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END Milano

Giornalino dell'Équipes Notre Dame - Settore di Milano


Anno 15° n° 1 - Febbraio 1996

La Comunità alternativa
Una proposta di testimonianza dal nostro vivere quotidiano
Vorrei riferirmi con questa riflessione ad un articolo relativo a sè, o alla propria équipe, o alla propria famiglia...
recentemente comparso sul giornalino END (ottobre 1995) Cosa aspettiamo quindi a mettere in circolazione questi
a firma di Alberto e Tiziana Farotto sul tema della “comunità piccoli segnali di “cristianesimo di famiglia”?
alternativa”. E poi un’altra considerazione: forse proprio questo fer-
E’ un tema riemerso in questi mesi (ma già noto a chi ha marci sulla possibilità di “alternativa” presente nella nostra
attraversato il ’68) ad opera del nostro Cardinale che ne fa esperienza ci potrà fare incontrare con alcuni “poli in
un punto qualificante della tensione” della nostra vita di
sua lettera pastorale “Ripar- cristiani.
tiamo da Dio” (pagg. 32-36). Ad esempio essere cristia-
E’ comunità alternativa ni vorrà dire cercare di essere
quell’insieme di persone che “persone normali” oppure
si lascia illuminare e riscalda- occorrerà accettare la diffe-
re da Dio per impegnarsi poi renza che emerge dal fatto
a realizzare relazioni umane che noi ci riferiamo al Vange-
molto intense e cariche di lo e da questo traiamo i
senso, contro l’inconsisten- significati delle cose e delle
za e la frammentarietà che persone.
vengono vissute in altri ambienti. Oppure ci si troverà a fare i conti fra un possibile “gesto
Se è così, appare chiaro che sia la famiglia di cristiani sia di ostentazione” e una necessità di dare testimonianza del
un gruppo di cristiani come l’END non può non vivere vangelo ricevuto e creduto.
come “comunità alternativa”. Ancora, potrà avvenire di seguire la voglia di attribuire
Ecco allora la proposta: perché non lasciare uno spazio al proprio orgoglio le conquiste operate, senza invece
sul nostro giornalino perché chi vuole comunicare come riconoscere che è l’azione della grazia che ha permesso
sta vivendo l’alternativa che nasce dal Vangelo, all’interno tutto questo.
della sua famiglia o della sua Equipe? E da ultimo c’è una tensione che tutti potranno vivere
Non si tratta di volere a tutti i costi presentare qualcosa sulla strada del vangelo: quella della compassione verso gli
di strabiliante, quanto piuttosto il presentare l’esperienza altri piuttosto che quella di un giudizio sferzante che non
di “alternativa” al sistema corrente, possibile per chi vive lascia speranza.
il vero spirito del Vangelo. Se le comunicazioni che giungeranno potranno quindi
Sarà anche un modo per mettere in circolazione “buone aiutare a vivere meglio la “normalità cristiana”, la stessa
notizie” contro una tendenza che scredita sempre di più la “compassione” di Gesù, la testimonianza semplice ma
famiglia e la sua possibilità di formare ed educare le perso- incisiva, la riconoscenza verso la grazia, saremo tutti aiutati
ne. a proseguire ed a rendere più evidente quella “alternativa”
Si tratta di prendere carta e penna e di raccontare le propria del Vangelo.
meraviglie che il Vangelo ci fa sperimentare quando non Così ci edificheremo a vicenda e ci stimoleremo a proce-
accettiamo di cedere alle seduzioni dell’idolo della menta- dere con perseveranza su questa strada.
lità comune: “fan tutti così” per accettare la novità e la Nell’attesa che arrivino scritti e testimonianze Vi saluto.
paradossalità del Vangelo. Don Silvano Caccia
Credo che ciascuno abbia qualche fatto da presentare o SCS Monza 1
2 - Febbraio 1996 END milano

VITA DI COPPIA: SAPER DELEGARE ED ...ACCETTARE

La δelta Paolo Avesani - Maggio 1990


Giugno sta per cominciare, Molti usati noi abbiamo,
gli Avesani deen cambiare, un di questi le forniamo
pria di andar per la vacanza, che poi ci restiturà
la vettura d’ordinanza. con il prezzo in parità.
Paolo incarica la Lidia, E’ un’offerta generosa
che in ‘ste cose ognun gli invidia, che la Lidia presto sposa:
d’indagare sul mercato si ricerca un bell’usato
per l’acquisto più azzeccato. che sia pure a buon mercato.
La signora un po’ ci ponza, C’è una Delta d’occasione,
poi si reca all’Automonza, di un bel punto di marrone,
che rivende a buon mercato come nuova conservata
l’auto del grande Avvocato. e per ben revisionata.
Quivi trova un venditore C’è un difetto solo esterno,
con cognome da scrittore: è targata giù a Salerno,
si fan le presentazioni: chè fra Sapri e Battipaglia
“per servirla, son Manzoni.” fe’ ben più d’una battaglia.
Questi illustra alla signora Noi però siam molto aperti,
i model per più di un’ora, tutti statene pur certi,
però ell’è molto esigente, e leghisti noi non siamo
la vettura vuol capiente. quindi certo non temiamo,
Della Uno non parliamo, se, girando per Milano,
nella Tipo non ci stiamo, qualcun grida di lontano,
quando andiam per la vacanza con un fare un po’ di scherno:
con valige in abbondanza. “ritornate giù a Salerno”!
Ci sarebbe la Regata Presto è fatto questo affare,
ma è vettura superata per poterla ritirare
e la Croma, ch’è grandina, si presenta l’indomani
la fan sol come berlina. dal Manzoni l’Avesani.
Noi vogliam la familiare, Quello dice: “attenzione!,
per potervi caricare ha un difetto la frizione,
tutta quanta la famiglia, se con forza vien pigiato
più un quintal di paccottiglia. il pedal resta incastrato,
Ci sarebbe inver la Thema, basta muoverlo un pochino
ma al suo prezzo Lidia trema: con la punta del piedino,
poi ‘sta idea è assai sfruttata, ma si tratta, questo è vero,
pure i Dindo l’han comprata. di un difetto passeggero.”
Ma il Manzoni cala l’asso Cento metri fatti soli,
che restare fa di sasso: nell’entrare in via Cairoli,
per settembre ci sarà ecco qua il motor morire
una grande novità, e non vuol più ripartire.
ai saloni presentata Dalle auto incolonnate
e da tutti assai stimata, parton tosto le frecciate,
la lacuna a ricolmare: alla Delta sua marrone:
è la Tempra familiare! “ma dai, cambiala, terrone!”
Or la Lidia dice “ohibò, Ogni speme è ormai da parte,
ed io a piedi come fo’?” ma ecco che il motor riparte,
Ma il Manzoni è li in agguato, e può andare piano piano
con un pian ben preparato. l’Avesani giù a Milano.
END milano Febbraio 1996 - 3
Ma ecco il sabato è arrivato Lemme lemme, piano piano,
alla gita consacrato, riede il Paolo in via Milano,
a Verona gli Avesani e per le riparazioni
vanno, e torneran domani. lascia l’auto al buon Manzoni.
Al momento di partire In tre giorni è tutto a posto
della macchina è un gran dire, e la Lidia va ben tosto
molleggiata e silenziosa, a riprender la berlina,
è una macchina sfiziosa. che il week-end già s’avvicina.
Lidia dice: “in fede mia, Ma ecco a Dalmine il motore
mai sì comoda fui impria pria borbotta e infine muore:
sulle auto del marito, basta solo un’occhiatina,
che la schiena m’han stecchito.” acqua c’è nella benzina.
Per risposta i due bambini Or son grandi imprecazioni
fanno salti sui cuscini: alla volta del Manzoni;
or sembriamo finalmente per fortuna a ottanta all’ora
‘na famiglia molto abbiente. il motore gira ancora.
Alla sera la partita “Di vergogna io mi muoio,
alle undici è finita, ma le cambio il serbatoio.”
ed i nostri deen partire, geme il nostro venditore,
in campagna han da dormire. ch’è pur uom di grande onore.
Or la sorte è proprio ria, Or finita è la novella?
spenta è la fanaleria, No! Ci manca la più bella,
ci si deve qui accodare che successe, si davvero,
dietro a un camper per viaggiare! proprio innanzi al cimitero.
La mattina l’ingegnere, Una gomma s’è bucata
che sa bene il suo mestiere, ed è ormai tutta afflosciata;
con di filo un sol pezzetto “è un affare da un minuto,
ben rimedia ‘sto difetto. non mi serve il vostro aiuto”
Ecco è l’ora di tornare, dice Paolo ben sicuro
doman c’è da lavorare: nemmen troppo in faccia scuro.
tutti in auto, andiamo, via, E già il crick ha ben piazzato
si ritorna in Lombardia quando un moccolo ha tirato:
Ma all’altezza di Sirmione c’è una chiave ad arpionismo,
l’auto ha quasi uno scossone, ma è già rotto il meccanismo!
ma che cosa sarà stato? Con le sole imprecazioni
Il motore s’è piantato! non si svitano i bulloni!
Non ci resta che fermarci Cara Lidia, una morale
ed ai santi di appellarci. questa storia surreale
Dopo qualche tentativo or ti deve sì insegnare
il motore torna vivo! chè mai più potrai sbagliare.
Poi si spegne nuovamente, Questa macchina antiquata
è uno strazio, cara gente, fu per forza sbolognata
dopo venti e più fermate da qualcun che si è stufato
raggiungiamo alfine Agrate. di viaggiar sì malandato.
Ma ecco proprio sul più bello, Se pur poco l’hai pagata
nel bel mezzo del casello, st’auto è una buggerata,
l’esattore sprovveduto sol nei sogni il buon Manzoni
chiede il doppio del dovuto. prenderà sette milioni!
Si ribella l’Avesani, Per noi poveri Avesani
dopo un viaggio sì da cani, cosa è in serbo per domani?
e richiede il tapinello Da ‘ste prove collaudati
il controllo del balzello. noi saremo ben “TEMPRATI”!
Dietro intanto c’è l’inferno:
“Ci muoviamo, via, Salerno?!” Per chi non lo avesse ancora capito con Lidia
“Ma che fanno quei lentoni?” i compiti nella vita di coppia sono ben divisi:
“Bella forza son terroni!” a me, solo a me, spettano le decisioni vera-
L’indomani a Cinisello, mente importanti, a lei la routine: io quindi in
nel frenare sul più bello, famiglia decido autonomamente riguardo a
Mururoa, alla Bosnia, alle riforme istituzio-
il pedale va giù giù,
nali, ecc... Lidia a tutto il resto. Ed è questo il
ma ecco i freni non van più! segreto della nostra armonia.
4 - Febbraio 1996 END milano

