogonale destrogiro e valgono le formule solite [Par. I, Cap. II, n. 3, (6 Definiamo ancora i numeri 1/p, 1/t, flessione e torsione nel punto P. ponendo
|.
d*
a.s
tffc
ds
Ci posto
dt
io
si
ha
1
p
5-
=r -
ds
dn
:
-3-
ds
1 =b t p
1
db
:
-7-
1 -n =T
che sono
e
le formule di Frenet, date sotto forma vettoriale. La prima di queste si deduce subito dalla seconda delle dalla prima delle (2). Si ha poi
^ = 1, txb = 0;
derivando
db 1 db n =n bX~ 0; tx -h-nxb = tX 3- = 0; ds ds ds
db
124
PARTE SECONDA
provano che
per
la
(ih -=-
le quali
normale
(2)
:i
i>,
cio e
un mal tipi o
la
di
e
(3).
seconda delle
resta
dimostrata
Terza
delle
Quanto
alla
seconda
,
si
ha
1
dn
11
si
hanno da
tre
numeri
.s,
p, x;
tre vettori
t,
/*.
6 e Le tre rela-
sei elementi e tre relazioni. Col metodo cartesiano occorrono le tre coordinate del punti. numeri s. p, r; i nove coseni direttori e nove relazioni; in tutto quindici elementi e nove relazioni.
i
di
Frenet,
il
3),
si
pu dare
vettore
Q
(che e parallelo
della linea P)
;
=-b
?
t
alla
si
generatrice della
sviluppabile
rettificante
ha
Xe segue subito
'
e se
si
ti
vettore
ha che
nxt, uXn,
/>
cio
uxb
dn
ds
x
che d, -come casi particolari, le (3'). b) Se P dato in funzione di una variabile numerica qualunque, e si indicano con gli apici le derivate di /' rispi
(')
Per
e
note
di
C.
Bdrat.i-
PRTl
M. BOTTASSO.
L25
inoltre
poniamo
v=zmo(\r',
ossia,
=-=r,
si
ol
iene,
successivamente
DM
i
r
t
H
?
il
P"
e
= v"t + --n +
o
rr'
vl
l
Tb
da queste facilmente
P"
r = -b; P
\P'xF'" = i-):
Vl
iP \P",
Deduciamo
6
inoltre clie
* mod P
l
(P/\P")f\P~
mod -P mod
fP'/\P")
3
'
P"i
1
mod P
:
'
P \P = mod P P')
|
,/\
e pi
P\P"xP"
(P'A^") 2
P"'
si
'
p~
e)
mod P)
i
l~
Mediante
vettori
P, P",
pu facilmente co-
Fi S
ai
struire
il
punto
lunghezza
centro di curvatura, e la
r.
120
PARTE SECONDA
Dai punti
P +-
P,
P-f-
P"
si
conducano
le
parallele a
)>
alla e s'incontrino in M. La perpendicolare condotta da P -\taglia la normale principale nel punto C [cfr. Fig. 21], retta e Basta perci dimostrare che vettori CI'
PM
MP
si
ha
M=P+ F-h-
?
essendo evidentemente
il
vettore Jf
>
P -h P
Quindi
(P
-+-
Pi
X M
)
I'
x Ut + r=.V- V = 0.
pn
ve)
2
I,
P +- P"
la distanza del
punto
*'>
Cap.
II.
n.
e quindi per
la (7) t5
= db mod (P A P"
t l'altezza del parallelogrammo di base 5 equivalente al parallelogrammo formato coi vettori P e P". d) Se u un vettore funzione di f, il punto P, definito, a meno di una traslazione, dall'equazione differenziale
cio
(8)
P = u' A ,
v
= u*.
parallela
ad
il
da
(8)
risulta
P"
quindi u
Inoltre
= u"
\u:
alla
normale a
P"'
binormale.
= u'"/\u-h h"
i7i
\u\
ci
{('
\u) \{u" \u
u a *) A "
'
\"ixm
\m
I
-+- ti"
\ u'
'(**'
Xtt" /\u)*ti*
~~ "
'
{u'
U'IM.H'A/.loNl
Si
ECC.
127
definita
da
(8'.i
P 'z=u /\u
f
essendo
un vettore funzione li /. La retta PPX descrive col una rigata, della qnale le linee /', P, Bono due assintotiche curvilinee solamente quando u soddisfa la equa,
cariare di
zione differenziale
(9)
Mj
(t
1 (*i
II)
con
(.),
funzione arbitraria di
t.
clie
P P
/\u.
sia
normale ad n
cio
P=hu
h'u l
/\
ti
Derivando
(11)
i*j'
i(
te'
\uz=
-h
hu A **
x
-+-
^**j \ m'
o per u,
/\ ti'
si
ha
u'
**i'
Au
f\
X=
x
hti X X u fot/ A w X u
x
i-
=1
si
pu
fare,
(11)
diventa
(U l
Mi
(9)
e la (10) ci
P
come integrale
Posto
della
(8').
=P
-+-
u x l\ u
la
(9),
ci
subito
r#Kw)
ove
un vettore costante
arbitrario.
L28
PARTE SECONDA
Se
o la
1
r,
raggi
e
di
si
torsione
P
re,
Pn
ha
5*
= (Pj P)
=w
2
1
M 8 sen*(*
t)
sen* y
<?)
/S'
im
allora: affinch la
descritta dal
plinto e k un vettore unitario, contante, normale principale in ogni punto della linea
punto
incontri la retta
Oh
fretta
uscente
<a
e sufficiente che,
essendo r la distanza
si
abbia
J
cos
(P
0) f\k,
t[= cost.
in P. incontri
Infatti. Affinch la
la retta
(a)
(P0)/\kxn =
<),
{P0)f\kxt = co8t.
la
poich
derivata
della
(b)
rispetto ad
la
Ma
si
ha
ovviamente
niod
e
j
(P
0) A k = mod (P 0)
[
sen (P
(b)
0,
k)
=r
forin
quindi,
(a),
per
e. d.
la
d.
definizione di
x,
la
equivale alla
linea
situata
in in
mula
Si noti
che se
il
punto
9
descrive
una
la
una
superfcie di rotazione
di asse
0A
e la
radianti
con
tangente tangente
alla
<> meridiana della superfcie che passa per P, allora [P in della P al parallelo superha la direzione della tangente d sen 0, 0)/\k, t[ quindi cos P ficie che passa per vale a dire la (a) diviene
/.
/'alla
Pe
r sen
= cost.
Claikm
i.
(M
Abbiamo
il
dell
memoria
di
XXV,
XXVI,
a.
5*,
1917).
L29
Sfera
osculatrice,
/'(/
/;. /,
descritta da
valori
/,.
/..,
si
<li
/'..
Sulla
/',
curva
lai
<':iti
/.
quando
il
essi
<
/
osculatrice
passa
in
/',.
/'.
/'.,.
Sia
/'.,
/',
centri
e si
il
per
consideri
funzione
//
:(P^C)*-r*;
,
.
Quindi f'(t), f"{t\ /'" h si essa si annulla per t^=t^ t 2 t 3 t 4 annullano rispettivamente per tre, due, un valore di compresi fra /,, /*, t Z Passando al limite, il centro G e il raggio r della sfera osculatrice soddisfano allo condizioni
,
/.,
/(*)
:0,
f'(t)
= 0,
f"{t)
= 0,
t.
/'"(<)
= 0,
di
8.
Gf
= r\
ha successivamente
{
da queste risulta
-+-
do ~d b
.
quindi
do
rallela alla
il centro della sfera osculatrice situato sulla pa binormale condotta dal eentro di curvatura P-i-pn e alla distanza da questo punto, nel verso di 6, di ~(dojds). Eisulta ancora che definito il cerchio osculatore in P, come posizione limite del cerchio che passa per P n P2 P 3 esso la sezione del piano osculatore con la sfera osculatrice e, quindi, ha P-t-pn per centro e p per raggio 1 ).
Dunque
Cfr.,
per altro
modo
recente libro di
T.
L30
PAE'J'K
SECONDA
a)
Le evolventi
Iella
II
linea
punto
Q = P -+-
xt
./-
funzione tale di
che
dx
.)
onde
x
i*
-e eost.
dunque
Psono
descritte
lai
punti
Q = P (*-*-c)f.
b
sono
le
linee che
hanno
la
linea
P come una
Se Q descrive una evoluta di P, la retta QP deve giacere nel piano normale in P ed essere tangente alla linea Q. Se quindi polliamo
u =z
i
cos
<p
n-\- se n
-f
= P-ts
/
xii
numeri
q>,
tali
che
A
dQ
dx
du\
dn\
Dalle formule di
Frexet
cos
<p\
)
ni.
2,
risulta
-*-%j-
du
=[ 1 x
I
d ip
,
I
* -+-
isen?
cos? b
e quindi
1'
equazione precedente
dtp \
-T
ci
d
b
/l
xl
Uh-11
x cos
ep\
1
(cos-f
sencp n =
i
0.
Ma dovranno
e quindi
coefficienti di
t,
u.
/<
e infine
Q = P -+-
pn -h
tangq
131
Bono
Iella
tutti
Se
la
la
linea
P
i
torsione
nel
<
linea ed
la
vettori- h e costante.
i
l'issata
rota/ione
il
vettore
n
in
\ale
it.
Si
la
modo che
(li
un
segno
la
l'orma
ds
=p
s,
1
xt.
di
l'integrale generale
pds
di
questa
in
CUI
<3)
P=P
+]Jtd8,
ogni punto
unitario,
P
a
dato Parco *
piano,
fisso,
del
l'an-
= e'a
* si
ha subito
d8
=
p
C0
rff'
? d:P
che
d un modo, talvolta assai opportuno, per calcolare la curvatura 1 p. a Avendo v lo stesso significato gi stabilito per le linee qualunque in. 2), si ha
{)
F = vt
P" =v't-h-
v*
it
;
da queste risulta
1_
{
p~ _ (mo(lF)"
P'x
iP"
avendo
un segno determinato.
132
Pel
it.
PARTE SECOND
centro
li
curvatimi
avremo
pie,
eio
(7
C=P ~~~P^iP
in
/'
'
1
1 "'
che esprime
Se, ad
e
es.,
funzione
usi.
di
/'.
/''.
/'".
qnalunqae
la
0.
7
sia
la
va-
finizione.
allora
ili
si
l
derivando
Ini
ri-petto
ad
dalla
a
P; -osi.
costantiil
&G
clic
le
ds
cio
cost.
il
prova
die: le linot7
piani
di
il
sodo soltanto
circonferenze ;
il
centro
ne
raggio
Q= P
-+-
pit +- p ta
Dg
&,
u in ogni punto P. con ? costante, perete n. 4, 7 si ha Vero/ afa piana, che Per :p il luogo dei di curvatura. E poich si deduce subito che
1
centri
uiod
si
dQ
= do.
li
ha
die
flessione
due punti P Px corrispondenti agli estremi dell'arco di evoluta, supposto che da /'., a Pn p sia sempre crescente o sempre decrescente. Per qp =4= 0, la tangente in Q parallela al vettore
della linea
nei
a =1 cos y
it -t-
sen
qp
/>
ma
u
x6
seu
-_
cost.,
del cilindro
[cfr.
n.
la
cui
se
c\ oluta
piana.
studio
notevole il procedimento generale seguente per lo lince piane soddisfacenti a date condizioni. Siano un punto e <i un rettore unitario, costanti, ld un numero reale pure costante. Se m, r sono numeri piano e funzioni li r-. variabile numerica indipendente, il punto
di
l'
(1
<>
re
APPLICAZIONI DEL
descrive una linea
pai-alida
;il
133
essa
<l'l
piano,
tangente
in
P ad
vettore
di'
(In
-a
<lr
<-<!
nlz ("/(>.
la tangente in P formi con la direc<i l'angolo costante 'li 9 radianti e precisamente zione
Supponiamo che
(2)
= eH
e
? +S a
da cui
si
ds
pd<p.
Per
la
ha
dP X
clic
Kr
H>Ha
ds
= dPx r
1
'
per
la
il
lmio subito
-+- 81
sen (9
du
seii
du
-+-
dr
8
cos
dy>
0,
t2<p,
cos
du
(:p -+- 0)
cos
dr
-+-
r sen 8
cos
sen
sen
(<p
rfr
81
'
(3)
dcp
sen (9
-+- 9)
+
cp
2:f rf>'
ds
(4)
r cos v
sen
dcp
sen
la
(<p-H 8)
sen
(<p-+- 0)
dp'
e in conseguenza, per
seconda
Ielle
(2),
r cos
(5
sen p
sen(<f-f-8)
la (3)
sen
(<p-+- 81
dz'
notando che:
dizione necessaria
equivale alla prima delle (2) ed la conaffinch la tangente in P fornii l'angolo 8 con la direzione e rUi la (4) conseguenza della prima della (2) e della (3); la (5) equivale a ds pdz.
e sufficiente
:
Se noto r in funzione di cp, le (3), (4), (5) danno u, s, p pure in funzione di cp e la linea descritta da P determinata insieme ai suoi elementi, importanti, s, p. Per 0=tc/2 la normale nel punto P la congiungente P -+- u e le formule precedenti permettono di detercol punto raggi li minare facilmente delle linee piane per le quali curvatura p hanno date relazioni con r [normale cartesiana, rispetto al sistema 0. a, ia\ oppure con r tg -p [tangente cartei
134
siano)
PARTE SECONDA
col
i'i. Per 9 la tangente nel punto P la congi ungente J* -+- ito. punto - 2 allora dalle forSi supponga, ad es., r cost. Se mule (3j, l. (5J si ha subito, w cost., s s --r<p, p r e s ha la circonferenza di centro 0-4-m e raggio r. Se 6 0, allora
u
e
=u
+- r log tg ~
cp
,
= r 1&
*o
'
os
'f
'
ctg
qp
casi
la trattrice della quale la retta Oa l'assintoto. (Ine ottengono facilmente supponendo 0, costante, qualunque. Si ottengono notevoli esempi, sia per =0 che per 9 ti 2, supponendo r nu, con n numero reale costante, ovvero p nr9 ecc., e come il lettore pu fare per esercizio. Ci limitiamo a considerine il caso particolare: si ha r: l\ ?~nr. Dalla
si
1
ha
si
= =
':
~>
(n
l)rdq> = tg<p*dr
e dalla
(3)
si
integrando
r:r (sen^p
da questa
ha subito
(il
=u
+-
l)r
(sen
<p i"
"dz
dalla
(4),
o meglio
da ds
s
= pdy,
-+
si
ha pure subito
n
r |(sen
tp)
d-^>^
d)
possono
p,
t.
it.
Ne diamo un
s
esempio.
piatto,
di
ampiezza eostante,
punti,
variabili
del
piano
e .siano
A, B
ool
una linea la cui tangente in ~P, generico, pu costruirsi nei due modi seguenti: la tangente in P ha la direzione della antiparallela della retta AB
<li
moto,
contatto. Il
vertice
dell'angolo
descrive
rispetto ai lati
il
PA,
PB
dell'
angolo
in
la
e
per
1.
(')
'Ai.
i:\i.i-Fokti,
che troppo lungo riportare u Geometria metrico proiettiva) pp. 304-308 (Bocca,
.
Torino, 1904).
135
Si possono supporre P, A, B funzioni <li una stessa variabile Dumerica t. Conserviamo le notazioni bell'esempio 2, Parte l, Cap. II, n. 2, 6'). La condizione che individua V
li
X V = COKt.
v' -+-.v
ohe derivata d
(a)
X ' =0.
I.
Cap. V,
,
n.
'_'.
5)]
'A-PY
(ed
lora
(A
P)/\)(A' P )\{AI'i{
r
uf\(P' \in
analogamente per
la
condizione
a
(a),
P,
al-
x
\ v)
>'
'
P' \ "
== 0,
ovvero
a
x (P' A v) 6
\v)X) P
0*./\ v)
(u
/\ (ftu
av) =
[
x (P' A ) = 0,
0.
Ma
normali
due
al
fattori di questo prodotto interno sono entrambi piano e t\r=}=0, quindi deve essere
P'
A (bn
av) =
che dimostra il teorema [cfr. esempio 2 luogo sopra citato]. In particolare se l'angolo costante retto, allora la normale in P passa per il punto (A -+- B)/2 medio tra A e B. Se una delle linee a, si riduce ad un punto, allora si hanno quali, per l'angolo retto, la casi particolari interessanti, tra
(3
i
ecc.
Della linea descritta dal punto P, 6. Eliche cilindriche. funzione di una variabile numerica, se ne considerino i soliti elementi t, n, 6, s, p, x che compariscono nelle formule di Frenet, e si suppongano p, t sempre finiti e non nulli per
qualunque valore di s. Se k un vettore unitario fisso, costante, la retta Pk icio la parallela condotta da P a k) descrive, col variare di P una superficie cilindrica. La linea P una elica cilindrica, nel cilindro considerato, una elica A' come diremo brevemente.
L36
l'Airi
i.
se
onda
8
2,
quando dendo
a
radianti
(esclu-
0,
generatrici,
le
comprendendo
superficie cilindrica
Le
/.
condizioni
<-i
eliehe
>
se
descrive
di
una
elica a
essi
sono
verificate
aeri
se
una qualunqne
P deeo-
ve una
1
elica
t
)
x k = cos 8 = cost.,
:
traiettoria
l'angolo
stante
male
tica
normale principale coincide con la nor una la elica della superficie cilindrica; ovvero, il che equi vale, il piane
2) la
x k = 0,
alla
/.
<\>
rettificante
(3
coincide col piano tangente alla superficie cilindrica; k sen H cost., la binormale fa angolo costante
x =
con
le
p/t
= cos 6
-+-
sen 0-6;
ctg
vatura
6
costante;
traria,
il
raggi
li
curarbi-
costante
A.
in
/.
piani
>
normali
indipendenti
hanno
piani
in
quindi
equi-
Indicando con gli apici le derivate rispetto ad vale a ciascuna delle condizioni
t
g,
la
X A- = 0,
ra
la
X A = 0,
il
che dimosi
2 a
La
\
(2)
equivale
A
0,
0,
l>
< A
3
'
II.
COSt.,
e per
le
resta dimostrata la
la
La
(1/p cos';
1/T)sen0
i
<K
0,
cos')./
sen0.&'
cos 8<
i
cos0-<
'
sen06
sen
cost.
137
sen06 costante, cio P vettore unitario cos 0< a tale direzione ed traiettoria sotto
8
di
radianti,
il
che dimostra
la
5).
costante e essendo inclusa in *) descrive una linea piana solamente quando esiste un vet>* tore costante, unitario, A tale che Q' a o normale a A;,
piinio generico
st
la
cine solo
quando
n>
8,
/.
0;
il
che,
6
.
per
la
2)
per essere
indipendente da
b)
la
<
elica
/.
il
punto
/',
descriva
una sezione
,,
-,
i
soliti
elementi
linea
P, e
si
comune
taglia
la
degli archi
, Sj il
l'elica
abbia
^=
per
e vice-
un punto
le
t'isso,
arbitrario, del
piano della
sezione retta. Si
(7
hanno
notevoli
propriet seguenti;
P
Sj
(8i
8sen0,
0,
if,
9
(io)
P P^SiCtgB-k
P
sen
cos
0*
lieve essere
cio
P-0)X)fe + = 0,
Derivando
la
0)X k= 0,
rispetto ad
ha
cos
pj
e
=t txk-
/.
=e -
/.
poich
P,
!
-hcos s 0 2 cos*
= sen*
si
ha subito
di
P/
\A
\
=
:
t1
(t
sen
8).
= t/\ b = n
che dimostra
1*
ultima delle
138
PARTE SECONDA
Siccome
j
P 0)X
s;
fcj'
= tx & = cos8
risalta che
=i(P-o)x*i ^=ctg e
(P
ha
1
quindi integrando,
si
O)
n1
X k=8
la
Derivando rispetto ad
conto della terza
1
-it l
p,
1 = n= sen
Oj
1
T i)
-
da
n
p
'
j
a*,
= sen rz*
1
J
IO).
Da questa
<
dalla
si
de-
10
7. Punto funzione di due variabili. Sia Px. r un pimio funzione delle due variabili >\ Col variare di it, in un certo campo, il punto P descrive, in generale, una superficie che contiene il doppio sistema di linee ottenute facendo variare eost.i o solamente v linee u solamente u (linee r eost. Per un punto P della superficie passa una linea r ed una linea u e le tangenti a queste due linee sono parallele ai vettori
<'.
/'
,
,
i
/'
purch questi non siano nulli. Una linea qualunque della superficie
relazione
si
/
tra
le
a,
v)
=
nel
variabili
u.
r.
La
tangente
punto
/'
di
tale linea
(')
Geometria Analitico-proiettiva,
i-i
li
e.
[p
e
/'.
vettore
funzione
ti
<
/'
,
/<
li
ii
:/l
i
'
//
i =A
'''
l= ;
'
''
r
'I
Il
Al'IM. HA/IONI
ECC.
139
<
parallela
;il
rettore
dP
di'
,
I'
<ln
ti
dr
dv
(In
/'
de
ove
'/"
dv lianno un
rapporto che
si
trae
dalla
condizione
^-du
u
+ ^rdv = 0, dv
o aneli',
f du h f dv
Se
il
vettore
</P varia
in
/'
nel
la
normale
parallela
alla superficie, e
(i)
*=f A^=P'APV
il
vettore unitario
A',
/.
ed ha lo stesso verso di
d'i
cio
il
vettore
\ P'),
2Vr=
per
il
A-
mod A =
ha,
P' u
f\
P',./mod (P' u
quale
si
ovviamente,
(P' M
\ P',)
mod
<i
=F
si
\ P',
X N.
di
Qualunque siano
.V,
irli
spostamenti dP. 5P
P,
essi
eos
ha
dPxN0, cPxX=0
in particolare, essendo
P',
e,
funzione di u e
v,
i3'l
XX=0,
P',.XI=0.
normale ad
.V,
Poich
1
cio
4i
dN X
2V'
N= 0,
;
5JT
X V=
e in particolare
(4')
X -Y= 0.
.V'..
x X=0.
140
imi;
SECONDA
.
Se
si
applica
alla
si
osserva che
$5P 5<$P
dP
ovvero, in particolare,
/'
5Px
'/.v
xJT, F,
le
(3),
">'
.
x
.
-V
posto di
Si
7''
.
5'
\
non
/'
X
/.
/'.
\"
(e
nel
anche a punto
li
<
</.v. :.v vettori di', /' notare che sono tutti complanari, perch normali ad .V -tanno nel piano tangente alla superficie nel
i
Interessa
le
considerare,
sulla
superficie
descritta
la
/' ".
r
Il
punto
la
la
quando
[cio
retta per
descrive una linea di curvatura della superficie /' parallela a /.. e tangente ad una linea
tale
ritinta
n. 9].
descritta da
retta
sviluppabile
ct'r.
se-
guente
Il
la
punto /' desi-rive una geodetica della superficie quando normale principale in P parallela alla- normale alla suIl punto lunormale
perficie.
