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TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

Proc. n. 458/2011 R. G. N. R. D. D. A. Proc. n. 4879/2011 R. G. G.I.P. N. 78/2011 O. C. C.

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA


SEZIONE G.I.P. - G.U.P.
ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURE CAUTELARI
(Artt.272 e ss. C. p. p.)

Il giudice per le indagini preliminari, dr. Domenico Santoro, esaminati gli atti del procedimento penale in epigrafe indicato nei confronti di: 1. CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 3.7.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79; 2. CONDEMI Filippo, nato a Reggio Calabria in data 27.5.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79; 3. PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 5.8.1964, ivi residente in viale Europa nr. 79; 4. ROTTA Vincenzo, nato a Reggio Calabria in data 11.2.1953, ivi residente in via Pio XI nr. 213; 5. LOMBARDO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.5.1973, residente a Sorbolo (PR) in via Piave nr. 2; 6. CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi in data 13.7.1970, residente a Reggio Calabria in via SS 18, II Tratto, I traversa Scaccioti, nr. 24. INDAGATI CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo, CALDERAZZO Rosario
[unitamente a BORGHETTO Eugenio (Gino), CARIDI Antonino, CARIDI Bruno, CARIDI Santo Giovanni, ZINDATO Francesco (Checco) e ZINDATO Andrea Gaetano, IANNI Natale, IDOTTA Antonino, LATE LLA Paolo, MODAFFERI Giuseppe, PENNESTRI Fabio, PERLA Matteo (Giorgio), ZINDATO Giovanni, ZINDATO Giuseppe e CENTO Demetrio, BORGHETTO Tullio, QUARTUCCIO Vincenzo ed altri, nei cui confronti si procede separatamente nellambito del proc.n.259/06 RGNR DD A]

Capo A) per il reato di cui agli art.416 bis, commi 1, 2, 3, 4 e 5, c.p., per aver fatto parte di unassociazione a delinquere di tipo mafioso denominata ndrangheta ed in particolare del sodalizio BORGHETTO CARIDI ZINDATO, operante nellambito della pi ampia cosca LIBRI, finalizzata al controllo dei quartieri di Modena, Ciccarello e S.Giorgio extra di Reggio Calabria, previa spartizione tra gruppi criminali, sulla base di deliberati mafiosi, del territorio dinfluenza e delle attivit criminali da perpetrare sullo stesso; Ci, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omert che ne deriva:

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- per commettere delitti come omicidi, estorsioni, danneggiamenti, detenzione e porto illegale di armi, anche da guerra ed esplosivi; - per acquisire in modo diretto o indiretto il controllo e la gestione di attivit economiche, di concessioni di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici e comunque per realizzare per s e per altri profitti e vantaggi ingiusti. - impedire o ostacolare il libero esercizio del voto e/o procurare voti a s o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Con laggravante della disponibilit e delluso delle armi. In Reggio Calabria, in corso di consumazione PLUTINO Giuseppe Capo A-bis) per il reato di cui agli artt.110, 416 bis, commi 1, 2, 3, 4 e 5, c.p. perch, quale concorrente esterno dellassociazione di cui al capo A) ed in particolare della cosca CARIDI, articolazione della pi ampia cosca Libri operante, in particolare, sul territorio di San Giorgio extra di Reggio Calabria, forniva un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo alla stessa come referente politico del sodalizio, destinatario delle preferenze elettorali ricevute sia dagli affiliati, sia da parte di terzi ma raccolti in suo favore dagli esponenti della cosca nel corso di varie consultazioni elettorali, con particolare riferimento a quelle per lelezione del consiglio comunale di Reggio Calabria del maggio 11, anche mediante sistemi di alterazione della libera competizione elettorale e di controllo della libert di voto. Per ci, incaricato, una volta eletto, di soddisfare le promesse fatte nel corso della campagna elettorale adoperandosi, anche mediante la strumentalizzazione del ruolo istituzionale rivestito: a) ai fini dellassunzione presso uffici ed enti pubblici e/o privati di soggetti appartenenti, contigui o comunque riconducibili al sodalizio criminale ed in particolare: lassunzione di CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio, in qualit di collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del PDL presso il Consiglio Regionale, su richiesta di CONDEMI Domenico; lassunzione di ROTTA Domenico, figlio di ROTTA Vincenzo e su richiesta di questi, presso il C.A.R.A. di Rogliano, non avvenuta solo per il rifiuto opposto dallinteressato;

nonch: b) per la risoluzione di varie problematiche riguardanti anche terze persone ma rappresentategli e sollecitategli dagli appartenenti allassociazione criminale, con particolare riferimento: alla rimozione dei rifiuti presenti innanzi alle abitazioni site nei pressi del BRIKO di Reggio Calabria; al pagamento delle mensilit arretrate a beneficio dei dipendenti della MULTISERVIZI;

su richiesta dello stesso CONDEMI Domenico. Cos, contribuendo alla conservazione ed al rafforzamento della stessa in termini di potere di influenza e controllo del territorio ed alla realizzazione anche parziale del programma criminoso della medesima. Con laggravante della disponibilit e delluso delle armi da parte degli appartenenti al sodalizio. In Reggio Calabria, in corso di consumazione CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe _____________________________________________________________________________ 2

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Capo B) per il reato di cui: Agli artt.81, 61 n.10), 629 c.p. e 7 della L. 203/01, perch, in concorso tra loro, mediante la minaccia implicita derivante dallappartenenza del CONDEMI allassociazione mafiosa denominata ndrangheta ed in particolare al sodalizio denominato cosca Libri-Caridi di cui al capo che precede, costringevano NUCERA Giovanni, consigliere della regionale Calabria, ad assumere in qualit di collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del PDL presso il Consiglio Regionale, CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Eugenio. Con le aggravanti del fatto commesso: - da soggetti appartenenti alla cosca mafiosa BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO; - avvalendosi della capacit dintimidazione della stessa ed al fine di favorire la cosca dappartenenza; - ai danni di un pubblico ufficiale. In Reggio Calabria, nel settembre 10 Capo B-bis) per il reato di cui: Agli artt.81, 110, 61 n.10), 56-629 c.p. e 7 della L. 203/01, perch, in concorso tra loro, con pi azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, mediante la minaccia implicita derivante dalla loro appartenenza alla associazione mafiosa denominata ndrangheta ed in particolare al sodalizio denominato cosca Libri-Caridi di cui al capo che precede, nonch atti intimidatori e minacce esplicite, in particolare collocando una tanica di plastica contenente liquido infiammabile con applicato un panno costituente la miccia di combustione sul cofano dellautovettura tg DM*714*VD, di propriet di NUCERA Giovanni, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere questultimo, alla scadenza del primo contratto di collaborazione a progetto della CUZZOLA, a riassumere la stessa con lincarico - pi remunerativo e duraturo - di componente della propria struttura speciale presso il Consiglio Regionale, non riuscendo nel proprio intento per i rifiuto opposto dalla p.o.. Con le aggravanti del fatto commesso: - da soggetti appartenenti alla cosca mafiosa BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO; - avvalendosi della capacit dintimidazione della stessa ed al fine di favorire la cosca dappartenenza. - ai danni di un pubblico ufficiale. In Reggio Calabria, tra il dicembre 10 ed il marzo 11 CONDEMI Domenico C) per il reato di cui: agli artt. 110, 635, 2 comma n.3, 61 n.1, c.p. e 7 L.203/91 perch, danneggiava mediante lesplosione di vari colpi darma da fuoco la saracinesca della gioielleria BASILE, intestata a OLANDESE Marianna, gestita da BASILE Raffaele, per il rifiuto di corrispondere denaro al CONDEMI Domenico per contribuire alle spese per lorganizzazione della festa di Gallician. Con le aggravanti daver commesso il fatto: - su di un bene esposto per necessit alla pubblica fede; - per motivi futili;

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- avvalendosi della capacit intimidatoria derivante dalla sua appartenenza alla cosca LIBRICARIDI. C-bis) per il reato di cui: agli artt. 110, 61 n.2, c.p., 10, 12 e 14 L.497/74, 7 l. n. 203/91, perch deteneva e portava in luogo pubblico una pistola. Con le aggravanti daver commesso il fatto: - per eseguire quello di cui al capo che precede. - avvalendosi della capacit intimidatoria derivante dalla sua appartenenza alla cosca LIBRI CARIDI. In Reggio Calabria, il 3 settembre 11
Con la recidiva per PLUTINO Giuseppe Con la recidiva per ROTTA Vincenzo

Vista la richiesta, presentata dal P. M. in data 3/11/2011, per lapplicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di: 1. CONDEMI Domenico, in relazione ai capi A), B), B-bis), C) e C-bis); 2. CONDEMI Filippo, in relazione al capo A); 3. PLUTINO Giuseppe, in relazione ai capi A-bis), B) e B-bis); 4. ROTTA Vincenzo, in relazione al capo A); 5. LOMBARDO Vincenzo, in relazione al capo A); 6. CALDERAZZO Rosario, in relazione al capo A); Esaminati gli atti trasmessi a fondamento della richiesta e quelli successivamente allegati ad integrazione della stessa

O SSERVA
1) PREMESSA: IL QUADRO DELLE INDAGINI. La richiesta allesame del decidente costituisce la naturale prosecuzione dellattivit investigativa svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, sotto le direttive della D. D. A. in sede, che, in data 29/10/2010, sfociata nellordinanza applicativa di misure cautelari emessa nellambito delloperazione denominata Alta tensione. Come si avr modo di evidenziare, sebbene per cenni, questa prima parte dellindagine aveva consentito di ricostruire gli equilibri criminali esistenti nella zona sud di Reggio Calabria, specialmente nei quartieri di Ciccarello, Modena, San Giorgio, Pio XI, Rione Marconi, che era risultata vessata dalla presenza della ndrangheta e, in particolare, di una pluralit di cosche nemiche allepoca della guerra di mafia degli anni 90 e, successivamente, in grado di raggiungere una condizione di sostanziale armonia, che ha consentito loro di conseguire il controllo del territorio, suddividendo le attivit criminali da esercitare su di esso: la cosca LIBRI,

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con le sue varie articolazioni, legate ai CARIDI nella zona di San Giorgio Extra, agli ZINDATO in quella di Ciccarello ed ai BORGHETTO nel quartiere di Modena; la cosca ROSMINI, operante nella zona del Rione Marconi; la cosca SERRAINO, dominante nella zona verso San Sperato. Eseguita lordinanza citata, le investigazioni procedevano, da un lato, con la rivisitazione dei risultati dellattivit compiuta, specie quella dintercettazione, al fine di identificare (ed individuare la responsabilit) di altri soggetti gi monitorati nel corso dellindagine, dallaltro, mediante investigazioni dirette a conseguire riscontri rispetto alle dichiarazioni rese dai nuovi collaboratori di giustizia, sentiti in merito agli assetti criminali oggetto dindagine (specie il MOIO Roberto). Lattivit veniva, tuttavia, ad innestarsi su quella conseguente ad un grave atto intimidatorio consumato in danno del consigliere regionale Giovanni NUCERA, sulla cui autovettura veniva fatta ritrovare una tanica di benzina: evento delittuoso che finiva con lincastonarsi nel quadro generale delle investigazioni, permettendo di avvalorare i risultati gi raggiunti in relazione ad alcuni dei personaggi indagati ed ampliando la sfera e la delicatezza delle indagini, che consentivano di confermare, una volta di pi, la capacit dinfiltrazione della ndrangheta nelle istituzioni pubbliche rappresentative: ci, alla luce dellaccertata responsabilit di un importante esponente politico locale, gi assessore e tuttora consigliere comunale, Giuseppe PLUTINO, emerso essere costante punto di riferimento della cosca CARIDI. Come anticipato, uno dei versanti dellattivit investigativa era rappresentato dalle indagini delegate al fine di rinvenire riscontri alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia. E, infatti, nella parte iniziale dellinformativa della Squadra Mobile del 26 luglio 2011, venivano riportate le dichiarazioni rese nellambito del procedimento n.259/06 RGNR DDA dal collaboratore di giustizia MOIO Roberto, nipote dei fratelli Pasquale e Giovanni TEGANO, capi storici dellomonima cosca di ndrangheta, da sempre inserito ad alti livelli nel contesto criminale cittadino proprio in virt dellillustre parentela vantata con i principali esponenti di uno dei pi importanti sodalizi della citt. Sodalizio, questo, storicamente vicino alla cosca LIBRI, con la quale lalleanza risale alle guerre degli anni 90, che videro i DE STEFANO TEGANO ed i LIBRI CARIDI opposti al contrapposto schieramento CONDELLO SERRAINO. Nelle sue dichiarazioni, in particolare, il MOIO annoverava tra le fila dei CARIDI due fratelli, da lui indicati come i gemelli, titolari di una societ di noleggio di auto di grossa cilindrata: gli stessi venivano agevolmente identificati dalla P. G. nei fratelli CONDEMI Filippo e CONDEMI Domenico, odierni indagati. A seguire le prime dichiarazioni del MOIO. _____________________________________________________________________________ 5

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OMISSIS MR:- No, rapporti no. Ci vedevamo, ci salutavamo per so che fanno parte di della cosca insomma. PLUTINO parecchie volte mi ha mandato i saluti parecchie volte. Ah! Ritornando vabb ci sono anche due, attualmente non ricordo il nome, li chiamano I GEMELLI, che sono praticamente due appartenenti anche alla cosca di la cosca sempre di cui stiamo parlando, di CARIDI. Praticamente, in particolare che attualmente hanno loro affittano macchine per matrimoni, macchine tipo ROLL ROYS, MERCEDES, macchine particolari per matrimoni. PM:- Ma pure questi scusi un attimo se linterrompo, pure Errante e Plutino sono tutti cugini di questi ? MR:- Si, tutti parenti, son parenti parenti sono, si. PM:- Ci sono poi gemelli sono? MR:- Si, due gemelli li chiamano I GEMELLI, li chiamano, ma sono due fratelli che penso che sono gemelli perch si assomigliano. Uno ricciolino, ha i capelli ricci PM:- Allora, sono sicuramente fratelli MR:- Si. Per ricordo in modo particolare che NINO CARIDI, durante gli anni che ho conosciuto erano sempre suoi accompagnatori oppure quando andavo l a SAN GIORGIO li vedevo sempre sempre con la cosca. PM:- Sempre con? MR:- Con la cosca. PM:- Attualmente dice che hanno noleggiano auto MR:- Si, hanno . Si, hanno macchine macchine depoca, fanno matrimoni che affittano per matrimoni. Poi c PM:- Senta, scusi se stessa cosa, siccome parla di Nino Caridi quindi immagino parla sempre di fatti accompagnatori di Nino Caridi parla sempre di fatti risalenti MR:- Prima della guerra, si PM:- Perfetto, stessa domanda. Successivamente al periodo della guerra, eccetera, eccetera, ne ha pi sentito parlare, li ha pi visti, sa se questi hanno compiuto pi specifici fatti riconducibili allinteresse della cosca? MR:- No. No, questo no per so che sono so che fanno parte della cosca insomma, v. Ragazzi rispettati e e pericolosi, v! PM:- Ma questo dico, perch? E pericolosi perch? Sotto quale profilo? Cio perch lei ritiene pericolosi? Qualcuno le ha detto che praticamente questi sono pericolosi? Ci sono fatti specifici per cui lei pensa che questi possano essere pericolosi? MR:- No, parecchie volte parecchie volte, in incontri che ho avuto che avevo io, per dire cio mi erano stati sempre presentati come personaggi insomma criminali! _____________________________________________________________________________ 6

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PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dellepoca? MR:- No, sempre dellepoca, no? OMISSIS Lidentificazione dei soggetti chiamati dal MOIO contenuta nellinformativa redatta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria in data 26.7.2011, che evidenzia: Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, socio accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio Calabria in viale Europa nr. 79, societ che ha quale attivit il noleggio di autovetture di lusso per cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01) Lassunto investigativo portava la P. G. a chiedere ed ottenere il monitoraggio delle utenze radiomobili in uso ai sopra indicati soggetti, nonch allattivazione di servizi di intercettazione ambientale a bordo delle autovetture in uso a CONDEMI Domenico e MANDALARI Carmelo. Cui, in esito alle prime risultanze investigative, si aggiungeva il monitoraggio delle utenze radiomobili in uso a ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario. Queste, dunque, le premesse, utili a comprendere levoluzione delle attivit investigative e gli approdi cui esse hanno portato. 2) GLI ELEMENTI INDIZIARI ED I CRITERI DI VALUTAZIONE. Ci detto, prima di procedere alla disamina delle emergenze investigative compendiate nella richiesta, che efficacemente sintetizza il materiale indiziario a carico degli indagati, reputa il giudice necessario effettuare alcune considerazioni in ordine ai criteri di valutazione degli elementi di prova, nel caso di specie rappresentati, come poco sopra anticipato, da 1) esiti di intercettazioni telefoniche e ambientali oltre che 2) dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e 3) da dichiarazioni delle persone offese e di altre persone informate sui fatti. 2. A) I criteri di valutazione delle intercettazioni. Prima problematica da affrontare in proposito quella relativa allidentificazione dei soggetti conversanti. _____________________________________________________________________________ 7

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Se, per quanto concerne il contenuto delle conversazioni fra presenti non appaiono sussistere profili di dubbio, atteso che trattasi, prevalentemente, di captazioni operate in occasione di colloqui allinterno di ambienti pacificamente in uso agli indagati (si pensi, ad esempio, alle autovetture nella disponibilit dei predetti), quanto agli individui che sono stati colti in conversazioni telefoniche, appaiono affidabili le indicazioni della P. G. sullidentit di costoro, assicurate dallaccertata titolarit e/o disponibilit del mezzo intercettato da parte dei conversanti e dalle notizie fornite dai medesimi circa lidentit degli interlocutori (e/o dei soggetti cui essi fanno riferimento) durante le conversazioni. La puntuale combinazione degli elementi sopra descritti, poi, consente di conferire adeguato valore di affidabilit anche al riconoscimento vocale effettuato dagli operanti che, adusi alla voce dei conversanti, sono stati evidentemente in grado di procedere alla certa identificazione degli interlocutori. Altro, fondamentale, profilo rappresentato dalla disamina del contenuto delle conversazioni oggetto di captazione: nel caso di specie, pu certamente affermarsi che i dialoghi che si andr ad esporre sono caratterizzati per la gran parte da contenuto chiaro, intelligibile, tale da essere compreso nel suo effettivo significato, senza necessit di dovere ricorrere ad operazioni ermeneutiche dal tratto incerto o, peggio, oscuro. Trattasi, difatti, di conversazioni dal tessuto dialogico facilmente intellegibile e, nei casi in cui, invece (specie nelle conversazioni telefoniche), i conversanti hanno utilizzato toni criptici o altri accorgimenti diretti a celare il reale oggetto dei dialoghi, il contenuto delle frasi che si sono potute carpire e quanto, conseguentemente e successivamente, appurato dagli inquirenti a riscontro non lascia adito a dubbi sul fatto che anche tali conversazioni, per quanto ammantate da tenore criptico, si riferissero ad attivit illecite, la cui essenza si disvela alla luce della complessiva attivit di indagine e del contenuto stesso di altre conversazioni captate (ci si riferisce, in particolare, a quelle tra gli indagati che, al di l di ogni tentativo di celare il contenuto dei dialoghi, nelle parti decifrate, se lette alla luce dellintero compendio indiziario e degli imponenti dati di conferma al costrutto daccusa, ben palesano quale sia il rispettivo ruolo nella consorteria). Ultimo profilo da approfondire quello della credibilit delle affermazioni intercettate e, quindi, della loro valenza probatoria, riguardo al quale occorre evidenziare come la giurisprudenza di legittimit distingua quelle totalmente auto-accusatorie, quelle parzialmente auto-accusatorie e quelle totalmente etero-accusatorie. Le intercettazioni auto-accusatorie sono tali in quanto lo stesso conversante che, esplicitamente od implicitamente, accusa se stesso di aver commesso un dato reato, sicch le affermazioni pronunciate dallimputato o dallindagato contra se equivalgono ad una sorta di confessione

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extragiudiziale e, pertanto, hanno integrale valenza probatoria (Sez. 6, n. 27656 del 09.07.2001, CORSO G. ed altri). La Suprema Corte, a proposito della valenza probatoria di tali intercettazioni auto-accusatorie, ha, altres, sottolineato che in materia di intercettazioni telefoniche
non trovano applicazione gli artt. 62 e 63 c.p.p., in quanto le ammissioni di circostanze indizianti, fatte spontaneamente dallindagato nel corso di una conversazione telefonica, la cui intercettazione sia stata ritualmente autorizzata, non sono assimilabili alle dichiarazioni da lui rese del corso dellinterrogatorio dinanzi allAutorit giudiziaria od a quello di polizia giudiziaria, n le registrazioni ed i verbali delle conversazioni telefoniche sono riconducibili alle testimonianze de relato sulle dichiarazioni dellindagato, in quanto integrano la riproduzione fonica o scritta delle dichiarazioni stesse di cui rendono in modo immediato e senza fraintendimenti il contenuto (Sez. 6, n. 31739 del

28.07.2003, Corteggiano ed altri). Le intercettazioni parzialmente auto-accusatorie sono, invece, quelle nel corso delle quali uno dei conversanti accusa s di avere commesso un dato reato, in concorso con un terzo del tutto estraneo alla conversazione. Tali conversazioni possono, in linea di principio, costituire prova diretta della responsabilit senza bisogno di ulteriori elementi di conferma , ma, essendo coinvolto un terzo estraneo alla conversazione, la loro valutazione deve avvenire con particolare rigore. Infine, le intercettazioni totalmente etero-accusatorie sono quelle nel cui ambito uno od entrambi i conversanti accusano un terzo di avere commesso un determinato reato. In relazione a tali intercettazioni la Corte di Cassazione ha, in pi occasioni, sottolineato che nel caso di generiche
affermazioni fatte da terze persone nel corso di conversazioni alle quali non partecipe lindagato, necessario che esse trovino riscontro in altri elementi di supporto che integrino con riferimenti specifici la genericit dellaccusa (Sez. 1, n. 6234 del 02.11.2000, Zavettieri; n. 6232 del

02.11.2000, Primerano). Per completezza, si reputa opportuno evidenziare, ancora, quanto segue: le c. d. dichiarazioni autoaccusatorie intercettate rivelatesi, nella specie, intrinsecamente attendibili e logicamente credibili non necessiterebbero di alcun elemento di riscontro o di conferma, che pure spesso in concreto stato acquisito; rimandando al prosieguo le valutazioni nel merito, basti qui osservare come, per gli indagati che sono stati direttamente intercettati, le rispettive dichiarazioni costituiscano, nella quasi totalit dei casi, elementi di sostanziale ammissione di responsabilit circa linserimento in contesti mafiosi (si pensi ai dialoghi che vedono impegnato il CONDEMI Domenico e gli altri sodali nella campagna elettorale del PLUTINO, ovvero a quelli che vedono il predetto e gli altri intenti a conversare, allinterno delle autovetture, delle problematiche della consorteria e del ruolo _____________________________________________________________________________ 9

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del CARIDI, od a quelli che palesano il ruolo del CONDEMI di vero e proprio controllore delle attivit illecite poste in essere dalla comunit nomade); non emersa, poi, ragione alcuna per ritenere che le dichiarazioni auto-accusatorie registrate fossero oggetto di invenzione o fantasia, tenuto anche conto dellassoluta delicatezza ed importanza delle questioni oggetto dei dialoghi; quanto alle dichiarazioni etero accusatorie, poi, evidente che queste abbiano una maggiore e pi pregnante valenza probatoria soprattutto quando la fonte conoscitiva del soggetto conversante sia diretta e, nel procedimento in esame, le dichiarazioni etero accusatorie provengono da individui che non avrebbero avuto alcun motivo per accusare persone ad essi vicine, con le quali esistono rapporti di parentela e/o di assoluta prossimit, di fatti penalmente rilevanti ove questi non fossero stati veri [si pensi, ad esempio, alle conversazioni che vedono gli esponenti della cosca far cenno ad altri sodali]. In ogni caso opportuno evidenziare che gli elementi di responsabilit si fondano anche su dichiarazioni auto-accusatorie captate e/o, comunque, su ulteriori elementi di indagine, quali le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e le attivit svolte dalla P. G. a riscontro, e, in particolare, le sommarie informazioni rese dalle persone offese di alcuni gravi reati fine contestati. Andranno distinti, ovviamente, i casi in cui la dichiarazione etero-accusatoria si sia risolta in una scarna ed isolata affermazione da quelli in cui sia stato possibile valutare compiutamente un complesso di dichiarazioni o di elementi di conferma che si integrano, si raccordano e si riscontrano tra loro, disvelando un compiuto quadro probatorio. Il giudizio, pertanto, di massima affidabilit e valenza indiziaria, non emergendo, ripetesi, ragioni di calunnia o millanteria, di cui non vi traccia in atti. Si tratta, perci, di acquisizioni probatorie particolarmente credibili, indicative e concludenti, generalmente suscettive di fornire una ricostruzione degli eventi in maniera aderente ai reali accadimenti. La necessit di valutare con la dovuta attenzione le dichiarazioni etero-accusatorie, poi, non deve far ritenere indispensabile lacquisizione di riscontri estrinseci ed intrinseci richiesti dal legislatore nellipotesi di chiamata in correit, prevista dallart. 192, terzo comma, C. p. p., come, del resto, ha pacificamente chiarito e ribadito anche la pi recente giurisprudenza di legittimit: il contenuto di
una intercettazione, anche quando si risolva in una precisa accusa in danno di terza persona, indicata come concorrente in un reato alla cui consumazione anche uno degli interlocutori dichiara di aver partecipato, non in alcun modo equiparabile alla chiamata in correit e pertanto, se va anch'esso attentamente interpretato sul piano logico e valutato su quello probatorio, non per soggetto, nella predetta

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valutazione, ai canoni di cui all'art. 192, comma terzo, cod. proc. pen. (Sez. 4, sent. n. 35860 del

28.09.06, DELLA VENTURA; negli stessi termini Cass. Pen. Sez. V, n. 13614 del 19.01.2001, PRIMERANO; Cass. Pen. Sez. V, n. 38413 del 9.10.2003, ALVARO ed altri; Cass. Pen. Sez. V, n. 603 del 13.01.2004, GRANDE ARACRI; Cass. Pen. Sez. I, n. 1683 del 21.01.2004, BARILLA ed altri). Particolarmente interessante risulta la parte della motivazione della sentenza nr. 603 del 14.10.03, sopra citata, in cui la Corte spiega in maniera chiarissima le ragioni per le quali una dichiarazione etero-accusatoria intercettata non in alcun modo equiparabile alla chiamata in correit: Non
fondata la tesi - secondo motivo di impugnazione - secondo la quale le parole dei conversanti debbano essere suffragate da altri elementi ai sensi dell'articolo 192 comma 3^ c.p.p.. La parificazione tra conversanti e chiamanti in correit , infatti, improponibile. Il chiamante in correit persona che interrogata da un giudice o da un ufficiale di polizia giudiziaria accusa altre persone di avere commesso reati. Si tratta di una situazione di indubbia delicatezza, perch molte possono essere le motivazioni che spingano una persona ad indicare altri come autori di un reato e non si pu, quindi, escludere che ci venga fatto a scopo di calunnia. La situazione si resa ancora pi delicata da quando le norme tese a

favorire il c.d. fenomeno del pentitismo hanno previsto misure premiali anche consistenti per chi, pur autore di gravi delitti, decida di collaborare con gli organi di giustizia. Queste sono senz'altro indicazioni assai

preziose che pi volte hanno consentito di individuare gli autori di gravissimi delitti rimasti impuniti per molti anni. evidente, per, specialmente quando i collaboranti provengano da ambienti di criminalit organizzata, la necessit di una valutazione attenta e prudente di tali prove. Ed per tale ragione che il

legislatore, pur non mettendo in dubbio il principio del libero convincimento del giudice e pur non volendo introdurre nel processo penale forme di prova legale, ha ritenuto di dettare precisi criteri di valutazione di prove siffatte che sono quelli indicati dall'articolo 192 comma 3^ c.p.p.. La giurisprudenza di legittimit,

sensibile alla complessa problematica, ha poi, in applicazione della norma citata, ulteriormente precisato detti criteri, che impongono ai giudici una prudente valutazione di tali prove. Il discorso fatto non vale ovviamente per i c.d. conversanti . In questo caso, infatti, si tratta di persone che non scelgono deliberatamente di accusare qualcuno all'Autorit Giudiziaria, ma di persone, che, non sapendo che le loro conversazioni sono intercettate, parlano liberamente di vari argomenti, spesso anche irrilevanti ai fini del processo per il quale stata disposta la intercettazione. Tra le tante questioni discusse capita, quando vengano intercettate conversazioni di persone appartenenti ad organizzazioni criminali, che i soggetti intercettati discutano di problemi di lavoro, come del resto capita di fare a molte donne c.d. uomini, ovvero di imprese criminali gi realizzate o da porre in essere e dei soggetti che hanno compiuto reati e con i quali loro siano in contatto. La differenza tra le due categorie di persone collaboratori di giustizia e conversanti - appare del tutto evidente, perch nel caso dei conversanti non vi alcuna consapevolezza di accusare qualcuno e l'intento di chi parla non quello di accusare, ma essenzialmente quello di scambiare libere opinioni con un sodale. allora evidente che tutte le riserve e

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tutte le prudenze necessarie per valutare la genuinit delle dichiarazioni del collaboranti non sussistono quando si tratta di conversazioni intercettate, perch in siffatte situazioni la spontaneit e la genuinit sono pi semplici da accertare. Una volta accertato che i conversanti non sanno di essere intercettati, infatti, i criteri da utilizzare per la valutazione della prova sono quelli ordinari e non pu farsi riferimento ai criteri indicati dall'articolo 192 comma 3^ c.p.p... Del resto la Suprema Corte ha gi chiarito che il contenuto di una intercettazione, anche quando si risolva in una precisa accusa in danno di una terza persona, indicata come concorrente in un reato alla cui consumazione anche uno degli interlocutori dichiara di avere partecipato, non in alcun modo equiparabile alla chiamata in correit e pertanto, se va anche esso attentamente interpretato sul piano logico e valutato su quello probatorio, non va per soggetto, nella predetta valutazione, ai canoni di cui all'articolo 192 comma 3^ c.p.p. (cos Cass. Pen. 19 gennaio 1991, Primerano, CED 218392; Cass. Pen. 2 aprile 1992, Filice, in Cass. Pen. 93, 2590; Cass. Pen. 3 maggio 2001, Corso, in CED 220227, che ha sostenuto che le dichiarazioni, captate nel corso di attivit di intercettazione regolarmente autorizzata, con le quali un soggetto si accusa della commissione di reati, hanno integrale valenza probatoria).

2. B I criteri di valutazione delle dichiarazioni dei collaboratori A tal riguardo, occorre osservare quanto segue. Il legislatore indica la regola di giudizio relativa alla chiamata di correo ai commi 3 e 4 dellart. 192 C. p. p., il cui tenore il seguente: 3. Le dichiarazioni rese dal coimputato del medesimo reato o da
persona imputata in un procedimento connesso a norma dellart. 12 sono valutate unitamente agli altri elementi di prova che ne confermano lattendibilit. 4. La disposizione del comma 3 si applica anche alle dichiarazioni rese da persona imputata di un reato collegato a quello per cui si procede nel caso previsto dallart. 371 comma 2 lett. b).

Come noto, in ordine alla valutazione della chiamata in correit ai fini del giudizio di merito, la giurisprudenza di legittimit (cfr., ad esempio, Cassazione, Sezione 5, 18.01.00, ORLANDO) ha statuito, in modo costante, che la stessa assume valore di prova diretta contro laccusato in presenza di tre requisiti consistenti: a) nella credibilit del dichiarante, valutata in base a dati e circostanze attinenti direttamente alla sua persona, quali il carattere, il temperamento, la vita anteatta, i rapporti con laccusato, la genesi ed i motivi della chiamata di correo; b) nellattendibilit intrinseca della chiamata di correo, desunta da dati specifici interni ad essa quali la spontaneit, limmediatezza, la reiterazione senza contraddizioni, la costanza nel tempo, la verosimiglianza, la logicit, la precisione, la completezza della narrazione, lunivocit; _____________________________________________________________________________ 12

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c) nellesistenza di riscontri esterni, che confermino lattendibilit della chiamata di correo gi scrutinata come intrinsecamente attendibile (principio questo ricavabile dalla stessa lettera del comma 3 dellart. 192 C. p. p., che parla di conferma dellattendibilit delle dichiarazioni e non del dichiarante). Quanto ai riscontri, la giurisprudenza ha richiesto che gli stessi a. debbano essere certi, b. non debbano necessariamente riguardare direttamente il thema probandum, ovvero la prova in s della colpevolezza dellimputato, altrimenti costituirebbero prove autonome della colpevolezza, c. debbano avere carattere individualizzante, nel senso che non possono limitarsi a confermare le modalit obiettive del fatto descritte dal chiamante, ma devono riguardare in modo specifico la posizione soggettiva del chiamato in relazione ai singoli fatti delittuosi a lui addebitati, d. possano avere qualunque natura, sia rappresentativa sia logica, e possono essere costituiti anche da altra chiamata di correo, purch le due chiamate siano: convergenti in ordine al fatto materiale oggetto della narrazione; indipendenti, nel senso che non devono derivare da pregresse intese fraudolente od anche solo da suggestioni o condizionamenti che potrebbero inficiarne il valore della concordanza; specifiche , nel senso che la c.d. convergenza del molteplice deve essere sufficientemente individualizzante, ossia le varie dichiarazioni pur non necessariamente sovrapponibili devono confluire su fatti che riguardano direttamente sia la persona dellincolpato sia le imputazioni a lui attribuite (Sez. 2, 30.04.99, CATALDO). Tale regola, originariamente fissata solo per il giudizio di merito, opera, oggi, anche in sede cautelare, per effetto della legge n. 63 dell1.03.2001 il cui art. 11 ha inserito nellart. 273 c. p. p. il comma 1 bis, che evidenzia come: Nella valutazione dei gravi indizi di colpevolezza si applicano le
disposizioni degli artt. 192 commi 3 e 4. Nellinterpretazione di questa norma si sono registrati

oscillanti orientamenti giurisprudenziali che hanno trovato soluzione nella decisione delle Sezioni Unite, secondo cui in tema di valutazione della chiamata in reit o correit in sede cautelare, le
dichiarazioni accusatorie rese dal coindagato o coimputato nel medesimo reato o da persona indagata od imputata in un procedimento connesso o collegato, integrano i gravi indizi di colpevolezza di cui allart. 273 comma 1 cpp, in virt dellestensione applicativa dellart. 192 commi 3 e 4 ad opera dellart. 273 comma 1-bis c.p.p. soltanto se esse, oltre ad essere intrinsecamente attendibili, risultino corroborate da riscontri estrinseci individualizzanti, tali cio da assumere idoneit dimostrativa in

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ordine allattribuzione del fatto-reato al soggetto destinatario di esse, ferma restando la diversit delloggetto della delibazione cautelare, preordinata ad un giudizio prognostico in termini di ragionevole ed alta probabilit di colpevolezza del chiamato, rispetto a quella di merito, orientata invece allacquisizione della certezza processuale in ordine alla colpevolezza del chiamato, rispetto a quella di merito, orientata invece allacquisizione della certezza processuale in ordine alla colpevolezza dellimputato (Sez. Un. n. 36267 del 30.05.2006, P.G. in proc. SPENNATO ; in senso analogo

vedi Cass. Sez. 1, n. 22853 del 9.05.2006, LIANG; Cass. Sez. 1, n. 35710 del 20.09.2006, PM in proc. ARANGIO MAZZA; Cass. Sez. 1, n. 19867 del 4.05.2005, LO CRICCHIO). Tale ultimo orientamento appare senzaltro preferibile, essendo evidente che il legislatore, nellintrodurre la modifica normativa ed avendo ben presenti i diversi criteri usati dalla giurisprudenza in ordine alla valutazione della chiamata in correit a seconda che si trattasse del piano cautelare o del giudizio di merito, ha perseguito lo scopo di omologare, per quanto possibile, la valutazione della chiamata in correit in sede cautelare ed in sede di merito. Si rammentano, ancora, ulteriori arresti che precisano il dettato giurisprudenziale. Cassazione, Sez. 5, Sentenza n. 18097 del 13/04/2010 Cc. (dep. 12/05/2010) Rv. 247147, ha affermato che, in tema di misure cautelari personali, la chiamata di correo quale grave indizio di colpevolezza, oltre che essere apprezzato nella sua attendibilit intrinseca, deve essere supportato da riscontri esterni individualizzanti in grado di dimostrarne la compatibilit col "thema decidendum" proprio della pronuncia "de libertate" e di giustificare, quindi, la razionalit della medesima, essendo l'esigenza della "corroboration" che inerisca non solo alle modalit oggettive del fatto descritto dal chiamante ma anche soggettivamente indirizzata imprescindibile nell'ambito di una valutazione che strumentale all'adozione di un provvedimento, quale quello restrittivo della libert, dagli effetti rigorosamente "ad personam". Cassazione, Sez. 1, Sentenza n. 16792 del 09/04/2010 Cc. (dep. 03/05/2010) Rv. 246948, poi, ha evidenziato come, nella fase delle indagini preliminari, i gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'applicazione di una misura cautelare, che devono essere tali da lasciar desumere la qualificata probabilit di attribuzione all'indagato del reato per cui si procede, possono fondarsi sulla dichiarazione di un collaborante, se precisa, coerente e circostanziata, che abbia trovato riscontro in elementi esterni, anche di natura logica, tali da rendere verosimile il contenuto della dichiarazione (Nella specie si ritenuto sufficiente riscontro la convergente e circostanziata chiamata di correo di un altro collaboratore). A tal riguardo, Cassazione, Sez. 1, Sentenza n. 31695 del 23/06/2010 Ud. (dep. 11/08/2010) Rv. 248013, evidenzia che: un collaboratore di giustizia, anche non coimputato o non indagato nello stesso procedimento, pu essere credibile quando ha acquisito le notizie propalate nell'ambito della sfera di criminalit organizzata in cui sia inserito, purch venga accertata l'intrinseca _____________________________________________________________________________ 14

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attendibilit delle sue dichiarazioni, nonch la sussistenza di riscontri esterni, i quali, in caso di pi chiamate convergenti, possono anche consistere nella circostanza che le dichiarazioni riconducano, anche se in modo non sovrapponibile, il fatto all'imputato, essendo sufficiente la confluenza su comportamenti riferiti alla sua persona e alle imputazioni a lui attribuite, cio l'idoneit delle dichiarazioni a riscontrarsi reciprocamente nell'ambito della cosiddetta "convergenza del molteplice". Cassazione, Sez. 1, Sentenza n. 15133 del 03/03/2009 Ud. (dep. 08/04/2009) Rv. 243789, ancora, sottolinea che in tema di chiamata di correo, non sono assimilabili a pure e semplici dichiarazioni "de relato" quelle con le quali un intraneo riferisca notizie assunte nell'ambito associativo, costituenti un patrimonio comune, in ordine ad associati ed attivit propri della cosca mafiosa. Ci posto, nel presente procedimento, il P. M. opera riferimento a diversi contributi venuti da collaboratori di giustizia, quali MOIO Roberto e VILLANI Consolato, lepoca assai recente delle cui propalazioni non ha impedito che siano gi intervenuti pronunciamenti che ne affermano laffidabilit del narrato. Onde evitare inutili ripetizioni, pertanto, si reputa opportuno riportare quanto indicato nella richiesta di misura cautelare, che, in maniera sintetica ma efficace, ha compendiato le valutazioni sinora rassegnate in ordine allapporto dei collaboratori le cui dichiarazioni sono state riversate in atti a sostegno della richiesta di applicazione di misura cautelare. Cos, quindi, il P. M. (ff. 232 e ss.): - Premessa: lattendibilit dei collaboratori Ulteriori conferme della caratura criminale di alcuni degli indagati sono poi emerse dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia. Si accennato in premessa alle dichiarazioni rese da MOIO Roberto nellottobre 10, nellambito del proc.n.259/06 RGNR DDA. Successivamente il MOIO veniva risentito, anche in relazione alle posizioni dei soggetti via via emersi nel corso delle indagini ed aveva modo di confermare ed approfondire le dichiarazioni gi rese. A quelle del MOIO si aggiungevano poi le dichiarazioni rese da VILLANI Consolato. Al riguardo si impongono una serie di considerazioni sulla loro attendibilit Va premesso che i predetti sono stati allo stato considerati entrambi attendibili, tanto da essere sottoposti a programma provvisorio di protezione. A ci si aggiunga che il portato probatorio delle loro dichiarazioni gi stato valutato in ambito processuale [e] posto alla base di provvedimenti giudiziari. Per quanto riguarda VILLANI Consolato, affiliato alla ndrangheta, appartenente alla cosca LO GIUDICE col grado di vangelo, manifestava la propria volont di collaborare con la giustizia e nel corso degli interrogatori resi rendeva dichiarazioni nel corso delle quali cominciava a riferire le sue conoscenze sul contesto mafioso nel quale per anni stato inserito ed ha operato. Si premette che deve ritenersi positivo il giudizio sullattendibilit intrinseca di tali dichiarazioni, per le seguenti ragioni: 1) le dichiarazioni rese hanno il carattere della spontaneit, della verosimiglianza, della logica interna; 2) nel corso degli interrogatori resi, il VILLANI si assunto la responsabilit, seria e consapevole, della commissione di gravi fatti criminosi (anche di omicidio), che mai, dalle indagini espletate, erano stati ricondotti allo stesso; 3) le dichiarazioni rese _____________________________________________________________________________ 15

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sono provenienti da soggetto non motivato da astio nei confronti degli accusati, ma anzi inserito, nella posizione di vertice nella cosca dappartenenza ed entro il medesimo nucleo familiare e, quindi, da sempre sia testimone, sia, soprattutto, autore, anche per averle deliberate ed autorizzate, delle condotte criminose perpetrate dai membri della consorteria: la sua conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o dallaver direttamente deliberato, autorizzato, disposto e preso parte ai fatti, o dallaver direttamente appreso i fatti dai responsabili o dallaver indirettamente ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti pienamente inseriti nel contesto criminale di riferimento. Nutrito lelenco dei provvedimenti giudiziari gi adottati anche sulla base delle dichiarazioni di VILLANI Consolato: 1. decreto di fermo dei PP.MM. del 14/10/2010 nei confronti di CORTESE Antonio cl. 1962; 2. richiesta del 21/10/2010 dei PP.MM. --- competenti in relazione al luogo di esecuzione del fermo --- di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare personale coercitiva nei confronti di CORTESE Antonio per il reato di cui allart. 416 bis c.p.; 3. ordinanza di convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del predetto indagato, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Trieste in data 23/10/2010; 4. richiesta di rinnovazione della misura cautelare del P.M. del 26/10/2010; 5. ordinanza emessa l08/11/2010 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria ai sensi dellart. 27 c.p.p. applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di CORTESE Antonio; Tutti i provvedimenti elencati sono fondati sugli elementi di prova rappresentati dallincrocio delle precise e dettagliate dichiarazioni accusatorie rese dal VILLANI Consolato e da LO GIUDICE Antonino (nato a Reggio Calabria, l01/09/1959; ivi residente in via Zara Is. 32 n. 16), con i riscontri alle stesse acquisiti nel corso delle indagini. Tali provvedimenti, hanno - tra laltro - ricostruito lattuale operativit della cosca LO GIUDICE in seno alla Ndrangheta, riconoscendo la bont, la credibilit, la attendibilit delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia VILLANI Consolato e LO GIUDICE Antonino. A tal proposito, si riportano di seguito: a) lo stralcio dellordinanza emessa in data 02/11/2010 dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria (con riferimento alla posizione di LO GIUDICE Luciano cl. 1974 per il delitto di cui allart. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla attendibilit di LO GIUDICE Antonino:
omissis Passando allesame del contenuto del provvedimento impugnato, le odierne risultanze procedimentali si reggono sul contenuto accusatorio nei confronti dei fratelli LO GIUDICE delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia VILLANI Consolato, figlio di VILLANI Giuseppe e di LO GIUDICE Caterina, a sua volta figlia di LO GIUDICE Domenico, fratello del boss LO GIUDICE Giuseppe cl. 39, padre di LO GIUDICE Antonino e Luciano. omissis E di seguito si richiama il commento del G.I.P: In ultimo, in data 13/10/2010, lo stesso LO GIUDICE Antonino iniziava il suo percorso collaborativo con lA.G., tratto in arresto in quanto raggiunto da O.C.C. nellambito dellodierna inchiesta unitamente a LO GIUDICE Luciano, in questa sede impugnata, che, dopo un atteggiamento iniziale non scevro da una certa reticenza, rendeva dichiarazioni speculari a quelle del VILLANI (cfr. pag. 10 del decreto di fermo a carico di CORTESE Antonio) in ordine alla propria partecipazione a gravi fatti di sangue, alla propria ascesa criminale nella ndrangheta, alla carica raggiunta da ultimo del Vangelo, ai propri stretti rapporti intrattenuti con Pasquale CONDELLO, che aveva ospitato durante la sua latitanza in almeno unoccasione; di avere ricevuto dal CONDELLO la proposta di acquisire un peso maggiore nella gerarchia mafiosa con affidamento di compiti omicidiari e di controllo del territorio di particolare delicatezza; di essersi sottratto a tali

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proposte per la scelta meditata con il proprio gruppo di restare per conto loro, come cellula criminale del tutto autonoma; di avere dato incarico a CORTESE Antonio di collocare lordigno esploso il 3.1.2010 davanti ledificio sede della Procura Generale di questa citt e quello esploso davanti labitazione del Procuratore Generale dr. Salvatore DI LANDRO il 26.8.2010 ed il bazooka fatto rinvenire in prossimit degli uffici di questa Procura; di avergli ordinato in altre occasioni attentati dinamitardi (anche al Bar Arangea, citato dal Villani, ed alla pescheria in via Aschenez) e di averlo personalmente visto confezionare bombe; di essere il reale possessore delle armi sequestrate in occasione dellarresto di CORTESE Paolo Sesto, detenute dal CORTESE Antonio per conto dei LO GIUDICE. In particolare, LO GIUDICE Luciano asseriva che CORTESE Antonio aveva eseguito attentati dinamitardi anche su incarico del primo e, unitamente a questi, e negli anni 2003-2004 CORTESE Antonio si era recato in Austria a prelevare un notevole quantitativo di armi pesanti, circa una trentina, tra cui kalashnikov a colpo singolo. Ancora negava di avere con il fratello un ruolo paritario allinterno della cosca (essendo egli effettivamente in una posizione sovraordinata al Luciano, per come gi emerso), pur ammettendo che il LO GIUDICE Luciano lo aveva sempre aiutato nella gestione dei suoi affari criminali, attribuendogli, ove esplicitamente richiesto di farlo di collocarlo gerarchicamente, il grado di picciotto il primo nella gerarchia mafiosa. Orbene, i predetti dati non meritano particolare commento, trattandosi di una serie cos imponente e granitica di riscontri al dichiarato del VILLANI da non lasciare pi alcun dubbio sulla riconducibilit degli odierni addebiti al LO GIUDICE Luciano, tanto pi che la fonte di interpretazione di quegli accadimenti proprio quella autentica, rispetto ai fatti in commento, e cio le propalazioni di LO GIUDICE Antonino, capo dellomonima cosca in questa sede attribuita al di lui fratello Luciano. In relazione a tali dichiarazioni, le critiche difensive si sono appuntate quasi esclusivamente sulla diversa carica di ndrangheta attribuita dal VILLANI al LO GIUDICE Luciano (la santa) rispetto a quella riconosciutagli dal fratello LO GIUDICE Antonino, che gli attribuiva al pi la do te, senzaltro inferiore, di picciotto. Non si tratta di dato idoneo a svalutare le accuse del VILLANI, atteso che il percorso collaborativo del LO GIUDICE, ancora nella sua fase iniziale (si tratta di dichiarazioni rese lindomani della maturazione della decisione di collaborare), pur fornendo uno spaccato potenzialmente dirompente dello scenario criminale di stampo mafioso degli ultimi anni, deve, come si gi visto, in questa fase embrionale, scontrarsi con le pur istintive umane resistenze volte a tentare di minimizzare il ruolo dei propri cari e familiari, con i quali sino a qualche giorno addietro si condividevano scelte di vita criminale e non, ancorch in termini tali da non negare il vero: la partecipazione del LO GIUDICE Luciano alla cosca in commento. In questottica il giudizio sulle iniziali propalazione del LO GIUDICE, limitatamente a questi aspetti e con riferimento al ruolo che le sue dichiarazioni debbono avere in questa fase (al pi di ulteriore riscontro a quanto gi emerso in modo pacifico dal rimanente materiale indiziario), pu considerarsi positivo;

b) lo stralcio dellordinanza custodiale emessa in data 08/11/2010 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria (con riferimento alla posizione di CORTESE Antonio cl. 1962 per il delitto di cui allart. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla attendibilit di LO GIUDICE Antonino: omissis
Quanto alla credibilit intrinseca ed estrinseca dei collaboratori di giustizia sopraindicati che hanno reso dichiarazioni etero accusatorie nei confronti del Cortese e prima ancora sulla esistenza ed operativit della cosca LO GIUDICE nel reggino la stessa stata gi vagliata e ritenuta dal G.I.P. in sede di emissione del titolo custodiale carico di LO GIUDICE Antonino e LO GIUDICE Luciano per gravissimi reati di appartenenza ad associazione mafiosa nonch da questo Decidente in sede di emissione dellOCC in carcere a carico di MURINA Carmelo. omissis Alle figure gi delineate dei collaboratori di giustizia i cui sintonici e convergenti dichiarati formano, insieme alle altre emergenze che di seguito si esamineranno, la grave piattaforma indiziaria a carico del CORTESE, si allinea la figura di un altro pentito nuovo di zecca LO GIUDICE Antonino, capo dellomonimo clan operante nel quartiere reggino di Santa Caterina. Lelevatissimo spessore criminale del LO GIUDICE emerge prepotentemente da tutto il corredo di atti, richiamati test.

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Le dichiarazioni, coerenti e precise, rese da VILLANI Consolato chiariscono il ruolo di vertice, in seno alla cosca omonima, il quale, a suo dire, attualmente ha il grado del Vangelo, che deve ritenersi ricoperto ben oltre la data del suo arresto avvenuto il 15/09/1991e perdurante sino ad oggi. omissis In data 13/10/2010, LOGIUDICE Antonino manifestava la propria volont di collaborare con la giustizia e, nel corso degli interrogatori del 13 e, soprattutto, del 14/10/2010, rendeva dichiarazioni nel corso delle quali cominciava a riferire le sue conoscenze sul contesto mafioso nel quale per anni stato inserito ed ha operato. Un primo vaglio delle sue dichiarazioni consente di ritenere le stesse munite del carattere della spontaneit, della verosimiglianza, della logica interna. Egli si assunto la paternit di gravi fatti criminosi (anche di omicidio), che mai, dalle indagini espletate, erano stati a lui ricondotti. Le sue dichiarazioni risultano, peraltro, munite del crisma del privilegio per la fonte superprimaria dalla quale esse derivano ossia dal vertice assoluto della cosca omonima, allinterno del nucleo familiare, che rappresenta lo zoccolo duro del clan, e, quindi, da sempre sia testimone, sia, soprattutto, autore, anche per averle deliberate ed autorizzate, delle condotte criminose perpetrate dai membri della consorteria. La sua conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o dallaver direttamente deliberato, autorizzato, disposto e preso parte ai fatti, o dallaver direttamente appreso i fatti dai responsabili o dallaver indirettamente ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti pienamente inseriti nel contesto criminale di riferimento. omissis Le dichiarazioni del LO GIUDICE con riguardo a CORTESE Antonio risultano non solo confermate dal dichiarato di accusa del VILLANI ma anche da una poderosa mole di riscontri che verranno ripercorsi allorquando si tratter specificatamente della posizione del CORTESE. Ma non basta, altre conferme ricevono le chiamate di accusa del LO GIUDICE con riguardo allassociato alla cosca TEGANO, Carmelo MURINA. Costui, raggiunto da OCC in carcere emessa da questo Decidente, in data 1 novembre 2010, stato destinatario di plurime chiamate incrociate provenienti dai collaboratori MOIO, MUNAO, VILLANI, tutte riscontranti LO GIUDICE Antonino. Inutile appare ogni valutazione sulla figura dei collaboranti MUNAO Umbert o, IANNO Paolo e LO GIUDICE Maurizio, la elevatissima credibilit intrinseca ed estrinseca dei quali, vagliata e ritenuta in numerosissimi processi di criminalit organizzata cui hanno dato un contributo poderoso, fa parte ormai del notorio giudiziario. Le circostanze sopra evidenziate con riguardo a tutti i propalanti, i cui dichiarati consentono di tessere la tela indiziaria in ordine alla partecipazione del CORTESE alla cosca LO GIUDICE e, prima ancora, in ordine alla attuale esistenza ed operativit della cosca de qua, tranquillizzano circa la attendibilit soggettiva ed oggettiva di essi. Si tratta di soggetti tutti esponenti di spicco e di primo piano delle cosche di appartenenza. Costoro nel parlare dei TEGANO, o dei loro sottoposti, dei LO GIUDICE e dei loro sottoposti non parlano di un mondo inventato ma del loro mondo, del mondo da loro frequentato e frequentato anche ai pi alti livelli. Ciascuno dei dichiarati, per la parte che consentito conoscere, appare intrinsecamente armonica, coerente con il contesto di vita che hanno ricostruito e con la personalit emersa, e ne emerge la congruenza, nellambito degli interrogatori del PM, dei quali possibile allo stato apprezzare solo alcuni stralci, e la logica espositiva. Sono tutti soggetti privi di precedenti condanne per calunnia n sono riversati in atti o allegati dallindagato CORTESE e/o dagli altri chiamati (CORTESE, LO GIUDICE Antonino e Luciano), che si limitato a sostenere di non sapersi spiegare il perch delle accuse mosse a suo carico dai collaboratori MOIO, VILLANI e MUNAO, elementi dai quali inferire lesistenza in capo a ciascuno di costoro di sentimenti di odio, di malanimo e di vendetta a carico dei chiamati. Anche con riguardo al LO GIUDICE Antonino, che pure durante il suo stato di libert declamava la sua volont di fare piazza pulita, con ogni mezzo, dei suoi compari ndranghetisti, si pu agevolmente osservare che tanto sosteneva al fine di potere avere pi ampi spazi di operativit criminale, a questo punto, invero, inutili avendo egli avviato la sua carriera di collaboratore di giustizia. Ciascuno dei collaboratori quindi soggetto che ha conosciuto dallinterno la cosca di appartenenza e che ha lavorato per essa anche nei momenti pi difficili e cruenti della

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guerra di mafia (LO GIUDICE, MOIO, MUNAO, IANNO), che si reso responsabile in passato di gravissimi fatti delittuosi. Ed proprio questa lunga militanza ora nelle fila teganiane e destefaniane ora nelle fila condelliane, ora nelle fila della cosca LO GIUDICE, che ha fruttato ai vari VILLANI, MOIO, LO GIUDICE Maurizio una succulenta ascesa nella scala gerarchica guadagnata sul campo, la quale ultima diventa fonte di notizie preziosa ed assai attendibile. Alle stesse conclusioni si perviene con riguardo al LO GIUDICE Antonino ed allo IANNO Paolo da sempre al vertice dei sodalizi di appartenenza. Le dichiarazioni di ciascuno di essi sono connotate, pertanto, dai requisiti della congruenza interna, logica, ed esterna, cio della plausibilit e verosimiglianza obiettive e storiche, della spontaneit, autonomia e dal carattere diretto delle conoscenze esposte ed anche laddove alcune notizie fossero riferite de relato, tuttavia esse risultano, comunque, apprese in prima persona nellambito criminale di interesse, da parte di altri soggetti che vi appartenevano e che le comunicavano come fonte prima. Quanto ai riscontri esterni e al livello di essi si gi riferito delle numerose conferme esterne che i loro dichiarati hanno rinvenuto ma quel che in questa sede interessa il dato che essi si confermano e si riscontrano reciprocamente. Parimenti affidabili soggettivamente ed altamente credibili sono i pentiti ormai storici LO GIUDICE Maurizio, MUNAO e IANNO, che hanno fornito apporti preziosi in numerosi processi di criminal it organizzata del nostro distretto giudiziario e la cui attendibilit intrinseca ed estrinseca stata gi notoriamente vagliata e ritenuta da molte AAGG. Tutti si sono autoaccusati di fatti gravissimi e vantano un pedigree criminale di tutto rispetto che li ha resi teca preziosa ed inesauribile di conoscenze di innumerevoli fatti delittuosi, a moltissimi dei quali hanno personalmente preso parte. Daltro canto, la loro privilegiatissima posizione ed il loro non comune osservatorio (si rammenta che IANNO, gi capo del locale di Gallico stato braccio destro durante la guerra di mafia del boss supremo CONDELLO Pasquale) tranquillizza sulla elevata attendibilit anche quando riferiscano di fatti conosciuti ed appresi de relato perch comunque appresi da fonti primarie privilegiatissime in contesti seri ed importanti in cui nessun ruolo pu giocare lo scherzo, la spavalderia, lelaborazione fantasiosa o la millanteria;

Continua, cos, il P. M., affrontando il tema della attendibilit dei collaboratori. Il discorso fatto per VILLANI Consolato pu essere ribadito anche per MOIO Roberto. Questultimo cominciava la sua collaborazione nel settembre 10, a seguito dellarresto subito in esecuzione della cd.Operazione Agathos. Anche per il MOIO positivo il giudizio sullattendibilit intrinseca delle sue dichiarazioni, per le seguenti ragioni: 1) le dichiarazioni rese hanno il carattere della spontaneit, della verosimiglianza, della logica interna; 2) nel corso degli interrogatori resi, il MOIO si assunto la responsabilit della commissione di gravi fatti criminosi (anche di omicidio), che mai, dalle indagini espletate, erano stati ricondotti allo stesso; 3) le dichiarazioni rese sono provenienti da soggetto non motivato da astio nei confronti degli accusati, ma anzi inserito in posizione di assoluto rilievo entro la cosca TEGANO, dovuta al rapporto di parentela diretto con TEGANO Giovanni e TEGANO Pasquale e, quindi, da sempre sia testimone che autore delle condotte criminose perpetrate dai membri della consorteria: la sua conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o dallaver direttamente preso parte ai fatti o dallaver direttamente appreso i fatti dai responsabili o dallaver indirettamente ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti (i frateli TEGANO) posti al vertice della propria organizzazione. A ci si aggiunga che anche le dichiarazioni del MOIO sono state utilizzate e positivamente vagliate nellambito di una pluralit di provvedimenti giudiziari ed in particolare: a) decreto di fermo dei PP.MM. del 07/10/2010 nei confronti di LO GIUDICE Antonino cl. 1959; b) richiesta dei PP.MM. dell08/10/2010 di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare personale coercitiva nei confronti di LO GIUDICE Antonino cl. 1959 e di LO GIUDICE Luciano cl. 1974 per il reato di cui allart. 416 bis c.p.; _____________________________________________________________________________ 19

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c) ordinanza di non convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dei predetti indagati, emessa dal G.I.P. in data 09/10/2010; d) ordinanza del Tribunale del Riesame del 02/11/2010 di conferma della ordinanza del G.I.P. sub c). Tutti provvedimenti fondati sugli elementi di prova rappresentati dallincrocio delle precise e dettagliate dichiarazioni accusatorie rese da VILLANI Consolato, MOIO Roberto e LO GIUDICE Antonino con elementi di riscontro alle stesse acquisiti nel corso delle indagini (dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia, attivit di intercettazione telefonica ed ambientale, documentazione, ecc.). Nonch: a) decreto di fermo dei PP.MM. del 27 ottobre 2010 nei confronti di MURINA Carmelo, cl. 1964; b) richiesta dei PP.MM. del 30/10/2010 di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare personale coercitiva nei confronti di MURINA Carmelo, cl. 64, per il reat o di cui allart. 416 bis c.p.; c) ordinanza di non convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dei predetti indagati, emessa dal G.I.P. in data 01 novembre 2010. Anche tali provvedimenti sono fondati sugli elementi di prova rappresentati dallincrocio delle precise e dettagliate dichiarazioni accusatorie rese da MOIO Roberto, VILLANI Consolato e LO GIUDICE Antonino. A tal proposito, anche per il MOIO si riporta lo stralcio lo stralcio dellordinanza custodiale emessa in data 08/11/2010 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria (con riferimento alla posizione di CORTESE Antonio cl. 1962 per il delitto di cui allart. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla attendibilit di VILLANI Consolato, MOIO Roberto e di LO GIUDICE Antonino:
Quanto alla credibilit intrinseca ed estrinseca dei collaboratori di giustizia sopraindicati che hanno reso dichiarazioni etero accusatorie nei confronti del Cortese e prima ancora sulla esistenza ed operativit della cosca LO GIUDICE nel reggino la stessa stata gi vagliata e ritenuta dal G.I.P. in sede di emissione del titolo custodiale carico di LO GIUDICE Antonino e LO GIUDICE Luciano per gravissimi reati di appartenenza ad associazione mafiosa nonch da questo Decidente in sede di emissione dellOCC in carcere a carico di MURINA Carmelo. altre conferme ricevono le chiamate di accusa del LO GIUDICE con riguardo allassociato alla cosca TEGANO, Carmelo MURINA. Costui, raggiunto da OCC in carcere emessa da questo Decidente, in data 1 novembre 2010, stato destinatario di plurime chiamate incrociate provenienti dai collaboratori MOIO, MUNAO, VILLANI, tutte riscontranti LO GIUDICE Antonino. Si tratta di soggetti tutti esponenti di spicco e di primo piano delle cosche di appartenenza. Costoro nel parlare dei TEGANO, o dei loro sottoposti, dei LO GIUDICE e dei loro sottoposti non parlano di un mondo inventato ma del loro mondo, del mondo da loro frequentato e frequentato anche ai pi alti livelli. Ciascuno dei dichiaranti, per la parte che consentito conoscere, appare intrinsecamente armonica, coerente con il contesto di vita che hanno ricostruito e con la personalit emersa, e ne emerge la congruenza, nellambito degli interrogatori del PM, dei q uali possibile allo stato apprezzare solo alcuni stralci, e la logica espositiva. Sono tutti soggetti privi di precedenti condanne per calunnia n sono riversati in atti o allegati dallindagato CORTESE e/o dagli altri chiamati (CORTESE, LO GIUDICE Antonino e Luciano), che si limitato a sostenere di non sapersi spiegare il perch delle accuse mosse a suo carico dai

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collaboratori MOIO, VILLANI e MUNAO, elementi dai quali inferire lesistenza in capo a ciascuno di costoro di sentimenti di odio, di malanimo e di vendetta a carico dei chiamati. Anche con riguardo al LO GIUDICE Antonino, che pure durante il suo stato di libert declamava la sua volont di fare piazza pulita, con ogni mezzo, dei suoi compari ndranghetisti, si pu agevolmente osservare che tanto sosteneva al fine di potere avere pi ampi spazi di operativit criminale, a questo punto, invero, inutili avendo egli avviato la sua carriera di collaboratore di giustizia. Ciascuno dei collaboratori quindi soggetto che ha conosciuto dallinterno la cosca di appartenenza e che ha lavorato per essa anche nei momenti pi difficili e cruenti della guerra di mafia (LO GIUDICE, MOIO, MUNAO, IANNO), che si reso responsabile in passato di gravissimi fatti delittuosi. Ed proprio questa lunga militanza ora nelle fila teganiane e destefaniane ora nelle fila condelliane, ora nelle fila della cosca LO GIUDICE, che ha fruttato ai vari VILLANI, MOIO, LO GIUDICE Maurizio una succulenta ascesa nella scala gerarchica guadagnata sul campo, la quale ultima diventa fonte di notizie preziosa ed assai attendibile. Alle stesse conclusioni si perviene con riguardo al LO GIUDICE Antonino ed allo IANNO Paolo da sempre al vertice dei sodalizi di appartenenza. Le dichiarazioni di ciascuno di essi sono connotate, pertanto, dai requisiti della congruenza interna, logica, ed esterna, cio della plausibilit e verosimiglianza obiettive e storiche, della spontaneit, autonomia e dal carattere diretto delle conoscenze esposte ed anche laddove alcune notizie fossero riferite de relato, tuttavia esse risultano, comunque, apprese in prima persona nellambito criminale di interesse, da parte di altri soggetti che vi appartenevano e che le comunicavano come fonte prima. Quanto ai riscontri esterni e al livello di essi si gi riferito delle numerose conferme esterne che i loro dichiarati hanno rinvenuto ma quel che in questa sede interessa il dato che essi si confermano e si riscontrano reciprocamente.

Ci posto, quanto come sopra evidenziato nella richiesta di applicazione di misure cautelari non pu che essere condiviso da questo Ufficio, che, daltra parte (per come si coglie dalla lettura degli stralci dei provvedimenti che sono stati emessi e vengono richiamati nella richiesta ai quali si aggiungono altri, successivi, che analoghe valutazioni hanno operato ), ha gi affrontato la questione dellattendibilit dei nuovi collaboratori in diverse ordinanze (con conferma, peraltro, da parte del Tribunale per il Riesame), nelle quali, in maniera sintonica, si evidenziato come, sia con riguardo al MOIO, sia con riferimento al VILLANI, possa ritenersi superato il vaglio relativo alla credibilit dei dichiaranti ed allattendibilit intrinseca della loro chiamata. E, infatti, le dichiarazioni rese dal VILLANI e dal MOIO hanno il carattere della spontaneit, della verosimiglianza e della logica interna. Nel corso degli interrogatori resi, poi, per quanto emerge allo stato, si sono assunti la responsabilit in ordine a gravi fatti criminosi, che mai, dalle indagini espletate, erano stati ricondotti agli stessi; dette dichiarazioni provengono da soggetti non motivati da astio nei confronti degli accusati, ma, anzi, inseriti in posizione di evidente importanza nella ndrangheta reggina, luno in posizione di rilievo nella cosca TEGANO (dovuta al rapporto di parentela diretto con TEGANO Giovanni e TEGANO Pasquale), laltro espressione dellarticolazione di essa che la cosca LO GIUDICE, dotato del grado di Vangelo, e, quindi, da sempre, sia testimoni sia autori delle condotte criminose perpetrate dai membri delle rispettive consorterie facenti parte della ndrangheta: la loro conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o dallavervi direttamente preso parte o dallavere direttamente appreso i fatti stessi dai responsabili o _____________________________________________________________________________ 21

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dallavere, indirettamente, ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti posti al vertice dellorganizzazione, con i quali costoro chiaramente interagivano. Ci posto, nella specie, occorre confermare il particolare rilievo delle propalazioni del MOIO, che appare fonte qualificata in quanto, come detto, soggetto intraneo allarticolazione della ndrangheta che la cosca TEGANO, pienamente a conoscenza non solo delle dinamiche della stessa ma anche di quelle che la vedevano (e vedono) interagire, in maniera sinergica ed unitaria, con le altre articolazioni territoriali. Sodalizio, questo, storicamente vicino alla cosca LIBRI, con la quale lalleanza risale alle guerre di mafia degli anni 90, che videro i DE STEFANO TEGANO ed i LIBRI CARIDI opposti, nel medesimo schieramento, a quello che vedeva riuniti i CONDELLO SERRAINO. Parimenti rilevanti, poi, le dichiarazioni rese dal VILLANI, soggetto di rango della locale criminalit organizzata, le cui affermazioni in merito allorganigramma delle consorterie cittadi ne poggiano, evidentemente, sulla sua risalente affiliazione alla ndrangheta, con ruolo peraltro di spessore, e, pertanto, sulla conseguente compiuta conoscenza, da parte del predetto, delle dinamiche e delle persone che in essa operano (e dei rispettivi ruoli). E che, nella specie, mostra buona conoscenza della consorteria sulla quale rende dichiarazioni, anche per aver avuto occasione di interagire con il CARIDI Antonino in relazione ad unestorsione praticata nei confronti di un suo conoscente, per il quale aveva richiesto lintervento del capo cosca. N, per vero, allo stato degli atti, emerge dato da cui poter inferire che i due collaboratori siano soggetti portatori di astio o malanimo nei confronti dei soggetti chiamati in causa. Deve essere, dunque, confermata, in ragione della posizione dei dichiaranti allinterno delle cosche di ndrangheta di riferimento, la rilevanza probatoria delle dichiarazioni su fatti e circostanze relative alla vita dellassociazione mafiosa di appartenenza, frutto di patrimonio conoscitivo comune (in quanto inerente fatti che erano di interesse comune per gli associati di ndrangheta). 2. C) Le dichiarazioni delle persone offese dei reati di cui ai capi B) e B) bis, C) e C) bis. Al riguardo, occorre considerare che Cassazione, Sezione 2, Sentenza n. 770 del 28/11/2007, dep. 9/1/2008, Rv. 239499, evidenzia che, in tema di misure cautelari personali, nella valutazione delle dichiarazioni della persona offesa non si applica la regola della necessaria presenza di riscontri esterni, dal momento che esse hanno natura indiziaria soltanto nel senso che concorrono alla formazione di un giudizio di probabilit di colpevolezza, e non anche che si differenziano concettualmente dalle prove. Ancora, Cassazione, Sezione 5^, sentenza n. 27774 del 26/4/2010, dep.16/7/2010, Rv.247883, ribadisce che, in tema di misure cautelari personali, le dichiarazioni _____________________________________________________________________________ 22

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accusatorie della persona offesa, ancorch costituita parte civile, possono integrare i gravi indizi necessari per l'applicazione della custodia cautelare in carcere, senza necessit di riscontri oggettivi esterni ai fini della valutazione di attendibilit estrinseca (la Corte ha riaffermato che la valutazione del giudice deve essere, in ogni caso, caratterizzata da rigore e prudenza). E, nel caso di specie, le dichiarazioni rese dallonorevole Giovanni NUCERA nel verbale di s. i. t. in atti appaiono connotate da credibilit soggettiva ed oggettiva, caratterizzandosi per la precisione nella descrizione delle condotte riferite come poste in essere dagli indagati PLUTINO e CONDEMI, per la coerenza e per lassenza di profili di illogicit e, ci che pi rileva, di ragioni di rancore o di astio. Lesposizione del politico, che pur non cela forti stati emotivi, la seria preoccupazione per lincolumit propria e della famiglia, la paura vissuta per la tanica fattagli ritrovare sul cofano dellauto e per le successive condotte minatorie del CONDEMI, dirette a lui stesso o al figlio, sono tutte circostanze descritte in maniera contenuta, senza enfasi, e non lasciano trasparire intenti calunniatori, ci anche considerato come non sia stato nascosto il rapporto di risalente legame politico con il PLUTINO e di conoscenza con il CONDEMI, da subito indicato come soggetto di rango criminale. Ma, in ogni caso, a confermare la credibilit della predetta persona offesa concorrono le risultanze delle altre sommarie informazioni acquisite in atti e gli esiti dellattivit di intercettazione svolta nel corso delle indagini. Analoghe sono, a ben vedere, le considerazioni che possono essere svolte con riferimento alla posizione del BASILE Raffaele, la cui narrazione degli eventi di cui al capo C) appare egualmente connotata da misura nella descrizione, precisione e coerenza del narrato. 3) I PREGRESSI RISULTATI INVESTIGATIVI IN ORDINE ALLA COSCA BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO Esposti i criteri guida nella lettura del materiale indiziario pu passarsi ad affrontare quanto osservato dal P. M. nella richiesta di custodia cautelare, non prima di aver indicato le emergenze di pregresse indagini che hanno visto, recentemente, affermata la sussistenza dellarticolazione di ndrangheta oggetto dellodierna contestazione sub A). Pare, pertanto, necessario richiamare alcuni passaggi dellordinanza Alta Tensione, della quale la presente, come detto in premessa, rappresenta la naturale evoluzione e prosecuzione. Orbene, in quel provvedimento, al capo A), era contestato, tra gli altri, a CARIDI Antonino, CARIDI Santo Giovanni, ZINDATO Giovanni il reato di cui allart.416 bis, commi 1, 2, 3, 4 e 5, C. p., per aver fatto parte dellassociazione a delinquere di tipo mafioso denominata ndrangheta e, in particolare, della cosca BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO, operante nellambito della pi ampia cosca LIBRI, finalizzata, con la cosca ROSMINI e quella SERRAINO, al controllo dei quartieri di Modena, Ciccarello e S. Giorgio Extra di Reggio _____________________________________________________________________________ 23

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Calabria, previa spartizione tra gli stessi, sulla base di deliberati mafiosi, del territorio dinfluenza e delle attivit criminali da perpetrare sullo stesso; ci, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omert che ne deriva per commettere delitti come omicidi, estorsioni, danneggiamenti, detenzione e porto illegale di armi, anche da guerra ed esplosivi; per acquisire in modo diretto o indiretto il controllo e la gestione di attivit economiche, di concessioni di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici e comunque per realizzare per s e per altri profitti e vantaggi ingiusti. Nella cosca BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO, a CARIDI Antonino, CARIDI Bruno, CARIDI Santo Giovanni, ZINDATO Francesco e ZINDATO Andrea Gaetano era contestata la qualifica di promotori e capi del sodalizio. ZINDATO Giovanni, invece, ne rispondeva quale partecipe, essendo uomo di fiducia di CARIDI Santo Giovanni, col compito di accompagnare il predetto agli incontri con esponenti mafiosi di altre zone territoriali, come OPPEDISANO Domenico e PESCE Vincenzo, nonch di fare da elemento di collegamento tra CARIDI Santo Giovanni ed il fratello CARIDI Bruno. Era contestata anche laggravante della disponibilit e delluso delle armi, con epoca di commissione del reato indicata dallaprile 2000 per CARIDI Bruno, CARIDI Santo Giovanni e QUARTUCCIO Vincenzo (cfr. Sentenza Wood) e dal luglio 2007 per C ARIDI Antonino (cfr. Sentenza Testamento). Appare, dunque, opportuno richiamare alcuni stralci di quel provvedimento, efficaci nel delineare lattuale operativit del sodalizio oggetto della contestazione associativa sub A), che mutua la sua descrizione da quella di cui al detto titolo coercitivo (convalidata, allo stato, anche dallintervenuta recentissima pronuncia di decreto dispositivo del giudizio, pure allegato in atti). Si osservava, in particolare, nellordinanza (ff. 225 237), quanto segue:
Conclusioni sulladdebito associativo Gli elementi raccolti, e sino al momento analiticamente esposti, quali emergenti in primo luogo dallimponente attivit di captazione di conversazioni svolta nel presente procedimento o in questo comunque utilizzata e valorizzata, consentono di giungere a conclusioni dotate del carattere della certezza in merito allasse portante della costruzione accusatoria: lesistenza di una compagine associativa connotata in senso mafioso imperante sul territorio in osservazione, riproducente nella sostanza i caratteri descritti nella contestazione in fatto articolata dal PM. Gli elementi utili a convalidare tale conclusione, peraltro, non si limitano a quelli esposti nel presente capitolo; ma comprendono (n potrebbe essere diversamente date le peculiari caratteristiche dei delitti-fine) tutti quelli raccolti e analiticamente commentati nelle parti del presente provvedimento relative alla ricostruzione di episodi di estorsione e danneggiamento che, nel contesto osservato, si dimostrano pi che ragionevolmente, per svolgimento, finalizzazione e modalit esecutive, espressione effettiva e attuale del controllo sul territorio esercitato dal gruppo e del

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prelievo forzoso da questo effettuato delle risorse economiche del luogo, secondo modalit note alla sociologia e alla cronaca prima che al diritto. Da tutti tali elementi si desume dunque lesistenza di un gruppo soggettivo relativamente ampio, costituito da personaggi profondamente legati fra loro da vincoli talvolta di parentela e sempre di contiguit documentati in modo inequivoco dalle conversazioni captate, e stretti da rapporti la cui solidit e il cui significato emerge dalla ricognizione delle vicende in cui, di volta in volta, essi appaiono coinvolti e cointeressati. I rapporti fra tali soggetti sono certamente connotati, oltre che da una contiguit che percepibilmente si nutre di interessi diversi da quelli della pura e semplice amicizia, ma per contro illuminata nei suoi reali caratteri dal riflesso delle attivit, invero di qualificazione inequivocabile, ricostruibili sulla scorta dei dati di prova a disposizione. Del resto, proprio quanto osservato qualche paragrafo fa in merito alla circolazione di notizie, fra i soggetti coinvolti nellinchiesta, circa lattivit della polizia giudiziaria e dei poteri pubblici in genere, come pure ladozione delle cautele descritte e la condivisione della cura per il reimpiego dei proventi delle attivit poste in essere dai personaggi maggiormente inseriti nel sistema economico locale e per loccultamento delle risorse, danno la misura di quanto sia diffuso e condiviso, nel circuito personale osservato, un complesso dinteressi che trascende quello del singolo, come pure travalica la singola operazione, illecita o apparentemente lecita (se di copertura o reimpiego), per qualificarsi come pertinente a unentit di maggiore dimensione, connotata da requisiti di stabilit e continuit che ripetono tali caratteristiche da quella dellattivit svolta. Il complesso di tali attivit, poi (e il riferimento sia a quelle per le quali gli elementi a disposizione hanno consentito lelevazione di imputazioni specifiche, sia a quella parte maggiore di eventi cui il riferimento figura solo per indizio, per quanto concludente), costituisce con evidenza lo strumentario tipico dei modi di agire dei gruppi associativi connotati in senso mafioso: linchiesta, invero, raffigura un numero sufficiente di estorsioni, danneggiamenti ragionevolmente spiegabili soltanto con la proiezione verso finalit estorsive, operazioni di condizionamento degli operatori economici, di pressione sulle amministrazioni locali e dinfiltrazione nel tessuto economico, attivit volte al reimpiego di capitali e alla creazione di evidenze imprenditoriali fittizie e di fenomeni dinterposizione nella titolarit di beni, perch una simile conclusione sia convalidata. E quindi chiara lesistenza di un gruppo di soggetti legato al territorio e volto alla perpetrazione di una serie di delitti di varia natura, ma tutti finalizzati alla sottrazione di risorse al territorio, attraverso una filosofia a met strada tra il fiscale e il parassitario, attuata con modalit violente: modalit il ricorso alle quali solo talvolta necessario, in generale essendo diffuso nel territorio il metus nei confronti di un gruppo cos potente. Con ci resta confermata la ricorrenza di un altro dei requisiti della contestazione associativa elevata dallAccusa: la pratica, da parte di tale gruppo di soggetti, di un metodo mafioso, incentrato sulla capacit dintimidazione scaturente dalla consapevolezza, diffusa nel territorio signoreggiato, della pervasivit di un potere occhiuto, spregiudicato e violento, lacquiescenza al quale percepita come ineluttabile al fine di evitare conseguenze anche di estrema gravit; che si pone come alternativo al complesso di regole disciplinanti la comune convivenza e che ripete la sua forza dalle capacit militari, dalla predisposizione alla violenza dei sodali e dalla capacit di resistere anche ai poteri pubblici e alla forza della legge, in ci essendo agevolato dal clima di omert costituente dato sociologico e costantemente osservato del contesto territoriale e sociale in esame.

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I caratteri sopra osservati replicano pressoch scolasticamente la descrizione della fattispecie incriminatrice di cui allart. 416 bis del codice penale. Si vedr appena oltre come il gruppo in argomento sia strettissimamente embricato a realt mafiose di diversa origine e composizione, tanto da potersi dire che, sotto molteplici riguardi, esso agisca talvolta come un gruppo unico, tanto contigui appaiono gli interessi delle diverse compagini. Per quello che riguarda la composizione personale del gruppo medesimo, nel corso dellesposizione sono indicati gli elementi scaturenti dallattivit dindagine, e in particolare da quella dintercettazione telefonica, utili a mostrare la riferibilit ai soggetti raggiunti dalla contestazione associativa elevata dal PM di condotte particolarmente qualificanti in chiave associativa: cio direttamente ricollegabili allattuazione del programma dellassociazione e congruenti con i fini che questa si propone. Come emerge dalla ricognizione di tali elementi, quali analizzati nelle parti del presente provvedimento giudicate pi congrue per la trattazione dei diversi argomenti (alle quali si rinvia in questa sede), per tutti i soggetti specificati nel capo dimputazione sub A si registra il coinvolgimento, in alternativa, o in delitti costituenti esplicazione del programma criminoso, o in attivit che tali delitti presuppongono (quali la riscossione di somme), o nellattivit di reimpiego dei capitali, dintermediazione imprenditoriale o interposizione nella titolarit o disponibilit di beni, o in attivit economiche comunque strategiche per membri dellassociazione, o nellattivit di controllo, di acquisizione dinformazioni, di sorveglianza, di tutela degli interessi del gruppo, o in attivit di disciplina e controllo dei livelli delinquenziali inferiori: in ogni caso attivit attuative del programma anche in parti minu te e congruenti con gli interessi del gruppo, la cui effettuazione, atteso il carattere assolutamente non equivoco delle stesse, non pot ragionevolmente essere percepita dagli interessati se non come aderente al programma e agli scopi condivisi dal gruppo. In pi di un caso, poi, i passi intercettati consentono di cogliere i tratti di unattivit di programmazione e di definizione degli equilibri del gruppo, dello svolgersi delle attivit di questo, della composizione dei contrasti insorti nel contesto delle attivit svolte, dei rapporti con altri gruppi delinquenziali, sullo sfondo del pi completo panorama associativo reggino, che, lungi dal potersi considerare mere discussioni accademiche, valgono immediatamente a rivelare ladesione del loquente alle logiche decisionali e operative della consorteria; e in qualche caso a rivelare altres, attraverso la dimostrata prossimit alle istanze decisionali del sodalizio, il rango ricoperto dal soggetto di volta in volta coinvolto nelladdebito associativo, nei termini proposti dalle contestazioni in fatto. Ne deriva, nei confronti di costoro, la ricorrenza di una situazione indiziaria largamente sufficiente allapplicazione della chiesta cautela, con leccezione della posizione di FERRITO Mauro, in relazione alla quale limpossibilit di pervenire alla sicura ricostruzione della vicenda in tema di armi dante materia alla contestazione di cui al capo L preclude la possibilit di attribuire allindagato in questione il ruolo assegnatogli dalla non convalidabile, quanto alla posizione in esame, impostazione accusatoria. La collocazione della cosca nel panorama delinquenziale del territorio A conclusione della rassegna degli elementi che hanno consentito di delineare i tratti della consorteria mafiosa per cui causa, di definirne per profili importanti i suoi equilibri interni e di ricostruire segmenti rilevanti della sua attivit, devono riportarsi e brevemente valutarsi una serie di ulteriori dati che confluiscono in questo procedimento provenendo da diversi e recenti inchieste di vasto respiro.

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Tali inchieste, note con i nomi convenzionali di Meta e Crimine, appaiono portatrici di elementi di conoscenza di notevole rilievo proprio per lampiezza dei procedimenti cui hanno dato origine: ampiezza dovuta non soltanto alla estensione della dimensione soggettiva (sono decine e decine, infatti, i soggetti colpiti dai due provvedimenti), ma sopra tutto dallapproccio, dalle finalit e dai risultati delle indagini, che per la prima volta, in misura relativamente ridotta per la prima operazione (avente per oggetto la potente cosca CONDELLO, di primaria importanza nel panorama mafioso reggino) ma notevolissima per la seconda, giungono a fornire una descrizione unitaria del fenomeno mafioso noto come ndrangheta, del quale viene per la prima volta, con tale ultima operazione, proposta una lettura complessiva, incentrata sul ravvivamento di unaggregazione di una molteplicit di cosche, presenti sullintero territorio nazionale e cono proiezioni estere, unificate sotto il controllo di organismi di vertice fortemente strutturati e accomunate dal rispetto di comuni procedure, prassi operativi, riti, strategie, interessi, risorse. Gli esiti di tali inchieste, che si nutrono di unimponentissima messe di intercettazioni di conversazioni, corroborate da attivit dinvestigazione per cos dire tradizionale, hanno una ricaduta anche nella presente inchiesta, nella misura in cui permettono di cogliere almeno i tratti della collocazione della consorteria per cui oggi procedimento nella vastissima e articolata galassia delinquenziale della provincia. Per certi versi, gli elementi offerti da queste inchieste hanno una valenza descrittiva, molte delle conversazioni riguardando temi affatto generali e addirittura questioni diplomatiche riguardanti i rapporti fra i diversi, se pur in tesi collegati, sodalizi; ma nellambito di questa massa di elementi si colgono dati estremamente precisi, in grado di proiettare una luce risolutiva anche sui snodi importanti dellattivit della consorteria di cui al capo A dellepigrafe e sullattivit e attuale posizione di soggetti di spicco allinterno della stessa. Anche in questo caso si ritiene opportuno seguire la tecnica espositiva consistente nel riportare i dati dindagine quali proposti dalla procedente PG (generalmente come veicolati nella richiesta cautelare, che in questo caso quella che il PM deposita nellagosto scorso), per poi evidenziare i profili e gli spunti suscettibili di acquisire rilevanza, e talvolta decisivit, sul piano indiziario in rapporto agli addebiti sottoposti a verifica. Come in altri passi del presente provvedimento, si noter che nei brani riportati alcune delle conversazioni dinteresse sono omesse (rinviando tanto lorgano di PG quanto il Requirente agli allegati alle informative, contenenti le trascrizioni estese), figurando per un sunto efficace del dialogo e la citazione di passaggi particolari. Oltre a fornire una localizzazione della consorteria BORGHETTO-CARIDIZINDATO nellattuale panorama criminale del luogo, gli elementi consentono altres di aver per certo come nella compagine associativa giochino un ruolo di rilievo CARIDI Antonino e ZINDATO Giovanni. Quanto al primo, va subito specificato che al tempo della formulazione della prima richiesta cautelare non era in dubbio che lo stesso fosse il punto di riferimento primario del gruppo; soltanto, gli elementi sopraggiunti hanno mostrato, come si vedr oltre, che egli mantiene fattivamente tale ruolo anche in costanza dello stato di detenzione. Parte principale dei dati di cui si tratta si riferisce alle figure dei citato CARIDI Antonino (che evidentemente resta sullo sfondo nelle conversazioni, essendo appunto detenuto), CARIDI Santo Giovanni, che si gi notato rivestire un ruolo di assoluto rilievo nella consorteria e ZINDATO Giovanni: e il punto dinteresse dato dai rapporti con il c.d. capocrimine OPPEDISANO Domenico, la cui figura delineata principalmente, e da ultimo, nellambito del proc. 1389/08 R.G.N.R. D.D.A.. Nelle informative riportate nella richiesta cautelare la PG incaricata delle indagini si esprime nei termini che seguono.

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Le indagini condotte nellambito del procedimento penale nr. 1389/08 RGRN mod.21 DDA, cd PATRIARCA, hanno consentito di tratteggiare lassetto strutturale della ndrangheta, rivelando ruoli, compiti, mansioni e mandati ben precisi in relazione ad una molteplicit di soggetti, alcuni dei quali gi coinvolti in pregresse attivit investigative, altri invece ritenuti estranei al detto contesto criminale. Ci che emerge con forza lesistenza di una organizzazione unitaria, strutturata gerarchicamente, che si basa sul controllo del territorio in maniera capillare, e che dispone di importanti articolazioni sia sul territorio nazionale che a livello transnazionale. Le acquisizioni investigative di seguito illustrate sono il risultato di una prolungata attivit dintercettazione telefonica ed ambientale, supportata da servizi di osservazione, controllo e pedinamento, che hanno permesso di raccogliere elementi utili a delineare lesistenza di unorganizzazione malavitosa di stampo ndranghetista, avente base strategica in Calabria (segnatamente nella provincia di Reggio Calabria) con attive ramificazioni sia nel Nord Italia (segnatamente in Piemonte, Liguria, ma soprattutto in Lombardia nellhinterland milanese) sia allestero con propaggini in Svizzera (nella zona di Zurigo) e in Germania (segnatamente nelle citt di Francoforte, Singen ed in altre localit), ma anche in altri stati. In queste localit, come si avr modo di rilevare, stato replicato il modello strutturale della ndrangheta calabrese. Le suddette ramificazioni criminali, seppur dotate di apparente autonomia, relativamente alle classiche forme di manifestazione mafiosa, in realt sono rigidamente dipenden ti alla ndrangheta della provincia di Reggio Calabria. Il complesso delle acquisizioni investigative offre uno spaccato inedito della ndrangheta. Dalle intercettazioni, per voce degli stessi esponenti, si apprende di organismi (provincia, mandamento, societ, locale), di gradi (sgarrista, santista, vangelo), nonch di ruoli (cariche) che danno ununica chiave di lettura del fenomeno ndrangheta nella prospettiva di una struttura unitaria gerarchicamente organizzata. Le decisioni vengono comunque prese nellarea geografica della provincia di Reggio Calabria nel rispetto rigoroso di regole e procedure, lasciando tuttavia alle articolazioni esterne ampi margini di autonomia nella gestione delle attivit criminali sul territorio su cui insistono. Tale struttura di ndrangheta, avvalendosi della forza di intimidazione e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omert che ne derivano dedita alla commissione dei delitti, tra i quali traffico di sostanze stupefacenti i cui proventi vengono successivamente investiti e riciclati attivit commerciali e/o imprenditoriali specie nel Nord Italia, ove riesce a infiltrare il tessuto economico imponendosi nel settore del movimento terra, finanche a insediarsi allinterno, e quindi gestire, imprese pulite in difficolt economica. In tale contesto di particolare pregio risultano le intercettazioni ambientali captate sia nellautovettura di OPPEDISANO Michele cl. 1969, nipote di OPPEDISANO Domenico, sia nellappezzamento di terreno dello stesso OPPEDISANO Domenico, che in occasione dei colloqui del detenuto OPPEDISANO Pasquale, fratello del suddetto Michele. La strategia investigativa si rivelata particolarmente fortunata poich i controlli hanno interessato principalmente soggetti anche di altissimo spessore nel contesto criminale oggetto di osservazione, titolari di un pari bagaglio di conoscenze. Le complessive risultanze di tali attivit investigative consentono di ricostruire non solo alcuni dati salienti della storia della ndrangheta della provincia reggina, ma anche di acquisire utili informazioni sulla attuale e pi recente struttura della stessa e sullintero organigramma. In sintesi si pu rilevare che lorganizzazione ndrangheta ricomprende un vertice, denominato provincia, e ben tre mandamenti ( quello Tirrenico, quello del Centro, e quello Jonico), allinterno dei quali sono individuabili vari locali di ndrangheta, organizzati sempre su base territoriale. Per quanto riguarda i locali che si trovano

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fuori dallambito territoriale di Reggio Calabria, essi rispondono alla provincia direttamente o attraverso locali di uno dei tre mandamenti reggini. Punto di riferimento dellintera organizzazione criminale, e per tutti i mandamenti sopra descritti, senza dubbio alcuno OPPEDISANO Domenico (prima caposociet e poi capocrimine della ndrangheta). Nel contesto delineato OPPEDISANO Domenico1 mantiene un ruolo di vertice. Egli, ancorch allepoca non ancora identificato, figura agli atti del proc. nr. 14/98 cd. Armonia. In quel contesto tale Mico OPPEDISANO viene indicato, nel corso di una conversazione ambientale, quale destinatario di una carica di ndrangheta. La posizione baricentrica occupata dallOppedisano ha valorizzato notevolmente lesito delle acquisizioni investigative. Infatti stata ricostruita la fitta tratta di rapporti tra gli esponenti delle cosche dellintera provincia (e relative articolazioni nazionali e transnazionali), alla base della struttura organizzativa individuata: sono emersi contatti tra gli OPPEDISANO con GATTUSO Nicola della cosca FICARA/LATELLA e con CARIDI Santo della cosca LIBRI/CARIDI, nonch contatti con altre famiglie di ndrangheta della fascia jonica reggina. E in questo quadro che si registrano, nelle conversazioni intercettate, riferimenti estremamente significativi al ruolo ricoperto da CARIDI Antonino (che si noter costituire ancora un punto di riferimento effettivo del gruppo anche nella considerazione del circuito delinquenziale maggiore), mentre si traggono elementi ulteriori a carico della posizione di CARIDI Santo Giovanni, il cui ruolo nellambito della cosca risulta elevato in importanza e rilievo proprio in ragione dellattuale carcerazione del fratello CARIDI Antonino. Il rango e la collocazione della cosca, poi, sono rivelati dai contatti intrattenuti appunto da CARIDI Santo Giovanni con OPPEDISANO Carmelo, il citato capocrimine, le conversazioni intercorse col quale sono, come si noter, prodighe di dati di assoluto rilievo. Nello stesso contesto, si colgono i tratti dellinserimento attivo nella consorteria di ZINDATO Giovanni, quale uomo di fiducia di CARIDI Santo, presente in occasione di incontri al vertice di elevatissimo rilievo e qualificazione (sintende: tra il CARIDI e lOPPEDISANO), e incaricato di compiti di rilievo nellambito delle attivit ancora del CARIDI. Particolare rilievo rivestito dal dialogo intercorso il 31 gennaio 2009 in occasione dellincontro tra CARIDI Santo e OPPEDISANO Domenico: incontro al quale, assai significativamente, ha modo di assistere lo ZINDATO, e che interamente dedicato alla trattazione di temi, vicende e argomenti riferibili alla vita delle associazioni criminali di riferimento dei conversanti e della ndrangheta in generale. Che non si tratti di scambi di opinioni meramente colloquiali o di disquisizioni sociologiche circostanza che, al di l della rispettosa familiarit dei toni, che si fonda sul mutuo riconoscimento di rango e rilevanza (sintende anche da parte dellOPPEDISANO nei confronti del CARIDI) conclusione legittimata dallesame data dalla rassegna degli argomenti trattati, che spaziano dallesame di principi generali dellordinamento e degli assetti mafiosi alla considerazione e allanalisi di problemi specifici, quali quelli attinenti al conferimento delle cariche, agli equilibri interni, ai dissapori fra i gruppi e altro. Questi gli stralci dinteresse. Trascrizione integrale della registrazione ambientale 104, dalle ore 14:30:06 alle ore 15:30:10
1 Nato a Rosarno il 05.12.1930, ivi residente in via Palermo nr. 9

linea 1204, progressivo

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Don MICO: non mi ricorco chi me lo ha detto... se me lo ha detto... questo me lo ha detto qualcuno di l... hanno detto che...(inc)...non gli manca nulla, io ho detto.. guardate, il problema a Reggio, sono in una maniera tale, che francacmente, eh... quelli che hanno il potere, praticamente, gli sembra che quando un giovanotto, si estende un p di pi, e si fa un poco di amicizie, pi largo, gli sembra a loro... (riferendosi ha quelli che hanno potere) "che il giovane possa avere amicizie pi di loro e pi di altri", per questo ho detto io... questo qu il motivo...cose sbagliate ! CARIDI: Io nemmeno... CARIDI: che gli uomini non vanno neanche ...inc... neanche ...inc.... chi uomo e ha un problema con uno di noi altri se la vede lui OPPEDISANO: se la vede lui certo CARIDI: se poi non buono o non capace si siede in una parte "compare vedete che non sono capace" OPPEDISANO: ...inc.... CARIDI: vedete ...inc.... OPPEDISANO: ecco esatto si CARIDI:...inc.... OPPEDISANO: e all' .....inc........ loro due ...inc... (incomprensibile da 14:52:14 a 14:52:25) posso essere d'accordo con compare CICCIO e compare CICCIO la deve vedere che deve tornare indietro e "nmi nci fannu u ...inc..." un altra volta!? e non cosi! Ecco perch vi dico io le cose si mettono male. Certamente quando dovete trovare un gruppo di uomini, di "riggitani" e che accettino che hanno ...inc.... questi due? Io non mi posso sedere li, per l'amore! CARIDI: per me nemmeno, per me no, io gi gliel'ho detto.... OPPEDISANO: eh eh eh eh CARIDI:....io gi gliel'ho detto.... OPPEDISANO: mi dispisce, mi dispiace CARIDI:io gi gliel'ho detto.... se erano.... inc...ci sono gli uomini.... OPPEDISANO: abbiamo ...inc.... questi qua hanno uomini, mi ha fatto la mossa, ... hanno uomini.... CARIDI: che se li tengano OPPEDISANO: ma per , a questo punto qua, per questi qua non sono uomini .... uomini attivi ...inc.... e lo sparano.... se lo devono sparare CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ...inc.... offesa, non una vergogna per loro stessi nel caso portano avanti, mettono avanti a questo qua per farlo saltare nel fosso CARIDI: e poi....inc..... Il primo sbaglio gi cominciato alla madonna due anni fa quando c'era... quando eravamo la che dovevamo andare .... ha preso...inc... quando si aggiustato come avevate detto voi ... si aggiustato...inc... OPPEDISANO: lo so, lo so [14:56:34] CARIDI: perch siamo rimasti con una parola due ore prima con compare ROCCO e per me era cos, poi arrivato lui e si aggiustato OPPEDISANO: si si lo so CARIDI: io, non sapendo tante cose gli ho detto io ...inc... [14:56:44] per lo sbaglio lo ha fatto lui OPPEDISANO: si...inc... la sotto...inc.... guardate. Prima venuto nel mio coso passato da la ..... dal santolucoto .... non so.... inc... qua sotto ... inc... amici miei,

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sono paesani miei qua...inc... io non che sono venuto... gli ho detto ... non che sono venuto per parte della SOCIETA', io sono venuto per la madonna perch vengo tutti gli anni ... sono venuto pure..... inc... fatti...per i fatti miei [14:57:15]. Poi arrivato compare CICCIO. Voi siete qua sotto io sono salito questa mattina, voi ve ne salivate la sopra e la CARICA ve la prendevate pure. Io non sono venuto per la CARICA. .....inc.... io mi sono partito coi paesani miei, mi parto da qua per vedere la madonna che mi interessa a me la CARICA. Le CARICHE si fanno altrove prima [14:57:36] CARIDI: prima OPPEDISANO:prima si fanno e poi si pensa ...inc... CARIDI: io non sapevo io quelle cose le ho prese la OPPEDISANO: ...inc.... CARIDI: che io non le sapevo prima se no non partivo proprio ...inc.... CARIDI: secondo voi questo poteva stare alle regole [14:58:25] OPPEDISANO: ecco perch vi dico io! CARIDI: io come....inc... non ne conosco .... ne a voi ne a quegli altri OPPEDISANO: si si si CARIDI: io cammino per fatti miei ...inc... col mio nome....inc... OPPEDISANO: estatto CARIDI: ...inc... se me lo fate vedere ...inc.... OPPEDISANO: io... qua da noi in un certo senso, in un certo senso.... CARIDI: e chi mi chiama vado gli ho detto io. Qualsiasi buon amico che io ritengo che hanno piacere e che io ritengo che merita io presenzio, dove ..... OPPEDISANO: si si si CARIDI: .... che mi chiamano OPPEDISANO: vedete non .. a questo punto qua non che noi .... guardate per la societ che ci litigiamo (fonetico "sciarriamo") CARIDI:no. ...ci raccogliamo che siamo un gruppo di amici ...inc.... OPPEDISANO: ...inc... ci raccogliamo per essere amici tutti quanti assieme per ripettarci l'un l'atro no che "jarmamu carretta" l'uno all'altro ....inc.... CARIDI: ....inc..... GIOVANNI: se no dobbiamo cambiare i [14:59:10] ...inc.... quello che dice, quello che dice la SOCIETA' si deve fare OPPEDISANO: si deve fare e basta quello GIOVANNI: ....inc.... OPPEDISANO: guardate, non c' padrone, non c' padrone, assieme siamo una famiglia CARIDI:...inc..... OPPEDISANO: per ogni paese in una famiglia assieme CARIDI: una famiglia, dal nenato fino al padre sono sempre una famiglia OPPEDISANO: sempre una famiglia CARIDI: ora se quello neonato e quello grande ..... OPPEDISANO:una famiglia. Una famiglia non che ... c' il padrone, no c' il ripetto CARIDI: bravo, bravo il rispetto OPPEDISANO: uno pi anziano, c' il rispetto e mano a mano girando insomma arriviamo tutti la, a girando a girando CARIDI: e la famiglia..... OPPEDISANO: ....inc..... [15:00:09] Praticamente non e che... Noi, guardate a Rosarno siamo oltre 250 [15:00:13] ....inc..... CARIDI: ....inc.....