UNA PREGHIERA INSIEME


Vorremmo riportare su ogni numero del giornalino una preghiera che riteniamo
significativa: riportata da un giornale o recitata in comunità o durante una veglia o ad
un ritiro ci può aver fatto pensare e meditare e quindi vogliamo proporla a tutti.
Per questo vi invitiamo a far pervenire ad Avesani quelle preghiere che volete
condividere con gli altri, saranno sicuramente pubblicate.
Questa volta abbiamo scelto questa preghiera apparsa su Famiglia cristiana del
mese di novembre 1995.
Paolo e Laura Casalone

NELL'ORA DELLA PAURA E DELLA MORTE


Si chiamava Aleksandr Zacepa ed era un oscuro soldato dell'Armata Rossa. Fu colpito a Morte da
una granata durante la seconda guerra mondiale. Quando i commilitoni riuscirono a recuperare il
suo cadavere trovarono nella giubba un foglio sul quale era scritta una preghiera, scarabocchiata
velocemente prima di andare incontro alla morte. Fu pubblicata in Russai solo nel 1972, su una rivista
clandestina. La proponiamo a tutti, per ricordare che dobbiamo imparare a pregare non solo dai
grandi mistici o dagli scrittori ma anche da un semplice contadino com'era Aleksandr.
Egli ci insegna a pregare nell'ora della paura e della morte, riaccendendo la fiaccola della speranza
e la certezza che, oltre la frontiera oscura del male e della rovina, c'è Uno che ci attende. Egli viene
incontro anche a chi non crede di credere in lui...

Ascolta, Dio! Nella mia vita non ho mai parlato con te:
Fin da piccolo mi hanno detto che tu non esisti
e io, stupido, ci ho creduto.
Non ho mai contemplato le tue opere.
Ma questa notte, dal cratere di una granata,
ho guardato il cielo stellato sopra di me.

Affascinato dal suo scintillare,


ad un tratto ho capito l'inganno.
Non so, o Dio, se mi darai la tua mano,
ma io ti parlerò e tu mi capirai.
In mezzo a questo spaventoso inferno mi è apparsa la luce
e io ho scoperto te!
Sono felice solo perché ti ho conosciuto.

A mezzanotte dobbiamo attaccare,


ma non ho paura perché tu mi guardi.
E' il segnale! Me ne devo andare.
Può darsi che questa notte venga a bussare da te.
Anche se finora non sono stato tuo amico, quando verrò,
mi permetterai di entrare?
Ora la morte non mi fa più paura.

Su queste parole così semplici e spontanee deponiamo il canto del salmista che tante volte ripetiamo
nelle nostre liturgie: "Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla... Se dovessi camminare per una
valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me!" (23,1.4) Dice il profeta Isaia: "Colui che
cammina nelle tenebre, senza avere luce, speri nel Signore, si appoggi al suo Dio!" (50,10)

Don Silvano Ravasi


END milano Febbraio 1996 - 5

GIORNATA DI
SETTORE
Domenica 18 febbraio 1996

IL DOVERE
DI SEDERSI
Relatori:
Giuseppe ed Angiolamaria Gonano

Programma
8,30 Accoglienza
9,00 Preghiera
9,30 Relazione di Giuseppe ed Angiolamaria Gonano
10,15 Dovere di sedersi
11,45 Santa Messa con accoglienza delle nuove Equipes di
Pavia 2 e Barlassina
13,00 Pranzo frugale al sacco
14,30 Equipes di formazione
16,00 Magnificat ed arrivederci

ISTITUTO DEHON - MONZA


Via Appiani, 1 (vedi giornalino di ottobre 95 per la piantina)
Tel. 039-324786/365272 Riferimento: padre Paolo, direttore
6 - Febbraio 1996 END milano

DUE DI LORO ERANO IN CAMMINO


Relazione di Padre Giuseppe Oltolina
Ritiro spirituale di Settore - Monza 19 novembre 1995

I DISCEPOLI DI EMMAUS pria. Vi troviamo: problemi, speranze, delusioni, progetti a


