Professional Documents
Culture Documents
come origine del sistema di riferimento sso R, in cui le coordinate di un punto vengono denotate con x = 1, 2, 3 invece denotiamo una terna cartesiana mobile solidale (in cui le (dove x1 = x, x2 = y, x3 = z ). Con R coordinate di un punto vengono indicate con x = 1, 2, 3) con il corpo rigido (per esempio nel caso di un parallelepido con un vertice sso possiamo prendere la terna individuata dai tre lati che escono dal vertice). Indichiamo con S la trasformazione che connette le coordinate nei due sistemi di riferimento. Questa deve essere una trasformazione lineare delle coordinate con la propriet a di essere ortogonale1 , cio e, x = Sx (1) dove la propriet a di ortogonalit a si esprime attraverso la condizione SS T = S T S = 1 (2)
T Z Spesso e conveniente usare una notazione a componenti: tenendo presente che S = S , la (2) per esempio si pu o riscrivere come S S = S S = (3)
dove e stata adottata la convenzione che indici ripetuti si intendono sommati e indica il simbolo di Kronecker, ovvero gli unici elementi non nulli sono quelli diagonali per i quali vale uno.
Un esempio semplice si riferisce alla rotazione del corpo rigido di un angolo attorno allasse z : la corrispondente matrice di trasformazione sar a cos sin 0 (4) S = sin cos 0 0 0 1 E facile vericare che la matrice S soddisfa il requisito di ortogonalit a, per esempio cos sin 0 cos sin 0 1 0 0 sin cos 0 sin cos 0 = 0 1 0 0 0 1 0 0 1 0 0 1
(5)
Z Vogliamo vedere come in eetti la propriet a di ortogonalit a discende dal requisito che le distanze vengano preservate: cio e per un generico punto = r D = r r = D r Infatti
T = r D r = S r S r = S S r r
(6)
(7)
(8)
1 Un riferimento semplice per le nozioni di algebra lineare coinvolte nel testo e A.G. Kuro s, Corso di algebra superiore, Editori Riuniti.
ogni punto del corpo rigido Nel sistema di riferimento R e fermo e quindi, chiamando A un generico punto del corpo rigido, avremo dr A = v A = 0 (9) dt ovvero, usando la legge di trasformazione tra i due sistemi di riferimento, d (S rA ) = 0 dt (10)
A meno che il corpo rigido sia immobile la matrice S dipende esplicitamente dal tempo (ad esempio in (4) langolo e una funzione del tempo), quindi la derivata in (10) consta di due termini, e quindi, ricordando che la derivata di una matrice e una matrice avente come elementi le derivate della matrice di partenza, otteniamo rA + S vA v A = 0 = S (11) dove g = dg/dt indica la derivata rispetto al tempo. Riprendendo la notazione matriciale possiamo scrivere rA S vA = S (12) Per ottenere quindi unespressione per la velocit a di un punto generico e quindi suciente moltiplicare a sinistra lequazione (12) per la matrice trasposta S T , ottenendo cos rA S T S vA = vA = S T S (13)
La (13) gi a implica un risultato importante: in ogni punto A la velocit a e una funzione lineare della posizione, dove i coecienti della trasformazione lineare non dipendono dal punto A, essendo espressi dalla matrice di trasformazione S . La legge di trasformazione pu o per o essere ulteriormente caratterizzata se notiamo che la matrice O = S T S e antisimmetrica, cio e O = O (14)
La propriet a di antisimmetria pu o essere vericata derivando rispetto al tempo la relazione S T S = 1, infatti, osservando che la derivata della matrice unit a e zero otteniamo = O O = 0 S + S S S (15)
Z E facile rendersi conto che in uno spazio vettoriale a N dimensioni una matrice antisimmetrica dipende da N (N 1)/2 parametri, e quindi nello spazio tridimensionale la matrice O dipende da tre parametri e pu o essere scitta nella forma standard 0 a b 0 c O = a (16) b c 0
Se ora nella (16) indichiamo a = z , b = y e c = x , la (13) pu o essere riscritta come vA x vA y vA z e quindi vA = rA 2 (20) = = = y zA z yA z xA x zA x yA y xA (17) (18) (19)
dove il vettore (velocit a istantanea di rotazione) non dipende dal particolare punto A considerato. Ancora una volta un esempio semplice del procedimento e rappresentato dalla rotazione attorno allasse sso z sin cos 0 cos sin 0 = sin cos sin 0 cos 0 O = S T S (21) 0 0 1 0 0 0 0 0 = (22) 0 0 0 0 0 ). che, secondo lo schema generale che abbiamo descritto, corrisponde a = (0, 0,