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la psicologia del benessere

Un Metodo per migliorare la Qualit della Vita

Leonardo Milani

la psicologia del benessere


Un Metodo per Migliorare la Qualit della Vita di Leonardo Milani

Istituto di psicologia del benessere Ferrara, 1999


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Leonardo Milani, Psicologo, Docente presso la Scuola di Formazione Professionale dell'Istituto di Psicologia del Benessere di Ferrara. Ha elaborato la "psicologia del benessere", metodo di sviluppo personale che tende alla valorizzazione delle potenzialit dell'individuo. Pubblicato anche in audiocassette questo metodo stato inserito in numerosi ambiti formativi, scolastici ed aziendali. Dirige l'Istituto di Psicologia del Benessere e attualmente tiene corsi e stage sui temi dello sviluppo personale. Dal 1993 docente di "Leadership e Leadership interiore" presso la Scuola di Guerra Aerea dell'Aeronautica Militare Italiana. Ha collaborato con la Redazione del "Tg Due Salute" e di "Medicina 33" per la realizzazione di servizi legati al tema del benessere con particolare riferimento alle tematiche che ha sviluppato nei corsi tenuti dal 1979. Svolge il tirocinio per laureati in psicologia per l'Universit di Bologna. 4

Indice
La psicologia del benessere Filosofia di un metodo di sviluppo personale Cos' la psicologia del benessere Aspetti filosofici e pratici del metodo L'ottica sociale Autonomia personale nelle scelte e negli obiettivi Aspetti tecnici Un approccio globale che utilizza la mente La psicologia del benessere e la psicoterapia Risultati ed esperienze E' possibile migliorarsi? Destino, ereditariet e cambiamento Il carattere come espressione delle false convinzioni Realt oggettiva e soggettiva L'alternativa della mente La gestione dello stress Il ciclo energetico della vita Il legame mente-corpo e lo stress La scoperta dei neuropeptidi Le pi recenti ricerche della medicina Stress e condizioni di vita Perch il rilassamento un mezzo per crescere I benefici del rilassamento 7 11 13 12 13 13 14 14 15 17 18 21 21 23 23 24 26 27 28

Le Memorie e la Personalit 31 Le esperienze del passato: padroni emozionali o contenitori di ricchezze? Siamo la miglior risposta alla vita 31 I quattro livelli di organizzazione del SNC 32 Sviluppo personale e ostacoli della memoria 35 L'archivio della memoria 36 Le cose sono ci che appaiono 37 Una realt soggettiva legata ai vissuti 38 Le difese della personalit: utili, ma obsolete 39 Gli engrammi 39 La Mente Un meraviglioso strumento per cambiare 45

ESP: l'esperienza di sintesi percettiva 53 L'uso della percezione per migliorare la qualit della vita Le applicazioni pratiche Le radici della psicologia del benessere Note Bibliografia
L'immagine di copertina riproduce il simbolo del metodo

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La psicologia del benessere Filosofia di un Metodo di Sviluppo Personale

Per migliorare la qualit della vita.


L'uomo sembra aver dimenticato la capacit di conoscersi e di dirigersi, qualit peraltro che dovrebbe essere naturale. Vivendo in modo talvolta meccanico e frettoloso ha diminuito la propria consapevolezza a favore di una modalit di vita attenta pi alle soddisfazioni materiali di desideri creati da altri, che all'ascolto delle proprie esigenze ed aspettative. Pur svolgendo con successo tante attivit, spesso paga dei prezzi molto alti per questa mancanza di consapevolezza. Molti rinunciano alla propria autorealizzazione credendo di non essere all'altezza di compiti che invece potrebbero concretizzare e spesso si rifugiano nelle illusioni del benessere, che si rivelano tali quando fa capolino quel certo malessere che a volte si esprime con un indefinibile disagio, a volte con la malinconia, o con veri e propri disturbi. In effetti ciascuno di noi ha sperimentato che lenergia mal diretta provoca inconvenienti non solo a livello fisico, ma anche affettivo e professionale: il corpo ci invia segnali, spesso inascoltati, come il mal di testa, linsonnia, i disturbi gastrici o la stanchezza, periodi in cui si ha mancanza di motivazione. In molti casi addirittura il sonno a rimetterci: durante la notte il cervello rimane ancorato ai problemi da risolvere e il risveglio, se di risveglio si pu parlare, non accompagnato dalla sensazione di essere riposati. Altre volte i disturbi psicosomatici ci inducono ad un riposo obbligato e a terapie che in effetti non colgono l'essenza e il motivo di certi malesseri. Infatti, molte di queste malattie sono la conseguenza della reazione dell'organismo che ha superato la soglia di sopportazione: ed cos che pi viviamo in modo stressato, pi diventiamo indifesi allo stress stesso. E' un circolo vizioso. In questi casi cosa si fa? Spesso agiamo seguendo la volont o la razionalit pensando di poter imporre al nostro organismo un ulteriore sforzo, ma in certi casi ci sembra di andare in direzione contraria: per esempio quando abbiamo voglia di rilassarci o di abbandonare certe preoccupazioni, spesso continuiamo ad essere preoccupati e a rimanere tesi senza una ragione evidente. Il cervello non riesce a comandare certi meccanismi che sembrano sotto il controllo di una parte diversa. 7

La volont uno strumento straordinario che ha un grande potere e che ci permette di attivare azioni e comportamenti verso obiettivi personali. Con la razionalit e la volont possiamo decidere di fare un movimento, di mangiare, di prendere un oggetto con la mano, di andare a dormire o di smettere di fumare. Purtroppo, con la stessa logica non possiamo decidere di dormire bene, di digerire efficacemente, di essere rilassati in una situazione di crisi o evitare di diventare rossi in una situazione imbarazzante. Anzi, pi ci sforziamo, pi il problema aumenta. Ma se lo si desidera perch non accade? Perch pi ci si sforza, peggio ? In realt ci che spinge luomo allazione nasce da una profondit che ha qualcosa di vago, dindefinibile. Quello che realmente fa agire una persona una convinzione profonda che oltrepassa le soglie della volont. E lottare contro queste convinzioni impossibile. Purtroppo alcune nostre convinzioni ci sono favorevoli, altre no, altre ancora, strutturate a causa di esperienze negative, ci sono ormai poco utili. E quando ci si rende conto che occorre cambiare, si lotta per farlo, ma spesso qualcosa agisce al di l di noi; pi si lotta, pi ci si allontana dalla soluzione. Esiste un "territorio mentale", oltre alla volont, che ha un potere decisionale cos forte che spesso ha il sopravvento sui processi volontari. In questa parte della mente si costruiscono e si determinano le nostre convinzioni, si organizzano e si finalizzano i nostri comportamenti. Questa forza ci muove verso successi o fallimenti, muove lenergia contro di noi o in nostro favore. All'interno di questo "territorio" ci sono le informazioni che sottendono la vita emozionale e reattiva del nostro organismo, ci sono i dati che determinano il nostro stato di salute e dell'autostima: il suo linguaggio limmaginazione. Il cervello umano, con la sua capacit di immaginare, possiede una delle cose pi importanti per la vita. Siamo dotati di una immaginazione cos ricca che ci ha permesso di costruire, di concepire azioni e cose cos straordinarie che si tramandano di generazione in generazione. E triste pensare che la stessa intelligenza ci porti a compiere atti o ad avere atteggiamenti che tendono a distruggerci. Occorre ritornare ad essere consapevoli del nostro potere: attraverso quale strumento lo possiamo fare? Alcune tecniche, specialmente quelle orientali, hanno formato la base delle scuole di pensiero che facevano capo alle varie religioni; altre pi recenti, ma con supporti di sperimentazione scientifica pi rigorosa, sono nate per andare incontro alle esigenze e alle necessit del nostro modo di vivere. Tra queste, la psicologia del benessere quella che pu fornire strumenti e indicazioni riguardo lo sviluppo personale e l'automiglioramento. 8

Cambiare in nostro potere: il solo passo da fare desiderare di farlo e contattare il programma nascosto dellintelligenza per comunicargli lidea di un miglioramento, solo allora lenergia pu essere efficace. Ogni persona, infatti, ha un potenziale di energia che pu portarla a diventare pi serena ed equilibrata, o farla agire perseguendo certi obiettivi senza perdere, in modo assolutamente inutile, energia preziosa. La maggior parte delle persone non riesce a farlo, probabilmente non glielhanno mai insegnato: il potere e la fiducia che hanno nella loro mente non sufficiente per far scattare i meccanismi appropriati. Ma cambiare si pu. Serve solo un metodo.

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Cos' la psicologia del benessere? Aspetti filosofici e pratici del metodo

Nel panorama dei numerosi metodi che tendono all'autorealizzazione, la psicologia del benessere vuole essere un approccio globale all'automiglioramento e allo sviluppo del potenziale umano. E' basata su insegnamenti che traggono la loro origine dalle antiche tradizioni di saggezza e contemporaneamente cerca di integrare le importanti scoperte delle neuroscienze per evolversi e rendersi sempre pi comprensibile a tutti. Si adatta, in tal modo, al difficile periodo che l'umanit sta attraversando e cerca di contribuire, con i propri strumenti, a tutte le metodologie che "spingono" l'uomo verso l'agire consapevole. Da questo punto di vista la psicologia del benessere pu essere definita come un metodo di automiglioramento, ma anche qualcosa di pi: un processo di crescita che si muove in armonia con i ritmi evolutivi della natura. In particolare cerca di condurre alla scoperta consapevole di quel processo evolutivo che avviene in modo naturale in ciascuno di noi. Aiuta cio ogni persona a costruire, in modo autonomo, una personalit che si ponga verso il mondo in modo positivo e costruttivo, e che sia relativamente libera dalle "zavorre" delle esperienze e memorie negative. Lo scopo quello di indirizzare efficacemente le energie percependosi per come si desidera essere, senza che situazioni passate, avvenimenti o atteggiamenti mentali sbagliati influiscano nelle scelte di vita. Scoprire le proprie potenzialit ed aspirazioni aiuta ad aumentare la capacit di armonizzarsi con il ritmo spesso sfrenato della nostra vita e a migliorare la qualit delle nostre relazioni interpersonali. Quando si "centrati" in questo modo pi facile anche prendere decisioni che siano realmente in sintonia con i nostri desideri pi profondi e il nostro senso di giustizia interiore. E' un ottimo mezzo per conoscersi e comprendere le modalit comportamentali e comunicative della propria vita, con lo scopo di potersi dirigere meglio limitando gli errori che facciamo, spesso inconsapevolmente. La psicologia del benessere pu aiutarci a ritrovare il punto di equilibrio della nostra esistenza e ad attivare i nostri talenti nell'affrontare la realt: possibile lavorare bene e tranquillamente solo quando sensazioni, sentimenti, emozioni, pensieri, immaginazione, intuizione e tutto ci che ci forma sono in armonia. 11

La strada proposta non passa attraverso la negazione del proprio passato o del proprio modo di essere, bens attraverso la trasformazione di quella modalit di azione e comportamento scarsamente efficaci, o che non ci fanno stare bene. L'ottica sociale In un mondo dove spesso dobbiamo vivere conflitti interiori e con gli altri, acquista grande utilit tutto ci che ci pu aiutare a conoscerci meglio e a stemperare quelle caratteristiche della personalit che, sotto pressione, diventano atteggiamenti auto ed etero-distruttivi. E non parlo solo delle situazioni stressanti che ci obbligano a ritmi intensissimi, ma anche del "vuoto esistenziale" di cui spesso soffrono anche coloro che apparentemente sembrano felici o che vivono nell'agiatezza. La delusione spesso nasce dallo scoprire che si sono investite le risorse personali per inseguire l'illusione di un benessere fondato sull'acquisizione di beni materiali o su stili di vita magari lontani o in distonia con i propri valori pi profondi, valori appartenuti alle generazioni passate e che oggi sembrano aver perduto la loro validit. Il disagio e la confusione nascono dal conflitto tra obiettivi esteriori e aspirazioni interiori e dall'incapacit di trovare dentro di s l'unit. La psicologia del benessere ha come obiettivo quello di fornire degli strumenti autonomi affinch la persona sia in grado di autocondursi verso una ritrovata armonia, per sapere con maggior lucidit chi siamo e cosa vogliamo al di l di tutti i condizionamenti esterni. Significa anche riconoscere ed accettare che ogni nostra scelta o comportamento un atto di responsabilit nei confronti di noi stessi e degli altri. E ci che prima veniva vissuto come una insormontabile difficolt, diventa uneccitante sfida, un viaggio ed un processo, che rendono la vita intensamente viva e completa, sicura e soddisfacente. Autonomia personale nelle scelte e negli obiettivi La psicologia del benessere un metodo che ci permette l'autonoma gestione della nostra intelligenza. Il suo punto di forza risiede nel fatto che non cerca di proporre un modello rigido e precostituito di come si "dovrebbe" essere poich il successo lo si ottiene solo quando aderiamo completamente al nostro progetto di vita, diventando ci che desideriamo diventare. Ci non significa appagare desideri impossibili, ma diventare capaci di essere noi stessi, al meglio, in qualsiasi situazione. Bench incentrata soprattutto sullo sviluppo della personalit, questa metodologia attiene anche all'area spirituale intesa come potere personale di entrare in contatto profondo con la propria energia riequilibrante; ci significa che coloro che intraprendono questo percorso non devono aderire ad alcun credo particolare e che ciascuno, nell'assoluto rispetto delle 12

proprie scelte di vita pu usare la propria forza mentale per aiutare se stesso e gli altri secondo fini onesti, giusti e positivi. Aspetti tecnici Come si pu ben comprendere non si tratta solo di una filosofia o una corrente di pensiero, ma di una metodologia pratica e concreta che integra le esperienze e le tecniche di vari approcci verso lo sviluppo personale. L'utilizzo di queste tecniche non passivo, anzi ogni tecnica uno strumento attivo che utilizza la nostra stessa mente permettendoci un contatto speciale con il naturale fluire della crescita e dello sviluppo. Il risultato della tecnica la sua scomparsa: deve trasformarsi in un modo di essere, in uno stile di vita. D'altronde il cambiamento e la crescita personale sono un processo continuo ed organico che si verifica continuamente in ciascuno di noi, anche se tende ad incontrare degli ostacoli che possiamo superare attraverso l'uso appropriato di tecniche specifiche. Una volta affrontate le difficolt iniziali, in cui occorre combattere contro lo stress e le parti pi vulnerabili del nostro carattere, tutto diventa pi semplice e si inizia a prendere coscienza delle vere potenzialit interiori. Si possono raggiungere piacere e sicurezza, e questo permette di avere relazioni interpersonali pi efficaci, aumentando la capacit di comprendere e di ascoltare meglio le proprie esigenze, ma anche quelle delle altre persone. Un approccio globale che utilizza la mente La psicologia del benessere privilegia lapproccio mentale ed orienta i propri sforzi per favorire lo sviluppo ed il rinforzo dellimmagine di s; a questo fine, nella sua evo-luzione, ha integrato anche strumenti che provengono da approcci corporei, psicomotori e situazioni-laboratorio. Questo costituisce un fattore importante nella elaborazione tecnica: infatti, solo attraverso l'azione fisica possibile rimemorizzare concretamente certe attitudini positive che fanno parte del bagaglio esperienziale di ognuno. Pone l'accento sul valore della visualizzazione intesa come controllo e capacit di dirigere la propria mente. Attraverso la gestione consapevole dei propri pensieri, permette di realizzare due condizioni indispensabili: la capacit di essere rilassati che ci permette di avere dei benefici sia sul piano fisico, sia su quello psichico. Questa capacit ci consente di affrontare ogni situazione con equilibrio, qualit indispensabile per una lucida ed obiettiva visione della realt, e di bilanciare le energie somatopsichiche, base del benessere organico e generale. la capacit di dirigere la mente, ed in particolare quel programma nascosto dellintelligenza che muove e dirige le energie e che pu realizzare fisicamente ci in cui crediamo. 13

Con la capacit di dirigere la mente possiamo ottenere un miglioramento di certe attitudini o abitudini e, fatto pi importante, si riesce a migliorare la propria autoimmagine, cio quell'insieme di pensieri e convinzioni che determinano il nostro "stile di vita". Un uso corretto della mente ci pu permettere di fare scelte migliori per il nostro benessere e per coloro che ci circondano. Soprattutto insegna a credere, sviluppare ed applicare nel quotidiano le capacit innate della nostra mente. La psicologia del benessere e la psicoterapia Sebbene alcuni suoi aspetti debbano necessariamente avere un carattere che si pu considerare terapeutico, non si tratta di una psicoterapia. Lapproccio psicologico rappresenta solo un mezzo, non un fine. Venire a contatto con i conflitti, i preconcetti interiori, i malintesi, le attitudini distruttive, le difese alienanti, le emozioni negative, i sentimenti repressi, essenziale. Anche la psicoterapia cerca di realizzare tutti questi obiettivi; tuttavia, mentre questo il suo scopo finale, il lavoro della psicologia del benessere entra nella fase pi importante solo dopo che questo stadio stato superato. L'interesse maggiore consiste nellattivare una pi ampia coscienza. Quanto prima si attiva e si utilizza linesauribile fonte di forza e dispirazione che ciascuno ha dentro s, tanto pi facilmente e velocemente si possono affrontare e sciogliere le ostruzioni e i conflitti1. Risultati ed esperienze I risultati che si possono ottenere mediante l'uso di queste tecniche variano da persona a persona. Una cosa certa che con il rilassamento, cos come stato strutturato, la maggior parte delle persone ritrova la capacit di distendersi e di recuperare energie. Questo significa che in tempi moderatamente brevi si possono affrontare con successo i disagi dei disturbi psicosomatici (mal di testa, disturbi digestivi, ecc...), migliorare la qualit del sonno e ritrovare il riposo. Oltre a questo, sperimentare questo metodo significa intraprendere un viaggio nel nostro universo interiore, affinch si possa vivere la vita nella sua totalit e pienezza. Quando siamo pi centrati, la gioia e la sicurezza sgorgano da una profonda sorgente, attraiamo tutta labbondanza possibile, senza dipendere da essa. Questa ci arricchisce, soddisfa un nostro legittimo bisogno, ma non la sostanza della vita. La sostanza dentro. Questo il viaggio pi eccitante, significativo ed importante che possiamo fare.

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E' possibile migliorarsi?

