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INDICE
1. PREMESSA _________________________________________________pag.3 1.1-Cos' la Carta dei servizi___________________________________ pag.3 1.2- Cosa contiene ___________________________________________pag.3 1.3- A chi si rivolge ___________________________________________pag.3 1.4- Aggiornamento della Carta dei servizi della comunit_____________pag.3

2- LA MISSION _______________________________________________ pag. 4 3.DESTINATARI _______________________________________________pag. 4 4. SERVIZI EROGATI ___________________________________________pag.5 5- LINSERIMENTO E LACCOGLIENZA____________________________pag. 6 5.1 l'attuazione del progetto di comunit nelle attivit giornaliere_____pag. 6-7-8 5.2 come si svolge il lavoro educativo: la stesura del pei____________pag. 9-10 5.3 gli incontri con la famiglia: osservati e protetti___________________pag. 10

6. L'ACCOMPAGNAMENTO DEL MINORE ALL'USCITA DALLA COMUNIT ____pag.11-12

7- SERVIZI PER GLI ENTI ______________________________________ pag. 12 7.1 l'osservazione degli incontri e la valutazione psico-diagnostica _____pag. 12 7.2 il lavoro di rete___________________________________________pag. 13

8- COME SI SVOLGONO GLI INTERVENTI SANITARI________________ pag. 13 8.1 Come si svolgono gli interventi sanitari_________________________pag 13 8.2 documenti di lavoro_____________________________________pag. 13-14

Allegato 1 - La Carta dei Diritti del Bambino nel Centro Assistenza Minori Allegato 2- Regole di comportamento per i genitori !

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1. PREMESSA 1.1 Cos' la Carta dei servizi


La Carta dei servizi della Comunit Alloggio Gli Amici di Giancarlo uno strumento che fornisce agli utenti tutte le informazioni essenziali sui servizi offerti dalla struttura. La Carta predisposta conformemente alla Legge Regionale Siciliana 9.5.86 n. 22, alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994 "Principi sull'erogazione dei servizi pubblici" e trova un'ulteriore conferma in materia di servizi sociali nella legge-quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali (Legge n. 328/2000) che all'art. 13 prevede la Carta dei servizi sociali al fine di tutelare le posizioni soggettive degli utenti. La comunit nella sua azione che espleta tutti i giorni della settimana, adotta e mette in pratica i valori espressi nella "Convenzione Internazionale sui diritti della Infanzia" e nella Carta dei Diritti dei bambini qui acclusa (vedi allegato 1).

1.2 Cosa contiene


La descrizione dei servizi forniti L'indicazione dei modi e tempi di erogazione La gestione organizzativa delle ativit La progettazione degli interventi individualizzati

Grazie alla Carta dei servizi quindi possibile: utilizzare in modo pi mirato i servizi; rendere trasparente lo sforzo compiuto per fornire un servizio sempre pi efficiente; migliorare la qualit del servizio offerto e aumentare la fiducia dei cittadini verso la struttura.

1.3 A chi si rivolge


Agli enti e alle istituzioni che si occupano, a vario titolo, del progetto di tutela del minore e del suo temporaneo collocamento in comunit; ai minori ospiti della struttura e alle loro famiglie.

1.4 Aggiornamento della Carta dei servizi della Comunit


La Carta dei servizi della comunit viene riesaminata ogni due anni al fine di: garantire un'attenzione continua alle differenti esigenze degli utenti consentire la verifica e la messa a punto della politica della Qualit conformare le informazioni fornite alle variazioni delle leggi. L'aggiornamento sar pi frequente in caso di particolari esigenze e di cambiamenti sostanziali nella struttura organizzativa della struttura o nella legislazione di settore. ! ! ! ! ! ! $! !

2. LA MISSION
Finalit principale della comunit la cura, la tutela ed il sostegno del minore nel suo processo di crescita evolutiva. La comunit alloggio ospita minori temporaneamente privi di un ambiente familiare e pertanto svolge unessenziale funzione di integrazione o temporanea sostituzione delle funzioni familiari, per offrire al minore un idoneo ambiente educativo e relazionale, dove elaborare un progetto di vita, nel pieno rispetto dei diritti del minore stesso, attraverso la progettazione di interventi finalizzati a salvaguardare il loro benessere psicofisico. Le principali finalit sono: Sostegno alla promozione dellautonomia personale valutazione dello stato di salute psico-fisico del minore e adozione degli interventi di sostegno e di recupero con il supporto e la condivisione della rete dei servizi di competenza territoriale. collaborare con il T.M e gli enti di competenza alla definizione del progetto di collocamento del bambino all'uscita dalla comunit.

