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va suo marito sebbene bruttissimo: ,,Tanto meglio per i galanti, perch se essa ama un uomo simile, ne potr amar

bene un altro migliore!. (DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 1127. Annunziarono a Benserade che una ricchissima vedova era stata sepolta il g iorno prima. - Peccato, -,,diss'egli -,,sarebbe stato un buon partito, l'altro ieri! (DE LA B ATUT, L'esprit des grands hommes). 1128. Un poetastro leggeva un giorno a Benserade alcuni suoi pessimi versi, tra i quali ce n'era uno che lo sfacciato poeta aveva plagiato tal e quale al Benser ade stesso. - Toh! -, fece costui, senza scomporsi -,,ecco un figlio mio che caduto in bassa condizione! (LAROUSSE). 1129. Un uomo, che dicevano impotente, venne un giorno ad annunciare al poeta Be nserade che sua moglie aveva partorito: ,, - Signore, -,,disse Benserade -,,non si mai dubitato della vostra signora! (DE L A BATUT, L'esprit des grands hommes). 1130. Benserade aveva fatto un sonetto intitolato Giobbe, che ebbe la fortuna di suscitare in Francia un gran chiasso. Figuratevi che si formarono due partiti, quello degli entusiasti del sonetto, capeggiati dal principe di Conti, e quello dei contrari, capeggiato dalla bella duchessa di Longueville. Trovandosi il poet a e la duchessa in un salotto, Benserade con un sorriso le disse: - Sempre disgraziato quel povero Giobbe! Sempre perseguitato! Ora da un demonio, ora invece da un angelo. Il madrigale piacque alla duchessa pi del sonetto, e da allora non fu tanto accan ita contro il povero Giobbe. (Encyclopdie mthodique). 1131. C'era un'antica ruggine tra Benserade e Furetire. Un giorno Benserade prese all'Accademia il posto che era solitamente occupato da Furetire, e disse a voce alta, perch tutti lo sentissero: - Chi sa da questo posto quante sciocchezze dir! - Coraggio -,,gli rispose Furetire -,,intanto avete cominciato bene. (PANCKOUCKE). 1132. Sembra che Benserade, sebbene poeta, conoscesse poco la mitologia. Una ser a, in un salotto, Enrichetta d'Inghilterra gli domand quale era secondo lui la di fferenza tra una Driade e un'Amadriade. Come noto, le Driadi sono immortali, e l e Amadriadi no. Ma Benserade, che non lo sapeva, rest male. Per cavarsi d'impacci o con un tratto di spirito, avendo visto che nella sala c'era un vescovo e un ar civescovo, rispose: - Altezza, secondo me tra Driade e Amadriade c' la stessa differenza che tra un v escovo e un arcivescovo. A quell'uscita tutti risero, e il vescovo, che aspirava a un arcivescovato, ne a pprofitt per dire alla principessa: - Ecco, io sono una Driade, ma, se Vostra Altezza vuole, pu farmi diventare Amadr iade. (PANCKOUCKE). 1133. Sul principio della relazione amorosa tra Luigi XIV e la Vallire, costei cr edette un giorno di servirsi della musa di Benserade per rispondere con una bell a lettera al suo reale amante. Perci preg il poeta di recarsi da lei, senza dirgli di che si trattava. Benserade era segretamente innamorato della bella ragazza, e credette che essa, accortasene, volesse corrispondergli. And perci dalla Vallire come a un appuntamento amoroso e, appena entrato, si gett ai piedi di lei protest ando che la sua felicit era grande, incommensurabile. La Vallire, dapprima stupita, scoppi poi a ridere, quando cap l'equivoco e disse a Benserade: -,,Non si tratta di ci, alzatevi. Si tratta soltanto di rispondere a una lettera. gli mostr una lettera del Re. (Dictionnaire de l'Amour). 1134. Una sera il cardinal Mazarino, giocando a carte con un gentiluomo, venne a questione con lui a proposito della partita. Siccome l'altro resisteva, la disc ussione si fece viva tra i due. In quel mentre entr Benserade, e prima ancora che sapesse di che si trattava, nel silenzio di tutti i presenti, che erano molti, disse: - Eminenza, mi dispiace, ma avete torto.