cui viene data una risposta, ricavata dalla parola di Dio che
OSSIA IL CAMMINO DEI NORMALI CRISTIANI PER viene interpretata.
RICONOSCERE DIO Prima di farsi riconoscere, Gesù prepara i discepoli con la
sua parola: (Evangelizzazione e Sacramenti).
LETTURA DEL TESTO: LC 24, 13 - 35 Il loro comportamento, il loro dialogare animato provoca
la prima domanda di Gesù. “Che sono questi discorsi che
Il racconto dei due discepoli di Emmaus è una narrazione andate dicendo tra voi?” Essi si fermano e rimangono
propria di Luca. Questa manife- stupiti. Sembra loro impossibile che quel forestiero, che se
stazione di Gesù risorto è ne sta andando da Gerusalemme,
preceduta dall’apparizione alle non sia venuto a conoscenza di
donne ed è seguita da quella ai quanto vi è accaduto negli ultimi
dodici. giorni. Luca sottolinea che il loro
In questo racconto, possiamo volto si rattrista perchè questa
cogliere l’impostazione della ca- domanda richiama, alla loro men-
techesi nella primitiva comunità te, gli avvenimenti tristi a cui sono
cristiana. Esso avveniva in tre stati testimoni.
tappe: La seconda domanda del fore-
1) L’esposizione della vita, pas- stiero “Che cosa” offre loro la
sione e morte di Gesù (19-21) possibilità di raccontare quanto
2) L’interpretazione delle scrit- è accaduto, di sfogare tutta la
ture riguardo al Messia (26-27) loro tristezza e di esprimere il loro
3) La professione di fede (34) rammarico e la loro delusione per
L’idea fondamentale di questa quel Venerdì Santo. I capi del
pagina di Luca è: popolo hanno inflitto la morte di
1) che il Risorto può essere croce alla persona nella quale ave-
riconosciuto solo dai credenti, vano riposto tutte le loro
2) che il luogo privilegiato per speranze.
incontrarsi con lui è l’Eucaristia Dal versetto 21 viene fuori, in
(lo riconobbero allo spezzar del maniera molto chiara, che il Mes-
pane). La lettura e la meditazione sia che essi si aspettavano era un
delle scritture sono la via di ac- Messia re, condottiero, un Mes-
cesso al mistero di Cristo, che si sia che avrebbe dovuto dare
attua nell’Eucaristia, memoriale indipendenza politica ad Israele e
della sua passione e resurrezione. che avrebbe dovuto ricostruire
Potremmo intitolare così questo racconto: “Come incon- l’antico regno di Davide. Erano ben lontani dal capire il
trare Cristo nel tempo della Chiesa” o anche, forse con più valore redentivo della morte in croce di Gesù. C’è sempre
esattezza, riprendendo la bella immagine del cammino fatto l’idea del Dio potente. Non concepiscono ancora il Dio
dai tre insieme con Gesù incontrato ma non riconosciuto, debole che salva il mondo, morendo sulla croce.
“Come riconoscere Cristo nel cammino di ogni giorno”. Sempre nel versetto 21 si dice ancora: Sono passati ormai
Vorrei farvi notare che i destinatari di questa manifestazione tre giorni da quando sono accadute queste cose. Si fa
di Gesù risorto non sono i dodici o qualcuno di loro e riferimento a una tradizione giudaica, che pensava che
neanche il gruppo di donne che seguivano normalmente l’anima del defunto si aggirasse per tre giorni attorno al
Gesù e si prendevano cura di lui. corpo. Passati i tre giorni l’anima lasciava il corpo e lo
I destinatari sono due sconosciuti discepoli, di uno dei abbandonava alla decomposizione, e non c’era alcuna
quali è stato tramandato il nome Cleopa, che significa: padre possibilità che il morto ritornasse in vita. Questo riferimento
illustre, (non so se dei delusi o dei convertiti). Una manife- ai tre giorni dalla morte significa che, per i due discepoli,
stazione al di fuori dell’ufficialità. ormai era tutto finito, definitivamente. Una piccola speranza
Vorrei fare ora una lettura approfondita del testo (Lectio) era rinata in loro il mattino di Pasqua, perchè alcune donne,
per passare poi alla meditazione, ai messaggi. avendo trovato il sepolcro vuoto, avevano annunciato di
I versetti 13-16 ci presentano il contesto e i personaggi. aver avuto un’apparizione angelica, che assicurava che
L’episodio è collocato la sera del giorno di Pasqua. Due Gesù era ancora vivo. Anche gli apostoli avevamo sì
discepoli di Gesù stanno tornando da Gerusalemme verso constatato che il sepolcro era vuoto ma lui, Gesù, non lo
il loro villaggio di Emmaus. avevano visto. Questo li aveva fatti piombare in una delu-
Lungo la strada, tristi e sfiduciati, parlano degli avveni- sione ancora più profonda. Infatti, se Gesù fosse stato vivo,
menti riguardanti la fine del loro maestro. non li avrebbe lasciati in una angoscia così grande, ma
avrebbe cercato di mettersi subito in contatto con loro. E’
Mentre discutono si affianca loro Gesù, ma non lo rico- sempre l’idea del Dio potente quella che predomina.
noscono. Solo noi che leggiamo sappiamo che è Gesù. Queste parole dei due di Emmaus sono particolarmente
Questo non riconoscere il Risorto è una costante nei interessanti perchè vi troviamo espressi i veri sentimenti
racconti di apparizioni narrate da Luca e Giovanni. Come è che si aggiravano nei discepoli dopo la morte di Gesù.
una costante il riconoscimento del Risorto, che avviene Anche dopo la morte i discepoli consideravano Gesù come
dopo un gesto o una parola. un profeta, pur non ritenendo che potesse essere il Messia.
I versetti 17-27 costituiscono una catechesi vera e pro- La sua fine miseranda è compatibile con la dignità di un
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profeta, (erano morti tutti male) ma non lo è affatto con l’idea altri la gioia che hanno nel cuore.
di Messia che essi avevano (vedi Pietro in Mc 8, 31 - 39). Il Signore è vivo, noi l’abbiamo
Infatti se fosse stato veramente il Messia, Dio avrebbe visto (professione di fede). Ma la
impedito la sua fine ingloriosa (= rifiuto della croce) e notizia che essi vogliono portare
l’avrebbe accreditato con la sua testimonianza (potere, non agli altri sono questi ultimi a darla
amore). a loro “Davvero il Signore è risorto
Questo ci fa capire che non siamo proprio di fronte a un ed è apparso a Pietro”. E quest’ul-
racconto leggendario della primitiva comunità cristiana, tima indicazione sembra voler
altrimenti i discepoli non sarebbero stati rappresentati in suggerire che non basta capire le
modo così poco onorevole. Come minimo, sarebbero stati scritture, non basta spezzare il
rappresentati come persone pronte nel credere e aderire al pane; la fede è piena e completa
Signore. Invece, ci vengono presentati dei discepoli che quando si esprime in comunione
non credono all’annuncio delle donne. Cristo per loro era
morto e con lui era morta anche la loro fede. Tra parentesi,
con Pietro e con gli undici. La
parola, il pane spezzato, la profes-
EMMAUS
vorrei ricordare che, nel mondo ebraico, la testimonianza sione di fede, sono le tre tappe che ogni comunità cristiana
della donna non era mai probante, neanche se erano in è chiamata a percorrere, applicando a sè l’esperienza dei due
molte. discepoli di Emmaus.
A questo punto Gesù prende la parola per la terza volta Il loro cammino diventa il modello del nostro cammino.
e prende anche l’iniziativa del colloquio, diventa il vero
protagonista (notare che prima ascolta, poi parla, per inse- Vorrei ora brevemente cogliere qualche messaggio da cui
gnarci che bisogna sempre partire dai bisogni concreti derivi qualche serio impegno per noi.
dell’altro). E diciamo innanzitutto che la vicenda di Gesù senza
Comincia rimproverando i discepoli per l’ottusità del loro l’incontro con il Signore risorto, resta uno scandalo, una
cuore, incapace di leggere e accogliere quanto tutti i profeti, vicenda senza senso. Le stesse scritture sembrano sigillate,
a cominciare da Mosè, avevano detto riguardo al Messia. incomprensibili senza l’avvenimento della Resurrezione di
La sofferenza e la morte (= croce) suonano per i due Cristo (vedi Apocalisse e il libro sigillato con sette sigilli che
discepoli come scandalo; ma in realtà proprio questa era la solo l’agnello immacolato può aprire).
via che Dio aveva scelto per la glorificazione del suo Figlio: Tutta la vita e la morte di Gesù prendono luce e vita dalla
Dio vince perdendo. storia del popolo ebraico consegnata dalla Bibbia: ma Gesù
Il verbo “doveva”, “era necessario” riguarda sia la sof- è anche il compimento e la garanzia di speranza definitiva
ferenza, sia la sua gloria. Il che significa che Gesù è già stato delle attese del passato (in lui si realizzano le promesse).
glorificato dal Padre. Ma la vicenda di Gesù suscita anche molti interrogativi.
Gesù, attraverso le Scritture dimostra che il Messia dove- Gesù è uno dei tanti Messia falliti?
va percorrere la strada della sofferenza per entrare nella Come si compiono le premesse che hanno sostenuto la
gloria. E così riporta i discepoli a credere di nuovo che Gesù speranza del popolo ebraico?
è il Messia atteso e li aiuta a superare (ad accettare) lo Perchè Gesù ora vivente e risorto, non si fa più vedere
scandalo della croce (vedi lettera ai Filippesi 2, 5 -11. Per come nei primi tempi, in modo da eliminare ogni incertezza?
questo Dio lo ha esaltato). Le risposte a questi interrogativi possono venire solo da
Con lo snodarsi di questi discorsi di Gesù il viaggio dei una riflessione globale, che vuole indicare alcune condizio-
due discepoli arriva al termine. ni per una adesione di fede.
L’episodio dello spezzar del pane si svolge nella casa di
uno dei due. Nel mondo orientale l’ospitalità era sacra e Prima condizione:
l’invito veniva rivolto con una certa insistenza. L’invito L’annuncio della resurrezione è fondamentale ma è ambi-
viene fatto dai due a Gesù anche perchè ormai il giorno è al guo. E’ destinato ad essere senza contenuto e senza
tramonto. E’ importante questo gesto di ospitalità. Essi non fondamento se non si arriva a una revisione (a una
avevano ancora riconosciuto Gesù in quel forestiero, eppu- rivisitazione) della vita di Gesù a partire dalla sua “necessità
re lo invitano a fermarsi con loro. di morire”.
Questo gesto di ospitalità, darà loro più tardi la possibilità Tant’è vero che, prima di questa revisione Gesù non è
di riconoscere, nel forestiero, Gesù. Questa è un’indicazio- rico-nosciuto dai due discepoli ed è scambiato per uno
ne importante per noi. Condividere la gioia, la nostra straniero. Se non si accetta la croce e la sua logica, Gesù
attenzione, il nostro tempo, condividere il pane materiale resta uno straniero. Solo dopo questa meditazione i disce-
con chi è nel bisogno e nelle necessità è una delle strade che poli sono in grado di apprezzare l’annuncio della risurrezione
portano all’incontro con Cristo: è mettersi in sintonia con e l’apparizione del Risorto (bisogna cambiare l’idea di Dio.
Cristo. E Gesù si pone a tavola e, come era consuetudine Dio è amore che soffre, poi anche onnipotenza).
quando si trattava di un ospite di riguardo, spezza il pane,
compito del padrone di casa. Di fronte a questo gesto, Seconda condizione:
momento culmine di tutto il racconto, gli occhi dei discepoli E’ il gesto disinteressato dell’ospitalità. I discepoli offro-
si aprono e riconoscono Gesù nel pellegrino che si era unito no ospitalità a uno straniero senza sapere che si tratta di
a loro. E, in quello stesso momento, Gesù scompare o meglio Gesù. Questo gesto è seguito da quello di Gesù che consen-
si sottrae allo loro vista. Ormai si è mostrato loro; ora te il rico-noscimento.
possono diventare testimoni della resurrezione. L’annun- Luca si è rifatto alle riunioni della Chiesa primitiva nella
cio che le donne avevano portato il mattino di Pasqua e che quale ascolto e meditazione dell’antico testamento e delle
essi avevano definito “chiacchiere di donne”, ora si è fatto, parole di Gesù avevano un ruolo importante, nel contesto
anche per loro, realtà. di un pasto fraterno, che culminava nella celebrazione
Sottraendosi alla loro vista, Gesù fa capire loro che la eucaristica (parola - condivisione - Eucaristia).
forma di rapporto, intrattenuta fino ad allora, non è più Ma perchè queste due realtà possano favorire l’incontro
valida. Il suo è un modo nuovo di essere e di esistere. con il Risorto non devono essere una meditazione generica
Non appena riconosciuto che il viandante che li ha e un gesto semplicemente rituale. Devono essere:
accompagnati è Gesù, cominciano a capire come mai le sue
parole lungo la strada li avevano entusiasmati e confortati. 1) una lettura della scrittura e della vicenda di Gesù per
“Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre ci parlava capire la necessità della sua morte, come rivelazione di un
lungo la strada e ci spiegava le scritture?” La notizia, la gioia Dio che è dedizione incondizionata e non dominio e poten-
che hanno nel cuore è così grande che non possono tenerla za” (Dio vince perdendo, non conculcando - Dio è dono non
solo per sè e, anche se l’ora è tarda, si mettono nuovamente rapina - occorre cambiare l’idea di Dio).
in cammino verso Gerusalemme, per poter comunicare agli
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2) un’Eucaristia che è fonda-
mento e prolungamento di una 2 La mensa della Parola e del Pane
vita all’insegna dell’ospitalità, La grande novità del Vaticano II è quella di averci richia-
della dedizione, della carità. mato la necessità di una celebrazione eucaristica che si
L’Eucaristia favorisce l’incon- svolga attorno a due mense: quella della Parola di Dio e
tro con il Risorto solo a condizione quella del Pane di vita. Questo ha senz’altro il pregio di farci
di aver capito il perchè della morte riscoprire una varietà di carismi che queste ”mense” susci-
di Gesù e l’impegno a condivider- tano dentro l’assemblea celebrante. Ma soprattutto ci fa
ne fino in fondo la logica della riscoprire il legame profondo tra Eucaristia e presenza del
croce (l’Eucaristia è memoriale del- Risorto, tra Eucaristia e vita, tra Eucaristia e Chiesa.
la passione e morte; memoriale del Naturalmente è da precisare il significato di Parola e Pane
più grande dono di amore). spezzato. E qui vorrei richiamare quello che dice il cardinale
EMMAUS A questo punto i cristiani delle
prime comunità potrebbero dire
nella lettera “farsi prossimo in città”.
così: “Nemmeno noi abbiamo potuto fondare la fede, che ci 3 L’ospitalità
consente oggi di essere testimoni, semplicemente sulla Il vangelo ne parla come una questione di coerenza,
convivenza con Gesù, sull’apparire di Lui come oggetto di conseguente alla celebrazione o alla fede: è condizione per
riconoscimento immediato. Anche noi abbiamo dovuto ”riconoscere” e per “comprendere”. Bisogna mettersi sulla
reinterpretare la memoria della vita vissuta al suo fianco. stessa lunghezza d’onda per capire e credere che Gesù
Così come potete fare voi adesso con in mano i Vangeli che crocifisso è il Messia inviato da Dio.
vi abbiamo tramandato. Anche noi non abbiamo visto ad Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo il quale, pur
occhio nudo il Signore risorto, ma abbiamo visto altro. essendo Dio, non considerò un tesoro geloso la sua
Eppure lo conoscevamo bene. Ma abbiamo potuto soltanto uguaglianza con Dio, ma... (Lettura di Filippesi 2, 5 - 11).
’riconoscerlo’, che è diverso. Non è che la sua comparsa ci Allora è chiaro che la missione della Chiesa, di testimo-
ha permesso di gridare: eccolo! Finalmente! Abbiamo do- nianza e di servizio all’uomo, non viene solo dopo il periodo
vuto interpretare, comprendere queste apparizioni. di preparazione, di formazione o di scelta di fede. E’ condi-
Anche per noi la fede nasce da una revisione della zione per credere. Il Risorto crocifisso non si riconosce se
vicenda di Gesù. Voi ingenuamente pensate: se fossimo non in uno stile di dedizione incondizionata.
stati lì quando faceva miracoli, quando predicava, la fede Ma soprattutto, di queste conseguenze pratiche, parle-
sarebbe stata diversa. No! State certi che noi siamo stati remo nella seconda meditazione.
sempre lì per tempo ed abbastanza vicini da poter vedere
tutto bene, ma non è bastato. Soltanto quando abbiamo DUE DI LORO IN CAMMINO
potuto ‘rivedere’ questa storia alla luce della ‘fine’; soltanto SECONDA MEDITAZIONE
quando abbiamo compreso che ciò che credevamo di aver
visto non è proprio ciò che doveva rivelarsi; solo allora Dalla lettura e dalla meditazione dei discepoli di Emmaus
abbiamo potuto giungere alla fede in Gesù. Solo ‘ricono- vorrei, in questa riflessione, trarre alcune indicazioni prati-
scendo’ in queste strane apparizioni il Signore Gesù, noi che.
abbiamo potuto incontrarci con il Risorto”. Innanzitutto l’importanza del dialogo di coppia.
Quindi per loro come per noi, la fede nasce dalla riflessio- Non bisogna mai dare giudizi, soprattutto sul passato.
ne sulla vita di Gesù alla luce della croce; è fatta di Però sembra di poter dire e constatare che è mancata, nel
riconoscimento di Gesù, Messia che va a morire per noi. passato, un’educazione al dialogo, sia nell’ambito civile,
Per meno, non si diventa testimoni. L’essere stati là, come nelle comunità cristiane. E questo si è ripercosso
semplicemente, non ci fa testimoni. L’aver vissuto a contat- negativamente nella vita di coppia e di famiglia soprattutto.
to con Gesù, non ci fa credenti. Vederselo davanti risorto, Eppure Gesù, così come ci è presentato dai Vangeli, può
non consente di riconoscerlo. Soltanto corrispondendo essere definito come “l’uomo del dialogo”. Dialoga con
all’invito di rivedere la sua storia dal punto di vista della tutti: coi vicini, coi lontani, con gli uomini, con le donne, con
“necessità” della croce è possibile riconoscerlo, è possibile gli adulti, con i bambini, con quelli che si ritenevano giusti
credere. Ma questa non può essere un’operazione soltanto e con quelli che venivano considerati peccatori, con gli
intellettuale. Riguarda tutto l’uomo. Se il “dover” morire di ebrei e con i pagani, con i ricchi e con i poveri, con i discepoli
Gesù ci rivela la “dedizione incondizionata” di Dio, com- e gli apostoli e con le folle. E il testo dei discepoli di Emmaus
prendiamo perchè il gesto dell’accoglienza disinteressata non è altro che un prolungato dialogo. E vorrei che notaste
dell’altro, simbolo dei molti gesti in cui Gesù aveva detto che che Gesù quando dialoga, non solo insegna, ma anche
sarebbe stato incontrato, diventa l’altro “luogo” prezioso ascolta, impara, prende coscienza. Anzi solitamente, il suo
della sua presenza di Risorto. (Riscoperta delle opere di dialogo inizia con l’ascolto di domande, suppliche,
misericordia. I pagani si sono convertiti al cristianesimo non invocazioni, contestazioni.
tanto per la bellezza della dottrina di Gesù, ma per la pratica Purtroppo, ieri come oggi, pare che si abbia paura del
dell’amore testimoniato dalle piccole comunità cristiane). dialogo, quasi che dialogare voglia dire perdere autorità,
degradarsi, mettendosi allo stesso piano dell’interlocutore.
CONSEGUENZEPRATICHE Infatti si constata che, allora come adesso, chi aveva
autorità non dialogava. Vedi l’insegnante a scuola, come il
1. La Chiesa prete in parrocchia, i genitori con i figli e persino il marito
E’ opportuno ripensare l’identità della Chiesa come co- (detentore dell’autorità) con la moglie.
munità che riconosce il Risorto, quindi che è segnata Eppure Eva fu creata perchè dialogasse con Adamo. Il
profondamente dalle “condizioni” per la fede in Lui: dialogo è visto, fin dalla prima pagina della Bibbia, come un
1) l’ascolto della Parola modo per essere persona, il modo per essere coppia. Ovvia-
2) il servizio dell’altro mente quando parlo di dialogo, non parlo di pettegolezzi, di
La Chiesa rinuncia alla sua identità se non favorisce la discorsi vani e neanche di discussioni. Il dialogo non si fa
comunione e la solidarietà; se non annuncia la Parola e non tanto a livello di idee, ma a livello di vita.
crea le condizioni per accoglierla e comprenderla. Non voglio, adesso, fare una trattazione sul dialogo. Ci
L’istituzione ecclesiale è “stolta” e “tarda di cuore” se vorrebbe tutta una giornata. Richiamo soltanto alcune
non tiene in gran conto il riferimento alla Parola come criterio norme fondamentali.
di giudizio e di scelte storiche e se non è ”dedizione Sembra una cosa scontata, ma non lo è. Perchè ci sia
incondizionata” ai bisogni dell’uomo e alla sua liberazione dialogo è necessario ascoltare e parlare. Altrimenti è un
globale (vedi convegno di Palermo: senza la carità il Vangelo monologo. Soprattutto l’ascolto è tanto difficile perchè
è muto, come Cristo senza la croce).
END milano Febbraio 1996 - 9
mettersi in ascolto vuol dire essere convinti che non so tutto E permettetemi ancora di legge-
di te, che ho tanto ancora da imparare e per questo ti ascolto. re altri tre numeri di questa
E ti ascolto fino in fondo, senza dire troppo presto ”ho meravigliosa lettera pastorale,
capito”. Senza pensare che devo risponderti, se no, non ti sempre per quanto riguarda l’im-
ascolto; devo pensare che quello che mi stai dicendo è portanza nella vita della parola di
importante. Dio. Sono i numeri 22 - 23 - 24.
Inoltre dialogare vuol dire creare uno spazio perchè l’altro