Vi mai capitato di sentire la frase "sono fatto cos!"? Oppure "sono nervoso di natura!"?. Credo di s, anzi spesso probabile che anche voi ne abbiate fatto uso. Ne consegue una riflessione: se siamo "fatti" in un certo modo, possibile cambiare o migliorarsi? Istintivamente probabile che ognuno di voi senta che possibile; chi mai potr dire, pensandoci bene, di essere rimasto sempre uguale a se stesso, nonostante il tempo che passa e le esperienze fatte? Ci sono parti del nostro carattere che sembrano evolversi e altre che ci appaiono sempre uguali a se stesse: per esempio ci sono delle situazioni che si ripetono al di l della nostra volont, altre che si modificano apparentemente anche senza il nostro intervento diretto. Destino, ereditariet e cambiamento Ogni uomo aspira al proprio miglioramento. Gi dagli studi di Maslow, descritti nel suo libro 'Personalit e motivazione' si ipotizzato che ogni essere umano tenda all'autorealizzazione. Ma perch questa evoluzione si compia in modo consapevole, dobbiamo tenere in considerazione tre fattori (Fig.1) che determinano la nostra personalit e che limitano o facilitano l'attuazione di tale processo: il primo quello ereditario, la base genetica ricevuta dai genitori; il secondo costituito dall'ambiente, ovvero da quegli stimoli esterni che ci vengono forniti dopo la nascita e durante tutta la vita: la famiglia, la societ, la scuola, le convenzioni culturali, il tipo di clima, la natura, ecc., elementi che incidono profondamente sul nostro carattere. il terzo rappresentato dalla reazione personale, cio dal nostro modo di reagire agli stimoli che ci provengono dal mondo oggettivo. Se affidiamo la crescita e lo sviluppo della personalit esclusivamente ai primi due fattori, il cambiamento non avr la possibilit di essere diretto da noi stessi. Saremo sempre le vittime di un sistema o di eventi su cui non abbiamo potere di azione, soprattutto nei primi anni di vita, quando siamo completamente dipendenti da situazioni esterne. 15

FATTORE EREDITARIO

FATTORE AMBIENTALE

REAZIONE PERSONALE

Fig. 1 I Fattori che determinano la Personalit

Il vero cambiamento pu svilupparsi esclusivamente facendo leva sulla realt interiore, sulla reazione personale agli eventi, capacit che ciascuno di noi sente intuitivamente di possedere. Quando si attiva la reazione personale siamo in grado di dirigere la nostra energia, verso una consapevole interpretazione della realt, sino allo sviluppo di certe potenzialit e del libero arbitrio. Seguendo questa logica, l'individuo pu concorrere in modo diretto alla formazione della propria personalit, impostando un lavoro di autoeducazione ed utilizzando strumenti per essere protagonista di questa ricerca. Come mai, se questo vero, ogni tanto pensiamo "non ce la faccio, pi forte di me!"? A volte ci troviamo di fronte a persone che sembrano aver affidato la propria vita ad un atteggiamento fatalista. Sembra che in Italia si spendano miliardi per cercare queste sicurezze nell'oroscopo o attraverso le arti divinatorie. Si cerca di essere rassicurati sul proprio futuro non avendo la forza, e forse nemmeno il coraggio, di impostare la propria vita basandosi sull'esperienza e sulle proprie forze. Ci che queste persone cercano un atteggiamento mentale vincente! Per credere in se stessi cosa c' di meglio che conoscere il finale che tanto temiamo, specialmente se detto da una persona che riteniamo l'essenza della "verit"? 16

Non sappiamo pi come muovere le motivazioni e le energie del pensiero per costruire una vita coerente con le nostre potenzialit e desideri interiori. Altri invece si fanno condizionare da opinioni altrui. Specialmente nell'infanzia, non avendo strumenti per difenderci siamo spesso bombardati da messaggi di svalutazione e siamo considerati dalla cultura commerciale dei "contenitori di prodotti". Attraverso i messaggi pubblicitari, ad esempio, si insinuano desideri inesistenti, che conducono all'illusione che il possedere beni materiali sia l'equivalente della vera autostima. Quanto pu essere deviante pensare che gli oggetti dei propri sogni, ovvero un abbigliamento firmato o l'automobile pi grintosa, rendano una persona pi apprezzabile agli occhi degli altri! Spesso la nostra personalit non si esprime secondo una scelta personale, ma solo in quanto ci identifichiamo in un particolare personaggio. La nostra identit fortemente in pericolo se non si stabilizza la propria autostima. Quante volte sentiamo dire "non sei adatto per fare questo...", "non riuscirai mai a combinare niente di buono" oppure messaggi pi crudi e violenti: "sei come tuo padre o tua madre", " non ti abbiamo voluto", "sei nato per caso", o ancora "volevamo una femmina, un maschio", "da quando ci sei tu questa casa un inferno". Altre volte sono gli educatori a mancare il compito che si sono assunti. Spesso purtroppo sentiamo giudizi sulle persone che non si addicono ad un educatore: "Non sei tagliato per questa materia", "resterai un somaro!". Il razzismo ideologico di chi pensa di sapere tutto, e in base a questo giudica, blocca cos fortemente le energie che spesso bimbi e adolescenti si sentono limitati da una scarsa autostima, una convinzione negativa che li porta a perdere motivazione ed entusiasmo allo studio, inteso come conoscenza, e alla vita di relazione. Il carattere come espressione delle false convinzioni Le convinzioni costituiscono la base del carattere, base funzionale su cui costruiamo le esperienze. Inevitabilmente, quando queste convinzioni sono negative, i tentativi che si compiono per ricercare autostima e credibilit contengono poca forza perch possano compiersi. Quante volte limitiamo le nostre energie o chiudiamo in un cassetto sogni e aspirazioni pensando semplicemente di non essere "tagliati" per un ruolo che invece intimamente una parte di noi sente di poter conquistare! Quanti desideri possono essere sepolti dalla convinzione di non essere all'altezza, magari perch abbiamo creduto veri i giudizi negativi sulla nostra persona formulati da un altro. Le convinzioni possono essere un ostacolo non indifferente al miglioramento e all'espressione dei talenti individuali: esse costituiscono una realt soggettiva che influenza e condiziona la realt esteriore e quasi sempre il nostro carattere. 17

Realt oggettiva e soggettiva Spesso siamo abituati a considerare la realt come la rappresentazione fisica di ci che possiamo vedere attraverso la percezione dei sensi. In effetti la realt influenzata dalla visione soggettiva che abbiamo di tali eventi, cio dal modo in cui interpretiamo soggettivamente quel che osserviamo o che ci accade: il nostro livello soggettivo percepisce una realt modificata. Ovviamente la realt oggettiva ci sembra pi concreta di quella soggettiva ed per questo che per centinaia di anni l'osservazione umana si diretta soprattutto in questa direzione. Oggi, attraverso l'indagine scientifica, si potuto appurare invece che la realt oggettiva e quella soggettiva sono cos strettamente legate che quando una agisce l'altra la segue. E' un legame indissolubile che ci pu permettere di avanzare interessanti ipotesi sul cambiamento: tutto ha origine dall'esperienza soggettiva, perch questa condiziona la risposta dell'organismo. Immaginiamo un incubo, uno di quei sogni che non vorremmo mai avere: quando si sogna si possono avere diverse reazioni emotive. "In conseguenza di certi sogni il corpo reagisce con cambiamenti della pressione sanguigna, un'accelerazione della frequenza cardiaca, rossori, ci si sente male, ci si sveglia sudati, con il batticuore, in stato di agitazione e si reagisce aggrottando le sopracciglia, con le lacrime o altre manifestazioni fisiche. I pensieri del sogno possono ingenerare rabbia, e il corpo risponde serrando i pugni, respirando affannosamente, digrignando i denti e persino piangendo"2. Durante un incubo il pensiero, anche se non appartiene alla realt oggettiva, diventa reale per il nostro corpo. Un sogno, pur essendo solo un pensiero, genera reazioni fisiche. La situazione fantastica, ma le reazioni sono reali. Perch? La mente sembra non faccia differenza tra un pensiero coinvolgente e una situazione reale. Non distingue, anzi reagisce allo stesso modo. Lo stesso avviene nello stato di veglia, nella vita di tutti i giorni, l dove gli "incubi" non sono pi situazioni fantastiche, ma prendono forma in quei pensieri e convinzioni che stanno alla base dei nostri stati d'animo. Ci che pensiamo di essere condiziona ci che stiamo vivendo! Ogni volta che la nostra mente "pensa", il nostro organismo attiva una reazione fisica. Prendiamo l'esempio di una persona magra che si senta grassa. Il suo modo di essere e di rapportarsi agli altri, non sar il risultato di quella magrezza riscontrabile oggettivamente ogni volta che si guarda allo specchio o quando acquista un abito, ma dipender quasi esclusivamente da ci che pensa di se stessa. In altre parole non vivr per ci che , ma per come pensa di essere: il livello soggettivo ha "condizionato" la realt. 18

Un altro esempio: pensiamo a quei momenti di demotivazione e di scarso entusiasmo: l'energia, che dovrebbe portarci ad una reazione vincente, paradossalmente diminuisce e spesso accade ci che abbiamo pensato! Dunque c' una parte della mente che influisce sui nostri comportamenti: il nucleo delle immagini. Il nucleo delle immagini (Fig. 2) ha un potere che pu essere direttamente verificato nella realt: quando si attiva produce effetti reali. All'interno di questo nucleo si decidono le modalit dei nostri comportamenti, il nostro agire nella vita, il livello di successo o di insuccesso. Se si potesse contattarlo per verificare quali sono le convinzioni che ci portano a sbagliare senza volere, a fallire o talvolta, a ripetere le esperienze negative, sarebbe un risultato straordinario. Si potrebbero dirigere certe nostre modalit errate, certe risonanze che ci portano verso strade inconsapevoli e riportarle ad un funzionamento libero ed ottimale. La strada per contattarlo il rilassamento. Vediamo come.

livello OGGETTIVO

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i

Nucleo delle immagini livello SOGGETTIVO

Fig. 2 La realt come espressione del livello soggettivo: le convinzioni interpretano e condizionano le situazioni oggettive 19

Realt Somatizzazione

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L'alternativa della mente La gestione dello stress

Il ciclo energetico della vita Consideriamo la vita come una meravigliosa avventura che l'essere umano compie. Prima della nascita il feto totalmente immerso in uno stato di pace. Questo stato gli permette la crescita lontano dai traumi e dalle difficolt dell'esistenza, non essendo ancora energeticamente pronto ad affrontarle. Successivamente qualcosa cambia, gli eventi lo portano a vivere uno stato di allarme, prodromo di una situazione che cambia, si prepara ad un cambiamento. Poco prima della nascita l'organismo della madre gli trasmette tutta la tensione necessaria a quel fantastico e duro momento che il parto. L'allarme si trasforma in una tensione di vita, una tensione che lo porter ad avere il primo vagito, l'azione. Ed ecco che dopo aver compiuto l'azione il nascituro pu tornare a rilassarsi, pu reimmergersi nello stato naturale, il rilassamento, che segue ogni azione. L'allarme successivo sar per la prima poppata e la tensione non lo abbandoner fino a quando lo stomaco non si sar riempito, per abbandonarsi di nuovo al meraviglioso sonno ristoratore tipico dei bimbi appena nati. In qualche ora si compiuto un viaggio che ha portato il bambino a "soggiornare" in ognuna di queste stazioni, tutte indispensabili alla continuazione della vita, quattro fasi (Fig. 3) ricorrenti che dobbiamo comunque affrontare durante l'arco della nostra esistenza: Rilassamento, Allarme, Tensione, Azione. Il rilassamento necessario all'individuo per scaricare le tensioni accumulate,recuperare le energie e permettere all'organismo di ricaricarsi. L'allarme la fase di vigilanza e di attenzione che la natura suggerisce affinch si possano attuare i meccanismi di adattamento. Ci utile per difenderci dai pericoli, fisici e psicologici, che minacciano il nostro equilibrio. La tensione necessaria per mobilitare tutto l'organismo in vista dell'azione imminente. Una tempesta chimica che abilita l'organismo a gestire pi efficacemente gli sforzi, siano essi positivi o negativi. L'azione completa il ciclo, ci permette di utilizzare tutta l'energia. Questa viene mirata verso uno scopo che coinvolge il corpo, le emozioni e la mente. Nell'azione lo stato di allarme e di tensione cessano e la natura sospinge l'individuo verso il nuovo rilassamento. 21

Queste quattro fasi sono ugualmente importanti e necessarie alla vita umana e devono susseguirsi in modo armonico. L'individuo che, opponendosi al corso suggerito dalla natura, indugiasse troppo in una di queste "stazioni" provocherebbe un'alterazione del suo equilibrio biopsichico. La societ moderna privilegia la tensione e l'azione e riduce l'importanza degli stati di rilassamento e ci provoca un certo prosciugamento delle energie. In questo stato di bassa energia i conflitti emotivi non permettono di disciplinare e controllare certi stati d'animo, la vita rimane in costante stato di allarme e l'organismo si stressa creando i presupposti per l'instaurarsi di malattie psicosomatiche. Occorre quindi tornare ad orientare le energie rispettando i cicli della natura e, visto che lo stato di tensione lo conosciamo fin troppo bene, il caso di sviluppare il nostro interesse per riapprendere come essere rilassati. Ignorato, negato, inascoltato, il corpo ha imparato a farci pervenire i suoi messaggi attraverso i sintomi dolorosi e le malattie, la stanchezza e la depressione.

O
RILASSAMENTO AZIONE

ALLARME

TENSIONE

Fig. 3 Il Ciclo energetico della vita

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Il legame mente-corpo e lo stress Tutti sono in grado di sottostare o resistere ad un certo stress, ma per ognuno diverso il livello di sopportazione oltre il quale diventa dannoso. Il programma dell'encefalo ipotalamico, che riconosce lo stress quando questo arriva al sistema nervoso centrale, infatti variabile. Mentre alcuni di noi sono pi resistenti allo stress, altri si sentono stressati anche quando accadono eventi di poca importanza; hanno quindi una maggiore stimolazione perch l'ipotalamo li identifica come stressanti. L'ipotalamo agisce cio come un "meccanismo omeostatico" intervenendo ad aiutare il corpo a mantenere il proprio equilibrio. Questo meccanismo, in alcune persone, talmente sensibile che ogni minima variazione emotiva viene vissuta come dannosa. Ma c' dell'altro! Lo stato di tensione nervosa determina l'abbassamento delle difese immunitarie. Solo negli ultimi decenni le ricerche ci hanno permesso di penetrare e comprendere alcuni dei meccanismi che sono alla base del deterioramento della salute fisica a causa dello scarso adattamento. Si sta facendo luce sul complicato effetto di uno stress prolungato sugli ormoni e sul sistema nervoso centrale che, a sua volta, pu influenzare ogni sistema dell'organismo, da quello immunitario a quello cardiovascolare. La scoperta dei neuropeptidi La psicobiologa Joan Borysenko descrive cos le indagini che il mondo scientifico ha fatto negli ultimi anni a questo riguardo: "Gran parte dei lavori di ricerca sono incentrati su un gruppo di neurormoni definiti neuropeptidi, che vengono liberati dal cervello, dal sistema immunitario e dalle cellule nervose in vari altri organi. Ci che gli scienziati hanno rilevato che nelle zone del cervello che sono sede dell'attivit emozionale i recettori per queste sostanze chimiche sono particolarmente numerosi. Allo stesso tempo, il cervello ha anche dei siti recettivi atti a essere stimolati da molecole prodotte dal solo sistema immunitario: le linfoleuchine e le interleuchine. Ci che vediamo, quindi, un vasto e intricato sistema di comunicazione a due vie che collega la mente, il sistema immunitario e potenzialmente tutti gli altri sistemi; un percorso attraverso il quale le nostre emozioni (le nostre speranze e i nostri timori) possono influenzare la capacit dell'organismo di difendersi"3. A testimonianza di questo fatto gli studi compiuti successivamente ci hanno confermato che esistono delle sostanze il cui compito quello di "portare informazioni" dal sistema immunitario a quello nervoso e che quindi ci sono delle connessioni tra lo stato d'animo della persona e il suo stato di salute. Altri medici (J. Kiecolt-Glaser, R. Glaser) hanno studiato le connessioni tra stress da esame e sistema immunitario: prima di un evento importante si manifesta una sostanziale diminuzione 23

di attivit dei linfociti (i linfociti T o cellule killer): un'importante classe di cellule che hanno il compito di riconoscere e uccidere le cellule infettate dai virus, nonch quelle cancerogene. Oltre a questo la ricerca ha notato anche che durante questo stress c' un rapidissimo calo della produzione di una molecola (interferone) che "stimola la funzione delle cellule killer e di altre classi di cellule del sistema immunitario"4. La ricerca ancora lontana dall'essere in grado di spiegare con certezza e scientificit tutti i vari meccanismi legati alla mente e alle sue relazioni con il corpo e con la salute, ma si sta facendo strada l'idea che il cervello sia un posto privilegiato di comando e di controllo dell'intero organismo. Le pi recenti ricerche della medicina D. Chopra, endocrinologo conosciuto per le sue esperienze di ricerca sul rapporto mente-corpo, dichiara a tal proposito: "Memoria, ricordi, sogni e tutte le altre attivit quotidiane della mente restano un mistero profondo per quel che concerne la loro meccanica. Ma ora sappiamo che la mente e il corpo sono come due universi paralleli. Qualunque cosa accada nell'universo mentale deve lasciare una traccia in quello fisico"5. Resta da sapere attraverso quale meccanismo fisiologico la mente pu agire sulle condizioni fisiche. Su questo punto alcuni ricercatori (tra gli altri, Peavey, 1982) hanno fornito elementi significativi per provare come un appropriato training mentale pu esercitare delle influenze positive sulla salute. Negli esperimenti fatti utilizzando tecniche di rilassamento e di immaginazione guidata hanno rilevato, in tutti i casi, una maggiore efficacia dei globuli bianchi neutrofili che operano nell'organismo. In queste sperimentazioni gli effetti dello stress venivano mitigati da un efficace adattamento agli eventi, ma anche dall'amore e dal sostegno di altre persone. Spesso la cosa funziona, cos come funziona, e in misura notevole, l'effetto placebo, l'azione terapeutica che possono esercitare sostanze neutre, vitamine o altre sostanze fisiologiche, quando il paziente le assume convinto che si tratti di un vero farmaco. La fiducia nell'azione del rimedio pu mettere in moto un processo di guarigione. Oggi ci sono prove che anche l'effetto placebo sia solo una definizione che nasce dalla nostra incapacit di chiarire i misteri della mente. Gi dal 1975, infatti, il mondo scientifico scopr l'esistenza di sostanze, le endorfine, che si sono rivelate come potenti analgesici naturali. Queste sostanze prodotte dall'organismo intervengono nel momento del dolore e dello stress, ma anche nel riso, nel pianto, nell'appetito, quando un brivido di piacere ci corre gi per la schiena, quando siamo colti dalla tristezza oppure quando un evento suscita le nostre emozioni, dunque hanno un significato fondamentale per quasi tutte le funzioni vitali6. 24