- E come potete sapere che ho torto, se non sapete i termini della questione? -, ,domand il cardinale. - Il silenzio di tutti i presenti - rispose Benserade depone contro di voi. Se a veste ragione, essi griderebbero almeno altrettanto forte quanto Voi. (PANCKOUCK E). 1135. Benserade aveva sposato una bellissima donna. Agli amici che gliene faceva no le loro congratulazioni, egli rispose: - Si, una buona prebenda, ma peccato che importi l'obbligo della residenza! (Enc yclopdiana). BENTLEY Riccardo n. 1662 -,,m. 1742; filologo e critico inglese, professore a Cambridge. -,,.,, ,,1136. Bentley, il grande filologo che cur e divulg Orazio, Terenzio e Milton, era molto impacciato in societ. Durante il suo viaggio attraverso-la Fr ancia, fu invitato dalla Contessa di Ferrers. Quando egli giunse, molta gente af follava il salotto della dama. Ci mise lo scienziato in tale imbarazzo, che, dopo pochi minuti, visibilmente confuso, si allontan. - Chi era quello straniero piuttosto originale? -,,chiese qualche invitato alla padrona di casa. - un uomo tanto dotto -,,rispose -la contessa -,,che sa come si chiama una sedia in tutte le lingue del mondo, ma non sa poi come ci si possa sedere. (BRING, Das goldene Buch der Anekdoten). BEOLCO Angelo detto il Ruzzante nato a Padova nel 1502_- morto nel 1.542; attore e commediografo. 1137. Ebbe il Beolco molte amanti e mor giovane, consumato dagli stravizi. Fu, tr a l'altro, l'amante di una vecchia signora tedesca, la quale gli regal una villa. Se non che, alla morte di lei, una nipote giovane e bella, erede della donatrice, volle riprender la villa al Beolco e gli fece causa, ma i nutilmente. - Ammetterete, signore, gli disse che avete comperato questa villa a buon prezzo ! - - vero, -,,rispose il Ruzzante -,,ma sono pronto a cedervela allo stesso prezz o! (PETRAI, Lo spirito delle Maschere). 1138. Una volta l'impresario Bovin, venuto da Venezia a Padova per scritturarlo, avendolo cercato inutilmente a casa ed al teatro, lo trov a bere con un sagresta no all'osteria. Il Bovin, datosi a conoscere, si meravigli che il famosissimo Ruzzante ricevesse un impresario all'osteria. - E voi -,,rispose Beolco -,,come avete osato di venirmi a cercare qui? Sapevate di andare a parlare, col celebre Ruzzante, orgoglio e gloria del teatro italian o, e anzich cercarlo sulla scena, dov'egli signoreggia migliaia di spettatori, si ete venuto a vederlo quando, in compagnia di un laico spegni-moccoli, non pi un g enio n un uomo, ma diventa una spugna... Andatevene! (PETRAl, Lo spirito delle Ma schere). BRANGER Pietro Giovanni n. 1780 -,,m. 1857; celebre poeta lirico francese, autore di famose Canzoni. 1139. Branger, nella sua giovinezza, aveva un amico mercante di grani che, in ist rada, l'evitava abbastanza regolarmente: a quel tempo l'eleganza del futuro cele bre chansonnier era, sembra, piuttosto modesta. Un giorno il mercante incontra Br anger vestito elegantissimamente, tutto di nuovo. - Caro amico, -,,disse allora al poeta -,,fatemi la cortesia di venir da me a pr anzo, questa sera. - Oh, grazie -,,replica Branger. -,,Ma il mio abito non ha pi fame! (LAROUSSE). 1140. Nel 1848, dopo l'avvento della Repubblica ch'egli aveva tanto desiderato, andarono a felicitare Branger: - Sia detto fra noi -,,confess il poeta -,,preferivo sognarla piuttosto che veder la. (DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 1141. Il poeta tragico Viennet era famoso per buttar gi i suoi lavori in pochi gi orni. Un giorno egli and a trovare Branger e gli domand quante canzoni aveva scritt o dall'ultima volta che l'aveva veduto.