3. I DESTINATARI
La comunit alloggio Gli amici di Giancarlo accoglie minori dai 6 anni ai 13 anni provenienti da famiglie con situazioni multi problematiche per cui il Tribunale per i Minorenni ha disposto il loro temporaneo collocamento in comunit idonee a mezzo provvedimento di affidamento. In assenza di decreto, laccoglimento del bambino pu avvenire anche mediante richiesta diretta del Servizio sociale competente e della Questura. Minori anche fino a 13 anni, ma solo in presenza di fratelli pi piccoli, sono accolti nella comunit. L'accoglienza di bambini portatori di handicap viene valutata caso per caso e subordinata all'effettiva possibilit di gestione del bambino da parte di personale non infermieristico. I bambini accolti nella struttura possono provenire da: comune di Palermo provincia di Palermo altre province delle regione sicilia Durante la permanenza in comunit, vengono raccolte le osservazioni e le valutazioni sullo sviluppo psicofisico del bambino al fine di fornire una lettura dei fabbisogni evolutivi e psicorelazionali dellutente. Questi dati costituiscono un contributo utile al Tribunale per i Minorenni ed ai Servizi sociali competenti, coinvolti nella definizione del Progetto Educativo Individualizzato (PEI) per il minore, ossia un percorso educativo documentato, flessibile e modificabile. II Progetto accompagna la crescita del singolo bambino in comunit. ! ! ! ! ! ! %! !

4. SERVIZI EROGATI

SERVIZI PER I MINORI !"#$%&"&'%

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5. LINSERIMENTO E LACCOGLIENZA
Il processo di inserimento dei minori avviene a seguito di un provvedimento emesso dal Tribunale per i minorenni e in taluni casi con provvedimento dufficio da parte delle Forze dellOrdine. La fase della presa in carico un momento molto delicato che viene curato dallequipe educativa con particolare attenzione. Fin dai primi contatti da parte del Tribunale e dei servizi sociali, la comunit attinge informazioni sulla problematica del minore, sulla tipologia di disagio di cui portatore, sulle sue caratteristiche comportamentali e cognitive, operando una valutazione di disponibilit o meno in relazione alla compatibilit con le risorse e potenzialit della struttura stessa. Di norma, nella fase successiva si realizza un incontro tra il TM o il servizio sociale affidatario e la comunit, in seno al quale viene presentato il caso, approfondito dallacquisizione di documentazione varia (relazioni sociali e di servizi specialistici, decreto del T.M.) e a seguire si attua la conoscenza del minore e del nucleo familiare di appartenenza, laddove presente. Questa modalit operativa volta anzitutto a tutelare il delicato equilibrio interno tra gli ospiti preesistenti, tutti portatori di un vissuto fortemente sofferente e complesso, e inoltre a garantire il diritto dello stesso minore segnalato a ricevere gli interventi pi adeguati in ordine alla propria problematica. Durante il primo incontro vi un colloquio con la responsabile della comunit e lo psicologo, per la condivisione del regolamento e del significato del progetto educativo, e una visita della struttura. Lingresso nella struttura si caratterizza come un momento festoso di benvenuto a cui partecipano gli operatori e gli altri minori. Nel giorno stabilito per l'ingresso, il bambino viene accolto da una educatrice di riferimento precedentemente designata dalla responsabile e lo psicologo, in accordo con il gruppo di lavoro. Il suo compito sar quello di essere presente accanto al bambino nel suo percorso in comunit nei momenti pi significativi dal punto di vista emotivo, relazionale e psicologico. Tale persona svolge le funzioni riconducibili a quelle di un genitore, la comunit alloggio infatti si caratterizza per il taglio familiare che assume nella gestione degli interventi educativi. nella prima settimana che si creano le migliori condizioni di accoglienza sia da parte delloperatore che del gruppo minori, al fine di permettere al minore di sentirsi parte di un tutto e di sentirsi accettato; a tal fine un operatore lo affiancher per fargli conoscere e interiorizzare non soltanto lambiente interno e le regole comportamentali, ma anche la zona circostante; il minore inoltre ha lopportunit di arredare e personalizzare la propria camera seguendo i propri gusti e inclinazioni, nel rispetto degli spazi altrui. Durante il primo periodo di permanenza, particolare attenzione verr dedicata a favorire lo stabilirsi di relazioni significative con gli educatori e gli altri ospiti e alla comprensione delle norme che regolano la vita del luogo. In questa prima fase lintervento dellquipe sar focalizzato sul contenimento e sullosservazione delle modalit relazionali e dei comportamenti messi in atto dal minore, al fine di comprenderne le caratteristiche psicologiche e le esigenze relazionali e affettive, attraverso la compilazione di schede comportamentali, finalizzate alla stesura del P.E.I. congruo alle specifiche esigenze dello stesso. In collaborazione con i servizi invianti, avverr la raccolta di informazioni anamnestiche e della storia famigliare del minore; inoltre lo psicologo cercher di identificare le aree su cui focalizzare lintervento dellquipe degli educatori attraverso sedute di gioco, di disegno e lutilizzo di strumenti qualitativi. 5.1 L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO DI COMUNIT NELLE ATTIVIT GIORNALIERE Tutto il personale, guidato dalla costante presenza della responsabile, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, collabora nella realizzazione del progetto di comunit, rivolto alle esigenze e alle necessit non solo del singolo, ma di tutti i soggetti che vivono nella struttura. B! !