Sembra che le endorfine siano emesse in misura maggiore nei momenti di grande piacere, cos come negli stati di rilassamento e meditazione. Se quindi si orienta la nostra mente in modo opportuno si possono respingere, contrastare e ridurre gli attacchi portati dagli stati di tensione. "L'interrogativo pi pressante per noi, quindi, come ricollegarci con la speranza, la fede e l'amore, e come usare queste condizioni per guarire il corpo con la mente. Come possiamo superare i condizionamenti che spesso fanno s che ci rinchiudiamo nelle nostre paure, invece di aprirci con amore e all'amore? Al centro di questo processo vi sono le tecniche di rilassamento con le quali possiamo raggiungere un punto di equilibrio interiore in cui la mente diventa tranquilla. I circuiti dei condizionamenti negativi vengono staccati e la mente aperta alla formazione di abitudini pi produttive"7. Anche R.K. Wallace e H. Benson "hanno documentato un analogo stato di riposo totale nelle persone che praticavano la meditazione trascendentale. Studi ulteriori condotti da Benson hanno dimostrato che questa condizione poteva essere indotta per mezzo di qualsiasi forma di concentrazione mentale che distraesse l'individuo dalle normali preoccupazioni e ansiet che occupano la mente. Defin questo innato meccanismo ipotalamico la risposta di rilassamento. Quando questa risposta viene sollecitata, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna si abbassano bruscamente. Il ritmo respiratorio e il consumo di ossigeno rallentano in quanto il fabbisogno energetico diminuisce notevolmente; le onde cerebrali passano ad un ritmo alfa, che corrisponde ad uno stato rilassato. L'afflusso di sangue ai muscoli diminuisce e il sangue viene invece inviato al cervello e alla pelle, producendo una sensazione di calore e di mente vigile ma riposata"8. Resta da sapere perch l'organismo risponde con una variazione fisiologica ad ogni attacco, fisico o emotivo. Una risposta ci viene data dall'osservazione medica riguardo la soglia emotiva di sopravvivenza. La natura ci ha fornito la capacit di reagire agli stimoli con una duplice risposta: la risposta di rilassamento; la risposta "di fuga o di combattimento". La risposta di fuga o di combattimento "si sviluppata con l'evoluzione milioni di anni fa in quanto assicurava che l'intero organismo sarebbe stato pronto a reagire al minimo accenno di pericolo. Questa risposta tuttora dentro di noi, solidamente collegata con i sistemi di comunicazione del corpo umano, anche se, nel nostro mondo infinitamente pi complesso, il pericolo pu assumere la forma di cambiali non pagate o della noia in un matrimonio o di qualche inconfessata paura prodotta esclusivamente dall'immaginazione. 25

Combattere e scappare non sono delle scelte molto utili nei confronti di simili pericoli. Nonostante ci, attraverso la risposta di fuga o di combattimento, l'ansia riesce comunque a indurre un aumento della pressione sanguigna e lo stress attiva dei meccanismi che portano alla tensione muscolare e quindi a numerose manifestazioni dolorose e a disturbi fisiologici"9. Per questi motivi le capacit difensive dell'organismo si abbassano pi facilmente nei soggetti che si reprimono, che vivono in stati di depressione, ansia o che si sentono impotenti di fronte ad una situazione. Ogni disturbo o malattia, naturalmente, non sono da considerarsi semplice questione di causa ed effetto. Possono s deprimere la risposta e le funzioni del nostro sistema immunitario, ma non sono gli unici motivi dell'insorgere delle malattie, vale a dire che non ci ammaliamo ogni volta che siamo "gi di corda", ci mancherebbe solo questo! Un microbo si pu trovare nel nostro organismo e non provocare alcuna malattia finch non siamo esposti ad uno stress. Sembra che lo stress e il microbo siano in egual misura le cause della malattia che non dovuta n al germe come tale, n alle nostre risposte adattive (stress), ma all'inadeguatezza di queste contro il germe. Stress e condizioni di vita Crediamo, anche per gli studi effettuati, che lo stress sia un fattore fondamentale fra i tanti fattori che possono far spostare l'equilibrio verso un malessere: ognuno di noi reagisce a suo modo alla tensione psicologica ed solo il sovraccarico di stress a provocare conseguenze spiacevoli. Tutto dipende dalle condizioni di vita (che sono variabili da individuo a individuo) e dalla capacit di resistenza di ciascuno. E' ovvio che ciascuno dei meccanismi citati agisce sempre in concerto con le caratteristiche ereditarie e le influenze che l'ambiente ha prodotto sul nostro organismo. E' comunque altrettanto vero che l'aspetto che interagisce pi fortemente con i fattori determinanti per la salute la reazione personale, cio la modalit con cui affrontiamo gli eventi e le situazioni della vita. E' la percezione dell'evento che lo fa diventare stressante o meno. La nostra reazione personale pu superare gli ostacoli causati da una eredit genetica svantaggiosa o di un ambiente povero di stimolazioni o addirittura carico di violenze. "Siamo noi a decidere le nostre abitudini di vita: se facciamo o meno del moto, che cosa mangiamo, se fumiamo o beviamo"10. E' fondamentale ricordare che le nostre menti hanno la capacit di produrre infinite immagini che per l'organismo sono assolutamente reali; immagini che liberano gli ormoni e i neuropeptidi che dicono all'organismo che cosa fare. La maggior parte di noi incapace di controllare persino quelle fantasie mentali negative che, in modo consapevole, occupano la nostra mente. 26

Perch il rilassamento un mezzo per crescere La psicofisiologia ultimamente ha introdotto concezioni del tutto nuove, quali l'evidenziazione del ruolo della sostanza reticolare nella regolazione della veglia, la scoperta dei diversi tipi di sonno e dei rapporti fra sonno paradosso e sogno, quella del contributo dei centri e circuiti nervosi ben definiti nei meccanismi della memoria, degli impulsi e delle emozioni. L'attivit bioelettrica del cervello pu essere registrata mediante l'elettroencefalografia. Le onde cerebrali (Fig. 4) hanno forma, ampiezza e frequenza differenti a seconda delle condizioni fisiologiche del cervello e, quindi, del tipo di attivit del soggetto. Se quest'ultimo dorme profondamente o in stato di coma, verranno registrate onde ampie e lente (1-3 cicli al secondo) definite delta. Il sono pi leggero invece contrassegnato da onde regolari (3-7 al secondo): si tratta del ritmo theta. Le onde alfa (frequenza di 8-13 cicli al secondo) sono tipiche della "veglia rilassata". Le onde beta, dal tracciato rapido e poco ampio (15-25 cicli al secondo), contraddistinguono uno stato di "veglia attiva".

BETA

ALFA

Nucleo delle immagini THETA

DELTA Fig. 4 Il rilassamento pone il cervello in una situazione ottimale per l'apprendimento di una nuova risposta fisiologica 27

"Una caratteristica del livello alfa che permette al cervello di esprimere, al meglio, le sue funzioni pi alte: concentrazione, intuizione, apprendimento e creativit"11. Tali particolari stati mentali sono spesso indipendenti dalla volont e quindi difficili da ottenere in stati di tensione emotiva. Ogni tecnica di rilassamento profondo permette di ottenere le condizioni fisiche e psicologiche ottimali per l'utilizzazione delle funzioni superiori del cervello. Inoltre, associate a tecniche di focalizzazione, inducono un tipo di funzionamento cerebrale ottimale detto "iperfrontalizzazione"12. Si pu affermare che qualsiasi tecnica che tenda a raggiungere uno stato di rilassamento profondo e di visualizzazione mentale solleciti questo tipo di funzionamento cerebrale: uno stato ottimale per l'attuazione di un proprio programma di sviluppo personale. Infatti, oltre ad avere significato per la gestione degli eventi stressanti, costituisce la base per riuscire a dominare quelle energie disperse che abbassano la soglia della "sopportazione"; fondamentale quindi nel controllo dello stress e nella tutela della salute psicosomatica. Quando le nostre energie sono orientate verso pensieri preoccupati o atteggiamenti di sconfitta, possiamo far entrare in gioco la nostra capacit di rilassamento. Questa condizione fisiologica rigenera e provoca una minor eccitazione del sistema nervoso autonomo che riduce molti sintomi causati, o aggravati dallo stress. Poich stimola una reazione pi equilibrata dell'organismo, respinge gli attacchi portati dagli stati tensivi. Agisce cio come un farmaco, producendo effetti diretti sul corpo e ci conduce ad una consapevolezza e ad una visione della realt libera da condizionamenti. I benefici del rilassamento Con la capacit di essere rilassati, otteniamo dei benefici sia sul piano fisico, sia su quello psichico (Fig. 5). Da un punto di vista fisiologico ci permette il recupero delle energie per avere una maggiore resistenza allo stress. Quando il livello di tensione diminuisce, i benefici dell'essere rilassati permettono un miglioramento della qualit del sonno, consentendo in molti casi di superare le forme d'insonnia causate dall'eccessivo accumulo di tensione o dalle preoccupazioni che invadono i nostri pensieri al momento di addormentarci. Con una certa serenit interiore si verifica un cambiamento sostanziale nella diminuzione delle risonanze emotive, ovvero di quegli stati d'animo negativi presenti in ogni individuo che deve affrontare una situazione importante, sia essa legata a momenti di crisi, di conflitto o aggressivit, sia a momenti positivi quando l'eccessiva emozione pu causare il fallimento di una performance. Questo risultato stato utile, per esempio, agli sportivi prima di una competizione, nel trattamento dell'ansia sessuale o in quei momenti di difficolt dove le eccessive risonanze emotive disturbano i risultati, dal semplice diventare rossi, allo stato di 28

Recupero delle energie

Attenuazione delle risonanze emotive

Attenuazione del dolore

Miglior funzionamento degli organi autonomi

O/

Fig. 5 I benefici del rilassamento

disagio quando dobbiamo affrontare delle forti responsabilit. Nell'ambito dei disturbi psicosomatici il rilassamento favorisce lattenuazione del dolore, specialmente per tutti i mal di testa causati da tensione ed in particolare per i disturbi digestivi, per arrivare persino alla risoluzione di alcune malattie; ci accade, evidentemente, perch agisce sul potenziamento delle difese immunitarie e sul miglioramento delle funzioni autonome quali la respirazione, la circolazione, la pressione arteriosa, ecc... Oltre a questi vantaggi, le tecniche di rilassamento, rallentando la frequenza delle onde cerebrali, ci permettono di sintonizzarci con quella parte della mente che ha il compito di dirigere gli sforzi volontari e inconsci nella direzione desiderata. In altre parole favorisce il contatto con il S profondo; proprio come al cinema, quando le luci si abbassano per permetterci di focalizzare l'attenzione sul film, cos nel rilassamento, lasciando fuori il mondo esterno e le sue preoccupazioni, abbiamo la possibilit di rivolgerci alla visualizzazione relativa al miglioramento. Ogni tecnica di rilassamento, quindi, tende a normalizzare il terreno su cui la salute si attesta: non si prefigge solo di combattere le malattie, compito delegato alla medicina, ma di migliorare e sviluppare la persona nella sua globalit. Tutto ci molto affascinante, anche perch sarebbe la risposta al desiderio di ciascuno di noi di conquistare e di mantenere il benessere. Il nostro vissuto e le memorie possono permettercelo? E' possibile dirigere quelle emozioni e quei pensieri che sembrano pi forti della nostra volont? Dalle ricerche e dalle esperienze sulla "mente emozionale" sembra proprio di s! 29

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Conoscenza di se stessi Autoprogrammazione Cambiamento (iperfrontalizzazione)

BENEFICI DEL RELAX

Funzione psicoimmunologica

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Le memorie e la personalit Le esperienze del passato: padroni emozionali o contenitori di ricchezze?

Siamo la miglior risposta alla vita Abbiamo visto che il nostro agire dipende dal livello soggettivo e da quelle convinzioni che compongono il nostro nucleo delle immagini. Queste convinzioni non sempre ci portano a vivere situazioni gradevoli e spesso le scelte che facciamo sono scelte condizionate dagli eventi della vita; non bisogna pensare, in qualsiasi modo uno si senta, di avere colpe particolari per come oggi esprimiamo il nostro carattere. Noi siamo comunque la miglior risposta che abbiamo dato alle situazioni che la vita ci ha offerto. Abbiamo dato il meglio di noi anche se, a volte, non ci siamo sentiti all'altezza del compito affidatoci o abbiamo accumulato paura di vivere. "Non vi infatti chi, nel corso della sua esistenza, non abbia provato la rabbia bruciante di una sconfitta senza appello, o la paurosa voragine di una perdita cara. Accettando noi stessi possiamo avere la capacit di accettare la realt circostante e comprendere a volte il fine imperscrutabile degli eventi della vita. L'accettazione la via che conduce all'armonia, senza lasciarsi travolgere dalle asperit di una vita che, a volte, ci appare disarmonica. Essere forti significa soprattutto saper convivere con le proprie debolezze. Perch nulla appreso senza fatica, nulla lasciato al caso, tutto necessario. L'importante che la nostra intelligenza, la sensibilit e la maturit, che va di pari passo con l'esperienza, ci rendano ogni giorno maggiormente consapevoli. Questa l'accettazione: non ribellione, ma trasformazione. Soprattutto dobbiamo ricordare che abbiamo lassoluto controllo della nostra mente, mente in cui alberga il piano della nostra vita. Quel sogno di forza e felicit che urla e che aspetta di essere liberato nella vita"13. Abbiamo anche il dovere di considerare noi stessi in continua evoluzione. Nonostante gli sforzi fatti da un parte della scienza nel cercare, all'interno del DNA e delle caratteristiche ereditarie, risposte immutabili su come siamo o addirittura sul momento della nostra morte, non possiamo che ribellarci interiormente a coloro che vogliono fissare il nostro carattere, che invece in continua evoluzione e cambiamento. Giorno per giorno sentiamo di essere diversi: un'esperienza, un incontro, un viaggio ci trasformano, aprono la nostra mente ad altre prospettive, a nuovi modi di essere e di comprendere la realt. 31

Tutto in movimento. Anche il nostro modo di essere, che cerca continuamente di trovare il meglio di se stesso utilizzando strade diverse e diversi metodi per crescere. Molti studiosi oggi sono d'accordo nel considerare che, per comprendersi e migliorarsi, non sia pi necessario studiare ed analizzare le cause antiche e gli infiniti motivi della nostra esistenza come complessi inconsci, forze nascoste, demoni o persino riflessi condizionati. Attraverso la conoscenza e la capacit di dirigere la mente, le moderne tecniche di supporto psicologico riescono a trasformare sensazioni e comportamenti producendo reali cambiamenti nello stile di vita. Ma proprio cos semplice cambiare associazioni mentali e reazioni alle nostre memorie? Non semplice, ma il nostro cervello programmato per questo, per plasmare se stesso ed imparare dalle proprie esperienze, anche le pi negative. E' strutturato per trasformare gli ostacoli in opportunit, per avvicinarsi ai talenti ed esprimerli conquistando cos un benessere globale. Questo meraviglioso programma, in dotazione di ogni essere umano, si serve di un sistema di autoprogram-mazione capace di modificarsi "in itinere". I quattro livelli di organizzazione funzionale del Sistema Nervoso Centrale Per riuscire a svilupparsi ogni essere umano deve vivere delle esperienze. Senza di esse ci che pu elaborare il cervello insufficiente per acquisire consapevolezza e sviluppo. Tutte le esperienze sono sotto il controllo del Sistema Nervoso che possiede una struttura materiale portatrice delle informazioni dei vissuti. Grazie alle sue strutture, il Sistema Nervoso Centrale (S.N.C.) pu rettificare costantemente le informazioni che provengono dalle esperienze: in altri termini, il cervello un sistema che funziona globalmente poich organizza l'insieme delle informazioni secondo le sue priorit, le elabora e le organizza in un tutto coerente. Il cervello, dice il sovietico A.R. Luria, dev'essere considerato come un insieme funzionale capace di programmare e di pianificare in modo finalizzato. "Questo sistema, essenzialmente autoregolatore nel senso che capace di controllare le sue operazioni e di modificarle in funzione dei cambiamenti che intervengono nell'ambiente. Questa capacit di autoprogrammazione interessa sia il pi elementare meccanismo, come il riflesso, sia attivit pi complesse come la scrittura, il dover prendere delle decisioni o la soluzione di problemi. E' resa possibile grazie all'organizzazione del S.N.C. a quattro distinti livelli (Fig. 6): la nozione non strettamente anatomica, si tratta di livelli di organizzazione funzionale"14. 32

Primo livello Il vissuto la base funzionale della nostra personalit, senza vissuto non ci sarebbe conoscenza. L'ambiente non carico d'informazioni o di conoscenze, il soggetto che d un senso alle informazioni confrontandole con l'informazione esistente, cio con ci che ha gi integrato o vissuto e che iscritto nella memoria. "Nelle interazioni con l'ambiente il soggetto che attivo. L'azione primaria e l'integrazione delle informazioni e i processi di conoscenza che ne derivano sono un risultato. Questo vale per le esperienze psicomotorie (per esempio andare in bicicletta non lo si pu certo imparare senza fare l'esperienza di andare in bicicletta), ma anche per le esperienze psicologiche ( impossibile rilassarsi, se si conoscono solamente i meccanismi teorici del rilassamento)"15. E' questo il primo livello di funzionamento che ha inoltre il compito della regolazione tonica ed energetica. Il tronco cerebrale con la formazione reticolata e il sistema limbico, grazie ai loro effetti regolatori, danno una base funzionale ai livelli di organizzazione pi complessi. I meccanismi della memoria e dell'emotivit sono in stretta relazione con questo primo livello di organizzazione. Secondo livello Sulla base dei vissuti la nostra mente organizza le informazioni che riceve ed elabora le risposte all'ambiente e agli altri. Si tratta di un livello di analisi specifica per ogni senso (ottico, acustico, olfattivo, tattile, chinestesico...) che possiede due funzioni distinte: la selezione dei dati sensoriali registrati; la combinazione e la riorganizzazione delle diverse informazioni con lo scopo di interpretare e integrare ulteriori comportamenti. Terzo livello Progressivamente, sul primo livello, che costituisce una base funzionale, e sul secondo livello, che quello dell'analisi e dell'integrazione, va ad aggiungersi e costruirsi un terzo livello: quello della finalizzazione dei comportamenti. Numerosi ricercatori hanno esplorato il ruolo che esercitano i lobi frontali a questo livello. Sembra che questo livello di organizzazione non svolga un ruolo specifico per una particolare tipologia di comportamento, ma che in realt sia implicato in tutte le relazioni, cos come in tutti i comportamenti di qualsiasi complessit essi siano. Questa organizzazione neuropsichica permette l'autoregolazione e l'autodirezione della condotta, il che significa che ogni persona pu, attraverso la propria capacit di dirigere la mente, indirizzare le proprie azioni secondo degli obiettivi personali prestabiliti. Il terzo livello utilizza due strumenti per poter svolgere questa funzione: l'intenzione, che pu essere definita "atto di volont"; 33

4 3

livello: la mente superiore o legata all'identit del S Creativit, Libert e libero arbitrio, Genialit e ideazione pura, Mente trascendente

livello: la conoscenza e l'autoprogrammazione Finalizzazione dei comportamenti Immaginazione: Esperienza di Sintesi Percettiva Intenzione: atto di volont

snc

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livello: l'analisi delle informazioni Organizzazione delle informazioni mente razionale e logica mente emotiva

livello: il vissuto (base funzionale) Regolazione tonica ed energetica Insieme delle retroazioni dell'azione Azione del soggetto di fronte all'ambiente e alle situazioni

Regolazione dell'azione Fig. 6 L'organizzazione funzionale del SNC

l'immaginazione, cio la capacit di produrre pensieri e immagini mentali preparatori all'azione. In termini pratici significa che la volont e l'immaginazione, agendo sinergicamente, svolgono un ruolo fondamentale nell'attivazione di un comportamento. In realt l'immaginazione fa da supporto alla volont, che, da sola, non sempre in grado di comandare azioni e comportamenti desiderati ("voglio, ma non riesco").