abbia il coraggio e soprattutto la gioia di rivelarsi. Bisogna 22 Ripartire da Dio vuol dire
creare un clima perchè l’altro possa esprimersi con tutta confrontare con le esigenze del
sincerità senza essere giudicato. Se impedisco all’altro di Suo primato tutto ciò che si è e
manifestarsi, di essere sincero, se prima di ascoltarlo fino in che si fa: Egli solo è la misura del
fondo l’ho già giudicato o condannato, se parto dal princi- vero, del giusto, del bene. Vuol
pio che io ho ragione e lui ha torto, che è lui che deve
cambiare, allora non ci sarà mai dialogo, ma un discorso a
dire tornare alla verità di noi
stessi, rinunciando a farci misura
EMMAUS
vuoto. di tutto, per riconoscere che Lui soltanto è la misura che
Voi capite, allora che dialogare vuol dire passare dall’ego- non passa, l’ancora che dà fondamento, la ragione ultima
centrismo all’alterocentrismo; dal centro che sono io al per vivere, amare, morire. Vuol dire guardare le cose
centro che sei tu. dall’Alto, vedere il tutto prima della parte, partire dalla
In altre parole dialogare vuol dire convertirsi all’amore, Sorgente per comprendere il flusso delle acque.
mettere Dio in mezzo alla coppia, proprio come sulla strada
di Emmaus. 23 Ripartire da Dio vuol dire misurarsi su Gesù Cristo
Solo così il Signore può compiere i suoi miracoli di amore. e quindi ispirarsi continuamente alla Sua parola, ai Suoi
E voi capite ancora perchè il calo eppoi la perdita di dialogo esempi, così come ce li presenta il Vangelo. Vuol dire
portano quasi sempre alla fine del matrimonio. Manca entrare nel cuore di Cristo che chiama Dio “Padre”. Il
l’amore, manca Dio. Una casa senza Dio è una casa costruita Vangelo, quando è letto con spirito di fede e di preghiera
sulla sabbia e basta un piccolo temporale perchè tutto ci rimanda a un Dio che è sempre al di là delle nostre attese,
rovini! che supera e sconcerta le nostre previsioni; è l’esperienza
Una seconda indicazione pratica è l’importanza che deve che facciamo ogni volta che ci dedichiamo seriamente
avere, nella vita di coppia, la Parola di Dio. alla "lectio divina". Non sappiamo ancora leggere con-
Giustamente il Cardinal Martini ha intitolato la sua ultima venientemente il Vangelo se non ci sentiamo spinti verso
lettera pastorale “Ripartiamo da Dio”. l’Oltre misterioso di Dio, verso il segreto del Padre, non
E già nella prima pagina scrive: Di questo Signore della riducibile a nessuna misura o comprensione umana.
gloria noi conosciamo poco; davvero egli è al di là di ogni Più si legge la parola di Dio e più la si comprende, più si
nostro atto di intelligenza, non capiamo il rapporto tra la scoprono cose nuove.
sua infinità e la sua inermità (cioè debolezza, il lasciarsi fare
tutto dalle nostre mani, vedi passione e morte, scandalo per 24 Ripartire da Dio vuol dire abbandonare al soffio
i discepoli di Emmaus, ma anche per ognuno di noi oggi). dello Spirito il nostro cuore inquieto, perseverare nella
E più avanti, facendo parlare Alessandro Manzoni dice: notte dell’adorazione e dell’attesa. E’ questa la sola via
Ho imparato che la lotta con Dio dura tutta la vita, per uscire dalla violenza dell’ideologia senza cadere
perchè lui è sempre al di là. Crediamo di averlo capito ed nella condizione di naufragio del nichilismo, senza etica
è altro. e senza speranza.
A pag. 17 n. 11 osserva: nella persona umana decisivo Il Dio con noi è il Dio che può aiutarci a trovare le vere
è il cuore, l’interiorità. E’ il luogo delle decisioni libere, ragioni per vivere e vivere insieme. Rispetto alle acque
degli affetti profondi che cambiano la vita, dei grandi basse in cui sembra stagnare oggi la vita civile, sociale e
orientamenti che danno senso alla storia. La Parola di politica del nostro Paese, partire da Dio significa trovare
Dio che illumina e salva è destinata al cuore umano, lo senso, slancio motivazione per rischiare e per amare.
tocca nell’intimo e lo trasforma. Di qui la fondamentale “Quando ami, non dire: ho Dio nel cuore. Dì piuttosto:
importanza del silenzio, dell’attenzione vigile, della rive- sono nel cuore di Dio”. Ripartire da Dio significa ricono-
renza e disponibilità interiore di fronte a Dio che si scere di essere nel cuore di Dio per un’esperienza di fede
comunica. e di amore vissuti: riconoscere di essere nati per imparare
E al n. 11 aggiunge: ripartire da Dio vuol dire che noi non ad amare di più, a osare di più, ad andare oltre i limiti delle
lo vediamo, ma lo crediamo e lo cerchiamo come la notte nostre comodità e dei nostri piccoli traguardi.
cerca l’aurora. Vuol dire vivere per sé e contagiare altri
dell’inquietudine santa di una ricerca senza sosta del Ho abbondato nella lettura dei passi di queste ultime
volto nascosto del Padre. lettera del Cardinale perchè mi pare che qui ci siano i motivi
E più avanti: anche noi dobbiamo lasciarci interrogare profondi che ci fanno capire l’importanza della parola di Dio.
da ogni dolore: dallo scandalo della violenza, che sembra Non si capisce nulla della vita, soprattutto di certi momen-
vittoriosa, dalle atrocità, dall’odio e dalle guerre, dalla ti della vita di coppia e di famiglia, si perde la speranza e la
fatica di credere nell’amore quando tutto sembra con- gioia e persino la voglia di vivere se, come i discepoli di
traddirlo. Emmaus, non ci lasciamo illuminare da questa parola di Dio.
Dio è un fuoco divorante, che si fa piccolo per lasciarsi Una lettura e una meditazione che deve essere fatta singo-
afferrare e toccare da noi. Sui Navigli, portando Gesù in larmente innanzitutto, ma poi deve arricchire reciprocamente
mezzo a voi, non ho potuto non pensare a questa umilia- i coniugi nel dialogo e nella preghiera di coppia. Anche nella
zione, a questa ”contrazione di Dio” come la chiamavano lettura del Vangelo, della scrittura viene fuori la differenza
i padri della Chiesa, a questa debolezza. Essa si fa risposta tra uomo e donna. La sessualità influenza in maniera eviden-
alle nostre domande non nella misura della grandezza e te anche il modo di sentire, reagire, pensare, commentare
della potenza di questo mondo, ma nella piccolezza, questa parola di vita. Provare per credere. Ovviamente
nell’umiltà, nella compagnia umile e pellegrinante del perchè tutto quello che vi ho detto si verifichi, bisogna
nostro soffrire. conoscerla questa parola di Dio. E conoscerla non come si
E’ come nel cammino di Emmaus. Da principio il Signore, conoscono le notizie del giornale. Ma con la passione,
si fa sentire, stimolando e interrogando l’inquietudine dei l’amore, l’interesse con cui si leggono le lettere d’amore, le
discepoli. lettere dei figli, lontani da casa. E questo deve essere un
Poi si manifesta nelle parole che spiegano le scritture, le impegno quotidiano. La Bibbia deve essere, deve diventare
quali fanno capire ai due discepoli che c’è qualcosa al di là il libro della coppia, della famiglia, più importante del libro
di quanto essi credevano di avere capito.
10 - Febbraio 1996 END milano
delle ricette, più importante della una famiglia ospitale oggi?
Gazzetta dello Sport, più impor- Qualche breve indicazione:
tante del Sole 24 Ore. Nella Bibbia
ci sono le norme amorose di Dio 1. Occorre innanzitutto operare una inversione di tenden-
per vivere felici, uniti sempre, no- za rispetto alla mentalità corrente: è necessario passare dalla
nostante le diversità, nonostante triste logica del guadagno e della propria autoaffermazione
gli scontri, nonostante le ire, no- contro gli altri - che è poi sempre una grande illusione - alla
nostante tutto. Imparerete ad gioia dell’incontro umano, che è il vero guadagno della vita.
accogliervi, a perdonarvi e a chie- Questa inversione di tendenza non viene naturale e va
dere perdono, a stimarvi a vicenda, costruita con costanza: la chiave è accogliere innanzitutto
a correggervi, a prendere decisio- la Parola che viene da fuori, il Vangelo di Gesù. E’ questa,
ni insieme, a pensare insieme. Dalla infatti, la prima accoglienza da praticare, perchè la nostra
EMMAUS Bibbia imparerete tutte le cose belle
che il Signore ha pensato per l’uo-
famiglia e la nostra casa diventino realmente ospitali per
tanti. Imparando ad accogliere il Signore nella nostra vita,
mo, per la donna, per la coppia, per la famiglia, per il mondo. a fargli spazio nella confusione di tutti i giorni, impareremo
Vorrei ricordare ancora quelle parole profetiche dette dal ad accogliere gli altri. Ogni cosa, allora riacquisterà il suo
Cardinale otto anni fa nella lettera pastorale ”Itinerari edu- significato più autentico e le sue dimensioni più vere. La
cativi” al n. 30. Io non mi stancherò di ripetere che essa nostra casa sarà lo spazio concreto aperto agli altri e, la
(cioè la lettura meditata della Parola di Dio) è uno dei coppia, la nostra famiglia, diventerà la ricchezza degli affetti
mezzi principali con cui Dio vuole salvare il nostro mondo da spendere per gli altri.
occidentale dalla rovina morale che incombe su di esso In questa nuova prospettiva, quelle situazioni che si
per l’indifferenza e la paura di credere. La “lectio divina” pensavano come limiti ed erano motivi per giustificare il
è l’antidoto che Dio propone, in questi ultimi tempi, per nostro disinteresse (i problemi già tanto numerosi nella
favorire la crescita di quella interiorità senza la quale il propria famiglia che rendono impossibile ogni preoccupa-
Cristianesimo, che non può basarsi solo nelle tradizioni zione ulteriore...), sembrano come alleggerirsi e, viceversa,
e sulle abitudini, rischia di non superare la sfida del terzo diventano occasioni per spendersi con generosità.
millennio.
Terza indicazione pratica: il valore dell’ospitalità e del- 2. L’accoglienza va praticata soprattutto verso chi non ha
l’accoglienza, e questo proprio come frutto della lettura nulla da restituire: offrire senza pretendere il proprio guada-
amorosa e costante della parola di Dio. gno. E’ questa la vera - forse l’unica - ospitalità per il
I discepoli di Emmaus, proprio in seguito alla spiegazione discepolo, perché è un atto di generosità disinteressato o,
delle Scritture, fanno l’invito al pellegrino sconosciuto di meglio, è ‘interessato’ davvero all’altro e non al proprio
fermarsi da loro. tornaconto personale. Se si prendono le distanze dalla
La necessità di restituire forza al valore dell’ospitalità non logica del contraccambio, anche solo un poco, ci si accorge
parte da ragioni teoriche o da principi astratti, ma nasce dalla presto quante domande di ospitalità sono rivolte alla nostra
constatazione concreta e quotidiana del moltiplicarsi di vita.
esempi di inospitalità, spesso ritenuti giustificati o inevita- Pensiamo ad uno dei problemi più diffusi nella nostra
bili, che si manifestano a diversi livelli nella nostra società, società: quello dell’accoglienza all’anziano. E’ un caso che
nella vita pubblica come in quella privata. Si tratta si ripete tante volte: chi è avanti negli anni e non più
dell’inaccoglienza nei confronti dello straniero immigrato; autosufficiente sembra che non possa dare davvero più
del rifiuto dell’handicappato e del ‘diverso’, del fastidio e niente, tanto da essere ritenuto perfino inutile. L’anziano
del successivo abbandono dell’anziano scomodo ed ormai non produce, non aiuta, anzi chiede soltanto, come un
inutile. Insomma è sempre più diffusa una complessiva bambino. Ma per un bambino ogni richiesta di premure e di
inaccoglienza - che purtroppo a volte degenera in forme di attenzioni è giustificata, per un anziano di meno. In fondo
intolleranza o di esplicita violenza - nei confronti di tutti ha già vissuto la sua vita, ora la sua presenza diviene solo
coloro che, potremmo dire con il Vangelo, non hanno nulla un peso in più per la famiglia. Questa mentalità è purtroppo
da “dare in contraccambio” o, almeno, così sembra. presente in molte famiglie, che finiscono per abbandonare
L’inaccoglienza nei confronti di questo vero e proprio i propri anziani, per chiudere di fronte a loro la porta di casa.
“popolo di deboli e di bisognosi” è l’altra faccia della Quello dell’anziano è, allora, l’esempio paradigmatico di chi
medaglia di quel diffuso spirito di competizione, che vede non ha da dare in contraccambio e, per questo, sembra non
nell’affermazione di sè e nella ricerca del proprio tornacon- avere diritto all’invito. L’ospitalità verso i propri anziani è
to, il fine di ogni comportamento. Questo rinnovato quindi un gesto gratuito che diventa coinvolgente di altre
individualismo è come un’aria che si respira nella nostra persone vicine a noi fisicamente o perchè ci frequentano a
società, grazie anche al crescente potere delle immagini che, qualsiasi titolo. Un’ospitalità che diventa contagiosa,
raggiungendo ormai ogni momento e ogni spazio della vita, beneficamente contagiosa, perchè diventa capace di com-
sia pubblico che privato, propongono continuamente piere opere di amore che difficilmente una persona sola
un’idea di successo legato all’affermazione di sè, il più delle riuscirebbe a portare avanti.
volte a scapito degli altri. E questo anche nelle coppie e nelle
famiglie purtroppo. 3. Ma tutto quello che vi ho detto diventa vero, solo se
La legge della competitività porta a vedere negli altri dei prima c’è vera ospitalità all’interno della coppia. E’ qui
potenziali nemici o, nel migliore dei casi, dei concorrenti. La bisogna avere le idee chiare. Il primo ospite per il marito, la
vita quotidiana è come una corsa al piccolo benessere, una prima persona da accogliere è la moglie. E per la moglie il
gara il cui premio è l’ammirazione dei vicini o dei parenti, la primo ospite, la prima persona da accogliere è il marito. E
cui soddisfazione è la rivincita sugli altri. Ne consegue la accogliere non vuol dire stare nella stessa casa, dormire
concezione di una famiglia chiusa, ambito di difesa, luogo nello stesso letto. Accogliere vuol dire fare spazio nel
di protezione e di riaffermazione della propria personalità proprio cuore, nella propria vita, nel tempo, poco o tanto che
che, altrove, non ha trovato la sua piena espressione e la sua ho, vuol dire fare spazio nelle responsabilità, nelle decisioni,
giusta considerazione da parte degli altri. Ci si guarderà nella stima e via dicendo (= onorare). Se manca questa
allora bene dal tenere troppo aperta la porta della propria accoglienza di base, tutto il resto può diventare bugia,
casa: si preferirà piuttosto tenerla ben chiusa, per evitare evasione, adulterio. “Piuttosto che stare con il marito o la
che un ospite inatteso possa turbare la propria tranquillità moglie, sono disposto ad occuparmi di handicappati, di
e la propria sicurezza. E questo è l’esatto contrario dell’in- drogati, di extracomunitari, di barboni”. Qui siamo fuori
segnamento evangelico. dall’amore, siamo in pieno egoismo. Perchè l’altro, che
Ci chiediamo allora: cosa significa costruire una coppia, scelgo di accogliere, non è una scelta d’amore, ma una scelta
per fuggire da uno, con cui non voglio stare. In definitiva
END milano Febbraio 1996 - 11
scelgo solo e sempre me stesso, servendomi di altri. Mi siva. Se si arriva da protagonisti o
servo del disagio degli altri per sfuggire al mio disagio di meglio da coprotagonisti alla Mes-
stare con il marito o la moglie. Spero di essermi spiegato sa, non si partirà certo poi da
bene, perchè su questo si gioca l’essenza stessa della vita svogliati, ma ancora più pieni di
di coppia. entusiasmo per fare ancora me-
glio, con la forza di quel Gesù al
4. La centralità dell’Eucaristia. Tutto il racconto dei disce- quale abbiamo donato tutta la no-
poli di Emmaus porta lì: allo spezzare del pane, punto di stra settimana e con il quale
arrivo di un cammino di riscoperta delle scritture e punto di vogliamo iniziare la settimana nuo-
partenza, di testimonianza della gioia di aver incontrato va. E pensate come questa
Cristo risorto. Non posso adesso mettermi a spiegare come centralità concreta della Messa
l’Eucaristia sia il punto centrale di tutta la vita cristiana. potrebbe diventare una forza per
”L’Eucaristia al centro della vita personale, parrocchiale e aiutare i figli in certe scelte, nell’af-
della Chiesa” è stato il tema del congresso Eucaristico che frontare certe difficoltà, nel
EMMAUS
si è celebrato a Milano dodici anni or sono. Vi rimando a compiere bene il proprio dovere, costi quel che costi. E’ un
tutto quello che è stato scritto e detto in quell’occasione. piccolo mezzo, povero, quello che vi ho suggerito. Ma il
Oggi mi accontento di indi- Signore ci ha sempre ricor-
carvi un piccolo gesto, un dato che la fede e quindi
piccolo atteggiamento che ci l’amore non si misura a chili,
aiuta a mettere l’Eucaristia al cioè a quantità, ma a qualità.
centro della vita di coppia e
di famiglia. PREGHIERA Ultima conseguenza prati-
ca: la missione. Cristo non è
Dovrebbe essere scontata un prodotto da congelare in
per le coppie dell’équipe la Non sarò conosciuto, Signore, come tuo discepolo frigorifero. Non è un reperto
partecipazione alla messa perchè conosco a memoria il tuo vangelo, archeologico da chiudere in
domeni- cale. vetrina in un museo. Non è
perchè parlo continuamente di te, neanche un lecca lecca da
Ebbene io mi domando e vi
domando: “come ci andiamo perchè sono onesto e laborioso, gustarsi da soli. Cristo è una
a questa messa? A mani vuo- perchè vado in chiesa, persona viva. E’ il Risorto, e
te o a mani piene? Ci perchè sono iscritto ad un’associazione cristiana. chi lo incontra ha tale gioia
accontentiamo di guardare che non può non comunicar-
Cristo che si offre al Padre o Sarò riconosciuto la agli altri. E guardate che
sappiamo offrire qualcosa di solo e soltanto questa comunicazione è ben
nostro come lui?” Ecco un se sarò capace di amare diversa dal proselitismo. C’è
modo concreto per far diven- tutti, sempre e nonostante tutto,
una grande differenza tra
tare l’Eucaristia il centro della proselitismo e missione. La
senza riserve e senza misura, preoccupazione prima del
nostra settimana. Quante
cose belle e meno belle capi- fino a consumarmi per gli altri. proselitismo è quella di au-
tano nella coppia e nella mentare il numero dei credenti
famiglia durante una setti- Sarò riconosciuto come tuo discepolo e per questo si circuiscono le
mana. Perchè non se sarò posseduto da un amore persone, si insiste fino al di-
raccoglierle per offrirle du- non stagionale o epidermico, sgusto perché entrino a far
rante la messa, mentre non strumentale o di facciata, parte della nostra religione,
vengono portate le offerte ma pari all’amore del nostro gruppo. Missio-
all’altare? che il Padre ha per te
ne è partecipare ad altri la
L’attenzione reciproca, il gioia di aver incontrato Cri-
perdono dato e ricevuto, la e pari all’amore che tu hai per me. sto. E questa gioia bisogna
gioia di un atto d’amore ben anche gridarla ma è soprat-
riuscito, la delusione per I grandi artisti tutto necessario viverla,
qualcosa che è mancato, l’im- hanno scolpito o dipinto grandi opere testimoniarla con i gesti quo-
pegno per superare una non perchè erano bravi, ma perchè tidiani. Come è avvenuto per
difficoltà, la gioia di un bel amavano sul serio ciò che facevano. le prime comunità cristiane. I
”dovere di sedersi”, lo sfor- pagani abbracciavano il cri-
zo per una prolungata lettura Fa’, Signore, che sia sempre più convinto stianesimo non tanto per la
della parola di Dio fatta insie- che parlare è bene,
bellezza della dottrina ma per-
me. Il tempo sottratto ché vedevano come
all’egoismo per la crescita che lavorare è doveroso, vivevano i cristiani. ”Guar-
dell’amore di coppia. Le pre- che pensare è giusto, date come si amano”. Questa
occupazioni per i figli, ma che amare è meglio di tutto. è la testimonianza che vince
l’impegno per la preghiera di Amen. il mondo: la nostra fede”.
coppia e di famiglia, e chi ne Dove per fede Giovanni in-
ha più ne metta. Perchè non tende sempre la
farle diventare dono da met- testimonianza dell’amore re-
tere vicino al dono che Cristo ciproco che nasce dal fatto
fa di se stesso al Padre? Così facendo la Messa diventereb- di saper gioire perché Dio per primo ci ha amati così come
be già il punto di arrivo di tutta una settimana. Non un punto eravamo. Ma questa missione non è la vocazione della
di arrivo scontato. Passano sette giorni e arriva la domenica coppia cristiana? Io mi fermo qui. Ma mi permetto di termi-
e si va a Messa. No! La Messa è diventata il punto di nare con una preghiera che ho trovato su una rivista. Mi è
riferimento di tutta la settimana. Una volta si cantava: ”gioie, piaciuta tanto e la propongo anche a voi.
dolori, fatiche e speranze nel sacro calice noi deponiamo”.
Se pensassimo, giorno dopo giorno a queste cose belle e Padre Giuseppe Oltolina
meno belle, ma certamente nostre, della nostra vita, che
vogliamo deporre nel sacro calice ecco che la Messa diven- Un grazie a Giovannella Luquer, équipe Milano 8, per la
terebbe un punto, il punto di arrivo della settimana. E poi da paziente trascrizione del manoscritto.
lì si partirebbe con nuovo vigore per la settimana succes-
12 - Febbraio 1996 END milano