! Il progetto di comunit si fonda sullutilizzo di una metodologia sistemico-relazionale, che considera i minori come parte di un sistema familiare e micro-sociale le cui disfunzioni, in termini relazionali, hanno reso necessario lallontanamento temporaneo del minore. Pertanto il progetto mira a produrre cambiamenti a questo livello ed a favorire lacquisizione di nuove modalit relazionali e stili di vita da parte del minore, attraverso il continuo confronto con gli operatori. Il modello di lavoro quello di una comunit aperta con particolare attenzione allindividuazione di risorse esterne e alla collaborazione con le agenzie sociali, ricreative e scolastiche del territorio, sia per le attivit di gruppo, che per i progetti individualizzati. Importanti elementi sono quindi il lavoro dequipe e il lavoro di rete: la valorizzazione delle diverse professionalit e il confronto aperto e costante tra tutti gli operatori che operano allinterno della struttura consentono di sviluppare interventi integrati complessi a favore dei minori; inoltre la comunit lavora in sinergia con i Servizi Territoriali, il TM in particolare, e con i soggetti del privato sociale. Lintervento educativo si basa su un approccio multidisciplinare bio-psico-socioeducativo e si avvale di tutti gli interventi necessari (psicoterapico, educativo, relazionale, ecc.). La Comunit si caratterizza per la modularit del servizio educativo che assicura un intervento specifico per fascia det e si preoccupa di aiutare i minori inseriti a superare le insicurezze, le paure, laggressivit, la conflittualit maturate nellambiente di provenienza. La finalit della Comunit quella di garantire uno spazio di vita quotidiano in cui promuovere lo sviluppo integrato della persona, intesa nelle sue diverse sfere (fisica, psicologica, sociale/relazionale e spirituale). La finalit si declina nei seguenti obiettivi: Sviluppare lautonomia personale, gestionale e progettuale; Garantire spazi di ascolto e confronto centrati sullauto-orientamento Incentivare la partecipazione, la socializzazione e il senso di appartenenza alla comunit; Sostenere il minore nella gestione della dimensione affettiva; Incanalare le energie in attivit costruttive ; Migliorare la capacit di rapportarsi alle diversit (stranieri, portatori di handicap, persone in difficolt). Sostenere nel minore la capacit di instaurare e gestire rapporti con gli adulti; Lintervento degli operatori reso agevole dallutilizzo dei seguenti strumenti di lavoro: Riunioni di equipe quindicinale, finalizzata al confronto e alla programmazione delle attivit e dei processi educativi. Il Diario di bordo, dove gli operatori segnano quotidianamente landamento della vita in comunit, raccogliendo impressioni e valutazioni e trasmettendo consegne ai colleghi; Scheda di Osservazione, strumento per fissare riguardanti i minori e, quindi, per stilare le Relazioni valutative e progettuali. Alcuni aspetti vincolanti nella organizzazione della quotidianit sono: L'orario delle visite di genitori e parenti prevalentemente concentrate nel pomeriggio (dalle 15,00 alle 18,15). L'orario dei pasti Lorario delle docce Le eventuali sedute riabilitative effettuate presso la UONPIA (Unit Operativa di Neuropsichiatria per l'Infanzia e l'Adolescenza) di zona o le visite specialistiche programmate presso strutture ospedaliere per problemi specifici. L'accompagnamento dei minori in luoghi esterni per incontri programmati con i periti nominati dal Tribunale. C! !