P
in
descrive
superficie
quando
la
superficie.
teoremi seguenti. Valgono La equazione differenziale delle linee di curvatura m qualunque delle forme seguenti
i
una
f.
di'
\ dl>
x A = 0,
dP
d\ x X=0,
dP
d\
0.
Se
la
Q P -+
clie
.,/.-.
descrive
a
/..
lo
spigolo
di
lela
si
deve avere
di)
\k
= (&P-h kdx
--.ni/,-
\A
[dP H
>dl.
I.
0;
il
numero x sodisfacente
tale
IN
solo
/.
sono
paralleli,
vale
;i
dire
quando
dP
e
in
/.
dk \k)
0,
o,
sviluppando,
dP
<;
.
-il/.
/.
/.
0,
conseguenza
;//
vale
Ini
Iti
prima
forma
i
Essendo
/.
m\.
e
con
per
iikkI
/..
si
ili:
dm
X
,
ti
>
sostituendo lidia
.v
prima
fcj
si
Lia
il
subito
la
non
x.
perch
vettore <U'\<lx
ili J'ercn:
parallelo
i
ad
La diluizione
7
delle
geodetichi
dP/\d*Pxk
0,
anche
dPf\d*PxN
0.
e
a
La tangente e la binormale sono parallele a '//' e dP \ >/ /'. poich <//' e normale a /.. ne segue che la normale principale parallela a /. solo (piando la binormale, di' d-l\ normale
/..
delle assintotiche
(8)
d-Px
0,
oh eh e
d"
PX-V= 0,
dPxdk =i0,
anche
a
dPxdX=0.
dPI\d 1 P
parallela
o,
/.
solo
\k
= du> xh-dP =
(8).
dizione
dPx k=z0,
Px k
Per
-f-
ovvero
dPxX=0.
(),
Differenziando Si ha
-+-
la
con-
d-
dP
x
.
dk ==
#*P
xX
dP x
rf.v
che dimostrano
e)
il
le (8
punto generico
angolo
della superficie ve ne
Se ricordiamo che
dP = P'udu
allora l'ultima delle
[a
-+
dr.
dX= X'
la
du
-+-
X',.dv,
(6)
assume
forma
dudv
P',.
\x
+ P', \x
.dv*=0.
IL'
parte SECONDA
Questa, poich
i
vettori
ammette
paralleli ad a\
A (P' H
+-
/\
N ^ - 4(P' U A X'u x
.V
1^0.
.
Sviluppando questo discriminante A. tenendo conto della o supponendo [il che toglie nulla alla generalit poich alle linee
coordinate v
delle linee M
(b)
= cost. = cost.
si
;
cfr.
P H xP',=0,
I.
Cap.
s
II,
n. 4, e
si
ha
-+-
A = FJ-X,*
-+-
2
,
N' u *
\,
-t-
up'u
jv\,)*
)
= P'J #% -+-
P*
2
A"
= P'
se
i
ar, -h P',
-2 av
P\,
2<
P' \ P',
X 2TW r X 2T, x .v \ y,
i
i
P,
:
vettori P/\P',.,
JV' U /\ A",
paralleli
trario, allora si
ha certamente JL^>0:
il
vettori
hanno
il
se,
invece,
supera quindi
A"
niod
mod
Nu '[* >
<>
e, in
reali
du dv della
ir.
Siano ora,
della
le
(a),
lu
rfP.
di
linee
(5'),
di
(6),
curvatura.
Per
il
prodotto
di
tali
radici
i
ha.
dalle
vettori
<lella (a)
sono paralleli ad X,
du ou dv%V
/\
(P',. /\ X',.)
X (P
'\
.V
..
<P\,
:
l'
-nis :
X P
V
.
.sen
e quindi, per
(ci
la [b\
du 5
dv Ir
F,.
143
Stando dunque
di'
I'
La
ipotesi
/*
/'
ZV',;
=j= 0,
dall'essere
P',Zv,
du
dV,
5P
I"
Za
e dalle
[b),
(o)
si
ha
*PX*P
inoltre, se
/"
p
\ .v'
,*'""<
,
,>,,,, .^!-
dalla [b) si ha pure P' \.v',=0 dimostrata la seconda parte del teorema. conseguenza d) I numeri, funzioni di P e di dP,
(l
e in
"
_ dP xdX
<//'i
!
"
1
t
r~
torsione
dP\dX X _ "
'
(dP)*
curvatura geode-
geodetica,
della
superficie
nel
punto
nella
direzione
I
di'.
r,
numeri
g,
sono, rispettivamente,
raggi di curvatura
Alle equazioni [cfr. b)] delle linee di curvatura, geodetiche, possono dare, in virt delle (9), le forme
lft
0,
1/0
0,
l/r
0,
in base a quanto abprecedenti di questo numero, note propriet dei numeri r. g. t x) noi ci limitiamo ai cenni precedenti e ad osservare che: se y, y' sono linee della superficie uscenti da P, aventi, tangente, normale principale, binormale, parallele, rispettivamente a dP, X, X/\dP e dP, \dP, X, allora, a meno del segno, 1/r, 1/ g sono le flessioni in P di y e y', e \\t la torsione di y (o di y' che lo stesso) come facil-
lettore
pu facilmente dedurre,
nelle parti
;
biamo esposto
X
:
mente
si
dimostra
[cfr.
nota precedente].
Burali-Forti. Sopra alcune questioni di Geometria different. XII, 1898). Fondamenti per la Geometria differenziale su di una superficie (idem* t. XXXIII, 1912), trattazione indipendente dalle coordinate v di Gauss, ma per la quale occorre fare uso delle omografie vettoriali. Cfr. anche Bibliografia alla line del volume.
(')
C.
?<-,
14
!-
PARTE SECONDA
e
Affinch
r,
dP
abbia
la
di curvache esista un
numero
LO
funzione
di
e di
dP,
tali
che
dP=rdN
,
per
la
prima
al
9),
il
raggio
ili
curvatura
normale nella
lro calori
direzione dP.
Ponendo
la
posto di di*
dx, nella
di
(10),
per
e
p,
ed
.V
rispetto
ad
diviene
(P'
rJ\,)&
quando
)
-+-
(P'
r\-rjr)
dr
che
verificata solo
P M rN' u \P,
cio,
=
r\X' u
\
sviluppando,
P' M \
P,
\ X',.
P, X
\
i
-+;
X,
0.
Questa ammette certamente radici reali in r [cfr. cj] e ha due sole ra<liei, esse danno raggi di curvatura normale in P indie direzioni, ortogonali, delle due linee di curvatura che passano per P. e //, il prodotto Indicando, come d'uso, con la tomma
11
^i
ha
K X H=\ P
u
v
\X',
\
XX
P
F
,
N'v
\ -Y'
\P.xx X -V P' P X
|
-V
totale
in
/'.
odi
Gauss),
A".
Nel punto P si ha un ombelico, quando per esso passano infinite linee di curvatura. Ci avviene quando coefficienti Iella sono tutti nulli: il che, come e ovvio, b verisono equimultipli di A" fica solo quando P' u e P\ ed .v Vale a dire, se in P vi un ombelico, la r della in funi
zione di
Se,
/'
soltanto.
i
punti della superficie sono ombelichi si dunque, tutti rdX, P=rlX, qualunque siano d, 8 e qualunque sia P; a dP applicando h alla prima e (/ alla seconda si ha r-d'- <<>'/'.
L45
=8r =
;
.-
e quindi
cost.
Se
cio
e
la
Ar =cost.
<|iiiii(li
tutti
lr
la
La equazione differenziale (7) geodetiche li <lu dv e quindi ammette sempre un integrale reale che contiene non pi di due costanti arbitrarie. N<- segue che: per un punto passa una sol geodetica avente, in quel punto,
1 < -
terzo ordine in
data direzione
Si ha
l'
ecc.
importante teorema seguente. Sia y una geodetica della superfcie e un sistema di linee della superficie, nessuna delle quali tangente a y. Per il punto generico P di y passi
'
la cui tangente in
angolo che
Ci posto
(13)
>
= - y **?** X
z
ovvero, se
unitario,
(13')
<?9
= =K
x*
/\
dx
1
(
).
Supposto x unitario
dP/ds
e detto s
V arco
di
y,
si
ha
ds)
= cos
x -+-
sen
.,
x,
da cui eos
= (dP/
x
dx;
xx
che differenziata d
sen 9
ma
e quindi
dB
(dtPj
ds*)
Xx
-+-
(dP
rf)
X
/\
poich y geodetica,
sen 9
dB
= sen
iV
dx
si
che per essere sen 9 4=0 dimostra la (13'), dalla quale ovviamente alla (13) per x non unitario.
passa
( )
plessa
questa la forma assolata semplicissima che assume una nota equazione differenziale di Gauss [cfr. C. Blram-Fohtj,
1.
Kend. Palermo,
mementi
e.].
di Calcolo vettoriale
10
16
PARTE SECONDA
//
[nvece
Le
assintotiche
solite
3),
8'
possono
la
(5'j
si
Esprimendo con
seconda forma,
P' n
e
le
derivate
parziali
qo esistere. equazione 3
<>
.
ha
<
.v
N' u
dus
2P' U
.V
dudv
/'
dv*
=
v
che ha radici
reali
per
dv, <h\
solo
quando
(P
^0,
:
vale
le
dire, pei- la
prima delle
II'
curva-
tura totale
nulla o negativa
'
Un
Inviluppi e traiettorie di un sistema oc 1 di linee. sistema oc di linee si individua dando un punto /' .
8.
1
v)
(M II metodo elementare che abbiamo ora applicato, d abbastanza semplicemente le propriet differenziali (Itile superficie; meno semplicemente che con le omografie [cfr. Rend. Palermo, I. e], ma in Diodo certo pi semplice, e sempre geometrico e assoluto, di quello che lo diano gli ordinari metodi algebrici ((dire le coordinate n. r di Gai 58, anche le coordinate cartesiane .r, //. : di P !). Diamo un cenno di un procedimento generale. Valga la (b) e si ponga
= mod
N
,
P'i,
= 1110(17',,
numeri
gv
il
,
= /'</.
=P'v/b;
Inoltre
si
allora?/., v,
terna-unitaria-ortogonale-destrogira.
t,
i
indiC08t.;
chino con r
e
gu
-,
'/.
analogamente per
1
>v.
Si
'<>
,
ha,
ad
t'v
es.,
ru
|j
= X A"
= tiX -V
angolo
r)
a,
/,==
= V X -V X
b
-V
si
rova subito
1/U -+Inoltre se
(a)
(p)
l/f
(teorema
si
di
Bonni
<//'
fa
di
radianti con u
ha
1/r
il
cos J
l
.l'i
')
1 7
(1/r.
.
.
sen
<l
eoa
3en2q cos2?.
1
Variando soltanto
per
di
tg-2cp
rc/2,
la
i.
t)
per
un
unissimo
..
il
un
minimo
e)
(2/tfu)(l/i\i
la
(p)
per
tali
valori di
che differiscono
rista
cosi
provato
teorema
pel-
1.1
OR]
LE EOO.
per
17
funzione
di
due variabili
a
iu
le
mudi
che
un
sistema
del
si-
valori
a)
(o
di
si
;iiilti;ino
tutte
le
linee
stema considerato, essa si chiama inviluppo del sistema. Supponendo che L'inviluppo .esista, la sua equazione, sulla superficie /' ><, v) che contiene il sistema, sar delia t'orma
l
/,
v)
la
piale
(la.
delle linee
u.
dP= r
li
cP
(lu
+ dP (V
-_
fil-
si
trae subito
1D di* \
.oP
^
dP dP v dP i m, ^,?P, A = r A dv. dP
\
-
dlt
e quindi, se vera la
(2),
il
vettore
e
dP
parallelo
alle
tan-
genti in
alle linee
u,
eli
= cost.
esiste, le linee
t?=cost.
detto,
hanno tale inviluppo come loro inviluppo propriamente oppure come linea, limite [cfr. gii esempi 2, 3J. h Se un numero costante evidente che
ft
:
(3)-
dPx--=zmoddP-mod<
cP
ii
dp
cos
ft
'ii
la
= cost.
(3)
alla integrazione.
la
vettori
(il
golo
lit
8),
ha
dv
= mod dPX U
<P
'
dP A
'
dP\
rl
I
ctg
14S
PARTE SECONDA
dP
il
suo valore.
(dP\*
\bP
du -h
i
\cuj
"
dP
.
niod
l'P
<P\
etg
,i
I
9
\
'
dv
0.
(4)
ortogonali
= rf/'Xu
[
">'
(cP\\
(4') v
)
di' -t-
\cu J
- cu
dv = 0. X v
n
,p
ESEMPI.
rette
1.
ortogonali finse
determinano un
alle
stante a.
Sia
ai
il
punto comune
h.
in.
due
parallele
vettori
unitari
queste
nei
ti
siano
tagliate
cui
dalla
retta
lissa.
punti A,
e
si
Se y
= nng(B A,
da
la
distanza,
P
ha
il
AB
la cui distanza
r,
allora
P= a cos f+
=
ve
ti
Il punto Pv, cp) funzione di v e di tp. Le rette del sistema considerato sono quelle di equazione cp==cost. 11 sistema v cost. formato da ellissi di eentro 0, con gli assi paraln. in essendo a le lunghezze lei semi assi v e v leli ad (tornio ellittico di Leonardo da Vinci Poich il sistema piano la equazione
.
rP
\
i
(P
t
=0
-t-
rP
equivale ^
a
_
I'
/
<>
cr
che d subito
sen
:p
cos i- -
-+-
0,
eio
a seir
il
sistema di
elli>si.
hanno dunque un
a cos T U eos V
"
"
" sen
i
'
'
"
iti
:
( (
a sen
',"
L49
V asteroide
la
ni
eqnazione cartesiana
-j
e
.
x
Dulia espressioni'
fica
lei
il
di r si ricava SllbitO la Costruzione grapunto Q sulla retta .!/;.- si disegna il rettangolo OA i//.' punto Q il piede della perpendicolare condotta da lf
.1/;
sulla reit
Se
lia
si
vogliono
traiettorie ortogonali
delle
rette
AB,
si
come
<7Px~fX: r = 0,
t i
ovvero
/Y tir
/'\ 2
}
rP dP
i
r dP
ti-r
r'f
ancora
tir
i
ti
xcn u co>
' r d<p
da cui integrando
r
"
-+4>
2 cos-
cp
che d una eostruzione geometrica molto semplice di r. Si i-servi che le traiettorie ortogonali cos ottenute sono le curve parallele dell'asteroide che La le cuspidi sulla asteroide inviluppata da AB e sulle bisettrici delle due rette fisse orto
gonali.
TI
lettore
pu trovare
ellissi
le
di ellissi v
2.
= eost.
coassiali
i
Sistema di
cui
semi-assi
hanno
un
prodotto costante
m\
r
l'altro e allora
_ P= d
+- v cos:p
>u h
;
sencp
cost. il sistema di ellissi v mentre il sistema :p cost. formato da iperboli equilatere aventi per assi nto ti gli assi dell'ellisse e la iperbole cp 7r/4 come linea limite. Operando come in a), l'inviluppo ha per equazione
sen
ma
la
cp
cos 2
co
0,
cio
- cos
2-x
v finito e quindi
si
ha l'inviluppo per
tp
= = ~ 4.
:
cio
150
:;.
PATITE SECONDA
Sia
P(t)
si
indichino con
un punto finizione della variabile numerica t gli apici le derivate <li P rispetto a t. ri
Q;t,
punto
x)
I'
i
xF
osoulatrice
descrive,
linea
le
col
variare
<li
t,
x,
la
sviluppabile
della
/';
a?
le linee
= cost.
sono
le generatrici
della
superfcie;
linea
linee
hanno come
2
limite,
per
o.
la
linea P. La condizione
per l'invilappo
diviene
^
l
!\
-Q
= (F
in
-+-
#P"
\ Z
J
-
.//'"
F=
si
poich
/'
\P"=|=0,
generale l'invilnppo
riduce alia
linea P,
come era
8 le
facile prevedete.
Q che
golo costante
]>iii
generatrici
semplice considerare
P
Q
=P
-t
a*
le
si
derivate rispetto ad
f
.>.
x t=
l
i
(1 -f- x')t
sc/p)n.
>
=1
<,,/
-+- a;
Al
.<
./"
-.'-
dalla quale
si
sds
et-'
fi
X
p
che
e^sa d
equazione differenziale lineare del 1" online. Per [s-hc) e si ritrovano le evolventi. Per 8=j
x=
::
si
ha
x
i
= C'e
ii
tg
La
retta
/.
cui
punto generico
>
Q
ed per
(
/.
.,
,,
cosi,
che
si
hanno
le
generatrici.
151
in
hanno,
vichi della
di'
nioil
n'
etg
'//
0,
che,
per essere a
normale ad n
il.r
<
supposto
.<
positivo,
ila
ci
x
e
'i
moil
da
integrando
i
li
mod
dii
!>. Siano, P un punto ed u uri vettore, Superfici ridate. non nullo, l'unzioni della variabile numerica t. Col variare di t, la retta condotta da P parallelamente ad u, la retta Pi*, descrive una superficie rigata il cui punto generico
(1)
.<',
Q=P + xu
in
le
tutto
il
campo
le
dei
nu-
generatrici,
rette
Pu
le linee
a)
Il
contiene
la
Q
;
dQ
(2)
;-=(P'h-^')\,
t,
ove con
e
gli apici si
il
quindi
(3)
u'
.
poich questo, a meno del segno, il limite del vettore 2 diviso per x, quando si fa tendere x a oo, Il piano tangente in Q avr giacitura indipendente da x solo quando i vettori 2), 3) sono paralleli, cio
(P
'
-+- .ni'
h \u')
= P xu
\n'.u
t'i
da Bottasso
Toscano.
152
e in
PARTE SECONDA
conseguenza:
che
si
affinch la
necessario
e sufficiente
abbia
(4)
Fxm\m' =
il
in tutto
campo
di variazione di
t.
Se v vettore nomile ad u ma non normale ad u\ u si ha v e vxu'=$=0, allora esisto x tale che il vettore parallelo e v, perch <la
x =
'2
P
si
\-W-f-
0?*'
"
trae
P'
e quindi
(5)
xv
x
+- xii
=P X
>\
*/"'
a-.
Se
vaio
la
la (4),
allora
i*'
il
nuri-
mero
(5)
indipendente da
da cui
u'xv = hP'xr
17*.
la
= hP"
-+- fcu,
Se invece
allora
la
(4),
Q=
//
7
/'
',
- -
''
nel quale
il
piano tan-
gente normale a v.
parallelo al vettore
(u/\u)
\it, allora la
t>
(PA)x(A
U
U
il
punto
della
al
nel quale
il
piano tangente
nor-
male
al
b
piano
La
lai
assintotico.
intersezione
rigata
col
punto
i>>"
descritta
normale pnnto
e
vettore eostante,
lai
</.
<>
=P
il
Xo
II
L53
Sta
nel
piano
considerato solo
alla
x
/
il
che toglie
farsi
nulla
genera
lit,
si
ottengono facilmente
le
le
ratrici,
lince
(4')
cosi, ('io
n. 8, e
pu
due modi.
Dalla
del
C08t.
[^ y J
dx
-+- ("OC
'
Ov
\dt
0,
cio,
dx
-f-
x dP =
che
(9)
si
integra subito e d
= x \uxdP
P'
Xa
-+- x'
u X n -I- x
u'
Xa=
che
Oppure si pu porre la condizione che il vettore Q' sia parallelo ad un piano lisso, vale a dire [Parte T, Gap. V, Q"' n. 3] si abbia Q' /\'Q" 0, che, per la (1), d uria equazione differenziale del terzo ordine. In uno qualunque dei due modi la soluzione generale della equazione differenziale data da x (P 0)X/X che abbiamo ottenuta nel testo senza far uso di derivate.
si
integra facilmente.
=
=
Il
cato.
<?'" *?" calcolo mediante la condizione $' assai complicaso particolare; la linea descritta da
piana
Q'
di arco
s,
il
rettore
costante (cilindro). Si ha
Q'"
+-
x'ti,
Q"
=?
it -+-
x"u.
= %it
?s.
?-
-+5 t
x'"n,
con
gli apici
La predetta
condi-
zione diviene
=
ma
che pu ottenersi diret-
il
tamente sotto
forma
x ==
e,
4- c 2
sen
(<f
-f- c 3 )dz
essendo
ct
c. :
c 3 costanti arbitrarie e
z>
tale che ds
pdy.
154
l'Airn:
seconda
di
t
Oppure: supposto
o'
.'
funzione
si
pone
la
condizione
<
0.
cio
(P
-+-
x'u +- xu')
X u=
". d die, per essere n' x " it-() che integrata la ancora la La costante arbitraria x che comparisce nella i dice subito come: ottenuta una delle traiettorie ortogonali se ne possono
'.
.
Px +
d
cono, o
Dalla
risulta che:
una
rigata sviluppabile
>.
<>
un
un cilindro, o il luogo delle tangenti ad una linea che chiamasi spigolo di regresso della rinata Infatti la (41 d: o P' 0, cio P=cost.. caso del oono\ < a' cio " eoo direzione costante, (o anche u/\u' 0), caso del cilindro: ovvero esiste x funzione di t tale che <f parallelo ad n. Il punto G dato dalla (7) , o il vertice del cono, o il punto che descrive la linea spigolo di regresso della sviluppabile resta escluso soltanto il cilindro (G costante all'infinito;. e) Supponiamo che il punto P descriva lo Spigolo di regresso della rigata sviluppabile, e per P valgano le sol ir. notazioni p, t. ?, n, b. La rigata sviluppabile . in tal caso,
.
=0
,<?,
un piano
s
y.
si
2',.
che
ha arco
[Parte IL Cap.
I.
n. 5
al
il
Q=
taccia corrispondere in x
punto
l
Q.^P.-i-a*!,
t1
essendo
= dPJds.
ds
i
Si ha
t
dQ
e in
ilu
d.i
a.
li
conseguenza
dQ)*
dQJ
1
il
la
e
rappresentazione
conserra
distanze
quindi
gli
angoli
aree, cio d
lo
svi-
nel piano.
i'i
Se
il
non
unitario
si
or-
dine.
preferibile supporre u-
\.
M'I'I H
ECO.