Partecipare alla sessione?


Ma sì? Ma no? MAVAI!!!
La partecipazione degli équipiers del Settore Mila- Questa caratteristica è più marcata nella sessione
no alle sessioni nazionali ha assunto ormai da anni estiva ove il ritmo è più tranquillo (in passato preve-
l’aspetto di un esodo biblico. Gruppi imponenti di deva un giorno in più pur con lo stesso programma).
coppie con al seguito figli, parenti stretti, parenti
larghi, a volte addirittura conoscenti occasionali mo- I temi sono importanti, calibrati in riferimento alla
nopolizzano questi incontri coppia e alla famiglia, pre-
impedendo di entrare ai sentati in modo avvincente,
pochi che dagli altri Settori
intendono se non parteci-
SESSIONI NAZIONALI caratterizzati da cristiano
ottimismo e da una giusta
pare almeno curiosare. Le sessioni nazionali, a cui raccomandiamo dose di autoironia, capaci
E’ indifferibile fermare la partecipazione, per la grande ricchezza di allargare gli orizzonti del-
questa invasione. Si po- che possono offrire, si terranno a la nostra esperienza.
trebbe stendere un cordone
di sicurezza e instaurare Nocera Umbra I relatori, sempre molto
(un mese prima dell’inizio bravi e sovente eccezio-
dal 24 al 28 aprile e
delle due sessioni, quella nali, offrono numerosi
primaverile e quella esti- dal 21 al 25 agosto. spunti dai quali ognuno può
va) una rigidissima facilmente attingere.
quarantena sanitaria in- Tema generale
torno alla parte d’Italia FATE QUELLO CHE VI DIRA' Il lavoro nelle Équi-
occupata dal Settore Mi- pes di formazione è la
lano, la Milània (notare Per informazioni rivolgersi ai Casalone. perla preziosa, per due ra-
l’accento sulla prima a). gioni. E’ occasione di
Il metodo sarebbe però arricchimento, grazie an-
un po’ troppo duro. Pen- che a un metodo di lavoro
siamo allora a un sistema più morbido: cambiare, anzi reso ancor più partecipato e affascinante a partire
rove- sciare l’organizzazione e il clima caratteristico dalle sessioni del 1995. E’ gioia per la creazione di
delle ses-sioni. Così le persone non ci andranno più. amicizie che resistono al tempo e alla distanza.
Per cambiare qualcosa bisogna prima conoscerla.
Evidenziamo allora i pregi che abbiamo personalmen- Il colloquio con gli équipiers nei momenti liberi
te riscontrato partecipando a cinque sessioni tra della giornata è possibilità di inaspettati scambi e
estive e primaverili. confidenze.