Spesso ci siamo sentiti dire che "volere potere", ma quante volte ci siamo "sforzati" di rilassarci, dormire, non diventare rossi in situazioni di imbarazzo, senza per questo riuscirci? Non quindi sufficiente "voler essere rilassati" per riuscire ad ottenere un reale stato di rilassamento, in quanto la mente non comprende il linguaggio razionale della volont, intesa come sforzo, ma ha bisogno dell'immagine mentale per tradursi in azione. Quarto livello Una volta che integriamo i nostri comportamenti nella realt quotidiana, il cervello passa ad un livello funzionale che trasforma l'atto immaginativo in stile di vita. In questo livello, il comportamento non pi il risultato di un pensiero o di una immagine mentale, ma diventa un atteggiamento mentale, che ci permette di compiere spontaneamente un'azione senza che il cervello intervenga. Questo succede, per esempio quando si guida un'automobile quotidianamente: il nostro corpo compie tutte le operazioni in modo automatico ed il cervello non ha bisogno di comandare tutte le operazioni psicomotorie, in quanto si attuano spontaneamente. Lo stesso pu dirsi riguardo le modalit psicologiche della nostra vita. Quando il cervello le ha integrate, diventano parte di noi e si possono esprimere liberamente, senza sforzo. Questo lo stile di vita a cui ci riferivamo precedentemente; le qualit integrate nella personalit ci permettono di agire in modo spontaneo e naturale, di utilizzare i talenti e le potenzialit che in questo modo possono esprimersi non essendo pi bloccate ed inibite da convinzioni sbagliate o memorie negative. Quando il cervello funziona a questo livello, l'attenzione e le energie possono essere guidate dalla creativit, diventiamo disponibili agli stimoli dell'ideazione. Sviluppo personale ed ostacoli della memoria I quattro livelli di funzionamento del SNC appena analizzati si possono esprimere nella loro completezza quando non sono influenzati dalle problematiche legate ai vissuti non risolti. Se siamo legati a memorie negative, il secondo livello costretto a rielaborare i ricordi, immagazzinati nel cervello, fino a quando non si arriva ad un superamento delle emozioni negative legate ad essi. I comportamenti, in questo caso, non sono il frutto di un atto immaginativo o volontario, che ci permette di agire nel presente, ma sono la reazione ad uno stato emotivo provocato dalla rievocazione di tali ricordi. Infatti tutto ci che proviamo viene archiviato nella mente che, elaborando i ricordi, esercita un'influenza sulle azioni e sui comportamenti, facendoci trovare di fronte a situazioni che si ripresentano continuamente nella nostra vita. L'influenza di tale memoria pu essere consapevole. 35

Possiamo capire di essere condizionati attraverso quella specie di "discorso interno" che di solito effettuiamo prima di un'azione. "Tra un evento stimolante e la risposta emotiva nascono pensieri o immagini rapide"16. In un certo senso come se il passato si imponesse sul presente, scatenando reazioni ed emozioni a volte incon-trollabili volontariamente. Quali sono i meccanismi che intervengono ogni volta che la memoria degli eventi passati condiziona le scelte presenti? Una recente ricerca ci ha portato nuove informazioni su come il cervello incamera i ricordi. L'archivio della memoria La capacit di apprendere e la memoria sono due facolt superiori; tuttavia, bench abbiano un ruolo straordinariamente importante, non sono in grado di controllare e dirigere l'aspetto emotivo nella sua totalit, in quanto dipendono dal sistema limbico dalla cui evoluzione derivano. Il sistema limbico, insieme ad altri centri superiori, costituisce il cervello emozionale le cui aree sono collegate alla neocorteccia mediante una complessa rete di circuiti: ci significa che i centri emozionali esercitano una notevole influenza sugli altri centri del cervello, compreso quello deputato all'attivit del pensiero17. "L'elaborazione dei ricordi non avviene in modo oggettivo, il nostro ricordo qualcosa di pi complesso: nella nostra mente, oltre ai fatti concreti, viene registrato anche lo stato d'animo e tutte le componenti emotive vissute in quel momento"18. Si deve al neuroscienziato J. Le Doux la scoperta che l'ippocampo e l'amigdala19, due strutture del sistema limbico, hanno un ruolo rilevante nella registrazione dei ricordi e degli stati emotivi. Cos si esprime: "Mentre l'ippocampo ricorda i fatti nudi e crudi ed coinvolto nella registrazione e nella comprensione degli schemi percettivi, l'amigdala ne trattiene, per cos dire, il sapore emozionale. Se cercate di sorpassare una macchina su una strada a doppio senso di marcia ed evitate per poco una collisione frontale, l'ippocampo ricorder le specifiche dell'incidente, ad esempio le forme o il colore dell'altra auto. Ma sar l'amigdala che da quel momento in poi vi far sentire ansiosi ogni volta che cercherete di sorpassare in circostanze simili. L'ippocampo fondamentale per riconoscere in un volto quello di tua cugina. Ma l'amigdala ad aggiungere che ti proprio antipatica"20. Nei vissuti, le esperienze che pi ci hanno coinvolto, sia in senso negativo, sia in senso positivo, attivano le funzioni dell'amigdala; quanto pi l'amigdala sollecitata dall'impatto emozionale, tanto pi i nostri ricordi lasciano una traccia profonda. 36

Quando parliamo di convinzioni pi profonde, esse sono memorie emozionali archiviate nell'amigdala. Questa scoperta ci fa comprendere quanto le memorie sia-no in grado di influenzare le nostre scelte e reazioni, soprattutto nei momenti di crisi; e fino a che punto il mancato superamento delle emozioni negative ci induca a riprodurre all'infinito i medesimi schemi di comportamento, come se recitassimo un copione, incapaci di mettere in atto una soluzione positiva alternativa. Le cose sono ci che appaiono L'emozione che proviamo, determinata dal sistema limbico, " assai pi rapida di quella razionale, perch passa all'azione senza neppure fermarsi un attimo a riflettere sul da farsi. La sua rapidit le preclude la riflessione deliberata e analitica che caratterizza la mente pensante"21. Quando scatta l'allarme della paura, ad esempio, l'amigdala invia la secrezione degli ormoni che innescano la reazione di combattimento o fuga, mobilita i centri del movimento e attiva il sistema cardiovascolare, i muscoli e l'intestino"22. Ci costituisce ovviamente un vantaggio della mente emozionale, in quanto ci d la capacit di leggere intuitivamente situazioni emotive, di avvertire il pericolo, di "sentire" se una persona ci sta mentendo. Tuttavia la velocit di reazione della mente emozionale, unitamente all'interferenza delle memorie passate, pu trarci in errore, in quanto non d il tempo alla mente razionale di filtrare e interpretare l'evento anche da un punto di vista pi obiettivo. In questi meccanismi entra in gioco la capacit dell'amig-dala di creare associazioni, ovvero di "schedare" come simili due eventi, uno passato ed uno presente, che possiedono qualche analogia. Se la mente emozionale segue questa logica e le sue regole, nella quale un elemento sta al posto di un altro, per essa non necessario che le cose vengano definite dalla loro identit oggettiva: ci che conta come vengono percepite. Le cose sono ci che appaiono: quel che un evento ci fa ricordare pu essere molto pi importante di quel che in realt esso . Come rilev Le Doux, molto spesso noi paghiamo le conseguenze della superficialit e frettolosit di questo particolare circuito neuropsichico che ha un tempo di attivazione cos rapido che non lascia spazio ad una interpretazione pi obiettiva; in sostanza, anche il ricordo di un vissuto dell'et infantile, soprattutto se traumatico, pu scatenare emozioni e reazioni forti in situazioni vagamente analoghe a quelle vissute molti anni prima. "La mente emozionale reagisce al presente come se fosse il passato. Il guaio che, specialmente quando la valutazione rapida e automatica, pu accadere che non ci si renda conto che le cose sono cambiate rispetto alla situazione passata. Qualcuno che ha imparato dalle percosse dolorosamente subite durante l'infanzia a reagire a uno sguardo adirato con grande paura e disgusto, manterr in certa misura quella reazione pure da adulto, 37

anche quando uno sguardo cattivo non comporter la stessa minaccia"23. Per questo motivo Le Doux ha evidenziato "il ruolo dell'amigdala nell'infanzia per confermare quello che un principio fondamentale della psicologia, e cio il fatto che le interazioni sperimentate nei primissimi anni di vita impartirebbero una serie di insegnamenti emozionali basati sull'armonia e i contrasti fra il bambino e chi si prende cura di lui"24. Una realt soggettiva legata ai vissuti La logica della mente emozionale particolare: non ha tanto importanza l'evento in s, cio l'aspetto oggettivo, ma come noi lo percepiamo affettivamente. Un esame, una critica, un litigio possono essere poco significativi emotivamente per una persona, mentre per un'altra sono fonte di malessere, di dolore o apprensione. Questo avviene in quanto la mente emozionale funziona per associazioni ed quindi in grado di collegare, come abbiamo gi detto precedentemente, una realt presente ad eventi passati, seppur vagamente simili, con tutto il bagaglio di sentimenti e reazioni ad essi connessi. Come sottolinea Seymour Epstein, "mentre la mente razionale istituisce connessioni logiche fra causa ed effetto, la mente emozionale indiscriminata e collega le cose semplicemente in base ad aspetti superficialmente simili". Non solo, la mente emozionale si basa sulle convinzioni personali, considerandole vere e indiscutibili anche quando la realt oggettiva le smentisce. Pensiamo, ad esempio ad una ragazza carina che si sente brutta e grassa: a nulla valgono le conferme esterne, le prove oggettive, l'immagine reale che lo specchio rimanda. La percezione soggettiva del proprio corpo, i sentimenti interiori costituiscono una verit assoluta pi forte dell'immagine oggettiva. E' evidente che nella "gara" tra cuore e mente il primo sembra avere un ruolo determinante, soprattutto nei momenti cruciali della nostra vita. Sono le emozioni che ci guidano e ci preparano all'azione quando dobbiamo superare avvenimenti che la ragione, da sola, non potrebbe affrontare. Le emozioni sono fondamentali anche al fine della nostra sopravvivenza perch si inscrivono nel nostro sistema nervoso costituendo un bagaglio comportamentale a cui possiamo attingere in tutte le occasioni. Questo significa che, per la nostra sopravvivenza, pu essere utile avere risposte cos immediate, anche se talvolta maldestre o da noi giudicate negative. In effetti, ad una pi attenta analisi, "le nostre emozioni ci guidano nell'affrontare situazioni e compiti troppo difficili e importanti perch possano essere affidati al solo intelletto: si pensi ai momenti di grande pericolo, alle perdite dolorose, alla capacit di perseverare nei propri obiettivi nonostante le frustrazioni, allo stabilirsi del legame di coppia e alla costruzione del nucleo familiare"25. 38

Le difese della personalit: utili, ma obsolete Ogni stato d'animo, di fatto, ci guida all'azione cercando di proteggerci da situazioni pi difficili o pericolose: per superare le sfide quotidiane e per metterci in guardia si erge come difesa per aiutarci a superare certi momenti, utilizzando modalit gi vincenti per la sopravvivenza. Sono come barriere o difese per la tutela del nostro 'Io', difese che utilizzano ci che hanno imparato nel corso della vita. Nel caso in cui la realt ci metta di fronte a scelte difficili, gli insegnamenti emozionali della vita inviano segnali che aiutano la decisione, eliminando alcune scelte, magari gi risultate sconvenienti e mettendone in evidenza altre. Questa decisione per, ci "obbliga" ad una modalit di comportamento che, oltre a tutelarci, ci esclude da una libera scelta e da comportamenti che invece vorremmo avere. Per esempio la timidezza potrebbe, mettendoci nell'ombra, salvarci da possibili ansie (come il diventare rossi o il fare una figuraccia che il nostro 'Io' giudica sconveniente), ma nel contempo pu inibirci il desiderio di partecipare agli eventi in modo pi estroverso e libero. Ci ha salvato da una situazione che avrebbe potuto causare tensioni, ma non ci ha messo nella condizione di superare questa difficolt. A volte vorremmo superare questi "aiuti", anche perch spesso la loro utilit, valida nel momento in cui si vissuta una certa esperienza, oggi pu non esserlo pi. La difficolt che abbiamo dipende dal fatto che si sono concretizzate ed organizzate in sistemi di comportamento che costituiscono un tutt'uno con la nostra identit: gli engrammi. Gli engrammi: abitudini "chimiche" registrate nel cervello Il nostro corpo-mente non cancella proprio nulla del proprio vissuto, conserva nel magazzino della memoria ogni dato, esperienza, emozione, gioia o dolore, come pure le reazioni ad essi. Ogni memoria ha una giusta motivazione per esistere, fa parte della nostra storia Ogni individuo in tutti gli istanti della propria vita, porta appresso questo bagaglio di memorie che ci induce ad agire inconsapevolmente riproducendo gli stessi comportamenti al di l della nostra volont. Se consideriamo quale bagaglio emozionale possiede ogni persona possiamo dedurre che ogni nostra scelta attinge pi o meno consapevolmente all'immagine o alla memoria di un'esperienza passata. Poich le memorie sono strettamente legate al vissuto individuale, ci saranno persone con memorie pi o meno positive. E' da tali memorie che attingiamo quando attiviamo i nostri comportamenti in quanto un evento oggettivo va immediatamente a sollecitare, per risonanza, la memoria a cui tale evento connesso. "Ma cos' un ricordo? E' situato da qualche parte nel nostro cervello, e, in tal caso, dove? 39

Qual il codice neurale per la memorizzazione dei ricordi e per l'accesso ad essi?"26. Nel tessuto cerebrale ci sono tracce di questi ricordi? I ricordi sono registrati in permanenza e il cervello cataloga i ricordi di tutta una vita come in un archivio27. "Se gli scienziati dovessero un giorno scoprire un'esatta corrispondenza fra un gruppo di neuroni e il ricordo della nostra prima comunione, saremmo vicini a sapere in che modo, in un chilo e mezzo scarso di tessuto biologico possa essere contenuta una mente. Al centro di questo problema c' l'engramma o "traccia mnestica", che nessuno ha mai visto, ma in cui molte persone credono"28. L'engramma non necessariamente una struttura anatomicamente e visivamente osservabile. Molti ricercatori fino ad oggi hanno cercato di carpirne i segreti chimici. Nonostante le ricerche di Lashley (1956-81) e di Penfield (1975) non sembra per ora possibile stabilire l'esatta localizzazione dell'engramma; alcuni sostengono che riguardi l'intera estensione della corteccia cerebrale, altri solo una specifica zona che ancora non stata individuata. In effetti ci che interessa a noi che l'engramma, presunta registrazione di un evento passato, possa essere un punto di riferimerimento per la nostra memoria. L'engramma una traccia mnemonica che crea un circuito abituale di reazioni a stimoli esterni simili a situazioni gi vissute: un'abitudine emotiva che agisce automaticamente sui comportamenti. Il suo percorso (Fig. 7) pu essere osservato quando ci troviamo di fronte ad una situazione difficile, simile a quella che in passato ci ha ferito. Questa attiva automaticamente una reazione della mente emotiva che pu generare pensieri o sensazioni di disagio. La reazione chimica che ne deriva costituisce il motore di comportamenti che, con tutta probabilit, non saranno adeguati. Le azioni, frutto di un disagio, confermeranno le memorie negative e si ripeteranno nel tempo, almeno fino a quando non si decide di trasformare l'engramma. Qual la strategia che pu aiutarci a superare questi condizionamenti? Cambiare usando il terzo livello del SNC: finalizzare i propri comportamenti attraverso l'immaginazione e l'intenzione In ogni persona vi sono almeno due modalit di reazione alle situazioni: una reazione "impulsiva" in cui i sentimenti anticipano o sono simultanei ai nostri pensieri: si tratta di una reazione involontaria conseguente ai sentimenti pi forti, dovuta al fatto che la mente razionale ha dei processi molto pi lenti rispetto alla mente emozionale; una reazione emotiva prodotta e guidata dai pensieri. E' il caso, ad esempio, della paura prima di un esame o di un 40

incontro importante: in questo caso siamo consapevoli dei pensieri negativi che covano dentro di noi prima di un simile evento e che impiegano alcuni secondi prima di sfociare in una risposta emozionale che noi ben conosciamo. Ci significa che se noi non siamo sempre in grado di modificare o dirigere le nostre emozioni, soprattutto quando si scatenano improvvisamente, siamo per in grado di scegliere cosa pensare. Abbiamo dunque il potere di modificare il nostro atteggiamento mentale per avere una risposta emotiva diversa.