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OPPEDISANO: e quante ....inc..... famiglie qua e comandate CARIDI: cero, certo OPPEDISANO: ....a FRANCESCO ...inc.... [15:00:22] ...oinc... CARIDI: ...inc... una persona giusta come a voi OPPEDISANO: ...inc.... che andiamo riscaldando la ..... CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ..... che abbiamo famiglie... che ce ne sono da una parte e ce ne sono dall'altra...... CARIDI:si OPPEDISANO:.....nel mezzo, guardate qua...inc... loro subito...inc... fare pace CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ....inc..... ecco per ci vi dico io un paese come Rosarno ...inc...(s' detto?) centro vero e proprio .... sempre a numero ..inc... poi buca "u santinu" pure qua ...inc...... arriva qua ....inc... arriva qua, un paese pure di commercio capite la nave arriva qua avete capito! [15:01:05] e quindi .... quindi o ci comportiamo bene, tutti ci dobbiamo comportare bene, non c' che.... se meritate, se merita una cosa non che gli diciamo no. Se lo merita un posto stai tranquillo che lo ha... CARIDI: certo, senza che cerca OPPEDISANO:eh eh dobbiamo sapere noi se pu o non pu CARIDI: uno quando chiamato risponde ... sono presente sono ...inc... OPPEDISANO:esatto, esatto, ..... ma non [15:01:39] (fonetico "mu trascura") perch vedete ci sono tempi, il giovane l'avvenire, diciamo praticamente noi, Io a mano a mano ...inc... (si sovrappongono le voci) e mi devo coricare CARIDI:. normale ....inc.... storia (si sovrappongono le voci) GIOVANNI: .... quello che abbiamo parlato ora OPPEDISANO: mi devo coricare... a mamo a mano devo dare strada al giovane CARIDI:certo OPPEDISANO: se io ancora dopo anni di SGARRO .... devo prendere al giovane e lo devo prendere ...quello che ...inc.... come quello che ....inc..... come ...inc.... CARIDI: certo [15:02:06] OPPEDISANO: giusto? Non che deve aspettere che me ne vada io e poi.... inc.... anticipatamente ..... deve essere avviato il giovane CARIDI: e qui mi pare a me..... OPPEDISANO: ...inc... la vogliono sempre, sempre loro CARIDI: ...inc... OPPEDISANO: senza di loro non..... non vero GIOVANNI: purtroppo la natura cosi [15:02:23] si giovani e si vecchi. OPPEDISANO: E' si vecchi....non c' niente da fare... in quella maniera GIOVANNI: La colpa non la nostra eh... OPPEDISANO:Si si... per ricordati...sapate il perch ? perch a mio avviso non c' l'unit... Io quando sono venuto a Reggio...Compare Ciccio ce l'ha con me pure per il fatto che sono venuto a Regggio, non invitando quell'altro Nicola, e sono venuto a Reggio per la discussione sempre per il fatto...(inc)... no ? Noi siamo venuti l... ma se noi fossimo colpevoli, del fatto che siamo arrivati l quella giornata... e avvessimo fatto una decisione di qualcosa...nell'assessenza di ...(inc)... o di un'altro, allora giusto ...(inc)... noi non abbiamo fatto niente proprio, ci hanno invitato abbiamo mangiato e basta... senza nulla nei confronti di uno e nei confronti di un'altro... [15:03:14] abbiamo dato quelle cariche e basta... abbiamo ristabilito soltanto... una ...(inc)... ai responsabili i Reggio... [15:03:23] volevano ristabilire..(inc)... che tutti si sono prese le cariche, hanno le cariche a Reggio, non hanno chiesto nemmeno il

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permesso...nasoste (fonetico "ammucciati")...(inc).. la carica... per non se ne prendono nei paesi... GIOVANNI: Ah... non se ne prendono dei paesi ? OPPEDISANO: Tutta la responsabilit... io l'ho detto sempre... se 150 assieme...sono uomini e sono responsabili a Reggio, si discute la facenda... si vede... facendo insieme con questi uomini responsabili... in un certo senso si pu ristabilire una cosa...ma invece in questo modo... non partecipande eh eh... CARIDI: ...(inc)... OPPEDISANO : no no non cos... CARIDI: le cose non vanno avavnti... CARIDI: Per guardate, se sono stati lasciati un pochettino cos, perch pensando, che dall'et che hanno... o perlomeno io li conoscevo...(inc)... per io non ho fatto casino, problemi con nessuno...(inc)... OPPEDISANO: si si certo ognuno ha i problemi suoi... CARIDI: non che se ho problemi vado a raccontarli a tutti... io sono in grado se c' qualcosa, ringraziando a Dio, di sbrigarmela da solo... io, per certi...(inc)... penso che arriveranno a pensare e a capire, se sono chiacchere o non sono chiacchere... invece...(inc)... OPPEDISANO: Continuado... continuando continuando...(inc)... CARIDI: Ora ringraziando Dio uscito Carmelo... OPPEDISANO : E' uscito Carmelo ? (si sovrappongono le voci)...(inc)... se prende una posizione, per me guardate... (Caridi parla sopra le parole di OPPEDISANO rendendo incompresibile il dialogo)... CARIDI: con i LOCALI in questi giorni ci incontriamo, e discutiamo certe cose. OPPEDISANO eh...eh... CARIDI: Io con Voi... qundo volete... OPPEDISANO: si... per me quando mi mandate l'ambasciata, per noi siamo pronti.. CARIDI: per quanto riguarda...(inc)... io gli ho detto che non li conosco, io sono...(inc)... con il mio nome, con il mio cognome, e con il mio lavoro, fate quello che volete... a me se viene un buon amico, che per me merita, la porta sempre aprta. OPPEDISANO: certo...! CARIDI: fino a quando non sbaglia con me, se sbaglia con voi rispondete voi...(inc)...(si sovrappongono le voci di CARIDI e di OPPEDISANO). OPPEDISANO: se l'errore c'... guardate, uno giusto deve punire, se l'errore al livello di...(inc)... ma se noi abbiamo un'affere tutti e due, e non l'abbiamo capito tutti e due...(inc)... niente, ma...(inc)...prima a livello di pidocchioso, se sbagliavi o non sbagliavi praticamente, dicevi un'infamit, facevi tragedie...(inc)... CARIDI: giusto !! OPPEDISANO: Queste cose, sono le cose pesanti... tragedie, infamit...e... CARIDI: si... si... si... OPPEDISANO: capite... queste qu sono le cose pesanti,e allora se uno fa queste cose qu...(inc)... CARIDI:..(inc)... quindi togliamolo del tutto ( fonetico "cacciamulu du tuttu"). OPPEDISANO: a casa uno se ne deve andare e basta... perch con noi non pu stare, ma se io vi ho detto, e voi ve la site segnata la cosa, che magari... non s l'affare... CARIDI: ma se state facendo un'affare voi, che centra, voi siete diretto l, non devo mica dare conto a te...(inc)... o qunquo se li fanno loro mica qualcuno gli domanda.

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OPPEDISANO: eh... qualcuno gli domanda ? Giusto.... e perci vi dico io...sono cose che si devono ragionare per... ragionare alla perfezione...associazione per tutti praticamente...(si sovrappongono le voci) CARIDI: ...(inc)... OPPEDISANO: soprattutto perch la strada unica, non che tu sei in una strada ed io in un'altra, devono seguire tutti la stessa strada...quelli che fanno parte...poi... se non la vedono, se non la vedono non che... giusto ? pu stare pure per gli affari suoi... poi se non gli piacciono, praticamente quelle...(inc)... si sta per gli affari suoi, e nessuno lo tocca, il locale se lo tiene per gli affari suoi, avete capito com' ? OPPEDISANO: ma vedete... vedete quanto sono miserabili le persone ? se io vi devo dare una lira a voi no.., vi devo dare una lira...(inc)...tu a me devi dare una lira, perch siamo rimasti che tu mi devi dare una lira, ma io, che cerco, che io a voi una lira non ve la d, ve ne d mezza lira, mi rivolgo a voi, vedete che mi ha cercato una lira quello, e voglio dargliene mezza...(inc)... CARIDI: quelli sono i pi miserabili... OPPEDISANO: per una lira ci siamo messi d'accordo, e una mi devi dare... una lira ci siamo messi d'accordo, e una mi devi dare, e basta non ne voglio pi sapere...(inc)... a me deve dare una lira e una lira mi deve dare, voi avete cercato..(inc)... voi siete morto, voi siete morto, poi la lira glielo data a lui..(inc)... perch non gliel'ha data prima la lira... la lira... e quello non moriva... CARIDI: quando gi c'era il morto, prima deve scappare il morto... OPPEDISANO: tu lo hai invocato per fare una cosa a loro praticamente, no... (Caridi parla in sottofondo ma incomprensibile)... tu ci scrivi, perch poi aspettavi che si deve prendere la parcella pure lui, e cosa ha preso quel giorno...(inc)... perlui 20 gli doveva dare e 20 gliene ha dovuto dare, 20 mila euro, sono 20 mila, e 20 mila gli ha dato... gli ho detto io non ammazzo te, a te non ti ammazzo, io ti faccio morire di crepa cuore, ti ammazzo il figlio ti ammazzo, io ti ammazzo prima il figlio, e muori di crepa cuore tu... CARIDI: certo... OPPEDISANO: sono 20, e 20 mi devi dare... (in sottofondo Caridi dice: 20 sono e 20 mi devi dare)... poi glieli ha dati... GIOVANNI: ...e quest'altro dignit non ne aveva... OPPEDISANO: ...sei malandrino..? sei talmente "SBIRRAZZO"...(inc)... (la voce di CARIDI in sottofondo vine coperta dalle parole di Don Mico e da rumori) TRASCRIZIONE INTEGRALE DELLA REGISTRAZIONE AMBIENTALE NR. 105 LINEA 1204 PROGRESSIVO 105 DALLE ORE 15:30:06 ALLE ORE 15:49:13 CARIDI:purtroppo la vita ...inc.... per tutti e la cosa pi brutta quando ...inc.... con gli anziani...... inc... (sovrapposizione di voci) OPPEDISANO:... inc... (sovrapposizione di voci) CARIDI:....inc..... con tutto il rispetto per voi.... inc.... deve avere piacere di vedervi e di discutere ...inc..... io poi per l'anzianit stravedo. per le persone anziane perch mi piace parlare come stiamo parlando con voi che mi sto scialando UOMO:..... per quando non c'..... inc..... fare cos CARIDI: .... INC...... CARIDI: compare Mico il discorso uno solo ....inc.... a Reggio non conviene, questo poco ma sicuro (ride) OPPEDISANO: ...inc... guardate noi facendo e ridendo ....inc.... facciamo ...inc.... a Nicola, una botta di sessanta eravamo non che ci raccoglievamo nel ristorante

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...c'erano uomini nei tavoli la ...... lui prendeva e coglioneggiava ....inc... ...inc.... sessanta ci siamo raccolti ...... quando sono venuti, quando ...inc... dove dare le cariche, chi deve andare, chi non deve andare ma tutti in accordo non rimane ...inc... un altra cosa ...inc.... CARIDI: ....inc.... OPPEDISANO: .....inc...... CARIDI: normale OPPEDISANO: ...inc.... che sfantasia. Non c'era mai, mai.... questo rimane tra noi ...inc.... CARIDI: bello cos ....inc.........(sovrapposizione di voci) OPPEDISANO: .....inc.........(sovrapposizione di voci) se avevate la carica...non avevate la carica! insomma con l'accordo facciamo tutte cose giusto?! e quindi perci noi, gli uomini che erano pi liberi praticamente per potere camminare ......... CARIDI: ...inc..... CARIDI: ora vediamo ....inc..... OPPEDISANO:perch si devono fare le cariche nuove pure ....inc.... mi dovete fare tutte cose ...inc..... CARIDI:....inc.... si fanno le cariche nuove...inc..... OPPEDISANO: ..... inc..... agli uomini che hanno la possibilit di camminare CARIDI: certo OPPEDISANO: non che voi vi prendete una responsabilit e non potete uscire fuori da ......inc.... CARIDI: ...... e vi nascondete dietro la porta... o quando c' una cosa..... OPPEDISANO:........dovete camminare CARIDI: bravo! OPPEDISANO: eh! CARIDI: che ci sono persone che sanno quello che hanno e una decisione ancora non l'hanno presa OPPEDISANO: ecco esatto, esatto. Non c' niente di vergognare ...inc... figli giovani.... inc... bisogna parlare ...inc... tutto il mondo come abbiamo fatto ....inc.... CARIDI: e poi se esce un giovane che dice qua le cose devono cambiare .... OPPEDISANO: ...inc... CARIDI: ...facciamo le ...inc... scavallare. Ma non cos! non cos OPPEDISANO: ...inc... cambiare, a cambiare, le nuove generazioni devono cambiare UOMO: siamo...inc.... CARIDI: non va bene perch ...inc.... rischio ...inc... loro sai che ...inc.... OPPEDISANO: l'anziano, l'anziano..... inc.... c' un accordo che disponibile e dove va va..... CARIDI: ma giusto di testa pure OPPEDISANO: ecco giusto ...inc.... veramente che disponibile ma se hai un impegno o non puoi camminare allora che cazzo te la prendi a fare la responsabilit? CARIDI: bravo, bravo Altamente significativo, poi, appare il fatto che lincontro tra il CARIDI e lOPPEDISANO, presente lo ZINDATO, abbia come epilogo la visita dei tre ad altro esponente di spicco della ndrangheta locale, il rosarnese PESCE Vincenzo, capo dellomonima cosca, al quale il CARIDI viene presentato come il fratello di NINO CARIDI; genero di MICO LIBRI. Che il ruolo di vertice di CARIDI Antonino sia costantemente riconosciuto circostanza rivelata per concludente indizio dal fatto che lo stesso titolato a conferire cariche di ndrangheta.

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Il dato emerge chiaramente dalla lettura di un dialogo intercettato sulla autovettura in uso a GATTUSO Nicola, soggetto coinvolto nelle inchieste di cui si detto in esordio, tra lo stesso GATTUSO e CARIDI Santo Giovanni. Questa la ricostruzione dellepisodio riportata nella richiesta cautelare. In una conversazione avvenuta sulla Mercedes di Nicola Gattuso in data 29 Febbraio 2008 (prog.408 RIT DDA 1205/07), si palesa sempre di pi la stretta collaborazione tra lo stesso Gattuso e Santo Caridi, nonch la comunione di intenti con la cosca Iamonte, tanto da stare realizzando una faccenduccia a Melito. Dopo che Santo Caridi gli racconta che questa mattina stava andando a Sinopoli per il fatto di tale Michele, Nicola Gattuso gli racconta che due giorni prima ha incontrato Nucera Antonio, nato a Condofuri il 16.11.1955 (mi ha visto Tot.Vostro compare). Santo gli chiede di cosa abbiano parlato, e Nicola risponde che gli ha detto di sapere che a San Giorgio era tutto fermo, riferendosi al conferimento di nuove doti di ndrangheta (gli ho detto io, so che tutto fermo a San Giorgio). Nicola aggiunge che Nucera gli ha detto che dovrebbero conferire delle cariche (Eh dice...dobbiamo fare qualche operazione...) e Nicola ha fatto finta di non sapere nulla. Nucera gli ha poi risposto di esserne a conoscenza (lo so pure io e allora), ed allora Gattuso ipotizza che possa averglielo detto Santo (si vede che glielo avete detto voi). Caridi allora ribatte che ne avevano parlato tempo addietro, e che comunque lui sa che non il momento (..inc.. l'altra volta. Lo sa pure lui che tutto fermo.) e che parla proprio per ottenere informazioni (Lui cerca ..inc.. per scavare e vedereTipo che sa no) . La problematica delle cariche, del resto, una costante di molte conversazioni; e proprio nel prosieguo di quella appena riassunta emerge la prospettiva della promozione in favore di CARIDI Santo, anticipata al GATTUSO da OPPEDISANO Michele, nipote del capocrimine OPPEDISANO Domenico. Di seguito si riporta il sunto della parte di rilievo del dialogo. Passando a raccontare quanto riferitogli dallOppedisano, Nicola dice che su Reggio Calabria ad essere in primo piano saranno: lui (CARIDI Santo) ed altre duetre persone appartenenti a famiglie Buone mentre rester escluso Paolo. Il Paolo in questione MEDURI Paolo, in considerazione del fatto che i due interlocutori ne fanno riferimento, dicendo che ormai ha una certa et n.d.r. anziano - (A voi ve l'ha detto MicheleSi, si, che sarete in primo piano, voi, due, tre persone a Reggio di FAMIGLIE buone, perch inutilecompare Paolo).

Appare quindi condivisibile la chiosa conclusiva del PM, per il quale sembra quindi prospettarsi in capo al CARIDI Santo una posizione di maggiore rilievo in seno alla famiglia di San Giorgio, seppure sempre e comunque subordinata a quella del fratello CARIDI Antonino, destinato a riprendere in mano le redini della cosca nel momento stesso in cui verr scarcerato, a testimonianza di come - nonostante la carcerazione - non sia venuta meno lappartenenza al sodalizio criminale, il carisma e la capacit decisionale. Del resto, nel prosieguo della conversazione, GATTUSO Nicola ricorda al CARIDI Santo che quando uscir suo fratello (CARIDI Antonino) si dovr considerare soltanto questultimo come punto di riferimento (Quando esce vostro fratello dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi). E del resto, con particolare riferimento al problema del conferimento delle cariche di mafia, costantemente ribadito che sia proprio CARIDI Antonino il soggetto a ci titolato. Significativo, in tal senso, il passo del dialogo riassunto come segue.

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Nel prosieguo della conversazione emergono chiaramente quali siano le cariche assunte da Nicola allinterno dellorganizzazione criminale. In particolare, Nicola commenta negativamente il fatto che MEDURI abbia riferito al padre di Nicola le cariche di ndrangheta possedute dal figlio e cio IL PADRINO e LA CROCIATA (Solo che poi gli ha detto " 'Ndria, te lo devo dire prima che lo sai da altri, tuo figlio ha questo e questo ".PADRINO, E COSO...... LA CROCIATA). GATTUSO Andrea si sarebbe lamentato di questo fatto con Nicola, il quale per giustificarsi gli avrebbe detto che a dargli la carica era stato CARIDI Antonino, ma il padre lo avrebbe corretto facendogli notare che le cariche conferitegli erano due e non una (Gli ha detto questo fatto. Mio padre, in prima l'ha presa a male con me, <<come mai, quando l'avete fatto!?>> "Pap", gli ho detto, mi ha fatto Nino Caridi una sera. Ci siamo trovati un un posto e ha voluto fare questo FIORE." <<E come, UN FIORE, qua DUE FIORI, non uno>>.) Che il potere di CARIDI Antonino non sia meramente onorifico, o che il riferimento allo stesso non sia una mera rievocazione o sia riferito al tempo in cui il CARIDI non era ristretto dato rivelato da un passaggio estremamente illuminante di una conversazione intercorsa ancora tra GATTUSO Nicola e CARIDI Santo in tempi recenti (13 settembre 2008, prog. 2875 RIT DDA 1205/07) e coincidenti con la condizione di detenzione di CARIDI Antonino, allorch (sono le parole del PM) lo stesso Gattuso invita Caridi Santo (in auto con lui) a portare con loro anche Rotta Vincenzo (E ROTTA dov'? Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete). Ma Caridi risponde che prima ne parler con il fratello Antonino (Io voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima), evidenziando con tale comportamento il fatto che sia proprio lui a dirigere lassociazione, anche se detenuto. Si tratta, in questo caso, di un dato decisivo, che mostra come un dettaglio anche relativamente minuto (lassociare un soggetto, in questo caso tale ROTTA, a unattivit evidentemente di qualche rilievo sia oggetto al previo assenso di CARIDI Antonino, evidentemente contattabile anche in costanza di detenzione (pu fondatamente presumersi attraverso colloqui e comunque con modalit in s previste dalla legge): assenso di tale rilievo da dover essere ricercato e ottenuto anche da un soggetto dotato di elevate responsabilit, nellambito del gruppo, come CARIDI Santo. Ci che se ne desume la conferma dellattualit e delleffettivit dello svolgimento del ruolo apicale allinterno del circuito associativo indagato da parte di CARIDI Antonino a onta dello stato di carcerazione. Sul punto, appena il caso di rilevare che per giurisprudenza costante sussiste compatibilit assoluta tra lo stato di restrizione in carcere, imputabile a un addebito associativo, e la possibilit di perdurante e effettiva appartenenza alla stessa famiglia mafiosa, a condizione che in punto di fatto risulti la partecipazione del detenuto alla vita e allattivit dellassociazione e la prosecuzione della c.d. affectio societatis; e che tale situazione di fatto pu costituire legittimo presupposto per una nuova contestazione di associazione mafiosa, posto che la partecipazione allorganismo associativo non necessariamente interrotta dalla sopravvenuta carcerazione (il principio confortato, esemplificativamente, da Cass. I, 23 novembre 2000, n. 12907 Rv. 218440, come anche da VI, 17 gennaio 2003, n. 6262, Rv. 227710 e da IV, 7 dicembre 2005, n. 2893, Rv. 232883). Alla luce dei dati esposti, possono quindi condividersi le conclusioni del PM, che sintetizza efficacemente i termini della posizione del CARIDI come segue. Nei contenuti dei vari colloqui intercettati, in cui si parla del CARIDI Antonino, appaiono manifestarsi tutti gli elementi variamenti richiamati dalle sentenze sopra emarginate: vi prova della precedente affiliazione; vi prova della permanente esistenza della cosca; manca, a contrariis, qualsiasi prova o mera notizia di dissociazione da parte del soggetto in questione; permane evidente laffectio societatis rispetto al sodalizio mafioso; sussistono contributi oggettivamente apprezzabili sia di

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tipo organizzativo che morale; vi levidente disponibilit a riprendere in mano le redini della famiglia una volta terminato lo stato di carcerazione. Sussiste quindi a carico del CARIDI una situazione di gravit indiziaria in ordine al delitto di cui al capo A. Conclusioni di analogo segno devono formularsi quanto alla posizione di ZINDATO Giovanni, in merito alla quale la richiesta in esame, oltre al dato, gi registrato ed illustrato, della partecipazione dello stesso allincontro tra lOPPEDISANO e CARIDI Santo, espone quanto appresso si riporta, mutuando a sua volta estesi passi dalle informative di reato in atti. Si gi visto sopra come nel corso dellindagine Crimine sia emerso il coinvolgimento di ZINDATO Giovanni, accompagnatore del CARIDI Santo Giovanni ad i veri e propri summit mafiosi avvenuti tra questultimo, il capo-crimine OPPEDISANO Domenico ed il principale esponente della cosca PESCE di Rosarno, PESCE Vincenzo: summit durante i quali si parlava in termini inequivocabili di ndrangheta, affrontando una serie di problematiche rilevanti (come lorganizzazione sul territorio, lattribuzione di gradi, i rapporti tra le varie cosche) ed ai quali, come gi evidenziato, lo ZINDATO, lungi dal restare estraneo, partecipava personalmente, prendendo parte attiva alle conversazioni tra i presenti, testimoniando cos la particolare affidabilit e considerazione goduta in seno al sodalizio ndranghetistico. A tali elementi, gi ampiamente dimostrativi del pieno inserimento dello ZINDATO nellambito criminale oggetto del presente procedimento, si aggiungono i rilievi ulteriori di cui allinf.va della Sq.Mobile del 9.8.10 che testimoniano ulteriormente il ruolo dello ZINDATO Giovanni quale fiduciario di CARIDI Santo Giovanni ed intermediario tra questultimo e CARIDI Bruno: un coinvolgimento tale da fare temere allo stesso ZINDATO Giovanni di poter essere sottoposto a misura cautelare da un momento allaltro (verosimilmente proprio il provvedimento di fermo poi emesso nellambito delloperazione Crimine), inducendolo per questo anche a rendersi temporaneamente irreperibile a cavallo del periodo in cui sarebbe dovuta essere eseguita la stessa. /

Le considerazioni rassegnate da questo Ufficio con lordinanza denominata Alta Tensione denotano, quindi, con margini di certezza, la correttezza della contestazione cautelare di cui al capo A), evidenziando, in maniera del tutto coerente alle emergenze indiziarie rappresentate nel corpo di quel provvedimento, la sussistenza dellarticolazione della ndrangheta definita cosca BORGHETTO CARIDI ZINDATO, la quale opera nel contesto della pi ampia cosca LIBRI, imponendo la sua egemonia nella zona sud di questa citt, specie nel quartiere di San Giorgio, che rappresenta, per cos dire, il teatro delle condotte delittuose che sono state disvelate dallulteriore segmento investigativo curato dalla P. G. operante. Prima di affrontare la parte della richiesta dedicata alle risultanze che non solo convalidano lassunto (cui gi si era pervenuti con il citato provvedimento) dellesistenza ed attuale operativit della cosca BORGHETTO CARIDI ZINDATO, ma ne evidenziano ulteriori protagonisti ed altre condotte delittuose che sono espressione del metodo mafioso pervicacemente esercitato per conseguire il capillare controllo del territorio, occorre, tuttavia, aprire uno squarcio, per vero _____________________________________________________________________________ 38

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inquietante, sulla politica regionale e cittadina, che finisce col divenire momento quasi centrale dellindagine, siccome riveler lintero dipanarsi delle emergenze investigative. Si avr modo di analizzare quella che, a ben vedere, della cosca appare una vera e propria proiezione nel settore istituzionale, in particolare allinterno del Comune di Reggio Calabria. Con dati indiziari che connotano tale presenza come certamente risalente nel tempo e non riconducibile esclusivamente alla campagna elettorale della scorsa primavera. Il cui clima, per il segmento che stato monitorato, viene plasticamente rappresentato dapprima nel certosino lavoro della Squadra Mobile, condensato nelle due informative del 26/7/2011 e del 23/9/2011, e, successivamente, nella richiesta di cautela che, con indubbia efficacia ed evidente capacit di sintesi, quelle emergenze riassume e riconduce a contestazioni gravissime, la cui fondatezza appare evidente, per come si avr modo di cogliere nellanalisi del materiale indiziario, che tinge di foschi colori il quadro dellesercizio delle libert fondamentali in questa citt. Senza indugiare su valutazioni sociologiche (che, per quanto intimamente connesse alladdebito per cui si procede, sarebbero affrettate, attesa la fase processuale), si passa ad esaminare un caso che appare, almeno allo scrivente, singolare, pur nella sua gravit, atteso come protagonisti del reato siano due politici, rispettivamente quali indagato luno e quale persona offesa laltro. E non si tratta certo di una lite tra uomini in vista dello stesso partito o di bieche questioni di alleanze allinterno di fazioni di una compagine politica, ma di una duplice contestazione di estorsione (consumata e tentata) Si passa, pertanto, ad esaminare le contestazioni ora indicate. 4. I FATTI ESTORSIVI IN DANNO DEL CONSIGLIERE REGIONALE GIOVANNI NUCERA. A PLUTINO Giuseppe e CONDEMI Domenico sono contestate le seguenti provvisorie imputazioni: Capo B) Agli artt.81, 61 n.10), 629 c.p. e 7 della L. 203/01, perch, in concorso tra loro, mediante la minaccia implicita derivante dallappartenenza del CONDEMI allassociazione mafiosa denominata ndrangheta ed in particolare al sodalizio denominato cosca Libri-Caridi di cui al capo che precede, costringevano NUCERA Giovanni, consigliere della regionale Calabria, ad assumere in qualit di collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del PDL presso il Consiglio Regionale, CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Eugenio. Con le aggravanti del fatto commesso: - da soggetti appartenenti alla cosca mafiosa BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO; - avvalendosi della capacit dintimidazione della stessa ed al fine di favorire la cosca dappartenenza; - ai danni di un pubblico ufficiale. _____________________________________________________________________________ 39

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In Reggio Calabria, nel settembre 10 Capo B-bis) Agli artt.81, 110, 61 n.10), 56-629 c.p. e 7 della L. 203/01, perch, in concorso tra loro, con pi azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, mediante la minaccia implicita derivante dalla loro appartenenza alla associazione mafiosa denominata ndrangheta ed in particolare al sodalizio denominato cosca Libri-Caridi di cui al capo che precede, nonch atti intimidatori e minacce esplicite, in particolare collocando una tanica di plastica contenente liquido infiammabile con applicato un panno costituente la miccia di combustione sul cofano dellautovettura tg DM*714*VD, di propriet di NUCERA Giovanni, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere questultimo, alla scadenza del primo contratto di collaborazione a progetto della CUZZOLA, a riassumere la stessa con lincarico - pi remunerativo e duraturo - di componente della propria struttura speciale presso il Consiglio Regionale, non riuscendo nel proprio intento per i rifiuto opposto dalla p.o.. Con le aggravanti del fatto commesso: - da soggetti appartenenti alla cosca mafiosa BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO; - avvalendosi della capacit dintimidazione della stessa ed al fine di favorire la cosca dappartenenza. - ai danni di un pubblico ufficiale. In Reggio Calabria, tra il dicembre 10 ed il marzo 11 Come si sottolinea nella parte introduttiva della richiesta del P. M., le investigazioni sulla cosca CARIDI, tratte dalle risultanze delloperazione Alta Tensione e dallapporto dei collaboratori di giustizia affacciatisi nel panorama della ndrangheta cittadina, finivano con lincrociarsi con le indagini avviate a seguito di una grave azione intimidatoria posta in essere ai danni del consigliere regionale Giovanni NUCERA, cui veniva fatta ritrovare una tanica di benzina sul cofano dellautovettura, parcheggiata nei pressi dello stabile, ove avevano sede sia labitazione sia la segreteria politica del predetto, sito in via Pio XI, nel quartiere San Giorgio. Quello in cui, cio, evidente il capillare controllo del territorio da parte della cosca oggetto di interesse. Grazie alla collaborazione della vittima, in questo caso con una certa rapidit, veniva individuata la responsabilit dellodierno indagato CONDEMI Domenico in relazione allatto intimidatorio, perpetrato nel contesto di una pi ampia attivit estorsiva che vedeva il coinvolgimento di un altro esponente politico, Giuseppe PLUTINO, gi assessore del Comune di Reggio Calabria ed oggi consigliere comunale, rivelatosi costante punto di riferimento politico della cosca CARIDI sul territorio, ed alla quale legava, sin dallinizio, la sua ascesa. Dato, questo, rappresentativo, ancora una volta, della speciale capacit della ndrangheta cittadina di infiltrarsi nelle istituzioni, individuando personaggi di riferimento da sostenere nel loro percorso politico, in vista della successiva strumentalizzazione del ruolo pubblico da costoro assunto per ottenere vantaggi a favore di soggetti direttamente appartenenti alla cosca o, comunque, ad essa _____________________________________________________________________________ 40

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contigui o, pi semplicemente, a terzi ad essa estranei, la soddisfazione dei cui interessi (talora bisogni) diventa un formidabile grimaldello in grado di piegare la societ civile al rapporto con la ndrangheta, finendo con il creare proselitismi e rispondendo ad una delle finalit dellagire di questa, incrementare il proprio prestigio e la propria potenza criminale. Seguendo lo schema espositivo rappresentato nella richiesta, si riporta, al riguardo, quanto inizialmente rappresentato nellapposita informativa della Squadra Mobile. Osserva la P. G. quanto segue: Alle ore 10,30 del 09 marzo 2011 personale dellUfficio Volanti su disposizione della sala operativa si portava in via Pio XI nr. 146, dove era stato segnalato il compimento di un atto intimidatorio in pregiudizio dellOnorevole NUCERA Giovanni in altri atti meglio generalizzato. Sul posto il personale operante accertava la presenza di una tanica in plastica della capacit di litri 10 colma per la met di liquido infiammabile posizionata vicino la parte anteriore dellautovettura Alfa Romeo 159 targata DM*714VD, di propriet del sopra menzionato NUCERA, che si trovava sul posto. Nella circostanza lo stesso riferiva di ricoprire la carica di Consigliere Questore, segretario del Consiglio Regionale della Calabria e di essere membro della Commissione Antimafia del medesimo Consiglio Regionale e di non avere mai subito fino a quel momento alcun tipo di atto intimidatorio. Ancora il medesimo dichiarava al personale intervenuto di risiedere proprio nello stabile sito alla via Pio XI nr. 146, dove al primo piano ha anche sede la sua segreteria politica. Sul luogo del rinvenimento era altres presente ONESTO Salvatore nato a Reggio Calabria in data 05.09.1970, ivi residente in via Pio XI diramazione Giuffr nr. 5/5, collaboratore di NUCERA Giovanni con mansioni anche di autista, che riferiva di avere lasciato in sosta lautovettura alle ore 23,30 circa della sera precedente e che poco prima nel riprenderla, si era accorto che sul cofano del vano motore era presente la tanica, che aveva prelevato e poggiato in terra, senza dare eccessivo peso a quel rinvenimento, credendo che si trattasse di un oggetto caduto da uno dei balconi soprastanti. Solo successivamente dopo avere riferito della presenza della tanica allonorevole NUCERA, entrambi avevano compreso trattarsi di un atto intimidatorio nei confronti dellonorevole ed avevano richiesto lintervento delle Forze dellOrdine. Sul posto gli operatori della volante facevano intervenire personale della DIGOS e del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica per gli accertamenti di rito. Nella stessa mattinata NUCERA Giovanni si portava presso gli Uffici della DIGOS per sporgere denuncia dellaccaduto e nel corso della verbalizzazione confermava di ricoprire le cariche istituzionali sopra indicate, aggiungendo di essere anche componente della II Commissione Bilancio, Programmazione ed Economica e che in quel momento si stava occupando della formazione delle liste elettorali per le imminenti consultazioni comunali e provinciali, essendo Coordinatore Regionale del movimento politico Popolari e Liberali nel PDL. Nel prosieguo della verbalizzazione lo stesso escludeva di avere mai subito minacce o intimidazioni sia in relazione alla sua attivit politica sia in relazione alla sua vita privata, concludendo di non avere sospetti su alcuno. Primo dato di interesse la circostanza che il consigliere regionale, al pari della stragrande maggioranza delle vittime di reati di matrice mafiosa, nellimmediatezza dellaccaduto, non indica _____________________________________________________________________________ 41

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le possibili causali della grave azione intimidatoria. Anzi, conclude di non aver sospetti su alcuno. Si omettono, ora, ulteriori riferimenti contenuti nellinformativa, in quanto connessi a non meglio precisata attivit investigativa (da non escludere, dunque, connessa ad acquisizioni informali) che consentiva di individuare la possibile causale dellazione minatoria. Il seguito della vicenda il seguente: Il successivo 18 aprile 2011, lonorevole NUCERA, contattava il Dirigente della DIGOS esternandogli tutta la sua preoccupazione in ordine ad un incontro avuto poco prima presso la sua segreteria politica, con un uomo che con atteggiamento minaccioso gli aveva formulato una richiesta di assunzione, richiesta alla quale aveva risposto negativamente suscitando le ire delluomo che gli aveva prospettato sgradite conseguenze. Poich linterlocutore del politico era a lui noto per essere vicino alle famiglie mafi ose che operavano nel quartiere (San Giorgio), non escludeva che allo stesso potesse ricondursi anche latto intimidatorio di cui era stato vittima poco tempo prima. Il successivo 02 maggio il Dirigente della DIGOS ad integrazione di quanto riferito in precedenza aggiungeva di avere appreso dalluomo politico che anche il proprio figlio era stato avvicinato dal medesimo soggetto che gli aveva prospettato violenti atti ritorsivi nel caso in cui il padre non avesse accolto le sue richieste, ed aveva fatto esplicito riferimento al rinvenimento della tanica di benzina. NUCERA Giovanni sebbene in tutte le occasioni in cui aveva interloquito con il Dirigente della DIGOS, fosse stato da questi invitato a formalizzare i fatti narrati, aveva sempre rifiutato temendo gravi ritorsioni contro di lui ed i suoi familiari, ma aveva fornito utili elementi alla individuazione del soggetto che aveva posto in essere le minacce, ovvero CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976), cognato dei gi citati BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio, per avere sposato la sorella di questi BORGHETTO Anna (RC 04.10.1965). La successiva verbalizzazione resa in data 31.05.2011 da NUCERA Giovanni presso gli uffici di Procura, chiariva ulteriormente gli episodi in narrativa Insomma, anche dopo la minaccia portata allimportante esponente politico regionale (che segue di poco latto gravemente intimidatorio che si in premessa citato), questi continuava a mantenere un atteggiamento altalenante, immediatamente comunicando ad un ufficiale di P. G. quanto occorsogli (ed offrendo dati atti ad individuare lautore delle condotte minatorie) e, per altro profilo, rifiutando di formalizzare in un verbale quanto, cos, riferito. Chiaro che (o, per meglio dire, chiaro non dovrebbe essere, ma cos stato) la ritrosia ha una sola possibile spiegazione, che si coglier nel prosieguo dellesposizione del materiale indiziario: il timore di ritorsioni per s ed i propri familiari. Timore esistente considerata la qualifica del NUCERA di uomo pubblico, di uomo politico, di pubblico ufficiale evidentemente perch assai qualificata (cio estremamente pericolosa) doveva essere la fonte della minaccia. In ogni caso, dopo le iniziali titubanze, lonorevole NUCERA veniva convocato per essere escusso direttamente dal P. M.. Il quale, efficamente, annota nella richiesta: _____________________________________________________________________________ 42

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e stavolta, superando i propri timori, raccontava nei minimi particolari quanto accaduto nel corso del tempo, rivelando la vera e propria attivit estorsiva subita dal CONDEMI Domenico, la cui insoddisfazione complessiva era poi evidentemente sfociata nellatto intimidatorio perpetrato ai suoi danni. Inoltre, era proprio il NUCERA a rivelare il coinvolgimento nellintera vicenda di Giuseppe PLUTINO, raccontando levoluzione del loro rapporto politico e personale, il progresivo degradarsi dello stesso, sino allaccondiscendenza manifestata dal PLUTINO innanzi alle minacciose richieste di natura estorsiva manifestate dal CONDEMI nei confronti del NUCERA. Si riporta il contenuto integrale del verbale di s.i.t. rese dallon.NUCERA IL 31.5.11:
A d.r.Sono attualmente consigliere regionale e componente della Commissione parlamentare antimafia della Regione Calabria; A d.r. Ho subito un atto intimidatorio nel mese di marzo scorso che ho regolarmente denunciato alla P.S. in particolare ho trovato una tanica di benzina sullautovettura di mia propriet ed in mio uso esclusivo; successivamente a tale fatto non ho subito ulteriori atti intimidatori, credo anche per la pubblicit che ho scelto di dare immediatamente allaccaduto, proprio per dimostrare la mia assoluta trasparenza rispetto al fatto; A d.r.Nel mese di aprile scorso sono stato avvicinato da tale CONDEMI Domenico, figlio di CONDEMI Giuseppe, il quale con tono minaccioso mi chiedeva di attribuire ad una terza persona, tale CUZZOLA Maria un posto di lavoro; alla mia risposta negativa, dovuta allimpossibilit oggettiva di assecondare quanto richiestomi, il CONDEMI si arrabbiava e si allontanava repentinamente dalla stanza, manifestando tutta la sua contrariet ed avvertendomi che dalla mia risposta sarebbero potute discendere conseguenze negative per me, non meglio precisate ; A d.m.Conoscevo da tempo il CONDEMI Domenico in quanto vissuto nel quartiere di mia residenza, tuttavia per poter parlare del mio rapporto con lui devo necessariamente illustrare quello con PLUTINO Giuseppe, attuale consigliere comunale ed ex assessore del comune di Reggio Calabria: nel 02, in occasione delle elezioni comunali dellepoca, decisi di appoggiare la sua ca ndidatura in quanto, essendo un ragazzo del quartiere con una base elettorale di circa 400 voti, con aspirazioni a crescere da un punto di vista politico, ritenni potesse essere meritevole del mio sostegno; il mio apporto fu determinante ai fini della sua iniziale elezione, tuttavia accadde che a seguito della competizione e della sua affermazione emerse una causa di ineleggibilit a me sconosciuta, per cui di fatto il PLUTINO non fu eletto; nonostante questo, nella successiva competizione elettorale, rinnovai il mio appoggio al predetto che questa volta riusc ad essere eletto avendo superato nelle more i motivi ostativi alla sua eleggibilit; successivamente, nel corso della preparazione alla campagna elettorale delle regionali 10, alle quali sarebbe dovuto essere il PLUTINO stavolta a sostenere la mia candidatura, questultimo mi rappresent un problema circa la delusione da parte di alcuni suoi parenti, i quali si sarebbero aspettati, per il tramite del mio aiuto, una collocazione lavorativa che non era mai avvenuta, aggiungendomi in maniera chiara che avrei dovuto fare qualcosa per aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi cugini, tra cui lo stesso CONDEMI Domenico; successivamente alla raccomandazione del PLUTINO, anche il CONDEMI Giuseppe mi aveva personalmente incontrato, chiedendomi unoccupazione per i figli; successivamente alla mia elezione, il PLUTINO, che nel frattempo era diventato assessore, rinnov la sua richiesta; a quel punto io cercai di soddisfarla, per dissi chiaramente al PLUTINO che in ogni caso non avrei assunto in nessun caso CONDEMI Domenico, da me ritenuto un soggetto particolare dai modi prepotenti e violenti, almeno nel linguaggio; A d.r.Le mie remore sul soggetto erano dovute anche al fatto che s della parentela tra il predetto ed i CARIDI ed io non avevo intenzione di istaurare un rapporto fiduciario con qualcuno che anche lontanamente potesse ricondursi a certi ambienti;

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A d.r.A quel punto, sempre dal PLUTINO, mi fu fatto il nome di una terza persona, tale CUZZOLA Maria; A d.r.A questa richiesta mi dimostrai disponibile perch dalle verifiche fatte, mi risultava essere diplomata, infermiera e priva di pendenze giudiziarie di qualsiasi tipo, sulla base anche dei certificati che mi preoccupai di acquisire; A d.r.La CUZZOLA fu assunta con un contratto di collaborazione a progetto; devo dire che tuttavia, inizialmente le pretese del PLUTINO erano ben diverse, perch il predetto mi aveva specificamente richiesto lingresso di uno dei suoi parenti nella mia struttura speciale, cosa che io avevo escluso, anche quando il PLUTINO si era addirittura offerto di lasciare il suo posto nella stessa, a beneficio della persona da lui indicata; A d.r.Tra i due ruoli vi una differenza di tipo economico, essendo il posto di c omponente della struttura speciale pi remunerativo di quello di collaborazione a progetto di duecento euro circa al mese; A d.r.La CUZZOLA fu nominata con contratto temporaneo, con scadenza 31.12.10; A d.r.Dopo lassunzione della CUZZOLA non vi furono altre richieste; A d.r.Successivamente alla scadenza del contratto, il PLUTINO torn a sollecitare il mio intervento, inizialmente reiterando la richiesta iniziale e cio lassunzione della CUZZOLA presso la mia struttura; dopo una notevole insistenza del predetto, sembrava essersi convinto dellimpossibilit della sua pretesa, tanto che il mio capo-struttura SURACI Giovanni, un giorno mi disse che finalmente il PLUTINO si era convinto; cos un giorno, il predetto, assieme alla CUZZOLA ed al CONDEMI Domenico, si recarono presso il consiglio regionale per sottoscrivere nuovamente il contratto di collaborazione; tuttavia, il SURACI mi disse che il giorno della sottoscrizione, al momento della stessa, dopo la presa visione del contratto, quando la CUZZOLA si accingeva a firmare, il PLUTINO la invit a non farlo e ad allontanarsi, senza dare alcuna spiegazione; A d.r. Questo accadeva sempre prima dellatto intimidatorio subito, ritengo almeno un mese; A d.r.Devo dire che tutto ci accadeva nonostante il raffreddamento del mio rapporto politico col PLUTINO che si era gi sostanzialmente allontanato da me, rendendosi di fatto autonomo; ciononostante, io cercavo ancora di assecondare le sue richieste anche perch non volevo che i suoi parenti si convincessero che fossi io a voler rompere il rapporto con loro; A d.r.Temevo che dalla rottura di tale rapporto potessero scaturire conseguenze negative per me o per la mia famiglia che abita da sempre la stessa zona dei soggetti in questione; A d.r.Sempre prima dellatto intimidatorio incontrai anche il padre di CONDEMI Domenico, al quale rappresentai le mie difficolt ad andare oltre il contratto gi proposto: devo dire che il CONDEMI Giuseppe fu sempre garbato e comprensivo nei miei confronti; A d.r.Ancora prima dellatto intimidatorio, si rappresentarono presso la mia segreteria il PLUTINO ed il CONDEMI Domenico, insistendo nuovamente sulla necessit da parte mia di assumere nella struttura la CUZZOLA, sostenendo che ero tenuto a farlo per onorare un impegno gi preso ed anche come contropartita al loro presunto appoggio elettorale che, a loro dire, addirittura era stato determinante per la mia elezione: mentre il PLUTINO, pur insistendo, aveva un atteggiamento pi ragionevole, il CONDEMI assunse posizioni ed atteggiamenti minacciosi; A d.r.Lultima volta che il CONDEMI venne presso la mia segreteria a chiedere per lennesima volta la stessa cosa a beneficio della CUZZOLA, fu circa una settimana prima dellevento intimidatorio; in quella occasione, il CONDEMI era da solo ma gli atteggiamenti presuntuosi e minacciosi nei miei confronti furono reiterati allo stesso modo;

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A d.r.Successivamente al fatto intimidatorio, nel mese di aprile, il CONDEMI Domenico, torn nuovamente a trovarmi: in un primo momento si rec preso la mia segreteria, coi soliti toni: poich non mi trov, se ne and dicendo che sarebbe tornato il giorno dopo; quando la segreteria mi comunic quanto accaduto, a quel punto, visto anche ci che era successo qualche giorno prima, mi preoccupai seriamente e chiamai il dott.GIAMBRA della Questura per rappresentagli tutto quanto era accaduto, chiedendogli di valutare la possibilit di inviare qualcuno il giorno dopo per ascoltare le richieste del CONDEMI ed i relativi toni; tuttavia, al momento si ritenne che la cosa non era opportuna e soprassedemmo; A d.r.Il giorno dopo il CONDEMI come promesso effettivamente venne in segreteria ad incontrami ma in quella occasione, stranamente, si dimostr molto pi cauto; A d.r.Devo dire che tale atteggiamento, improvvisamente e stranamente cauto mi insospett ulteriormente; A d.r.Non ricordo in questo momento se ci fu un ulteriore incontro col padre del CONDEMI Domenico; A d.r.Ricordo che anche mio figlio Francesco NUCERA, nel mese di aprile, fu avvicinato e gravemente minacciato dal CONDEMI Domenico sempre in relazione alla sua pretesa dassumere la CUZZOLA presso la mia struttura: quando mio figlio mi rifer laccaduto, mi preoccupai notevolmente e chiamai subito il dott.GIAMBRA per raccontargli quanto successo; A d.r. Non ricordo se mio figlio mi disse che il CONDEMI aveva fatto specifico riferimento allepisodio della tanica; A questo punto lufficio da lettura della nota informativa redatta dal dott.GIAMBRA in data 2.5.11 in relazione alle espressioni minacciose utilizzate dal CONDEMI nei confronti di Francesco NUCERA: A d.r.Prendo atto di quanto mi viene rappresentato, pur non avendo in questo momento un ricordo preciso delle parole usate, confermo quanto il GIAMBRA riferisce anche perch a lui raccontavo sempre e nellimmediatezza quanto mi stava accadendo per la situazione di estremo timore che vivevo in quel momento; A d.r.Quando il dott.GIAMBRA mi sollecitava a riferire alla A.G. gli episodi a lui confidati, sono stato sempre restio per il timore delle conseguenze che da ci sarebbero potute accadere a scapito mio e della mia famiglia; A d.r.Di fatto, dallultimo episodio riferito al dott.GIAMBRA non accaduto alcunch, anche perch altrimenti lavrei immediatamente riferito allo stesso; A d.r.Durante la campagna elettorale e le successive votazioni per le ultime elezioni comunali, per evitare di incrociare questi personaggi mi sono tenuto lontano dal quartiere e dai seggi elettorali, recandomi in loco solo per votare; mi stato tuttavia riferito che gli stessi erano presenti continuativamente presso la sezione elettorale del quartiere; A d.r.A seguito dellatto intimidatorio ho ricevuto attestazioni di solidariet da molitssimi amici e colleghi, ma non da parte del PLUTINO; A d.r.Il PLUTINO non avrebbe avuto alcuna possibilit di assumere nessuno perch presso il comune non sono previste strutture a disposizione dei consiglieri e/o degli assessori comunali; A d.r. Non ho altro da aggiungere.

Non pu che convenirsi con il requirente allorquando definisce importantissime le dichiarazioni _____________________________________________________________________________ 45

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rese dal NUCERA. E, in effetti, nel descrivere lappoggio fornito, sin dalle elezioni comunali del 2002, a Giuseppe PLUTINO, giovane emergente del suo quartiere, San Giorgio, con un bacino elettorale di circa quattrocento voti, reputato meritevole del suo appoggio, il NUCERA evidenzia come la collaborazione prestata in occasione delle elezioni comunali del 2002 avesse portato i risultati sperati, anche se, essendo emersa una causa dineleggibilit, il PLUTINO aveva dovuto rinunziare allelezione. Lappoggio non era mancato in occasione delle successive elezioni comunali del 2007, allesito delle quali il PLUTINO era stato eletto. Ecco che, quando il NUCERA si aspetta che il PLUTINO possa restituire laiuto, appoggiandolo nella campagna elettorale per le elezioni regionali del 2010, alle quali era candidato, il PLUTINO fa cenno ad un problema circa la
delusione da parte di alcuni suoi parenti, i quali si sarebbero aspettati, per il tramite del suo aiuto, una collocazione lavorativa che non era mai avvenuta, aggiungendo in maniera chiara che avrebbe dovuto fare qualcosa per aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi cugini, tra cui lo stesso CONDEMI Domenico. Richiesta, questa, ribadita direttamente dal CONDEMI Giuseppe, padre di Domenico.

E, dopo lelezione al consiglio regionale del NUCERA, la richiesta viene reiterata da PLUTINO, che, nel frattempo, diventato assessore comunale. Il NUCERA aveva, pertanto, cercato di soddisfare le aspettative manifestate, rappresentando, tuttavia, da subito, al PLUTINO la sua contrariet ad assumere presso la propria struttura politica il CONDEMI Domenico, da lui conosciuto per i modi prepotenti e violenti, quantomeno nel linguaggio, e legato da parentela con componenti della cosca CARIDI, non avendo egli intenzione di istaurare un rapporto fiduciario con qualcuno che anche lontanamente potesse ricondursi a certi ambienti. Quali siano gli ambienti cui fa riferimento il NUCERA, al di l di quanto viene espressamente verbalizzato, appare fin troppo evidente, siccome la citazione dei CARIDI come unentit unitaria, evidentemente poco raccomandabile, al pari del parente CONDEMI Domenico, che lassunzione, in sostanza, pretendeva, come dato evincere non solo dallinteressamento del di lui cugino PLUTINO Giuseppe ma anche da quello, diretto, del padre. Ecco che, nellottica di garantire in ogni caso soddisfazione alla richiesta avanzata nellinteresse della famiglia CONDEMI, lo stesso PLUTINO Giuseppe a suggerire il nome di una terza persona da assumere, ovvero CUZZOLA Maria. Richiesta che, questa volta, viene soddisfatta dal NUCERA, sulla scorta di supposte verifiche compiute, da cui emergeva come la donna risultasse priva di pendenze giudiziarie. Dunque, la CUZZOLA veniva assunta con contratto di collaborazione a progetto, con scadenza al 31/12/2010. Peraltro, a dire del NUCERA, anche tale assunzione non aveva soddisfatto integralmente le pretese avanzate dal PLUTINO, il quale avrebbe auspicato anzi aveva _____________________________________________________________________________ 46

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specificamente richiesto lingresso di uno dei sui parenti nella struttura speciale del NUCERA, ovviamente in ragione del migliore trattamento economico e, per altro verso, della maggior durata del contratto di lavoro. Scaduto liniziale contratto della CUZZOLA, il PLUTINO tornava alla carica, reiterando la richiesta di assunzione della ragazza presso la struttura speciale. Ma, ancora una volta, il NUCERA rappresentava limpossibilit di aderire alla sua pretesa. Ci che induceva, almeno in apparenza, il PLUTINO ad accontentarsi del rinnovo dellincarico precedente, tanto da prendere accordi con SURACI Giovanni, capo struttura della segreteria dellonorevole NUCERA, per recarsi presso gli uffici del Consiglio Regionale al fine di far sottoscrivere il nuovo contratto alla CUZZOLA. Il giorno stabilito per la firma, quindi, PLUTINO si recava presso la sede consiliare assieme alla CUZZOLA Maria, accompagnato tuttavia dallonnipresente CONDEMI Domenico. E, per come riferito al NUCERA dal SURACI, al momento della sottoscrizione, dopo la presa visione del contratto, quando la CUZZOLA gi si accingeva a firmare, il PLUTINO la invitava a non farlo e ad allontanarsi, senza dare alcuna spiegazione. Quanto riferito dal NUCERA accadeva prima dellatto intimidatorio subito (almeno un mese). Un dato che va certamente messo in rilievo che, a detta del NUCERA, il suo impegno a favore della CUZZOLA si era concretizzato nonostante i rapporti politici con il PLUTINO si fossero raffreddati, essendosi costui reso autonomo. Ed il consigliere regionale certifica la ragione della conclusione del contratto con la CUZZOLA quando afferma: ciononostante, io cercavo ancora di assecondare le sue richieste anche perch non volevo che i suoi parenti si convincessero che fossi io a voler rompere il rapporto con loro, precisando, poco oltre, Temevo che dalla rottura di tale rapporto potessero scaturire conseguenze negative per me o per la mia famiglia che abita da sempre la stessa zona dei soggetti in questione. Si conclama, in altri termini, che la rinnovazione dellaccordo altro non che il frutto del timore del NUCERA che i parenti del PLUTINO, i CONDEMI, si convincessero della sua intenzione di rompere il rapporto con loro, circostanza, questa, da cui, sempre a dire del NUCERA, sarebbero potute derivare conseguenze negative per lui o i suoi familiari. E che rende manifesto, anche considerato levolversi della vicenda, come la prima assunzione, quale collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del P. D. L. presso il Consiglio Regionale, della CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Eugenio, sia stata, esattamente come indicato nellimputazione provvisoria, frutto della costrizione derivante dalla minaccia implicita portata al NUCERA dallappartenenza del CONDEMI al sodalizio Libri Caridi. Di quel CONDEMI, cio, che pretendeva assieme al PLUTINO di _____________________________________________________________________________ 47

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essere assunto presso il gruppo del NUCERA e la cui mancata assunzione era stata risarcita con quella della CUZZOLA, peraltro non gradita per la qualifica che costei avrebbe rivestito e per il salario che avrebbe percepito. Tornando al momento successivo a quello in cui la CUZZOLA, su indicazione del PLUTINO, non sottoscriveva il contratto, le pressioni verso il NUCERA divenivano pi insistenti, fino ad assumere inquietanti contorni. E, infatti, in un primo momento, il PLUTINO stesso ed il CONDEMI Domenico si erano ripresentati presso la segreteria politica del NUCERA, insistendo nuovamente sulla necessit di assumere nella struttura la CUZZOLA, sostenendo che il predetto era tenuto a farlo per onorare un impegno gi preso ed anche come contropartita al loro presunto appoggio elettorale che, a loro dire, addirittura era stato determinante per la sua elezione. Nelloccasione, peraltro, secondo uno schema evidentemente preordinato, mentre il PLUTINO, pur insistente, aveva palesato un atteggiamento pi ragionevole (in altri termini si era presentato come il buono della situazione), il CONDEMI aveva mantenuto la solita posizione e tenuto atteggiamenti minacciosi (insomma ribadendo il carico di intimidazione di cui era portatore per la sua appartenenza alla cosca LIBRI CARIDI). Atteggiamenti esplicitamente minacciosi che, non a caso, CONDEMI avrebbe replicato una settimana prima del rinvenimento della tanica sullautovettura parcata sotto casa dellonorevole, quando, questa volta da solo, si era ripresentato presso la segreteria per reiterare la richiesta dassunzione della CUZZOLA. Dopo latto intimidatorio, nel mese di aprile, CONDEMI Domenico tornava ancora a trovare il NUCERA. In un primo momento si recava presso la segreteria dellonorevole con i soliti toni e, non trovandolo, se ne andava, dicendo che sarebbe tornato il giorno dopo. Quando la segreteria comunicava allonorevole laccaduto, visto anche quel che era successo qualche giorno prima, quegli si preoccupava seriamente e chiamava un funzionario della Questura per rappresentagli laccaduto, chiedendogli di valutare la possibilit di inviare qualcuno il giorno dopo, per ascoltare le richieste del CONDEMI. Il CONDEMI si presentava in segreteria ad incontrarlo, ma, in quelloccasione, stranamente, si mostrava molto pi cauto, circostanza che, paradossalmente, alla luce del rinvenimento della tanica e della portata intimidatoria che aveva esercitato su di lui, aveva preoccupato ulteriormente il consigliere regionale. Non era, ancora, finita, in quanto anche il figlio del NUCERA, Francesco, sempre nel mese di aprile, veniva, per quanto noto allonorevole, avvicinato e gravemente minacciato dal CONDEMI Domenico sempre in relazione alla sua pretesa che fosse assunta la CUZZOLA presso la struttura del padre: episodio, questo, che, una volta appreso, preoccupava notevolmente il NUCERA, tanto da chiamare subito il dott.GIAMBRA per raccontargli laccaduto.

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Il NUCERA riferiva, infine, che, durante lultima campagna elettorale, per le elezioni provinciali e comunali del maggio 2011, a testimonianza dello stato di timore nel quale versava per quanto accaduto, si era, addirittura, premurato di evitare qualsiasi contatto o incontro con i vari personaggi in questione, recandosi presso i seggi unicamente a votare il giorno delle consultazioni, venendo, comunque, a conoscenza della loro costante presenza presso la sezione elettorale della zona, quasi a presidiarla. Per verificare le dichiarazioni rese dal NUCERA Giovanni e, in particolare, per ricevere conferma degli episodi descritti, sia quelli vissuti in prima persona sia quelli di cui era stato indiretto testimone (come il rifiuto di sottoscrivere il contratto da parte della CUZZOLA, su sollecitazione del PLUTINO Giuseppe, e le minacce poste in essere anche nei confronti del figlio Francesco, nel corso delle quali CONDEMI Domenico aveva fatto esplicito riferimento al rinvenimento della tanica sul cofano dellautovettura dellonorevole), lUfficio di Procura in sede, in data 10 giugno 2011, sentiva a S. I. T. SURACI Giovanni, responsabile della Struttura Speciale del NUCERA, il quale confermava pienamente le circostanze riferire dallonorevole. Il predetto dichiarava, infatti,: A d.r.Sono responsabile della struttura speciale dellon.Giovanni NUCERA, sin dal 00 ed in tale ruolo mi occupo dellorganizzazione del lavoro politico del consigliere; in questa funzione sono anche responsabile del personale componente la struttura stessa; A d.r.Conosco CONDEMI Domenico per averci avuto direttamente a che fare in tre occasioni: la prima presso i locali della segreteria politica dellon.NUCERA in via Pio XI, quando, assieme al consigliere comunale PLUTINO Giuseppe, accompagn una donna, CUZZOLA Maria, per prendere un appuntamento con me al fine di far sottoscrivere alla predetta un collaborazione temporanea con la struttura del gruppo consiliare del PDL cui appartiene il NUCERA, con sede nel P.zo Campanella; la seconda occasione fu proprio la sottoscrizione del contratto da parte della CUZZOLA negli uffici del Consiglio Regionale di Reggio Calabria: si trattava di un incarico di durata quadrimestrale, con decorrenza dal 1 settembre 10; anche in questa occasione la donna era accompagnata dal CONDEMI e dal PLUTINO; la terza volta fu quando, successivamente alla scadenza del primo contratto ed in occasione del suo rinnovo nel periodo di febbraio 11, la CUZZOLA avrebbe dovuto sottoscrivere il rinnovo dello stesso con scadenza 30 aprile 11; A d.r.In questa seconda occasione io contattai inizialmente la CUZZOLA, successivamente fui contattato nel suo interesse dal PLUTINO col quale presi lappuntamento nuovamente presso il Consiglio Regionale; A d.r.Stavolta la CUZZOLA, sempre in compagnia del PLUTINO e del CONDEMI, al momento della sottoscrizione si rese conto che anche rinnovo del contratto era a breve scadenza e mi chiese conferma di ci: io confermai la durata quadrimestrale ed a quel punto fu il PLUTINO ad invitare la signora a non sottoscrivere il contratto dicendole di non preoccuparsi perch ne avrebbe parlato lui con il NUCERA;

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A d.r.La differenza tra lessere membri della struttura del consigliere rispetto a quella del gruppo, dal punto di vista funzionale, sta nel fatto che i primi hanno un rapporto continuativo e diretto, di natura fiduciaria, col consigliere, mentre i secondi sono a disposizione di tutti i consiglieri del gruppo; dal punto di vista della durata, la partecipazione alla struttura del consigliere non ha una durata predeterminata, permanendo sin tanto che permane in carica il consigliere stesso, sempre che rimanga inalterato il rapporto fiduciario, mentre laltro a tempo determinato; sotto il profilo economico vi una differenza di circa 300 netti in pi a beneficio del componente della struttura del consigliere nel suo livello pi basso; A d.r.Nel periodo antecedente la prima sottoscrizione della CUZZOLA, il NUCERA mi aveva raccontato dellaspirazione da parte della stessa, del CONDEMI ed in particolare anche del PLUTINO, di vedere la CUZZOLA nominata alla struttura del consigliere; A d.r.Il NUCERA mi aveva parlato della particolare insistenza nel corso del tempo, soprattutto da parte del PLUTINO, finalizzata allassunzione della CUZZOLA; A d.r.Ricordo che a seguito della mancata sottoscrizione del rinnovo, il CONDEMI prese un appuntamento col NUCERA il quale era molto preoccupato di ci in quanto temeva di poter essere aggredito dallo stesso: tanto che disse a me ed agli altri soggetti l presenti che qualora la situazione fosse degenerata, avrebbe gridato per permetterci dintervenire; A d.r.Ci accadde dopo che era stata ritrovata la tanica di benzina sulla sua auto; A d.r.Il NUCERA temeva fortemente quellincontro sia perch non vedeva altri motivi ai quali legare lepisodio della tanica al di l della vicenda legata al mancato soddisfacimento delle richiesta in favore della CUZZOLA; sia perch considerava il CONDEMI, di per s, un soggetto particolare in quanto poco equilibrato; sia ancora perch il legame di parentela tra il CONDEMI ed il PLUTINO ed il loro inserimento storico nel quartiere di via Pio XI faceva temere al NUCERA possibili ritorsioni da parte dellambiente criminale della zona; A d.r.Non so dire cosa facesse la CUZZOLA sia perch non lavorava presso la mia struttura, sia perch so che i componenti della struttura del gruppo non hanno n un orario di lavoro, n compiti specifici predeterminati; Condivisibile, dunque, appare il commento del P. M. secondo cui, con le dichiarazioni sopra riportate, il SURACI: confermava che ad impedire la firma del contratto di assunzione della CUZZOLA era stato PLUTINO Giuseppe, che, nello specifico, aveva detto alla donna di non firmare quel tipo di contratto, in quanto avrebbe parlato lui successivamente con il NUCERA; precisava la differenza di trattamento economico tra lincarico preteso per la donna dal PLUTINO Giuseppe e dal CONDEMI Domenico e quello concretamente attribuibile alla predetta, ammontante a circa trecento euro mensili netti, nonch la durata indeterminata dellincarico auspicato a fronte della temporaneit di quello gi in precedenza ottenuto; evidenziava il sentimento di grande timore che pervadeva lonorevole NUCERA che addirittura in occasione di una delle incursioni del CONDEMI presso la segreteria,

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avvenuta dopo il rinvenimento della tanica colma di liquido infiammabile, temendo gravi ritorsioni fisiche, aveva pregato tutti i presenti di tenersi pronti ad intervenire in caso di una sua richiesta di aiuto: timore che era dovuto al fatto che il NUCERA si era ormai convinto che autore del gesto intimidatorio fosse proprio il CONDEMI, soggetto legato agli ambienti criminali del quartiere e che le motivazioni erano da far risalire proprio alla mancata attribuzione dellimpiego lavorativo, richiesto in favore della nipote CUZZOLA Maria. Ma ulteriore conferma allintuizione investigativa secondo cui, nella specie, si fosse in presenza di atti di coercizione diretti a far conseguire alla CUZZOLA lingiustificato profitto della nomina presso la struttura del NUCERA, in un primo tempo sedata con lattribuzione di contratto presso il gruppo consiliare, successivamente reiterata con minacce esplicite tra cui laver fatto rinvenire, quale sinistro avvertimento, sulla macchina di esso NUCERA una tanica di benzina , si aveva dalle dichiarazioni rese dal figlio, NUCERA Francesco, che confermava lincontro avuto con CONDEMI Domenico nei termini che seguono: A d.r.Ricordo che qualche tempo dopo il ritrovamento della tanica sullauto di mio padre NUCERA Giovanni, credo nel mese di aprile incontrai un pomeriggio presso la segreteria politica dello stesso in via Pio XI: un uomo da me conosciuto di vista, notato qualche volta presso la stessa segreteria sempre in compagnia di PLUTINO Giuseppe e che ho poi saputo chiamarsi CONDEMI Domenico; costui prima chiese di mio padre, poi constatata la sua temporanea assenza, con fare minaccioso si avvicin a me e mi chiese di uscire dalla segreteria assieme a lui perch doveva dirmi una cosa; io ne fui subito impressionato e gli dissi che qualsiasi cosa poteva anche dirmela nei locali dove ci trovavamo; a quel punto il CONDEMI mi disse che se mio padre non risolveva un problema che lui conosceva bene, il ritrovamento della tanica non sarebbe stato nulla rispetto a quello che sarebbe potuto accadere; aggiunse di riferire tutto ci a mio padre e che sarebbe tornato la mattina dopo per incontrarlo; io sono rimasto come detto impressionato ed anche un po impaurito per quanto accaduto ed istintivamente chiamai subito mio padre per raccontare tutto; quando poi ci incontrammo ricordo che lui chiam le forze dellordine per riferire il fatto. , quindi, evidente che le affermazioni del NUCERA Francesco confermano quanto in precedenza dichiarato dal padre, evidenziano il grave comportamento intimidatorio posto in essere da CONDEMI Domenico in suo pregiudizio e, ci che pi conta, danno una definitiva conferma in ordine allindividuazione del predetto quale soggetto responsabile dellepisodio intimidatorio della tanica di benzina lasciata sul cofano dellautovettura dellonorevole NUCERA. Il CONDEMI, infatti, a dire del NUCERA Francesco, palesando inusitata spregiudicatezza, al punto da essere incurante delle conseguenze che le frasi pronunciate avrebbero potuto causare nei suoi stessi riguardi in caso di testimonianza di chi le riceveva, in ci evidentemente facendo affidamento sul timore che era in grado di incutere per la sua appartenenza alla famiglia mafiosa CARIDI, si era esplicitamente attribuito la paternit del gesto, fornendone seppur in maniera sottintesa anche le motivazioni. Chiarissimo il senso dellesposizione del NUCERA Francesco quando afferma: a quel punto il CONDEMI mi disse che se mio padre non risolveva un problema che lui conosceva bene, il ritrovamento della tanica non sarebbe stato nulla rispetto a _____________________________________________________________________________ 51

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quello che sarebbe potuto accadere; aggiunse di riferire tutto ci a mio padre e che sarebbe tornato la mattina dopo per incontrarlo. Il problema che NUCERA Giovanni, a dire del CONDEMI Domenico stesso, conosceva bene era quello (prima della mancata assunzione di esso CONDEMI Domenico e, dopo, quello) della mancata attribuzione alla CUZZOLA (componente della famiglia prescelta per incassare quanto si riteneva fosse dovuto dal NUCERA) del ben pi sicuro e lucrativo contratto presso la struttura speciale dellonorevole. 4.1) VALUTAZIONI DEL G. I. P. Prendendo conclusivamente in esame le due fattispecie di natura estorsiva contestate dal requirente, occorre considerare quanto segue. Lincipit della vicenda, per come emerge dalle dichiarazioni del NUCERA, nasce da una comunicazione di PLUTINO. Costui, il cui legame politico con lonorevole si descritto in precedenza, nel corso della preparazione della campagna elettorale delle Regionali 2010, in cui avrebbe dovuto sostenere la sua candidatura, rappresenta al NUCERA il problema della delusione dei suoi parenti, i quali si sarebbero aspettati, per il tramite del suo aiuto, una collocazione lavorativa che non era mai avvenuta. PLUTINO aggiungeva, in maniera chiara, che NUCERA avrebbe dovuto fare qualcosa per aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi cugini, tra cui CONDEMI Domenico. Quella che NUCERA definisce una raccomandazione del PLUTINO, invero, altro. E lo si comprende dal seguito, in quanto, dopo lelezione del consigliere regionale, PLUTINO, che, nel frattempo, era diventato assessore, rinnovava la sua richiesta. Che, per come si comprende chiaramente dalle parole di NUCERA, era inerente lassunzione di CONDEMI Domenico. E che, per come comunicato dallonorevole al PLUTINO, non poteva sortire effetti, trattandosi di un soggetto particolare dai modi prepotenti e violenti, almeno nel linguaggio. Al di l del garbo adoperato in queste espressioni, esse si decodificano quando NUCERA precisa, poco oltre, che le sue remore sul CONDEMI erano dovute anche al fatto che sapeva della parentela tra il predetto ed i CARIDI e che non aveva intenzione di instaurare un rapporto fiduciario con qualcuno che anche lontanamente potesse ricondursi a certi ambienti. Mafiosi, come tra le righe delle dichiarazioni si comprende agevolmente seppur non viene esplicitato. Ecco che, a quel punto, il PLUTINO, che allinizio aveva manifestato la delusione dei suoi parenti e manifestato in maniera
chiara che NUCERA avrebbe dovuto fare qualcosa per aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi cugini, tra cui lo stesso CONDEMI Domenico, propone il nome di una terza persona, che non una

quisque de populo, ma CUZZOLA Maria, nata a Reggio Calabria in data 10.10.1989, figlia di BORGHETTO Silvana, nata a Reggio Calabria in data 7.7.1969, sorella dei noti BORGHETTO Cosimo (S. Eufemia dAspromonte 11.02.1954) e BORGHETTO Eugenio (RC 20.01.1968), _____________________________________________________________________________ 52

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questultimo tratto in arresto, unitamente ad altri soggetti, il 29.10.2010 in esecuzione dellordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nellambito della cd. Operazione Alta Tensione, in quanto ritenuto responsabile dei delitti di associazione mafiosa (quale esponente della cosca LIBRI CARIDI), estorsione e fraudolenta intestazione di beni. La giovane viene assunta con contratto a termine valevole dal 01.09.2010 al 31.12.2010 e cos si concretizza la fattispecie di cui al capo B). La stessa si fonda sulla minaccia implicita derivante dallappartenenza del CONDEMI alla cosca Libri Caridi, determinante la costrizione del NUCERA Giovanni, consigliere della Regione Calabria, ad assumere, in qualit di collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del PDL presso il Consiglio Regionale, la CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Eugenio. E non v dubbio che, per come confermato, peraltro, dallevoluzione complessiva della vicenda, la pretesa di base viene avanzata dal PLUTINO per la sistemazione dei suoi cugini, in particolare del CONDEMI Domenico. Soggetto che [al di l delle conclusioni cui si giunger, mediante la disamina del materiale indiziario che si passer in rassegna nel prosieguo (e qui da intendere richiamato per lefficacia sintetica di quanto in esso rappresentato), circa la sua appartenenza alla ndrangheta] ha evidente capacit dintimidazione, proprio per quei comportamenti che di tale appartenenza alla consorteria mafiosa sono lespressione, che chiaramente percepita dal NUCERA, che, politico navigato e soprattutto perfetto conoscitore della zona, in cui da anni dimora, ben sa quale sia il suo legame con i CARIDI, s da non volervi avere a che fare. Venendo, per, in sostanza, costretto ad assumere presso la struttura del gruppo del P. D. L. del Consiglio Regionale della Calabria una giovane donna che, al di l della sommaria istruttoria che egli ha riferito di aver svolto sui suoi precedenti, oltre ad essere cugina proprio di quel CONDEMI Domenico che egli temeva avendone ben ragione, come a breve si dir , nipote di BORGHETTO Eugenio, esponente della stessa consorteria mafiosa. In sostanza, la minaccia implicitamente portata dal CONDEMI per la sua appartenenza alla ndrangheta e, ancor prima, dal mentore di famiglia PLUTINO Giuseppe, che rappresenta in maniera chiara al NUCERA che avrebbe dovuto fare qualcosa per la famiglia dello zio CONDEMI Giuseppe, il quale pure non esita a contattare il NUCERA, determina la costrizione di costui allassunzione della giovane. I termini che NUCERA usa quando riferisce che lassunzione era un tentativo di accontentare il PLUTINO si collegano allaffermazione secondo cui tuttavia, inizialmente le pretese
del PLUTINO erano ben diverse, perch il predetto mi aveva specificamente richiesto lingresso di uno dei suoi parenti nella mia struttura speciale, denotando, in maniera efficace, come egli sia stato, appunto,

costretto allassunzione della giovane, che in luogo che proposta dal PLUTINO deve, per le ragioni suesposte, ritenersi pretesa. Va, daltra parte, ricordato che Sez. 2, Sentenza n. 19724 del 20/05/2010

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Cc. (dep. 25/05/2010) Rv. 247117, evidenzia che la minaccia costitutiva del delitto di estorsione, oltre ad essere palese ed esplicita, pu essere manifestata anche in maniera implicita ed indiretta, essendo solo necessario che sia idonea ad incutere timore ed a coartare la volont del soggetto passivo, in relazione alle circostanze concrete, alla personalit dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima e alle condizioni ambientali in cui questa opera. Condizioni dellazione, queste, che tutte, per i motivi sinora segnalati, dato evincere nella fattispecie concreta, in cui al soggetto passivo, pubblico ufficiale, imposto di porsi in rapporto negoziale di natura patrimoniale (o, peggio, di far porre la stessa struttura di un partito politico che egli rappresenta in un simile rapporto) con soggetto che si avvantaggia della condotta degli agenti, laddove, dunque, l'elemento dell'ingiusto profitto con altrui danno implicito nel fatto stesso che la vittima venga costretta al rapporto in violazione della propria autonomia (finanche nella scelta dei collaboratori propri e, addirittura, del proprio gruppo consiliare, impedendogli di perseguire i propri interessi la cui rilevanza pubblica pare evidente nel modo e nelle forme ritenuti pi confacenti ed opportuni). Peraltro, lorientamento di legittimit sopra richiamato aderisce a tralaticio insegnamento della Suprema Corte [Sez. 2, Sentenza n. 718 del 23/03/1970 Ud. (dep. 29/03/1971) Rv. 117345] che aveva gi chiarito come la minaccia, per integrare il delitto di estorsione, possa estrinsecarsi nelle forme piu diverse ed anche in maniera del tutto larvata, come puo accadere specialmente in certe manifestazioni ambientali caratteristiche di criminalit, quali la mafia e la camorra la ndrangheta allepoca era forse poco nota , mediante i 'consigli da amico', la 'presenza' silenziosa, le semplici 'avvertenze', ecc., purch il comportamento o l'atteggiamento dell'agente sia idoneo ad esercitare una pressione psicologica e ad incidere nella sfera della libert del soggetto passivo, onde costringerlo a fare od omettere qualcosa. E, se questa la prima vicenda, la seconda ne quasi filiazione naturale, con il CONDEMI Domenico che non ha alcuna remora a proferire minacce ed a praticare gravissimi atti intimidatori (lepisodio della tanica, tranquillamente confessato al figlio della persona offesa) per il soddisfacimento delle pretese avanzate nei confronti di un rappresentante delle istituzioni, per di pi componente della commissione antimafia regionale, dirette a che la famiglia che egli rappresenta tragga ingiusto profitto con lassunzione della CUZZOLA (la sua, come detto, era fallita per lopposizione del NUCERA, piegatosi, tuttavia a quella della donna presso la struttura del partito) allinterno dello staff del consigliere, con condizioni retributive e contrattuali che si caratterizzano per un trattamento migliore di quello riconosciuto alla CUZZOLA con il primo contratto estorto. Ma, sotto altro profilo, come evidenziato nei precedenti capoversi, nella vicenda emerge la gravit del comportamento e la correit del PLUTINO, il quale non solo si fa portatore delle istanze di un criminale violento quale il CONDEMI, ma interviene pi volte in prima persona per pressare _____________________________________________________________________________ 54

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il NUCERA affinch ceda alle richieste formulate, giungendo ad accompagnare il CONDEMI dallestorto e ad assistere inerte alle minacce perpetrate in sua presenza. Il che rappresenta, secondo quanto condivisibilmente concluso dal P. M., un comportamento adesivo allazione estorsiva perpetrata che giunger sino allatto intimidatorio, tipica manifestazione del metus di matrice ndranghetistica, marcando la sua distanza dal NUCERA rispetto al quale non faceva neppure pervenire manifestazioni di solidariet. Allorquando, appunto, questi pativa lepisodio della tanica, alcuna parola gli veniva dal PLUTINO, che, pertanto, in tal modo segna definitivamente il suo comportamento nella vicenda, chiaramente di adesione alle condotte poste in essere dal CONDEMI. E daltra parte recenti pronunciamenti della giurisprudenza di legittimit confortano lassunto daccusa che si condiviso da parte del decidente, ove appena si consideri che Sez. 1, Sentenza n. 5783 del 22/01/2010 Cc. (dep. 12/02/2010) Rv. 246626, Imputato: Marino, conclude nel senso che configurabile il delitto di tentata estorsione, con l'aggravante del metodo mafioso, nel caso (simile a quello che ne occupa) in cui si costringa la persona offesa a stipulare un contratto per essa non vantaggioso, quanto al prezzo e alle modalit, con l'attivo intervento nella trattativa di un pregiudicato ben noto per la sua caratura criminale. Circa la sussistenza della contestata aggravante di cui allart. 7 L. 203/91, appena il caso di evidenziare che essa appare ricorrere quando, come nel caso di specie, nel delitto di estorsione, si riscontra che la condotta minacciosa, oltre ad essere obiettivamente idonea a coartare la volont del soggetto passivo, sia espressione di capacit persuasiva in ragione del vincolo dell'associazione mafiosa e sia, pertanto, idonea a determinare una condizione d'assoggettamento e d'omert [cf. Cassazione, Sez. 5, Sentenza n. 28442 del 17/04/2009 Cc. (dep. 10/07/2009) Rv. 244333]. Parimenti da dire che le concrete connotazioni della condotta palesano la sussistenza della circostanza aggravante suddetta anche sotto il profilo dellagevolazione, atteso come Cassazione, Sez. 6, Sentenza n. 2696 del 13/11/2008 Cc. (dep. 21/01/2009), chiarisca che, in tema di reati di criminalit organizzata, la circostanza aggravante di cui all'art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito nella L. n. 203 del 1991, pu qualificare anche la condotta di chi, senza essere organicamente inserito in un'associazione mafiosa, offra un contributo al perseguimento dei suoi fini, a condizione che tale comportamento risulti assistito, sulla base di idonei dati indiziari o sintomatici, da una cosciente ed univoca finalizzazione agevolatrice del sodalizio criminale. Sussistono, pertanto, gravi indizi di colpevolezza nei confronti di CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe in ordine ai reati loro provvisoriamente ascritti in concorso ai capi B) e B) bis, per come aggravati (dovendosi, peraltro, considerare la qualit di pubblico ufficiale della persona offesa NUCERA Giovanni).

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5. GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: PREMESSA Il P. M. d inizio alla trattazione della parte della richiesta dedicata agli elementi indiziari conseguiti in ordine ai soggetti indagati del reato di cui al capo A) nei termini che seguono: Dopo avere evidenziato lesito dellattivit di indagine svolta da cui chiare emergono le responsabilit in capo a PLUTINO Giuseppe e CONDEMI Domenico in ordine alla pressioni estorsive poste in essere in pregiudizio dellonorevole Giovanni NUCERA, finalizzate alla attribuzione di un incarico presso la struttura politica di questultimo a beneficio di CUZZOLA Maria, cugina del CONDEMI Domenico e nipote di BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Gino, sfociate da ultimo nellatto intimidatorio ampiamente descritto, si riporter nel seguito lesito dellattivit in indagine svolta nellambito del presente procedimento penale, anche per mezzo di servizi di intercettazione telefonica ed ambientale, avviata in periodo di tempo precedente alle dichiarazioni testimoniali rese da NUCERA Giovanni, dal figlio Francesco e dal suo collaboratore SURACI Giovanni, da cui risulter chiaro linserimento di CONDEMI Domenico e di PLUTINO Giuseppe unitamente ad altri soggetti, nel contesto mafioso denominato cosca CARIDI, attivo sul territorio urbano del quartiere San Giorgio. Prima di passare ad analizzare le citate risultanze investigative, appare tuttavia opportuno evidenziare le relazioni di parentela che legano i protagonisti della presente richiesta cos come riportate nellinf.va della Sq.Mobile in data 19.7.11 (in realt 26.7.2011, n. d. e.): CONDEMI Domenico nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976 ivi residente in viale Europa nr. 79, figlio di CONDEMI Giuseppe nato a Condofuri in data 10.02.1948, ivi residente in viale Europa nr. 79 e fu PLUTINO Antonina (RC 15.02.1949), lo stesso cugino di primo grado del consigliere comunale PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 05.08.1964, ivi residente in viale Europa nr. 79, fu Domenico e di NUCERA Antonia, infatti PLUTINO Antonina madre del CONDEMI e PLUTINO Domenico padre di PLUTINO Giuseppe sono fratelli. (Allegato nr. 02) Da rimarcare in questa sede appaiono inoltre i vincoli di parentela che legano in maniera diretta CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) ai componenti della cosca CARIDI nonch ad altri appartenenti alla medesima consorteria mafiosa. Infatti CONDEMI Filippo (Condofuri 27.10.1924), nonno dellodierno indagato CONDEMI Domenico, zio di CONDEMI Domenico (RC 04.06.1951) di Pietro e NAVELLA Fortunata, che coniugato con CARIDI Antonina (RC 17.07.1956) (Allegato nr. 03) sorella dei germani CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), CARIDI Bruno (Condofuri 08.06.1958), CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) e CARIDI Leo (RC 18.11.1961) esponenti di vertice della omonima consorteria mafiosa, i primi tre tratti in arresto in data 29.10.2010 da questo Ufficio in esecuzione dellordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 256/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC. Il citato CONDEMI Domenico, inteso Micu Petrola (RC 04.06.1951) stato tratto in arresto nellanno 1999 in quanto destinatario di provvedimento di custodia cautelare in carcere nellambito della cd Operazione WOOD per il reato di associazione mafiosa (Cosca CARIDI) e successivamente condannato per tale reato. Il medesimo stato destinatario della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di dimora e della misura di sicurezza della libert vigilata. Inoltre CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) annovera legami di parentela ancor pi diretti con altri esponenti di rilievo della cosca LIBRI CARIDI, infatti il medesimo coniugato _____________________________________________________________________________ 56

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con BORGHETTO Anna (RC 04.10.1965) (Allegato nr. 04) e pertanto cognato di BORGHETTO Cosimo (nato a SantEufemia dAspromonte in data 11.02.1954, esponente di vertice della cosca LIBRI, con precedenti penali e di polizia per associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio doloso, porto abusivo e detenzione armi, omicidio volontario tentato, fabbricazione o detenzione di materie esplodenti, ed altro, detenuto dal 08.01.1993 ed in atto ristretto presso la casa di reclusione di Bari, con fine pena prevista per lanno 2018); BORGHETTO Eugenio (nato a Reggio

Calabria in data 20.01.1968 tratto in arresto in esecuzione dellordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa, estorsione e trasferimento fraudolento di beni, in atto ristretto presso la casa circondariale di Voghera) LATELLA Paolo (nato a Reggio Calabria in data 11.07.1970 tratto in arresto in esecuzione dellordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per il reato di associazione mafiosa, mentre si trovava gi ristretto, in esito ad altro p.p., per i reati di
associazione mafiosa estorsione e rapina, reati questi consumati in Milano e per unaltra estorsione aggravata dallart 7 legge 203/91 evento delittuoso questo consumato in Reggio Calabria ) e zio di PENNESTRI Fabio (nato a

Reggio Calabria in data 26.04.1982 tratto in arresto in esecuzione dellordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa, danneggiamento aggravato e porto e
detenzione abusiva di armi).

Giova infine segnalare che CUZZOLA Maria nata a Reggio Calabria in data 10.10.1989 ivi residente in via Boschicello nr. 19, di Natale e BORGHETTO Silvana (RC 07.07.1969) la cui assunzione presso la struttura politica era stata imposta allOnorevole NUCERA Giovanni, nipote di CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) e dei sopra citati germani BORGHETTO. (Allegato nr. 05) 5.1 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: I RAPPORTI CON IL CONSIGLIERE COMUNALE GIUSEPPE PLUTINO Delineati i rapporti di parentela di CONDEMI Domenico, che appare il principale protagonista delle esaminande investigazioni, il P. M. passa a descrivere il tessuto relazionale che ha visto costui rapportarsi al cugino PLUTINO Giuseppe, allatto della sua candidatura alle recenti elezioni per il rinnovo del consiglio comunale cittadino. Il P. M. espone il materiale indiziario, evidenziando come lesito delle intercettazioni telefoniche ed ambientali abbia offerto la prova dellimpegno profuso dal CONDEMI Domenico e dal fratello CONDEMI Filippo, oltre che da altri soggetti riconducibili alla cosca CARIDI, in favore della candidatura di PLUTINO Giuseppe allepoca Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Reggio Calabria per lelezione (sarebbe meglio dire la conferma) al consiglio comunale. Opportuna avvertenza metodologica riguarda la
(condivisibile) scelta del P. M. di non riportare, in alcuni casi, il testo delle conversazioni oggetto di commento, comunque trasfuso nelle informative stilate dalla Squadra Mobile, su cui, come detto, principalmente si fonda la richiesta di cautela ed alle quali si rimanda per la lettura delle conversazioni omissate. Cos

nella richiesta:

- II.1 IL RAPPORTO CON PLUTINO GIUSEPPE - a) La campagna elettorale in favore del candidato PLUTINO Giuseppe _____________________________________________________________________________ 57

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Dopo avere evidenziato le relazioni di parentela intercorrenti tra i vari soggetti indagati, di seguito verranno riportate le risultanze investigative emerse nel corso dellattivit di indagine esperita mediante lesecuzione dei servizi tecnici di intercettazione telefonica ed ambientale. Un primo dato di assoluta rilevanza sotto il profilio investigativo, derivante dallattivit intercettiva a carico dei fratelli CONDEMI compiuta nel corso dello svolgimento della campagna elettorale per le elezioni comunali e provinciali del 15 e 16 maggio 2011, concerne la prova dellimpegno profuso dai predetti fratelli, nonch da altri soggetti tutti riconducibili alla cosca CARIDI, in favore della candidatura di PLUTINO Giuseppe - allepoca Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Reggio Calabria - per lelezione al consiglio comunale. Si riporta lin.va della Sq.Mobile: nel corso del servizio tecnico attivato sullutenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico era registrata la seguente conversazione ritenuta di particolare interesse investigativo.