155
alloro
fissa
un pulito o
un vettore unitario a,
punto
X
di
descrive una
(12)
=P
col
\(P1
-0)xa/t 'xa[t
1
retta,
variare di
|(P,
*.
quindi
/f,
il
punto
P-
xo
xa
descrive
le
la geodetica generica della sviluppabile. Si hanno cos geodetiche della sviluppabile valendosi delle integrazioni fatte per determinare la linea piana descritta da P questione e) pu trattarsi per il cono e per il e') La
.
cilindro.
Esaminiamo
Pte,
t'issi
il
dalla
retta
x si
piano
la
il caso del cono di vertice V e descritto con vettore unitario funzione di t. Nel un punto e un vettore unitario <t. Valendo
(1)
per
punto generico Q
.
lei
cono
a
si
ponga
(1")
=0
t
>;
essendo
cp
una l'unzione
1
di
(dfQi)
(dx
Ui
+ a?^
-+
= <dxr
-+-
tfidyf
eguagli
(<ZQ) 2
(dx
x dtif
= (dxf +
di<
vale a dire
13)
si
abbia
dy
= mod
che, con
lo
quindi
6
# 1?
cio
si
ha
arbitrarie,
geodetiche del
6), ove (q> punto Q, descrive una retta cono sono descritte dal punto
= A/cos
/?,
in
y.
U
e
Q= 7+
geodetiche
si
/i/cosi?
6):
tali
ottengono con
la sola
quadratura
(13)
(').
(') Per altre propriet delle rigate cfr. C. Burali-Forti e R. MarCOLONGO, Per V unificazione delle notazioni vettoriali <Rend. Palermo, Nota IV. Tomo XXV (1908)). G. Bcrali-Forti Geometria metrico proiet:
Torino.
voi.
1912);
s.
Geometria analitico proiettiva (G. B. Petrini, Sopra alcune superficie rinate iRend. R. Aec. Lincei,
a
XX1IJ,
(1914),
pp.
rigate (ibidem,
L56
10.
PARTE SECONDA
Superficie
l
rotazione ed elicoidali. Consideriamo fisso 0) un rettore unitario, (isso, normale a te ; V operatore e un numero reale m costantiper i vettori normale a un punto R funzione della variabile numerica /. La proiezione ortogonale <li B sulla retta condotta da parallelamente a &, il punto, funzione di t soltanto,
seguenti elementi: un punto un vettore unitario /. fisso. /.
i ;
/.
(1)
>i>.
ottiene
e { f{B
punto
Q) hin zi.
P=Q-+-
funzione di t e di z he descrive una superficie di rotazione per m=0, e una superficie elicoidale per m =(= 0, essendo aa*e della superficie la retta condotta da parallelamente a /..
Una volta dato R in funzione di t pure determinato Q funzione soltanto di t, e P funzione di t e di tp. Le linee :p=cost. sono linee congruenti alla linea R; le linee < cost. sono eliche per m=j=0, e circonferenze li paralleli) per m 0. vari problemi si trattano facilmente mediante la espressione data di P. Ne diamo alcuni esempi nei quali indichiamo con gli apici le derivate di R e Q funzioni di t soltanto rispetto a t. a) Per le derivate parziali di P rispetto a si ha intanto
<
-.
(3)
== R' X
dP ?P
'
/.
A' -+-
1 e *
P'
&
<>
6
/'
('
)*=:m*H
(
T7X r ~ m
XXVII,
2
l
/.'
/.
/.
O) X
/.'
voi.
b.
<>
."i
(1918),
|>p.
288-287);
cmio direttore
parte
(1918),
ESCO.
L5
Dalle
(1),
(2)
si
ha
O
A"
/,'
<)
R'
A-
C'r
R'
A"
/.
/.
x k.k
r-
{R>
A
l
Dalle '> che dimostra la (3). In modo analogo si ottiene la si ottengono subito le 7 5 ricordando che 86 <t, f> sono 6 vettori normali a A- si ha
.
.
ti)'
*,
(e''')
(e'"r &)
=aX
6.
6)
delle linee
delle
traiottorie
ortogonali
'
P
it
d'
= 0,
ovvero
/V
,
W/e
--t
\ di )
P dP x 7
'
'd'i>
et
cy
che per
le
(8)
cp
cp
A -+-J fc ,\ (JB
/b-^vP'-^; 0) x R mR' x k de
'
essendo
linee
t
= eost.
cP
'
traiettorie ortogonali
delle
-X<?P=0,
le
ovvero
/'P\ 2
tftp -1
f? cP = x
ftf
3<jp
\c-f
r?
che per
? r
-Po T0
-4-
TI
dt
:-
essendo
:p
Per
m=
descritta da
sta
in
un piano
semi-meridiana), allora la (8) d i paralleli: invece, qualunque sia R. la (9) d le mei/diane, cio le traiettorie ortogonali dei paralleli / cost. e) Ogni piano uscente dall'asse Oh taglia la superficie secondo una linea meridiana. Se la linea descritta da R sta in
uno
di
tali
una semi-meridiana.
158
l'Ai-'
E SE<
ONDA
descritta da R non stia in un proponiamoci li trovare la equazione, f(t. z sta, ad es., sul 0, Iella linea meridiana che piano meridiano normale ad i. Tale equazione
Supponiamo che
la linea
e
piano
uscente dall'asse
io
tgy
[nfatti.
{R0)xi
{RO) x
/'
ir
Deve
essere
O)xi =
cio
quindi per
la
B
si
Q)
x = 0,
*
B
1
x
ha
(jj
{
ma, come
gi osservato, dalla
si
RQ k
e
(R
/,
l.
quindi
la
0)
\kx e~* = 0:
ii
dalla identit
R 0={R 0)xi>i + \R
si
<>
ii'ii
<
-././.
?*.
w",
{R0[\k= {R0 x i
e,
//
"x
it
in
conseguenza,
\
(R-Oi
da cui
B 0)x'Sen<f
0,
si
ha la
(10),
11.
Punto funzione
variabili
in
di tre variabili.
.
e.
10,
11
punto
P fun-
zione
Ielle
descrive
in
assegnati intervalli,
.
Una
essa
il
relazione /(w,
w)
=Q
tra
e
variabili
v,
ir
indili
vidua una
particolare superficie
nel
punto
/'.
generico,
vettore
(1)
dP
P
'
dH
P
e
dt>H
,
-dw.
ir
il
l.V.>
dw soddisfano
df
di'
alla
condizione
ri'
du
df
i
dv
'
i
dw -0,
sta
nel
Due
una
tore
(1
r,
w)
Lia
<>,
punto
<>.
/'
la
dizioni df
0,
analoghe
alla
Se
vettori
>v
ad
U,
v,
/'
rispetto
COSt.,
cosi..
= COSI
P
rV
..
hanno
le
normali, in P, parallele
/
r.
ai
vettori
/'
/'
<
P
v
cP
'
'ir'
ir
du
tu
Un
sistema oo
individua (lamio P funsistema ottenendosi, ad es., cost.. n'inviluppo, se esiste, di tale sistema ha una
1
di
superficie
r.
ir,
il
si
><.
v,
tv)
dP dP tP r- A X w v du.
'
=
(
n
:
mentre
linee le cui equazioni f(u, r. w 0, z , v, w)=Q sono, ovviamente, gli integrali delle equazioni differenziali.
ap-x
dP =
I
o,
dPx = o.
cP
Ci'
;
II
il
lettore
potr applicare
si
danno con
12.
superficie,
Li
1
a)
11
punto
P(u,
v)
descrive
una
(li
=JJmod (?***
L60
i
PARTE SECONDA
doppio dipendendo dal modo di variau e v nell'area considerata. Si ottengono dalla 1 le ordinarie, e complicate, t'ormale cartesiane, come il lettore pu verificare per esercizio. varr in un piano (is^o, ala') In particolare se /' , v lora, attribuendo a a un segno, si ha
limiti dell'integrale
di
zione
(1
?=ll
(1')
xi dudv
le
e anche dalla
e polari.
si
ottengono
il
(2)
dir
'
per
le
come
in a) e ottenendosi dalla
ordinarie
formule per
x
(
le
coordinate
cartesiane,
polari
semi-polari, ecc.
j.
(')
Si
CAPITOLO
II.
Formulo
di Calcolo Integrale.
a) Sia a 1. Teoremi sul gradiente e sulla divergenza. una superficie chiusa che comprende il volume r: n un vettore unitario normale a a e volto verso l'interno di r; u una funzione numerica dei punti P del campo (t, a), monodroma, fluita e continua insieme colle sue derivate prime; un vettore fun-
luogo
le
la
div
e la rot.
Hanno
il)
grad u
(1:
= Itmdo
div u dz
in
ij
i3
|rott*dr=
\n \u(1~.
seconda. Dividiamo
il campo t Su di una faccia cona* ha egual valore asso-
Cominciamo
col
dimostrare
la
il prodotto n x segno contrario: dunque l'integrale di tale prodotto ^ar eguale alla esteso a ~, cio il secondo membro della somma degli integrali analoghi estesi alle superfcie dei vari elementi parallelepipedi. Consideriamo adunque uno di questi e due facce opposte, distanti di (ih e normali alla direzione di un vettore unitario i
ma
costante (arbitrario) e
integrale relativa alla
alla faccia
si
ponga u1 =zu'Xi. La parte del detto base inferiore h^j: quella relativa
t
opposta
(w
+-
du^d?
la
due facce
dz
-.
grad
X idi,
11
162
PAKTB SECONDA
di
(ttjt)
= x grad
i
ii'tiid-.
div
con
Lo stesso pu ripetersi per le altre dne coppie <li facce opposte, normali ad altri due vettori ani tari j e k che formino
i
div
e in
(!" -+-
u2 j
-+-
u 3 k)dz
= di v
(1-
conseguenza la (2) dimostrata. Per dimostrare la fi) si applichi la (2 al vettore u, essendo a un vettore costante qualunque, u un numero funzione di P.
Si
ha
div
i
ita)
=a
=
grad
e quindi
grada dz
nmh:
.
in
conseguenza, per l'arbitrariet di o, risulta la 1 Applichiamo ancora la (2) al vettore \ a. Ricordando che
div u
a
=a
i
X rot
a,
si
otterr
a
e
rotti
dx=
\ <id~
=ax
ud
quindi la
(3).
il
La
il
(1)
esprime
la
seconda
ud teorema delia divergenza o Uri flusso. Infatti il prodotto dicesi tlusso, del vettore ii, entrante in 7 attraverso l'elemento
di superficie di
;
e l'integrale esteso
dicesi
fiosso
totale;
preso con segno contrario esprime il flusso uscente: onde F integrale delia divergenza di un vettore esteso ad un volume t, eguale
al flusso del vettore uscente dal
b)
oontomo
1.
Le t'orinale precedenti sussistono in condizioni assai pi generali di quelle enunciate. Proviamo soltanto che esse"
11
11
,
sussistono se
si
sostituisce n con
oppure U COD
SSOUdO
163
La
distanza
un punto (polo)
z
fisso,
interno
a
t,
da
un
punto
qualunque
In
ini
di
o di
i.
si
caso,
come
vede,
La
funzione
discontinua n<l
polo.
Per dimostrare La validit delle formule, ad es. della applichiamo il metodo delle Singolarit. Supposto il polo <) a distanza unita da a, si descriva, centro in 0, una sfera r, sufficientemente piccola e contenuta tutta in r al volume t', otteAvremo nuto escludendo da t la sfera r,, applicabile Ja (1
1
i,
grad "
J
dx'
-.
J * nfa
"
j
u^h,
essendo w, un vettore unit normale alla superficie a a di t, e rivolto verso t\ L'integrale del primo membro, col tendere a zero del raggio di 7, convergente, perch
grad
dz l
dto
sferica concentrica a
il
t, e
di raggio uno,
Dalle
(1),
(2),
sissime.
Si sostituisca in (2)
Gap. VI,
n. 4)
u ==
risulta subito
(4)
n
Nella
(3) si
x rot a d = 0.
n con
u
gradii; poich
(1.
sostituisca
e.)
rot grad
0.
risulta
(5
I
grad u da
in
condizioni
pi
164
PARTE SECONDA
Sostituiamo,
p.
<-..
con
polo
"-;
>
'),
che
diventa
infinita
nel
0(r
essendo
0).
analoghi a
ficie a,
metodo delle singolarit, troveremo, colla (5); uno esteso alla superficie 7,
di
tj
;
(5),
lue
integrali
l'altro alla
super-
e poich
(u<f r
grad
=cf [r)
grad
"
-+-
"
grad
-:
grad
d~
-+]
un 1
grad
,;
r)ds
ora il primo di questi integrali nullo per la stessa e cata a ~ il secondo nullo pure perche grad-.1
5)
appli-
normale
quindi parallelo a n^ perci w, gradcp r =0. Dunque la 5 vera in questo easo pi generale. Lo stesso pu dirsi per la (4) se si sostituisce u con y{r)u (*).
a
-j 1
:!.
Lemmi
:
teorema
col
di
Green.
di
portanti,
cono-cinte
nome
lemmi
seguenti
fgrad u
x grad r
-+-
u di v
grad
dz
nx grad v d~
l
|(ttdiv
i<
<!:=.
grad
vr grad
"
Xnfo
essendo
"
v
1.
due funzioni
Infatti
di
P soggette
alle condizioni
enun-
ciate nel n.
div
Par.
I.
(ti
grad
u.
v)
div grad
-t-
grad
grad
integriamo a tutto lo spazio t; a primo teorema (2) della divergenza ed otterremo la 6). Se poi india (> scambiamo u con v e sottragghiamo ~ la equazione cos ottenuta dalla 6 stessa, otterremo la
Cap. VI,
3):
il
membro applichiamo
l'i
II
in
Gauss: Theoria
Werke, Bd. V.
In
t.
I.
pg.
di-
Ostrogradsky
Petersbourg,
a
Note sur
VI.
thore
la
8
Hi."
La
6
La
ninnili
(7)
...
<-1h-
sussiste
ancora
se
it,
si
...
" "
sostituisce
con
mentre
ecc.,
sussiste
si
sempre che
considerar.
siano monodrome,
finite,
nel
campo
p.
Quindi
es.
la
(7)
non
applicabile al caso
nel
in cui
dove
a
ha
lo
precedente
paragrafo;
meno che
polo sin
interno
si
esterno
al
caso del
polo
ricorre
al
riflettendo che
divgrad
- div
3
(
,.
0)
3(P-0)
(die
inoltre l'integrale di
= div grad u
;grad
r dr
dta
(cfr. n. 1)
esteso al
volume
e l'integrale di
c?j
uxu dj =
1
= rgrad u x n do
col
esteso al contorno
il
centro in 0, circonda,
punto singolare
raggio;
e
tendono
zero
1
tendere
i 2
/ero
dio,
del
infine
u grad ,
X n do =
:
=8
aa,
=u =
1
1
esteso a a, tende a
4~m
I
si
trova subito
4-?/
u grad
- grad u x nd?
I
div grada dz
essendo u il valore di u nel polo. Se il polo cade sul contorno, in un punto ordinario, il fattore 4- dev'essere sostituito con 2~. La formula precedente dicesi formula di Green . Il prodotto n grad i, che figura nelle formule precedenti ha un significato molto importante che conviene notare. Sia dn un elemento numerico tale che per dP parallelo ad n si abbia dP=ndn; quindi
cio
X grad u
n
dn
= grad u X dP = du
dn = dn
-=.
grad u &
166
PARTE 8E00ND
La ordinaria derivata
ili
secondo
la
normale, o derivata
n tru.
inale di
i.
v-, cosi
Xgrad
ci
,
simbolo tachigra*
assolnta
<
fico
dn
non suscettibile
<li
definizione
il
(in
simbolo stesso non ha tutte le ordinarie propriet del corri<spondente simbolo Ieibniziano. vi, Valendoci poi del simbolo di funzione 8 (Par.I,Cap.
n. 4)
la
(8)
si
* ;:
=JV"s-ris,/'"-J
u funzione
(in
<b'i
r"
P,
si
Per un vettore
punti
ponga
dnxi
dn
.
dn
e
t
'u
i)
-i
-+- ....
i
(1
grad
nx
....
dalla
S) ricaveremo sub'ito
Ami n
M-SH-S*?*
3.
a
una
da un
torno
esiste
Siano: Il teorema di Stokes o della circuitazione. curva chiusa che supporremo percorsa in un certo senso punto P: a una superficie diaframma) avente per con8} n un vettore funzione dei punti /' <li s e 3 e del quale n un vettore unit normale a 7 e diretto in modo la rot
:
1
i
lemmi od
il
teorema
the
a
<li
(irceli
si
trovano Delhi
celebre
to
methe
Application of Mathematica!
Analysis
lemma
in 24].
ito.
mi Magne tism. Nottingham, 1828. nel caso di it= i>, trovasi ancora in<;.us~: AUgemeine
a.
s.
Lehrs&tze
vedi
$
Beeiehung
l.
1<>7
veda
\ii l
<
dP T
ii
\ii
i'ol
a <h
primo membro esprime la circuitazione del curva s e pero il teorema espresso da 9 dicesi teorema della circuitazione o <li Stokes. Consideriamo anzitutto una curva piana s, contorno di una area 7 (diaframma) pina' piana; e tre vettori unit: t, parallelo alla tangente ad * in P e diretto nel senso in cui percorsa * *,, parallelo alla normale ad s, pure in P, e volto verso
L'integrale
a
vettore n lungo
la
L'interno di a; e finalmente
ha subito
1.
il
vettore costante
\n
Si
X dP
>
\n
tds;
e poich
11
X =UX
t \
i(
HiXH,,
)da,
risulta
\u
x dP= \(n
il
a)
!<&.== I di v (u
/\
avendo trasformato
divergenza.
secondo integrale
col
teorema
(2)
della
Ma
div ( \n)z=zn rot ,
provato, in queste ipotesi, il teorema. Se ora abbiamo un contorno qualunque che limita un diaframma 7, possiamo decomporre i in tante aree mediante curve tracciate su - ed facile vedere che la circuitazione lungo eguale alla somma delle circuitazioni lungo i contorni delle aree in cui stata spezzata a: e potremo sempre ridurle ad aree elementari che potremo riguardare come piane e con contorni piani. Dunque vero in generale il teorema ).
;
dunque
ib Casi particolari del teorema (9) erano stati considerati da Ampre: Mmoire sur la thorie mathmatiques des phtiomnes lectrodynamiques itniquement dduite de l'expriente Pari*, 1826, (2* dition, 1883). Il teorema generale fu dato da Stokes come tema proposto nel Smith' 8 Prize Examinations, febbraio 1854 [Mathem. and Physic. l'apers,
:
168
a
II
PASTE SECONDA
teorema
(9
permette
di fare un'
:
tantissima relativa a quei campi dei punti del campo, tale che
rot
in cni
0.
Siano P 1\ due punti di questo campo e cougiungiamoli con due curve n s z tutte contenute in t campo linearmente facciamo passare connesso). Per il contorno chiuso =:*, , un diaframma i. Dim casi possono avvenire: il diaframma tutto contenuto in e allora lo spazio r dicesi semplice)/' connesso o aciclico; p. es. lo spazio interno o esterno ad una tutto sfera, ad un involucro sferico. Oppure il diaframma non
,
~.
.-
contenuto in
ciclico;
x e in tal
caso lo spazio
si
p. es. lo
spazio inter
esterno ad un toro ; lo spazio siano aggiunti lei manichi vuoti una camera nel eui centro si elevi una o
la
volta
ecc.
si
di
uno spazio
u J
aciclico
pu applicare
la
'.*
xdP=0;
curve
8,,
8,
in
L
Ognuno
li
dP
(ti
dP.
indipendente
lai
/',
con
Si
pu dunque porre
1
v.
x dP= u,
V. pp. :'i"jo|: t'u ritrovalo da IIankiu.: Zur allgemeinen Theorh der Bewegung der Flussigkeiten ; Gtti ngen, L861. Le considerazioni riguardo alla monodroinia li u. agli spazi cielici o aciclici sono dovute ad 1Iki.mhoi.tz: Ueber Integrale der hydrodyna-
reine
n.
ang.
[].
Math.,
B.
LV,
25-55
1858
Wissenschaftliche
Abhand. Bd.
L69
di
-..
Quindi
dt
gradii
ili',
a
se
ili
grad
si ha rotuil vettore n il gradiente <>, tnonodroma dei punii del campo. in Consideriamo ora il secondo caso, in cui cio lo spazio ciclico. Com' noto e come del resto si vede subito, tale spazio, con opportune sezioni, pu ridursi aciclico. Se, p. es., si tratta dello spazio interno ad un toro, baster tracciare una sezione meridiana; se si tratta di una camera con una colonna in mezzo, baster tracciare ima parete dalla colonna ad uno ecc. dei muri della camera Sia P un punto infinitamente vicino a questa sezione e partendo da P percorriamo una curva, tutta contenuta nel campo, per modo da giungere al punto P, infinitamente vicino a P, ma dall'altra parte della sezione o parete. Poscia, mantenendoci vicini alla sezione, percorriamo un cammino Pi$, e da <} tacendo un giro, come prima, torniamo a <^ infinitamente vicino a Q dall'altra parte della sezione e lilialmente torniamo da Q a P con un cammino analogo e infinitamente vicino a PX Q,. Il cammino chiuso P PiQiQ Po5 tutto contenuto in t, tale che per esso si pu far passare un diaframma tutto contenuto in ~. Dunque la circuitazione di u lungo questo cammino nulla: e poich le due circuitazioni lungo i tratti P1Q1 e QoPo sono eguali, ma di segno contrario, segue che la circuitazione lungo PqPj deve essere eguale e dello stesso segno della circuitazione lungo Q Qx e se come nel caso precedente
di una funzione
si
pone
iti
//>,
X dP =
1
a,
risulta
a I\
u(P
)=u(Q )-u(Q
u per due
ir
punti appartenenti
sezione e situati
da parti
punti di una stessa sezione. Tale coin generale diversa da zero: dunque partendo da P
di
)
u3 (P
cost.,
),
noi
torneremo in
con un
-+-
17<>
PARTE SECONDI
caso
il
gradiente di una funzione ". polidroma. Questo teorema, cosi precisato, L'inverso li un teorema dimostrato al Cap. VI, n. 4, della prima parte.
bai
il
ma questa funzione,
generale,
4.
Teorema
clic
flusso.
Il
rettore
w,
oltre
dai
parametro; p. in guisa che un punto P abbia, all'istante t. la velocit v. Consideriamo il flusso che attraversa il diaframma i, di contorno , in una direzione normale n. Dico che la derivata del lluss<> rispetto al tempo, cio la
variazione del flusso in una unit di tempo, data da
punti del campo, dipenda anche da un altro tempo es., dal tempo. Il campo stesso vari col
d C
(11)
, = \\\nXiidz
fUnx
u
:
+ nX(r<liv + nir
n
.
