Professional Documents
Culture Documents
INDICE
CAPITOLO 1 - LAMMINISTRAZIONE E IL SUO DIRITTO..................................................8
LA NOZIONE DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE...........................................................8
LA NOZIONE DI DIRITTO AMMINISTRATIVO.................................................................8
LAMMINISTRAZIONE COMUNITARIA ED IL DIRITTO AMMINISTRATIVO
COMUNITARIO..................................................................................................................8
CAPITOLO 2 - ORDINAMENTO GIURIDICO E AMMINISTRAZIONE: LA DISCIPLINA
COSTITUZIONALE..............................................................................................................10
DIRITTO AMMINISTRATIVO E NOZIONE DI ORDINAMENTO GIURIDICO.................10
LAMMINISTRAZIONE NELLA COSTITUZIONE. INDIRIZZO POLITICO E ATTIVIT DI
GESTIONE.......................................................................................................................11
I PRINCIPI COSTITUZIONALI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE......................11
LA RESPONSABILIT.................................................................................................11
IL PRINCIPIO DI LEGALIT.........................................................................................12
IL PRINCIPIO DI IMPARZIALIT.................................................................................13
IL PRINCIPIO DI BUON ANDAMENTO.......................................................................13
I CRITERI DI EFFICACIA, ECONOMICIT, EFFICIENZA E TRASPARENZA...........13
I PRINCIPI DI AZIONABILIT DELLE SITUAZIONI GIURIDICHE DEI CITTADINI NEI
CONFRONTI DELLA P. A. E DI SINDACABILIT DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI. IL
PROBLEMA DELLA RISERVA DI AMMINISTRAZIONE.............................................14
IL PRINCIPIO DELLA FINALIZZAZIONE DELLA P. A. AGLI INTERESSI PUBBLICI 15
I PRINCIPI DI SUSSIDIARIET, DIFFERENZIAZIONE E ADEGUATEZZA...............15
PRINCIPI COST. APPLICABILI ALLA P. A.: EGUAGLIANZA, SOLIDARIET,
DEMOCRAZIA..............................................................................................................15
LAMMINISTRAZIONE NELLA COSTITUZIONE COME POTERE DELLO STATO 16
CAPITOLO 3 - LORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA: PROFILI GENERALI..............17
I SOGGETTI DI DIRITTO NEL DIRITTO AMMINISTRATIVO: GLI ENTI PUBBLICI......17
IL PROBLEMA DEI CARATTERI DELLENTE PUBBLICO.............................................17
LA DEFINIZIONE DI ENTE PUBBLICO E LE CONSEGUENZE DELLA PUBBLICIT. .17
IL PROBLEMA DELLA CLASSIFICAZIONE DEGLI ENTI PUBBLICI.............................18
RELAZIONI E RAPPORTI INTERSOGGETTIVI E FORME ASSOCIATIVE...................19
LA DISCIPLINA COMUNITARIA: GLI ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO................20
LE FIGURE DI INCERTA QUALIFICAZIONE: LE S.p.A. A PARTECIPAZIONE
PUBBLICA........................................................................................................................21
VICENDE DEGLI ENTI PUBLBICI...................................................................................21
LA PRIVATIZZAZIONE DEGLI ENTI PUBBLICI.............................................................21
I PRINCIPI IN TEMA DI ORGANIZZAZIONE DEGLI ENTI PUBBLICI............................22
LORGANO.......................................................................................................................22
LIMPUTAZIONE DI FATTISPECIE IN CAPO AGLI ENTI DA PARTE DI SOGGETTI
ESTRANEI........................................................................................................................23
CLASSIFICAZIONE DEGLI ORGANI..............................................................................23
RELAZIONI INTERORGANICHE. MODELLI TEORICI: GERARCHIA,DIREZIONE,
COORDINAMENTO.........................................................................................................24
Segue: IL CONTROLLO...................................................................................................25
IN PARTICOLARE: IL CONTROLLO DI RAGIONERIA ED IL CONTROLLO DELLA
CORTE DEI CONTI..........................................................................................................25
LEVOLUZIONE NORMATIVA IN TEMA DI CONTROLLI. I CONTROLLI INTERNI......26
RAPPORTI TRA ORGANI E UTILIZZO, DA PARTE DI UN ENTE, DEGLI ORGANI DI
UN ALTRO ENTE.............................................................................................................27
2
I RICORSI AMMINISTRATIVI........................................................................................133
I RICORSI AMMINISTRATIVI (NOZIONI GENERALI)..................................................134
LA CLASSIFICAZIONE DEI RICORSI AMMINISTRATIVI............................................134
IL RICORSO GERARCHICO, IL RICORSO GERARCHICO IMPROPRIO, E IN
OPPOSIZIONE...............................................................................................................135
IL RICORSO STRAORDINARIO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.................136
Va osservato che nelle ipotesi in cui siffatto diritto comunitario sia mediato dal diritto interno di
recepimento (come accade in tema di direttive), questultimo che costituisce il parametro di
legittimit dellattivit amministrativa: si tratta, dunque, di diritto amministrativo nazionale. Nei casi
di regolamenti, nonch di norme del Trattato e di direttive self executing, che esplicano effetti
immediati nellambito degli Stati, il diritto comunitario si applica invece direttamente alle
amministrazioni nazionali senza interposizioni normative ulteriori, diventando dunque diritto
amministrativo.
Il diritto amministrativo comunitario in senso proprio per soltanto quello avente ad oggetto
lamministrazione comunitaria: esso disciplina atti di amministrazioni comunitarie che producono
direttamente effetti nei confronti di soggetti dellordinamento italiano.
Per amministrazione comunitaria si intende linsieme degli organismi e delle istituzioni dellUnione
europea cui affidato il compito di svolgere attivit sostanzialmente amministrativa e di emanare
atti amministrativi.
Il moltiplicarsi dei compiti della Unione europea impone lo sviluppo dei raccordi tra istituzioni
comunitarie e amministrazioni nazionali e induce quindi ad una modifica delle competenze di
queste ultime e della loro organizzazione. Laumento dei compiti comunitari determina altres la
possibilit di un parziale ridimensionamento del campo di azione dellamministrazione interna,
eroso dalla presenza dei soggetti comunitari.
Il discorso dovrebbe ulteriormente essere frazionato in quanto, mentre le amministrazioni statali
possono parzialmente controllare lestensione dei poteri dellUnione essendo rappresentate
nellambito del Consiglio dei ministri, le amministrazioni locali sono quelle maggiormente
disarmate nei confronti di tali evenienze.
In questo senso un argine potrebbe derivare dallapplicazione del principio di sussidiariet. Esso
(che in linea di massima implica come normale lazione del livello di governo inferiore e pi vicino
ai cittadini e prevede lintervento del livello superiore di governo soltanto se lazione del primo non
consenta la cura degli interessi affidati) presenta in realt due facce. Una garantista a favore del
decentramento, e dei poteri locali, ai quali sono riservate le competenze salvo che essi non siano
in grado di assicurare la realizzazione degli obiettivi che debbono perseguire. Laltra che viceversa
pu agevolare processi di accentramento a favore del livello di governo superiore, consentendo a
questultimo di agire anche al di l delle competenze ad esso attribuite formalmente, ogni qualvolta
lazione comunitaria si presenti la pi efficace.
Introdotto anche nel nostro ordinamento dalla l. 59/1997 nonch, da ultimo, dalla l. cost. n. 3/2001,
questo principio stato consacrato formalmente nel Trattato istitutivo della Comunit europea e
costituisce una vera e propria regola di riparto delle competenze tra Stati membri e Unione.
La presenza dellamministrazione comunitaria determina, infine, un mutamento del ruolo delle
amministrazioni nazionali le quali sono spesso chiamate a svolgere compiti esecutivi delle
decisioni adottate dallamministrazione comunitaria.
Ci determina una complicazione del procedimento amministrativo, nel senso che si assiste alla
partecipazione ad esso sia delle amministrazioni italiane, sia dellamministrazione comunitaria, che
emana latto finale destinato a produrre effetti per i cittadini; situazione che crea altres dubbi e
incertezze in ordine al giudice (nazionale o comunitario) al quale deve rivolgersi il privato che si
ritenga leso dallazione procedimentale.
importante chiarire che cosa si debba intendere per esecuzione nel diritto comunitario.
Lesecuzione di molte decisioni spetta alle amministrazioni nazionali che a tale attivit sono tenute
in ossequio allart. 10 del Trattato CE; anche lattuazione di regolamenti e direttive spetta agli Stati
membri che agiscono adottando atti legislativi e amministrativi.
In realt si deve distinguere tra esecuzione in via diretta ed esecuzione in via indiretta che avviene
cio avvalendosi della collaborazione degli Stati membri: va peraltro rilevato che il modello iniziale
era quello di una Comunit che tendenzialmente non esegue, ma che fa fare agli Stati membri.
Accanto a questo modello di azione, si sviluppato quello della c.d. esecuzione in via diretta,
caratterizzato da funzioni svolte direttamente dalla Comunit.
Occorre ora individuare con maggior precisione che cosa si debba intendere, sotto il profilo
soggettivo, per amministrazione comunitaria. Trattasi di un problema di non facile soluzione,
giacch lindividuazione di un potere esecutivo si scontra con la difficolt di separare nettamente i
compiti del Consiglio da quelli della Commissione.
10
11
degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilit civile si estende allo Stato e
agli enti pubblici.
Il termine responsabilit spesso utilizzato dalla normativa secondo un significato differente da
quello che emerge dallart. 28 Cost., ove il costituente si riferisce alla assoggettabilit ad una
sanzione dellautore di un illecito.
Si parla infatti sovente di responsabile per indicare il soggetto che deve rendere conto del
complesso dellattivit di un ufficio ad esso facente capo.
In questa direzione pu anche essere letta la legge sul procedimento amministrativo, la quale ha
previsto listituzione della figura del responsabile del procedimento: tale figura soddisfa piuttosto
una esigenza di trasparenza e di identificabilit di un contraddittore allinterno dellamministrazione,
nel segno del superamento del principio dellimpersonalit dellapparato amministrativo.
IL PRINCIPIO DI LEGALIT
Il principio di legalit esprime lesigenza che lamministrazione sia assoggettata alla legge.
Siffatta definizione configge per con la circostanza che non tutta lattivit amministrativa pu
essere considerata mera proiezione della legge, nel senso che spesso residua un potere di scelta
in capo allamministrazione.
Nel nostro ordinamento giuridico convivono pi concezioni del principio di legalit.
In primo luogo, esso considerato nei termini di non contraddittoriet dellatto amministrativo
rispetto alla legge (preferenza della legge). Lart. 4 disp. prel. cod. civ. stabilisce che i
regolamenti amministrativi non possono contenere norme contrarie alle disposizioni di legge.
Il principio di legalit pu infatti anche richiedere qualcosa di pi rispetto alla non contraddittoriet
e, cio, lesigenza che lazione amministrativa abbia uno specifico fondamento legislativo. Si tratta
del principio di legalit inteso nella sua accezione di conformit formale, nel senso che il rapporto
tra legge e amministrazione impostato non solo sul divieto di questultima di contraddire la legge,
ma anche sul dovere della stessa di agire nelle ipotesi ed entro i limiti fissati dalla legge che
attribuisce il relativo potere.
Per quanto riguarda i provvedimenti amministrativi, al di l del principio di legalit inteso come
conformit formale esiste quello della conformit sostanziale. Con tale nozione si intende fare
riferimento alla necessit che lamministrazione agisca non solo entro i limiti di legge, ma altres in
conformit della disciplina sostanziale posta dalla legge stessa, la quale incide anche sulle
modalit di esercizio dellazione e, dunque, penetra allinterno dellesercizio del potere.
Questa concezione si ricava dalle ipotesi in cui la Costituzione prevede una riserva di legge (artt.
13, 23, 41, 51, 52).
Sussistono tuttavia alcune importanti differenze tra principio di legalit e riserva di legge.
Questultima riguarda il rapporto tra Costituzione, legge ed amministrazione e, imponendo la
disciplina legislativa di una data materia, delimita lesercizio del potere normativo spettante
allesecutivo: la sua violazione comporta lillegittimit costituzionale della legge stessa.
Il principio di legalit, invece, attiene al rapporto tra legge ed attivit complessiva della pubblica
amministrazione, dunque anche quella non normativa: il mancato rispetto del principio determina
lillegittimit dellazione amministrativa.
I parametri ai quali lattivit amministrativa deve fare riferimento sono pi ampi della sola legge in
senso formale: ci consente tra laltro di spiegare perch si parli in dottrina non solo di legalit ma
altres di legittimit, la quale consiste nella conformit del provvedimento e dellazione
amministrativa a parametri anche diversi dalla legge, ancorch alla stessa pur sempre collegati
(norme regolamentari, statutarie e cos via)..
In ragione del fatto che il potere si concretizza nel provvedimento, si comprende perch il principio
di legalit si risolva in quello di tipicit dei provvedimenti amministrativi: se lamministrazione pu
esercitare i soli poteri autoritativi attribuiti dalla legge, essa pu emanare soltanto i provvedimenti
stabiliti in modo tassativo dalla legge stessa.
Occorre infine richiamare il principio del giusto procedimento, elaborato dalla Corte
costituzionale ed avente la dignit di principio generale dellordinamento: in particolare esso
esprime lesigenza che vi sia una distinzione tra il disporre in astratto con legge ed il provvedere in
concreto con atto alla stregua della disciplina astratta.
12
IL PRINCIPIO DI IMPARZIALIT
Lart. 97 Cost. pone espressamente due principi relativi allamministrazione: trattasi del principio di
buon andamento dellamministrazione e del principio di imparzialit.
Dottrina e giurisprudenza hanno affermato la natura precettiva e non
semplicemente
programmatica della norma costituzionale, la quale pone una riserva di legge; stato cos
affermato lapplicabilit diretta dei due principi in esame tanto allorganizzazione quanto allattivit
amministrativa.
Per quanto concerne il concetto di imparzialit, si osserva che esso esprime il dovere
dellamministrazione di non discriminare la posizione dei soggetti coinvolti dalla sua azione nel
perseguimento degli interessi affidati alla sua cura.
Imparzialit non significa dunque assenza di un orientamento dellamministrazione.
Sotto questo profilo, il precetto costituzionale si rivolge sia al legislatore sia allamministrazione; in
tal senso la norma costituzionale conterrebbe una riserva di organizzazione in capo allesecutivo.
Applicazioni specifiche del principio sono la posizione dei pubblici impiegati, i quali sono al servizio
esclusivo della Nazione e, dunque, non di interessi partigiani.
Il principio di imparzialit impone inoltre il criterio del pubblico concorso per laccesso ai pubblici
uffici, inteso ad evitare la formazione di una burocrazia politicizzata e richiede che la commissione
giudicatrice sia formata prevalentemente da tecnici.
Lazione dellamministrazione potrebbe essere parziale anche se posta in essere da
unorganizzazione imparziale, sicch il principio va altres riferito allattivit.
Con riferimento allattivit, il principio di imparzialit assume quindi un significato differente da
quello che riveste in ordine allorganizzazione, ove vi lesigenza astratta che gli interessi siano
considerati.
Occorre individuare le regole la cui osservanza garantisce la scelta imparziale in presenza di una
pluralit di interessi implicati. La parzialit ricorre quando sussiste un ingiustificato pregiudizio o
una indebita interferenza di alcuni di tali interessi.
13
Il criterio di trasparenza pu essere riferito sia allattivit che allorganizzazione e, dunque, alla
duplice declinazione del termine amministrazione. Al concetto di trasparenza in senso ampio,
possono essere ricondotti molteplici istituti tra i quali il diritto di accesso, la pubblicit degli atti, la
motivazione, la univoca definizione delle competenze, listituzione degli uffici di relazione con il
pubblico, il responsabile del procedimento e, pi in generale, le attivit di informazione e di
comunicazione delle amministrazioni.
Il principio del buon andamento, ed in particolare la tensione verso lefficientismo che esso evoca,
non sempre facilmente compatibile con lottica della legalit. Il conflitto destinato a proporsi con
crescente intensit nellattuale momento storico, caratterizzato dallintroduzione, a livello
normativo, di istituti legati ai valori dellefficienza e dellefficacia.
Lamministrazione non pu comunque essere identificata con una organizzazione che deve essere
responsabilizzata soltanto sui risultati: la presenza di interessi generali da curare e lutilizzo di
risorse pubbliche non lo consentono.
14
15
essa venire estesi. Lart. 52 Cost. stabilisce che lordinamento delle forze armate deve essere
informato allo spirito democratico della Repubblica.
Se il principio democratico informa lordinamento militare, esso, a maggior ragione, deve essere
riferibile al,lamministrazione nel suo complesso: di conseguenza, democratica deve essere anche
lazione amministrativa la quale, a sua volta, deve concorrere alla realizzazione di una societ pi
democratica, rimuovendo ad esempio gli ostacoli che impediscono la piena eguaglianza dei
cittadini. Il principio democratico, nel suo significato pi ampio, indica il governo della maggioranza
nel rispetto dei diritti delle minoranze.
16
17
peraltro che lindisponibilit della propria esistenza soltanto una conseguenza, per quanto assai
rilevante, della doverosit del perseguimento dellinteresse pubblico.
Spesso non semplice individuare limputazione legislativa cui si fatto cenno: si ritiene che
possano soccorrere alcuni elementi rivelatori, tra i quali particolarmente importante lutilizzo di
denaro pubblico da parte dellente.
Talora lordinamento considera di pubblico interesse la presenza necessaria di un soggetto sul
mercato, sicch il pubblico interesse individuato nel fatto che tale soggetto svolga attivit
economiche. Vengono cos istituiti gli enti pubblici economici a cui non vengono riconosciuti
poteri autoritativi.
La qualificazione di un ente come pubblico importante perch comporta conseguenze giuridiche
di rilievo:
a) soltanto gli enti pubblici possono emanare provvedimenti che hanno efficacia sul piano
dellordinamento generale alla stessa stregua dei provvedimenti dello Stato, impugnabili
davanti al giudice amministrativo.
Al fine di comprendere il significato di questa potest occorre muovere dallesame del
concetto di autonomia. La legge pu attribuire agli enti lautonomia finanziaria (possibilit
di decidere in ordine alle spese e di disporre di entrate autonome), quella organizzativa
(possibilit di darsi un assetto organizzativo diverso rispetto a modelli generali), lautonomia
tributaria (possibilit di disporre di propri tributi) o quella contabile (potest di derogare al
normale procedimento previsto per lerogazione di spese e lintroito di entrate).
b) Soltanto agli enti pubblici riconosciuta la potest di autotutela. Lordinamento attribuisce
cio a tali enti la possibilit di risolvere un conflitto attuale o potenziale di interessi e, in
particolare, di sindacare la validit dei propri atti producendo effetti incidenti su di essi.
c) Le persone fisiche legate da un rapporto di servizio agli enti pubblici sono assoggettate ad
un particolare regime di responsabilit penale, civile e amministrativa.
d) Gli enti pubblici sono tenuti al rispetto dei principi alla pubblica amministrazione; alcuni loro
beni sono assoggettati ad un regime speciale.
e) Lattivit che costituisce esercizio di poteri amministrativi di regola retta da norme
peculiari. Anche lattivit che gli enti svolgono utilizzando gli strumenti del diritto comune
disciplinata da regole specifiche volte in particolare ad assicurare che la scelta del
contraente sia effettuata nel rispetto dei principi di imparzialit e di economicit.
f) Gli enti pubblici possono utilizzare procedure privilegiate per la riscossione delle entrate
patrimoniali dello Stato.
g) Gli enti pubblici sono soggetti a particolare rapporti o relazioni (con lo Stato, la regione o il
comune, a seconda dei casi), la cui intensit varia in ragione dellautonomia dellente.
18
sottoposizione al controllo della Corte dei conti, allart. 100 Cost. quella degli enti a cui lo Stato
contribuisce in via ordinaria.
La legge ha di recente introdotto la categoria delle autonomie funzionali, o enti locali funzionali,
per indicare quegli enti universit, camere di commercio, ecc. ai quali possono essere conferiti
funzioni e compiti statali.
Unaltra categoria di enti pubblici costituita dagli enti pubblici economici e dagli enti statali
non economici (c.d. parastatali).
Unulteriore e importante categoria di enti costituita dagli enti territoriali: comuni, province, citt
metropolitane, regioni e Stato.
Lente politicamente rappresentativo del gruppo stanziato sul territorio e opera quindi
tendenzialmente nellinteresse di tutto il gruppo. Ma soltanto gli enti territoriali possono essere
titolari di beni demaniali, posti al servizio di tutta la collettivit.
Quanto esposto consente anche di precisare quale sia la rilevanza del territorio per gli enti non
territoriali: esso al pi costituisce un criterio di delimitazione della loro sfera dazione e di
competenza, non un decisivo criterio di appartenenza per i soggetti.
A conferma del carattere di atipicit degli enti pubblici, molto frequente la tendenza ad introdurre
regimi di diritto speciale: ad es., la legislazione pi recente ha istituito una serie di enti pubblici
denominati agenzie, direttamente disciplinate dalla legge istitutiva.
19
20
concorsuali e cos via, la cui finalit preminente pare volta a garantire linteresse concorrenziale dei
potenziali contraenti, laddove nellordinamento nazionale sembra dominare linteresse che sia
operata la scelta del migliore soggetto in vista della finalit pubblica da soddisfare.
Altra nozione di rilievo introdotta dal diritto comunitario quella di organismo di diritto pubblico.
Si tratta di organismi:
istituiti per soddisfare specificamente bisogni di interesse generale aventi carattere non
industriale o commerciale;
aventi personalit giuridica;
la cui attivit finalizzata in modo maggioritario dallo Stato, dagli enti locali o da altri
organismi di diritto pubblico.
21
Pi in generale, la privatizzazione che non sia soltanto formale (mera trasformazione dellente in
persona giuridica privata) comporta che il potere pubblico rinunzi ad essere imprenditore e, quindi,
incide profondamente sul modello di intervento pubblico nelleconomia.
Le tappe fondamentali della privatizzazione possono essere riassunte nei termini seguenti.
In primo luogo, lente pubblico economico viene trasformato in societ per azioni (privatizzazione
c.d. formale) con capitale interamente posseduto dallo Stato; successivamente si procede alla
dismissione della quota pubblica (privatizzazione c.d. sostanziale).
Si possono avere tre possibili modalit di alienazione delle azioni: offerta pubblica di vendita,
cessione delle azioni mediante trattative dirette con i potenziali acquirenti, ricorso ad entrambe le
procedure.
LORGANO
Problema essenziale delle organizzazioni quello della riferibilit ad esse di situazioni giuridiche e
di rapporti giuridici. Le prime elaborazioni teoriche attribuivano la personalit giuridica soltanto allo
Stato, mentre in seguito si riconobbero altre soggettivit.
Atteso che le persone giuridiche costituiscono una creazione del diritto e, dunque, sono
naturalmente incapaci di agire, si trattava di spiegare come invece esse potessero agire. Le
principali soluzioni prospettabili erano due: ricorrere allistituto della rappresentanza, alla stessa
stregua di quella necessaria disposta per le persone fisiche incapaci di agire, ovvero utilizzare la
figura dellorgano.
Attraverso lorgano la persona giuridica agisce e lazione svolta dallorgano si considera posta in
essere dallente.
Di conseguenza, la capacit giuridica spetta allente, che centro di imputazione di effetti e
fattispecie, laddove sul piano naturalistico occorre pur sempre lopera delluomo preposto
allorgano. Pare allora corretto riferire la capacit di agire soltanto allorgano e ritenere lente mero
centro di imputazione di effetti e di attivit: pi esattamente, la persona fisica consente tale
imputazione in capo allente.
22
Lorgano dunque uno strumento di imputazione e, cio, lelemento dellente che consente allente
stesso di rapportarsi con altri soggetti giuridici o comunque di produrre effetti giuridici preordinati
allemanazione di atti aventi rilevanza esterna.
Pi in particolare, lorgano va identificato nella persona fisica o nel collegio in quanto investito della
competenza attribuita dallordinamento.
Per fare qualche esempio, il provvedimento adottato dal sindaco provvedimento del comune; il
bando emanato dal dirigente statale atto statale.
Posto che i poteri vengono attribuiti soltanto allente avente la soggettivit giuridica, e che esso si
avvale di pi organi, ognuno di essi, pur senza esserne titolari, esercita una quota di quei poteri,
detta competenza.
La competenza ripartita secondo svariati criteri: per materia, per valore, per grado o per territorio.
Essa va tenuta distinta dallattribuzione, espressione che sar impiegata per indicare la sfera di
poteri che lordinamento generale conferisce ad ogni ente pubblico. Lattribuzione di norma
collegata con la personalit giuridica dellente.
23
Pi controversa la spettanza allorgano superiore del potere di delega, che si ritiene sussistente
nei casi previsti dalla legge.
Tipico della relazione gerarchica , come detto, il potere di emanare ordini relativamente alle
funzioni e mansioni dellinferiore gerarchico: se il dipendente ritenga lordine palesemente
illegittimo, deve farne rimostranza al superiore, dichiarandone le ragioni, ma poi obbligato ad
eseguirlo se lordine viene rinnovato per iscritto.
Altro tipo di relazione interorganica la direzione, caratterizzata dal fatto che, pur essendoci due
organi posti in posizione di disuguaglianza, sussiste una pi o meno ampia sfera di autonomia in
capo a quello subordinato.
24
Segue: IL CONTROLLO
Unultima importante relazione interorganica costituita dal controllo.
Il controllo, che nel linguaggio comune indica unattivit di verifica, esame e revisione delloperato
altrui, costituisce nel diritto amministrativo unautonoma funzione svolta da organi peculiari.
In quanto relazione interorganica, il controllo consiste in un esame, da parte in genere di un
apposito organo, di atti e attivit imputabili ad un altro organo controllato. Si conclude con la
formulazione di un giudizio, positivo o negativo, sulla base del quale viene adottata una misura.
Il controllo pu anche essere esercitato da organi di un ente nei confronti di organi di altro ente: in
tal senso, si distingue tra controlli interni ed esterni.
Le misure che possono essere adottate a seguito del giudizio che costituisce la prima fase del
controllo sono di vario tipo: repressive (annullamento dellatto), impeditive (le quali ostano a che
latto produca efficacia), sostitutive (controllo sostitutivo).