- Quante ne ho scritte? Ma ne ho appena incominciata una! - Possibile! -,,esclam Viennet -,,in un paio di mesi, neanche una? - Non crederete mica -,,rispose Branger -,,che si possa fare una canzonetta come si farebbe una tragedia! (ROCHEFORT, Mmoires). 1142. Il cantore dell'epopea napoleonica racconta nelle sue memorie, con un cert o cinico candore, come sia sempre sfuggito alla coscrizione imperiale. Non si pr esent mai all'ufficio di leva e, quando incontrava i gendarmi, li salutava levand osi il cappello. Poi che era precocemente calvo, i gendarmi gli davano almeno qu arant'anni, e la calvizie gli serviva di libretto militare. (BROUSSON, A. Frante en pantoufles). 15. -,,Aneddoti -,,Vol. I 1143. Ad uno dei processi contro il Branger, la folla nella sala era tanta, che i l poeta impieg tre quarti d'ora a raggiungere il suo posto. Mentre cercava di far si largo, egli ripeteva bonariamente le parole gi dette, con maggiore aderenza al vero, da un ladrone condotto al patibolo: -,,Largo, signori, largo, senza di me non si comincia! (FEROCI, Giustizia e graz ia... 1144. Branger era di una puntualit scrupolosa negli appuntamenti. - un piacere invitarvi a pranzo, -,,gli diceva un giorno una signora -voi non vi fate mai attendere. - Che volete? -,,rispose il poeta -,,io ormai sono vecchio e ho imparato dall'es perienza che pericoloso ritardare: i convitati che aspettano si ricordano, nell' attesa, dei vostri difetti. (Manuel gnral, 23 novembre 1945). *,,1145. Branger era vecchio, quando il pittore Couture volle fargli il ritratto. Il poeta acconsent e si rec allo studio del pittore per posare. La strada era lun ga, il caldo soffocante e il buon vecchietto s'era stancato molto: gli occhi imb ambolati, le guance flosce, la bocca cadente toglievano al viso del Branger ogni espressione. Il Couture andava scarabocchiando e tentando delle linee sulla tela , senza costrutto. A un tratto ebbe un'idea. - Maestro, -,,gli disse -,,vi ricordate la vostra canzone Il vecchio caporale? C he bella musica ci hanno fatto su! E si mise a cantarla. Di strofa in strofa, di verso in verso, un nuovo calore en trava nel corpo del poeta, l'anima si ridestava, la vita ricompariva nello sguar do, nella bocca: il pittore si rivide davanti il Branger che voleva ritrarre, e q uasi un Branger pi giovane. E bastava copiare. (Nuova Antologia, 1871). BRARD Leone nato a Sauveterre nel 1876 -,,morto nel 1939; uomo politico e scrittore francese . 1146. Quando fu nominato sottosegretario alle Belle Arti, il suo predecessore gl i disse: - Voi regnerete adesso sulle pi graziose attrici di Parigi. Vi do un buon consigl io: non fate mai portare un letto in vicinanza del vostro gabinetto di lavoro. Uomo avvisato, mezzo salvato. (Le cri de Paris, 1938). 1147. Quando era sottosegretario alle Belle Arti, dovette andare a inaugurare un a statua a Lamartine. Incaric il suo segretario ed amico Pietro Benoit di scriver gli il discorso. Benoit si compiaceva di far dei tiri birboni al suo capo; e que lla volta mise nel corpo del discorso, quando meno si poteva aspettarlo, un peri odo in cui si faceva-un caldo elogio della monarchia. Brard non ebbe tempo di leg gere il discorso e, del resto, si fidava del suo segretario. Ma quando, pronunci ando il suo discorso con voce squillante, arriv a quel maledetto periodo, si ferm di botto. - Quel porco di Benoit! -,,esclam a voce alta. Poi, messosi il discorso in tasca, improvvis felicemente sino alla fine. (Le cri de Paris, 1938). 