! L'orario di entrata/uscita dalle strutture scolastiche esterne (scuola materna, elementare, e medie). Le caratteristiche dei destinatari (minori di entrambi i sessi, di et compresa tra i 6 e i 13 anni) e gli elementi strutturali della comunit alloggio sono gli altri fattori essenziali che vanno a specificare il progetto di comunit. Esso infine si concretizza nelle diverse attivit che vengono realizzate quotidianamente con i minori; di seguito, a titolo esemplificativo, descriviamo alcune attivit caratteristiche della comunit: cura di animali, quali capre, asini, galline, e contatto con la natura, finalizzati a stimolare il senso di responsabilit e di cura nei confronti di un altro, da parte dei minori; sperimentazione dellonoterapia, un tipo di pet therapy, che sfrutta le caratteristiche proprie dell'asino, quali taglia ridotta, pazienza, morbidezza al tatto, lentezza di movimento e tendenza ad andature monotone. Tali attivit sono interventi di educazione e rieducazione alla relazione, finalizzate a promuovere condizioni di benessere. La dimensione significativa dellincontro la triade utenteasinooperatore che si rivela contenitore affettivo sicuro e accogliente che comunica e ascolta. Il rapporto con gli animali rappresenta una opportunit, una strada privilegiata per ottenere risultati sul piano della comunicazione. La comunicazione non verbale diventa il canale preferenziale che rende possibile lespressione pi intima di s. Si inoltre attivata la realizzazione dellorto sinergico, presso la struttura sita nel comune di Petralia Soprana, al fine di approfondire tematiche inerenti lambiente e lagricoltura biologica; intervenendo con metodologie sperimentali sul campo (saper fare), i minori coinvolti si sentiranno cittadini attivi e recettori di modelli comportamentali che fanno capo a sistemi biologici sostenibili. Prendendosi cura dellorto i minori svilupperanno senso di responsabilit, rispetto per la natura e salvaguardia dellambiente, e svilupperanno nuove conoscenze e competenze relative alle tecniche per la cura dellorto, la manutenzione e la raccolta dei prodotti biologici della terra. Inoltre la danza, calcetto, piscina, vari laboratori ludico-ricreativi e manipolativi ed il sostegno scolastico garantito giornalmente anche grazie al sostegno dei volontari. Allinterno del progetto di comunit viene elaborato un progetto individualizzato per ciascun minore, che prenda in considerazione le specificit, i bisogni e le potenzialit di ciascun individuo (P.E.I).