Nel controllo sugli organi la misura la sostituzione allorgano ordinario nel compimento di alcuni
atti. In altri casi la misura lo scioglimento dellorgano.
Nellambito dei controlli sugli atti, infine, si distingue tra controlli preventivi (rispetto alla
produzione degli effetti degli atti) e successivi (i quali si svolgono quando latto ha gi prodotto i
suoi effetti). Esempi di controlli preventivi sono quelli esercitati nei confronti degli atti delle regioni
(da un organo statale) e degli enti locali (da un organo regionale). In una via di mezzo tra controlli
preventivi e controlli successivi si collocano i controlli mediante riesame, i quali procrastinano
lefficacia dellatto allesito di una nuova deliberazione dellautorit decidente.
Fatta questa premessa, analizziamo ora i principali controlli.
25
La disciplina del controllo preventivo risulta dalla combinazione della l. 20/1994 e del t.u. della
Corte dei conti. Ai sensi dellart. 27 della l. 340/2000, latto trasmesso alla Corte diviene in ogni
caso esecutivo trascorsi sessanta giorni dalla sua ricezione senza che sia intervenuta una
pronuncia della sezione di controllo, salvo che, nel predetto termine, la Corte abbia sollevato
questione di legittimit costituzionale, per violazione dellart. 81 Cost., ovvero abbia sollevato, in
relazione allatto, conflitto di attribuzione.
Lesito del procedimento di controllo comunicato dalla sezione nelle ventiquattro ore successive
alla fine delladunanza e le deliberazioni sono pubblicate entro trenta giorni dalla data
delladunanza stessa.
Il t.u. della Corte dei conti contempla anche il meccanismo della registrazione con riserva, il
quale consente allatto di venire vistato e registrato. In particolare, a fronte della ricusazione del
visto, il Consiglio dei ministri pu adottare una deliberazione con cui insiste nella richiesta della
registrazione.
La registrazione con riserva impegna la responsabilit politica dellesecutivo: per questa ragione,
ogni quindici giorni, la Corte dei conti trasmette al parlamento un elenco con tutti i provvedimenti
registrati con riserva.
Per quanto attiene allesito negativo del controllo in via preventiva (ossia mancata registrazione
che pu avvenire nelle varie fasi sopra elencate), in precedenza si affermava trattarsi di un mero
fatto, non formalizzato in alcun atto, impeditivo dellefficacia del provvedimento, mentre oggi da
ritenere che il rifiuto debba essere esternato, atteso che, in caso contrario, il silenzio equivarrebbe
ad assenso e, dunque, a controllo positivo.
In ordine agli atti assoggettati al controllo successivo della Corte dei conti, si discute in dottrina e
in giurisprudenza circa le conseguenze dellesito negativo del controllo: secondo un orientamento
si avrebbe un implicito annullamento dellatto controllato; secondo unaltra tesi vi sarebbe lobbligo
per lamministrazione di prendere atto della pronuncia di illegittimit e, dunque, non dare corso
allesecuzione dellatto, ovvero di annullare latto stesso.
26
Il potenziamento dei controlli interni corrisponde alla riduzione o eliminazione di quelli esterni.
Il controllo di regolarit amministrativa e contabile volto a garantire la legittimit, la regolarit
e la correttezza dellazione amministrativa e deve rispettare, in quanto applicabili, i principi generali
della revisione aziendale asseverati dagli ordini e collegi professionali operanti nel settore.
Il controllo di gestione costituisce la seconda tipologia di controlli interni e mira a verificare
lefficacia, efficienza ed economicit dellazione amministrativa al fine di ottimizzare, anche
mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati.
La terza tipologia di controllo interno costituita dalla valutazione della dirigenza: essa svolta
da strutture e soggetti comunque diversi da quelli cui demandato il controllo di gestione che
rispondono direttamente ai dirigenti posti al vertice dellunit organizzativa interessata. I risultati
dellattivit di gestione costituiscono oggetto sia della responsabilit dirigenziale, sia della
valutazione della dirigenza, anche se si deve rimarcare come la responsabilit dirigenziale sorga
pure nellipotesi di inosservanza di direttive generali.
La quarta tipologia di controllo interno costituita dalla valutazione e controllo strategico,
mirante a valutare ladeguatezza delle scelte compiute in sede di attuazione dei piani, programmi
ed altri strumenti di determinazione dellindirizzo politico, in termini di congruenza tra risultati
conseguiti e obiettivi predefiniti. Mediante questa attivit di valutazione si tende a verificare
leffettiva attuazione delle scelte contenute nelle direttive ed altri atti di indirizzo politico.
Rispetto agli altri controlli, quelli interni si differenziano per alcuni caratteri specifici.
1. hanno ad oggetto lintera attivit e non soltanto singoli atti. Anzi, possono riguardare anche
elementi quali le prestazioni dei dirigenti e ladeguatezza delle scelte compiute in sede di
attuazione degli strumenti di determinazione dellindirizzo politico;
2. si svolgono sulla base di parametri anche e soprattutto diversi dalla legittimit;
3. non hanno efficacia automaticamente paralizzante dellattivit stessa;
4. detti controlli sono di norma successivi o concomitanti rispetto al farsi del potere.
27
Lorgano delegatario investito del potere di agire in nome proprio, anche se per conto e
nellinteresse del delegante, sicch la responsabilit per gli illeciti eventualmente commessi rimane
in capo al delegatario stesso.
Dalla delegazione ora esaminata va distinta la delega di firma, che non comporta alcun
spostamento di competenza: questultima spetta infatti sempre allorgano delegante, mentre il
delegato ha soltanto il compito di sottoscrivere latto; latto sar dunque imputabile al delegante,
cos come in capo ad esso sorge leventuale responsabilit nei confronti dei terzi.
Lorgano di una persona giuridica pu anche essere organo di altra persona giuridica: ad esempio,
il sindaco, organo del comune, in qualit di ufficiale del governo pure organo dello Stato e,
dunque, realizza una vicenda di imputazione in capo allo Stato dellattivit da esso posta in essere.
Vero , comunque, che lo Stato si giova dellapparato organizzatorio comunale allorch il sindaco
operi in qualit di ufficiale di governo, alla stessa stregua di quanto accade nelle ipotesi in cui un
ente si avvalga dellufficio di un altro ente, il quale svolge soltanto funzioni tecniche ed ausiliari e
senza che si verifichino spostamenti di competenza e di responsabilit.
28
La figura in esame, denominata prorogatio, va tenuta distinta da quella della proroga degli organi,
che consiste in un provvedimento con il quale si prolunga la durata del rapporto.
A seguito di una sentenza della Corte costituzionale, oggi stato sancito in linea generale il divieto
di prorogatio.
29
Laccesso alla qualifica di dirigente nelle amministrazioni statali e negli enti pubblici non economici
avviene mediante concorso per esami indetto dalle singole amministrazioni ovvero per corsoconcorso selettivo di formazione bandito dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione.
Il rapporto di lavoro si fonda su un contratto, mentre nel passato, per i dirigenti della qualifica pi
elevata, in quanto non soggetti alla privatizzazione, si basava su un atto amministrativo unilaterale
(che rimasto per i dirigenti non privatizzati).
Per il conferimento dellincarico (che rinnovabile) si tiene conto delle attitudini e delle capacit
professionali del dirigente, valutate anche in considerazione dei risultati conseguiti con riferimento
agli obiettivi fissati.
La definizione delloggetto, degli obiettivi e della durata dellincarico contenuta nel provvedimento
di conferimento dello stesso, mentre la definizione del trattamento economico spetta al contratto
individuale che accese al provvedimento medesimo.
Non necessariamente tutti i dirigenti hanno la titolarit di uffici dirigenziali: allorch ad essi non sia
affidata tale titolarit, i dirigenti svolgono funzioni ispettive, di consulenza, studio e ricerca o altri
incarichi specifici previsti dallordinamento.
Propria dei dirigenti poi la responsabilit dirigenziale: essa sorge allorch non siano stati
raggiunti gli obiettivi o in caso di inosservanza delle direttive imputabile al dirigente. Tale
responsabilit, che rivela la inidoneit dellincarico, si collega allattivit complessiva dellufficio cui
egli preposto.
La sanzione limpossibilit del rinnovo dello stesso incarico.
La responsabilit riguarda essenzialmente il mancato raggiungimento degli obiettivi, per la
valutazione dei quali essenziale il controllo di gestione. Il raggiungimento degli obiettivi rileva
anche ai fini del trattamento economico.
Allinterno dellorganizzazione del lavoro presso le pubbliche amministrazioni, ci si pu domandare
se sia possibile la relazione gerarchica o quella di direzione.
Sappiamo che lorgano politico superiore fissa gli obiettivi, assegna le risorse, impartisce direttive
generali, si astiene dallingerirsi nella gestione e valuta i risultati finali. Il dirigente preposto agli
uffici dirigenziali generali risponde nei confronti del politico della propria gestione, la quale avviene
in modo autonomo e disponendo di poteri di sovraordinazione nei confronti dei dirigenti (i quali a
loro volta hanno poteri analoghi, anzi rafforzati, nei confronti degli uffici da essi dipendenti),
lorgano politico risponde, invece, in via immediata o mediata, allelettorato.
La ricostruzione di questa relazione in termini di direzione, tuttavia, non convince pienamente. Alla
luce di una rigida distinzione tra le competenze degli organi di governo e quelle dirigenziali, deve
ritenersi che il criterio della competenza escluda la possibilit di applicare una relazione di
sovraordinazione-sottoordinazione, mentre preferibile parlare di sfere di competenza separate e
differenti. Pare assai significativo al riguardo che il ministro non possa, neppure in caso di inerzia,
sostituirsi al dirigente, ma debba procedere alla nomina di un commissario ad acta: la separazione
talmente rigida che non tollera una diretta ingerenza del politico nellattivit del dirigente
mediante il tipico potere che, appunto, comporta una alterazione dellordine legale delle
competenze.
Nel caso di atti che rientrano nella competenza propria degli uffici tecnici o amministrativi, la
responsabilit non si estende per ai titolari di organi politici che in buona fede li abbiano approvati
ovvero ne abbiano autorizzato o consentito lesecuzione. Tale norma precisa i limiti della
responsabilit ministeriale sancita dallart. 95 Cost., nellipotesi di responsabilit amministrativa.
I dirigenti preposti agli uffici dirigenziali generali, nei confronti dei dirigenti definiscono gli obiettivi e
attribuiscono le risorse, dirigono, coordinano e controllano lattivit dei dirigenti e dei responsabili
dei procedimenti, anche con potere sostitutivo in caso di inerzia e decidono sui ricorsi gerarchici
contro gli atti e i provvedimenti amministrativi non definitivi dei dirigenti.
Parrebbe dunque trattarsi di relazione gerarchica: tuttavia, la mancanza del potere di impartire
ordini e la predefinizione delle competenze dei dirigenti paiono far emergere una versione pi
attenuata della gerarchia intesa in senso proprio: sussiste infatti una sfera di autonomia non
comprimibile se non in caso di inerzia in capo ai dirigenti.
30
31
Sussistono anche beni appartenenti ad enti pubblici ma soggetti alla normativa di carattere
generale sulla propriet privata, fatte salve alcune disposizioni in tema di contabilit pubblica.
Questi ultimi costituiscono, nel loro complesso, il
patrimonio disponibile degli enti
pubblici (patrimonio mobiliare e patrimonio fondiario ed edilizio: essi sono il linea di massima
destinati a produrre un reddito secondo le regole delleconomia privata), cos detto per distinguerlo
dal patrimonio indisponibile: questultimo va ricondotto ai beni pubblici.
Il complesso dei beni pubblici appartiene alle pubbliche amministrazioni a titolo di propriet
pubblica.
La circostanza che si tratti di propriet spiega lappartenenza dei frutti allente titolare del bene ed il
fatto che la cosa, una volta persi i caratteri di bene pubblico, resti nella propriet dellente.
questo il principio della elasticit della propriet.
Al fine di comprendere lessenza della propriet pubblica occorre osservare che lordinamento
valuta necessario che alcuni beni appartengano agli enti pubblici perch dotati della idoneit a
soddisfare gli interessi imputati a quegli enti.
Da questo punto di vista la propriet pubblica dunque lesempio pi pregnante di proprietfunzione.
La titolarit della propriet dei beni pubblici appartenenti agli enti pubblici trova la sua fonte
innanzitutto nella legge. Cos alcuni beni appartengono allo Stato o alla regione ex lege: si tratta di
taluni beni del demanio naturale (marittimo e idrico) e del patrimonio indisponibile (miniere),
nonch di altri beni quali i beni di interesse artistico, storico o archeologico esistenti o ritrovati nel
sottosuolo, i relitti marittimi e di aeromobili e cos via. Ma siffatta titolarit pu derivare anche da:
a) fatti acquisitivi: acquisto della propriet di beni mediante loccupazione, linvenzione,
laccessione, la specificazione, lunione, lusucapione, la successione regolata dallart. 586
c.c. (in mancanza di altri successibili, leredit devoluta allo Stato);
b) atti di diritto comune (contratti, testamento, donazione, pagamenti, provvedimenti giudiziari
di esecuzione);
c) fatti basati sul diritto internazionale (confisca e requisizione bellica, indennit di guerra,
successione ad altro Stato) o basati sul diritto pubblico interno (successione tra enti).
32
necessario deriva dal fatto che essi non sono costituiti esclusivamente da beni immobili, potendo
consistere anche in universalit di mobili.
I beni demaniali, facciano essi parte del demanio necessario ovvero di quello accidentale, sono
dunque caratterizzati, dal punto di vista soggettivo, dallappartenenza a enti territoriali: ci in
quanto essi sono direttamente preordinati alla soddisfazione di interessi imputati alla collettivit
stanziata sul territorio e rappresentata dagli enti territoriali.
Oltre alla distinzione tra demanio statale, demanio regionale, demanio provinciale e comunale,
occorre distinguere i beni demaniali naturali (i quali sono tali per natura, indipendentemente
dallopera delluomo: ad esempio, il lido del mare) rispetto a quelli del demanio artificiale, costruiti
appunto dalluomo (come le strade e gli acquedotti).
Infine, alcuni beni sono riservati necessariamente allo Stato o alla regione.
In ogni caso, tutti i beni demaniali sono assoggettati alla disciplina posta dallart. 823 c.c.: essi
sono inalienabili e non possono formare oggetto di diritti a favore dei terzi, se non nei modi e nei
limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano.
A causa della sancita in commerciabilit dei beni demaniali, sono nulli di diritto gli eventuali atti
dispositivi di essi posti in essere dalla pubblica amministrazione.
Va inoltre esclusa in modo assoluto la trasferibilit dei beni del demanio necessario, i quali sono,
come si detto, beni riservati e non possono che appartenere allo Stato o alle regioni. Per gli altri
beni del demanio invece ipotizzabile il loro passaggio a diverso ente territoriale, semprech si
tratti di beni che non siano legati in modo indissolubile al territorio dellente proprietario e purch
permanga la loro distinzione pubblica.
Altra regola quella contenuta nellart. 823 c.c.: spetta allamministrazione la tutela dei beni che
fanno parte del demanio pubblico.
Lamministrazione dispone anche di poteri di autotutela: ci significa che, anzich utilizzare gli
ordinari rimedi giurisdizionali che lordinamento prevede a tutela della propriet, essa pu
direttamente procedere a tutelare i propri beni in via amministrativa, irrogando sanzioni ed
esercitando poteri di polizia demaniale.
I beni del demanio naturale (lido del mare, spiaggia, fiume, torrente o lago) acquistano la
demanialit per il solo fatto di possedere i requisiti previsti dalla legge.
I beni artificiali diventano invece demaniali nel momento in cui rientrino in uno dei tipi fissati dalla
legge e, cio, nel momento in cui lopera sia realizzata, purch siano di propriet dellente
territoriale. Per alcuni di essi, come le strade, occorre altres la destinazione pubblica e il bene
pubblico soltanto se e fino al momento in cui esiste tale destinazione.
La cessazione della qualit di bene demaniale, a seconda dei casi, deriva oltre che dalla
destinazione del bene, dal fatto della perdita dei requisiti di bene demaniale e dalla cessazione
della destinazione. Vi pu poi essere lintervento legislativo che sdemanializza alcuni beni (come
le strade ferrate).
La cessazione dei requisiti di bene demaniale spesso attestata da uno specifico atto
amministrativo. Nellipotesi di beni riservati, tale sdemanializzazione ha soltanto finalit
dichiarative: il bene non pi pubblico perch ha perduto i caratteri di bene pubblico e non gi
perch lamministrazione ha modificato il suo regime con un atto amministrativo.
33
Alcuni sono riservati ad enti pubblici, sicch nessun altro soggetto dellordinamento legittimato ad
acquistarli: si pensi alle miniere, alle acque minerali e termali e alle cave e torbiere sottratte al
proprietario.
Altri beni sono patrimoniali indisponibili per il solo fatto di appartenere ad un ente pubblico
particolare (come le foreste regionali), ovvero a qualsiasi ente pubblico (cose mobili di interesse
storico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico).
Infine, vi sono beni che assumono il carattere della indisponibilit soltanto in conseguenza di una
destinazione pubblica: paradigmatico lesempio dei beni immobili destinati a un pubblico servizio
(sedi e arredi degli uffici).
In ordine ai beni del patrimonio indisponibile occorre ancora osservare:
a) le cave e le torbiere (sottratte alla disponibilit del proprietario), le acque termali e
minerali e le foreste sono state trasferite al patrimonio indisponibile della regione dal
d.p.r. 616/1977;
b) le miniere sono riservate esclusivamente allo Stato, ma possono essere coltivate sia
direttamente da esso, sia da terzi ai quali siano date in concessione;
c) le cose mobili di interesse storico, paletnologico, paleontologico e artistico,
appartenenti a qualsiasi ente pubblico, sono assoggettate alla disciplina dei beni
patrimoniali indisponibili salvo che siano costituite in raccolte di musei, di pinacoteche, di
archivi e di biblioteche: in questultimo caso si tratta di beni del demanio accidentale.
I beni del patrimonio indisponibile sono assoggettati alla disciplina dellart. 828 c.c.: essi non
possono essere sottratti alla loro destinazione se non nei modi stabiliti dalle leggi che li
riguardano.
In ogni caso e in linea di principio, i beni del patrimonio indisponibile non sono assolutamente
incommerciabili: gli atti di disposizione, tuttavia, debbono rispettare il vincolo di destinazione. Latto
di trasferimento di tali beni che non rispetti la disciplina legislativa, di conseguenza, non nullo
perch avente ad oggetto una res fuori commercio, ma annullabile per violazione dei modi di
legge stabiliti per sottrarli al vincolo di destinazione.
Occorre tuttavia aggiungere che:
alcuni beni del patrimonio indisponibile sono incommerciabili in via assoluta in quanto
trattasi di beni riservati (ad esempio le miniere); gli altri invece sono incommerciabili e
sottratti alla garanzia patrimoniale di creditori soltanto in costanza di destinazione pubblica;
altri beni ancora sono soggetti ad un regime di inalienabilit, salvo permesso
amministrativo: il caso dei beni forestali, la cui alienazione soggetta ad approvazione.
Quanto allacquisto e alla perdita dei caratteri di bene pubblico, deve distinguersi a seconda che si
tratti di beni che sono pubblici in virt del solo fatto di possedere i caratteri indicati
dallordinamento, ovvero che sia richiesto un attori destinazione pubblica, aspetto particolarmente
importante per gli edifici destinati a sede di pubblico ufficio o a un pubblico servizio.
34
proprietario di alcuni beni privati in particolare di quelli posti in prossimit di immobili demaniali o
di un edificio di interesse storico, archeologico o artistico imponendo obblighi di non facere (una
limitazione della propriet costituita dal divieto di costruire in aderenza.
Tipici esempi di diritti duso pubblico gravanti su beni privati sono quelli di visita dei beni privati di
interesse storico e quelli che attengono alle strade private (strade vicinali), ai vicoli e agli spiazzi
aperti al pubblico traffico.
Rispetto ai diritti duso pubblico presentano profili di analogia gli usi civici: entrambe le categorie
sono beni collettivi, perch appartengono a collettivit di abitanti; si tratta di godimento e duso e
anche di propriet, spettanti alla collettivit su terreni di propriet di comuni o di terzi e che hanno
ad oggetto, di volta in volta, il pascolo, la pesca, la caccia, la raccolta della legna, dei funghi e cos
via.
La presenza di usi civici e di diritti duso pubblico comporta, per il proprietario del fondo gravato,
lobbligo di sopportare che membri della collettivit godano dei suoi beni.
35
presenza di due regimi: quello proprio della titolarit formale del bene, e quello pubblicistico,
connesso allinerenza a pubblici interessi del bene stesso.
Il bene culturale, anche se privato nellappartenenza, rivela quindi il suo aspetto di pubblicit in
quanto la sua conservazione soddisfa interessi pubblici, ovvero perch, in forza degli obblighi che
gravano sul proprietario, esso addirittura rivolto al pubblico sotto il profilo della fruizione.
Una volta ammesso laffidamento al privato della gestione del bene pubblico compenetrato nella
cosa che rientra nella propriet del privato stesso, si oppongono minori difficolt alla prospettiva di
affidamento in gestione al privato pure dei beni che appartengono alla propriet pubblica.
36
37
sedute del Consiglio dei ministri, senza diritto di voto, per riferire su argomenti e questioni attinenti
alla materia loro delegata.
Ci sono poi le agenzie, strutture che svolgono attivit a carattere tecnico-operativo di interesse
nazionale, attualmente esercitate da ministeri ed enti pubblici: la previsione della loro istituzione
vuole rafforzare il ruolo di governo del ministero, svuotato da compiti di amministrazione attiva.
Le agenzie operano comunque pi in generale al servizio delle amministrazioni pubbliche,
comprese quelle regionali e locali. Esse hanno autonomia nei limiti stabiliti dalla legge, sono
sottoposte al controllo della Corte dei conti e ai poteri di indirizzo e vigilanza del ministro; devono
essere organizzate in modo da rispondere alle esigenze di speditezza, efficienza ed efficacia
dellazione amministrativa e si giovano di un finanziamento annuale a carico dello stato di
previsione del ministero.
Le agenzie possono avere anche personalit giuridica (si pensi alle agenzie fiscali).
Il servizio di tesoreria dello Stato costituito invece dallinsieme di operazioni e atti attraverso i
quali il denaro acquisito dalla pubblica amministrazione viene raccolto, conservato e modificato.
Oggi, il servizio di cassa affidato alla Banca dItalia.
38
LE AZIENDE AUTONOME
Accanto al modello di amministrazione ministeriale, lorganizzazione statale di completa in virt
della presenza di altre figure soggettive le aziende autonome e di enti strumentali ad essa.
Le aziende autonome, o amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, sono
amministrazioni caratterizzate dal fatto di essere incardinate presso un ministero e di avere ci
nonostante una propria organizzazione, separata da quella ministeriale.
Le amministrazioni autonome svolgono in genere attivit prevalentemente tecnica, amministrano in
modo autonomo le relative entrate, dispongono di capacit contrattuale e sono titolari di rapporti
giuridici, pur non avendo un proprio patrimonio.
Peraltro, poich la loro attivit consiste nella produzione di beni e di prestazioni di servizi, molte di
esse, ritenendosi preferibile ladozione del regime imprenditoriale, sono state trasformate in enti
pubblici economici o in societ per azioni.
Prive di norma di personalit giuridica, esse sono di solito rette dal ministro che ne ha altres la
rappresentanza.
Il termine di azienda non impiegato dalla legislazione con riferimento soltanto a quelle statali: a
livello regionale, ad esempio, sono aziende le Aziende sanitarie locali, enti delle regioni aventi
personalit giuridica.
LE AMMINISTRAZIONI INDIPENDENTI
La categoria delle amministrazioni indipendenti sorta in certa misura per ovviare allincapacit
dellorganizzazione amministrativa di provvedere ai compiti ad essa attribuiti, incapacit in via di
massima imputata allindebito condizionamento politico ed alle carenza tecniche degli organi
amministrativi.
Come autorit indipendenti vengono generalmente ricordati: la Banca dItalia, la Consob, lIstituto
per la vigilanza sulle assicurazioni private (Isvap), lAutorit per le garanzie nelle comunicazioni,
lAutorit garante della concorrenza e del mercato, lAutorit per lenergia elettrica ed il gas.
In dottrina si discute se la Banca dItalia, a cui partecipano istituti di credito di diritto pubblico,
istituti previdenziali e assicurativi, sia da includere tra le autorit indipendenti.
Essa qualificabile come ente pubblico a struttura associativa, istituto di emissione e svolge le
funzioni di vigilanza sulle aziende di credito e di governo del settore valutario e monetario. Il suo
39
organo di vertice costituito dal Governatore: esso rimane in carica a tempo indeterminato ed
nominato (e revocato) dal Consiglio superiore dellIstituto, con decisione che deve essere
approvata con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio
dei ministri di concerto con il ministro del tesoro, sentito il Consiglio dei ministri.
Lelemento veramente caratterizzante delle autorit consiste nel fatto che esse sono indipendenti
dal potere politico del governo pur dovendo, di norma, trasmettere relazioni a questo, oltre che al
Parlamento, in ordine allattivit svolta. Di conseguenza, le autorit non sono tenute ad adeguarsi
allindirizzo politico espresso dalla maggioranza e adottano, in posizione di relativa terziet,
decisioni simili a quelle degli organi giurisdizionali.
La circostanza che le autorit indipendenti non rispondano politicamente allesecutivo ma
neppure ad altri soggetti ha suscitato dubbi in ordine alla legittimit costituzionale della scelta
legislativa di istituirle: esse, prive di copertura costituzionale, sfuggono quasi completamente al
modello generale fondato sul principio della responsabilit ministeriale.
opportuno un accenno alla natura di una ulteriore figura che, almeno per il momento, non
istituita a livello di organizzazione statale ma che, pur non rientrando nella categoria delle autorit
indipendenti, presenta alcuni profili di analogia con esse: si tratta del difensore civico.
Esso nato come soggetto chiamato ad atteggiarsi a snodo flessibile e informale di collegamento
tra cittadini e poteri pubblici, in grado di assicurare una maggiore trasparenza dellorganizzazione
amministrativa, capace di offrire ulteriori occasioni di giustificabilit della sua azione e di
consentire forme di partecipazione, forse atipiche, ma comunque aggiuntive rispetto a quelle
tradizionali.