>)<z.
ottiene
otterr
Tale variazione infatti conster di due parti la prima si supponendo a immobile: essa quindi data dal primo termine del secondo membro della (11). La seconda parte S
;
supponendo
nxu
invariabile
rispetto
al
tempo, ma
variabile invece a.
Consideriamo lo spostamento di a nel tempo dt; si t'ormer un volume r chiuso da 7,, a t+du e da una superficie laterale 3". Pel teorema (2) della divergenza, si ha
|dividk=
In' X ud
-\-
\n'
i<
da
'
<<
dz
'.
di x,
normale a z, e volto verso l'interno potr avere lo stesso verso di n verso opposto, seil condoche rdt ha il verso di a l'opposto. Per elemento d~ possiamo scegliere il volume generato da dz nel suo movimento e che pu assimilarsi ad un prisma di base dz e la cui altezza la proiezione dello spostamento rdt
in cui ', vettore unitario
sulla
normale n
quindi
d:
i
rdtdz.
Per
eleni. Mito
i
mente sonile
cui
da" possiamo scegliere una striscia influitalati sono: di' sulla curva s contorno di
171
dPdt;
ha
quindi essendo
z"
si
n"dz
e
dP-tt,
prenderemo
lo
il
segno
ili
<
il
segno
secondo che
>
ha o
no
stesso senso
a.
In ogni
caso dunque
In
\nxvdiwda-\
\k
<v
di'
senso di s; scegliamolo in
modo ohe
di
\ r
-j
in
dt
virt della
0,
si
9
la
Dividendo per
cio
il
dt
passando
al
limite
per
ha
(11),
flusso.
dalla
sparisce Se z una superficie chiusa, in virt della 11) l'ultimo termine: avremo quindi semplicemente
(12)
,-
u di
-+-
v div m
ax
e
il
vettore
=
h_
0,
(campo
solenoidale)
si
ha
j (n X u eh
f
y** M
rot
(.
da
(').
5.
Formule
in coordinate cartesiane.
Le formule pre-
cedenti, stabilite in
modo
tissime e di
un uso frequente
tutta
la
Fisica-matematica.
dato, forse per la prima volta, da Hertz: Grundgleichungen der EleMrodynamik /tir beweyte Krper [Wiedemann's Annalen, Bd. XLI. p. 369 (1890): Gesamm. Werke, Bd. II,.
(')
Questo teorema
Ueber
die
Pl>.
L72
PARI E SECONDA
i
Se
punti del campo tengono individuati /../'. /.. e diciamo *,, > nenti del vettore ?*, le formule 2),
sistema ortogonale
1 .
.
"
6),
<li
f,
7.
/'.
9
/.
:
ci
lanno
rispettivamente, eguagliando
coefficienti
dz
'"
'
= Icos /u
J
ntl-,
J
r
"i
i
"
II
"i
"A j'jrtt
-,
f u
I
eosnx
ut cosny
'"-/<:*/-.
3
I
(
)<fa
= \iu
/'
i
eos ny
".
JM
\dXr.r
/./'/ --H,1/
,i
r
i
"
-*
,i'
dr
)
= -JC
dr
dz.
(hi
Mja)
1J
j
C08
?(./'
-+-
d~
n.. finizioni solDall'ultima poi, supponendo i*3 0, ,. tanto di il piano si diaframma coincidente col y, ed
./.
c^
.'.
deduce
l'altra
,,/,
J
.,/.
CAPITOLO
III.
di un punto. 1. Velocit e accelerazione a) Consideriamo un punto mobile funzione del tempo t, P\t). Chiamasi velocit ed <iccelerazione del punto all'istante t, la derivata prima e seconda di Pit), cio P'it) e P"i/ rispetto ar tempo t. Se riguardiamo P come funzione dell'arco s di traiettoria del punto mbile, e a sua volta s funzione di t, si ha
,
ds
(l)
I
dv
vs
come
alla
si
vide gi
(IT,
Cap.
I,
2).
Quindi
il
la velocit parallela
ds
valore assoluto di
-.
;
L'ac-
piano osculatore della traiettoria; dv vs quella normale l'accelerazione tangenziale ha per valore ,
celerazione
;
il
eentro di curvatura.
il
Se
la
moto
b)
uniforme.
Sia
un punto
in
P
di
= re
:
'a,
dove
ed
a.
il modulo Derivando
:
cp
= r li
r'e''a
-+-
-+-
rz'X.
174
parti; seconda
essendo
R=z
c"a,
ir' -fi,
normale
PO,
risulta
= <p'N; P" =
R'
(r"
A
I
=
2r'<j
r li,
/-,'
r<p'*)B
v.
la
il
raggi"
rettore
2)
quelle dell'accelerazione
(3)
r"
rcp'*,
2ry-hrcp"-.
,.,'
'*V-
2.
Moto centrale. La
cita un
il
punto mobile P passi costantemente per un punto fisso 0; moto allora dicesi centrale. L'accelerazione proporzionale
PO;
dunque
{PO)
Integrando
(4)
/\P"
0.
(P 0/\P'r=m,
con vettore costante. Il piano, condotto per /' ed <>. parallelamente alla velocit P, essendo normale ad un vettore costante, segue che la traiettoria del mobile oontenuta in un ]>i<ui<> passante pel punto Jisso. Deduciamo ancora, se p la lunghezza della normale condotta da sulla tangente alla traiettoria, pds
e quindi, se diciamo
tt
mod
m =z alt
mod
in
dS V elemento
dS-
godi;
posil'area
le
aree descritte dal raggio vettore a partire dalla zione iniziale crescono proporzionalmente al tempo:
sua
o 2 e
L75
tempo
teorema delle
verso
v
aree).
La reci-
Se L'accelerazione
distanza,
diretta
ed
proporzionale alla
avremo
/'
fc*(P 0);
integrando
si
ha
P=0-t- a cosici
a
e 6
f>
sen
Ict,
<
precisamente
= P =r
cb
=v
j,
dove
al
e j sono due vettori unitari rispettivamente paralleli raggio vettore alla velocit iniziale; r e v sono le gran*'
Il
punto
i'
=.
-+-
cos
ftii
-+-
,'
sen
/././',
A*
eoi variare di
f,
descrive la traiettoria,
eentro in
e di cui
e v jk sono paralleli
elie una ellisse col due diametri coniugati, di grandezze r ad i e j. Parimenti si vede subito che l'odo-
Supponiamo invece l'accelerazione variabile in ragion inversa del quadrato della distanza cio
:
a*
tore
Moltiplichiamo vettorialmente questa equazione per mi, dato dalla (4) ;avremo
il
vet-
P"
m P'
(P- 0)
\P\ =
-' rP'
r'iPO)
== a*
^ -^~
in virt del
P \m
(6)
= PO
hen,
dove
17C
PARTI. SECONDA
otterremo
m X (P 0) \ F
a2
m
~ a*
*
'.
I
>.
una costante:
questa
1
ci
d
r,
p= r
mente per
-i- e
cos
la
stessa
equazione
<i
vettorial-
m
11
iP'
1 ai
m)
=m
(PO) - -+r
un
n.
primo membro
si
trasferma in
rP a?
essendo
porre
m~
m X Fm= pP * or
z
m xP=0
m
\
(
per
la
(4).
la
t.
si
pu
0)
= bvP
hi re
I.
perch
mx(P O) = 0; 6 = modw
n = L., F p
,
una costante.
un alno
bie' r l -+-
t))i
'
/'
oiixpa lo un cerchio di
r<iq<n<>
- 6
p parallela
= mod
,
e alla
tangente
ai
all'
odografo sono
il
parallele
raggi
Si pi) assegnare
l'
facilmente
"
raggio
di
curvatuta del5
si
odrografo.
Infatti dalla seconda delle
.
<>
anche dalla
deduce
177
ma
se
p'
il
raggio richiesto
<ls
si
ha
(
'
r*
ds'\
dtp
dtj
Se
il
= P";
;
si
ha qoindi
v'
e infine
r = mod P".
Se, in particolare,
mod P"
=^
2
;
temente
trattato), risulta
a? a = mod = m = cost.
e
(o
P dal
P" =/(**)
p - o
=f{r)
grati r
= grad Jc j\r)dr
eguale ad 1 la massa)
derivabile da
un potenziale
'?(r)y[r)dr.
dP
si
deduce
;
P"
xdP = grad
x
si
cp(r)
X dP = d<p(r)
ma
dP % = 2P'
<ZP'
dunque integrando
(8)
lia
P*
2rp(r)
la
(7)
il
problema della
3 "2
Calcolo vettoriale
178
LETE SECONDA
determinazione del moto prodotto da forze centrali derivabili da un potenziale, si riduce agevolmente alle quadrature.
cinematica di un corpo ed sono dm- punti qualunque d uu eorpo rigido, allora esiste un vettore Q, funzione del tempo, per il
:>.
Formule
lo n (lamenta li per la
rigido.
a)
Se
quale
(9)
si
ha
F = (y +
Infatti, se
,
li
,\iP-
<>.
j.
/.
la
solita
teina
destrogira
e
'
di
vettori
rigidamente
la
derivata
= X
(i'
X j)j -+-(" X
deduciamo
/.
Ma
dalle
=
i'
1,
t'xA"
=
;
0,
x*=
i'
Xk = ix A
k/\i= j,
:
ricordando
i
che
{)'
\i
0,
\ i
A.
\ i,
possiamo
scrivere
ossia
x k)
\ i -+-
(/'
X
l
ii.;
i -+- (*'
X j)k
.\
avendo posto
l
= (f x k)i +si
1//
i)j
+-
(*'
a.
Il
vettore
ciclica
lei
tre
vettori; quindi
f = l
Ma ogni eoipo. una
stanti
:
j,
=
*,
k.
vettore
l'unzione
0,
essendo
di
.}.
P un
k con
.diro
punto
del
Lineare
coefficienti
co-
dunque
sar pure
P 0=8
.
/>
0)
la
vimento istantaneo
A l'I'I.K
ECC.
171
traslazione
di
l'altro
di
1.'
rota-ione
<
intorno ad
velocit
parallelo ad
Ih
cui
un ango-
0'; dunque i punti SS, risalter I" hanno la stessa velocit. Si voglia determinare un punto fa cui velocita sia parallela ad li. Moltiplichiamo per ci la (9) vettorialmente per l e sviluppiamo il secondo membro col teorema del duplice pro-
Se
/'
parallelo ad
l
di rette parallele ad
dotto vettoriale
/"'
\ 1
si
ha
'.
I.
i!"
/*
--
Oi
i/' flixi-i.
Perch
il
primo membro
sia
-io
l.
Se pel punto /' cos determinato si conduce la parallela ad Si, avremo Tasse istantaneo di moto elicoidale o asse di Mozzi ( ). agevole trovare un notevole significato per i. Infatti lasciando invariato il tempo, diamo al solo punto P due spostamenti distinti che accenneremo con dP e IP. Avremo da (9)
1
dP = Q/\dP; oP = i\cP:
e
da queste due
dPxP oP xdP=i
11
\dl
x/'- i \PxdP=2i>xdP
Par.
I.
\5P.
3)
inaino
membro, per
rot
definizione,
Gap. VI,
xdP
\5P;
dunque
rot 7"
= 2S.
6) Dalla stessa formula (9) possiamo dedurre la formula che d l'accelerazione di P. Deriviamola infatti rispetto a t. Si ha
p"
= 0"
-+-
O)
-+- i>
po
(')
discorso
Dal nome del suo primo scopritore Giulio Mozzi (1730-1813): matematico sopra il rotamento momentaneo dei corpi. Na-
poli 1763.
180
Il
I'AK
SECONDA
si
membro
i
pu trasformare cos
(p
()')
*>
<
[P0
/'
Ponisi ino
2?:
e
/'
- -0
Sar
dy
grad
<p
dP
li
x P|
i!
<dP
e quindi
grad ?
L'accelerazione
(12)
iX^P0)- - &'
i
PO).
di
dunque
\
i
lata
da
P"
e)
0''
-4- i!
P-
0) h grad v
Nel caso speciale, cos notevole per Lo studio delle che il sistema rigido sia costituito dai punti rigigobbe, curve damente connessi con la tangente, normale e binormale in un luogo di si pone in di una curva gobba, se nella punto P O una volta t e un'altra volta 1>. si riflette che Par. II,
'.
Cap.
r,
2,
forni. 3)
tt
o'
si
rt
=;
dt
n
r
dff
:
-j-
dt
= - n,
v
avr
-n = QAt:
?
>
=
;
\ft
e quindi
i
xn=
e poscia agevolmente
definito
dalla
\(P-
0)
ft2.
Si
pu soddisfare
questa ponendo
P0
fcn;
1*1
dedurr subito
k
h
le
li
e infine
*
(?
?'"
'
cio l'asse di
ortogonalmente
le.
la
normale
eguale a
4.
Moto
di
Dalla
(9)
sitino
punti
piana mobile nel proprio piano, esiste numero reale w iil mod i!> tale che
L3
P'= Q
u)t(P
Q).
'.
punti in spondenti
P
:
/',
ha
).
P-Q = e ?(P -Q
Derivando rispetto
al
tempo:
-Qo=<p'>itP-;Q)',
-Q = v'W P = w risulta la
P-f--*P'
(0
(13).
0h--Q'=C, *
to
t,
ed
il
punto
C,
funzione di
ciale P.
Quindi
(14)
P'
= m(P
C):
mette subito in evidenza che all'istante t il moto della una rotazione intorno a G ; w la velocit istantanea le traiettorie dei punti della figura piana hanno le normali passanti per G (centro istantaneo di rotazione).
la quale
182
i'.\iri
i;
SECONDA
ricava
Dalla
tante.
(13)
a sua
volta
si
un'altra
si
formula
impor-
Derivando rispetto
P"
al
tempo
ha
Q"
-+-
o'iiP Q)
(to'*
-*-
i"
<?
=
Ora poniamo
e risulter
Q"'-+-
(*)(P
(0
2
Q).
i,)
oc''
<
13).
si
Da
questa equazione
deduce
e~
?
t,
','
p_ Ig-id p" = q
?
O
dal
essendo
ma indipendente
pnuto
(15)
P"
e
^{P)
si
da cui
t
= cost., risulta
il
La
il
(15)
punto
O.
Derivando invece
la ilf)
avremmo
0=G-+--e HC'
i
clic
d
So
la
dipendenza tra
p. es. la velocit
(ci
che pu SU p-
puramente geometrica
pe'0
essendo
to'
si
ha
a)'
onde
0=G =C^
1
iC
cio
il
punto
di
(7
cade su
di^ta da
('
di
mod
iti. ir.azioni
L83
In
t:il
caso
(C,
al
P)
vettore
t
,
<",
---/': ecc.
punto
l'ai,
ti,
l'iinzionr di (tedi
t,
sia tale
che per
cost.
si
P =
tai\
Ci.
di n.
una linea
s,
questa, variando
per u
si
cost.. si otterranno le traiettorie lei suoi punti. L'inviluppo li a una linea -, e il punto che la descrive ottiene ricavando u dalla
2,
si
muove rigidamente
dP xi du =
/'
et
e sostituendo in 'u,
t);
quindi:
-.
punti di
7,
sono
piedi delle
normali condotte da C su
Il
punto
sia
a,
comune a a
sono
simi di
su 7 e
SP
3P
5P,
rfj
gli
ds
ds.
- d = w mod (P = mod rP
et
C)- dt;
od anche
dt
7,
- = dt
dt
^t-1-
=
cj
(o
mod
p Ci 4=0:
'
'
sono P,
figura,
Q,...
vettori
PQ,
P
si
per pu porre
Qo
la
rigidit
della
r-Q = e'*(P
-<>
184
parti; SECONDi
8
con
funzione di
t.
Derivando rispetto
al
tempo
ha
F-Q' = Q'e<H(P
e
Q
ci
Vi P-
la
(13),
b'
=
I
co.
Posto adunque
<r>
(j)dt
risulti)
la rotazione
qp
y *colla
t
si
passa a
la
somma
delle rotazioni
istantanee
t.
P G = e^r-ro\p v
H)
C).
oppure
H=zP e~
Derivando rispetto
r
f-foijP
si
trova
co
ct
P G) =
i(H
-
%r
?oi
m(P
C)
e- ?-?<(P
G) = e~
cost.,
//
<
Dalla prima
linea
si
che diremo V
le
descrive una
t
variabile
costante
il il
si
hanno
punti
traiettorie
dei
punti di
I':
tale linea
mobile che diventano eentri istantanei di rotazione. 11 luogo del punto C sul pian. &8SO una curva P, tangente alla prima: gli archi che vengono a coniano sono eguali; cio 1', l'inviluppo delle posizioni di V e la velocit di sci\ olamento india.
//
L85
passa per
I'
all'
istante
0;
-io'
il
l'n calcolo semplice e diretto, op 5. Curvo funicolari. pure l'applicazione del principio generale dei lavori virtuali, d per L'equazione indefinita di un (ilo flessibile e inestensibile la seguente
d
(16)
:t
/+-V-' ds
d:
oppure
(17)
ds
in
cui
/'
il
vettore
della
forza
die
lei
nel
la
punto
die
P, t la
grandezza
della tensione.
da notate
ds intorno a
/'
t'orza
sollecita
un ele-
mento d'arco
dezza
la
direzione di
/e
per gran-
mod /
ds.
Se f parallelo ad una retta fissa, la curva di equilibrio contenuta in un piano parallelo a tale retta: inoltre se .; e un vettore unit costante normale alla direzione di/', dalla (16), moltiplicando scalarmente pei- ), si deduce
cio
xt
.)
= cost:
di una
retta
normale alla
direzione
fissa.
La
equazioni di equilibrio.
Se
se cio
la
deduce
l
( )
In questa trattazione
le
si
evitato
l'uso
dei
mori relativi.
Ve-
dansi
note di Bi rali-Forti [Acc. Torino, v. 37 (1902 e v. 47 (1911)]; e: I moti relativi nel calcolo assoluto [Remi. Lincei, a. 5, v. 26 (1 seni. 1917)
pp. 632-637].
186
e
PARTE SECONDA
quindi
zt
f\tP
0) = i;
la
curva di equilibrio
fisso, ecc.
Dalla
(17)
deduciamo
se quindi
derivabile da
un potenziale U,
U.
ci'
se
/= grad
si
deduce
grad U x dP
e
-+-
dz
= dU
-+-
d:
quindi
V -+-
che pure un integrale primo delle equazioni di equilibrio. ai {a costante, i vetSe p. es. / costante ed eguale a
si
ha
fz=
essendo
si
ai = grad az
P
/'.
z la
distanza di
ha
Uaa;
Quindi
=h
-+-
az
(h = a\-+-] = j,
\
in
cui
si
chiamata
e,
1
la
distanza
ar.
Sempre
dalla
17
ricaveremo
i
= t-da T
un
n
p
la
quale
.
dice
che
la
componente
li
del
di
vettore
unita
>i
sa
1 -
La componente
alla
>/
,
vettore
grandezza
paraigr,
o
lel<
cio
alla
normale geometrica,
.V
-.
da
un laro
dall'altro 2T
dunnue
Tale
propriet,
com'
noto.
caratterizza
costante,
la catenaria. La curva di equilibrio, per una forza dunque una catenaria i cui asse parallelo alla dire-
L87
Molo
li
un corpo rigido.
A bbiamo
(18)
7'
SmP
SroP
F;
valendoci della
(9
2T='LmF x
= 0'X
Se quindi diciamo
dell'
0'
-+-
SroP' 4li
ZmP x \ x Sw(P
l
l
/'
<>
0) \
P.
l'fuwe
>/
la
risultante
momento
impulso rispetto
al
punto
0, cio
poniamo
(19)
SmP,
2T
ZMT
Sw(P
l
0)/\P,
->/.
risulta
(20
= 0' x+ x
lor volta
/>*
di
0'
l.
Abbiamo ancora
2T=Sw)
~ Ora
O'
/\(P
\
= 0'*^
-f-
Sw[Q
.
0}( P 0)]
J
i
-+-
20'
/\
Sw(P 0).
la
ricordiamo
,.
elio
0)
e
la
distanza
del
si
deduce che
il
Sw >
2
fi)
essendo J per e
il
momento
ha
(G
-t- .
Se finalmente
di
massa w,
si
-4-
0)2ro
= 2m{P O.
20'
Dunque
(21
)
2T
= 0' 2w
2
JV
-+-
A (#
)% m
Calcoliamo l'incremento clT Iella forza viva nel moto istantaneo durante il tempo di. Differenziando la (18) si ha
dT
rSmP'x^P;
188
PARTE SECONDA
F = 0'
di
h-, fi
A (-P
-+.
,ia
'
ui
==
<*0'
-f-
A (-P
Oi
\(dP
ed inoltre osservando che dP=P'dt parallelo facilmente la prima delle formule seguenti:
(22>
/'.
si
ha
dT=JRX
dO'
-t-
= 0'x da
la
-+- !
M x d8 +x dM
! !
\ li
\ /*
x </o x d0,
seconda ottenendosi dalla prima e dalla (20 differenziata Se, invece, non teniamo conto del moto istantaneo dei punti del corpo rigido, ma facciamo variare infinitamente poro
soltanto le velocit (cio l'impulso), allora dalla
22'
I
22J
!.
si
ha
dT =Ilx
dO'
+ M X d = 0'
dO
nullo.
XdR-+-
X dM.
perche, nell'ipotesi
l'atta,
Se rispetto ad una terna connessa col corpo rigido e avente centro in diciamo u, v, w le componenti di O' j>. g, r quelle di , risulta dalla (21) che: 'IT una finizione quadratica omo:
n,
v,
w,
;>,
q,
r,
E
sono
l'
le
dalla (22): le coordinate del moto istantaneo (<> dell'impulso derivate dell'energia cinetica rispetto alle coordinate del-
impulso (o del moto istantaneo). Per trovare le equazioni generali del moto ei varremo dei teoremi dell'impulso, quali dicono elle rispetto ad un punto
i
fisso O,
123,
m =n
//,,
r,
w
7t
essendo
la
risultante
delle
forze
ed
lsso
M'
0,
;
l'asse
/>'
momento
>/'
il
punto
vet-
tore e l'asse
momento dell'impulso, sempre pel punto 0,. Accennando gli stessi elementi relativi ad un altro punto
sappiamo che
\ P'
-t-
0,)
P'
= Sm(P O)
Sai
0,
eioe
M =M-h(00
(')
1)
R
s
~
C.
Bqrali-Forti
1921).