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! 5.2 COME SI SVOLGE IL LAVORO EDUCATIVO: LA STESURA DEL PEI Obiettivo dellinserimento in Comunit definire, a favore del minore, uno specifico e mirato Progetto Educativo Individualizzato (PEI), condiviso dal minore e finalizzato al superamento della situazione di disagio. Il P.E.I. definito in base agli elementi ricavati dallosservazione dei minori e da quelli forniti dai precedenti servizi che li hanno presi in carico (Asp, Comuni e Tribunali per i Minorenni) e comprende una valutazione multidimensionale del minore, unindividualizzazione dei suoi bisogni e delle sue potenzialit, gli obiettivi educativi a breve e a lungo termine, gli strumenti e i metodi dintervento, i tempi indicativi di realizzazione e le modalit di verifica in itinere e finale. Il PEI viene firmato dalleducatore di riferimento e, quando possibile, dalla famiglia, che deve essere resa partecipe di quanto si sta facendo col figlio e di quanto si cercher di fare con la famiglia stessa. Il minore viene informato in maniera semplificata quali sono gli obiettivi del PEI, in modo che anche lui sappia verso quali mete si sta lavorando: un modo di responsabilizzare il minore per renderlo maggiormente consapevole di quello che gli viene richiesto. importante dunque individuare degli impegni concreti e semplici che il minore pu assumersi e che riguardino la sua sfera di interessi e di competenze, anche in riferimento allet, e che lo aiutino a raggiungere gradualmente lautonomia e a prendere coscienza delle proprie responsabilit. Pertanto, allinterno del PEI sono specificati gli impegni dei minori relativamente alla scuola, alle attivit ricreative e sportive, alla gestione del denaro e agli sbocchi lavorativi per i ragazzi pi grandi. Lequipe educativa prevede anche una parte di PEI riservata alla famiglia dorigine, dove sono individuati bisogni e potenzialit, obiettivi a breve e a lungo termine, strumenti e metodi dintervento, tempi indicativi di realizzazione e modalit di verifica in itinere e finale. Si convinti infatti che i miglioramenti dei minori debbano essere accompagnati da un processo di cambiamento anche della famiglia. Il Piano Educativo Individualizzato PEI - viene formulato annualmente dal gruppo degli operatori della Comunit, con la partecipazione della famiglia e degli operatori sociosanitari e del TM, che hanno in carico il caso. Il progetto individualizzato delinea lipotesi di un percorso di crescita a partire dall'inserimento (tempi, scadenze, curriculum scolastico, rientri e rapporti con la famiglia), senza trascurare di raccogliere notizie circa le esperienze precedenti. Vengono cos definiti gli obbiettivi immediati, intermedi e a lungo termine dell'azione educativa. La quotidianit educativa si presenta per sua natura molto dinamica e ricca di variabili e imprevisti: essa stessa a richiamare alla necessit di un costante monitoraggio del percorso per adeguarlo alla reale evoluzione del minore. Alla base di questa impostazione c' la convinzione che il soggetto educabile un nucleo attivo ed autonomo, protagonista del proprio agire e della realizzazione della propria identit. Gli elementi costitutivi del PEI sono in sintesi: 1. lanalisi dei bisogni, dei deficit e delle potenzialit del soggetto, attraverso losservazione e lutilizzo di schede di raccolta dati codificate e condivise da tutti gli operatori; E! !

! 2. lanalisi delle risorse disponibili sia interne, che esterne (ovvero quelle presenti sul territorio), nonch del contesto operativo degli interventi, con particolare riferimento alla famiglia del soggetto; 3. la determinazione degli obiettivi, con indicati i criteri di scelta e le modalit per la verifica dei risultati raggiunti; 4. gli strumenti e le strategie per il raggiungimento dei risultati attesi e lesplicitazione delle risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi; 5. tempi e modalit di verifica; 6. i rapporti familiari del minore. Il raggiungimento delle finalit della comunit alloggio garantito non soltanto dalle attivit realizzate con i ragazzi ma anche dalla presenza di unequipe professionale adeguata, con esperienza e che condivide gli obiettivi e le metodologie del progetto di comunit.

5.3 GLI INCONTRI CON LA FAMIGLIA: OSSERVATI E PROTETTI

Un breve incontro di conoscenza con lo staff della direzione della comunit precede sempre la prima visita dei genitori al bambino. Nel corso di tale incontro viene spiegato il ruolo della comunit, i riferimenti istituzionali e vengono comunicate le regole di comportamento per i genitori ed i familiari (vedi allegato 2). Le visite si effettuano nei giorni e orari previsti nella regolamentazione del Decreto del T.M. Gli incontri avvengono sempre alla presenza del personale educativo: la funzione delleducatore presente durante le visite quella di osservazione ma anche di mediazione pedagogica e relazionale nell'incontro famiglia - bambino. Nel corso dell'incontro l'educatore fornisce al singolo genitore tutte le informazioni utili a sollecitare e favorire la conoscenza del bambino del quale ha perso la gestione diretta. Le informazioni sulle abitudini acquisite, lo stato di salute o le tappe di sviluppo potranno essere utili a mantenere un costante coinvolgimento del genitore nella quotidianit del figlio. Le visite avvengono prevalentemente negli spazi gioco comuni della comunit. Qualora siano richiesti particolari livelli di cautela, l'incontro pu avvenire anche in un luogo riservato e protetto sito in un altro spazio della struttura. Altri eventuali accordi in relazione alle modalit di incontro tra genitori e minori (ad esempio la possibilit di uscire all'esterno, in autonomia o di rientro a casa nel fine settimana) devono essere preventivamente concordate con la direzione della comunit nel rispetto del Progetto educativo individualizzato e soprattutto di quanto disposto dal Tribunale per i Minorenni. ! !