Riferimento essenziale del dibattito teorico oggi costituito dal T.U. degli enti locali, che definisce il
difensore civico comunale e provinciale come garante dellimparzialit e del buon andamento
della pubblica amministrazione.
La legge attribuisce al difensore civico una pluralit di funzioni che costituisce forse il limite stesso
allistituto: difficile pensare che in un medesimo soggetto si concentrino poteri correlati ad
esigenze tanto diverse, che vanno dalla tutela dei cittadini al controllo allattivit amministrativa,
dalla difesa della legalit alla ricerca della trasparenza, dallazione finalizzata al miglioramento del
rapporto cittadini-amministrazione alla responsabilizzazione dei soggetti pubblici.
In ogni caso trattasi di poteri non incisivi come quelli di altri organi: il difensore civico non pu infatti
annullare o riformare atti, imporre misure sanzionatorie conseguenti al controllo o comunque
emanare provvedimenti decisori.
Leffettivit della sua azione correlata, infatti, anche e soprattutto alla capacit di persuadere le
amministrazioni interessate: il difensore pu riuscire in tale operazione in quanto rivesta una
posizione peculiare, nella quale lautorevolezza del titolare dellufficio si coniughi con una
indipendenza notevole nei confronti dellamministrazione interessata.
In sintesi: il difensore civico, alla stessa stregua delle autorit indipendenti, trova dunque il proprio
riferimento costituzionale nellart. 97 Cost.; a differenza delle amministrazioni indipendenti, a tacere
della diversit in ordine al campo di azione, esso non dispone per di poteri decisori.
40
tendenza legislativa quella di operarne la trasformazione in societ per azioni, strumento ritenuto
pi adatto ai fini della gestione dellimpresa.
Allinterno degli enti economici, si distinguono quelli che svolgono direttamente attivit produttiva di
beni e servizi da quelli che detengono partecipazioni azionarie in societ a capitale pubblico.
La legislazione distingue talora nettamente la disciplina alla quale sono soggetti gli enti pubblici
economici rispetto a quella propria degli enti pubblici tout court.
Ad esempio, i dipendenti sono sottratti alla giurisdizione della Corte dei conti per la responsabilit
in cui essi siano incorsi nei confronti dellente, anche se sul punto si riscontrano incertezze in
giurisprudenza.
Di natura pubblica invece il rapporto con lo Stato, sotto il profilo della costituzione e
dellestinzione, della nomina degli amministratori, della vigilanza e cos via.
In ultimo, si nota che gli enti pubblici economici sono sottratti al regime fallimentare.
Gli ordini e collegi professionali sono enti pubblici associativi che realizzan9o lautogoverno
della categoria di professionisti che rappresentano. Normalmente gli ordini concernono soggetti
che, per svolgere la professione, abbisognano di una laurea, laddove i collegi riguardano le
professioni per le quali necessario un titolo di istruzione secondaria superiore.
Altri enti, i quali non sono ascrivibili a categorie perch dotati di peculiarit proprie, sono la Siae e
lIstituto per il commercio con lestero (Ice), questultimo avente natura di ente pubblico non
economico.
41
Lattuazione del disegno costituzionale, che prevede la presenza delle regioni, ha incontrato una
serie di difficolt dovute in un primo tempo allostruzionismo di alcune forze politiche e,
successivamente, al condizionamento del centralismo.
Va pi in generale notato che, storicamente, si assistito ad una ingerenza notevole dello Stato
nei confronti delle regioni. Va inoltre ancora osservato che la l. cost. 3/2001 non contiene alcuna
disposizione transitoria e che il contrasto tra legislazione vigente e nuova disciplina costituzionale
potrebbe essere risolto in via ermeneutica, privilegiando interpretazioni conformi a Costituzione.
Inoltre, al fine di evitare i principali dubbi e problemi interpretativi, sarebbe stato sufficiente che il
legislatore fosse intervenuto abrogando le leggi palesemente in contrasto con il nuovo quadro
costituzionale.
Ci non peraltro avvenuto. Pi duna appaiono, al riguardo, le possibili soluzioni.
Occorre innanzitutto distinguere le ipotesi di contrasto tra disciplina sostanziale posta dalla legge
ordinaria e nuove prescrizioni costituzionali (caso emblematico quello dei controlli sugli atti delle
regioni e degli enti locali) da quelle in cui la riforma costituzionale modifica la previdente potest
legislativa e amministrativa, in particolare attribuendo la competenza a legiferare alle regioni e
conferendo funzioni agli enti locali.
In ordine alle prime ipotesi di contrasto, si potrebbe ritenere che la l. cost. 3/2001, almeno nella
parte in cui contenga norme precettive, abbia abrogato le disposizioni di legge con esse
incompatibili.
Altra tesi quella secondo cui la legge in contrasto con la Costituzione dovrebbe essere
configurata come viziata per illegittimit sopravvenuta.
Altro problema se, in attesa della legislazione regionale, il legislatore statale possa continuare a
legiferare nelle materie spettanti alla potest regionale prima dellintervento regionale: la tesi
positiva, che stata sostenuta in dottrina e in particolare dal legislatore (l. 55/2002), permette di
configurare le relative leggi statali come norme suppletive al momento dellentrata in vigore della
fonte regionale. Va peraltro aggiunto che lart. 117 Cost., nel definire le materie di competenza
legislativa esclusiva statale, indica alcuni ambiti per cos dire trasversali che potrebbero
consentire uno spazio di intervento importante per il legislatore statale.
Discorso in parte diverso pu essere condotto in relazione alle funzioni amministrative.
Occorre infatti sottolineare che lart. 118 Cost. ammette una doppia lettura: quella secondo cui i
comuni sono titolari di tutte le funzioni amministrative, secondo il modello dei poteri originari
(di propri poteri e funzioni parla anche lart. 114), e quella in forza della quale le funzioni ed i poteri
sono ad essi conferiti da regioni e Stato
( poteri derivati). La prima lettura emerge dal
comma 1 dellart. 118 che configura come eccezione alla regola il conferimento di funzioni a enti
diversi dai comuni; la seconda dal comma 2 che, con riferimento a tutti gli enti territoriali, fa cenno
a funzioni proprie e funzioni conferite con legge statale o regionale,m secondo le rispettive
competenze.
Ci specificato, al fine di tratteggiare con maggior precisione il ruolo delle regioni, occorre
esaminare pi da vicino le attribuzioni, anche ripercorrendo in sintesi levoluzione della normativa.
Le regioni dispongono di potest legislative e amministrative.
Lart. 117 Cost. prevede la potest legislativa regionale c.d. concorrente relativamente ad alcune
materie e stabilisce che alle regioni spetta (ma non riservata) la potest legislativa in
riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato. Rispetto al
previdente sistema, caratterizzato dalla indicazione tassativa delle materie devolute alla
competenza regionale, si cos operato un decisivo rafforzamento del ruolo normativo delle
regioni.
Le regioni, ai sensi dellart. 118 Cost., esercitano altres funzioni amministrative conferite ad esse
per assicurarne lesercizio unitario sulla base dei principi di sussidiariet, differenziazione ed
adeguatezza (al fine di comprendere siffatta disposizione, si consideri che in linea di massima
tutte le funzioni amministrative sono attribuite ai comuni): si tratter presumibilmente delle funzioni
di indirizzo, di programmazione e di controllo.
Quanto ai limiti che le regioni incontrano nellesercizio delle funzioni amministrative, va osservato
che fin dalle prime leggi che ne hanno attuato il trasferimento alle regioni, stato configurato un
potere governativo di indirizzo e coordinamento, attinente ad esigenze di carattere unitario. Di
uno dei fondamenti di questo potere (linteresse nazionale) non vi pi traccia.
Laccennato art. 118 Cost. consente di affrontare il tema degli altri enti locali.
42
Oggi il termine usato nel dettato costituzionale soltanto nellart. 123, per indicare i governo
locali diversi dalle regioni (e dunque, in primo luogo, citt metropolitane, province e comuni: art.
120).
Parte della dottrina considera enti locali le comunit montane, i consorzi ed i comprensori di enti
territoriali. Altri autori estendono ancor pi i limiti della categoria, fino a ricomprendervi gli enti
pubblici infraregionali. Tuttavia, lart. 2 del T.U. enti locali precisa che, ai fini del T.U. medesimo, si
intendono per enti locali i comuni, le province, le citt metropolitane, le comunit montane, le
comunit isolane e le unioni di comuni.
Un deciso impulso al perfezionamento del sistema regionale fu apprestato dalla l. 59/1997,
contenente delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed agli enti locali,
per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa.
In particolare, questa legge diede attuazione al titolo V della Costituzione, come allora vigente, che
imponeva lattribuzione alle regioni delle funzioni loro spettanti, nel segno di un significativo
rafforzamento delle autonomie territoriali.
Giova ribadire che il quadro costituzionale oggi profondamente mutato a seguito della
promulgazione della l. cost. 3/2001.
Ci premesso, si pu osservare che la l. 59/1997 mir a realizzare una localizzazione territoriale
delle funzioni e dei compiti amministrativi in ragione della loro strumentalit rispetto agli interessi
della collettivit. La legge utilizz il termine conferimento, comprensivo dei vari istituti mediante i
quali funzioni e compiti potevano essere assegnati, nel quadro costituzionale allora vigente, a
regioni, comuni, province, comunit montane e altri enti locali: trasferimento, delega e attribuzione.
La legge si ispira in primo luogo al principio di sussidiariet: nellart. 2 della l. 59/1997, il
principio di sussidiariet indicati espressamente tra i principi e i criteri direttivi vincolanti per il
governo nella disciplina da esso posta mediante decreto delegato, precisando che, ove possibile,
le responsabilit politiche debbono essere attribuite allautorit territorialmente pi vicina ai cittadini
interessati. Il conferimento deve avvenire rispettando inoltre i principi di completezza, di efficienza
e di economicit, di cooperazione tra Stato, regioni ed enti locali, di responsabilit ed unicit
dellamministrazione, di omogeneit, di adeguatezza, di differenziazione nellallocazione delle
funzioni, di copertura finanziaria e patrimoniale dei costi, di autonomia organizzativa e
regolamentare e di responsabilit degli enti locali nellesercizio delle funzioni e dei compiti
amministrativi ad essi conferiti.
La legge mira ad imporre un criterio di riparto tra funzioni statali e regionali improntato al principio
secondo cui la competenza in generale della regione, fatti salvi i compiti e le funzioni statali
attinenti ad una serie di materie. Ma allinterno delle varie materie conferite alle regioni, vengono
lasciati allo Stato alcuni compiti, scelta questa che frustra il disegno di una netta ripartizione
verticale di materie, affidate alla cura di un solo soggetto, giacch in alcune di esse vi la
commistione di pi competenze, statali, regionali e degli enti locali.
In attuazione della l. 59/1997 stato emanato il d. lgs. 112/1998 che ha proceduto ad operare il
conferimento di funzioni e compiti. Tale decreto specifica che il conferimento comprende anche le
funzioni di organizzazione e le attivit connesse e strumentali allesercizio delle funzioni e dei
compiti conferiti, quali fra gli altri, quelli di programmazione, di vigilanza, di acceso al credito, di
polizia amministrativa.
Risulta dunque evidente lintento di decentrare il pi possibile compiti e funzioni a regioni ed enti
locali: ci trova conferma nel comma 4 dellart. 1 del d. lgs. 112/1998, secondo cui in nessun caso
le norme del presente decreto legislativo possono essere interpretate nel senso della attribuzione
allo Stato.
La c.d. legge Bassanini (l. 59/1997), riformando lamministrazione a Costituzione invariata, non
poteva ampliare la potest legislativa della regione, ma soltanto incidere sui suoi compiti
amministrativi.
Il nuovo testo dellart. 120 Cost. disciplina il potere sostitutivo del governo nei confronti degli
organi delle regioni, delle citt metropolitane, delle province e dei comuni nel caso di mancato
rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di grave pericolo per
lincolumit e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedano la tutela dellunit giuridica o
dellunit economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti
civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali.
43
La normativa prevedeva che il decentramento avvenisse anche da parte delle regioni e a favore di
province, comuni e altri enti locali. Lart. 4 della l. 59/1997, infatti, stabilisce che la regione
conferisca a tali ultimi enti tutte le funzioni che non richiedono lunitario esercizio a livello
regionale.
La riforma Bassanini si occupa anche dei gi citati poteri di indirizzo, di coordinamento e di
direttiva.
Nellabrogare precedenti disposizioni, lart. 8 della legge stabilisce che gli atti di indirizzo e
coordinamento delle funzioni amministrative regionali, gli atti di coordinamento tecnico, nonch le
direttive relative allesercizio delle funzioni delegate, sono adottati previa intesa con la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, o con
la singola regione interessata.
Se lintesa non si perfeziona con lassenso del governo e dei presidenti delle regioni e delle
province autonome entro 45 giorni dalla prima consultazione, gli atti possono essere adottati con
deliberazione del Consiglio dei ministri, previo parere della Commissione parlamentare per le
questioni regionali da esprimere entro 30 giorni dalla richiesta.
La Corte costituzionale, sentenza n. 408/1998, sul presupposto che la funzione di indirizzo e
coordinamento sia espressione del potere di assicurare la salvaguardia di interessi unitari non
frazionabili, ha peraltro dichiarato lillegittimit costituzionale dellart. 8 l. 59/1997, nella parte in cui,
disciplinando un procedimento non necessariamente coinvolgente il Consiglio dei ministri, sottrae
a tale organo, responsabile della politica generale del governo, lesercizio della funzione stessa,
con leffetto di ripristinare lefficacia della disposizione abrogata (art. 2, comma 3, l. 400/1988)che
stabiliva quella competenza.
44
Per quanto attiene ai controlli, ai sensi dellart. 125 Cost. gli atti amministrativi delle regioni erano
soggetti al controllo di legittimit esercitato da un organo dello Stato. La legislazione ordinaria li
aveva profondamente modificati.
Oggi, lart. 125 Cost. stato abrogato dalla l. cost. 3/2001 e lopinione dominante nel senso che i
controlli in esame siano stati eliminati.
Ricordiamo poi che il controllo sulla gestione del bilancio e del patrimonio esercitato dalla
Corte dei conti anche nei confronti delle amministrazioni regionali concerne il perseguimento degli
obiettivi stabiliti dalle leggi di principio e di programma.
Per quanto attiene al controllo sugli organi, lart. 126 Cost. prevede la possibilit che il consiglio
regionale venga sciolto (potere mai esercitato fino ad oggi) e il presidente della giunta rimosso con
decreto del Presidente della Repubblica, sentita una commissione di deputati e senatori costituita
per le questioni regionali, quando abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni
di legge.
Lo scioglimento e la rimozione possono altres essere disposti per ragioni di sicurezza nazionale;
lapprovazione di una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della giunta, la rimozione,
limpedimento permanente, la morte o le dimissioni volontarie dello stesso comportano le
dimissioni della giunta e lo scioglimento del consiglio.
In ordine ai rapporti finanziari tra Stato e regione, va notato che, ai sensi dellart. 119 Cost., le
regioni, cos come comuni, province e citt metropolitane, hanno autonomia finanziaria di entrata
e di spesa. Esse stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione
e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.
Il coordinamento delle finanza pubblica e del sistema tributario materia di legislazione
concorrente.
Per quanto attiene al ruolo dello Stato, lart. 119 prevede listituzione di un fondo perequativo per i
territori con minore capacit fiscale per abitante e la destinazione da parte dello Stato di risorse
aggiuntive nonch leffettauzione di interventi speciali in favore di determinati regioni o enti locali
per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidariet sociale, per rimuovere gli
squilibri economici e sociali, per favorire leffettivo esercizio dei diritti della persona, o per
provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni.
Le regioni e gli enti locali possono ricorrere allindebitamento solo per finanziare spese di
investimento.
Dal principio di autonomia finanziaria deriva che la regione ha un bilancio autonomo rispetto a
quello statale. Il d. lgs. 76/2000 adegua il sistema contabile delle regioni a quello dello Stato; esso
disciplina in particolare il bilancio pluriennale, il bilancio annuale, la legge finanziaria regionale, le
leggi di spesa e il rendiconto.
La regione dispone infine di un proprio patrimonio.
LORGANIZZAZIONE REGIONALE
Per quanto attiene allorganizzazione regionale, si rileva che:
il consiglio regionale esercita le potest legislative e le altre funzioni ad esso conferite dalla
Costituzione e dalle leggi;
la giunta regionale lorgano esecutivo, esercita potest regolamentare e dispone anche di
poteri di impulso e di iniziativa legislativa;
il presidente della giunta regionale rappresenta la regione; dirige la politica della giunta e ne
responsabile, promulga le leggi ed emana i regolamenti regionali; dirige le funzioni
amministrative delegate dallo Stato alla regione, conformandosi alle istruzioni del governo
della Repubblica.
Ai sensi dellart. 123 Cost., la forma di governo di ciascuna regione determinata dallo statuto.
Il presidente della giunta regionale, salvo che lo statuto regionale disponga diversamente, eletto
a suffragio universale e diretto; il presidente eletto nomina e revoca i componenti della giunta.
45
Sul piano della legislazione ordinaria, lart. 4 T.U. degli enti locali, consente alla regione di
organizzare lesercizio delle funzioni amministrative a livello locale attraverso i comuni e le
province.
Per la cura degli interessi ad essa affidata, la regione pu avvalersi anche di enti dipendenti che si
caratterizzano anche e soprattutto sotto il profilo squisitamente strutturale come uffici regionali
entificati.
Tra i soggetti di diritto pubblico operanti nellambito dellorganizzazione regionale, particolarmente
importanti sono le aziende sanitarie locali, aventi il compito di assicurare livelli di assistenza
sanitaria uniforme nel proprio ambito territoriale e che il d. lgs. 502/1992 qualifica coke aziende
dotate di personalit giuridica pubblica e di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale,
contabile, gestionale e tecnica.
Si aggiunga che le regioni possono assumere partecipazioni in societ finanziarie regionali il cui
oggetto rientri nelle materie regionali.
La legge 127/1997 prevede, inoltre, la presenza di difensori civici regionali.
46
Il comune gestisce alcuni servizi di competenza statale. In realt, mentre la titolarit delle funzioni
spetta allo Stato, lesercizio delle stesse demandato al sindaco, quale ufficiale del governo. Il
sindaco si presenta in questa occasione come organo dello Stato.
In tema di funzioni va infine ricordato che il T.U. consente agli enti locali di disciplinare mediante
proprio statuto le funzioni delle unioni dei comuni e dei municipi e di proporre lo statuto della citt
metropolitana con lindicazione delle sue funzioni.
Importanti funzioni sono state conferite al comune in relazione allistituto dello sportello unico per
le attivit produttive.
47
48
49
Il parere di regolarit reso dal segretario allorch lente non abbia funzionari responsabili dei
relativi servizi.
Va infine ricordato che lart. 28 della l. 488/1998 estende il patto di stabilit assunto dal Governo
in sede comunitaria non solo alle regioni, ma anche a province, comuni e comunit montane: tali
enti devono ridurre il disavanzo annuo e il rapporto tra lammontare del debito e il prodotto interno
lordo.
lazione popolare (ogni elettore pu far valere in giudizio le azioni e i ricorsi che spettano
al comune: in caso di soccombenza le spese sono a carico dellelettore, salvo che il
comune, costituendosi, abbia aderito allazione;
il diritto di accesso agli atti amministrativi (eccetto quelli riservati per espressa
indicazione di legge o per effetto di una temporanea e motivata dichiarazione del sindaco o
del presidente della provincia che ne vieti lesibizione, in quanto la loro diffusione pu
pregiudicare il diritto alla riservatezza delle persone, dei gruppi o delle imprese);
il diritto di accesso alle informazioni di cui in possesso lamministrazione, alle strutture
ed ai servizi degli enti, alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni.
Va ancora precisato che, a seguito della riforma di cui alla l. cost. 3/2001, la materia degli istituti di
partecipazione rientra ora nella potest legislativa delle regioni.
50
Le forme di incentivazione dellesercizio associato delle funzioni da parte dei comuni, afferma
che occorre prevedere una maggiorazione dei contributi nelle ipotesi di fusione e di unione,
rispetto alle altre forme di gestione sovracomunale.
In sintesi, con riferimento al loro grado di stabilit, le forme associative previste dal T.U. possono
essere ordinate come segue: accordi di programma, per la definizione e lattuazione di opere e di
interventi; convenzioni, al fine di svolgere in modo coordinato funzioni e servizi determinati; uffici
comuni, istituiti mediante convenzioni, ai quali affidare lesercizio delle funzioni pubbliche; delega
(ad un solo ente dellesercizio delle funzioni); consorzi (soggetti distinti dagli enti che li
costituiscono per la gestione associata di uno o pi servizi e per lesercizio di funzioni); esercizio
associato di funzioni e servizi; unioni di comuni (che danno luogo alla creazione di un ente locale).
Lart. 53 T.U. enti locali, consente al sindaco, ove non sussistano organi di decentramento
comunale, di delegare ad un consigliere comunale lesercizio delle funzioni di ufficiale del governo
nei quartieri o nelle frazioni.
51
52
LINTERESSE LEGITTIMO
Occorre ora focalizzare lattenzione sui rapporti tra amministrazione e soggetti privati.
Nei confronti dellesercizio del potere dellamministrazione, il privato si trova in uno stato di
soggezione: la pretesa alla legittimit dellazione amministrativa linteresse legittimo.
Linteresse legittimo pu essere definito come la situazione soggettiva di vantaggio, costituita dalla
protezione giuridica di interessi finali che si attua non direttamente ed autonomamente, ma
attraverso la protezione indissolubile ed immediata di un altro interesse del soggetto, meramente
strumentale, alla legittimit dellatto amministrativo e soltanto nei limiti della realizzazione di tale
interesse strumentale.
La piena protezione giuridica riguarda non gi tale interesse, bens la legittimit dellazione e
spetta al privato anche a fronte di uninerzia dellamministrazione.
Pur se linteresse legittimo una situazione soggettiva di vantaggio che comporta una serie di
possibilit in capo al titolare, essa si inserisce in un contesto di soggezione allesercizio del potere.
Il titolare, tuttavia, pu non limitarsi ad attendere il comportamento dellamministrazione. Infatti,
oltre a reagire nei suoi confronti, egli ne pu influenzare lo svolgimento.
Non va poi taciuto, ma il rilievo importante, che poteri di influire sul corretto esercizio dellazione
amministrativa sono riconosciuti dalla legge anche a chi non titolare di interessi legittimi.
53
Per quanto attiene ai poteri riconosciuti al titolare dellinteresse legittimo, si possono ricordare, in
primo luogo, i tradizionali poteri di reazione: il loro esercizio si concretizza nei ricorsi
amministrativi e nei ricorsi giurisdizionali, volti ad ottenere lannullamento dellatto amministrativo.
Accanto a quelli ora descritti possiamo poi aggiungere i poteri di partecipare al procedimento
amministrativo; di accedere ai documenti della pubblica amministrazione.
Spesso si fa cenno allesistenza di una peculiare categoria, quella degli
interessi
procedimentali, che avrebbero la caratteristica di attenere a fatti procedimentali. In dottrina
stato obiettato che si tratterebbe in realt di facolt che attengono allinteresse legittimo.
Gli interessi procedimentali hanno invero un campo dazione assai pi ampio di quello
dellinteresse legittimo. Linteresse legittimo, in ogni caso, sorge non gi tutte le volte in cui, anche
in modo secondario ed indiretto, un soggetto venga in qualche modo implicato dallesercizio di un
potere, bens quando (e soltanto quando) la soddisfazione del suo interesse dipende dallesercizio
di un potere. Dunque non sufficiente una disposizione che semplicemente assicuri la
partecipazione ad un procedimento .
Daltronde linteresse procedimentale risulta spesso sfornito di tutela effettiva, non potendosi
ricorrere al giudice per la sua violazione, a differenza di quanto accade nellipotesi di titolarit di
interesse legittimo.
54
55
56
Le abilitazioni sono atti il cui rilascio subordinato allaccertamento dellidoneit tecnica di soggetti
a svolgere una certa attivit. Considerazioni in parte analoghe possono essere svolte con
riferimento allomologazione, rilasciata dallautorit a seguito dellaccertamento della sussistenza
in una cosa, di norma destinata ad essere prodotta i serie, di tutte le caratteristiche fissate
dallordinamento a fini di tutela preventiva (prodotti pericolosi) o per esigenze di uniformit dei
modelli.
Il nullaosta un atto endoprocedimentale necessario, emanato da unamministrazione diversa da
quella procedente, con cui si dichiara che, in relazione ad un particolare interesse, non sussistono
ostacoli alladozione del provvedimento finale.
Il nullaosta attiene dunque ai rapporti tra diverse amministrazioni. Il diniego del nullaosta
costituisce fatto impeditivi della conclusione del procedimento.
La dispensa il provvedimento con cui lordinamento, pur vietando o imponendo in generale un
certo comportamento, prevede per che lamministrazione possa consentire in alcuni casi una
deroga allosservanza del relativo divieto o obbligo. Allorch la deroga ad un divieto generale
avvenga in base allo schema norma-fatto-effetto si parla di esenzione.
Lapprovazione il provvedimento permissivo, avente ad oggetto non gi un comportamento,
bens un atto rilasciato, a seguito di una valutazione di opportunit e convenienza dellatto stesso.
Lapprovazione opera dunque come condizione di efficacia dellatto ed adesso successiva.
La licenza, figura che oggi la legge tende a sostituire allautorizzazione, era definita, secondo
parte della dottrina, come il provvedimento che permette lo svolgimento di unattivit previa
valutazione della sua corrispondenza ad interessi pubblici.
Tutti i provvedimenti analizzati (salvo la dispensa), possono essere ricondotti nelambito del potere
autorizzatorio.
I POTERI CONCESSORI
Tra i poteri il cui esercizio determina effetti favorevoli per i privati, accanto a quelli autorizzatori
sono di rilievo i poteri concessori.
Lesercizio di tali poteri produce leffetto di attribuire al destinatario medesimo status e situazioni
giuridiche (diritti) che esulavano dalla sua sfera giuridica in quanto precedentemente egli non ne
era titolare.