L89
M,
M
danno
i
(0
0,)
/',
Allora
l<'
(23)
<-i
-^
li.:
j ]M
t
:
{0
1) l
\R[ =
si
M +(0 O
e
x)
li.
il
<
24
>
Tt '-"
Sapponiamo
p.
dlt
<l}f
-M
il
+-3" A
dO
* = ..
fisso
es.
che
0;
la
reazione del punto fisso figurer soltanto nella prima delle e non gi nella seconda che si riduce a
(24)
dM
a
Riferiamo
e
il
"
**,
,y,
k connessa
-+-+-
col corpo
poniamo
M= P
come funzioni
i -+-
QJ
-4-
Rje
M MJ MJ
e
MM,
/',.
dM
dt
' "
dP,
di
i -+-
-+-
Pi*' h-
Ora se'nella
quindi
(9)
si
pone P
i'
=
+
t\
ecc. si
deduce
=
x
i i\ /,
ecc.
dM dP -*' ~W % +
Z
-
fi
M
i
si
ha
(25)
ed eguagliando
coefficienti di
?*,.
dP 1f + qR1 -rQ
=M
ai
190
PARTE SECONDA
in tal
si
caso
data dalla
20
21
che
IT
Riferendo tando clic
il
H=zlu\
d'inerzia
e
corpo
ai
no-
P,
= i
'
ecc.
le (26i si
riducono alle equazioni di Euler. Nel caso classico del corpo non Boggetto a forze, oppure del corpo pesante sospeso pel suo centro ili massa, b ha M 0;
la
25) d
subito
COSt.
costante.
Applicando
posto
lo stesso
procedimento
-+-
li
= RJ
R,J
-+-
I.
R=zUi-+e dette
u, v.
io
Vj-vdi
Wk
si
le
componenti
0'
ha
>
-^^vP -uq
ir
dove
(7=''.
''.
=;'''.
/'
CAPITOLO
Applicazioni
all'
IV.
Idromeccanica.
Per azione delle Equazioni di equilibrio e del moto. di massa (riferite all' unit li massa); della pressione p (intensit, normale a qualsiasi superficie j tracciata nell'interno di un fluido di densit p, e che racchiude il volume 7. equilibrio. Per uno dei postulati della statica. il fluido e in l'equilibrio dovendo sussistere se si suppone irrigidito tutto
1.
forze
il
sistema,
dovremo avere
lp/V7:
-+-
Mmd? = 0,
normale a e secondo integrale Cap. IL n. 1), si ha
~>
in cui
>
il
Trasformando
II,
il
lipF
e questa,
gradai dz
();
dovendo
sussistere
qualunque
sia
7.
d luogo
alla
pF grad^ = 0.
L'equazione dei momenti
Col principio di
d'
soddisfatta identicamente.
si
Alembert
" l
=?-dT = dt
dP'
dv
:
191'
PARTE SECONDA
ora accenneremo indifferentemente con
in cui
con
la
Avremo quindi
oppure
dv
2
-fi
= F.-gTa&p.
1
di continuit,
esprimiamo
e
in
due
la
attra-
nell'unit di
tempo
- rtz
e si
trova
= \ov x
il
n<~j
al
avremo
divipri]rf:
1
e quindi
^H-divi;n = 0,
che una prima forma dell' equazione di continuit. Sviluppando secondo termine (Par. I, Gap. VI. n. 3. t'orni. *; si ha pure il
dp
-
-+-
5(livr+i'X grad
0.
Ora o una funzione numerica dipendente da P e da t\'\\ suo differenziale, quando varia Pe resta invariato /, espresso da
grad
quindi
la
?
X (P= grad X
p
li
vi
derivata totale
dp
,,-
(quando variano
/'
dp
,,
-*-grad
Xr:
la
equazione
di
(4)
|-H P diV V = 0.
.'l'I'oi;
l.l
ECC.
1'..'
Passiamo ora ad un'altra forma delle equazioni del dimostriamo una formala preliminare. Se n un vettore funzione dei punto /' si hn
il
moto
11,1
uxj
*/,
,/.
iot
iroi
grad grad
/-+-
x
|
grad
, +-
j.
grad
h,
t- ....
=.-=
grad
u,
-+-
=
i* *
= g grad
pelo
(w, 1
2
)
grad '
grad
-+- ....
grad n r
(rotte) \
it.
Facciamo
in questa
n=v
il
dP -=<lt
grad j
x dP
dt
i -+-
idti l
-+-
,}du z +-
kdu 3
du
= dt
:==
dt
r,
dr di'
il
quando
si
pensi variabile
solo
da
--
= -^
-f-
g gi'ad
v* -h (rot v)
Av
1
(
).
Con questa
1 +- =
grad
r-
-+-
rot r
/\
= F
grad p.
(') Potendo far uso delle omografie punto [di: Analyse veetorielle generale,
ad un
ottiene
e] questa formula
si
|3
194
2.
PARTE .SECONDA
Moto vorticoso. Potenziale
<
di
velocit.
cost.
:
Supponiamo
oppure supponiamo quindi p il fluido incompressibile una relazione (legge li Rovi.e e che p e p siano ledati da permetta di porre fluidi tale pei perfetti), che Gay-Lussac
- grad^j
= grad
II.
Poniamo
<;
inoltre
2Q
vettore
i
il
di cesi
t.
rotazione,
anche
vortice,
dell 1
elemento
/'
fluido
all'istante
di
di
operazione
prendiamo
della
(5),
si
avr subito
(7)
H-rot(>/\r) = 2 rot
7'-
e per essa
Consideriamo ora tracciata nel fluido una curva chiusa 8 un diaframma -z; moltiplichiamo la 7 scalarmente per n (vettore unit normale a t e integriamo a tutto -.
Risulter
|('"
I
rot
\ ri)
X Mtf7--:
lrot
FX
<-.
di
Al secondo membro possiamo applicare subito il teorema STOKES; al primo si pu invece applicare quello della va-
div
tale
div
I'Ot
rr
0,
teorema pu scriversi
gjl.Xf.fti
Quindi
),
Xrol a A [*.
AIM'I, ICA/IoNI
DEL
CAI.col.o
VETTORIALE EOO.
di
in
L95
>i
manna derivino da
tal
casi
- -rad
U,
si
lia
US
18)
<>
e quindi la
ci
d
li!
i
(9)
x
il
ndi
c(st.
--
e.
Applichiamo ancora
teorema
di
S'TOKES
otterremo
(10)
j/xrf/'
p;
se le forze derivano
cit lungo
da un potenziale, la circuitazione della velouna qualunque curva chiusa s tracciata nel fluido,
il
costante durante
a)
moto.
cio
= =
().
Per
la (9) sar
(10),
c=0
in quell'istante e quindi
allora dalla
con un ragionamento gi
t,
fatto, si
= grad
tf
essendo funzione monodroma o polidroma) e quindi sar ! 0; cio se la rotazione nulla in un determinato istante, sar nulla sempre; oppure: se in un determinato istante esiste un
(<p
sempre
(11), tale
potenziale sussister
sempre (Teorema di LGRANGE In tal caso il moto del fluido dicesi irrotazionale
potenziale di velocit.
il
La
(5)
diventa
a grad et
i
cp
-+-
)*
-+-
grad
77
-+- IT)
=D
196
e
IWKTK SBCOND
quindi
<
1
,,
grati
-f
il
eost.
Tale costante dovrebbe invero essere sostituita da una funzione arbitraria <li t, la quale pu snpporsi aggiunta alla y incognita. L'equazione (4) di continuit diventa ora
<liv
grad y
,:
0.
b)
Supponiamo invece
rot v=\=0
in pel
un determinato istante; sar quindi sempre diversa da zero, teorema precdente; cio Q=|=0. Il moto dicesi allora vor-
ticoso.
Le linee
rallela
(variabili eoi
ad
in -
/'
pa-
costituita
superfcie
da linee
vorticose.
anche,
linee
Per un vorticoide a
all'istanti-
avremo
Xn=
e
<>:
rXdP=0
I
nulla per ogni cio la circuitazione lungo s feontorno di o al valore di /: e per sulla superficie ~. trasformata 'li 3
.
tempo
sar pure
Xn
dunque
sempre costituito
Consideriamo un tubo vorticale; cio nn volume t racco da due superficie 3 e a e da un fascio di linee vorticali o he dai punti del contrno di z vanno ai punti del contorno
.
di
a'.
Poich
div8
o,
197
ci
|div8dT
= \Qxndo
i!
0.
Ma
su o"
"
w'
con
Benso concorde)
li!
3
k,-
li>
a'
rido'
cio
Musso della rota/ione costante lungo il tubo vortica\e. Se un tale tubo infinitesimo si deduce il teorema sulla costanza della poi-tata di un vorticoide elementare; ecc.
il
Si
tiva
ai
cosidetti
o vorticosi),
pei
da punto a
punto del fluido, sono peri indipendenti dal tempo. Supponiamo sempre le forze F derivabili da un potenziale U; poscia moltiplichiamo la (5) scalarmente per dP. Il primo termine zero perch v non dipende da t quindi risulter
:
4)
grad
v*
x dP
-+-
(rot v)
\vx dP-h
v)
grad
(f7~t-
IT)
x dP = 0.
Ma
(rot v)
\vx dP = (vot
si
\vXvdt = 0;
quindi
la
precedente
scrive
integrando
si
ha
v*
h-2
-+- IT)
= cost.
pei
che esprime
il
teorema
di D.
Bernoulli
moti stazionari.
CAPITOLO V
Applicazioni alla teoria dell'equilibrio
dei corpi elastici isotropi.
1.
Formule preliminari.
al
equazioni indefinite ed
einstici isotropi, e
Ammetteremo gi dedotte le contorno per L'equilibrio dei corpi messe rispettivamente sotto la forma (')
ili
F -+o 1
grad d v
i
(o*
rot rot s
-+-
=
:
'
(2)
7 -f- (l*
ds
2<,)*}n di
v s
-+-
Uro* _-
dn
)*n \ rot * *
il
Fg
il
un punto qualunque
suo contorno a
:
P
*
supporremo
aciclico, o del
ed o) 1 le due costanti di isotropia; n un vettore unitario normale a a e volto verso l'interno di t. Nel caso in cui F=0, cio nell'assenza di forze di massa, due soluzioni particolari della (l sono:
'
= grad -,
1
- = (grad = rot m J
(
1\
m,
dove
r la distanza di
in
tutto
0, si avr Se FrrzO e sul contorno a del corpo pure s il corpo s 0; in altre parole per dati spostamenti dei
punti del contorno, la soluzione delle equazioni dell' equilibrio elastico, se esiste,
(')
Cfr.
Analyse
vectorielle generale,
1.
e, voi.
II.
200
PARTE SECONDA
:
Moltiplichiamo infatti la scalarmente per griamo a tutto il volume t del corpo: si avr
e<
t <-
3
in
A l.s
grad
di v s
d:
8 X
rol rol 8 dx
cui
A;
= 8V(o*.
Par.
I.
Ora
si
hanno
div
div
le
Cap. VI
(s
= (diva)*
=
(rol s) J
X grad diva
x
rot rota
:
(s/\ rot si
- s
si
pu applicare
In x s di
- in
v.s
di
'div s ~d~
grad
di
v.s
dx
xs
rots di
rot
s^dz
js -<
rot rots
di
e siccome s nullo su i,
<
quindi
div sfdx
---
x grad
divs dv,
rot sfdx
J<
le
= 8 X rot rots dt
la.
quali
permettono
di
trasformare
(3)
in
questa
div
s *<2x
rot s \*dx
pero
di
rot,
debbono essere
risulta
8
nulli
rots
II.
-
t<
divs.
Par.
_'
11,
Gap.
grad
monodroma,
in
ecc.,
perch
:
lo
spazio
tutto
t
div grad
0.
cosi. Sar dunque, Sul contorno 3 poi T per un nolo teorema di analisi e quindi in
in tutto
r.
e,
cost.,
^0.
L'01
ila
hi liquc
sin
il
numero
del
/,,
Notiamo
infine
che
il
teorema
di
reciprocit
Betti
FX
essendo
,s-
d-
I |
/ F
s'rf-j a'di
/ 1/
\
a dadi
i i
I
j
/'.'
<
<h.
lo
spostamento corrispondente
/",
:
alle
forze
/'
/'
ed alle ed F,
.
-.
Formule
divergenza
<li
e la
rotazione dello
a'
-.'
spostamento.
Nella ipotesi
/"
si
l'accia
:grad
Tale spostamento finito e continuo in uno spazio che ^i deduce da r, dopo averne escluso il volume r, racchiuso da una sfera 7, col eentro nel polo O (che fa parte del corpo e da cui si confano le distanze r. Osserviamo quindi che (Par. 11. Cap. II, 2i
div
e per la
L'i
a'
=. div grad
ci
d
1
'
da'
dn
r'
Applicando
la (4) al
volume
si
ha
1
f
<6>
lf
"""f*
i
l
d grad """"
r
- d->
"|s
>
,_ dn
== - 1 (F</
X a F, x
a'
\d-
Indichiamo con n un vettore unit normale a a! e volto verso l'interno di ~\ cio verso l'esterno della sfera e notiamo che le derivate rispetto alla normale si trasformano in derivate
x
rispetto r
allora,
tenendo presenti
la
(2)
e la (5), si
ha
(Fs
'
Xa
l\
X a) =
\
l*
7i
1
2ct)*)w
x
+-
a' di
va
,
-+-
V x
\rot
2w 8 U'
da
-j-
da'\ s x -r-
202
PARTE SECONDA
Ora
si
rifletta
che
,
inoltre
x * =n x
1
grad -
=
1
di
= r*dz
essendo d?
a o,.
di superficie sferica unitaria concentrica integriamo la (7) alla sfera a, e poi passiamo al limite per o tendente a zero iO a distanza finita dal contorno), il primo termine del secondo membro ha evidentemente per limite
V elemento
se
Quindi
471(2*
il
2.
'li
di vs>
in cui
polo 0.
1*1
\ rot 5
= rot X
*
s'
\n n
al terzo e
ed
s'
parallelo
ad r Passiamo finalmente
8
poniamo
== 8
(l
ra
Poich
r*
'
risulta
a'
X dr
-j
}
ds
Integriamo a o
ed a secondo membro
si
applichi
il
teo-
rema della divergenza. Il secondo termine, essendo div* non d nulla sicch avremo
:
0,
-jjdivsdt,
-jldivsdt,
3 f
-
^J(
)xgrad
1
-dr,
:; f -,lr*igrad
</:,.
Passando
tende
a
al limite,
:
come precedentemente,
a
Iella
il
prino integrale
il
Dunque
zero
;
insieme con
l:i.
(livs
203
integrale
J'
grad
r
d-'
eonvergcutc
47t8(div
Jl
Fx
grad
dunque
dz
--
C /',
|
LT
grad -
ri?
VJ' X
Il
T
'/
grad
rf7.
riflettendo
secondo membro pu porsi sotto una forma diversa, che r} grandezza della distanza di P da 0, una l'unzione simmetrica di P ed 0. Quindi
Vx
grad
= .F x
grad
div
in cui coir indice o intendiamo accennare che il grad e la dir sono calcolati supponendo variabile il punto 0. In conseguenza
'"
.1
*""' r* :
-KJtO.'
inoltre
X
xn
s
grad
(s
grad
grad In
x grad -j X 8
div
rfn
grad
(s
x grad
(8
=j
r + -j Wj^sxgrad-.*
1
%
CF.di
C(
grad
s )d?
o,
otterremo
.s
(9)
+- 1 div
--:
div u.
204
PARTE SECONDA
meno semplice,
Ood un calcolo del tutto analogo, bench partendo dalla soluzione particolare
ni
s'
=- voi
r
delle
LO
per
F==
0i,
si
trova
4to> s rot 8
rol m.
dal
Abbiamo cio le formule del BETTI nella Cerruti ed esprimono <-li<* la divergenza
:
:
t'orina
la
loro lata
<
rotazione dello
un
tensioni
dagli
spostamenti al contorno
Il
vettore
pu,
come somma
li
tre
l'unzioni
loppio.
3.
Formule
clic
del Somigliali a.
Dalla formula
l<.
osser-
vando
si
rot i4~"r.s-
)== 0,
deduce
L-7ru)
a
e
grad
y>.
Prendiamo
la
divergenza
cp
sottraiamo da
l
ifl I:
otterremo
:
div grad
e a questa,
sfarsi
\y
= 4~fi
capitolo
oo*J
div
nel
seguente,
pu soddi-
l"
w*j
ai
essendo
in
cp
or
'('
l'i
elasticit
[Nuovo
Cini- ino.
1872
isotropi
Cerruti: Ricerche
Aoc. Lincei,
fc.
M*m
K<'<'.
205
4rcar
1 ti
i
(SS
co*)
gran
f<Uv
I
di
,
i
ro
gradi
fa
di
die esprime
le
Io spostamento in un punto qualunque o del corpo. A secondo membro della 11 compariscono non solamente
anche
le tensioni e gli spostamenti al contorno, ma divergenza dello spostamento in un punto (pialunque del corpo. Questo termine pu eliminarsi. Anzi pi generalmente mostreremo che
forze di massa,
la
Ir*
- * diva
((-..
con
k ->
le
Consideriamo
lo
spostamento
s'
= grad
le
>'
t,
compreso
il
itolo,
purch
>
e
1.
Avremo
massa
e
allora
dalla
(1)
(2),
pel
calcolo
delle
forze di
delle
tensioni
F'
al
contorno
-+-
corrispondenti
quello
spostamento,
k\k
(l-
>-
grad r*~ 2
l\
o
'
Mie +
il
- 20i*)r*-n 2w
grad
',-.
dn
die
Ora applichiamo
r h ~*s
X ndi = Jdiv
J,
|
>
" s)dz =
2
=
Troveremo
(12)
:
r*- 2 diva dz
X grad
I
r k -*di.
kk
-+- 1
S*
f >*-'- diva di
FX
grad r*drn^
#',
grad
ir'
2
r k dx
h- 2fo 2 fs
gl U
f-
';
dn
- hk
-h 1
\da:
206
PASTE SECONDA
Per
Jc
=l
'111
abbiamo
il
la
formala
Hi<-
ci
occorre
per
<-li
mi-
Otteniamo con rio. sotto forma vettoriale, le formule date dal Somiglia na 2 si ha pare una formula notevolissima. Infatti Per k
nare dalla
di eui si detto.
'
termine
in
tal
caso
d grad -^-5 dn
r-
d
L*
dn
n Jv P0)=
.
membro
della
12
-i
trasforma
in
e quindi
la
\'l
8'd
x nh =8io*u\iv8 dz
diventa
L3
3S*
<
P 0)di
d
le
la dilatazione cubica
espressa per
le
forze di massa
Somigliana
t,
Sulle equazioni
della
elasticit
[Ann.
li
Mntem.,
. 2,
17 (1889)].
CAPITOLO
VI.
newto1. Potenziai: ritardati. -- La funzione potenziale niana di una massa distribuita in un volume r. colla densit funzione del punto /' variabile in r, e che attrae un punto colla Legge di Newton, quando si supponga pure di massa eguale ad la costante di gravitazione, fiata da
/'
1
(li
d: = CUP)
I
con
= niod
0).
La funzione
alle sue derivate
rali
(2)
y>
prime
sulla funzione h,
fluita e continua insieme con ipotesi abbastanza genesoddisfa in x alla equazione di I'oisson;
monodroma,
in
~
e,
2?
Si
= _4~A.
da
il),
z. h
lato
un
integrai*' della
(2).
tempo e che le azioni elementari dei singoli elementi di massa si propaghino da P in con velocit eguale ad I/a ed in linea retta. Tale azione adunque per propagarsi da P in () impiegher un tempo eguale ad ar; e al tempo t si calcoler colla il), prendendo ed il potenziale in ar. per h il valore che questa funzione ha in P al tempo t Porremo in tal caso
vari eoi
Supponiamo
CMP.t
(3,
*=)
'
tralasciando,
quando non
1
a.
Notiamo subito
la h
il
divario sostanziale
(3).
In
relativa al punto
ed indipendente dal
punto poten-
208
ziato 0;
la
PARTE SECONDA
nella
''>
invece
la
h,
domanda: quale sar per analoga a quella di Poisson 1 Osserviamo ebe la 3j pu scriversi
i
che da
/
1'.
or.
CMt)
CHt
>
calcolando '.,9, / essendo tisso.il primo integrale, per la 2), ci d 4cTzh(t)', occnpiamoci dunque del secondo. Supponiamo h derivabile due volte rispetto al tempo e, pel momento, si indichi - a con y.. Se poniamo
f=
h(t-har) -
= a& (t-*-a0r),
1
O<0<C]
clic
il
secondo inte-
grad
-h = (akJt
ocr)
h(i
grad
>
= A grad
r,
avendo posto
5
A=
.1
-li,
t-\-o>.r)
ht
-+-
ar
z
//
f
,
r*
cio
xft,
!
-+- y.r)
y.>.
i0r
>
- = a*(l 8)A.(tH
h2
st0.r),
<-on
O<0 <0
1
hrct\
finito
e
in
poich
7.
4
le
sempre
:
finito,
di
/'
div
grad/
.4
div grad
grad
grad
-1
e dalla
(5)
grad
\%*hJt
/
.1
asr)
5;/*,/
y.r
y.h.'t
?
z
h
-Har)
/(;,/
^
//
grad
grad
r
209
mmentaudo
<|iii
ini
che
1,
grad
risulta
<li\
grad
/.
facilmente
A,/=
cio
tJ
y.'hjt
*
xr)
:
r
nel
volume
li
,j> E
Jv=*f
in
h(t
+
r
y.r\
a*cp
at
a5
;.
,t
gni punto
dello spazio t
iti
-a 1
in ogni
'
'f
7ih
z
P,
mentre
punto esterno a
avremo
(?,
:.*?
a*-+ =
<)
>
i.
le
Le (6) e (7) sono, pei potenziali ritardati, rispettivamente, analoghe delle equazioni di Poisson (2) e di Laplace. Si usa abbreviare ponendo
r-,
D?=-A*9.-
Supponiamo ora che
la
?V
#r:p
:
funzione
di
e di
t)
soddisfi in
essendo
lei
/.
(*)
L.
la thorie de
fiir
reine
210
PARTE SECONDA
Per
supporremo
noti
valori di
tp
e inoltre
ohe y sia
..
nulla all'infinito. Queste condizioni individuano la funzione Supponiamo che esistano (lue ili tali funzioni y e tp' e sia
la
loro differenza.
Avremo
in tulio lo spazio
OV=
per
F-
*--,-
r-v
u:
all'infinito. VdVjdt 0; e di pi i), t Moltiplichiamo per FI' equazione precedente ed integriamo allo spazio i racchiuso da una superficie sferica - tracciata con
VV'dz
V
t,
Vd-.
=
i
'c
0.