Conversazione del 07 Aprile 2011, ore 15:27 progressivo nr. 284 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo
Omissis Nel corso del progressivo sopra riportato, CONDEMI Domenico dapprima chiedeva a LOMBARDO Vincenzo, che si trovava a Parma, se avesse fatto rientro in questo centro prima delle prossime elezioni amministrative ed a tale richiesta il LOMBARDO rispondeva di avere gi preso accordi con tale Pino, al quale aveva confermato che avrebbe fatto rientro a Reggio Calabria circa dieci giorni prima delle consultazioni elettorali, CONDEMI: Ma per le votazioni scendi? LOMBARDO: Ma per le votazioni, gli ho detto a Pino di si Per le votazioni ho gi parlat o con Pino Una settimana, dieci giorni prima scendo invitando altres il CONDEMI, gi in possesso di una determinata lista, ad iniziare a parlare con le persone a lui pi vicine LOMBARDO:Ma tu in caso(inc.) la lista CONDEMI: Eh. LOMBARDO:Dove hai confidenza, tipo Marcello e tutti questi qua, comincia ad avvicinarli e parlargli. CONDEMI: Uhm, no, andiamo insieme poi Enzo. LOMBARDO:Si lo so, per da Marcello CONDEMI: Se lo incontro glielo dico.--\ LOMBARDO:Tu da Marcello, so che puoi andare da solo, perch so che puoi andare intanto, vai a dirglielo. CONDEMI: Uhm, va bene. LOMBARDO: Poi andiamo insieme, hai capito? Le

persone che abbiamo che conosciamo, intanto vai e glielo dici, se cero io andavamo insieme adesso, ma glielo dici ora, sai come si deve far, glielo devi dire prima, non allultimo hai capito? Poi allultimo andiamo insieme, va b?
Primo dato, dunque, ad emergere il comune impegno di LOMBARDO Vincenzo, soggetto come a breve si dir gi attenzionato nellambito delloperazione CRIMINE, e del CONDEMI Domenico in favore di un candidato alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di nome Pino, prontamente identificato per lodierno indagato PLUTINO Giuseppe, con cui essi avevano gi preso accordi. Il contenuto del dialogo faceva comprendere come LOMBARDO Vincenzo nato a Reggio Calabria in data 19.05.1973 residente a Parma, soggetto indagato in stato di libert nellambito della Operazione CRIMINE, in quanto ritenuto appartenente alla cosca CARIDI e CONDEMI Domenico fossero impegnati ad effettuare la compagna elettorale per un candidato di nome Pino, con il quale _____________________________________________________________________________ 58

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avevano gi preso precisi accordi, candidato identificato in ragione dei contatti intrattenuti per PLUTINO Giuseppe. Infatti esplicativa in ordine ai rapporti intercorrenti tra PLUTINO Giuseppe CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo appariva la seguente conversazione.

Conversazione del 05 Aprile 2011, ore 15:33 progressivo nr. 200 Utenza chiamante: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Utenza chiamata 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
Omissis Nel corso del dialogo intercettato CONDEMI Domenico informava lAssessore PLUTINO Giuseppe (chiamato Pino) dellavvenuto decesso del nonno di LOMBARDO Vincenzo, mentre ulteriori conversazioni registrate nel prosieguo del medesimo servizio di intercettazione telefonica nellevidenziare come i due avessero partecipato insieme ai funerali del congiunto del LOMBARDO, avvenuti nel quartiere di Gallico, confermavano lesistenza dei diretti rapporti intercorrenti tra i tre soggetti sopra menzionati, rapporti ulteriormente messi in risalto da un SMS registrato sullutenza radiomobile in uso al LOMBARDO ed indirizzato a PLUTINO Giuseppe, con il quale il primo, che risiede e lavora a Parma, chiedeva al PLUTINO informazioni circa i giorni di permesso politico che gli spettavano..

SMS del 04 Maggio 2011, ore 17:02 progressivo nr. 5 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe
Testo del messaggio: Ciao pino fammi sapere se il permesso politico copre giorno 12 e 13.--\ Altrettanto utili a testimoniare il legame esistente tra CONDEMI Domenico, LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Domenico apparivano due conversazioni registrate il 9 e 10 maggio 2011.

Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:16 progressivo nr. 1415 Utenza chiamante: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo
CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: Si.--\ Buongiorno.--\ Allora?--\

Che fai? Ascolta un attimo, ma quel documento per me, per il lavoro, quando me lo manda Pino?--\
(voci di ragazzi in sottofondo)chiama a lui.--\ E ho provato a chiamarlo ma ce lha spento, ricordagli tu, perch se non mi manda--\ Ma tutti e due i numeri?--\ No, uno ne ho io, e non mi se lui non mi manda il documento, gli avevo mandato pure il messaggio la volta scorsa.--\ Eh.--\

Se non i manda il documento la licenza non me la danno.--\


Che numero hai tu?--\ E ora non lo so, aspetta, aspetta che te lo dico

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CONDEMI intanto che LOMBARDO gli trovi il numero di Pino, parla con i figli che stanno giocando. LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: Tre due otto, cinquantatre(inc.)--\ Come finisce?--\ (inc.)--\ Sei sette?--\ Sei, tre due.--\ Eh.--\ Questo qua ho io.--\ Ma come finisce?--\ Sei, tre, due.--\ E aspetta che ti do quellaltro.--\ Si dammelo.--\ Enzo, non so adesso come si trova.--\

(inc.)Ascolta, ascoltami a me, mandami un messaggio oppure glielo dici tu, altrimenti, altrimenti non mi danno la licenza.--\
Ma il tuo numero ce lha lui?--\ Certo che ce lha.--\ E ti faccio chiamare da lui, dai.--\ Eh, va bene ciao, ci sentiamo dopo ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Questo primo progressivo aveva ad argomento la necessit da parte del LOMBARDO di ricevere da PLUTINO Giuseppe la documentazione necessaria per ottenere un permesso lavorativo per fare ritorno a Reggio in occasione della campagna elettorale. Ricevuta la chiamata del LOMBARDO, CONDEMI Domenico telefonava immediatamente al PLUTINO per fargli contattare il primo.

Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:19 progressivo nr. 1416 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: Pronto?--\ Pronto.--\ Ma dove sei ?--\ A casa.--\

Chiama a Enzo, a mio compare che da due ore ti sta chiamando, vuole parlarti.\
Va bene ciao.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

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Se LOMBARDO e CONDEMI si impegnano perch PLUTINO faccia avere al primo (che con lui interagisce via sms) la documentazione necessaria affinch possa fruire del congedo per motivi elettorali, dalla disamina delle intercettazioni nei riguardi del CONDEMI emerge come, nella campagna elettorale in favore del PLUTINO, fosse impegnato anche tale CALDERAZZO Rosario, al cui riguardo, nel seguito dellinformativa, vengono riportate le principali notizie di rilievo penale. CALDERAZZO, peraltro, emerge essere collegato con lo stesso LOMBARDO Vincenzo, con il quale interagisce sempre in relazione alla campagna elettorale del PLUTINO, per la quale anchegli era stato convocato dal CONDEMI (e, soprattutto, aveva gi preso accordi con lassessore). Gli uomini pi affidabili prossimi al CONDEMI, pertanto, emerge come si stiano preparando alla competizione elettorale in favore del PLUTINO. Nello stesso periodo sullutenza radiomobile in uso al CONDEMI veniva registrata unaltra conversazione che nel confermare limpegno di questi per le sorti elettorali del PLUTINO, evidenziava come anche CALDERAZZO Rosario nato a Palmi in data in data 13.07.1970, (soggetto con precedenti penali e di polizia per associazione a delinquere, ricettazione, riciclaggio ed estorsione, in passato sottoposto a controllo di polizia mentre si trovava in compagnia di CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), ZINDATO Giuseppe (Condofuri 30.08.1957), tutti risultati essere esponenti di vertice della cosca LIBRI CARIDI nel corso della pregressa attivit di indagine espletata nellambito del p.p.259/06 RGNR DDA, e pertanto destinatari della OCCC in precedenza richiamata), e di GATTUSO Nicola (RC 20.05.1965) (destinatario dellordinanza di fermo emessa nellambito della cd Operazione Crimine, quale esponente della omonima cosca attiva nel locale Oliveto Valanidi), si fosse impegnato in favore di Pino (PLUTINO) per la campagna elettorale in corso, in vista delle imminenti elezioni comunali.

Conversazione del 25 Aprile 2011, ore 19:17 progressivo nr. 827 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata 380.1915134 in uso a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: CONDEMI Domenico e CALDERAZZO Rosario
Omissis Il progressivo sopra riportato si dimostrava chiaro nei suoi contenuti infatti CONDEMI Domenico, invitava CALDERAZZO Rosario, che in quel momento si trovava a Roma, a fare rientro a Reggio in quanto dovevano fare la campagna elettorale, Vedi che dobbiamo fare la campagna

elettorale.

Circostanza questa di cui era ben a conoscenza il CALDERAZZO, Lo so, ce lho gi il pensiero che aveva gi iniziato a darsi concretamente da fare, gi ho parlato con mia moglie e con tutti, in considerazione degli accordi gi presi con PLUTINO Giuseppe, Si, con chi dovevo parlare della mia famiglia, i miei nipoti, tutti quanti a Pino votano, questo fuor di dubbio, avevo gi parlato con Pino io Con Pino avevamo gi parlato prima, avevo gi parlato con mia moglie. Nel prosieguo del dialogo il CONDEMI, invitava il suo interlocutore a prendere contatti con una serie di soggetti, attivit questa gi messa in atto dal CALDERAZZO, CONDEMI: Quei ragazzi che gli era morto lo zio, chi sono? CALDERAZZO: Chi sono Domenico chi ?? CONDEMI: Maria SCARCELLA hai parlato? CALDERAZZO: Mia nipote . CONDEMI:Diglielo voglio dire, ah. CALDERAZZO: Lo sanno tutti i miei nipoti, gi ho parlato, ho parlato gi, ho parlato con

tutti i miei nipoti, pure quelli allora, tutta la mia famiglia, nipoti, cognati e cosi votano tutti la, fuori da ogni dubbio, gli dico pure dove votano. CONDEMI: Quando scendi poi parliamo
dai.

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La parte finale del dialogo intercettato evidenziava inoltre come CALDERAZZO Rosario avesse preso accordi con il compare del CONDEMI, LOMABRDO Vincenzo, per fare rientro in citt in occasione dello svolgimento della campagna elettorale, avevamo gi parlato con Vincenzo Di

scendere e fargli la campagna insieme Con tuo compare Vincenzo siamo rimasti daccordo, che scendiamo una settimana prima e gli facciamo campagna, gi avevamo parlato con Vincenzo.
Ma il progressivo in esame faceva emergere i contatti esistenti tra i protagonisti del dialogo ed un altro soggetto ROTTA Vincenzo, che dal tenore della conversazione, risultava essere particolarmente vicino al CONDEMI, tanto che CALDERAZZO Rosario non ottenendo risposta al telefono da questultimo, aveva chiamato proprio il citato ROTTA, Non penso, ci siamo sentiti ieri,

gli ho detto che ti ho chiamato e non mi hai risposto al telefono, poi ho chiamato a Vincenzo ROTTA, che appena possibile aveva informato CONDEMI Domenico, Eh, me lha detto Vincenzo.

Come correttamente si osserva nella richiesta, la conversazione riportata dalla P. G. impone allattenzione investigativa ROTTA Vincenzo, legato a CONDEMI Domenico ed a CALDERAZZO Rosario ed anchegli sostenitore a breve si vedr il perch della candidatura del PLUTINO. Il dato riveste importanza, attesa la caratura criminale del ROTTA emersa nel corso delle indagini, durante lattivit dintercettazione condotta nei confronti di MANDALARI Carmelo, soggetto ritenuto intraneo alla cosca ROSMINI, in considerazione delle conversazioni registrate nel corso dei servizi di intercettazione ambientale allora attivati a bordo dellautovettura FIAT PANDA targata CS*811*EK in uso ad ALAMPI Natale [questultimo tratto in arresto in esecuzione dellordinanza di
custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa (Cosca ROSMINI) e trasferimento fraudolento di beni].

Cos la Squadra Mobile:

Conversazione del 24 Marzo 2011, ore 20:22 progressivo nr. 196 A bordo dellauto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo Persone presenti MANDALARI Carmelo, MANDALARI Fortunato Antonino (padre,RC 29/05/56) PASSANITI Antonietta (madre, RC 18/11/64), ROTTA Vincenzo (RC 11/02/53) CILIONE Romilda (fidanzata, RC 07/12/85)

Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo in compagnia della madre e del padre, alle ore 20:23:18 si fermano, MANDALARI Carmelo scende a comprare i dolci da Diego, la madre e il padre rimangono a bordo, conversazione varia tra i due coniugi. Alle ore 20:24:28 Carmelo sale a bordo e riavvia la marcia, dopo poco si ferma nuovamente in quanto incontra a ROTTA Vincenzo al quale immediatamente presenta i propri genitori, poi conversazione varia amichevole tra MANDALARI Carmelo e Vincenzo ROTTA, questultimo dice a Carmelo qualsiasi cosa ha bisogno di andare a trovarlo, poi dice ai suoi genitori che pu essere per Carmelo come una fratello maggiore, quindi si salutano e MANDALARI Carmelo riavvia la marcia--\ MADRE: CARMELO: (Inc.)--\

La migliore persona di San Giorgio mamma, questo si presentato davanti al Giudice con il camuffo, quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma leima lei gli ha detto il Presidentel il Giudiceil Presidente che

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ne solei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo, sono malandrino e lo potete scrivere!!!(ride)Avr fatto qualche dieci anni.--\
PADRE: CARMELO: MADRE:

Come si chiama?--\ Vincenzo ROTTA--\ Vincenzo ROTTA(Inc. a causa di fruscii)sai chi era suo padre Francesco, quello l che era sempre di fronte, e abitava di fronte al coso abitavadi fronte come cazzo si chiama(Inc. a causa di fruscii)sua nipote Concetta lavorava con me--\ Questo lo zio di Massimo IACONIS!--\ Eh, la mammala mammaConcetta la mamma di Massimo IACONIS lavorava con me.--\ Comunque bravissimo! Gli ha detto in quella maniera al Presidente(inc.)-\

CARMELO: MADRE: CARMELO:

Continua conversazione varia tra Carmelo MANDALARI e i genitori, alle ore 20:31:17, si fermano, a bordo assieme a loro sale anche CILIONE Romilda fidanzata di MANDALARI Carmelo, quindi nuovamente veicolo in movimento. Continua conversazione varia tra i presenti, inizialmente parlano di come cucinare il pollo, poi la madre di Carmelo chiede a Romilda come sta suo nonno, la ragazza le risponde che sabato lo dimettono dallospedale. Alle ore 20:37:25 si fermano, scendono e si allontanano.--\ Cade la linea.--\ Nel corso del progressivo riportato MANDALARI Carmelo che si trovava in compagnia dei genitori e della fidanzata CILIONE Romilda, incontrava compare Cec soggetto che il prosieguo della conversazione permetteva di identificare per ROTTA Vincenzo, in oggetto generalizzato, con il quale intratteneva una breve conversazione nel corso della quale il ROTTA nel dirsi disponibile in caso di bisogno, lo invitava a considerarlo come un fratello maggiore, poi conversazione varia amichevole tra MANDALARI Carmelo e Vincenzo ROTTA, questultimo dice a Carmelo qualsiasi cosa ha bisogno di andare a trovarlo, poi dice ai suoi genitori che pu essere per Carmelo come una fratello maggiore. Ripresa la marcia, il giovane spiegava ai presenti che la persona appena incontrata, era, PADRE: Come si chiama? CARMELO:Vincenzo ROTTA da egli considerato come uno dei migliori cristiani del quartiere San Giorgio, affermazione questa da intendere chiaramente nel senso ndranghetistico. Infatti il MANDALARI per meglio rafforzare il concetto appena espresso raccontava al genitore di un episodio di cui era stato protagonista in passato il ROTTA, allorquando imputato insieme a Giovanni ROSMINI, identificato per ROSMINI Giovanni (RC 25.04.1962, inteso Carrozza, in atto detenuto, esponente della omonima consorteria), fratello di ROSMINI Diego (RC 25.06.1972 tratto in arresto da questo Ufficio nellambito del p.p. 259/06 RGNR DDA), si era presentato innanzi al giudice dichiarando esplicitamente la propria appartenenza agli ambienti criminali di questo centro, La

migliore persona di San Giorgio mamma, questo si presentato davanti al Giudice con il camuffo, quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma leima lei gli ha detto il Presidentel il Giudiceil Presidente che ne solei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo, sono malandrino e lo potete scrivere!!!(ride)Avr fatto qualche dieci anni Comunque bravissimo! Gli ha detto in quella maniera al Presidente(inc.)
In ordine a ROTTA Vincenzo giova evidenziare che lo stesso annovera precedenti penali e di polizia per rapina porto e detenzione di armi, favoreggiamento e che risulta indagato per il reato di associazione mafiosa nellambito della Operazione Crimine. Infatti le indagini svolte hanno evidenziato la contiguit del medesimo con esponenti della

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consorteria LIBRI CARIDI, tra cui CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) e CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976). Indicativi circa linserimento di ROTTA Vincenzo nel contesto mafioso oggetto dellattuale approfondimento investigativo, appaiono anche i controlli di polizia cui il medesimo stato sottoposto, dai quali risultano rapporti di frequentazione con CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), CONDEMI Domenico, ZINDATO Giovanni (Condofuri 06.05.1968 tratto in arresto quale esponente della cosca CARIDI nellambito della Operazione Alta Tensione). ROTTA Vincenzo dal tenore delle conversazioni registrate in quei giorni appariva anchegli impegnato nella campagna elettorale in corso, in favore dei PLUTINO Giuseppe.

Conversazione del 21 Aprile 2011, ore 22:42 progressivo nr. 191 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Omisis Infatti nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo raccomandava al figlio di impegnarsi a recuperare voti in favore di PLUTINO Giuseppe, e sopratutto di fare saper in giro del loro concreto impegno in favore di questi, A te, a chiunque ti chiede, ti chiede va bene, quando

vai in giro Reggio, Reggio e ti chiede qualcuno gli devi dire che glielo fai a Pino a PLUTINO va bene?... Uhm gli devi dire mio padre ed io io mio padre ed io siamo impegnati conva bene?

Motivo dellimpegno appariva in particolare la sistemazione lavorativa del figlio, promessa dal candidato PLUTINO, Che mi ha detto lui, che da qua ad un altro mese pu essere che sia

definitiva da Antonio, ha diciotto dipendenti Antonio ah Va bene? Ha detto che da qua, massimo ad un altro mese, la cosa si deve definire, va bene, che andato molte volte lui per il fatto dei contributi a Catanzaro Va bene? E se va bene la situazione l non hai tanti tanti problemi, al quale tale promessa veniva costantemente rammentata da CONDEMI Domenico (Mico), Lui mi ha detto che da qua ad un altro meseche tutti i giorni Mico glielo glielo ricorda
La ratio dellimpegno elettorale in favore del PLUTINO emerge con tutta evidenza dal corrispettivo che ROTTA Vincenzo attende, ovvero un impiego per il figlio, che non solo deve andare alla ricerca di voti ma deve mostrare pubblicamente che lui ed il padre appoggiano il

PLUTINO, frattanto continuamente sollecitato dal CONDEMI Domenico per la sistemazione del giovane ROTTA Domenico. Altro soggetto impegnato nella campagna elettorale CONDEMI Filippo, al cui riguardo la P. G. indica quanto segue: Analogo impegno era concretamente manifestato anche da parte di CONDEMI Filippo, fratello del pi volte citato Domenico, indicato anchesso dal collaboratore di giustizia MOIO Roberto quale appartenente alla cosca CARIDI del cui esponente apicale CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) al pari del fratello era da considerarsi uomo di fiducia. A testimoniare limpegno anche da parte di CONDEMI Filippo in favore di PLUTINO Giuseppe si riporta il contenuto di una conversazione registrata in data 29.04.1011.

Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296 Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta
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Omissis VD. FF. 36 37 INFORM. Il sopra riportato dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta nata a Reggio Calabria in data 15.12.1991, ivi residente in via Niccol Tommaseo n. 23, offriva chiara conferma di quanto in premessa affermato, infatti alla ragazza che dal CONDEMI era stata cooptata per la raccolta di voti, Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo? e catechizzata su come impegnare gli elettori a dare il voto, stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la

sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati, tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Cos li metti in crocese no, che chiedeva come in concreto avrebbero dovuto votare, Ma tipo uh si deve scrivere, si deve scrivere il nome? Quando (inc.) deve mettere la croce sul partito?..., CONDEMI Filippo rispondeva, E il nome PLUTINO!, invitandola a passare dalla segreteria a ritirare i fac- simile, E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.
Corretta appare la sottolineatura con cui la P. G. evidenzia il comune impegno di tutti gli indagati nel reperimento di consensi in favore del PLUTINO. Dato che emerger anche nella disamina del traffico telefonico captato sulle singole utenze. Dopo avere riportato i primi esiti dellattivit investigativa che evidenziavano come C ONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo, tutti per come riferito nel corso della presente nota, a vario titolo riconducibili allalveo della cosca CARIDI, e CALDERAZZO Rosario, personaggio gravato da numerosi precedenti penali e di polizia, fossero tutti concretamente impegnati nel reperimento di consensi elettorali in favore del candidato PLUTINO Giuseppe, si ritiene opportuno riportare di seguito una serie di conversazioni registrate sulle singole utenze radiomobili in uso ai protagonisti della presente trattazione dal cui contenuto si otterr ulteriore conferma di quanto fino ad ora riferito.

Conversazione del 13 Aprile 2011, ore 13:51 progressivo nr. 426 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 392.3838497 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: CONDEMI Lombardo e LOMBARDO Vincenzo
Omissis Il progressivo sopra riportato si rivelava di interesse in quanto ancora una volta dimostrava come i due interlocutori CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, avessero in corso lattivit oggetto di approfondimento investigativo, in particolare metteva in luce che il LOMBARDO aveva preso contatti con tale Gaetano, che essendo libero da impegni elettorali, dal primo era stato mandato a parlare direttamente con il candidato PLUTINO Giuseppe, Ah vedi, vedi che avevo parlato con

coso Con con Gaetano Eh, che andava a trovare a Pino, eh, hai capito?... E forse andava a trovare a Pino, per il fatto delle elezioni, motivo per cui invitava il CONDEMI ad andare a trovarlo al fine di impegnarlo definitivamente, Che lui libero e pure la sua famiglia, ha detto che andava a trovarlo, caso mai vai pure tu al Bart e trovalo tu a Gaetano, in pratica gi lo sa, al Bart, al Bart lavora gi glielho detto, ha detto, guarda io sono disponibile anche perch, la sua famiglia cose, vai, vai e parla pure tu che gi lo sa, va bene?
In data 15 aprile 2011 era registrato il seguente dialogo, intrattenuto da CONDEMI Domenico con un uomo che gli si trovava accanto, mentre il telefono era in connessione in attesa che la persona chiamata, il cognato CUZZOLA Natale nato a Reggio Calabria in data 06.10.1963 (padre di CUZZOLA Maria la cui assunzione era stata imposta allon. NUCERAp Giovanni, soggetto, risultato essere in costante c ontatto telefonico con CONDEMI Domenico, giova riferire che lo stesso, gravato de precedenti penali e di polizia per furto, ricettazione e falso, cognato oltre che del citato CONDEMI, anche dei fratelli BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio. Ancora, al fine di delineare lambiente criminale in cui appare inserito il CUZZOLA giova riferire che in data 21 agosto 2001 lattivazione di un servizio di video ripresa attivato nelle adiacenze dallabitazione di _____________________________________________________________________________ 65

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FRANCO Michele e del genero MURINA Carmelo, entrambi di recente destinatari di provvedimento di fermo per il reato di associazione mafiosa, aveva permesso di notare il sopraggiungere dellautovettura FIAT Punto di colore bianco targata AV *315* JP, alla guida della quale vi era proprio il CUZZOLA, (intestata rio e proprietario dellauto), assieme al medesimo per come accertato da un immediato riscontro sul territorio, viaggiava loggi defunto PERLA Domenico, nato a Reggio Calabria il 2.1.1966, con numerosi precedenti penali a carico per gravi reati tra cui associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, armi, coinvolto, tra laltro, in importanti procedimenti penali quali Olimpia e Valanidi 3, in quellatto reggente del locale di Ciccarello. Inoltre in tempi pi recenti lo stesso CUZZOLA Natale stato sottoposto a controllo di polizia insieme a LATELLA Paolo (RC 11.07.1970) e IANNI Natale (RC 12.04.1967) entrambi tratti in arresto da questo Ufficio in esecuzione dellOrdinanza d custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reato di associazione mafiosa) rispondesse, dal cui tenore oltre al gi evidenziato impegno in favore di PLUTINO Giuseppe emergeva la capacit del CONDEMI, nella raccolta di voti in vista delle prossime consultazioni elettorali.

Conversazione del 15 Aprile 2011, ore 18:53 progressivo nr. 507 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.8431172 in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: CONDEMI Domenico, uomo non identificato e CUZZOLA Natale
Omissis

Il contenuto della conversazione sopra riportata permetteva di comprendere come CONDEMI Domenico, fosse in grado di veicolare verso il PLUTNO un grande numero di preferenze, gi cos Altrettanto significativo appariva un altro dialogo captato con le medesime modalit di quello sopra riportato in data 18.04.2011.

ho un movimento di centocinquanta voti, con questi dieci che ho scritto qua.

Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 12:23 progressivo nr. 552 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 320.3075297 in uso a LA ROSA Donatella Interlocutori: CONDEMI Domenico Uomo non identificato e LA ROSA Donatella
Omissis Nel corso della conversazione CONDEMI Domenico telefonava alla cognata LA ROSA Donatella (RC 17.08.1973) moglie di BORGHETTO Eugenio (RC 18.01.1968) e mentre era in attesa che la donna rispondesse, si aveva modo di ascoltare un uomo che affermava al CONDEMI la sua attendibilit in termini di raccolta di voti, affermando che se lui si fosse impegnato dicendo di avere la possibilit di portare alla causa un grande numero di voti, quel numero sarebbe poi risultato in sede di scrutinio, (inc.) guarda che io te li porto tutti, come mi manca un voto di tutti quelli che ti

porto quanti sono cinquemila che ti dico? Te li porto tutti e cinquemila

Si coglie, dunque, come il CONDEMI fosse in grado di veicolare un rilevante numero di preferenze in favore del PLUTINO, al quale, per, sottoponeva anche le richieste che provenivano dai possibili elettori, analogamente a quanto si visto per il ROTTA Vincenzo, il quale invitava il figlio alla ricerca di consensi per lassessore, considerato che il CONDEMI sarebbe stato suo sponsor. Limpegno elettorale del CONDEMI, non si limitava solamente ad una raccolta di adesioni, m a si sostanziava anche nel sottoporre al candidato PLUTINO Giuseppe le esigenze dei possibili elettori.

Conversazione del 22 Aprile 2011, ore 18:58 progressivo nr. 668 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe

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PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI:

Pronto.--\ Ma dove sei?--\ A Catona.--\ A Catona, vedi che mi ha chiamato mio zio.--\ Eh.--\

Si sta lamentando(inc.) che davanti alla sua porta dentrata, ha detto che tra un po non entra nemmeno, che pieno di spazzatura, l, sotto del Brico.--\
Eh.--\ Che sono insieme ora, che vadano(inc.)--\

Stasera glielo facciamo fare, dove, qua dov?--\


Sotto del Brico, dove c la sua casa, davanti al cancello della sua villa dice.--\ Ah, e digli come si chiama la via.--\ Ah?--\

Va bene adesso me la vedo io, ciao, ciao.--\


Proprio sotto del Briko .--\ Ciao, ciao.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Nel corso di questo progressivo infatti il PLUTINO che ancora ricopriva la carica di assessore alla politiche ambientali veniva sollecitato da CONDEMI Domenico a fare effettuare un intervento nei pressi del BRICO, dove le strade erano invase dai rifiuti, si era infatti nel periodo di tempo in cui il Comune di Reggio Calabria per pi giorni si era trovato nella impossibilit di smaltire limmondizia a causa della momentanea chiusura delle discariche. Analogamente CONDEMI Domenico in data 10.05.2011 contattava PLUTINO Giuseppe per sollecitare un intervento di questi presso il Governatore della Calabria SCOPELLITI, finalizzato al pagamento degli stipendi dei dipendenti della Multiservizi.

Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 10:21 progressivo nr. 1448 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: Pronto.--\ Dove sei?--\ A Catanzaro sono.--\ A Catanzaro ?--\ Eh a Catanzaro(inc.)--\ Ma vedi vedi che questi ragazzi della MULTISERVIZI si stanno lamentando che hanno due mesi di stipendio arretrati.--\ Sto sto provvedendo io, gli devi dire chi il tuo amico ALBANESE?--\ Si, stai provvedendo?--\

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PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO:

Devi dirgli devi dirgli che domani gli do notizie io, che stiamo lavorando.--\ Domani sicuro gli darai notizie?--\ Si diglielo, glielo avevo gi detto.--\ No, sono qua, ma passa da qua che stanno lavorando, non hanno...--\ Se sono a Catanzaro, dove devo passare, ah?--\ Nemmeno per la benz non possono lavorare dicono.--\ Perch?--\ Perch non hanno i soldi nemmeno per la benzina delle motoseghe.--\ Eh, va bene.--\ Come lavorano?--\ Domani, domani gli diciamo tutto, domani ho notizie, va bene?--\

Parla con il Governatore, vedi la che devi fare, va bene?--\


Ciao, ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Si apprezza, quindi, in questo frangente, un primo dato di assoluto rilievo: il PLUTINO, assessore alle politiche ambientali, viene investito dal CONDEMI, che gli rappresenta che le strade innanzi al BRICO sono colme di rifiuti, per un intervento diretto alla loro rimozione. Ancora, il CONDEMI, facendo leva sulla comune appartenenza politica del PLUTINO con il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, rappresenta allassessore la situazione dei ragazzi della Multiservizi, i quali avevano il problema del mancato pagamento degli ultimi due mesi di stipendio, sollecitandolo, pertanto, a parlare con il Governatore (vedi l che devi fare, va bene). Ancora in data 29.04.2011 CONDEMI Domenico telefonava a LOMBARDO Vincenzo per conoscere landamento della campagna elettorale.

Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 12:09 progressivo nr. 1050 Utenza chiamante: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo
LOMBARDO telefona a CONDEMI, in attesa che questi risponda, si lamenta e impreca sul fatto che oggi probabilmente non manger. CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: Pronto.--\ Allora?.--\ Come siamo?--\ Eh, io sempre bene, di salute.--\

La campagna elettorale come sta andando?--\ Tu non ti preoccupare di questo fatto.--\


Eh.--\

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LOMBARDO: CONDEMI: Omissis

Senti una cosa, dove sei?--\ Io adesso sono in ospedale.--\

Ma il compito di CONDEMI Domenico non si limitava alla raccolta di consensi per il cugino, ma anche ad un diretto intervento in caso di terzi soggetti che facevano campagna elettorale per conto di altri candidati.

Conversazione del 30 Aprile 2011, ore 12:01 progressivo nr. 1084 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 320.4794216 intestata ad Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli ed in uso a Peppe, non identificato Interlocutori: CONDEMI Domenico e Peppe
Omissis Nel corso del dialogo sopra riportato CONDEMI Domenico che era stato informato del fatto che il suo interlocutore stava chiedendo voti per un altro candidato, Ti sapevo poco serio, che ti sapevo poco serioMa ma vai in giro pure a toglierci i voti?, lo convocava immediatamente presso la segreteria politica del PLUTINO per un chiarimento, Dove sono? Vieni quache te lo

dico di persona Vieni qua alla segreteria.

Nei giorni a seguire erano registrate una serie di conversazioni che dimostravano la capillare raccolta di preferenze elettorali di CONDEMI in favore del PLUTINO.

Conversazione del 02 Maggio 2011, ore 10:50 progressivo nr. 1158 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 347.8660269 in uso a NOCERA Antonio Interlocutori: CONDEMI Domenico e NOCERA Antonio

NOCERA: CONDEMI: NOCERA: CONDEMI: NOCERA: CONDEMI: NOCERA: CONDEMI: NOCERA: CONDEMI: NOCERA: CONDEMI:

Pronto.--\ Ohu.--\ Ah.--\ Dove sei, vedi che oggi luned.--\ Dal dentista sono, sto arrivando.--\

Vedi, vedi che ho chiamato ad Andrea, e mi ha detto di parlare con te per i voti.--\
Per che cosa?--\ Ah, per che cosa?--\ Per i voti?--\ Si.--\ Ciao.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Ed ancora,

Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 14:52 progressivo nr. 1316 Utenza chiamante: 348.8064309 in uso a MIDURI Antonello Carmelo

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Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e MIDURI Antonello Carmelo
CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: CONDEMI: MIDURI: Mi hai abbandonato.--\ No compare, si, sono giornate frenetiche vedi.--\ Compare mi avevi detto che mi chiamavi.--\ Eh, hai ragione ma io tu devi capire che pure che (inc.) mi sposo, e sto scappando da una parte allaltra.--\

Eh, ma (inc.) mi stai raccogliendo un po di voti?--\


Si certo, certo.--\ Ah?--\ Di questo puoi stare tranquillo.--\

Ma vieniquando ci vediamo cos ti do un po di materiale?--\


Domani mattina ci ti chiamo quando sono al bar e ti e ci vediamo dai.--\

Per compare impegnati.--\


No, se ti dico io te lho detto, non che ti prometto venti, o trenta voti, o cinquanta voti.--\ No, quello che--\ Quelli che posso te li raccolgo, stai tranquillo, come te li ho raccolti le altre volte.--\ Va bene, allora ti aspetto--\ Va bene?--\ Allora chiamami domani.--\ Domani mattina ti chiamo, devo uscire con mia mamma, appena finisco con mia mamma, tanto a te pure che ti chiamo a (inc.) non che ti interessa.--\ Eh?--\ Dico, pure che ti chiamo a mezzogiorno, non che ti interessa, no?--\ No, no, domani sabato, no.--\ Perfetto va bene.--\ Aspetto la chiamata vedi eh.--\ Va bene.--\ Ciao Compare.--\ Ci vediamo domani ciao Doddy.--\

Fine della conversazione.--\ Successivamente anche a bordo dellautovettura in uso al CONDEMI era registrato un progressivo di analogo tenore.

Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 11:09 progressivo nr. 19 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico,CUZZOLA Natale ed Angelo (non identificato)
Veicolo in sosta, a bordo CONDEMI Domenico che chiede a qualcuno dove sta lavorando, poi parla al cellulare con un _____________________________________________________________________________ 70

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tale Tot, gli chiede informazione su un pezzo di ricambio Fiat, chiude la conversazione e dopo poco scende dal mezzo, alle ore 11:15:20 sale a bordo assieme a Natale ed avviano la marcia, conversazione varia tra i due, CONDEMI risponde al cellulare e dice allinterlocutore che si vedranno in segreteria, alle ore 11:16:25 si ferma e conversa con un tale Angelo che incontra per strada--\ DOMENICO: ANGELO: DOMENICO: ANGELO: DOMENICO:

Angelo, ma i voti li stai raccogliendo?--\


(Inc.)certo, sono andato tutti i giorni per ricordargli.--\

Ma gli ricordihai il materiale tu?--\ Ho, quelli piccoli ho!--\


Non hai nemmeno quelli piccoli--\

A questo punto della conversazione interviene anche CUZZOLA Natale che dice ad Angelo, che se ha bisogno pu andare pu andare a parlare con suo compare Ciccio ALTOMONTE il proprietario del ristorante il FARO, che ha anche tre ville sul mare, glielo dice che lha mandato lui Natale CUZZOLA. Infine rientra nella conversazione CONDEMI Domenico e gli raccomanda di cercare voti. I presenti si salutano, CONDEMI riavvia la marcia in compagnia del cognato Natale CUZZOLA, conversazione varia, alle ore 11:20:28 si fermano, Natale CUZZOLA scende, alle ore 11:23:52 sale a bordo, nuovamente veicolo in movimento,la conversazione risulta parzialmente incomprensibile a causa di rumori e fruscii, CUZZOLA spiega a CONDEMI che deve andare allinfortunio a far vedere la risonanza magnetica. Successivamente veicolo in sosta, i due scendono e si allontanano.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Ed ancora lo stesso giorno,

Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 12:05 progressivo nr. 1508 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a CONDOFURI il 24.06.1951, residente in via Vico Petrillina nr. 8 (RC) Interlocutori: CONDEMI Domenico e MIDURI Antonello Carmelo
NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: Pronto.--\ E Allora, ti ho chiamato prima.--\ Mi hai chiamato?--\ Eh.--\ Ora lho visto ti stavo ti chiamavo.--\ Si.--\ Non prendeva, diceva Wind, dove sei?--\ Ora sono sullautostrada.--\ E dove stai andando.--\

Sto andando per vedere se mi danno da due miei compari, se ci danno qualche voto.--\

Continuando CONDEMI spiega dove si trova al momento, successivamente nomina degli antinfiammatori che un medico ha ordinato alla moglie per il tunnel carpale, NUCERA dice che quelle medicine non le ha, dovrebbero vedere di cambiare medicinale, CONDEMI parler con suo cugino e poi si risentiranno, dice che quando si libera passa a trovarlo.Fine della conversazione.--\ _____________________________________________________________________________ 71

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Dunque, se continua la capillare richiesta di voti da parte del CONDEMI per conto del PLUTINO che si accompagna, peraltro, ad un diretto intervento nei confronti di un individuo che aveva fatto propaganda per altro candidato e veniva chiamato a rapporto presso la segreteria dellassessore , essa veda interagire il CONDEMI unitamente al ROTTA Vincenzo, che lo invita a recarsi da un tale, dal quale avrebbero potuto ottenere cinque voti. Comincia, invece, ad emergere il dato maggiormente preoccupante, quello inerente al controllo dei potenziali elettori: infatti, rivolgendosi a tale Carmelo, CONDEMI lo invitava a comunicargli con precisione quanti voti aveva raccolto e le sezioni dove questi sarebbero risultati. Anche la stessa sera CONDEMI Domenico veniva informato da ROTTA Vincenzo che il giorno dopo sarebbe stato opportuno andare insieme a trovare una persona in quanto avrebbero potuto ricavare almeno cinque voti.

Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 22:32 progressivo nr. 27 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo

Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico che si ferma e conversa con ROTTA Vincenzo il quale inizialmente distante dal veicolo, quindi le sue parole risultano incomprensibili, dopo si avvicina e la loro conversazione inizia ad essere comprensibile--\ CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: sbrogliagli il piede.--\

Ci vediamo domani gioia, se vuoi che andiamo me lo dici, perch dice che cinque voti ce li ha lui e quattro li ha(inc.)--\ Chi?--\ Il vecchio(inc.)--\
(Inc.)--\ Andiamo dice che(inc.)--\

A questo punto della conversazione CONDEMI saluta ed avvia la marcia, rumori e fruscii in sottofondo. Si ferma e scende.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Anche il successivo 13 maggio CONDEMI Domenico invitava tale Carmelo in corso di identificazione ad indicargli con precisione quanti voti aveva raccolto e le sezioni dove questi sarebbero risultati.

Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 14:49 progressivo nr. 1575 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 393.4838572 in uso a Carmelo in corso di identificazione Interlocutori: CONDEMI Domenico e Carmelo
Pronto.--\

Carmelo:

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CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo:

Ma giocattolo che non sei altro.--\ Allora, che c?--\ Ma un giocattolo sei.--\ Ma che vuoi, dimmi.--\

Ma che vuoi, ti aspettavo in segreteria per venire a prenderti i fac-simile, sei venuto?--\
Ma vedi che sono venuto domenica, e tu eri in montagna bello.--\ Eh, domenica dove sei venuto, in piazza?--\ Eh.--\ Ah?--\ Si.--\ Lo stupido che sei(inc.)--\ Non te lha detto Bruno?--\ Non me lha detto.--\ Eh, se (inc.)--\

Ma lo stai raccogliendo qualche voto Melo?--\


Certo che lho raccolto.--\ Ah?--\ Vedi che io (inc.)..--\

Non che ci fai la vacca con Massimo CANALE?--\ Ah guarda, come sindaco lo sai che voto a Massimo CANALE.--\
Lo so, non mi interessa a me il sindaco, Massimo un bravo ragazzo, che centra.--\ Eh, il sindaco--\ Per le comunali.--\ Al consiglio al consiglio ti ho detto che voto a Pino, come non lo voto.--\

Ma a tuo fratello lhai contattato, ce lo da il voto?--\


E si, certo che te lo da, ma vedi che voto pure io la sopra Domenico.--\ Alla centosessant(inc.)--\ Al Volta.--\ No, tuo fratello vota la sopra alla scuola ha detto.--\ Eh, lui vota pi sopra, per io voto qua sotto al Volta.--\ Eh?--\ Perch siccome mi hanno messo rappresentante di lista.--\ Vota votate tre?--\ Si tre certo.--\ Ma tua mamma la fai votare?--\ Certo, allora non va, a tutti faccio votare.--\

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CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI: Carmelo: CONDEMI:

E sono quattro allora?--\ Quattro, cinque, aspetta un minuto cinque--\

Tu quanti voti ci dai al comune, due?--\


Sei, sette--\ Ah.--\ Circa dodici.--\

No, lascia stare dodici, quanti ce ne dai al comune?--\


Dodici.--\ Dodici?--\ Eh.--\

Va bene, segna le sezioni dove escono questi dodici voti.--\


Allora, Santa Caterina, metti--\

Devi segnare le sezioni dove escono.--\


Va bene.--\ Va bene?--\

La conversazione tra i due prosegue con Carmelo che spiega dove sta lavorando, dice che stato messo come rappresentante di lista per favorire la figlia di un amico suo candidata alla Provincia, parlano di Walter che candidato a sindaco, concordano di vedersi in segreteria per prendersi il materiale per le elezioni. Carmelo dice che ha cani addestrati bene per la caccia, si salutano concordando di vedersi domani e CONDEMI gli raccomanda ancora una volta per i voti, seguono saluti finali. Fine della conversazione. Il reperimento di voti porta a porta proseguiva anche nei giorni seguenti ad opera dei soggetti che avevano quale riferimento proprio il CONDEMI, che aveva anche il compito di contabilizzare le promesse di voto.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 11:42 progressivo nr. 1617 Utenza chiamante: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri (RC) il 24.06.1961, residente RC in Vico Petrillina nr. 8 Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe
Domenico.--\ Buongiorno.--\

NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA:

Ma che stai (inc.) stai raccogliendo voti?--\


Eh(inc.)--\

Vedi che io ti ho raccolto due voti adesso.--\


Eh?--\

(inc.) non li ho messi in elenco.--\


Perch?--\ (inc.)--\ Dove sei?--\ Dove sei tu?--\

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CONDEMI: NUCERA: CONDEMI:

Io sto andando in segreteria.--\ In segreteria(inc.)--\ No, qua a San Giorgio, ma non ti sento bene.--\

La conversazione si interrompe in quanto cade la linea.Fine della conversazione.--\ Altrettanto significativa appariva la seguente conversazione che costituiva un seguito a quella in precedenza riportata.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 11:42 progressivo nr. 1617 Utenza chiamante: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri (RC) il 24.06.1961, residente RC in Vico Petrillina nr. 8 Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe
Pronto.--\ (inc.) caduta la linea.--\ Eh, ma non ti prendeva bene.--\

CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA:

No, ero dentro il corridoio, apposta, stavo andando stavo scendendo dal bar dalla parte di dentro. --\ Dove sei ora?--\ Perch oggi mi scogliono, non voglio fare un cazzo(inc.)--\ Va bene, adesso vedo se passo, dai.--\ Ero qua con Peppe (inc.) con Peppe ROTTA.--\ Eh.--\ E con un altro.--\ Ora vedo se passo.--\ Ora, ora poco fa, cera una che mi ha detto.--\ Eh.--\

Ha detto, forse i miei figli non so dove farli votare, qua e l, gli ho detto io, tieni qua ci sono i cosi di PLUTINO.--\
Ah, tu se vuoi ne raccogli una ventina di voti la.--\

Aspetta, no, una ventina te li ho raccolti al Brico, Domenico, stai zitto.--\


Eh?\

Senti mi ha dettogli ho detto qua questi sono i cosi di PLUTINO, dammi lufficialit che io li comunico, sei una dei nostri, hai capito?--\
Eh.--\ Ha detto: ora parlo con loro ha detto, ma sicuramente si, va bene, glieli ho dati, me lha detto lei per.-\ Certo se no tu domani glielo dicevi.--\ No, ma io non glielo dicevo veramente...(inc.)--\ E non lo so che tu non glielo dicevi?--\ Doveri che non prendeva non prendeva il telefono?--\

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CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA:

No ero ora sono uscito, ero sotto la doccia.--\ Ah ti ho fatto il numero due volte, pure quellaltro, quellaltro diceva inesistente.--\ Eh.\ Va bene ma devi andare a scuola poi alluna?--\ No, no oggi no.--\ Ah, perch se no che vieni a fare, gi sono le dodici meno un quarto.--\ Ora passo dai, devo andare che ho un appuntamento con mio compare alla segreteria e poi vengo la.--\ Dove sei ora?--\ Ora qua--\ A casa?--\ Vicino a casa tua sono.--\ Sopra la macchina? E va bene, fai come vuoi, tanto no --\ (inc.)--\ Va bene ciao.--\ Ci vediamo dopo ciao.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Il sopra riportato progressivo si dimostrava di interesse investigativo in quanto costituiva il naturale seguito alla conversazione nr. 668 in cui CONDEMI Domenico chiedeva un diretto intervento allallora assessore PLUTINO finalizzato alla rimozione di una grande quantit di rifiuti presen ti nei pressi del BRICO, infatti nel corso del sopra riportato dialogo NUCERA Giuseppe informava il CONDEMI che proprio presso il BRICO aveva raccolto numerosi voti, Aspetta, no, una ventina te li

ho raccolti al Brico, Domenico, stai zitto

Il progressivo che precede, pertanto, si collega a quello che si era poco sopra commentato, evidenziando, dunque, come NUCERA Giuseppe avesse comunicato a CONDEMI Domenico di avere raccolto al BRICO, evidentemente presso coloro i quali in quei pressi risiedevano, una ventina di voti. Ma CONDEMI palesa grande capacit di penetrazione allinterno della comunit nomade stanziata nel quartiere Ciccarello, presso la quale pronostica di aver raccolto una quarantina di voti. Ecco i dialoghi in proposito posti in risalto dalla P. G.. La ricerca di voti in favore del PLUTINO da parte di CONDEMI Domenico, si estrinsecava anche nella successiva conversazione che si dimostrava particolarmente utile ai fini per cui si procede in quanto dimostrava come CONDEMI Domenico avesse la capacit, in considerazione del carisma goduto allinterno degli ambienti criminali, di reperire un grande numero di preferenze anche presso la comunit ROM di questo centro residente nel quartiere Ciccarello.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 21:49 progressivo nr. 1632 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 347.7644107 in uso a ARCATI Angelo nato a Reggio Calabria il 02.05.1947, ivi residente in via Ciccarello nr. 16
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Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe


CONDEMI telefona ad ARCATI, in attesa che linterlocutore chiamato risponde parlando con altra persona dice:

Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti.


ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: CONDEMI: ARCATI: Pronto.--\ Ehi.--\ E Mimmo.--\ (inc.)--\ Ah?--\ Hai organizzato per domani mattina?--\ Per domani mattina? Per andare dove?

La, per portare tutti gli invalidi a votare.--\ E ma glielho detto a qualche due, a massi oggi passato Massimo per trovarti.--\
Eh.--\ E venuto tre volte la alla sede.--\

E co e a Cosimo lhai visto?--\


A Cosimo lho visto, allora non lho visto?--\ E com?--\ (inc.)--\ E ma, domani mattina alzati con il pensiero dico.--\ E si, ma io sono a lavoro Mico, glielo lascio detto a mio fratello.--\

A Giovanni?--\
Certo.--\ E devi dirgli di venire a trovare me.--\ Eh, va bene.--\ va bene? Deve scendere a San Giorgio che poi glielo dico io.--\ Va bene, va bene.--\ (inc.)--\ Rimaniamo cosi, va bene, ciao, ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Esplicativa in tale senso appariva laffermazione fatta del CONDEMI che in attesa che il suo interlocutore rispondesse alla sua chiamata, affermava di poter ottenere un buon numero di voti da parte dei ROM, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti. Immediatamente dopo la sopra riportata conversazione, a conferma dellincessante opera di raccolta voti, a bordo dellautovettura di CONDEMI Domenico era registrata la seguente conversazione.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 21:52 progressivo nr. 86 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

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Persone presenti CONDEMI Domenico Raffaele in corso di identificazione e Giovanna in corso di identificazione
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e Raffaele, la loro conversazione risulta essere incomprensibile a causa di fruscii e rumori. Alle ore 21:54:30 si fermano CONDEMI da a Raffaele i volantini da consegnare a una donna che si avvicina allauto--\ RAFFAELE: RAFFAELE: RAFFAELE: GIOVANNA: Si.--\ RAFFAELE: Vedi che non mi debba mangiare, per favore.--\ si nosenti, tieni qu.--\ GIOVANNA: Non ti mangia.--\ GIOVANNA: (Inc.)--\

Unoduea Loredana glielo dai tu, tua figlia vota pure giusto?--\ Eh, daglielo pure a lei, e sono quattro, tieni, e questo qua alla Provincia, vota a questo alla Provincia.--\ Al Bevacqua voti ora?--\
Perch vi hanno spostato qua?--\ Va b dai, lo stesso , vota l, sempre lo puoi votare.--\

GIOVANNA: Al Bevacqua vedi che ora voto, non voto pi--\ RAFFAELE: RAFFAELE: GIOVANNA: Si.--\ RAFFAELE: RAFFAELE: GIOVANNA: RAFFAELE: RAFFAELE: GIOVANNA: Chi questaltro?--\ GIOVANNA: Si(inc.)--\

Alla Provincia, ti raccomando PLUTINO, daglielo a tua figlia e a Loredana, ci vediamo.--\


(Inc.)mi ha detto uno, e poi tuotuo cognato me ne ha detto un altro e mio(inc.)-\ Quale cognato?--\ Massimo?--\

GIOVANNA: Tuo cognato, perch quanti cognati hai?--\ GIOVANNA: Una sorella sola hai...--\ Poi continua conversazione varia tra i presenti, prima di andare via Raffele raccomanda a Giovanna di stare attenta a non sbagliare al Comune, di scrivere PLUTINO...poi scherzano con il cane della donna. CONDEMI e luomo salutano e riavviano la marcia, Raffaele afferma che stato buono andare adesso

da Giovanna perch poi a scuola non lavrebbero vista in quanto lhanno spostata e adesso vota al Bevacqua, conversazione varia tra i due, Raffele gli spiega che altri tre di quella famiglia votano al
Trabocchetto...Si fermano e scendono.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Anche il giorno seguente si registrava unaltra conversazione nel corso della quale CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, spiegavano ad una persona non in grado di scrivere come fare per votare PLUTINO fornendogli lo stampino e ripromettendosi di accompagnarlo al seggio ed eventualmente se ne avessero avuto la possibilit di entrare insieme ad esso allinterno della cabina elettorale.

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Conversazione del 15 Maggio 2011, ore 10:38 progressivo nr. 89 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, conversazione varia tra i due, parlano di donne. Alle ore 10:50:00 si fermano, fanno salire un uomo, CONDEMI gli controlla la scuola dove questuomo deve votare, ed afferma che la 121 al Galluppi, poi siccome questuomo non sa scrivere, gli spiega come deve fare, LOMBARDO gli dice che adesso CONDEMI gli dar la scheda e il timbro dove lui deve mettere la penna dentro e passarla, gli uscir il nome PLUTINO, luomo afferma che ha capito. PLUTINO gli spiega infine che vedranno chi c, al limite entra e vota con lui. Alle ore 10:54:54 si fermano, CONDEMI prende lo stampino un attimo e fa provare luomo a passarlo affinch lui possa controllare che non sbagli, gli spiega che la penna la deve passare una sola volta. Dopo aver fatto
questa prova i tre scendono e si allontanano.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Altra conversazione di rilievo quella che precede, nella quale si colgono i due sodali CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo intenti alla ricerca di voti, che indicano ad un elettore non solo la scuola dove deve votare, ma, non sapendo questi scrivere, si ripropongono anche di offirgli la scheda ed il timbro dove mettere la penna (chiaramente un normografo), facendoglielo addirittura provare, non senza avergli riferito che, se occorrer, dopo aver visto chi c (evidentemente al seggio), entreranno e voteranno con lui. Che, al netto del se una cosa del genere fosse possibile, espressione chiaramente indicativa del fatto che i due avevano un controllo scientifico dellelettorato, rassicurato per qualsiasi bisogno dovesse rappresentare in relazione al voto da esprimere verso PLUTINO. Conversazioni rilevanti, poi, sono quelle in cui, nei giorni dello spoglio delle schede, il CONDEMI colto nellesame dei voti ottenuti nelle varie sezioni, anche in relazione agli altri candidati. Ma nel corso del servizio di intercettazione avviato sullutenza radiomobile in uso al pi volte citato CONDEMI Domenico, nei giorni dello spoglio delle schede venivano registrate una serie di conversazioni dal cui contenuto emergeva limpegno di questi nellesame dei voti ottenuti nelle varie sezioni, nonch i contatti con il PLUTINO con il quale scambiavano i dati in loro possesso in ordine ai voti ottenuti, anche in rapporto agli altri canldidati.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 11:07 progressivo nr. 1730 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe
PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: Pronto.--\ Ohu.--\ Ehi dimmi.--\

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CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO:

Ma come siamo, niente, come siamo?--\ Se sei la, se sei la tu mi chiedi a me ?--\ Ah ?--\ Tu non sei in segreteria ?--\ Dove sei?--\ A casa, sono venuto per farmi una doccia.--\

Sono arrivati i dati del comune, mille e un voto abbiamo, siamo terzi.--\
E lo so, lo so, speriamo, ci sentiamo dopo, ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Lo stesso pomeriggio era registrata la seguente conversazione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 18:23 progressivo nr. 1742 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 340.8890393 in uso a CAPONERO Paolo Antonio Interlocutori: CONDEMI Domenico e CAPONERO Paolo Antonio
CAPONERO: CONDEMI: CAPONERO: CONDEMI: CAPONERO: CONDEMI: CAPONERO: CONDEMI: CAPONERO: CONDEMI: CAPONERO: CONDEMI: CAPONERO: Dove sei, ancora dormi?--\ Sto venendo, dove sei?--\ Qua sono, a San Giorgio.--\ Com, novit?--\

No, anco ora sto arrivando la, sono andato prima, ed era andato a prendere i dati ufficiali Pino.--\
Eh.--\ Si.--\ Va bene dai, dieci minuti e sono la.--\ Eh, ma il carrozziere lo troviamo aperto?--\ Ma non ti preoccupare, ora lo chiamo io nel telefono.--\ Eh, devi dirgli che stiamo andando un minuto, cosi mi mi tolgo questo pensiero.--\ va bene.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Uno dei dialoghi in questione era tra CONDEMI e CAPONERO Paolo Antonio, che appariva avere egli stesso appoggiato il PLUTINO e che riferiva al CONDEMI di essere passato a trovare luomo politico, che non era presente, essendo andato a prendere i dati ufficiali. Giova considerare che CAPONERO il nipote di CRUCITI Bruno Antonino, tratto in arresto per i fini del procedimento TESTAMENTO, in quanto ritenuto organico alla cosca LIBRI. Evidente, dunque, appare come il PLUTINO potesse vantare contatti di rilievo anche con soggetti contigui alla cosca anzi citata, _____________________________________________________________________________ 80

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riguardo ai rapporti della quale con la cosca CARIDI si detto in Alta Tensione. Lintensit dellimpegno del CONDEMI per lelezione del PLUTINO si apprezza quando, al suo interlocutore che evidenzia che terzi definiti talebani gli hanno fottuto i voti, replica affermando che chi si reso protagonista di tali condotte non merita neanche di essere preso a schiaffi, in quanto se valeva qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni Palesando, pertanto, come leventualit di ritorsioni nei confronti di chi simili condotte poneva in essere, nella specie i responsabili dello scrutinio, fosse tutto tranne che lontana dal suo modo di agire. La sopra riportata conversazione si rivelava di interesse ai fini per cui si procede in quanto CONDEMI Domenico intratteneva un dialogo con CAPONERO Paolo Antonio nato a Reggio Calabria il 24.05.1976, dal cui contenuto appariva che anche questi era impegnato in favore del PLUTINO, infatti riferiva al CONDEMI di essere andato a trovare luomo politico che per non era presente in quanto era andato a prendere i dati ufficiali, No, anco ora sto arrivando la, sono

andato prima, ed era andato a prendere i dati ufficiali Pino.

In ordine al CAPONERO, giova qui evidenziare che lo stesso nipote di CRUCITTI Bruno Antonino (nato a Reggio Calabria in data 21.04.1959, tratto in arresto in esecuzione della ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 75/05 RGNR DDA, nr. 86/06 R. GIP DDA e nr. 28/07 ROCCC (Operazione Testamento), in quanto risultato organico alla cosca LIBRI. In particolare nel corso delle indagini era risultato che la ditta REAL Cementi s.r.l., di sua propriet era da considerarsi come impresa di riferimento nel settore della fornitura di inerti per la sopra citata cosca mafiosa, che imponeva le sue forniture presso i cantieri che sorgevano allinterno della zona di influenza, motivo questo che aveva portato anche alla emissione di sequestro penale preventivo della stessa con conseguente sottoposizione della medesima ad amministrazione giudiziaria) e che allinterno della citata azienda ricopre la carica di Direttore Tecnico, (Allegato nr.06) circostanze queste sopra riferite che confermano ulteriormente la vicinanza di PLUTINO Giuseppe a soggetti contigui alla cosca LIBRI. Il giorno seguente continuava lesame delle preferenze ottenute ed in questa circostanza CONDEMI si confrontava con il cognato CUZZOLA Natale.

Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 19:07 progressivo nr. 1772 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.8431172 intestata a BORGHETTO Anna nata a Reggio Calabria il 04.10.1965 e in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: CONDEMI Domenico e CUZZOLA Natale
CUZZOLA: CONDEMI: CUZZOLA: CONDEMI: CUZZOLA: CONDEMI: CUZZOLA: CONDEMI: Domenico.--\ Ma in che sezione hai votato tu Natale?--\ Nella duecentonove (209).--\

Ma pure Pippo il porco ha votato la, no? Nella tua?--\


Eh, penso di si, perch? Quanti ne sono usciti?--\

No, non c ancora, stiamo controllando.--\


Uhm, va bene ciao.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Negli stessi giorni a bordo dellautovettura in uso a CONDEMI Domenico era registrata la _____________________________________________________________________________ 81

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seguente conversazione.

Conversazione del 20 Maggio 2011, ore 15:42 progressivo nr. 151 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico ed Uomo (non identificato)
Veicolo in sosta, a bordo CONDEMI Domenico uomo.--\ UOMO: CONDEMI: UOMO: CONDEMI: UOMO: CONDEMI: UOMO: CONDEMI: UOMO: CONDEMI: UOMO:

Te li hanno fottuti i voti i talebani compare Mimmo.--\ Si ora--\ Ce li hanno fottuti.--\


E quando ce li hanno fottuti?--\

Ce li hanno fottuti, ce li hanno fottuti, ma la prossima volta li facciamo rappresentanti di lista fuori zona, e solo cos ci possiamo affidare a loro.--\ Il becchino ha fatto il gioco per farci saltare tutto.--\ Va b si sapeva, ma va b, ma non serve niente quello, pure voinon c bisogno nemmeno che lo chiamate il becchino!--\ Non serve nemmeno per prenderlo a schiaffi!--\ Ma che gli dovete menare a schiaffi--\ Perch se valevase valeva qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni.--\ E che fate, avete perso tempo.--\

Alle ore 15:43:25 si sente sbattere uno sportello, luomo scende, CONDEMI avvia la marcia da solo, molti rumori e fruscii causati dai finestrini abbassati, alle ore 15:45:20 veicolo in sosta, CONDEMI chiede a tale Peppe dov, quindi gli dice che si vedono l. Alle ore 15:46:41 un uomo sale a bordo, nuovamente veicolo in movimento, luomo in questione parla al cellulare, a questo punto la registrazione risulta essere molto disturbata a causa di interferenze di linea, veicolo in sosta, CONDEMI scende dalla vettura luomo rimane a bordo e parla al cellulare, anche se la sua conversazione risulta essere incomprensibile.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Nel corso del progressivo riportato i due interlocutori criticavano loperato in sede di scrutinio di alcuni soggetti, dagli stessi indicati con lepiteto di Talebani, Te li hanno fottuti i voti i talebani compare Mimmo Ce li hanno fottuti, e nel prosieguo della stessa CONDEMI Domenico criticava duramente un altro soggetto indicato come il becchino, reo di comportamenti finalizzati a far perdere loro preferenze elettorali, Il becchino ha fatto il gioco per farci saltare tutto, che avrebbe meritato una dura punizione, Non serve nemmeno per prenderlo a schiaffi!... Perch se valevase valeva

qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni.

Una conversazione registrata il successivo 21 maggio 2011, si rivelava di particolare valenza investigativa.

Conversazione del 21 Maggio 2011, ore 18:49 progressivo nr. 1905 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: CONDEMI Domenico CONDEMI telefona a LOMBARDO, nellattesa che linterlocutore chiamato risponda intrattiene un breve conversazione con altre persone a lui vicino, dice: ma a Sbarre quanto abbiamo preso? hai preso mille
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voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso contro tutti, CONDEMI risponde: senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i nostri i cento, i duecento di Ravagnese, i trecentoFine della conversazione.--\ Infatti il progressivo sopra riportato, registrato mentre il telefono era in connessione ed in attesa che LOMBARDO Vincenzo rispondesse alla chiamata, confermava la rottura dei rapporti tra PLUTINO Giuseppe ed il consigliere regionale NUCERA Giovanni, infatti CONDEMI Domenico nel commentare il risultato ottenuto, che era comunque al di sotto delle loro aspettative, si diceva soddisfatto in quanto i voti raccolti in questa circostanza erano in ogni caso superiori a quelli ottenuti nelle precedenti consultazioni elettorali in cui il PLUTINO aveva goduto dellappoggio dellinfluente uomo politico, ma a Sbarre quanto abbiamo preso? hai preso mille voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso contro tutti, lo stesso CONDEMI continuava la disamina giungendo alla conclusione che i voti da loro procurati erano risultati tutti, mentre erano mancati quelli promessi al PLUTINO in persona, senti una cosa, vedi che

a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i nostri i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento

La conversazione intercettata il 21 maggio 2011 e si trae come il primo commento al voto fosse nei termini per cui, se con laiuto del NUCERA il PLUTINO aveva conseguito un certo numero di voti, questi erano stati superiori senza il suo appoggio. Evidente elemento di conferma delle dichiarazioni del consigliere regionale in ordine al fatto che i rapporti con il PLUTINO si erano incrinati ed al suo dichiarato disimpegno nella recente campagna elettorale delle comunali. Subito dopo quella ora anticipata una conversazione che rivela come, tra gli elettori del PLUTINO, vi fosse tale Nin Bar, pregiudicato tratto in arresto per loperazione WOOD (che ha riguardato, appunto, la cosca CARIDI). Indicativa circa la provenienza di parte dei suffragi in favore del PLUTINO, era anche la seguente conversazione.

Conversazione del 23 Maggio 2011, ore 21:39 progressivo nr. 1950 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.4544523 in uso a QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria il 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI nr. 34 Interlocutori: CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego
CONDEMI: QUARTUCCIO: CONDEMI: QUARTUCCIO: CONDEMI: QUARTUCCIO: CONDEMI: QUARTUCCIO: Ohu.--\

Ma tuo zio Nin BARA dove vo in quale sezione ha votato?--\


In nessun posto, non vota lui.--\ Ma in quale votano Lell--\ Mio zio Nin?--\ Eh.--\ (inc.) penso la cinquantatr.--\ Eh, va bene.--\

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Fine della conversazione.--\ Il dialogo sopra riportato intercorreva tra il solito CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria in data 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI diramazione Gull nr. 34, nipote di QUARTUCCIO Vincenzo (nato a Reggio Calabria in data 02.12.1965, condannato in passato per associazione mafiosa in qualit di esponente della consorteria CARIDI,(Operazione Wood) genero dello storico capo cosca di San Giorgio Pep CARIDI e pertanto cugino acquisito dei fratelli CARIDI Antonino, Bruno, Santo e Leo, tratto in arresto in data 29.10.2010 in esecuzione dellOCCC nr. 259/06, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reati di associazione mafiosa (cosca LIBRI CARIDI), estorsione e fittizia intestazione di beni) ed aveva ad oggetto la sezione presso la quale avrebbe dovuto votare uno zio del QUARTUCCIO, indicato come Nin Bar, Ma tuo zio Nin BARA dove vo in quale sezione ha votato?, soggetto questultimo identificato da questo Ufficio per RODA Antonino nato a Condofuri in data 23.11.1951, residente a Reggio Calabria in via Boschicello Traversa Privata nr. 20, inteso Nin Bar, pregiudicato per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed in passato tratto in arresto per il reato di associazione mafiosa, in esecuzione dellOCCC emessa nellambito della cd Operazione WOOD che ha riguardato i componenti della cosca CARIDI. In relazione alla verifica dei voti ottenuti nelle varie sezioni elettorali si riportano di seguito le seguenti conversazioni.

Conversazione del 03 Giugno 2011, ore 11:09 progressivo nr. 2281 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri, residente RC in Vico Petrillina nr.8 Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe
Pronto.--\ Allora?--\ Sono uscito fuori, non prendeva, come sono uscito fuori, ho cercato di chiamare a te e ho chiamato Lorenzo, perch non mi sono messo gli occhiali, gli ho detto io va bene ci siamo sentiti.--\ Che fa?--\ (inc.) Brico.--\ Eh, allora in stato confusionale per quanti soldi incassa, no?--\ Eh, veramente.--\

NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA:

Ma la crisi ce lha ancora? Digli se ci prende a quello per lavorare.--\ Senti una cosa, ma perch non andato per dirgli grazie Pino?--\ Chi te lha detto?--\
E come, quella la gli ha telefonato.--\ Eh?..\

E come no, ma perch fa cosi, lui furbo non che scemo.--\


E no, gli caduto di mente forse.--\ E infatti--\ Ora lo chiamo e glielo dico.--\ Ora non glielo dire, quando vi incontrate glielo dici, minchia Domenico.--\ No, lo chiamo e glielo dico subito, che discorsi sono.--\ Ma ormai, minchia, a tipo che te lho detto e vai a dirglielo.--\

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CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI: NUCERA: CONDEMI:

(inc.)--\ Io ieri mentre parl mentre parlavamo ieri, hai capito? Ma questo far fare politica, se lui vuole fare la politica.--\ Si, ma glielo dici con con il tempo, non che ora, ora lui pure impegnato, glielo dici, gli dici Pino, tu dovevi andare, non sua cugina.-\ Certo, ora, ora lo chiamo.--\ Ora, dove sei ora?--\ Ora qua sono, allofficina.--\ E do dove io ti ho chiamato per prenderci il caff.--\ Eh, e adesso, pu darsi che passo, dai.--\ (inc.) la macchina e passo un minuto.--\ Ma ti ti cammina la macchina?--\ Lho fatta nuova, non senti?--\ E allora vieni e ci prendiamo il caff, perch dopo alle dodici e mezza devo salire questa e mi scogliono pure, non se nemmeno se vado.--\ E ora vengo dai.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Nel corso di questo primo progressivo NUCERA Giuseppe invitava CONDEMI Domenico a fare passare PLUTINO Domenico presso il BRICO per ringraziare dei voti ricevuti, (inc.) BricoSenti una cosa, ma perch non andato per dirgli grazie Pino?. Subito dopo lo stesso, confermando il suo ruolo di fidato consigliere, chiamava il PLUTINO per sollecitare quella visita, rimproverando luomo politico di non averla ancora fatta.

Conversazione del 33 Giugno 2011, ore 11:09 progressivo nr. 2281 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: Pronto.--\ Ma dove sei?--\ Fuori Reggio.--\ Ma senti una cosa, lo sai che c il funerale della mamma di Angelino ?--\ Eh si, gli ho gi dato le condoglianze per telefono.--\ Eh, e un altra cosa, mi ha chiamato mio zio.--\ Eh.--\

Ma al (inc.) a Lorenzo non sei andato a ringraziarlo ?--\


E c tempo, non scappiamo, qua siamo.--\ Ah ?--\ Non scappiamo.--\

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CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI: PLUTINO: CONDEMI:

Ma che discorsi sono, che discorsi sono ?--\ Quando rientro andiamo, va bene?--\ No, vai.--\ Certo che vado, ciao, ciao.--\
Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Qualche giorno dopo, ottenuti i dati ufficiali, CONDEMI Domenico verificava i voti ricevuti da quelli del BRICO.

Conversazione del 07 Giugno 2011, ore 18:39 progressivo nr. 2402 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 096553012 in uso a PLUTINO Bruno nato RC 15.05.1966 Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Bruno In attesa che linterlocutore chiamato risponda CONDEMI dice: il nome che metti, esce, esce dove vota.CONDEMI: Bruno: CONDEMI: Bruno: Bruno?--\ Ohu.--\ Qual la scuola che ha votato la, la centoquarantasei, in quale scuola ?--\ Un attimo Doddy, aspetta un attimo che sto parlando al telefono.--\

Rivolgendosi ad altre persone a lui vicino, Bruno chiede: dove ha votato dove hanno votato quelli del Brico? Quelli del Brico dove hanno votato?.--\ Bruno: CONDEMI: Bruno: CONDEMI: Bruno: CONDEMI: Bruno: Alla centoquarantasei.--\ E quale scuola ?--\ Quale scuola ? Al Gebbione, non lo so.--\ Guardatela un minuto.--\

Al Corrado Alvaro.--\
Corrado Alvaro, va bene ciao.--\ Va bene? Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ La breve sequenza di conversazioni evidenzia come, nella fase della verifica dei voti ottenuti, il CONDEMI Domenico intrattenesse una conversazione con il NUCERA Giuseppe, al quale, riferendosi a Lorenzo, chiedeva Ma la crisi ce lha ancora? Digli se ci prende a quello per lavorare, sentendosi controbattere Senti una cosa, ma perch non andato per dirgli grazie Pino? Prontamente, CONDEMI, confermando il ruolo di uomo di fiducia e consigliere del PLUTINO, chiamava il predetto, rimproverandogli di non aver fatto la visita di ringraziamento. Seguiva, ovviamente, il controllo capillare di quanti voti fossero entrati da quelli del Brico. Nel prosieguo, invece, la parte dellinformativa che fa emergere il medesimo impegno nella _____________________________________________________________________________ 86

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campagna elettorale del CONDEMI Filippo, del LOMBARDO Vincenzo e del ROTTA Vincenzo. Da notare come, dopo le elezioni, anche il primo si impegnava per apprendere il risultato elettorale del PLUTINO e veniva contattato dagli elettori per avere notizie sullesito della consultazione. Dopo avere esaminato parte delle conversazioni registrate nel corso dei servizi tecnici di intercettazione telefonica ed ambientale attivati a carico di CONDEMI Domenico, di seguito si riporteranno i contenuti dei dialoghi ritenuti utili ai fini per cui si procede registrati sullutenza radiomobile in uso a CONDEMI Filippo, LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo, dal cui contenuto emerger anche limpegno profuso da questi ultimi in favore del candidato PLUTINO Giuseppe. Infatti sullutenza radiomobile a CONDEMI Filippo erano registrate le seguenti conversazioni:

Conversazione del 27 aprile 2011, ore 17:56 progressivo nr. 1230 Utenza chiamante: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale nato a Reggio Calabria il 29.03.1959 ivi residente in via Argine destro Calopinace n.64 Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e ESPOSITO Giuseppe Pasquale
Peppe chiama Filippo gli chiede dove si trovi, Filippo gli risponde di essere l sotto dove si trova il bus, l da Peppe, mentre poco prima si trovava da quellamico suo che vende le automobili che lo aveva chiamato. Peppe gli chiede come mai sia scomparso per tutto il giorno senza fare una telefonata, FILIPPO gli risponde di essere appena salito da quelli del bus e gli hanno detto che oggi andato larchitetto ed tutto a posto domani inizieranno a stampare a patto che quella persona gli porti i soldi, almeno una parte del totale, senza soldi non iniziano le stampe. Peppe commenta le parole di Filippo dicendo che alla fine quello a loro non interessa; alle 17.56.59--\ FILIPPO: PEPPE:

va bene ora mi sbrigo qua e salgo, raccolgo altri due voti e salgo!-\
E sali che poi ci facciamo una passeggiata per l!--\

FILIPPO: Va bene!--\
PEPPE: Ciao.--\ FILIPPO: Ciao.--\ Fine della conversazione.--\ Alla quale seguiva il giorno dopo il seguente progressivo da cui si apprendeva che CONDEMI Filippo aveva coinvolto nella campagna elettorale una sua amica di nome Marta che stava dando ottimi risultati.

Conversazione del 28 aprile 2011, ore 21:27 progressivo nr. 1273 Utenza chiamante: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana nata a Roma il 13.11.1971 ivi residente in via S. Cesano n. 482 Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana
Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 21.42.34--\ FILIPPO: stamattina sono andato, sopra a chiedergli i voti, quellouno che un

TATIANA:

amico, mezzo amico mio che avevo visto un mese fa, quello l quando sono andato con la figlia di Giovanni a prenderti il motorino quello che aggiusta gli scooter--\
Uh!--\

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FILIPPO: ha detto si passa che lo voto, una brava persona lo conosco di vista, e io ho detto lascia che passi gli porto queste agende , questi volantini e dice: no, sai sono candida c mio nipote candidato , ma come tuo nipote mi hai detto di passare e lo so si candidato mio nipote, Vabb gli ho detto lasciamo perdere allora--\ FILIPPO cambia discorso dicendo che la persona predetta lo ha informato che a Messina stanno organizzando un grande motor show che si terra nella fiera; alle 21.43.50--\ FILIPPO: c questo suo nipote candidato! Dico io! Come si pu fare? Io stamattina gli

volevo scrivere ad ILENIA, questa qui, tipo come se parlavo, tipo per chiedergli i voti, ma ho detto ma poi faccio qualche impiccio! Tipo se ci (inc.) ci raccoglieva quattro voti.--\
No?--\ Una ragazzina di ventanni, non che s--\

TATIANA: No!--\
FILIPPO: TATIANA: FILIPPO:

TATIANA: FILIPPO: TATIANA: FILIPPO:

E ma questi qua ti raccolgono i voti , per, sai questi qua che hanno i che vanno alluniversit, alle scuole tra le amiche, c, amici le cose, che frequentano questi sono una comitiva sai, che non finiscono mai, in un niente ti possono girare dieci voti, vai a trovarli dieci--\ E ora parto che scrivo? Poi se mai poi gli schiacciamo un messaggio tipo, e poi gli dico che sono fuori a Roma e poi dopose pu passare se ci pu dare una mano elettorale.--\ No la figlia di GIOVANNI, MARTA! Dice che sta facendo un bel lavoro io lho coinvolta e gli ho detto MARTA !ma chi conosco? come a chi conosci gli ho detto io vai a scuola conosci cinquantamila persona hai pi voti tu di me, io andavo a scuola quelli maggiorenni me li dovevano dare tutti!(inc.) ora con il
ragazzo passano ogni tanto, vanno si prendono i volantini e vanno a girare, quellaltra vota comunista come si chiamala seconda--\ Uh!--\ E allora digli di passare dal negozio che gli devi parlare! Ah! Scusa eh!-\

TATIANA:

GIORGIA!--\

FILIPPO: E GIORGIA laltra volta avevo detto che aveva scritto a quello l che frequenta nel, nelnel negozio del fidanzato di CARLA--\ TATIANA: Uh!--\

FILIPPO: un amico del fidanzato di CARLA dinfanzia, comunista o chi , non mi ricordo e dice : devo votare perch lei lavora l con il cognato e quindi gli ha detto : dai forza vai che ce la fai! gli scritto tipo su facebook--\ TATIANA interrompe la conversazione dicendo che deve andare a cenare , i due si danno appuntamento per sentirsi dopo cena.--\ Alle 21.46.10 cade la linea.--\ Per come testimoniato dalla seguente conversazione.

Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296 Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta
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MARTA chiama FILIPPO gli chiede se domani sia al negozio, FILIPPO dice che sta partendo, MARTA chiede se il padre abbia le chiavi FILIPPO dice di si, segue una conversazione di natura varia; alle 16.37.27 -\ FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO: ma senti ma come voti che state facendo? Marta!--\ Qualcuno ad Arangea--\

Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo?--\


Si!--\ Ah?--\ (inc.)--\

stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati , tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Cos li metti in croce se no--\
Ma tipo uh si deve scrivere, si deve scrivere il nome?--\ No! Tu, tu--\ quando si va a votare?--\ Tu a (inc.)--\

MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO:

Quando (inc.) deve mettere la croce sul partito?--\ E il nome PLUTINO!--\ Eh! Ma lo devo scrivere io?--\
No! Gli gli dai il fac-simile, non li hai visti i fac-simile in segreteria?--\ No!--\

E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.-\
Ah!--\ Prenditi, passa e prenditi i cosi e poi digli a tuo padre che quando ritorna andiamo due giorni l ad accompagnare le sue amiche, hai capito? (inc.)Va bene?--\ Va bene!--\ Ok! Grazie!--\ Va bene! Ciao!--\ Ciao grazie! Ciao!--\

Fine della conversazione.--\ Il sopra riportato dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta nata a Reggio Calabria in data 15.12.1991, ivi residente in via Niccol Tommaseo n. 23, offriva chiara conferma di quanto affermato nel corso della precedente conversazione, infatti alla ragazza che dal CONDEMI era stata cooptata per la raccolta di voti, Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo? e catechizzata su come impegnare gli elettori a dare il voto, stategli di sopra alle persone,

fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati, tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Cos li metti in crocese no, che chiedeva come in concreto avrebbero dovuto votare, Ma tipo uh si deve scrivere, si deve scrivere il nome?
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Quando (inc.) deve mettere la croce sul partito?..., CONDEMI Filippo rispondeva, E il nome PLUTINO!, invitandola a passare dalla segreteria a ritirare i fac- simile, E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.
Ancora in data 10 maggio era registrata una conversazione dalla quale si aveva ulteriore conferma dellattivit di raccolta di preferenze messa in atto da CONDEMI Filippo.

Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 11:45 progressivo nr. 1995 Utenza chiamante: 338/6589035 intestata a BARBARO GIUSEPPE nato a Reggio Calabria il 23.01.1964 residente via Gagliazzona 10/C Conselice (RA) Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e BARBARO Giuseppe
Ehi compare!--\ Compare avevi chiamato?--\

FILIPPO: GIUSEPPE: FILIPPO: GIUSEPPE: FILIPPO: GIUSEPPE: FILIPPO:

Si perch mi diceva mio fratello che era passato tuo nipote, tuo cugino oggi a prendersi i bigliettini.--\ Ah!--\ Per dirtelo che passato.--\ Quale cugino?--\ E non ho capito, perch non lo ho visto, non cero io sono arrivato dopo, forse era il figlio, perch dice che siete figli di due fratelli, o non il figlio di tuo zio Paolo?--\

GIUSEPPE: FILIPPO:

A pu darsi, si, si! Il figlio(inc.)Gianni!--\ (inc.) e perch il figlio di tuo zio Paolo penso che lo conosce a mio fratello a MIMMO?-\ GIUSEPPE: Si, si forse passato il figlio di mio zio GIANNI perch io oggi, laltra volta ho chiamato a mio zio GIANNI e mi ha detto: guarda ho un impegno!, mi ha detto!...--\ FILIPPO: Eh!--\ GIUSEPPE: con unaltra persona!, per ha detto: la zia vota a uno e io voto a PINUCCIO! mi ha detto!--\ FILIPPO: Eh!(inc.)--\ GIUSEPPE: (inc.) no perch mi ha detto, no, no ti dico quello che mi ha detto mio zio , e se me lo dice vuol dire che lo fa!--\ FILIPPO: Va b certo se te lo dice a te che sei suo nipote, non che lo sta dicendo--\ GIUSEPPE: Perch poi oltre tutto c la nipote di mio zio la conosce pure PINUCCIO Stefania ARICO.--\ FILIPPO: La conosce?--\ GIUSEPPE: Si! Che , che l nella segreteria di SCOPELLITI!--\ FILIPPO: (inc.)--\ GIUSEPPE: (inc.)--\ FILIPPO interrompe GIUSEPPE e gli chiede quando se ne scender gi, GIUSEPPE gli risponde che per fin quando sua moglie non la faranno di ruolo lui non pu muoversi, commentano la situazione lavorativa di Giuseppe e poi si salutano; alle 11.47.32 cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\

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Anche CONDEMI Filippo successivamente alle consultazioni elettorali dimostrava tutto il suo interesse verso il risultato ottenuto da PLUTINO Giuseppe. Una prima conversazione intercorsa con PIOLI Tatiana registrata ad urne appena chiuse esplicitava le aspettative nutrite dal CONDEMI, che sperava addirittura che il suo candidato di riferimento arrivasse primo, pur temendo un risultato inferiore alle attese.

Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 11:45 progressivo nr. 2302 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Utenza chiamata: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana
Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 22.33.55--\ TATIANA: Ma tu stai andando a dormire?--\ FILIPPO: Io?--\ TATIANA: Eh!--\ FILIPPO: No!--\ TATIANA: Ah! E come mai non vai a dormire?--\ FILIPPO: E coma vado a dormire devo andare a raccogliere ste sta botta che prendiamo!--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Qualche dispiacere stasera!--\ TATIANA: (inc.)--\ FILIPPO: Sai perch?--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: No! Almeno che non succede una eclisse problemi per entrare non ce ne stanno.--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Bene o male stiamo dentro sicuro, c la sicurezza, secondo me sicuro!\

TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Per il problema qual ? Che noi aspiriamo, nessuno lo dice ma tutti lo pensano, di arrivare primi!--\
TATIANA: FILIPPO: TATIANA: FILIPPO: TATIANA: Eh?--\ Tuttitutti nessuno lo dice, ma tutti tra di noi c quellaria...-\ Uh!--\ sentiamo lodore che siamo i primi!--\ Uh!--\

FILIPPO: Poi dopo sai che succede, in politica, molte volte i conti non quadrano quasi mai, pensi di prendere dieci e ne prendi cinque, pensi di prendere--\ TATIANA: Cinque e ne prendi dieci!--\ FILIPPO: Quindi con i conti che abbiamo dei voti che dobbiamo avere da qua, di l , quello, quellaltro, tutti quei movimenti si presume che si arriva a duemila, pure di pi risultano i conti! Siccome poi si deve togliere un buon trenta per cento, vanno a mille e tre, mille e quattro! Ma poi pu essere che succede una cosa strana (inc.)novecento! Hai capito com la politica?--\ TATIANA: (inc.)--\ FILIPPO: Non c una certezza! C ti pu ri ti pu riu ti pu tenere tutti i movimenti come sono e, e ti prendi quelli che pensi possono tenere al trenta per cento e quindi da duemila ne prendi mille e cinque, possono salire al cinquanta e ne prendi mille! Hai capito? Quindi sono tre opzioni che.non se ne pu scartare nessuna.c un movimento tra duemila voti! Duemila e cento pure! Un massimo oltre quello no! O quelli possono uscire quelli, possono uscire mille sette , possono uscire mille e due, possono uscire ottocento! Per nessuno parla, nessuno chiacchera!--\ _____________________________________________________________________________ 91

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TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: C quellaria, sai? Che (inc.)se siamo i primi un botto!--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Un successo! E qualcosa di stratosferico! Se cera SCOPELLITI non facile (inc.), uh? SCOPELLITTI ha schierato tutto, con tutto a tutti dei suoi, con questo ragazzo, con questo ROMEO! (inc.) a duemila e cinque, tremila!--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: C, c la citt intera che gli spinge hai capito? Dottori, avvocati, medici, coordinatori del partito, deputati, consiglieri regionali (ride)assessori, c una macchia dietro a questo!--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Per nella vita sai, non si sa mai!(colpo di tosse)--\ TATIANA: Infatti!--\ FILIPPO: Comunque!--\ TATIANA: Mah!--\ FILIPPO: (inc.) quando sicuro sono al comune meglio! Perch gi unisci i voti e vai, alla provincia hanno finito alle sette, sette e mezza otto, dice hanno iniziato da poco al comune (inc.)--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Uh! Quante persone hanno(inc.)--\ TATIANA: (inc.)tutti l!--\ FILIPPO: Dice che ci stanno pi persone l che in quelle di Arena! C un movimento bestiale a punto ti dico, sono passato adesso mentre (inc.)qui, in alcune segreterie tre o quattro persone!(colpo di tosse), certi stanno(inc.) a quelli della provincia hanno preso duecento cinquanta voti--\ TATIANA: Uh!--\

FILIPPO parla di un tale don MIMMO gran parte delle sue parole sono incomprensibili, i n seguito i due parlano di alcuni frasi scherzose pronunciate da Don Mimmo; Segue una conversazione di natura varia tra i due; alle 22.45.53 TATIANA dice a FILIPPO che alla provincia loro ormai ce lhanno fatta, FILIPPO gli risponde che andranno al ballottaggio sicuramente almeno che non succeda qualcosa visto i risultati momentanei degli scrutini; alle 22.46.22 --\ TATIANA: cinquantasette il comune! Per stanno a dodici scrutinate su duecentodiciassette!--\

FILIPPO:
TATIANA: FILIPPO:

Uh! (inc.) la prima era scrutinata alle sei di pomeriggio!--\ Ne votano ventiquattro votanti, PODARGONI, dove vota PEPPE, dove votava PEPPE, abbiamo preso quattordici voti su ventisette, insomma, il quaranta per cento! Uh?--\
Uh!--\

TATIANA legge a FILIPPO i risultati elettorali non ancora definitivi di Crotone, Cosenza e Catanzaro; FILIPPO racconta di quando SCOPELLITI vinse per la seconda volta lelezioni da Sindaco evidenziando il numero elevato dei voti ricevuti; i due commentano la situazione elettorale a livello nazionale, parlano delle citt di Torino e Bologna; segue una conversazione di natura varia.--\ Alle 23.05.25 cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ A risultato ormai acquisito CONDEMI Filippo veniva contattato dai vari elettori che chiedevano notizie sullesito della consultazione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 18:52 progressivo nr. 2328 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Utenza chiamata: 338/6589035 intestata a BARBARO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Filippo e BARBARO Giuseppe

PEPPE:

Pronto!--\

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FILIPPO: Pronto, Peppe!--\ PEPPE: Allora le abbiamo vinte queste elezioni o no?--\ FILIPPO: Ma si! Diciamo di si!--\ PEPPE: Uh!--\ FILIPPO: (inc.) entrato! Ah?--\ PEPPE: E entrato Pinuccio?--\ FILIPPO: Si certo!--\ PEPPE: Uh! Uh!dimmi?--\ FILIPPO dice a PEPPE di essere in partenza per Roma dove rester qualche giorno per poi ritornare a Reggio Calabria sabato per la festa di compleanno, i due parlano di come incontrarsi a Roma, infine visto il poco tempo a disposizione per fissare un incontro si accordano per risentirsi nei giorni seguenti.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ La stessa sera CONDEMI Filippo effettuava una prima analisi del risultato conseguito nel corso della seguente conversazione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 22:59 progressivo nr. 2346 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Utenza chiamata: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale Interlocutori: CONDEMI Filippo ed ESPOSITO Giuseppe Pasquale
FILIPPO chiama PEPPE gli dice di essere partito per Roma, seguono commenti vari in merito, FILIPPO dice di essere a Roma per prendere lautomobile e di non sapere se scender lindomani, PEPPE gli risponde che lui lindomani lo telefoner che deve incontrarsi con quelle persone, FILIPPO giustifica la sua partenza improvvisa per il fatto di aver trovato un biglietto aereo conveniente; alle 23.02.26--\ PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: ti sei visto con PINUCCIO? Ti sei visto? FILIPPO?--\ Le ho visti un attimo, l cos per non abbiamo parlato, forse sesto ! Cerano differenze di tre, quattro voti!--\ No!(inc.) dieci voti!--\ Per dieci voti ci hanno fregato?(inc.)il quinto!--\ Dieci voti! Perch o meno era (inc.) la MINASI, BERNA, tutti questione di sette voti, otto voti, dieci voti, questi sono!--\ (inc.)--\ Eh! FILIPPO per a volte si vince e volte si perde! Bello mio!-\ Guarda meglio perdere per duecento almeno uno tranquillo, ma per--\ Si ma non il fatto di perdere per duecento, lo sai che cos FILIPPO? Onestamente i voti l ci sono perch mille e duecento preferenze, FILIPPO, non che sono mille e duecento preferenze del medico del ginecologo o della coppola del cazzo, sono tutti sudore!--\ Sudore sono!--\ E sono sudore a tre voti, a due voti, a quattro voti, a cinque voti a sei sono sudore!--\ Noi ci siamo rimasti male!--\ comunque ha fatto una bella affermazione non per (inc.)--\ Ci siamo rimasti male, che ci siamo rimasti male, per sese la vediamo con un altro occhio abbiamo fatto un botto! PEPPE!--\

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PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE:

No, no tutti le persone i personaggi che erano vicino a PINO PLUTINO erano tutti ragazzi, persone che hanno portato solo i voti della famiglia punto e basta!--\ Noi siamo partitinoi, noi rispetto a quelli--\ Noi! Ti voglio dire ..(inc.) poi, ognuno come la vede, ah! Perch non cera non quel compare, ne quel, ne questo e ne quellaltro.--\ (inc.)--\ (inc.)FILIPPO! C solo, sai chi? Il personaggio con i dieci voti, i cinque voti, i tre voti come a (inc.)per dire--\ Bravo!..(inc.)--\ (inc.)dice ma chi lha votato a (inc.), la mia ragazza, suo fratello e mia suocera! Ecco! Questi sono i personaggi!--\ Ti voglio dire--\ Comunque, FILIPPO, ci sentiamo domani! Va bene bello?--\ questi voti sono tutti voti, presi, che noi abbiamo contattato tutte le persone c gente che prende blocchi di cento voti e conosce una persona, noi li abbiamo presi tutti persona per persona.--\

No! Tutte famiglie, FILIPPO! Che ti devo dire! Ti ha votato per dire, mia moglie , ti ha votato lamica mia, ce lamica mia la compare vicina a me, ti ha votato il compare propriole cose strette, va!--\ FILIPPO: Comunque va bene! Comunque--\ PEPPE cambia discorso dicendo che lo richiamer domani mattina per risolvere quella situazione, in seguito parlano di accordi da concludere e di assegni da cambiare, parlano in particolare di un persona da contattare, PEPPE dice che oggi li hanno lasciati stare perch giusto per se in nottata avessero vinto, stamattina li avrebbe bombardati, FILIPPO gli consiglia di andare a trovarli lindomani, o di chiamarli e di dirgli se deve metter e in funzione il bus per i ballottaggi, si accordano per risentirsi il giorno dopo.--\ Alle 23.06.44 cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ In data 20 maggio veniva registrato un dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo ed ESPOSITO Giuseppe Pasquale nel corso del quale i due analizzavano i possibili assetti futuri della Giunta Comunale presagendo la nomina ad assessore del PLUTINO, ma soprattutto, come avvenuto nel corso del progressivo nr. 1905 registrato sullutenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico, in precedenza riportato, certificavano ancora una volta linsanabile frattura che si era verificata tra PLUTINO Giuseppe ed il consigliere regionale Giovanni NUCERA, PEPPE:E non hai capito?E non abbiamo avuto noi il consigliere regionale con noi! FILIPPO:(inc.)di dietro! PEPPE:

Si ma per una cosa (inc.) devi partire! Fino ad ieri tuo cugino PINO era sempre dietro a GIOVANNI NUCERA! FILIPPO: Ora siamo soli! PEPPE! Ora(inc.)dietro noi. PEPPE:Ora solo! Eh ! Hai capito!

Oltre allulteriore certificazione dellessersi incrinati i rapporti con il NUCERA, come ben si coglie dalle frasi appena sopra riportate, appare utile osservare che i commenti dei due interlocuori

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riguardano i possibili assetti della futura giunta, con lESPOSITO che comuni ca al CONDEMI Filippo che Peppe Scopelliti (il Presidente della Regione), in mattinata, aveva chiamato suo cugino, ovvero il PLUTINO, prendendolo in giro e dicendo che BERNA gli voleva fregare lassessorato. ESPOSITO commentava la telefonata di SCOPELLITI come segno evidente che PINO oramai sia dentro, provocando la reazione orgogliosa di CONDEMI Filippo, che ribatteva che le elezioni erano riusciti a vincerle da sole, senza cio lappoggio di NUCERA, ci che veniva conclamato dallESPOSITO poco oltre, peraltro pronosticando la candidatura alla Regione del PLUTINO.

Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 14:07 progressivo nr. 2382 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Utenza chiamata: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale Interlocutori: CONDEMI Filippo ed ESPOSITO Giuseppe Pasquale
FILIPPO chiama PEPPE i due si salutano e scherzano; alle 14.07.42--\ PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: Che c belloFILIPPOl abbiamo fatto i terzi! Penso!--\ Che abbiamo fatto?--\ I terzi!--\ I terzi siamo!--\ Uh!--\ E come scusa con i risultati che abbiamo noi non siamo neanche--\ Gi siamo arrivati a mille e quarantadue!--\ Eh! E quellagi cera la MINASI che era a mille e cinquanta ieri!--\ E va bene! Ma la Minasi pi, ma la Minasi, nei cosi, se guardi sul computer siamo i quarti.--\ Eh!--\

PEPPE: detto--\ FILIPPO: PEPPE:


FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE:

ora Peppe SCOPELLITI lo ha chiamato a tuo cugino stamattina e gli ha Eh!--\ lo prendeva in giro, no! E gli ha detto: vedi che BERNA ti vuole fregare lassessorato!--\
Gli ha detto?--\ Eh! E contento PINO dai! E scialato!--\ E se siamo terzi noi come glielo prende scusa?--\ No, perch si combatte tra terzi e quarti!Capisci tu? Gli ho detto(inc.)--\ Lassessorato che aveva PINO o ne vuole un altro?--\

No glielo da un assessorato, poi si vede quale gli dar, non hai capito quello che voglio dire? Ma glielo da!--\ Glielo da, no?--\ Eh! Come non glielo da! Pure tu! Ma PINO contento! E contento FILIPPO prima di tutto che non ha che non c stato nessuno che, diciamo per dire che (inc.)--\

FILIPPO interrompe PEPPE e dice che loro ci sono rimasti male inizialmente ma gi nella notte ha capito che alla fine loro hanno fato un botto, visto e considerato che erano soli, PEPPE daccordo con FILIPPO e aggiunge che anche il fratello di FILIPPO la notte prima non era in un primo momento contento dellesito, ma poi hanno riflettuto e hanno capito che comunque era un buon risultato;alle 14.09.08-\

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PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO:

ma il discorso di PINO era, il discorso di PINO stato questo qua dice: a me non ci ha aiutato nessuno! Sono voti nostri!--\ Noi siamo stati soli! Hai capito?--\ Ecco! Hai capito? Non siamo ne il consigliere facciamo--\ (inc.)MARINO--\ ma pensa tu, che BERNA , sono i voti di NICOLO!--\ Eh! Hai capito?--\

E allora hai capito, tu? (inc.)SCOPELLITTI che lha aiutato!--\ Eh! Pure tu!--\ Vecchio! Ha imbrogliato tutto il mondo e tutte le cose che ha fattoc, noi eravamo soli!--\ Ma tuo cugino non imbroglia a nessuno, perch tuo cugino fa una politica pulita a--\ Perch secondo me, sotto, sotto, lo ha votato anche SARNASARRA, secondo me!--\ No, no, no, lascia stare il fatto di SARRA, SARRA ha portato a coso-\ (inc.)--\ CHIZZONITIil vice-presidente del consiglio!--\ Ma senti ma--\ FILIPPO vedi che sono rimasti persone grosse fuori!--\ Eh, uno come a SIDARI che era, che sono dieci anni che assessore che ha dato soldi a cane e porci per fare feste e festini, ed rimasto a casa!--\ PEPPE: Si (inc.) rimasto fuori, rimasto SIDARI, rimasto AGLIANO, rimasto PEPPE SERGI , sai quanti soldi ha speso PEPPE SERGI?--\ FILIPPO: Non entrato PEPPE SERGI?--\ PEPPE: No! Non entrato il quinto!--\ FILIPPO: Per davvero non entrato?--\ PEPPE: Ah per davvero?Si ! Per davvero FILIPPO!--\ FILIPPO: E ragazzi noi ci lamentiamo--\ PEPPE: Noi! Noi, FILIPPO che (inc.) ci sono stati quando ci siamo visti per mangiare quattro pizze? -\ FILIPPO: Ma no! Va bene, hai capito? Cio noi ieri eravamo scontenti perch volevamo fare sempre i primi! Per (bestemmia)che c gente che arrivata(inc.)--\ PEPPE: Tu pensa tu, che dieci anni che sei dietro a tuo cugino FILIPPO, dieci, quindici anni, tuo cugino entratoquando lhanno fatto assessore entrato lui! Stavolta dentro!--\ FILIPPO: Hai capito siamo entrati in un partito dove sono rimasti fuori gli uscenti--\ PEPPE: EhPDL, FILIPPO, noi vedi che qua sono cinque voti, quattro voti, dieci voti di un altro.--\ FILIPPO: Quello ha fatto otto mesi di assessorato bruciato, con la spazzatura in mezzo alla strada--\ PEPPE: Otto mesi di assessorato con chi? Che BERNA non gli ha fatto fare niente! BERNARAFFA! -\ FILIPPO: (inc.) ha avuto qualcosa da amministrare e quindi(inc.)..--\ PEPPE: No! Niente FILIPPO lui ha fato i suoi voti! Sono tutti votidue voti, tre voti--\ i due continuano commentando il risultato elettorale, FILIPPO dice che secondo lui loro sono stati gli unici in tutto il consiglio comunale a raddoppiare i voti, PEPPE sottolinea la sconfitta di SEBY ROMEO con novecentocinquanta voti, mentre riuscito ad entrare FALCOMATA, in seguito parlano dell esclusione di POLIMENI; PEPPE racconta che comunque in tanti non erano contenti del risultato avendo come obbiettivo il primo posto , porta lesempio del padre di FILIPPO che la sera prima era arrabbiatissimo, PEPPE continuando d importanza alla telefonati di SCOPELLITI come segno evidente che PINO orami sia dentro, FILIPPO ripete che da soli sono riusciti a vincere lelezioni.--\ _____________________________________________________________________________ 96

E non hai capito?E non abbiamo avuto noi il consigliere regionale con noi!--\ (inc.)di dietro!--\

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Alle 14.14.23 PEPPE cambia discorso chiedendo a FILIPPO se abbia sistemato lautomobile, questultimo spiega gli interventi da fare al veicolo; alle 14.14.58--\ FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: hai capito, quindiquindi ha chiamato SCOPELLITI!--\ Si, si, erano contenti tutti, ma Pino dicoera, era felice!Era, era felicissimo!--\ E BERNA vuole lassessorato? Va bene normale quello spinge, ora lo vuole(inc.)--\ Va bene ma FILIPPO, chi vuole e chi non vuole, lascia stare--\ Ce ne freghiamo di lui!--\ renditi conto che quella persona di PEPPE SCOPELLITI non mette le persone aa MARINO che uscito ieri, ha bisogno di gente competitiva che fanno gli assessoriassessori e PINO ti ha dimost, e (inc.)--\ FILIPPO: (inc.) esperto! Poi gli metti questi cani malati in giro e gli creano (inc.)--\ PEPPE: Si ma ti voglio dire, tu devi pensare che PINO--\ FILIPPO: (inc.) un mese!--\ PEPPE: Ma tu devi pensare che tuo cugino PINO in otto mesi ha dimostrato di saper fare lassessore!--\ FILIPPO commenta le parole di PEPPE dicendo che se al posto di PINO ci fosse stato ANTONIO CARIDI in quei quattro mesi con tutta quellemergenze le cose come sarebbero andate a finire, PEPPE lo interrompe dicendo che erano tutti contro compreso RAFFA; alle 14.16.11 --\ PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO: PEPPE: FILIPPO:

Si ma per una cosa (inc.) devi partire! Fino ad ieri tuo cugino PINO era sempre dietro a GIOVANNI NUCERA!--\
Ora siamo soli! PEPPE! Ora(inc.)dietro noi .--\ Ora solo! Eh ! Hai capito!--\ Ora, sapendo che sei solo ti vengono, ti avvicinano e ti leccano tutti, e dicono: questo ci aiuta a noi , alla Regione!--\ Eh alla regione nosi candida lui (inc.)i coglioni!--\ (inc.)noi ci portiamo mille voti, per non gliela portata mai nessuno la carretta, vogliono i voti? Vanno e se li trovano! Perch nelle campagne del comune non mai venuto uno grosso a dirci vi giro trecento voti, hai capito?--\

PEPPE e FILIPPO commentano lesito elettorale; Alle 14.2116 FILIPPO chiede se abbia notizia di quello della Provincia, PEPPE dice di averlo telefonato e che si trova a Rizziconi, ma per la serata dovrebbero incontrarsi, FILIPPO dice di non scherzare che quella persona potrebbe aver dato lassegno a qualcuno e poi non riusciranno a rintracciarlo, FILIPPO chiede a PEPPE di farsi dare i soldi, PEPPE gli risponde di aver chiamato anche MARIO e di avergli detto che loro vogliono chiudere il conto, FILIPPO replica dicendogli che se non vogliono, loro possono ritirare la grafica dallautobus; Infine parlano di RAFFA e della sua affermazione elettorale.--\ Alle 14.23.29 cade la linea.-\ Infine il 06 giugno era registrata una nuova conversazione intrattenuta con PIOLI Tatiana nel corso della quale CONDEMI Filippo asseriva di probabili irregolarit nelle operazioni di scrutinio per le quali a suo parere si sarebbe dovuti andare nuovamente alle urne.

Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 14:07 progressivo nr. 2382 Utenza chiamante: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana
Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 22.49.48--\ TATIANA: ma che hanno detto l di tuo cugino? Che gli hanno dato?--\ _____________________________________________________________________________ 97

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FILIPPO: TATIANA: FILIPPO:

TATIANA: FILIPPO:

Ah? Che cosa? No, no niente! Ancora niente! Non, non venuto, per ancora non si sa se(inc.) sesto! Hai capito? E sesto!Ventitre votidal terzo al sesto ci sono ventitre voti.--\ Pensa te!--\ Ventitre voti! Un altro, il quinto lo passa per sette voti! La terza la MINASI, quarta MARINO, quinto BERNA e sesto lui, tra la MINASI e PINO ci sono trenta voti, ventisette voti! Ma c stato un casino! Ci sono centosettanta sezioni che ci sono voti, pi voti che votanti! Dice che hanno fatto un casino, per--\ Uh!--\

hanno proclamato cos per non. si doveva rivotare, che ne so! Hanno fatto, hai visto che la proclamazione stato laltro giorno dopo un mese hanno dovuto rifare tutto il controllo delle schede elettorali, al Comune, alla Prefettura, e lo stesso dice che ci sono settemilavoti strani, che ne so che dicono, Comunque! Poi alla fine lhanno chiuso che nessuno ha fatto ricorso di quelli che hanno perso, (inc.)ricorso si deve andare unaltra volta a votaremah! Ne avevamo mille e cinq, mille e quarantotto voti di quella sera di notte, ora siamo arrivati a mille e cinquantotto, ci mancavano tre sezioni, tra cui ce ne era una che avevamo pi di venti voti! Ci hanno tolto i voti! Hai capito com? Era da annullare! Non si capisce quando ci sono questi casini quello che succede perch poi non che, ma comunque ormai andata cosse glielo da buono per lui, altrimenti mezzo cos per andare l a fare il consigliere di destra e dire si o no! ..Che fai? Proposte poche se non c un assessorato non pu fare niente di utile uh?--\ Certo!--\

TATIANA:

FILIPPO invita TATIANA chiudere il telefono e di andare a dormire; segue tra i due una conversazione di natura varia.--\ Fine della conversazione.--\ Anche ROTTA era impegnato nella campagna elettorale, come detto in precedenza e come confermato dalle indicazioni che si traggono dalle conversazioni esposte dalla P. G. in prosieguo. Impegno che, dal suo punto di vista, aveva una finalit: quella di conseguire un posto di lavoro per il figlio Domenico, come evidenzia a chiare lettere la conversazione di cui al progressivo n. 191 del 21 aprile 2011 (riportata a ff. 86 88 informativa), trovando ulteriore riscontro in quella n. 434 del 6/5/2011, nella quale Vincenzo spiega al figlio quale sia lo scopo dellimpegno, raccogliere quanti pi voti possibile al PLUTINO Perch come consigliere non c problema, ma se non sale nei primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto Con sano realismo, ROTTA Vincenzo spiega al figlio che deve racimolare quanti pi voti possibile in favore del PLUTINO, perch il problema che questi deve arrivare tra i primi: in altri termini, deve divenire assessore, perch ci garantisce maggiori possibilit di soddisfazione della promessa evidentemente fatta di fargli avere un posto di lavoro (procurabile, questo, ben pi facilmente nel momento in cui egli riveste la carica di assessore). E, infatti, padre e figlio si impegnano per Pino PLUTINO, concludendo con la conversazione del 17/5/2011, progressivo 580: Il nostro contributo labbiamo dato noi, poi se sale _____________________________________________________________________________ 98

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sale Analogamente rilevanti ai fini per cui procede apparivano le conversazioni registrate sullutenza radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo, infatti a far data dal 18 aprile si iniziava a comprendere limpegno dello stesso nella campagna elettorale in corso.

Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 12:43 progressivo nr. 138 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 328/8555758 intestata a ROTTA Cristina nata a Reggio Calabria il 18.12.1944 Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Cristina (sorella)
Inizialmente la conversazione di carattere vario Cristina si lamenta delle proprie condizioni di salute del fatto che da alcuni giorni senza voce, mentre Vincenzo si lamenta per alcuni episodi che si sono verificati del fatto che si rotto il frigorifero e del fatto che qualcuno gli ha incidentato lauto mentre era in sosta. Alle ore 12.44.45 la conversazione tra i due diventa utile alle indagini e viene di seguito trascritta in modo integrale--\ VINCENZO: Questa campagna elettorale che mi rompe i ciglioni pure.--\ CRISTINA: VINCENZO: CRISTINA: VINCENZO: E poi se ne sono andati e non ti hanno detto niente?.--\ Che hanno dettoalle tre quattro di mattina non lo so.--\ Sono scappati dicoecco.--\ Qualchequalche vespa di questi della Leonia la notte non lo so, che cazzo ne so.-\ CRISTINA: Ah ho capito.--\ VINCENZO: VINCENZO: CRISTINA: VINCENZO: CRISTINA VINCENZO: Tutta la fiancata, lo sportello le cose.--\ Il frigorifero si rotto, e lo cacciato fuori.--\ Umh.--\ Qua non abbiamo nemmeno occhi per piangere, va a finire che non posso neanche salire io.--\ Lo so, lo so.--\ CRISTINA: Ahho capito.--\

La campagna elettorale qua in mezzo ai coglioni , devo vedere se posso aiutare a qualcuno affinch mi dia una mano per sistemare Domenico, un bordello.-\ Ehora qua sono sola Patrizia a casa di Pirri, per mangiare l A casa?.--\ Aspetta un minuto.--\

CRISTINA: VINCENZO: CRISTINA

Alle ore 12.45.24 Cristina dice a Enzo di aspettare, dopodich Cristina si rivolge a persona che si trova con lei le passa il telefono, e gli dice di parlare con lo zio Enzo, successivamente vi una conversazione di carattere vario tra Vincenzo e donna (nipote), Vincenzo dice che a Pasqua non potr salire perch ha dei problemi la donna dice che lui non pu mai; Alle ore 12.45.50 la conversazione tra i due diventa utile alle indagini e viene di seguito trascritta in modo integrale--\ VINCENZO: DONNA: Mah gioia mia, mi hanno investito la macchina ferma, mi hanno fatto qualche mille euro.--\ Umhumh.---\

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VINCENZO:

La notte nelnel marciapiede, il frigorifero si rotto, la campagna elettorale c, devo vedere se posso dare qualche cosa, mimi disoccupato un bordello c.--\

DONNA: DONNA:

Ho capito.--\ Sta capitando tutto, tutto in questo momento un bordello c.--\ Ho capito.--\

VINCENZO:

Poi continua la conversazione di carattere vario , la donna dice che lei non andr mai a vivere a Reggio, perch a Reggio sfruttano le persone ognuno cerca di sfruttare le persone e poi tutti questi favori che si devono fare, Vincenzo dice che non tutti hanno il cuore nobile come lui che gli ha regalato 750 euro di computer, la donna gli dice che anche lui voleva che gli raccomandassero il figlio per lavorare, Vincenzo sorride poi continua la conversazione familiare. Alle ore 12.52.40, la donna saluta Vincenzo e passa il telefono a persona, la conversazione continua tra Vincenzo e Rocco (nipote) inizialmente di carattere vario poi alle ore 12.53.13. di interesse per le indagini viene di seguito trascritta in modo integrale--\ Il frigorifero si rotto, la campagna elettorale ci stanno rompendo i coglioni qua, per vedere se posso fare qualcosa per mio figlio, a VINCENZO:

quando, a quando mi ero fissato di salire,tutte queste barzellette.-\


ROCCO: VINCENZO: Quindi neanche per Pasqua sali zio?.--\ Ehora vediamo come allento vediamo quando posso salire.--\

Poi continua la conversazione di carattere vario, alle ore 12.55.36 Vincenzo parla di nuovo con Cristina conversazione amichevole.--\ Fine della conversazione.--\ Infatti nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo nel dialogare dapprima con la sorella e successivamente con i nipoti diceva loro, di avere intenzione di dare una mano a qualche candidato, in modo da ottenere in cambio una sistemazione lavorativa per il figlio, La campagna elettorale qua in

mezzo ai coglioni , devo vedere se posso aiutare a qualcuno affinch mi dia una mano per sistemare Domenico, un bordelloLa notte nelnel marciapiede, il frigorifero si rotto, la campagna elettorale c, devo vedere se posso dare qualche cosa, mimi disoccupato un bordello cIl frigorifero si rotto, la campagna elettorale ci stanno rompendo i coglioni qua, per vedere se posso fare qualcosa per mio figlio, a quando, a quando mi ero fissato di salire,tutte queste barzellette.
In favore di chi stesse effettuando la campagna elettorale lo si apprendeva da una successiva conversazione.

Conversazione del 21 Aprile 2011, ore 22:42 progressivo nr. 191 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Omissis Nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo raccomandava al figlio di impegnarsi a recuperare voti in favore di PLUTINO Giuseppe, e sopratutto di fare saper in giro del loro concreto impegno in favore di questi, A te, a chiunque ti chiede, ti chiede va bene, quando

vai in giro Reggio, Reggio e ti chiede qualcuno gli devi dire che glielo fai a Pino a PLUTINO va bene?... Uhm gli devi dire mio padre ed io io mio padre ed io siamo impegnati conva bene?
Motivo dellimpegno appariva in particolare la sistemazione lavorativa del figlio, promessa dal

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candidato PLUTINO, Che mi ha detto lui, che da qua ad un altro mese pu essere che sia

definitiva da Antonio, ha diciotto dipendenti Antonio ah Va bene? Ha detto che da qua, massimo ad un altro mese, la cosa si deve definire, va bene, che andato molte volte lui per il fatto dei contributi a Catanzaro Va bene? E se va bene la situazione l non hai tantitanti problemi, al quale tale promessa veniva costantemente rammentata da CONDEMI Domenico (Mico), Lui mi ha detto che da qua ad un altro meseche tutti i giorni Mico glielo glielo ricorda
Il successivo 06 maggio a conferma dei reciproci impegni assunti con PLUTINO Giuseppe vi era il seguente dialogo.

Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 21:03 progressivo nr. 432 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Omissis Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo chiedeva al figlio di impegnarsi fattivamente a procurare voti per il PLUTINO, Cerca di darti da fare per trovare un paio di voti per Pinuccio per l, va bene pap?, ed alle difficolt palesate dal figlio, lo stesso ribadiva la necessit di favorire PLUTINO Giuseppe, Non me ne fotto il macello non macello, quei voti disponibili che ci sono,

devono essere per Pino a me ahah mi interessano le nostre cose non mi interessano le cose degli altri, va bene?
La stessa sera era registrato un nuovo progressivo ancor pi esplicito.

Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 23:39 progressivo nr. 434 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Inizialmente la conversazione di carattere vario, i due parlano di calcio alle ore 23.40.44 la conversazione utile per le indagini viene di seguito integralmente trascritta--\ VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: Hai capito vedi di votare per Pino, che Pino deve arrivare nelle prime posizioni, senn non prende il coso. Eh-\ A te interessa lui, non ti interessano gli altri che con gli altri non hai dove

arrivare.--\

Di quello che posso, io due voti ho.--\ No nel tuo interesse.--\ Che devo fare due voti ho.--\

Voglio dire io nel tuo interesse.--\


Dove glieli prendo-\

Perch come consigliere non c problema, ma se non sale nei primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto.--\
eh--\ Di quelli che puoi.--\ Ehio due sicuri ne ho, il mio e quello di mia madre poi gli altri, si deve vedere se glielo danno se

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non glielo danno.--\ VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO:

Ma quello che puoi racimolare racimola Mico, che qua il problemache deve essere nelle prime posizioni.--\ Ora vedo.--\ Che vuoi che ti dica.--\ Vediamoquello che possiamo fare.--\
Cosa fa lala Catanese dorme?--\ No ancora no.--\ Cosa ha suo padre che si sentito male?.--\ Noun p di febbre.--\ Ah?.--\ Un po di influenza.--\ Ahsi sentiva male un po di influenza un altro poco, sembrava che dovevano ricoverarlo allospedale.--\ No(sorride)--\ Un poco influenzato .--\ Umh.--\

Umhho capito e niente che dobbiamo fare, vediamo quello che esce.--\ Ehche devo fare ehquesto posso fare, di non darlo a Carmine.-\ Vedi che mi esca qualcosa che vuoi che ti dica.--\ Di non darlo a Carmine uno, e gliene do due a Pino pi di questo.--\ Non ha dove arrivare Carmine.--\
Mi dispiace per cos, poi un voto da mio zio Peppino me lo danno, perch due c li hanno impegnati.--\ Chi?.--\ Qua da mio zio Peppino, da mia zia Rosetta non votano.--\ Vabb vedi tu gioia.--\ Vediamo se posso, lo posso dire..--\

quello che puoi farequello che puoi fare fai, il problema nostro e di arrivare nei primi, capisci o no?.--\
Uno a RiccardoRiccardo per me glielho da, qualche voto c ma quello.--\

Ma quello che puoi racimolare racimola, Pino.ehMiMico.--\


Eh--\

Perch eh una cosa che arrivi nella prime posizioni a me interessa.--\ Eh mah di quello che posso fare faccio, pure che gli posso trovare una decina di votisa--\ Oh li butti dieci voti?.--\
Per sicuri sono il mio quello di mia mamma, gli altri non che so quello che.-\

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VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO:

Se dici che gli trovi dieci voti poi sicuro sonose te lo danno te lo danno.--\

Uno pensa che te lho danno, poi non sai mai quando vanno l dentro quello che scrivono.--\
Insomma Riccardo, se dice che te lo da, te lo da, altrimenti ti dice non te lo posso dare!--\ Si voglio dire certo normale.--\ Va bene .--\ Quello che posso fare faccio.--\

Diglielo o me lo date o non me lo date senza prendermi in giro.--\


Ah be normale.--\ Va bene?.--\ Certo.--\ Okay.--\ Ora domenica passo e mi prendo un po di cose perch io c lho quattro o cinque, per sono poche.-\ Va bene quando sar me lo dici a me non ci sono problemi , vanno e si prendono.--\ Va bene.--\ Io ne ho quattro - cinque, stasera lho detto pure a Mimma ma si candida il coso il principale di sua figlia, e giustamente lo deve dare a lui.--\ Ho capito.--\ Che devo fare? Qua non facile trovare un voto sono.--\

DOMENICO: Si o domani o domenica vediamo come capito per Reggio me li dai.--\

E lo dici a mema tu di quello che puoi racimolare racimola, e nel tuo interesse pure non so se ti rendi lidea.--\
Ehlo so.--\

Quello che puoi quello che riesci mi segui il discorsonon che noi siamo come quelli che gli ha puntato la pistola in testa alle persone oppure gli facciamo abusi o violenza, se ci vogliono favorire a darci il voto c lo danno sempre con gentilezza, educazione e comportamento cos funziona per me poi--\
Va bene.--\

DOMENICO: VINCENZO:

Dopodich poi eh..ehpare che noi poi gli togliamo lamicizia, cosi, uno cerca in qualche modo per grazia ricevuta di ottenere qualcosa, noi andiamo avanti sempre per grazia ricevuta, gli altri che facciano quello che vogliono.--\
Eh--\

DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO:

I bastardi sono bastardi e i signori restano sempre signori, che dici tu gioia?.--\
Certo normale.--\ E basta chiuso, ora coricati e riposati con tua moglie--\

A questo punto la conversazione di carattere vario, prosegue per qualche decina di secondi poi i due si salutano.--\ _____________________________________________________________________________ 103

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Fine della conversazione.--\ Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo ribadiva lassoluta necessit che PLUTINO Giuseppe ottenesse un numero considerevole di preferenze che gli avrebbero consentito di ottenere un assessorato, Hai capito vedi di votare per Pino, che Pino deve arrivare nelle prime posizioni,

senn non prende il coso Perch come consigliere non c problema, ma se non sale nei primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto Ma quello che puoi racimolare racimola Mico, che qua il problemache deve essere nelle prime posizioniPerch eh una cosa che arrivi nella prime posizioni a me interessaMa quello che puoi racimolare racimola, Pino.ehMiMicoquello che puoi farequello che puoi fare fai, il problema nostro e di arrivare nei primi, capisci o no?...E lo dici a mema tu di quello che puoi racimolare racimola, e nel tuo interesse pure non so se ti rendi lidea, carica che evidentemente gli avrebbe consentito pi facilmente di fornire qualche vantaggio ai ROTTA, Voglio dire io nel tuo interesse.
Ed a testimoniare il concreto interessamento dei due il giorno successivo,

Conversazione del 07 Maggio 2011, ore 15:16 progressivo nr. 437 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Domenico chiama Enzo che dice che stamattina stato ad un funerale e pomeriggio deve andare ad un altro funerale dello zio di Luana. Vincenzo: Vincenzo: Cera anche Mimmo.--\ Domenico: Eh.--\

Uhm lo ho incontrato il paesano tuo, gli abbiamo dato un po di tagliandini, ha detto che una volta gli hai mandato i saluti con Mimmo, non cera lui.--\

Domenico: Si, si.--\ Vincenzo: Che sei salito l sopra, si me lo ha detto.--\ Domenico: E bravo, bravo.--\ Vincenzo: Vincenzo: Uhm una persona una persona perbene.--\ Uhm.-\ Domenico: Veramente.--\ Domenico: Ha detto vostro figlio un ragazzo doro , ha detto che un giorno gli hai passato i saluti miei ma non cera.-\ Vincenzo: Domenico:

(inc.)un paio di voti e ha detto che c li passa.--\


Eh va bene.--\

Enzo dice al figlio Domenico di aver incontrato Giuseppe Rotta il quale gli ha detto che la sua ferita sta guarendo. Fine della conversazione.--\ Impegno proseguito fino alla vigilia delle elezioni per come testimoniato dal seguente dialogo intercorso tra ROTTA Domenico Giovanni e MARRA Vincenzo Massimiliano.

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Conversazione del 07 Maggio 2011, ore 15:16 progressivo nr. 621 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata 349/1379239 intestata a MARRA Vincenzo Massimiliano nato RC il 09/12/1976 ivi residente in via COLLINA DEGLI ANGELI nr. 16 A Interlocutori: ROTTA Domenico Giovanni e MARRA Vincenzo M.
Inizialmente la conversazione di carattere vario alle ore 21:16:47 inizia ad essere utile per le indagini e viene di seguito integralmente trascritta--\ ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA: UOMO: ROTTA:

Domani si vota, vedi che dobbiamo appoggiare un amico.--\


Come?--\

Domani si vota.--\
Eh--\

Eh, vedi che ti devo dare un bigliettino, a mio cugino.--\ Ma per che cosa, Provincia?--\ Al comune!--\ Comune?--\
Umh..-\ Comune sono carico, e chi tuo cugino?--\

Pino PLUTINO, quello che era al matrimonio, assessore uscente.--\


Ehva b, domani vediamo, sono carico per al comune io.--\ Ma al comune buttali al comune, alla Provincia vota a chi cazzo vuoi, a chi lo devi dare a questi Bambaruni voti persi, ci vediamo domani pomeriggio daiverso le sei che fai?--\ Io torno per le quattro e mezza cinque domani.--\ Eheh ci vediamo verso le sei che io sono a Reggio, alle sei che io sono a Reggio che accompagno a mia moglie dai.--\ Va bene.--\ Ci prendiamo un caff dai.--\ Va bene.--\ Va bene, ti chiamo domani verso le sei, le cinque e mezza dai.--\ Chiamami--\ Okay.--\ Che io alle quattro e mezza, cinque, torno.--\ Va bene ciao compare.--\ Ciao, ciao, ciao.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Anche in data successiva alle consultazioni elettorali erano registrate ulteriori conversazioni che dimostravano il mantenimento degli impegni assunti con PLUTINO Giuseppe, Il nostro contributo labbiamo dato noi , poi se sale sale. _____________________________________________________________________________ 105

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Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 18:34 progressivo nr. 580 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata:327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: DOMENICO: VINCENZO: Pronto.--\ Pino arrivato quarto.--\ Eh.e quindi?.--\ E arrivato prima Seby VECCHIO qualche mille e novecento voti.--\ Ahah.--\ Poi Daniele ROMEO mille e quattro mille e cinque, poi lui, poi MINASI e poi lui, e poi BERNA, ma penso cheche lassessorato--\ Forse lo prende--\ Lo prendono quattro o cinque.--\ Si forse--\ Ma poi c Daniele ROMEO che al consiglio Regionale, la Minasi forse non lo fa, non lo so, pu essere che lo prendono.--\ Ehe va bdai.--\

Il nostro contributo labbiamo dato noi , poi se sale sale.--\


Eh quanti voti ha preso?.--\ Mille e trentacinque voti.--\

Ahi voti li ha presi.--\


Quanto a BERNA suppergi l.--\ Eh va b.--\ Un voto in pi, un voto in meno.--\ Va b.--\ Okay.--\ Ci sentiamo pi tardi, dai ciao.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Maggiormente significativa in ordine alle aspettative di ROTTA Vincenzo, era la successiva conversazione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 19:19 progressivo nr. 581 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata:327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Pronto.-Come andiamo?-Tutto a posto.-Poco fa venuto Angelo con Bruno, me lha presentato.--

Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

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Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

Poco fa venuto Angelo con Bruno.-Me lha presentato, venuto qua per dare gli auguri a Pino.-Ah, ho capito, ho capito.-Ah, ho capito.--

Eh... non ho capito.--

Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

Che gli... che pure ha aiutato a Pino gli ha detto.-Gli ha portato un p di voti.-Va bene.-Va bene.-Eh.--

Ah, ho capito.--

Dice che... che hanno parlato con coso e si sono messi daccordo, cos mi diceva, infatti gli ha detto ad Angelino che il primo sei tu... per il lavoro, hai capito o no? Me lha presentato, hai capito, ha detto sai... sai chi sempre presente qua, Bruno.--

E ci siamo incontrati qua, mi ha detto che tutto a posto, daccordo, e che gli ha detto ad Angelo che il primo sei tu, hai capito?-Per questo ti ho chiamato io, adesso qua del tutto sesto arrivato, non si capisce niente con questi voti, le sezioni arrivano, non arrivano, un poco di pi, un poco di meno, comunque come consigliere c, poi va bene, chi c Ciccio?--

Domenico: Si.-Vincenzo: Salutamelo.-Domenico: Okay.-Vincenzo: Ciao.-Domenico: Ci sentiamo dopo dai.-Vincenzo: Ciao.-Fine della conversazione.--

Nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo informava il figlio Domenico che poco prima era andato a fare gli auguri a Pino (PLUTINO) tale Angelo che era in compagnia di un altro uomo di nome Bruno, Poco fa venuto Angelo con Bruno Me lha presentato, venuto qua

per dare gli auguri a Pino

Nel corso di quellincontro ROTTA Vincenzo aveva avuto ampie rassicurazioni circa la futura assunzione del figlio, in quanto il suo interlocutore aveva anche aiutato il PLUTINO procurandogli qualche voto, Dice che... che hanno parlato con coso e si sono messi daccordo, cos mi diceva,

infatti gli ha detto ad Angelino che il primo sei tu... per il lavoro, hai capito o no? Me lha presentato, hai capito, ha detto sai... sai chi sempre presente qua, Bruno Che gli... che pure ha aiutato a Pino gli ha detto Gli ha portato un p di voti E ci siamo incontrati qua, mi ha detto che tutto a posto, daccordo, e che gli ha detto ad Angelo che il primo sei tu, hai capito?
ROTTA Vincenzo ultimate le fatiche elettorali informa il figlio che, poco prima, era andato a fare gli auguri al PLUTINO un tale Angelo, che era in compagnia di altro uomo, Bruno, e che, nelloccasione, aveva avuto assicurazioni sulla sua futura assunzione, in quanto il suo interlocutore, Angelino, che aveva anche aiutato il PLUTINO, procurandogli qualche voto, aveva rassicurato il ROTTA: mi ha detto che tutto a posto, daccordo, e che gli ha detto ad Angelo che il primo sei tu, hai capito? Insomma, ROTTA aveva ricevuto assicurazioni sul fatto che il figlio sarebbe stato assunto e le aveva conseguite proprio mentre si trovava presso il PLUTINO (chiaro il riferimento _____________________________________________________________________________ 107

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Me lha presentato, venuto qua per dare gli auguri a Pino). Di seguito, invece, la conversazione captata sullutenza in uso al LOMBARDO Vincenzo, che evidenzia lo stretto legame fra questi, il CONDEMI ed il PLUTINO. In maniera del tutto analoga anche nel corso del servizio di intercettazione telefonica attivato sullutenza radiomobile in uso a LOMBARDO Vincenzo, erano registrate conversazioni utili ai fini per cui si procede, le stesse, avvenute nei giorni a cavallo tra le elezioni e le successive operazioni di scrutinio, dimostravano ancora una volta lo stretto legame esistente tra lo stesso, PLUTINO Giuseppe e CONDEMI Domenico. In data 16 maggio erano registrate due conversazioni che testimoniavano un litigio avvenuto tra CONDEMI Domenico e DATTILO Giandomenico nato a Reggio Calabria in data 18.09.1975.

Conversazione del 16 Maggio 2011, ore 14:27 progressivo nr. 850 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 377/2915622 intestata a DATTILO Filiberto Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e DATTILO Filiberto
LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: Ei!--\ E nanetto--\

Senti una cosa, vedi che ci siamo incontrati, e, si incontrato Doddy con Giandomenico--\ Eh!--\ Eh! Sto cazzo di fatto delle votazioni, hanno avuto un poco un battibecco-\ Perch?--\ Perch, perch, Giandomenico gli ha detto, io pensavo che Giandomenico e, votava a coso no, poi Giandomenico gli ha detto che gli ha raccolto duecentosettanta (270) voti a PLUTINO, Doddy gli ha detto, come se eravamo allospedale che tu ti sei preso limpegno per PLUTINO, con me, perch di dice Domenico, gli ha detto allospedale e, per le votazioni sei impegnato e lui gli ha detto no, e questo glielha confermato tuo fratello, poi gli ha detto--\ Eh!--\ Per il fatto, per il fatto di PLUTINO, gli ha detto si ho parlato con Filiberto gli ha detto Giandomenico, no non ci sono problemi--\ Eh!--\ Come, gli ha detto, allora sei poco serio gli ha detto Doddy perch a me hai detto cos e ora stai uscendo che gli hai raccolto i voti a PLATEROTI, e c stato e hanno avuto un pochettino, e tuo fratello gli ha detto, no non sbagliamo a parlare, tipo queste cose qui no--\ Eh!--\ Te lo sto dicendo, poi gli ha Do., poi la cosa si chiusa cos voglio dire, non , no te lo sto dicendo io, non lo so io come cazzo sono le cose, perch, perch dice tuo fratello che, che PLUTINO si era preso limpegno che lo sistemava al Quiper, vero questo fatto?--\

DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

DATTILO: LOMBARDO:

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DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

Umh! Guarda che io mi ricordo sinceramente Quiper la prima volta che lo sento questa parola.--\ E pure io, pure io, perch a prescindere del fatto che mi pare strano che si prendeva impegni PLUTINO che sistema a uno...--\ Umh!--\ perch non se l preso nemmeno con me mai, comunque io, il resto, abbiamo chiamato a PLUTINO, gli ha detto PLUTINO non vero gli ha detto a Giandomenico, gli ha detto allora, il fatto poi di che lo sistemava con la cosa delle pulizie, che glielhai detto tu--\ Si, si questo qua, si, si questo qua--\ Ma vero questo fatto? Si, si, si vero!--\ Ah! E ora glielo dico a Doddy, no per sapere la verit io parlo con te, ma ceri tu--\
(Inc.)

DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

Te lha detto a te PLUTINO?--\ Si, tanto che eravamo andati da un amico suo che praticamente e ci aveva detto che aveva una ditta in Ospedale, non lo so.--\ Ah!--\ Questo diceva.--\ E comunque il discorso che gli faceva Doddy, a prescindere di questo discorso qua, tu a me allospedale mi hai detto che non ci sono problemi e ora mi dici che gli hai raccolto i voti a PLATEROTI, e hanno avuto un poco un battibecco, ora te lo sto dicendo perch giusto che tu lo sappia no! Umh!--\ Perch dici--\ Ma perch, ma perch non ha preso voti Pi, ne ha preso pochi?--\ No, no, perch uscito tuo fratello e gli ha detto, diciamo che tuo fratello poteva evitare di dire che gli ha raccolto duecentosettanta (270) voti a PLATEROTI, dice come a me dici che non ci sono problemi e poi esci che gli fai i voti a PLATEROTI; no ma io sono onesto, lo dico in faccia, lo so per ha sbagliato secondo me tuo fratello a dirglielo, gli poteva fare pure la faccia lavata, non gli puoi dire, prima gli ha detto non ci sono problemi gli raccolgo i voti e poi gli dici che gli hai raccolto duecentosettanta (270) voti a PLATEROLI.--\ Si, quando hanno un problema vanno da PLATEROTI!--\ E ma questo, no perch poi tuo fratello ha detto a me non mi interessa niente di nessuno qua e la, onestamente io, io non sono entrato in merito perch a tuo fratello quando lo incontro gli dico scusa un attimo gli faccio Giandomenico, tu hai detto che non ti interessa niente di nessuno, se tu hai bisogno di me allora a questo punto a me non interessa, ti rispondo cos, io non ho voluto incrementare la cosa perch lo sai, a me non--\
(Inc.) Umh!--\

DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

DATTILO: LOMBARDO:

DATTILO:

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LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

Perch tuo fratello a me mi ha detto, io non --\ Scusa ma pure con me, ma pure con me doveva parlare mio fratello per PLUTINO.--\ Eh! E poi ha votato a coso--\ A casa mia, a casa mia, mio padre, mia madre, mio fratello, avevamo parlato noi--\ Infatti Doddy si incazzato per questo fatto, dice tu sei libero di fare quello che vuoi per a me hai detto che non ci sono problemi allospedale, e sicuramente vero, gli ha detto, poi hanno votato cosa--\ Certo, assolutamente--\ E,poi hanno votato la cosa--\ E pure stupido, ma pure stupido.--\ No, pure stupido--\
(Inc.)--\

DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

Poi gli ha detto vuol dire che sei poco serio, gli ha detto Doddy, gli ha detto questo, prende tuo fratello tipo si incazzato, no no non sbagliare a parlare, no scusa un attimo gli ha detto Doddy, e tu mi hai detto che non ci sono problemi che venuto tuo fratello per le votazioni e tu hai detto che non ci sono problemi e ora mi stai dicendo che gli hai raccolto duecentosettanta (270) voti a PLUTINO! Dice(Inc.)--\ Ma che cazzo vuoi fare sempre brutta figura mi fanno fare, che cazzo!--\ No io , io te lo sto dicendo a te perch--\ Io non ho votato perch ero qua, inutile che gli dico che ho votato perch--\ Ma tu, ma io infatti gli ho detto a Doddy, gli ho detto vedi che tuo fratello, che glielha confermato pure, perch sai che ha fatto tuo fratello, a parte gli ha detto che gli andato a togliere i voti, lo scemo, che gli ha detto che andato da Fortunato e gli ha detto uno glielo dai a Pino PLUTINO e uno lo dai a PLATEROTI, ed andato dai tuoi familiari a togliergli voti, lo sce, perch non che si rende conto, e quello si incazzato giustamente, puttana pure ci cacci voti gli ha detto, hai capito!--\ Vabb questa qua una ritorsione questa!--\ E una?--\ E una ritorsione tipo nei miei confronti, perch io gli ho detto di votare a lui.--\ Si per voglio dire ioche cazzo glielo dici a, glielha detto proprio di proposito hai capito, Doddy si incazzato e gli ho detto io a Doddy, guarda non voglio che arrivate a certe situazioni perch pure per rispetto di (Inc.), si lo so per glielo devo dire che poco serio mi ha detto.--\ Si ma ha fatto pure bene.--\ E, minchia tuo fratello ha sbagliato a dirgli queste cose, a parte gli ha detto che andava dai tuoi parenti, dove sei andato tu perper spartire i voti, puttana ha detto Doddy ci hai tolto anche i voti di tuo fratello--\

DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

DATTILO: LOMBARDO:

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DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

Eh! Eh! Eh!--\ Cioio no, ti ho voluto chiamare per dirti le cose come , come sono. Guarda io so, i miei zii sicuramente hanno votato a Pino PLUTINO, sicuro.--\ Ma qualche voto, ma qualche voto, ma non quello il fatto, per non puoi dire, non gli puoi dire in faccia ai cristiani a crudo cos, dai! Pri,oltre il fatto che gli hai detto prima che non ci sono problemi, e poi, e poi gli ha detto che glieli ha cacciati, e giustamente quello si incazzato, hai capito!--\ Uh! Uh!--\ No, io te lo dico perch giusto che tu sai prima le cose come sono, proprio la verit, poi se tuo fratello quello che ti dice non lo so--\ Eh! Eh!--! La verit, cero io presente, hai capito?--\ Ho capito, vab dai!--\ Comunque--\ Umh!--\ Vab dai ci sentiamo dopo.--\ Devo comb, e che devo fare, devo combattere con tutti, che ci posso fare io Vab, ciao ciao.--\ Vab, ciao.--\ Ciao, ciao.--\

DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO: DATTILO: LOMBARDO:

Enzo rivolgendosi a qualcuno che si trova accanto a lui dice: ha capito tutto
Fine della conversazione.--\ Dal contenuto del progressivo sopra riportato si apprendeva di un litigio avvenuto tra CONDEMI Domenico e DATTILO Giandomenico nato a Reggio Calabria in data 18.09.1975, ivi residente in via Villaggio Arghill Nord nr. 7 sc 3, fratello dellinterlocutore del LOMBARDO, DATTILO Filiberto nato a Reggio Calabria in data 08.09.1972 ivi residente in contrada Ligoni Pellaro nr. 7. Tale dissidio aveva avuto la sua genesi nel fatto che il DATTILO Giandomenico, che in origine aveva concordato con CONDEMI Domenico il suo appoggio elettorale per PLUTINO Giuseppe, per sua stessa ammissione non aveva mantenuto gli accordi presi, facendo addirittura campagna elettorale in favore del candidato PLATEROTI, al quale a suo dire era riuscito a procurare 270 voti. Questo comportamento a dire dello stesso era dovuto ad una promessa fattagli dal PLUTINO che poi non era stata mantenuta, LOMBARDO: Te lo sto dicendo, poi gli ha Do., poi la

cosa si chiusa cos voglio dire, non , no te lo sto dicendo io, non lo so io come cazzo sono le cose, perch, perch dice tuo fratello che, che PLUTINO si era preso limpegno che lo sistemava al Quiper, vero questo fatto? DATTILO: Umh! Guarda che io mi ricordo sinceramente Quiper la prima volta che lo sento questa parola. LOMBARDO: E pure io, pure io, perch a prescindere del fatto che mi pare strano che si prendeva impegni PLUTINO che sistema a uno... DATTILO:Umh! LOMBARDO: perch non se l preso nemmeno con me mai, comunque io, il resto, abbiamo chiamato a PLUTINO, gli ha detto PLUTINO non vero gli ha detto a Giandomenico, gli ha detto allora, il fatto poi di che lo sistemava con la cosa delle pulizie, che glielhai detto tu DATTILO: Si, si questo qua, si, si questo
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quaLOMBARDO:Ma vero questo fatto? DATTILO: Si, si, si vero! LOMBARDO:Ah! E ora glielo dico a Doddy, no per sapere la verit io parlo con te, ma ceri tu DATTILO: (Inc.) LOMBARDO: Te lha detto a te PLUTINO? DATTILO: Si, tanto che eravamo andati da un amico suo che praticamente e ci aveva detto che aveva una ditta in Ospedale, non lo so. LOMBARDO:Ah! DATTILO:Questo diceva.--\
Il comportamento di DATTILO Giandomenico aveva comunque contrariato sia il LOMBARDO che lo stesso fratello DATTILO Filiberto, che infatti ironicamente affermava che se il fratello avesse avuto qualche problema si sarebbe dovuto rivolgere a PLATEROTI, Si, quando hanno un problema vanno da PLATEROTI!. Subito dopo LOMBARDO Vincenzo telefonava a CONDEMI Domenico chiedendogli di recarsi al bar dei fratelli DATTILO.

Conversazione del 16 Maggio 2011, ore 14:37 progressivo nr. 852 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 334/8769451 intestata a CONDEMI Domenico Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e CONDEMI Domenico
LOMBARDO telefona a CONDEMI, nellattesa che questo risponda si sente dire: Non volevo che

arrivassero alle mani per (Inc.)


LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: Oh! Dove sei?--\ Qua, dove sei tu?--\

Io al bar di Filiberto, puoi venire un attimo?--\ No, non vengo che sono nervoso Enzo, chi c Giandomenico, gli devi dire di buttarsi a mare.--\
Ma minchia ma sei scemo, non c lui.--\ Eh!--\

E, e siccome ho chiamato a Filiberto e gli ho raccontato tutta la storia-\ Lascialo stare non mi interessa guarda, basta, chiudiamo il discorso, non me ne devo prendere di nessuno.--\ Oh! Ma vedi che stai parlando con me, non mi fare girare le scatole.--\ Ma che ne devo prendere io, che ne ho da prendere, un cesso diglielo! Devo venire la ad alzargli le mani, meglio che non vengo.-\ Non c qua lui ah, io con Domenico sono.--\ E no, che vengo a fare che dobbiamo scendere qua sotto, ci vediamo qua sotto, un altro poco ci vediamo.--\ Ascoltami a me, ho parlato con Filiberto e ha detto che hai fatto bene che gli hai detto in quella maniera perch giusto--\ E poco serio ma--\
(Inc.)--\

Ma me lo deve dire lui, io quello che mi sento di dire al cristiano gli dico.-\

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LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO:

No, perch, perch mi ha detto i fatti, come erano con suo fratello, che suo fratello gli ha detto che non cerano problemi per PLUTINO--\ Me lha detto lui a me--\ Glielha detto a lui.--\ Me lha detto lui a me--\ Glielha detto pure a lui. Ok, ok, questo va bene, ma glielo ha detto anche a lui--\ Ma lha detto a me, non cera bisogno che lo diceva a lui, scusa, a me mi .--\ Si ma ti sto dicendo unaltra cosa--\ Un poco pesce, un poco carne un cristiano.--\ Ora te ne sto dicendo unaltra io, non solo lha detto a te, con me, guarda quando ragioni con me o ragioni, inutile che, che vieni prevenuto , allora non solo te lha detto a te, glielha detto pure a Filiberto, ora sai che mi ha detto Filiberto, questo giusto per farmi un dispetto a me tutti e due fratelli perch sono litigati tra loro, hai capito, gli ho detto io che non c problema, quando hanno bisogno di qualcosa di andare a farsi da PLATEROTI gli ho detto, mi ha detto Filiberto, non vedi mi stanno facendo fare sempre cattive figure i miei fratelli, ti sto dicendo come si comportando lui, Filiberto, quello che ha detto, perch io subito ho chiamato a lui, vedi che tuo fratello ha sbagliato, ha sbagliato, poipoi altrealtre cose, ha detto io non mi interesso di nessuno a me interessa solo di PLATEROTI, ha sbagliato pure nei miei riguardi perch io pi di una volta lho favorito, ha detto Enzo non vede mi stanno facendo a tipo dispetto a me, mi stanno facendo brutta figu, mi stanno facendo fare brutta figura, e tu e che tu hai fatto bene a dirgli in quel modo voglio dire, mi ha detto, hai capito? Comunque ci vediamo tra poco dai, ciao.--\ A me, a me, a me lui mi ha detto (Inc.)--\ No, no, no--\ Lui viene e mi dice a me una cosa, che gli dico che poco serio, attento se lo merita.--\ No, no, me lo ha detto pure Filiberto, ha detto, ha fatto bene a dirgli in questa maniera perch poco serio, mi ha fatto fare un'altra cattiva figura, perch pure a lui gli ha detto cheche gli raccoglieva i voti a PLUTINO, pure(Inc.)--\ Ma io non ho capito io a me ha detto non ci sono problemi, mi ha detto a me.--\ Ecco! Ma pure a Filiberto gli ha detto non ci sono problemi glieli raccolgo a PLUTINO, anche vero il fatto mi diceva Filiberto, il fatto del, la, di quel coso delle pulizie, comunque ora, dieci minuti e arrivo, ciao.--\ Ciao.--\

CONDEMI: LOMBARDO: CONDEMI: LOMBARDO:

CONDEMI: LOMBARDO:

CONDEMI:

Fine della conversazione.--\ Il CONDEMI rifiutava di raggiungere il LOMBARDO, in quanto non aveva intenzione di incontrare DATTILO Giandomenico. _____________________________________________________________________________ 113

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LOMBARDO Vincenzo raccontava il contenuto della discussione avuta con DATTILO Filiberto al quale aveva anche detto che se avessero avuto qualche necessit si sarebbero dovuti rivolgere a PLATEROTI e non a PLUTINO, affermazione questa che rendeva evidente come questultimo uomo politico fosse considerato un sicuro punto di riferimento per i protagonisti della presente nota, hai capito, gli ho detto io che non c problema, quando hanno bisogno di

qualcosa di andare a farsi da PLATEROTI gli ho detto

Le due conversazioni passate in rassegna evidenziano la forte reazione del CONDEMI rispetto a tale DATTILO Giandomenico, il quale si era impegnato con lui per garantire il suo appoggio elettorale al PLUTINO ma aveva, invece, votato per PLATEROTI, vantandosi, peraltro, di avergli raccolto 270 voti. Ci in quanto una promessa fatta dal PLUTINO non era stata mantenuta: par di capire che si trattasse dellassunzione non al QUIPER, come in primo momento pareva agli interlocutori ma presso una qualche impresa di pulizie (che lo sistemava con la cosa delle pulizie). Il dialogo era, quindi, riferito da LOMBARDO al CONDEMI, con un commento assai importante, in quanto emergeva come PLUTINO fosse considerato importante punto di riferimento per i soggetti indagati. E, infatti, non mancava il contatto diretto tra il LOMBARDO ed il PLUTINO nel corso dello spoglio delle schede, evidentemente volto ad informarsi sullammontare dei voti avuti dal secondo, che venivano immediatamente comunicati al CALDERAZZO Rosario. Altro dialogo LOMBARDO PLUTINO a risultati ufficiali e festeggiamenti in atto. Il giorno successivo a conferma dello stretto legame esistente tra LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe vi erano i seguenti progressivi.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 08:44 progressivo nr. 929 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe
Bello!--\ Pino.--\ Allora.--\

PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO:

Niente siamo qua, ma che sei secondo?--\ No, stiamo vedendo, secondo no, Daniele, stiamo vedendo com la classifica, ora tra poco lo sappiamo..--\ Secondo chi ?--\ Daniele ROMEO.--\ Ah!--\ Umh! Si, ora vediamo.--\ Ma primo Sebi?--\ Primo Sebi, secondo Daniele fino a poco fa e terzo io, ora vediamo come si

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defi, come si chiude, tra poco lo sappiamo.--\


LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO:

Quanti ne ha il secondo voti?--\ Assai! Pi di me, ha duecento (200) voti di pi.--\ Puttana!--\ Vabb!--\ Risulti tu? Io sono, si, sono consigliere eletto, sicuro!--\ Ho capito!--\ Vabb!--\ Vabb, ve, vedi quando io parlo, mille e otto, tre mila, quattro mila.--\ Ma quale mille e otto!--\ Eh! Eh!--\ Mille e uno e, e baciamo a terra.--\ Eh!--\ Hai capito?--\ Gi le so queste cose io--\ Ma figurati io.--\ Non che non le so.--\ Vabb!--\ Vabb dai Pino.--\ Ci sentiamo dopo, ciao bello.--\ Ci sentiamo dopo, ciao, ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Nel corso del progressivo i due commentavano gli esiti del voto e LOMBARDO rammentava al PLUTINO le sue pi prudenti previsioni rispetto a quelle fatte dal suo entourage, Vabb, ve, vedi quando io parlo, mille e otto, tre mila, quattro mila, affermazione questa che era condivisa dal PLUTINO che si diceva comunque soddisfatto del risultato ottenuto, Ma quale mille e otto!...

Mille e uno e e baciamo a terra.

Analogo contenuto aveva un successivo progressivo.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 08:44 progressivo nr. 929 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe
PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: Enzo!--\

Pinuccio, allora!--\ Bello! No, no io sono dentro, lunico problema , ..., capire la posizione, perch qua siamo in due che oscilliamo tra, tra terzo e quarto posto, hai capito.--\

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LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO:

Ah! Ho capito. (Inc.).--\ Io e BERNA.--\ Ho capito.--\ E quindiper--\ Co, cosa cambia?--\ E beh di fatto pu cambiare, non cambia nulla ma pu cambiare, nellassegnazione degli assessorati pu cambiare...--\ Ho capito.--\ Va bene?--\ Ma ascolta, aspetta, ma voglio dire ti possono dare un assessorato a te..? no! Certo! (Inc.)--\ Come funzio--\
(Inc.)--\

Come funziona ai primi tre glieli danno?--\ Chi arriva prima prende lassessorato, ma anche, non detto questo, no...-\ Ah!--\ Hai capito?--\ Ho capito. Sai che mi devi dire e, che cosa ha fatto PLATEROTI, una curiosit! --\ Non lo so, ti dico una bugia.--\ Ma si pu sapere? Si lo possiamo sapere, ma ora non lo so.--\ Ah! Poi fammi sapere--\
(Inc.)--\

Pi tardi fammi sapere questa cosa e fammi sapere che hai fatto, mandami un messaggio, mi, dimmi.--\ Si--\ Va bene!--\ Certo bello--\ Ciao Pino.--\ Ciao.--\ Ciao, ciao.--\

Fine della conversazione.--\ Appreso il seppur provvisorio esito degli scrutini, LOMABRDO Vincenzo chiamava subito CALDERAZZO Rosario per informarlo del risultato ottenuto da PLUTINO Giuseppe e dai pi noti candidati.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 09:53 progressivo nr. 937 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo

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Utenza chiamata: 392/0332446 intestata a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario
Enzo chiama Rosario per dirgli se pronto. Rosario dice che sar pronto per le dieci e mezza perch stava preparando la valigia e che gli sta sistemando la roba Graziella--\ LOMBARDO: LOMBARDO:

Comunque, coso ha preso qualche mille (1000) voti, questi.--\ Uh! Parlava, lui, lo storto parlava, due mila, tre mila, ma smettila gli ho detto io, chiacchiere, ha preso primo Sebi VECCHIO intorno a mille e sei--\ Secondo Daniele ROMEO--\ Si!--\ Mille e due e, lui tra terzo e quarto che combatte con BERNA--\

CALDERAZZO: Chi, Pino?--\

CALDERAZZO: Eh!--\ LOMBARDO: CALDERAZZO: LOMBARDO:

CALDERAZZO: Eh!--\ LOMBARDO: LOMBARDO: LOMBARDO:

Intorno ai mille, questi, intorno ai mille,mille voti. Per--\ Ah!--\ Lui , al consiglio sale sicuro, per lui dice che, ho parlato con Pino, dice importante se faceva terzo perch capace che gli danno lassessorato no.--\ Hai capito!--\ Stanno combattendo. Di consigliere comunale consigliere comunale. Perch successo questo, perch av, aveva un assessorato che non ha avuto il potere, non avendo il potere--\ Ci ha rimesso, perch in perdita per me, e la volta scorsa, stata una, una campagna elettorale combattuta al massimo, secondo me in perdita questa volta, e parlavano tre mila, cinque mila, sette mila, a chiacchiere si fanno i voti.--\ E, dice, gli ho detto io, ci giochiamo una scommessa a base di pesce a Taormina, ho detto io, mi gioco che lui non prende nemmeno mille e duecento voti, ma che dici, mi dicevano, ma tu sei scemo, ne prende due mila voti, ha detto, allora ce la giochiamo io da mille e cinque in sopra e tu da mille e cinque in sotto, gli ho detto io te lho fottuta la scommessa e infatti glielho fottuta. A me mi dispiace per Pino, per a me il fatto che parla assai (buccazzia) mi girano le scatole, con la sua stupidaggine e la presunzione, comunque dai.--\

CALDERAZZO: Anzi li ha presi!--\ CALDERAZZO: Li ha presi, ma sale?--\

CALDERAZZO: Certo.--\ LOMBARDO: LOMBARDO: CALDERAZZO: Ma se la, se la stanno combattendo.--\

CALDERAZZO: Si.--\ LOMBARDO:

CALDERAZZO: Alla, alla Melo, alla Melo, Melo cos faceva.--\ LOMBARDO:

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CALDERAZZO: Ma erano la loro?--\ LOMBARDO: Ah! minchia! --\ Successivamente Enzo dice che non la coup di Saro, ma il croupier quello che gira la roulette. Rosario dice che il fatto vero allora, per non che era da lui perch era da venti giorni che non lavorava, poi continua e dice che stato Tot, quel ragazzo che era con lui e lhanno arrestato. Enzo rimane sorpreso ma poi dice che non gliene frega niente e lo saluta.--\ Fine della conversazione.--\ Lo stesso pomeriggio a dimostrazione del grande interesse del LOMBARDO vi era una ennesima conversazione intercorsa tra questi e PLUTINO Giuseppe che gli confermava il numero di voti ottenuti e lo informava che stavano festeggiando la sua elezione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 17:11 progressivo nr. 979 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe

LOMBARDO telefona a PLUTINO Giuseppe, nellattesa che questo risponda si sente dire: (Inc.) ha

preso, arrivato quarto.


PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: PLUTINO: LOMBARDO: Pronto!--\ Pino.--\ Chi ?--\

Chi , Enzo sono.--\

Enzo, bello! Tutto a posto.--\ Allora?--\ Tutto a posto.--\ E che hai fatto? Apposta ti ho--\ Stiamo festeggiando noi!--\ Ma che, dimmi?--\ Non sappiamo neanche noi se sono quarto, quinto o sesto, limportante che siamo saliti.--\ E, ti danno il consiglio?--\ Sempre, tutti consiglieri siamo, poi si vede chi fa lassessore.--\ A, ho capito, qua.., quarto sei arrivato allora?--\ Si. --\ Ho capito.--\ Dove sei?--\ No, io sono quasi a Roma.--\ Eh! Aspetta che ti passo--\ Col treno sei?--\ No, con la macchina, ti passo, ti passo un amico un attimo, aspetta!--\

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PLUTINO:

Si.--\

Uomo con Pino PLUTINO gli fa gli auguri e gli chiede se tutto a posto. PLUTINO lo ringrazia e dice che va tutto bene, anzi benissimo. Luomo chiede cosa ha fatto Paolo. PLUTINO dice che non lo sa e che ora si informa anche se non crede che sia salito. Luomo chiede chi il primo della lista. PLUTINO dice che il primo stato Sebi VECCHIO.

Luomo chiede se arrivato a prendere mille (1000) voti e PLUTINO dice di aver preso intorno a mille e cento (1100) voti. Luomo dice che un ottimo risultato se consideriamo lo sfracello che c docu. Pino dice certo e poi i due si salutano.--\
Fine della conversazione.--\ Dunque, convenendosi con i commenti del P. M. a f. 95 della richiesta, linsieme di conversazioni passate in rassegna, e brevemente commentate, consente di evidenziare una serie di dati che possono ritenersi pacificamente accertati dal tenore assolutamente chiaro dei dialoghi: - gli odierni indagati, in primis il CONDEMI Domenico, ma anche il di lui fratello Filippo, LOMBARDO Vincenzo, ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, hanno certamente garantito il loro appoggio alla candidatura del PLUTINO; - al di l della capillare ricerca del consenso, i quattro, specie sotto la guida e direzione del CONDEMI Domenico, hanno creato un meccanismo di vero e prorio controllo del voto, annotando le sezioni elettorali dei vari soggetti che hanno promesso lappoggio al fine di verificare poi se questo sia stato concretamente prestato, come, con efficacia, evidenzia il P. M., che, a tal proposito, richiama le seguenti conversazioni:
Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 19:07 progressivo nr. 1772 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.8431172 intestata a BORGHETTO Anna nata a Reggio Calabria il 04.10.1965 e in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: CONDEMI Domenico e CUZZOLA Natale
CUZZOLA: CONDEMI: CUZZOLA: CONDEMI: CUZZOLA: CONDEMI: CUZZOLA: CONDEMI: Domenico.--\ Ma in che sezione hai votato tu Natale?--\ Nella duecentonove (209).--\

Ma pure Pippo il porco ha votato la, no? Nella tua?--\


Eh, penso di si, perch? Quanti ne sono usciti?--\

No, non c ancora, stiamo controllando.--\


Uhm, va bene ciao.--\ Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Conversazione del 23 Maggio 2011, ore 21:39 progressivo nr. 1950 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.4544523 in uso a QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria il 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI nr. 34 Interlocutori: CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego
CONDEMI: QUARTUCCIO: CONDEMI: Ohu.--\

Ma tuo zio Nin BARA dove vo in quale sezione ha votato?--\


In nessun posto, non vota lui.--\

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QUARTUCCIO: CONDEMI: QUARTUCCIO: CONDEMI: QUARTUCCIO: Fine della conversazione.--\

Ma in quale votano Lell--\ Mio zio Nin?--\ Eh.--\ (inc.) penso la cinquantatr.--\ Eh, va bene.--\

Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296 Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta
MARTA chiama FILIPPO gli chiede se domani sia al negozio, FILIPPO dice che sta partendo, MARTA chiede se il padre abbia le chiavi FILIPPO dice di si, segue una conversazione di natura varia; alle 16.37.27--\ FILIPPO: ma senti ma come voti che state facendo? Marta!--\ MARTA: Qualcuno ad Arangea--\ FILIPPO: MARTA: FILIPPO: MARTA: FILIPPO:

Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo? --\


Si!--\ Ah?--\ (inc.)--\ stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati , tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Cos li metti in croce se no--\

Quindi, il primo meccanismo di controllo della corrispondenza tra elettori che hanno garantito lappoggio e voti effettivi affidato allindividuazione della sezione elettorale presso cui i vari votanti si recheranno ad esprimere il loro suffragio. In guisa da poter disporre, allatto dello spoglio, di una vera e propria mappa del voto che consenta di computare, in relazione a coloro i quali hanno promesso il voto e che in quella sezione risaputo esercitino il loro diritto, quanti di essi abbiano fatto seguito allimpegno: il che si rivela particolarmente utile specie quan do si tratti di interi nuclei familiari che hanno espresso la loro promessa in favore del candidato. E non appare casuale, ad esempio, che sia richiesto, in una delle conversazioni, in quale sezione abbiano votato quelli del BRICO, ovvero coloro i quali avevano invocato laiuto del PLUTINO, mediato sempre dal CONDEMI, per liberarsi dalla presenza dei rifiuti che l abbondavano. E certamente non erra il requirente quando considera che gli odierni indagati non avevano alcun ruolo politico formale, mentre potevano certamente appoggiarsi direttamente presso la segreteria del PLUTINO (cfr.progg.1296, 1084, 19, 1575, 1730, 1617, 1296, 54). Costoro, poi, gravitano in ambienti di criminalit organizzata, alla luce degli elementi emersi sino a questo punto della trattazione (ci si riferisce, a dichiarazioni di MOIO, vicenda NUCERA, conversazioni gi riportate) e da quelli risultanti a loro carico nellambito dellindagine Crimine (vd. oltre).

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Ma il dato saliente rappresentato dalla circostanza che, dalle conversazioni, emerge con chiarezza che lappoggio prestato da costoro al PLUTINO poggia su un rapporto di mutuo scambio: da un lato limpegno di CONDEMI e compagni a reperire voti di preferenza, dallaltro limpegno del PLUTINO ad adoperarsi per favorire i loro interessi personali, con particolare riferimento al reperimento di posti di lavoro. Efficacissimo, poi, il riferimento, esemplificativo, del P. M. alle conversazioni tra ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico, che conclamano loggetto della pattuizione e, che c ome brevemente annotato in precedenza, significano come la finalit dellappoggio prestato non sia quella della mera nomina a consigliere comunale, ma, piuttosto, ad assessore. Carica, questa, che appare evidentemente di maggiore interesse, in termini di successive prospettive a beneficio del gruppo di sostenitori. Peraltro, dalle conversazioni emerge la consapevolezza da parte dello stesso gruppo dellimportanza e della decisivit dellappoggio prestato, con conseguente necessit di un ritorno in termini di impegno fattivo da parte del proprio candidato per rispettare le promesse fatte (CONDEMI:
senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i nostri i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento).

Sicch, ad esempio, si comprende perch

CONDEMI redarguisca il PLUTINO affinch passi da quelli del BRICO per ringraziare. Che, nella specie, non si trattasse di una mera promessa, destinata a cadere nel dimenticatoio come sovente accade nellagone elettorale, dato provato, con sconvolgente chiarezza dal comportamento concreto tenuto dal PLUTINO nel corso dellintera evoluzione della vicenda che portava allatto intimidatorio nei confronti dellon.NUCERA, nonch nel fattivo impegno dimostrato per lassunzione di ROTTA Domenico, etc.. Verifica ex post, questa, che, successiva al patto, alla promessa, appare esperita in termini positivi. Di seguito, secondo lo schema del P. M., si riprende lesame dellinformativa della Squadra Mobile, che conclama ulteriori aspetti di penale rilevanza, specie quando si evidenzia come la campagna elettorale per il PLUTINO fosse stata contrassegnata da metodi evientemente intimidatori , come limpedire ad altri candidati laffissione di manifesti nella zona di competenza del PLUTINO. Oltremodo significativa, in proposito, la vicenda narrata dalla capolista del P. D., Antonia LANUCARA, al MANDALARI Carmelo, cui ella confida che: questi del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti! gli hanno detto no, qua c PLUTINO! E che significa Dopo avere riportato le conversazioni dal cui tenore emergeva il coinvolgimento di CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, nella campagna elettorale in favore del candidato PLUTINO Giuseppe, giova qui riferire che il concreto impegno degli stessi che gravitano, anche in considerazione dei pregressi giudiziari e dei _____________________________________________________________________________ 121

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rapporti di frequentazione intrattenuti, negli ambienti criminali che agiscono allinterno del territorio urbano dei quartieri Modena, San Giorgio e viale Europa e segnatamente nellalveo della cosca CARIDI, appare utile evidenziare come dal tenore di alcune conversazioni registrate nel corso dei servizi di intercettazione ambientale esperiti da questo Ufficio fosse risultato evidente che lattivit di raccolta delle preferenze in favore del PLUTINO, era stata effettuata anche con metodi intimidatori finalizzati persino ad impedire laffissione di manifesti elettorali di altri candidati, circostanza questa che emergeva dalle seguenti conversazioni.

Conversazione del 26 Aprile 2011, ore 15:10 progressivo nr. 685 A bordo dellauto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo Persone presenti MANDALARI Carmelo, LANUCARA Antonia
(Inc.)--\ Che si dice?--\

Veicolo in sosta, a bordo MANDALARI Carmelo, che parla con tale LANUCARA Atonia--\ LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA:

Si dice che sono la capolista del PD al Comune!--\


Eh.--\ (Inc.)--\ Ma vostro figlio forse , ma vi portate voi?--\ Si, si, io sono.--\ Vi portate voi--\

Io non sapevo dove trovarvi.--\


L dietro abito!--\

Comunque ora devo portare il bambino dal medico, se poi siete cos gentile, se mi suonate e poi(inc. a causa di voci accavallate)--\
Ma pi tardi siete a casa?--\ Verso le tre e mezzo.--\ Va bene.--\ Vostra mamma?--\ Al lavoro.--\ E lo so, allora guardate, lunica cosa questa, se siete impegnatopi amici di prima, se non siete impegnato e mi potete dare qualche voto abitiamo qua--\

Poi guardate c unaltra cosa, questi del barquesti del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti!--\ A chi?--\ A quelli che attaccavano i manifesti che--| Eh.--\ gli hanno detto no, qua c PLUTINO! E che significa\ E perch non siete venuta a dirmelo a me?--\ Ma io vi cercavo, vi cercavo, ora c quello che sta attaccando i manifestierano dueuno senza macchina, e, io sto cercando a qualcuno che lo aiuti, ed Mimmo questo qua sotto che me li attaccava,

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avete capito, se venite poi ve lo dico.--\


MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: LANUCARA: MANDALARI: Va b, poi parliamo meglio allora.--\ Va bene?--\ Vi saluto.--\ Salutatemi la mamma.--\ Grazie e arrivederci.--\ Scusatemi se vi ho fermato.--\ No, fifiguratevi.--\ No, no, no--\ Vedete che l vostro figlio.--\ no, io vi dico scusate!--\ Non vi preoccupate, salve...--\

MANDALARI dopo aver salutato avvia la marcia da solo, rumori e fruscii di sottofondo, successivamente parla al cellulare riferendo allinterlocutore che si trova in Via Lia e sta andando a portargli una multa a tale Pietro NAPPA. Chiude la conversazione e dopo un po telefona a un tale Pietro, gli parla della multa che gli hanno fatto, si tratta di un limite di velocit a Brancaleone, limporto e di quattrocento ottanta euro. Si ferma e scende.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Nel corso di questo progressivo MANDALARI Carmelo, incontrava nei pressi della propria abitazione, abitiamo qua, LANUCARA Antonia nata a Reggio Calabria in data 04.10.1941, ivi residente in via Pio XI Diramazione De Domenico nr. 291, candidata (capo lista) al Consiglio Comunale di Reggio Calabria nelle liste del PD, che lo informava di tale circostanza, Si dice che sono la capolista del PD al Comune!, diceva al MANDALARI di averlo cercato, Io non sapevo dove trovarvi, e lo invitava ad andare a trovarla a casa, Comunque ora devo portare il bambino dal

medico, se poi siete cos gentile, se mi suonate e poi(inc. a causa di voci accavallate) Verso le tre e mezzo. Motivo dellincontro era sia la richiesta di procacciamento di voti, E lo so, allora guardate, lunica cosa questa, se siete impegnatopi amici di prima, se non siete impegnato e mi potete dare qualche voto, ma soprattutto la necessita della donna di affiggere i suoi manifesti

elettorali in quella zona, atteso che ai suoi sostenitori incaricati di svolgere quel compito, era stato impedito dai proprietari o frequentatori di un bar, Poi guardate c unaltra cosa, questi del barquesti del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti! , che avevano motivato il diniego imposto dicendo che in quella zona era possibile affiggere solamente quelli del candidato PLUTINO,

gli hanno detto no, qua c PLUTINO! E che significa

MANDALARI pertanto chiedeva alla donna perch non si fosse rivolta a lui, E perch non siete venuta a dirmelo a me?, e di conseguenza la stessa gli diceva che lei era in cerca di qualcuno che potesse svolgere quel compito, Ma io vi cercavo, vi cercavo, ora c quello che sta attaccando i

manifestierano dueuno senza macchina, e, io sto cercando a qualcuno che lo aiuti, ed Mimmo questo qua sotto che me li attaccava, avete capito, se venite poi ve lo dico.

Il tenore della conversazione non lasciava dubbi quindi sulle modalit mafiose con le quali era effettuata la campagna elettorale in favore del PLUTINO da parte dei suoi sostenitori, infatti significativi in tal senso apparivano gli esiti degli accertamenti esperiti in ordine alla individuazione dei soggetti che avevano impedito laffissione dei manifesti della LANUCARA, che come si vedr erano certamente legati a CONDEMI Domenico e di conseguenza al candidato PLUTINO. Come accennato in premessa lincontro tra MANDALARI Carmelo e LANUCARA Antonia _____________________________________________________________________________ 123

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era avvenuto nei pressi dellabitazione dei due, infatti entrambi sono residenti in via Pio X I Diramazione De Domenico, era infatti il MANDALARI con la sua affermazione, abitiamo qua, a dare una prima indicazione del luogo dellincontro, successivamente certificato anche dal sistema di localizzazione satellitare installato a bordo della sua autovettura oggetto di attenzione investigativa.

OMISSIS

Unaltra affermazione captata nel corso del dialogo permetteva di comprendere che il bar cui la donna aveva fatto riferimento era situato nelle vicinanze, questi del barquesti del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti!, pertanto appariva evidente che lesercizio pubblico in questione era necessariamente da individuare nellunico bar esistente nei pressi della via Pio XI Diramazione De Domenico dove i due stavano intrattenendo la conversazione, ovvero il Bar Settimo Cielo, sito in via Pio XI nr. 184 (Allegato nr. 08) che dai successivi accertamenti esperiti risultato essere di propriet di STELLITANO Antonio nato a Melito Porto Salvo in data 06.02.1980, residente a Reggio Calabria in via Boschicello nr. 16, cognato, per averne spostato la sorella Santina, di quel QUARTUCCIO Diego (nato a Reggio Calabria in data 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI diramazione Gull nr. 34, nipote di QUARTUCCIO Vincenzo (nato a Reggio Calabria in data 02.12.1965, condannato in passato per associazione mafiosa in qualit di esponente della consorteria CARIDI,(Operazione Wood) genero dello storico capo cosca di San Giorgio Pep CARIDI e pertanto cugino acquisito dei fratelli CARIDI Antonino, Bruno, Santo e Leo, tratto in arresto in data 29.10.2010 in esecuzione dellOCCC nr. 259/06, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reati di associazione mafiosa (cosca LIBRI CARIDI), estorsione e fittizia intestazione di beni), che nel corso del progressivo nr. 1950 in precedenza riportato, registrato sullutenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico, veniva da questi contattato per sapere in quale sezione avrebbe votato suo zio RODA Antonino inteso Nin Bar, circostanza questa che testimoniava come anche il QUARTUCCIO dovesse essere considerato persona vicina al CONDEMI, per conto del quale era impegnato in favore del PLUTINO. Altrettanto significativa in ordine al legame esistente tra i sostenitori del candidato PLUTINO Giuseppe ed il titolare del Bar Settimo Cielo, STELLITANO Antonio, appariva il fatto che il medesimo, oltre ad essere stato sottoposto a numerosi controlli di polizia mentre si trovava in compagnia del citato QUARTUCCIO Diego, in data 25.01.2010 fosse stato sottoposto a controllo di polizia in questa via Pio XI, mentre si trovava in compagnia di RODA Giovanni (RC 01.06.1977), e di CONDEMI Giuseppe nato a Condofuri in data 10.02.1948, padre di CONDEMI Domenico. I fatti oggetto della sopra riportata conversazione avevano una definitiva conferma in un successivo progressivo registrato a bordo della medesima autovettura.

Conversazione del 28 Aprile 2011, ore 19:30 progressivo nr. 709 A bordo dellauto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo Persone presenti MANDALARI Carmelo e CILIONE Romilda (fidanzata)
Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo con la fidanzata CILIONE Romilda, musica, inizialmente Carmelo elenca alla ragazza le persone che vanno assieme a loro giorno primo Maggio, poi conversano del tipo di carne che devono farsi cucinare--\ MANDALARI: CILIONE: MANDALARI: CILIONE: MANDALARI: CILIONE: MANDALARI:

Domani mattina alle cinque vado e gli attacco questi manifesti--\


(Inc.)--\

con mio fratello Roberto, e, gli regalo venti euro al ragazzo, certo che vado e glieli attacco ma non con tutti quelli!--\ Ma di chi sono?--\ Della signora LANUCARA, quella che abita la dietroquella sotto di Catia--\
(Inc.)--\

Cinquanta euro, ma cinquanta euro...per i prossimi gli chiede cento, gli ho detto io signora che mi dovete dareno dice Carmelo che centra--\

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CILIONE: MANDALARI: CILIONE: MANDALARI: CILIONE: MANDALARI: CILIONE: MANDALARI: CILIONE: MANDALARI: CILIONE: MANDALARI: CILIONE: Cade la linea.--\

(Inc.)--\

no, perch mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli facevano attaccare--\ Me lhai detto!--\ eh, gli ho detto datemeli a me che ve li attacco io, per attaccarglieli l, San GiorgioSan Giorgio mi prendevo soldi?(inc. a causa di interferenze)--\
Quando vai ora?--\ Domani mattina presto, alle sei.--\ E la colla chi te la da?--\ Ce lho, lho comprata gi, le chiedo cinquanta euro, me li deve dare la signora.--\ Certo, pure per la colla, non che ti sei preso altro.--\ No, ho comprato la collaRomi ho comprato la colla, ho comprato il secchio, ho comprato il pennello--\ Ma non ti sono rimasti soldi puliti!--\ No, ancora non me li ha dati i soldi, li ho anticipati tutti io, ho comprato tutte queste cose(inc. a causa di interferenze di linea)--\ (Inc. a causa di interferenze di linea)--\

Fine della conversazione.--\ Il progressivo sopra riportato permetteva quindi di accertare che vi era stato un successivo incontro con la candidata LANUCARA Antonia, nel corso del quale MANDALARI Carmelo aveva assunto limpegno di affiggere i manifesti elettorali della stessa, il giovane raccontava infatti alla sua fidanzata Domani mattina alle cinque vado e gli attacco questi manifesticon mio fratello

Roberto, e, gli regalo venti euro al ragazzo, certo che vado e glieli attacco ma non con tutti quelli!... Della signora LANUCARA, quella che abita la dietroquella sotto di Catiaaggiungendo il motivo per cui era necessario che quel compito lo svolgesse lui, no, perch mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli facevano attaccare ovvero che terze persone, avevano impedito alla donna laffissione.
Se, dunque, la LANUCARA riesce a fare propaganda in quanto il MANDALARI Carmelo si presta a tal fine, non passa inosservato il commento del predetto, che chiosa la situazione del quartiere San Giorgio, quello in cui dominano i CARIDI, come segue: no, perch mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli facevano attaccare Che, ancora una volta, dietro questa manifestazione intimidatoria vi fosse CONDEMI Domenico, lo si comprende dalla successiva conversazione, in cui il predetto intimava ai suoi uomini di non far toccare i manifesti da alcuno, essendo quelli gli ultimi giorni di campagna elettorale, reputati decisivi. Che tale attivit fosse posta in essere da CONDEMI Domenico per mezzo anche dei suoi accoliti veniva dimostrato dal contenuto di una breve conversazione registrata a bordo dellautovettura _____________________________________________________________________________ 125

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Fiat Panda in uso al medesimo.

Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 19:25 progressivo nr. 54 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM*804*LN di CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Giandomenico e uomo non identificati

Veicolo in movimento, fruscii e rumori dovuti ai finestrini aperti, a bordo CONDEMI Domen ico, alle ore 19:31:30 si ferma e chiede a un gruppo di persone se si vedono in segreteria, quindi si avvicina un tale Giandomenico con il quale CONDEMI conversa--\ DOMENICO: GIANDOMENICO: DOMENICO: Giandomenico allora?--\ Tutto apposto.--\

Vedi quei cosiche non li tocchi nessuno, perch ora sono gli ultimi giorni, e questi due giorni--\

A questo punto della conversazione CONDEMI chiede ad un uomo che in lontananza che fine ha fatto, quindi gli chiede per i voti e se passa dalla segreteria, poi avvia immediatamente la marcia. Dopo poco si ferma nuovamente e scende.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Chiaro appariva in questo caso che linvito rivolto da CONDEMI Domenico ai suoi interlocutori, di non far toccare nulla a nessuno avesse ad oggetto proprio i manifesti elettorali, in quanto essendo ormai nelle immediatezze dello svolgimento delle operazioni elettorali era opportuno che i manifesti rimanessero ben visibili e non fossero coperti o staccati da altri, Vedi quei cosiche

non li tocchi nessuno, perch ora sono gli ultimi giorni, e questi due giorni Che allinterno del quartiere San Giorgio PLUTINO Giuseppe vantasse solide basi elettorali Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 17:44 progressivo nr. 970 A bordo dellauto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo Persone presenti MANDALARI Carmelo, CILIONE Romilda e Domenico (Mico) non identificato

era ulteriormente dimostrato da una successiva conversazione registrata a bordo dell autovettura Fiat 500 di MANDALARI Carmelo.

Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo con la fidanzata CILIONE Romilda, alle ore 17:47:15 si fermano e scendono. Alle ore 17:52:52 MANDALARI sale a bordo da solo e riavvia la marcia, telefona a un tale compare Pietro al quale dice che andato l e glielha pagati, quindi gli chiede di fargliene mandare quindici. Autoradio in funzione, MANDALARI parla al cellulare con un tale Mico, conversazione varia. Alle ore 18:09:22 MANDALARI si ferma e chiede a un tale Giulio di andare con lui, poi chiede a un tale Mico come sono, Mico si avvicina, Carmelo gli chiede come sta andando per FALCOMATA, Mico gi risponde che sembra sta andando bene e pensa che ce la faccia, quindi chiede a MANDALARI se a San Giorgio gli stanno dando una mano.

Carmelo gli risponde che se non se lo giocano a San Giorgio non c niente per nessuno, solo per PLUTINO! Poi Carmelo gli chiede se Sebi VECCHIO sale secondo lui, Mico gli risponde che solo con i voti di San Sperato sale, prender solo l mille e cento voti, MANDALARI a tal proposito afferma che anche a San Salvatore portano a Sebi VECCHIO. A questo punto
MANDALARI Carmelo avvia la marcia e immediatamente dopo si ferma e scende. --\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Nel corso del dialogo sopra riportato MANDALARI Carmelo incontrava un suo amico di nome Mico che gli chiedeva landamento della campagna elettorale in ordine alle allora imminenti consultazioni amministrative, quindi chiede a MANDALARI se a San Giorgio gli stanno dando _____________________________________________________________________________ 126

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una mano ed in tale circostanza lo stesso affermava lapidariamente che a San Giorgio non cera possibilit alcuna per altri candidati ad eccezione del PLUTINO, Carmelo gli risponde che se non se lo giocano a San Giorgio non c niente per nessuno, solo per PLUTINO!
Che il controllo del territorio di competenza da parte della cosca fosse serrato in periodo elettorale si coglie dalla conversazione che precede, in cui il solito MANDALARI Carmelo ad un tale Mico che, interrogato dal primo sullandamento della campagna elettorale del FALCOMAT, gli chiede se a San Giorgio gli stanno dando una mano, risponde, inequivocabilmente, che se non se lo giocano a San Giorgio non c niente per nessuno, solo per PLUTINO! Espressione, questa, che non ammette lettura alternativa a quella secondo cui asfissiante il controllo dellelettorato del quartiere San Giorgio da parte della cosca CARIDI, ovviamente in favore del PLUTINO, al di l del quale non c niente per nessuno. Il quartiere insomma risponde, deve rispondere alla chiamata elettorale solo per PLUTINO. Il quale vanta pure significativi contatti telefonici con ROSMINI Diego, attinto dallordinanza custodiale Alta Tensione, quale esponente della cosca ROSMINI, il cui legame con i CARIDI, nella spartizione del controllo della parte meridionale della citt, stato sviscerato proprio nel citato provvedimento custodiale. Dopo avere riportato i progressivi dal cui tenore era facilmente desumibile con quali metodi fosse stata effettuata la campagna elettorale in favore di PLUTINO Giuseppe, appare utile precisare che nellambito del procedimento penale nr. 259/06 RGNR DDA, ed in particolare nel corso del servizio di intercettazione telefonica dellutenza radiomobile in uso a ROSMINI Diego nato a Reggio Calabria in data 25.06.1972, ivi residente in via Pio XI nr. 297, esponente di vertice della omonima consorteria attiva nei quartieri Modena San Giorgio Ciccarello, tratto in arresto da questo Ufficio in data 28.10.2010 in esecuzione dellOrdinanza di Custodia Cautelare in Carcere nr. 259/06 RGNR DDA, 5792/09 R.GIP. e nr. 119/09 ROCCC, per il reato di associazione mafiosa, erano stati registrati contatti telefonici intercorsi tra il prevenuto e PLUTINO Giuseppe, dei quali si riporta il contenuto riassuntivo, che facevano risaltare come luomo politico fosse in rapporti anche con lesponente di vertice di quella consorteria mafiosa. (338/6375896) P.P. 1685/07 RGNR DDA Nr. 528/09 RIT Server N:00000217 MCR00217 Session N:00000246 ROSMINI Diego RegistrOra registrazione 2624 Durata Tipo Voce Importa Direzion Entrante Interlocutore +393275798843 .

01/04/09 15.03.2900.01.39

Impegno.-\ 2626 01/04/09 15.05.3300.00.00 SMS Entrante +393275798843 SMS Ho chiamato alle 15:03 del 01/04/09. Informazione gratuita del servizio CHIAMAMI di Vodafone. 2627 01/04/09 15.05.5400.01.00 Voce Entrante +393275798843 _____________________________________________________________________________ 127

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Sunto Pino PLUTINO chiama Diego ROSMINI si vedono al negozio pi tardi.-\ 5835 04/05/09 18.01.1600.00.41 Voce Entrante +393275798843 Sunto Pino PLUTINO chiama Diego ROSMINI che dice che in Sicilia si vedono tra poco in segreteria.-\ 5845 04/05/09 19.23.54 00.00.32 Voce Uscente +393275798843 Sunto Diego ROSMINI chiama Pino PLUTINO per vedersi domani mattina al negozio.-\ Ancora a rafforzare ulteriormente il radicamento di PLUTINO Giuseppe allinterno del territorio urbano del quartiere San Giorgio giova qui riferire che questi nel corso dellultima campagna elettorale ha stabilito una delle sue segreterie politiche in un edificio sito a Reggio Calabria alla via Pio XI Diramazione Gull nr. 24, via che ricade allinterno del territorio di influenza delle cosche mafiose ROSMINI e LIBRI CARIDI. Dopo avere riferito a codesta A.G. dei soggetti che nel corso della compagna elettorale hanno fornito il loro determinate contributo al candidato PLUTINO Giuseppe; delle aspettative palesate da alcuni di questi in ordine al posizionamento di questultimo nella graduatoria degli eletti, interesse chiaramente dettato dalla conseguente possibile assegnazione di un assessorato e delle modalit di esecuzione della campagna elettorale, significativo appare evidenziare lesito degli accertamenti esperiti da questo Ufficio, in ordine al numero di preferenze raccolte dal candidato PLUTINO Giuseppe nel corso delle ultime consultazioni politiche, accertamento esperito tramite acquisizione dei dati definitivi delle ultime elezioni politiche dal sito della RECASI, societ mista appartenente al Comune di Reggio Calabria, che ha curato tale servizio per conto dellEnte. Le risultanze di tale approfondimento dimostreranno come il quartiere San Giorgio e zone limitrofe abbiano costituito una vera e propria roccaforte per il candidato PLUTINO Giuseppe. Infatti lesito di tale attivit ha evidenziato che PLUTINO Giuseppe candidato alla carica di Consigliere Comunale del Comune di Reggio Calabria per la lista nr. 9 PDL ha ottenuto in totale nr. 1058 voti di preferenza. Lo stesso nelle sezioni nr. 36 Borgata Giardini, nr. 38 Marconi, nr. 40 Rione Ceci, nr. 53 San Giorgio Extra I, nr. 122 Petrillina, nr. 125 Seminario Pontificio, nr. 141 Pio XI, nr. 145 Pio XI Calvario, nr. 186 San Giorgio Extra II e nr. 208 Europa, costituenti il seggio elettorale ubicato presso le Scuole Elementari Ceravolo di viale Europa che per come si evince dalla denominazione delle stesse copre tutta larea ricadente allinterno dei quartieri comunemente indicati come San Giorgio Boschicello, Rione Marconi e viale Europa sui quali esprimono la loro opprimente egemonia mafiosa le cosche CARIDI e ROSMINI, ha ottenuto un totale di nr. 263 preferenze ovvero ben un quarto dei voti totali ottenuti. Tale dato appare maggiormente indicativo se rapportato ai risultati ottenuti presso il medesimo seggio elettorale dagli altri consiglieri comunali eletti nella medesima lista (PDL) del PLUTINO e dai primi eletti della lista Scopelliti Presidente. Al fine di meglio evidenziare quanto sopra espresso si riporta la tabella riassuntiva. Se dalle conversazioni del MANDALARI Carmelo si era colto come il controllo del territorio di competenza da parte della cosca fosse ferreo ed univocamente direzionato in favore del PLUTINO, lelemento emergente dalle conversazioni intercettate ha ricevuto un significativo momento di convalida nei dati della competizione elettorale, che evidenziano come guarda caso il quartiere di San Giorgio e le zone ad esso limitrofe abbiano costituito la vera e propria roccaforte del PLUTINO. Parimenti significativo, nellottica investigativa, il numero di voti da costui raccolti presso le sezioni del plesso scolastico TELESIO di Via Modena o al FERMI, nelle quali esercitano _____________________________________________________________________________ 128

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il diritto di voto gli appartenenti alla comunit Rom che risiede in Ciccarello e presso laccampamento della ex Polveriera. 64 sono le preferenze in questo caso raccolte dal PLUTINO ed esse evidenziano come lobiettivo prefissato da CONDEMI, quello di ottenere almeno 40 voti dagli zingari (progressivo 1632), fosse stato ampiamente raggiunto. Il dato si riverbera sui profili associativi emersi nellindagine. Di seguito la tabella stilata dalla P. G. esplicativa dellassunto.
CANDIDATO LISTA NR. PDL PLUTINO G. VECCHIO S. ERACLINI G. FALCOMATA PIZZIMENTI ROMEO D. SCARFONE B MINASI C. BERNA D.
CANDIDATO LISTA NR.8 SCOPELLITI PRESIDENTE

SEZ 36 8 17 1 1 0 3 3 12 4 SEZ 36 3 6 5

SEZ 38 15 9 43 6 1 1 2 4 3 SEZ 38 7 4 3

SEZ 40 3 2 28 8 2 3 2 4 3 SEZ 40 2 7 0

SEZ 53 44 13 9 5 3 13 1 7 4 SEZ 53 4 11 2

SEZ 122 42 16 13 0 9 10 17 6 6 SEZ 122 11 9 9

SEZ 125 20 9 12 5 20 1 9 4 4 SEZ 125 2 5 3

SEZ 141 18 7 10 2 8 5 7 4 4 SEZ 141 2 3 1

SEZ 145 44 7 0 4 4 3 7 8 3 SEZ 145 2 10 0

SEZ 186 52 9 8 13 5 1 13 1 14 SEZ 186 4 8 3

SEZ 208

TOT. VOTI SEZIONI CERAVOLO

TOT. VOTI 1058 1964 853 917 1008 1453 910 1095 1077 TOT. VOTI 1109 1042 994

17 3 15 6 2 10 8 8 4 SEZ 208

263 92 139 40 54 50 69 58 49
TOT. VOTI SEZIONI CERAVOLO

MORISANI P. ANGHELONE RASO M.

6 7 2

43 70 28

Altrettanto significativo appare qui riferire in ordine alle preferenze ottenute dal PLUTINO alle sezioni nr. 54 Modena I, nr. 129 Modena Case Popolari, nr. 138 Modena II, nr. 142 Modena Case UNRRA, nr. 153 Modena Ciccarello e nr. 195 Ciccarello III, costituenti il seggio elettorale ubicato presso il Plesso Scolastico Telesio di via Modena, nonch quelle ottenute alle sezioni nr. 37 Ciccarello I, nr. 161 E. Fermi, nr. 185 Ciccarello II e nr. 217 Ferruccio, costituenti il seggio elettorale ubicato presso lIstituto Professione Fermi di via Sbarre Superiori Diramazione Laboccetta, costituenti le sezioni dove sono rintracciabili i voti di preferenza espressi dagli appartenenti alla comunit ROM stabilitasi presso le case Popolari di via Ciccarello e presso laccampamento della Polveriera di via Ciccarello, nelle quali PLUTINO Giuseppe ha ottenuto un totale di nr. 64 preferenze, quindi in linea con la previsione di CONDEMI Domenico circa il minimo di voti da ottenere dai ROM di cui al progressivo nr. 1632 in precedenza riportato. (Allegato nr. 09) Infatti questultimo nel fare una previsione in ordine alle preferenze da ottenere dai ROM preventivava di ottenerne almeno 40, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di

voti.

Tale ultima circostanza rappresenta una prima conferma del predominio esercitato dagli appartenenti alla cosca CARIDI, sui membri della criminalit comune che agisce nel quartiere Modena Ciccarello, costituita in larga parte da cittadini di etnia ROM, circostanza questa emersa nel corso dellespletamento dei servizi di intercettazione telefonica ed ambientale attivati sullutenza radiomobile ed a bordo dellautovettura in uso proprio a CONDEMI Domenico, che verr in dettaglio illustrata nel corso della trattazione dei profili associativi emersi nel corso dellattivit di indagine esperita. 5.2 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: LAPPOGGIO DEL CONSIGLIERE COMUNALE GIUSEPPE PLUTINO DOPO LA COMPETIZIONE ELETTORALE. Se, sinora, si avuto modo di cogliere i dati indiziari che consentono di ritenere acclarato il contributo fattivo degli indagati di cui al capo A) in favore del PLUTINO, con la speciale posizione assunta dal CONDEMI Domenico, la parte della richiesta che, di seguito, si riporta chiarisce, con _____________________________________________________________________________ 129

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pari efficacia, lapporto del PLUTINO al fine di soddisfare le pretese dei suoi grandi elettori, primo tra tutti il citato CONDEMI Domenico. Cos, quindi, il P. M.: - b) Lappoggio del PLUTINO successivo alla competizione elettorale Nella prima parte della trattazione si evidenziato come il PLUTINO, a fronte dellimpegno elettorale prestato in suo favore da parte del CONDEMI, si sia concretamente impegnato nel soddisfacimento delle pretese di questultimo, tanto da rendersi personalmente responsabile, in concorso con lo stesso CONDEMI, di unattivit estorsiva ai danni del consigliere regionale Giovanni NUCERA per garantire un impiego ritenuto soddisfacente a CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Eugenio. Nel prosieguo, si avr modo di illustrare il fattivo impegno del PLUTINO a beneficio degli interessi del gruppo dappartenenza anche a seguito della competizione elettorale comunale che lo vedeva eletto in virt dellappoggio decisivo dei suoi sodali per come ampiamente illustrato nel precedente paragrafo. Si riporta a tal proposito il contenuto di una seconda inf.va della Sq.Mobile del 23.9.11, nella parte dinteresse: Una prima serie di conversazioni che di seguito verranno riportate oltre ad evidenziare lesistenza di quel forte vincolo che lega i personaggi oggetto dellattuale approfondimento investigativo, dimostreranno ulteriormente come PLUTINO Giuseppe, anche in ragione del decisivo apporto ottenuto in occasione delle ultime consultazioni elettorali, costituisca per gli stessi valido punto di riferimento per le risoluzione di varie problematiche. Esplicative in tal senso si dimostrano infatti una serie di conversazioni registrate sullutenza radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo. Infatti questi in data 06 settembre u.s. veniva contattato telefonicamente da CALDERAZZO Rosario.

Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 10:02 progressivo nr. 1986 Utenza chiamante: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario Utenza chiamata 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario
Pronto.--\ Ciao.--\

ROTTA: ROTTA: ROTTA:

CALDERAZZO: Compare Vincenzo buongiorno.--\ CALDERAZZO: Glielavete portate quelle cose?--\

Eh ancora a casa ce lho, in giornata le porto, urgente?--\

CALDERAZZO: E una cosa siccome avevamo parlato, una cosa che mi poteva favorire lui, avete capito?--\ ROTTA: ROTTA: ROTTA: ROTTA: E ora, ora (inc.) io sono a casa da me che sto aggiustando il pozzetto, come finisco--\ Va bene?--\ Tutto a posto si.--\ Entro entro mezzo entro mezzogiorno, luna glielo do.--\ CALDERAZZO: Va bene.--\ CALDERAZZO: Tutto a posto?--\ CALDERAZZO: Va bene dai.--\

_____________________________________________________________________________ 130

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CALDERAZZO: Fatemi questo favore, va bene? Ciao compare Vincenzo.--\ ROTTA: Male che vada entro pensi che faccio passare dieci giorni? Va bene?--\ CALDERAZZO: No, io vi ho chiamato, siccome lui mi aveva detto di fargliela avere entro luned, avete capito?--\ ROTTA:

E va bene, ma entro io male che vada allora di pranzo glielo porto, male che vada.--\
Va bene?--\ Ciao.--\

CALDERAZZO: Va bene dai. --\ ROTTA: ROTTA: CALDERAZZO: Ci sentiamo dopo, ciao compare Vincenzo vi saluto.--\ Fine della conversazione.--\ Nel corso di questo primo progressivo CALDERAZZO Rosario chiedeva a ROTTA Vincenzo di consegnare, in giornata qualcosa, Glielavete portate quelle cose? che era in suo possesso, Eh ancora a casa ce lho, in giornata le porto, urgente?, verosimilmente una non meglio indicata documentazione, che doveva essere consegnata ad una terza persona, con la quale il CALDERAZZO aveva gi preso accordi e che gli aveva assicurato il proprio appoggio, E una cosa siccome

avevamo parlato, una cosa che mi poteva favorire lui, avete capito?... No, io vi ho chiamato, siccome lui mi aveva detto di fargliela avere entro luned, avete capito?, il ROTTA tranquillizzava
il suo interlocutore, dicendogli che nel corso della mattinata avrebbe provveduto effettuando la consegna al pi tardi allora di pranzo, E va bene, ma entro io male che vada allora di pranzo

glielo porto, male che vada.

Trascorse alcune ore era il ROTTA a chiamare CALDERAZZO Rosario.

Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 12:06 progressivo nr. 1988 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario
Pronto.--\

CALDERAZZO: Pronto.--\ ROTTA: ROTTA: CALDERAZZO: Compare Vincenzo, ditemi tutto.--\

Ah, vedi che stamattina lui impegnato al Comune, va bene? Se riesce a venire a casa per per luna e mezza, io vado a casa, perch mi diceva va bene?--\ Io cerco, cerco di trovare il modo per consegnarglielo.--\
Va bene?--\ Ciao.--\

CALDERAZZO: Va bene, vi saluto.--\ ROTTA: ROTTA: ROTTA: CALDERAZZO: Vi saluto, grazie compare Vincenzo.--\ CALDERAZZO: Vi saluto, Grazie.--\ Fine della conversazione.--\ Nel corso del dialogo ROTTA Vincenzo informava CALDERAZZO Rosario che la persona che avrebbe dovuto ricevere il materiale quella mattina era impegnato al Comune e che pertanto avrebbe provveduto alla consegna per lora di pranzo, Ah, vedi che stamattina lui _____________________________________________________________________________ 131

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impegnato al Comune, va bene? Se riesce a venire a casa per per luna e mezza, io vado a casa, perch mi diceva va bene?... Io cerco, cerco di trovare il modo per consegnarglielo.
Due successive conversazioni chiarivano chi fosse la persona che aveva promesso il suo appoggio a CALDERAZZO Rosario.

Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 14:07 progressivo nr. 1990 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 328.5318632 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: ROTTA Vincenzo e PLUTINO Giuseppe

PLUTINO: Pronto.--\ ROTTA: ROTTA: ROTTA: ROTTA: ROTTA:

Pino, Enzo ROTTA sono.--\


Ah undici, a casa sei?--\

PLUTINO: Quanti punti ti hanno dato?--\ PLUTINO: Lo sapevo io, lo sapevo.--\

A casa sei?--\ E va bene, ora vengo.--\


Ciao.--\

PLUTINO: Si a casa sono.--\ PLUTINO: Ciao, ciao.--\ Fine della conversazione.--\ Infatti nel corso del progressivo sopra riportato registrato alla ore 14,07 ROTTA Vincenzo telefonava a PLUTINO Giuseppe fissando un incontro presso labitazione di questi, A casa sei?... E

va bene, ora vengo.

Dopo tale incontro lo stesso ROTTA alle 14,44 telefonava a CALDERAZZO Rosario.

Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 14:44 progressivo nr. 1992 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario
CALDERAZZO: Pronto.--\ ROTTA: ROTTA ROTTA: ROTTA: Pronto.--\ CALDERAZZO: Compare Vincenzo.--\

Ora vengo da casa sua, glielho dato, tutto a posto.--\


Ma di che cosa, ciao.--\ Ciao.--\

CALDERAZZO: Grazie di tutto compare Vincenzo, vi ringrazio.--\ CALDERAZZO: Vi saluto, grazie.--\ Fine della conversazione.--\ Il contenuto del progressivo sopra riportato chiariva con certezza che era PLUTINO Giuseppe che aveva assicurato a CALDERAZZO Rosario il proprio intervento finalizzato a favorire la

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risoluzione della non meglio indicata problematica di suo interesse, circostanza questa che dimostra ulteriormente come luomo politico sia considerato un solido punto di riferimento dagli altri associati. Il susseguirsi dei dialoghi evidenzia come CALDERAZZO Rosario debba far pervenire della documentazione ad un terzo, testualmente in quanto una cosa che mi poteva favorire. E, a tal fine, egli si rivolge a Compare Vincenzo, ovvero il ROTTA, che si impegna a farla giungere al destinatario, chiaramente identificabile per il PLUTINO. Che, alla fine, riceve il tutto dal ROTTA, il quale ne d comunicazione al CALDERAZZO: si conferma, dunque, in una fase successiva alla competizione elettorale, come il PLUTINO Giuseppe rappresenti punto di riferimento per gli associati e per le loro esigenze. E, se si rammenta come le intercettazioni avessero palesato limpegno del ROTTA e del figlio Domenico per la ricerca di voti in favore del PLUTINO in quanto era loro aspettativa che questi provvedesse ad individuare una sistemazione lavorativa per il ROTTA Domenico, le conversazioni che si passeranno in rassegna fanno ben comprendere come luomo politico abbia portato a compimento il suo impegno in favore dellassociato. Da sottolineare, ove ancora dovesse reputarsi necessario, che il trait dunion sempre il CONDEMI Domenico, il quale passa dal ROTTA, che lo richiama allosservanza del patto stretto con PLUTINO: Gli ho detto io, digli a Pino per quel fatto di mio figlio gli ho detto io, si, non ti preoccupare mi ha detto, anzi, laltra sera mi ha detto che come vede che non mantiene limpegno lo prendo a schiaffi mi ha detto, eh, gli ho detto di fare le cose per bene non a schiaffi, e poi di mandarmi a qualcuno della Leonia per aggiustare l. Apprezzabile, per inciso, anche la richiesta di mandargli a qualcuno della Leonia per aggiustare l: insomma limpiego di personale della Leonia, municipalizzata del Comune di Reggio, per una qualche esigenza del ROTTA Ma analogamente alla vicenda sopra riferita, dal contenuto di ulteriori conversazioni registrate risulta che PLUTINO Giuseppe, proprio in ragione dellesistenza del forte vincolo che lo lega agli altri associati e degli impegni assunti in occasione della sua candidatura, impegnato in prima persona nella ricerca di una occupazione lavorativa per ROTTA Domenico Giovanni nato a Reggio Calabria in data 07.02.1979, figlio di ROTTA Vincenzo. Gi in data 30 luglio u.s. questultimo conversava al telefono con il figlio Domenico in ordine a tale eventualit.

Conversazione del 30 Luglio 2011, ore 20:53 progressivo nr. 1507 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Vincenzo telefona al figlio Domenico, inizialmente la conversazione di tipo familiare. Vincenzo: Domenico:

oggi passato Doddy.--\


Eh?--\

_____________________________________________________________________________ 133

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Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

Da me,uhm.--\ Ho capito.--\ Mi ha detto, te la sei messa quella cosa, che mi ha portato un quel coso benedetto di Padre Pio.--\ Eh.--\ (inc.) mi ha detto, non parlare con nessuno che sono andato la e che ti ho portato questa cosa a te, gli ho detto io che non me la sono messa ancora perch tutta nodi, nodi, e la devo sciogliere gli ho detto, ieri sera me lhai data.--\ (ride)--\

Domenico: Vincenzo:

Gli ho detto io, digli a Pino per quel fatto di mio figlio gli ho detto io, si, non ti preoccupare mi ha detto, anzi, laltra sera mi ha detto che come vede che non mantiene limpegno lo prendo a schiaffi mi ha detto, eh, gli ho detto di fare le cose per bene non a schiaffi, e poi di mandarmi a qualcuno della Leonia per aggiustare l.--\
Ho capito.--\ Va bene mi ha detto, hai capito?--\ Va bene, e dai ci sentiamo pi tardi.--\

Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico:

Ma vediamo che facciamo con Pino, prima che io parlo con Mimmo, che facciamo poi brutte figure?--\
Va bene.--\ Che dici tu?--\ Speriamo.--\ Va bene? Vediamo cosa ci dice adesso.--\ Eh, va bene aspettiamo un altro po.--\ Tanto, due o tre giorni che cazzo cambia.--\ No, non cambia niente.--\

Enzo saluta il figlio, gli dice che adesso andr da Angelo, quando torna dar un po di cioccolata al cane. Fine della conversazione.--\ Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo informava il figlio di avere incontrato Doddy (CONDEMI Domenico) e di avergli raccomandato di ricordare a Pino (PLUTINO) il fatto di suo figlio, Gli ho detto io, digli a Pino per quel fatto di mio figlio gli ho detto io, sollecitazione che era stata recepita dal CONDEMI che lo aveva tranquillizzato, si, non ti preoccupare mi ha

detto, anzi, laltra sera mi ha detto che come vede che non mantiene limpegno lo prendo a schiaffi mi ha detto.

A distanza di pochi giorni era registrata unaltra conversazione di particolare interesse il cui tenore dimostrava come il PLUTINO, anche su sollecitazione di CONDEMI Domenico, si stesse adoperando per la sistemazione lavorativa di ROTTA Domenico Giovanni.

Conversazione del 04 Agosto 2011, ore 14:55 progressivo nr. 1559 Utenza chiamante: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Domenico:

Pronto?--\

_____________________________________________________________________________ 134

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Vincenzo:

Dimmi bello.--\

Domenico: Mi ha telefonato Pino.--\ Vincenzo: Chi?--\ Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

Pinuccio Pino PLUTINO.--\


Eh, uhm.--\

Mi ha detto che se sono interessato a un posto di lavoro a Rogliano, vicino Cosenza.--\


E per fare che?--\ Che ne so, dove ci sono gli extracomunitari, boh.--\ Ma per fare che cosa, scusa.--\ Non lo so, nei centri di prima accoglienza, dove ci sono gli extracomunitari, dove sbarcano gli immigrati penso, no.--\ Ma devi dirgli che non puoi andare, dove cazzo devi andare.--\ Mi ha detto, fammi sapere entro stasera alla sei, ma io come faccio ad andarmene a Cosenza, boh. --\ Ma come che cosa, come fisioterapista?--\ No, no, nei centri tipo di prima accoglienza, non so che fanno per.--\ Ma cammina, la con quei quattro pazzi, per prenderti qualche coltellata, ma questo ammalato, questo non si rende conto, ma per favore, devi dirgli non che non puoi, io ho gi mia moglie lontano, me ne vado lontano io.--\ Eh.--\

Domenico: Vincenzo:

Io solo per Reggio devi dirgli, se trovo un lavoro, chiedigli quando ti chiama, ma con Antonio non hai parlato? Diglielo, devi dirgli ma la da Antonio che come mi avevi promesso, non hai parlato? Ma dove devi andare Domenico la(inc.)--\
No, ma io non gli ho detto no, perch volevo telefonarti a te, hai capito?--\ Ma per qualche sei, settecento euro, non crederti.--\ No, ha detto che lo stipendio era buono, per lontano.--\ Ma per (inc.) a Rogliano tu?--\ Come fai che faccio, non posso--\ Rogliano sopra sopra Cosenza cosa la, ma per favore, ci vogliono due ore per arrivare, con la strada libera.--\ No, non vado, no di andare non andavo, non gli ho detto no perch(inc.)--\

Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

Devi dirgli, guarda, io a Reggio lo lo devo trovare il posto di lavoro, perch non mi posso muovere, perch ho troppi impegni, gi ho mia moglie che fuori casa, qua va a finire che io dobbiamo dare un nipotino ai miei genitori, cosi in questo modo che mi sono sposato a fare, devi dirgli ma poi parli, devi dirgli, ma con Antonio non hai parlato, che mi avevi, mi avevi, mi avevi promesso che mi prendeva lui, digli in questo modo.--\
Va bene.--\ Va bene? Trovagli una scusa elegantemente, devi dirgli devi digli, gi ho mia moglie a Catania, eh i miei genitori dov che non so mio padre ammalato, se lo perdo o non lo perdo, lo posso vedere per dargli un nipotino, mia madre ha una certa et e non sta bene con la salute, devi dirgli, devi dirgli che tua

Domenico: Vincenzo:

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madre sola e non la puoi lasciare, devi dirgli, mia mamma sola non la posso lasciare.--\ Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Va bene.--\

Io devo trovare, io devo trovare urgente, urgente, urgente il lavoro a Reggio, mi segui?--\
Va bene.--\

(inc.) con Antonio non avevi parlato e mi avevi promesso che io andavo a lavorare la, digli cosi.--\
Va bene.--\

Risoluto, non ti preoccupare, il Doddy ha detto che come lo vede ha detto che lo prende a schiaffi che gli ha promesso il posto la da Antonio, digli la cosa per bene, no, nel senso--\
Si, si, no(inc.)--\ (inc.) tutto elegantemente, che tua mamma sola, gi fai sacrifici che hai che vedi una volta a settimana tua moglie, io ho urgente bisogno devi dirgli, di trovare il posto di lavoro a Reggio, io vivo con mia mamma che da sola, e mia mamma non di buona salute devi dirgli, soffre di ernia al disco, non si pu muovere, eh, mi segui nel discorso?--\

Domenico: Vincenzo:

La conversazione tra padre e figlio prosegue con Enzo che spiega al figlio i problemi della madre che dovr dire a Pino quando lo rivedr. Vincenzo:

io speravo che tu mi facevi lavorare da Antonio devi dirgli, come mi avevi detto, come mi avevi promesso--\ ma dove devi andare, tu devi trovare il lavoro a un metro da casa, che vadano a cagare il primo di lui, cerca di nascondersi dietro il dito lui, perch si vede che Doddy lha cazziato e adesso cerca di darsi da fare, altrimenti come nesciva e chiari, mi segui il discorso?--\
Eh.--\ Devi dirgli, io speravo che tu mi sistemassi da Antonio, devi dirgli, come mi avevi detto, va bene?--\ Va bene.--\ Tutto riso tutto risoluto devi dirgli, io speravo che tu mi sistemassi da Antonio come mi avevi detto.--\ Ora gi chiamo dai.--\ Va bene? Chiamalo, se ti ha detto alle sei, chiamalo alle sei.--\

Enzo dice al figlio che deve spiegare bene a Pino la situazione familiare che ha. Vincenzo:

Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

Continuando concordano a che ora chiamare Pino, Vincenzo ripete che deve dire che la madre sta poco bene di salute e non andato a Catania dalla moglie a lavorare per questi problemi, dopo che Domenico chiamer Pino si risentiranno, seguono saluti finali. Fine della conversazione.--\ Infatti ROTTA Domenico telefonava al padre informandolo che poco prima lo aveva chiamato PLUTINO Giuseppe, Mi ha telefonato Pino Pinuccio Pino PLUTINO, che gli aveva offerto la possibilit di essere assunto in un centro di accoglienza per extracomunitari a Rogliano in provincia di Cosenza, Mi ha detto che se sono interessato a un posto di lavoro a Rogliano, vicino

Cosenza Non lo so, nei centri di prima accoglienza, dove ci sono gli extracomunitari, dove sbarcano gli immigrati penso, no, offerta che per non era gradita ai due ed infatti ROTTA
Vincenzo invitava il figlio a rifiutare quella offerta ed a ricordare al PLUTINO una promessa fatta in

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precedenza, in relazione ad una sua assunzione presso tale Antonio, suggerendogli inoltre quello che avrebbe dovuto riferire al PLUTINO, Io solo per Reggio devi dirgli, se trovo un lavoro, chiedigli

quando ti chiama, ma con Antonio non hai parlato? Diglielo, devi dirgli ma la da Antonio che come mi avevi promesso, non hai parlato? Ma dove devi andare Domenico la(inc.) Devi dirgli, guarda, io a Reggio lo lo devo trovare il posto di lavoro, perch non mi posso muovere, perch ho troppi impegni, gi ho mia moglie che fuori casa, qua va a finire che io dobbiamo dare un nipotino ai miei genitori, cosi in questo modo che mi sono sposato a fare, devi dirgli ma poi parli, devi dirgli, ma con Antonio non hai parlato, che mi avevi, mi avevi, mi avevi promesso che mi prendeva lui, digli in questo modo Io devo trovare, io devo trovare urgente, urgente, urgente il lavoro a Reggio, mi segui?... (inc.) con Antonio non avevi parlato e mi avevi promesso che io andavo a lavorare la, digli cosi.
Nel prosieguo del dialogo ROTTA Vincenzo invitava il figlio a discutere con il PLUTINO con piglio deciso, in quanto godevano dellappoggio di Doddy, (CONDEMI Domenico), Risoluto, non ti

preoccupare, il Doddy ha detto che come lo vede ha detto che lo prende a schiaffi che gli ha promesso il posto la da Antonio, digli la cosa per bene, no, nel senso io speravo che tu mi facevi lavorare da Antonio devi dirgli, come mi avevi detto, come mi avevi promesso
Infine i due interlocutori immaginavano che questultima offerta di lavoro potesse essere dettata anche dalle sollecitazioni del CONDEMI, ma dove devi andare, tu devi trovare il lavoro a un

metro da casa, che vadano a cagare il primo di lui, cerca di nascondersi dietro il dito lui, perch si vede che Doddy lha cazziato e adesso cerca di darsi da fare, altrimenti come nesciva e chiani, mi segui il discorso?
A distanza di pochi minuti ROTTA Domenico telefonava nuovamente al padre.

Conversazione del 04 Agosto 2011, ore 15:06 progressivo nr. 1560 Utenza chiamante: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Pronto.--\ Ehi, eh gli ho telefonato.--\ Che ha detto?--\ No, niente ha detto, io ti avevo chiamato cosi, lo so come erano le tue situazioni, dice, eh gli ho detto il fatto di Antonio, ha detto lui, si quella una cosa sempre valida, appena si pu si sblocca(inc.)--\ Le chiacchiere sue, ma glielo hai detto tu il fatto di tua mamma che--\ Si, si glielho detto, si mi ha detto, si lo so pure che tua mamma non sta bene, lo so, gli ho detto il fatto pure di Catania, gli ho detto tutto, va bene, comunque cosi .--\ E lui per quale motivo ti ha proposto una cosa di queste?--\ Ma perch si vede che gli capitata al momento no, perch sa magari che ho urgenza di lavorare, dice pu darsi che uno si arrangi, no?--\

Ho capito si voleva scaricareil fatto di Antonio, aveva ragione il Pazzo --\


(sorride)--\

se gli ha promesso che lo sistema da Antonio, ogni schiaffone mi ha detto, gli ho detto io, parla per bene non ci non fare bordello, io non ho capito questo fatto di Antonio, Antonio mi debitore, Antonio mi gli ho fatto tanti favori, Antonio qua, Antonio la e in fin dei conti, questo ha diciotto dipendenti, perch non lo prende? Non lo so, sedici, diciotto, diciassette quant, io non voglio che toglie nessuno, non giusto che sono padri di famiglia, ma dove sono otto, sono nove, non ho capito questo fatto, non li paga--\
Boh.--\

Domenico:

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Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

E non li paga, secondo me non li paga, per questo non prende a nessuno, eh, tutto possibile, forse non li pagano.--\ Si, pu essere.--\ Mah.--\ Per, prima o poi glieli deve dare i soldi.--\ Ma pure che lo stipendio era buono, che pensi che pi di mille euro ti davano la?--\ Va bene a me non interessa, sono io, io paga--\ Ma per favore, meglio che prendi settecento, ottocento qua.--\ Certo, normale.--\ Ma per fare cosa, che ti davano, lalloggio ti davano?--\ No, ma non non possibile una situazione del genere.--\ Ma sei ammalato, andavi la per prendere mille euro, e poi ne pagavi trecento di alloggio, ma per favore.--\ Ma pure che mi davano lalloggio(inc.)--\ Ma pure che ti davano lalbergo e tutto spesato, non ti puoi muovere tu.--\ (inc.)--\ Tu, come sei combinato con tua mamma a casa, devi trovare un posto a Reggio.--\ E normale.--\ Com facciamo per trovarti un posto a Reggio, pure da ragioniere ti arrangi, lavori, basta che guadagni qualche po di lire e basta finito il film.--\ Certo a me(inc.)--\ No, inutile che ne parliamo, ormai non c niente pi, i lavori sono appiattiti pap, nel tuo ramo c uno schifo generale che non paga nessuno, non paga nessuno, lunica cosa che trovi una sistemazione degna, dignitosa.--\ Ma basta che porto lo stipendio a casa, qual il problema.--\ Va bene, una sistemazione dignitosa in fin dei conti, che si(inc.)--\ Ma si, quello che , quello che posso fare io.--\ Ma che cazzo, in fin dei conti ora qua, pare che che colpa hai tu se se sono degenerati questi governi, che colpa ne avete voi altri, ora vediamo pap, vedendo facendo, va bene?--\ Ora qua(inc.)--\

Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo:

Io batto su Doddy, per da Antonio, eh, passato quasi un anno, pi di un anno.--\


Certo.--\ A Natale fa un anno(inc.)--\ (inc.) lui mi ha detto che una cosa sempre valida, per intanto--\

E la cosa sempre valida, ma a questo qua ora, ora arrivato un miliardo, ci sono i soldi Mico, nel giornale stamattina hanno firmato GENTILE, MISITI e SCOPELLITI, sono arrivati un miliardo in Calabria, di euro, duemila miliardi.--\
Ma comunque, ora, poi vediamo a settembre se succede qualcosa, se(inc.) vediamo.--\ Ora vediamo pap, che ne so io, ora vediamo se Enzo riesce a fissarmi una cosa.--\ Va bene.--\

Domenico: Vincenzo: Domenico:

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Vincenzo:

Io quando parlo con le persone, a me mi devono dire si e no, non vediamo, non facciamo e non diciamo, e chiuso il discorso, ci mettiamo ceci, fave e fagioli, se no, non apriamo nemmeno il discorso.--\
E normale.--\ Mi segui nel discorso?--\ Certo.--\ Perch qua onestamente, sai qual il discorso, che ognuno si spaventa di avvicinarsi da una parte e dallaltra capisci, e ti trova scuse hai capito qual il discorso? Ho capito.--\ Poi se ne parla, va bene?--\ Va bene.--\

Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico: Vincenzo: Domenico:

Ciao, che io sopra a Doddy batto x Antonio sempre, perch a me piace che vai la a fare il tuo mestiere.--\
Ma si basta io ho bisogno di lavorare, il tempo passato.--\ Ma se se fai il tuo mestiere meglio per.--\ Ma si, quello che , .--\ E non lo so che hai bisogno di lavorare? In fin dei conti non che puoi fare, a tua moglie lasciarla la una settimana, quanto prende Lucia?--\ Ottocento euro.--\ Voglio dire non che puoi fare una settimana, insomma ottocento, quattrocento te li do io e sono mille e due e campate, e tua mamma come dobbiamo fare?--\ Certo.--\

La conversazione tra padre e figlio continua con Domenico che spiega i costi e i lavori che deve fare nella sua macchina, i lavori li stanno facendo i fratelli Nino e Domenico FOTI, Enzo dice al figlio di portare i suoi saluti ai fratelli FOTI, i lavori alla macchina dovrebbero finirli per fine settembre, Domenico ha concordato il prezzo per tutto il lavoro e quando si vedranno lo dir anche al padre, continuando dice che ha parlato con Peppe per il fatto di Gianna, quando si libera il posto la ricovereranno un'altra volta, Enzo dice che se serve potr andare a parlare lui dal dottor COSTARELLA. Il tredici Domenico e Lucia andranno tre giorni in ferie ad Ischia, con loro andranno anche Ugo e la moglie. Enzo dice al figlio che sarebbe ora che gli facessero un nipotino anche per far contenta la madre, nel caso in cui nascesse una femminuccia la dovrebbe chiamare Graziella come la madre. Parlano del cane che oltre a essere una compagnia per Enzo, gli permette di muoversi con lunghe passeggiate che gli fanno bene al fisico. Si salutano concordando di sentirsi ancora in serata. Fine della conversazione.--\ Riletto, confermato e sottoscritto.--\ Nel corso del progressivo ROTTA Domenico riferiva al padre di avere chiamato il PLUTINO, rifiutando lofferta e lo informava inoltre che questultimo gli aveva detto di conoscere la sua situazione familiare e che la promessa fattagli per lassunzione presso Antonio era sempre valida e che appena possibile sarebbe stata mantenuta, Ehi, eh gli ho telefonatoNo, niente ha detto, io ti avevo

chiamato cosi, lo so come erano le tue situazioni, dice, eh gli ho detto il fatto di Antonio, ha detto lui, si quella una cosa sempre valida, appena si pu si sblocca(inc.)

Dalle parole del figlio, ROTTA Vincenzo si convinceva al contrario che il PLUTINO con quella offerta appena fatta, avrebbe voluto in qualche modo annullare loriginaria promessa di assunzione _____________________________________________________________________________ 139

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presso Antonio, Ho capito si voleva scaricareil fatto di Antonio, aveva ragione il Pazzoipotesi questa che era stata fatta anche dal Pazzo da intendersi chiaramente CONDEMI Domenico, che infatti viene di frequente viene chiamato con tale appellativo2. ROTTA Vincenzo concludeva la conversazione con il figlio dicendo di confidare comunque in Doddy per ottenere la sua assunzione presso Antonio, Ciao, che io sopra a Doddy batto x Antonio

sempre, perch a me piace che vai la a fare il tuo mestiere.

La sequela di conversazioni, nella chiara intellegibilit del loro contenuto, non richiederebbe ulteriori commenti, che, tuttavia, simpongono per lefficacia dimostrativa di un segmento delladdebito di cui al capo A) bis. Se il 30 luglio 2011 ROTTA aveva come detto riferito al figlio di aver ricordato a DODDY, rectius il CONDEMI Domenico, che PLUTINO doveva provvedere alla sua sistemazione, ed il CONDEMI, con il suo solito stile, laveva invitato a non preoccuparsi, in quanto, se PLUTINO non avesse mantenuto limpegno, lo avrebbe preso a schiaffoni, il 4 agosto viene notificato al ROTTA Domenico lavvenuto collocamento presso una struttura per laccoglienza di extracomunitari in quel di Cosenza. Ci emerge chiaramente dalla telefonata del ROTTA Domenico al padre, il quale, tuttavia, non soddisfatto. Il PLUTINO, infatti, a suo avviso, non sta mantenendo limpegno in tutto, poich ROTTA vuole che il ragazzo sia sistemato a Reggio, presso lattivit di tale Antonio. E, con ci rendendo manifestazione della sua appartenenza alla consorteria mafiosa, invita il figlio a comunicare al PLUTINO che il posto di lavoro cos individuato non certo quello atteso, cosa che egli deve rappresentare al consigliere comunale in maniera risoluta, forte dellappoggio del CONDEMI Domenico, che, esattamente come riferito nella prima conversazione che si commentata, avrebbe preso a schiaffoni il PLUTINO se non avesse mantenuto limpegno di farlo lavorare da Antonio. Daltronde, la pretesa del ROTTA quella di trovare lavoro per il figlio a un metro da casa Senza volere indugiare in considerazioni che potrebbero sembrare ultronee in un provvedimento giudiziario, non pu tacersi che appare francamente sconcertante latteggiamento del ROTTA, che, in un periodo in cui si conclama la profonda crisi economica di questo Paese, con manovre su manovre che vengono deliberate per far fronte al rischio di default, ottenuto, quale corrispettivo del sostegno elettorale garantito da lui e dalla consorteria di appartenenza, un posto di lavoro per il figlio, pretende che il posto venga trovato a un metro da casa. E ci che appare ancora pi sconcertante che, quando il ROTTA Domenico avvisa il PLUTINO che come intimatogli da pap quella sistemazione non la pi gradita, luomo politico, cos manifestando il suo totale asservimento alle esigenze della cosca che favorisce, si giustifica: No,

Indicativo in tal senso appare il progressivo nr. 1329 allegato alla presente informativa, regist rato sullutenza radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo, in data 19.07.2011, nel corso del quale il ROTTA telefona a CONDEMI Domenico e poich questi non risponde, ad una persona che gli si trova accanto riferisce testualmente al pazzo sto chiamando. No, ma gli squilla per

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niente ha detto, io ti avevo chiamato cosi, lo so come erano le tue situazioni, dice, eh gli ho detto il fatto di Antonio, ha detto lui, si quella una cosa sempre valida, appena si pu si sblocca Evidenziando, quindi, che limpegno per liniziale promessa restava perdurante. Dato che viene comunicato dal ROTTA Domenico al padre, il quale ribadisce la pretesa dellassunzione presso il tale Antonio promessa dal PLUTINO, anche sulla scorta della considerazione che ma a questo qua ora, ora arrivato un miliardo, ci sono i soldi Mico, nel giornale stamattina hanno firmato GENTILE, MISITI e SCOPELLITI, sono arrivati un miliardo in Calabria, di euro, duemila miliardi. Semplice ma efficace, nella sua distorsione, il pensiero di ROTTA, che ci si permette di interpretare: ci sono i soldi e, con quei soldi, chi ha fatto le promesse deve mantenerle 5.3 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: LE EMERGENZE DELLE INDAGINI SVOLTE PER I FINI DEL PROCEDIMENTO CRIMINE. Le considerazioni conclusive in ordine alla posizione del PLUTINO vanno rimandate alla parte finale del presente provvedimento, atteso come sia, ora, necessario illustrare le emergenze che, a carico degli indagati di cui al capo A), sono state conseguite nel corso delle investigazioni svolte dai Carabinieri del R. O. N. I. per i fini dellindagine definita PATRIARCA, uno dei pilastri delloperazione CRIMINE, conclusasi nel luglio del 2010 con centinaia di provvedimenti di fermo eseguiti dalla Procura Distrettuale in sede (contemporaneamente a quella di Milano). Indagine, questa, che, per come apprezzato nello stralcio dellordinanza Alta Tensione che in premessa stato riportato, evidenzia il ruolo di sicuro spessore nellambito della ndrangheta ricoperto dalla famiglia CARIDI. Una cui costola, composta dal CONDEMI Domenico, dal LOMBARDO Vincenzo, dal CALDERAZZO Rosario e dal ROTTA Vincenzo, proprio in ragione dei rapporti con CARIDI Santo Giovanni, viene monitorata con indagini che, combinate a quelle che sinora si sono, in parte, riassunte, danno prova della comune appartenenza di costoro alla suddetta articolazione della ndrangheta. Cos, dunque, il P. M. espone, in premessa, le risultanze dellindagine CRIMINE (ff. 119 e ss. della richiesta): - II.2) LE RISULTANZE DELLINDAGINE CRIMINE Le risultanze investigative sinora evidenziate hanno dimostrato come CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, abbiano fornito il loro determinante contributo nel corso della campagna elettorale allallora candidato PLUTINO Giuseppe, il quale, sopratutto in virt dellimpegno profuso dagli stessi sul territorio controllato pi che delle proprie capacit di acquisire preferenze in altre zone cittadine riusciva ad ottenere lelezione al consiglio comunale (cfr. conv.21.5.11, ore 18:49 progressivo nr. 1905: ma a Sbarre _____________________________________________________________________________ 141

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quanto abbiamo preso? hai preso mille voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso contro tutti, CONDEMI risponde: senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i nostri i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento ).

Tale reciproca consapevolezza era evidentemente alla base delle pretese avanzate dai membri del gruppo successivamente allelezione del PLUTINO a consigliere comunale ed alla corrispondente disponibilit al soddisfacimento delle stesse da parte del predetto come ampiamente illustrato in precedenza. Tanto premesso, va detto che CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, sono gi stati oggetto di attivit investigativa nellambito del procedimento penale nr. 1389/08 RGNR DDA, cd. Operazione Crimine e dalla verifica degli elementi emersi nel corso della citata attivit investigativa sono risultati, da un lato, lorganicit alla cosca CARIDI, in virt del legame con CARIDI Santo Giovanni, reggente del sodalizio durante la carcerazione del fratello CARIDI Antonino, nonch, dallaltro, gli stretti rapporti intrattenuti con alcuni dei componenti della consorteria GATTUSO, operante sul territorio urbano di Oliveto Croce Valanidi: entrambi soggetti successivamente tratti in arresto nellambito del procedimento penale nr. 259/06 RGNR DDA il primo e nr. 1398/08 RGNR DDA il secondo. Nel prosieguo della trattazione verranno quindi riportati alcun stralci dellattivit investigativa dellindagine Crimine gli attuali nella parte i cui emergono elementi a carico degli attuali indagati. - a) CALDERAZZO Rosario
Nellambito delle indagini esperite in relazione al procedimento penale nr. 1389/08 RGNR DDA, venivano avviate diverse attivit tecniche dintercettazione riguardanti, tra gli altri, CARIDI Santo e CALDERAZZO Rosario. Durante le predette attivit, i primi giorni del mese di Settembre 2007, venivano registrate alcune conversazioni concernenti una situazione degna di nota delineante, in maniera adamentina, la forza criminale della cosca LibriCaridi e linserimento in tale contesto di CALDERAZZO Rosario. In particolare, il giorno 06 Settembre 2007 alle ore 12.08 (prog.5087 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO Rosario viene contatto dalla moglie la quale lo invita a portarsi subito in ufficio da lei (devi venire un attimo in ufficio qua da me!) e senza aggiungere altro riferisce che si tratta di una cosa urgente. (vedasi allegato nr. 314 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Gabriella.

Donna Rosario Donna Rosario Donna

Sa... dimmi! devi venire un attimo in ufficio qua da me! che successo? una cosa urgente

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Rosario

sto arrivando

CALDERAZZO giunge presso lufficio della moglie alle successive ore 12.25 allorch la avvisa che sta salendo (progr. 5093 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07). (vedasi allegato nr. 315 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Gabriella.

Donna Rosario Donna Rosario Donna Rosario

Saro! sotto sono, sto salendo sali, sali... ma al secondo piano sei? si nella mia stanza ciao...

Alle successive ore 12.35 (prog.5095 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), CALDERAZZO telefona a CARIDI Santo dicendo che deve parlare con lui urgentemente, poich c' un problema e vorrebbe evitare di parlarne al telefono (ho bisogno di parlare con voi d'urgenza che sorto un problema). Tuttavia, il CALDERAZZO riferisce che la moglie di Francou siccu sta creando qualche problema e dice che si comportata malissimo (eh... in poche parole la... la moglie del "SECCO" l.di Franco sta creando qualche problema... io non... si comportata malissimo, non male, malissimo...). A dire del CALDERAZZO, tale donna avrebbe chiamato un ragazzo, assunto da CALDERAZZO con la qualifica di parrucchiere (ha chiamato, ha chiamato quel ragazzo... il parrucchiere l), dicendogli di non andare a lavorare l (e gli ha detto che LUI non deve andare a lavorare l, di andare a lavorare da tutte le parti, ma non l) , lo avrebbe minacciato e avrebbe aggiunto che altre persone non hanno piacere che lavori da lui (ha detto lei che lui gli ha detto che altre persone non gli fa piacere che vedano che vada a lavorare l... altre persone). CARIDI domanda pi volte a CALDERAZZO chi siano queste altre persone e questultimo risponde che la donna lo avrebbe detto a Sara - cio LIBRI Serafina (glieli ha nominati, glieli ha nominati, gli ha nominato a SARA), figlia di Pasquale. CARIDI Santo invita allora CALDERAZZO ad andare direttamente a parlare, per rendersi conto di come sia la situazione (salite, salite sopra li al quinto piano e vedete com' il fatto). CALDERAZZO dice che andr alle ore 13-13.30 e parler atteso che per lui una novit. Poi CARIDI Santo dice che lui sapeva per la ragazza ma che comunque per lui il parrucchiere poteva andare a lavorare dove voleva (il fatto che all'inizio vi avevo detto io, per me pu andare a lavorare dove vuole a me non da nessun fastidio n lui e n quell'altro... punto... dopo che ...inc...). CALDERAZZO domanda a CARIDI con chi ne avesse parlato di questo fatto (ma voi chi ve lo aveva raccontato.... la parente quella del quinto piano ve lo aveva detto questo fatto?..e che ve lo aveva raccontato lei...ROSA?). Santo risponde che lui ne aveva parlato direttamente con il fratello Caridi Antonino (con mio fratello avevamo parlato), il quale aveva detto che a lui

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non dava fastidio (a me non mi da fastidio... se gli da fastidio a qualcuno... che esca fuori e ne parli). Santo dice a CALDERAZZO Rosario di andare l (comunque andate la voi), e lo stesso risponde che ora andr. Si riporta la trascrizione. (vedasi allegato nr. 316 - volume 2) Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

Compare Saro, compare Saro ...inc... Buongiorno buongiorno ma voi dovete rientrare ancora? si! eh...eh...ho bisogno di parlare con voi d'urgenza che sorto un problema eh, che successo? eh... ve ne devo parlare ... io penso che stasera scendo stasera? uh! uh! pu darsi che parto stasera ...("sospira").. che successo? dovevo chiamare... ah? compare Santo! ditemi eh... in poche parole la... la moglie del "SECCO" l... eh! di Franco eh! sta creando qualche problema...io non...si comportata malissimo, non male, malissimo... eh!

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Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario

io l'ho saputo in questo minuto ma perch...che ha fatto ..inc... venuta l? no... che si permetteva a venire l! e allora? ha chiamato, ha chiamato quel ragazzo...il parrucchiere l eh! e gli ha detto che LUI non deve andare a lavorare l, di andare a lavorare da tutte le parti ma non l ma lei pu dire tutto quello che vuole...poi vediamo, quella trafficosa (ndr.fa sempre casino) quindi... si... lo ha minacciato eh! il ragazzo...certo! questo ragazzo qui eh! spaventato perch giustamente.. gli ho detto io tu non preoccuparti che non... Eh no...dice perche ha detto lei che lui gli ha detto che altre persone non gli fa piacere che vedano che vada a lavorare l... altre persone e chi sono quest'altre persone? quelli...! gli devo dire eh..."vai a farti il tuo lavoro gli devi dire!" (ndr. da riferire alla donna) queste cose non sono cose che... non sono cose neanche... ma... lasciamo stare che parliamo per VOI...mi sono spiegato? uh questo un ragazzo che non c'entra niente, questo andava trovando lavoro.. l chiuso e giustamente venuto e noi c' lo siamo presi bravo! ora che Tu chiami una persona e gli dice... vai a lavorare da tutte le parti... non viene e non viene... e no questa una cosa che... non ti devi permettere a farlo neanche nel pensiero... mi sono spiegato... qua abbiamo preso persone che gi erano staccate da te (ndr. cio che non lavoravano pi per nessuno) e non centravano niente con te... uh! Mi sono spiegato Si e tu non puoi chiamare una persona che viene a lavorare da me...

Santo Rosario Santo Rosario

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Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

Eh a casa MIA... e che me lo minaccia eh... ma qua siamo, siamo fuori dal binario, siamo usciti fuori dal binario eh,eh,eh...siamo un pochettino fuori dal binario... che dite voi? certo! siccome gli ho detto che non gli fanno, che non gli fanno piacere anche ad altre persone Eh... e chi sono, gli dovete dire voi, chi sono queste persone glieli ha nominati, glieli ha nominati, gli ha nominato a SARA Eh! Gli ha fatto il nome Ho capito capito... io non so neanche cosa c'entra questa SARA non so neanche chi... Uh non ho capito non so neanche cosa c'entra ho capito successo qualcosa per loro, io non so a me non risulta niente ma neanche a me e quindi gli dovete dire, VOI potete fare un'altra cosa ah! potete fare un'altra cosa fino che non rientro io per stasera eh! salite, salite sopra li no! al quinto piano eh! e vedete com' il fatto uh! va bene... e gli dite che la situazione questa... e che questa viene e fa casino, vi volevo parlare lui... due minuti vediamo perch gli fa casino... va bene vado io, c' un rapporto vi voglio dire quando ci sono problemi bravo... all'una vado io, all'una e mezza vado io uh

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Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

e per me una novit questa qua... poi se ci sono discorsi che non so... per me una novit certo voi sapete qualche cosa io sapevo per una figliola... a me non mi da fastidio, quindi per me pu andare a lavorare dove vuole che cosa? il fatto che all'inizio vi avevo detto io, per me pu andare a lavorare dove vuole a me non da nessun fastidio ne lui e ne quell'altro... punto... dopo che ...inc... ma voi chi ve lo aveva raccontato....la parente quella del quinto piano ve lo aveva detto questo fatto? no io non ho parlato di niente con LEI E che ve lo aveva raccontato lei...ROSA? con mio fratello come si chiama... con mio fratello avevamo parlato eh... e quindi? A me non mi da fastidio... se gli da fastidio a qualcuno... che esca fuori e ne parli E non hanno parlato E da quella volta se ne escono ora? uh! comunque andate la voi ora vado la io... vi saluto ve bene ciao compare ... vi saluto...

Alle successive ore 13.13 (prog.5097 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) si ha contezza che CALDERAZZO si sia recato nel luogo indicato da CARIDI Santo, allorch lo stesso glielo comunica (e qua sono io!). Caridi gli dice allora che ne parleranno dopo (va bene dopo parliamo dai..). Si riporta la trascrizione. (vedasi allegato nr. 317 - volume 2) Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario. Pronto compare Saro! ah!

Rosario Santo Rosario

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Santo Rosario Santo Rosario

fatemi una cortesia... dopo che andate l dove vi ho detto e qua sono io! va bene dopo parliamo dai .. vi saluto

Alle ore 13.24, allesito del colloquio con LIBRI Sara, CALDERAZZO Rosario chiama CARIDI Santo (prog. 5099 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), informandolo di essere andato a parlare con la stessa, la quale gli avrebbe detto che non ci sono problemi (ho parlato..dice che...io mi ha detto, quello che so io mi ha detto... assolutamente...dice nonnon esiste niente dice...) e che comunque domani andr la (siccome dice che domani io vado l), cio al colloquio in carcere, e incontrer sia uno che l'altro (al coso mi ha detto...(ndr. al colloquio) e incontro sia a uno che all'altro). (vedasi allegato nr. 318 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario. Compare Saro e compare Santo ditemi! siete uscito? si! avete parlato? ho parlato..dice che...io mi ha detto, quello che so io mi ha detto ... assolutamente...dice non... eh non esiste niente dice... per se fa .. inc... uh,uh per... siccome dice che domani io vado l uh al coso mi ha detto... e incontro sia a uno che all'altro

Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario

Nel prosieguo della conversazione, CARIDI inoltre suggerisce di andare a Gallina a casa della donna che gli sta creando problemi e dirle di pensare al marito (salite a Gallina a casa sua, gli suonate e gli dite << signora, pensate a vostro marito, per quello che dovete fare per vostro marito, e non pensare ad altre cose, poich altrimenti la paga la perdete e di non interessarsi di altro>>. CALDERAZZO dice che vuole aspettare fino alle ore 13 del giorno dopo, fino a quando cio Libri Serafina sar uscita dal colloquio (io voglio, voglio aspettare fino a domani che mi danno l'imbasciata), ma CARIDI Santo dice di andare a Gallina adesso, e dire alla moglie di Franco il

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secco di non creare problemi, altrimenti perder la pace <<ma voi andate l e gli dovete dire... "a me devi lasciarmi in pace, fatti i fatti tuoi, seguiti a tuo marito altrimenti la pace la perdi, e non armate (create n.d.r.) zizzanie, fatevi i fatti vostri e pensate a quello che dovete fare e non di quello che fanno gli altri o dove vanno a lavorare, va bene?>>).

Santo Rosario Santo Rosario Santo

e fatemi una cortesia per... ditemi, ditemi salite a Gallina a casa sua, gli suonate e gli dite signora "pensate a vostro marito per quello che dovete fare per vostro marito" eh che l... lasciate e pensate a seguirvi a vostro marito non pensate a queste cose perch, perch se no... gli dovete dire la paga la perdete... cos gli dovete dire... lasciate stare le altre persone e compagnia bella non armate zizzanie e niente, guardate quello che dovete fare con vostro marito no ma io ... eh.. io voglio, voglio aspettare fino a domani che mi danno l'imbasciata no... ma voi gli dovete portare questa imbasciata ora... subito! uh avete capito! salite li e glielo dite... "Io non sono venuto ad insultare a nessuno e non voglio insultare a nessuno.. a me quando vengono e mi cercano il lavoro gli apro le porte, se a me mi piace la persona io gli apro le porte, siccome voi avete chiuso, venuto a cercare lavoro e sono entrato per cercare lavoro, gli altri discorsi lasciateli stare ... non, e di non coprirvi con uno e con l'altro gli dovete dire"... va bene ci sentiamo dopo ma diteglielo per e voi sapete che deve mancare salite li sopra, VOI salite li sopra eh... e sapete che manchi per me per dirglielo ma VOI andate l e gli dovete dire... "a me devi lasciarmi in pace, fatti i fatti tuoi, seguiti a tuo marito altrimenti la pace la perdi, e non {armate} create zizzanie, fatevi i fatti vostri e pensate a quello che dovete fare e non di quello che fanno gli altri o dove vanno a lavorare " va bene? va bene, ci sentiamo dopo ciao vi saluto

Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

Rosario Santo

La vicenda che emerge quindi relativa allassunzione di un parrucchiere presso il nuovo centro estetico di CALDERAZZO, denominato LE MUSE, inaugurato l08 Settembre 2007. Tuttavia, la moglie di tale Franco u siccu avrebbe creato dei problemi, osteggiando lassunzione di un ragazzo.

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Questa situazione viene riferita da CALDERAZZO a CARIDI Santo il quale d garanzia sul fatto che non dovrebbero esserci problemi, invitando contestualmente CALDERAZZO a recarsi a parlarne con quella del 5 piano. La donna, sulla scia di quanto affermato da CARIDI Santo, riferisce che domani, in occasione del colloquio, prospetter la vicenda alluno e allaltro; rimettendo cos il problema al vaglio di LIBRI Pasquale e di Caridi Antonino, in occasione dei colloqui del successivo giorno 07 Settembre 2007. In effetti, il giorno successivo LIBRI Serafina assieme a LIBRI Rosaria, TUSCANO Elisabetta, VIZZARI Francesca, VIZZARI Caterina si recano presso la casa circondariale di Reggio Calabria dove sono ammesse al colloquio con LIBRI Pasquale colloquio intercettato al RIT DDA 1707/07 con esito purtroppo negativo, per ci che concerne i contenuti, a causa della pessima qualit dellaudio - mentre LIBRI Rosa (insieme alla figlia Caridi Antonia ed al nipote Caridi Rocco) ammessa al colloquio con il marito CARIDI Antonino, portando a compimento quanto gi preannunciato a Calderazzo il giorno precedente (al coso mi ha detto... e incontro sia a uno che all'altro). Si intuisce inoltre che FRANCO U SICCU potrebbe essere detenuto a che la cosca passi alla moglie un vitalizio altrimenti la paga la perdete. Lintromissione della moglie del predetto FRANCO suscita una reazione di CARIDI Santo il quale invita il CALDERAZZO a recarsi a Gallina presso la predetta invitandola a non impicciarsi altrimenti la pace la perdete. Alle ore 10.54 (prog.5194 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) dello stesso giorno, CALDERAZZO Rosario telefona a CARIDI Santo. CALDERAZZO, su richiesta di CARIDI che chiede novit (novit?), dice che all'una andr a vedere com' la situazione (no all'una vado ), aggiungendo che il giorno prima Sara gli ha gi detto di essere risentita con la donna, in quanto non si pu permettere di mettere in mezzo altre persone (come si permessa di fare nomi... ditegli come si permette di fare il nome delle persone). CALDERAZZO riferisce poi a CARIDI di aver detto a Serafina (SARA LIBRI) di essere andato da lei per una questione di correttezza e per sapere se fosse sorto qualche problema di cui non era a conoscenza (io sono venuto qua per correttezza... gli ho detto io sono venuto qua per correttezza per sapere, io gli ho detto che ero all'oscuro di tutto e non sapevo niente, se c' qualcosa che me lo dicano). CARIDI Santo chiede cosa gli ha risposto (e lei che ti ha detto), CALDERAZZO risponde che gli ha detto che domani sarebbe andata al colloquio ed avrebbe parlato sia con uno che con laltro, riferendosi quindi al padre ed alluomo indicato come Franco il secco, facendogli poi sapere, ed anticipandogli comunque che non ci sarebbero stati problemi (con uno e con l'altro e dice che poi vi faccio sapere, ma penso dice che ve lo dico a priori non.... assolutamente non... non c' niente di,di,di,di....). CARIDI Santo continua dicendogli di non preoccuparsi, in quanto se qualcuno ha interesse dovr parlarne (se gli da fastidio che escano a parlarne fuori), atteso che allepoca in cui ne avevano discusso non si era fatto avanti nessuno (e la non uscito nessuno quindi... se n parlato qualche mese, un mese e mezzo fa, due mesi fa questo fatto...) . CALDERAZZO chiede come mai non l'hanno chiamato se c'era qualcosa che non funzionava (non mi hanno chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che non funzionava), ma Santo gli risponde di non curarsi di loro in quanto si tratta di persone esterne che possono dire ci che vogliono senza mutare lesito degli eventi (ma le persone esterne possono dire quello che vogliono compare Saro). (vedasi allegato nr. 320 - volume 2) Si riporta la trascrizione.

Interlocutori: _____________________________________________________________________________ 150

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Caridi Santo; Calderazzo Rosario. buongiorno compare Saro

Santo

Rosario e mi avete abbandonato completamente Santo e cosa vi ho abbandonato ho la febbre da tre giorni

Rosario anche voi? Santo dovevo partire ieri e non mi sentivo per niente

Rosario ve la siete contagiata con vostro fratello? Santo perch mio fratello ha la febbre

Rosario anche Bruno si sentito male con il raffreddore Santo eh qua con il VIVINC sto andando avanti

Rosario e come siamo? Santo e qua siamo

Rosario Eh Santo novit?

Rosario no all'una vado Santo Eh

Rosario so com' la situazione Santo uh va bene

Rosario e com' come ieri sera, a me viene da ridere Santo mi viene da ridere per davvero

Rosario ma comunque non... non so io... siamo... siamo tutti mah... io... lei mi ha detto ieri a me Santo Eh

Rosario come si permessa di fare nomi... Santo Eh

Rosario ditegli come si permette di fare il nome delle persone Santo si bravo...

Rosario ma gli ho detto, dissi io sono venuto qua per correttezza... gli ho detto io sono venuto qua per correttezza per sapere, io gli ho detto che ero all'oscuro di tutto e non sapevo niente, se c' qualcosa che me lo dicano, gli ho detto io che mi facciano sapere... se c' qualcosa che non... Santo e lei che ti ha detto

Rosario no dice domani andiamo l con... (ndr. al colloquio) Santo eh!

Rosario con uno e con l'altro e dice che poi vi faccio sapere, ma penso dice che ve lo dico a

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TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

priori non.... assolutamente non... non c' niente di,di,di,di.... Santo quello che c' stato ve l'ho detto io

Rosario Eh Santo se gli da fastidio che escano a parlarne fuori

Rosario Eh Santo e la non uscito nessuno quindi...

Rosario allora... Santo se ne parlato qualche mese, un mese e mezzo fa, due mesi fa questo fatto...

Rosario Eh Santo quindi non uscito nessuno

Rosario non c' lo hanno detto Santo evidentemente

Rosario non mi hanno chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che non funzionava non capisco io, scusate... se siamo tutti, se siamo tutti, non lo so io... Santo ma le persone esterne possono dire quello che vogliono compare Saro

Rosario qua queste sono persone esterne e non interne Santo uh!

Ancora CALDERAZZO dice che a volte non capisce come sono combinati sotto certi aspetti e dice che se c' qualcosa che non funziona avrebbero dovuto chiamare lui (voglio dire io se c' qualcosa che non funziona devono chiamare a me...), aggiungendo che per lui la faccenda era chiusa dato che ne aveva parlato proprio con Santo (il problema.. io ho parlato con voi due parole giusto o no!). CARIDI Santo replica dicendo che a sua volta lui ne aveva parlato con altri, e non era sorto alcun problema (e io ho parlato anche, ed io ho parlato altre due parole, poi altre parole non c' ne sono state quindi il discorso chiuso). CALDERAZZO ribatte che lui vuol capire perch la moglie di Franco u siccu si permette di fare/dire determinate cose (perche io, io, io non..lei che si permetta a fare...dire determinate cose, si vede che c' qualche spunto per dirle), ma CARIDI Santo risponde che questo stato all'inizio quando andato a parlare con lui (questo stato dall'inizio quando siete venuti VOI a parlare con me). Calderazzo prosegue dicendogli che quando andato a parlare con lui, bastava che lo stesso gli dicesse di fermarsi e lui lavrebbe fatto (ma io quando sono venuto a parlare con VOI io ho parlato solo due parole con VOI e vi ho detto i fatti e VOI mi avete detto... ci sono i figlioli vedete quello che dovete fare... punto e basta, se VOI mi dicevate compare Saro fermatevi un minuto io mi fermavo un minuto), ma Santo ribatte ancora una volta che non lo ha fatto perch non ce ne era motivo (non c' stato un motivo per dirvelo quindi...), confermando inoltre che per lui non cambiato nulla (e basta il discorso per me chiuso). Calderazzo ribatte, inoltre, che se lo avesse saputo, avrebbe sottolineato che Santo aveva parlato in suo favore e non erano sorti problemi (se no glielo avrei anche detto, io ho detto che avrei parlato due parole a tizio e nessuno uscito fuori quindi ora il problema qual'! dov'' se

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c'era qualche problema prima venivano e parlavano), e Santo ribadisce, per lennesima volta, che non deve preoccuparsi, esortandolo a fare come gi programmato ed invitando allinaugurazione chi volesse (VOI fate quello che dovete fare, anzi se li volete invitare, invitate a chi dovete inv itare e fate quello che dovete fare). Calderazzo lo esorta comunque a sistemare la faccenda al suo ritorno, per evitare che possano sorgere nuovi problemi (come tornate VOI dovete andare a sistemare la cosa, nel senso di parlargli e io lo so ma io con VOI possiamo parlare quanto vogliamo, ci sono persone che magari rimurginano sotto e poi). Rosario Santo Rosario voglio capire... io non lo so... io certi momenti io non capisco come, come siamo combinati uh sotto certi aspetti, io sono... voglio dire io se c' qualcosa che non funziona devono chiamare a ME... a me, dici, senti questo fatto, questo fatto perch io... tu magari in quel minuto la vedi che non c' nessun problema perch non vedi un problema ...inc... il problema.. io ho parlato con voi due parole giusto o no! uh e per me era chiusa la cosa e io ho parlato anche, ed io ho parlato altre due parole, poi altre parole non c' ne sono state quindi il discorso chiuso, basta voi fate quello che dovete fare fate poi andate ...inc... eh,eh... e basta il discorso chiuso stato gi chiuso prima, ..inc..., quindi non ho capito a questi da dove gli uscito per davvero non lo so, non lo so questo il marciume che ha dentro questa ah? questo il marciume che ha dentro si ho capito ma... io la cosa che voglio capire uh perche io, io, io non.. lei che si permetta a fare... dire determinate cose, si vede che c' qualche spunto per dirle, avete capito cosa vi voglio dire io? questo stato dall'inizio quando siete venuti VOI a parlare con me eh si vede che lo hanno portato avanti ma io quando sono venuto a parlare con VOI io ho parlato solo due parole con VOI e vi ho detto i fatti e VOI mi avete detto... <<ci sono i figlioli vedete quello che dovete fare... punto e basta>>, se VOI mi dicevate <<compare Saro fermatevi un minuto >>io mi fermavo un minuto eh... mi sono spiegato o no

Santo Rosario Santo Rosario Santo

Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario

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Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario

non c' stato un motivo per dirvelo quindi... e allora voglio dire, per non se ne pu uscire dopo tre, quattro o cinque mesi questa situazione del genere fuori questa non la conoscete bene VOI io ho capito per siccome camminano anche le tragedie, a me non piacciono le tragedie, poi c' l'invidia c' il treged... eh,eh... queste cose non funzionano VOI allora non dovete ...inc... e basta il discorso per me chiuso ma il discorso pu dire quello che vuole ma io, io, io... io non sapevo questo fatto qua vostro ieri... uh se no glielo avrei anche detto, io ho detto che avrei parlato due parole a tizio e nessuno uscito fuori quindi ora il problema qual'! dov'' se c'era qualche problema prima venivano e parlavano il problema lei che cerca di creare zizzania quindi inutile che parliamo di altro.... quindi.... lo sappiamo come lei, lo so come lei si ma "armando" (ndr. creando) tragedie con persone che non mi conoscono compare Santo, poi la situazione... mi seguite un attimo certo le persone a me fino a quando VOI fate quello che dovete fare, anzi se li volete invitare, invitate a chi dovete invitare e fate quello che dovete fare ...inc... io,io,io,io compare Santo ...inc... come tornate VOI dovete andare a sistemare la cosa, nel senso di parlargli! VOI allora andate l e vedete quello che vi dice basta! ci dobbiamo mettere a parlare sempre delle stesse cose, di che cosa voglio dire, cose che sono state chiuse e io lo so ma io con VOI possiamo parlare quanto vogliamo, ci sono persone che magari rimurginano sotto e poi ...inc.... ..inc... come dico io, e voi sapete che io VOI allora tornate l e poi ne parliamo vi saluto, ciao compare ci sentiamo, ciao

Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

Alle successive ore 13.03 (prog.5216 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO Rosario, che deve recarsi dai LIBRI per conoscere lesito del colloquio, chiama un uomo di nome Nino al quale chiede se pu accompagnarlo in un posto con la moto (passa da qui

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sotto al magazzino e mi accompagni da una parte con la moto) . L'uomo dice che tra 5 minuti sar l (dammi cinque minuti e sono ...inc... ciao). (vedasi allegato nr. 321 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Tonino. si... Tonino dove sei eh... a piazza Carmine ma stai, stai avendo da fare cinque minuti perdo ancora passa da qui sotto al magazzino e mi accompagni da una parte con la moto mu... dammi cinque minuti e sono ...inc... ciao ciao

Tonino Rosario Tonino Rosario Tonino Rosario Tonino Rosario

Alle successive ore ore 14.56 (prog.5227 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), CARIDI Santo chiama CALDERAZZO Rosario e chiede se andato in quel luogo (siete andato l?). CALDERAZZO risponde che andato, ma la bambina gli ha detto che non c'era (si ma non, non lho trovata... non so se era a casa... la figliola mi ha detto che non c'). Caridi Santo gli chiede allora se i mobili siano arrivati (sono arrivati i mobili?), e Calderazzo gli dice che tutto pronto per lapertura (si sono arrivate tutte cose... siamo a posto ...inc... tutte cose...). Lo stesso CALDERAZZO gli chiede poi quando scender (ma voi scendete?), ma CARIDI risponde di non saperlo ancora (poi mi regolo in base a come mi sento), e in relazione a ci Calderazzo manifesta incertezza per linaugurazione del giorno seguente (ma vedete se ve ne scendete ora che domani non ci siete che fate.. che faccio io... ). (vedasi allegato nr. 322 volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Rosario Santo Rosario Santo

Si pronto! dove siete a casa? ei... no siamo piedi, piedi con questo cav... di negozio stanno facendo alcune rifiniture siete andato l?

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Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario

si ma non, non lo ho trovata... non so se era a casa... la figliola mi ha detto che non c' pu darsi che ha mangiato l sopra no... ma la macchina era l Ah la macchina era l... ma non so se... pu darsi anche che era... risposava voglio dire no... erano l'una e mezza magari riposava comunque... sono arrivati i mobili? si sono arrivate tutte cose... siamo a posto ...inc... tutte cose... ma voi scendete? ora vediamo ho un appuntamento alle cinque con uno per vedere una casa eh! poi mi regolo ah? poi mi regolo in base a come mi sento vabb... ma vedete se ve ne scendete ora che domani non ci siete che fate.. che faccio io... va b ciao ..inc... ..inc...

In serata alle ore 20.47 (prog.5257 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) ancora CARIDI Santo chiede a CALDERAZZO Rosario se andato nel luogo concordato (Siete andati l?), e CALDERAZZO Rosario risponde affermativamente, aggiungendo che poi gli spiegher (si poi vi spiego). CARIDI chiede allora se tutto a posto (dico tutto a posto?), e CALDERAZZO lo rassicura dicendogli di si e che poi gli spiegher di persona (si a posto... si...!... ha mandato... poi vi spiego quando ci vediamo..). (vedasi allegato nr. 323 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

omissis fino alla ore 20.49,01 Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Siete andati l? si poi vi spiego avete parlato? si,si dico tutto a posto? si a posto... si...!

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TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

uh ha mandato... poi vi spiego quando ci vediamo va bene dai... vi devo dire le cose no... va bo... eh.... e se avete bisogno mi chiamate a qualsiasi orario va bene grazie...

omissis dalle 20.49,19 fino alla fine Il giorno successivo, alle ore 16.25 (prog.5305 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), GATTUSO Nicola chiama CALDERAZZO Rosario cui chiede di Caridi Santo, appellandolo compare Santo (sentite una cosa...compare Santo?). CALDERAZZO risponde che non c'. Nicola afferma di voler essere richiamato (uh...e gli dite che mi chiama un attimo). (vedasi allegato nr. 324 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Gattuso Nicola; Calderazzo Rosario. Pronto... compare Saro... eh! sentite una cosa... compare Santo? non c'! non venuto? no ha la febbre ah... ha la febbre ah...ah.. uh... e gli dite che mi chiama un attimo e se lo rintraccio e da due giorni che lo vado cercando e va bene vedete... so che malato, e che fuori e che malato, apposta non venuto va bene e come lo rintraccio che mi chiama, gli mando un messaggio e come mi chiama vi faccio sapere va bene

Rosario Gattuso Rosario Gattuso Rosario Gattuso Rosario Gattuso Rosario Gattuso Rosario Gattuso Rosario Gattuso Rosario Gattuso

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Rosario Gattuso Rosario Gattuso

va bene... tante cose.. ci vediamo pi tardi... si,si,si,si.... vi saluto ciao...

Alle ore 21.36 CARIDI Santo chiama CALDERAZZO Rosario (prog.5319 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) e fa gli auguri per linaugurazione del nuovo centro estetico (auguri). CALDERAZZO dice che si trova in compagnia di Mico e Vincenzo, aggiungendo che la sera precedente, allinaugurazione, cerano tutti (si tutto a posto, diciamo tutto a posto siamo qui con Mico e con Vincenzo... e tutti c'erano questa sera). CARIDI Santo chiede se andato qualcuno della sua famiglia (della mia famiglia venuto qualcuno?), CALDERAZZO risponde che della sua famiglia c'erano tutti (tutti sono venuti quelli della vostra famiglia...non mancato nessuno) , sancendo cos definitivamente che tutti i problemi che erano sorti strada facendo sono stati infine superati. (vedasi allegato nr. 325 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario. ehi... auguri avete sentito l'odore? si di Voi parlavamo qua, siamo riuniti... tutto a posto? auguri... si siete rientrato quasi e grazie... grazie del pensiero compare Santo tutto a posto? si tutto a posto, diciamo tutto a posto siamo qui con Mico e con Vincenzo... e tutti c'erano questa sera ah... ci eravamo riuniti tutti... Tutto a posto? della mia famiglia venuto qualcuno? tutti sono venuti quelli della vostra famiglia... non mancato nessuno va bene va bene... tutto a posto? ci vediamo...

Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

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Rosario Santo Rosario

ci vediamo al rientro, grazie di tutto compare Santo... vi saluto saluto ciao

Dalla vicenda sopra descritta, relativa allapertura del centro estetico Le Muse riconducibile a Calderazzo Rosario, emerge chiaramente che la cosca LIBRI-CARIDI attiva e vitale sul territorio di Reggio Calabria. Proprio in virt di ci, CALDERAZZO Rosario, prima dintraprendere la nuova attivit, aveva parlato con CARIDI Santo ottenendo da questi lassenso, dopo che lo stesso ne aveva parlato a sua volta con il fratello CARIDI Antonino. Oltre a lui, anche le donne della cosca sono a conoscenza degli affari e veicolano le informazioni da e verso i luoghi di detenzione. Appare poi chiaro come la cosca fornisca assistenza economica alle donne degli affiliati che hanno perso il marito o che si trovano in regime di detenzione (altrimenti la paga la perdete). Nonostante le rassicurazioni di Caridi Santo, per essere sicuro di non incorrere in ritorsioni, CALDERAZZO attende comunque notizie dal carcere (dove sono reclusi Libri Pasquale e Caridi Antonino), ed infatti dopo tale colloquio si affretta a dire a Santo Caridi che tutto sistemato. Dellesercizio commerciale di Calderazzo, ne parlano anche Nicola Gattuso e suo cugino Francesco Ciccillo, allinterno della sua Fiat Panda (prog.1698 - RIT DDA 2235/07) in data 13 Febbraio 2008, allorch i due commentano il fatto che lo stesso sia stato incendiato. In particolare, parlando del fatto che Santo Caridi sarebbe tornato lindomani da Roma (Santo viene domaniNon c'. A Roma ), Nicola Gattuso racconta al suo interlocutore che un incendio ha interessato il centro estetico LE MUSE di Calderazzo, alla cui inaugurazione verosimilmente avevano partecipato anche loro (Gli hanno bruciato il chiosco a quel ragazzo, che ha inaugurato quella sera la profumeria). Gattuso Francesco inizialmente non capisce (Dove Mi sono dimenticato io), ma poi Nicola gli spiega chiaramente che si tratta dellesercizio sito in Via Aschenez, alla cui inaugurazione erano presenti anche la madre di Santo e la moglie di Nino, di propriet di Calderazzo Rosario (L in via Aschenez, c'era la mamma di Santo, la moglie di NinoSaro, Saro, quel giovanotto). Inteso di cosa stia parlando, Ciccillo si mostra incredulo (Saro, a Saro gli hanno bruciato, vattene!), e gli chiede cosa abbia fatto Santo a proposito (Santo che fa?), ipotizzando che Calderazzo non abbia chiesto lautorizzazione per lapertura del suo esercizio ed evidenziando, ancora una volta, come tutta la vita commerciale del sistema produttivo reggino sia sotto la morsa ed il controllo asfittico della criminalit organizzata (Ma perch non ha parlato con nessuno?), dato che Nicola lo descrive come spaventato (Si spaventa). Proprio Nicola risponde che ha parlato sicuramente, e Ciccillo ipotizza che possa avere parlato solo con Santo (..inc..cos, ha parlato con Santo e basta). Nicola gli fa notare, chiedendo altres conferma della sua affermazione, che non possibile che si sia rivolto solo a Santo Caridi (Eh, eh con Santo e basta non possibile, o basta uno che gli dice...), anche se il fratello di Caridi Antonino (Ah! Si va b ma come fratello). Ciccillo gli fa notare che solo perch il fratello di Antonino non ha poteri particolari (Ma Santo non entra non dalla finestra e non dalla porta), ma poteva solo conoscere le persone cui rivolgersi per fare presente che Calderazzo stava aprendo un locale (Ma Santo poteva sapere la strada per andare a trovare a chi deve trovare per dirgli "vedete che qua un amico ha aperto questo locale, cosi, cos"). (vedasi allegato nr. 326 volume 2) Si riporta la trascrizione.

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Interlocutori:

Gattuso Nicola; Gattuso Francesco. No, no di qua meglio. Santo viene domani. Mi sono messo in cuore quanto vedo, se vedo a Santo, che non ... Non c'. A Roma . Gli hanno bruciato il chiosco a quel ragazzo, che ha inaugurato quella sera la profumeria. Dove. L in via Aschenez, c'era la mamma di Santo, la moglie di Nino. Mi sono dimenticato io. Saro, Saro, quel giovanotto. Saro, a Saro gli hanno bruciato, vattene. Si, si avantieri notte. No, non vero! Come si spiega questa cosa? Santo che fa !? Non c' vi dico. Ma di chi? Che so ..inc.. che fa, se ancora non l'ho visto che so. E la madonna. ...inc.. Si spaventa. Ma perch non ha parlato con nessuno. Eh! Non ha parlato con nessuno, come no. Eh! Cosi mi spavento. Penso di si. ..inc.. cos, ha parlato con Santo e basta. Eh, eh con Santo e basta non possibile, o basta uno che gli dice ... Ah? O basta. Basta, prende e parla con quegli altri...Santo che c'entra. A Reggio no. A Reggio. Loro dice che prendono per loro.

Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N.

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TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F. Gattuso N. Gattuso F.

Si, si, prendono...inc... Suo fratello Nino cos ha detto. A per la parte del suocero con loro no. Ah! Ma Santo non entra non dalla finestra e non dalla porta. Ah! Si va b ma come fratello (ndr. di CARIDI Antonino). Ma Santo poteva sapere la strada per andare a trovare a chi deve trovare per dirgli "vedete che qua un amico ha aperto questo locale, cosi, cos." So, che ..inc... tutti questi ..inc.. Maria che sono bastardi, ma dove vai.

Gattuso N. Gattuso F.

Nel prosieguo della conversazione emergono chiaramente quali siano le cariche assunte da Nicola allinterno dellorganizzazione criminale. In particolare, Nicola commenta negativamente il fatto che MEDURI abbia riferito al padre di Nicola le cariche di ndrangheta possedute dal figlio e cio IL PADRINO e LA CROCIATA (Solo che poi gli ha detto " 'Ndria, te lo devo dire prima che lo sai da altri, tuo figlio ha questo e questo ".PADRINO, E COSO...... LA CROCIATA).

In una conversazione avvenuta sulla Mercedes di Nicola Gattuso in data 29 Febbraio 2008 (prog.408 RIT DDA 1205/07), si palesa sempre di pi la stretta collaborazione tra lo stesso Gattuso e Santo Caridi, nonch la comunione di intenti con la cosca Iamonte, tanto da stare realizzando una faccenduccia a Melito. Dopo che Santo Caridi gli racconta che questa mattina stava andando a Sinopoli per il fatto di tale Michele,

. (vedasi allegato nr. 327 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:


Gattuso Nicola; Caridi Santo.

OMISSIS FINO ALLE ORE 09.56.08 CARIDI Santo GATTUSO Nicola CARIDI Santo Omissis

Stavo andando per Sinopoli, ora questa mattina. Con Saro. No solo. Dovevo vedere questo fatto di Michele.

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TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

La conversazione tra i due continua al successivo progressivo 411 delle ore 11.06 (RIT 1205/07 DDA) e Nicola racconta a CARIDI una situazione che gli stata raccontata da Michele Oppedisano. (vedasi allegato nr. 329 - volume 2)

Poi, nel prosieguo della conversazione, GATTUSO Nicola ricorda a Santo che quando uscir suo fratello (CARIDI Antonino) dovranno avere solo lui come interlocutore (Quando esce vostro fratello dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi) ed aggiunge che, per ora, per Saro non si pu fare niente, nel senso che non gli pu essere data alcuna carica (Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro ma non possiamo fare troppo traffico).

CARIDI Santo GATTUSO Nicola CARIDI Santo GATTUSO Nicola CARIDI Santo GATTUSO Nicola

...inc.. ..inc.. ora vado dove vi devo lasciare, Lasciatemi a casa che mi prendo la macchina. ..inc.. a piedi va, questo discorso glielo dovevamo chiedere, me la vedo io, e voi ... ...inc.. non tanto di noi, io non voglio portate a niente a nessuno, a me se mi richiamano lo sapete chi sono. Quando esce vostro fratello (CARIDI Antonino) dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi. Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro (CALDERAZZO Rosario ndr) ma non possiamo fare troppo traffico. ..inc

CARIDI Santo

Il SARO in questione, si identifica proprio nel citato CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi il 13.07.1970. A tale conclusione si giunge agevolmente, in considerazione del fatto che GATTUSO Nicola (che si trova in compagnia di CARIDI Santo), poco prima, aveva conversato telefonicamente con il CALDERAZZO, stabilendo, al termine della chiamata, di incontrarsi. Infatti, alle precedenti 10.08 (prog.26512 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), Gattuso Nicola, che aveva gi tentato (senza riuscirvi) di chiamare il CALDERAZZO, contattato proprio dal medesimo e, nel rispondere al telefono lo apostrofa: Compare Saro. In particolare, Nicola invita CALDERAZZO a raggiungerlo al bar SantAnna perch in compagnia di un amico - CARIDI Santo n.d.r. - (Sentite una cosa, venite qua al bar a Sant'Anna. Ci prendiamo il caff che sono con....un amico.). (vedasi allegato nr. 330 - volume 2) Si riporta la trascrizione: Interlocutori:

GATTUSO Nicola; CALDERAZZO Rosario.

GATTUSO

Compare Saro, buongiorno.

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CALDERAZZO GATTUSO CALDERAZZO GATTUSO CALDERAZZO GATTUSO CALDERAZZO

Compare Nicola, buongiorno, come andiamo? Vi abbiamo disturbato. Ma voi non disturbate mai, compare Nicola. Sentite una cosa, venite qua al bar a Sant'Anna. Ci prendiamo il caff che sono con....un amico. ...inc...cinque minuti mi dovete dare.... Si, si, si. ...inc...

Altrettanto utile a delineare la figura di CALDERAZZO Rosario appare quanto emerso in ordine ai rapporti intercorrenti tra gli esponenti delle consorteria mafiose LIBRI CARIDI e GATTUSO con appartenenti della cosca IAMONTE che opera sul territorio di Melito P.S., cui GATTUSO Nicola e CARIDI Santo avevano fatto riferimento nel corso dello stralcio in precedenza riportato. Rapporti con la cosca IAMONTE A riprova dello stretto legame esistente anche con la cosca Iamonte, si riportano, di seguito, gli elementi relativi ad alcuni contatti ed incontri intercorsi con gli stessi, con particolare riferimento alle occasioni in cui Caridi Santo si recato a Melito Porto Salvo. In data 15 Novembre 2007, a riscontro di specifiche risultanze investigative, veniva effettuato, a cura di questa P.G., un mirato servizio di osservazione. Il presupposto della predetta attivit era rappresentato dalla telefonata delle ore 11.29 (progr.10099 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) intercorsa tra CALDERAZZO Rosario e CARIDI Santo. Durante la telefonata, CARIDI domanda a CALDERAZZO se vuole andare con lui in un luogo non meglio specificato per vedere un lavoro (Buongiorno, volete venire con me?...eeh...no...vicino...sto andando a vedere un lavoro...). Prima che Calderazzo risponda al telefono, in sottofondo, veniva intercettato un breve dialogo (di seguito riportato) tra CARIDI Santo e GATTUSO Nicola, a dimostrazione del fatto che i due fossero insieme. Da tale dialogo si intuisce la necessit dei due di trovare una scusa per recarsi, assieme a CALDERAZZO, in un luogo, al fine di ricevere una notizia: in particolare, Caridi Santo fa rilevare che sia importante dare limpressione di essersi recati in detto luogo, non per ricevere la risposta allambasciata inviata cosa che sarebbe risultata alquanto inelegante e inopportuna (Ecco, perch altrimenti dicono, avete mandato mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti), bens per altri motivi, e concordano pertanto una versione di comodo e cio che il motivo della visita era comprare della carne (Per la carne andiamo?). (vedasi allegato nr. 361 - volume 2) Si riporta la trascrizione: Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

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In sottofondo si sente CARIDI Santo parlare con GATTUSO Nicola: CARIDI Si ma se gli abbiamo mandato mbasciata non andiamo la per, andiamo, andiamo per ...inc... se ci arriva qualche mbasciata mentre siamo la. Per la carne andiamo? Ecco, perch altrimenti dicono, avete mandato mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti. No, no. Non corretto. Se non viene quello, compare, non possiamo sapere niente. Appunto Questo qua dov', nervoso.

GATTUSO CARIDI GATTUSO CARIDI GATTUSO CARIDI GATTUSO Al telefono CALDERAZZO CARIDI CALDERAZZO CARIDI CALDERAZZO CARIDI CALDERAZZO CARIDI CALDERAZZO CARIDI CALDERAZZO CARIDI CALDERAZZO

Buongiorno. Buongiorno, volete venire con me? io sono un p...dov'...dobbiamo andare fuori? eeh...no...vicino...sto andando a vedere un lavoro.... io qua al magazzino sono...se passate e mi prendete....inc voi dove siete? qua sono al Cedir io al cedir...dieci minuti e arrivo...un quarto d'ora ci metto un quarto d'ora per arrivare.... se volete passiamo noi.... e passate voi che meglio va b stiamo venendo... mi fate la cortesia....dalla parte di sotto sono arrivo arrivo...vi saluto. ciao.

Alle successive ore 12.06 (progr.17977 utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), attraverso lintercettazione dellutenza di GATTUSO Nicola (che si trova sotto la copertura della cella sita in Localit S.Elia-89064-MONTEBELLO IONICO-Sett.2.) si intuiva che la comitiva era in viaggio in direzione di Melito di Porto Salvo. Per quanto sopra, alle successive ore 12.10 personale di questo Comando si recava in via Sbarre di questo centro ove, alle ore 12.14, notava lautovettura Fiat Panda di colore nero targata DB757KG in uso a GATTUSO Nicola, parcheggiata di fronte la macelleria di TOSCANO Giuseppe. Allinterno del veicolo, parcheggiato col fronte in direzione sud, veniva riconosciuto, seduto sul sedile anteriore, riservato al passeggero, CARIDI Santo, mentre altra persona non chiaramente

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visibile certamente CALDERAZZO Rosario era seduta sul divano posteriore. Al posto guida non vi era nessuno. Lattivit tecnica dintercettazione consentiva inoltre di verificare che, alle ore 12.27 (progr.6533); 12,28 (progr. 6534) e 12.30 (progr.6537), TOSCANO Giuseppe, dallutenza 328/1020766 (RIT DDA 1203/07), prova a telefonare a FOTI Saverio sullutenza 348/7431775 (RIT DDA 908/07), senza tuttavia riuscire a parlarvi. Alle ore 12.33 (progr.17978 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), viene riscontrato che lutenza di GATTUSO Nicola si trova sotto la copertura della cella sita in Via Cimitero-localit acquedotto-89063-MELITO DI PORTO SALVO - Sett.3. Alle successive ore 12.35 militari operanti transitavano nuovamente di fronte la macelleria di TOSCANO Giuseppe e ancora si aveva modo di notare la Fiat Panda di colore nero, targata DB*757*KG, parcheggiata di fronte la suddetta macelleria. Diversamente da quanto notato alle precedenti ore 12.14, in questa occasione, a bordo della autovettura, non vi era nessuno e il veicolo era parcheggiato col muso in direzione nord. Altro passaggio veniva effettuato alle successive ore 12.40, ma la suddetta autovettura non veniva pi notata. Durante tutto il suddetto arco temporale veniva comunque notata, ivi parcheggiata, lautovettura Mitsubishi Pajero colore grigio chiaro targata ZA*900*KX in uso a TOSCANO Giuseppe. (vedasi allegato nr. 362 - volume 2) Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, 15 Novembre 2007, certamente in virt degli accordi stabiliti nella mattinata precedente con TOSCANO Giuseppe - presso il quale si erano recati, come pattuito, con la scusa di acquistare della carne, ma col chiaro intento di ricevere le notizie che attendono con impazienza (Si ma se gli abbiamo mandato mbasciata non andiamo la per, andiamo, andiamo per ...inc... se ci arriva qualche mbasciata mentre siamo la Per la carne andiamo? ecco, perch altrimenti dicono, avete mandato mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti..se non viene quello compare non possiamo sapere niente), CARIDI Santo, CALDERAZZO Rosario e GATTUSO Nicola si recano nuovamente a Melito Porto Salvo. Difatti, alle ore 15.37, (prog.17985 RIT DDA), CARIDI Santo telefona a GATTUSO il quale dice che tarder ancora 10 minuti. (vedasi allegato nr. 363 - volume 2) Si riporta la trascrizione: Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo; compare Santo..... Com? altri dieci minuti.... va bene ciao.

GATTUSO N. CARIDI S. GATTUSO N. CARIDI S. GATTUSO N.

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Alle successive ore 15.58 GATTUSO e CALDERAZZO si recano presso labitazione di CARIDI per prelevarlo. CALDERAZZO Rosario telefona (prog.4 utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) a CARIDI dicendo di essere sotto la sua abitazione con GATTUSO Nicola (qua con compare Cola sono. siamo sotto). CARIDI riferisce che li sta raggiungendo (sto scendendo). (vedasi allegato nr. 364 - volume 2) Si riporta la trascrizione: Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario. Salite qua con compare "Cola" sono... siamo sotto sto scendendo

Santo Rosario Santo

Si da quindi per certo che, alle ore 15.58 del 15.11.2007, i tre fossero assieme. Alle ore 16.00 (prog.17986 utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) GATTUSO che aveva gi fissato un appuntamento con OPPEDISANO Michele (vds prog.17971 utenza 348/6616283 RIT DDA 695/07) e col quale si gia incontrato alle precedenti ore 14.48 (oh! Compare Nicola sono qua io vds prog.17981) concorda con questi dincontrarsi presso un distributore di carburante. A questo incontro con OPPEDISANO parteciperanno, quindi, anche CARIDI e CALDERAZZO che si trovano a assieme al GATTUSO. (vedasi allegato nr. 365 - volume 2) Si riporta la trascrizione: Interlocutori:

Gattuso Nicola; Oppedisano Michele. compare.... oh..compare Nicola.... ei.... dove ci vediamo? l alla colonnina...ciao vabb ciao.

Gattuso Oppedisano Gattuso Oppedisano Gattuso Oppedisano

Che in questo incontro abbia un ruolo anche CARIDI emerge dalla conversazione delle precedenti ore 10.33 allorch, GATTUSO, trovandosi assieme a CARIDI Santo, chiede a OPPEDISANO (prog.17971 utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) se pu andare a Reggio in quel momento. OPPEDISANO riferisce che ha un appuntamento per andare l . GATTUSO capisce e i due brevemente si salutano. (vedasi allegato nr. 366 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

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Gattuso Nicola; Oppedisano Michele. compare Nicola.... Buongiorno Buongiorno inc...qua siamo voi?......a che ora venite? noo....tenete conto verso le tre e mezzo perch non ve ne venite ora? noo. e no perch ho un appuntamento la con......l.... si si....va bene avete capito? si si....va b pi tardi si si va bene va bene? Ciao si ciao.

Oppedisano Gattuso Oppedisano Gattuso Oppedisano Gattuso Oppedisano Gattuso Oppedisano Gattuso Oppedisano Gattuso Oppedisano Gattuso

Dopo avere incontrato OPPEDISANO Michele, CARIDI, GATTUSO e CALDERAZZO si recano a Melito Porto Salvo, certamente al fine di ricevere la notizia per la quale i tre palesano urgenza. Difatti:

alle ore 17.17 (prog.5 - utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) lutenza 3478172899 di CARIDI Santo si trova sotto la copertura della cella sita in Melito Porto Salvo Via Cimitero localit acquedotto- Sett.3; (vedasi allegato nr. 367 - volume 2) alle ore 16.53 (prog.811 utenza 393/7131522 - RIT DDA 1436/07) lutenza di GATTUSO Nicola si trova sotto la copertura della sella sita in Melito Porto Salvo, LOCALITA ACQUEDOTTO,S.N.C.; (vedasi allegato nr. 368 - volume 2) alle ore 17.24, in sottofondo ad una chiamata in uscita dallutenza 329/1765323 (RIT DDA 1203/07) di CALDERAZZO si senta la voce di GATTUSO Nicola.

E, quindi, pi che certo che, analogamente a quanto accaduto in mattinata, tra le ore 16.50 e le ore 17.30 circa del 15.11.2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI si trovassero a Melito Porto Salvo. Anche durante il pomeriggio del successivo 16 Novembre 2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI col veicolo Peugeot 107 targato DB*867*KM si recano a Melito Porto Salvo, spegnendo in seguito tutti i cellulari in loro possesso rendendo difficoltosa lindividuazione alla p.g. scrivente. Alle ore 16.20 circa, personale dipendente notava transitare sulla SS106, localit Saline Joniche, con direzione di marcia SUD-NORD (da Melito P.S. verso Reggio Calabria) lautovettura Peugeot 107 targato DB*867*KM, con tre persone a bordo.

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In effetti, le precauzioni adottate (uso di autovettura pulita e disattivazione delle utenze cellulari) non ne ha reso agevole lindividuazione. Si pu tuttavia sostenere lipotesi che i predetti alla stregua delle accorte modalit utilizzate e dei contatti prodromici intercorsi - si siano incontrati con IAMONTE Remingo in un luogo privato (atteso che lampia perlustrazione effettuata dalla p.g. durante lintero arco temporale in cui i predetti si trovavano a Melito, non ha consentito di rintracciare nemmeno la predetta Peugeot 107).

OMISSIS N. D. E. - b) CONDEMI Domenico, LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo Lappartenenza alla cosca CARIDI del pi volte citato CALDERAZZO e degli protagonisti della presente richiesta, quali CONDEMI Domenico, ROTTA LOMBARDO Vincenzo, tutti riconducibili al reggente del sodalizio CARIDI ulteriormente dimostra dallulteriore stralcio, anchesso tratto dalle indagini Operazione Crimine.
Altri soggetti intranei allorganizzazione criminale in unaltra conversazione registrata, in data 08 Marzo 2008, allinterno della Fiat Panda di Gattuso Nicola (prog.2044 RIT DDA 2235/07) - allorquando lo stesso si trova insieme a Russo Francesco - emerge la circostanza che Santo Caridi agisca solo dopo avere ricevuto direttive dal fratello Antonino. (vedasi allegato nr. 375 - volume 2) In particolare, Gattuso riferisce al Russo che Santo Caridi gli ha detto di non entrare in contrasto con questi vecchi e cio con Paolo Meduri e Francesco Gattuso, poich altrimenti suo fratello Antonino se la sarebbe presa con lui (Santo dice di non iarmare" bordello compare Cola, che mio fratello se la prende con me, se mi metto contro a questi qua, questi vecchi...), aggiungendo che prima gliene avrebbe parlato proprio al fratello e solo in caso di parere favorevole, avrebbero potuto andare contro loro (..che so se andare da mio fratello..inc.. io parlavo prima con mio fratello e mio fratello diceva, fate quello che cazzo volete io ero pi sicuro, che poi "iarmamu" bordello vedete, pure voi). Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

altri sogg etti Vincenzo e Santo, viene relative alla

Gattuso Nicola; Russo Francesco.

OMISSIS DALLE ORE 09.20.47 ALLE ORE 09.38.20 GATTUSO Nicola RUSSO Francesco GATTUSO Nicola E come dite di fare domani compare Ciccio. ..inc.. Alle undici. No, no per fare il discorso compare Ciccio, Santo (CARIDI Santo) dice di non iarmare" bordello compare Cola, che mio fratello (CARIDI Antonino) se la prende con me, se mi metto contro a questi qua, questi vecchi ...

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RUSSO Francesco GATTUSO Nicola

..inc.. ...che so se andare da mio fratello (CARIDI Antonino) ..inc.. io parlavo prima con mio fratello e mio fratello diceva, fate quello che cazzo volete io ero pi sicuro, che poi "iarmamu" bordello vedete, pure voi, Ma i vecchi, Ciccio (GATTUSO Ciccillo) la come cazzo si deve fare, gli toglie ... Si allora, siete pazzo voi. Che pieno di ..inc.. Chi, microspie. Vedete, telecamere.

RUSSO Francesco GATTUSO Nicola RUSSO Francesco GATTUSO Nicola RUSSO Francesco

OMISSIS FINO ALLA FINE Ulteriore conferma del fatto che Santo Caridi agisce solo dopo avere ricevuto precise direttive impartite dal fratello Antonino, si ha anche con una conversazione registrata in data 13 Settembre 2008 - sempre allinterno dellautovettura Mercedes di Gattuso Nicola (prog.2875 RIT DDA 1205/07), allorch lo stesso Gattuso invita Caridi Santo (in auto con lui) a portare con loro anche Rotta Vincenzo (E ROTTA dov'? Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete). Ma Caridi risponde che prima ne parler con il fratello Antonino (Io voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima), evidenziando con tale comportamento il fatto che sia proprio lui a dirigere lassociazione, anche se detenuto. (vedasi allegato nr. 376 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo.

OMISSIS DALLE ORE 18.54.06 ALLE ORE 18.55.53 GATTUSO Nicola CARIDI Santo GATTUSO Nicola CARIDI Santo GATTUSO Nicola CARIDI Santo E ROTTA dov'? ROTTA? Vincenzo? Eh! Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete. Io voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima. Vi sto dicendo, vi ho detto io come vi sembra a voi, come vi pare. Domani ..inc..

OMISSIS DALLE ORE 18.56.50 SINO ALLA FINE Lappartenenza al sodalizio criminale Libri-Caridi del sopraindicato Rotta, nonch di Calderazzo Rosario e di altri personaggi ancora quali Lombardo Vincenzo e Condemi Domenico, si evidenzia in una serie di contatti telefonici e di conversazioni ambientali captate allinterno dellautovettura Opel Corsa del Rotta.

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In data 13 Novembre 2007, alle ore 17.44 (prog.9907 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), CARIDI, dopo tanto tempo, telefona a CALDERAZZO. Dopo i primi convenevoli, i due stabiliscono dincontrarsi di li a poco presso il banco per la rivendita di frutta e ortaggi sito sul viale Europa, in quellatto di propriet di CARIDI Antonia nata a Reggio Calabria in data 05.07.1963 (Allegato nr. 10), (sorella dei fratelli CARIDI e moglie di ZINDATO Giuseppe nato a Condofuri in data 30.08.1957destinatario dellOCCC nr. 259/06 RGNR DDA Operazione Alta Tensione) in quel momento ceduto in locazione alla nipote CONDEMI Fortunata 25.06.1977 (Allegato nr. 11) figlia di quel CONDEMI Domenico, inteso Micu Petrola cugino di CONDEMI Domenico (03.07.1976) e di CARIDI Antonina, anche questultima sorella dei fratelli CARIDI. Nel corso della conversazione, CARIDI chiede a CALDERAZZO se pu accompagnarlo da una persona (ma se volete venire prima con me... voglio andare a fare visita a un amico), prima di prendere parte ad una cena insieme (che facciamo, ce la facciamo una mangiata stasera?). (vedasi allegato nr. 377 volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario. E buonasera buonasera e che si dice? che facciamo, ce la facciamo una mangiata stasera? e io stasera sono invitato io pure, capace che ci vediamo l allora siamo invitati nella stessa parte allora eh... va bene tutto a posto? tutto a posto io ho bisogno di parlare un'ora con VOI si ho una trascuranza, una trascuranza con Voi no,no pi di una veramente...per no non si tratta di trascuranza tra me e VOI..inc.. ci vediamo stasera dai... ma se volete venire prima con me... voglio andare a fare visita a un amico e passate da qua o volete che vengo l io, dove siete VOI? io ora sono qua al banco e sto passando, ciao vi saluto

Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo Rosario Santo

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Durante il loro incontro, i due hanno sicuramente discusso de visu, anche di una cena da effettuare la sera insieme ad altri personaggi a loro vicini. Infatti, alle ore 20.05 CALDERAZZO telefona a ROTTA Vincenzo (prog.9940 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), che gli dice di essere in Piazza, invitandolo a raggiungerlo a casa di un personaggio che non indicano (ci vediamo a casa sua direttamente vi ho detto!).(vedasi allegato nr. 378 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario.

(Omissis) Con la telefonata delle successive ore 20.12 (prog.9943 - utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), si ha conferma dellidentit del predetto personaggio e difatti CALDERAZZO telefona a CARIDI, che dice di trovarsi a casa, invitandolo a raggiungerlo in strada atteso che loro sono quasi arrivati. (vedasi allegato nr. 379 - volume 2) Sicuramente CALDERAZZO si recato da CARIDI insieme a qualcunaltro (e potete scendere siamo quasi vicino NOI). Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

(Omissis) Alle ore 20.35 CALDERAZZO telefona a ROTTA (prog.9945 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), il quale gli riferisce che si trova al bar e che sta aspettando tale Domenico (sono al bar, aspetto a Mico). (vedasi allegato nr. 380 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario.

(Omissis) Mentre sono a cena, CARIDI Santo, alle ore 21.31, telefona a GATTUSO Nicola (prog.17856 utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) al quale riferisce di essere passato sia da casa sua (sono passato da casa e non c'eravate ) sia da casa di GATTUSO Ciccillo, ma di non averli trovati (sono salito anche, salito anche da vostro cugino). GATTUSO Nicola dice che devono incontrarsi (e ci dobbiamo vedere vedete!) e CARIDI riferisce che pi tardi passer a trovarlo a casa (vabb... passo da voi). (vedasi allegato nr. 381 - volume 2)

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Si riporta la trascrizione. Interlocutori:


Gattuso Nicola; Caridi Santo.

(Omissis) Alle successive ore 23.29 (prog.17868 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) CARIDI Santo riferisce a GATTUSO Nicola che tra 5 minuti passer da lui (cinque minuti). (vedasi allegato nr. 382 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo.