A differenza di ci che accade nellautorizzazione, lordinamento non attribuisce originariamente al
privato la titolarit di alcune situazioni giuridiche, ma conferisce allamministrazione il potere di
costituirle o trasferirle in capo al privato stesso.
Esistono molteplici esempi di concessioni: la concessione di esercizio di servizi pubblici, la
concessione della cittadinanza, la concessione di costruzione e gestione di opere pubbliche.
La concessione detta traslativa quando il diritto preesiste in capo allamministrazione (si pensi
alla concessione di servizi pubblici), sicch esso trasmesso al privato, mentre costitutiva nei
casi in cui il diritto attribuito totalmente nuovo, nel senso che lamministrazione non poteva
averne la titolarit (sarebbe tale la concessione di cittadinanza o di onorificenze).
Lesame della vicenda concessoria non presenta peculiari problemi allorch essa attenga a beni
pubblici: in questi casi, infatti, evidente che al privato, in assenza di concessioni, sarebbe
precluso lo sfruttamento delle utilitates connesse al bene (medesimo discorso vale per il caso
della cittadinanza).
Viceversa, maggiori questioni e dubbi si profilano in ordine alle concessioni di opere pubbliche e di
pubblici servizi.
Per quanto riguarda la concessione di opere pubbliche, la legislazione mira ad equipararle
allappalto o, quanto meno, a limitare la discrezionalit di cui gode lamministrazione chiamata a
rilasciarle al fine di evitare che la stessa possa svincolarsi dalle regole poste a tutela della
concorrenza. Non a caso, la recente legislazione definisce tali concessioni come contratti.
La natura contrattuale della concessione, in passato, era stata affermata da parte della dottrina
anche in ordine alla concessione di servizi pubblici, figura che ricorre allorch lordinamento
intenda garantire alla collettivit alcune prestazioni ed attivit e consenta allamministrazione di
affidarne lo svolgimento a soggetti privati appunto mediante un provvedimento concessorio.
57
Al riguardo va per osservato che la disposizione di essi deve avvenire mediante atti di natura
pubblicistica. Non quindi da accogliersi la tesi della qualificazione del potere esercitato
dallamministrazione come meramente privatistico.
Nel novero dei provvedimenti concessori rientrano le sovvenzioni, caratterizzate dal fatto che
esse attribuiscono al destinatario vantaggi economici.
La terminologia usata dal legislatore non sempre uniforme: in generale, le sovvenzioni
riguardano lo svolgimento di attivit imprenditoriali, i contributi attengono ad attivit culturali o
sportive, mentre i sussidi sono attribuzioni rientranti nella beneficenza generale. Il vantaggio pu
essere diretto (erogazione di somme) o indiretto (sgravi da alcuni oneri) e non sussiste lobbligo, in
capo al beneficiario, di pagare alcun corrispettivo, sicch si pu ravvisare, a differenza delle altre
ipotesi concessorie, un intento di liberalit.
I POTERI ABLATORI
I poteri ablatori incidono negativamente sulla sfera giuridica del destinatario. Essi hanno segno
opposto rispetto a quelli concessori, nel senso che impongono obblighi (privando il soggetto della
libert di scegliere se agire: ablatori personali), ovvero sottraggono situazioni favorevoli in
precedenza pertinenti al privato, attribuendole di norma, ma non necessariamente,
allamministrazione (ablatori reali).
Leffetto ablatori pu incidere su diritti reali, diritti personali o su obblighi a rilevanza patrimoniale.
Tra i provvedimenti ablatori reali vengono in evidenza le espropriazioni, le occupazioni, le
requisizioni, le confische ed i sequestri.
Nellambito dei provvedimenti ablatori che incidono su diritti personali si esamineranno in
particolare gli ordini.
Lespropriazione il provvedimento che ha leffetto di costituire un diritto di propriet o altro diritto
reale in capo ad un soggetto (detto espropriante: non necessariamente si tratta
dellamministrazione che emana il provvedimento), previa estinzione del diritto in capo ad altro
soggetto (espropriato) al fine di consentire la realizzazione di unopera pubblica o per altri motivi
di pubblico interesse e dietro versamento di un indennizzo.
Secondo la Corte costituzionale lindennizzo dovrebbe costituire un serio ristoro.
La legge prevede anche la possibilit di procedere alloccupazione temporanea di alcuni beni.
Lipotesi pi rilevante era in passato costituita dalloccupazione durgenza e riguardava il possesso
delle cose destinate allespropriazione allorch la realizzazione dellopera per la quale si
procedeva ad espropriazione fosse dichiarata indifferibile ed urgente, ed era accompagnata
dallobbligo di pagare un indennizzo.
Le requisizioni sono provvedimenti mediante i quali lamministrazione dispone della propriet o,
comunque, utilizza un bene di un privato per soddisfare un interesse pubblico. Tra i vari tipi: le
requisizioni in propriet, che riguardano soltanto cose mobili e possono essere disposte dietro
corresponsione di unindennit; la requisizione in uso un provvedimento che ha come
presupposto lurgente necessit: essa riguarda beni sia mobili sia immobili e comporta la
possibilit di poter utilizzare il bene (che rimane in propriet del titolare) per il tempo necessario e
pagando unindennit.
I caratteri dellurgenza, della temporaneit e dellindennit presenti nella stessa fattispecie, valgono
a differenziare la requisizione in uso sia dallespropriazione, sia dalle ordinanze di necessit e
urgenza, che non aprono la via allindennizzo.
Ai sensi della l. 2248/1865, allorch per grave necessit pubblica lautorit amministrativa debba
senza indugio disporre della propriet privataessa proceder con decreto motivato, sempre per
senza pregiudizio dei diritti delle parti.
La confisca un provvedimento ablatorio a carattere non gi espropriativi, bens sanzionatorio ed
la misura conseguente alla commissione di un illecito amministrativo: si pensi allipotesi di
confisca dellimmobile realizzato abusivamente.
Il sequestro il provvedimento ablatorio di natura cautelare: esso mira in genere a salvaguardare
la collettivit dai rischi derivanti dalla pericolosit del bene.
Alcuni provvedimenti ablatori incidono non gi su diritti reali, bens sulla complessa sfera giuridica
del privato, privandolo di un diritto o di una facolt.
58
I POTERI SANZIONATORI
Per sanzione per lo pi si intende la conseguenza sfavorevole di un illecito applicata
coattivamente dallo Stato o da altro ente pubblico, mentre per illecito la violazione di un precetto
compiuta da un soggetto: la sanzione costituisce dunque la misura retributiva nei confronti del
trasgressore. Si crea cos un rapporto diretto tra questo e la sanzione: essa diretta a colpire il
comportamento antigiuridico del soggetto.
Stabilito dunque: che la sanzione ha carattere eminentemente affittivo e che essa la
conseguenza di un comportamento antigiuridico di un soggetto, ne discende che:
a) non sanzione la misura, di carattere preventivo e cautelare, che non presuppone
laccertamento della violazione della legge, a meno che non sia fondata sullaccertato
pericolo della violazione stessa da parte del soggetto;
b) non sanzione la dichiarazione di nullit o la rimozione dellatto invalido, perch la
reazione dellordinamento opera qui soltanto nei confronti dellatto;
c) non sanzione la reintegrazione dello stato di cose antecedente alla trasgressione.
Nella vigente legislazione, cos come non definito il concetto di sanzione, non neppure definito
il concetto di sanzione amministrativa.
Le sanzioni amministrative non hanno un contenuto loro peculiare, ma si possono individuare in
modo soltanto residuale, quali misure afflittive non consistenti in sanzioni penali o in sanzioni civili.
Per quanto riguarda i principi generali delle sanzioni amministrative, essi operano sul piano delle
fonti (principio di legalit), sul piano della successione delle leggi nel tempo (principio di
irretroattivit), sul piano della interpretazione (principio del divieto di analogia).
necessario adesso distinguere tra sanzioni ripristinatorie colpiscono la res e mirano a
reintegrare linteresse pubblico leso, e sanzioni afflittive, le quali si rivolgono direttamente
allautore dellillecito; tra sanzioni pecuniarie e sanzioni interdittive: queste ultime incidono
sullattivit del soggetto colpito.
Posizione a parte occupano le sanzioni disciplinari le quali, tradizionalmente oggetto di una
regolamentazione peculiare, si riferiscono ai soggetti che si trovano in un particolare rapporto con
lamministrazione.
La legge contempla poi un peculiare gruppo di sanzioni amministrative, le
sanzioni
accessorie.
La violazione del precetto, presupposto la cui sussistenza apre la via allemanazione del
provvedimento sanzionatorio, d luogo allillecito amministrativo.
Per quanto attiene allelemento psicologico, ai fini della sussistenza dellillecito si richiede il dolo o
la colpa.
Laccertamento dellillecito e lapplicazione della sanzione avvengono allinterno del processo
penale.
59
60
Si noti infine che la registrazione non un certificato, in quanto in essa prevalente la funzione di
acquisire conoscenza rispetto a quella di esternare, propria del certificato.
Il certificato ha normalmente i caratteri dellatto pubblico, essendo rilasciato da un pubblico ufficiale
autorizzato a darvi pubblica fede, e fa piena prova, fino a querela di falso, tanto in sede
amministrativa quanto in sede giurisdizionale, di ci che in esso dichiarato e della provenienza.
Occorre distinguere gli attestati, che sono atti amministrativi sempre tipici, ma in suscettibili di
creare la medesima certezza legale creata dalle certazioni e che, a differenza dei certificati, non
mettono in circolazione una certezza creata da un atto di certificazione.
Negli ultimi anni si fatta sempre pi pressante la duplice esigenza di alleggerire il carico di lavoro
dei pubblici ufficiali e di consentire al privato di potere provare, nei suoi rapporti con
lamministrazione, determinati fatti, stati e qualit a prescindere dellesibizione dei relativi certificati.
Si tratta dellistituto giuridico della dichiarazione sostitutiva, che un atto del privato capace di
sostituire una certificazione pubblica la dichiarazione ammessa per nei soli casi stabiliti
dallordinamento producendone lo stesso effetto giuridico.
Le dichiarazioni sostitutive si distinguono dai certificati in quanto: non provengono da un ente
pubblico; sono destinate a confluire soltanto in un singolo rapporto tra cittadino ed amministrazione
(i certificati, invece, valgono in generale, ossia anche nei rapporti tra i cittadini); le dichiarazioni
sostitutive hanno peraltro la stessa validit temporale degli atti che sostituiscono.
La mancata accettazione della dichiarazione sostitutiva costituisce violazione dei doveri dufficio.
La legge attribuisce alla pubblica amministrazione il compito di controllare la veridicit delle
dichiarazioni sostitutive, il che avviene mediante raffronto tra il contenuto delle stesse e quello
degli atti di certazione.
Vi sono due tipi di dichiarazioni sostitutive. La dichiarazione sostitutiva di certificazione il
documento, sottoscritto dallinteressato (anche non in presenza del funzionario amministrativo
addetto) in sostituzione dei certificati: in luogo di tale dichiarazione il cittadino pu produrre il
certificato o la copia autenticata, ovvero esibire un documento di identit che li attesti.
Il T.U. in materia di documentazione amministrativa, prevede altres che il cittadino possa rendere
al funzionario competente dichiarazioni sostitutive dellatto di notoriet, ossia atti con cui il privato
comprova tutti gli stati, fatti e qualit personali non compresi in pubblici registri, albi ed elenchi,
nonch stati, fatti e qualit personali relativi ad altri soggetti di cui egli abbia diretta conoscenza.
Lart. 7 del T.U. poi, specifica che il controllo sulle dichiarazioni sostitutive debba avvenire anche
a campione, e in tutti i casi in cui sorgano fondati dubbi sulla loro veridicit. Esso effettuato
secondo due modalit: consultando direttamente gli archivi dellamministrazione certificante,
ovvero richiedendo alla medesima conferma scritta della corrispondenza di quanto dichiarato con
le risultanze dei registri.
La recente normativa ha previsto che le dichiarazioni sostitutive possono essere utilizzate anche
nei rapporti tra privati che vi consentano: in tal caso lamministrazione competente per il rilascio
della relativa certificazione tenuta a fornire, su richiesta del privato corredata dal consenso del
dichiarante (non gi il certificato,ma) conferma scritta della corrispondenza di quanto dichiarato
con le risultanze dei dati custoditi.
61
62
es. selezione del miglior candidato nel caso di concorso; pubblica utilit nellipotesi di
espropriazione).
Essa, in teoria, potrebbe essere lasciata libera di scegliere le modalit di azione ritenute pi
consone nei singoli casi. Molto pi spesso, tuttavia, le modalit di azione sono individuate in via
generale e astratta mediante norme giuridiche.
Le norme che disciplinano lazione amministrativa, proprio perch hanno ad oggetto lazione
dellamministrazione e non lindividuazione di assetti intersoggettivi, sono definite norme di
azione.
La discrezionalit amministrativa dunque lo spazio di scelta che residua allorch la normativa
di azione non predetermini in modo completo tutti i comportamenti dellamministrazione.
Questo tipo di discrezionalit, c.d. pura, va distinta dalla discrezionalit tecnica, che la
possibilit di scelta che spetta alla amministrazione allorch sia chiamata a qualificare fatti
suscettibili di varia valutazione.
La scelta discrezionale c.d. pura pu attenere a vari profili dellazione amministrativa, quali il
contenuto del provvedimento, la stessa decisione relativa al se ed al quando rilasciarlo.
Viene ad importanza la definizione di merito amministrativo, merito attribuito alla scelta esclusiva
dellamministrazione la quale, tra la pluralit di scelte cos individuate, preferir quella ritenuta pi
opportuna.
Da questo punto di vista si pu dire che il merito costituisce la sfera di attivit riservata
allamministrazione.
Tale nozione di merito non va confusa con quella impiegata in ambito processuale-civilistico. Il
termine merito viene anche utilizzato per indicare un tipo particolare di giurisdizione del giudice
amministrativo, caratterizzato dalla possibilit gi ricordata per tale giudice, in casi tassativamente
stabiliti dalla legge, di sindacare non solo la legittimit dellatto, ma anche la rispondenza dello
stesso a criteri di opportunit e convenienza.
63
sia i suoi effetti, emanando una decisione di annullamento. Il regime dellatto posto in essere in
violazione di norme di azione dunque lannullabilit.
solo questi ultimi sono astratti, intendendo per astrattezza il carattere derivante dalla
necessit di un ulteriore esercizio di poteri ai fini della produzione delleffetto;
solo gli atti normativi sono espressione di un potere diverso da quello amministrativo.
I REGOLAMENTI AMMINISTRATIVI
Sotto il profilo del soggetto e dellorgano da cui provengono, i regolamenti si distinguono in
regolamenti governativi, regolamenti ministeriali e regolamenti degli enti pubblici.
64
La disciplina dei regolamenti governativi oggi fissata dalla legge 400/1988. Per la loro
emanazione la legge richiede la deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del
Consiglio di Stato. Emanati con decreto del Presidente della Repubblica e sottoposti al visto e alla
registrazione della Corte dei conti, essi sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale e debbono essere
espressamente denominati regolamenti.
Lart. 17 della l. 400/1988 prevede diversi tipi di regolamenti governativi.
I regolamenti esecutivi rappresentano le fonti governative mediante le quali sono poste norme di
dettaglio rispetto alla legge o al decreto legislativo da eseguire.
I regolamenti attuativi e integrativi rispetto a leggi che pongono norme di principio, possono
essere adottati al di fuori delle materie riservate alla competenza regionale (in caso contrario lo
Stato invaderebbe la sfera di competenza della regione). Mentre i regolamenti esecutivi si limitano
a specificare la legge, quelli ora in esame possono sviluppare i principi posti dalla legge,
introducendo elementi di integrazione.
I regolamenti indipendenti sono emanati per disciplinare le materie in cui ancora manchi la
disciplina da parte di leggi o atti aventi forza di legge, sempre che non si tratti di materie comunque
riservate alla legge.
Vi sono poi i regolamenti che disciplinano lorganizzazione ed il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche.
La legge disciplina poi i regolamenti di delegificazione (il termine delegificazione indica
lattribuzione al potere regolamentare del compito di disciplinare materie anche in deroga alla
disciplina posta dalla legge) o autorizzati, i quali possono essere adottati solo a seguito di una
specifica previsione di legge. La norma dispone che Con decreto del Presidente della Repubblica,
previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Stato, sono emanati i
regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta di legge prevista dalla
Costituzione, per le quali le leggi della Repubblica, autorizzando lesercizio della potest
regolamentare del governo, determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono
labrogazione delle norme vigenti, con leffetto dellentrata in vigore delle norme regolamentari.
Un massiccio impiego dei regolamenti di delegificazione previsto per lattuazione di direttive
comunitarie, adottati sulla base di una speciale procedura caratterizzata dallintervento delle
commissioni permanenti competenti per materia delle Camere a seguito dellemanazione della
legge comunitaria.
La legge contempla poi regolamenti ministeriali, nonch regolamenti interministeriali, adottati
con decreti interministeriali in quanto attinenti a materie di competenza di pi ministri.
65
66
INTRODUZIONE
Lemanazione del provvedimento finale di norma preceduta da un insieme di atti, fatti ed attivit,
tutti tra di loro connessi in quanto concorrono allemanazione del provvedimento stesso. Essi
confluiscono nel procedimento amministrativo.
I casi di provvedimenti emanati senza porre in essere un procedimento sono pochissimi: si pu
immaginare lipotesi dellatto durgenza adottato immediatamente dallorgano individuale
competente.
Il procedimento amministrativo stato definito come forma della funzione: il passaggio
dallattribuzione del potere alla concreta produzione delleffetto finale contraddistinto da una serie
coordinata di attivit e di atti endoprocedimentale che costituisce la funzione. Essa fa in qualche
modo da tramite tra una situazione statica (il potere) e unaltra situazione statica (leffetto prodotto
dallatto). in tale ambito si colloca il procedimento amministrativo.
La pi recente normativa pare voler configurare il procedimento come modulo nel cui interno far
confluire lesercizio di pi poteri provvedimentale, in particolare autorizzativi e concessori, tra di
loro connessi in quanto riferiti ad una medesima attivit del privato.
67
negozio di diritto comune, il formarsi della volont della pubblica amministrazione pur sempre
unattivit orientata allinteresse pubblico e, come tale, procedimentalizzata.
68
69
70
rispettato quando lamministrazione, entro novanta giorni ovvero entro il diverso termine fissato
in via regolamentare emani il provvedimento finale.
A fronte dellinutile decorso del termine senza che lamministrazione abbia emanato il
provvedimento, il cittadino ha a disposizione una serie di rimedi giuridici.
Il ritardo pu innanzitutto causare una responsabilit dellamministrazione per lesione di interessi
meritevoli di tutela.
In caso di inerzia, il cittadino pu inoltre reagire utilizzando gli strumenti (ricorso avverso il silenzio)
previsti a fronte del c.d. silenzio inadempimento: esso si forma allorch lamministrazione non
abbia emanato latto nel termine fissato, in un contesto in cui lordinamento non attribuisce a quel
comportamento alcun effetto giuridico equivalente al rilascio di un provvedimento positivo o di
diniego.
Talora lordinamento attribuisce poteri sostitutivi in capo ad amministrazioni diverse da quelle
competenti a provvedere che siano rimaste inerti.
Il ritardo nellemanazione dellatto amministrativo pu altres integrare unipotesi di
illecito
disciplinare a carico del dipendente. A ci si aggiunga che lordinamento prevede altres la
responsabilit civile a carico dellagente: il privato pu chiedere il risarcimento dei danno
conseguiti allomissione o al ritardo nel compimento di atti o di operazioni cui limpiegato sia tenuto
per legge o per regolamento. A tal fine, linteressato, quando siano trascorsi sessanta giorni dalla
data di presentazione dellistanza (dunque, nelle ipotesi di procedimento ad iniziativa di parte),
deve notificare una diffida allamministrazione e allimpiegato, a mezzo dufficiale giudiziario;
decorsi inutilmente trenta giorni dalla diffida, egli pu proporre lazione volta ad ottenere il
risarcimento.
Si noti che tale procedura prevista dalla legge anche nel caso di omissione o ritardo di atti
endoprocedimentali da compiersi dufficio.
Lart. 328 c.p. stabilisce, inoltre, che il pubblico ufficiale o lincaricato di un pubblico servizio il
quale, entro trenta giorni dalla richiesta redatta in forma scritta da chi vi abbia interesse, non
compie latto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, punito con la
reclusione fino a un anno o con la multa fino a lire due milioni.
Affinch si integri il reato, comunque, sufficiente linerzia nel compiere un atto (richiedendosi per
sempre il requisito del dolo), il quale non necessariamente il provvedimento finale.
In relazione al problema del tempo, va ricordato che nel nostro ordinamento vige il principio
secondo cui tempus regit actum: ogni atto deve essere disciplinato dalla normativa vigente al
momento in cui esso posto in essere. Il principio vale anche per il provvedimento finale sicch,
nellipotesi in cui la sua emanazione richieda, ai sensi della normativa sopravvenuta, lesistenza di
atti endoprocedimentali non previsti dalla legge precedente e non sussistenti, lamministrazione
dovr rifiutarsi di emanarlo (fatta salva lipotesi di integrazione).
Nel silenzio della legge, ci non impedisce la salvezza degli atti endoprocedimentali gi emanati,
anche se mutata la disciplina, purch la fase in cui essi si collocano non sia totalmente
incompatibile con la nuova normativa.
Per quanto infine attiene allipotesi i cui lo ius superveniens intervenga nella fase procedimentale di
controllo, la tesi seguita dalla Corte dei conti quella secondo cui, non avendo in essa il
provvedimento ancora acquisito efficacia, lorgano di controllo deve tener conto della legislazione
vigente al momento in cui sta espletando la sua attivit (non omogeneo lorientamento dei Tar).
71
72
Maggiori problemi sorgono in relazione alla categoria dei soggetti individuati o facilmente
individuabili ai quali potrebbe derivare un pregiudizio dal provvedimento.
In linea di massima, si tratta di quei soggetti che sarebbero legittimati ad impugnare il
provvedimento favorevole nei confronti del destinatario in quanto pregiudicati dal provvedimento
stesso.
La comunicazione dellavviso un compito del responsabile del procedimento. In via di norma,
essa deve essere fatta mediante comunicazione personale; pu anche essere effettuata secondo
modalit differenti, stabilite di volta in volta dallamministrazione, quando per il numero dei
destinatari la comunicazione personale non sia possibile o risulti particolarmente gravosa.
Nel silenzio della legge, va ritenuto che tale adempimento vada compiuto senza ritardo e,
comunque, entro un termine ragionevole tenuto conto delle circostanze.
La comunicazione deve contenere i seguenti elementi: amministrazione competente, oggetto del
procedimento, ufficio e persona del responsabile del procedimento, ufficio in cui si pu prendere
visione degli atti.
Listituto della comunicazione strettamente collegato alla partecipazione al procedimento, nel
senso che consente agli interessati di essere posti a conoscenza della pendenza di un
procedimento nel quale possono intervenire rappresentando il proprio punto di vista.
La comunicazione non necessaria nei casi di subprocedimenti che confluiscano nel solco di un
procedimento principale.
La giurisprudenza ha ritenuto che si possa legittimamente derogare allobbligo di comunicazione
nel caso di procedimenti finalizzati alloccupazione durgenza delle aree destinate alla costruzione
di opere pubbliche e di ingiunzioni di demolizione o di sospensione di lavori.
Lart. 7 della l. 241/1990 si occupa dei provvedimenti cautelari e consente allamministrazione la
loro adozione anche prima della effettuazione della comunicazione dellavvio del procedimento.
in questi casi lamministrazione pu soltanto differire nel tempo la comunicazione.
La dottrina ha posto in luce lesistenza di altri procedimenti, c.d. riservati, in ordine ai quali non
dovrebbe essere ammessa la partecipazione. In questi casi, in effetti, la comunicazione dellavvio
dl procedimento e la partecipazione potrebbero frustrare gli interessi curati dallamministrazione
ovvero la riservatezza dei terzi.
La giurisprudenza ha comunque spesso interpretato in senso restrittivo la norma che configura
lobbligo di comunicare lavvio del procedimento: oltre allindividuazione di intere categorie di
procedimenti nei quali sussisterebbero esigenze di celerit, essa ha talora escluso la sussistenza
dellobbligo nelle ipotesi di procedimento ad istanza di parte (perch il privato per ci stesso a
conoscenza della pendenza di un procedimento) e di attivit vincolata, ovvero, pi in generale,
ritenendo che per certi procedimenti non sia utile o rilevante il contraddittorio.
Lomissione della comunicazione di avvio del procedimento configura una ipotesi di illegittimit,
che pu essere fatta valere soltanto dal soggetto nel cui interesse la comunicazione prevista.
Il legislatore vuole in sostanza evitare che latto finale venga caducato, con la conseguenza di
aprire la via alla ripetizione del procedimento, su iniziativa di chi faccia valere un vizio che abbia
pregiudicato la situazione di altro soggetto.
LISTRUTTORIA PROCEDIMENTALE
Listruttoria la fase del procedimento funzionalmente volta allaccertamento dei fatti e dei
presupposti del provvedimento ed alla acquisizione e valutazione degli interessi implicati
dallesercizio del potere. Essa condotta dal responsabile del procedimento.
Dunque, listruttoria del procedimento amministrativo serve per acquisire interessi e verificare fatti.
La distinzione tra fatti e interessi si complica nella realt delle cose, in quanto sussiste una stretta
correlazione tra gli uni e gli altri, nel senso che il fatto implica e consente di evidenziare interessi e,
per contro, linteresse e la verifica della sua esistenza possono richiedere laccertamento di una
situazione di fatto.
Fatta questa premessa, si precisa che lattivit conoscitiva in senso proprio si svolge mediante
una serie di operazioni i cui risultati vengono attestati da dichiarazioni di scienza, acquisite al
procedimento. i dati di fatto rilevanti possono essere individuati dallamministrazione oppure
rappresentati dai terzi attraverso lo strumento della partecipazione.
73
LA PARTECIPAZIONE PROCEDIMENTALE
Uno degli strumenti pi importanti previsti dalla l. 241/1990 per introdurre interessi pubblici e privati
nel procedimento costituito dalla partecipazione.