V =cYj
V"
Vjt 1 .
si
Ma
Green
ha
-(V^7j + |Y
onde sommando
Frf:-hf<grad
ha
F)*<fr
= 0;
colla precedente
si
fossero sempre nulle il teorema sarebbe dimoV e strato. Consideriamo quell'istante t diverso dall'istante
Se
cessano
di
essere nulle.
Allora
se
positiva: assume valori positivi, anche negase V decresce, cio assume valori negativi, anche V tiva. Dunque per fz>t1: Ve V hanno lo stesso segno lo stesso pu dirsi per V e V" e per il secondo membro dell'ultima equazione positivo. E sar quindi ancora positivo il primo
cresce, cio
membro
diviso per
la
superfcie -: cio
J dr
Ora poniamo
da
i
211
r
osserviamo che
concentrica
di
nel
passaggio da
r
i
una sfera
<li
raggio
ad
unii
raggio
(tv
sar
'
<*\
se d-
la
proiezione
li
<l~
su j 1
dal
(in
dr
cio
all'
il
l'dV'd; J dr a
0:
cresce
con
indefinitamente. Ci impossibile
U
si
perch
infinito
considerano delle l'unzioni potenziali, cosi possiamo considerare ancora dei vettori cio potenziali dedotti con legge analoga alla
1
:
sempre
1
i
=!>
in cui
n ed
/*
potranno conside(3)
.
rarsi dei
e che soddisferanno ad una equazione del tutto analoga alla (6 Si possono infine considerare dei potenziali ritardati di
strato semplice e di doppio strato
(*).
2.
Lo equazioni
3
(
di
j.
applicando anzitutto le leggi di Btot-Savakt e di Ohm. La prima esprime che il lavoro della l'orza magnetica (misurata nel sistema elettro-magnetico) originata da una corrente,
(*)
t.
J.
Bocssinksq:
Tho.rie
anahilique
<e
la
chaleur;
Paris,
1903,
II,
2
C
3
(
pp. 244-255;
)
Volterra: Sul principio di Huygens [X. Cimento, s. llf. t. XXXII, pp. 59-65 ilfe!2) t. XXXIII. pp. 71-77
;
t.
XXXI.
di
(1893)].
In
tutto
si
questo
adottata
capitolo,
poi-
uniformarci
alle
notazioni
Maxwki.i-,
una convenzione diversa da quella sin qui seguita pel senso della terna fondamentale e che non pi quindi il
senso destrogiro,
dotto vettoriale.
ma
levogiro; e
Io
stesso
dicasi
pel
verso del
pro-
212
allorch
PARTE SECONDA
l'unita
positiva
<li
<
dP
l~
intensi t
ili
corrente
essendo
//
il
vettore
della
si
forza
magnetica;
La
misura
iella
ottiene riguardando questa come la risultante della corrente di conduttivit e <li quella <li spostamento.
intensivi della corrente
La prima,
trostatica
in
di
Ohm.
ha
per misura
elet-
!/./;
td-
essendo
Iella
resistenza
specifica),
il
rettore
.s-
contorno
Ex
essendo e la costante dielettrica del mezzo. Detta a la costante per cui bisogna moltiplicare queste dire intensit per esprimerle in misure elettro-magnetiche, avremo
(if
(8)
X dP=a
il
[-I/sX ndo
di
\z'
'
*'
^' dal.
Applicando
teorema
Stokes
in
al
primo membro
<
riposo 3
''
)
|
e tenendo immobile, si ha
h a\AxlE
li
' i
ndj
0;
e per L'arbitrariet
li
>t
si
deduce
e'):
(9)
rol
//
-<nU:/-;
che
elei
1
la
forza magnetica
//
la
forza
La seconda 'inazione
di
si
Faraday:
cine:
hi
i',,r:<i
min corrente
l'I.
ir A/. loNl
213
di circuito chi usti) s, ; proporzionale alla variazione del /lusso eli forza magnetica per unit di tempo, attraverso un diaframma ? avente per contorno il circuito s.
modo
solito
nello direzione
in
senso
legge
ili
CiENZ).
Quindi potremo
C
K
seri
vere
<
Il
li
il
coefficiente
li
porrneabilit magnetica. Si
fatti
sperimentali prendendo
si
metodo
ili
li
prima
deduce
rot
/;
z
1
che
cio
l;i
si
condii
relazione fra
si
di un corpo non conduttore, consideriamo una superficie chiusa s, moltiplicando scalarmente la !' per n e tenendo presente la ti <i-l
Se
/.
supponiamo
0,
tratti
<';i|).
II.
risulta, integrando,
|s/-;x ndi
e cosi
= eost.
dalla
j, X nd? =z cost.
quindi ancora
~r
e
\eEXndj~-r
Idiv eEd
^e
= cost.:
rappre-
senta quindi
e
quantit di elettricit
(12)
iveE=p;.
Le stesse cose possono ripetersi per
la
quantit e
la
densit
del
magnetismo.
Supponendo
tutte
le
funzioni
21
PARTE SECONDA
elettrostatici), dalla
11
tempo (fenomeni
deduciamo
rot
e
E=
()
quindi
E=z grad
V:
ilL'
al Ioni
l'aito
e=
(carso
del vuoto,!, la
li
ci
ossia
v grad
V= 4rp.
F
''>.
il
potenziale elettrostatico.
Vettore radiante
si
teorema
di
Poynting.
4nrt
Dalle
9)
1 1
ricava agevolmente
t
ExrotHHxrotE
11
iti-:
1
i
\ih*\
t
/.-
.,
- di v {E
vettore
Il
8
dicsi
rettore radiante.
la
\ Il
[ntegrd.il do
rei-azione
mente per n
ed
applicando
il
C
\
nd?
-----
f
I
r/
HiUST 1
%>
d~.
-t
l~a I \JE
i'
.,
dx.
calorifica
ultimo integrale del secondo membro esprime l'energia del sistema o calore di Joule: il primo, diviso per tra, esprime la souim a dell'energia elettrica e magnetica
1/
in
z:
onde
la
elitra
uno spazio chiuso nella unit di tempo, eguale al attore radiante attraverso la superficie diriso per \:<i. Se poi ammettiamo che tale legge valga ancora
flusso del
al
limite
una superficie elementare di. si pu dire che: l'energia elettromagnetica si muore in una direzione normale a quella della forza elettrica e magnetica, in modo che nella unit di tempo, attraper
verso l'unit di superficie, entra una quantit di energia proporzionale al flusso del rettore radiante.
215
i. Integrali dello equazioni li Maxwell-Hertz. - Immaindefinito, sede d giniamo ari mezzo isotropo omogeneo fenomeni elettrodinamici. Poniairio
//-:;
diremo
zioni
Scriveremo
le
equa-
(9)
sotto
la
l'ormu seguente
(13)
I
f
rot
il
r
.
<t<i
-.
Sia
/*
la
densit elettrica
in
un punto qualunque P
lei
campo
r:
cio
= 4~
-r- li
e/:.
Se a una
dalla pi
ima delle
in
r,
eJS
ud
+- 4,- \j
ndlj -= 0,
cio, pel
- (dive Edz
e
-+
4n
di vj
d:
tenendo presente
il
valore
di
li
l'arbitrariet di
-,
si
ha
14)
7-f- div.y
et
-=
che dicesi equazione di continuit (cfr. Far. Il, Gap. IV). Diciamo ora -^ il potenziale elettrostatico ritardato con velocit
i==-\
''
il
rettore
potenziale relativo
ad
j.
ritardato
a \ eu
(
lo,
7jiP,
a \ |u
.r=a]
p-tP,t-flVsur)
A d.
216
PAKTE SECONDI
della
Tra questi due potenziali, in virt relazione che ora cogliamo trovare.
11. sussiste
una
/'.
la
distanza tra
fisso
il
punto
punto
a*
polo).
Avremo
divJ
aijxgT&d-dx
;
\-
VeJtji'Xgradr
t.
la
Ma
ldi\
sua volta
</:
{>\\v.}
(I-
I ;
grad -dx
=y
"
,l
~-.
"
se
supponiamo nulle
le
(div
..,
=a\)
div j
a \
c;i.y"
X grad
div
;
7
uliv.y'i
che la
div.y relativa
al
punto
/'
a
d
t u\
i\\.r.
ed integrata
f
ci
..
dz
v
i'<l<
P.
a\
a
zar dz
J'"
".
-J
-.;
'
(16>
a -
vi
-+-
diV 7"= 0.
si
pu soddisfare identicamente
13j
ponendo
(
E=
II
grada
/.
'
aii
'
(17,
(
'
rol
In
un paragrafo
queste
criticano
le
seguente
equazioni;
L3
.
mostreremo
per
ora
il
metodo diretto
a
per dedurre
limitiamoci
vedere
Che
t'8Se
APPLICAZIONI DEL
Dalla
i\i
prima, intani,
si
rol
ajx
'
:<
gj
clic
appunto
la
seconda delle
I
!">.
Poscia
'""''
ai
,
a
/
gran
,'r,
:
/
.
"-".:
i
,.,
i
in
virt dell'equazione
si
cui
soddisfano
potenziali
ritar-
dati,
h;i
pure
il
ni
t
a
i
grad
'
) i
*-.?
'
ma
17
si
ha
rot rol
grad div
>t
quindi
m
Le
vE
ro( //
grad la rs
I
,
div J|
l~.nj
L3j. L6 d la prima delle costituiscono propriamente un sistema di integrali funzionali delle (13), poich la ricerca del vettore potenziale dipende da quella (lei vettore della corrente che in generale
possibile
la
determinazione
:
nel
di
caso della
moto
traslazione: ecc.
del
5. Le equazioni di Lorentz. -- Le equazioni fondamentali campo magnetico nella teoria elettronica di Lorentz sono:
rot
//
-+-
v div/-;l
(18
rot^=a rii
-.-_
div div
E=p
H~0.
218
PARTE
SI.
(ONDA
Hektz
di
Le prime due sono analogbe alle equazioni di Maxwkllma la prima dice eh* la corrente totale la risultante quella di spostamento e di quella di convezione Kowland
;
In altre
elettroni.
parole
le
correnti
di
mente
in
riposo.
Definiamo
il
1!)
tre.;
E =
'
-f-
aivE
E
izpv.
<
-T-- +t
et
Calcolando
la
perch l'elettrone
si
rigido,
si
hsi
ihxj=z
(Par.
(20
''
X
p
''
a(1 ?
'
iit
II.
invariabile col
tempo: dunque
<liv.;
<>.
il
(21)
,T=a
allora con
grato precedente
(22)
:i
quello
fatto
nel
para-
si
integrali
poniamo
(2%
E =//
a "j
/
*"**
rot
219
abbiamo successivamente
rot
/:
POtJ -a-^j
(Il - {
poi
i~".y\
che
la
Si
-.p
l'ordinario
potenziale elet-
trostatico.
:p
==
Notiamo dualmente che insieme al sistema (18) dobbiamo anche considerare la solita equazione di continuit (dedotta dalla condizione divj--Oi cio
24)
+ div(w
=0.
Possiamo ora trovare dei veri integrali di queste equazioni, e v in ogni punto dello spazio e supin riposo per i=rl) e tutte le fun(18)
suggerisce
U,
di
porre
Il
= rot
essendo
:roi(jB-*-'a^)=0
e quindi
E
Sostituendo
i
-+-
= grad y
H
et
valori di
25,
rot
rotT7=
-+-
l^a^r
'
rtr
grad di v r ~^ ,'U
z
cio
grad
\
div
r+d^y =
et
2'^
* -75-
rr
-+- zJta-jV.
L'L'O
PABTE SECONDA
Decomponiamo
ora
in
due vettori
tr-f-
poniamo cio
tj
e
assoggettiamo
il
primo
,'17'-,
soddisfare l'equazione
,"
a!
3-
f =
4rca?v.
al
1.
V = j
in cui [pv)
t
;!'
fc,
calcolato
f
T
'
nel
punto generico
/'
per
l'istante
relativo
ar;
quindi
il vettore
potenziale ritardato,
ma
La U" dovr
in
conseguenza soddisfare
alla
equazione
-+-
div
U"
-+-
-)
rt J
'
.'17'
-a2
..
'
t-
ma
gi
notammo che
v div
-17'
rrf
f = l J
,1V ''''
7 <fc=
j a f '" r
r
'U
ri:
per
la
(24).
9e dunque poniamo
sar
cp'
il
e la
r" sod-
disfer alla
,T" -
a*
che ha
la
stessa
forma
dell'equazione del
t
moto
(
di
mi corpo
elastico isotropo.
si
Siccome per
0.
e
i
comprende
clic
('"
ponga
E!
T'P K A
I
LE EOO.
si
22]
prendiamo
hi
avr
Al
,?
.
.,11
ti-
ov
<>
"
.,
cio
I
~ l
:0j sar
1
1
] <
sempre
.
1
<
u n<
cio
'
0.
Dunque
3'
a
;
grad
di
-f
H=to
coi quali
e 9'
si
i
U',
la
soddisfa ancora
valori ed
i
(18j,
dove
hanno
significati
precedentemente
infarti
chiariti.
La soluzione
valori di
//,
poi
unica.
Se
ce
ne
/*
fossero
due,
avremmo,
rote=
<
//
-
,,
roth rot /*
/*
de = a =
0.
di
div
div
Da queste
r< rot rot
/*
risulta
= graa di v
\,
/*
de = a rot = or r~h
rf
rt~
,
e quindi
con h
h = =
,
0'
per
0;
e,
inoltre
/*
nulla all'infinito e
per
sar sempre
/*
(cfr. 1).
Lo
Quaternioni
di
Hamilton.
Secondo una opinione molto diffusa, il calcolo dei quaternioni dovrebbe costituire nn coltolo geometrico completo. Certamente nessuno pu avere pi grande ammirazione li quella che noi abbiamo per l'opera geniale di Hamilton <'). Pure non possiamo dividere l'opinione, piasi generale, sopra citata. Ma non basta
la nostra idea giusta, bisogna quaternioni costituiscono un calcolo geopunto metrico, da qual imnto comincia la loro impotenza. In questa Appendice noi deduciamo dai rettori e dalle operazioni X. Ai P er essi, tutto ci che fondamentale per la teoria gene-
doti divderla;
provare
fino a qual
s
(
).
Risulta dalla
nostra
trattazione,
come anche
i
dalla
definizione di
quaternioni sono degli operatori vettoriali in un campo a dite dimensioni. e che, per un medesimo campo, coincidono con gli operatori complessi dedotti da i e che
Hamilton
[cfr. n. 4 di
noi abbiamo esaminati nel Cap. IV della Parte prima di questo libro.
quaternioni non si introducono nuovi elementi, Dunque: introducendo come si fatto [cfr. Appendice alla Parte prima] introducendo le F e il prodotto alternato: non si esce affatto dal campo stabilito col sistema quaternioni, possono minimo. X le operazioni somma, prodotto, per operatore quafarci uscire da tale campo perch, anzi, esse riducono ternione dal campo vettoriale a due dimensioni a quello n<\ una sola
i i
1*
l
[
l'opera di Hamilton.
{-)
Sempre
sistema
che
il
minimo sviluppato
nella Parte
prima
di questo libro,
non
impotente.
224
APPENDICE
A LI. A
PARTE SECONDA
sibile ottenere,
dimensione. Resta cos ben stabilito die: con i quaternioni non < possotto formo assoluti/, le rette, i piani, sistemi di
i
forse,
le
coppie.
Anche
assoluta,
dai
collegano,
bilit
omografie littoria/! non possono risultare, sotto furimi quaternioni e dalle operazioni somma, prodotto, che li perch qnesto collegamento ridnee il campo di applicale
Inoltre:
quaternioni
lineari
a
~<>n<>
per ogni
giacitnra,
sioni, le omografie vettoriali che ~i presentano nelle questioni geometrico-fRico-meccaniche, sono operatori lineari, in tutto l<> spazio,
non mentre
in
tutto
1<>
spazio) operatori
quattro dimen-
anche
se
ad
non vogliamo tener conto delle <1un punti, ebe sono operatori lineari
1
ventisette
dimensioni.
^assoluta impotenza dei quaternioni per ilare un calcolo geometrico assoluto generale. Da i!o\e proviene, dunque, 1" opinione, cos diffusa, ehe abbiamo itata in principio? I segnaci <li Hamilton, dopo aver soppressi irli
Resta cos provata
operatori geometrici
ternioni
retti,
I.
:
ed aver quindi
identificati rettori
>
qua-
hanno ottenuti ilei tachigrafi, un .istinto ili notazioni abbreviate, per le cowdinate cartesiane. Operando, come si fa generalmente, per mezzo delle coordinate cartee'ne
sono
eiti
ben
(fistili fi,
siane,
di
>
7,
per-
mettono
he
scrivere
il
opera ha V illusione
illusione
le
aver
fatto
uso
un
calcolo
geometrico;
e
i
/nini
coordinate non
di
seguaci
Hamilton rimangono
semplici
quater-
termini, tanto
di
Hamilton, quanto
H Milton,
v
possono dare un calcolo geometrico tacili f/r a fica }>er le coordinate, ma non un calcolo geometrico assoluto: e questi due calcoli sono di sp< eie e di poitata ben diversa !>>i quaternioni (sempre inteso di Hamilton < non di altri una parie limane necessaria: quella che noi abbiamo sviluppata nel Cap. IV
!
delia
il
quateret*'*.,
nioni in generale e
i
fra
quaternioni relativi a giaciture diverse, finii essere eliminato, anzi. diremo, deve essere eliminato, perch, a parte la complicazione del -
pi di quello elie
<
danno
il
istruiti
minimo
(necessarie
Hamilton
solo
vi
quaternioni).
trasforma,
immenso valore scientifico storico: come avviene per tutti prodotti del geuio amano;
i i
ma e meglio trasformarla, o sostituirla, piuttosto che ridurla ad un complesso di enti non precisati e impotenti come hanno fatto segnaci
di
II
\MII T"\.
AI'l'KNDH'i;
Operatori vettoriali
il
M.I.V
loro
in
PARTJO
li
Sl.i'<i\I>A
225
campi
applicazione.
Al solo scopo
di
libbre vi are
linguaggio,
chiameremo opera(a
Bimbolo
(di
<>
Funzione)
idi e
applicato
sinistra)
ad un vettore u. qualunque
appartenente mi ima data classe, pro< duce un rettore, mi. Ad es.; sono operatori vettoriali peri vettori paralleli .ni un piano (cio per vettori .* normali ad un vettore unitario u tale che ix u x); se n un vettore, n n n /\ sono operatori vettoriali per tutti vettori, nel senso stabilito, mentre
t,
'
i
operatore vettoriale
simbolo WX, che pu operare su di un vettore qualunque .*. non nel senso stabilito perch produce un numero in luogo di un vettore, il numero u "< .*. Definito un operatore vettoriale x per vettori di un determinato campo, questo il campo d'applicabilit di x; si intende dipendenteil
i
di
oc
Ad
/
es.:
il
campo
di
applica-
e"
formato dai
si
i
soli
vettori
i;
normali
al
vettore unitario u
definito
-+-,
/\
applicabilit tutti
vettori.
2.
simboli
per
XA
di
Direiio che x
un quaternione quando
11
esiste,
operazione almeno.
un numero guono: a
l
rea/e s e un
a
rettore
soddisfacenti alle
il
'_'
: '
cui
campo
qualunque
rettore
(1)
SX
Il
X.
Teorema
reale
s
*. esiste
un solo numero
rettore
la
(1)
normale ad
Dalla coppia v.
//.
definizione
di
Siano
Si
s,
campo
di applicabilit di
il'.
quaternione risulta che esist almeno una u' due di tali coppie. Per definizione, il s', x deve esser t'orinato dai vettori ./' normali
ad u ed
avr
si'
-f- ?!
= s'X
-+- ll'/\
quindi
(s
s')x = ('
il)
/\
X.
I
che
Moltiplicando scalai utente QK) e vettorialmente ti. u'. li' sono normali ad X si ha il
/\
pei"
Xe
ricordando
(s
s')x- =
s'
=
d.
in' u)
*"
I
>'
'''"
('
e
si
u ed
?',
avr
u',
e.
d.
^
226
APPENDICE
Tkokk.ma
II.
ALI. A
PARTE SECONDA
Sia x un quaternione dato <e supponiamo che essendo appartenente al campo di applicabilit ili x, si tia potuto determinare un numero reale s C nn rettori- u tati che
dato uh rettore
.r
xjc
= sx
-+-
/\ j-
In tali ipotesi,
ed
>t
saio
oc,
secondo
rate per
II.
il
viduano
COS
il
quaternione
rate a iUre la
il
I.
qli
trovati
qualunque
per
quali
8a
rettore
x
x normale ad
la
determinato
un numero
s"
da
un
vettore n
ha
y.x
= s'x
si
-+- ii'/\
x
'
in
conseguenza
(.v
s')sc
= (tt' ie)A
ha ==' e
operando
collie nel
teorema
il
li',
e.
il.
<i
3.
<
Simboli
S,
V, K,
di
1: quaternioni retti.
Adottando
x
le
notazioni
le
denominazioni
Ss.
Hamilton, ed essendo
,
-/.
un quaternione, porremo
sealare di x
Ka=
coniugato
e
li
Tx = Vz =
vettore d x
tensore
li
x .
Va
il
vettore
e
n dei
juali.
nel
teorema
I.
l'esistenza
L'univocit.
Con queste
nota/ioni
prende
la
t'orina
assiduta
xx
= (Sx)#
-+-
(Va)
Ax
essendo peraltro bene inteso che: la (2) cale per ./ normale a \ soltanto per tali rettori. x, ma ha per vet\\y. il quaternione die ha lo stesso si-alare di tore il vettore di x cambiato li segno stesso modulo e direzione, ma verso contrario). Vale a dire Ka il quaternione che, in hase alle
precedenti nota/ioni e
al
teorema
I.
definito la
Ka)==Sa,
V(Ka)
i'i
Si
noti
ohe s-J-t*A
i
IU1
"'
si
ttoriale
il
cui
campo
d'appli-
vettori e
ha
'
(* -+-
u A) 35
= sX
''
"
.<=
ma
il
teorema
li
non
vero per
l'i
perati re
ir
mentre
vero per
quaternioni.
Ne segue
un quaternione; diverrebbe
ai
limitando
il
suo campo
applicabilit
vettori normali
ai
ti
non pu
farsi.
'
vettore normale
Va", l
sempre
.'.
iK )x
(Sa)yc
(Va)
'-
resta
ilefnito dalla
condizione
t-
Ta=
ru
per
V(Sa) 2
-+-
(V
un
quaternione
il il
cui vettore
numero
dalla
(2)
reale,
precisamente
come
suo scalare,
cui seniore
s-/.
risalta
subito
che,
Va 0, d xx Un quaternione
Se uri
hi
=(Sa)aP.
il
nullo
si
(2)
si
pone
-ti.
vi
ha V
.'