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6. L'ACCOMPAGNAMENTO DEL MINORE ALL'USCITA DALLA COMUNIT


L'uscita dalla comunit concordata con il T.M, il Servizio sociale e/o altri servizi di competenza territoriale se coinvolti nel progetto di uscita del minore ed in linea con il PEI. Il percorso di uscita del bambino dalla comunit prevede una prima fase di preparazione del minore alle dimissioni. Questa fase curata dall'educatrice di riferimento ed supervisionata dallo psicologo. Lo scopo di comunicare al bambino - nel modo pi adeguato possibile - la decisione assunta dall'Autorit giudiziaria minorile e nel contempo di raccogliere le emozioni del minore. Se il bambino viene introdotto in una famiglia adottiva previsto un periodo di conoscenza ed avvicinamento ai "nuovi genitori". Il periodo ha una durata variabile in relazione all'et del bambino al processo di familiarizzazione che si sviluppa tra di loro. L'incontro tra la "nuova famiglia" (presentata dal tutore allo staff della comunit) ed il minore avviene inizialmente all'interno della comunit, alla presenza delleducatore di riferimento e lo psicologo. Per la famiglia previsto subito dopo il primo incontro con il bambino - un momento di "ascolto" da parte dell'equipe psicosociale della struttura. Nel percorso di adattamento questa equipe assicura il costante monitoraggio dell'avvicinamento, al fine di modularlo ai bisogni del bambino. Spazi di ascolto e di verifica vengono successivamente offerti in caso di necessit, da parte della psicologa. Il percorso di accompagnamento all'uscita del bambino dalla comunit graduale e prevede la progressiva delega della gestione del minore ai nuovi genitori parallelamente al distacco per gradi dall'ambiente della stessa comunit. Una volta raggiunta una sufficiente familiarizzazione - che permetta cio di potersi "fidare ed affidare" alle nuove figure genitoriali si prevede per il minore la possibilit di andare a conoscere la nuova casa e trascorrervi delle ore o in intero week end, previa richiesta al T.M ed ai servizi sociali. Il ritorno in Comunit offre spunti di racconto da parte del bambino e di ascolto da parte dellequipe educativa. Durante le fasi di avvicinamento vengono messe in atto tutte le possibili strategie organizzative per assicurare la massima riservatezza e protezione alla nuova famiglia. Luscita definitiva del minore viene concordata con il T.M ed i servizi competenti. La direzione effettua un ultimo colloquio con i nuovi genitori ai quali viene consegnata la documentazione sanitaria del bambino possibilmente alla presenza dellassistente sociale. E' previsto - con le modalit ritenute pi opportune - un breve momento di festa e di saluto da parte dellequipe educativa e degli altri bambini della comunit. Nel contempo viene consegnata ai genitori adottivi o affidatari il materiale significativo per il bambino e per il successivo "racconto" della sua storia. Complessivamente questo periodo di entrata del bambino nella nuova famiglia e di uscita dalla comunit dura 7-10 giorni, salvo necessit diverse. Analogamente si prevede se stato il rientro nella famiglia di origine. In questo caso il periodo di familiarizzazione ed avvicinamento generalmente di durata inferiore. Di fatto necessario ed utile - soprattutto dopo una separazione piuttosto lunga - prevedere tra il genitore naturale ed il bambino una frequentazione quotidiana sempre pi ampia ed intensa finalizzata a permettere al genitore di "riappropriarsi" e di conoscere la quotidianit attuale del figlio. Nel caso di collocamento del minore in una comunit mamma-bambino, pu essere previsto laccompagnamento da parte delleducatore di riferimento quale tramite per conoscere il nuovo ambiente. L'equipe psico-sociale della struttura offre costante collaborazione ai Servizi sociali e sanitari di competenza ed al Tribunale per i Minorenni in tutte le fasi che precedono e che fanno parte del percorso programmato di uscita dalla comunit del minore. L'equipe assicura - durante il percorso di adattamento - un monitoraggio costante dell'andamento degli incontri con la famiglia (naturale,

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affidataria o adottiva); spazi di ascolto da parte dello psicologo per le famiglie e momenti di confronto ed approfondimento circa problematiche psicologiche o sanitarie del minore. IL T.M, i Servizi sociali e sanitari di competenza ed le eventuali figure di Tutore legale e/o curatore, vengono costantemente aggiornati sull'andamento del programma che stato congiuntamente concordato in precedenza con la comunit ed lAutorit Giudiziaria. In ogni caso viene garantita la massima riservatezza