Ai sensi degli artt. 7 e 9 della legge, sono legittimati allintervento nel procedimento i soggetti nei
confronti dei quali il provvedimento finale destinato a produrre effetti diretti, i soggetti che per la
74
legge debbono intervenire nel procedimento ed i soggetti che possono subire un pregiudizio dal
provvedimento, purch individuati o facilmente individuabili. Possono inoltre intervenire nel
procedimento i portatori di interessi pubblici o privati, nonch i portatori di interessi diffusi costituiti
in associazioni o comitati, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento.
La differenza principale tra le categorie indicate rispettivamente dallart. 7 e dallart. 9 riguarda le
modalit con cui i soggetti acquisiscono la conoscenza della pendenza di un procedimento nel
quale intervenire.
Lart. 9 consente infatti la partecipazione ai soggetti cui possa derivare un pregiudizio dal
provvedimento; lart. 7 prevede invece un dovere dellamministrazione (di comunicare lavvio del
procedimento), il quale non pu comportare un eccessivo aggravio per lamministrazione stessa,
mentre la partecipazione disciplinata allart. 9 indipendente dal ricevimento dellavviso del
procedimento.
Gli statuti degli enti locali possono ampliare la cerchia dei soggetti titolari del potere di
partecipazione, prevedendo numerosi strumenti ed istituti quali: consultazione, istanze, petizioni,
proposte, referendum, azioni popolari, diritto di accesso e di informazione dei cittadini.
Nellanalisi del tema della partecipazione, la dottrina ha spesso utilizzato la nozione di parti del
procedimento. Tuttavia, il concetto di parte non pu essere riferito in senso proprio alla funzione
amministrativa e al potere: gli intervenienti non svolgono nessuna funzione amministrativa in
quanto il potere attribuito soltanto alla pubblica amministrazione. Unica vera parte necessaria
dunque lamministrazione o, meglio, lamministrazione procedente.
75
Il diritto di accesso autonomo pure rispetto allazione che il soggetto potrebbe esperire davanti ad
un giudice per contestare la legittimit dellazione amministrativa, come dimostra il fatto che la
richiesta di accesso non sospende i termini per agire.
Per quanto riguarda laccesso collegato alla partecipazione, i soggetti legittimati ad esercitare il
diritto di accesso sono tutti i soggetti che abbiano titolo a partecipare al procedimento.
Lart. 10 T.U. enti locali, che si occupa dellaccesso ai documenti degli enti locali, stabilisce che
legittimati allaccesso sono tutti i cittadini, singoli o associati, e prevede lobbligo per gli enti locali di
dettare norme regolamentari per assicurare ai cittadini linformazione sullo stato degli atti e delle
procedure e sullordine di esame delle domande, progetti e provvedimenti che li riguardino; il
regolamento deve altres assicurare il diritto dei cittadini di accedere, in generale, alle informazioni
di cui in possesso lamministrazione.
Il diritto di accesso si esercita nei confronti delle amministrazioni pubbliche, delle aziende
autonome e speciali, degli enti pubblici e dei gestori di pubblici servizi (i quali possono anche
essere soggetti privati che, in quanto svolgenti attivit di rilievo pubblicistico, sono equiparati ai
soggetti pubblici).
Sotto il profilo oggettivo, il diritto di accesso riguarda i documenti amministrativi, di cui lart. 22
della l. 241/1990 fornisce una definizione assai ampia: considerato tale ogni rappresentazione
grafica, fotocinematografica, elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti,
anche interni, formati dalle pubbliche amministrazioni o, comunque, utilizzati ai fini dellattivit
amministrativa.
La richiesta di accesso deve essere motivata, indicare gli estremi del documento ovvero gli
elementi che ne consentano lindividuazione e far constare lidentit del richiedente.
Il D.P.R. 352/1992 introduce la possibilit di esercitare in via informale il diritto di accesso
(accesso informale), mediante richiesta, anche verbale, allufficio dellamministrazione centrale o
periferica, competente a formare latto conclusivo del procedimento o a detenerlo stabilmente. La
richiesta, esaminata immediatamente e senza formalit, accolta mediante indicazione della
pubblicazione contenente le notizie, esibizione del documento, estrazione di copie, ovvero altra
modalit idonea,
la richiesta formale (accesso formale), che avviene con atto scritto, pu essere prescelta dal
richiedente, ovvero imposta dallamministrazione qualora non sia possibile laccoglimento
immediato della richiesta in via informale, ovvero sorgano dubbi sulla legittimazione del
richiedente.
A seguito della domanda di accesso, lamministrazione pu: invitare il richiedente a presentare
istanza formale (nel caso di richiesta informale che non sia immediatamente accoglibile); rifiutare
laccesso (carenza di legittimazione del richiedente o di relativa motivazione); differire laccesso;
limitare la portata dellaccesso (consentendolo soltanto ad alcune parti del documento); accogliere
listanza. Si osserva che mentre il rifiuto, il differimento e la limitazione allaccesso debbono essere
motivati, la legge non stabilisce nulla in ordine allaccoglimento.
Con riferimento al caso in cui lamministrazione non si pronunci sulla richiesta di accesso, lart. 25
della l. 241/1990 dispone che trascorsi inutilmente trenta giorni dalla richiesta questa si intende
respinta.
In caso di accoglimento, il diritto di accesso si esercita mediante esame gratuito ed estrazione di
copia del documento. Lesame dei documenti avviene presso lufficio indicato nellatto di
accoglimento della richiesta.
Il differimento dellaccesso consentito nei casi in cui la conoscenza dei documenti impedisca o
gravemente ostacoli lo svolgimento dellazione amministrativa.
Non tutti gli atti sono suscettibili di essere conosciuti dai cittadini. Lart. 24 prevede direttamente
alcune categorie di documenti sottratti allaccesso (esempio: documenti coperti dal segreto di Stato
e degli altri casi di segreto o di divieto di divulgazione previsti dalla legge).
Lesclusione dei documenti amministrativi dal regime dellaccesso pu essere disposta a
salvaguardia dei seguenti interessi: sicurezza, difesa nazionale e relazioni internazionali; politica
monetaria e valutaria; ordine pubblico, prevenzione e repressione della criminalit; riservatezza di
terzi, persone, gruppi ed imprese.
Di particolare rilievo il limite al diritto daccesso connesso alla tutela della riservatezza.
Con il termine riservatezza si indica quel complesso di dati, notizie e fatti che riguardano la sfera
privata della persona e la sua intimit. La pretesa del cittadino alla riservatezza implica lesclusione
76
di altri dalla conoscenza di certi fatti e situazioni: per tale motivo la privacy destinata in
numerose occasioni a configgere con lesigenza di diffondere atti che siano in possesso della
pubblica amministrazione e che contengano indicazioni relative a dati attinenti alla sfera personale
dei soggetti.
Ovviamente, quando concessa, deve essere garantita agli interessati la visione degli atti relativi ai
procedimenti amministrativi la cui conoscenza sia necessaria per curare o difendere i loro interessi
giuridici. Occorre comunque notare che la legge consente, nei casi di conflitto tra accesso e
privacy, non gi laccesso pieno, bens la sola visione degli atti, escludendo cos il diritto di
estrazione di copia.
A parziale correttivo di tale situazione intervenuta la legge 675/1996 sulla tutela dei dati
personali, la quale mira a garantire la libert di circolazione delle informazioni, circondandola di
garanzie e di limiti.
In primo luogo, lart. 43 afferma esplicitamente che restano ferme le vigenti norme in materia di
accesso ai documenti amministrativi ed agli archivi di Stato.
Si deve poi segnalare che lart. 4 esclude dallapplicazione della legge il trattamento di dati
effettuati da alcuni soggetti, tra i quali merita ricordare i soggetti pubblici per finalit di difesa o di
sicurezza dello Stato o di prevenzione, accertamento o repressione dei reati, in base ad espresse
disposizioni di legge che prevedano specificamente il trattamento.
Ai sensi dellart. 27, inoltre, il trattamento dei dati personali da parte di soggetti pubblici
consentito soltanto per lo svolgimento delle funzioni istituzionali, nei limiti stabiliti dalla legge o dai
regolamenti.
Tuttavia, la soluzione del problema dei rapporti tra le due normative non pare ancora raggiunta con
chiarezza. Quel che certo che il vero problema attiene ai dati sensibili di cui allart. 22 della l.
675/1996 (e cio i dati idonei a rivelare lorigine razziale ed etnica, le convinzioni religiose,
filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, ladesione a partiti, sindacati, associazioni od
organizzazioni a carattere religioso, lo stato di salute e la vita sessuale), in ordine ai quali la legge
sulla privacy detta una disciplina particolarmente garantista.
Infatti, per diffondere o comunicare questi dati, la legge richiede in generale il consenso scritto
dellinteressato, lautorizzazione del garante per poter trattare i dati stessi e, per quanto riguarda gli
enti pubblici, la specifica autorizzazione da parte di espressa disposizione di legge, nella quale
siano specificati i tipi di dati che possono essere trattati, le operazioni eseguibili e le rilevanti finalit
di interesse pubblico perseguite.
Subito dopo lemanazione della legge sulla privacy, la dottrina ha sostenuto la necessit di
impedire laccesso ai dati sensibili, in quanto lart. 22 della legge 675/1996 richiederebbe fini e
modalit di comunicazione e diffusione di questi ultimi che la l. 241/1990 non riesce a soddisfare.
Parte della giurisprudenza, invece, ritiene che la disciplina sullaccesso e quella sulla privacy siano
perfettamente autonome, come dimostrerebbe il fatto che lart. 43 della 675/1996 lascia vigenti le
norme sullaccesso.
Il Consiglio di Stato ha tuttavia da ultimo affermato che, dopo lentrata in vigore della legge
675/1996, ai sensi dellart. 22 della stessa, la comunicazione dei dati sensibili da parte
dellamministrazione a fronte della domanda di accesso pu avvenire solo se espressamente
consentita dalla legge. Per gli altri dati, invece, troverebbe di conseguenza applicazione la legge
241/1990.
La disciplina del diritto di accesso completata dalla previsione di una particolare tutela
giurisdizionale assicurata dal giudice amministrativo contro le determinazioni concernenti il diritto
daccesso e nei casi di rifiuto, espresso o tacito, o di differimento.
Nellipotesi in cui si sia rivolto al difensore civico, il richiedente potr adire il giudice amministrativo
entro trenta giorni dal ricevimento dellesito della istanza rivolta al difensore.
La legge, infine, istituisce presso la presidenza del Consiglio dei ministri una Commissione per
laccesso ai documenti, nominata con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del
Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dei ministri e presieduta dal sottosegretario di Stato
alla presidenza del Consiglio. La Commissione vigila affinch venga attuato il principio di piena
conoscibilit dellazione amministrativa, redige una relazione annuale sulla trasparenza
dellamministrazione e propone al governo le modificazioni normative necessarie per realizzare la
garanzia del diritto di accesso.
77
Come visto, listruttoria governata dal responsabile del procedimento che, in particolare,
chiamato ad accertare i fatti. Molto spesso il responsabile utilizza uffici o servizi di altre
amministrazioni.
Lordinamento consente anche, in taluni casi, che una parte dellattivit istruttoria sia svolta da
privati: ad esempio, in tema di procedimenti concernenti gli interventi di sostegno pubblico per lo
sviluppo delle attivit produttive. Non appaiono invece suscettibili di affidamento ai privati le attivit
che comportino leffettuazione di scelte in vista dellinteresse pubblico.
Controversa la soluzione al problema della natura dei poteri istruttori. Deve escludersi che
lamministrazione disponga di poteri impliciti che consentano di indagare la realt anche
incidendo sulla sfera giuridica dei terzi. In tema vige infatti sempre il principio di tipicit e
normativit dei poteri amministrativi. Di conseguenza, i poteri il cui esercizio potrebbe comportare
una incisione nella sfera giuridica del terzo debbono essere espressamente conferiti dalla legge.
I poteri che si esplicano in atti i quali non incidono sui diritti dei privati si possono invece ritenere
connaturati del potere di disporre.
Per acquisire la conoscenza della realt e degli interessi, lamministrazione si avvale di numerosi
strumenti.
Alcuni atti istruttori sono previsti come obbligatori dalla legge. Listruttoria non si esaurisce per
necessariamente nel compimento di questi atti: lamministrazione pu porre in essere ulteriori atti
alluopo necessari, indipendentemente dallattribuzione di specifici poteri da parte
dellordinamento.
Il principio inquisitorio applicabile anche alla scelta dei mezzi istruttori (perizie, sopralluoghi,
ispezioni, inchieste) che lamministrazione pu utilizzare per acquisire la conoscenza di fatti
rilevanti ai fini della determinazione finale.
Lampia possibilit di decisione in ordine alla natura e allestensione dei mezzi istruttori incontra il
limite costituito dal principio di non aggravamento del procedimento.
I fatti semplici sono spesso rappresentati nel procedimento mediante le seguenti attivit delle
parti:
79
LA FASE CONSULTIVA
Una volta acquisiti tutti gli interessi coinvolti nella scelta finale e verificati i fatti rilevanti,
lamministrazione deve procedere ad una valutazione di siffatto materiale istruttorio. In alcune
ipotesi questa valutazione viene effettuata mediante atti emanati da appositi uffici o organi che
confluiscono in un ulteriore momento della fase istruttoria, costituita dal subprocedimento
consultivo.
Gli atti mediante i quali viene esercitata questa forma di attivit, detta appunto consultiva, ed aventi
un contenuto di giudizio, sono i pareri.
Il giudizio attiene spesso soltanto a valutazioni tecniche, ma pu investire anche lapprezzamento
di interessi pubblici.
I pareri in senso stretto devono essere nettamente distinti da altri atti, detti pareri-note, che hanno
la funzione di rappresentare il punto di vista o gli interessi dellamministrazione che li emana. Ma
soltanto il parere espressione della funzione consultiva.
Alla stessa stregua, non devono essere confusi con i pareri gli atti (spesso denominati a loro volta
pareri) resi da consulenti o esperti privati, i quali non svolgono funzioni di amministrazione
consultiva.
I pareri si distinguono come segue:
Il riferimento alla funzione consultiva, quale elemento essenziale del parere, consente di risolvere
altres il problema della possibilit di sanare successivamente un provvedimento emanato senza
che sia stato richiesto un parere obbligatorio. La risposta deve essere negativa, atteso che un
parere successivo non in grado di adempiere alla funzione consultiva la quale, per sua natura,
deve svolgersi prima che sia emanata la decisione.
Il subprocedimento consultivo inizia con la richiesta di parere, la quale consiste nella formulazione
di un quesito, prosegue con lo studio del problema, con la discussione, con la determinazione, con
la redazione e si conclude con la comunicazione allautorit richiedente. Il parere va ad arricchire il
quadro istruttorio di cui questultima dispone. Ci spiega perch lamministrazione procedente
debba adeguatamente motivare nel caso in cui decida di disattendere il parere.
Il procedimento consultivo disciplinato espressamente dallart. 16 della l. 241/1990, cui tra
laltro fa richiamo lart. 139 T.U. enti locali.
Il parere obbligatorio deve essere reso entro quarantacinque giorni. Nellipotesi di pareri facoltativi,
gli organi sono tenuti a dare immediata comunicazione alle amministrazioni richiedenti del termine
entro il quale il parere sar reso. Decorso il termine previsto senza che sia stato comunicato il
parere, in facolt dellamministrazione richiedente di procedere indipendentemente
allacquisizione del parere.
La ratio della scelta legislativa di consentire comunque la prosecuzione del procedimento anche in
mancanza del parere pare potersi rinvenire nel principio di non aggravamento del procedimento.
questa disciplina non si applica per nei casi in cui il parere debba essere reso da amministrazioni
preposte alla tutela ambientale, paesaggistica, territoriale e della salute dei cittadini.
80
In tema di pareri, deve ancora essere richiamata la disciplina di quelli resi dal Consiglio di Stato,
organo di consulenza giuridico-amministrativa (art. 100 Cost.) del governo e di altre
amministrazioni. Le richieste di pareri al Consiglio di Stato sono effettuate dagli organi di governo
che esercitano le funzioni di indirizzo politico-amministrativo.
Si noti, infine, che non sempre facile distinguere tra pareri, valutazioni tecniche e nullaosta. Dal
punto di vista teorico la differenza , come si visto, peraltro netta: il parere espressione della
funzione consultiva e comporta di norma un consiglio in ordine agli interessi che lamministrazione
procedente deve tutelare, tenuto conto della situazione di fatto cos come accertata nellistruttoria.
Le valutazioni tecniche attengono invece ad uno o pi presupposti dellagire che debbono essere
appunto valutati nel corso dellistruttoria.
Il nullaosta un atto di amministrazione attiva che viene emanato in vista di un interesse
differente da quello curato dallamministrazione procedente.
81
listituto della piena conoscenza, in forza del quale il privato deve impugnare il provvedimento non
appena abbia comunque conoscenza di alcuni suoi elementi e della sua carica lesiva.
Sono recettizi: gli atti normativi; gli atti che la legge impone siano comunicati ai destinatari; quelli
che impongono obblighi al destinatario. La giurisprudenza non ritiene atti recettizi i provvedimenti
ampliativi della sfera dei destinatari.
A differenza di ci che accade nellipotesi del controllo, le misure di partecipazione ch
condizionano lefficacia del provvedimento sono elementi costitutivi delleffetto e della relativa
fattispecie: in altri termini, leffetto non si produce finch esse non siano complete (il che si verifica
anche nel controllo), ma decorre dal momento in cui la situazione di conoscibilit (che cosa
diversa dalla effettiva conoscenza) avvenuta e non gi da quello in cui il provvedimento stato
emanato.
I vizi o le irregolarit delle operazioni di partecipazione non si trasmette allatto recettizio: latto per
non produrr i suoi effetti, salva la possibilit di rinnovare la fase della comunicazione.
Il provvedimento amministrativo deve essere notificato ai soggetti direttamente contemplati.
Va piuttosto notato che la l. 241/1990 ha inteso regolamentare in modo pi completo ed esteso la
comunicazione non gi dellatto finale, bens dellavvio del relativo procedimento.
Per completezza occorre ricordare altre misure di partecipazione, le quali sono costituite dai
comportamenti finalizzati a portare atti giuridici nella sfera di conoscibilit del destinatario.
I pi comuni mezzi di partecipazione sono : la pubblicazione (nei confronti di una generalit di
individui potenziali destinatari dellatto ma non contemplati nellatto stesso); la pubblicit
(anchessa destinata ad una generalit indistinta di individui e caratterizzata dalla predisposizione
di documenti, quali pubblici registri, che realizzano la permanenza dello stato di conoscibilit
dellatto da comunicare); la comunicazione individuale, rivolta ad un destinatario individuato e
posta in essere dallautore dellatto; la convocazione, consistente nellinvito al destinatario a
recarsi per ricevere un documento presso un ufficio, ove il soggetto che ritira tale documento
rilascia una dichiarazione. Talune di queste operazioni sono effettuate secondo procedure formali
ad opera di particolari soggetti (messi comunali, ufficiali giudiziari): si tratta delle notificazioni,
caratterizzate appunto dalla interposizione, tra autore e destinatario dellatto, di un soggetto terzo e
qualificato, denominato agente notificatore, il quale documenta il ricevimento dellatto.
Le comunicazioni, le pubblicazioni e le notificazioni previste dalle leggi e dai regolamenti sono
curate dal responsabile del procedimento.
La recente legislazione ha tenuto conto dei nuovi strumenti di comunicazione telematici ed
informatici: lart. 16 della legge 241/1990 consente la comunicazione del dispositivo del parere
favorevole allamministrazione richiedente telegraficamente o con mezzi telematici. Infine,
secondo quanto dispone lart. 43 T.U. in materia di documentazione amministrativa, i documenti
trasmessi da una pubblica amministrazione tramite fax o con altro mezzo telematico o informatico
idoneo ad accertare la fonte di provenienza del documento, soddisfano il requisito della forma
scritta e la loro trasmissione non deve essere seguita da quella del documento originale attraverso
il sistema postale.
Come visto, lart. 3 della legge 241/1990 stabilisce lobbligo per lamministrazione di indicare in
ogni atto notificato al destinatario il termine e lautorit cui possibile ricorrere.
La giurisprudenza ha interpretato la violazione dellart. 3 come mera irregolarit, in suscettibile
cio di determinare lillegittimit dellatto, affermando altres che essa non comporta la
sospensione dei termini per ricorrere contro il provvedimento. Tuttavia, giurisprudenza e dottrina
riconoscono che tale violazione consente lapplicazione dellerrore scusabile, con la conseguenza
che qualora il destinatario dellatto avesse adito un giudice incompetente o avesse lasciato
decorrere i termini per ricorrere (o presentato un ricorso tardivo) potrebbe beneficiare della
rimessione in termini e dunque della possibilit di riproporre (o proporre per la prima volta)
lazione giurisdizionale.
LA SEMPLIFICAZIONE PROCEDIMENTALE
La legge 127/1997 reca misure urgenti per lo snellimento dellattivit amministrativa e dei
procedimenti di decisione e di controllo, mentre la legge 59/1997 contiene la delega al governo per
82
il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed agli enti locali, per la riforma della pubblica
amministrazione e per la semplificazione amministrativa.
Lesigenza di semplificare particolarmente sentita anche e soprattutto in materia procedimentale.
Sotto il profilo organizzativo, lart. 11 ella legge 137/2002 ha previsto che presso il Dipartimento
della funzione pubblica sia istituito, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, un ufficio
dirigenziale di livello generale con il compito di coadiuvare il ministro nellattivit normativa ed
amministrativa di semplificazione delle norme e delle procedure.
Il compito di attuare il disegno di semplificazione procedimentale in gran parte affidato alle fonti
regolamentari di delegificazione.
La legge 241/1990, agli artt. 14 e ss., definisce come istituti di semplificazione: la conferenza di
servizi, gli accordi tra amministrazioni, la prefissione di termini e di meccanismi procedurali per
consentire di ottenere in termini certi pareri o valutazioni tecniche, lautocertificazione, la
liberalizzazione di attivit private ed il silenzio assenso.
I principi di economicit, efficienza, efficacia e speditezza dellazione amministrativa agiscono da
forze contemporaneamente centrifughe e centripete: mentre, infatti, spingono ai margini listruttoria
e il procedimento, attirano al centro la decisione, la quale finisce per diventare lelemento pi
importante dellazione amministrativa, posto che limportante non decidere bene, ma decidere e
decidere in fretta.
Limpoverimento del procedimento trova corrispondenze significative anche nella drastica
riduzione dei controlli preventivi di legittimit.
bene notare che la semplificazione pu certo favorire i privati, ma soltanto quelli interessati
alleffetto finale, mentre pregiudica spesso gravemente gli interessi dei terzi controinteressati.
Si aggiunga che non tutti gli interessi tollerano una disciplina procedimentale che comporti una
semplificazione in grado di sacrificare la corretta ponderazione di alcuni valori: sul piano del
diritto interno sufficiente ricordare gli interessi ambientali, paesaggistico-territoriali e della salute, i
quali impongono una particolare regolamentazione del meccanismo contemplato in relazione i
pareri e alle valutazioni tecniche; sul piano del diritto comunitario va ricordato lorientamento della
Corte di Giustizia delle Comunit europee che, in tema di autorizzazioni attinenti alle acque
pubbliche, ha ritenuto illegittimo listituto del silenzio assenso.
83
84
determinazione finale pu essere assunta dalla sola amministrazione procedente. Si realizza in tal
modo una indubbia alterazione dellordine delle competenze, tra laltro nellambito di un istituto
configurato come obbligatorio qualora lamministrazione non ottenga entro un certo termine gli atti
formalmente richiesti.
La sopra descritta conferenza decisoria (sempre indetta quando, avendo formalmente richiesto gli
atti di assenso, lamministrazione non li abbia ottenuti entro quindici giorni dallinizio del
procedimento) pu essere definita interna.
Infatti la legge disciplina altres un modello di conferenza di servizi decisoria esterna, la quale,
anche su richiesta dellinteressato, pu essere convocata dallamministrazione competente per
ladozione del provvedimento finale quando attivit del privato sia subordinata ad atti di consenso,
comunque denominati, di competenza di pi amministrazioni pubbliche.
Si considera acquisito lassenso dellamministrazione il cui rappresentante non abbia espresso
definitivamente la volont dellamministrazione rappresentata e non abbia notificato
allamministrazione procedente, entro trenta giorni dalla data di ricezione della determinazione di
conclusione del procedimento, il proprio motivato dissenso, ovvero nello stesso termine non abbia
impugnato la determinazione del medesimo (assenza-assenso).
Circa il dissenso (il quale deve essere manifestato nella conferenza, deve essere congruamente
motivato e deve recare le specifiche indicazioni delle modifiche progettuali necessarie ai fini
dellassenso), lamministrazione procedente assume comunque la determinazione conclusiva
sulla base della maggioranza delle posizioni espresse in sede di conferenza di servizi. La
determinazione immediatamente esecutiva.
Ove il dissenso sia espresso da una regione, la determinazione del Consiglio dei ministri assunta
con lintervento del Presidente della giunta regionale interessata, al quale inviata la
comunicazione di invito a partecipare alla riunione per essere ascoltato, senza diritto di voto.
85
86
Non si vuole evidentemente negare agli atti non provvedimentali un effetto giuridico: tuttavia esso
si esaurisce in un ambito giuridico differente, per cos dire interno alla sfera dellamministrazione,
proprio perch essi non sono suscettibili di incidere su situazioni giuridiche di terzi. Tali atti (pareri,
proposte, valutazioni tecniche, intimazioni, diffide e cos via) hanno in linea di massima funzione
strumentale o accessoria rispetto ai provvedimenti.
Gli effetti dei provvedimenti non sono retroattivi, atteso che, di norma, la possibilit di produrre
effetti per il passato riconosciuta solo al legislatore.
Un cenno richiede poi il problema della interpretazione del provvedimento. A tal fine occorre
muovere da quanto espresso nellatto in s: esso composto di norma da una intestazione,
nella quale indicata lautorit emanante, da un preambolo, in cui sono enunciate le circostanze
di fatto e quelle di diritto, delineando cos il quadro normativo e fattuale nel cui contesto latto
emanato (il preambolo introdotto da formule quali: dato atto che, premesso che, visto), dalla
motivazione (la quale indica le ragioni giuridiche e i presupposti di fatto del provvedere) e dal
dispositivo, il quale rappresenta la parte precettiva del provvedimento e contiene la concreta
statuizione posta in essere dallamministrazione (esso di norma introdotto da espressioni del
tipo: ordina, delibera, autorizza, revoca e cos via). Il provvedimento poi datato e sottoscritto,
indicando anche il luogo della sua emanazione.