1148. Aveva la specialit di far ridere con le sue imitazioni degli uomini politic i pi in vista: imitava perfettamente i gesti, il tono di voce, persino gli errori di grammatica del personaggio che voleva ritrarre. Un'altra sua specialit era di parlare, in tutte le lingue del mondo... senza saperle: imitava cos bene il suono particolare di ogni idioma, che traeva in errore chi non conosc eva bene la lingua ch'egli pretendeva di parlare, Un giorno il suo amico Raimond

o Poincar gli domand se sapeva l'inglese. Per tutta risposta Leone Brard si mise a parlare, inglese. - Strano! -,,gli disse Poincar -,,il vostro inglese sar certo eccellente, ma io ch e conosco pur tuttavia questa lingua non capisco una parola di ci che avete detto . Brard si mise a ridere e spieg che non sapeva l'inglese e s'era limitato a ripeter ne i suoni. - Meno male! -,,esclam Poincar -,,credevo proprio di aver disimparato l'inglese. ( Le cri de Paris, 1938). BERAUD Enrico noto giornalista francese contemporaneo, morto nel 1945. 1149. Gli inizi di Enrico Beraud nel giornalismo non promettevano di lui quella splendida carriera che poi fece. Il suo primo servizio era stato di ri- ferire l 'accoglienza che Bordeaux aveva fatto allo scrittore e accademico Henri Bordeaux . L'articolo fu redatto in un batter d'occhio, ma le difficolt cominciarono nel d are un titolo a quella prosa. Beraud aveva scritto: Il signor Bordeaux a Bordeaux. Ma il direttore del giornale non fu soddisfatto. Allora, con un colpo di genio, Beraud cancell e sostitu: ,,Il signor Bordeaux a casa sua. Peggio che peggio. Beraud fu addirittura licenziato dal giornale. (Manuel gnral, 2 8 gennaio 1933). BERCHET Giovanni nato a Milano nel 1783; morto a Torino nel 1851; poeta romantico italiano. 1150. A chi gli rimproverava di aver tacciato gli Italiani di codardia, Berchet rispondeva di averlo fatto per a fin di bene, e, sorridendo, raccontava la storie lla del divoto che picchiava la moglie. Costui, prima di andarsi a confessare, d ava di gran busse alla moglie, e questa, non potendosi difendere cori le mani, s i difendeva con la lingua, scaraventando contro il marito ogni sorta di ingiurie . Ne avvenivano scene furibonde. Un vicino, scandolezzato, domand al marito perch conciasse cos quella povera donna. - Figlio mio, -,,rispose il marito -,,devi sapere che io ho la memoria labile e quando devo andare a confessarmi ho paura di dimenticare qualche peccato. Ma, pe rcuotendo costei, sono certo che la sua linguaccia mi rinfaccer ogni mia colpa pe r filo e per segno. E cos la percuoto, perch mi aiuti a far l'esame di coscienza. E Berchet concludeva: - E anche io, come quella donna, aiuto l'Italiano a far il suo esame di coscienz a. (Nuova Antologia, 1868). BERGERAC (Cyrano de) n. 1619 -,,m. 1655; spadaccino, commediografo, poeta e prosatore pittoresco. 1151. Si discuteva una sera in un salotto su un magnifico diamante che portava a l dito una cameriera della casa. Alcuni sostenevano che quel diamante era buono. Ah! -,,intervenne Bergerac -,,facciamole l'onore di credere che si tratta di un diamante falso; perch, se quel diamante fosse buono, l'onore della cameriera non varrebbe niente. (E. GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). 1152. L'attore Montileury era un omone grande, grosso e corpacciuto, che si dava inoltre delle grandi arie. Il poeta e spadaccino Cyrano di Bergerac diceva di l ui: - Egli va cos burbanzoso, perch non si pu bastonarlo tutto intero in una giornata s ola. (Encyclopdiana). 