(Omissis) Si pu quindi affermare che nella serata del 13 Novembre 2007, CALDERAZZO Rosario, CARIDI Santo, ROTTA Vincenzo e tale Mico, identificabile, in virt di incontri successivi, in Condemi Domenico, si siano incontrati e abbiano cenato assieme. Inoltre, immediatamente dopo, Santo decide di incontrare anche GATTUSO Nicola, dopo avere cercato di fare lo stesso, senza tuttavia riuscirci, con GATTUSO Ciccillo. () Nella stessa mattinata del 14 Novembre 2007 alle ore 08.39 (prog.9956 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO, certamente a seguito dellincontro della sera prima, telefona a ROTTA chiedendogli di andare subito a prendere un personaggio del quale non fanno il nome, ma del quale chiara ad essi lidentit, e di ritrovarsi al loro solito luogo dincontro (eh.. se vedete a coso l, e ci vediamo li sotto a chi! a chi dovete portare secondo voi?). CALDERAZZO evita di dire sia il nome di questo personaggio che il luogo dellincontro (l sotto, compare Vincenzo, dove ci vediamo sempre). Per avere comunque conferma ROTTA chiede se devono vedersi da DIEGO e CALDERAZZO conferma. (vedasi allegato nr. 387 volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo. Pronto Buongiorno buongiorno anche a voi sentite!

Rotta Rosario Rotta Rosario

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Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta

ditemi? eh.. se vedete a coso l, e ci vediamo li sotto a che ora? ora? e dove? li sotto compare Vincenzo dove ci vediamo sempre e va bene... da Diego? eh! sto partendo va bene! chiamate a coso anche se lo trovate l... a chi? a chi! a chi dovete portare secondo voi ho capito ma non so se lo trovo , se lo vedo va bene.

Luogo dellincontro tra CALDERAZZO e ROTTA viene individuato nella Pizzeria ad insegna LANCORA, sita nel Piazzale antistante il Lido Comunale di Reggio Calabria e gestita da PALMA Diego, dove alle successive ore 09.50 personale dipendente nota ivi parcheggiata lautovettura di ROTTA Vincenzo (vedasi allegato nr. 388 - volume 2) Alle successive ore 10.29 (prog.194 RIT DDA 1977/07) CALDERAZZO Rosario e ROTTA Vincenzo salgono a bordo della macchina di ROTTA Vincenzo (RIT 1977/07) con la quale si dirigono da CARIDI Santo. (vedasi allegato nr. 389 - volume 2) CALDERAZZO Rosario dice che debbono parlare con qualcuno e ROTTA, con riferimento ad altri (forse a CARIDI Santo), sostiene che questi non ha intenzione di scusarsi e aggiunge che, con questi amici, non possono a prescindere e che non vuole fare brutte figure (Altrimenti a quelle condizioni io, mi lavo le mani con questo, io sono, la parente sua non ne vuole sapere, ..inc.. chiuso, allora non avete capito Saro. Voglio ..inc.. da Santo). Nel contesto dei rapporti tra i personaggi sopra indicati, di rilevante importanza appare il successivo scambio di battute durante le quali CALDERAZZO e ROTTA concordano cosa dire a CARIDI per giustificare il fatto che si stiano recando insieme da lui. Dapprima CALDERAZZO dice che devono trovare il modo che nessuno li veda giungere assieme da CARIDI e che soprattutto non lo vedano scendere dal veicolo di ROTTA (Per dobbiamo fare in modo che non mi vede nessuno che scendo dalla macchina vostra lo sapete voi.). Mentre viaggiano CALDERAZZO telefona a CARIDI Santo (prog.9979 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07) al quale riferisce che lo sta raggiungendo con un amico. CALDERAZZO e ROTTA concordano quindi di dire a CARIDI Santo che lo ha accompagnato ROTTA solo perch si sono incontrati al magazzino di CALDERAZZO dove ROTTA si recato esclusivamente per aver il numero di telefono di CARIDI col quale voleva parlare (Gli dico che mi avete accompagnato voi, che siete venuto al magazzino a trovarmi No per rintracciare a voi. ..inc.. no mi ha chiamato Vincenzo che non poteva ..inc.. con il mio telefono, il telefono vostro che voleva parlare con voi).

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ROTTA ha, quindi, intenzione di dire a CARIDI di avere contattato CALDERAZZO perch voleva parlare con lui (Gli dico vi ho chiamato perch volevo parlare con voi, perch volevo sapere ..inc.. il coso), e lo stesso gli avrebbe poi detto di accompagnarlo da Santo al banco per fissare un appuntamento (poi mi avete detto questo, e cos vi accompagno, che c'era lui e parlo con lui e ora veniamo al banco e chiudiamo glielo diciamo, in serata, gli facciamo ..inc...). CALDERAZZO consiglia di fissare un appuntamento in serata (..dategli un appuntamento in serata ..quando vi posso trovare che voglio parlare dieci minuti che siamo soli), e lo stesso ROTTA ribatte che dir a CARIDI che gli spiegher in seguito il motivo per il quale era andato a trovarlo (poi te lo racconto perch sono andato a trovarlo gli dico, poi te lo racconto..). Si riporta la trascrizione in parola. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo; Caridi Santo. Dobbiamo parlare. Chi quello. Dice che hanno visto a lui. Non aveva intenzione di scusarsi ..inc. Glielo ha detto gi. La madonna santissima, che non, non li possiamo, a prescindere, ..inc.. non posso fare brutta figure. No... Altrimenti a quelle condizioni io, mi lavo le mani con questo, io sono, la parente sua non ne vuole sapere, ..inc.. chiuso, allora non avete capito Saro. Voglio ..inc.. da Santo. Per dobbiamo fare in modo che non mi vede nessuno che scendo dalla macchina vostra lo sapete voi. No. anzi ma, Vediamo dov' Santo. Io ti posso lasciare a tipo che ..inc.. vedi dov' lui. Non parlate. Ti lascio al negozio No, e chi mi accompagna non c' nessuno da me.

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario

OMISSIS DALLE ORE 10.30.55 ALLE ORE 10.31.29 CALDERAZZO ROSARIO parla al telefono con CARIDI Santo. CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo Gli dico che mi avete accompagnato voi, che siete venuto al magazzino a trovarmi, ..inc.. Va bene.

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CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario

Ah? No gli dico che mi ha chiamato Vincenzo che doveva dirmi una cosa. E gli volevo dire che stasera viene, cos sono venuto a chiamare a voi per essere certi. No per rintracciare a voi. ..inc.. no mi ha chiamato Vincenzo che non poteva ..inc.. con il mio telefono, il telefono vostro che voleva parlare con voi E la facciamo completa. E ma voi, volete che lo troviamo? ..inc... Al banco arriviamo insieme, non fa niente, meglio se arriviamo insieme, mi seguite. Ho capito O no. Eh, una volta che gli hai detto che viene uno, a chiamarvi ... Non gli dico, che ... Gli dico vi ho chiamato perch volevo parlare con voi, perch volevo sapere ..inc.. il coso, poi mi avete detto questo, e cos vi accompagno, che c'era lui e parlo con lui e ora veniamo al banco e chiudiamo glielo diciamo, in serata, gli facciamo ..inc... un appuntamento, in serata. quando lo posso trovare, voglio parlare dieci minuti, che siamo soli, ..inc.. che mi trovate se siamo, ha il numero telefono, voi avete il numero di telefono vecchio che non ti rintracciava pi. Poi ti racconto perch sono andato a trovarlo, poi te lo racconto. Gli dite... Eh, poi te lo racconto ..inc.. racconto, tutte queste barzelette qua. Ma che ci possono fare a noi, ce la possono solo sucare, ..inc.. . Madonna ho il cervello quanto una casa, sull'anima di mia ..inc.. ce l'ho quanto una casa, volevo stare in un posto, ..inc.. per prendere aria .per staccare la spina... tutte queste barzelette, dove sono andato ad incastrarmi io di chi. ... Siete pazzo netto. ... quattro cornuti qua. Siete esaurito. Sono esaurito, perch so che sono esaurito, quel cornuto ha portato a me, all'esaurimento, quello sbirro

ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

CALDERAZZO Rosario

ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

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mi ha portato.Voi non sapete che fuoco ho dentro. CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo Ognuno ha il suo. Il tubercoloso dice che arriva qua e dice ce l'ho ..inc.. novantasei, mannaggia la madonna lasciami con la mia pace ..inc.. dalla mattina alla sera io sono esaurito. ...inc.. Eh! Perch qua secondo me, una sera mi sembra che ho visto i sedili spostati, non per altro, per voi, perch a me suocera me la possono, gliela metto nella fissa, nella fissa delle sue mamme gli possono mettere le cimice, ma mi vogliono fare a me, a me possono ..inc.. a numero uno, a me la possono sucare, tutte le barzellette sue, quando uno nasce, nasce e basta e chiuso, nasce e muore, forse non la capisce nasce e muore. Si ho capito. E non, che nasce cos, nasce e muore, ..inc.. mangiamoci una bella caramella qua, facciamoci la bocca.

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

Nel prosieguo della conversazione, Rotta Vincenzo riferisce a Calderazzo che tale Vincenzo andato da lui per sfogarsi, a causa di qualcosa che gli viene difficile da sopportare (Eventualmente, domani mattino e che sapete, venuto Vincenzo a sfogarsi da me che "patuto" avete capito). Il Vincenzo in questione verosimilmente Lombardo Vincenzo che, come verr in seguito ampiamente spiegato, in disaccordo con Santo Caridi, a causa probabilmente del fatto che teme di essere superato nella gerarchia dellassociazione da qualche cristiano di fiducia di questultimo. Subito dopo, Calderazzo torna a parlare della versione che dovranno dare a Caridi Santo: in particolare, invita Rotta a fargli un sorriso, e dirgli poi che aveva intenzione di andarlo a trovare e, allo scopo di contattarlo, aveva interessato lui, che a sua volta lo ha invitato ad andarlo a prendere al magazzino (Santo volevo venire a trovarti, vi avevo chiamato ...inc.. come ho tempo stasera, vi dice a che ora ci vediamo, e sono andato da compare Saro che non avevo il numero per chiamarti, gli dovete dire, ho chiamato a Saro. poi ha chiamato e mi ha detto di andarlo a prendere, gli dite voi, di andare l al magazzino.) Rotta suggerisce allora di dirgli che era andato a chiamarlo due volte come previsto (Digli a Santo che due volte sono andato a chiamarlo, perch cos funziona gli devi dire, hai capito), e che ha da fare con cristiani di un certo spessore, tanto che pure chi non li conosce li invita, data la seriet e lumilt con cui parlano (hai a che fare con "cristianuni" con cosi noi, con tutti quanti, vi porto su un palmo di mano e non ha che fare con ...inc.. ma chi ci conosce e non ci conosce gi c'invitano a casa loro, il "cristianu" a noi senza offesa, che si rendono conto, basta che parli con l'umilt, la seriet). lo stesso Rotta, poi, che ripete la versione di comodo da riferire a Santo Caridi, specificando che gli dir che aveva contattato Calderazzo (Gli dite che vi ho chiamato io prima o no. Se gli dice che ti ho chiamato prima io, glielo dico io come, come gli hai detto prima) , e che ha urgente bisogno di parlare con lui, senza dargli ulteriori spiegazioni (con il sorrisetto, lo bacio

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<ciao, vedi che ho bisogno urgente di parlare con te, ci vediamo stasera? Si, me ne vado con tutte queste barzellette, barzellette, barzellette, ti saluto ci vediamo stasera e basta>). OMISSIS DALLE ORE 10.35.10 ALLE ORE 10.35.59 ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo Ma voi vi rendete conto. Io non mi rendo conto. Mamma che ..inc.. Se poteva ..inc.. se poteva scendere mio padre qua sotto, so cosa faceva. Mamma che ..inc.. quanto voglio bene a mio figlio, mi ha detto mio figlio" ... ma tu che cazzo c'entri l .." ..inc.. Vedete c' la macchina. Va dietro pure lei. Eventualmente, domani mattino e che sapete, venuto Vincenzo (ndr.LOMBARDO Vincenzo) a sfogarsi da me che "pattuto" (fuso) avete capito. Quando venuto per quella via e domanda ma che voglion e che ..inc.. si vuole sfogare ed venuto sfogarsi con me, ..inc.. ..inc.. per l'appuntamento di stasera, per... Uh! Uh! Fategli un sorriso, ..inc.. a voi non vi manca, Santo (CARIDI Santo) volevo venire a trovarti, vi avevo chiamato ...inc.. come ho tempo stasera, vi dice a che ora ci vediamo, e sono andato da compare Saro che non avevo il numero per chiamarti, gli dovete dire, ho chiamato a Saro. poi ha chiamato e mi ha detto di andarlo a prendere, gli dite voi, di andare l al magazzino. L'ho chiamato, ...inc...a prenderlo Per venire a prendersi la moto.

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario

ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario

OMISSIS DALLE ORE 10.37.40 ALLE ORE 10.38.28 ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo Digli a Santo che due volte sono andato a chiamarlo, perch cos funziona gli devi dire, hai capito. Glielo ho detto gi. E che si risvegli un p di sentimento, lo portavano pure ..inc.. l, mi sembra se fosse ..inc.. hai a che fare con "cristianuni" con cosi noi, con tutti quanti, vi porto su un palmo di mano e non ha che fare con ...inc.. ma chi ci conosce e non ci conosce gi c'invitano a casa loro, il "cristianu" a noi senza offesa, che si rendono conto, basta che parli con l'umilt, la seriet, ..inc.. e chi ha da fare con questi giocattoli l, alla festa della madonna, li mettono l, lo sai quel fucile a piombini la,

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di quei fucili a piombini che butti il bambolotto. OMISSIS DALLE ORE 10.39.30 ALLE ORE 10.40.42 CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo Glielo dico, ..inc.. che mi avete chiamato e siete venuto a prendermi, poi ci vedono lo stesso. Gli devi dire che mi hai chiamato tu Eh! E siete venuto a prendermi. Uh! Gli dite che vi ho chiamato io prima o no. Se gli dice che ti ho chiamato prima io, glielo dico io come, come gli hai detto prima. Io ho preso ..inc.. con la moto qua, con il sorrisetto, lo bacio <ciao, vedi che ho bisogno urgente di parlare con te, ci vediamo stasera? Si, me ne vado con tutte queste barzelette, barzelette, barzellete, ti saluto ci vediamo stasera e basta>. La cornamusa c' l. Ma lui al banco ? Si. ..inc.. ..inc.. "puliciato" O dio mio che mal di testa che ho, io pazzo esco qualche giorno, sicuro, ..inc.. Gli dico che mi avete telefonato voi che volevate parlare con lui Si, si, si.

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

OMISSIS DALLE ORE 10.42.02 ALLE ORE 10.42.17 Alle ore 10.42 circa, Rotta e Calderazzo giungono al banco di frutta sito sul viale Europa e si incontrano con CARIDI Santo. Difatti, alla suddetta ora, ROTTA dice compare buongiorno ed esce dal veicolo. In lontananza, si sente quindi la voce di CARIDI Santo. Mentre sono fuori dal veicolo, ROTTA parla con CARIDI Santo al quale chiede di organizzare un incontro, per dirimere una controversia tra accoliti (Lui il primo che deve dire mio zio Peppe, e ..inc.. voleva venire, non capisce allora ..inc.. la dovete chiudere ..inc..) In seguito alla incomprensibile risposta di Caridi, ROTTA sale in auto spiegando a Caridi che a lui non interessa nulla (Interessa a me compare, sai cosa m'interessa ...); per stemperare i toni, lo invitano a scendere di nuovo (Mannaggia andiamo per favore, compare esci), e Santo aggiunge di essere disponibile ad incontrarsi per chiarire loggetto della discordia (Allora, te lo dico avanti, vieni, facciamo quello che vogliamo, mattinata, nottata, due parole di queste cose, due e non pi ...). Rotta conclude che ci che doveva dirgli lo ha detto (Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto), e che andato da lui solo perch lo rispetta (Eh, so solo che, se vengo, perch ti voglio bene, altrimenti non, non venivo). Tale conversazione - pur non riuscendo a comprendere il reale motivo della controversia - emblematica per rappresentare lo spessore in seno allorganizzazione di Caridi Santo: infatti, nonostante Calderazzo e Rotta concordino dichiarazioni di comodo, decidono di mentirgli per timore di una sua reazione. Stessa origine hanno evidentemente le riverenze che gli mostra Rotta, nonostante avesse chiaramente espresso il concetto che non gli interessasse niente di lui, arrivando addirittura a dire, al termine della discussione, di essere andato l poich mosso dal

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rispetto che nutre nei suoi confronti (Eh, so solo che, se vengo, perch ti voglio bene, altrimenti non, non venivo).

ROTTA Vincenzo CARIDI Santo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario

Compare buongiorno. Salutiamo. ..inc.. (parla al telefono) Va b, ok. Figuratevi compare quando ... (parla al telefono) Ci sentiamo pi tardi. ... il piacere tutto mio ... (parla al telefono: Turi sono incasinato questa mattina, sono preso con il lavoro, se bisogno urgente ci vediamo, altrimenti mi sbrigo le mie cose, ci vediamo poi a Gioa ciao, cugino, ciao salutami a tutti, ciao.)

ESTERNO DELLA MACCHINA ROTTA Vincenzo ..inc.. questo discorso. Non possiamo giocare, quando ci possiamo vedere soli, mi ha chiamato che vuole la cosa la ..inc.. se glielo diciamo a tutti, al circolo andiamo, ..inc.. senti quando ci vediamo. Da voi? Il pazzo ieri sera venuto, che dobbiamo fare ... Voi mi parlate di Vincenzo. Un p sgarrato. Che sia cos, lui lo sa sul bene di mio figlio, mi faccio una partita a carte Lasciate che prendo il casco. ..inc.. Lui il primo che deve dire mio zio Peppe, e ..inc.. voleva venire, non capisce allora ..inc.. la dovete chiudere ..inc.. Compare Vincenzo. Ci vediamo dopo le otto,

CARIDI Santo ROTTA Vincenzo CARIDI Santo ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario CARIDI Santo ROTTA Vincenzo

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

SALE IN MACCHINA ROTTA Vincenzo ROTTA Vincenzo CARIDI Santo ROTTA Vincenzo CARIDI Santo Interessa a me compare, sai cosa m'interessa ... Mannaggia andiamo per favore, compare esci. Per favore Saro. Allora, te lo dico avanti, vieni, facciamo quello che vogliamo, mattinata, nottata, due parole di queste

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cose, due e non pi ... ROTTA Vincenzo CARIDI Santo ROTTA Vincenzo CARIDI Santo ROTTA Vincenzo CARIDI Santo ROTTA Vincenzo CARIDI Santo No, no cos, io ti dico che ... ...di queste cose, mattino domani, dopo domani Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto. Quattro parole. Eh, so solo che, se vengo, perch ti voglio bene, altrimenti non, non venivo. Ciao. Statti bene. Ci vediamo dopo.

OMISSIS DALLE ORE 11.44.10 ALLA FINE Le operazioni tecniche, hanno consentito di documentare altre riunioni tra i personaggi sopra indicati. A tal proposito si riportano una serie di conversazioni finalizzate poi ad una cena cui hanno preso parte, in data 23 Novembre 2007, Calderazzo Rosario, Rotta Vincenzo, Lombardo Vincenzo e Condemi Domenico. Alle ore 13.40 (prog.10856 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), CALDERAZZO Rosario chiede a ROTTA Vincenzo se stasera fanno una rimpatriata (che facciamo.. c' la facciamo una rimpatriata stasera?), ROTTA risponde di si (e si,si...). CALDERAZZO dice di chiamare lui a tutti e due (e chiamate voi, chiamateli voi e fatemi sapere, a tutti e due..). Rotta chiede se si mangeranno una pizza (ci mangiamo un pizza li sotto ) , ma Calderazzo gli dice che faranno la rimpatriata, quindi non mangeranno la pizza (no la rimpatriata...non ce la mangiamo, non ce la facciamo la pizza li sotto ), sancendo cos che con il termine rimpatriata indicano in realt una riunione, e non un semplice momento di aggregazione tra amici. (vedasi allegato nr. 390 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

Rosario E che si dice Rotta come andiamo?

Rosario tutto a posto, che facciamo.. c' la facciamo una rimpatriata stasera? Rotta e si,si...

Rosario ah? Rotta si,si

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Rosario e chiamate voi, chiamateli voi Rotta Eh

Rosario e fatemi sapere, a tutti e due Rotta va bene

Rosario va b! Rotta va b

Rosario ci vediamo pi tardi per l Rotta ci mangiamo un pizza li sotto

Rosario no la rimpatriata...non ce la mangiamo, non ce la facciamo la pizza li sotto Rotta va bene

Rosario fate la rimpatriata che poi vediamo, ciao Rotta va bene, ciao

In virt di quanto gli ha appena detto Calderazzo, Rotta contatta due soggetti, consentendo cos di identificare coloro che prenderanno parte alla cena insieme a loro due, e cio LOMBARDO Vincenzo (Cecio) e CONDEMI Domenico (Mico). Infatti, alle ore 13.41 (prog.784 utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ROTTA Vincenzo chiama Lombardo Vincenzo e dice che adesso l'ha chiamato Calderazzo Rosario (e ora mi ha chiamato coso... Saro... ) per fare una rimpatriata in serata (ho detto io che facciamo c' la facciamo una rimpatriata e da tanto tempo che non ci vediamo, per stasera per a detto) . Lombardo chiede se avesse rintracciato a Domenico (ma a Domenico lo hai rintracciato?), ROTTA dice ancora no. I due si danno appuntamento al bar sotto la chiesa (e ci vediamo al bar, li sotto alla chiesa). Su richiesta di Rotta (e dammi il numero), Lombardo gli detta il numero di casa di Domenico che 594510. (vedasi allegato nr. 391 - volume 2) Va precisato, che lintestatario dellutenza 393-4942951, in uso a tale Vincenzo, risultato essere proprio Lombardo Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.05.1973. Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Lombardo Vincenzo. Pronto Ciao Enzuccio Enzo allora? e ora mi ha chiamato coso... Saro... e...che ti ha detto?

Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo

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Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta Lombardo Rotta

ho detto io che facciamo c' la facciamo una rimpatriata e da tanto tempo che non ci vediamo, per stasera per a detto e a che ora? non lo so, dopo delle otto penso io a che ora? verso le otto ma a Domenico lo hai rintracciato? ancora no... e va b ora, in questo minuto mi ha chiamato Enzo ah! ha detto, li chiamate tutti e due per fare una rimpatriata e ci vediamo al bar, li sotto alla chiesa non dopo delle otto per ah! non dopo delle otto, lo chiami tu a Mico io non ho il numero no, no chiamalo tu eh...eh... e dammi il numero e ti do il numero di casa, che a quest'ora penso che a casa.. 594510 594510 Eh va bene va bene ciao gioia ci vediamo alle otto al bar va bene ciao ciao.

Dopo essersi fatto dare il numero da Lombardo, Rotta telefona a Domenico (prog.786 utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ma inizialmente risponde Margherita (pronto Margherita, Vincenzo sono). ROTTA Vincenzo dice a Domenico che l'hanno invitato da quell'amico e dice di vedersi alle otto al bar (vedete che ci hanno invitato stasera da quell'amico la, ci vediamo alle otto al bar?). (vedasi allegato nr. 392 - volume 2) Riguardo allintestatario dellutenza 0965-594510, va precisato che lo stesso risulta essere CONDEMI Giuseppe (Reggio Calabria, 10.02.1948), padre di CONDEMI DOMENICO, nato a Reggio Calabria il 03.07.1976.

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Si riporta la trascrizione. Interlocutori:


Rotta Vincenzo; Margherita; Condemi Domenico. Pronto pronto Margherita, Vincenzo sono ciao dimmi! Domenico e l? si aspetta che te lo passo va bene Pronto pronto, buongiorno ueh... vedete che ci hanno invitato stasera dove? da quell'amico la, ci vediamo alle otto al bar? e va bene e ciao un bacio... ciao, ciao.

Margherita Rotta Margherita Rotta Margherita Rotta Domenico Rotta Domenico Rotta Domenico Rotta Domenico Rotta Domenico

Dopo avere contattato Lombardo e Condemi, ROTTA Vincenzo telefona a CALDERAZZO Rosario (prog.787 - utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), dicendogli di averli chiamati e avere appuntamento al bar alle otto (tutto a posto, alle otto gli ho detto, e che ci vediamo al bar ). CALDERAZZO dice che meglio non incontrarsi tutti (ma non partiamo da la insieme, facciamo come vi dico io), e gli dice di chiamarlo dopo che loro si siano incontrati al bar (vi vedete voi l e mi chiamate). (vedasi allegato nr. 393 - volume 2) Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario. Compare Vincenzo tutto a posto, alle otto gli ho detto, e che ci vediamo al bar a quale bar? stasera al bar qua e poi c' ne veniamo ma non partiamo da la insieme, facciamo come vi dico io e ci vediamo al bar alle otto e poi se ne parla

Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta

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Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta

vi vedete voi l e mi chiamate Eh vi saluto va bene? ciao, ciao Ciao

Alle ore 19.31 (prog.10888 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), ROTTA riferisce a CALDERAZZO che sta andando al bar e ha preso appuntamento per le otto (ora sto andando al bar, gli ho detto che ci vediamo alle otto). Calderazzo gli dice di incontrarsi da lui al magazzino (vi aspetto qua da me al magazzino). (vedasi allegato nr. 394 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo. Pronto ehi... ora sto andando al bar, gli ho detto che ci vediamo alle otto vi aspetto qua da me al magazzino eh, sopra? sopra si va bene, ciao ciao.

Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario

Alle ore 19.49 (prog.10891 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), Calderazzo gli dice di essere in un locale vicino al suo negozio (vedete che io sono qua... nel locale prima del negozio mio), ma Rotta risponde che ancora sta aspettando poich non arrivato nessuno (e ancora non comparso nessuno qui). (vedasi allegato nr. 395 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo. Pronto vedete che io sono qua... nel locale prima del negozio mio come? sono nel locale prima del mio negozio

Rotta Rosario Rotta Rosario

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Rotta Rosario Rotta Rosario Rotta Rosario

e ancora non comparso nessuno qui ancora! e alle otto gli ho detto io, sono ancora meno un quarto sono va bene vi aspetto qua va bene, ciao Ciao

Alle ore 20.39 (progr.300 RIT DDA 1977/07), la conversazione tra presenti che si svolge allinterno dellautovettura di Rotta Vincenzo consente di confermare che alla cena parteciperanno anche Lombardo Vincenzo (CECIO) e Condemi Domenico (Mico). (vedasi allegato nr. 396 volume 2) Difatti, a seguito della telefonata con Calderazzo, Rotta si incontra con Lombardo al quale dice che devono andare da Calderazzo. Durante il tragitto per andare a prendere a Condemi, ROTTA dice a Lombardo che faranno un giro largo, in quanto teme che qualcuno possa vederli, (Facciamo il giro largo, perch non si pu sapere mai, ci tengono sotto pressione i cristiani). Alle ore 20.43,29" i due arrivano a casa di Domenico e Rotta dice a Vincenzo di non scendere dalla macchina perch ci sono i suoi parenti che si affacciano a curiosare: le coordinate GPS indicano che lauto in sosta nel Viale Europa di Reggio Calabria, luogo nelle cui vicinanze abita Mico, identificabile in Condemi Domenico. Successivamente, dopo averne trovato il numero di telefono (E come si fa. Eccolo qua che l'ho trovato), Rotta telefona a Calderazzo Rosario al quale dice che tra 15 minuti saranno da lui (Tra un quarto d'ora siamo l, ciao, ciao). Lombardo gli fa notare che secondo lui hanno sbagliato a decidere di incontrarsi in quel luogo (Noi abbiamo sbagliato che abbiamo preso appuntamento la comunque, l'ho pensato io questo fatto), ma Rotta gli risponde che il problema che Calderazzo ancora non tornato (Questo ancora si deve ritirare dove cazzo andato, ma, ma non ha un p di cervello..), e avrebbero potuto tranquillamente incontrarsi a casa sua, onde evitare di esporsi al rischio di essere visti da altri (ci vedevamo a casa mia, mi prendevate a casa, si potevano evitare tutte queste barzellette). Rotta continua dicendo che non gli interessa se qualcuno li ha visti, e dubita pure che qualcuno li abbia visti: ipotizza piuttosto che Santo Caridi abbia visto l Vincenzo, e poich non lo vedeva da un po, si sia insospettito (Santo ha naso, capisci? ha visto a te l, era assai che non ti vedeva, con me), ma Lombardo ribatte che lui stato via da tempo e quindi non lo poteva sapere (Era assai che non c'era lui. Che ne sa lui). Subito dopo sale in auto anche Condemi Domenico. Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Lombardo Vincenzo; Condemi Domenico.

OMISSIS DALLE ORE 20.39.50 ALLE ORE 20.42.09 ROTTA Vincenzo Facciamo il giro largo, perch non si pu sapere mai, ci tengono sotto pressione i cristiani,

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LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo

Ma ce ... Ma io me ne fotto di tutti figurati, che cazzo ...inc.. ce la possono solo sucare, ..inc. qua, loro fanno, fanno le loro barzellette. Storti. Ed io mi devo guardare a ..inc.. Che non mi cacano il cazzo. Ma per favore. Devo andare a fargli la salame, mannaggia la madosca, ..inc.. a questo Lo vedo..lo vedo...non ti creare problemi Cecio

LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo

OMISSIS DALLE ORE 20.42.30 ALLE ORE 20.44.05 LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo Me lo dai a me lo trovo io, ..inc.. Ma tu nella "S",va bene dai, invece di farli tutti E come si fa. Eccolo qua che l'ho trovato. Saro (CALDERAZZO Rosario). E Santo andava arrivando ..inc.. Non parlare per telefono, ..inc.. Tra un quarto d'ora siamo l, ciao, ciao (Al telefono). Si parlo con il cazzo, ..inc.. barzellette, gli ho detto alle otto ci vediamo l, questo va a caccia "coppula" del cazzo, ..inc.. ma lasciamo stare che meglio. Io me lo immaginavo e infatti, ti stavo dicendo. Noi abbiamo sbagliato che abbiamo preso appuntamento la comunque, l'ho pensato io questo fatto. A chi? Abbiamo preso l'appuntamento l. Ma che cazzo ne so che questi qua sono comparsi tutti in una volta, mi segui il discorso, poi non che dice, come arrivavate voi, voi andavate per i cazzi vostri, ed io ci vedevamo a casa mia, mi prendevate a casa, si potevano evitare tutte queste barzellette, che questo "maccaruni" non venuto che cazzo vuoi, se veniva e te ne andavi con lui, ma figlioli miei. Questo ancora si deve ritirare dove cazzo andato, ma , ma non ha un p di cervello, ma. Hai rotto il parabrezza.

LOMBARDO Vincenzo

ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo

LOMBARDO Vincenzo

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ROTTA Vincenzo

Che cosa. Non l'ho rotto con quel merda di coso, una volta sono andato a cacciare l'acqua, forse con quella punta, me fotto di lui che si rompe che cazzo vuole, me fotto di lui. ..inc.. pare che la gente sapevano che avevamo appuntamento noi...eh eh ...ci hanno visto la...perch, non sei...oh oh, che cazzo ci devono fare, sucarcela? oh Vincenzo sai quanto me ne fotto io? Io fino a che posso, faccio il coatto, hai visto che non facevo il coatto...nel senso che mi, mi.....fino a che posso ..non vedi che facevo tutto...il coso io.....l'indiano? quanto che non pensino....hai capito? Santo ha naso, capisci? ha visto a te l, era assai che non ti vedeva, con me Era assai che non c'era lui. Che ne sa lui Apposta sto dicendo. eh eh ...lui..ci ha lui non c'era. Per ha naso hai capito? Ha naso, se aveva naso.

LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo

GIUNGE CONDEMI DOMENICO E SI UNISCE A ROTTA E A LOMBARDO ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo CONDEMI Domenico ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo CONDEMI Domenico LOMBARDO Vincenzo E tu l'appuntamento. Siediti avanti, siediti avanti. Cammina, muoviti storto, siediti avanti. Basta che vi sbrigate tu prima mi saluti e poi parli. Io prima saluto? Si.

OMISSIS DALLE ORE 20.47.18 ALLA FINE. Dalle conversazioni avvenute successivamente alla cena, appare subito chiaro che i commensali abbiano discusso di problemi con gli appartenenti allala dei Caridi, con a capo Santo. Infatti, a conclusione della cena, Rotta, Calderazzo, Lombardo e Condemi, vanno via a bordo dellauto del primo (prog.301 RIT DDA 1977/07). (vedasi allegato nr. 397 - volume 2) Durante il tragitto, la conversazione che nasce lascia intendere come i quattro mal sopportino Santo Caridi, non riconoscendo questultimo come degno di essere al loro vertice. In particolare Rotta dice di non riuscire a sopportare lui e i cristiani a lui vicini (a me... inc... lo fa a me, con questi "mau-mau"... la testa sapete come ce l'ho io... con questi "mau-mau"), invitando gli altri presenti ad allontanarsi da loro poich stanno rovinando la loro associazione (...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati!), ottenendo lesplicita approvazione sia di Calderazzo (Non ne posso pi) che di Condemi (... e si si...).

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Largomento della conversazione si sposta poi su quanto gli stessi abbiano discusso durante la cena: infatti, Rotta chiede se per quel lavoro si trovi bene (Dove c' ..inc.. per quel lavoro. Vi "scialate" no, vi trovate nel vostro no), e Calderazzo gli risponde che per questo fatto lui daccordo con Domenico (No guardate, io sono con Mico (ndr.CONDEMI Domenico) per questo fatto, purtroppo per questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne pi, n meno.), aggiungendo che circa ci di cui hanno parlato prima non glielo permette ed pronto a creare problemi (Per questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il primo che faccio il finimondo). Rotta aggiunge che tutti sono con lui (Pure io, tutti siamo con te), e in modo risoluto Calderazzo replica dicendo che per qualsiasi cosa sar dalla sua parte (Sopra a tutte cose, con te sino alla fine), ma in questo caso dellopinione che non gli diano niente (ma per questo fatto, non te la evito, tipo ne parliamo dopo, no per questo fatto la facciamo subito...qua non gli devi dare niente), anche perch, in caso contrario, otterrebbero il disappunto di altri associati (che poi veramente ci sputano in faccia i cristiani). Rotta ribatte che interverranno al momento opportuno (Ma questo sar, quando ci sar un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto), e quando Calderazzo gli risponde che non c occasione per farlo (Si, ma non c' neanche movimento per intervenire), ribatte che non devono pensare che sia contro di loro (Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi). Ci che rileva, infatti, che Rotta, nonostante sia della loro stessa opinione, cerchi di farli riflettere, invitandoli ad agire al momento opportuno, e non dimpeto (... non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti e ogni tanto, lasciateli stare... "il mio sangue!"), poich se faranno le cose nel modo giusto eviteranno di avere problemi (non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!...). Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Condemi Domenico; Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo. ...vedete che io...sono...un uomo raffinato...non ti offendere... va bene.... non sono agricolo... agricolo ... inc... inc... ma quello la... scusate... inc... una troia di quelle! ... ma quello la... ma quando parla, lo capite voi? ah! dovete andare a casa voi?... chi quello la? Enzo... Ma per favore! lasciatemi in pace a me! che ho i "cereveddi" (la testa) mangiati con questi "mau-mau" qui io...

ROTTA Vincenzo CONDEMI Domenico ROTTA Vincenzo CONDEMI Domenico CALDERAZZO Rosario CODNEMI Domenico CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

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CALERAZZO Rosario

io lo so chi... inc... inc... inc... si va be! non mi passa nemmeno nell'anticamera... che la famiglia l'ho sistemata in qualche maniera a me... inc... lo fa a me, con questi "mau-mau"... la testa sapete come ce l'ho io... con questi "mau-mau" Non ne posso pi. ...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati! ... e si si... dobbiamo cercare di "svermicarci"

ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

CONDEMI Domenico ROTTA Vincenzo

OMISSIS DALLE ORE 01.16.25 ALLE ORE 01.21.27 ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario Dove c' ..inc.. per quel lavoro. Vi "scialate" no, vi trovate nel vostro no. No guardate, io sono con Mico (ndr.CONDEMI Domenico) per questo fatto, purtroppo per questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne pi, n meno. Che vuol dire ..inc.. Per questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il primo che faccio il finimondo. E allora qual' il problema? Faccio che ..inc.. A "gnammi" "gnammi". Faccio che gli ritorna di nuovo la parola. Voi quando siete ... Ma chi? .. voi dovete considerare una cosa, che l'uomo ..inc.. deve tutelare tante cose. ..inc.. Certo, In tutti i posti siamo ... Eh, eh, ..inc.. che hanno a che fare con ... Io sono con te. ...inc..

ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario

ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CONDEMI Domenico ROTTA Vincenzo CONDEMI Domenico ROTTA Vincenzo CONDEMI Domenico ROTTA Vincenzo CONDEMI Domenico CALDERAZZO Rosario CONDEMI Domenico

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CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario CONDEMI Domenico LOMBARDO Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario

Io sono con ..inc..., io sono con te, ah? Su questo io ... Pure io, tutti siamo con te. Sono con te. Vai piano Vincenzo. Ci sono buche neanche la macchina tieni. Sino alla fine. Ma giusto, ..inc.. una cosa con un'altra. Ma questi cosa sanno, Sopra a tutte cose, con te sino alla fine, ma per questo fatto, non te la evito, tipo ne parliamo dopo, no per questo fatto la facciamo subito...qua non gli devi dare niente. ..inc.. No... ...ma penso... No, ma, non possiamo scherzare per queste cose, Vincenzo, che poi veramente ci sputano in faccia i cristiani, non scherziamo. Dopo...inc.. Ma questo sar, quando ci sar un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto. Poi quando andiamo a parlare ..inc.. ridere, ma che cazzo di "puppetuni" siete voi, non scherziamo figlioli, certe cose non le possiamo fare e questa non una cosa che si pu evitare. O si va e si parla ..inc.. anche se vogliamo essere noi, non poteva ..inc.. piccolo pi, sono passate le barzelette, noi dobbiamo intervenire al momento giusto, ora non sono momenti. Ora non c' neanche ... Da qui dobbiamo andare giusto ... Si, ma non c' neanche movimento per intervenire. Apposta dico io. Se ci sar parlo io. Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi, tanto ormai lo sappiamo o pensate che avete a che fare con "u zio cozzu" forse. Vediamo. ..inc..

CONDEMI Domenico CALDERAZZO Rosario CONDEMI Domenico CALDERAZZO Rosario

CONDEMI Domenico ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario

ROTTA Vincenzo

CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario ROTTA Vincenzo

CONDEMI Domenico LOMBARDO Vincenzo

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ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo CALDERAZZO Rosario LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo

Dritto dobbiamo andare. Noi sempre. Di qua dobbiamo andare. No, ..inc.. Tu sei la nostra testa e ancora cadi. Eh...

OMISSIS DALLE ORE 01.24.14 ALLE ORE 01.32.50 ROTTA Vincenzo Avete tre picciotti voi... tre bambocci avete a casa, tre e tre... (pausa)... devo guardare pure io l'incol... i cristiani seri e onesti, devono guardare pure l'incol... quando, quando c' un bene, c' un affetto, devi guardare pure l'incolumit... di queste cose uno. Apposta io... voglio le cose che si fanno... ad opera d'arte... e no a muzzo! Andiamo di qua o andiamo di l, Dall'autostrada andiamo, devi accompagnarmi e a Domenico a casa. Ho capito, allora facciamo prima ..inc. Come vuoi. ..inc.. hai capito Vincenzo, apparte a "cuddiunella" (apparte lo scherzo) Ragazzi per me... come volete... come volete... ... non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti e ogni tanto, lasciateli stare... "il mio sangue!" ... perch avete... tre e tre... (si riferisce ai figli dei presenti)... dobbiamo aver... fare delle cose ad opera d'arte e per bene... perch io come uomo onesto, come persona per bene... e come, come, come... amico che vi vuole bene... non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!... come i cristiani... oh quando ci troviamo! ... deve essere di qua ...inc... e allora prendiamo... e si prende provvedimento e basta... io la vedo cosi! o mi sbaglio?... Voi avete tre "scugnizzi" (bambini) e ve li dovete godere... e fino a che possibile che ci da... il Signore, che ogni cosa volont del Signore... ricordatelo! Noi... non c'entriamo niente in queste cose...inc.....ha preso sonno almeno, ..inc..

LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo LOMBARDO Vincenzo ROTTA Vincenzo

OMISSIS DALLE ORE 01.34.43 ALLA FINE La conversazione prosegue (prog.302 RIT DDA 1977/07), e Condemi dice di aver preso una decisione (ho preso decisione l'altro giorno...); Rotta ribadisce allora che le cose debbono essere fatte per bene (devono fare quelle cose belle pulite...), ed aggiunge che stasera hanno

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solo perso tempo e hanno fatto solo chiacchiere (abbiamo perso solo tempo hai capito). (vedasi allegato nr. 398 - volume 2) Rotta accompagna poi a casa nellordine Lombardo e Condemi, e prosegue da solo fino a casa. Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Condemi Domenico; Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo.

Autovettura in movimento a bordo ROTTA - DOMENICO - VINCENZO ROTTA ... inc... mi mettevo a 10 all'ora io...capito?... qua non passo...inc... se non mi avevi preso quell'iniziativa... ah "malanova" (maledizione) che devi avere! ... minchia oh!... inc... buono il vino ah!... io volevo che era... inc... inc... saltava in aria!... se... inc... ...inc... ho preso decisione l'altro giorno... devono fare quelle cose belle pulite... non so Vincenzo... inc... questa sera... inc... ma guarda... sto dicendo io... se uno... inc... stasera la da... inc... abbiamo perso solo tempo hai capito... inc... ... inc... possibile... inc... siii!... inc... nel discorso noi...certo stiamo facendo chiacchiere... inc... inc... quando le vuoi... inc... e basta, ora... chiama tu... poi... inc... con tutti gli imbrogli e tutti... inc... ci sono imbrogli e barzellette!... inc... scendere di sopra... Maria che mi brucia lo stomaco... inc... vuoi uscire di qua? nooo... inc... facciamo la via... inc... che facciamo, saliamo, scendiamo... almeno qua c' il rischio che ci vedano... la anche pi pericoloso... ma no per me... che a me sucare me la pu... inc... ... inc... ...inc...inc...arriviamo da qua, che facciamo il giro del mondo?...inc...si, di muoversi...inc...non puoi metterti con lui, fottuto!...quando...inc...quel vino ah! ma io.... no io non ho bevuto assai... a prescindere che mi fa pure male a me... ah a be apposto si e bloccata la scheda in questo porcheria... a me quel porcheria all'ultimo non male per me... ogni volta...inc... mi inguaia con lo stomaco... a me mi inguaia tutti i cazzi... inc...

DOMENICO ROTTA DOMENICO ROTTA DOMENICO ROTTA

VINCENZO ROTTA

UOMO ROTTA

VINCENZO ROTTA

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VINCENZO ROTTA VINCENZO DOMENICO ROTTA DOMENICO ROTTA VINCENZO ROTTA DOMENICO ROTTA VINCENZO ROTTA

li facciamo gli sciacqui? ... che si sciacqui la pizza con il culo... in... inc mannaia la vita... inc...perch fumo gi mi sento male.. i sciacqui... con il culo degli altri!...io...inc...con il mio culo le cose!... inc...con il culo degli altri...inc... inc...cos la vita!... inc... ... il cinghiale il cinghiale!... minchia il cinghiale! un porco e no il cinghiale... a lui gli devi parlare di cinghiale... vedi come si impenna! si... inc... impenna!... non vedi che partito... Nooo si... nooo, si messo a ridere... eee sognava, la coppola del cazzo sognava...

Parlano e ridono tutti assieme, incomprensibile (01.44'.40'') ROTTA VINCENZO ROTTA VINCENZO DOMENICO ROTTA VINCENZO ROTTA VINCENZO aaahh... allora se la... inc... che... inc... che moriate!... lo so... giriamo no!? ... inc...gira la sotto!... ma vai la!... gira... vedi che c' il palo... un palo!... un palo di femmina ho bisogno (ridono) gli ha fatto la finta a lui c'era... inc...gli ha fatto la finta! (ride) ... inc... Melo!...ti saluto Cecio ciao...baciami i bambini, ciao... Buonanotte

Lasciano il mezzo... risalgono ROTTA e DOMENICO conversazione inerente la cena trascorsa ed indicazioni stradali, omissis sino a 01.50'.48'' dove DOMENICO scende dal mezzo e rientra a casa ROTTA DOMENICO ROTTA DOMENICO ROTTA ti ho salutato Mico... ooohh non vedo l'ora di prendermi la citrosodina a casa... vuoi che ti guardo quando entri? cosa mi devi guardare... pare che ci spaventiamo con un... inc... tuo figlio ? (squilli) Questo mio figlio Mico... si... ciao... inc...inc... ciao Mico... ora sto rientrando... eh... eh... va bene, ci sentiamo

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domani... ciao gioia, ciao (ndr. Viaggia da solo sino a casa fa diverse esclamazioni inerenti al parcheggio "... questo macchina... Cristiani ed chi era che qui...") carnevale qui chi ? che ha messo quella questo grande sbirro cornuto... devo prendere i ammazzarli... inc... questo cornuto... volevo sapere ha messo... questa macchina qui... questo cornuto

Gli stessi soggetti, effettuano un nuovo incontro la sera del 30 Novembre 2007, come si evince dai contatti telefonici e dalle conversazioni ambientali che di seguito si riportano. Alle ore 16.49 (prog.870 utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ROTTA chiede a Calderazzo a che ora si devono vedere (come siamo, a che ora ci dobbiamo vedere!). Rosario gli chiede se non lo abbiano gi stabilito la sera prima (non avete stabilito ieri sera?) e ROTTA risponde che Enzo gli ha detto alle cinque (e mi ha detto alle cinque Enzo, che so...). Rosario gli risponde che quando sono tutti pronti di chiamarlo cos andranno con la sua macchina (eh quando siete insieme, mi chiamate ed andiamo con la macchina mia). (vedasi allegato nr. 399 - volume 2) Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

(Omissis) Il soggetto denominato ENZO di cui i due parlano, altri non che Lombardo Vincenzo, dato che alle successive ore 16.53, Rotta contatta proprio lui (prog.872 utenza 329/1606468 RIT DDA 1896/07). (vedasi allegato nr. 400 - volume 2) ROTTA gli chiede a che punto sia (eh come siamo? ) ed Enzo dice che quasi pronto (e sono quasi pronto). ROTTA dice che stato chiamato prima da CALDERAZZO (e ora mi ha chiamato, quando siamo pronti...). I due si vedranno fra 10-15 minuti al bar (e al bar al circolo, ci vediamo al bar tra dieci minuti o un quarto d'ora). Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo.

(Omissis) Poco dopo, Rotta contatta nuovamente Calderazzo (prog.873 utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07) ed i due stabiliscono di vedersi da compare Diego (ci vediamo li sotto direttamente da compare Diego) cos lasceranno l una macchina (cos lasciamo una macchina la). (vedasi allegato nr. 401 - volume 3) Si riporta la trascrizione.

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Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

(Omissis) Rotta si reca insieme al Condemi ed al Lombardo al luogo di incontro stabilito con Calderazzo per lasciare la sua auto in sosta, e cio da Diego, che altro luogo non se non il ristorante LAncora gestito da Palma Diego, e vanno tutti via con lauto del Calderazzo. Intorno alle ore 01.33, di ritorno dalla cena, tre salgono sullauto di Rotta, mentre Calderazzo si ferma a conversare nei pressi della stessa, e la conversazione registrata (prog.367 RIT DDA 1977/07) di particolare rilevanza, al fine di lumeggiare le problematiche allinterno della cosca Libri Caridi. (vedasi allegato nr. 402 - volume 3) I quattro, forse proseguendo un discorso cominciato in precedenza, discutono del fatto di potere guadagnare (se volete che facciamo i miliardi... Reggio lasciatela stare...): Calderazzo dice che non serve andare fuori (vedi che i soldi... no i miliardi... puoi stare sicuro che sono diverse le cose... li puoi fare pure a casa tua), ma Condemi non daccordo (...e a casa nostra se noi ci mettiamo cos, non ne facciamo soldi... sono invidiosi...) mentre Rotta dellopinione che si pu guadagnare facendo degli investimenti legali (si possono fare, si possono fare, si investono legalmente). Una volta andati via, Rotta, Condemi e Lombardo si mettono a discutere dei problemi esistenti in seno alla consorteria mafiosa di cui fanno parte, ed in particolare dei problemi di coesistenza con Santo Caridi ed i suoi uomini. Lombardo, in particolare, chiede ai presenti che ancora non ha capito come debbano agire (che cazzo dobbiamo fare?...), e che ha intenzione di continuare solo se non ci saranno pi Santo Caridi e la sua frangia, altrimenti non potranno pi tenere conto di lui (io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete contoper discorsi di qua..). Rotta cerca di tranquillizzarlo dicendogli che non deve farlo disperare in quanto gli ha spiegato un sacco di volte che a contare sono loro quattro cristiani, e tutto il resto come se non esistesse (non te... per noi quattro ci interessa! trent'anni che ti spiego le cose io... siamo quattro crist... basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le chiacchiere... tutto fu...fumata... tutto...tutto... tutto cosa ... mi segui o no!? e come te lo devo dire!? tutto traffico e marea e non c' niente). Che i due stiano parlando di Santo Caridi, si evince in maniera pi chiara quando Lombardo afferma che laltro giorno lo stesso lo ha chiamato chiedendogli il suo numero di telefono, ma lo stesso avrebbe risposto in maniera negativa (l'altro giorno mi ha chiamato...inc... ...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di cellulare...ma!), dato che non vuole avere niente a che fare con certa gente (...io con i cessi non voglio avere a che fare...). Rotta gli fa notare che non sta avendo a che fare con loro (ma tu!... stai avendo a che fare tu?...Vic, stai avendo a che fare tu, non stai avendo a che fare...) e che, poich sono gi compromessi e non possono tornare indietro (tu ancora non hai capito niente...noi siamo gi compromessi... forse ancora non lo hai capito...non c' altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo compromessi..), dovranno cercare di limitare i danni (noi qua dobbiamo prendere le misure...dunque, dobbiamo...dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi).

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Oggetto delle rimostranze di Lombardo, quasi sicuramente da ricercare nel fatto che lo stesso tema che qualche affiliato portato da Santo possa ricevere doti che voleva per lui, dato che quando Rotta glielo domanda (...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?), lui risponde con certezza (...per me... quello che fanno...), aggiungendo che non ha intenzione di farsi superare cos facilmente nella gerarchia dellassociazione (...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...). Si riporta la trascrizione. Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Condemi Domenico; Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo. se volete che facciamo i miliardi...Reggio lasciatela stare...

CONDEMI

CALDERAZZO Mico... ROTTA (ride)

CALDERAZZO ...vedi che i soldi...no i miliardi...puoi stare sicuro che sono diverse le cose...li puoi fare pure a casa tua, non ce bisogno che vai... inc... CONDEMI ROTTA ...e a casa nostra se noi ci mettiamo cos, non ne facciamo soldi...sono invidiosi... si possono fare, si possono fare, si investono legalmente e non si fanno...cia... (rivolto a CALDERAZZO)

CALDERAZZO ...quello del Grif, quello del Grif...sognava missili terra/aria... ROTTA si...

CALDERAZZO ... inc...non parlava pi di... inc... ROTTA si, si...lo dici a me, non lo so io...

CALDERAZZO ... inc... ROTTA voleva...voleva piantare le cattedrale nel deserto...

CALDERAZZO ...eh! UOMO ROTTA ...iih? ... le cattedrali...nel deserto...voleva spostare il Duomo...di Milano...nel deserto!...secondo te il Duomo, il Duomo di Milano nel deserto lo potevano mai fare...che se ne scendevano i fondamenti...se deserto deserto, non tiene...maaa si...si possono fare, come dice lui...per davvero....si comincia piano, comincia a guadagnare mille, poi duemila, poi tremila, poi cinquemila, poi seimila...poi si investono e si fa qualche soldo...ma chi questa? ...guarda questa buttana... ...ma che cazzo ha...eh!...questa un'altra...questa un'altra

LOMBARDO ROTTA

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forma dove...dove non dovrebbero esistere queste cose, vedi!...secondo te se ci sono uomini giusti, ci dovrebbero essere le buttane nella citt? ma... LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO se...inc...tua moglie...te ne vai...inc... ...che vuol dire?...ma te secondo me non ti funziona...inc... eeehh siii!...lo so cosa dici tu... eee...mannaia...perdono ah...non c' niente da fare... ...l'ironia sai qual Vincenzo tu...la sai l'ironia, ho fatto una battuta di ironia prima...io, si lo so che a ma...quella meglio che...inc...e non va bene... quando, quando...ci sono i Cristiani giusti...non possono esistere le buttane nella citt...inc...non ne parliamo...che se dobbiamo prendere pari...se dobbiamo prenderli pari per davvero non pu pi...uscire da casa... inc... guarda...guarda a quello... ...uno sopra a dieci pu... ma quello che ubriaco?...ma...ubriaco !...guardatelo che non si butta di sopra questo bestia... lascialo che si butta...ci investe...puoi stare tranquillo... ...e non il peggio il suo se poi lo investiamo noi... non ti preoccupare che il pronto soccorso pronto... siii (ride) che stanno facendo, lavori pulizia qua?...che lavoro state facendo? ...se non lo sai tu...

ROTTA

LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA CONDEMI

OMISSIS fino a 01.44'.38'' LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA a che...inc...questa bacinella? non gridare! cosa? non gridare...(impreca)...non gridare...cammina! ah? ... inc...certi momenti non ragioni... ma se mi fate... non gridare! (impreca)...a tutti e due di testa... hai visto come hai preso la... ma non gridare, non coglionare con le cose serie...perch... sentono i Cristiani, queste barzellette e non si pu sapere nulla di

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questo fatto, ha detto... inc... LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO no ma...ancora io non ho capito una cosa...ancora non ho capito...mi fanno girare...e ascolta, non ho capito una cosa... (sbuffa) che cazzo dobbiamo fare?...io non ho capito ancora...ecco, chiaro chiaro e limpido limpido...io ti ho detto una cosa tuo compare si sta... inc... io...aspetta...io ti ho detto una cosa...no, non mi interessa che sento che lo ammazzano, pure con dignit, me ne fotto di lui...me ne fotto...io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete conto...per discorsi di qua...per altri discorsi personali... sono sempre...inc... tu ancora non hai capito un cazzo! non te...per noi quattro ci interessa! forse non hai cap... tu hai...hai tre...trent'anni che ti spiego le cose io...mi devi fare "lattariare" (disperare), mi devi fare prendere un'altro infarto a me...tu ora...siamo quattro crist... basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le chiacchiere... tutto fu...fumata... tutto...tutto...tutto cosa ...mi segui o no!? e come te lo devo dire!? tutto traffico e marea e non c' niente l'altro giorno mi ha chiamato...inc... ne puoi avere trenta....minchia... ...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di cellulare...ma! ...tu ancora, io ti spiego le cose e tu mi devi fare salire i cazzi a me!... ... inc... ...poi non... inc... ... io con i cessi non voglio avere a che fare... ma tu!... stai avendo a che fare tu?...Vic, stai avendo a che fare tu, non stai avendo a che fare... che s'impiccano, tutti...questi tragediatori...che abbiano maledizione nella pancia...le loro mamme le dovevano avere, cos non li facevano...i tumori gli devono prendere... indegni!...io mi devo mettere nelle mani di quattro carrettisti di merda!... per imboccarmi cos!... per il gusto di fare la carretta, vedete voi!... perch... dove sono... dove sono finito!...storto di me!...questo quello che mi si gonfiano i... le scatole... non hai capito niente ancora tu... ...ho capito... tu ancora non hai capito niente...noi siamo gi compromessi...

ROTTA

LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO

ROTTA LOMBARDO ROTTA

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forse ancora non lo hai capito...non c' altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo compromessi...noi qua dobbiamo prendere le misure... LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA lascia stare...a quello... ...gli dobbiamo prendere noi le misure agli altri... ...fanno qua, fanno la... aaaahhh... dunque, dobbiamo...dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi, come dobb...come hai detto tu... hai detto una cosa giusta la...la fuori... "...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?" ...per me... quello che fanno... se...cos... va bene va! ... eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro... (impreca)...a te e la testa di "baddiolu" (contenitore) che hai...quanto me ne vado a casa... ...inc...se tu no...non la parcheggiare qua se vuoi che parliamo due minuti... no, no, me ne vado...ce ne andiamo Enzo...

LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA LOMBARDO ROTTA

Poi fuori dal mezzo si ascolta ROTTA ...eh! come fai...inc... quello che vuoi...dice che vuole dargli del tempo e non glielo danno...di tempo...

Possono, ora, operarsi alcune considerazioni in ordine alle risultanze dello stralcio delloperazione CRIMINE che interessa gli odierni indagati, facendo riferimento anche a quanto in proposito evidenziato nellinformativa della Squadra Mobile. Dal contenuto delle conversazioni riportate, emerge che costoro sono organici alla cosca CARIDI ed intrattengono evidenti rapporti con alcuni componenti della consorteria GATTUSO, operante sul territorio urbano di Oliveto-Croce Valanidi. Cosche, allepoca, rette da CARIDI Santo Giovanni e da GATTUSO Francesco, rispettivamente tratti in arresto nellambito del procedimento penale Alta Tensione il primo e in quello Crimine il secondo. Nel corso delle intercettazioni a carico del CALDERAZZO e del CARIDI, nel settembre 2007, venivano registrate conversazioni che consentono di delineare linserimento nella cosca LIBRICARIDI di CALDERAZZO Rosario.

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La vicenda del centro commerciale Le Muse ne significativa. Si visto come, dopo una telefonata ricevuta dalla moglie, che lo avvertiva dellessere insorto un problema urgente, CALDERAZZO (prog. 5095 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), telefonava al CARIDI Santo, informandolo di avere necessit di conferire urgentemente con lui, in quanto doveva risolvere un problema (ho bisogno di parlare con voi d'urgenza che sorto un problema). Riferiva, in particolare, al CARIDI che la moglie di tale Franco u siccu stava creando qualche problema (eh... in poche parole la... la moglie del "SECCO" l.di Franco sta creando qualche problema... io non... si comportata malissimo, non male, malissimo....), avendo contattato un ragazzo, che era stato assunto dal CALDERAZZO con la qualifica di parrucchiere, minacciandolo perch non andasse a lavorare da lui (e gli ha detto che LUI non deve andare a lavorare l, di andare a lavorare da tutte le parti, ma non lsi... lo ha minacciato il ragazzo...certo! questo ragazzo qui spaventato perch giustamente.. gli ho detto io tu non preoccuparti che non... ). La donna non aveva mancato di precisare che altre persone non avevano piacere che lavorasse dal CALDERAZZO (no...dice perch ha detto lei che lui gli ha detto che altre persone non gli fa piacere che vedano che vada a lavorare l... altre persone) e, tra queste, LIBRI Serafina, figlia del noto LIBRI Pasquale. CARIDI Santo, quindi, invitava CALDERAZZO Rosario ad andare a parlare direttamente con i LIBRI, per rendersi conto di come fosse la situazione (chiaro il senso dellespressione: salite, salite sopra li al quinto piano e vedete com' il fatto). CALDERAZZO confermava allinterlocutore che sarebbe andato nel posto indicato dal CARIDI, che gli confermava di non essersi mai opposto alla assunzione del parrucchiere (il fatto che all'inizio vi avevo detto io, per me pu andare a lavorare dove vuole a me non da nessun fastidio n lui e n quell'altro... punto... dopo che ...inc...). CALDERAZZO, per avere maggiori dettagli e sicurezza su come dovesse comportarsi, domandava al CARIDI se ne avesse discusso con la cognata LIBRI Rosa, figlia del noto boss LIBRI Domenico (ma voi chi ve lo aveva raccontato.... la parente quella del quinto piano ve lo aveva detto questo fatto?..e che ve lo aveva raccontato lei...ROSA?) ed il CARIDI precisava di averne parlato direttamente con il germano Antonino (con mio fratello avevamo parlato), che aveva dato il suo benestare (a me non mi da fastidio... se gli da fastidio a qualcuno... che esca fuori e ne parli.). Orbene, innegabile che, come correttamente sottolinea la P. G. nellinformativa del 26/7/2011, il dialogo accennato in precedenza fa comprendere come, in assenza del CARIDI, CALDERAZZO Rosario fosse in grado di confrontarsi, evidentemente in considerazione della sua appartenenza alla cosca, direttamente con gli appartenenti alla famiglia LIBRI, che avevano dimostrato di non gradire lassunzione di quel dipendente (va bene vado io, c' un rapporto vi voglio dire quando ci sono problemi all'una vado io, all'una e mezza vado io), nonch quanto lavvenimento lo avesse _____________________________________________________________________________ 200

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contrariato (ora che Tu chiami una persona e gli dice... vai a lavorare da tutte le parti... non viene e non viene... e no questa una cosa che... non ti devi permettere a farlo neanche nel pensiero... mi sono spiegato... qua abbiamo preso persone che gi erano staccate da te (ndr. cio che non lavoravano pi per nessuno) e non centravano niente con te... Mi sono spiegato e tu non puoi chiamare una persona che viene a lavorare da me... a casa MIA... e che me lo minaccia eh... ma qua siamo, siamo fuori dal binario, siamo usciti fuori dal binario eh,eh,eh...siamo un pochettino fuori dal binario... che dite voi?: espressioni, queste, obiettivamente corrispondenti allesegesi che ne viene operata dagli inquirenti. Il prosieguo della vicenda vede CALDERAZZO Rosario comunicare a CARIDI Santo di essersi recato nel luogo da lui indicato, ovvero ad incontrare LIBRI Sara. Dopo lincontro, egli chiamava CARIDI Santo, informandolo del fatto che la donna aveva negato che vi fosse qualche problema (ho parlato..dice che...io mi ha detto, quello che so io mi ha detto... assolutamente...dice nonnon esiste niente dice...) e che, comunque, ne avrebbe discusso, il giorno dopo, con i suoi congiunti detenuti (siccome dice che domani io vado l), al colloquio in carcere (e incontrer sia uno che l'altro al coso mi ha detto... e incontro sia a uno che all'altro). Nel prosieguo della conversazione, come condivisibilmente sottolinea la P. G., si aveva nuova conferma della caratura criminale del CALDERAZZO, cui CARIDI Santo suggeriva di andare personalmente a Gallina, a casa della donna (moglie di Franco u siccu), minacciando che, se avesse continuato in quei comportamenti, avrebbe perso la pace, ovvero sarebbe andata incontro a gravi ritorsioni da parte loro (ma voi andate l e gli dovete dire ... "a me devi lasciarmi in pace, fatti i fatti tuoi, seguiti a tuo marito altrimenti la pace la perdi, e non armate (create n.d.r.) zizzanie, fatevi i fatti vostri e pensate a quello che dovete fare e non di quello che fanno gli altri o dove vanno a lavorare, va bene?). Indicazione, questa, che CARIDI non avrebbe impartito ad un soggetto che non appartenesse alla sua stessa consorteria e dellautorit della quale non potesse farsi scudo per essere portatore di una simile affermazione. CALDERAZZO Rosario, quindi, telefonava a CARIDI Santo, informandolo che, alle 13,00, sarebbe andato da LIBRI Sara per sapere come si fossero espressi i suoi congiunti detenuti. Nel prosieguo della conversazione, CALDERAZZO, affermando di non riuscire a comprendere quella vicenda, confermava implicitamente la sua appartenenza alla cosca. Infatti, discutendo con il CARIDI, si diceva convinto che, se vi fossero stati motivi tali da sconsigliare lassunzione del parrucchiere, i LIBRI lo avrebbero dovuto chiamare direttamente per farglielo presente (voglio dire io se c' qualcosa che non funziona devono chiamare a ME), evidentemente in ragione del suo appartenere alla cosca CARIDI e del suo rapporto privilegiato con CARIDI Santo (non mi hanno chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che non funzionava non capisco io, scusate... se siamo tutti, se siamo tutti, non lo so io) aggiungendo _____________________________________________________________________________ 201

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che, per lui, la questione era chiusa atteso che ne aveva parlato con il suo diretto referente, ovvero CARIDI Santo (il problema.. io ho parlato con voi due parole giusto o no!), il quale assentiva, dicendo che, a sua volta, lui ne aveva parlato con altri, e non avevano palesato alcun elemento ostativo (e io ho parlato anche, ed io ho parlato altre due parole, poi altre parole non c' ne sono state quindi il discorso chiuso). In serata, alle ore 20.47 (prog.5257 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), ancora, CARIDI Santo chiedeva a CALDERAZZO Rosario se fosse andato nel luogo concordato, sentendosi rispondere affermativamente, con la precisazione che, in seguito, gli avrebbe spiegato. CARIDI chiedeva, allora, se fosse tutto a posto dico tutto a posto?, e CALDERAZZO lo rassicurava: si a posto... si...!... ha mandato... poi vi spiego quando ci vediamo... Il giorno seguente allinaugurazione del centro estetico, alle ore 21.36, CARIDI Santo chiamava CALDERAZZO Rosario per fargli gli auguri (prog. 5319 utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) e questi lo informava che, la sera prima, in occasione dellinaugurazione, cerano tutti, con particolare riferimento agli appartenenti alla famiglia del CARIDI ( si tutto a posto, diciamo tutto a posto siamo qui con Mico e con Vincenzo... e tutti c'erano questa sera . tutti sono venuti quelli della vostra famiglia...non mancato nessuno). Massiccia partecipazione, questa, che dimostra, ad ulteriore conferma della stretta cointeressenza con la famiglia CARIDI, come linaugurazione di unattivit commerciale riconducibile al CALDERAZZO fosse di particolare interesse per la famiglia CARIDI. Come si anticipato, nei servizi dintercettazione, emergevano rapporti di vicinanza tra CALDERAZZO Rosario ed i componenti della cosca GATTUSO. Da alcuni dialoghi, infatti, si coglie che alcuni di essi avevano partecipato allinaugurazione dellistituto di bellezza. La cosa emerge dalla conversazione registrata in data 13 febbraio 2008 a bordo dellautovettura Fiat Panda (prog.1698 - RIT DDA 2235/07) di GATTUSO Francesco, intercorsa tra questi ed il cugino GATTUSO Nicola, nel corso della quale i due commentavano, meravigliandosene, il danneggiamento di quellattivit commerciale. In particolare, Nicola GATTUSO raccontava al suo interlocutore che un incendio aveva interessato il centro estetico di Calderazzo, alla cui inaugurazione avevano partecipato anche loro (Gli hanno bruciato il chiosco a quel ragazzo, che ha inaugurato quella sera la profumeria.). GATTUSO Francesco, inizialmente, non comprendeva e, quando Nicola gli spiegava trattarsi dellesercizio sito in Via Aschenez di propriet di CALDERAZZO Rosario, alla cui inaugurazione avevano presenziato oltre a loro, anche la madre di Santo CARIDI e la moglie di Nino CARIDI (L in via Aschenez, c'era la mamma di Santo, la moglie di NinoSaro, Saro, quel giovanotto.), GATTUSO Francesco si mostrava incredulo (Saro, a Saro gli hanno bruciato, vattene!,) evidentemente considerando impossibile una cosa del genere. Lapicale esponente della ndrangheta, infatti, reputava impossibile che una persona particolarmente _____________________________________________________________________________ 202

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vicina ai CARIDI avesse potuto subire lincendio di unattivit commerciale, ipotizzando, pertanto, che CALDERAZZO non avesse chiesto lautorizzazione per lapertura del suo esercizio (Ma perch non ha parlato con nessuno? ). Ma a confermare lorganicit alla cosca del CALDERAZZO Rosario intervengono, come si evidenzia da parte degli inquirenti, la serie di progressivi 410 e 411, registrati in data 29.02.2008 (RIT DDA 1205/07) a bordo dellautovettura MERCEDES in uso a GATTUSO Nicola, ed intercorsi tra questi e CARIDI Santo. Nelloccasione, i due discutevano dellattribuzione di cariche di ndrangheta, con GATTUSO Nicola che raccontava al CARIDI quanto riferitogli da OPPEDISANO Michele, ovvero che su Reggio Calabria ad essere in primo piano sarebbero stati: lui (CARIDI Santo) ed altre due, tre persone appartenenti a famiglie Buone. In questo contesto, indicativo dellappartenenza di CALDERAZZO Rosario allorganizzazione criminale era il prosieguo del medesimo dialogo, nella parte in cui GATTUSO Nicola, nel ricordare a CARIDI Santo che quando sarebbe stato scarcerato suo fratello (CARIDI Antonino) avrebbero dovuto avere solo lui come interlocutore (Quando esce vostro fratello dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi), affermava che, in quel momento, non era possibile fare niente per Saro, ovvero non poteva essergli attribuita alcuna carica (Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro ma non possiamo fare troppo traffico). GATTUSO Nicola Quando esce vostro fratello (CARIDI Antonino) dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi. Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro (CALDERAZZO Rosario ndr) ma non possiamo fare troppo traffico. CARIDI Santo ..inc

Che il Saro oggetto della discussione fosse proprio lodierno indagato CALDERAZZO Rosario chiaramente evincibile dalla circostanza che GATTUSO Nicola (che si trovava in compagnia di CARIDI Santo), poco prima, aveva conversato telefonicamente con questi, stabilendo, al termine della chiamata, di incontrarsi. Infatti, alle precedenti 10.08 (prog. 26512 - utenza 348/6616283 RIT DDA 695/07), GATTUSO Nicola, che aveva gi tentato (senza riuscirvi) di chiamare il CALDERAZZO, veniva contattato proprio da costui e, nel rispondere al telefono, lo chiamava Compare Saro, invitandolo a raggiungerlo al bar SantAnna perch era in compagnia di un amico, ovvero il CARIDI Santo. _____________________________________________________________________________ 203

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Ulteriori elementi a carico del CALDERAZZO Rosario si colgono quando, nel riferire dei rapporti tra gli appartenenti alla cosche CARIDI e GATTUSO ed esponenti della cosca IAMONTE, la P. G. evidenzia le occasioni in cui CALDERAZZO Rosario, CARIDI Santo e GATTUSO Nicola si erano recati nel comune di Melito Porto Salvo per incontrare, dopo avere mandato una ambasciata in relazione ad un non meglio precisato lavoro, alcuni esponenti di quella consorteria. Il 15 novembre 2007, infatti, veniva effettuato un servizio di osservazione, il cui presupposto era rappresentato dal contenuto di una conversazione registrata alle ore 11.29 (progr. 10099 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) tra CALDERAZZO Rosario e CARIDI Santo, il quale ultimo chiedeva al primo se volesse andare con lui in un luogo non meglio specificato per vedere un lavoro (Buongiorno, volete venire con me?...eeh...no...vicino...sto andando a vedere un lavoro ). Di assoluto rilievo, peraltro, era il dato che, ancora prima che il suo interlocutore rispondesse alla telefonata, in sottofondo, si percepiva un breve dialogo tra il CARIDI Santo ed il GATTUSO Nicola, a dimostrazione del fatto che i due erano insieme. Dal contenuto del breve scambio si intuiva la necessit dei due di trovare una scusa per recarsi, assieme al CALDERAZZO, in un luogo al fine di ricevere una notizia: in particolare, CARIDI Santo faceva rilevare che era necessario dare limpressione di essersi recati in quel luogo non per ricevere la risposta alla imbasciata inviata (cosa che sarebbe risultata inopportuna, in quanto ancora non gli era giunta quella di risposta Ecco, perch altrimenti dicono, avete mandato mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti ) ma per altri motivi, come acquistare della carne (Per la carne andiamo?). Alle successive ore 12.06 (progr. 17977 utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), attraverso il servizio di intercettazione dellutenza di GATTUSO Nicola (che permetteva di rilevare che quellapparecchio radiomobile agganciava la cella sita in Localit S.Elia-89064-MONTEBELLO IONICO), si intuiva che CARIDI Santo, CALDERAZZO Rosario e GATTUSO Nicola si stavano spostando verso Melito di Porto Salvo. Veniva predisposto un idoneo sevizio di osservazione, che, alle ore 12.14, permetteva di notare alla via Sbarre di Melito Porto Salvo lautovettura Fiat Panda di colore nero targata DB 757 KG in uso a GATTUSO Nicola, che si trovava parcheggiata di fronte alla macelleria di TOSCANO Giuseppe, nato a Melito P.S. in data 14.06.1968, soggetto vicino alla cosca IAMONTE. Allinterno del veicolo veniva riconosciuto, seduto sul sedile anteriore, riservato al passeggero, CARIDI Santo, mentre unaltra persona non chiaramente visibile certamente CALDERAZZO Rosario era seduta sul divano posteriore. Al posto guida non vi era nessuno. Lattivit dintercettazione consentiva, inoltre, di verificare che, alle ore 12.27 (progr.6533); 12,28 (progr. 6534) e 12.30 (progr.6537), il TOSCANO Giuseppe, dallutenza 3281020766 (RIT DDA 1203/07), aveva provato a telefonare a FOTI Saverio (Melito P.S. 13.08.1960), esponente della cosca IAMONTE, sullutenza 3487431775 (RIT DDA 908/07), senza tuttavia riuscire a parlarvi. Alle ore 12.33 _____________________________________________________________________________ 204

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(progr.17978 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), ancora, si accertava che lutenza di GATTUSO Nicola si trovava sotto la copertura della cella sita in Via Cimitero-localit acquedotto89063-MELITO DI PORTO SALVO - Sett. 3. Mentre, alle successive ore 12.35, risultava ancora presente la Fiat Panda di colore nero, targata DB*757*KG, di fronte alla suddetta macelleria, senza nessuno a bordo. Altro passaggio veniva effettuato alle successive ore 12.40, ma la suddetta autovettura non era pi presente. Durante tutto il suddetto arco temporale veniva comunque notata, parcheggiata nelle vicinanze, lautovettura Mitsubishi Pajero colore grigio chiaro targata ZA*900*KX in uso a TOSCANO Giuseppe. Appariva, quindi, chiaro che CALDERAZZO, CARIDI e GATTUSO stessero discutendo proprio con il TOSCANO. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, 15 Novembre 2007, certamente in virt degli accordi presi la mattina con TOSCANO Giuseppe, presso il quale si erano recati col chiaro intento di ricevere le notizie che attendevano con impazienza, CARIDI Santo, CALDERAZZO Rosario e GATTUSO Nicola si recavano nuovamente a Melito Porto Salvo. Difatti, alle ore 15.37 (prog.17985 RIT DDA), CARIDI Santo telefonava a GATTUSO, il quale diceva che avrebbe tardato ancora dieci minuti. Alle ore 15.58, GATTUSO e CALDERAZZO si recavano presso labitazione di CARIDI per prelevarlo: infatti, CALDERAZZO Rosario telefonava (prog.4 utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) a CARIDI dicendo di essere sotto la sua abitazione con GATTUSO Nicola (qua con compare Cola sono. siamo sotto), CARIDI riferiva che stava per raggiungerli (sto scendendo...). Subito dopo, alle 16.00 (prog.17986 utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) GATTUSO, che aveva gi fissato un appuntamento con OPPEDISANO Michele (vds. prog.17971 utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), col quale si era incontrato alle precedenti ore 14.48 (oh! Compare Nicola sono qua io -vds prog.17981-), concordava con questi un incontro cui avrebbero chiaramente partecipato anche CARIDI e CALDERAZZO che, infatti, erano assieme al GATTUSO. Dopo avere incontrato OPPEDISANO Michele (si veda anche il progr. 17971, nel corso del quale, alle 10.33, mentre era con CARIDI, GATTUSO chiamava OPPEDISANO per chiedergli se poteva andare a Reggio e quegli rispondeva che aveva appuntamento per andare l), CARIDI, GATTUSO e CALDERAZZO si recavano nuovamente a Melito Porto Salvo, certamente al fine di ricevere la notizia per la quale i tre palesavano urgenza. Osserva, al riguardo, la P. G. come il riscontro sia offerto dai dati di localizzazione delle utenze in uso ai predetti, atteso che:

alle ore 17.17 (prog.5 - utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) lutenza 3478172899 di CARIDI Santo agganciava la cella sita in Melito Porto Salvo Via Cimitero - localit acquedotto- Sett.3;

alle ore 16.53 (prog.811 utenza 393/7131522 - RIT DDA 1436/07) lutenza di GATTUSO Nicola agganciava la cella sita in Melito Porto Salvo, LOCALITA ACQUEDOTTO,S.N.C.;

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alle ore 17.24, in sottofondo ad una chiamata in uscita dallutenza 329/1765323 (RIT DDA 1203/07) di CALDERAZZO si aveva modo di ascoltare la voce di GATTUSO Nicola.

Era quindi certo che, analogamente a quanto accaduto in mattinata, tra le 16.50 e le 17.30 circa del 15.11.2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI si trovassero a Melito Porto Salvo. Anche nel pomeriggio del 16 novembre 2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI, col veicolo Peugeot 107 targato DB*867*KM, si recavano a Melito Porto Salvo, ma, in questa circostanza, che verosimilmente era quella in cui avrebbero dovuto ottenere risposta alla loro mbasciata, evidentemente nella consapevolezza di poter essere oggetto di attivit di indagine da parte delle forze dellordine, al fine di eludere possibili accertamenti, spegnevano tutti i cellulari in loro possesso. Tuttavia, alle ore 16.20 circa, nellambito dei servizi di osservazione predisposti era notata transitare sulla SS106, in localit Saline Joniche, con direzione di marcia SUD-NORD (da Melito P.S. verso Reggio Calabria) lautovettura Peugeot 107 targata DB*867*KM, con tre persone a bordo. Sicch appare da condividere lassunto conclusivo degli inquirenti secondo cui appare oltremodo plausibile che i tre avessero incontrato nella circostanza uno degli esponenti di vertice della cosca IAMONTE, con il quale gi nel corso della presente attivit di indagine erano risultati essere in contatto, ovvero IAMONTE Remingo. Continua la P. G. ad osservare che lappartenenza alla cosca CARIDI del CALDERAZZO e degli altri soggetti monitorati, CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo e LOMBARDO Vincenzo, dipendenti gerarchicamente dallallora reggente della cosca CARIDI, CARIDI Santo, trova ulteriore conferma da altro stralcio tratto dallesito delle indagini relative alla Operazione Patriarca. Se dalla conversazione tra GATTUSO Nicola e RUSSO Francesco, progr. 2044 RIT 2235/2007DDA, emerge come CARIDI Santo agisca sotto le direttive del fratello Antonino, nel corso di una conversazione registrata, in data 13 Settembre 2008, allinterno dellautovettura Mercedes di GATTUSO Nicola (prog. 2875 RIT DDA 1205/07), se ne ha conferma. Il GATTUSO, infatti, invitava CARIDI Santo (in auto con lui) a portare con loro anche ROTTA Vincenzo, affermando: E ROTTA dov'? Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete. Che ROTTA avrebbe dovuto partecipare insieme ai due interlocutori ad un non meglio precisato incontro di natura certamente illecita, e comunque di interesse della cosca CARIDI, veniva implicitamente confermato dalla risposta fornita da CARIDI Santo, che, infatti, affermava che, prima di farlo partecipare, avrebbe dovuto chiedere lautorizzazione al fratello CARIDI Antonino, allora detenuto (Io voglio che parlo con mio fratello prima). _____________________________________________________________________________ 206

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Lappartenenza al sodalizio criminale LIBRI CARIDI del ROTTA, nonch di CALDERAZZO Rosario, LOMBARDO Vincenzo e CONDEMI Domenico, per, emerge anche da altre conversazioni telefoniche ed ambientali (queste captate allinterno dellautovettura Opel Corsa del ROTTA), il cui contenuto fa emergere come i sopra indicati soggetti fossero in disaccordo verso il vertice della cosca CARIDI, al momento rappresentata da CARIDI Santo. Il 13 novembre 2007, alle ore 17.44 (prog. 9907 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), CARIDI Santo telefonava a CALDERAZZO Rosario e, dopo i primi convenevoli, stabilivano dincontrarsi di l a poco presso il banco per la rivendita di frutta e ortaggi sito sul viale Europa, allepoca di propriet di CARIDI Antonia, sorella dei fratelli CARIDI e moglie di ZINDATO Giuseppe, nato a Condofuri in data 30.08.1957 (destinatario dellOCCC nr. 259/06 RGNR DDA Operazione Alta Tensione), in quel momento ceduto in locazione alla nipote CONDEMI Fortunata 25.06.1977, figlia di CONDEMI Domenico, inteso Micu Petrola (cugino di CONDEMI Domenico RC 03.07.1976), e di CARIDI Antonina, anche questultima sorella dei fratelli CARIDI. Nella conversazione, CARIDI chiedeva a CALDERAZZO se avesse potuto accompagnarlo da una persona (ma se volete venire prima con me... voglio andare a fare visita a un amico), prima di prendere parte ad una cena insieme (che facciamo, ce la facciamo una mangiata stasera?...). Durante il successivo incontro, i due avevano sicuramente discusso de visu di una cena da effettuare la stessa sera insieme ad altri personaggi a loro vicini. Infatti, alle ore 20.05 CALDERAZZO telefonava a ROTTA Vincenzo (prog. 9940 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), chiedendo di incontrarsi a casa di un non meglio indicato soggetto. Con la telefonata delle ore 20.12 (prog. 9943 - utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), si aveva conferma dellidentit del predetto personaggio e, difatti, CALDERAZZO telefonava al CARIDI, invitandolo a raggiungerlo in strada atteso che loro erano quasi arrivati. Alle ore 20.35, ancora, CALDERAZZO telefonava a ROTTA (prog. 9945 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), che gli riferiva di essere al bar dove stava aspettando tale Domenico (sono al bar, aspetto a Mico...). Mentre erano a cena, CARIDI Santo, alle 21.31, telefonava a GATTUSO Nicola (prog.17856 utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), al quale riferiva di essere passato sia da casa sua (sono passato da casa e non c'eravate) sia da casa del di lui cugino, GATTUSO Ciccillo, ma di non averli trovati (sono salito anche, salito anche da vostro cugino). Si pu quindi affermare che nella serata del 13 Novembre 2007, CALDERAZZO Rosario, CARIDI Santo, ROTTA Vincenzo e tale Mico, identificabile, in virt di incontri e contatti successivi, in CONDEMI Domenico, si fossero incontrati ed avessero cenato assieme. Inoltre, immediatamente dopo la cena (progressivi 17856 e 17868 di quella sera), CARIDI Santo decideva di incontrare anche GATTUSO Nicola (dopo avere cercato di fare lo stesso, senza tuttavia riuscirci,

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con GATTUSO Ciccillo). Appare verosimile che la decisione di incontrarsi col GATTUSO Nicola, da lui chiamato, possa riconnettersi anche a quanto discusso con i prevenuti in occasione della cena. La mattina successiva, alle ore 08.39 (prog.9956 utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO, certamente a seguito dellincontro della sera prima, telefonava a ROTTA, chiedendogli di andare subito a prendere un personaggio del quale non facevano il nome, e di ritrovarsi al loro solito luogo dincontro (eh.. se vedete a coso l, e ci vediamo li sotto a chi! a chi dovete portare secondo voi?..). CALDERAZZO evitava di fare il nome di questa persona e di indicare il luogo dellincontro (l sotto, compare Vincenzo, dove ci vediamo sempre), comunque confermato dal ROTTA, che chiedeva se dovevano vedersi da DIEGO, ottenendo conferma dal suo interlocutore. Luogo dellincontro tra CALDERAZZO e ROTTA era individuato nella Pizzeria LANCORA, sita nel Piazzale antistante il Lido Comunale di Reggio Calabria e gestita da PALMA Diego, dove, alle successive ore 09.50, nel corso di un servizio di osservazione appositamente predisposto dalla P. G., veniva notata parcheggiata lautovettura di ROTTA Vincenzo. Alle 10.29 (prog. 194 RIT DDA 1977/07), quindi, CALDERAZZO Rosario e ROTTA Vincenzo salivano a bordo dellautovettura di ROTTA Vincenzo (RIT 1977/07) e si dirigevano da CARIDI Santo. Nella circostanza, ROTTA Vincenzo, con riferimento ad altri (forse a CARIDI Santo), sosteneva che questi non aveva intenzione di scusarsi, aggiungendo che, con quegli amici, non potevano a prescindere e che non volevano fare brutte figure (Altrimenti a quelle condizioni io, mi lavo le mani con questo, io sono, la parente sua non ne vuole sapere, ..inc.. chiuso, allora non avete capito Saro. Voglio ..inc.. da Santo). Nel contesto dei rapporti tra i personaggi oggetto dindagine, corretta appare la considerazione degli inquirenti sulla rilevante importanza del successivo scambio di battute con cui CALDERAZZO e ROTTA concordavano cosa dire a CARIDI per giustificare il fatto che si stessero recando insieme da lui e, soprattutto, come ottenere un successivo appuntamento con lui. In particolare, ROTTA aveva intenzione di dire a CARIDI di aver contattato CALDERAZZO perch voleva parlare con lui (Gli dico vi ho chiamato perch volevo parlare con voi, perch volevo sapere ..inc.. il coso) e che lo stesso gli avrebbe detto di accompagnarlo da Santo al banco (ovvero il chiosco di frutta di propriet dei congiunti del CARIDI di cui si in precedenza riferito) per fissare un appuntamento per la stessa sera (poi mi avete detto questo, e cos vi accompagno, che c'era lui e parlo con lui e ora veniamo al banco e chiudiamo glielo diciamo, in serata, gli facciamo ..inc...). CALDERAZZO consigliava di fissare un appuntamento in serata per parlare de visu (..dategli un appuntamento in serata ..quando vi posso trovare che voglio parlare dieci minuti che siamo soli) e lo stesso ROTTA ribatteva che avrebbe detto in seguito a CARIDI Santo il motivo per il quale era andato a trovarlo (poi te lo racconto perch sono andato a trovarlo gli dico, poi te lo racconto ). Alle ore 10.42 circa, _____________________________________________________________________________ 208

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ROTTA e CALDERAZZO giungevano al banco di frutta sito sul viale Europa e si incontravano con CARIDI Santo. ROTTA salutava CARIDI Santo dicendo compare buongiorno e scendeva dal veicolo. Mentre erano fuori dal veicolo, si coglieva che ROTTA parlava con il CARIDI Santo, al quale chiedeva di organizzare un incontro, per dirimere una controversia tra accoliti (Lui il primo che deve dire mio zio Peppe, e ..inc.. voleva venire, non capisce allora ..inc.. la dovete chiudere...inc...). In seguito allincomprensibile risposta di CARIDI, ROTTA saliva in auto spiegando al primo che a lui non interessava nulla, ma questi, per stemperare i toni, lo invitava a scendere di nuovo. Nella circostanza CARIDI Santo offriva la sua disponibilit ad incontrarsi per chiarire loggetto della discordia (Allora, te lo dico avanti, vieni, facciamo quello che vogliamo, mattinata, nottata, due parole di queste cose, due e non pi ...) ma ROTTA concludeva affermando che ci che doveva dirgli lo aveva detto (Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto) e che era andato da lui solo per il rispetto che gli doveva (Eh, so solo che, se vengo, perch ti voglio bene, altrimenti non, non venivo). La conversazione (da cui non risulta chiaramente il reale motivo della controversia) correttamente viene considerata dagli inquirenti emblematica del grado di subordinazione del CALDERAZZO e del ROTTA nei confronti di CARIDI Santo (si richiamano i commenti espressi nella richiesta a pag. 165). Il prosieguo delle operazioni di intercettazione consentiva, come sottolinea la P. G., di documentare altre riunioni tra i personaggi sopra indicati. Il 23 novembre 2007, infatti, dopo una serie di contatti telefonici, CALDERAZZO Rosario, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CONDEMI Domenico partecipavano ad una vera e propria riunione al cui termine si confermava il risentimento verso CARIDI Santo, in quel momento esponente di vertice della cosca, nonch verso altri appartenenti alla medesima organizzazione vicini al predetto. Significativo appariva il fatto che i partecipanti alla riunione temessero di essere notati assieme in quanto si ritenevano sotto osservazione da parte dei vertici della cosca (Facciamo il giro largo, perch non si pu sapere mai, ci tengono sotto pressione i cristiani...), tanto che ROTTA Vincenzo e LOMBARDO Vincenzo, una volta giunti nei pressi dellabitazione di CONDEMI Domenico, pensavano di non scendere dallautovettura proprio per non essere notati dai parenti del CONDEMI, essi stessi legati come si visto allinizio da vincoli di parentela proprio con i CARIDI. E, infatti, nel prosieguo della conversazione ROTTA palesava il timore che Santo CARIDI potesse avere notato LOMBARDO Vincenzo e, poich non lo vedeva da un po, si fosse insospettito Santo ha naso, capisci? ha visto a te l, era assai che non ti vedeva, con me. Queste stesse battute lasciano intendere, come in maniera pertinente osserva la P. G., che i quattro avevano organizzato una riunione per discutere di problematiche interne alla cosca, della quale, per ovvie ragioni di cautela (e salvaguardia personale) dovevano essere alloscuro gli altri accoliti e, in particolare, CARIDI _____________________________________________________________________________ 209

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Santo. Dal tenore delle conversazioni avvenute dopo la cena, si aveva conferma dellassunto che CALDERAZZO Rosario, CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo e LOMBARDO Vincenzo avessero discusso di problemi con gli appartenenti allala dei Caridi, con a capo Santo. Infatti, a conclusione della cena, gli stessi andavano via a bordo dellauto del ROTTA (prog. 301 RIT DDA 1977/07) e, durante il tragitto, la conversazione che nasceva lasciava intendere come i quattro mal sopportassero Santo CARIDI, non riconoscendo questultimo come degno di essere al loro vertice. In particolare, ROTTA diceva di non sopportare lui (CARIDI Santo) e gli associati a lui vicini ( a me... inc... lo fa a me, con questi "mau-mau"... la testa sapete come ce l'ho io... con questi "maumau) ed invitava gli altri ad allontanarsi da quei soggetti che, a suo dire, stavano rovinando lassociazione (...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati!...), ottenendo lesplicita approvazione sia di CALDERAZZO (Non ne posso pi) che dello stesso CONDEMI Domenico (...e si si... peraltro subito dopo lespressione di cui sopra del ROTTA). Nel prosieguo del dialogo, CALDERAZZO affermava di essere daccordo con CONDEMI Domenico (No guardate, io sono con Mico per questo fatto, purtroppo per questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne pi, n meno ), aggiungendo che, circa ci di cui avevano discusso in precedenza, era pronto a creare problemi (Per questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il primo che faccio il finimondo), evidenziando ulteriormente le frizioni esistenti, in quel frangente, tra gli associati della cosca CARIDI. Nel prosieguo della conversazione, ROTTA si dimostrava pi accorto nella gestione del dissidio, affermando che sarebbero dovuti intervenire al momento opportuno (Ma questo sar, quando ci sar un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto) e, quando CALDERAZZO gli rispondeva che non cera occasione per farlo (Si, ma non c' neanche movimento per intervenire), ribatteva che loro non dovevano pensare che fosse contrario (Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi). Si apprezza, come correttamente si indica da parte della P. G., la circostanza che ROTTA, nonostante fosse della loro stessa opinione, cercasse di tenere una posizione pi prudente, invitando i suoi interlocutori ad agire al momento opportuno e non dimpeto (...non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti e ogni tanto, lasciateli stare... "il mio sangue!"), poich se avessero fatto le cose nel modo giusto avrebbero evitato problemi (non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!...). Gli stessi soggetti avevano un nuovo incontro la sera del 30 novembre 2007, per come emergeva dai contatti telefonici (prog. 870 ore 16.49 utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), (prog.872 utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), (prog.873 utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07) e _____________________________________________________________________________ 210

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dalle conversazioni ambientali che venivano registrate. Infatti, alle ore 01.33 circa, di ritorno dalla cena, CONDEMI, LOMBARDO e ROTTA salivano a bordo dellauto di questultimo, mentre CALDERAZZO si fermava a conversare nei pressi della stessa. Il dialogo che veniva registrato (prog.367 RIT DDA 1977/07) risultava di particolare rilevanza, al fine di lumeggiare le problematiche interne della cosca LIBRI CARIDI. I quattro, proseguendo un discorso iniziato in precedenza, discutevano della possibilit di realizzare cospicui introiti economici (se volete che facciamo i miliardi... Reggio lasciatela stare... vedi che i soldi... no i miliardi... puoi stare sicuro che sono diverse le cose... li puoi fare pure a casa tua), ma CONDEMI Domenico non si mostrava daccordo in quanto immaginava che non avrebbero avuto lautonomia necessaria a causa dei sentimenti di invidia che pervadevano gli altri associati (...e a casa nostra se noi ci mettiamo cos, non ne facciamo soldi... sono invidiosi..). Una volta andati via, ROTTA, CONDEMI e LOMBARDO discutevano dei problemi esistenti in seno alla consorteria mafiosa di cui erano parte, e, in particolare, di quelli di coesistenza con Santo CARIDI ed i suoi uomini. LOMBARDO, in particolare, diceva ai presenti di non avere ancora capito come avrebbero dovuto agire (che cazzo dobbiamo fare?...) e che aveva intenzione di continuare ad essere parte attiva dellassociazione solo se non avesse avuto pi rapporti con Santo CARIDI e dei componenti della sua frangia (io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete contoper discorsi di qua...). ROTTA cercava di tranquillizzarlo, ribadendogli che a contare erano loro quattro cristiani e tutto il resto era come se non esistesse (non te... per noi quattro ci interessa! trent'anni che ti spiego le cose io... siamo quattro crist... basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le chiacchiere... tutto fu...fumata... tutto...tutto... tutto cosa ... mi segui o no!? e come te lo devo dire!? tutto traffico e marea e non c' niente...). Che i due facessero riferimento a CARIDI Santo si evinceva in maniera pi chiara quando LOMBARDO affermava che, qualche giorno prima, proprio il CARIDI lo aveva chiamato chiedendogli il suo numero di telefono, richiesta alla quale egli aveva risposto negativamente (l'altro giorno mi ha chiamato...inc... ...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di cellulare...ma!...). ROTTA gli faceva notare che la loro posizione era ormai compromessa e che non avrebbero potuto tornare indietro (tu ancora non hai capito niente...noi siamo gi compromessi... forse ancora non lo hai capito...non c' altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo compromessi) e, pertanto, avrebbero dovuto cercare di limitare i danni ed adottare le necessarie contromisure per evitare eventuali ritorsioni (noi qua dobbiamo prendere le misure...dunque, dobbiamo... dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi...). Loggetto delle rimostranze di LOMBARDO era quasi sicuramente da ricercare nel fatto che egli temeva che _____________________________________________________________________________ 211

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qualche affiliato vicino a CARIDI Santo potesse ricevere doti che egli voleva per s, dato che, quando ROTTA glielo domandava (...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?...), LOMBARDO rispondeva di esserne certo (...per me... quello che fanno...), aggiungendo che non aveva intenzione di farsi superare cos facilmente nella gerarchia dellassociazione (...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro... ), tanto da elevare gravissime affermazioni di minaccia. Il contenuto degli stralci delloperazione PATRIARCA consente, dunque, di reputare sussistenti gravi indizi dellappartenenza di CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario alla cosca LIBRI-CARIDI. Essi, nel periodo delle investigazioni, infatti, dimostravano di non condividere i comportamenti dellallora esponente apicale CARIDI Santo e, pur essendo a lui subordinati e temendone la pericolosit, progettavano di allontanarsene, principalmente perch altri soggetti vicini al CARIDI, a loro parere, stavano danneggiando lorganizzazione. Partecipavano (CALDERAZZO Rosario) a veri e propri summit di ndrangheta con esponenti di altre consorterie (IAMONTE) ed erano nelle condizioni di ottenere cariche di maggior prestigio in seno alla stessa (LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario). Anche LOMBARDO Vincenzo si dimostrava in palese disaccordo con CARIDI Santo, giungendo a prospettare la sua fuoriuscita dal gruppo se a gestire lorganizzazione fosse r imasto lui. Il risentimento di questultimo appariva dettato dalla possibilit che fosse assegnata, a suo discapito, una dote ad altro soggetto vicino a CARIDI Santo, circostanza che lo contrariava particolarmente e gli faceva dichiarare di essere disposto anche ad uccidere se ci fosse accaduto. ...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?... ...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro....