Si applicano comunque agli atti amministrativi alcune tra le norme poste dal codice civile per
linterpretazione del contratto: lart. 1362, in ordine alla rilevanza dellintenzione del soggetto e al
comportamento complessivo; lart. 1363, in base al quale le clausole si interpretano una per
mezzo delle altre; lart. 1367, secondo il quale le disposizioni debbono interpretarsi nel senso in cui
possono avere qualche effetto. In linea di massima non trovano invece applicazione le norme
relative allinterpretazione dellatto in senso contrario allautore della clausola, ovvero quelle che, in
caso di oscurit dellatto, impongono di interpretarlo nel senso meno gravoso per lobbligato (se
a titolo gratuito), o nel senso che realizzi lequo contemperamento degli interessi delle parti se a
titolo oneroso: siffatto criterio ermeneutico, infatti, configge con lesigenza che latto persegua
linteresse pubblico.
Non poi ammissibile linterpretazione autentica vincolante per i terzi da parte
dellamministrazione autrice dellatto: possibilit questa riconosciuta solo al legislatore.
Linterpretazione fornita dallamministrazione, difforme dal provvedimento interpretato, vale dunque
come provvedimento nuovo e modificativo, avente valore solo per il futuro, mentre linterpretazione
autentica conforme al provvedimento originario in realt conferma loperativit dellatto interpretato.
87
Il problema va invero affrontato su basi diverse da quella della incisione su situazioni soggettive o
della mancanza di consenso, ricollegandosi, ancora una volta, con il potere esercitato dalla
pubblica amministrazione e con la disposizione unilaterale dellinteresse pubblico.
Lautoritativit cio connotazione del potere comunque rivolto alla cura dei pubblici interessi e
preordinato alla produzione di effetti giuridici in capo ai terzi, ed propria di ogni provvedimento
amministrativo con cui tale potere si esercita, indipendentemente dalla natura favorevole o
sfavorevole degli effetti.
88
durgenza), sicch non si pu parlare di contenuto accidentale. Per quanto attiene al modo,
lopinione negativa in ordine alla sua opponibilit ai provvedimenti si giustifica in quanto esso
proprio dei soli atti di liberalit.
Lillegittimit della clausola o lapposizione di clausole non consentite non rende illegittimo il
provvedimento nella sua interezza nei casi in cui si tratti di atto dovuto, ovvero allorch si tratti di
clausola volta ad estendere in normali effetti dellatto: la tendenza dunque quella di far salvo, in
quanto possibile, il provvedimento, rendendo ammissibile lannullamento parziale dellatto.
Occorre ora esaminare loggetto del (potere e del) provvedimento e, cio, il termine passivo della
vicenda che verr a prodursi a seguito dellazione amministrativa: esso deve essere lecito,
possibile, determinato o determinabile.
Il potere e il corrispondente provvedimento sono infine caratterizzati dalla preordinazione alla cura
dellinteresse pubblico che risultato vincente nel giudizio di bilanciamento tra valori diversi, risolto
dalla norma di relazione (finalit o causa del potere).
La legge attributiva del potere pu inoltre prevedere che latto debba rivestire una certa forma a
pena di nullit. Di norma si tratta della forma scritta, anche se non mancano esempi di esternazioni
dellatto in forma orale ( il caso di talune intimazioni) o comunque non scritte.
In materia si afferma di solito che vigerebbe il principio della libert delle forme: losservazione
esatta ma attiene ai casi, in fondo abbastanza limitati, in cui la legge non prescriva una forma
(scritta, orale o altro) di esternazione.
Il provvedimento pu talora risultare per implicito da un altro provvedimento o da un
comportamento: in simili casi latto viene pur sempre esteriorizzato, anche se soltanto in forma
indiretta, e tanto basta per differenziare latto implicito rispetto alle ipotesi in cui si ha una
manifestazione tacita di volont (silenzio), ove manca del tutto un comportamento positivo.
Lart. 3 della legge 39/1993 stabilisce che gli atti amministrativi vengano di norma predisposti
tramite sistemi informatizzati: si tratta del c.d. atto amministrativo informatico.
La disciplina del documento informatico contenuta negli artt. 8 e ss. Del D.P.R. 445/2000 il
quale dispone che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentita lAutorit per
linformatica nella pubblica amministrazione e il Garante per la protezione dei dati personali, sono
fissate le regole tecniche per la formazione, la trasmissione, la conservazione, la duplicazione, la
riproduzione e la validazione, anche temporale, dei documenti informatici.
Ai sensi dellart. 10 della legge, il documento informatico sottoscritto con firma digitale, redatto in
conformit delle regole tecniche, soddisfa il requisito legale della forma scritta e ha efficacia
probatoria ai sensi dellart. 2712 c.c..
La trasmissione del documento informatico per via telematica, con modalit che assicurino
lavvenuta consegna, equivale alla notificazione per mezzo della posta nei casi consentiti dalla
legge.
La legge prevede in sostanza due tipologie di firme: la firma elettronica, per cos dire leggera,
meno sicura e che attribuisce al documento la validit dellatto autografo, e la firma digitale, che
il risultato di una procedura informatica che consente al sottoscrittore e al destinatario,
rispettivamente, di rendere manifesta e di verificare la provenienza e lintegrit del documento
informatico o di un insieme di documenti informatici.
89
La dottrina amministrativa riconduce nullit, illiceit e annullabilit nellambito della categoria delle
invalidit, consistente nella difformit dellatto dalla normativa che lo disciplina.
Il regime giuridico della nullit mutuato da quello codicistico: assenza di effetti, insanabilit,
rilevabilit dufficio e in qualunque tempo, possibilit di conversione dellatto.
Le situazioni in cui nella realt il problema del contrasto con una norma di relazione si pone con
maggior frequenza attengono a contesti differenti, in cui si versa nella situazione di carenza di
potere in concreto: secondo la giurisprudenza, il criterio di discriminazione tra la giurisdizione del
giudice amministrativo e quella del giudice ordinario si fonda sulla contrapposizione tra cattivo
esercizio del potere e carenza di potere.
Il potere non esiste e leffetto non si produce quando lamministrazione agisce violando una norma
attributiva del potere. Per contro, la incisione di altrui situazioni soggettive di norma da collegare
allesercizio di un potere che esiste.
Pi in particolare, la mancanza di potere pu presentarsi sia come carenza in astratto, sia come
carenza di potere in concreto. In tal caso, tuttavia, il potere non manca totalmente: sia pur ridotta,
unestrinsecazione del potere sussiste, perch in astratto esso c, in quanto le norme attributive
del potere sono state osservate e ci basta perch il suo esercizio mantenga quel tanto di
autoritativit che gli consente di esplicare effetti giuridici. Infatti in questo caso non sono rispettate
norme ulteriori e aggiuntive, diverse dalle prime che, pur non attendendo alla esistenza del potere,
pongono limiti allesercizio di esso a protezione dellinteresse del singolo e non sono pertanto
riconducibili alle norme di azione (si pensi al decreto di espropriazione conforme allordinamento
emanato per dopo la scadenza del termine fissato ai sensi di legge nella dichiarazione di pubblica
utilit: in questo caso il provvedimento illecito).
Altra categoria di atti nulli stata elaborata dal giudice amministrativo in ordine agli atti di
assunzione dei pubblici impiegati senza lesperimento del concorso: la giurisprudenza ha posto
laccento sulla sussistenza di una norma comminatoria della nullit di tali assunzioni.
I vizi di legittimit degli atti amministrativi sono: lincompetenza, la violazione di legge e leccesso di
potere. Lanalisi dei vizi va condotta tenendo conto che essi conseguono alla violazione delle
norme di azione e, cio, delle disposizioni che attengono alla modalit di esercizio di un potere.
Ci precisato, si suole denominare incompetenza il vizio che consegue alla violazione della
norma di azione (leggi, ma anche regolamenti o statuti) che definisce la competenza dellorgano e,
cio, il quantum di funzioni spettante allorgano stesso.
Non d pertanto luogo al vizio di incompetenza la violazione di una norma attinente allelemento
soggettivo ma che sia norma di relazione: in tal caso si parla di incompetenza assoluta e latto
sar addirittura nullo per carenza di potere.
Lincompetenza pu aversi per materia, per valore, per grado o per territorio. Lincompetenza per
territorio ricorre soltanto allorch un organo eserciti una competenza di un altro organo dello
stesso ente che disponga per di diversa competenza territoriale (ad esempio: un prefetto invade
la competenza di un altro prefetto), mentre ove si eserciti la competenza spettante ad organo di
altro ente territoriale, la conseguenza sar la nullit dellatto.
Il vizio di violazione di legge sussiste allorch si violi una qualsiasi altra norma di azione generale
e astratta (la puntualizzazione importante per distinguerlo dalleccesso di potere che non attenga
alla competenza).
Il vizio ricorre dunque in tutti i casi in cui sia violata una norma di azione, indipendentemente dal
fatto che essa sia contenuta nella legge in senso formale, ovvero in altra fonte: violazioni
procedimentali, vizi di forma, carenza di presupposti fissati dalla legge, violazione delle norme sulla
formazione della volont collegiale.
La violazione di legge pu ricorrere sia nel caso di mancata applicazione della norma, sia
nellipotesi di falsa applicazione della stessa.
Il vizio di eccesso di potere il risvolto patologico della discrezionalit. Esso sussiste dunque
quando la facolt di scelta spettante allamministrazione non correttamente esercitata.
Leccesso di potere predicabile soltanto con riferimento agli atti discrezionali. Non va per
dimenticato che un sindacato di congruit e di ragionevolezza delle valutazioni operate compiuto
dal giudice amministrativo anche con riferimento alla discrezionalit c.d. tecnica nel senso di
ritenere illegittima e tale illegittimit si riverbera sullatto finale la valutazione di un presupposto
che sia manifestamente illogica.
Classica forma delleccesso di potere lo sviamento, che ricorre allorch lamministrazione
persegua un fine differente da quello per il quale il potere le stato conferito.
La giurisprudenza ha poi elaborato una serie di figure, dette figure sintomatiche, le quali sono
appunto il sintomo del non corretto esercizio del potere in vista del suo fine: violazione della prassi;
manifesta ingiustizia (sproporzione tra sanzione e illecito); contraddittoriet tra pi parti dello
stesso atto (tra dispositivo e preambolo o motivazione) o tra pi atti; disparit di trattamento tra
situazioni simili; travisamento dei fatti (si assume a presupposto dellagire una situazione che non
sussiste in realt); incompletezza e difetto dellistruttoria; inosservanza dei limiti, dei parametri di
riferimento e dei criteri prefissati per lo svolgimento futuro dellazione.
Un cenno particolare meritano i vizi di motivazione e la violazione delle circolari e delle norme
interne.
Ricorre eccesso di potere allorch la motivazione sia insufficiente (perch non considera alcune
circostanze), incongrua (in quanto d peso indebito ad alcuni profili), contraddittoria, apodittica,
dubbiosa ( tale quella che richiama fatti che si assumono non certi), illogica e perplessa. In tali
ipotesi si parla di difetto di motivazione.
Si noti per che lassenza di motivazione oggi d luogo al vizio di violazione di legge, atteso che la
motivazione obbligatoria ex art. 3 l. 241/1990.
Costituiscono figure di eccesso di potere anche le violazioni di circolari, di ordini e di istruzioni di
servizio e il mancato rispetto della prassi amministrativa.
Al riguardo va innanzitutto chiarito che tali atti e fatti non pongono orme giuridiche: in caso
contrario la loro violazione darebbe luogo a violazione di legge.
La circolare un atto non avente carattere normativo, mediante la quale lamministrazione fornisce
indicazioni in via generale e astratta in ordine alle modalit con cui dovranno comportarsi in futuro i
propri dipendenti ed uffici.
La prassi amministrativa il comportamento costantemente tenuto da unamministrazione
nellesercizio di un potere. Non si tratta di una fonte del diritto: tale qualifica spetta alla
91
consuetudine, la quale si differenzia dalla prassi perch il risultato del comportamento di una
certa generalit di consociati e perch caratterizzata dalla opinio iuris ac necessitatis.
Linosservanza della prassi non d dunque luogo a violazione di legge ma pu essere sintomo, se
non sorretta da adeguata motivazione, di eccesso di potere.
Analogo discorso pu essere condotto in relazione alle norme interne, nei limiti in cui esse
esistano e siano autonome rispetto a quelle poste da circolari: si tratta delle norme non operanti
per lordinamento generale, non aventi la natura di norme giuridiche e destinate a disciplinare
soltanto i rapporti interni, sicch la loro violazione non d luogo al vizio di violazione di legge, ma al
pi sintomo di eccesso di potere.
92
93
Lordinamento prevede poi il potere del governo di procedere in ogni tempo allannullamento degli
atti di ogni amministrazione (ad eccezione della regione). La possibilit di procedere a siffatto
annullamento rispecchia la posizione del governo che si colloca al vertice dellapparato
amministrativo. Il potere in esame, da ascrivere a quelli di alta amministrazione, ha carattere
straordinario e pu essere esercitato a tutela dellunit dellordinamento, sicch non sufficiente
qualsiasi illegittimit, ma occorre un vizio particolarmente grave dellatto la cui permanenza in vita
sia giudicata incompatibile con il sistema nel suo complesso e non gi con i soli interessi della
pubblica amministrazione che lo ha emanato.
Ove la parte annullata sia sostituita da altro contenuto si ha la figura della riforma, avente efficacia
ex nunc. Questa la riforma sostitutiva; esiste altres la riforma aggiuntiva che consiste
nellintroduzione di ulteriori contenuti a quello originario.
94
Lefficacia incontra limiti territoriali: essi corripsondono di norma a quelli della competenza
dellautorit.
Come sappiamo, latto pu essere perfetto ma non efficace, ovvero efficace ma annullabile in
quanto, pur ricorrendo tutti i requisiti e gli elementi di efficacia, latto o il procedimento che lo
precede non conforme al paradigma normativo.
Lefficacia del provvedimento incontra non solo limiti spaziali, ma anche limiti temporali nel senso
che, pur sussistendo il principio secondo cui gli atti di norma producono effetti al momento in cui
sono venuti in essere, non mancano esempi di atti ad efficacia retroattiva, al verificarsi di
determinate circostanze, avvenimenti, operazioni o subprocedimenti.
Latto amministrativo, come si visto, di regola irretroattivo. Si riconosce tuttavia che lefficacia di
alcuni atti si spieghi prima del fatto che ne causa e, cio, del perfezionarsi della fattispecie.
Al di fuori di queste ipotesi, la retroattivit, in quanto mira a soddisfare un interesse del singolo,
ammessa solo se latto produce effetti favorevoli per il destinatario e non sussistono
controinteressati, ovvero se vi il consenso dellinteressato.
Diversa dalla retroattivit del provvedimento la retrodatazione, conferita ad atti adottati ora per
allora e, cio, ad atti che lamministrazione sarebbe stata tenuta ad emanare, ma che non adott
tempestivamente, dunque in un contesto normativo o in una situazione di fatto differenti rispetto a
quelli attuali.
Sempre in tema di limiti temporali dellefficacia, occorre poi distinguere tra atti ad efficacia
istantanea (leffetto si produce, esaurendosi, in un dato momento: si pensi al decreto di
espropriazione che produce leffetto suo tipico al momento in cui si perfezionata la fattispecie) e
atti ad efficacia durevole o prolungata ( il caso dei piani urbanistici e delle concessioni di servizio),
i quali si proiettano per cos dire nel tempo.
95
Nellipotesi in cui, invece, il provvedimento necessiti di esecuzione, con il termine esecutoriet del
provvedimento si indica la possibilit che essa sia compiuta, in quanto espressione di autotutela,
direttamente dalla pubblica amministrazione, senza dover ricorrere previamente ad un giudice.
96
Gli accordi tra amministrazioni sono impiegati come strumenti per concordare lo svolgimento di
attivit in comune in un contesto in cui la frammentazione dei poteri richiede costantemente misure
di raccordo e di semplificazione.
Le amministrazioni pubbliche possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo
svolgimento in collaborazione di attivit di interesse comune.
Va infine operata una distinzione tra gli accordi che si inseriscono allinterno di un procedimento
amministrativo che sfocia nella adozione di un formale atto finale (adottato dunque previa intesa)
e quelli che invece hanno una rilevanza autonoma: nella prima tipologia di accordi lordinamento si
preoccupa di prevedere strumenti per superare il mancato raggiungimento dellintesa, atteso che
esiste unamministrazione procedente titolare di un interesse primario, laddove nel secondo caso,
allorch manchi unamministrazione titolare di un interesse primario, lo stallo va superato
soprattutto sul piano dei rapporti politici tra i due soggetti.
97
98
99
laggiudicazione) ove si tratti di asta, mentre la licitazione si svolge di norma con le seguenti
scansioni: avviso o bando richiesta di invito invito a partecipare invito a partecipare rivolto
agli interessati valutazione delle offerte scelta di quella migliore aggiudicazione.
In senso proprio, laggiudicazione latto amministrativo con cui viene accertato e proclamato il
vincitore da parte del soggetto che presiede la celebrazione dellasta o della commissione di
valutazione delle offerte in sede di licitazione privata.
100
necessarie ulteriori precisazioni, ovvero quando essa sia stata prevista nellavviso di gara o nella
legge.
Lesecuzione del contratto cos concluso pu essere subordinata ad approvazione da parte della
competente autorit.
Il rifiuto di approvazione del contratto concluso riconosciuto legittimo dalla giurisprudenza
quando sia giustificato dalla presenza di vizi di legittimit presenti nella procedura o dalla
inesistenza della copertura finanziaria, ovvero dalla sussistenza di gravi motivi di interesse
pubblico, oppure ancora dallincongruit dellofferta dalleccessiva onerosit del prezzo.
Con riferimento al rifiuto di approvazione del contratto, un parziale riequilibrio a favore del privato
poi costituito dal potere dello stesso di mettere in mora lautorit amministrativa affinch essa
provveda entro un congruo termine.
I decreti di approvazione dei contratti dello Stato sono sottoposti a controllo preventivo della Corte
dei conti, fase questa che, fino alla sua conclusione, impedisce al contratto di divenire esecutivo.
Successivamente alla conclusione ed al perfezionamento degli eventuali procedimenti di
approvazione e di controllo, il contratto efficace e viene eseguito dai contraenti nel rispetto delle
norme civilistiche, fatte salve alcune prescrizioni relative al potere di assistenza, vigilanza e
direzione dellamministrazione.
101
grave negligenza e contravvenga agli obblighi e alle condizioni stipulate. In questi casi lappaltatore
avr diritto soltanto al pagamento dei lavori eseguiti regolarmente; nel caso in cui per negligenza
dellappaltatore il progresso del lavoro non sia tale da assicurarne il compimento nei termini fissati
nel contratto, lamministrazione, dopo formale ingiunzione, pu far eseguire tutte o parte delle
opere dufficio, o per cottimi, a spese dellappaltatore.
Secondo la giurisprudenza, latto col quale lamministrazione esercita dette facolt non ha natura
provvedimentale e non idoneo ad incidere autoritativamente sulle posizioni soggettive del
contraente, sicch la giurisdizione sulle relative controversie spetta al giudice ordinario.
Secondo lart. 19 l. 109/1994, come modificato dalla l. 166/2002, ai fini dellapplicazione della legge
stessa, lappalto il contratto a titolo oneroso, concluso in forma scritta tra un imprenditore e un
soggetto pubblico, avente per oggetto la sola esecuzione dei lavori pubblici, ovvero la
progettazione esecutiva e lesecuzione dei lavori.
La concessione utilizzabile soltanto quando abbia ad oggetto, oltre alla esecuzione, anche la
gestione delle opere.
La legge ha infine disciplinato lo strumento del project financing: si tratta di una tecnica di
finanziamento per lesecuzione delle opere pubbliche caratterizzato dal ricorso al finanziamento
dei privati; qui, per, il finanziamento attiene al progetto piuttosto che al soggetto che lo realizza,
sicch tale progetto deve essere particolarmente appetibile per gli stessi finanziatori privati.
102
patrimoniale), le ipotesi che a noi interessano particolarmente sono quelle in cui il soggetto
arricchito lamministrazione.
Anche in relazione allarricchimento senza causa, la giurisprudenza individua un ulteriore
presupposto per la configurazione dellistituto nei confronti dellamministrazione, costituito dal
riconoscimento esplicito o implicito dellutilit dellopera da parte del soggetto pubblico,
riconoscimento che pu derivare anche dallutilizzazione concreta dellattivit o dellopera.
Infine occorre accennare al pagamento di indebito (indebito oggettivo), che trova applicazione in
primo luogo nelle ipotesi in cui lamministrazione abbia disposto a favore dei propri dipendenti il
pagamento di somme in eccedenza rispetto a quelle che avrebbe dovuto versare. Lart. 2033 c.c.
prescrive che chi ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto di ripetere ci che ha pagato.
103
Alla luce di queste considerazioni, si pu tracciare un quadro generale della disciplina della
responsabilit civile dei dipendenti pubblici, di quella della pubblica Amministrazione e dei rapporti
tra di esse.
E appare subito evidente come la fattispecie di illecito dei primi presenti rilevanti differenze nei
confronti della seconda. Per essi richiesta la colpa grave, per questa (attivit materiale)
sufficiente la colpa delluomo medio o, quando il fatto dannoso consista nella emanazione di un
atto amministrativo, la colpa intesa quale colpa dellapparato, che pur sempre non si identifica
con la colpa grave.
Un nuovo segnale dato dal legislatore costituito dallammissione, nei confronti degli enti pubblici,
dellistituto della responsabilit precontrattuale per violazione dellart. 1337 c.c. (dovere di
buona fede nelle trattative e nella formazione del contratto) e dellart. 1338 (che si occupa del
dovere di comunicare allaltra parte le cause di invalidit del contratto).
104
La responsabilit civile disciplinata dallart. 28 Cost. e dallart. 2043 ss. del c.c. concerne la c.d.
responsabilit extracontrattuale, ossia quella che ha come fonte un fatto illecito costituito, secondo
la tradizionale definizione, dalla violazione del generale obbligo del neminem laedere.
Distinta da questa , come noto, la responsabilit contrattuale, fondata sulla violazione di un
rapporto obbligatorio gi vincolante tra le parti.
Accanto ai contratti di diritto privato, esiste un campo vastissimo peculiare alla responsabilit
contrattuale, come quello dei servizi pubblici, in cui lobbligazione sorge, oltre che ad opera della
legge, ad opera di atti della pubblica amministrazione.
Se dunque linadempimento fa sorgere la responsabilit in capo alla sola amministrazione, il
funzionario o il dipendente rimane estraneo alla responsabilit
ex art. 1218 c.c. e contro di
lui non si potr rivolger il terzo appunto perch il diritto leso ha come correlato soltanto lobbligo
dellamministrazione, non della persona fisica agente, il cui dovere dufficio sussiste soltanto verso
la prima, non verso il secondo, e la cui violazione sar, semmai, fonte di responsabilit
amministrativa nei confronti dellente.
Va aggiunto che parte della dottrina e parte della giurisprudenza sembrano di recente propendere
per il riconoscimento di un nuovo modello di responsabilit
(c.d. da contratto
amministrativo qualificato). La sussistenza di un contratto tra amministrazione e privato comporta,
secondo questa tesi, il sorgere di alcuni obblighi senza prestazione in capo allamministrazione,
la cui violazione determina una responsabilit per alcuni versi assoggettata al regime di cui allart.
1218 c.c. quanto al riparto dellonere della prova relativo allelemento psicologico (il danneggiato
non deve provare la colpa del danneggiante; spetter a questo, e dunque allamministrazione,
provare invece che linadempimento dovuto a causa a lui non imputabile).
105
Quanto allelemento psicologico, ora richiesta almeno la colpa grave; quanto al danno, la nuova
figura connessa alla violazione di norme di tutela aventi per oggetto non gi beni materiali che
costituiscono il patrimonio in senso proprio del soggetto-persona, ma linteresse ad utilit non
suscettibili di godimento ripartito e quindi riferibili a tutti i membri indifferenziati della collettivit.
Tra gli elementi della fattispecie, resta da trattare del nesso di causalit. Si tratta in sostanza di
appurare il rapporto di causazione che intercorre tra linadempimento, costituito dalla
trasgressione, per azione od omissione, di uno o pi obblighi, doveri e modalit di comportamento
derivanti dal rapporto di servizio, ed il danno subito dallamministrazione.
La legge 639/1996, modificando la legge 20/1994, stabilisce che se il fatto dannoso causato da
pi persone la Corte dei conti, valutate le singole responsabilit, condanna ciascuna per la parte
che vi ha preso.
Con la legge 20/1994 sono state introdotte alcune novit, in particolare:
il carattere personale della responsabilit stessa e la trasmissibilit del debito agli eredi
secondo le leggi vigenti nei casi di illecito arricchimento del dante causa e di conseguente
indebito arricchimento degli eredi stessi;
la responsabilit imputata esclusivamente a coloro che hanno espresso voto favorevole,
nel caso di deliberazioni di organi collegiali;
la limitazione della responsabilit ai fatti ed alle omissioni commesse con dolo o colpa
grave;
la condanna a ciascuno per la parte che vi ha preso, valutate le singole responsabilit, da
parte della Corte dei conti, se il fatto dannoso causato da pi persone: i (soli) concorrenti
che abbiano conseguito un illecito arricchimento o che abbiano agito con dolo sono per
responsabili solidalmente;
la circostanza che la Corte dei conti giudica sulla responsabilit amministrativa degli
amministratori e dipendenti pubblici anche quando il danno sia stato cagionato ad
amministrazioni ed enti diversi da quelli di appartenenza;
la prescrizione del diritto al risarcimento del danno, in ogni caso, in cinque anni, decorrenti
dalla data in cui si verificato il fatto dannoso, ovvero, in caso di occultamento doloso del
danno, dalla data della sua scoperta.
106
La Costituzione, pur non occupandosi espressamente (ad eccezione dellart. 43) di servizi pubblici,
ha dato ulteriore impulso a questo processo, garantendo diritti in capo ai cittadini ed impegnando
lo Stato legislatore e i soggetti istituzionali a svolgere attivit pubbliche al fine di assicurare loro
leguaglianza sostanziale; esso, comunque, non elimina necessariamente la presenza privata che,
anzi, proprio nellambito del servizio pubblico, pu trovare un rilevante spazio di azione.