SOLITE AZIONI e COMPORTAMENTI

REAZIONE CHIMICA

Emozioni Pensieri

MEMORIE

MEMORIA MEMO
MEMO

MEMO MEMO
MEMO

MEMO

MEMO

Fig. 7 Il circuito dell'engramma 41

Stimolo

MEMORIA EMOZIONALE NEGATIVA

CONFERMA della Memoria Negativa

Quanto detto lo possiamo verificare nella realt di tutti i giorni: se pensiamo ad un avvenimento felice della nostra vita proveremo sensazioni piacevoli, se ci lasciamo andare a tristi ricordi, ben diversi saranno i nostri sentimenti. Parlare di prevalenza degli engrammi sulla mente non significa quindi rinunciare alla capacit di dirigerci. Vi sono alcune zone del cervello che, a differenza dell'amigdala, intervengono affinch vi sia una risposta pi produttiva e costruttiva alle diverse situazioni della vita. Gli scienziati hanno evidenziato la presenza di un "interruttore" situato nei lobi prefrontali del cervello, che ha il compito di attenuare le risposte impulsive dell'amigdala. I lobi prefrontali non hanno solo la funzione di coordinare le informazioni che giungono alla corteccia cerebrale, e le conseguenti risposte, ma anche di programmare ed organizzare le azioni in vista di un obiettivo. Ci possibile in quanto alcuni circuiti della corteccia registrano e analizzano le informazioni (secondo livello di funzionamento del SNC), le comprendono e, grazie all'intervento dei lobi prefrontali, organizzano la reazione conseguente (terzo livello). Anche quando necessaria una risposta emozionale, i lobi prefrontali si attivano collaborando con l'amigdala e gli altri circuiti cerebrali. Essendo il punto di incontro fra pensiero razionale ed emozione, il circuito che collega lobi prefrontali e amigdala una via di accesso fondamentale all'archivio contenente tutte quelle preferenze ed avversioni che andiamo accumulando nel corso della nostra vita. "Le connessioni fra l'amigdala (e le strutture limbiche affini) e la neocorteccia sono al centro di quelle che possiamo definire come le battaglie o gli accordi di cooperazione fra mente e cuore, fra pensiero e sentimento. Questi circuiti spiegano come mai l'emozione tanto importante ai fini del pensiero, sia quando si debbano prendere sagge decisioni, sia quando si tratti di pensare lucidamente"29. "Le emozioni, allora, hanno un ruolo importante ai fini della razionalit. Nel complesso rapporto fra sentimenti e pensiero, la facolt emozionale guida le nostre decisioni momento per momento, in stretta collaborazione con la mente razionale, consentendo il pensiero logico o rendendolo impossibile. Allo stesso modo, il cervello razionale ha un ruolo dominante nelle nostre emozioni, con la sola eccezione di quei momenti in cui le emozioni eludono il controllo e prendono, per cos dire, il sopravvento di prepotenza"30. Un primo stadio per la trasformazione: Autoconsapevolezza, riconoscimento ed accettazione L'autoconsapevolezza, cio la capacit di riconoscere una emozione o uno stato d'animo, l'aspetto vincente della gestione di noi stessi. 42

Il termine autoconsapevolezza, sta ad indicare la continua attenzione ai propri stati interiori. In questa consapevolezza introspettiva la mente osserva e studia l'esperienza, ivi comprese le emozioni. Da osservazioni fatte dal nostro Istituto si potuto constatare che le persone sicure dei propri sentimenti, siano essi negativi o positivi, hanno maggiore abilit nel coordinare la reazione agli eventi della vita. Riescono ad essere consapevoli di ci che provano verso un'altra persona e riescono a comunicarlo nel migliore dei modi, cio senza particolari angosce. Inoltre possono prendere decisioni pi rapidamente. "Sembra che questa autoconsapevolezza richieda l'attivazione della neocorteccia, e particolarmente delle aree del linguaggio, che consentono di dare un nome alle emozioni risvegliate. L'autoconsapevolezza non una forma di attenzione che, reagendo eccessivamente alle percezioni e amplificandole, venga spazzata via dalle emozioni. Piuttosto, una modalit neutrale della mente che sostiene l'introspezione anche in mezzo a emozioni turbolente"31. E' come avere un osservatore interno capace di cogliere gli eventi nella loro globalit, di riconoscere le emozioni legate a vecchie immagini e situazioni e di indirizzarle verso sentimenti non distruttivi e ripetitivi, ma costruttivi ai fini del raggiungimento di un obiettivo. Questo osservatore, citato anche da numerose altre filosofie di pensiero, si pu manifestare "come un distacco, appena accennato, dall'esperienza - una sorta di passo indietro per fermarsi a osservare il quadro, consapevole degli eventi in corso ma non immerso, o perso, in essi. E' la differenza che passa fra l'essere travolti da una furia omicida verso qualcuno e il pensare introspettivamente "Ecco, quella che sto provando collera", anche nel momento stesso in cui ne siamo pervasi"32. Nel momento in cui il nostro osservatore interno si attiva attraverso questa consapevolezza, i circuiti neocorticali del cervello cominciano a "monitorare" le emozioni che diventano pi facilmente gestibili. La consapevolezza dei nostri stati d'animo e dei nostri pensieri ci pu rendere protagonisti e non vittime dei nostri stati emotivi. Questa capacit si pu sviluppare anche attraverso l'uso di tecniche mentali che abbiano il potere di aiutarci a gestire le emozioni. Gestire le emozioni La capacit di controllare i sentimenti per farli diventare pi aderenti ai nostri desideri sono la base per sviluppare l'autoconsapevolezza. Le persone, invece, che non hanno tale abilit si trovano sempre a dover svolgere una lotta con sentimenti contrastanti, spesso contraddittori. Per esempio si troveranno a combattere tra il desiderio di essere pi magri e quello di diminuire l'ansia 43

attraverso il richiamo del cibo, mentre le persone che riescono a gestire meglio le loro emozioni sembra che possano riprendersi pi rapidamente dalle situazioni difficili della vita, come possono essere le sconfitte, i fallimenti o le grandi separazioni. Una certa capacit di gestire le emozioni negative anche la base per sviluppare le energie e dirigerle verso uno scopo personale. Concentrare l'attenzione e trovare motivazioni forti possono risultare essenziali quando dobbiamo avere, di fronte a situazioni importanti, il controllo di noi stessi. Anche la realizzazione di s nasce dalla capacit di reggere le difficolt che si incontrano sulla via, dalla sopportazione delle frustrazioni e dalla capacit di ritardare il momento della vittoria. Questa focalizzazione energetica ci consente pure di ottimizzare le prestazioni, con lo scopo di agire efficacemente con il minimo sforzo. Non significa fare meno lavoro, ma utilizzare le energie in modo che il nostro agire possa essere il risultato armonico del nostro miglior modo di essere. Come viene sviluppata questa grande capacit? Attraverso la visualizzazione che pu essere una base vincente per trasformare gli stati d'animo dettati dalle emozioni scorrette ed avvicinarsi alla nuova percezione di se stessi, vero motore del cambiamento. Infatti, attraverso la conduzione delle immagini mentali si pu orientare la reazione emotiva scrollandosi di dosso i sentimenti, cambiando prospettiva e stato d'animo. In questo modo, l'autoconsapevolezza delle proprie emozioni l'elemento costruttivo essenziale di un altro importantissimo aspetto dell'intelligenza emotiva, ossia la capacit di liberarsi di uno stato d'animo negativo. "In verit, il saper controllare le proprie emozioni penose la chiave del benessere psicologico; i sentimenti estremi, emozioni che diventano troppo intense o durano troppo a lungo, minano la nostra stabilit. I momenti difficili, come del resto anche quelli positivi, danno sapore alla vita, ma per farlo devono essere in equilibrio. Infatti, il rapporto fra emozioni negative e positive che determina il senso di benessere psicologico, almeno stando a quanto emerso da alcuni studi sugli stati d'animo condotti su centinaia di soggetti di entrambi i sessi"33. Tutte le immagini mentali che alimentano il disagio sono anche, se ben dirette, un mezzo per dirigersi in altra direzione. C' pensiero e pensiero E' ora di fare una distinzione tra i diversi tipi pensiero che possiamo realizzare, cio sapere quale tipo di pensiero utile per il nostro miglioramento e quale no. Tutto questo con lo scopo di comunicare alla mente il nostro desiderio di miglioramento. 44

La Mente Un meraviglioso strumento per cambiare

Cos' il pensiero? Pensare un'attivit volontaria, ma anche qualcosa di pi, in realt "pensiero" anche quello che siamo: la complessa somma di tutta quell'attivit cerebrale che va dalla volont alle convinzioni profonde. E' un'attivit e, al tempo stesso, un modo di essere. Ognuno di noi agisce sulla base dei pensieri. I pensieri diventano letteralmente la nostra esperienza quotidiana. Il pensiero l'atto creatore del mondo materiale, anche la sedia o la poltrona sulla quale siamo seduti ha preso forma da un pensiero, ogni creazione umana comincia con un pensiero, un'idea, una visione. Di fatto la base su cui costruiamo la realt, il contenitore dove si realizza l'idea della realt34. Il pensiero non vive solamente dentro di noi, ma il suo potere creativo si espande al di fuori del corpo e permea tutto ci che ci circonda. La nostra cultura tende a privilegiare la concretezza, l'esteriorit, l'aspetto fisico, la materia, ma se cerchiamo di ampliare le nostre vedute e se possiamo ipotizzare di dare la priorit ad un pensiero, scopriremo che in questo atto che avviene la costruzione della nostra vita, ma anche la trasformazione ed il cambiamento. Infatti il nostro presente ed il futuro sono formati dai pensieri che abbiamo pi frequentemente. Diventiamo ci che pensiamo e ognuno di noi, per questo, ha la facolt di agire e creare la propria storia sulla base delle esperienze. L'energia segue il pensiero Stanley Zurawsky, psicologo transpersonale, nei numerosi lavori di analisi sull'energia collegata al pensiero, afferma: "Ogni cosa energia. Non c' nulla di solido; tutto vibra al proprio determinato livello di realt e per quanto la forma sembri solida, un semplice esame al microscopio rivela che l'oggetto in realt vivo, animato da molecole danzanti che vibrano a una velocit di poco inferiore a quella della luce. Poich tale velocit estremamente alta ci sembra solido. L'energia la sostanza stessa dell'universo, e i pensieri sono parte di quella "sostanza". Per questo l'energia segue il pensiero"35. 45

Perci quando desideriamo qualcosa, dobbiamo ricordare che il primo passo per realizzarla quello di orientare il pensiero per concepirla e concretizzarla. Se i pensieri vivono nel presente, se esistono nel piano delle idee, allora inizieremo ad operare sulla base di questi pensieri per rendere i nostri desideri una realt fisica oltre che interiore, invece di rimanere passivi ad aspettare che le situazioni ci vengano incontro. La passivit non contemplata quando si parla di autorealizzazione. Spesso dubitiamo del fatto che si possa intervenire efficacemente sulla nostra vita, di conseguenza, impieghiamo la quasi totalit della nostra mente nel formulare, pur inconsciamente, pensieri e sensazioni di sconfitta, finendo in questo modo per farli crescere nella nostra vita. Il pensiero pu essere concepito in molti modi: esistono i pensieri logici, che attingono ad una concettualit razionale, e i pensieri che sono legati maggiormente agli stati d'animo, cio che hanno la capacit di osservare gli eventi interiori ed oggettivi. Di solito, concetto ormai consolidato dalla maggior parte delle metodologie che riguardano il cambiamento, il pensiero logico valido per elaborare concetti ed astrazioni, ma non ha potere relativamente al nostro miglioramento. E' per questo motivo che l'attenzione dei programmi di sviluppo personale si sta orientando all'approfondimento di quel particolare "pensiero" che sembra il responsabile attivo del nostro modo di essere. Pensiero ed immagine mentale Come possiamo diventare consapevoli di questi pensieri concepiti dalla mente? La nostra mente li formula tramite un'immagine mentale. Parole, idee, valori, atteggiamenti e opinioni diventano consapevoli per il cervello e la mente attraverso la produzione di immagini mentali. Esse rivelano lo stile di vita che abbiamo scelto: dall'aspetto fisico al livello di salute, dallo stato finanziario alla qualit dei rapporti affettivi. Pensare alla nostra abitazione ci fa immediatamente "vedere" la casa davanti ai nostri occhi. Pensare ad un albero significa immaginare un albero. Ogni volta che stiamo pensando a qualcosa, stiamo immaginando. Le immagini mentali sono di diverso tipo. La capacit di formare immagini differisce da un individuo all'altro. Per esempio ci possono essere individui che pensano attraverso immagini visive, altri con immagini uditive, altri ancora sono maggiormente in relazione con l'odorato, il tatto o il gusto. Alcuni di noi riescono ad evocare immagini perfettamente distinte, chiare quanto l'evento reale, altri utilizzano sensazioni (Fig. 8). Ci sono persone infatti che hanno pi facilit ad avere sensazioni e percezioni corporee (definite immagini chinestesiche, cio che fanno "sentire" di essere nell'immagine, piuttosto che "vederla"). 46

Immagine Visiva

Immagine Chinestesica

Fig. 8 Le immagini mentali

Durante i seminari di psicologia del benessere abbiamo verificato che la maggior parte delle persone utilizza le immagini visive, anche se tutti i sensi sopra citati svolgono una importante funzione. Probabilmente questo dovuto al fatto che la nostra cultura ha privilegiato nettamente la "vista" e ha cercato di soffocare gli altri sensi. Per esempio, soffochiamo gli odori della pelle con mille profumi diventando cos insensibili, aggrediamo l'armonia dei suoni con rumori di ogni tipo (gli ultimi stili musicali), il tatto penalizzato dalle convenzioni sociali che confonde sessualit con pornografia, contatto con invasione; la percezione interiore negata a favore di una razionalit usata pi per soffocare le emozioni che per una reale espressione di se stessi. Ogni persona, con un appropriato allenamento, pu comunque essere in grado di realizzare tutte queste modalit di immaginazione e, sebbene non esista un modo giusto di formulare le immagini, nei capitoli successivi vedremo che la percezione ha una marcia in pi rispetto alle altre modalit. Dove sono immagazzinate le immagini? Il cervello stato paragonato spesso ad un computer estremamente complesso e dinamico. Si pu dire, attraverso una metafora, che costruisca un "film" di tutte le situazioni vissute: registra continuamente una miriade di immagini: "queste sono immagazzinate in vari 'album' e 'biblioteche' nella nostra mente e spesso sono evocate ed usate a nostro vantaggio o svantaggio"36. Non solo, sembra che il nostro cervello possa memorizzare queste immagini costruendo magazzini della memoria, specifici per ogni gruppo di situazioni similari. 47

Immagine Gustativa

O/

Immagine Uditiva

I DIVERSI TIPI DI IMMAGINI MENTALI

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Immagine Tattile

Immagine Olfattiva

"Alcune delle prove pi evidenti del modo in cui il cervello immagazzina i ricordi, nonch le immagini visive e uditive, sono prodotte nel campo della chirurgia cerebrale. Stimolando alcune parti del cervello con deboli correnti elettriche hanno fatto emergere immagini mentali di esperienze passate. Tali immagini erano visive o uditive, o l'uno e l'altro, e la stessa immagine poteva essere evocata ripetutamente, stimolando a pi riprese lo stesso punto. Sembrerebbe, quindi, che persone, luoghi, scene, eventi e innumerevoli fatti siano 'fotografati' o 'registrati' e archiviati nel cervello"37. Il fatto importante che tutti coloro che operano in questo campo hanno sperimentato che queste immagini diventano la nostra realt interiore ed esteriore: sembra che le immagini mentali abbiano potere sul nostro modo di essere. Se riusciamo ad apprendere il come e il perch del processo di formazione delle immagini allora siamo a buon punto per raggiungere i nostri obiettivi. Le prove scientifiche "La nozione che le immagini mentali delle attivit fisiche provochino effettivamente dei movimenti muscolari ormai ampiamente convalidata. Molti atleti usano queste immagini mentali come parte integrante dei loro esercizi di allenamento. Pi noi immaginiamo una qualsiasi situazione e pi profondamente questa andr a incidere sui circuiti mentali"38. Ma una delle esperienze di ricerca pi significative sul problema mente-corpo stata presentata da J. C. Eccles ad un Congresso Internazionale nel 1985: il titolo del lavoro presentato era "Come gli eventi mentali possono influenzare gli eventi nervosi". Eccles dimostra che i presupposti sui quali la neurofisiologia moderna fonda le proprie conclusioni vanno ripensati radicalmente: l'io non un prodotto dell'attivit cerebrale, ma al contrario il vero motore della complessa catena di reazioni chimiche ed elettriche che formano il supporto materiale della coscienza. Grazie a studi sulle funzioni della corteccia cerebrale e all'originale applicazione della fisica quantistica relativamente all'interazione tra mente e cervello, egli giunge alla teoria inerente il modo in cui si realizzano i movimenti volontari; questa teoria ci riporta al concetto che la mente guida le azioni dell'uomo. Successivamente numerose prove sperimentali hanno dimostrato "che gli eventi mentali agiscono attraverso un campo quantico di probabilit, alterando la probabilit di emissione delle vescicole dai reticoli vescicolari post-sinaptici"39. Approfonditi studi in tal senso stabiliscono che le intenzioni mentali, definiti da Eccles "psiconi", possono "efficacemente attivare la corteccia cerebrale (Beck ed Eccles, 1992)"40. "Ingvar (1990) ha fornito diverse altre prove sull'attivazione del cervello umano durante l'ideazione (sensitiva e motoria) e 48

questa dimostrazione della straordinaria efficacia del pensiero sulla corteccia cerebrale porta alla domanda: com' stata creata quest'immensa influenza dell'io sul cervello? La risposta : attraverso una vita di apprendimento attivo. Lo stadio pi precoce rappresentato dal bambino che, nella culla, si guarda le mani e impara cos a muoverle ogni volta che lo desidera"41. Durante tutta la vita ciascuno di noi ha imparato ad usare il proprio cervello con finezza e capacit42. Possiamo apprezzare queste qualit quando ascoltiamo con attenzione una musica o esaminiamo un bel quadro o godiamo della bellezza della natura. L'esperienza trascendente evocata dal nostro cervello per mezzo dell'attenzione rappresenta la base del nostro carattere e della nostra personalit. "Questa spiegazione pu essere estesa all'azione di tutte le influenze mentali sul cervello, ad esempio nell'esecuzione di un'azione programmata, come in un discorso"43. Pertanto, molti comportamenti di disagio apparentemente inspiegabili acquistano significato non appena l'indagine psicologica delinea le immagini mentali che sono stimolate. E' per questo che capire razionalmente non significa entrare in contatto con la profondit di pensiero che muove le nostre scelte e le nostre azioni, ma solamente ripercorrere passivamente strade gi conosciute. L'importanza della visualizzazione "A mano a mano che si scava nel vasto campo delle immagini interiori e dei significati soggettivi, i limiti della psicologia basata sulla connessione Stimolo-Risposta diventano evidenti"44. I sostenitori della "Teoria S-R" (stimolo-risposta) ritengono che la conoscenza dello stimolo sia sufficiente a prevenire l'abituale risposta comportamentale. Tuttavia, facile constatare che, ad un medesimo stimolo, persone diverse reagiscono in modo del tutto personale e che stimoli analoghi, ricevuti in tempi e contesti differenti, non necessariamente provochino nell'individuo le sue consuete reazioni. Cosa intercorre quindi tra lo stimolo e la risposta? Oggi riteniamo che un'immagine, o una serie di immagini, colleghino lo stimolo alla risposta: questo significa che lo stimolo crea una reazione solo se mediata dall'immagine. "Infatti l'anello mancante tra vari stimoli e risposte si rivela la visualizzazione"45 (Fig. 9). Che cosa si intende per visualizzazione? La visualizzazione una raffigurazione mentale consapevole di qualcosa che non realmente presente. Per esempio, attraverso la visualizzazione possiamo facilmente richiamare alla mente una stanza della nostra casa, oppure ripensare all'ultimo viaggio. 49

RISPOSTA

VISUALIZZAZIONE

Fig. 9 La visualizzazione come legame tra lo stimolo e la risposta

La visualizzazione rivela una delle pi importanti zone della personalit permettendo di superare innumerevoli tensioni quotidiane. La comprensione del ruolo esercitato nella nostra vita quotidiana dalla visualizzazione offre la chiave per risolvere rompicapo altrimenti insolubili. "La visualizzazione offre l'opportunit di usare molte nuove capacit e di esprimere atteggiamenti e caratteri diversi. Naturalmente un evento reale differisce notevolmente da un evento semplicemente immaginario. Tuttavia, molti neuroni impegnati a vivere una situazione reale coincidono con quelli interessati dalla propria immaginazione nel vivere quella data situazione, tanto da provocare un'interazione reciproca. In altre parole, dal punto di vista neurofisiologico, se guardiamo una matita, il percorso nervoso che collega gli occhi al cervello e al sistema nervoso centrale ci permette di registrare il significato, la percezione e l'esperienza visiva della matita. Ora, se chiudiamo gli occhi ed immaginiamo la matita il pi nitidamente possibile, l'immagine della matita stimoler molte migliaia degli stessi neuroni che erano interessati nella registrazione della matita reale. Perci, se visualizziamo noi stessi mentre ci comportiamo in un certo modo, si avr una sovrapposizione con il nostro comportamento effettivo nella situazione reale. Quando le persone si immaginano nell'ottenere le cose a cui aspirano, e quando visualizzano queste immagini continuamente, una settimana dopo l'altra, un mese dopo l'altro, la probabilit 50

/ *
O
STIMOLO

che raggiungano gli obiettivi desiderati diventano sempre maggiori"46. In sintesi Il modo pi efficace per migliorarsi consiste quindi nel cambiare le immagini mentali che la mente produce di fronte ad uno stimolo. Cambiando il modo di pensare possiamo contrastare le memorie emotive che, strutturate in engrammi, ci impongono reazioni inutili o dannose per la nostra vita. Ma cominciare a pensare in modo diverso pu anche non essere sufficiente per modificare certe reazioni o certi comportamenti indesiderati o semplicemente per migliorarsi attingendo alle proprie potenzialit. L'importante che queste immagini visualizzate producano effetti reali: non solo con la fantasia che si pu cambiare! Un vero cambiamento si pu ottenere solo quando queste visualizzazioni vengono percepite dal cervello come se fossero vere, solo quando si convinti che una nostra possibilit si possa attuare, con sforzo e costanza, ma con quella fiducia che deve permeare ogni sensazione. Il metodo che ci pu permettere una visualizzazione cos significativa si chiama "ESP".