5.4 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: LE RISULTANZE DELLE INTERCETTAZIONI AMBIENTALI E TELEFONICHE Pu, pertanto, passarsi allesame delle ulteriori emergenze indiziarie rappresentate nella nota informativa del 26/7/2011, nella quale la P. G. indica le risultanze in termini di attualit della cosca LIBRI CARIDI. Cos il P. M. illustra gli ulteriori dati che si andranno a riportare: - II.3 LATTIVIT DINTERCETTAZIONE TELEFONICA E AMBIENTALE - a) Il legame tra i membri del gruppo Lattuale operativit e pericolosit della organizzazione mafiosa di cui sono parte i soggetti individuati emerge chiaramente anche alla luce delle risultanze investigative emerse nel corso _____________________________________________________________________________ 212

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dellattivit di indagine svolta nellambito del presente procedimento penale. Si gi illustrato in precedenza il contenuto del progressivo nr. 196 registrato a bordo dellautovettura Fiat 500 in uso a MANDALARI Carmelo, nel corso del quale il predetto che si trovava in compagnia dei genitori e della fidanzata, incontrava compare Cec i dentificato in ROTTA Vincenzo, col quale intratteneva una breve conversazione nel corso della quale il ROTTA, nel dirsi disponibile in caso di bisogno, lo invitava a considerarlo come un fratello maggiore e successivamente, nellillustrare ai presenti la personalit della persona appena incontrata, ne tesseva le lodi, definendolo come uno dei migliori cristiani del quartiere San Giorgio, raccontando un episodio accaduto durante un processo nel quale il ROTTA era stato imputato insieme a Giovanni ROSMINI, alias Carrozza, esponente della omonima consorteria, attualmente detenuto, fratello di ROSMINI Diego tratto in arresto nellambito del p.p. 259/06 RGNR DDA), quando il ROTTA, in maniera sfrontata, aveva dichiarato la sua appartenenza agli ambienti criminali di Reggio Calabria (La migliore persona di San Giorgio mamma, questo si presentato davanti al Giudice con il camuffo,
quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma leima lei gli ha detto il Presidentel il Giudiceil Presidente che ne solei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo, sono malandrino e lo potete scrivere!!!(ride)Avr fatto qualche dieci anni Comunque bravissimo! Gli ha detto in quella maniera al Presidente(inc.))

Altrettanto rilevante ai fini per cui si procede appare poi una ulteriore conversazione registrata sullutenza radiomobile in uso al ROTTA evidenziata nellinf.va della Sq.Mobile n data 19.7.11 che si riporta:

Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 15:12 progressivo nr. 142 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 3288555758 intestata a ROTTA Cristina (RC 18.12.1944) residente a Massa Lombarda (RA) Interlocutori: ROTTA Vincenzo e nipote (figlia della sorella Cristina)

Omissis Il progressivo sopra riportato si rivelava di particolare importanza in quanto nel corso della prima parte ROTTA Vincenzo conversava con una non meglio identificata nipote, figlia della sorella ROTTA Cristina e gli ribadiva quanto emerso nel corso della presente attivit di indagine, ovvero del suo impegno nella campagna elettorale in corso, finalizzato ad ottenere in cambio una sistemazione lavorativa per il figlio Domenico, Lelezioni che ci sono qua, ora vediamo quello che devo fare per

Domenico, perch senn qua non si (inc.) con lelezioniCon queste elezioni stanno rompendo i coglioni, per vedere se posso sistemare Domenico in qualche parte, se qualcuno mi aiuta, non c niente, un periodova a finire che a giugno vengo l.
Nel prosieguo della conversazione la donna raccontava al ROTTA che nel corso di un suo recente soggiorno a Reggio Calabria aveva incontrato Domenico ed Anna, la donna dice che quando lei era a Reggio ha visto Domenico ed Anna, ovvero CONDEMI Domenico e la moglie BORGHETTO Anna, circostanza questa di cui ROTTA era gi a conoscenza, per averne discusso con i due, Rotta le spiega che Anna non si ricordava che lei sua nipote, figlia di sua sorella, il Il corso del dialogo che ne seguiva si dimostrava di particolare interesse in quanto ROTTA Vincenzo definiva il CONDEMI come un fratello minore Abbiamo unamicizia io e luiio sono un fratello maggiore e io sono un fratello minore per me, mentre la nipote definiva lo stesso come persona tranquilla, ma di rispetto, No, ma bravo, pare tranquillo, un ragazzo di

giorno dopo ha mangiato a casa sua e glielha detto, poi continuano a discutere di Domenico

rispetto E un ragazzo di rispetto,

ROTTA Vincenzo aggiungeva che il CONDEMI, sotto la sua guida stava crescendo no, no, no, dietro di me cresce!... Si, bravo, bravo!, naturalmente laffermazione della donna che lo indicava come persona di rispetto, termine che ne determinava chiaramente lo spessore criminale, unita _____________________________________________________________________________ 213

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al fatto che sotto la guida del pi anziano ROTTA, CONDEMI Domenico stesse crescendo, non gi fisicamente, ma nelle gerarchie mafiose, offrivano conferma dellinserimento dei due in seno alla cosca attiva sul territorio di San Giorgio. Altrettanto rilevante di dimostrava il prosieguo del dialogo, in quanto la donna raccontava allo zio di avere anche incontrato Lillo, Ho visto, ho visto pure a coso a Lillo, facilmente identificabile dal contenuto del dialogo che ne sarebbe seguito, per CARIDI Leo, inteso Lillo o anche Cinese, nato a Reggio Calabria in data 18.11.1961, domiciliato a Reggio Calabria in via Sbarre Superiori Diramazione Lombardo nr. 75, titolare della CAFER (Allegato nr. 12) azienda che si occupa tra laltro della produzione di uova di Pasqua, fratello di CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), CARIDI Bruno (Condofuri 08.06.1958) e CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), tutti tratti in arresto da questo Ufficio in data 29.10.2010 nellambito della Operazione Alta Tensione, quali appartenenti alla cosca mafiosa LIBRI CARIDI. Laffermazione della nipote che diceva di essere andata a trovare Lillo che le aveva regalato due uova di Pasqua per i figli, No mi ha chiamato Peppe, per prendere due uova di Pasqua, per portarliai figli discatenava la rabbia di ROTTA Vincenzo, che dimostrava di nutrire grande risentimento nei confronti di questi, Per favore, mamamma mia antipatico Mi antipatico ed avendo appreso che il marito della donna era andato a trovare CARIDI Leo, ROTTA: EhEhlui andato l sopra?. DONNA: Si dice che un pomeriggio intero gli stato dietro, per stare con lui, lo criticava aspramente, Ahu sciacquinu, come prima, prima parla male poi gli va a fare lo sciacquino, questo un servetto Tuo marito prima parla male di questi CARIDI, e poi va

l e gli fa lo sciacquino E si sta l, come prima parla male e poi sta l, ma questi, questi giocattoli sono.
Ancora ROTTA Vincenzo dopo avere inveito a lungo contro il marito della donna ed averla rimproverata per essere andata a prendere le uova dal CARIDI, ribadiva il suo scarso rispetto e considerazione verso i componenti di quella famiglia, e tu vai dietro, e tu vai dietro a lui per due

uova di Pasqua marcie, questiquestiquesti Nzivati, io non sono mai andato da quando tuo padre li ha abbandonati, io non sono mai andato in vita mia l sopra, ed in particolare proprio verso CARIDI Leo indicato come uomo di scarso valore, A prendere le uova di Pasqua, non hai capito io non sono mai andato a dare confidenza specialmente a questo pisciaturi del cinese mai a prendere un uovo di PasquaIl cinese, il pi storto di tutti lui . Aggiungendo per rafforzare il concetto che aveva del CARIDI, Non ti credere che quello, quello il pi Pisciaturi che c nel rione, un esibizionista, storto, un pallone gonfiato, un cazzo pieno dacqua questo .
La donna cercava ancora di giustificarsi dicendo allo zio di non conoscere le persone, in ragione del fatto che faceva ritorno in questo centro solo una volta lanno e di averlo salutato solamente per rispetto, Ma chi li conosce a queste persone che so io Ho capito ma a me non che interessa figurati, io una volta lanno vengo l Io lho salutato per rispetto e basta. Lultima parte del dialogo si dimostrava particolarmente importante in quanto ROTTA Vincenzo nel confermare la scarsa considerazione nutrita verso il CARIDI, affermava che nella zona, i soggetti di maggior peso erano lui e CONDEMI Domenico, Non mi hai capito, chi cazzo ti pensi

che sono le personequa le persone che abbiamo i coglioni siamo due io e Mico gli altri non hanno neanche le cose neanche le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu Qui quelli che abbiamo due coglioni grossi come quelli di un bue siamo io e Domenico, non c ne sono altriGli altri sai che hannole noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu.
I contenuti del progressivo sopra esaminato contenevano pi elementi di particolare rilevanza, infatti ROTTA Vincenzo nel corso della conversazione affermava di occuparsi della crescita criminale di CONDEMI Domenico, un ragazzo di rispettono, no, no, dietro di me cresce!, che lui ed il CONDEMI erano da considerare come soggetti di grande peso allinterno del quartiere San Giorgio

chi cazzo ti pensi che sono le personequa le persone che abbiamo i coglioni siamo due io e Mico gli altri non hanno neanche le cose neanche le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu Qui quelli che abbiamo due coglioni grossi come quelli di un bue siamo io e

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Domenico, non c ne sono altriGli altri sai che hannole noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu;

La conversazione merita un commento sia per quanto concerne la prima parte, quella in cui, come si era anticipato, ROTTA evidenzia alla nipote il senso del suo impegno in campagna elettorale a favore del PLUTINO Giuseppe, ovvero conseguire, in cambio, una sistemazione lavorativa per il figlio, sia per quanto riguarda la seconda, relativa alla minuziosa descrizione del rapporto tra ROTTA e CONDEMI Domenico, del quale si dice un fratello maggiore, che viene definito come un soggetto che stava crescendo sotto la sua guida, ovviamente nel senso delle gerarchie degli uomini di rispetto del territorio di San Giorgio (e la stessa nipote, peraltro, definisce il CONDEMI un ragazzo di rispetto). Cos conclamandosi, per bocca dello stesso ROTTA, il peso criminale, nella consorteria attiva in San Giorgio, suo e del CONDEMI. Di ben diverso tenore, invece, le parole pronunciate dal ROTTA quando la nipote gli riferisce di aver incontrato Lillo, ovvero il CARIDI Leo, nei confronti del quale inveisce. Cos prosegue il P. M., esponendo ulteriori dati indiziari inerenti una vicenda personale, comunque esplicativa della comune appartenenza di entrambi gli indagati alla consorteria CARIDI, specie per il ruolo che viene ritagliato in capo al ROTTA, da leggere unitamente alla ra gione dellintervento a costui richiesto nella vicenda, la pacificazione necessaria ad evitare il possibile, altrimenti, intervento dei maggiorenti della consorteria. A riprova poi del particolare legame esistente tra i membri del gruppo, nel corso dellattivit investigativa da ultimo compiuta, venivano intercetate una serie di conversazioni concernenti una problematica di natura personale che per assumono rilevanza in quanto testimoniano una volta di pi la comune appartenenza degli indagati alla cosca CARIDI, nellambito della quale devono trovare composizione anche vicissitudini attinenti la sfera sentimentale-affettiva dei componenti del gruppo, allo scopo di evitare l intervento dei soggetti pi rappresentativi del sodalizio. Accade infatti che CONDEMI Domenico, sposato con BORGHETTO Anna, sorella di BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio, intrattiene una relazione extra-coniugale con ERRANTE Fortunata, figlia di Giovanni e CARIDI Elisabetta, nipote dello storico boss di San Giorgio CARIDI Giuseppe, detto Pep. Ci determinava, da un lato, il fastidio dellillustre zio che incarica il saggio ROTTA Vincenzo (Mastro di Misericordia) di richiamare allordine il CONDEMI; dallaltro, comprensibilmente, le ire della moglie che minacciava di riferire tutto al proprio fratello in carcere, BORGHETTO Cosimo, affinch fossero presi provvedimenti nei confronti del marito. Si riportano le conversazioni in questione, tratte dallinf.va della Sq.Mobile del 23.9.11: Ancora di interesse investigativo si rivelavano una serie di progressivi registrati negli ultimi giorni del mese di luglio u.s. nel corso dei servizi di intercettazione attivati sullutenza in uso a LOMBARDO Vincenzo ed a bordo dellautovettura di CONDEMI Domenico.

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In data 27 luglio 2011 sullutenza radiomobile in uso al LOMBARDO veniva registrata la seguente conversazione.

Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:16 progressivo nr. 1415 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e LOMBARDO Vincenzo
LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: Pronto!--\ Enzuccio?--\ Chi ?--\ Vincenzo sono!--\ Ah Vincenzo!--\

Vedi che lho rintracciato al tuo compare!--\


Si, anche io lho visto stamattina!--\

LOMBARDO: No, no, no, no infatti, infatti!--\ ROTTA: E sparti me lo ha detto a me, fino ad ora a questo minuto.--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: E gli ho detto: << va bene ! Ora chiamo ad Enzo e a Saro e li avviso! >>--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: Mi ha detto che per qualsiasi cosa a nostra disposizione ma sulle cose sue personali non c niente da parlare e (inc.)--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: va bene?--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: Va bene! Se lo vedi, se lo vedi io ti ho riferito queste testuali parole--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: << Vincenzo mi ha detto che per qualsiasi cosa sei a nostra disposizione >> ma per le cose personali dice che sono cose sue e--\

Eh per onestamente mi ha fatto capire dice : << di che dobbiamo parlare? Le cose personali>> e io gli ho detto: << Va bene cos vuoi ?>> e lui ha detto: << di quello che hai bisogno, che avete bisogno qualsiasi cosa! >>, e , ma , insomma, inutile che ci ammazziamo!--\

LOMBARDO: Eh! Va bene!--\


ROTTA: ROTTA:

LOMBARDO: Ok! Va bene, va bene !.--\

e risponde lui, delle sue cose nel bene e nel male.-\

LOMBARDO: Si, si, si ,si !--\ ROTTA: Sono tre giorni che lo andavo cercando io, cera pure tuo cognato Mimmo laltra sera, oggi lho visto !--\

Evitiamo e non andiamo oltre! Va bene Gioia?--\

LOMBARDO: Va bene! Ok! Dai!--\ ROTTA: Va bene? Io lasciatoho fatto le cose, non ho lasciato niente in sospeso, dopo di ch, se ti incontra digli che :<< mi ha telefonato Vincenzo e mi ha detto cos,

cos e cos, noi ti ringraziamo che sei presente in tutto e per tutto tra noifatti le tue cose>>.--\ LOMBARDO: Beh! Ma noi, poi --\
ROTTA:

LOMBARDO: Va bene! Va bene!--\

nelle sue cose personali non vuole che nessuno entri in merito(inc.)--\

ROTTA: E inutile che ci buttiamosu(inc).--\ LOMBARDO: Qualche sera di queste andiamo a mangiare, per non usciamo neanche il discorso!--\ ROTTA: Ah?--\ _____________________________________________________________________________ 216

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LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO: ROTTA: LOMBARDO:

Qualche sera di queste andiamo a mangiare per non usciamo neanche il discorso!--\ Si, si, ma io--\ Uh!--\ le parole, le testuali parole che lui mi ha detto io --\ Va bene!--\ ti sto dicendo! Evitiamo, evitiamo, poi le sue cose lui si assume le sue responsabilit nel bene e nel male nelle cose che ci devo fare!Ci possiamo spingereb asta chiuso!--\ Va bene! Ok! Va bene , dai ci sentiamo dopo!--\ Va bene? Comunque queste sono le testuali parole che mi ha chiamato Vincenzo e mi ha detto, gli devi dire: << noi ti ringraziamo che sei presente>>--\ Non gli dico, non gli dico niente io, quando lo incontro, lo incontro!--\ No quello mi ha detto che presente in tutto e per tutto con noi, in tutte le cose!--\ Uh!--\ Per non vuole(inc.)--\ Va bene, va bene !--\ lui responsabile di quello che fa e--\ Ok! E se la vede lui!--\ Va bene? Ciao!--\ Va bene! Ciao!--\ Ciao, gioia ciao!--\ Ciao!--\

Fine della conversazione.--\


Nel corso del dialogo, intercorso tra LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo, questultimo informava il suo interlocutore di avere incontrato una terza persona che nel confermargli la sua disponibilit verso di loro, Eh per onestamente mi ha fatto capire dice : << di che

dobbiamo parlare? Le cose personali>> e io gli ho detto: << Va bene cos vuoi ?>> e lui ha detto: << di quello che hai bisogno, che avete bisogno qualsiasi cosa! >>, si era contrariato in disposizione ma sulle cose sue personali non c niente da parlare e (inc.)

ordine a delle osservazioni fatte dal ROTTA, in quanto si trattava di cose personali per le quali non ammetteva intromissioni da parte di alcuno, Mi ha detto che per qualsiasi cosa a nostra Dal contenuto del prosieguo del dialogo si comprendeva che ROTTA Vincenzo, si era ripromesso di mettere al corrente della risposta ricevuta LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, i qualu erano evidentemente interessati allesito di quellincontro, E gli ho detto: << va bene

! Ora chiamo ad Enzo e a Saro e li avviso! >>

Erano una serie di conversazioni registrate in sequenza a bordo dellautovettura del CONDEMI, nella serata del 28 luglio a chiarire meglio i contorni della vicenda rivelando che il ROTTA ed il LOMBARDO, nel corso del progressivo sopra riportato stavano discutendo proprio del CONDEMI, con il quale proprio quella sera ROTTA Vincenzo aveva affrontato nuovamente la discussione.

Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 19:35 progressivo nr. 1072 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico, il quale inizialmente parla al telefono, dice allinterlocutore di passare a prendere suo padre, che lui sta per mettere la benzina alla macchina e poi andr a prendere Vincenzo, quindi immediatamente dopo si ferma e fa rifornimento allauto, parla nuovamente al cellulare, immediatamente dopo riavvia la marcia, alle ore 19:42:08 si ferma e scende. Alle ore 19:47:02 il CONDEMI sale a bordo e riparte, alle 19:48:25 si _____________________________________________________________________________ 217

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ferma ancora e scende, alle ore 19:51:07, nuovamente veicolo in movimento, CONDEMI conversa al cellulare con tale Pietro al quale spiega che si trova a Condofuri da Peppe e mangia l, se vuole lo pu raggiungere. Quindi si ferma e fa salire a bordo ROTTA Vincenzo, quindi avviano la marcia, CONDEMI dice a ROTTA che deve fare uno scambio,deve dare quello che ha in mano e prendersene un altro, poi conversazione coperta da fruscii, si fermano e parlano anche con tale Mico, conversazione varia tra i presenti, dopo CONDEMI parla al cellulare con lamante, alla quale chiede con tono alterato come mai non gli aveva risposto al telefono, ancora molti fruscii dovuti allalta velocit e i finestrini abbassati--\ ROTTA: Gli ho chiamato a tuo compare Vincenzo, e il numero(inc.)gli ho detto guarda che non si vuole incontrare(inc.)ma lui(inc. a causa di rumori e fruscii)gli ho detto io: ha detto di quello che abbiamo bisogno non ci sono problemi, per le sue cose personalisolo queste tre parole Domenico, lui mi ha fatto capire gli ho detto io, che di quello che abbiamo bisognolo potevi capire in fin dei contiio non la puoi pensare come vuoi(inc.)queste sono fissazioni.--\ (Inc.)--\ Sai qual sai qual il pensiero di quel(inc.)dice che non si metta in cose(inc. a causa di fruscii e rumori)pi che altropi che altro stata la preoccupazione(inc.)quando siamo andati io, lui e Pascaleddu(inc.)in mala fede(inc.)ora te la posso dire una io di quello che penso?--\ Dimmi.--\ (Inc.)lei se ne va di testa e parte, mi segui o non mi segui, questa una cosa fraterna, nessuno ti dice niente, Ges Cristo, hai capito? Io questo ti volevo dire, la Madonna Santissima, perch seitu sei permaloso, tu sei permaloso, tu sei orgoglioso e pensi che nessuno ti pu dire niente, sbagli cazzo!--\ Certo, io le(inc.)!--\ Mi devi fare strambare, tra ceci e fave, non come tualla pazzesca, alla pazzesca per te c, il paracadute con il kamikazeforse non ci siamo capiti, io mi sbaglioma tu pensi che generali non ne hai nel complesso del mondo, tu pensi che non ne hai?--\ Generali no!--\ Il Signore lo hanno inchiodato nella croce e ancora lo vanno criticando, se come dici tuse tu hai questo cervello, fai che cazzo vuoi!--\ A me non hanno cosa dirmi!--\ Tu devi sapere chemannaia la Madonna mannaia--\ Fanno pi brutta figura non si sa di ch--\ Non sto parlandosto parlando in generale--\ Mi possono invidiare--\ va bene v--\ questo mi possono fare!--\

CONDEMI: ROTTA:

CONDEMI: ROTTA:

CONDEMI: ROTTA:

CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA:

Ho capito, quandoquando ti vedono esagerato su certe cose, loro pensano che tu perdi punti, forse non hai capito come te lo devo dire? Vedi che senza offesa io sono
un cristiano che ha due coglioni cos--\ ma perdo punti--\ e se ti dico una cosa, te la dico fraternamente--\

CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA:

pensano che cosaio perdo punti per che cosa?--\ Certo!--\

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CONDEMI: ROTTA:

Uhm.--\ Secondo me cos, io glielo leggo nel cervello delle persone, il novantanove per cento sono quattro cornuti debulazzi e non sono capaci di dirtelo in faccia, te lo dice Vincenzo ROTTA, perch Vincenzo ROTTA ha due coglioni cos e--\ ma che hanno da dirmi?--\

CONDEMI: ROTTA:

Perch secondo me nel pensiero delle persone, ma in tutto il mondo, pure quelli che ti sembrano i meglio amici tuoi, secondo medice questo quami segui il discorso? E chiuso, chiuso, una volta dicevano cheche(inc.)come cazzo te lo devo dire, io te lo sto dicendo gioia mia, e ricordati una cosa, e te lo ripeter per tutta la vita, quello che viene al di sopra di tutto, vengono Matteo, Tullio e Peppe, ricordatelo sempre questo, che sono sangue del tuo sangue, vita della tua vita--\
Senti una cosa, ma c qualcuno che mi pu ricordare questa cosa a me?--\ Ma io non che te la voglio ricordare amore mio, io ti voglio dire di saperti gestire la tua vita mannaia la Madonna, perch la tua una vita disordinata, e come cazzo te lo devo dire, io so quello che ti dico--\ Enzo ora mi fa male la testa, cambia discorso.--\ oraoraperch non una vita disordinata la tua?--\ No, stai sbagliando di grosso pure.--\ Ah, ho capito dai, la vedi l, non sai fare un discorso che hai fatto--\ Che ti devo parlare scusa?--\ E disordinata la tua vita.--\ Perch disordinata?--\ Perch--\ Fammi capire perch?--\ (Inc.)--\ Io che? Sto una giornata con la mia famiglia, poi mi vedo con la mia bella, gli devo dare conto a qualcuno?--\ Non mi hai capito(inc.)e vedi come le cose vanno avanti!--\ Ma c bisogno, perch non sto facendo cos? Hai visto che sbagli a parlare pure tu?--\ Perch mannaia la Madonna c da ammazzarti unoun cristiano che ti dice comecome stanno le cose, sbaglia a parlare?--\ Come stanno le cose?--\ Ecco--\ e dimmi dove sto sbagliando--\ ma non ti pu correggere nessuno!--\ e dimmi dove sbaglio io(inc. a causa d voci accavallate)che mi devi correggere forza!--\ Si, si, secondo me si.--\ Ti hanno riempito la testa quei due stupidi?--\ Io non ho parlato proprio di questo discorso.--\

CONDEMI: ROTTA:

CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA:

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CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA:

Poi dici che non vengo a trovarti.--\ Sopra il be--\ (Inc.)--\ Mannaia la Madonna, sopra il bene di mio figlio che quelli non hanno parlato proprio con me, quelli mi hanno detto, mi ha detto poi ci vediamo e ci incontriamo con te. Ma sei una cosa seria Mimmo, ma perch ti inventi le cose(inc.)dietro al cancello(inc.)mi ha detto per favore chiamalo tu ha detto, e fai che si dia unanon abbiamo ne di ceci, ne di fave e ne di fagioli, ma perch ti inventi le cose Domenico?--\ Questa la troppa confidenza che do alle persone, ve lo dico io, ha ragione compare Peppe.--\ Che nemmeno ioche nemmeno io per modo di dire--\ Ti dico io che ha ragione compare Peppe!--\ ma se nemmeno iosonosono per modo di dire amico tuo fraterno--\ Ma se tu svantasii parli a vanvera pure tu!--\ perch ti dico che per ora sei--\ Per ora io sono chi, fammi capire, che sono, che mi stai vedendo?--\ Ti sto dicendo che devi cercare di gestire la cosa bella e pulita(inc. a causa di fruscii e interferenze)--\

CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI: ROTTA: CONDEMI:

Perch come gestita la cosa? No, sono invidiosi loro, te lo dico io, perch mi hanno visto l a Rimini con la mia bella e chiss che hanno pensato--\

Continua nel progressivo successivo.--\ Fine della conversazione.--\ Subito dopo il dialogo proseguiva,

Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 20:10 progressivo nr. 1073 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo, questultimo continuando la conversazione del progressivo precedente, contesta al CONDEMI che secondo lui sta gestendo la sua relazione extra coniugale in modo esagerato, anche se capisce che il suo sentimento forte. Gli conferma che di questo non ha parlato con nessuno, quelle persone gli hanno solo chiesto di chiamarlo per cercare di farlo ragionare. CONDEMI gli dice che lui gli doveva rispondere che si tratta di cose personali sue e lui non si intromette, quindi gli ribadisce che anche lui parla a vanvera.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Ed aveva termine con il seguente progressivo che si rivelava di particolare importanza,

Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 20:18 progressivo nr. 1074 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo

Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo, questultimo continuando la conversazione del progressivo precedente, continua a cercare di farlo ragionare--\ ROTTA: E vero o no, o sto dicendo barzellette? Ora a me come hai detto tu, mi hanno coinvolto, per io non gli posso rispondere, fatevi i cazzi vostri, se prima hanno parlato con te che pi tardi vi vedete, Domenico cerca di capire, o no? Anzi io gli ho detto perch scusa tu Enzo, che sei suo

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compare, perch non lo chiami tu? No, pi giusto che lo chiami tu, sia lui che Saro, voi siete il mastro della misericordia, queste parole, voi siete il pi giusto anziano, voi siete il pi saggio pi assai--\
CONDEMI: Va bene.--\ ROTTA continua a ribadirgli e a ripetergli lo stesso discorso di prima, cio che loro gli hanno detto che avevano gia parlato con lui. Al minuto 20:20:59 ROTTA Vincenzo spiega a CONDEMI che lha chiamato

anche compare Peppe e gli ha detto che lo deve chiamare lui perch il pi anziano e il pi saggio. Poi si arrabbia e gli dice di non rompergli pi i coglioni, che lui non vuole sapere pi nulla, poi sapr lui se un

domani sapendolo davanti a un precipizio, se decider di salvarlo oppure no. Alle ore 20:24:05 si fermano e scendono parlano con delle persone fuori dalla vettura,, quindi 20:26:14 salgono a bordo e riavviano la marcia. Conversazione varia tra i due, ROTTA gli parla del suo cane, gli spiega che il giorno che glielha regalato stato il giorno pi bello del la sua vita.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Dal contenuto dei dialoghi sopra riportati si comprendeva come, in considerazione delle condotte di CONDEMI Domenico che, per come reso evidente dal tenore di numerose conversazioni telefoniche ed ambientali registrate, in quellatto intratteneva una relazione extra coniugale, con ERRANTE Fortunata di Giovanni e CARIDI Elisabetta, nata a Reggio Calabria in data 22.07.2011, nipote dello storico boss di San Giorgio CARIDI Giuseppe, inteso Pep, nato a Condofuri in data 07.03.1943, relazione sentimentale evidentemente scoperta da qualcuno che nei giorni precedenti aveva notato il CONDEMI a Rimini in compagnia della donna, Perch come gestita la cosa? No, sono

invidiosi loro, te lo dico io, perch mi hanno visto l a Rimini con la mia bella e, chiss che hanno pensato ROTTA Vincenzo, affiliato pi anziano e dotato di maggior carisma e saggezza, Mastro della Misericordia, era stato incaricato da alcuni componenti della consorteria quali
LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, affinch lo invitasse a tenere un atteggiamento consono, Anzi io gli ho detto perch scusa tu Enzo, che sei suo compare, perch non lo chiami

tu? No, pi giusto che lo chiami tu, sia lui che Saro, voi siete il Mastro della Misericordia, queste parole, voi siete il pi giusto anziano, voi siete il pi saggio pi assai.

Nel corso di tale dialogo infatti ROTTA Vincenzo, evidenziava al CONDEMI come quel tipo di comportamento gli facesse perdere prestigio nei confronti degli altri affiliati, Ho capito,

quandoquando ti vedono esagerato su certe cose, loro pensano che tu perdi punti, forse non hai capito come te lo devo dire?
Lo stesso ROTTA ricordava al CONDEMI limportanza della famiglia, nominando i figli di questi, Perch secondo me nel pensiero delle persone, ma in tutto il mondo, pure quelli che ti

sembrano i meglio amici tuoi, secondo medice questo quami segui il discorso? E chiuso, chiuso, una volta dicevano cheche(inc.)come cazzo te lo devo dire, io te lo sto dicendo gioia mia, e ricordati una cosa, e te lo ripeter per tutta la vita, quello che viene al di sopra di tutto, vengono Matteo, Tullio e Peppe, ricordatelo sempre questo, che sono sangue del tuo sangue, vita della tua vita, ma soprattutto rammentava al medesimo che doveva comunque dare conto dei suoi comportamenti a chi era pi in alto di lui nelle gerarchie della cosca, Mi devi fare strambare, tra ceci e fave, non come tualla pazzesca, alla pazzesca per te c, il paracadute con il kamikazeforse non ci siamo capiti, io mi sbaglioma tu pensi che generali non ne hai nel complesso del mondo, tu pensi che non ne hai?
Affermazione questa che appariva dettata da quanto nel prosieguo del dialogo era affermato da ROTTA Vincenzo, che riferiva al CONDEMI che lincarico di richiamarlo gli era stato conferito anche da compare Peppe, da intendere verosimilmente CARIDI Giuseppe, che evidentemente non _____________________________________________________________________________ 221

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gradiva che la relazione con la nipote fosse di pubblico dominio, Al minuto 20:20:59 ROTTA

Vincenzo spiega a CONDEMI che lha chiamato anche compare Peppe e gli ha detto che lo deve chiamare lui perch il pi anziano e il pi saggio.

Dal contenuto dei progressivi sopra riportati si comprendeva chiaramente come ROTTA Vincenzo in considerazione del carisma e del ruolo ricoperto allinterno della organizzazione, era stato incaricato sia dagli affiliati di minor rango CALDERAZZO Rosario e LOMBARDO Vincenzo, sia verosimilmente dal vecchio patriarca CARIDI Giuseppe, affinch richiamasse CONDEMI Domenico a tenere atteggiamenti pi morigerati, in quanto il protrarsi di quella relazione avrebbe potuto portare una perdita di prestigio e di credibilit a lui stesso, al vecchio boss e di conseguenza alla organizzazione mafiosa di cui erano parte.

Come anticipato, la conversazione vede scorrere veri e propri rivoli di subcultura mafiosa. Si coglie, anzitutto, come il problema sia connesso ad una relazione extraconiugale del CONDEMI con ERRANTE Fortunata, nipote dello storico boss CARIDI Giuseppe. Il dato, chiaramente, si riporta esclusivamente in relazione alla valenza che assume dal punto di vista indiziario. Infatti, emerge chiaramente linterazione di LOMBARDO e CALDERAZZO, che pressano per un intervento del ROTTA sul CONDEMI, perch metta fine alla relazione, ci in base alla sua funzione di mastro della misericordia, conferitagli in ragione dellessere, evidentemente, laffiliato pi anziano, di maggior carisma e saggezza tra i tre. ROTTA, al solito efficace nella semplicit delle sue proposizioni, pertanto comprensibilissime, richiama il CONDEMI sulla circostanza che le sue condotte sono monitorate da chi posto, nella scala gerarchica, in posizione apicale rispetto alla sua, sicch deve prestare attenzione ai generali. Tanto vero che il ROTTA riferisce al sodale di essere stato incaricato di richiamarlo da Compare Peppe, verosimilmente lanziano boss Giuseppe Caridi, che tale compito gli aveva affidato perch esso ROTTA era il pi anziano e il pi saggio (esattamente come, per altro verso, avevano fatto CALDERAZZO e LOMBARDO). Onde ricordargli, in sostanza, che quella relazione, oltre ad indebolire lo stesso CONDEMI dal punto di vista del prestigio e della sua credibilit in seno allassociazione, aveva pesanti ricadute dimmagine sul vecchio patriarca e sullo stesso sodalizio. Per vero, seri problemi al CONDEMI potevano nascere anche dalla reazione dei BORGHETTO, essendo la moglie di CONDEMI sorella del BORGHETTO Cosimo e del BORGHETTO Eugenio, esponenti apicali del sodalizio cui i CARIDI sono appartenenti (vd. ordinanza ALTA TENSIONE). Di ci v testimonianza nelle conversazioni successivamente passate in rassegna dalla P. G. come segue. Ma dalla relazione sentimentale di cui si sopra riferito, potevano inoltre derivare ulteriori problemi al CONDEMI, che proprio a causa della relazione sentimentale intrattenuta, trascurava la famiglia, infatti la moglie BORGHETTO Anna, sorella degli esponenti di vertice della cosca, BORGHETTO Cosimo ed Eugenio, in conseguenza dei comportamenti del marito, nel discutere _____________________________________________________________________________ 222

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telefonicamente con il cognato CUZZOLA Natale, gli chiedeva di rimproverarlo, altrimenti avrebbe provveduto a mettere a conoscenza degli accadimenti il fratello BORGHETTO Cosimo, nel corso di un colloquio in carcere che sarebbe avvenuto il giorno seguente, in quanto era stata da poco contattata telefonicamente dalla cognata SAPONE Lucia (RC 22.06.1957) che le aveva confermato la possibilit di parteciparvi, Natale! Era ubriaco che puzzava quanto ad un porco, che arrivato a casa e se

ne andato a dormire! Io non ne posso pi! O me lo rimproveri o io domani vado a fare il colloquio, perch mi ha chiamato Lucia che c un posto! Io stasera non lo posso fare! Natale! Perch questo non sente niente!(inc.) Conversazione del 07 Agosto 2011, ore 19:34 progressivo nr. 2264 Utenza chiamante: 3464225569 intestata ed in uso a BORGHETTO Anna nata Utenza chiamata 349/8431172 in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: BORGHETTO Anna e CUZZOLA Natale
ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: Natale!--\ Oh! Dimmi, Anna!--\

Lo hai visto, poi, a mio marito?--\

Si lho visto, si insieme eravamo--\ (inc.)--\ ora se ne sono andati che dove andare l a Condofuri!--\ Ora?--\ (inc.)rientreranno tardi, Anna!--\ Ora voleva andare, andato?--\ Ora se ne sono andati, ritorneranno tardi!--\

(inc.)laltra sera--\ Natale! Era ubriaco che puzzava quanto ad un porco , che arrivato a

Che gli venga una, Natale me lo fai sto cazzo di favore che io domani vado al colloquio , vedi!(inc.)--\

NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE: ANNA: NATALE:

casa e se ne andato a dormire! Io non ne posso pi! Oh me lo rimproveri o io domani vado a fare il colloquio, perch mi ha chiamato Lucia che c un posto! Io stasera non lo posso fare! Natale! Perch questo non sente niente!(inc.)--\
Pensa solo al divertimento! Lo so!--\ Solo per il divertimento, io . per favore--\ siritornatene a casa(inc.)--\ (inc.)che io non posso andare a dormire da nessuna parte che ho paura, da Mecula, da Donatella , ma l se vi mettete ed aprite questo divano domani io gliela devo combinare! Me ne devo andare , Natale! Perch questa vita non la posso fare!--\ (inc.)fretta , non vedi che abbiamo i bambini gli dive dire, sappilo prendere , che vuoi che ti dico!Io--\ (inc.)quello pensa solo a mandarmi (inc.).--\ Ora ti do le gatte, metti le gatte sul balcone, come viene prendilo a botte di gatte a tutti e due!-\ No! Questo qua , guarda sono due giorni che non c che la sera non so dove va che ha da fare e lui se ne ritorna a casa, io questa vita non la posso fare pi, io la notte devo dormire! Tu lo devi prendere! Non se ne rientrato lui dal mare ?--\ No! Ora se ne ritornano a Lazzaro sono ancora!--\ A va bene!--\ (inc.)Lazzaro!--\ Va bene! Ciao!--\ Ciao! Ciao!--\

Fine della conversazione.--\


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5.5 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: IL CONTROLLO DELLA CRIMINALIT NOMADE Altro profilo di emersione dellattualit della cosca e della partecipazione ad essa da parte del CONDEMI Domenico si coglie dal fatto che costui esercitava un vero e proprio controllo nei confronti della criminalit riconducibile al gruppo nomade insediato nel territorio della cosca, i cui esponenti erano costantemente raggiunti (a testimonianza di un pesante controllo del territorio, addirittura nei confronti di altri criminali) dal CONDEMI, che pretendeva la restituzione di veicoli oggetto di furto, specie quando questi si appartenevano a propri conoscenti. Ci, peraltro, con unefficacia intimidatoria che traspare chiaramente dal tenore stesso dei dialoghi che lo vedono interloquire con i vari nomadi responsabili dei furti in questione. Cos, quindi, il P. M. evidenzia le risultanze in proposito conseguite:

- b) Il controllo di CONDEMI Domenico sulla criminalit nomade Un aspetto particolarmente rilevante emerso nel corso delle indagini che avevano portato allesecuzione della cd. Operazione Alta tensione nellambito del proc.n.259/06 RGNR DDA di cui, come detto in premessa, lattuale procedimento costituisce una naturale prosecuzione, stato quello del controllo operato da parte dei soggetti appartenenti alla consorteria mafiosa in esame sulla criminalit nomade di Reggio Calabria. Ebbene, il dato apparso assolutamente confermato anche dalle pi recenti investigazioni da cui emerso, in questambito, il ruolo esercitato da CONDEMI Domenico il quale, da un lato, come visto in precedenza, attingeva dal bacino elettorale della comunit nomade di Ciccarello preferenze da riversare a beneficio della candidatura del PLUTINO a consigliere comunale; dallaltro, interveniva con fermezza sugli appartenenti alla stessa, pretendendo con esplicite minacce limmediata restituzione di auto sottratte a suoi conoscenti, testimoniando lassoluto dominio sulla realt micro-criminale della zona, a riprova ulteriore della propria notevole caratura criminale. Si riporta linf.va della Sq.Mobile del 19.7.11 nella parte dinteresse: Lattivit tecnica investigativa svolta, ha inoltre delineato anche un serrato controllo svolto dalla cosca sulle attivit delittuose che si evolvono sul territorio e non strettamente emanazione della attivit associativa. Si fa qui riferimento al controllo di quella che pu essere definita in certo senso una delinquenza pi dozzinale, ma che ha comunque una rilevanza notevole nel contesto cittadino, e che vede primi attori gli appartenenti alla comunit rom stanziata nel quartiere di Ciccarello, controllo gi evidenziatosi nel corso della campagna di raccolta di preferenze elettorali in favore di PLUTINO Giuseppe, allorquando CONDEMI Domenico, in ragione del proprio carisma criminale, prevedeva di ottenere dai componenti della comunit nomade almeno quaranta voti, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti, circostanza questa puntualmente verificatasi per come accertato da questo Ufficio in sede di verifica dettagliata delle preferenze raccolte dal candidato PLUTINO Giuseppe. Dallesame delle conversazioni sotto riportate, si avr modo di evidenziare, come attraverso gravi minacce, lassociazione mafiosa facente capo ai CARIDI, riesca ad esercitare uno stretto controllo, nei confronti della predetta comunit rom, riuscendo ad imporre la propria volont, avvalendosi della forza intimidatrice classica delle pi efferate associazioni mafiose. _____________________________________________________________________________ 224

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Le conversazioni che saranno di seguito esaminate costituiscono ennesima riprova di quella capacit di intimidazione facente capo alla associazione e che trova espressione non solo nei confronti delle componenti sane della societ, ma attuazione anche nei confronti delle componenti delinquenziali operanti sul medesimo territorio, con conseguente conferma del pi volte citato predominio assoluto detenuto dalla cosca LIBRI CARIDI. Quanto sopra esposto trova infatti conferma nellanalisi delle conversazioni qui di seguito riportate che testimoniano come il predetto predominio sulla criminalit comune venga esercitato con determinazione.

Conversazione del 21 Maggio 2011, ore 18:25 progressivo nr. 1904 Utenza chiamante:392.1614511 in uso a NOCERA Domenico Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NOCERA Domenico
Omissis CONDEMI Domenico veniva contattato telefonicamente da NOCERA Domenico nato a Reggio Calabria in data 09.08.1970, ivi residente in via Boschicello nr. 20, che intendeva interessarlo del furto di unautovettura operato dai nomadi, No, sai che volevo per te lo volevo dire No, per

una macchina che gli hanno preso gli zingari qua.

La richiesta del NOCERA contrariava particolarmente il CONDEMI, che in virt della massima cautela da adottare nel corso dei colloqui telefonici, nella consapevolezza di poter essere sottoposto ad attivit investigativa da parte delle Forze dellOrdine, apostrofava pesantemente il suo interlocutore troncando la comunicazione, Ancora, ma sei scemo? Questo breve dialogo faceva comunque comprendere come il CONDEMI rappresentasse un punto di riferimento allinterno del quartiere, in occasione di eventi di tale genere, essendo considerato come soggetto in grado imporre ai nomadi la restituzione dellauto rubata. Quanto dal tenore del progressivo sopra riportato poteva apparire come una semplice supposizione, otteneva decisive conferme da una serie di dialoghi registrati nel corso del servizio di intercettazione ambientale attivato a bordo dellautovettura di CONDEMI Domenico.

Omissis

Conversazione del 07 Giugno 2011, ore 13:28 progressivo nr. 351 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Felice ( nomade non identificato)

Infatti CONDEMI Domenico contattava un nomade di nome Felice, al quale chiedeva conto di unautovettura Fiat Panda multijet di colore grigio, asportata nei pressi degli Ospedali Riuniti, Zio

Felice ma per una Panda che hanno preso allospedale possibile che non sappiano niente?... Allospedale, una Panda grigia multijet, il nomade ribatteva che lui era stato interessato da terze

persone di Modena per una PANDA 4x4 rubata in via Lia, per la quale si era rapportato con un altro nomade, del quale non era comprensibile lidentit, che gli aveva dato la disponibili t proprio per quella di cui il CONDEMI era alla ricerca, Eh, quello che mi hanno detto a me, mi hanno detto no pu

essere pure che una grigia allospedale, no gli ho detto io, quella che mi hanno detto a me in Via Lia quattro per quattro(inc.)pure allospedale, ti rendi conto(inc.)?

Pertanto CONDEMI Domenico chiedeva conferma sulla identit del nomade che aveva la disponibilit della vettura, Lui ?... Sicuramente, hai capito?, e dopo averla ottenuta riavviava la marcia allontanandosi. Il progressivo sopra riportato aveva un seguito il giorno seguente.

Conversazione del 08 Giugno 2011, ore 12:32 progressivo nr. 371


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A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, nomadi non meglio identificati
Omissis Nel corso della conversazione sopra riportata CONDEMI Domenico rimproverava un nomade per il suo disinteressamento, CONDEMI: Te ne fotti. UOMO1:Che me ne fotto, per la Panda?. CONDEMI: Eh, ma questi si giustificava dicendo che una terza persona, aveva litigato per lui, interessando per il recupero dellautovettura asportata anche i nomadi residenti negli accampamenti di Gioia Tauro e Rosarno, Per te stava litigando con(inc.)dice che sono andati fino a Rosarno o Gioia Tauro, non lo sai? Si preso limpegno(inc.)che sono arrivatifino a Rosarno sono arrivati, nonostante ci non era ancora stato possibile ritrovarla, E non si sa che fine ha fatto

questa macchina?

A distanza di cinque giorni una nuova conversazione faceva comprendere come CONDEMI Domenico stesse effettuando una vera e propria di indagine che aveva come scopo il recupero dellautovettura, ma anche lindividuazione dei responsabili del furto.

Conversazione del 13 Giugno 2011, ore 21:21 progressivo nr. 427 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Massimo (nomade non identificato)e nomade non identificato
Omissis In questo caso CONDEMI Domenico incontrava un nomade di nome Massimo, con il quale concordava un appuntamento per i giorni successivi, E quando vuoi che ci vediamo, deciditi

Dopodomani

Successivamente anche a Massimo il CONDEMI chiedeva chi fosse a rubare le autovetture nei pressi dellospedale in quanto ne erano state rubate diverse che non erano state ritrovate, Massimo ma

chi che prende le macchine al cosoallospedale, sono mancate un po di macchine, oh, non stato di Dio trovarle.

Il nomade rispondeva che autore di quei furti era certamente un nomade indicato con un soprannome, Il bastardo di Mario u pumu!(inc.)a tale risposta CONDEMI ribatteva di avere saputo da Felice lo zingaro, che poteva essere stato un altro nomade soprannominato Scialab, Ma lo

scialab mi hanno detto pure Lo scialab pure

Il nomade chiedeva quindi di che macchina si trattasse, Che Punto era?, ma il CONDEMI lo informava trattarsi di una Panda rubata circa una settimana prima, No, era una Panda che lhanno presa l al cosouna Panda grigia multijet Qualcheuna settimana e se avesse parlato con i nomadi di Ciccarello, cosa che era chiaramente avvenuta per stessa ammissione di CONDEMI Domenico che infatti aveva dato avviso a tutti del suo interesse per quella automobile, MASSIMO:A Ciccarello sei salito? CONDEMI:Si, lo sapevano tutti. Questultimo una volta ottenuta conferma che responsabili del furto erano Mario e Luigi, Mario u pumu...(ridono)se era a benzinase era a benzina(inc.) Quella Lancia

Ypslonquella Lancia Ypslonquella Lancia Ypslon se l presa lui, hanno la centralina!... No, Mario u pumu e Luigi scialab, che si accoppiano insieme e fanno danni, si riprometteva di impartire una severa lezione allautore del furto, Allora bastardo, gli devo rompere le gambe a questo bastardo.

Infine CONDEMI Domenico invitava Massimo a prendere provvedimenti in merito e ribadiva il suo interesse per la vettura in questione, Eh, allora Felice mi ha detto la verit, si, ma Massimo dobbiamo prendere provvedimenti! MASSIMO:Facciamo cos, ma ti interessa questaCONDEMI: Certo che mi interessa. A distanza di due settimane poich la ricerca dellautovettura rubata non aveva dato esito, _____________________________________________________________________________ 226

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CONDEMI Domenico continuava nella sua personale inchiesta riuscendo a rintracciare lautore del furto.

Conversazione del 27 Giugno 2011, ore 16:14 progressivo nr. 540 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Mario (nomade non identificato)
Alle 16.14.41 lauto in movimento, vari rumori in sottofondo,alle 16.15.37 DOMENICO saluta qualcuno suonando il clacson, luomo ricambia il saluto;alle 16.17.18 DOMENICO parla dal finestrino con una persona chiamandola MARIO, questultima con accento nomade--\ DOMENICO: MARIO:

Ma tu non la finisci di rubare le macchine allospedale e di farle scomparire?--\ E che devo fare se , se il mio, mio settore!--\
qualcuno ride in sottofondo--\

DOMENICO: Io ti dico di finirla! Mario!--\ MARIO: Ma vedi dove devi andartene! Zingaro, bastardo! Non mi saluti?--\ DOMENICO: Mario vedi di finirla perch nonnon possiamo fare brutte figure! Finiscila! Quando prendi una macchina tienila almeno due o tre giorni!--\ MARIO: Quale macchina?--\ DOMENICO: Ti sto dicendo che tu lhai presa e mi hanno detto pure che te la sei venduta!--\ MARIO: Che macchina?--\ DOMENICO: Una Panda! Allospedale! Grigia! Vedi di finirla di prenderti le macchine--\ MARIO: sopra ai miei nipoti che no(inc.)--\ DOMENICO: vedi divedi di finirla di prendere le macchine!--\ un'altra persona non identificata si intromette nella conversazione chiamando per nome DOMENICO--\ MARIO: DOMENICO: (inc.)--\

DOMENICO riparte con lautomobile, vari rumori, alle 16.18.53 lautomobile arresta la marcia, si apre uno sportello.--\ Alle 16.25.57 Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\

vedi di finirla di prenderti le macchine e di venderle! Se no ti ammazziamo! Ti dicoapure che ci sono le microspie!--\

Infatti CONDEMI Domenico riusciva a rintracciare il Mario che gli era stato indicato essere autore del furto e subito lo apostrofava, Ma tu non la finisci di rubare le macchine allospedale e di farle scomparire?, il nomade si giustificava affermando che quello era il suo settore, E che devo

fare se , se il mio, mio settore!.

Quella risposta contrariava ulteriormente CONDEMI Domenico, Io ti dico di finirla! Mario!, che invitava il suo interlocutore a smetterla di comportarsi in quel modo ed a tenere le

autovetture rubate almeno qualche giorno prima di disfarsene, perch altrimenti non dava loro la possibilit di ottenerne la restituzione, circostanza questa che causava una perdita di prestigio verso i soggetti che ad essi si rivolgevano, Mario vedi di finirla perchnonnon possiamo fare brutte

figure! Finiscila! Quando prendi una macchina tienila almeno due o tre giorni!

Il nomade chiedeva quindi di quale autovettura si trattasse, Quale macchina?...Che _____________________________________________________________________________ 227

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macchina?, e CONDEMI Domenico specificava trattarsi della Panda di colore grigio che era stata da lui rubata e successivamente rivenduta, Ti sto dicendo che tu lhai presa e mi hanno detto pure che te la sei venduta!...Una Panda! Allospedale! Grigia! Vedi di finirla di prenderti le macchine
Ancora Mario, evidentemente ben consapevole della pericolosit del suo interlocutore, cercava di negare di essere lui lautore del furto, sopra ai miei nipoti che no(inc.), ma CONDEMI Domenico essendo certo di trovarsi di fronte allautore del furto, lo invitava nuovamente a comportarsi come in precedenza gli aveva consigliato, vedi di finirla di prenderti le macchine e di venderle!, altrimenti lo avrebbero ucciso, Se no ti ammazziamo!, non importandogli che quello che gli stava dicendo potesse essere intercettato da microspie, Ti dicoapure che ci sono le microspie! La vicenda in esame si rivelava particolarmente chiara nei suoi contenuti in quanto confermava ulteriormente la pericolosit del CONDEMI, ma soprattutto come lo stesso fosse parte di una organizzazione mafiosa, che anche mediante il controllo esercitato sulla criminalit comune, manifestava allesterno il proprio potere aumentando sempre di pi il prestigio criminale, autorevolezza che in alcun modo poteva essere sminuita dai comportamenti dellautore del furto, nonnon possiamo fare brutte figure!, che infatti, se avesse reiterato nelle sue condotte sarebbe stato ucciso,

Se no ti ammazziamo!

Conversazione, quella che precede, che non ammette letture alternative: a Mario, infatti, il CONDEMI esplicita di non parlare per conto proprio, ma quale esponente di unorganizzazione mafiosa, che non pu permettersi di fare brutte figure. La seriet della minaccia portata dal CONDEMI si rivela per sua stessa bocca, quando pronuncia la frase Se no ti ammazziamo, facendola seguire dal commento che non gli interessa se, a bordo della sua macchina, vi siano microspie. Espressione, quanto precede, quasi da manuale del metodo mafioso. Altri dati rappresentativi del fenomeno nellinformativa della Squadra Mobile del 23/9/2011, citata dal P. M. come segue: Sempre in relazione alla stessa tematica e cio il controllo esercitato dalla cosca CARIDI ed in particolare da CONDEMI Domenio sulla criminalit nomadi, ulteriori elementi venivano individuati con la successiva inf.va della Sq.Mobile del 23.9.11: Giova riferire inoltre che nel prosieguo dellattivit di indagine sono state registrate ulteriori conversazioni il cui tenore conferma come i componenti della cosca CARIDI continuino ad esercitare il loro capillare controllo sulle attivit della criminalit comune con particolare riferimento ai componenti della comunit, nomade stanziatasi nel quartiere Ciccarello. Infatti nel corso del servizio di intercettazione ambientale attivato a bordo dellautovettura in uso a CONDEMI Domenico in data 17 agosto 2011 erano state registrate le seguenti conversazioni.

Omissis Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico contattava un nomade non meglio identificato chiedendogli conto del furto di un telefono cellulare, avvenuto nei pressi dei campi di calcio _____________________________________________________________________________ 228

Conversazione del 17 Agosto 2011, ore 20:38 progressivo nr. 1353 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Uomo (nomade non identificato)

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di questa via Messina, in atto gestiti da PELLICANO Francesco (Motta San Giovanni 03.11.1965), presidente della squadra di calcio dilettantistica Hinterreggio, O Cema chi va a rubare nei campetti la sotto, di PELLICANO?eh, sono andati e gli hanno scassato una Punto, gli

hanno rubato un telefono, ora il telefono che lo prendono a fare, cheche li arrestano pure, perch c fatta la denuncia, in una Punto ultimo tipo, gli hanno scassato il vetro di dietro e gli hanno preso un Samsung.
Nel corso del dialogo CONDEMI Domenico chiedeva al suo interlocutore di intervenire per impedire il protrarsi di quei furti, altrimenti avrebbero provveduto con le consuete violente modalit,

vanno a rubare l, gli devi dire di no, chiamateli, e gli devo far montare la telecamera, cos poi li pizzichiamo e li mandiamo in ospedale?, ripromettendosi di estendere il suo diktat anche ad un altro nomade di nome Cosimo, che successivamente sarebbe andato a trovare, Vedi, io glielo dico a Cosimo pure Conversazione del 17 Agosto 2011, ore 21:13 progressivo nr. 1354 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Mico, Massimo, Cosimo e Tot ( non identificati)
Infatti poco dopo,

Omissis

CONDEMI Domenico insieme ad un altro soggetto, di nome Mico, si recava a Ciccarello dove prendeva contatti con un nomade di nome Massimo al quale chiedeva la restituzione una moto ape che interessava al suo accompagnatore, motoveicolo che in realt era di propriet di una terza persona residente nella frazione di San Salvatore, CONDEMI: Compare MicoDi chi questa lambretta? MICO:Di uno del Salvatore, e non possiamo fare del meno, Domenico Per la restituzione del motoveicolo, il nomade chiedeva che agli autori del furto, fosse regalata comunque una somma di denaro, MASSIMO:Fai che gli regali qualcosa, richiesta alla quale CONDEMI Domenico non aveva alcuna intenzione di aderire ed infatti prometteva al nomade che in una successiva occasione gli avrebbe fatto recuperare la somma di denaro non incassata, La prossima

gli devi dire che gli facciamo recuperare i soldi(inc. a causa di disturbi di linea)gli regalo io qualcosa...
Il nomade continuava a pretendere che fosse versato del denaro, circostanza questa che contrariava visibilmente il CONDEMI, che dalliniziale tono conciliante passava al consueto atteggiamento intimidatorio ricordandogli che quando si presentavano loro, ovvero i componenti della cosca, non era ammessa alcun tipo di richiesta, ma era necessario restituire quanto era stato rubato, Io

so che tu questo non c bisogno nemmeno che lo dici questoquando veniamo noicerca di prendere lApe e di uscirla fuori!

Alla incomprensibile risposta del nomade, CONDEMI Domenico ancor pi deciso minacciava di morte gli autori del furto, E quando sale il carro funebre che fanno? dicendo a Massimo di riferire a chi custodiva la moto ape, che non era pi interessato alla restituzione della stessa, ribadendo ache vrebbero dovuto restituirla senza discussioni, gli devi dire di prendere lApe e di restituirgliela punto, quando cc il pensiero, gli esce solo, altrimenti della loro risposta negativa, ne avrebbero pagato le conseguenze, Ma quando sale il carro funebre che fanno? Tu gli

devi dire cos, la volete portare negativaportatela negativa, gli devi dire che non la vogliamo lApe
A testimoniare come i componenti della cosca abbiano il costante controllo sulle illecite attivit dei ROM, vi era unaltra conversazione registrata sullutenza radiomobile in uso a CONDEMI Filippo.

Conversazione del 03 Settembre 2011, ore 18:09 progressivo nr. 8413 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Utenza chiamata 339/5070595 in uso a PIOLI Tatiana Interlocutori: CONDEMI Filippo, PIOLI Tatiana e Massimo (nomade non identificato
Omissis _____________________________________________________________________________ 229

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Dal contenuto del dialogo sopra riportato, si aveva modo di apprendere come CONDEMI Filippo, chiaramente in virt della sua appartenenza alla cosca CARIDI, avesse ottenuto la restituzione, da parte di un ROM di nome Massimo, di una pellicola che era stata asportata da unautovettura. Infatti mentre conversava con PIOLI Tatiana veniva raggiunto da un nomade di nome Massimo che gli restituiva una pellicola che era stata in precedenza rubata, circostanza questa di cui era a conoscenza anche la donna, CONDEMI:Aspetta che mi hanno portato la pellicola forse, apposto, grazie PIOLI: Ma quella che avevano rubato? E nel prosieguo, CONDEMI: La pellicola ritornata E ritornata la pellicola, PIOLI: Ma quella l o unaltra? CONDEMI:No, quella! PIOLI: Quella?. La conversazione si concludeva infine con CONDEMI Filippo, che allo stupore della donna per la restituzione, Pure le cinque euro vi hanno tornato?... E allora lo sai chi lha presa!, le rispondeva facendole intendere di non avere ben compreso, con chi avesse a che fare, Cipolla vai a

partire la limousine v, ancora tu non hai capito niente della vita.

E si coglie, dunque, come, in questo caso, ad ottenere la restituzione di un bene sottratto da parte dei nomadi fosse stato laltro fratello CONDEMI, Filippo, evidentemente in forza della carica intimidatrice determinata dalla sua appartenenza alla consorteria, che, come si apprezzato, anche nellulteriore squarcio temporale monitorato dagli investigatori, ha esercitato il proprio controllo sulla criminalit nomade operante nel territorio sottoposto alla sua egida.

5.6 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: GLI ATTI INTIMIDATORI La richiesta, poi, prosegue illustrando ulteriori dati indiziari dimostrativi dellattualit della cosca CARIDI, in particolare connessi agli atti intimidatori realizzati dagli accoliti. - c) Gli atti intimidatori In relazione ordine alla pericolosit ed ai metodi intimidatori di matrice mafiosa posti in essere da CONDEMI Domenico e dai suoi accoliti giova qui riportare i contenuti di alcuni progressivi registrati a bordo dellautovettura del sopra citato soggetto. Cos il P. M::

Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 16:21 progressivo nr. 10 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e PELLICANO Gregorio (RC 07/07/1983 ivi residente in via Sbarre Superiori nr. 38/P)
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico, il quale a un certo punto chiede ad un altro automobilista se gli ha suonato a lui, dopo di ch continua la marcia, alle ore 16:29:04 si ferma dal gommista e gli chiede se lha riparata, quindi gli chiede di metterla l. Poco dopo chiama a un Gregorio il quale si avvicina, i due iniziano a conversare--\ DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO:

Gregorio lo conosci tu a Pietro ROMEO?--\


Pietro ROMEOma com--\ Questo che abita qua mi pare--\ Si, un avvocato ?--\ Avvocato?--\

No, suo figlio avvocato, lo conosco, al Tribunale !--\ Pietro ROMEO, aveva una Micra prima.--\

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GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO:

Si, ho capito chi .--\ Ah, lo conosci a questo?--\

Sai chi , ilcome ti posso spiegare al Tribunale dei minori questo--\


Eh.--\ mannaia non so come ti devo spiegare, a Pippo lo conosci, a Filippo quello l robusto che hache suo padre abita sopra il lavaggio didi Paolo, che frequenta sempre alla Chiesa? A Daniele SCARAMOZZINOa Daniele il figlio di Pino?--\ Eh.--\ eh, questoil figlio di questo Pietro frequenta con questo Pinocon il figlio di Pino.--\ Ci sai andare da lui?--\ Va b, e che hai bisogno qua?--\

DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO:

Ma che macchina ha ora?--\ Ora ha una 156ha la Micra e la 156 station wagon grigia, sai con chi sta, con la mamma di Catia, te la ricordi a Catia la bionda? A Catia la bionda te la ricordi?--\

A questo punto della conversazione CONDEMI risponde al cellulare e conversa con un tale Pietro al quale chiede di passargli lo zio--\ DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: DOMENICO: GREGORIO: Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico si fermava a dialogare con PELLICANO Gregorio, dipendente di una rivendita di gomme per auto ubicata in via Pio XI 128/C e gli chiedeva notizie di tale Pietro ROMEO, Gregorio lo conosci tu a Pietro ROMEO?...Questo che abita qua mi pare, un tempo proprietario di una Nissan Micra, Pietro ROMEO, aveva una Gregorio vieni qua, con chi sta, sta convive?--\ Si, no convive, sonosono fidanzati da tanto tempo, lei abita sopra e lui abita sotto dalla parte di qua, la mamma di Catia.--\ Quale Catia?--\ Catia la bionda, quella che era fidanzata con Mico il caino, quella era fidanzata con Massimo.--\ Quello che ha la Panda?--\ La Panda, no, non ha la Panda, ha una Tipo bianca, comunque abita qua, Domenico abita qua, non so come ti devo spiegare perch non che qua, che frequenta qua in mezzo capito?--\ Va bene.--\

Ma successo qualcosa?--\ No, niente, lo voglioper parlargli io!--\


E qua abita, quando vuoi andiamo e gli suoniamo.--\

Hama la macchina la parcheggia da quella parte?--\


(Inc. a causa di rumori)--\ A questo punto CONDEMI avvia la marcia, poco dopo si ferma e scende.--\

Micra prima.

La persona da lui interpellata comprendeva di chi stesse chiedendo il CONDEMI e cercava di _____________________________________________________________________________ 231

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indicarglielo, Sai chi , ilcome ti posso spiegare al Tribunale dei minori questomannaia non so come ti devo spiegare, a Pippo lo conosci, a Filippo quello l robusto che hache suo padre abita sopra il lavaggio didi Paolo, che frequenta sempre alla Chiesa? A Daniele SCARAMOZZINOa Daniele il figlio di Pino?... eh, questoil figlio di questo Pietro frequenta con questo Pinocon il figlio di Pino, ma il CONDEMI di rimando chiedeva al PELLICANO se fosse in grado di raggiungere labitazione di questi, Ci sai andare da lui?, mentre questultimo chiedeva se avesse bisogno di qualcosa, Va b, e che hai bisogno qua?. Nella circostanza il CONDEMI chiedeva notizie sullautovettura che il ROMEO utilizzava, Ma che macchina ha ora? apprendendo che era proprietario di unAlfa Romeo 156 station wagon e di una Micra, Ora ha una 156ha la Micra e la 156 station wagon grigia Naturalmente quella richiesta di informazioni da parte del CONDEMI aveva incuriosito il suo interlocutore che chiedeva quale fosse il motivo del suo interesse, Ma successo qualcosa?, lo stesso diceva al PELLICANO che aveva solamente necessit di parlargli, No, niente, lo voglioper parlargli io!, ma allo stesso tempo chiedeva notizie certe sul luogo dove il ROMEO parcheggiava lautovettura, Hama la macchina la parcheggia da quella parte? A distanza di qualche giorno da questo incontro veniva registrata una nuova conversazione, avente i medesimi interlocutori, che meglio chiariva i contorni della vicenda in esame, ovvero perch CONDEMI Domenico intendesse incontrare il ROMEO.

Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 11:14 progressivo nr. 43 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e PELLICANO Gregorio (RC 07/07/1983 ivi residente in via Sbarre Superiori nr. 38/P)
Omissis Inizialmente CONDEMI Domenico, trovandosi nella imminenza delle consultazioni elettorali, raccomandava a PELLICANO Gregorio di mantenere gli impegni presi per i voti, DOMENICO: I voti? GREGORIO:Apposto. DOMENICO:Mantienili fermi, ma subito dopo il PELLICANO chiedeva cosa avesse fatto con quella persona di cui nei giorni precedenti aveva chiesto notizie, Senti(inc.)che hai fatto con quello poi?. CONDEMI Domenico rispondeva di non averlo incontrato ed il suo interlocutore, dopo averlo informato che era possibile rintracciare il ROMEO dopo le ore 16,00 ed essersi detto disponibile ad accompagnarlo, chiedeva il permesso di dargli un suggerimento in considerazione del fatto che ben conosceva la personalit del soggetto in questione, Dico io, questo qua dopo delle quattro lo

trovi Se tu vuoi cheo pomeriggio o domanise una cosaio non so, ti sto domandando, ti posso dire una cosa?... E mezzo scemo, ha detto qualche parola pi di unaltra?

Richiesta questa alla quale CONDEMI Domenico rispondeva chiarendo il motivo del suo interesse per il ROMEO. Si era reso responsabile di avere detto in giro che avrebbe malmenato duramente proprio il CONDEMI, (Inc.)gli ha detto che mi macina! Il PELLCANO cercava di placare il risentimento del suo interlocutore, E vero, va b, ma le persone sono combinate male Domenico, ma il CONDEMI si dimostrava irremovibile nel suo intento, Non mi interessa! ovvero porre in essere unazione intimidatoria in pregiudizio del ROMEO,

se non avesse avuto soddisfazione per loffesa subita, chiaro appariva dal contenuto dei dialoghi sopra riportati, lintendimento di CONDEMI Domenico di porre in essere unazione intimidatoria nei confronti di ROMEO Pietro, Ma che macchina ha ora? Ora ha una 156ha la Micra e la 156 station wagon grigiaHama la macchina la parcheggia da quella parte?, soggetto reo di avere messo in giro la voce che lo avrebbe malmenato, episodio questo del tutto analogo seppur allo stato non consumato, a quello posto in essere per motivazioni diverse in pregiudizio dellon. Regionale NUCERA Giovanni. Ma la propensione del CONDEMI e dei soggetti appartenenti alla medesima consorteria, a _____________________________________________________________________________ 232

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porre in essere azioni intimidatorie anche mediante attentati incendiari veniva palesata in maniera altrettanto evidente nel corso di unaltra conversazione registrata a bordo della sua autovettura.

Omissis

Conversazione del 08 Giugno 2011, ore 17:01 progressivo nr. 373 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Mimmo e Uomo non identificati

Nel corso del progressivo in esame CONDEMI Domenico si fermava a discutere con una terza persona non meglio identificata, certamente un appartenente alla medesima consorteria mafiosa, al quale aveva dato incarico di mandare tramite un altro soggetto la classica imbasciata ad una terza persona, Ma ilgli ha mandato limbasciata a quello? compito che era stato assolto dallinterlocutore, Si. I successivi stralci della conversazione risultavano scarsamente comprensibili a causa di numerose interferenze di linea, ma consentivano di comprendere che la risposta ottenuta non era stata quella attesa dal CONDEMI, CONDEMI:E che ha detto, che ha detto? UOMO: Ha

detto(Inc. a causa di interferenze di linea)CONDEMI:(Inc. a causa di interferenze di linea)UOMO:..hai capito(Inc. a causa di interferenze di linea)CONDEMI: (Inc. a causa di interferenze di linea), bens quella preventivata dal suo interlocutore, Quando te lo dico io, quando te lo dico io(Inc. a causa di interferenze di linea)
CONDEMI Domenico continuava il dialogo spiegando perch avrebbe voluto incontrare quella persona No, ma io lo volevo incontrare per il fatto che(Inc. a causa di interferenze di linea)io lo volevo incontrare per dirgli il fatto del(Inc. a causa di interferenze di linea) e particolarmente adirato concludeva ripromettendosi di porre in essere un attentato incendiario contro di questi, Eh, ma vado e gli brucio tutte cose io! 5.7. GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: IL DANNEGGIAMENTO A MEZZO COLPI DARMA DA FUOCO DELLA GIOIELLERIA BASILE Quello che segue, invece, il paragrafo della richiesta dedicato al danneggiamento della gioielleria BASILE, ascritto ai capi C) e C bis) al CONDEMI Domenico.

- d) Il danneggiamento della gioielleria BASILE di OLANDESE Marianna Altro episodio su cui le indagini compiute hanno permesso di fare luce il recentissimo danneggiamento della oreficeria di BASILE Francesco, la cui saracinesca stata attinta da circa dieci colpi arma da fuoco nella notte del 3 settembre u.s.. Anche questepisodio, come si vedr, certamente ascrivibile agli ambienti criminali del territorio di San Giorgio e vede protagonista il CONDEMI Domenico, detto Doddi. Si riporta la nota inf.va redatta dalla Sq.Mobile in data 23.9.11 nella parte concernente lennesimo grave atto intimidatorio: In data 03.09.2011 u.s. personale dellUfficio Volanti interveniva in questa via Pio XI nr. 126, presso la gioielleria BASILE, per segnalazione di danneggiamento di esercizio commerciale mediante esplosione di colpi di arma da fuoco. Sul posto, personale di questa Squadra Mobile, unitamente a personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica, effettuavano le operazioni di rito, al termine delle quali rilevava sulla saracinesca di ingresso la presenza di nove fori causati dalla esplosione di colpi di arma da fuoco e provvedeva a porre in sequestro n. 8 bossoli marca GFL 380 AUTO e n. 2 proiettili camiciati. Nel corso dellintervento sul posto identificavano la proprietaria, OLANDESE Marianna nata a Reggio Calabria in data 06.01.1946, residente al medesimo indirizzo dellattivit commerciale, nonch _____________________________________________________________________________ 233

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il figlio della stessa BASILE Raffaele nato a Reggio Calabria in data 31.05.1976, ivi residente in via SS 106 II tratto nr. 119. Negli uffici la persona offesa sporgeva regolare denuncia dellaccaduto, mentre il di lei figlio BASILE Raffaele, persona che collabora nella conduzione dellesercizio commerciale, veniva sentito a SIT. Entrambi, tuttavia, dicevano di non essere in grado di individuare la causa e gli autori del gesto criminoso dichiarando la signora OLANDESE Marianna quanto segue: Sono titolare del negozio di oreficeria GIOIELLERIA BASILE di Marianna OLANDESE, ditta individuale gestita in ambito prettamente familiare.--// Premetto di domiciliare nel periodo estivo in localit Marinella di Bruzzano. In data odierna, alle ore 07.10 circa, sono stata contattata sullutenza cellulare da PALEALOCO Demetrio vicino di casa, il quale riferiva che ignoti avevano esploso diversi colpi di pistola alla serranda del negozio--// Immediatamente ho avvertito i miei figli BASILE Raffaele e BASILE Giuseppe, i quali al momento del fatto si trovavano rispettivamente a Melito di Porto Salvo e in Reggio Calabria.--// Giunta sul posto, unitamente a mio marito BASILE Domenico, constatavo che effettivamente ignoti avevano esploso colpi di arma da fuoco alla serranda del negozio danneggiando, oltre alla citata serranda, il vetro e la parete opposta allingresso.--// In merito a quanto da me constatato, non sono in grado di fornire alcuna indicazione utile alle indagini, in quanto al momento non si sono verificati contatti con soggetti interessati ed esercitare pressioni per eventuali richieste estorsive.--// In merito alla gestione dellesercizio commerciale intendo precisare, per come gi rappresentato, quanto segue.--// Lattivit viene svolta in ambito familiare con la presenza in particolare di mio figlio BASILE Raffaele. Anzi preciso che per la decorsa stagione estiva stato lui a sostituirmi per lintero mese di agosto.--// Laltro mio figlio, BASILE Giuseppe, svolge la professione di avvocato civilista, iscritto allassociazione SOS IMPRESA ed responsabile legale della CONFESERCENTI.--// In riferimento alle dinamiche aziendali dellesercizio commerciale, riferisco infine che lattivit stata aperta sotto il mio nome nel 2008. Prima di tale data, sempre nello stesso luogo, insisteva il negozio di gioielleria di propriet di mio figlio BASILE Raffaele, il quale aveva chiuso per problemi suoi personali.--// A.D.R. Non ho altro da aggiungere, intendo sporgere denuncia dellaccaduto--// Analogamente BASILE Raffaele riferiva a sit di non essere i grado di indicare le motivazioni che avevano portato al compimento del danneggiamento. Premetto di collaborare nella conduzione del negozio di oreficeria GIOIELLERIA BASILE di Marianna OLANDESE, ditta individuale di propriet di mia madre OLANDESE Marianna, con sede in questa via Pio XI n. 126/A.---// In data odierna, verso le ore 07.15 circa, sono stato contattato da mia madre OLANDESE Marianna, la quale mi rappresentava che ignoti avevano esploso diversi colpi di pistola alla serranda del negozio.------// Immediatamente mi sono precipitato sul posto, avvertendo le forze di polizia.--// Sul posto ho avuto modo di constatare che effettivamente ignoti avevano esploso colpi di arma da fuoco alla serranda del negozio danneggiando, oltre alla citata serranda, il vetro e la parete opposta allingresso.-------// In merito a quanto da me constatato, non sono in grado di fornire alcuna indicazione utile alle indagini, in quanto al momento non si sono verificati contatti con soggetti interessati ed esercitare pressioni per eventuali richieste estorsive. ----------// In merito alla gestione dellesercizio commerciale intendo precisare quanto segue.-// Lattivit in passato, precisamente fino al 2008, era di mia propriet, poi per questioni lho chiusa e mia madre, solo dopo qualche anno, lha riaperta a nome suo.----// Dal 1999, anno di inizio dellattivit commerciale, a oggi riferisco di aver subito, credo nel 2001, lincendio dellautoveicolo di mia propriet. Detto danneggiamento stato posto in essere a opera di ignoti sotto labitazione familiar e di via Pio XI.--// Oltre a tale fatto non vi stato alcun episodio ulteriore.----// In merito alla clientela attuale del negozio, riferisco infine che lesercizio commerciale ha un clientela variegata, con la quale, fino a oggi, non vi sono stati problemi di alcun tipo. Preciso soltanto che in alcuni casi si sono registrati episodi di _____________________________________________________________________________ 234

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pagamenti effettuati a mezzo di assegni privi di copertura finanziaria. Per detti insoluti il problema stato sempre risolto o attraverso pagamenti successivi e in contanti, oppure, essendo importi di modesta entit, perdendo il prezzo della merce acquistata----// A.D.R. Non ho altro da aggiungere -----// Giova per riferire che nei momenti precedenti alla verbalizzazione BASILE Raffaele, intratteneva un colloquio con il dirigente di questa sezione, al quale riferiva una circostanza verificatasi nei giorni precedenti al danneggiamento, a condizione che della medesima non venisse fatto cenno nel corso della verbalizzazione. In particolare nel corso del colloquio il BASILE riferiva dapprima che agli inizi del mese di agosto suo zio FICARA Rocco, ex imprenditore, trasferitosi a Roma, gli aveva chiesto se per caso CARIDI Giuseppe cl. 43 inteso Pep, gli avesse avanzato richieste di natura estorsiva, visto che lo aveva notato girare liberamente per le vie del quartiere San Giorgio. Il BASILE proseguiva lesposizione raccontando di un episodio di cui era stato protagonista il citato CARIDI. Infatti il commerciante aveva precisato che qualche giorno prima del danneggiamento proprio il CARIDI lo aveva avvicinato e dopo avergli offerto un caff presso il bar ubicato nelle vicinanze della gioielleria, gli aveva rappresentato la necessit di sostituire il cinturino del proprio orologio, per la qual cosa il BASILE gli aveva rappresentato che nel giro di pochi giorni avrebbe provveduto, in quanto era in quel momento sprovvisto di quanto richiestogli. La sera precedente il danneggiamento lo stesso CARIDI, allatto della chiusura della gioielleria, si era presentato nuovamente allingresso del negozio per lo stesso motivo, ma il BASILE aveva preso tempo. La mattina seguente, intorno alle ore 08,00 proprio nei momenti concitati per il danneggiamento patito, CARIDI Giuseppe lo aveva avvicinato e con tono sorridente aveva chiesto nuovamente del cinturino. Questa ultima circostanza, unitamente ai precedenti incontri, alla tempistica degli stessi ed alla caratura criminale dellinterlocutore lo aveva lasciato interdetto, facendogli pensare ad una prossima richiesta di natura estorsiva. Il successivo 05 settembre u.s. BASILE Raffaele si presentava nuovamente presso questi Uffici intrattenendo un nuovo colloquio con il medesimo funzionario di polizia, chiedendo come nella precedente occasione, che quanto avrebbe di l a poco riferito non fosse verbalizzato temendo pi gravi ritorsioni. In detta occasione aggiungeva un ulteriore episodio cui lo stesso dava un significato determinante in ordine al patito danneggiamento, infatti il BASILE riferiva che come negli anni precedenti, anche questanno, gli era stato richiesto, al pari degli altri commercianti della zona, un contributo per la festa che di l a qualche giorno si sarebbe tenuta in localit Gallician del Comune di Condofuri, luogo di origine di molti dei componenti della cosca CARIDI. Tale episodio si era verificato la settimana precedente al danneggiamento ed in particolare, al momento della chiusura serale si erano presentati per richiedere il contributo tale Doddi, identificabile chiaramente per il pi volte citato CONDEMI Domenico ed un altro soggetto indicato come cognato di questi, chiamato Giannetto, in corso di identificazione da parte di questo Ufficio. Alla richiesta avanzata, lo stesso aveva opposto un secco rifiuto precisando al contempo che negli anni precedenti aveva sempre aderito alle richieste per la suddetta ricorrenza, versando la somma di euro 50,00. Le dichiarazioni informali del BASILE il cui contenuto era riferito dal Funzionario di Polizia con apposita relazione, (Allegato nr. 04) lasciavano intuire, come responsabile del danneggiamento potesse essere CONDEMI Domenico e che causa scatenante potesse essere il mancato contributo per la festa di Gallician, che da accertamenti esperiti si tenuta in onore di San Giovanni Battista in data 29 agosto u.s.

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In data 05.09.2011 alle ore 09,13 giungeva sullutenza 113 della sala operativa della Questura una telefonata di un uomo rimasto anonimo, che riferiva che gli autori dellatto intimidatorio posto in essere in pregiudizio dellesercizio commerciale denominato Arte Orafa di Basile, erano due soggetti di sesso maschile, dei quali in particolare uno era da identificare per CONDEMI Domenico, soggetto indicato come proprietario di una Fiat Panda di colore verde, imparentato con la famiglia BORGHETTO, (Allegato nr. 05) circostanze queste che permettevano di identificarlo anche in questo caso per CONDEMI Domenico che infatti utilizza lautovettura Fiat Panda di colore verde targata BM 804 LN, a bordo della quale stato attivato il servizio di intercettazione ambientale di cui al RIT 692/11, ed cognato, per come pi volte riferito, dei fratelli BORGHETTO Cosimo ed Eugenio essendo coniugato con BORGHETTO Anna, sorella dei prevenuti. In tale contesto a sostanziare le risultanze investigative sopra evidenziate, giova riferire che nel corso dei servizi di intercettazione ambientale attivati a bordo dellautovettura Fiat Panda in uso a CONDEMI Domenico nei giorni precedenti la celebrazione della festa di Gallician, erano state registrate alcune conversazioni dal cui contenuto appariva chiaro come il predetto era impegnato unitamente ad altri soggetti nella raccolta di somme di denaro presso i commercianti del quartiere San Giorgio, gli imminenti festeggiamenti.

Conversazione del 29 Agosto 2011, ore 08:13 progressivo nr. 1469 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e Uomo ( non identificato)
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico con uomo--\ CONDEMI: UOMO: Quanto hai trovato?--\

Ti ho segnato tutti(inc.)Santo AMODEO(inc.)MODAFFERI(inc.)Michele dellarmeria, il bagnaroto, ah, vedi che mi ha dato trenta euro cosoil bar quello l il Mille Voglie(inc.)--\
(Inc.)--\

CONDEMI: UOMO: CONDEMI: UOMO:

lanno scorso ti ricordi che ci ha dato quindici, quando stato due anni fa che ci ha dato quindici euro, come si dice certe volte--\
(Inc.)--\ (Inc.)dice, sai che facciamo, quando torniamo dalla festa del paese, lui gli chiama(inc.)per il fatto della festa(inc. a causa di rumori e fruscii)--\

CONDEMI: UOMO: CONDEMI:

Gli diciamo ci serve per la festa, lo stesso, che cazzo ne sa--\ Proviamo a dirgli cos(inc.)vedi che ora devo andare da quel cornuto di Cart Style, vediamo se mi ha lasciato la busta, cinquanta euro!--\
(Inc.)--\

Alle ore 08:19:50 si fermano, luomo chiede a un tale dov il principale, quindi i due scendono dalla vettura, voci in lontananza.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico chiedeva al suo interlocutore il resoconto delle somme raccolte, ottenendo dal medesimo un elenco scritto dei soggetti che avevano contribuito, elenco che nel contempo provvedeva a leggergli, Ti ho segnato tutti(inc.)Santo

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AMODEO(inc.)MODAFFERI(inc.)Michele dellarmeria, il bagnaroto, ah, vedi che mi ha dato trenta euro cosoil bar quello l il Mille Voglie(inc.)

I due inoltre discutevano di un altro soggetto che negli anni precedenti aveva contribuito con una modesta somma, al quale si ripromettevano di chiedere lelargizione del contributo al ritorno dalla celebrazione della festa che sarebbe avvenuta quella stessa sera, UOMO: lanno scorso ti ricordi

che ci ha dato quindici, quando stato due anni fa che ci ha dato quindici euro, come si dice certe volteCONDEMI:(Inc.)UOMO:(Inc.)dice, sai che facciamo, quando torniamo dalla festa del paese, lui gli chiama(inc.)per il fatto della festa(inc. a causa di rumori e fruscii)CONDEMI:Gli diciamo ci serve per la festa, lo stesso, che cazzo ne sa UOMO: Proviamo a dirgli cos(inc.)
Infine luomo riferiva al CONDEMI che sarebbe dovuto passare presso la cartoleria Cart Style ubicata in via Pio XI Diramazione De Blasio, dove il titolare avrebbe dovuto lasciare una busta contenete il contributo di 50,00 euro, vedi che ora devo andare da quel cornuto di Cart Style,

vediamo se mi ha lasciato la busta, cinquanta euro!


E poco dopo,

Conversazione del 29 Agosto 2011, ore 08:53 progressivo nr. 1470 A bordo dellauto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e Uomo e Uomo 1(non identificati)
Veicolo in sosta, rumori e fruscii, voci in lontananza, alle ore 08:56:52 a bordo sale CONDEMI Domenico con uomo, quindi veicolo in movimento--\ UOMO: CONDEMI: UOMO: CONDEMI: UOMO: CONDEMI: UOMO: CONDEMI: UOMO1: CONDEMI: UOMO1: CONDEMI: UOMO1: CONDEMI: UOMO1: CONDEMI: UOMO1: CONDEMI: UOMO1: CONDEMI: Si.--\ Stamattina?--\ (Inc.)--\

Quanto abbiamo raccolto?--\ Allora, cento me li ha dati Carlo, mi ha domandato quanto te ne ha dati Santo(inc.)--\
(Inc.)--\

AldoAldo cinquanta, e, altri cinquanta quello l, dove aveva il magazzino Pippo, eh, si--\
(Inc.)--\

centocinquanta, cinquanta e cinquanta e trecento.--\


(Inc. a causa di rumori e fruscii)ma vai e buttati a mare.--\ Alle ore 08:58:45 si ferma, e parla con un altro uomo.--\ (Inc.)quando ci vediamo, fermati.--\ No, me ne vado.--\ Il lupo me lo rintracci?--\

Vieni e mangi con noi?--\


Dove?--\

A Condofuri!--\
L state andando?--\

Alle undici, poi ce ne saliamo al paese.--\


Sentimi a me, ma ora come rimaniamo?--\ Ma vieni?--\

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UOMO1: CONDEMI: UOMO1: CONDEMI: Si.--\

Ora altri dieci minuti passo dal bar, ma me lo rintracci a questo?--\ E a che ora?--\ Ah, se venuto mi chiama lui...--\

Alle ore 08:59:20 CONDEMI riavvia la marcia. Alle ore 09:01:29 si ferma, CONDEMI scende, luomo rimane a bordo e canta poi fruscii, alle ore 09:03:20 sale a bordo e riavvia la marcia, parla al cellulare e dice allinterlocutore di prendere due casse di birra. Fruscii e rumori che coprono la conversazione tra i due. Successivamente si fermano e scendono entrambi. Varie voci allesterno del mezzo.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\ Condemi Domenico ed il suo accompagnatore risalivano a bordo dellautovettura facendo un nuovo resoconto delle elargizioni ricevute permettendo di accertare che della raccolta si era occupato in prima persona anche il CONDEMI, CONDEMI: Quanto abbiamo raccolto? UOMO: Allora, cento me li ha dati Carlo, mi ha domandato quanto te ne ha dati Santo(inc.) UOMO:

AldoAldo cinquanta, e, altri cinquanta quello l, dove aveva il magazzino Pippo, eh, si CONDEMI: (Inc.) UOMO:centocinquanta, cinquanta e cinquanta e trecento.

In seguito i due incontravano un terzo uomo che invitavano ad andare a pranzare con loro a Condofuri, da dove successivamente si sarebbero recati a Gallician per partecipare ai festeggiamenti, CONDEMI:Vieni e mangi con noi?... A Condofuri!... Alle undici, poi ce ne saliamo al paese. Le rivelazioni di BASILE Giuseppe che seppur informalmente ha riferito che lautore del danneggiamento da identificarsi in CONDEMI Domenico, al quale non aveva versato il contributo richiesto per la festa di Gallician; il contenuto della telefonata anonima che attribuisce in capo allo stesso la responsabilit del medesimo evento delittuoso ed il contenuto delle conversazioni registrate da cui chiaro emerge come lo stesso fosse realmente impegnato in una capillare raccolta di fondi per i festeggiamenti che si sarebbero tenuti in data 29.08.2011, lasciano ragionevolmente supporre che proprio il CONDEMI sia responsabile del danneggiamento oggetto della presente trattazione. Il quadro appare sin da ora chiaro, atteso come le dichiarazioni informalmente rese dalla persona offesa al funzionario di polizia certamente di per s utilizzabili in questa fase mettano in luce il coinvolgimento nella vicenda del CONDEMI Domenico, che era passato dal gioielliere a chiedere il contributo per lannuale festa di Gallician, paese di origine di molti esponenti dei CARIDI. Questa volta, per, il BASILE aveva opposto un secco rifiuto. E se questo era avvenuto la settimana prima del fatto, la sera prima, CARIDI Giuseppe si era presentato a chiedere se un cinturino di orologio che aveva ordinato fosse arrivato. Domanda cui il BASILE aveva risposto di no. Ma seguita da altra richiesta formulata la mattina stessa che la persona offesa aveva constatato il danneggiamento a mezzo di colpi darma da fuoco, proprio nei concitati momenti di tale rinvenimento. Ma il BASILE, vinta liniziale ritrosia, rendeva sommarie informazioni al P. M., che cos prosegue la narrazione della vicenda: Le rivelazioni informali del BASILE venivano confermate dal predetto il quale, sentito dal p.m., non si tirava indietro e ribadiva quanto riferito alla p.g. circa le richieste di contribuzione alle spese per la festa di Gallician, ricevute (e rifiutate) pochi giorni prima dal CONDEMI Domenico il quale, successivamente al danneggiamento patito dal BASILE, nonostante quanto accaduto ed il _____________________________________________________________________________ 238

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pregresso rapporto con questultimo, non si recava dal BASILE neppure per sapere cosa fosse successo:
Sono BASILE Raffaele, nato a Reggio Calabria, il 31.5.76, ivi res.te alla via SS.106 III tratto San Leo, n.119; A d.r.Sono di fatto il titolare della gioielleria sita in via Pio XI solo formalmente i ntestata a mia madre OLANDESE Marianna: lattivit stata da me creata dodici anni fa e ceduta nella sua titolarit per motivi personali; A d.r.I miei genitori abitano al secondo piano del palazzo ove sita la gioielleria, tuttavia la sera in cui sono stati esplosi i colpi darma da fuoco non erano presenti in quanto ancora in vacanza in localit Brancaleone; A d.r.Lattivit stata aperta per tutto il periodo estivo: sino a fine agosto era aperta una lista nozze di un commerciante da me conosciuto da anni che ha una macelleria nei pressi della gioielleria, tale Demetrio PALEALOGO; A d.r.Sono venuto a conoscenza del danneggiamento dei locali della gioielleria solo la mattina del sabato 3 settembre proprio dal PALEALOGO il quale ha avvisato mia madre; successivamente sono stato contattato da mio suocero e subito ho fatto ritorno a Reggio Calabria in quanto anchio nel periodo estivo risiedevo in Melito P.Salvo; A d.r.La gioielleria sita al centro di una sorta di crocevia, circondata da palazzi: tuttavia, a quanto pare, nessuno ha avvisato n noi, n la polizia daver sentito i colpi darma da fuoco; A d.r.Sono giunto sul posto verso le 7.30 ed ho costatato quanto accaduto: ho incontrato un poliziotto in pensione che ha raccolto i bossoli per evitare che si perdessero; dopo poco accaduto un fatto anomalo e cio si avvicinato tale CARIDI Giuseppe, detto Pep, il quale, senza fare commenti o osservazioni su quanto accaduto, si limitato a chiedermi sorridente se per caso mi era arrivato un cinturino dellorologio che mi aveva commissionato credo una settimana prima; la cosa mi ha sorpreso in quanto io in quel momento mi trovavo davanti alla saracinesca evidentemente danneggiata da diversi colpi darma da fuoco; di fatto, non gli ho rispos to nulla perch, attesa la situazione, sono rimasto senza parole; A d.r.Questanno, come ogni anno, ho ricevuto una richiesta di contribuzione per lorganizzazione di una festa a Gallician che credo sia organizzata dalla pro-loco del territorio; non so nulla di questa festa se non che molto sentita dagli abitanti della zona San Giorgio, da l provenienti, appartenenti a quella che noi chiamiamo la stirpe dei Paddechi; questi ogni anno passano a chiedere un contributo a tutti i commercianti della zona; devo dire che tutti gli anni ho sempre corrisposto qualcosa, mentre questanno, quando mi fu fatta la richiesta, ho rifiutato perch non avevo disponibilit economica considerato il periodo di crisi generale; A d.r.A chiedermi i soldi sono venuti CONDEMI Domenico, detto Doddi e tale Giannetto di cui non so il nome di battesimo ma il cognato del primo, marito della sorella CONDEMI Linda; A d.r.Anche gli altri anni il CONDEMI passato a chiedermi i soldi, sia col Giannetto che con altri soggetti del quartiere di cui ricordo, in questo momento, solo tale LOMBARDO Vincenzo, in passato titolare di una macelleria a Ciccarello; A d.r.Conosco Dodd dalla scuola elementare: non ho mai avuto particolari problemi con lui; A d.r.Al mio rifiuto di corrispondere denaro per la festa di Gallician non ha fatto particolari commenti;

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A d.r.Dopo la prima richiesta il CONDEMI non mi ha pi chiesto niente: il danneggiamento avvenuto al massimo una quindicina di giorni dopo; A d.r.Dopo lepisodio del danneggiamento il CONDEMI non pi passato nel negozio; si limitato un giorno a farmi un cenno da lontano chiedendomi cosa fosse successo: cosa a cui non ho saputo rispondere;

E evidente che lunico motivo plausibile per il quale il BASILE - che ha riferito di non aver mai patito altri danneggiamenti in passato - pu aver invece subito da ultimo lattentato descritto non pu che essere ricondotto allinaspettato rifiuto di pagare la vera e propria tangente ambientale del contributo alla festa dei Paddechi, cui ha fatto seguito linevitabile reazione. Ancora una volta, anche in realzione a tale vicenda, emerge il rapporto tra CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, coinvolti in passato assieme nella richiesta di soldi nei confronti dei commercianti di San Giorgio per la festa di Gallician. 5.8 VALUTAZIONI DEL G. I. P. IN ORDINE AI REATI DI CUI AI CAPI C) E C BIS). Il quadro che precede, ad avviso di questo decidente, appare connotato dal requisito della gravit richiesta ex art. 273 C. p. p. per lapplicazione di misura cautelare. Infatti, tutti i dati conoscitivi in atto disponibili conducono ad evidenziare come il solo soggetto che possa essersi reso protagonista del danneggiamento patito dal BASILE (che mai ha, in precedenza, patito atti criminosi) sia il CONDEMI, evidentemente onde punire, secondo modalit chiaramente mafiose sicch sussiste ovviamente anche la circostanza aggravante di cui allart. 7 L. 203/91 , il BASILE, che aveva osato, questa volta, rifiutare il pagamento del contributo per la festa di Gallician. Che pu considerarsi, esattamente come indica il P. M., una vera e propria tangente ambientale, atteso come le conversazioni captate abbiano denotato la sistematicit di questa richiesta a commercianti e negozianti della zona. Ed in cui, in passato, ad ulteriore riprova dellintenso legame tra di essi sussistenti, quanto meno con riguardo al BASILE, assieme al CONDEMI protagonista era stato il predetto LOMBARDO. Sussistono, pertanto, gravi indizi di colpevolezza a carico del CONDEMI Domenico in ordine ai reati provvisoriamente a lui ascritti al capo C) il danneggiamento aggravato, attesa lesposizione del bene alla pubblica fede, della saracinesca dellesercizio commerciale e C Bis) il porto e la detenzione dellarma adoperata per esplodere allindirizzo della suddetta saracinesca i colpi che lhanno danneggiata . 5.9 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: LE DICHIARAZIONI DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA Per completare la disamina delle risultanze indiziarie, si deve passare alle dichiarazioni rese sul conto degli indagati dai collaboratori di giustizia riversate in atti dal Pubblico Ministero. Si richiamano, anzitutto, quelle rese dal MOIO nellambito del procedimento n. 259/06 R. G. N. R. D. D. A. e richiamate nella parte iniziale della richiesta: _____________________________________________________________________________ 240

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- Le dichiarazioni di MOIO Roberto: il coinvolgimento di CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo Nella parte iniziale dellinf.va della Sq.Mobile in data 19 luglio 11, venivano riportate le dichiarazioni rese nellambito del proc.n.259/06 RGNR DDA dal collaboratore di giustizia MOIO Roberto, nipote dei fratelli Pasquale e Giovanni TEGANO, capi-storici dellomonima cosca di ndrangheta, da sempre inserito ad alti livelli nel contesto criminale cittadino proprio in virt dellillustre parentela vantata con i principali esponenti di uno dei pi importanti sodalizi della citt, storicamente vicino alla cosca LIBRI con la quale lalleanza risale sino alle successive guerre degli anni 90 che videro i DE STEFANO-TEGANO ed i LIBRI-CARIDI opposti al contrapposto schieramento CONDELLO-SERRAINO (N.b.: sullattendibilit delle dichiarazioni del MOIO v.infra). Nelle sue dichiarazioni, il MOIO annoverava tra le fila dei CARIDI due fratelli, soprannominati i gemelli, titolari di una societ di noleggio di auto di grossa cilindrata: gli stessi venivano agevolmente identificati nei fratelli CONDEMI Filippo e CONDEMI Domenico. OMISSIS MR:- No, rapporti no. Ci vedevamo, ci salutavamo per so che fanno parte di della cosca insomma. PLUTINO parecchie volte mi ha mandato i saluti parecchie volte. Ah! Ritornando vabb ci sono anche due, attualmente non ricordo il nome, li chiamano I GEMELLI, che sono praticamente due appartenenti anche alla cosca di la cosca sempre di cui stiamo parlando, di CARIDI. Praticamente, in particolare che attualmente hanno loro affittano macchine per matrimoni, macchine tipo ROLL ROYS, MERCEDES, macchine particolari per matrimoni. PM:- Ma pure questi scusi un attimo se linterrompo, pure Errante e Plutino sono tutti cugini di questi ? MR:- Si, tutti parenti, son parenti parenti sono, si. PM:- Ci sono poi gemelli sono? MR:- Si, due gemelli li chiamano I GEMELLI, li chiamano, ma sono due fratelli che penso che sono gemelli perch si assomigliano. Uno ricciolino, ha i capelli ricci PM:- Allora, sono sicuramente fratelli MR:- Si. Per ricordo in modo particolare che NINO CARIDI, durante gli anni che ho conosciuto erano sempre suoi accompagnatori oppure quando andavo l a SAN GIORGIO li vedevo sempre sempre con la cosca. PM:- Sempre con? MR:- Con la cosca. PM:- Attualmente dice che hanno noleggiano auto MR:- Si, hanno . Si, hanno macchine macchine depoca, fanno matrimoni che affittano per matrimoni. Poi c PM:- Senta, scusi se stessa cosa, siccome parla di Nino Caridi quindi immagino parla sempre di fatti accompagnatori di Nino Caridi parla sempre di fatti risalenti _____________________________________________________________________________ 241

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MR:- Prima della guerra, si PM:- Perfetto, stessa domanda. Successivamente al periodo della guerra, eccetera, eccetera, ne ha pi sentito parlare, li ha pi visti, sa se questi hanno compiuto pi specifici fatti riconducibili allinteresse della cosca? MR:- No. No, questo no per so che sono so che fanno parte della cosca insomma, v . Ragazzi rispettati e e pericolosi, v! PM:- Ma questo dico, perch? E pericolosi perch? Sotto quale profilo? Cio perch lei ritiene pericolosi? Qualcuno le ha detto che praticamente questi sono pericolosi? Ci sono fatti specifici per cui lei pensa che questi possano essere pericolosi? MR:- No, parecchie volte parecchie volte, in incontri che ho avuto che avevo io, per dire cio mi erano stati sempre presentati come personaggi insomma criminali! PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dellepoca? MR:- No, sempre dellepoca, no? OMISSIS Lidentificazione dei soggetti indicati dal MOIO contenuta nellinf.va redatta dalla Sq.Mobile di Reggio Calabria in data 19.7.11 che premesse le dichiarazioni rese dal collaboratore chiarisce: Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, socio accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio Calabria in viale Europa nr. 79, societ che ha quale attivit il noleggio di autovetture di lusso per cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01) Questo, invece, quanto indicato e commentato nella parte finale della richiesta: - II.4 LE DICHIARAZIONI DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA - Premessa: lattendibilit dei collaboratori Ulteriori conferme della caratura criminale di alcuni degli indagati sono poi emerse dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia. Si accennato in premessa alle dichiarazioni rese da MOIO Roberto nellottobre 10, nellambito del proc.n.259/06 RGNR DDA. Successivamente il MOIO veniva risentito, anche in relazione alle posizioni dei soggetti via via emersi nel corso delle indagini ed aveva modo di confermare ed approfondire le dichiarazioni gi rese. A quelle del MOIO si aggiungevano poi le dichiarazioni rese da VILLANI Consolato.