Il servizio pubblico la complessa relazione che si instaura tra un soggetto, che organizza una
offerta pubblica di prestazioni, rendendola doverosa, ed utenti, al fine di soddisfare in modo
continuativo i bisogni della collettivit di riferimento, in capo alla quale sorge di conseguenza una
aspettativa giuridicamente rilevante.
Il servizio dunque pubblico in quanto reso al pubblico; non invece servizio pubblico quello
reso dallamministrazione,ovvero lattivit alla quale non corrisponda una specifica pretesa degli
utenti.
Il servizio pubblico assunto dal soggetto pubblico con legge o con atto generale, rendendo
doverosa la conseguente attivit.
Alla fase dellassunzione del servizio segue quella della sua erogazione e, cio, la concreta attivit
volta a fornire prestazioni ai cittadini.
In proposito, lordinamento prevede forme tipizzate di gestione, contemplando spesso anche
lintervento di soggetti privati.
Di recente si introdotto limpiego del contratto di servizio quale strumento per disciplinare i
rapporti tra amministrazione e soggetto esercente.
Per quanto riguarda i servizi pubblici locali che rientrano nella titolarit di comuni e province, gli
artt. 112 e ss. T.U. enti locali, distinguono nettamente tra i servizi a carattere industriale (che
dovranno essere individuati da apposito regolamento) e sevizi a carattere non industriale. Tra i
primi saranno probabilmente da annoverare i servizi dellenergia elettrica, del trasporto, della
raccolta dei rifiuti e del ciclo delle acque.
Essi vengono affidati a societ di capitali individuate a seguito di procedure competitive: la legge
vieta cos affidamenti diretti a favore di soggetti pubblici. Come si vedr, tali affidamenti sono
invece consentiti nei servizi privi di rilevanza industriale.
Per quanto attiene ai servizi pubblici privi di rilevanza industriale, la legge prevede pi forme di
gestione.
Gli affidamenti diretti possono avvenire a favore dei seguenti soggetti:
a) azienda speciale, anche consortile: lazienda speciale un ente pubblico strumentale
dotato di personalit giuridica, di autonomia imprenditoriale e di proprio statuto, approvato
dal consiglio comunale. Unazienda speciale pluricomunale costituita sulla base di una
convenzione tra vari enti locali il consorzio: comuni e province possono costituire un
consorzio per la gestione associata di uno pi servizi (ma anche per lesercizio di funzioni);
b) istituzione, organismo strumentale dellente locale per lesercizio di servizi sociali, dotato
di autonomia gestionale (non disponendo di personalit giuridica, listituzione, a differenza
dellazienda speciale, non un ente). Lordinamento ed il funzionamento delle istituzioni
sono disciplinati, nellambito della legge, dallo statuto e dai regolamenti dellente;
c) societ di capitali costituite o partecipate degli enti locali, regolate dal codice civile: gli
enti locali possono costituire societ per azioni senza il vincolo della propriet
maggioritaria per lesercizio dei servizi pubblici e per la realizzazione di opere necessarie
allo svolgimento del servizio, nonch per la realizzazione di infrastrutture ed altre opere di
interesse pubblico.
Come visto, accanto agli affidamenti diretti, lart. 113 bis T.U. enti locali consente infine
laffidamento a terzi in base a procedure ad evidenza pubblica: il privato ha il dovere di svolgere
lattivit alle condizioni predeterminate dallamministrazione che, eventualmente, gli riconosce
alcuni vantaggi connessi.
Nel settore sanitario, la legge prevede che la partecipazione dei privati allo svolgimento del
servizio pubblico possa fondarsi sullistituto dellaccreditamento, in forza del quale,
subordinatamente allaccertamento del possesso dei requisiti fissati dallamministrazione, la
struttura privata riconosciuta idonea ad operare a favore degli utenti.
Molteplici sono le classificazioni che possono operare in relazione ai servizi pubblici.
107
108
In caso di inadempimento dellobbligazione, ove il credito risulti da un titolo esecutivo (art. 474
c.p.c.), il creditore pu poi procedere alla esecuzione forzata avente ad oggetto cose
determinate (da consegnare, rilasciare o distruggere) o somme di denaro al fine di ottenere la
soddisfazione del proprio interesse.
Alcuni beni dellamministrazione, tuttavia, si sottraggono allesecuzione forzata: il soggetto
pubblico, in altri termini, non risponde delle obbligazioni con tutti i propri beni. In particolare, i beni
riservati allamministrazione e quelli destinati a funzioni e servizi pubblici non sono pignorabili.
Lesecuzione forzata, in linea di massima, quindi possibile solo nei confronti dei beni patrimoniali
disponibili.
109
DISCIPLINA COSTITUZIONALE
GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA: DEFINIZIONE
Con il termine giustizia amministrativa si indica tradizionalmente nel nostro ordinamento un
complesso di istituti assoggettati a differenti discipline.
La giustizia amministrativa comprende infatti:
Di tali discipline alcune sono di natura processuale, altre e precisamente quelle relative ai ricorsi
amministrativi di natura sostanziale. La giustizia amministrativa italiana si caratterizza cos per
la presenza di rimedi giurisdizionali e di rimedi amministrativi: lespressione giustizia
amministrativa chiaramente usata nellart. 125 Cost. per indicare rimedi giurisdizionali.
Il momento unificante di questo eterogeneo sistema rappresentato dalla comune finalit di
riconoscere al privato il potere di rivolgersi ad una autorit (giudice amministrativo, giudice
ordinario, autorit amministrativa) al fine di ottenere giustizia.
LA DISCIPLINA COSTITUZIONALE
La Costituzione si inserita in un contesto caratterizzato dalla presenza di due giurisdizioni: quella
del giudice ordinario e quella del giudice amministrativo.
La Costituzione ha accolto espressamente e meglio esplicitato il principio di ripartizione della
giurisdizione tra i due ordini di giudici (ordinario e amministrativo), fondato sulla natura della
situazione giuridica soggettiva lesa, demandando al giudice ordinario la tutela dei diritti e a quello
amministrativo la tutela degli interessi legittimi.
Lart. 24 dispone infatti che tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi
legittimi.
Lart. 103 contempla le funzioni giurisdizionali del Consiglio di Stato e della Corte dei conti,
individuandone lestensione, e costituzionalizza la preesistente attribuzione al giudice
amministrativo in particolari materie indicate dalla legge, della cognizione anche di diritti
soggettivi (c.d. giurisdizione esclusiva): dunque ribadisce la possibilit di spostamento del limite
interno di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice amministrativo a favore di questultimo,
merc la sottrazione della cognizione dei diritti al primo.
Si consideri, inoltre, che lallargamento delle ipotesi di giurisdizione esclusiva esclude
lassoggettabilit al sindacato della Cassazione per violazione di legge (art. 111 Cost.) delle
controversie attribuite al giudice amministrativo, atteso che avverso le decisioni del Consiglio di
Stato possibile il ricorso per Cassazione soltanto per motivi attinenti alla giurisdizione, mentre
questi limiti non sussisterebbero ove la pronuncia sui diritti fosse rimasta al giudice ordinario: in tal
110
modo non per garantita luniforme applicazione del diritto, quando il giudice amministrativo
conosca di controversie analoghe a quelle giudicate dal giudice ordinario.
Ai sensi dellart. 113, che si occupa espressamente della sindacabilit degli atti della pubblica
amministrazione indicando il tipo di tutela garantita nei confronti degli stessi, siffatta tutela
sempre ammessa e non pu essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per
determinate categorie di atti.
La determinazione degli organi (giudice ordinario, amministrativo o speciale) che possono
annullare gli atti della pubblica amministrazione spetta invece alla legge, che deve indicarne anche
i casi e gli effetti.
Un problema di compatibilit con la norma costituzionale potrebbe sorgere in relazione allart. 31
del T.U. del Consiglio di Stato che esclude limpugnabilit in sede giurisdizionale degli atti emanati
dal Governo nellesercizio del potere politico. In realt, essi sono sottratti a tale giudizio di
sindacabilit in quanto, data la loro altissima discrezionalit ed il carattere libero del loro fine, non
ledono diritti soggettivi o interessi legittimi, i quali sono le sole situazioni cui lordinamento assicura
tutela giurisdizionale.
La Costituzione (artt. 101 e 108) sancisce poi lindipendenza di ogni giudice e quindi anche di
quello amministrativo, nonch lindipendenza degli istituti e dei componenti della Corte dei conti e
del Consiglio di Stato.
La Costituzione (art. 103) prevede, ma non impone, che altri organi di giustizia amministrativa
vadano ad affiancare il Consiglio di Stato: trattasi dei giudici aventi funzioni affini al Consiglio di
Stato, quali il Tribunale superiore delle acque pubbliche ed il Consiglio di giustizia amministrativa
per la Regione siciliana).
Ai sensi dellart. 125 poi, sono istituiti nella regione organi di giustizia amministrativa di primo
grado. Se la disposizione impedisce di configurare di Tar come organi di unico grado, non esclude
che sia attribuita la cognizione di controversie in unico grado al Consiglio di Stato.
La Costituzione, allart. 102, vieta invece listituzione di nuovi giudici speciali, ammettendo
soltanto che presso gli organo giurisdizionali ordinari, vengano istituite sezioni specializzate per
determinate materie, con la partecipazione di cittadini idonei estranei alla magistratura. Per
quanto attiene alle preesistenti giurisdizioni speciali (diverse dal Consiglio di Stato, dalla Corte dei
conti e dai Tribunali militari, i quali in nessun caso possono essere soppressi), esse avrebbero
dovuto essere assoggettate a revisione ad opera del legislatore entro cinque anni dalla entrata in
vigore della Costituzione.
Lart. 111 Cost., infine, stabilisce che contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei
conti ammesso il ricorso per Cassazione per i soli motivi inerenti alla giurisdizione, mentre per
quanto attiene alle sentenze pronunciate dagli organi giurisdizionali speciali, ammesso il ricorso
in Cassazione anche per violazione di legge.
La l. cost. 2/1999 ha modificato la disposizione introducendo il principio del
giusto
processo, in forza del quale ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di
parit, davanti a giudice terzo. La legge deve inoltre assicurarne la ragionevole durata.
Nulla invece detto nella Costituzione in ordine ai ricorsi amministrativi: di conseguenza, il
legislatore pu anche non prevedere tali mezzi giustiziali, ovvero pu addirittura vietarne
lesperibilit. Dalto canto, proprio perch la tutela giurisdizionale garantita come immancabile (
sempre ammessa) dallart. 113 Cost., essa non pu essere sostituita dai ricorsi amministrativi.
Lart. 20 della legge 1034/1971 ha poi escluso che la definitivit dellatto costituisca condizione
dellazione giurisdizionale. La regola dunque quella della facoltativit dei ricorsi amministrativi.
Un riferimento alla giustizia amministrativa da ultimo contenuto nellart. 117, che ne attribuisce la
disciplina alla potest esclusiva dello Stato.
111
A seguito di tale norma, il Consiglio di Stato si configura oggi come giudice di secondo grado. La
duplicit di grado nel giudizio amministrativo si pertanto realizzata per sovrapposizione di un
giudice di primo grado al giudice preesistente (Consiglio di Stato).
La legge 1034/1971 non tuttavia priva di lacune: in particolare, manca una sufficiente
coordinazione con le disposizioni (preesistenti) relative al processo che si svolge dinanzi al
Consiglio di Stato, sicch il processo si svolge secondo regole diverse in primo e secondo grado.
conflitti di attribuzione, allorch sorgano tra soggetti dotati di una sfera di competenza
costituzionalmente riservata: la Costituzione affida alla Corte
Costituzionale il compito di fornire loro soluzione;
conflitti di giurisdizione, se riguardano organi appartenenti a diversi ordini giurisdizionali:
la loro soluzione spetta alla Corte di Cassazione a sezioni unite (art. 374 c.p.c.);
112
In questa sede interessano soprattutto i conflitti di giurisdizione. Importanti sono tuttavia i conflitti di
attribuzione: infatti questi possono involgere pure questioni di giurisdizione. Ci accade quando
sorgono in un giudizio di cui sia parte una pubblica amministrazione e attengono alla spettanza al
giudice della potest di conoscere di questioni che involgono la pubblica amministrazione stessa.
La loro soluzione, in queste ipotesi, spetta alla Corte di cassazione.
113
114
IL GIUDICE AMMINISTRATIVO
PREMESSA
Tar e Consiglio di Stato, unitamente al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana
costituiscono un unico complesso giurisdizionale, un ordine unitario: ci comporta che la
ripartizione di attribuzioni tra i vari organi non sia luogo a problemi di giurisdizione, bens di
competenza.
Il Consiglio di Presidenza presieduto dal Presidente del Consiglio di Stato e formato da
magistrati amministrativi (in maggioranza) e da membri eletti dalle camere, tra i quali eletto il
Vicepresidente; ha compiti deliberativi in materia di assunzioni, assegnazioni di sedi, funzioni,
trasferimenti in tutto ci che attiene al loro stato giuridico e alla loro carriera.
La magistratura amministrativa costituita dal Presidente del Consiglio di Stato, dai presidenti di
sezione del Consiglio di Stato e dai presidenti dei Tar, i quali hanno funzioni direttive, nonch da
consiglieri di Stato e di Tar.
LAdunanza generale, con funzioni consultive per questioni di articolare importanza, composta
da tutti i magistrati in servizio presso il Consiglio di Stato.
LAdunanza plenaria, invece, ha funzioni giurisdizionali e si compone del Presidente del Consiglio
di Stato che la presiede e, a rotazione, di dodici consiglieri (quattro per ogni sezione
giurisdizionale).
In ogni regione istituito un tribunale amministrativo regionale con sede nel capoluogo.
I Tar sono dunque venti.
Quanto alla loro competenza per territorio, la legge individua i seguenti principi: criterio della sede
dellorgano (sono impugnabili innanzi ai Tar regionali tutti i provvedimenti adottati da organi
periferici dello Stato e degli enti a carattere ultraregionale aventi sede nella circoscrizione del Tar)
o dellente (sono impugnabili dinanzi al Tar gli atti emanati dagli enti pubblici non territoriali aventi
sede nella circoscrizione stessa, e degli enti pubblici territoriali compresi nella circoscrizione);
criterio dellefficacia dellatto (ove essa sia territorialmente limitata alla circoscrizione di un Tar, la
competenza spetta al Tar medesimo); criterio della sede di servizio del pubblico dipendente.
Il Tar Lazio ha competenza per gli atti statali. Per gli atti degli enti pubblici a carattere
ultraregionale, la norma prevede la competenza del tribunale amministrativo regionale nella cui
circoscrizione ha sede lente.
115
116
IL PROCESSO AMMINISTRATIVO
il principio del contraddittorio: ai fini della validit della domanda il ricorso deve essere
notificato allautorit che ha emanato latto e ad almeno uno dei controinteressati; il
contraddittorio deve comunque essere integrato neo confronti di tutti i controinteressati nel
corso del giudizio;
il giudizio viene trattato in ununica udienza (principio della concentrazione);
la trattazione della causa si svolge davanti al collegio (principio della collegialit);
il principio del doppio grado di giurisdizione, che secondo la Corte Costituzionale
avrebbe un fondamento costituzionale nellart. 125 Cost., dal quale emerge limpossibilit di
attribuire al Tar competenze giurisdizionali in unico grado;
salvo i casi dei procedimenti celebrati con rito camerale, il giudizio si celebra in pubbliche
udienze (principio della pubblicit delle udienze).
117
contraddire a seguito della notificazione del ricorso (oltre al ricorrente sono dunque parti
necessarie anche lamministrazione e i controinteressati).
Il difetto di notificazione del ricorso alle parti necessarie rende irricevibile il ricorso stesso ed
rilevabile dufficio dal giudice.
Analizziamo ora le parti necessarie del processo amministrativo.
Il ricorrente il titolare del diritto di azione che agisce a tutela di un interesse legittimo o, nei casi
di giurisdizione esclusiva, di un diritto soggettivo. Pu trattarsi anche di un ente pubblico, ove esso
impugni un atto amministrativo lesivo della propria sfera giuridica.
Lamministrazione resistente lautorit che ha emanato latto o nei cui confronti deve essere
fatta valere la pretesa. Lamministrazione statale rappresentata in giudizio
ex lege
dunque senza bisogno di apposito mandato dallavvocatura dello Stato.
Gli (eventuali) controinteressati sono i soggetti titolari della legittimazione a contraddire: essi
traggono vantaggio dallatto impugnato, sicch lannullamento dellatto (o, comunque,
laccoglimento della domanda da parte del giudice) arrecherebbe loro uno svantaggio.
Qualora vi siano pi controinteressati, ai fini dellammissibilit sufficiente che il ricorso sia
notificato ad almeno uno di essi. Va per ricordato che il giudice amministrativo (con sentenza o,
talora, con ordinanza presidenziale) deve ordinare nel corso del giudizio lintegrazione della
notifica agli altri controinteressati.
Va infine fatto cenno alla posizione dei cointeressati e, cio, dei soggetti che si trovano nella
stessa situazione del ricorrente. L giurisprudenza nega che essi debbano essere chiamati in
giudizio, atteso il giudizio della unilateralit dellazione, ma riconosce a tali soggetti la possibilit, a
determinate condizioni, di intervenirvi, realizzando una ipotesi di litisconsorzio facoltativo attivo.
118
119
Latto introduttivo del giudizio costituito dal ricorso, il quale deve delineare la
causa
petendi e il petitum.
La causa petendi (e cio la ragione giuridica per cui si agisce) costituita dallinteresse legittimo
leso dallatto illegittimo. Un vizio di esso la causa di tale illegittimit, mentre i motivi
dellimpugnativa sono le singole e concrete difformit del comportamento amministrativo rispetto al
paradigma normativo e costituiscono le specificazioni del vizio. La domanda si fraziona in capi
quanti sono i vizi dedotti dal ricorrente.
Per quanto attiene al petitum (oggetto dellazione e, cio, il provvedimento richiesto al giudice),
esso consiste di solito nella domanda di annullamento dellatto (si ricordi che pure ammessa la
domanda volta ad ottenere una condanna), ma pu trattarsi altres di richiesta di modificazione
dellatto stesso, di dichiarazione della situazione controversa, a seconda della tipologia di
processo.
I motivi devono essere specificati nel ricorso.
Ove i ricorrenti siano pi di uno, essi possono agire assieme proponendo un unico ricorso
denominato ricorso collettivo: il cumulo soggettivo giustificato da ragioni di economia
processuale.
Il ricorso cumulativo realizza invece il cumulo oggettivo di azioni. In particolare, il ricorrente pu
impugnare pi atti, purch essi siano connessi, in quanto aventi, ad esempio, identit di oggetto e
nel ricorso siano censurati per motivi almeno in parte comuni.
Il giudice vincolato alla deduzione dei motivi operata dal ricorrente, nel senso che, in virt del
principio dispositivo, egli non pu scendere ad esaminare profili di illegittimit non rappresentati
dalla parte.
In forza del principio della corrispondenza tra chiesto e pronunciato (che trova espressione nellart.
112 c.p.c.) il giudice dovrebbe pronunciarsi su ogni domanda.
Il ricorrente pu presentare motivi di ricorso anche in una fase successiva alla proposizione del
ricorso iniziale: questo listituto dei motivi aggiunti, che rappresenta in sostanza uno strumento
di arricchimento della causa petendi.
La possibilit di presentare motivi successivamente alla proposizione del ricorso sussiste quando i
fatti che si pongono alla base dei motivi stessi non erano conosciuti inizialmente: al fine di meglio
comprendere listituto dei motivi aggiunti occorre considerare che la parte ha lonere di impugnare
tempestivamente latto pur non conoscendo nella sua completezza lattivit della pubblica
amministrazione preordinata allemanazione del provvedimento stesso, ed in particolare, secondo
un orientamento risalente e recentemente superato ancorch non abbia preso conoscenza
della motivazione dellatto.
Attraverso i motivi aggiunti si realizza dunque una modifica del petitum, e si consente
limpugnazione di atti successivi e diversi da quello inizialmente impugnato, costituenti altri
episodi della medesima lesione nei confronti dellinteresse della parte.
120
Il momento iniziale del decorso del termine per limpugnazione pu anche coincidere con quello in
cui si avuta la piena conoscenza del provvedimento allorch non sia prevista n la
notificazione, n la pubblicazione, ovvero, pur essendo previste, esse no siano state effettuate.
La proposizione del ricorso deve avvenire mediante notificazione, a pena di inammissibilit
rilevabile dufficio, entro il termine di decadenza di sessanta giorni (nellipotesi di azioni di
annullamento) ovvero entro il termine di prescrizione (nei casi di azione di accertamento e di
condanna).
Il computo dei termini deve essere effettuato secondo i criteri fissati dal codice di rito.
La perentoriet del termine trova un temperamento nellistituto dellerrore scusabile. Ove il
ricorrente abbia proposto il ricorso dopo la scadenza del termine e ci sia dovuto ad una falsa ed
incolpevole rappresentazione della realt, il giudice competente a decidere nel merito il ricorso
pu riconoscere la scusabilit dellerrore e il ricorrente rinnovare la notificazione entro il termine
fissato dal giudice stesso (ipotesi di errore scusabile si hanno nel caso di carente o erronea
indicazione da parte dellamministrazione del termine e dellautorit cui possibile proporre
ricorso).
La proposizione del ricorso avviene attraverso la sia notificazione allamministrazione resistente e
ad almeno un controinteressato, anche se linstaurazione del rapporto processuale richiede il
deposito del ricorso notificato.
Alle amministrazioni statali la notifica va effettuata in persona del ministro competente per materia
e la consegna deve essere eseguita presso lavvocatura dello Stato nel cui distretto ha sede il
giudice adito.
La notificazione pu avvenire a mezzo posta, mediante ufficiale giudizio o
messo
comunale; altra particolarit del giudizio amministrativo costituita dalla disciplina della notifica per
pubblici proclami, che pu essere autorizzata dal Presidente del tribunale adito allorch la
notificazione nei modi ordinari sia sommamente difficile per il numero delle persone chiamate in
giudizio.
121
122
Nel processo di merito sono ammessi, oltre ai mezzi di prova propri del giudizio di legittimit,
anche testimonianze, ispezioni e perizie e tutte le altre indagini che possono condurre alla
scoperta della verit, ossia tutti i mezzi di prova, ad eccezione delle prove legali (confessioni e
giuramento).
Oltre che dal Presidente o dal magistrato da lui delegato, il potere istruttorio pu in ogni caso
essere esercitato dal collegio (istruttoria collegiale).
LE MISURE CAUTELARI
Salvo alcuni casi eccezionali, limpugnazione del provvedimento non sospende lesecuzione dello
stesso: vi pertanto il rischio che, nel corso del giudizio, essa produca in modo irreversibile i propri
effetti, sicch la decisione sul ricorso non assicurerebbe la tutela alla parte.
Lordinamento prevede alluopo lo strumento dellazione volta ad ottenere misure cautelari. Il
giudizio cautelare instaurato a seguito dellesercizio di tale azione strumentalmente collegato a
quello di merito nel quale si decide la fondatezza del ricorso: esso si conclude con una ordinanza
di carattere provvisorio, proprio perch la tutela cautelare volta a porre rimedio ai rischi che
derivano dalla durata del processo.
Lefficacia dellordinanza destinata a venir meno al momento dellemanazione della decisione
che definisce il giudizio sul merito.
La questione, che ha carattere di urgenza, viene trattata in camera di consiglio: prima della
trattazione della domanda cautelare, in caso di estrema gravit ed urgenza, il ricorrente pu
chiedere al Presidente del Tar di disporre misure cautelari provvisorie. Il Presidente provvede
con decreto motivato, anche in assenza di contraddittorio.
Lordinanza ha efficacia ex nunc e, dunque, non elimina gli effetti gi prodotti, mentre impedisce di
porre in essere atti e comportamenti esecutivi del provvedimento impugnato.
Ai fini della sospensiva occorre la sussistenza di un pregiudizio grave e irreparabile durante il
tempo necessario a giungere ad una decisione sul ricorso: deve trattarsi del pericolo
particolarmente rilevante e di impossibile riparazione (periculum in mora).
Il secondo presupposto (fumus boni iuris) da ritenersi proprio di tutte le misure cautelari: esso
ricorre allorch il ricorso sia non manifestamente inaccoglibile. In tal modo si esclude la
concessione della misura cautelare con riferimento a provvedimento che con tutta probabilit non
sar annullato in sede di decisione sul merito.
Contro le ordinanze dei Tar ammesso ricorso in appello da proporre nel termine di sessanta
giorni dalla notificazione dellordinanza, ovvero di centoventi giorni dalla comunicazione del
deposito dellordinanza stessa nella segreteria.
Lordinanza inoltre revocabile o modificabile; la domanda pu inoltre essere riproposta in caso
di rigetto della precedente istanza, ma solo se motivata con riferimento a fatti sopravvenuti.
Nel caso in cui lamministrazione non abbia prestato ottemperanza alle misure cautelari concesse,
o vi abbia adempiuto solo parzialmente, la parte interessata pu, con istanza motivata e notificata
alle altre parti, chiedere al Tar le opportune disposizioni attuative.
123
decisione nel merito. La Cassazione decide a sezioni unite, senza ulteriore istruzione. La
statuizione sulla giurisdizione diventa cos incontestabile.
Una seconda ipotesi in cui si determina la sospensione del rapporto processuale costituita dalla
proposizione del regolamento preventivo di competenza.
Mediante tale strumento, avente carattere preventivo, nel senso che non presuppone una
precedente decisione sulla competenza, linteressato chiama il Consiglio di Stato a decidere se
sussiste la competenza del giudice adito.
La parte interessata pu sollevare leccezione di incompetenza soltanto nelle forme del
regolamento di competenza ed entro il termine di decadenza fissato dalla legge (venti giorni dalla
data di tempestiva costituzione in giudizio). La decisione vincolante per i Tar, rendendo
incontestabile la competenza.
Il giudizio rimane altres sospeso in attesa della decisione della Corte costituzionale allorch
davanti al giudice amministrativo sia sollevata questione di legittimit costituzionale di una legge o
di un atto avente forza di legge.