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ESP: l'esperienza di sintesi percettiva L'uso della mente per migliorare la qualit della vita

Le immagini anticipatrici e la loro influenza nella realt Le azioni sono la diretta conseguenza delle immagini: ogni nostro comportamento originato dai pensieri che lo precedono. Non si pu avere un sentimento o una sensazione senza prima avere un pensiero. Se, per esempio, crediamo di non essere capaci di affrontare una situazione, e pensiamo continuamente a questo aspetto negativo di noi stessi, pi facilmente questa convinzione tender a realizzarsi. Ogni realt che viviamo influenzata dall'idea che formiamo nella mente prima di intraprendere l'azione. Questa idea si esprime attraverso un'immagine mentale. I timidi costruiscono continuamente nella propria mente "immagini di timidezza" e, continuano a comportarsi in base a quel tipo di immagine fino a quando non riescono a cambiare opinione su se stessi. Il Dott. Piaget lo aveva intuito ancora negli anni Sessanta attraverso degli studi47 che effettu riguardo l'immagine anticipatrice. Dice a questo proposito che "nei matematici, come in tutti i creativi, si ricorre continuamente all'immaginazione perch le menti che dominano meglio le astrazioni sono quelle che riescono ad incanalarle in esempi o schemi immaginativi concreti"48. In altre parole ogni volta che dobbiamo vivere delle situazioni oggettive e concrete, nella nostra mente emerge automaticamente un pensiero, sotto forma di immagine, che "anticipa" ci che succeder. Non avremo difficolt ad accorgerci che quando proviamo qualche sentimento o sensazione importante, diamo forma ad una serie di raffigurazioni o immagini. Per comprendere meglio questo concetto immaginiamo di vivere questa situazione: siamo in una sala gremita per assistere ad una conferenza. Improvvisamente il relatore ci interpella chiedendoci di parlare davanti a tutti e porgendoci un microfono. Fermiamo il tempo e osserviamo ci che succede nel nostro cervello: nella nostra mente viene proiettato un "film anticipatorio". A seconda della valenza positiva o negativa di queste immagini, di questo "film", avremo una reazione positiva o negativa. Se la nostra mente si orienta verso una autosvalutazione ripescando tutte le situazioni negative ('chiss cosa mi succede53

r, chiss che cosa ne penseranno gli altri, e se far una figuraccia?", ecc...) molto probabile che la risposta del nostro comportamento sar di disagio. Se invece ci consideriamo all'altezza del compito, la nostra reazione emotiva sar adeguata e pi tranquilla. Un altro esempio: se si deve affrontare una situazione preoccupante, come sostenere un esame, gi alcuni momenti o ore prima la nostra mente inizia a prefigurarsi l'esame, l'incontro o il disagio. Basta pensare alla persona con cui abbiamo litigato e possiamo sentire le emozioni che pervadono il corpo: si percepisce il batticuore, il rossore, l'agitazione, ecc... Alcuni tremano della paura solo al pensiero di dover affrontare un esame. Allo stesso modo quando si deve incontrare qualcuno che si ama, si gusta in anticipo la gioia di quei momenti che stanno per arrivare ed il batticuore, questa volta eccitante, segue i pensieri di gioia e le sensazioni piacevoli. Ritenendo di dover incontrare delle sofferenze spesso ci agitiamo nel presente, senza rendersi conto che il futuro non altro che lo specchio del presente. Infatti, fino a che si proietta limperfezione di ieri sul domani, si continuer a ripetere lesperienza negativa come in un circolo vizioso. Il vero avvenire che ci attende celato dietro le convinzioni sulla nostra identit, quella convinzione profonda che tanto difficilmente ci lascia in pace. Dunque il pensiero, attraverso le "immagini anticipatrici", proietta nel futuro il nostro stato danimo e ci prepara all'azione pi o meno adeguata. La mente non distingue la realt dalla percezione Il corpo non sa distinguere ci che sta realmente accadendo da ci che solo immaginato. Se consideriamo tutte le immagini negative che attraversano la nostra mente ogni giorno, non sorprende che il corpo immagazzini tanta tensione e che i desideri siano sempre cos irraggiungibili. Abbiamo anche visto precedentemente che alcune nostre immagini caratterizzano e generano le nostre emozioni. Sensazioni di tristezza, rabbia e angoscia sono causate da immagini autodistruttive: se immaginiamo di essere incapaci di superare le avversit, probabile che finiremo con l'avere difficolt emotive. Se invece orientiamo la nostra mente, in modo sistematico e ripetuto al raggiungimento dei nostri obiettivi, generalmente potremo trasformare l'immagine mentale in realt. Pertanto ci che dobbiamo cambiare non il comportamento, ma ci che chiamiamo immagini anticipatrici. Una volta che queste riflettono ci che vogliamo sinceramente essere, le emozioni e i comportamenti saranno in sintonia con la qualit di tali immagini. Non facile credere che l'orientamento del nostro pensiero 54

possa avere il potere di realizzare quella 'cosa astratta' che si chiama immagine. Eppure, l'esperienza e la sperimentazione ci indica che proprio cos. Simulazione mentale di unazione Quando il cervello simula mentalmente unazione, esso attiva le stesse regioni di quando pianifica ed esegue unazione intenzionale (Fig. 10). Nella foto in alto il soggetto sta muovendo le dita della mano destra, mentre nella foto in basso sta simulando mentalmente lo stesso gesto. In entrambi i casi si rileva una forte attivazione dellarea motrice supplementare della corteccia (a) implicata nella programmazione dellazione, come pure della parte della corteccia motoria primaria(b) dedicata alla mano destra (nellomuncolo motorio dellemisfero sinistro). Questi risultati, ottenuti da Jean Decety, confermano lidea sviluppata da Rodolfo Llinas, secondo il quale il cervello sarebbe in primo luogo un emulatore della realt.

Fig. 10 Il cervello come emulatore di realt 55

Questo significa che il pensiero e l'azione sono, per il cervello, una medesima realt. Certamente non tutti i pensieri hanno il potere di lasciare tracce evidenti, n tutti i pensieri si realizzano. Perch questo accada occorre che si determinino alcune caratteristiche. Qual' quindi la strada che ci permette di conoscere la giusta modalit per orientare il pensiero nel modo corretto? Spesso ci sembra cos facile ascoltando i successi o le guarigioni straordinarie di coloro che, attraverso la fede, la preghiera, la meditazione o qualsiasi pratica, riescono a trasformare le energie e indirizzarle efficacemente. Oggi, tra l'altro, si parla speso del pensiero positivo come metodo vincente. Sar vero? Il pensiero positivo funziona? Le immagini non devono essere il frutto di un'illusione o di desideri prodotti da altri. Oggi si sta assistendo ad uno sviluppo esponenziale della divulgazione di concetti che stanno alla base del miglioramento, come ad esempio il pensiero positivo, sia attraverso le pubblicazioni, sia attraverso le produzioni cinematografiche. Anche se questo di per s utile perch avvicina molte persone al concetto dell'automiglioramento purtroppo, per altri motivi, ne viene data un'immagine troppo superficiale, sicuramente affascinante, ma di nessun utilizzo pratico. Il pensiero positivo, l'ottimismo e tutte le acquisizioni che ci portano a vedere il mondo meglio di com' realmente, non servono a nulla. Non producono cambiamenti. Sono illusioni o metodi di vita che non aderiscono n alla storia di ciascuno di noi, n alle personalit: dobbiamo rispettare l'autonomia e l'autenticit di ogni individuo. Dobbiamo mantenere ben salde le radici della nostra identit cercando nel contempo di migliorarci, ma senza aderire a sistemi di vita o atteggiamenti che non appartengono al nostro modo di essere! Questo non vuol dire che non si deve aspirare al meglio, anzi ognuno ha il diritto e il dovere di migliorarsi, ma lo deve fare in modo autonomo, accettando la propria esistenza e le caratteristiche che faticosamente ha costruito nel corso degli anni. Il cambiamento pu cos essere basato sulla propria mente, sulla propria volont e autodeterminazione. Non basta "pensare in positivo" per ottenere risultati concreti. Il problema maggiore quello di produrre immagini che siano veramente significative e che possano comunicare con il cervello in modo da controllare e sviluppare gli stati d'animo: dobbiamo essere certi che questa forza si realizzi nell'azione, che produca cio reazioni chimiche, reali e concrete . Se non c' reazione fisica, se l'immagine non viene percepita, non esiste cambiamento. 56

dendriti assone

neurone

sinapsi

Fig. 11 Le Caratteristiche del neurone

La mente pu cercare di orientare in modo diverso le proprie immagini se riesce a modificare o contrastare certe memorie apprendendo nouvi modi di percepirsi e di visualizzazione. Nelle pi recenti esperienze di neurobiologia si appreso come il cervello costruisce le memorie e come, attraverso nuovi apprendimenti, si modifica nel tempo. Ma come funziona? E come funzionano le cellule cerebrali, i neuroni? Come il cervello si modifica "Un tipico neurone ha diverse componenti: ha dei dendriti, un corpo cellulare, un assone e un numero variabile di terminazioni nervose (Fig.11). I dendriti sono gli elementi del neurone che ricevono i segnali in entrata, provenienti da altri neuroni. Il neurone riceve informazioni dai suoi dendriti e le invia allassone. Lassone un lungo cavo che trasporta in modo preciso e accurato informazioni fino alle terminazioni nervose, a livello delle quali il neurone comunica con il neurone successivo del circuito. Nella terminazione accade una cosa interessante: un segnale elettrico porta al rilascio di un segnale chimico, chiamato neurotrasmettitore, da parte della terminazione presinaptica. Il neurostrasmettitore diffonde attraverso un piccolo spazio fino a raggiungere la terminazione post-sinaptica della cellula adiacente. Qui il segnale chimico d origine a un nuovo segnale elettrico, denominato potenziale sinaptico. Questo potenziale sinaptico pu essere di due tipi: eccitatorio o inibitorio. I potenziali inibitori tendono a sopprimere leccitabilit del neurone, impedendogli di condurre limpulso nervoso. Quelli eccitatori, invece, se sufficientemente ampi, daranno origine a un potenziale dazione come questo, garantendo la propagazione dellinformazione fino allassone"49. 57

I neuroni si cercano "Una delle caratteristiche delle cellule nervose che, una volta formate, non si dividono pi. Non appena si differenziano, al termine della divisione cellulare, esse cominciano a sviluppare connessioni luna con laltra. Queste connessioni non sono lineari: somigliano piuttosto a piccoli alberi, i cui rami crescono progressivamente durante lo sviluppo del cervello. Di conseguenza, la rete delle connessioni diventa sempre pi complessa nel corso dello sviluppo, in particolare dopo linfanzia. Lo sviluppo delle connessioni neurali graduale. Lestremit distale di una connessione in via di sviluppo ha forma conica. E' una sorta di ricognitore che consente alla connessione in crescita di trovare la propria strada. Questa struttura chiamata cono di crescita. Mentre si muove, il cono di crescita "tasta" le cellule in cui si imbatte, finch non raggiunge e riconosce le proprie cellule bersaglio. Dopo averle riconosciute, il cono si connette ad esse formando una sinapsi"50. Apprendimento e modificazioni sinaptiche "Questarea, dove il neurone pre-sinaptico dialoga con quello post-sinaptico, una regione molto specializzata.

Fig.12 Nella Memoria a Breve Termine (b) viene rilasciato un numero di vescicole sinaptiche maggiore rispetto a qualche momento prima (a). La Memoria a Lungo Termine viene stabilizzata attraverso la formazione di nuove connessioni sinaptiche (c). 58

Quel che interessante che lapprendimento nella memoria a breve termine causa una modificazione funzionale nella forza delle connessioni sinaptiche. Ad esempio, in seguito a un certo tipo di processo di apprendimento, viene improvvisamente rilasciato un numero di vescicole sinaptiche maggiore rispetto a qualche minuto prima. Pertanto, il potenziale sinaptico prodotto qui, che potrebbe essere di una certa dimensione, ora diventa molto pi ampio, come conseguenza dellapprendimento, e pu innescare un potenziale dazione. Se la sinapsi abbastanza robusta, continuer a stimolare la cellula post-sinaptica per un periodo nellordine dei minuti o delle ore (in altre parole, per la durata della memoria a breve termine). Ma se si genera una memoria a lungo termine, accade una cosa alquanto sorprendente: si sviluppano nuovi contatti sinaptici (Fig. 12). La memoria a lungo termine viene, dunque, stabilizzata attraverso la formazione di nuove connessioni sinaptiche nel cervello. Ora, questa idea, e cio che la memoria a lungo termine comporti lo sviluppo di nuove connessioni sinaptiche, ha profonde conseguenze che si ripercuotono sulla nostra vita quotidiana"51. Lapprendimento induce modificazioni anatomiche Attorno al 1860 si scopr lesistenza di una rappresentazione corporea per tutti i muscoli; c'era anche una rappresentazione della superficie corporea relativa alla sensazione tattile, per tutti i recettori che innervano le mani, le braccia e la superficie del nostro corpo. Fino a poco tempo fa si pensava che queste mappe presenti nel nostro cervello, mappe della superficie corporea, della cute, della retina, dei muscoli, fossero fisse; in altre parole, che uno nascesse con esse e se le portasse dietro per tutta la vita. Oggi ci rendiamo conto che le cose non stanno cos: le mappe sono dinamiche. Ci significa che quando uno suona il pianoforte e si esercita, la rappresentazione delle mani andr espandendosi nel suo cervello a spese di quella di altre regioni. Sappiamo che fra neuroni gi connessi possono crearsi nuovi contatti sinaptici aggiuntivi"52. Ogni ricordo provoca dei cambiamenti anatomici. Se attualmente sappiamo quindi che il cervello si modifica quando "pensa" e "ricorda", ogni volta che riesce a visualizzare in modo significativo cambia. Probabilmente in futuro le tecniche di imaging cerebrale ci permetteranno di vedere questi cambiamenti, poich ci avr delle profonde conseguenze in medicina. "Facciamo un esempio: molti di noi hanno delle buone ragioni per credere che la psicoterapia funzioni e che sia capace di modificare i comportamenti. Si pu ipotizzare che i diversi tipi di nevrosi di cui noi soffriamo sono tutti associati a modificazioni anatomiche caratteristiche nel cervello, visibili con le tecniche di imaging cerebrale (NMR o PET). 59

E, quindi, si potrebbe anche dimostrare che, se la psicoterapia produce dei cambiamenti stabili nel cervello, ci dipende dal fatto che essa provoca delle modificazioni anatomiche. Si potrebbe cos avere, grazie alle tecniche di imaging cerebrale, la prova concreta del fatto che questi cambiamenti sono il risultato della psicoterapia"53. Il mondo delle percezioni La percezione un'immagine mentale coinvolgente vissuta attraverso tutti i sensi. Assomiglia ad un sogno intensamente vissuto, fatto per da svegli e consapevolmente. Cos come il sogno produce effetti reali e reazioni chimiche, cos l'atto percettivo, attraverso la mente, produce reazioni fisiche. Quanto pi le immagini saranno vissute e coinvolgenti, tanto pi avranno la possibilit di essere percepite come reali. La potenza delle percezioni reale, sia per laspetto negativo, sia per quello positivo. Purtroppo non si mai abbastanza consapevoli di come, con la nostra mente, si possano ottenere miglioramenti significativi nella nostra vita. Pi spesso, anche se in modo del tutto inconscio, si tende ad essere pi interessati o occupati di tutto ci che non va, anche per le cose pi piccole. Continuando a percepirsi negativamente, si riesce ad attirare certe sventure, quasi in una forma di autoprofezia che proietta il passato o le sofferenze nel presente. In pratica la percezione "lavora" per esprimere e concretizzare quelle convinzioni profonde che, senza volere, si manifestano. Spesso purtroppo sono il contrario di ci che desideriamo. Percepirsi invece mentre si svolge una qualche azione con la massima perizia pu essere efficace quanto la sua reale esecuzione. Tutti possono farlo, perch la capacit di percepirsi formando immagini mentali " un elemento naturale del sistema nervoso"54, che si concretizza nei sogni, i quali "utilizzano la visualizzazione in modo del tutto naturale"55. In sintesi l'atto percettivo una modalit di visualizzazione che mobilita tutti i centri nervosi e orienta cos le proprie energie nel formare una 'sensazione' che il cervello vive come reale. Con l'esperienza di sintesi percettiva si pu fare. L'Esperienza di Sintesi Percettiva La possibilit di successo dell'Esperienza di Sintesi Percettiva (ESP) si appoggia sulla capacit di sospendere momentaneamente l'esame della realt, mediante la logica o la razionalit, e di "vivere intensamente" l'immagine che la mente produce. Se il cervello assume uno stato di "veglia rilassata", l'emisfero sinistro viene in gran parte disattivato, cos "la mente accetta come realt quello che le viene presentato"56. 60

Per riuscire a realizzare una ESP legata all'automiglioramento, non serve sforzo, n volont, intesa come sofferenza, ma occorre solo focalizzare tutte le sensazioni e le immagini cercando di vivere con il corpo, la mente e le emozioni ci che si desidera realizzare.