La località, a 5 Km. da Nocera Umbra, è situata La possibilità di avere una visione delle END
nel cuore dell’Umbria, in una zona incontaminata, a livello nazionale e al contempo di conoscere la
abbracciata da una pineta che invita a rasserenanti realtà specifica di altre Équipes, magari lontane ed
passeggiate e comunque rende salubre l’aria. inserite in realtà diverse dalla nostra, stimolando il
proprio modo di interpretare e vivere il Metodo END.
La casa di soggiorno "Bagni di Nocera", è
ampia, dotata dei servizi e di tutti gli spazi necessari Un’esperienza stimolante per i figli: i figli hanno
sia alle famiglie che al funzionamento del convegno. spazi (anche per dormire di notteda soli, naturalmente
Persino l’acqua è speciale, diuretica; infatti la casa se sono grandi e lo desiderano) e attività apposita-
sorse come luogo termale e di cura. mente organizzate per loro. La reciproca conoscenza
li arricchisce e mostra loro che non sono rarità, ma
Il clima della sessione (quello meteorologico, è che anche altri ragazzi crescono in famiglie che
solitamente ottimo) è sempre cordiale e fraterno, condividono gli ideali dei loro genitori.
favorevole a uno scambio fecondo tra gli équipiers.
continua a pag. 13
END milano Febbraio 1996 - 13