1153. Quando si doveva rappresentare l'Agrippina di Cyrano di Bergerac, parecchi suoi nemici particolari organizzarono una congiura per fischiare il dramma alla prima recita, con la scusa che vi erano delle empiet contro la religione. Se non che tutti i passi che erano veramente scabrosi passarono inosservati, trattando si di persone poco fini, che non sapevano distinguere troppo l'empio dal non emp io; e invece esse si misero a fischiare e a urlare come indemoniate nel punto de l sacrificio pagano, quando Seiano esclama: - Colpiamo; ecco l'ostia designata. Quegli sciocchi spettatori scambiarono l'ostia (vittima) con l'ostia consacrata ed esclamarono: - Ah! l'ateo! Sentite? Egli insulta il Santissimo Sacramento! (E. GUERARD, Dicti onnaire d'anecdotes).

1154. Cyrano di Bergerac aveva avuto un gran successo con la sua tragedia Agripp ina. Un giorno Boisrobert se ne meravigliava col libraio Sercy. - Non capisco come possa piacere una tragedia simile. - Ah, signore mio, -,,gli rispose ingenuamente il libraio -,,vi sono l dentro tan te belle empiet! (E. COLOMBEY, Ruelles, salons, etc.). BERGERAT Augusto Emilio n. 1845 -,,m. 1923; poeta e critico d'arte francese. 1155. Una signorina domand a Bergerat, genero di Teofilo Gautier, di scriverle qu alche cosa sul suo album. -,, - Ma che interesse presenta il mio autografo? -,,disse modestamente lo scrittore . - Come, Maestro, voi che siete tanto celebre! - Ah! lo credete? Ebbene, vi racconter quel che mi accaduto l'altro giorno. Mi tr ovavo a una riunione in cui si giocava alle sciarade. Una signora propose questa : ,,Il mio primo berge, il mio secondo rat, il totale il genero di Gautier. E tutt i esclamarono: Catulle Mends! Infatti anche Catulle Mends era genero di Gautier. (Candide). BERGSON Enrico grande filosofo francese contemporaneo, nato a Parigi nel 1859 -,,morto nel 1941 . 1156. Mentre un barbiere radeva la barba al filosofo Bergson, gli fece un legger o taglio nella guancia. - Oh, -,,fece scusandosi -,,appena un millimetro! Un millimetro sopra una strada percorsa da un'automobile lanciata a cento chilom etri all'ora non evidentemente gran cosa -,,rispose Bergson; -ma sopra una guanc ia, anche se di filosofo... (Candide,- luglio 1924). ,,1157. Bergson amava assai Boutroux, e Boutroux amava Bergson; per fra i due gran di filosofi c'era una qualche rivalit di gloria. A un pranzo un curioso chiese a Bergson: - Caro Maestro, questi libri che vi costano tanti anni di studio, vi rendono alm eno? A quanto tirate? - Oh, io -,,rispose Bergson -,,sono un po' un'eccezione: tiro a cento-venticinqu e, centocinquanta mila... E Boutroux? Allora Bergson si fece ammirativo: - Oh, Boutroux universalmente conosciuto, fin nei pi piccoli centri! La sua reput azione mondiale! Boutroux? Ma Boutroux un autore che tira almeno a diecimila! (C andide, aprile 1924). 1158. Il filosofo Bergson diceva delle sue ammiratrici mondane: -,,Esse credono di capire, ed gi molto! (DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 1159. Il grande filosofo, l'ultimo giorno del suo corso al Collegio di Francia, ricevette da una delle numerose ascoltatrici che accorrevano alle sue lezioni pe r snobismo, senza capirci una parola, un magnifico mazzo di fiori. Allora, malinconico e deluso, l'eminente filosofo esclam: - Toh! Mi hanno preso dunque per un ballerino? (REGISMANSET, Contradictions). 