7. I SERVIZI PER GLI ENTI


Quando l'inserimento programmabile si prevede un incontro preliminare di presentazione della situazione familiare alla comunit da parte del Servizio sociale competente. All'incontro presente lo staff della Direzione della comunit, e leducatore di riferimento che sar presente anche il giorno dell'ingresso del minore in comunit. Se il minore proviene da altra comunit esterna pu essere previsto - d'intesa con i servizi sociali di competenza - un contatto diretto con la stessa comunit di provenienza. Ci al fine di acquisire ulteriori informazioni riguardo le abitudini e le caratteristiche del minore che potranno favorire il passaggio al nuovo ambiente. 7.1 L'OSSERVAZIONE DEGLI INCONTRI E LA VALUTAZIONE PSICO-DIAGNOSTICA L'osservazione degli incontri famiglia-bambino viene effettuata dal personale educativo della comunit ma anche direttamente dalla psicologa con periodicit e tempi ritenuti da lei opportuni. Le osservazioni effettuate dallo specialista possono essere precedute da un colloquio diretto con i genitori. Le osservazioni costituiscono parte integrante della relazione inviata dalla comunit ai servizi di competenza territoriale e al Tribunale per i Minorenni. La figura dello psicologo in possesso del Diploma di laurea - Vecchio Ordinamento - in Psicologia clinica e di comunit, abilitato allesercizio della professione ed allattivit di psicoterapia sistemico - relazionale. E presente per 12 ore settimanali, strutturato con Contratto T.I secondo le modalit del CNNL UNEBA. IL compito dello psicologo quello di: valutare lo sviluppo psicologico del bambino, dal suo ingresso in comunit sino all'uscita dalla struttura attraverso osservazione di gioco o momenti mirati; assicurare sedute di sostegno ai minori sia in assetto individuale che di gruppo; effettuare osservazioni dirette degli incontri parenti-bambino con regolare cadenza secondo un calendario determinato in base alla conoscenza del caso; svolgere colloqui di approfondimento con i genitori o di restituzione delle valutazioni delle osservazioni effettuate; ove le esigenze particolari lo richiedano sono previste delle visite domiciliari programmate, presso labitazione familiare nuova e/o di origine, al fine di condividere linee di intervento adeguate ai fabbisogni emergenti del minore che si trova in un nuovo contesto di vita. monitorare gli interventi educativi attraverso incontri periodici (quindicinali) di verifica con lequipe educativa partecipare agli incontri di rete con operatori dei servizi psico-sociali coinvolti, le istituzioni scolastiche e con lo staff della comunit; provvedere alla stesura di relazioni relative alle osservazioni effettuate ed alle conseguenti valutazioni in relazione alle condizioni psicologiche del minore e alla qualit dei rapporti genitori-bambino. A questa fase pu seguire la definizione di un progetto di sostegno e recupero condiviso con lequipe educativa che costituisce parte integrante del PEI. Nel caso di bambini pi grandi e con problemi specifici si effettuano sedute di sostegno mirate, a cadenza settimanale, che possono durare fino alla sua uscita dalla comunit e alla presa in carico da parte del Servizio specialistico prescelto sul territorio col quale collabora costantemente.

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7.2 II LAVORO IN RETE

La Comunit mantiene contatti con: la scuola materna, elementare o medie, a seconda della fascia di et del bambino, attraverso la partecipazione ai gruppi misti e ad incontri periodici con il corpo docenti per un maggiore monitoraggio e sostegno al percorso didattico del minore. le strutture sanitarie ospedaliere ove eventualmente i bambini vengono ricoverati o accompagnati per cure, visite di controllo, terapie o quant'altro l'Unit Operativa di Neuropsichiatria per l'Infanzia e l'Adolescenza (Uonpia) di zona. Presso queste unit vengono effettuati controlli neuro-psichiatrici ed interventi di riabilitazione (fisioterapia, logopedia, e psicomotricit) eventuali altri Enti o associazioni pubbliche o private che si occupano di attivit dei bambini al di fuori della struttura. Nello svolgimento della propria attivit, la comunit intrattiene e favorisce stretti rapporti di rete con gli operatori psicosociali e sanitari coinvolti a vario titolo nella vita del minore e nella definizione del suo progetto educativo o di uscita. Per questo la comunit mantiene costanti rapporti istituzionali: con i competenti Servizi sociali territoriali che si occupano dei minori e della famiglia, attraverso contatti telefonici, relazioni, email, fax.e riunioni periodiche programmate; con il Tribunale per i Minorenni. Nell'ambito del lavoro di rete la comunit si confronta anche con i servizi specialistici delle ASP ed i Servizi socio-sanitari che si occupano delle problematiche della famiglia, come ad esempio il Centro Affidi, Centro Adozioni, lo spazio neutro ed Il Consultorio familiare. La Comunit invia periodicamente relazioni di aggiornamento al Servizio sociale competente e direttamente al Tribunale per i Minorenni, in base a quanto stabilito dall'Autorit Giudiziaria stessa.