LA SESSIONE NAZIONALE (da pag. 12)


CALENDARIO DELLE
C’è anche un pomeriggio libero, che può essere gustato
riposando o visitando una delle tante città della Regione,
GIORNATE DI SETTORE
ricche di testimonianze di fede e di arte.
La serata in amicizia permette di offrire, personalmente
PER IL 1996
o in gruppo, le proprie capacità canore, teatrali o comiche Domenica 18 febbraio 1996
(e anche di gustare i dolci caratteristici della propria zona,
portati un po’ da tutti). A chi è più schivo consente di Giornata sul metodo: IL DOVERE DI SE-
divertirsi apprezzando le capacità altrui. DERSI.
Relatori Giuseppe e Angiolamaria Gonano
La preghiera comunitaria e individuale, dono dello Istituto Dehon - Monza
Spirito e gioia del cuore, favorisce l’ascolto umile di Dio.
Domenica 5 maggio 1996
La sessione può anche trasformarsi per la coppia in
un’occasione unica, privilegiata, consapevole e romanti- Giornata sul tema: IL SINODO E LA FAMI-
ca, di rimettere a nuovo il proprio matrimonio. GLIA
Relatore Padre Brovetto
La possibilità per
tutti, anche per i Con-
Suore Misericordine - Monza
siglieri spirituali e per
chi avesse perso il co-
niuge, di comprende-
re e amare sempre più DA SOTTOSEGRETARIO
le realtà che ci circon-
dano, afferrando in ALamberto in regalo
esse il filo rosso del
disegno di amore di pensieri portafortuna
Dio su ognuno. Un pensiero di madre Teresa di Calcutta
per infondere fiducia nel presidente del
Ci accorgiamo a Consiglio: è il "portafortuna" che ha do-
questo punto che i
nato a Lamberto Dini uno dei suoi vice-
pregi sono tanti (qual-
ministri, il sottosegretario alla Pubblica
che inevitabile con-
trattempo o inconve- istruzione Luciano Corradini.
niente si stempera Su una piccola pergamena, Dini potrà
facilmente se vissuto leggere una piccola riflessione della reli-
col sorriso nel cuore). giosa che, secondo Corradini, ben si addi-
Non vanno persi, ma ce al momento politico: "Se fai il bene ti
valorizzati. attribuiranno secondi fini egoistici; non
importa, fai il bene. Se realizzi i tuoi obiet-
Davvero que- tivi troverai falsi amici e veri nemici; non
st’esperienza può
importa, realizzali. Il bene che fai verrà
diventare anche per
domani dimenticato; non importa, fai il
te, come lo è stato per
tanti, momento privi- bene. L'onestà e la sincerità ti rendono
legiato ove Dio parla vulnerabile; non importa, sii franco ed
al tuo cuore. onesto. Dà al mondo il meglio di te e ti
PROVIAMO PER prenderanno a calci; non importa, dà il
CREDERE!! meglio di te".
Il sottosegretario non ha dubbi: "Le pa-
Pure noi ci propo- role di Madre Teresa sono un invito a Dini
niamo di partecipare, lieti della speranza di poter incontrare a sorridere sulle difficoltà dell'impresa e a
lì anche altri équipiers del nostro Settore. vivere le gioie e le sofferenze del ruolo di
traghettatore".
Giuseppe e Dolores Parolini
Carugate 2 Letto su un quotidiano e segnalato da Piero
Ingraffia
14 - Febbraio 1996 END milano

OLTRE ALLA GUSTOSA CENA...


Ovvero non di sola "cassoela" vivono i nostri capi
I responsabili di équipe del Settore di Milano si sono incontrati a Monza
il 13 gennaio 96, presso l’Istituto Buon Pastore
La nostra impressione è stata quella di un incontro ben L’invito specifico rivolto alle Coppie responsabili di
riuscito, grazie ai tanti ingredienti donatici da tutti i presen- Equipe a favorire il coinvolgimento di tutti gli Équipiers alla
ti: vita del Movimento, traendone tutta la ricchezza possibile
- prima di tutto il Buon Dio, invocato e ringraziato da una e liberandoli dalla tentazione di chiusura nel piccolo grup-
intensa preghiera centrata sul dono dell’Eucaristia e del po dell’Equipe di base.
dono della nostra vita ai fratelli, preghiera che ha occupato Rinnoviamo il nostro grazie a tutti quanti per il servizio
la prima parte della serata, prestato e diamo l’appuntamento per questo tipo d’incon-
- poi le coppie responsabili di équipe che si sono con- tro edizione 1997 a tutti i futuri e nuovi responsabili
frontate sul tema di approfondimento del metodo, la prepa- d’Equipe.
razione e la conduzione della riunione d’équipe, Paolo e Laura Casalone
- ed infine le coppie responsabili del settore che hanno
curato l’organizzazione, l’introduzione alla preghiera, al
tema di studio e la cena.
E gli ingredienti sono stati: L’angolo dei ghiottoni
Pan di Spagna
Ingredienti (per tortiera da 25
cm).
Farina di grano tenero gr. 180,
zucchero gr. 180, 6 uova intere.
Procedimento. Sgusciare le uova
separando con cura gli albumi
(tracce di tuorlo impedirebbero
di montarli a neve). Aggiungere
un terzo dello zucchero agli albumi e montarli a
neve fino a far prendere la consistenza della
panna montata (è il segreto della riuscita). Mon-
tare poi i tuorli collo zucchero restante. Passare
al setaccio la farina. Aggiungere gli albumi ai
tuorli, mescolando con delicatezza dall'alto in
- il clima di serena amicizia e sintonia, basso, aggiungendo spruzzate di farina fino ad
- il coivolgimento nel partecipare alla organizzazione e amalgamare il tutto. Non mescolate troppo, chè
nel contribuire al buon andamento logistico della serata l'impasto smonterebbe irreparabilmente. Dimen-
- la ricchezza degli argomenti portati da tutti nella
ticavo il lievito: se l'impasto resta bello spumoso
discussione, tanti suggerimenti pratici, alla luce delle idee
portanti del metodo END e della Carta che è stata spesso non serve; se, viceversa, si riducesse di volume
richiamata. tornado semiliquido, aggiungere mezza bustina
Tra le cose emerse ci hanno particolarmente colpito: (8 grammi) di lievito istantaneo (e riprovare la
L’idea che alla riunione d’Equipe si vada per ascoltare, prossima volta...). Mettete a cuocere nella tortie-
confrontarsi, aiutarsi fraternamente, ma solo dopo che ra ben imburrata e infarinata a bassa temperatu-
l’ascolto e l’aiuto reciproco è stato sperimentato all’inter-
no della coppia ra (110-120°) per un'ora circa. L'impasto deve
Il fatto che la riunione d’Equipe porta i suoi frutti se la lievitare uniformemente, senza che si formi un
coppia ha desiderato, deciso, provato a crescere insieme umbone centrale. Provare la cottura con uno
alla luce di Dio. stecco: una cottura eccessiva renderà secca la
L’immagine che siamo coppie in cammino verso la vetta pasta.
di una montagna: il metodo END è l’ attrezzatura che ci
portiamo in spalla per meglio raggiungere la cima. Sarebbe Da usare come base per torte farcite, dopo aver
davvero sciocco portarsi sulle spalle un ingombro per tolto l'eventuale crosta superiore.
camminare semplicemente in pianura. Lo chèf Lino Opeavasa
END milano Febbraio 1996 - 15