1160. Il grande filosofo, che ha dedicato un libro all'arte del riso, spiegava u n giorno in una conversazione le varie reazioni dei vari popoli a una storiella amena: - Un inglese ride tre volte; la prima volta per educazione, la seconda volta qua ndo gli spiegano qual la parte spiritosa dell'aneddoto, e la terza volta quando finalmente l'ha capita. Un tedesco ride due volte sole: la prima per educazione e la seconda volta quando gli spiegano la parte spiritosa dell'aneddoto; in quan to a capirla, non la capir mai. Un francese ride una volta sola, perch capisce sub ito ogni cosa. Un americano non ride mai, perch conosceva l'aneddoto gi da molto t empo. (Manuel gnral, 17 novembre 1934). BERLIOZ Ettore nato a Cte Saint-Andr nel 1803 -,,morto a Parigi nel 1869; celebre compositore mus icale francese, autore, tra l'altro, della Dannazione di Faust. 1161. Il padre voleva farne un medico; ma Berlioz aveva una spiccata vocazione p er la musica e, pur studiando la medicina, supplicava suo padre di volergli far

studiare musica. Fiato sprecato. Allora Berlioz si mise a studiar musica da s e, per giustificare la sua vocazione presso i genitori, fece eseguire a proprie spe se una Messa solenne che aveva composto. Aveva allora venti anni e il successo f u dei pi lusinghieri. Se non che il risultato economico della esecuzione fu... un debito di milleduecento franchi, che il povero Berlioz cerc di pagare, risparmia ndo sulla modesta pensione mensile di centoventi franchi che gli passava il padr e. E cominci una vita di enormi sacrifici oscuri ed eroici. Ma il padre crudele, saputa la cosa, gli soppresse anche la modesta pensione, obbligando il figlio a ritornare a casa. Accolto freddamente in famiglia, i genitori vollero ch'egli sc egliesse qualunque altra carriera fuor della musica. Silenzio ostinato del pover o Ettore, fin che la madre, che vedeva nella musica e nel teatro la perdizione eterna, la scomunica e non so che altro, lo preg in gi nocchio di rinunciare ai suoi ,,colpevoli progetti. Non potendolo piegare, lo rinn eg, lo maledisse e lo lasci partire per Parigi senza volerlo pi vedere. Il povero B erlioz, ricordando quel doloroso momento, esclamava pi tardi: - Dovetti allontanarmi senza baciar mia madre, senza ottenerne uno, sguardo, e c arico di maledizioni! (MASSON, Berlioz). 1162. Tornato a Parigi riusc a farsi iscrivere regolarmente come studente al Cons ervatorio musicale; ma intanto come vivere? Il padre, sperando, di piegarlo al s uo volere con la fame, continu a non mandargli la modesta. pensione. E poi c'era sempre da pagare un seicento franchi del debito per la Messa. Ma Ettore si ostin nel suo sogno d'arte. - Mi sarei fatto facchino, marinaio, filibustiere esclamer pi tardi -,,piuttosto c he cedere! Fu la miseria nera. Il primo dell'anno 1827, il povero Berlioz festeggiava il ca podanno nella sua povera stanzetta con quaranta centesimi di pane, condito da mo lte lagrime. Dopo tante umiliazioni, contrasti e difficolt, riusc a farsi prendere come corista in un teatro secondario. E lui, ammiratore di Gluck e di Weber, do vette tutte le sere figurare in qualche modesta operetta di pes simo gusto! (MASSON, Berlioz). 