8. COME SI SVOLGONO GLI INTERVENTI SANITARI


La comunit intrattiene costanti rapporti con il pediatra di competenza territoriale ed il medico di base per i minori che hanno superato il 12 anno di et. La struttura assicura controlli e cure sanitarie frequenti. Inoltre il pediatra e/o il medico di base collabora con le strutture sanitarie del territorio utilizzandole secondo le necessit. Effettua visite periodiche (bilanci della salute etc..) e redige per ogni minore la cartella sanitaria che viene regolarmente aggiornata. In pi predispone gli interventi terapeutici necessari. La documentazione sanitaria consegnata dalla famiglia o dal servizio sociale al momento dell'ingresso del minore, oltre a quella acquisita durante la permanenza in comunit, viene conservata con procedure di protezione e di salvaguardia della privacy. La comunit si preoccupa di far rispettare le scadenze delle vaccinazioni obbligatorie e facoltative. Inoltre assolve ad ogni tipo di controllo e bisogno sanitario che si renda necessario durante la permanenza del minore in comunit. Il pediatra fornisce al personale educativo tutte le informazioni necessarie relative allo stato di salute del bambino, alle norme igieniche da seguire in generale ed in particolare nella comunit di accoglienza per ridurre e controllare ogni forma di possibile contagio. La comunit invia al Tribunale per i Minorenni aggiornamenti sulle condizioni di salute del bambino. Queste faranno poi parte integrante della Relazione sul minore. 8.1 I DOCUMENTI DI LAVORO Ecco i principali documenti di lavoro utilizzati all'interno della Comunit: Il diario di bordo aggiornato periodicamente. In esso lo staff educativo riporta ogni informazione relativa alla vita quotidiana dei bambini con particolare riferimento ai suoi comportamenti e alle osservazioni effettuate durante le visite con i genitori/parenti;

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schede comportamentali di osservazione per il profilo dinamico funzionale aggiornate ogni 6 mesi. Tali griglie di osservazione, raccolgono i dati del minore sullo sviluppo psicomotorio, affettivo relazionale, neuropsicologico, linguistico, sensoriale percettivo, e curriculare. Si evidenziano i punti di debolezza e di forza nelle aree di sviluppo del minore, le risorse ed i fabbisogni. Fissa obiettivi oggettivi e verificabili ed individua le modalit operative da seguire per il raggiungerli nonch i tempi di verifica. Le griglie osservative una volta compilate dagli educatori, verranno integrate alle osservazioni dello psicologo per la stesura del PEI. Il PEI aggiornati allinizio dellinserimento dopo tre mesi e successivamente annualmente. Schede psicosociali;informazioni sociali riassuntive sulla situazione del bambino, sulla sua famiglia di origine in relazione alle problematiche che hanno condotto allinserimento in comunit. Vengono inserite tutte le informazioni appartenenti ai servizi sociali e sanitari coinvolti nel progetto educativo del minore. la Cartella sanitaria per ogni singolo bambino costantemente aggiornata dal dallo staff educativo che collabora costantemente con il pediatra o il medico di base; la Cartella sociale per ogni singolo bambino oltre a contenere i dati anagrafici forniti dalla famiglia - relazioni provenienti da altri servizi, decreti del Tribunale, comunicazioni dai diversi enti pubblici o privati, scuole etc, registrazioni di incontri con operatori esterni ed annotazioni relative ad eventi particolari che riguardano il singolo caso. La Cartella custodita in apposito armadio blindato.

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LE SEDI DELLA COMUNIT ALLOGGIO GLI AMICI DI GIANCARLO La SEDE legale ed operativa: ASSOCIAZIONE ONLUS ASPASIA Via Vasco de Gama 1, 90144 Palermo E - mail: aspasia.pa@libero.it Tel/Fax 091455469

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