Notizie flash dall'équipe Senago 1


Il nostro gruppo di Coppie (Raoul ed Isabella Criconia, I primi capitoli parlano chiaramente in difesa della vita:
Rodolfo e Paola Gatti, Giovanni e Marilena Nori, Angelo ed Non uccidere l'inizio della vita (l'aborto)
Elsa Rebuglio, Walter e Fernanda Romanò), guidato in Non uccidere la fine della vita (L’eutanasia).
modo magistrale e competente dal nostro sempre costan- Un'azione contro la vita non è solo l’omicidio in quanto
temente presente ed attento Consigliere Spirituale Don tale, è tale anche l'uccisione di deboli innocenti, sia che ciò
Daniele Gandini, ha scelto quest’anno l’enciclica del Papa avvenga direttamente sia indirettamente.
Evangelium Vitae. Sacra è la vita e sacro è il dovere di non uccidere, poiché
Volevamo far conoscere anche se in modo semplice e la vita è un dono che non ci appartiene. Prima della morale
molto conciso ciò che abbiamo condiviso in questa prima c’è il vangelo della Vita e “ Vita “ per Dio, significa “aver
parte di cammino END. Innanzitutto a settembre c’è stata cura del creato”.
una programmazione ben precisa delle riunioni, le quali La croce ci si rivela oggi anche attraverso la sofferenza:
vengono poi preparate, di volta in volta, con Don Daniele noi ci accorgiamo di essere amati da Gesù, Colui che regna
dalla coppia ospitante. Gli incontri sono centrati di volta in dalla croce nella posizione più completa, nelle mani del
volta su uno dei punti che per noi costituiscono nel loro Padre.
insieme LA RIUNIONE DELL’EQUIPE, vale a dire, il tema Dio si rivela nella più grande povertà o debolezza, la
di studio, il pranzo con la messa in comune, la preghiera, la croce nasce dalla fatica di portare i segni della sofferenza,
compartecipazione degli impegni della carta, e, infine, è un soffrire che apre alla vita. Il nostro aiuto va dato a chi
all’organizzazione della riunione successiva. non ha nulla da darci in con-traccambio. Il Signore è qui con
Constatiamo ogni volta che gli incontri END sono stru- noi ogni giorno e attraverso noi, coppia, agisce nel quoti-
menti di crescita nel cammino spirituale personale di coppia diano, se ci abbandoniamo a lui.
e di gruppo. Se le coppie sono alla ricerca del Signore nella Dio non vuole la morte, egli è il Dio della vita. La fede può
loro vita ed hanno il desiderio di puntare in alto, ecco che cambiare oggi la vita, il credere a un DIO-AMORE, l’avere
tutto il gruppo END respira e vive questo desiderio di fede in questo, può cambiare la nostra vita, può cambiare
pienezza di valori da condividere, da annunciare, da met- la storia. La parola di Dio che cambia il cuore dell’uomo, che
tere al servizio del prossimo. cambia la storia, permette di realizzare il paradiso, anche qui
L‘Evangelium Vitae è un atto magistrale della Chiesa, il in terra, permette di vivere miti, da fratelli.
messaggio Cristiano del Papa sulla vita come norma natu- Con semplicità di cuore ci sentiamo uniti a voi in Cristo
rale nell’ambito sociale e politico. nella Preghiera.
Raoul e Isabella Criconia
Senago 1
Buon umore in pillole
Una piccola missione del centro Africa viene
assalita dai guerriglieri: le tre suore, due anziane
ed una giovane conversa si salvano miracolosa-
mente.
Rientrano alla casa madre dove sono accolte in
gran festa: la madre generale, davanti al Capitolo,
le interroga.
La prima suora anziana racconta di essere stata
circondata ma di aver pregato la Santa fondatrice
e di essersi trovata in salvo senza sapere come:
stupore delle presenti e preghiera di ringraziamen-

FIOCCO AZZURRO
to alla fondatrice.
Lo stesso avviene per la seconda.
Viene infine interrogata la giovane conversa:
costei racconta di essere stata inseguita per la Giacomo Piccinini, figlio primogenito di Luca e
foresta da un guerrigliero giovane e prestante e di di Isa, dell'équipe Cernusco 3, nato il 18 luglio
essere in breve stata raggiunta. A questo punto la 1995.
madre generale chiede: "e tu cosa hai fatto"? "mi
sono fermata e voltata verso di lui che si è fermato
ad ha iniziato a sbottonarsi i calzoni"... Sgomento! Lorenzo Sesana, figlio di Stefano e di Claudia,
"E tu"? la incalza la superiora. "Io, ho cominciato dell'équipe Cernusco 3, nato il 5 dicembre 1995.
allora ad alzare la gonna"... Raccapriccio! "Me- Viene a far compagnia a Francesca di soli 16
glio la morte, la nostra fondatrice avrebbe scelto il mesi.
martirio"!... Poi però prevale la curiosità: "E tu
poi..., insomma, com'è finita"?... Marcello Pipitone, figlio di Calogero e di Raffa-
"Beh... io ho alzato completamente la gonna e lui ella, dell'équipe Milano 2, nato il 5 gennaio 1996.
ha calato del tutto i calzoni"... "E allora,... com'è Viene a far compagnia a Francesco di soli 20
finita?" chiede fra l'ansioso e il malizioso la Gene- mesi.
rale "Madre, io sono scappata", risponde la con-
versa, "ma secondo Lei corre più veloce una suora Simone Villella, figlio primogenito di Alberto e
con le gonne alzate od un negro con le brache alle di Laura, dell'équipe Milano 11, nato il 16 gennaio
caviglie"?!!! 1996.
16 - Febbraio 1996 END milano

R I T I R O S P I R I T U AL E
iuniti n anti nsieme everendo ltolina apiente aterno spirato ende nteressati utti niti ui ntusiasti

Una proficua giornata per rigenerare lo spirito e... tutto il resto


Domenica 19 novembre 1995 ci siamo trovati numerosi prima sembrare noiosi, si rivelavano poi interessanti e
all’Istituto Dehon di Monza per un ritiro spirituale sul tema proficui per la mia crescita spirituale.
“Due di loro erano in cammino”. Colgo quindi l’occasione per invitare quanti nelle END
La giornata era piuttosto fredda, ma è bastato poco, oltre non fanno tesoro di questa opportunità a partecipare a
al caffè preparato in gran copia dalle carissime sorelle Buzzi, queste giornate, facendo magari un piccolo sforzo per
per scaldare l’ambiente. decidere di andarci (certamente il momento più difficile e
L’incontro con tanti amici, che non si vedevano da prima faticoso del ritiro): ne vale la pena!
dell’estate od anche da più lungo tempo, ha dato gran Lidia Avesani
calore (con accompagnamento di decibel...) a tutti. Monza 1
Al resto ha pensato padre Oltolina: tutti, anche chi La relazione completa di padre Oltolina a pag. 6
potesse aver avuto residui di sonno arretrato, siamo stati
catapultati in pieno nel tema della giornata. La sua voce
calda, corposa, tonante ha riempito la sala. Redazione: Paolo e Lidia Avesani
L’argomento ci ha subito presi ed il tempo delle due Equipe Monza 1
meditazioni, intervallate da una pausa di riflessione, è Largo Esterle, 3 - 20052 MONZA (MI)
volato.
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Per i Milanesi Paolo è reperibile c/o


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Si prega chi è dotato di computer di fornire


i testi per i futuri notiziari su dischetto DOS,
possibilmente in protocollo ASCII o Write di
Windows.
Si prega inoltre di non fare impaginazioni
giustificate che spesso non sono compatibili
E’ seguita poi la S. Messa, che padre Oltolina ha voluto
col programma DTP usato e richiedendo
dedicare ai bambini (ma il messaggio, sotto sotto, era
chiaramente indirizzato anche agli ex...), chiamandoli sul quindi la ripresa a mano delle spaziature.
presbiterio e dialogando di continuo con loro. I bimbi Grazie in anticipo.
hanno portato all’altare i doni, fra cui molti disegni da loro
fatti in mattinata.
Poi il pranzo, tutti stretti per i pochi tavoli disponibili, col
tavolo sul palco pure imbandito e capeggiato da Biagio
Sava-rè attorniato da 12 commensali (manie di grandez-
Sommario
za?...). Argomento Pag.
Personalmente devo ringraziare gli équipiers di Canegrate La Cominità alternativa - don S. Caccia 1
che in queste occasioni mobilitano un specie di rosticceria La δelta - P. Avesani 2-3
ambulante, con pasta al forno, cotolette alla milanese, Una preghiera insieme - P. e L. Casalone 4
sott’oli e sott’aceti, torte di mele, ecc.: mi accolgono sempre Presentazione Giornata di Settore 5
ospite al loro tavolo, forse per la torta di Paolo o forse Due di loro erano in cammino - padre G. Oltolina 6-11
perché sono a dieta e mangio, o dovrei mangiare, poco... Calendario delle Sessioni nazionali 12
Mi vien fatto di pensare: fortunati i mariti di nonna
Partecipare alla Sessione? - G. e D. Parolini 12-13
Silvana, di Anna R., di Anna M. e di Pinuccia! Il mio, se
vuole gustare qualche cosa di speciale, si deve arrangiare Calendario delle Giornate di settore 13
da solo, anche se sembra che la cosa gli riesca benino...! A Lamberto in regalo - segnalazione P. Ingraffia 13
Poi nel pomeriggio un’ora di preghiera guidata con Oltre alla gustosa cena - P. e L. Casalone 14
letture, salmi e canti: anche qui il tempo è volato. L'angolo dei ghiottoni 14
Io devo ringraziare ancora le END, perché mi permettono Notizie flash da Senago 1 - R. e I. Criconia 15
di fare un tuffo in un passato molto remoto ed a me anche Buonumore in pillole 15
molto caro. Ricordo infatti che quando ero ragazza e fre- Fiocco azzurro 15
quentavo il collegio “Seghetti” di Verona, partecipavo con Ritiro spirituale - L. Avesani 16
le mie compagne a dei ritiri spirituali che, anche se potevano

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