-/./
da
di
cui non
pu dedursi, contrariamente
il
:i
quanto affermano
Regunc
quaternione retto
che
p
eli-
-/.
a dire
assolutamente falso
infine,
se
x,
Osserviamo,
a
x
=
=
solamente quando
Sx Sz
il
=
=
.*v
Va V? Va = 0.
cio
Ta
0,
convenendo
per
di indicare
con
si
x
4.
vettore arbitrario,
ha sempre
xx
0.
Detini/ione
di
Hamilton
<t =t-
identit
di
I)
questa definizione
con la
nel
precedente.
di
Hamilton
a.
definisce (Libro
0)
due vettori
b (con
I'
del
suo
il
modo seguente:
formato dai il punto 0,
il
operatore vettoriale,
vettori
>
coni
planari con
a
a.
tale che.
e
qualunque sia
triangolo di vertici O,
0-f-C,
O-i-aas
la
direttamente
2
simile
sono
il
i
al triangolo di eertici 0,
i
O
<
-\
O-i-b.
definizione del n.
altri enti,
quaternioni ottenuti co
Hamilton,
non
quaternione
definito,
dalle
condizioni
,,, o
i i
x S
= <b a
:
A'' v Va = s
<t~
possiede
le
1 i
Per Sx
0,
dalla
ase
= (Va)
non
nor-
mali
Vx
soltanto
su
questi,
mentre (Va)
pera su
tutti
vettori.
ma vedremo
che
non
stato
228
Il
< ; i
<>
ili
for-
mato dai vettori normali ad u/\b [cfr. it. 2] vale a lire dai vettori complanari con a < b) questa appunto la prima condizione enunciata da
11
whi.tox.
vettore normale ad a/\f>. cio complanare con
(3)
Se
a
lin
/>.
al-
lora dalle
(2),
si
i'aX.b\ 2
\
/a/\b\ 2
\
a-b-
a1
aui-
in
conseguenza
itimi
[-/./)
unni h
iimil
mod
*7
quindi
X&
2
COS
(B
''
.r-
xx
""
'" s '"
') i
.,
mod a
questi'
< I
'
ut'
il
triangolo
<li
ili
vertici
(>.
t
f-
x,
/;.
O-i-ax
< direttamente
la
triangolo
di
vertici
0,
".
che appunto
seconda condizione
Hamilton
(')
,"i.
Somma
Siano
la
/..
Chiameremo
quel quaternione
(a)
somma
di
con
indi
<
tale che
yx
sia
il
qualunque
vettore
ac
normale
di a per
il
a
(3
Va
,
e
e,
V;.
lo
con Hamilton,
7
indiche-
-/,-,.
quaternione
tale che
(M
in
Hamilton indica
i
il
quaternione x
<t.
(3)
non
la
il
notazione
quaternione.
-
che
In
:
evidenza
due vettori
.
b che individuano
ta-
zione, simbolica,
in
ndo
virt delle
(3),
/> < />
a>
y.n
a*
si
u*
= a\t> a-
a
il -i
a
;
l>
b
u
<i
(>
ha,
cume
in
Algebra,
APPENDICE
qualunque sia il male a Vp () Facendo uso
PARTE SECONDA
x
'2,
229
vettore
tale
Hi'
normale
Va
<
xx
del
teorema
:
II
del
n.
si
in
portante
8e x,
p
il
farlo, che
sono quaternioni,
allora
i-P,
e
,-
sono
pure quaternioni
restano indi
soltanto, che
S(a hp)
j
Sx
SP,
Vivt-,;i
iVp)
= Vx
A
t-
S(P*
Sp- Sx
V(?a)
= Sp
Vx -+- Sa Vp -H (VP)
(V).
sia
ha.
in
,r
VP;
-i
virt della
(a
;/).i-
definizione di x-f-P,
xx
.:.i-
Sx
-f-
P)C -H
(Va
-+-
VP)
A ''
ma
esiste"
li
un quaternione che
(4).
lia
membri
II
delle
e i|iiin(li
l'eguaglianza
ora
ottenuta
il
teorema
dimoa
strano
Sia
|
le
x un
vettore normale a
Va
si
VP
abbiamo dimostrata
ha
esistenza
nella
nota piece-
(Vp)
e
(Va)
A a !=aeXVP-Va
quindi
ptx.r>=P;Sa..r-t-(Va)
'"
!
= Sp-Sa.x-*-Sp.(Va) A se-*- Sa- (Vp) A * +-(Vp) A KV) x\ = Sp Sx - (VP) X (Va) x SP Va Sx -Vp (Vp) A (Va) /\x
\
-4-
-t-
-+-
ma
esiste
(5)
un quaternione
delle
e dal
e quindi, dalla
elie ha per scalare e rettore i secondi membri eguaglianza ora ottenuta, dalla definizione di }y.
(5).
teorema
II risultano le
(')
Esiste
si
un vettore
pone
ocx
se,
Intatti sp
.?./
-f-
u A 2C
v=vp
;*'
si
deve avere
i
sx
+uA)Xi' =
x
sia
**'
X n A ^ X = (* A X =
.r
te
*>)
a?
basta
sia
dunque che
normaTe ad
ie= Vx
.?y
il
/\v.
vale
dire
parallelo al vettore
ii
A (v u /\v) = s u /\v u X w
'
-i-
""
v.
230
APPENDICE
Qua mo
il
.LLA
PARTE SECONDA
r
b)
allora
si
ha
(6)
P)*
(P)a5
:-/.#)..
primi membri delh 6 Convieni- notare subito esplicitamente che: hanno su/ni finito per rettori x di un campo ^" </'"- dimensioni) ptit vasto del campo (ad una dimensione) nel quale deve rovini r affinch abbiano in prima delle \ r 6), secondi membri delle (6). Ad <> significato Va Vp, r .# del pri ino membro pu essere un vettore normale mentre l' x del secondo membro ^>*> essere normale tauro a Vrt quanto a VP, cio parallelo n (Va) (VP) (*). Risulta dall<- 4-. che la somma di due quaternioni commutativa,
/
>
.
:i
'
provano che il prodotto di due quaternioni non , in generale, le commutativo (cos, in generale, xp4=Px); ma ! " propriet commutativa del prodotto sussiste quando uno* almeno, dei due quaternioni ha vettore nullo, rioi' opera comi' un numero. Sussistono dunque per quaternioni le ordinarie propriet dell'algoritmo algebrico, salvo la commutativa per il prodotto.
i.*)i
i
i
i'i
pei"
chiavo
i
ohe se
i,
x,
sono quaternioni
il
eui
(come
r
complessi
x-\-iy, ^')
x e di
?
campo
(6)
di
applicabilit
xH
in
di
e le
valgono
per
.*
variabile
un campo
due dimensioni.
Per comprendere l'apparente anomalia che abbiamo ora dedotta dai omografia vettoriali presente che un quaternione Se un campo a due dimensioni, ma non in un campo tre dime*: loro campi di appli-, vettori paralleli, cio quaternioni p non hanno
bisogna tener
i
-/.,
y.
levono avere un
campo
di
applicabilit pi
ristretto e precisamente
un
campo ad una
le
di-
mensione.
opinioni che
per mezzo di questa semplice osservazione che si spiegano matematici hanno riguardo ai quaternioni. La i
-
disparate
Na-
zione permeiti'
ili
si
conserva
l'unico
ai
quaternioni
il
carattere
logicamente ammissibile!.
sotto
quindi
forma
compii-
omografie vettoriali nel campo a tre dimensioni, omografi precisamente quelle che si presentano spontaneamente nelle applica
metvico-fis
'0
i
caniche.
I'i
'.
introdi
dotta secondo
vettori
metodi
di
Hamilton
ir e
si
presenta
tre
variabili
i,
,/',
u
A',
r.
di
un
d
sistema
unitario
ortogonale
destrogiro
[cfr.
l' i
quindi
perde
carattere
u.
1].
assoluto
Viei
delle omografie
>os
Enseignement
dei
Mathmatique,
:
XII,
rmata
ipotema
quaternioni
APPENDICE
Se
-<,
,i,
1.1.
PARTE SECONDA
facilmente dal In
(4),
231
(5
Yi
che
h(P
f-
v>
;i
v,
y(P*)
(YP)*i
e quindi, definita
coin
si
in
le
Algebra,
In
somma
il
prodotto
la
li
tre o
pi qnnternioni,
per
il
banno
commutativa
tutti
prodotto.
si
Se
opera
si
con
quaternioni
gli
coassiali,
cio
aventi
vettori
paralleli,
siste tutto
ritrovano
operatori
vettoriali
l'algoritmo algebrico.
alle
in
per
sc
= 0;
(6)
conferma
la
pi
quaternioni
l'i.
ti.
Potenze
x3
,
Si
in
Algebra,
le
potenze
>.",
ix
2
,
....
di
il
un quaternione
prodotto
Siccome
associativo
ha
poich non
commuta/ira
si
ha, in generale,
Se
il
si
porr
tale che
x~
e si
quel quaternione
y/.
Ky
(')
Se %
il
simbolo,
di
Hamilton,
Ux
=
la
versore di x
forma
-+i
Ux
ove
i
= cos 9
gli
sei!
un quaternione
i
il
1.
Per
costante
si
ritrovano
232
7.
APPENDICE
Operatori
il
I.
\!.l.\
PARTE SECONDA
nn
quaternione
retto,
Sia
cio
un qua-
ternione
= Va
da
Se
a.
t'
sono quaternioni
I
retti
[a=
I;
quindi
operatore
invertibile.
Sodo
altra
te
= qnel
quaternioni- retto
il
cui vettore
il
Ne
vettore,
lejlue eguaglianze
1I.
'X
= l
1l
esprimono, sotto forma diversa, la stessa cosa. Giova'osservare ehe'se x, p sono quaternioni e ? un miniera reale, si ha
[(se -+- P)
retti, ti.
v Bono rettori
I(tox)
= leu= m(Ia)
IP,
I *(
I
-+-
v)
==
Mi?t)
= m(I
y.
I *tt -+- 1
*?*).
Teorema
(8)
Qualunque
x
sia
il
quaternione
si
ha identicam
= Sa
Sx
I(a
-+-
I-HV).
il
Infatti.
Il
quaternione
I,
y.
retto e
per
la
definizione di
Sa)=Va,
,
da
cui, per la
definizione di
a
Sa = I-^Va),
= Sa
i* -+-
^4-
I-^Va),
e.
d. d.
Teorema
(9)
li.
Se n. v sono rettori
si
ha
l
(I 4>)(I *i) ==
vX
dei
(v
a.
il
vale a dire,
vXw,
e
/\
it
veti
prodotto
due quaternioni
retti
che
hanno per
rispettivi unenti',
r.
i'i
Non
e
si
=V
-
perch
.'[era
sol-
tanto su quaternioni
a dire
I
hanno campi
I
applicabilit diversi
per
concludere ohe
=}= V.
PPENDIOB
l'A
IM K
BKC'OND
233
Ci
risiili,!
subito dalle
(5)
se
si
osserva ohe
Vii
rt)
Sil'n-
0.
,i
ti.
V)
r.
Teokkma
III.
Se
i>.
*<>"<'
vettori, rt=f=0,
-,
ed essendo
i"
i <
x,
{$
quaterallora
in Iikujii ili
inni nulli),
l~ i v
(IO.
I
cu
il
'
>n
"V...
,
.
jvi/c
<*
il/re
,.
X
ii-
v
<>
\
ii-
u
807*0,
iixjiiitiramente,
u>
scalare
di
.,
>l
vet-
tore
pei'
I
del
'r.
quaternione
a
I
primo
della
[
membro
(7)
della
(10)
prodotto
il
'ti
Infatti:
lia
1 1
<
<
osservando die
il
il
quaternione
lift
per coniugato
'''
per tensore
inod m,
'
(I
V )(l
',n
'
=-
',il
'v)(l
'ti)
che per
la
(9)
dimosl
ra
la
(10).
II.
I
Vediamo
Siano
ternioni
i.
i,,j.
j.
vettori di
un
sistema wnitario-ortogonale-destro.
qua-
/=!-'/,
veri tirano
le
./
I-'.;\
= l~ k
i
tacitiani Jito.
/-=/ = F = -l
jk
= kj =
:
i,
ki
ijk
=jki
= ih = = kij =
/,
ij
1.
= ji =
/>
Infatti
si
ha
/'-
j]c
i)
1.
ecc.,
A-t
'/ecc.,
fi
1,
(!)
Confrontando
(9)
(10)
si
ha
l
I-*t;
_ {I-
v)
d~
in
l~ hi
n2
L'34
La
<
symbolical identiflcation
teoria
dei
ili
Hamilton.
definisce
n.
Hamilton,
i]
i
;tl
principio della
quaternioni,
[cfr.
simboli
composti
v '
formali con
i
''"
vettori
//.
r,
v
i
x
il ii
4
A"
if
il-
[2
'
11 a
S(VM;
= Xi
ili
V(VU)=V f*
I.
'
per poter passare, per mez/.o l un operatore invertibile (e V non lo da un vettore al quaternione da un quaternione retto al suo rettore retto che lo ho come rettore Dopo aver stabilito le formule (9), (10) ed averle confrontate con le notazioni (11) e con le formule (12), Hamilton conviene di identificare le notazioni lx, I hi ad x ed u rispettivamente . Peraltro Hamilton fa uso ripetutamente, e con insistenza,
i .
v.
su esposta identiidentificazione
tra
dunque
non
di
egli
intende
di
parlarti
di
ili
una
di
di-
imboli
versi', e
una
identificazione
rettore e
Ionico
elementi
retto
loro
che. per
Hamilton,
l
.
quaternione
egli
siano elementi
diversi
indiscutibiie,
I,
poich altrimenti
gli operatori
I
segnaci di
Hamilton hanno
divenuto sinonimo
di
soppressi
di
uli
qua-
ternione retto
rettore:
vale
cazione hamiltoniana
logica (o assoluta) errori
la
(e
ili
simboli,
hanno
enti ben
distinti.
difatti
vi
ha condotto,
ma
di
sostituita! una identificazione La prima pu condurre a degli per se stessa non ini eiT(
un indiscutibile ed ingiustificabile errine di logica. Essendo x un quaternione e .* un vettore, la notazione y..r ha. per Hamilton, due significati ben distinti. Prima della symbolical identirettore e nel solo caso che x sia normale teotioii, y..i- rappresenta un
seconda, invece,
V'.; in
tutti
gli
altri casi
XX
x'
notazione priva
significato.
1><<ju>
xx
l
per
.
il
quaternione generico
x.
11
una notazione abbreviata che sostix) prodotto del quaternione retto valore esplicito del quaternione
1 i
I
come
facile verificare.
/.il
'.*>
aeXVaH
'
-,
vale
dire
lo
j.\\
'.i>.
o con
il
notazione abbreviata
cr,
il
quaternione
del (piale
scalare e
-r\V:(.
..i
(Va)
'
X.
235
'pia e in ioni,
I
formule
al
(6),
li
nelle
Analoghe
oli
pi
po-
che sono vere </hole ottengono fot ion le forla .': lire symbolical identificai dopo h che vale lunque sia mule ()ii, eil analoghe, si applicano ad un vettore x qualunque. Ter seguaci ili Hamilton queste differenze spariscono totalii
'.*
posto
si
mente;
ha
V apparenza
ili
ina,
in
sostanza,
^i
9.
L' operatore
/'
(nabla).
Sia x un
un punto
campo
di
Hamilton
definisce l'operatore
ponendo
C'J-
ex
t
'
13)
'
'
/
'
A-
-,
.'/
ovvero, Butto
la
z.
(i:;,
/
'
4''
./
oy
-t
ove:
i.
/,
sistema
ortogonale
destro
di
quaternioni
retti
f,
unitari y
./',
definiti
come
l'isso
nel o. 7 per
ecc.
di
al
rettori; x, y, %
sono
.
le
/.'.
punto
rispetto
sistema
(>,
j,
lia
(14)
p=0+ xl
In tal
-+-
yj -+
"'
zk
= 0-h
/.'.
sci* -+-
ylj +- zi
(-).
modo
l'operatore
che,
/../'.
come vedremo,
elemento assoluto,
il
sistema
non varia facilmente die col variare di 0, t, j, k, ma ci non toglie die la definizione dell'ente x risulti data sotto forma non assoluto. assoluto Siano, u un numero reale e u un rettore funzioni del punto /'.
vero che
si
dimostra
il,
si
ha
5)
rad
u
{
(16)
~l
tf
= = div?f
1
-+-
rot u.
(
e.
Su
tale
argomento
cfr.
C. Bukali-Fokti,
quaternioni di Hamilton
il
calcolo
2
( )
Hamilton e i suoi seguaci scrivono cai + yj';+- zk adottando la notazione abbreviata; noi facciamo uso della notazione completa per non dar
lugo ad equivoci.
236
div
rol
ti
= S"
=V
I
l~
'
{16)
I
>.
Dalle (15)
(17)
(16),
tenendo presente
li
la
(8),
ha
Va
'
rol
Y/
grad Sa
per
le
potenze
-'?.
dell'operatore
-t-J
|
!
(18)
'
rot'
Va
grad div V
rot3
Va
ecc.
(17) fa vedere,
La
clic
di
trasformazioni
/'
coordinate,
soltanto,
quando
si
sappia gi che
rot.
grad. div, rot sono operatori assoluti. Noti gli operatori grad. div,
la
(17) Si
pu assumersi per definire sotto forma assoluta l'operatore hanno anche le identit seguenti
:
\
div grad u
""
-u
(19)
'
grad div
ir
rot
rot
che
?
I
-'te.
lue
(20)
grad div
di
rot rot
applicabilit
i
funzioni
di
P.
Basta
il
fatto
campi
di applicabilit diversi
distinti]
esame
dei secondi
membri
delle
1
'
l'i
viene Ora avendo seguaci di HAMILTON soppressi gli operatori I. come conseguenza che secondi membri delle (1!) si ottengono applicando ad /(, ovvero ad i indifferentemente, l'unico operatore
i
i'i
quando non
in
si
sar data
le
una definizione
non
In
adidi
bita
di
(15),
(16*)
permettono
.
definire
operatori,
modo
assoluto, mediante
fai"
caso necessario, se
tori I, I
vuole operare
correttamente,
i
uso
'li
degli
operapon,
seguaoi
Samii
PPENDICB
i
ali
i'\
i:'l'i:
l'KiM
""'7
cando
Becondi membri l- M (19) si ottengono applimentre, effettivamente, agli elementi distinti a, u fjli operatori, pure distinti,
aventi
i
'I
'.
rettori.
numeri rome campi di applicabilit, il primo Non mancano ancora autori che sostengono
i
reali,
la
il
secondo
<l<-i
identit
due operatori,
e
distinti,
(20)!
li
Ecco
le
conseguenze
resa
poi
symbolical identification
Hamilton,
Speriamo
la
ili
considerazioni
precedenti: che
sistema vettoriale
minimo
basta
;
quaternioni
ordinario;
fcernioni
che l'algoritmo dei forma assoluta troppo complesso e troppo dissimile 1 quello algebrico quaternioni sono impotenti a risolvere sotto t'orma che
;
-Indei qnageomtrico-fisico-meccaniche quaternioni conservare soltanto ci che riguarda coassiali, coincidenti con gli operatori rettoria/i complessi; che quando in ogni nitido si voglia far uso dei quaternioni si deve sopprimere la symbolical identification e, quindi, non sopprimere e nemmeno sottinten-
assoluta tutte
le
questioni
occorre
I.
-i .
NOTE STORICHE
1.
Origine, notazioni
e
di
vettoriale.
analytisUe aetegning,
1!)17;
a)
Wessbl: Oyn
et
Directionens
Essai
sur
la
Sciences
Lettres de
Dnemark
le
1.0
L'occasion dn centenaire de
sa
prsentation
l'Acadmie,
mais
lT'.tT,
Copenkague,
les
1897];
Aro and
naires dans
quantits imagi-
les
Gergonne,
t.
(Paris. Ganthier-Villars,
l^Tt-i]
considerarono esplicitamente
vettore
come
il
linea
retiti.
li Mbii s (1827) (Gesamm. Werke, Bd. I non esplicitamente considerato, un caso limite ilei baricentro di due punti le cui masse hanno somma nulla. (ili studi did P>i:r.i,A\ in- sul metodo delle equipollenze, in cui t'a USO sistematico del vettore col nome euclideo (li retta, cominciarono
vettore,
nel L832,
come
egli stesso
:
lia
Comparvero
poi
queste pubblicazioni
Geometria analitica
Regno Lombardot.
Veneto,
t.
M,todo
VII
VITI
La memoria capitale e: Sposizione del metodo delle equipollenze a [Mem. Soc. Italiana delle Scienze, s. 1. t. XXV. p. 2 (1855). pp. 225-309]. si presenta come il vettore Neil' Ausdehnungslehre di Grassmann speciale formazione geometrica di prima specie e viene indicato con Strecke [Dir Ausdehnungslehre von 1844 und die geometrische Analyse (Ges. mareni. u. plnsik. Werke, I t ,1894): Die Ausdehmtngslehre von 1866
(Ibidem, L. 1896,
p.
US)].
L'I
NOTE STORICHE
Le prime
pubblicazioni
ir
<Ii
Ha&ilton
sui
Quaternioni:
On
Qua-
System of Imaginaries in Algebra, do] na nota preliminare del novembre L843 alla Royal Irisfa Academy (Dublin) comparvero nei numeri li luglio, Ottobre 1844 del Philosophical Magazine,
ternione; or a in
Third Series, voi. XXV. pp. 10-13, 241-246, 189-495. Sono del 1835 le due grossi volumi degli Elements Lectures mi Quaternions (Dublin); of Quaternione furono editi nel 1866 dopo la morte dell'autore poscia
i
<
nuovamente
Il
nel
1899.
nome
vector,
da
vhere-trasportare
<
che
fa
pensare
al
veicolo
mediante il quale da un punto si passa ad un altro, fu proposto uni Quarterly Journal of Mathem. (Cambridge), |. ">fi. La notazione pi antica AB e fa usata dal Bellavitis die presto
(a.
1*47.
i. il.
l'48)
Eli-mente
pp.
19-21]
fu costretto a cambiarla in A B. Anche Mobius: Die Mechauik des ninnile/* (1843) [Gesamm. Werke. Bd. [V,
la
segue
notazione A
/':
peraltro
dalla
centri
risulta, al
limili',
BA
e
(Werke,
la
I,-
pp.
poi
sola
lfi,
303)
B A.
ma
usa di
Hamilton
lettera.