NUOVE AZIONI COMPORTAMENTI

REAZIONE CHIMICA

ENGRAMMA CHE CONFERMA IL POSITIVO

Stimolo

Fig. 13 La costruzione delle nuove memorie si basa sull'Esperienza di Sintesi Percettiva 61

MEMORIE

O
NUOVE MEMORIE POSITIVE

IMMAGINE PERCEPITA

ESP PERCEZIONE IMMAGINATIVA

L'ESP attivata durante gli stati di rilassamento lascia aperta la formazione di immagini che vengono "vissute": il principio su cui si basano tutte le tecniche in cui il "credere" fondamentale. Tutti i centri nervosi sono aperti al massimo e sono pronti a ricevere i vari input che decidiamo di avere: in questo modo si pu vedere il progetto che abbiamo in mente con tutti i risvolti possibili. Con l'esperienza possiamo riconoscere gli stati d'animo che inducono ansia e applicare la tecnica per dirigere le energie nel momento in cui ce n' bisogno. Una percezione, cio un'immagine fortemente rappresentata, d luogo a modificazioni emotive e corporee, a reazioni chimiche che potranno riflettersi nella realt esteriore (Fig. 13). In pratica, la forza ed il potere di questo tipo di visualizzazioni si concretizzano nella possibilit, per ognuno di noi, di allargare le nostre "vedute", accettando ipotesi di miglioramento che normalmente, con la logica, vengono trascurate ed ampliando la gamma di alternative possibili ai nostri comportamenti o reazioni. Quando il cervello riesce a formulare percezioni della propria capacit di gestire le situazioni critiche agisce "come un freno sull'attivazione neurale alla base di un leggero stato d'ansia. Probabilmente, l'induzione attiva di tali pensieri pu attivare il circuito che inibisce l'innesco della preoccupazione da parte del sistema limbico; allo stesso tempo, l'induzione attiva di uno stato di rilassamento, contrasta i segnali ansiogeni che il cervello emozionale sta inviando a tutto l'organismo"57. Questo tipo di percezione che sposta l'attenzione dalle situazioni negative a quelle a noi pi congegnali viene anche descritto come "reinquadramento cognitivo", che in pratica tende a considerare gli eventi da un punto di vista diverso da quello che viene invece stimolato dalle memorie emozionali. Una procedura particolarmente significativa per far proprio il cambiamento della percezione della realt, andando oltre il semplice pensare, e per determinare una sostanziale trasformazione dell'idea che ognuno ha di se stesso, la propria autoimmagine. Le percezioni (ESP) costruiscono i nuovi engrammi Con la percezione si mette in moto un cambiamento e la realizzazione non tarder ad avverarsi. Non basta per avere idee. Molte persone hanno buone idee, ma spesso non le realizzano. Per fare correttamente un'esperienza percettiva che si trasformi in realt, occorre un intermediario e questo il coinvolgimento. Attraverso il coinvolgimento le idee si concretizzano sul piano materiale e agiscono sulla materia. Studi hanno dimostrato che, se un giocatore di golf si immedesima, durante l'allenamento, nelle immagini che ha e "percepisce" pi volte se stesso mentre colpisce con energia la palla o la fa entrare in buca con un colpo difficile, il suo gioco migliorer realmente. Molti conoscono questo fenomeno e probabilmente se ne servono di quando in quando, ma potrebbero farlo in modo pi consapevole e sistematico. 62
(c) Decety / INSERM

Vale a dire per quasi tutte le capacit specifiche: se ci si esercita in qualche cosa, si produce inevitabilmente un effetto sulla situazione reale. Per avvalorare questi concetti oggi, grazie alle moderne tecniche di indagine (PET, Tomografia ad emissione di positroni), ci consentito "di ottenere una mappa dell'attivit cerebrale in soggetti impegnati in un qualsiasi compito cognitivo o motorio"58. Il risultato di queste indagini ci conferma che "immaginare azioni motorie mette in attivit strutture coinvolte nella reale esecuzione dei movimenti, in particolare quelle responsabili della preparazione del movimento stesso"59. I risultati sperimentali dell'ESP Nell'esperienza condotta dall'quipe di ricerca sulle tecniche di psicologia del benessere si constatato che una ripetizione costante dell'ESP agisce sulla costruzione di un'abitudine, abilita azioni diverse man mano che si utilizza e che si concretizza nei comportamenti. Il modo in cui percepiamo noi stessi modifica le connessioni cerebrali che danno origine alle abitudini: nella ripetizione di una corretta reazione, il cervello tende a sbiadire effettivamente le connessioni neuronali meno usate formandone di pi forti in quei circuiti sinaptici che vengono usati pi frequentemente. Questa percezione, che costituisce un riapprendimento sistematico di emozioni normali e vincenti, modifica le inclinazioni emotive e plasma il cervello immagazzinando la nuova abitudine come se fosse reale, come un'esperienza realmente vissuta che si imprime chimicamente nelle cellule cerebrali. La corteccia prefrontale, stimolata dall'esperienza di percezione, in grado di dirigere gli impulsi emotivi causati dal disagio, oppure frenarli, cambiando la risposta della persona quando si scatena una reazione emotiva legata all'ansia o al disagio, anche se una certa reazione rimane sempre. "In termini cerebrali, possiamo ipotizzare che il sistema limbico continui a inviare segnali di allarme in risposta alle avvisaglie di un evento temuto, mentre la corteccia prefrontale e le zone ad essa collegate hanno appreso una risposta nuova, pi sana. In breve, le reazioni emotive apprese, anche quelle pi radicate perch acquisite durante l'infanzia, possono essere riplasmate. Questo tipo di apprendimento dura tutta la vita"60. In altri campi le applicazioni dell'ESP "pongono una base scientifica a sostegno dei programmi avanzati di allenamento sportivo che prevedano non solo prove sul campo, ma anche un'intensa attivit mentale (l'atleta che si concentra prima dell'azione), ma non solo: nell'ambito della riabilitazione di pazienti con paralisi motoria, questi studi suggeriscono la possibilit di applicare schemi di terapia che includano, accanto ad esercizi fisici, anche esercizi mentali-motori. 63

Ad un livello pi generale, questa ed altre ricerche dimostrano la possibilit di un approccio scientifico allo studio di fenomeni puramente mentali"61. Lo scopo dell'ESP quello di offrire ad ogni persona unoccasione per il proprio cambiamento e per fare acquisire una maggiore consapevolezza in modo da riuscire ad avere una visione della realt che comprenda anche verit soggettive. Questa consapevolezza si dovrebbe ottenere attraverso il cambiamento del modo di percepire la realt interiore e di conseguenza la realt esterna. Quando si avverte che non c pi il controllo della situazione o che entrano nella mente impulsi negativi, possiamo reagire prontamente e cercare unaltra direzione. Ogni percezione "induce una modificazione biologica oggettivabile nel cervello e, al tempo stesso, ogni modificazione del cervello, strutturale o funzionale, genera modificazioni nel comportamento, nei vissuti emozionali e nei modi in cui, nella nostra testa, eleboriamo l'esperienza vissuta"62. "Questo rapporto di causalit circolare vale non solo per il cervello, ma per l'insieme dell'organismo: i fenomeni psichici inducono modificazioni nel resto del corpo e, a loro volta, modificazioni nei grandi sistemi somatici, spesso mediati dal sistema nervoso autonomo"63. Alcuni autori, come Pancheri, ipotizzano che in un prossimo futuro, quando la ricerca scientifica potr fornirci ulteriori dati, potr essere possibile sfruttare appieno certi meccanismi mentali per la cura di comuni malattie. Le tecniche di rilassamento, ma soprattutto quelle di visualizzazione, che sono capaci di modificare gli impulsi errati che il sistema nervoso invia al resto del corpo, potranno essere integrate in un nuovo modello medico, superando i conflitti che oggi esistono tra medicina ortodossa ed alternativa. I vari campi di applicazione si possono estendere a tutte le attivit dell'essere umano, sia di carattere fisico sia psicologico: "emozioni e pensieri hanno la possibilit di incidere, se addestrati, nella modulazione di grandi sistemi di regolazione dell'organismo"64. Le caratteristiche della ESP Per essere efficace l'ESP (Fig. 14): deve essere una visualizzazione formulata in stato di rilassamento Abbiamo gi esposto come gli stati di rilassamento inducono il cervello ad un funzionamento ottimale per poter entrare in contatto con il nucleo delle immagini, la nostra realt soggettiva. La percezione ben focalizzata quando vissuta in uno stato di pace interiore. deve avere obiettivi chiari ed essere focalizzata Nel senso che deve essere orientata ad obiettivi concreti ed immaginabili e non deve essere influenzata da fantasie, proiezioni o disturbi che distraggano la mente. 64

deve essere linguisticamente affermativa Un'immagine mentale anticipatrice pu essere visualizzata solo quando prende in considerazione un oggetto o un'azione formulati in modo affermativo. Per esempio pensando al mal di testa, si deve pensare ad una mente sgombra, serena, rilassata e non alla negazione del dolore. deve essere coinvolgente In grado di determinare uno stato emotivo capace di reazioni fisiche, ovvero di vibrare con il corpo nell'immagine che sta vivendo. deve essere seguita da un'azione Messa in pratica immediatamente, perch solo agendo la nostra mente pu rimemorizzare l'esperienza mentale. Tutte le tecniche sono orientate a "far fare" delle esperienze positive, con il corpo, le emozioni e la mente. deve essere ripetuta nel tempo Nella ripetizione c' la possibilit di costruire nuove abitudini di reazione emotiva e comportamentale. Un engramma pu strutturarsi completamente quando il comportamento stesso viene ripetuto e viene reso abitudine. Questo si aggiunge al positivo bagaglio di vita, prima attraverso il pensiero, poi attraverso un'azione, ed insegnando cos ai circuiti emozionali il nuovo modo d'essere.

Realt Somatizzazione

Nucleo delle immagini

/
1 2 3 4 5 6 7

Fig. 14 Le Caratteristiche dell'Esperienza di Sintesi Percettiva 65

v
IMMAGINE RILASSATA CHIARA, NITIDA AFFERMATIVA COINVOLGENTE AGITA RIPETUTA

ESP e stile di vita Quando una persona riesce a sperimentarsi in azioni e modalit fino ad allora sconosciute, reinterpreta la realt oggettiva ed entra nella massima espressione dell'intelligenza. Il cambiamento del modo di sentire permette di passare dalla semplice visualizzazione a quello stato in cui la consapevolezza si fonde con le azioni e nel quale si assorbiti. Il risultato caratterizzato da una prestazione che supera, senza sforzo, i limiti personali. In questo stato l'attenzione rilassata; pur essendoci altissima concentrazione, l'attivazione e l'inibizione dei circuiti neurali in perfetta armonia con quanto richiesto dalle circostanze. Consapevolezza e sviluppo personale Questa nuova consapevolezza in pratica la sede della padronanza degli eventi e del nostro modo di essere, la base di ogni percorso di sviluppo personale che determina un nuovo stile di vita. Ci che abbiamo intenzione di fare con questo patrimonio dipende esclusivamente da noi. Si pu scegliere di vergognarci tutta la vita di esistere, osservando l'imperfezione del nostro limitato universo biopsichico, oppure possiamo cercare di rendere luminosa quell'energia mentale che ci avvicina, quando siamo integrati e centrati, alle energie che sembra non abbiano fine. Raggiungendo invece una certa integrazione della personalit non siamo pi obbligati a vivere le esperienze reagendo agli stimoli di altri o di memorie dolorose, ma piuttosto attraverso una consapevole condotta d'azione. E' in quel momento che possiamo realizzare il progetto della nostra vita, acquisire padronanza nella vita stessa, percepire la nostra forza e il nostro compito. Nel momento in cui la coscienza si espande possiamo percepire come la nostra energia pu servire noi stessi, ma anche le persone intorno a noi, per essere strumenti di crescita e vedere gli altri come partecipanti al medesimo "gioco" di vita. Espandere la propria coscienza pu aiutare nel sentirci partecipi all'umanit intera e a ritenere pi importanti gli scopi del S piuttosto che della personalit: avere una forza, una potenza che ci spinga ad abbracciare, con armonia, il Piano di Vita che ci caratterizza. Un nuovo respiro, un nuovo sentirsi, la sensazione della libert dalle zavorre dell'esistenza, la sensazione di essere unici, meravigliosi, insostituibili.

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Le applicazioni pratiche L'utilizzo delle tecniche di psicologia del benessere

Le tecniche di psicologia del benessere fino ad ora sperimentate hanno dato risultati molto soddisfacenti. Ci sono anche delle aree, come ad esempio il rilassamento, dove i risultati sono sbalorditivi. In sintesi queste sono le aree di applicazione fino ad oggi sperimentate con scientificit. GESTIONE

DELLO STRESS

Rilassamento e recupero delle energie Rilassamento muscolare Gestione delle emozioni Lo stato di rilassamento permette all'organismo di ricaricarsi e recuperare le energie ed molto utile a coloro che, per lavoro o altri motivi, sono impegnati in attivit molto che portano a stress. Il vantaggio che si ha con questo tipo di rilassamento la scarica delle tensioni negative e, conseguentemente, la possibilit di aumentare la propria capacit di sopportare le frustrazioni o le sofferenze. Insonnia Le tecniche proposte sono un valido strumento se le cause sono legate a stress, ma in presenza di problematiche pi profonde bene consultare uno specialista ed utilizzare questi rilassamenti come supporto. Con queste tecniche si possono porre le premesse per il passaggio automatico alla fase delladdormentamento che risulta assai facilitata mano a mano che si utilizza questa tecnica. AREA PSICOSOMATICA Mal di testa Lintervento tecnico della psicologia del benessere nei disturbi legati al mal di testa molto efficace e pu vantare risultati elevati essendo facile da apprendere. La sua utilit centrata per tutti i mal di testa da stress e da tensione, soprattutto nei casi in cui la contrazione muscolare causata dalle piccole tensioni quotidiane.

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Malesseri e dolori (mal di schiena, disturbi digestivi, crampi provocati da tensione notturna) Le immagini combinate con il rilassamento muscolare possono sciogliere le tensioni localizzate nei muscoli. In particolare, questa tecnica usata nelle tensioni che si scaricano sul sistema digestivo, o si manifestano attraverso crampi notturni o il "digrignare dei denti" (bruxismo). CAMBIAMENTO ABITUDINI SGRADITE

DI

Controllo del peso Un'applicazione interessante delle tecniche di psicologia del benessere quella relativa al controllo del peso, specialmente quando si tratta di un disturbo che comprende disagi di carattere psicologico. Questo metodo pu essere utilizzato per aiutarsi a realizzare senza fatica una dieta bilanciata prescritta dal dietologo. Smettere di fumare Nessuno pu contestare i danni provocati dal fumo anche se pochi riescono a smettere di fumare. Eppure i metodi e le terapie ci sono per buttare via il pacchetto di sigarette. Chi sta bene difficilmente riesce a smettere da solo, ma nel momento in cui si veramente convinti di smettere, allora pu essere di grande aiuto la tecnica di psicologia del benessere. Le visualizzazioni specifiche sono rinforzate da immagini di rivitalizzazione cellulare, in modo che si possa sentire la nuova energia gi dal primo esercizio. SVILUPPO PERSONALIT

DELLA

autostima concentrazione e focalizzazione mentale sviluppo di motricit complesse comunicare in modo efficace (parlare in pubblico) Le tecniche di automiglioramento sono state applicate con successo all'interno di training di preparazione specifica. Sono state anche finalizzate per vincere la timidezza, aumentare la propria sicurezza e assertivit, comunicare meglio con gli altri, in pubblico o in privato. AREA SCOLASTICA memoria ed apprendimento paura degli esami Le tecniche utilizzate sono delle strategie operative per rendere pi efficace e piacevole l'apprendimento. Oltre a questo, insegnano agli studenti ad affrontare lo stress e le emozioni che vanificano gli apprendimenti, soprattutto in 68

sede di esame o di interrogazione. Inoltre possono aiutare ogni adolescente a gestirsi meglio ed in modo autonomo: sicurezza in se stessi, comunicare meglio con i genitori e con gli insegnanti. la relazione e la comunicazione didattica sviluppo della personalit dell'insegnante La metodologia, sperimentata nella realt scolastica dal 1980, conduce gli insegnanti ad apprendere le condizioni necessarie per la migliore comunicazione nella relazione educativa. AREA SPORTIVA miglioramento del gesto tecnico ottimizzare le prestazioni automotivazione Il lavoro sulle tecniche legate al miglioramento della prestazione sportiva hanno la possibilit di scomporre i movimenti essenziali per l'applicazione di uno schema corporeo adeguato ai vari "gesti sportivi". Una preparazione psicologica ben condotta, ovviamente, non garantisce il successo, ma leliminazione di quei fattori che possono impedirlo: attraverso queste tecniche latleta pu raggiungere uno stato di rendimento ideale, evitando i drammatici cali di forma dovuti spesso a cause psicologiche. AREA FAMIGLIA

DELLA

genitori figli coppia L'iter educativo dedicato alla famiglia permette di comprendere meglio quali strategie occorrono per avere una buona comunicazione con i figli. Inoltre si possono rendere consapevoli i genitori di come le figure della madre e del padre influenzino lo sviluppo di una persona.