Pure il deferimento della questione di interpretazione e di validit di norma comunitaria comporta la
sospensione del processo amministrativo: il giudice sospende il processo e rimette la risoluzione
della questione alla Corte di giustizia.
Le questioni concernenti lo stato e la capacit delle persone fisiche non possono essere decise dal
giudice amministrativo. Ove sorga lesigenza di risolvere una delle questioni in esame, il giudice
fissa alle parti un termine per la proposizione dellazione dinanzi al giudice ordinario e sospende il
giudizio.
Unaltra ipotesi di sospensione del giudizio riguarda la proposizione della querela di falso al giudice
competente.
Allorch una parte contesti lautenticit di un documento depositato in giudizio, pu avanzare
istanza di sospensione del processo, chiedendo la prefissione di un termine entro cui proporre la
questione allautorit giurisdizionale ordinaria.
Ipotesi ancora differente di sospensione, ritenuta facoltativa, riguarda la pendenza di un giudizio
penale: il giudice amministrativo pu risolvere incidenter tantum le pregiudiziali penali e ha, quindi,
la facolt e non il dovere di sospendere il processo quando ritenga che i fatti accertati in un
giudizio penale pendente possano essere rilevanti ai fini della decisione.
Alcuni fatti determinano invece linterruzione del processo (morte e perdita della capacit di stare
in giudizio delle parti,cessazione della rappresentanza legale; morte, radiazione e sospensione
dellalbo dellavvocato costituito). Essa consegue ad eventi che fanno venir meno leffettivit del
contraddittorio.
Il processo pu subire ulteriori modifiche.
La riunione dei ricorsi si verifica nelle ipotesi in cui il giudice, dinanzi al quale pendano pi ricorsi,
ritenga che sussista tra di essi una connessione soggettiva ed oggettiva che renda opportuna la
loro riunione.
Di segno contrario rispetto alla riunione la separazione dei ricorsi, la quale si verifica ad
esempio ove il giudice, nel caso di impugnazione di pi atti connessi, stabilisca di decidere
immediatamente soltanto una o pi delle cause mature.
La conclusione naturale del processo la sentenza che si pronunci sul merito.
Si possono poi verificare alcune situazioni che impediscono la normale conclusione del processo,
determinando cos lestinzione del processo, che non comporta comunque lestinzione della
possibilit di agire anche se, in pratica, almeno nella giurisdizione di legittimit, molto difficilmente
la parte, successivamente allestinzione del giudizio, ancora in termini per agire.
Le cause di estinzione sono tradizionalmente considerate la perenzione, la mancata riassunzione
e la rinunzia.
Per quanto riguarda la perenzione, la discussione innanzi al Tar deve essere chiesta con apposita
istanza da presentarsi entro il termine massimo di due anni dal deposito del ricorso: in difetto, il
processo si estingue. I ricorsi si intendono abbandonati se nel corso di due anni non si sia
compiuto alcun atto processuale.
La rinunzia al ricorso pu conseguire mediante dichiarazione sottoscritta dalla parte o
dallavvocato munito di mandato speciale (diverso quindi dalla procura alle liti), notificata e
depositata nella segreteria (rinuncia scritta), o mediante dichiarazione verbale di cui steso
processo (rinuncia orale).
124
eliminatorio: di rimozione dellatto e dei suoi effetti, con riferimento a tutti i soggetti che
erano interessati allatto impugnato;
ripristinatorio: la sentenza ricostruisce automaticamente la situazione giuridica come si
sarebbe realizzata se latto non fosse mai stati posto in essere, sempre che i mutamenti
della realt di fatto lo consentano;
conformativo, consistente in un condizionamento dellattivit amministrativa successiva
allannullamento dellatto: il soggetto pubblico, cio, dovr rispettare i limiti nascenti dalla
statuizione concreta del giudice e, quindi, la regola di diritto.
125
Alla sentenza di condanna possono essere accostate la decisione con cui il giudice ordina
allamministrazione di esibire il documento in ordine al quale era stato negato laccesso e quella
che definisce il ricorso avverso il silenzio ordinando allamministrazione di provvedere.
Ai sensi dellat. 33, l. Tar, le sentenze dei Tar sono esecutive. La proposizione del ricorso in
appello non ne sospende lesecuzione; su istanza di parte per possibile chiedere che il
Consiglio di Stato, con ordinanza motivata, pronunci la sospensione qualora da essa possa
derivare un danno grave ed irreparabile.
Lesecuzione delle sentenze si fa in via amministrativa.
La parte che abbia ottenuto una sentenza di accoglimento, sempre che questa richieda unattivit
esecutiva dellamministrazione, si rivolge dunque in primo luogo allamministrazione affinch essa
si conformi alla decisione.
Sussiste ed rilevante il problema dei limiti in cui lamministrazione tenuta ad eseguire la
sentenza, in quanto spesso rischioso per lamministrazione e per linteresse pubblico
ottemperare alla sentenza di primo grado (ad esempio procedendo ad un nuovo concorso) quando
la soluzione adottata dal Tar potrebbe essere riformata in appello: il soggetto pubblico ha
comunque a disposizione il rimedio dellistanza di sospensione della esecuzione della sentenza da
proporre al Consiglio di Stato e, in ogni caso, non dovrebbe porre in essere comportamenti che
producano effetti irreversibili.
I MEZZI DI GRAVAME
Il sistema processuale amministrativo prevede un articolato sistema di impugnazioni, composto
dallappello, dalla revocazione, dal ricorso per Cassazione e dallopposizione di terzo. Non sono
impugnazioni, in quanto non sono rivolti a censurare una precedente sentenza, il regolamento
preventivo di giurisdizione e il regolamento preventivo di competenza.
I mezzi di impugnazione si distinguono in ordinari e straordinari: i primi sono quelli che
impediscono la formazione della cosa giudicata in senso formale; i secondi, invece, sono esperibili
pure nei confronti di una sentenza passata in giudicato.
Contro le sentenze dei tribunali amministrativi ammesso ricorso al Consiglio di Stato in sede
giurisdizionale, da proporsi nel termine di sessanta giorni dalla ricevuta notificazione. Si tratta
dellappello contro le sentenze del Tar.
Il Consiglio di Stato in sede di appello esercita gli stessi poteri giurisdizionali di cognizione e i
decisione del giudice di primo grado.
Le decisioni che possono essere appellate sembrano soltanto le sentenze. La giurisprudenza ha
per ammesso lappellabilit delle ordinanze di sospensione dellesecuzione dellatto impugnato,
sottolineandone il carattere decisorio: ora la legge prevede espressamente lappellabilit
dellordinanza con cui si decide sulla domanda cautelare.
Lappello caratterizzato dalleffetto devolutivo: nel giudizio di secondo grado riemerge infatti
automaticamente tutto il materiale di cognizione introdotto in primo grado, nel senso che il giudice
di appello pu riesaminare pienamente domande, eccezioni, deduzioni e difese in relazione alle
quali ha pronunciato il tribunale amministrativo.
Nellappello vige pur sempre il principio dispositivo sicch le parti, con il loro comportamento
acquiescente, possono sottrarre alla cognizione del giudice dappello uno o pi punti della
controversia.
Il giudice dappello pu comunque rilevare dufficio il difetto di giurisdizione e il difetto di
contraddittorio.
Loggetto originario del giudizio non pu di conseguenza essere mutato: ci spiega il divieto di
proposizione di domande nuove (divieto dello ius novorum) in appello; lunica eccezione
costituita dalla proposizione di motivi aggiunti, allorch soltanto in appello la parte venga ad avere
la conoscenza di fatti rilevanti. Lappello non ha effetto sospensivo.
Esso proposto in primo luogo dalla parte soccombente e, cio, dal soggetto nei cui confronti si
prodotto un effetto sfavorevole come conseguenza della sentenza.
Il processo di appello si introduce con la notificazione del ricorso: il petitum sar dunque
costituito dalla richiesta di annullamento della sentenza di primo grado; in luogo dellindicazione
dellatto impugnato, poi, occorre specificare la sentenza oggetto di appello.
126
Il ricorso va notificato alle controparti nel termine perentorio di sessanta giorni dalla notificazione
della sentenza di primo grado termine breve ovvero, secondo la giurisprudenza, entro un anno
termine lungo.
sufficiente la notificazione ad una sola parte principale: il giudice dispone in seguito
lintegrazione del contraddittorio.
Il ricorso notificato deve essere depositato, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla notifica,
presso la segreteria del Consiglio di Stato. Le parti intimate possono costituirsi entro trenta giorni
successivi a quello assegnato per il deposito.
Anche in appello obbligatorio il patrocinio di un legale:lavvocato deve essere abilitato al
patrocinio presso le giurisdizioni superiori.
Lappello incidentale una impugnazione con la quale una parte, con lintento di conservare il
risultato raggiunto con la sentenza, fa valere in via subordinata censure differenti rispetto a quelle
proposte dallappellante principale avverso la stessa sentenza.
Al fine di comprendere la ratio di tale istituto bisogna considerare che la parte vittoriosa in primo
grado potrebbe essere rimasta anche soccombente, ad esempio, perch solo alcuni dei motivi da
essa proposti sono stati accolti dalla decisione che ha comunque annullato latto. Essa ben
potrebbe prestare acquiescenza alla decisione se pure lavversario accettasse la sentenza. Ove
invece questultimo attacchi la sentenza stessa, laltra parte vincitrice, pur successivamente alla
scadenza del termine per appellare, pu proporre limpugnazione incidentale con la speranza che
le proprie deduzioni, disattese in primo grado, vengano accolte in appello.
Al giudizio di appello si applicano le norme che regolano il processo dinanzi al Consiglio di Stato.
Ove la sezione investita del ricorso rilevi che un punto di diritto sottoposto al suo esame abbia dato
luogo o possa dar luogo a contrasti giurisprudenziali, pu rimettere il ricorso allAdunanza plenaria.
Sono decisioni di accoglimento o di rigetto nel merito le pronunce che meglio corrispondono al
carattere rinnovatorio dellappello. Il giudice riesamina la lite e conferma o annulla la decisione di
primo grado.
Il Consiglio di Stato, qualora riconosca il difetto di giurisdizione, il difetto di competenza, la nullit
del ricorso introduttivo, lesistenza di cause impeditive o estintive del giudizio, annulla senza rinvio
la sentenza di primo grado.
La decisione di annullamento con rinvio si riferisce alle ipotesi in cui il Consiglio di Stato accolga
lappello per difetto di procedura o vizio di forma, ovvero quando riconosca che il Tar abbia
erroneamente dichiarato la propria incompetenza.
La decisione del Consiglio di Stato soggetta a revocazione e a ricorso per Cassazione (per i soli
motivi inerenti alla giurisdizione).
Contro le sentenza dei Tar proponibile il ricorso per revocazione. Si tratta di unimpugnativa a
critica limitata, volta d ottenere in via non immediata la rinnovazione del giudizio. Va proposta allo
stesso giudice che ha pronunciato la sentenza che si intende rimuovere.
Il ricorso per revocazione deve essere proposto entro sessanta giorni dalla notificazione della
sentenza ovvero, in caso di omessa notificazione, entro un anno dalla pubblicazione.
Il giudice accerta la sussistenza dei presupposti di ammissibilit della revocazione e, solo ove
questa fase rescindente abbia avuto esito positivo, passa al giudizio rescissorio, il quale attiene al
riesame del ricorso nel merito. Il ricorso deve contenere sia la domanda volta ad eliminare la
sentenza (richiesta di revocazione), sia quella relativa alla rinnovazione del giudizio sulla
controversia.
Le decisioni rese in sede di revocazione non possono a loro volta essere impugnate per
revocazione. Come visto, anche la decisione resa in appello dal Consiglio di Stato impugnabile
con ricorso per revocazione.
Avverso le decisioni del Consiglio di Stato ammesso ricorso alle sezioni unite della Corte di
cassazione per motivi attinenti alla giurisdizione (anche in questo caso si tratta di impugnativa a
critica vincolata). Esso va proposto entro sessanta giorni dalla notificazione della sentenza
impugnata ovvero, secondo la giurisprudenza, entro un anno dalla su pubblicazione.
La Cassazione, ove accolga il ricorso:
127
Oggi, n ogni caso di rinvio, il giudizio prosegue dinanzi al Tar con fissazione dufficio delludienza
pubblica, da tenersi entro trenta giorni dalla comunicazione della sentenza con la quale si dispone
il rinvio.
Lopposizione di terzo un rimedio che pu essere utilizzato da chi avrebbe dovuto o potuto
partecipare al giudizio e risulta pregiudicato dalla decisione.
sussistenza di una sentenza passata in giudicato; come si visto, il rimedio ora esperibile
anche per le sentenze di rimo grado non sospese dal Consiglio di Stato;
inadempimento della pronuncia.
128
Nel silenzio della legge, si ritiene che il giudice, previo accertamento dellinadempimento, nel caso
in cui accolga il ricorso possa volta a volta annullare o revocare gli atti posti in violazione della
statuizione, ordinare interventi sostitutivi, ovvero addirittura direttamente sostituirsi
allamministrazione.
Spesso il giudice procede, contestualmente o meno, alla fissazione allautorit di un termine per
ottemperare, alla nomina di un commissario ad acta (solitamente si tratta di un funzionario di
livello superiore della stessa amministrazione o di altro ente.
Si discute se trattasi di organo straordinario dellamministrazione, di organo ausiliario del giudice,
oppure ancora di organo misto, in parte ausiliario del giudice e in parte organo
dellamministrazione.
Ad avviso della giurisprudenza, le pronunce del Tar sul ricorso di ottemperanza sono appellabili se
contenenti statuizioni aberranti o esorbitanti dalla funzione dellottemperanza, mentre non sono
suscettibili di essere impugnate le sentenze contenenti misure meramente attuative della
pronuncia.
IL CONTENZIOSO ELETTORALE
Il contenzioso elettorale si distingue in attivo (relative alle controversie che concernono lo status
di elettore) e passivo (attinente alle controversie che riguardano il diritto a conseguire o a
mantenere la carica elettiva).
Le controversie che rientrano nel contenzioso elettorale attivo sono devolute al giudice ordinario.
Il contenzioso elettorale passivo raggruppa due diversi tipi di tutela: la prima, relativa alle questioni
di eleggibilit, incompatibilit e decadenza dallufficio, affidata al giudice ordinario; la tutela in
tema di regolarit delle operazioni elettorali, invece, devoluta al giudice amministrativo sul
presupposto che in tal caso siano coinvolti interessi legittimi.
Per completezza di esposizione, richiamiamo prima la disciplina della tutela affidata al giudice
ordinario.
Nel contenzioso elettorale attivo, giudice competente la Corte dappello in unico grado.
Lazione rivolta contro le decisioni della commissione elettorale in materia di iscrizione nelle liste
elettorali.
Essa si propone con ricorso. La pronuncia della Corte, che ricorribile in Cassazione, decide in
ordine alla titolarit dello status di elettore. La Corte dappello pu anche rettificare la decisione
della commissione elettorale.
Nel contenzioso elettorale passivo (controversie in tema di eleggibilit), la legittimazione attiva
nelle controversie devolute al giudice ordinario riconosciuta in capo a qualsiasi cittadino elettore
del comune, della provincia o della regione, a chiunque vi abbia interesse, nonch al prefetto. La
competenza spetta in primo grado al tribunale nella cui circoscrizione compreso lente della cui
elezione si tratta.
ammesso lappello alla Corte dappello (entro venti giorni) e, contro la sentenza di questa, il
ricorso in Cassazione (entro venti giorni). In pendenza di appello e fin quando non siano decorsi i
termini per appellare, la sentenza di primo grado non diventa esecutiva.
Il tribunale, la Corte dappello e la Corte di cassazione, ove accolgano il ricorso, possono
correggere i risultati delle elezioni e sostituire ai candidati illegittimamente proclamati gli aventi
diritto.
Le controversie in materia di operazioni elettorali spettano alla giurisdizione amministrativa
La legittimazione attiva attribuita a chiunque vi abbia diretto interesse, a qualsiasi cittadino
elettore rispettivamente della regione, della provincia e del comune (trattasi infatti di azione
popolare).
La legittimazione passiva spetta allamministrazione interessata a tutti coloro che sono stati
proclamati eletti. Il giudice pu annullare in tutto o in parte le operazioni elettorali e i risultati dello
scrutinio, e pu sostituire ai candidati illegittimamente proclamati gli aventi diritto.
129
PREMESSA
Tra le giurisdizioni speciali assume un posto di grande rilievo la Corte dei conti.
Altra giurisdizione di notevole importanza costituita dal Tribunale superiore delle acque pubbliche
nellesercizio delle funzioni di giudice di unico grado.
Sussistono poi numerose altre giurisdizioni speciali che si occupano di materie amministrative.
130
Il giudizio si instaura con la notifica al convento della citazione a comparire avanti la sezione
giurisdizionale competente. Prima di questo momento si svolge, tuttavia, limportante fase
caratterizzata dallesercizio dei poteri istruttori spettanti al procuratore.
Prima di procedere alla notificazione della citazione, il procuratore inoltre obbligato ad inviare al
presunto responsabile un invito a dedurre, consentendo cos a tale soggetto di poter presentare,
entro un termine non inferiore a trenta giorni dal ricevimento dellinvito, le proprie deduzioni e,
eventualmente, dei documenti. Nello stesso termine, il presunto responsabile pu chiedere di
essere sentito personalmente.
Listruttoria pu terminare con la proposta di archiviazione.
Nel caso invece in cui abbia ritenuto non sufficienti o inattendibili le giustificazioni addotte dal
presunto responsabile, il procuratore promuove lazione mediante atto di citazione.
Ampi poteri istruttori sono riconosciuti non solo al procuratore ma anche al collegio.
Al termine delludienza pubblica, la sezione, composta di tre magistrati, decide in camera di
consiglio.
La Corte deve tener conto dei vantaggi comunque conseguiti dallamministrazione o dalla
comunit amministrata in relazione al comportamento degli amministratori o dipendenti pubblici
soggetti al giudizio di responsabilit.
In caso di proscioglimento definitivo, le spese legali sostenute dai soggetti sottoposti a giudizio
sono rimborsate dalla amministrazione di appartenenza.
IL GIUDIZIO DI CONTO
Il giudizio di conto, avente ad oggetto laccertamento della responsabilit contabile e della
regolarit delle partite del conto, costituisce un esempio di processo avente il carattere della
necessariet, atteso che il rendiconto imposto dalla legge e il giudizio si instaura a prescindere
dalla sussistenza di una controversia, per effetto della sola trasmissione del conto.
Nel caso in cui il contabile non adempia allobbligo di rendiconto, il procuratore che abbia notizia
del fatto pu promuovere un autonomo giudizio (giudizio per la resa del conto). Dopodich prende
avvio il giudizio di conto in senso proprio.
Se il relatore designato dal presidente della competente sezione accerta la regolarit del conto e
non sussiste lopposizione del procuratore, il conto viene approvato dal presidente della sezione
competente con decreto di discarico. In questo caso il giudizio, privo di vero contraddittorio, si
accosta ad un procedimento pi propriamente amministrativo.
Nel caso in cui, invece, la relazione concluda per la condanna, su istanza del procuratore stesso
viene fissata ludienza di discussione al presidente della sezione con decreto notificato alle parti, al
termine del quale la sezione emette la decisione. Pu trattarsi di una decisione di discarico (se si
riconosce il saldo de conto) o di condanna dellagente, previa liquidazione del debito. In tale ipotesi
il giudizio di conto assume dunque caratteri propriamente contenziosi.
La decisione di condanna viene trasmessa in forma esecutiva al procuratore regionale, il quale la
comunica allamministrazione interessata affinch questa provveda alla riscossione delle somme
dovute dallagente.
Entro trenta giorni dalla notificazione della decisione, lagente pu presentare opposizione
contabile, depositando un ricorso presso la segreteria della sezione giurisdizionale che ha
emanato la decisione. Lopposizione contabile, che non un mezzo di impugnazione ma una
ulteriore fase del giudizio di conto, comporta linstaurazione di un giudizio in contraddittorio tra
opponente e procuratore, a seguito del quale viene fissata una pubblica udienza nella quale la
sezione decider sullopposizione.
Alla riscossione dei crediti liquidati dalla Corte con sentenza o ordinanza esecutiva provvede
lamministrazione titolare del credito attraverso uffici designati: si noti dunque che lesecuzione
rimessa allamministrazione danneggiata. Il recupero effettuato mediante trattenuta alla fonte
sulle somme eventualmente dovute ai responsabili.
La legge prevede alcuni casi che il giudizio dinanzi alla Corte dei conti abbia inizio a istanza di
parte. Il processo in questa ipotesi instaurato mediante impugnazione di una decisione
amministrativa con ricorso notificato allamministrazione e depositato in segreteria.
131
IL GIUDIZIO PENSIONISTICO
La Corte dei conti, come si visto, ha giurisdizione in materia di pensioni civili, di pensioni militari e
di pensioni di guerra: si tratta del giudizio pensionistico.
Per i soli dipendenti pubblici il contenzioso previdenziale devoluto alla Corte dei conti, essendo in
ambito privato il contenzioso devoluto alla cognizione del giudice ordinario.
La materia pensionistica considerata come riservata alla giurisdizione esclusiva del giudice
contabile, in funzione di giudice unico. In sede cautelare la Corte giudica invece in composizione
collegiale. Salvo che per motivi di diritto, il giudizio si svolge in unica istanza.
Il processo si instaura su ricorso dellinteressato, notificato allamministrazione o allente
competente per lerogazione della pensione e depositato presso la segreteria del giudice: pur
essendo disciplinato come giudizio impugnatorio (rivolto avverso il provvedimento che liquida la
pensione), esso ha ad oggetto la titolarit del diritto al trattamento di quiescenza o lentit della
pensione e non dunque soggetto a termini di decadenza.
Il ricorso del privato pu essere proposto anche senza patrocinio di un avvocato: in tali ipotesi il
ricorrente non pu svolgere in udienza le proprie difese orali.
Il giudice unico pronuncia sentenze dichiarative dellesistenza o inesistenza del diritto nei confronti
dellamministrazione; sono peraltro ammissibili anche sentenze costitutive di annullamento, ad
esempio, del provvedimento di liquidazione della pensione affetto da vizi di legittimit.
Ove lamministrazione non provveda al pagamento delle somme cui tenuta, per lottemperanza
della decisione, si pu esperire il giudizio di esecuzione.
Le disposizioni relative allesecuzione delle sentenze (giudizio di ottemperanza) si applicano pure
nel giudizio innanzi alle sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti per lesecuzione delle
sentenze emesse dalle sezioni medesime e non sospese dalle sezioni giurisdizionali centrali
dappello; per lesecuzione delle sentenze emesse da queste ultime in secondo grado provvedono
le stesse sezioni centrali dappello.
132
Le decisioni emesse in appello dal Tribunale superiore delle acque pubbliche sono impugnabili con
il ricorso per cassazione secondo le regole comuni dettate dal c.p.c.
inoltre ammessa la revocazione e, secondo la dottrina, lopposizione di terzo.
I RICORSI AMMINISTRATIVI
133
134
135
rispetto allautorit che ha emanato latto, investita di un potere di generica vigilanza; di norma la
parte pu far valere solo vizi di legittimit.
Il ricorso in opposizione un ricorso ordinario ed a carattere rinnovatorio proponibile, nei casi
tassativamente previsti dalla legge, alla stessa autorit che ha emanato il provvedimento
impugnato la quale agisce esercitando un potere diverso da quello utilizzato al momento
dellemanazione dellatto, allorch aveva operato come amministrazione attiva.
Il ricorrente pu far valere vizi sia di legittimit che di merito.
136
A richiesta del ricorrente, pu essere disposta la sospensione dellatto impugnato (non sono
dunque ammesse altre misure cautelari) da parte del ministero competente con atto motivato, su
parere del Consiglio di Stato definito dalla legge conforme e, come tale, non suscettibile di
essere disatteso.
Trascorso il predetto termine di sessanta giorni, inizia a decorrerne un altro, di centoventi giorni,
entro il quale il ministero competente deve effettuare listruttoria e trasmettere il ricorso istruito al
Consiglio di Stato per il parere previsto dalla legge.
Pu accadere che il termine non sia rispettato dal ministro, impedendo cos di fatto la
prosecuzione del procedimento: il ricorrente, allorch siano trascorsi i centoventi giorni, pu
peraltro notificare al ministro un atto col quale richiede se il ricorso sia stato trasmesso al Consiglio
di Stato. In caso di risposta negativa o di mancata risposta entro trenta giorni, egli pu depositare
direttamente una copia del ricorso presso il Consiglio di Stato, consentendo cos che questo
organo renda il parere. Conclusa listruttoria, il ministero competente deve trasmettere gli atti e i
documenti, unitamente alla propria relazione, al Consiglio di Stato affinch emetta il suo parere.
Il ricorso straordinario viene deciso con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del
ministro competente in base al parere del Consiglio di Stato. Il parere obbligatorio e, come visto,
conforme, nel senso che il ministro competente non pu proporre una decisione che da esso si
discosti, salvo investire della questione il Consiglio dei ministri il quale deve assumere la
responsabilit giuridica e politica di discostarsi dal parere.
Lintervento del Consiglio di Stato vale a garantire la terziet dellorgano decidente.
Il decreto presidenziale con cui viene deciso il ricorso, di norma motivato richiamando il parere del
Consiglio di Stato, sottoposto al visto della Corte dei conti ove sia emanato a seguito della
deliberazione del Consiglio dei ministri.
La decisione del ricorso straordinario formalmente un atto amministrativo. In quanto tale, esso
assoggettabile allistituto della disapplicazione da parte dellautorit giurisdizionale ordinaria ed
impugnabile dinanzi al giudice amministrativo, ma per soli vizi di forma e di procedimento (errores
in procedendo) propri della decisione.
previsto, inoltre, il rimedio della revocazione nei casi previsti dallart. 395 c.p.c.
In virt del suo carattere non giurisdizionale, si negava lesperibilit del ricorso per lottemperanza,
riconoscendo allinteressato al pi la facolt di mettere in mora lamministrazione. Di recente,
tuttavia, il Consiglio di Stato muovendo dal presupposto del carattere giurisdizionale del parere
reso dallo stesso Consiglio di Stato nel corso della procedura, ha ammesso lesperibilit del
giudizio di ottemperanza in caso di inottemperanza di decisione del Presidente della Repubblica.
137