1163. Berlioz fu ammesso come allievo al Conservatorio che era diretto allora da Cherubini. Costui, severissimo, aveva disposto che gli allievi maschi entrasser o da una porta e le femmine da un'altra che dava in un'altra strada. Non sapendo di questa disposizione, Berlioz entr da quella riservata alle femmine, e si disp oneva ad entrare in biblioteca, quando un usciere terribile gli si fece incontro e pretendeva che egli uscisse, per rientrare dalla porta dei maschi. La cosa pa rve risibile a Berlioz, che, con una spinta, allontan l'usciere ed entr in bibliot eca. Poco dopo lo raggiunsero l'usciere e il direttore, che, verde di collera, d omand a Berlioz il suo nome. Berlioz non volle darlo e rispose: - Il mio nome spero che un giorno sar celebre e lo saprete; ma oggi non ve lo dir a nessun costo. - Cacciatemi costui! -,,ordin Cherubini agli inservienti. Allora si assistette a una scena comicissima: direttore e inservienti che rincor revano intorno ai tavoli Berlioz, il quale tuttavia riusc ad evadere senza dire i l suo nome. (BERLIOZ, Mmoires). 1164. Berlioz era chiuso nelle stanze dell'istituto per il concorso del premio d i Roma, e stava componendo, secondo il tema, una cantata, Sardanapalo, mentre a Parigi scoppiava la rivoluzione del luglio 1830. Egli lavorava, e sentiva il fra gore delle fucilate e l'urto delle palle contro i muri dell'Istituto.. Figuratev i con che animo, egli che avrebbe voluto partecipare col popolo alla rivoluzione ! Finalmente; finito il tema, la sera del 29 luglio, pot uscire; e su bito domand delle armi, ottenne due grosse pistole, armato delle quali corse per tutta Parig i in cerca di fatti eroici. Ahim, ormai* tutto era finito e la rivoluzione aveva vinto. Le terribili pistole non avevano pi nulla da fare. (MAS. SON, Berlioz). 1165. Finto finalmente il premio di Roma, Berlioz si rec nella Citt Eterna e l cono bbe Mendelssohn, che aveva allora ventidue anni. I due giovani si legarono di am icizia, ma mentre Berlioz era leale e sincero. Mendelssohn dietro le spalle spar lava del suo nuovo amico. Basta confrontare tra loro due let- tere. Mendelssohn scrive in quel tempo a sua madre: ,,Berlioz una vera caricatura, senza l'ombra d'

ingegno; egli va cercando a tastoni tra le tenebre e si crede il creatore di un nuovo mondo. Scrive invece della pessima musica, pur sognando sempre di Beethove n e di Goethe. E Berlioz scriveva a un suo amico: ,,Mendelssohn un grande ingegno, straordinario, superbo, prodigioso. (MASSON, Berlioz). 1166. L'amicizia di Berlioz con Mendelssohn cominci in maniera molto strana. I du e s'incontrarono a Roma, mentre Berlioz era pensionante di Villa Medici. Mendels sohn aveva gi sentito suonare al piano il pezzo intitolato Sardanapalo, che aveva fatto guadagnare a Berlioz il premio di Roma. Mendelssohn gliene parl; ma Berlio z cominci a dir male del primo allegro di questa cantata, come di cosa che non gl i era riuscita come voleva. -,,Dio sia lodato! -,,esclam Mendelssohn, pieno di gioia. -,,Mi rallegro col vost ro buon gusto. Avevo una gran paura che voi foste soddisfatto di questo allegro che in verit assai miserabile! Berlioz, invece di aversene a male, cominci da allora a voler bene al poco compli mentoso musicista. (BERLIOZ, Souvenirs de voyages). 