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Le radici della psicologia del benessere

Quasi tutti i metodi di rilassamento moderni esistenti sono figli del Training Autogeno di J.H. Schultz, anche se, prima di lui, persino i romani avevano concepito l'idea del rilassamento (relaxare). La strutturazione delle tecniche pi specifiche del rilassamento utilizzate per ottenere benessere sulle persone, hanno radici che affondano in aree culturali diverse tra loro. L'occidente Nel nostro mondo le esperienze terapeutiche realizzate da Groddeck, a Baden Baden, da W.B. Cannon, F. Dunbar e H. Flanders negli Stati Uniti hanno cercato di dimostrare le connessioni corpo - mente introducendo il termine "medicina psicosomatica". Nello stesso momento, F. Alexander elabora queste idee in chiave psicanalitica e W. Reich sviluppa la tecnica dell'analisi del carattere proprio a partire dalle corrispondenze funzionali esistenti fra tensioni muscolari e disturbo psichico. Nel 1936 il fisiologo H. Selye elabora il concetto di "stress" ed individua il meccanismo fondamentale nella "reazione d'allarme". Ma furono Schultz e Jacobson ad essere i capostipiti di tutte le tecniche strutturate di rilassamento. Il primo lavoro completo di Schultz esce nel 1932 e quello di Jacobson nel 1934, e tre delle opere migliori di Alexander sono pubblicate tra il '24 e il '41. Schultz, neuropsichiatra di valore che conosceva bene l'ipnosi e aveva fatto esperienza personale di analisi, cercava, con il Training Autogeno, di ottenere gli stessi risultati di rilassamento e di calma senza dover ricorrere all'intervento suggestivo. Il danese Jacobson, invece, che stava compiendo degli studi elettromiografici sul sussulto nervoso (registrava il livello di tensione muscolare a riposo e poi durante uno stimolo) scopr come, dopo la stimolazione e il conseguente innalzamento del tono muscolare, il ritorno alla norma dello stesso avveniva ad un livello pi basso di quello di partenza. Da qui elabor una tecnica di rilassamento costituita dall'alternanza di contrazioni e di decontrazioni muscolari. 71

Tra gli altri scienziati che elaborarono tecniche e strumenti per rilassarsi e sviluppare la propria persona, occorre citare Desoille, A. Cayacedo e J. Silva. Desoille comincia a elaborare le proprie idee sul "Sogno da svegli guidato" negli anni Venti e pubblica le sue opere fondamentali fra il '38 e il '58. Nel corso degli ultimi anni questa pratica (REED) stata sviluppata in direzioni pi psicanalitiche da Fretigny e Virel. A. Cayacedo, invece, ha iniziato ad ideare e a divulgare la sofrologia dal 1960. Da allora la sofrologia ha conosciuto un notevole sviluppo, specialmente per il rapporto in cui si pone rispetto al campo della medicina e della psicologia. La sofrologia stabilisce un contatto con quegli stati di coscienza che determinano le nostre energie. J. Silva inizia a sviluppare il suo metodo a Laredo, nel Texas, nel 1944 con i propri figli. Il suo scopo era di trovare modi dei per aiutare i suoi figli ad accrescere le abilit nel concentrarsi e ricordare le lezioni e quindi migliorare la memoria. Sembra che in modo del tutto casuale abbia ottenuto degli obiettivi ben pi ambiziosi di quelli che aveva previsto. Cos dal 1966 inizi a divulgare in tutto il mondo le tecniche di visualizzazione e di rilassamento. L'Oriente La genialit del pensiero orientale sta nell'intuizione millenaria di intendere il rapporto corpo-mente. La tecnica che pi di ogni altra ha dato una svolta alla comprensione degli stati di rilassamento e dell'importanza del pensiero data dalla Meditazione Trascendentale. E' originaria dell'India, dove Maharishi Mahesh Yogi stato educato seguendo una antichissima tradizione di mantra yoga. Parlando di tecniche e terapie di rilassamento importante ricordare come l'assunzione di dimensioni transculturali all'interno dell'area psicosomatica si definisca, intorno agli anni Trenta, con l'opera di interpretazione di testi classici della letteratura orientale, intrapresa da C.G. Jung. In questi anni va dunque posta l'intersezione fra psicoterapie occidentali e orientali, tre decenni prima che, da Esalen, sulla costa californiana, questa sovrapposizione venga lanciata come moda. Le ultime esperienze Pi recentemente i francesi P. Geissmann e R. Durand De Bousingen, entrambi psichiatri e psicanalisti, sono stati tra i primi studiosi a tentare una rilettura critica e unitaria di un ampio ventaglio di tecniche di rilassamento. Un loro libro, pubblicato in Francia prima del Settanta, convalida, da un punto di vista fisiologico e neuro-fisiologico, le tecniche di rilassamento come azione terapeutica. 72

Le tecniche di Biofeedback derivano invece dalla corrente di psicologia comportamentista di Skinner, che ha dimostrato l'importanza, in psicologia animale ed umana, di quello che egli definisce il condizionamento operante, che starebbe alla base dell'apprendimento e dell'abilit manuale quotidiana. Nel 1972, dopo una serie di conferenze sulla dinamica mentale di C. Godefroy, in Italia inizi un programma di ricerca e di sviluppo di queste tecniche. Molto simili al Metodo Silva, le tecniche di dinamica mentale erano state preparate per la formazione dei quadri dirigenti di una grossa multinazionale. Il successo che suscitarono fu pi alto delle aspettative e, grazie all'interesse di Marcello Bonazzola, furono elaborate e sviluppate anche per i privati. Il punto di forza innovativo fu l'elaborazione della tecnica dell'autoimmagine e del rilassamento abbinato alla terapia dei colori dell'arcobaleno. Rispetto alle altre tecniche, la dinamica mentale ha il vantaggio di essere appresa in tempi relativamente brevi e di poter essere usata autonomamente dopo un breve seminario. Questa autonomia di lavoro permette anche di elaborare le tecniche in modo assolutamente personale per riuscire a creare un atteggiamento mentale vincente al di l delle tecniche. Nell'ottica dell'utilizzo dell'immaginario un passo fondamentale nella ricerca della percezione e del contatto con se stessi stato dato dagli specialisti e ricercatori dell'Istituto Riza che, attraverso un lavoro mirato alla concretezza, hanno elaborato metodi e tecniche innovative utilizzabili autonomamante in tempi brevi. Le ultime elaborazioni Nel 1980 inizia l'attivit dell'Istituto Ricerche in Dinamiche Educative (oggi Istituto di psicologia del benessere) associazione che cerca di introdurre nella Scuola, per i docenti e gli allievi, la formazione basata sullo sviluppo delle potenzialit individuali. Proprio da queste esperienze scolastiche e per gli incontri fatti in quest'ambito (da P. Vayer a M. Mencarelli), viene elaborata la psicologia del benessere, che muove le tecniche, fino ad oggi create, verso una maggiore consapevolezza di s e dei meccanismi del profondo. Rispetto ai metodi da cui proviene (la psicologia umanistica e quella transpersonale), la prerogativa della psicologia del benessere data da una maggior profondit dell'atto immaginativo, creato soprattutto nell'ambito delle radici della personalit, dell'autoimmagine e nel superamento consapevole delle paure. Proprio da questa considerazione nel 1990 si elabor una sostanziale modifica all'autoimmagine. L'esercizio che oggi si propone mira pi alla scoperta di una percezione interiore che non alla visualizzazione semplice della propria identit. E l'Esperienza di Sintesi Percettiva percezione diventata uno dei principali concetti metodologici (ESP). 73

Per cercare di far percepire a tutti quella meravigliosa sensazione e per ritrovare energie e potenzialit sopite, si cercato anche di studiare la forza e l'importanza delle vibrazioni vocali e musicali. La musica e la voce Oltre a ci la psicologia del benessere ha dato spazio ai suoni, alla melodia e ai ritmi della voce favorendo un pi ampio accesso ai canali di comunicazione della dinamica psichica (F. Massara). Come la voce di un individuo entra in contatto profondo con coloro che si impegnano in un rilassamento. Il presente Oggi numerose possono essere le strade e le metodologie che si occupano del rilassamento e dello sviluppo della persona, anche la medicina ufficiale ha iniziato a utilizzare queste nuove tecniche per supportare le terapie farmacologiche, specialmente nelle malattie psicosomatiche. La psicologia del benessere divulgata in Italia attraverso corsi, seminari e incontri condotti nel quadro delle iniziative dell'Istituto di Psicologia del Benessere. Il metodo, pubblicato anche in audiocassette, pu essere sperimentato attraverso un percorso intensivo, costituito da alcuni incontri, in cui ogni persona pu raggiungere i propri obiettivi, attraverso appropriate tecniche, la cui applicazione autonoma, mai coercitiva e nel pieno rispetto dei tempi e delle scelte personali. Criteri di gestione Il metodo "psicologia del benessere" viene condotto da professionisti autorizzati dall'Istituto e selezionati tra coloro che hanno frequentato la Scuola di Formazione Professionale. Questa rigorosa selezione dei docenti, il continuo aggiornamento del materiale didattico e la ricerca scientifica sono la migliore garanzia della qualit dei corsi. Informazioni Per tutte le informazioni che riguardano l'applicazione del metodo o la frequenza alla Scuola di Formazione occorre rivolgersi alla Sede Generale: Via Ravenna 663b, 44040 Ferrara Telefono 0532 718570 - Fax 0532 718818 E-mail leouno@tin.it Sito internet www.psicologiadelbenessere.it 74

NOTE 1 Questa parte ripresa dal libro riguardo la "Psicosintesi" di Will Parfitt, Xenia ed., 1993. La psicosintesi, creata da R. Assaggioli, una delle metodologie pi interessanti riguardo lo sviluppo personale. 2 W.W. Dyer, You'll See it when you believe it. Trad.it. "Credere per vedere", Corbaccio, Milano, 1995, p. 60-61. 3 Joan Borysenko, Minding the Body, Mending the Mind. Published in arrangement with Addison - Wesley Publishing Company, Reading, Massachusetts, Usa. Trad. it. "Guarire con la mente", Sperling & Kupfer ed., 1991, Milano, p. 21. 4 Joan Borysenko, op. cit., p. 25. 5 Deepak Chopra, Quantum Healing, Double Dell, Publishing Gruop, 1989, Usa, p. 67. Trad. it., "Guarirsi da dentro", Sperling & Kupfer, Milano. 6 Per approfondire le informazioni sulle endorfine si consulti F. Bottaccioli, Psiconeuroimmunologia, RED, 1995 7 Joan Borysenko, op. cit., p. 35. 8 Joan Borysenko, op. cit., p. 21-22. 9 Joan Borysenko, op. cit., p. 22-23. 10 Joan Borysenko, op. cit., p. 25. 11 Antonio Caggiano, "Gli effetti sulle malattie psicosomatiche di alcune tecniche di rilassamento profondo e visualizzazioni guidate", Relazione al Congresso Internazionale Mente - Corpo, Il Momento Unificante, organizzato da Unicopli-RIZA, Milano, 1986. 12 "Viene cos chiamato quello stato cerebrale analizzato dai prof. Lassen, Ingvar e Skinoy dell'Universit di Copenaghen, riscontrato in un soggetto rilassato, ma sveglio, mentre svolgeva un'attivit mentale consapevole. Essi, per studiare la localizzazione delle funzioni del cervello umano, hanno iniettato nella carotide una quantit standard di Xenon 133 (gas radioattivo). I fotoscintillatori hanno rilevato i dati che, immediatamente elaborati da un calcolatore, hanno permesso di ottenere i valori del flusso cerebrale. Il loro metodo si basa sui seguenti principi: 1) un tessuto pu continuare a lavorare solo se gli viene fornito ossigeno e glucosio; 2) la richiesta di ossigeno e di glucosio viene soddisfatta da un aumento di flusso sanguigno. Dunque, per misurare le variazioni del lavoro del tessuto in questione, basta rilevare le variazioni del flusso ematico (maggior flusso= maggiore eccitazione e maggior lavoro espletato). La mappa del flusso cerebrale ottenuta in pazienti in stato di riposo dimostra che il flusso sanguigno della parte frontale del cervello di circa il 50% superiore a quello delle altre parti in quel momento. Da ci si evince che tutta l'attivit cerebrale, in quella situazione, concentrata nella regione frontale e prefrontale, cio in quelle zone che presiedono alle attivit di giudizio e programmazione del comportamento e che ci permettono di elaborare concetti e di modificarli, utilizzando le informazioni provenienti da altre zone cerebrali, non escluso il patrimonio di esperienze immagazzinate nella memoria. La zona prefrontale , tra l'altro, la sede delle forme pi alte di attivit mentale e contribuisce a determinare la personalit ed il livello globale dell'intelligenza". Antonio Caggiano, op. cit., idem. 13 Leonardo Milani, Dario Terracina, questa parte stata elaborata nel 1990 ed inserita nel testo delle tecniche di psicologia del benessere. 14 Leonardo Milani, Lo sviluppo globale della persona secondo l'approccio neuropsicologico, Tesi Isef, Bologna, 1978. Per un ulteriore approfondimento si pu consultare il teso di P. Vayer, Psychosociologie de l'action, Doin, Paris. Trad. it. Psicosociologia dell'azione. Vayer aveva ipotizzato per primo questa organizzazione funzionale, in seguito Leonardo Milani ne ha individuato una quarta ed ha elaborato lo schema iniziale applicandolo ai sistemi psicologici del cambiamento (1989). 15 Leonardo Milani, Paolo Valleriani, L'organizzazione e l'integrazione delle informazioni e delle conoscenze del sistema nervoso centrale, in "La Vita Scolastica", Giunti Lisciani, Firenze, n.15, 1982-83. 16 Dichiarazione di Aaron T. Beck, docente di psichiatria alla School of

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Medicine, Univertiy of Pennsylvania, inserita nel testo di Arnold Lazarus, In the mind's eye, Guilford Press, New York, Usa, 1977. Trad. it. L'occhio della mente, Astrolabio, 1987, p. 32. 17 Ferruccio Fazio, La Repubblica, 5 gennaio 1995 Per approfondire si pu leggere le ricerche di R. Shepard, Universit di Stanford, California, 1975. Oppure si pu vedere la ricerche di una quipe italo-francese guidata dal Prof. F. Fazio del Cnr- Universit di Mialno e dell'Istituto San Raffaele pubblicata sulla rivista "Nature". 18 Daniel Goleman, Emotional intelligence, Trad. it. Intelligenza emozionale, Rizzoli, Milano, 1996, p. 28. 19 "Negli esseri umani l'amigdala (un termine derivante dalla parola greca che significa "mandorla") un gruppo di strutture interconnesse, a forma appunto di mandorla, posto sopra il tronco cerebrale, vicino alla parte inferiore del sistema limbico. Ci sono due amigdale, una su ciascun lato del cervello. L'amigdala umana relativamente voluminosa rispetto a quella di tutti gli altri primati (le specie a noi pi affini dal punto di vista evolutivo). L'ippocampo e l'amigdala erano due parti fondamentali del rinencefalo che, nel corso della filogenesi, diede origine alla corteccia primitiva e poi alla neocorteccia. Oggi queste strutture limbiche compiono gran parte del lavoro di apprendimento e memorizzazione svolto dal cervello; l'amigdala specializzata nelle questioni emozionali: se viene resecata dal resto del cervello, il risultato una evidentissima incapacit di valutare il significato emozionale degli eventi - condizione che viene a volte indicata con l'espressione cecit affettiva". Daniel Goleman, op. cit., p. 33-34. 20 Daniel Goleman, op. cit., p. 40. 21 Daniel Goleman, op. cit., p. 336. 22 Daniel Goleman, op. cit., p. 36. 23 Daniel Goleman, op. cit., p. 341. 24 Daniel Goleman, op. cit., p. 340. In una delle ricerche sulle emozioni pi significative fra quelle degli ultimi dieci anni, LeDoux scopr che l'architettura del cervello conferisce all'amigdala una posizione privilegiata in qualit di sentinella delle emozioni capace, all'occorrenza, di "sequestrare" il cervello. La sua ricerca ha dimostrato che nel cervello gli input sensoriali provenienti dall'occhio o dall'orecchio viaggiano dapprima diretti al talamo e poi - servendosi di un circuito monosinaptico - all'amigdala; un secondo segnale viene poi inviato dal talamo alla neocorteccia - il cervello pensante. Questa ramificazione permette all'amigdala di cominciare a rispondere prima della neocorteccia; quest'ultima, infatti, elabora le informazioni attraverso vari livelli di circuiti cerebrali prima di poterle percepire in modo davvero completo e di iniziare infine la sua risposta, che risulta quindi molto pi raffinata rispetto a quella dell'amigdala. 25 Daniel Goleman, op. cit., p. 22. 26 Judith Hooper, Dick Teresi, The three-puond universe, Macmillan Publishing Company, New York, Usa, 1986. Trad. it. L'Universo della mente, Bompiani, 1987, Milano, p.227. 27 Il teorico dell'informazione John von Neumann stim che i ricordi memorizzati durante una vita umana media dovrebbero ammontare a 2,8-102" [280.000.000.000.000.000.000] bit, supponendo che nulla vada dimenticato. 28 Judith Hooper, Dick Teresi, op. cit., p. 227. 29 Daniel Goleman, op. cit., p. 47. 30 Daniel Goleman, op. cit., p. 49. 31 Daniel Goleman, op. cit., p. 69. 32 Daniel Goleman, op. cit., p. 69. 33 Daniel Goleman, op. cit., p. 79-80. 34 W.W. Dyer, op. cit. p. 37. 35 Stanley Zurawsky, Know Thyself, Sedona Press, Usa, 1990, p. 45. 36 Arnold Lazarus, op. cit., p. 36. 37 Arnold Lazarus, op. cit., p. 36-37. 38 Joan Borysenko, op. cit., p. 164 39 John C. Eccles, How the self controls it's brain. Trad. it. Come l'Io controlla il suo cervello, Rizzoli, 1994, Milano, p.100. 40 John C. Eccles, op. cit., p. 170. 41 John C. Eccles, op. cit., p. 203.

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42 Per approfondire tale ricerca si veda il libro di J.C. Eccles, How the self controls it's brain. Trad. it. Come l'Io controlla il suo cervello, Rizzoli, 1994, Milano, p. 204 e segg. 43 John C. Eccles, op. cit., p. 195. 44 Arnold Lazarus, op. cit., p. 30. 45 Arnold Lazarus, op. cit., p. 31. 46 Arnold Lazarus, op. cit., p. 55. 47 Si veda il testo di Piaget - Inhelder, L'image mentale chez l'enfant, Presses Universitaries de France, Paris, 1966. Trad. it. L'immagine mentale nel bambino, La Nuova Italia, Firenze, 1974. 48 Piaget - Inhelder, op. cit., p. 27. 49 Ronald Shone, Visualizzazione creativa, Astrolabio, 1984, p. 27. 50 Ronald Shone, op. cit., p. 27. 51 Ronald Shone, op. cit., p. 27. 52 Daniel Goleman, op. cit., p. 94. 53 Ferruccio Fazio, op. cit., idem 54 Ferruccio Fazio, op. cit., idem 55 Eric Kandel, in Bruno Levy e Emile Servan Schreiber, Isegreti della mente, Scientific American, 1998 56 Jean-Pierre Changeux, in Bruno Levy e Emile Servan Schreiber, Isegreti della mente, Scientific American, 1998 57 Eric Kandel, in Bruno Levy e Emile Servan Schreiber, Isegreti della mente, Scientific American, 1998 58 Eric Kandel, in Bruno Levy e Emile Servan Schreiber, Isegreti della mente, Scientific American, 1998 59 Eric Kandel, in Bruno Levy e Emile Servan Schreiber, Isegreti della mente, Scientific American, 1998 60 Eric Kandel, in Bruno Levy e Emile Servan Schreiber, Isegreti della mente, Scientific American, 1998 61 Daniel Goleman, op. cit., p. 253. 62 Ferruccio Fazio, op. cit., idem 63 Francesco Bottaccioli, op. cit., p. 289 64 Francesco Bottaccioli, op. cit., p. 289 65 Francesco Bottaccioli, op. cit., p. 300

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