BA
le
A/:-,
preferenza
abbandona entrambe
prima e una
La notazione A B in.n d'accorilo con la notazione semplice usara da Grassmann per le formazioni geometriche di 1" specie, delle piali
i
vettori sono
la
<li
analogia con
il
calcolo
sistema completo di
il
prodotto alternato.
th
prime of studente in
[The Sdentine Papera of. J. Willard Gibbs, v. 2,pp. 17-90, New- York, 1906] indicano sistematicamente un vettore con una lettera greca maiuscola. Maxwell: .1 Treatise on Electricity and Magnetism [l edi/. 1873;
-1
ediz.
ISSI
(tradotta in francese.
u. s.
1885);
::
ediz, 1892];
Lorentz
li.
A.
[Encyklopdie,
Ilr. a
XXII. august Gibbs nelle lezioni edite nel 1902 a cura del Wilson: Victor Analysis. ... founded upon the Lectures of J, W. Gibbs, by. E. B. Wilson. New York, 1902; impiegano le lettere maiuscole minuscole grassette latine (Tipi di Clarkni>on) Fppl ed Abraham, e molti autori tedeschi adottano gli in die MaxSteftS tipi sostituendo alle latine le gotiche: Kin ''Hit runa
series. v.
lettera gotica
maiuscola.
1886, p.
123:
Electromagnetic Theory,
\.
I,
wellscht
I.
Theor der
il
E lehtrizittii
(l
\ltri autori
cs.
Klein
Sommekfeld,
la
Application de
la
acumetrie
alla
infi-
nitesimale, Paris,
specie
dei
NOTE STORICHE
Regni,
(ad
es.,
-H
i
semplici
<!ti
vettori)
vari mi
ili
una classe
si
un vettore sopra
'.'
indi-
un
tratto
il
Perch
preciso significato
uso. e
perche
il
lettore, visto
.
segno
possa nffennare
a un vettore
i
Ci posto
la
lice vettori si indicheranno con implicitamente essa afferma che ogni Begno a. /, se inindica un vettore . Dunque ti ogni simbolo diverso da a. In conseguenza: non si dica un cute, questo non un vettore . perche /.' non lettera latina minuscola potr porre B con tratto sopra; a t- />, ma, n/\b saranno definiti come vettori, ma la
t'issa
i
Begni
I>
A=a
li
convenzione
E se
cato
i'oii
(issa
si
ridine
menzione
o olir,
quest'altra
A.ai
b.
ma
A 6,
dovremo scrivere
B A,
E tutto
-+
/>,
ma, a /\
ci senza pregiudizio
della
t
particolare
sconvenienza, tipo-
ratto sopra.
legge
che abbia
il
carattere
fisse.
del
vettore
<>.
notazione segue le leggi ordinarie delle funzioni algebriche pi essere allottata, insieme col criterio generale, assai utile per
di
la
stampare
i/uelle
in
carattere diritto
e
le
lettere
che
in
rappresentano simboli
carattere
italico
(fissi)
di funzione che
(secondo
gli
l'uso comune)
enti
soggetti
inclinalo
indicano
2
al calcolo.
GRSSMANN
fa
A a'
die
risulta
dal
prodotto
il
vettore
la
sua
restano (piasi sempre eliminati dal possibili equivoci lunghezza e segno (simbolo astronomico della librai. Con l'uso, perfettamente logico e conveniente, del segno la convenzione di Bellavitis porte-
rebbe a notevoli errori, e del resto , in generale, inammissibile che un solo segno possa rappresentare due enti distinti. Altri autori moderni: p. es. R. Gaxs: Binfuhrung in die Vektoranalysis) Leipzig. 1906, indica la lunghezza del vettore <i con la notazione
|
di
Weier'strass;
la
quale
crediamo
sia
da
escludere,
16
nel
242
calali.,
NOTE STORICHE
vettoriale almeno. Intanto
il
da osservare che
scritto parti
una fun-
park contrariamente alle ordinarie L< hi simboli di funzione, sen, 1<><:. !. ecc. ciascuno Iti piali yien .-eritto tutto Iti una stessa parte della lettera eui si applica. Inoltre in una
zione di a,
cui
simbolo,
>;,,
a destra <
compariscono le Lunghezze ili due <> pi vettori, p. es. nel di a per b. tale segno genera confusione, lutine nel indice, che calcolo di Grassmann si confonde facilmente col segno bivettore, produce un bivettore <> un vettore. preposto a un vettore La notazione adottata li Argano e li Cauchy. Anche Sarrac (in una appendice al Treatise li Maxwell, t. II, p. 595; Paris, 1889) usa
formula
in cui
prodotto interno
<>
per
la
vettori
il
nome
modulo
la
perche
dj
itsit
pow
reprsenter
Grassmann
li
come
risultalo
interno (itinere
il primo che ha considerato il prodotto interno operazione diretta tra a e b. chiamandolo prodotto Produkl e lo ha indicato con a < b l>ie Un. A usile/,..
I
(Ges. W., [j, p. XI); Geomeiri8che .Inai use. 1846 Ibid., p. 345). Poscia ilechanik nella Ansdel,. 1862 (Ibid. I2 , p. 112) nella memoria: l>i>
nari,
p.
18]
den Princ. der Ausdeli. [Math. Ann. B. XII (1877), G. IT., N ha adottato la notazione pi complicata [n b]. seguita recente.
V-ktorenrechming (Leipzig, 1905 Jahnke: Tori. Peano che un po' pi semplicemente scrive a b. Calcolo geometrico (Torino. 1888) p. 104. La notazione primitiva di Grassmann fu adottata da Res AL: Traiti de cinema tique pure Paris. 1862 daSoMOFF,
mente dal
sig.
ii.
in parte dal
Gibbs considera
retta
tra
e
<i
lo
stesso
numero come
che
legge
<i
e lo
chiama prodotto
con
//
gobbo,
libro
lo lo
indica
b.
punto b
scalar,.
<t
dot b
Nel suo
punto avendo l'ufficio costante li separare due periodi > diverse parti di una formula, onde evitare il soverchio uso li parentesi, parrebbe conveniente la abbandonarlo e scrivere semplicemente ab; ma tale notazione citata. serbarsi al prodotto alternato (Cfr. nostra Nota V
poi
11
l;
N sono convenienti
nioni (Vedi
i
le
calcolo
dei
quater-
primitiva
le
li
portuna perch
algebra (ove
e)
il
segno
ha tutte
piasi
sempre sottinteso
1866
(Gesam. Wer. I p. 211-2 considera il prodotto vettoriale come complemento (Ergnzung del prodotto alternato li a per b e lo indica con lo considera cio (ab come funzione di un ente (bivettore) ohe noi non abbiamo considerato
Grassmann [Ausdehnung.,
nel testo
ma
Nota
nei Rendiconti
che per ulteriori sviluppi ente necessario (Cfr. la nostra stata questa In notaPalermo citata appi.
Peano
\<>l R
STOltICHB
In
' I
Per
\i
n>\
il
prodotti) vettoriale
line
parte vettoriale
ile]
pro-
dotto qnnternionale
-i
li
inil ion
con
Vnb.
quaternioni rutti, e, con notazione ridotta, < r Per questa notazione si confrontino gli
:i
t i
oritti
Circ
[Rendiconti del Per l'unificazione delle notazioni vettoriali Mmi. ili Palermo XXIII. 324-328; XXIV, 65-80, 318-332; XXV.
>
352 875;
XXVI,
369-377]
precisamente
In
In
nota
III.
locuzione
di Torino,
(/eometrica dei
pp. 259-838
e
<|
(
campi
: <
vettoriali [Mein.
\
.
R.
|.
A ce.
389]
;
1897)
>pere complete,
I.
ron [n
r]
u si lutti gli autori tedeschi; alcuni mettono una virgola in luogo del
leggi generali delle
punto, o non metfon nulla. Con quest'ultima notazione, the non segue
le
rentesi fa distnguere
nssai difettosa;
differenza di forma nelle paprodotto vettoriale da quello intrno. quindi tanto pi che in algebra la forma delle parentesi
il
notazione.
GriBBS, nelle sue lezioni dell' 81, stato
il
siderare
a
il
\h
e
come
risultato
ili
operazione diretta
e b.
fi
K^r
chiama
ma
con
poi adopera
ti
sempre
la
locuzione
<i
xb
legge: a croce b (a
eros*
b).
E invece questa
>-
la
nota-
GEASSMANN,
vettore b
a
si
ricorda
che
pu
anche
leggere
a /\ b un a esterno b ,
volendo con ci indicare che il vettore a /\ b esterno al piano dei due vettori, per quanto GRASSMANN chiami prodotto esterno niello che oggi comunemente si chiama prodotto alternato.
2.
Hamilton che
p. 548) fu chia-
I,
mato
J.
ila
.Maxwell prima
of
Ci.erk
Maxwell
diente nella 2 a
pp. 257-266: e poi, graedizione del Treatise on Electricit)/ and Magnetism, di cui
(Cambridge, 1890),
abbiamo potuto consultare solamente la traduzione francese di G. SLK;mann-Lui, t. I. p. 17 (Paris, 1885-1889). In Riemaxx-Webek. {Frtielle
DiffeA'entialgleichungen u. s. w., V ediz. 1900) comparisce la notazione grad ora quasi universalmente accettata. " e un operatore Nella notazione di Heaviside e Gibbs, , il diverso dal nabla hamiltoniano. Vedi le nostre note citate. adottata da Foppl, Abraham, Jahnke, Ferraris e si legge: del .
24
noti;
La
(l)
i'i
STORICHE
v. II,
lata
p.
438, data
pure
e
triche,
pagg. 131
generale da Peano, Applicazioni geome134. La (4), insieme :i molta altre, trovasi in Tait:
(3);
in
Tratte lmentaired
<la
in tedi
S< iii.in i.
((i).
Plrr^I 882-1884)
da
v. II. p>
235.
La
poco nota
pag.
150.
ma
utilissima, lata
;
Peano,
Formulario Mate-
matici), ediz.
trirfte,
1903, pag.
<
>>
formula
l*.
nome divergenza li Clifford, Elemento of Dynamic; Il Kinematic (London, 1878), pag. 209. Con la notazione hamiltoniana u. Il numero 8 viene indicato con u chiamato compressione cubica da Tait (1. e. II, pag. 122) e convergenza <la Maxwell, Heavisidk si vale della notazione div e di altre poco seguite. La notazione hamiltoniana ili rotte V u. Maxwell uso prima la parola: e)/ (riccio, anello) o version e poi rotazione. La notazione rotti adoperata quasi
/>)
Part.
T,
contemporaneamente da Lorentz Versuch einer Theorie der elehtrischen und optischen Erscheinungen (Leiden. 1895)] e da Ferraris 1. <. Ferraris uno dei pochi che cerchi definire in modo autonomo la nt poggiandosi sul teorema di Stokes; cosi fa pure, con procedimento
[
analitico
comune
molti autori,
il
Gan- [JSinfuhrung
in
die
Velctor-
auf
Heaviside [Electr. Theory I. p. 191], Fppl ed Abraham scrivono cur u. Y. stata anche proposta, ma non seguita la notazione qnirl n. (Wibchert), oppure vortti (Voigt). n e u ohe Legge Gibbs scrive rispettivamente del dot n ti, per la divergenza e la del cross h (coi nostri simboli " /\u) \/ rotazione: il figura come vettore simbolico, ma non ne ha le pro
,
X, A1.
! i
ti,-
d.
del
mi$UO<KAKIA
\
I i
>
I.
Notazioni
OMOGKAF1
graphies
fa
seguito
ali
Bibliographie,
ootationa nonvelles
et
i
Homoit:iiH.
II,
IV
ili
Un Berzolaki
141.
L.
v.
Geometria
analitica.
(2"
edizione),
Milano,
Boggio
II).
T.
8.
arsititeli
:a effettiva
(2
resistenza
Lincei,
142.
V.
24
seni.
s.
1915), 6-12].
Sulla
formula
fondamentale della
t.
rigidi [Atti
143.
Ii>.
Utit. Veneto,
74 (1914-191..). 1795-799].
Geometria assoht la
V,
v.
degli
spazi
curii
28
(1
144. Td.
rino, v. 54 (1919),
145.
lo.
differenziale
con
applicazioni
geometriche,
voi.
Bottasso M.
Id.
Acc. Lincei,
147.
V.
v.
24 (2 seni.
e
1915), 174-182].
Teoremi su massimi
Sulle
s.
minimi geometrici
su normali a curve
curve
14S. Id.
Lincei,
149.
V,
[Remi.
[Ibid.,
Acc.
Id.
(2
Alcune
formule
sulle
superficie
applicabili
v.
27
150. Id.
Problemi sulla
151.
Ti).
mat. offerti ad Enrico d'Ovidio. Torino. Bocca, 1918; 279-304]. Generalizzazione della trasformazione di Combescure per le
curve [Atti R. Acc. Torino,
v.
53 (1917-1918), 409-422].
degli operatori [Atti R. Acc.
152.
Burali-Forti
Torino,
v.
Ti>.
C.
Nuove applicazioni
isomerie
50
153.
s.
(1915)].
vettoriali
[Rend.
Acc.
Lincei,
V,
246
154.
Mi
BIBLIOGRAFI^
i;\u Forti C.
v.
[Ibi<l..
26
[2
155.
Ii>-
Remi. Istituto
75 (1915-1916
156. In.
Sulla
curva
ili
caccia
[Ani
[stit.
Veneto,
t.
1589-1597].
157. Io.
158. Io.
ili
una
superficie
[Ibid.,
53
(3917-1918), 91-103].
159. In.
Linea
in
or/ni cui
punto
hi/niente collegato
160. In.
Sugli assuntoti
.
piani assintotiei di
ili
Matem
161.
li.
s.
III.
v.
(1916
162. Id.
Alcune propriet caratteristiche delle coniche [Il Pitagora, anno 22, (1917)]. - I moti relativi nel calcolo assoluto [Rend. Acc. Lincei, b. V.
v.
163. In.
164.
In.
27
(1
seni.
1918), 92
Alcune
linee
109-112].
165. Id.
160. Id.
con
asse-
Veneto,
t.
77 (1917-1918), 303-316].
[Rend.
168. Id.
169.
Io.
Ist. Lombardo, v. 51 (1917-1918), 899-908]. Sopra nuore operazioni e operatori per la Geometria del triangolo [Il Pitagora, unno 24 d9l v Fondamenti per la Geometria del triangolo. Palermo, Ca-
pozzi, 1919.
170. In.
[Il Bollettino di Matem., anno 17 [1920J, 17-50]. Meccanica razionale [Collezione Lattes, 1921]. Boggio T. e MaTRCOLOKGO RIstituti Go'SO di Matematica per gli
Soggetti di Studio
171. In e
172.
Il>.
tecnici,
voi.
Il
Geometria [Napoli,
1\
Perella].
e
173.
BCBGATTl
P.
veto-
mi passa agio
v.
b.
Y.
25
(2
//
principio di Archimedi
.
nei
Bo
logna, 1915-1916
175.
li'.
/ teoremi del gradiente, della divergenza, della rotazione sopra mia superficie e loro applicazioni ai potenziali [Meni. Acc. Bologna, s. 7. v. 4 (1916-19*17)].
17t>.
In.
solido
Sopra un paradosso nella teoria del moto uni/amie d' un immerso in un fluida per fitto [Rend. Acc. Bologna
(1916 L9171
BIBLIOQK
177.
\ l'I
L'I
Bukoatti
lini, lo
I'.
Sopra un teorema di Joukowki relativo alla forza corpi '" moto J ra sia lofio uniforme entro un
dei
17>>.
Id.
ti.
"Recensione
Principi
li
di
e
Sfatico
dei
solidi
c/ostici
di
Oolonnetti [Bollet.
1918J.
t
Bibl.
Storia
delle
Scienze
inateiu.
.Minio
17'.'.
li.
180.
li.
Lo teoria del ricini mobile in rapporto all'analisi vettoriale [Mem. Acc. Bologna, b. 7. v. 6 (1918-1919)]. t-di/.. Lfizioni di Meccanica ragionale Bologna, Zani"_'
[
'
chelli, 1919].
181.
li.
Problemi ed esercizi di
Meccanica
ragionale
ediz.,
Bo-
Acc Bologna,
delle
1921
ll>id.
Cldonazzo
tecnico,
(Disotti
in
v.
.
meccanica
superficie
[Il
Monitore
anno
XXVI
(19.20)].
e
ls;>.
V Risoluzione dei problemi di Dirichlet campi prossimi a quelli classici [Rend. Acc.
(1"
di
Nenmann
s.
Lincei,
V.
-if)
seno.
1916), 413-417,
199-502, 579-581].
isti.
Id.
187. Id.
Sui moti rigidi di una massa fluida limitata [Ibid , 635-639]. Sul molo di uno sferoide in un liquido indefinito [Rend. Istit.
v.
4!
Lombardo,
188.
li.
(1916), 603-612].
v.
50
189.
li.
relativa a moti
v.
permanenti di liquidi
elettrica
in
190.
Crudeli
U.
corrente
una
V.
v.
192.
Le formule di ('anelili e i fluidi viscosi [Ibid., v. 27 2 semestre 1918), 49-50]. Da Rios L. S. Sulla dinamica dei'fluidi comprimibili [Rend.
i
-
<
193.
della
Mathesis :
anno XI
194.
1919),
131-135].
il
Laura
.
E.
Sopra
della
metodo del sia. Etvs per la determinazione Remi. Isr. Lombardo, v. 52 (1919).
259-267].
95.
La/.zarino 0.
prof. V.
dimensioni.
non omogeneo, anisotropo sottoposto all' azione di un campo magnetico qualunque Remi. Acc. Lincei, s. V. v. 26 (1 seni. 1917),
596-602].
L'I
Bl
HLIOGIU
196.
Lazza Rino 0.
(2
Rappresentazione cinematica
L09-11
della
rotazione
Iliiil
.
di
_!<>
\.
l!'T.
li.
'li
146-15)
Sulla rotazione
'li
un corpo
ili
rivoluzione
nel
'/unir
sussi-
sulla stabilit
degli assi
rino,
L'tii).
permanenti di rotazione
in
detti moti
Atti
Acc.
To-
Io.
moti
interni
mono-
ciclici
201. Id.
(1919), 371-378].
differenziali di Hess-Schij)
lineile di
insanii [Kend.
Acc
Lincei,
b.
V.
v.
341-346.
202.
Ii>.
giroscopi
asim-
metrici
Jii3.
28
(2
seni.
In.
cui
l'invariante principale S
costantemente
nullo
[bid.,
4'_''_'-4'_'K.
489-493
2< >4.
In.
pite
fisso di un
30
(1
sem.
1921),
13-16].
205. Id.
di
un
sistema
semi-
momento
206.
Ist.
ad un punto fisso quando sia nulla il questo punto delle forze esterne [Ibid., 113-116].
Atri
Levi-Civita T.
Veneto,
In.
v.
-.
207.
At. Lincei,
208.
h>.
24
seni.
I915>, 61-75],
Forma
mista
di
equazioni del
tre
:
nodo,
die contiene
Ibid.,
ad una
.
235-248
ilei
Sul problema
-sistema
,
piano dei
z
corpi.
Caratteristiche
e
cinetiche
rei/ola ri
.
za tare
forza
eira
,/uadriea
reciproca
Ibid
210.
li.
421-438
Sul problema piano dei tre corpi. Vanne esplicite 'mista canonica, delle equazioni regolarizzate Ibid., 185-501
.
211.
li.
1 1
1
bolico
_M*2.
\.
25
1
1
li.
Sur
1
ii>iu/a risalimi
.
troia
corps
Acta
1 1
1920
213.
Maggi
*'.
A.
Geometria
.
movimento,
-'
edizione
Spoerri,
Pisa,
1919
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L'I!
Maggi
Ii>.
6. A.
/>iiiiniiir,i
Elementi di Statica
fisica, 3" ediz.
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1921
,
li-.
Dinamica
R.
1981
Marcolongo
L37
l
Cinematica
Ber,
.
Giornate
di
218.
Ii>.
v.
Remi. Acc.
voi.
Lincei,
b.
V.
in.
liti 7).
263-171
219. Io.
tica,
La
stretto
Rend,
< 1
Semiv.
nario della
(1920), 55-76
Facolt
.
li
Scici)/.*'
della R. l'niv. di
Roma.
V,
221.
Palomuy A.
e/astiri
isotropi
.
mat.
1913), 71-102
222.
Pensa A.
Ii>.
$23.
224. lo.
Su alcune omografie speciali sugli operatori omoAni Acc. Torino, 53 (1917), 22-36]. grafici C Sull'operatore immuratilo [Ibid., 81-93]. Generalizzazione una trasformazione di Ocagne [Scritti
e
fi
v.
//
ili
!>'
.mateii). offerti
225.
li>.
Una
Lincei,
226.
II.
V,
v.
227.
Ii>.
e delle omografie rettoria/i in un s. euclideo [Rend. Ist. Lombardo, v. 52 (1919), 439-453]. Geometria assiduta delle formazioni geometriche in un s euclideo [Atti Ist. Veneto, t. 79 (1919 20', 275-292, 737-761].
228.
11.
V. C.
Matbem. Society,
s.
2.
v.
22
174-181].
in
Operators
RlCCl C. L.
pareti
Su/I' azione
fluida sopra
rigide
[Rend.
Acc
V.
v.
24
(1
Bem.
1915),
1(199 1101].
232. Sbrini
R. --
elastico
Deformazioni longitudinali e trasversali di un corpo omogeneo isotropo [Rend. Ist. Lombardo, v. 51 (1918),
v.
177-184, 341-349:
233.
52 (1919), 409-41;.
vettoriali [Rend.
Sibirani F.
Istit.
2:!4.
Id.
Algebra,
Cal-
col
Meccanica
razionale
Aihcneum. Roma.
250
235. Sibiuan] F.
BIBLIOGRAFI^
Sulle radiali
(Ielle
cune
aolihe
[Ibid.,
v.
51
119 133].
236.
li.
si
wn sistema 237
52 (1919-20), 712-722].
In.
un sistema
fc.
^c*
di cnrre pre-
mat. Palermo,
di
43 (1918-1919), 138-154].
Sopra due
28
(2
e/assi
Acc. Lincei,
s.
V,
v.
seni.
1919), 26-30].
239.
Signorini A.
alcune
Un teorema
applicazioni
confronto
Circolo
in
balistica
esterna ed
r.
su."
[Remi.
mat.
Palermo,
del
43
i]918-1919). 357-393].
241.
smxa
L.
0.
Sopra
moti di
precessione
regolare
s.
giroscopio
V.
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Zappa
R.
3
a
I potenziali
Reliei,
dell' elasticit
mentali
Iella
dell' equilibrio
elastico
[Giornale
1919. 193-216].
Finito
il
ili
stampare
nella
Bologna
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