1167. Prima di partire per Roma, a Parigi s'era innamorato di una fanciulla, con la quale anzi s'era fidanzato: si chiamava Camilla. Se non che, mentre era a Ro ma, venne a sapere che la volubile ragazza stava per sposare Pleyel, il ricco fa bbricante di pianoforti. Berlioz divora lagrime di rabbia e di disperazione; poi pensa di vendicarsi ammazzando tutti: la traditrice, la sua degna madre, e il t erzo, innocente. Infine si uccider lui stesso. Fugge da Roma, a rischio di perder e il pensionato, si traveste da donna, per esser ammesso pi facilmente sotto ques to travestimento in casa della fidanzata traditrice, e si arma di due pistole e di un veleno per il caso che le pistole faccian cilecca. Se non che per viaggio, passando per la maravigliosa strada della Cornice nell'incanto di una notte pri maverile, l'amore della vita e dell'arte lo riprese, la sua rabbia si calm e scen dendo di carrozza e prostrandosi sulla riva del mare, il suo dolore si sciolse i n lagrime! (MASSON, Berlioz). 1168. Un giorno Berlioz, parlando con Mendelssohn, manifest tutto il suo entusias mo per Gluck; e Mendelssohn rest male. - Come? Un uomo del vostro gusto pu dunque aver simpatia per Gluck? Qualche giorno dopo, Berlioz esegu al piano un brano di Gluck poco noto, apparten ente all'opera Telemaco. Mendelssohn credette che fosse un'opera italiana modern a, anzi un'opera di Bellini, e se ne entusiasm al punto che volle suonarla anche lui, e non finiva mai di dirne le bellezze. - Eppure -,,gli osserv Berlioz -,,a voi non piace Gluck. - Gluck? E che c'entra Gluck? - Ohim, c'entra! Perch il brano che avete suonato or ora non di Bellini, ma di Glu ck. E dunque vedete che, se conosceste bene Gluck come lo conosco io, piacerebbe anche a voi. Mendelssohn rest molto male. (BERLIOZ, Souvenirs de voyages). O 1169. Una sera Berlioz e Mendelssohn a Roma visitavano insieme le Terme di Car acalla, e tra le rovine si misero a parlar di religione. Berlioz esponeva le sue opinioni poco ortodosse in proposito; mentre Mendelssohn credeva fermamente che , a ogni azione umana, c' una remunerazione o un castigo lass. Berlioz scherzava -su tale opinione, e Mendelssohn la difendeva accanitamen te. A un tratto Mendelssohn mise un piede in fallo e cadde gi per una scalinata, facendosi molte contusioni e scorticandosi braccia e ginocchia. -,,Ammirate la giustizia divina -,,disse allora Berlioz, sorridendo -,,sono, io che bestemmio e siete voi che cadete! Mendelssohn fu cos irritato da questo linguaggio di Berlioz, che non s fece pi vede re. (BERLIOZ, Souvenirs de voyages). .,, ,,1170. Viaggiando Berlioz in Austria, capit un giorno che la diligenza in cui viaggiava fu presa in mezzo da un'inondazione. In carrozza con lui c'era. un cap itano, che, invece di spaventarsi del pericolo immenso che correvano, se-ne stav a pacificamente fumando il suo sigaro. Il cocchiere era disperato e sicuro che n on l'avrebbe potuta scampare. E anche Berlioz era di questo parere. - Capitano, -,,gli domand Berlioz, -,,ma non pensate che da un momento all'altro possiamo finir annegati? - Lo penso sicuro -,,rispose l'ufficiale. -,,Ebbene? Posso offrirvi un sigaro?'

Berlioz confessa che l'avrebbe volontieri preso a pugni, per quella flemma. esas perante. Ma poco dopo, continuando la carrozza il cammino, invece di toc car la terra si sprofond pi addentro nell'acqua. Questa volta il pericolo era tale che av rebbe ',,fatto tremare chiunque. La morte era certa. - Capitano, -,,disse Berlioz -,,poco fa mi avevate offerto un sigaro. Lo avete a ncora? Ebbene, datemelo subito; ma presto, perch tra due minuti saremo tutti anne gati. PGSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1.txtArchivio GSplit&{5F9160D1-68ED-4692-9DC5-DA0556BA 26AC}sm~e

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