OMISSIS
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- Il contenuto delle dichiarazioni rese Le dichiaraioni rese dai collaboratori al P.M. sono state successivamente compendiate nella prima parte dellinf.va della Sq.Mobile in data 23.9.11 che si riporta: Nel corso della verbalizzazione del 26 luglio u.s. il collaboratore di giustizia MOIO Roberto confermava quanto in precedenza riferito in ordine allappartenenza alla cosca CARIDI dei germani CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo, riferendo di conoscere i due soggetti da circa venti anni, ovvero dal periodo dellultima guerra di mafia, quando gli stessi accompagnavano CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) agli incontri con i fratelli TEGANO, zii del dichiarante. Il collaboratore nel corso della medesima verbalizzazione attribuiva a CONDEMI Domenico il ruolo di uomo di fiducia del sopra citato CARIDI Antonino, indicandolo tra laltro come soggetto particolarmente pericoloso in ragione della sua aggressivit, molto legato a BORGHETTO Eugenio (RC 20.01.1968) e LATELLA Paolo (RC 11.07.1970), insieme ai quali era solito frequentare il bar Mindo ubicato in questa via Pio XI, soggetti che, come riferito nel corso della nota del 26.07.2011, sono stati tratti in arresto in esecuzione dellordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nellambito della operazione Alta Tensione, ai quali il medesimo CONDEMI legato da vincoli di parentela essendone il cognato, avendo sposato BORGHETTO Anna. OMISSIS A d.r.La foto n.6 di un soggetto che conosco da circa ventanni anche se non ricordo il nome: appartiene ad un soggetto che assieme al fratello ha sempre fatto parte della cosca CARIDI; li chiamavano i gemelli, e di loro ho pure gi parlato in precedenti interrogatori; ho preso anche degli appunti su di loro: ricordo che affittavano auto per matrimoni; anche durante la guerra di mafia venivano a trovare i miei zii in compagnia di Nino CARIDI, talvolta a bordo di auto blindate; lavoravano anche nel campo degli stupefacenti nella zona di San Giorgio; il fratello certamente molto pi pericoloso di lui; se non mi sbaglio, sono anche parenti, credo cugini, di Nino CARIDI; La foto n.6 di CONDEMI Filippo A d.r.La foto n.7 del fratello del precedente: ho detto che pi pericoloso perch era luomo di fiducia di Nino CARIDI, mandato per suo conto a fare imbasciate anche presso i vertici degli altri gruppi; un soggetto molto aggressivo cui venivano attribuite maggiori responsabilit in virt del suo maggiore spessore criminale; ricordo che era molto amico di Gino BORGHETTO e LATELLA Paolo, con i quali era sempre assieme al bar Mindo; A d.r.Spesso gli incontri tra gli affiliati avvenivano presso un circolo sito in San Giorgio in una strada stretta, in salita, nei pressi della Chiesa di San Giorgio; tale posto storicamente frequentato da tutti gli appartenenti alla famiglia CARIDI ; La foto n.7 di CONDEMI Domenico. Altrettanto utile ai fini per cui si procede appare anche quanto dichiarato dal MOIO in ordine a CALDERAZZO Rosario, indicato come soggetto che in passato aveva oprato nel settore del traffico di sostanze stupefacenti insieme ad altro soggetto inserito nella cosca DE STEFANO TEGANO, legato a suo dire a soggetti della criminalit organizzata di Gioia Tauro, proprietario di un centro estetico, che era stato oggetto di attentato incendiario, e di un casino ubicato nella zona del Mercato coperto di Reggio Calabria ubicato in via Filippini. _____________________________________________________________________________ 243

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A d.r.La foto n. 10 di un soggetto che se non mi sbaglio originario di Gioia Tauro ch e abita vicino casa di mia madre ad Archi; anni fa lavorava lo stupefacente con TIARA Eugenio del clan TEGANO-DE STEFANO; poi ha aperto un centro estetico gestito con la sua compagna; successivamente un casin sito in zona mercato ed anche un ristorante allex Mr.Kiwi; A d.r.Ora non sono in grado di collocarlo in specifici ambienti di ndrangheta ma ha molta amicizia con personaggi di Gioia Tauro; A d.r.Del centro estetico so che dopo qualche tempo fu bruciato dagli stessi titolari per beneficiare dellassicurazione ma poi dovrebbero averlo riaperto; La foto n.10 di CALDERAZZO Rosario. Maggiormente rilevante ai fini delle indagini in corso appare quanto dichiarato dello stesso collaboratore in merito alla figura di PLUTINO Giuseppe, infatti il collaboratore, al quale durante lescussione veniva sottoposto in visione un album foto-segnaletico predisposto da questUfficio, riconosceva alla foto nr.11 quella del menzionato politico, al riguardo dichiarando quanto di seguito riportato: OMISSIS A d.r.La foto n.11 di un politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un legame di parentela; da sempre gli stessi lo hanno appoggiato nella sua carriera politica; questo so per quanto riferitomi dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo CARIDI ed in particolare PANGALLO, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pep, NUCERA Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo oggi defunto; il dato mi stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che sempre stato un esperto di politica; A d.r.Si sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da i paddechi ma non sono a conoscenza di favori specifici fatti dallo stesso a loro beneficio; La foto n.11 di PLUTINO Giuseppe. OMISSIS Il MOIO, dopo avere riconosciuto leffigie del PLUTINO lo indicava quale politico molto vicino ai CARIDI, sottolineava che il medesimo ha anche un legame di parentela con gli stessi esponenti di quella famiglia mafiosa politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un legame di parentela , dato anche questultimo, che era gi stato riferito da questUfficio nel corso della precedente informativa, aggiungendo che lintraneit del PLUTINO alla cosca CARIDI gli era stata confermata non solo da affiliati alla medesima cosca mafiosa, dipendenti come il MOIO della ditta New Labor dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo CARIDI ed

in particolare PANGALLO3, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pep, NUCERA


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In relazione al citato PANGALLO ed a conferma della bont delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia MOIO, giova qui precisare che il medesimo stato identificato da questo Ufficio per PANGALLO Leo, nato a Reggio Calabria in data 08.09.1957, ivi residente in via Pio XI diramazione Gull nr. 20, con precedenti penali per associazione mafiosa, estorsione e rapina, destinatario in passato dell OCCC WOOD, in quanto esponente della cosca CARIDI, condannato in relazione ai sopra citati delitti alla pena di anni otto e mesi 2 di reclusione ( Provvedimento per la carcerazione N. 234/02 RES N. 188/03 ROE). Lo stesso infatti, da accertamenti esperiti presso lINPS, in atto risulta essere dipendente della NEW LABOR COOP. SOC. Viale Lombardia nr. 29 Monza (MI), Partita Iva 05766050966. A carico del medesimo in ragione delle dichiarazioni del MOIO stato attivato, nell'ambito del presente procedimento penale,

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Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo, ma anche da esponenti


di altre consorterie criminali, quale Ciccio TRIMBOLI4, definito dal collaboratore un esperto di politica

il dato mi stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che sempre stato un esperto di politica.

Il MOIO concludeva asserendo che costituisce un dato oggettivamente acquisito degli ambienti criminali la circostanza che il PLUTINO sia un politico sostenuto dalla cosca CARIDI Si sempre

detto che il soggetto in questione fosse portato da i paddechi.

Anche il collaboratore di giustizia VILLANI Consolato nel corso della verbalizzazione del 26.07.2011 ha confermato lappartenenza dei fratelli CONDEMI alla cosca CARIDI, indicandoli preliminarmente come parenti del titolare del chiosco di frutta ubicato nei pressi del semaforo di viale Europa, (legame di parentela questo evidenziato da questo Ufficio nel corso della precedente nota informativa) riferendo in particolare di una estorsione di cui si era reso responsabile CONDEMI Domenico in pregiudizio di tale REPACI, venditore ambulante di frutta, legato al VILLANI, che in relazione alle richieste estorsive avanzate dal CONDEMI, tramite un terzo soggetto, aveva interessato CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) allora reggente della omonima cosca, che era intervenuto componendo la situazione. OMISSIS A d.r.Col soggetto di cui alla foto n.6 non ho avuto mai a che fare direttamente; La foto n.6 di CONDEMI Filippo. A d.r.So che i CONDEMI sono particolarmente vicini ai CARIDI ed attivi con questi nella zona Boschicello e San Giorgio Extra; il fratello dovrebbe avere un negozio di frutta nei pressi del viale Europa, al semaforo; A d.r.So che i fratelli CONDEMI sono dediti alle estorsioni per conto della famiglia CARIDI: in proposito sono dovuto intervenire personalmente a tutela di un mio amico, REPACI Giorgio, venditore ambulante di frutta che si era posizionato sulle bretelle vicino al CEDIR, cui il fratello di quello ritratto in foto aveva richiesto una tangente di cinquanta euro al giorno; io sono intervenuto, ho mandato limbasciata tramite un altro CONDEMI credo tale Pippo che aveva un ingrosso di ortofrutta al mercato generale, il quale a sua volta ne rifer a CARIDI Santo, gestore della cosca durante la detenzione dei fratelli; CARIDI Santo mi fece arrivare la risposta, dicendomi che era tutto a posto; lo stesso CONDEMI, autore dellestorsione, volle incontrare il REPACI allappuntamento inizialmente fissato per il pagamento dei soldi presso larea di servizio sita sulle bretelle, dei fratelli SARTIANO, per scusarsi personalmente con lui di quanto accaduto;
servizio di intercettazione telefonica e nel corso di tale attivit si avuto modo di constatare l'esistenza di rapporti diretti tra il PANGALLO e PLUTINO Giuseppe. Infatti a causa di una grave patologia da cui affetto il PANGALLO, in ragione della quale necessita di continue cure e visite specialistiche, la moglie di questi, NUCERA Domenica, in data 26.07.2011 contattava telefonicamente PLUTINO Giuseppe affinch intercedesse presso il Dr. DEL MEDICO Pietro Maria (RC 14.07.1962) specialista in Oncologia presso i locali OORR, che doveva sottoporre a visita domiciliare il marito, al fine di ottenere un trattamento anche economico di favore, ottenendo la piena disponibilit dalluomo politico per come reso evidente dalla trascrizione del progressivo nr. 1895 del 26 luglio 2011 ore 13,37, allegata alla presente informativa.
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Identificato da questo Ufficio per TRIMBOLI Francesco Santo nato a Reggio Calabria in data 01.11.1963, soggetto destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell'ambito della cd Operazione Aghatos che ha visto coinvolti i vertici della cosca TEGANO, in relazione alle pressioni estorsive poste in essere dagli stessi in pregiudizio della societ New Labor.

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A d.r.Tutto ci accadeva perch si trattava di una zona limitrofa a San Giorgio territorio dei CARIDI; A d.r.Conosco di vista il soggetto di cui alla foto n.7: si tratta di un appartenente alla cosca CARIDI;; La foto n.7 di CONDEMI Domenico. A d.r.Tale soggetto sempre stato vicino a Nino RODA ed a suoi figli, appartenenti alla cosca CARIDI; OMISSIS

5.10: GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALLASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: I PRECEDENTI PENALI E DI POLIZIA Ultimo dato posto in risalto dal P. M. riguarda precedenti penali e di polizia dei soggetti indagati. - II.5 I PRECEDENTI PENALI E DI POLIZIA Dopo avere riportato le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia MOIO e VILLANI, relative ad alcuni dei componenti della organizzazione mafiosa oggetto di approfondimento investigativo, a sostanziare ulteriormente linserimento nella cosca CARIDI di PLUTINO Giuseppe e ROTTA Vincenzo e la particolare vicinanza di entrambi allo storico boss della stessa, CARIDI Giuseppe (Condofuri 07.03.1943), appare opportuno riportare i riferimenti contenuti ancora nellinf.va della Sq.Mobile del 23.9.11 circa precedenti vicende penali che hanno interessato alcuni degli indagati, a testimonianza della storica contiguit ad un ben determinato ambito criminale: giova di seguito riferire che agli atti dufficio risulta che nellanno 1987 il PLUTINO venne indagato per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni dellINAIL di Reggio Calabria, nel procedimento penale istruito a carico di CARIDI Giuseppe cl43 + altri soggetti tutti gravitanti nellorbita della medesima famiglia mafiosa. Il reato si era concretizzato in particolare mediante la presentazione di false denunzie di infortuni agricoli e la conseguente riscossione delle relative indennit, per come testimoniato dalla documentazione allora rinvenuta presso labitazione del citato CARIDI, fatti, accertati in Condofuri dallanno 1983 al 1986, tutti verificatisi nella Contrada Gallician di quel centro, vera e propria roccaforte e centro di origine degli indagati. (Allegato nr. 01) A conclusione delle prime indagini il P.M. emetteva ordine di cattura per nr.11 soggetti, tra cui il menzionato PLUTINO, per i reati di associazione a delinquere, concorso in truffa aggravata e falso ideologico. Lo stesso in occasione della esecuzione dei provvedimenti restrittivi si era sottratto alla cattura unitamente a CARIDI Leo (RC 18.11.1961), nipote del capo cosca CARIDI Giuseppe e fratello degli altrettanto noti CARIDI Antonino, CARIDI Bruno e CARIDI Santo Giovanni, costituendosi successivamente. (Allegato nr. 02) Al termine della fase istruttoria, il G.I. con provvedimento del 28 giugno 88 aveva ordinato il rinvio a giudizio degli stessi dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria che, in data 30.05.1990, riconosceva il reato associativo, in capo al CARIDI Giuseppe cl43 unitamente ad altri 5 indagati, unificato sotto il vincolo della continuazione al reato di concorso in falso ideologico, reato questultimo ascritto anche in capo al PLUTINO insieme ad altri nr.10 indagati, tra cui CARIDI Leo cl61, CARIDI Santo Giovanni cl67, CARIDI Domenico cl45, CONDEMI Filippo cl50, QUARTUCCIO Vincenzo cl65 ed altri. _____________________________________________________________________________ 246

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Per tale ragione il PLUTINO era stato condannato alla pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione, pena confermata nella misura di anni 1 e mesi 4 di reclusione dalla Corte dAppello di RC con sentenza del 28.11.1991. Analogamente nel corso della operazione WOOD, condotta nei confronti della cosca CARIDI operante in federazione con la cosca LIBRI, figurava tra gli indagati rinviati a giudizio ROTTA Vincenzo, che si era reso responsabile dei reati ex artt.110 e 378 c.p., per avere, in concorso con CARIDI Giuseppe (Condofuri 03.07.1943) CARIDI Bruno (RC 28.10.1966), QUARTUCCIO Vincenzo (RC 02.12.1965) e CARIDI Antonina (RC 15.12.1969), prestato assistenza e rifugio a FAMILIARI Giovanni, allepoca latitante poich raggiunto da provvedimenti restrittivi per i delitti di associazione mafiosa, omicidio ed altro e successivamente divenuto collaboratore di giustizia. (Allegato nr. 03) Il ROTTA non nuovo ad analoghe condotte criminose, infatti, gi in data 15 maggio 1975 venne tratto in arresto, unitamente a ZINDATO Giuseppe cl49, per il medesimo reato poich trovato insieme con il latitante ROMEO Antonio cl52, colpito da ordine di cattura nr. 24/75 R.O.C. e nr.1476 /75 RGNR. A testimoniare i rapporti intercorrenti tra il ROTTA ed i componenti della cosca CARIDI vi sono anche alcuni controlli di polizia cui il medesimo stato sottoposto in passato: - In data 08.09.95 stato controllato nei pressi del chiosco di frutta sito su questo Viale Europa mentre si trovava in compagnia, tra gli altri, di CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) e CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967); - In data 30.11.95 stato controllato in questa Via Roma mentre si trovava in compagnia di CARIDI Antonino (RC 15.01.1961), RASCHI Ruggero cl64 e FOTI Paolo cl71. 6) LE CONCLUSIONI IN ORDINE ALLADDEBITO DI ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO DI CUI AL CAPO A): LOPERATIVIT E LATTUALIT DELLA COSCA. Questo, dunque, il compendio indiziario in atti, efficacemente illustrato nel decreto di fermo del P. M.. Prima di passare alle conclusioni, necessario il riferimento alla fattispecie oggetto di contestazione al Capo A) ed ai criteri giurisprudenziali che consentono di ritenere dimostrata la partecipazione ad essa. Lart. 416 bis C. p. reca la rubrica Associazioni di tipo mafioso anche straniere e dispone: <<Chiunque fa parte di unassociazione di tipo mafioso, formata da tre o pi persone, punito con la reclusione da sette a dodici anni. Coloro che promuovono, dirigono od organizzano lassociazione sono puniti per ci solo con la reclusione da nove a quattordici anni. Lassociazione di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza dintimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omert che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto od indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attivit economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per s o per altri

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ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a s o ad altri in occasione di consultazioni elettorali>>.

Una prima questione da affrontare consiste nellindividuazione della condotta tipica di tale delitto. In proposito alcune valutazioni contenute in giurisprudenza sembrano creare un certo dubbio circa la natura, monosoggettiva o plurisoggettiva, del delitto di cui allart. 416 bis c. p., laddove il delitto avrebbe natura monosoggettiva se la sua condotta viene intesa come condotta individuale di entrare a far parte di unassociazione avrebbe natura plurisoggettiva se la sua condotta viene, invece, intesa come azione collettiva di associarsi.

Si legge nella sentenza DIMITRY, emessa dalle Sezioni Unite nel 1994: <<Non v dubbio che lelemento materiale del reato in esame sia costituito dalla condotta di partecipazione ad associazione di tipo mafioso e che per partecipazione debba intendersi la stabile permanenza del vincolo associativo tra gli autori. Non vi dubbio in altri termini che la condotta tipica del reato, di cui si discute, consista nel far parte dellassociazione>>. Si legge nella sentenza CARNEVALE, emessa dalle Sezioni Unite nel 2002: <<La tipologia della condotta di partecipazione delineata dal legislatore sotto lespressione chiunque fa parte di unassociazione di tipo mafioso (art. 416-bis comma 1). Tenuti presenti i connotati assegnati allassociazione mafiosa dal comma 3 dellart. 416-bis, deve intendersi che fa parte di questa chi simpegna a prestare un contributo alla vita del sodalizio, avvalendosi (o sapendo di potersi avvalere) della forza dintimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omert che ne derivano per realizzare i fini previsti. Al contempo, lindividuazione di unespressione come fa parte non pu che alludere ad una condotta che pu assumere forme e contenuti diversi e variabili cos da delineare una tipica figura di reato a forma libera, consistendo in un contributo apprezzabile e concreto, sul piano causale, allesistenza od al rafforzamento dellassociazione e, quindi, alla realizzazione delloffesa tipica agli interessi tutelati dalla norma incriminatrice. Sicch a quel far parte dellassociazione, che qualifica la condotta del partecipe, non pu attribuirsi il solo significato di condivisione meramente psicologica del programma criminoso e delle relative metodiche, bens a quello pi pregnante di una concreta assunzione di un ruolo materiale allinterno della struttura criminosa>>. In realt, a parere di questo giudice, per individuare correttamente gli elementi costitutivi di tale reato, non si pu prescindere da una lettura combinata dellarticolo 416 bis c. p. e dellart. 416 c. p., che disciplina lassociazione per delinquere c.d. semplice. Lart. 416 c. p. dispone, infatti: << Quando tre o pi persone si associano allo scopo di commettere pi delitti, coloro che promuovono o costituiscono od organizzano lassociazione sono puniti per ci solo con la reclusione da tre a sette anni. Per il solo fatto di partecipare allassociazione, la pena della reclusione da uno a cinque anni>>. Il legislatore, per raggiungere il medesimo scopo, avrebbe potuto seguire una diversa _____________________________________________________________________________ 248

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tecnica normativa, descrivendo il reato, di cui allart. 416 bis c. p., sulla falsariga di quello, di cui allart. 416 c. p., relativo alla associazione per delinquere semplice. A ben vedere, lequivoco consiste nel configurare il reato di cui allart. 416 bis c. p. come un reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso e non come reato di associazione di tipo mafioso, come recita testualmente il titolo. Si vuol dire, cio, che la condotta tipica di tale delitto non la condotta individuale del far parte, quanto, piuttosto, la condotta collettiva dellassociarsi di tre o pi persone, che decidono di mettere insieme in modo stabile le proprie energie fisiche e mentali ed un complesso di beni e risorse (soldi, armi, beni mobili ed immobili), cos da creare una struttura organizzativa permanente ed adeguata rispetto al perseguimento del programma criminoso descritto nel 3 comma e costituito dalla commissione di delitti o di specifiche attivit, ivi dettagliatamente e tassativamente elencate, attraverso limpiego del c.d. metodo mafioso, che consiste appunto nellavvalersi della forza dintimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omert che ne deriva, laddove per forza dintimidazione deve intendersi la capacit di incutere paura nei terzi che lassociazione ha, in virt della sua stabile e non occasionale predisposizione ad esercitare la coazione; per assoggettamento deve intendersi lo stato di sottomissione e succubanza psicologica nelle potenziali vittime dellintimidazione, derivante dalla loro convinzione di essere esposte ad un grave ed ineludibile pericolo di fronte alla forza dellassociazione; per omert deve intendersi la presenza di un rifiuto generalizzato e non occasionale di collaborare con la giustizia, che si manifesta comunemente nella forma di testimonianze false e reticenti o di favoreggiamenti.

Ovviamente, basta la sola esistenza di tale associazione mafiosa a turbare lordine pubblico, suscitando allarme nella popolazione, a prescindere dal fatto che venga attuato il programma criminoso attraverso la commissione dei reati-fine. Va, peraltro, rilevato che le stesse Sezioni Unite, nella sentenza CARNEVALE, pur parlando di condotta di partecipazione allassociazione mafiosa, escludono che la condotta tipica del delitto abbia natura monosoggettiva e che, conseguentemente, il concorso esterno in tale delitto sia una sorta di concorso eventuale nella condotta individuale di far parte dellassociazione. Le Sezioni Unite del 2002 affermano, infatti: <<La tesi della natura monosoggettiva del delitto di partecipazione inaccettabile, perch linclusione di taluno in unassociazione non pu dipendere solo dalla volont di colui che allassociazione intende aderire, ma richiede anche quella di tutti gli altri associati o di coloro che li rappresentano. Si giustamente osservato che davvero difficile vedere nella partecipazione una fattispecie monosoggettiva, come se la condotta sia costituita da un atto unilaterale di adesione allassociazione, da uniscrizione, e non sia invece, tanto nel momento iniziale quanto in tutto il suo svolgimento, destinata a combinarsi con le condotte degli altri associati, in ununione di forze per imprese che generalmente trascendono le capacit individuali. In _____________________________________________________________________________ 249

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effetti, tanto la costituzione dellassociazione quanto linserimento di un soggetto in unorganizzazione gi formata postulano sempre e necessariamente la volont e lagire di u na pluralit di persone. Si deve, perci, ritenere che tutti i reati associativi sono sempre reati a concorso necessario, vale a dire, fattispecie plurisoggettive proprie>>. Appare evidente che le Sezioni Unite, nellaffermare, in buona sostanza, che la partecipazione non un atto unilaterale di adesione allassociazione, ma il risultato di unazione collettiva di reciproca adesione, non fanno che confermare indirettamente quanto prima si detto e, cio, che la condotta tipica costituita pi propriamente dallassociarsi di pi persone che si verifica sia al momento della costituzione dellassociazione sia in occasione del successivo inserimento di altro associato in unorganizzazione gi esistente. Ed, infatti, anche in questo secondo caso vi la necessit di un incontro di volont tra il nuovo associato ed i soggetti gi associati. Appare in linea con la presente ricostruzione la sentenza della Corte di Cassazione n. 9064 del 12.12.2003/2.03.2004, PG in proc. MARINARO ed altri, nella quale si sottolinea che <<la condotta tipica si esaurisce nel fatto in s di associarsi ovvero di promuovere, dirigere, organizzare unassociazione di questo tipo, apportando un certo contributo allesistenza dellente >> e che <<la tipicit del modello associativo delineato dallart. 416 bis c. p. risiede nel c.d. metodo mafioso (individuato nella forza intimidatrice del vincolo associativo, nella condizione di assoggettamento ed in quella di omert), piuttosto che negli scopi, indicati in via alternativa dal terzo comma del citato articolo, che lassociazione stessa persegue o voglia perseguire>>. Si riportano, di seguito, alcuni brani della motivazione della sentenza citata, che chiariscono il significato concreto della necessaria attitudine dellassociazione mafiosa ad operare con il metodo mafioso, precisando anche i criteri da utilizzare per la prova di tale requisito. Osserva la Suprema Corte: <<Il 3 comma dellart. 416 bis cp individua il metodo mafioso mediante la fissazione di tre parametri caratterizzanti forza intimidatrice del vincolo associativo, condizione di assoggettamento e condizione di omert da considerare tutti e tre come elementi necessari ed essenziali, perch possa configurarsi questo reato associativo, come del reato si desume senza possibilit di dubbio dalluso della condizione e impiegata nel testo normativo. Il ricorso specifico da parte di ciascun membro del gruppo allintimidazione, allassoggettamento ed allomert non costituisce una modalit della condotta tipica (la quale come si detto si esaurisce nel fatto in s di associarsi ovvero di promuovere, dirigere, organizzare unassociazione di questo tipo, apportando un certo contributo allesistenza dellente), ma costituisce lelemento strumentale tipico, di cui gli associati si avvalgono in vista della realizzazione degli scopi propri dellassociazione. In altri termini, quindi, ai fini della consumazione del reato associativo in questione, non necessario che i suddetti strumenti siano stati utilizzati in concreto dai singoli _____________________________________________________________________________ 250

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associati, sempre che costoro, per, siano effettivamente nelle condizioni e nella consapevolezza di poterne disporre E, pertanto, necessario che lassociazione abbia conseguito, in concreto, nellambiente circostante nel quale essa opera, uneffettiva capacit dintimidazione, sino ad estendere intorno a s un alone permanente dintimidazione diffusa, tale che si mantenga vivo anche a prescindere da singoli atti dintimidazione concreti posti in essere da questo o quellassociato. E ovvio che, qualora emergano prove di concreti atti dintimidazione e di violenza, esse possono utilmente riflettersi anche sulla prova della forza intimidatrice del vincolo associativo, ma vi si riflettono solo in via ausiliaria, poich ci che conta che, anche mancando la prova di tali atti, lelemento della forza intimidatrice sia desunto da circostanze atte a dimostrare la capacit dincutere timore propria dellassociazione e ricollegabile ad una generale percezione della sua terribile efficienza nellesercizio della coercizione fisica. Tale capacit deve essere, peraltro, attuale e non solo potenziale e lalone dintimidazione diffusa deve essere effettivo ed obiettivamente riscontrabile, essendo insufficiente la prova della sola intenzione di produrlo e di avvalersene In mancanza di un quadro indiziario emergente dal compimento di atti diretti ad intimidire, deve, comunque, emergere aliunde e deve essere obiettivamente dimostrabile un clima di intimidazione diffusa scaturente dallassociazione medesima, quale risultante di unantica e, in ogni caso, consolidata consuetudine di violenza, che venga chiaramente percepito come tale allesterno e del quale gli associati si avvantaggino per perseguire i loro fini. Lomert, intesa come rifiuto assoluto ed incondizionato di collaborare con gli organi dello Stato, che si correla in rapporto di causa ad effetto alla forza dintimidazione dellassociazione di stampo mafioso, deve essere sufficientemente diffusa, anche se non generale, e pu derivare non solo dalla paura di danni alla propria persona, ma anche dallattuazione di minacce che comunque possono realizzare danni rilevanti, sicch sia diffusa la convinzione che la collaborazione con lAutorit giudiziaria non impedir ritorsioni dannose per la persona del denunciante, in considerazione della ramificazione dellorganizzazione, della sua efficienza, della sussistenza di altri soggetti non identificabili, forniti del potere di danneggiare chi ha osato contrapporsi La prova degli elementi caratterizzanti lipotesi criminosa di cui allart. 416-bis cp pu essere desunta, con metodo logico-induttivo, in base al rilievo che il sodalizio presenti tutti gli indici rivelatori del fenomeno mafioso, quali la segretezza del vincolo, i vincoli di comparaggio tra gli adepti, il rispetto assoluto del vincolo gerarchico, laccollo delle spese di giustizia da parte della cosca, il diffuso clima di omert come conseguenza ed indice rivelatore dellassoggettamento alla consorteria . Gli indizi del reato associativo possono essere legittimamente tratti, altres, dalla commissione dei reati-fine, interpretati alla luce dei moventi che li hanno ispirati, quando questi valgano ad inquadrarli nella finalit dellassociazione (Sez. 6, 10.2.2000 n. 1612, ric. FERONE ed altri; Sez. V, 20.4.2000 n. 4893, ric. PG in proc. FRASCA) >>. La successiva sentenza n. 31461 del 7.6.2004/16.7.2004, FORIGLIO ed altro ha ribadito alcuni di questi concetti, precisando, in particolare, che << in tema di associazione di tipo mafioso, la forza dintimidazione che caratterizza il vincolo associativo non necessariamente deve desumersi da _____________________________________________________________________________ 251

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specifiche minacce avanzate da uno o pi componenti della famiglia, ma pu essere argomentato con valutazioni di merito che, se congrue, non sono censurabili in sede di legittimit, sulla base di elementi atti a dimostrare il diffuso clima di sopraffazione e conseguente assoggettamento delle vittime (Nel caso di specie la Corte ha ritenuto congrua la motivazione di giudici di merito che avevano valorizzato il modo selvaggio con il quale gli imputati avevano esercitato la pastorizia, ponendo in essere condotte di pascolo abusivo e di danneggiamento, e latteggiamento remissivo dei proprietari per timore di ritorsioni) >>. Il delitto di associazione mafiosa , dunque, un reato plurisoggettivo e, come tutti i reati aventi questa natura, esige 1) sul piano oggettivo un numero minimo di soggetti agenti, che, nel caso di specie, quello di tre; la commissione, da parte di ciascun soggetto agente, della condotta tipica prevista dalla norma di parte speciale ed alla quale consegue il prodursi dellevento (cio, nel caso di specie, la condotta di associarsi e levento dellesistenza di una struttura associativa)

2) sul piano soggettivo, in capo a ciascun soggetto agente: la coscienza e volont della condotta (c.d. suitas della condotta); la volont dellevento; il dolo specifico, se previsto, dalla norma di parte speciale, che, nel caso di specie, costituito dalla volont di perseguire la finalit di realizzare il programma criminoso.

Ovviamente, qualunque soggetto, che concorra nella commissione del reato, di cui allart. 416 bis c. p., ponendo in essere la condotta tipica ed avendo il dolo sopra descritto, deve considerarsi a tutti gli effetti un soggetto attivo del reato, cio un partecipe dellassociazione di tipo mafioso. Ci premesso, la prova del fatto che un certo soggetto sia partecipe dellassociazione pu essere tratta:
1. sia da elementi che dimostrino direttamente lavvenuta affiliazione del soggetto alla

consorteria mafiosa (si pensi, ad esempio, ad una chiamata di correo plurima, che indichi un certo soggetto come affiliato come nella fattispecie in esame);
2. sia da elementi che dimostrino indirettamente tale intraneit nella consorteria (ad esempio

le Sezioni Unite, nella sentenza CINALLI del 2001, hanno ritenuto che tale prova possa trarsi dallaccertata commissione, da parte del soggetto, di pi reati fine). Sotto tale ultimo profilo, ad esempio, si rammenta Sez. 6, Sentenza n. 47048 del 10/11/2009 Cc. (dep. 10/12/2009) Rv. 245448, che precisa come, in tema di applicazione di misure coercitive in relazione al delitto di cui all'art. 416 bis cod. pen., la partecipazione dell'indagato ad episodi di estorsione compiuti nell'ambito di un contesto mafioso costituisce per s solo elemento gravemente

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indiziante di partecipazione al gruppo criminale, senza che siano necessarie ulteriori rappresentazioni di frequentazione con altri associati. Utile, ancora, ricordare che il contributo rilevante ed effettivo del partecipe, per essere tale, pu essere costituito anche dalla dichiarata adesione allassociazione e dalla disponibilit ad agire come uomo donore, ai fini anzidetti (v. Cass., sez. 21 dicembre 2004, Papalia), disponibilit che deve essere accertata in concreto alla stregua di quegli indicatori fattuali, che, in via alternativa, connotano dal punto di vista probatorio il contenuto del far parte (v. Cass. 11 dicembre 2007 Cass. 2007, Addante). Pi in particolare, nel caso della ndrangheta, pu ritenersi che lavere avuto conferita una dote (o grado) elemento particolarmente degno di rilievo indiziante (sotto un triplice punto di vista: per chi d la dote, per chi la riceve e per chi presente al rituale). Quanto, ancora, al principio secondo cui la mera affiliazione sufficiente per ritenere un soggetto partecipe allassociazione mafiosa, esso stato pi volte ribadito dalla giurisprudenza, tanto che la stessa pu ritenersi consolidata sul punto: partecipe ad associazione mafiosa chi, indipendentemente dal ricorso o meno a forme rituali di affiliazione, si sia limitato a prestare la propria adesione, con impegno di messa a disposizione, per quanto necessario, della propria opera, allassociazione anzidetta, giacch anche in tal modo il soggetto viene consapevolmente ad accrescere la potenziale capacit operativa e la temibilit dellorganizzazione delinquenziale (Cass. 16.6.92, Altadonna); Lassunzione della qualifica di uomo donore significativa non gi di una semplice adesione morale, ma addirittura di una formale affiliazione alla cosca merc apposito rito (la c.d. legalizzazione) (Cass. 27.8.96, Brusca); Nellassunzione della qualifica di uomo donore va ravvisata non soltanto lappartenenza tendenzialmente permanente e difficilmente revocabile - alla mafia, nel senso letterale del personale inserimento in organismo collettivo con soggezione alle sue regole me comandi, ma altres la prova del contributo causale, che immanente nellobbligo di prestare ogni propria disponibilit al servizio della cosca, accrescendone cos la potenzialit operativa e la capacit di inserimento nel tessuto sociale anche merc laumento numerico dei suoi membri. E invero, se la condotta di partecipazione ad una associazione per delinquere, per essere punibile, non pu esaurirsi una manifestazione positiva di volont del singolo di aderire al sodalizio che si sia gi formato, occorrendo invece la prestazione da parte dello stesso, di un effettivo contributo che pu essere anche minimo e di qualsiasi forma e contenuto, purch destinato a fornire efficacia al mantenimento in vita della struttura o al perseguimento degli scopi di essa, nel caso dellassociazione di tipo mafioso - che si differenzia dalla comune associazione per delinquere per la sua peculiare forza di intimidazione scaturente dal legame che unisce gli associati ai quali si chiede di prestare, _____________________________________________________________________________ 253

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quando necessario, concreta attivit diretta a piegare la volont dei terzi - il detto contributo pu essere costituito anche dalla dichiarata adesione allassociazione da parte del singolo, il quale presti la propria disponibilit ad agire, quale uomo donore, ai fini anzidetti (Cass. 28.1.2000, Oliveri); Sul piano probatorio, la partecipazione ad una associazione di tipo mafioso pu essere desunta da indicatori fattuali dai quali, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti propriamente al fenomeno della criminalit di stampo mafioso, possa logicamente inferirsi la appartenenza del soggetto al sodalizio, purch si tratti di indizi gravi e precisi, come, ad esempio, i comportamenti tenuti nelle pregresse fasi di "osservazione" e "prova", l'affiliazione rituale, l'investitura della qualifica di "uomo d'onore" , la commissione di delitti-scopo, oltre a molteplici e significativi "facta concludentia", idonei senza alcun automatismo probatorio a dare la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo, con puntuale riferimento, peraltro, allo specifico periodo temporale considerato dall'imputazione. (Cass. 1470/07; Cass. Sez. Un. 33748/05). Negli stessi termini, proprio in tema di ndrangheta, con la gi citata sentenza nr. 2350/04 si affermato che la condotta di partecipazione ad un'associazione per delinquere, per essere punibile, non pu esaurirsi in una manifestazione positiva di volont del singolo di aderire alla associazione che si sia gi formata, occorrendo invece la prestazione, da parte dello stesso, di un effettivo contributo, che pu essere anche minimo e di qualsiasi forma e contenuto, purch destinato a fornire efficacia al mantenimento in vita della struttura o al perseguimento degli scopi di essa. Nel caso dell'associazione di tipo mafioso, differenziandosi questa dalla comune associazione per delinquere per la sua peculiare forza di intimidazione, derivante dai metodi usati e dalla capacit di sopraffazione, a sua volta scaturente dal legame che unisce gli associati (ai quali si richiede di prestare, quando necessario, concreta attivit diretta a piegare la volont dei terzi che vengano a trovarsi in contatto con l'associazione e che ad essa eventualmente resistano), il detto contributo pu essere costituito anche dalla dichiarata adesione all'associazione da parte del singolo, il quale presti la sua disponibilit ad agire come "uomo d'onore", ai fini anzidetti. (Cass. n. 2350/2004, imputato Papalia + altri). In termini sintetici: La disponibilit a fare, insita nella scelta di aderire al sodalizio, genera negli altri membri la certezza di poter contare, alloccorrenza, sul suo apporto, e costituisce per ci solo un valore per lassociazione stessa (Cass. 2340/04)

In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, da ultimo, le relazioni di parentela e di affinit dellimputato assumono valore indiziante aggiuntivo circa la partecipazione al sodalizio, nulla impedendo che una volta accertata, da un lato, lesistenza di unorganizzazione delinquenziale a base familiare e, daltro canto, una non occasionale attivit criminosa di singo li esponenti della famiglia nel medesimo campo in cui questa opera, venga considerato non privo di valore indiziante, in ordine alla partecipazione dei suindicati soggetti al sodalizio criminoso, anche _____________________________________________________________________________ 254

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il fatto che vi siano legami di parentela o di affinit tra essi e coloro che, nel sodalizio familiare criminale, occupano posizioni di vertice o, comunque, di rilievo (cfr. Cassazione Penale, Sez. VI, 21 maggio 1998, n. 3089). Orbene, gli esiti delle precedenti indagini svolte nei confronti della consorteria e condensate nellordinanza di cui alloperazione Alta Tensione (di cui si detto), le emergenze delle intercettazioni telefoniche ed ambientali prima riassunte (tratte anche dallindagine CRIMINE PATRIARCA) e le dichiarazioni rese da MOIO Roberto e VILLANI Consolato denotano come sia giuridicamente fondata la contestazione agli odierni indagati del delitto di associazione di tipo mafioso, apparendo innegabile che la cosca CARIDI - LIBRI, cui essi appartengono, costituisca unarticolazione della pi ampia associazione mafiosa denominata ndrangheta, operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, in quello nazionale ed estero, con tutte quelle caratteristiche necessarie per lintegrazione del delitto associativo contestato e, cio, laccordo criminoso tra i soggetti il perseguimento del programma criminoso con il metodo mafioso. unorganizzazione adeguata a tale perseguimento.

Numerosi, infatti, sono gli elementi indiziari dimostrativi, allo stato degli atti, dellattuale operativit della cosca, nonch della partecipazione ad essa, tra gli altri, degli odierni indagati. 1) Vengono, anzitutto, in evidenza, come detto, le considerazioni rassegnate da questo Ufficio con lordinanza denominata Alta Tensione, che si sono riportate in sintesi al paragrafo 3) e che denotano con margini di certezza, la correttezza della contestazione cautelare di cui al capo A), evidenziando, in maniera del tutto coerente alle emergenze indiziarie rappresentate nel corpo di quel provvedimento, la sussistenza dellarticolazione della ndrangheta definita cosca BORGHETTO CARIDI ZINDATO, la quale opera nel contesto della pi ampia cosca LIBRI, imponendo la sua egemonia nella zona Sud di questa citt, specie nel quartiere di San Giorgio, che rappresenta il teatro delle condotte delittuose che sono state disvelate dallulteriore segmento investigativo curato dalla P. G. operante; 2) Rilevano, poi, le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia (MESIANO, in Alta Tensione) MOIO e VILLANI, che dellesistenza della cosca suddetta hanno riferito nel corso del tempo. 3) Oltre le sentenze citate nellordinanza Alta Tensione, poi, sono le emergenze dellattivit di P. G. e delle intercettazioni ambientali e telefoniche sopra indicate e le vicende che, grazie ad esse, sono state approfondite e ricostruite a consentire di cogliere tutte le caratteristiche tipiche della fattispecie di reato. _____________________________________________________________________________ 255

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In particolare, occorre considerare quanto segue: o le intercettazioni evidenziano lassiduit della frequentazione del CONDEMI Domenico, del CALDERAZZO Rosario, del LOMBARDO Vincenzo e del ROTTA Vincenzo (e qualificano la figura del primo quale importante esecutore di diverse condotte criminali, come quella del ROTTA quale soggetto di evidente carisma nellambito del sodalizio, tanto da esser definito mastro di misericordia); o i colloqui intercettati fanno emergere la condivisione di interessi ed il rapporto di intima cointeressenza che esiste fra gli indagati in relazione a questioni e vicende che riguardano il loro collocamento in ambito mafioso (si pensi ai dialoghi tratti da PATRIARCA, in cui si evidenzia il momento di fibrillazione rispetto alla consorteria per la reggenza del CARIDI Santo, non ben tollerata dagli indagati, ovvero al comune impegno nel sostegno elettorale del PLUTINO Giuseppe); o emblematica della capacit dinfiltrazione della cosca proprio la vicenda dellappoggio fornito al PLUTINO, cui vengono rappresentate le istanze degli elettori e che provvede, come si avr modo di osservare in prosieguo, alla soddisfazione delle promesse operate; o assolutamente esplicativa della capacit di intimidazione e della pervasivit della cosca nella vita economica dellambiente in cui opera, la vicenda estorsiva di cui vittima il consigliere regionale NUCERA; o ancora, sotto questo profilo, le diverse intercettazioni in cui CONDEMI Domenico palesa il controllo della criminalit nomade, al pari del fratello Filippo, egli pure in grado di ottenere la restituzione di refurtiva; o ulteriore espressione del metodo mafioso gli atti intimidatori descritti dalle conversazioni intercettate; o cos come il danneggiamento a mezzo di colpi darma da fuoco alla saracinesca della gioielleria BASILE, classica espressione di quella che pu definirsi una sorta di estorsione ambientale imposta ai commercianti della zona dinfluenza del sodalizio. In conclusione, lintero compendio indiziario offerto con la richiesta e con gli atti ad essa allegati e trasmessi, dimostra non solo lesistenza ma anche lattuale operativit della consorteria CARIDI in seno al territorio cittadino di San Giorgio e zone limitrofe, espressione, per come dato cogliere dalle interazioni stesse del suo apicale esponente CARIDI Santo Giovanni con importanti esponenti del suo organigramma provinciale, dellassociazione di tipo mafioso denominata ndrangheta, della quale le varie cosche come quella in esame costituiscono delle articolazioni.

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7. LE CONCLUSIONI IN ORDINE ALLE POSIZIONI PERSONALI DEGLI INDAGATI DEL DELITTO DI CUI AL CAPO A). CALDERAZZO Rosario Riferisce di lui il collaboratore di giustizia MOIO Roberto: A d. r.La foto n.10 di un soggetto che se non mi sbaglio originario di Gioia Tauro che abita vicino casa di mia madre ad Archi; anni fa lavorava lo stupefacente con TIARA Eugenio del clan TEGANO-DE STEFANO; poi ha aperto un centro estetico gestito con la sua compagna; successivamente un casin sito in zona mercato ed anche un ristorante allex Mr.Kiwi; A d. r.Ora non sono in grado di collocarlo in specifici ambienti di ndrangheta ma ha molta amicizia con personaggi di Gioia Tauro; A d. r.Del centro estetico so che dopo qualche tempo fu bruciato dagli stessi titolari per beneficiare dellassicurazione ma poi dovrebbero averlo riaperto; La foto n.10 di CALDERAZZO Rosario. Se il MOIO non indica espressamente come partecipe alla consorteria CARIDI lodierno indagato, le sue indicazioni si rivelano di evidente utilit, specie quando riferisce dellincendio del centro estetico, a suo dire (e si osservato quanto possa essere reputato attendibile il suo narrato), bruciato dagli stessi titolari per beneficiare dellassicurazione e poi riaperto. Ci posto, lanalisi degli elementi indiziari desunti a carico del CALDERAZZO specie dalle risultanze delloperazione CRIMINE fanno, tuttavia, concludere come egli possa essere ritenut o partecipe del sodalizio CARIDI LIBRI sopra configurato (confermando, pertanto, quanto emerge nelle recenti investigazioni della Squadra Mobile, su cui si torner brevemente oltre). Correttamente, il P. M. evidenzia come, in quel momento storico, CARIDI Antonino si trovasse ristretto in carcere, con la conseguenza, pacificamente emersa anche dal contenuto delle varie conversazioni evidenziate, che CARIDI Santo era il reggente della cosca CARIDI. Ci che ha, come giustamente si segnala, immediata ricaduta da un punto di vista probatorio, in quanto chiaro, nel valutare il contributo offerto dagli indagati, che coloro i quali si muovono in quella fase storica intorno alla figura di CARIDI Santo, si muovono intorno a quello che, in quel momento, il punto di riferimento della cosca. Considerazione, questa, che vale per tutti gli indagati del presente procedimento emersi anche in seno a quello c.d. CRIMINE. Orbene, si visto come CALDERAZZO, davanti alle difficolt sorte in occasione dellapertura del centro estetico Le muse, si sia rivolto, per la soluzione delle stesse, proprio al CARIDI Santo, in _____________________________________________________________________________ 257

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quel momento esponente di vertice dellomonima consorteria, stante lo stato di detenzione del fratello CARIDI Antonino. Si anche visto come i componenti della famiglia CARIDI, analogamente a quella dei LIBRI, siano stati presenti il giorno dellinaugurazione del suddetto centro. In relazione al cui incendio, circostanza che potrebbe far dubitare dellintraneit del CALDERAZZO al sodalizio criminale, si condivide quanto opinato dal P. M. quando osserva che: da un lato, il fatto lasciava stupiti anche GATTUSO Nicola e GATTUSO Francesco, ben consapevoli della vicinanza del CALDERAZZO a CARIDI Santo (come vedremo a breve), aprendo la strada a ricostruzione alternative; - dallaltro, una di queste opzioni, opposta a quella che vedrebbe in CALDERAZZO una vittima, discende dalle dichiarazioni del collaboratore MOIO Roberto in data 26.7.11, che, come si appena apprezzato, pur non ricordando il nominativo e la specifica collocazione criminale del CALDERAZZO, faceva riferimento proprio allincendio del centro estetico, affermando di avere saputo che era stato lo stesso titolare ad appiccare il fuoco per recuperare i soldi dellassicurazione. Ne consegue che questo elemento dubitativo passa del tutto in secondo piano rispetto alla pluralit, convergenza e precisione dei dati indiziari che si ricavano dal compendio intercettivo che verr, ora, richiamato. Riportandosi alle considerazioni rassegnate nellesposizione del materiale indiziario, occorre evidenziare che le conversazioni che vedono impegnato il CALDERAZZO Rosario unitamente al CARIDI Santo nel contesto delle indagini di cui al procedimento CRIMINE rilevano sia in riferimento alla vicenda del parrucchiere assunto presso il centro estetico Le Muse sia con riguardo ai rapporti con esponenti della cosca IAMONTE. E, infatti, in occasione delle difficolt incontrate in relazione allassunzione di un dipendente presso il suo centro estetico, il CALDERAZZO, come si detto, si era subito rivolto, quale suo punto di riferimento, a CARIDI Santo. E, in tale occasione, egli palesa agevolmente la capacit di andare ad interfacciarsi direttamente con i componenti della cosca LIBRI senza necessit di alcun filtro e di recarsi, su suggerimento del CARIDI stesso, direttamente presso la donna che aveva creato quelle difficolt al fine di intimidirla. Elementi, questi, in s significativi dellappartenenza del CALDERAZZO al sodalizio. Sintomatico di quanto si opina, in particolare, lo stupore del CALDERAZZO per non essere stato contattato direttamente allinsorgere del problema, atteso il suo inserimento in quel contesto mafioso (non mi hanno chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che non funzionava non capisco io, scusate... se siamo tutti, se siamo tutti, non lo so io... ). Questione, quella del parrucchiere, ovviamente risolta Ulteriore dato confermativo dellinserimento dellindagato nellalveo della cosca CARIDI, poi, il dialogo intercorso tra GATTUSO Nicola e CARIDI Santo, nel corso del quale il GATTUSO diceva al CARIDI che, in quel momento, non avrebbero potuto attribuire alcuna carica di ndrangheta _____________________________________________________________________________ 258

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proprio al CALDERAZZO Rosario (Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro (CALDERAZZO Rosario ndr) ma non possiamo fare troppo traffico). Ancora, la partecipazione del CALDERAZZO a quello che deve essere considerato un vero e proprio summit, avvenuto a Melito P. S., tra CARIDI Santo, GATTUSO Nicola e CALDERAZZO Rosario ed esponenti della cosca IAMONTE, in ordine ad accordi da prendere in relazione ad un non meglio specificato lavoro (anche considerato, a tale ultimo riguardo, luso di termini diretti a criptare loggetto del dialogo e di evidenti cautele, in un caso consistite nel disattivare i telefoni cellulari dato, di per s, sintomatico della delicatezza del viaggio e, quindi, della riunione ). Per non tacere, poi, dellevidente rilievo di un incontro con OPPEDISANO Michele, cui il prevenuto prende parte, appunto, unitamente al CARIDI ed al GATTUSO Nicola. Con lovvia considerazione che i due suddetti apicali esponenti della ndrangheta non solo nutrivano fiducia nei confronti del CALDERAZZO, al punto da farsi da lui accompagnare ad incontri del genere, ma lo reputavano anche estremamente affidabile. Occorre, a tal riguardo, rammentare che, per quanto concerne i partecipanti (a vario titolo) alle riunioni, risulta di tutta evidenza che soggetti estranei al sodalizio non possono certo partecipare a tali incontri, stante il carattere segreto della ndrangheta. La partecipazione al summit non pu, pertanto, essere accostata alla frequentazione di mafiosi per ragioni di parentela, affetti, amicizia, comune estrazione ambientale o sociale, per rapporti di affari, per occasionali o sporadici contatti, soprattutto in occasione di eventi pubblici (cortei, feste, funerali, etc. in contesti territoriali ristretti (Cass. 24469/09), che di per s sola non pu costituire prova dellappartenenza e ci i n quanto, come appartiene al notorio giudiziario di questo distretto, i summit non sono mere riunioni conviviali ma riunioni dellassociazione mafiosa. Il principio giurisprudenziale sopra richiamato, secondo il quale solo gli affiliati hanno titolo per partecipare ai summit, ha trovato un riscontro straordinario nellattivit di indagine compiuta, proprio ai fini del procedimento CRIMINE, dalla Compagnia CC di Melito P. S., in particolare nella parte dellinformativa dedicata allesistenza di un organismo della ndrangheta, denominato il Tribunale, deputato a giudicare i sodali responsabili di determinate mancanze o trascuratezze, in cui laddebito, peraltro mosso al GATTUSO Ciccillo, ineriva laver consentito la presenza ad una riunione di un soggetto che non aveva grado e, dunque, non poteva stare, cio non poteva partecipare alla riunione, non essendo affiliato. Andando, ancora, a richiamare brevemente alcune risultanze indiziarie, dal progressivo 9907 13.11.08 h 17.44, emerge che CARIDI chiamava CALDERAZZO. Ci, secondo corretta ricostruzione del P. M., per due motivi: 1) incontrarsi personalmente presso il banco per la rivendita _____________________________________________________________________________ 259

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di frutta e ortaggi sito sul viale Europa, di propriet di CARIDI Antonia sorella dei fratelli CARIDI e moglie di ZINDATO Giuseppe (questultimo destinatario dellOCC nr. 259/06 RGNR DDA Operazione Alta Tensione), dunque in uno dei punti di riunione del gruppo, onde essere accompagnato a fare visita ad un amico n. m. i.; 2) organizzare una cena per la serata. Dalla disamina dei progressivi 9940, 9943, 9945 del 13.11.07, tra le ore 20.05 e le ore 20.35, si evince chiaramente che, alla cena con CARIDI e CALDERAZZO, di ritorno dalla visita allamico sconosciuto di CARIDI, partecipavano pure ROTTA e CONDEMI Domenico. Dal progressivo17856 13.11.08 h 21.35, ancora, emerge che, durante la cena, CARIDI Santo chiamava GATTUSO Nicola, rappresentandogli di essere passato sia da lui che da GATTUSO Francesco nel pomeriggio, non avendoli trovati: a quel punto, GATTUSO Nicola sottolineava la necessit di incontrarsi comunque col CARIDI, il quale rispondeva che sarebbe passato dopo. Da ci si ricava, come efficacemente sintetizza il P. M., che lamico da cui CALDERAZZO aveva accompagnato CARIDI era da ritenere proprio GATTUSO Nicola; durante la cena, quindi, tra CARIDI, CALDERAZZO, ROTTA e CONDEMI, il primo, alla presenza degli altri, aveva richiamato GATTUSO e progettato il loro incontro per la stessa serata, dopo la cena collettiva. Ragion per cui CALDERAZZO, ROTTA e CONDEMI erano legittimati quantomeno a sapere degli incontri tra GATTUSO e CARIDI, soggetti al vertice dei diversi sodalizi. Anche se ragionevole pensare che tutti fossero a conoscenza dei motivi per cui CARIDI doveva incontrare GATTUSO, considerato che gi questultimo aveva, due mesi prima, ipotizzato di incontrarsi alla presenza di ROTTA (vd. oltre) e che, lo stesso giorno, il CALDERAZZO aveva accompagnato vanamente CARIDI dal GATTUSO. A conferma di quanto sopra, nonch dellimportanza e dellurgenza, evidentemente, delle questioni da affrontare, dal progressivo 17868 13.11.08 h 23.29, emerge che, effettivamente, dopo la cena, CARIDI in tarda serata incontrava il GATTUSO. Dal progressivo 9956 14.11.07 h 8.39, ancora, si coglie che, il giorno dopo la cena, CALDERAZZO, nelle prime ore della giornata, chiamava ROTTA, dicendogli di andare a prendere un soggetto di cui evidentemente non era opportuno fare il nome (eh.. se vedete a coso l, e ci vediamo li sotto a chi! a chi dovete portare secondo voi?), per poi incontrarsi presso un locale nelle vicinanze del porto. Alle 9.50, a conferma dellavvenuto contatto, la macchina di ROTTA veniva effettivamente notata sotto il ristorante indicato nella conversazione. Dal progressivo194 14.11.08 h 10.29, in occasione di conversazione ambientale sullauto di ROTTA, si comprende che i due si stavano recando da CARIDI Santo: il ROTTA, in particolare, stava fungendo da intermediario nella controversia tra CARIDI ed un terzo, probabilmente quello che i due avevano appena incontrato; lincontro tra ROTTA e CARIDI, alla presenza del CALDERAZZO, era finalizzato ad organizzare un incontro ulteriore tra ROTTA e CARIDI per discutere compiutamente _____________________________________________________________________________ 260

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della situazione venutasi a creare. Dal progressivo 194 in continuazione si evince che lincontro con CARIDI effettivamente avveniva e che: - il ROTTA non aveva un interesse personale nella vicenda (Interessa a me compare, sai cosa m'interessa ...); - il vero interessato era tale Vincenzo (ROTTA il pazzo ieri sera venuto che dobbiamo fare CARIDIVoi mi parlate di Vincenzo ROTTA E un po sgarrato); - il ROTTA era andato a parlare con CARIDI in conto terzi (Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto) perch lo rispettava (Eh, so solo che, se vengo, perch ti voglio bene, altrimenti non, non venivo). Le caratteristiche del rendez vous, come ben indica il requirente, sono quelle di un tipico incontro chiarificatore di matrice ndranghetistica, attestato, per un verso, dalla caratura stessa del CARIDI e, per altro verso, dai timori e dalle accortezze manifestate dal duo ROTTA/CALDERAZZO sulla versione da riferire al CARIDI circa il loro preventivo incontro. Dai progressivi 10856, 784, 786, 787, 10888, 10891, 300 del 23.11.07, ancora, si apprende dellorganizzazione di un incontro tra CALDERAZZO, ROTTA, LOMBARDO e CONDEMI. La finalit dichiarata era quella di fare una rimpatriata; i termini utilizzati sono talvolta criptici (ROTTA a CONDEMI: vedete che ci hanno invitato stasera da quell'amico la, ci vediamo alle otto al bar? LOMBARDO Non parlare per telefono): appare, pertanto, come essi reputassero opportuno non farsi notare tutti assieme (CALDERAZZO a ROTTA: ma non partiamo da la insieme, facciamo come vi dico io vi vedete voi l e mi chiamate) e depistare eventuali osservatori (ROTTA a LOMBARDO: Facciamo il giro largo, perch non si pu sapere mai, ci tengono sotto pressione i cristiani); veniva ribadita linopportunit di essere notati tutti assieme dai parenti del CONDEMI, ovvero i CARIDI (LOMBARDO a ROTTA:Noi abbiamo sbagliato che abbiamo preso appuntamento la comunque, l'ho pensato io questo fatto; ROTTA a LOMBARDO: ci vedevamo a casa mia, mi prendevate a casa, si potevano evitare tutte queste barzellette); si capisce che il timore legato alla possibilit dessere visti proprio da CARIDI Santo (ROTTA a LOMBARDO: Santo ha naso, capisci? ha visto a te l, era assai che non ti vedeva, con me.. LOMBARDO a ROTTA: Era assai che non c'era lui. Che ne sa lui). I termini criptici e le cautele utilizzate sono tutti elementi univocamente significativi del fatto che dellincontro tra i soggetti in questione era meglio che non venissero a conoscenza n le forze di polizia che avessero in corso eventuali intercettazioni e/o pedinamenti, n i CARIDI, parenti di CONDEMI, e, in particolare, il reggente della cosca CARIDI Santo. Dato, questo, chiaramente sintomatico di un timore da parte degli indagati sia in relazione ai primi che al secondo. Dai progressivi 301 e 302 del 23.11.07, relativi alla conversazione ambientale nellauto di ROTTA, successiva alla cena, si desumono, poi, le argomentazioni della stessa, unitamente alle motivazioni del timore dessere notati dai CARIDI. Infatti emerge: - linsofferenza di tutti loro verso CARIDI _____________________________________________________________________________ 261

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Santo e le persone a lui pi vicine (ROTTA: con questi "mau-mau" ...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati!; CALDERAZZO: Non ne posso pi; CONDEMI: ... e si si...); - lesistenza di un motivo specifico di contrasto (CALDERAZZO: No guardate, io sono con Mico (ndr. CONDEMI Domenico) per questo fatto, purtroppo per questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne pi, n meno Per questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il primo che faccio il finimondo); - lunit del loro gruppo (ROTTA riferito a CALDERAZZO sul fare il finimondo: Pure io, tutti siamo con te); - tra essi, il ROTTA appare il pi cauto, evidenziando la rischiosit della situazione venutasi a creare (ROTTA: Avete tre picciotti voi... tre bambocci avete a casa, tre e tre... (pausa)... devo guardare pure io l'incol... i cristiani seri e onesti, devono guardare pure l'incol... quando, quando c' un bene, c' un affetto, devi guardare pure l'incolumit... di queste cose uno), suggerendo di fare le cose in maniera accorta (ROTTA: Apposta io... voglio le cose che si fanno... ad opera d'arte... e no a muzzo!), non agendo dimpeto ma aspettando il momento opportuno (ROTTA: Ma questo sar, quando ci sar un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi ... non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!...). Ed appare condivisibile la lettura che se ne offre da parte del P. M., quando sottolinea che la conversazione si spiega solo nel senso dellesistenza di un contrasto in seno ad un sodalizio che vede contrapporsi, da un lato, CARIDI Santo ed i soggetti a lui vicini e, dallaltro, il gruppo di ROTTA e gli altri conversanti, che non sopportano il predetto. Dai progressivi 870, 872, 873 del 30.11.07, poi, emerge lorganizzazione di unaltra cena tra i quattro. Nel progressivo 367, captato di seguito alla cena allinterno dellauto di ROTTA, i conversanti ritornano sugli argomenti trattati e sui dissapori nei confronti di CARIDI Santo e dei suoi uomini. LOMBARDO manifesta espressamente la sua intenzione di uscire dal gruppo qualora continuassero a comandare certi personaggi (io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete contoper discorsi di qua..) e la sua insofferenza nei confronti di CARIDI Santo (l'altro giorno mi ha chiamato...inc... ...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di cellulare...ma! ...io con i cessi non voglio avere a che fare... ); ROTTA, ancora una volta, manifesta maggiore cautela (non te... per noi quattro ci interessa! trent'anni che ti spiego le cose io... siamo quattro crist... basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le chiacchiere... tutto fu...fumata... tutto...tutto... tutto cosa ... mi segui o _____________________________________________________________________________ 262

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no!? e come te lo devo dire!? tutto traffico e marea e non c' niente), sottolineando limpossibilit di tornare sui propri passi (tu ancora non hai capito niente...noi siamo gi compromessi... forse ancora non lo hai capito...non c' altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo compromessi..), potendo, al pi, limitare i danni (noi qua dobbiamo prendere le misure...dunque, dobbiamo...dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi); infine, si percepisce che il motivo di tanto risentimento il timore del LOMBARDO di essere scavalcato da qualcun altro da un punto di vista mafioso (ROTTA: ...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei? LOMBARDO: ...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...). Anche in questo caso corretta inferenza appare quella che la conversazione sia dello stesso tenore della precedente, palesando come esistesse unevidente fibrillazione, dovuta allinsofferenza nei confronti di CARIDI Santo, reggente del sodalizio, non sopportato da alcuni dei suoi accoliti, come ROTTA e gli altri, particolarmente legati fra loro e che temevano di essere messi in secondo piano nelle gerarchie criminali. Daltra parte, per CALDERAZZO si visto come un suo avanzamento fosse stato considerato prematuro, mentre LOMBARDO sembra temere esplicitamente la possibilit di essere scavalcato da qualcun altro. Concludendo, dalloperazione Crimine emerge, da un lato, il particolare legame tra CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario e, dallaltro, la comune appartenenza alla cosca LIBRI CARIDI, che, paradossalmente, si ricava in particolar modo dal dialogo in cui gli interlocutori lamentano esplicitamente i comportamenti tenuti da CARIDI Santo, dimostrando, tuttavia, di essere a questultimo subordinati e di temerne la pericolosit, pur progettando di allontanarsi a causa del comportamento di altri, vicini al CARIDI, che, a loro parere, stavano danneggiando lorganizzazione. Dal tenore dei dialoghi intercettati, in particolare, emerge che LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario apparivano concordare con le linee di condotta di CONDEMI Domenico, manifestando lintenzione di rimanergli accanto fino alle estreme conseguenze (fino alla fine), mentre ROTTA Vincenzo si dimostrava pi riflessivo, consigliando i sodali a muoversi con circospezione, in modo da non incorrere in ritorsioni da parte di altri associati. Il LOMBARDO Vincenzo, invece, si dimostrava in palese contrasto con CARIDI Santo, giungendo a prospettare esplicitamente la sua fuoriuscita dal gruppo, qualora a gestire lorganizzazione fosse rimasto lo stesso CARIDI Santo. Daltra parte, come sottolineato, emergeva anche il particolare motivo di risentimento da parte del LOMBARDO, dovuto alla possibilit dellattribuzione di una dote (carica di ndrangheta) ad altro soggetto vicino a CARIDI Santo a suo discapito: fatto da cui sarebbe potuta derivare una sua reazione anche violenta (...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e

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chi sei?... ...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...). In conclusione corretto largomentare del requirente che, condiviso, viene riportato pu affermarsi che le conversazioni riportate fotografano un particolare momento di fibrillazione nellambito del sodalizio di comune appartenenza, che non esclude affatto lesistenza di un vincolo associativo tra i soggetti monitorati ma, anzi, lo presuppone e lo conferma, anche nel momento in cui gli stessi testimoniano in maniera evidente linsofferenza del momento nei confronti del soggetto, CARIDI Santo, cui rimanevano, tuttavia, inevitabilmente sottoposti in un momento in cui il predetto era chiamato a svolgere funzioni di reggenza sul territorio della cosca a causa dello stato di detenzione del pi importante fratello CARIDI Antonio. La comunione di interessi tuttora perdurante fra i quattro indagati ed il sodalizio, daltra parte, emerge pienamente dalle conversazioni captate nel corso di questo stesso anno 2011, che palesano il comune operare dei quattro, ad esempio, per lelezione del candidato di riferimento della cosca, PLUTINO Giuseppe. Altra manifestazione del comune sentire ed operare del CALDERAZZO, del LOMBARDO e del ROTTA, poi, si ha nella vicenda dellintervento sul CONDEMI Domenico per i problemi che sta arrecando a s stesso, ed al sodalizio, con la sua relazione extraconiugale. LOMBARDO Vincenzo Valgono integralmente, per il LOMBARDO Vincenzo, le considerazioni poco sopra rassegnate. Si aggiunge, per completezza, come egli, in base alle dichiarazioni rese dal BASILE, si accompagnasse, almeno fino allo scorso anno, al CONDEMI Domenico, nella raccolta delle offerte per la festa di Gallician, comune dorigine di gran parte dei CARIDI (quella che, in occasione del commento ai capi C) e C) bis, si definita una sorta di estorsione ambientale praticata dalla consorteria). Riguardo alla sua posizione, ma le considerazioni valgono anche per il CALDERAZZO (con riferimento, in tal caso, alla conversazione tra GATTUSO e CARIDI in cui si discuteva della temporanea impossibilit di conferirgli una carica di ndrangheta), occorre evidenziare e ribadire come il particolare motivo di risentimento da parte sua verso CARIDI dovuto alla possibilit dellattribuzione di una dote (carica di ndrangheta) ad altro soggetto vicino a questi ed a suo discapito: fatto da cui sarebbe potuta derivare, per sua stessa ammissione (che denota la eidente carica intimidatoria di cui portatore), una reazione anche violenta. Al riguardo, appare necessario evidenziare che, per come gi affermato da questo Ufficio (proprio per i fini del procedimento CRIMINE), nel caso della ndrangheta, il conferimento della dote (o grado) particolarmente degno di rilievo sotto un triplice punto di vista: per chi d la dote, per chi la riceve e per chi _____________________________________________________________________________ 264

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presente al rituale. E, nel caso di specie, si coglie come il LOMBARDO, al pari del CALDERAZZO, sia soggetto destinatario di una specifica dote. La rilevanza di simile profilo stata pi volte ribadita dalla giurisprudenza prima citata nelle conclusioni sulladdebito associativo. Non si dimentichi, poi, di considerare il particolare legame che avvince il LOMBARDO a suo compare CONDEMI Domenico, che si riverbera nel legame dello stesso con il PLUTINO, e trova estrinsecazione nellintervento tentato con ROTTA e CALDERA ZZO nella questione inerente la sua relazione extraconiugale. ROTTA Vincenzo. Qui richiamate le considerazioni rassegnate in ordine alla posizione del CALDERAZZO, perfettamente atte a dimostrare la partecipazione anche del ROTTA al sodalizio, occorre operare solo qualche altra considerazione. ROTTA Vincenzo oggetto della conversazione registrata, in data 13 Settembre 2008, allinterno dellautovettura Mercedes di GATTUSO Nicola (prog. 2875 RIT DDA 1205/07). Il GATTUSO, infatti, invitava CARIDI Santo (in auto con lui) a portare con loro anche ROTTA Vincenzo, affermando: E ROTTA dov'? Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete. Che ROTTA avrebbe dovuto partecipare insieme ai due interlocutori ad un non meglio precisato incontro di natura certamente illecita, e comunque di interesse della cosca CARIDI, veniva implicitamente confermato dalla risposta fornita da CARIDI Santo, che, infatti, affermava che, prima di farlo partecipare, avrebbe dovuto chiedere lautorizzazione al fratello CARIDI Antonin o, allora detenuto (Io voglio che parlo con mio fratello prima). Nello stesso apprezzamento di uno degli indagati, MANDALARI Carmelo, poi, egli , nellattualit, esplicitamente considerato uno dei migliori cristiani di San Giorgio per i suoi trascorsi giudiziari (e, infatti, si detto dei legami palesati dai precedenti illustrati nellapposito paragrafo). Dalla vicenda della relazione extraconiugale del CONDEMI Domenico si evince, poi la particolare stima di cui gode presso gli accoliti, sia quelli cui solitamente si accompagna, il LOMBARDO, il CALDERAZZO ed il CONDEMI (che accetta di parlare con lui della questione e viene posto davanti a tutti i rischi che la sua credibilit di ndranghetista patisce a cagione della situazione, oltre a quelli che corre per esporre la stessa cosca con le sue condotte), sia gli anziani. Egli, infatti, viene nelloccasione definito Mastro di misericordia e, ci che pi conta, viene incaricato da Pep CARIDI di richiamare allordine il CONDEMI, stretto tra la nipote di Pep (amante) e la sorella di Gino e Cosimo BORGHETTO (moglie), che, non a caso, minaccia di dire tutto in sede di colloquio ai congiunti.

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Sintomatica del suo stesso rango criminale, poi, la conversazione che egli intrattiene con la nipote, in cui, oltre a vantare le sue qualit di uomo di rispetto, siccome quelle del suo pupillo CONDEMI Domenico, evidenzia il suo impegno a pr del candidato PLUTINO, il quale, in cambio di detto appoggio, far avere al figlio del ROTTA una concreta possibilit di impiego, che tale rimane sol perch ROTTA a non volere che il figlio si sposti da Reggio, ove pretende che il PLUTINO lo sistemi. I fratelli CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo. La posizione dei due fratelli va trattata contestualmente. Nelle prime dichiarazioni rese per i fini del procedimento 250/06 RGNR DDA, il collaboratore di giustizia MOIO evidenzia al loro riguardo quanto segue, nella descrizione che delle dinamiche della zona di appartenenza della cosca CARIDI opera: OMISSIS MR:- No, rapporti no. Ci vedevamo, ci salutavamo per so che fanno parte di della cosca insomma. PLUTINO parecchie volte mi ha mandato i saluti parecchie volte. Ah! Ritornando vabb ci sono anche due, attualmente non ricordo il nome, li chiamano I GEMELLI, che sono praticamente due appartenenti anche alla cosca di la cosca sempre di cui stiamo parlando, di CARIDI. Praticamente, in particolare che attualmente hanno loro affittano macchine per matrimoni, macchine tipo ROLL ROYS, MERCEDES, macchine particolari per matrimoni. PM:- Ma pure questi scusi un attimo se linterrompo, pure Errante e Plutino sono tutti cugini di questi ? MR:- Si, tutti parenti, son parenti parenti sono, si. PM:- Ci sono poi gemelli sono? MR:- Si, due gemelli li chiamano I GEMELLI, li chiamano, ma sono due fratelli che penso che sono gemelli perch si assomigliano. Uno ricciolino, ha i capelli ricci PM:- Allora, sono sicuramente fratelli MR:- Si. Per ricordo in modo particolare che NINO CARIDI, durante gli anni che ho conosciuto erano sempre suoi accompagnatori oppure quando andavo l a SAN GIORGIO li vedevo sempre sempre con la cosca. PM:- Sempre con? MR:- Con la cosca. PM:- Attualmente dice che hanno noleggiano auto MR:- Si, hanno . Si, hanno macchine macchine depoca, fanno matrimoni che affittano per matrimoni. Poi c _____________________________________________________________________________ 266

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PM:- Senta, scusi se stessa cosa, siccome parla di Nino Caridi quindi immagino parla sempre di fatti accompagnatori di Nino Caridi parla sempre di fatti risalenti MR:- Prima della guerra, si PM:- Perfetto, stessa domanda. Successivamente al periodo della guerra, eccetera, eccetera, ne ha pi sentito parlare, li ha pi visti, sa se questi hanno compiuto pi specifici fatti riconducibili allinteresse della cosca? MR:- No. No, questo no per so che sono so che fanno parte della cosca insomma, v. Ragazzi rispettati e e pericolosi, v! PM:- Ma questo dico, perch? E pericolosi perch? Sotto quale profilo? Cio perch lei ritiene pericolosi? Qualcuno le ha detto che praticamente questi sono pericolosi? Ci sono fatti specifici per cui lei pensa che questi possano essere pericolosi? MR:- No, parecchie volte parecchie volte, in incontri che ho avuto che avevo io, per dire cio mi erano stati sempre presentati come personaggi insomma criminali! PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dellepoca? MR:- No, sempre dellepoca, no? OMISSIS Lidentificazione dei due fratelli citati, come si anticipato, contenuta nellinformativa redatta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria in data 19.7.2011, che evidenzia: Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio

Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, socio accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio
Calabria in viale Europa nr. 79, societ che ha quale attivit il noleggio di autovetture di lusso per

cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01)


Le dichiarazioni rese dai collaboratori al P. M. nella fase successiva, invece, sono compendiate nella prima parte dellinformativa della Squadra Mobile in data 23.9.11 che, per comodit espositiva, nuovamente si riporta: Nel corso della verbalizzazione del 26 luglio u.s. il collaboratore di giustizia MOIO Roberto confermava quanto in precedenza riferito in ordine allappartenenza alla cosca CARIDI dei germani CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo, riferendo di conoscere i due soggetti da circa venti anni, ovvero dal periodo dellultima guerra di mafia, quando gli stessi accompagnavano CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) agli incontri con i fratelli TEGANO, zii del dichiarante. Il collaboratore nel corso della medesima verbalizzazione attribuiva a CONDEMI Domenico il ruolo di uomo di fiducia del sopra citato CARIDI Antonino, indicandolo tra laltro come _____________________________________________________________________________ 267

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soggetto particolarmente pericoloso in ragione della sua aggressivit, molto legato a BORGHETTO Eugenio (RC 20.01.1968) e LATELLA Paolo (RC 11.07.1970), insieme ai quali era solito frequentare il bar Mindo ubicato in questa via Pio XI, soggetti che, come riferito nel corso della nota del 26.07.2011, sono stati tratti in arresto in esecuzione dellordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nellambito della operazione Alta Tensione, ai quali il medesimo CONDEMI legato da vincoli di parentela essendone il cognato, avendo sposato BORGHETTO Anna. OMISSIS A d.r.La foto n.6 di un soggetto che conosco da circa ventanni anche se non ricordo il nome: appartiene ad un soggetto che assieme al fratello ha sempre fatto parte della cosca CARIDI; li chiamavano i gemelli, e di loro ho pure gi parlato in precedenti interrogatori; ho preso anche degli appunti su di loro: ricordo che affittavano auto per matrimoni; anche durante la guerra di mafia venivano a trovare i miei zii in compagnia di Nino CARIDI, talvolta a bordo di auto blindate; lavoravano anche nel campo degli stupefacenti nella zona di San Giorgio; il fratello certamente molto pi pericoloso di lui; se non mi sbaglio, sono anche parenti, credo cugini, di Nino CARIDI; La foto n.6 di CONDEMI Filippo A d.r.La foto n.7 del fratello del precedente: ho detto che pi pericoloso perch era luomo di fiducia di Nino CARIDI, mandato per suo conto a fare imbasciate anche presso i vertici degli altri gruppi; un soggetto molto aggressivo cui venivano attribuite maggiori responsabilit in virt del suo maggiore spessore criminale; ricordo che era molto amico di Gino BORGHETTO e LATELLA Paolo, con i quali era sempre assieme al bar Mindo; A d.r.Spesso gli incontri tra gli affiliati avvenivano presso un circolo sito in Sa n Giorgio in una strada stretta, in salita, nei pressi della Chiesa di San Giorgio; tale posto storicamente frequentato da tutti gli appartenenti alla famiglia CARIDI ; La foto n.7 di CONDEMI Domenico.

Anche il collaboratore di giustizia VILLANI Consolato nel corso della verbalizzazione del 26.07.2011 ha confermato lappartenenza dei fratelli CONDEMI alla cosca CARIDI, indicandoli preliminarmente come parenti del titolare del chiosco di frutta ubicato nei pressi del semaforo di viale Europa, (legame di parentela questo evidenziato da questo Ufficio nel corso della precedente nota informativa) riferendo in particolare di una estorsione di cui si era reso responsabile CONDEMI Domenico in pregiudizio di tale REPACI, venditore ambulante di frutta, legato al VILLANI, che in relazione alle richieste estorsive avanzate dal CONDEMI, tramite un terzo soggetto, aveva interessato CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) allora reggente della omonima cosca, che era intervenuto componendo la situazione. OMISSIS A d.r.Col soggetto di cui alla foto n.6 non ho avuto mai a che fare direttamente; La foto n.6 di CONDEMI Filippo. A d.r.So che i CONDEMI sono particolarmente vicini ai CARIDI ed attivi con questi nella zona Boschicello e San Giorgio Extra; il fratello dovrebbe avere un negozio di frutta nei pressi del viale Europa, al semaforo; _____________________________________________________________________________ 268

omissis

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A d.r.So che i fratelli CONDEMI sono dediti alle estorsioni per conto della famiglia CARIDI: in proposito sono dovuto intervenire personalmente a tutela di un mio amico, REPACI Giorgio, venditore ambulante di frutta che si era posizionato sulle bretelle vicino al CEDIR, cui il fratello di quello ritratto in foto aveva richiesto una tangente di cinquanta euro al giorno; io sono intervenuto, ho mandato limbasciata tramite un altro CONDEMI credo tale Pippo che aveva un ingrosso di ortofrutta al mercato generale, il quale a sua volta ne rifer a CARIDI Santo, gestore della cosca durante la detenzione dei fratelli; CARIDI Santo mi fece arrivare la risposta, dicendomi che era tutto a posto; lo stesso CONDEMI, autore dellestorsione, volle incontrare il REPACI allappuntamento inizialmente fissato per il pagamento dei soldi presso larea di servizio sita sulle bretelle, dei fratelli SARTIANO, per scusarsi personalmente con lui di quanto accaduto; A d.r.Tutto ci accadeva perch si trattava di una zona limitrofa a San Giorgio territorio dei CARIDI; A d.r.Conosco di vista il soggetto di cui alla foto n.7: si tratta di un appartenente alla cosca CARIDI;; La foto n.7 di CONDEMI Domenico. A d.r.Tale soggetto sempre stato vicino a Nino RODA ed a suoi figli, appartenenti alla cosca CARIDI; OMISSIS

Il contenuto delle dichiarazioni dei collaboratori appare (una volta chiarito come essi debbano essere considerati attendibili si veda il paragrafo dedicato allesposizione dei criteri di valutazione del materiale indiziario ) dettagliato nellesporre il ruolo dei due fratelli CONDEMI, Domenico e Filippo, quali intranei alla cosca CARIDI. Sono, per usare le parole di MOIO, soggetti che hanno sempre fatto parte della cosca CARIDI. Noti al MOIO perch, anche durante la guerra di mafia, accompagnavano Nino CARIDI dallo zio del MOIO, TEGANO Giovanni, pure a bordo di auto blindate. In particolare, Domenico CONDEMI, definito dal collaboratore molto pi pericoloso dellaltro, era uomo di fiducia di Nino CARIDI, mandato per fare imbasciate anche presso i vertici di altri gruppi, amico di Gino BORGHETTO e LATELLA Paolo. Parimenti rilevanti a loro carico le collimanti dichiarazioni di VILLANI Consolato, che inscrive i due germani nella cosca CARIDI, con cui li indica essere attivi nella zona di Boschicello e San Giorgio Extra, che definisce essere dediti alle estorsioni, tanto da essere lui stesso dovuto intervenire per unestorsione praticata ad un suo amico, REPACI Giorgio, venditore ambulante di frutta, che aveva avuto la (s)ventura di operare in zona limitrofa a quella di San Giorgio Extra.

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Le dichiarazioni, ancor prima di convergere nellindicare lappartenenza dei due germani alla cosca CARIDI, appaiono spontanee, verosimili, caratterizzate da logica interna, dettagliate, precise, non determinate da possibile motivo di astio (che si fa fatica, peraltro, ad immaginare, anche solo considerando, per un verso, lo speciale legame tra la cosca di appartenenza del MOIO i TEGANO e quella dei chiamati, con la prima federata in tempo di guerra, per altro verso come lintervento descritto dal VILLANI si sia risolto senza alcuno strascico, anzi con la richiesta di scuse, allami co per cui lui era intervenuto, da parte del CONDEMI Domenico, dopo lintervento risolutore del capo CARIDI Santo). La convergenza delle chiamate pertanto sarebbe sufficiente, in applicazione dei principi in premessa indicati, per ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a loro carico. Ma a ben vedere essa rappresenta solo uno degli elementi indiziari a carico dei due germani. Filippo, infatti, per sua ammissione, mostra lo stesso potere intimidatorio del fratello nei confronti della criminalit nomade, che parimenti controlla, atteso il segnalato recupero di una pellicola sottratta. Come Domenico, poi, partecipa alle operazioni tutte dirette al positivo esito della campagna elettorale del PLUTINO, che appoggia e di cui controlla le fasi. Domenico, invece, quello che pi si distingue per la pericolosit e la carica criminale, esattamente come descritto dal MOIO. Egli, assieme al PLUTINO, il protagonista della gravissima estorsione in danno del consigliere regionale Giovanni NUCERA, di molti altri atti intimidatori, del danneggiamento a mezzo dellesplosione di colpi di pistola a carico della gioielleria BASILE, del pieno controllo della criminalit nomade operante nellarea di pertinenza della cosca, del controllo del voto durante la campagna elettorale. Insomma, senza dilungarsi oltre e richiamando ogni ulteriore considerazione rassegnata al suo riguardo nella presente ordinanza, il personaggio di maggior rilievo criminale, per pericolosit ed efferatezza delle condotte poste in essere nellinteresse della cosca cui appartiene. Conclusivamente, sussistono, a carico degli indagati CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, CALDERAZZO Rosario, LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo, gravi indizi di colpevolezza in ordine alladdebito loro elevato al capo A) della provvisoria rubrica. Per il CONDEMI, come gi segnalato nel corpo dellordinanza, gravi indizi di colpevolezza sussistono anche in ordine ai reati di cui ai provvisori capi di imputazione sub B), B) bis, C) e C) bis. 8) LE CONCLUSIONI IN ORDINE ALLA FATTISPECIE DI CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE
MAFIOSA E LA POSIZIONE DI PLUTINO GIUSEPPE.

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Al PLUTINO viene contestato, al capo A) Bis, laddebito di concorso esterno nel reato di associazione di tipo mafioso. La contestazione richiama la necessit di alcune brevi riflessioni in ordine al concorso eventuale di persone in un reato a struttura plurisoggettiva, quale quello di cui allart. 416bis C. p.. La tematica, sorta con lintroduzione stessa della fattispecie di cui allart. 416bis c. p., oltre ad avere stimolato ampio dibattito dottrinale, ha determinato il susseguirsi di pronunce di legittimit che hanno via via dipanato i dubbi interpretativi sorti negli interpreti. Un primo punto fermo stato fissato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza n. 16 del 5/10/1994, dep. 28/12/1994, DEMITRY, che ha iniziato a delineare i requisiti ed i presupposti in virt dei quali stato ritenuto giuridicamente ipotizzabile il concorso esterno. Se, nella massima della decisione, si afferma che configurabile il concorso eventuale nel reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, in motivazione, la S. C. sottolinea la diversit di ruoli tra il partecipe all'associazione ed il concorrente eventuale materiale, nel senso che il primo colui senza il cui apporto quotidiano, o comunque assiduo, l'associazione non raggiunge i suoi scopi o non li raggiunge con la dovuta speditezza; , insomma colui che agisce nella "fisiologia", nella vita corrente quotidiana dell'associazione; il secondo , per definizione, colui che non vuol far parte dell'associazione e che l'associazione non chiama a "far parte", ma al quale si rivolge sia per colmare vuoti temporanei in un determinato ruolo, sia, soprattutto, nel momento in cui la "fisiologia" dell'associazione entra in fibrillazione, attraversando una fase "patologica" che, per essere superata, richiede il contributo temporaneo, limitato anche ad un unico intervento, di un esterno: insomma il soggetto che occupa uno spazio proprio nei momenti di emergenza della vita associativa. Dopo pronunce di legittimit che hanno deciso le controversie conformemente allinsegnamento di Sezioni Unite Demitry, con la sentenza Villecco del 2001, si nuovamente messa in discussione la problematica, sicch si giunti a nuovo pronunciamento di legittimit, la nota sentenza CARNEVALE. Cassazione, Sezioni Unite, Sentenza n. 22327 del 30/10/2002, dep. 21/05/2003, CARNEVALE, infatti, evidenzia che: In tema di reati associativi (nella specie, associazione di tipo
mafioso) configurabile il concorso cd. "esterno" nel reato in capo alla persona che, priva della "affectio societatis" e non inserita nella struttura organizzativa del sodalizio, fornisce un contributo concreto, specifico, consapevole e volontario, a carattere indifferentemente occasionale o continuativo, purch detto contributo abbia un'effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del rafforzamento dell'associazione e l'agente se ne rappresenti, nella forma del dolo diretto, l'utilit per la realizzazione, anche parziale, del programma criminoso (Nell'occasione la Corte ha precisato che la prova del concorso esterno nel reato associativo deve avere ad oggetto gli elementi costitutivi della

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fattispecie delittuosa e che i riscontri relativi alle chiamate in reit o correit debbono avere carattere individualizzante).

La sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione Carnevale, dunque, definisce con precisione gli ambiti di operativit della fattispecie criminosa del concorso esterno di persone nel delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso. Il ragionamento posto a fondamento della decisione della Suprema Corte origina dallindividuato discrimine esistente tra il concetto di partecipazione organica ad una struttura associativa e comportamenti diversi che abbiano, comunque, incidenza sulla sussistenza della struttura, assumendo rilievo penale in forza del principio generale di cui allart. 110 c.p., la cui applicazione alle singole ipotesi di reato non risulta preclusa da alcuna previsione normativa. Ma, sul tema del concorso esterno, ulteriore approdo giurisprudenziale rappresentato dalla Sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 33748 del 12/7/2005, dep. 20/9/2005, MANNINO. La massima ufficiale indica che: In tema di associazione di tipo mafioso, assume il
ruolo di "concorrente esterno" il soggetto che, non inserito stabilmente nella struttura organizzativa dell'associazione e privo dell'"affectio societatis", fornisce un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo, sempre che questo esplichi un'effettiva rilevanza causale e quindi si configuri come condizione necessaria per la conservazione o il rafforzamento delle capacit operative dell'associazione (o, per quelle operanti su larga scala come "Cosa nostra", di un suo particolare settore e ramo di attivit o articolazione territoriale) e sia diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della medesima. (In motivazione la Corte, rilevando come la efficienza causale in merito alla concreta realizzazione del fatto criminoso collettivo costituisca elemento essenziale e tipizzante della condotta concorsuale, di natura materiale o morale, ha specificato che non sufficiente una valutazione "ex ante" del contributo, risolta in termini di mera probabilit di lesione del bene giuridico protetto, ma necessario un apprezzamento "ex post", in esito al quale sia dimostrata, alla stregua dei comuni canoni di "certezza processuale", l'elevata credibilit razionale dell'ipotesi formulata in ordine alla reale efficacia condizionante della condotta atipica del concorrente).

Si anche precisato, quanto allelemento soggettivo, che: In tema di associazione di tipo mafioso,
ai fini della configurabilit del concorso esterno, occorre che il dolo investa sia il fatto tipico oggetto della previsione incriminatrice, sia il contributo causale recato dalla condotta dell'agente alla conservazione o al rafforzamento dell'associazione, agendo l'interessato nella consapevolezza e volont di recare un contributo alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio. (In motivazione la Corte ha precisato che deve escludersi la sufficienza del dolo eventuale, inteso come mera accettazione da parte del concorrente esterno del rischio di verificazione dell'evento, ritenuto solamente probabile o possibile insieme ad altri risultati intenzionalmente perseguiti).

Orbene, la motivazione della sentenza esordisce evidenziando come il Supremo Collegio reputi innanzi tutto di confermare il principio giurisprudenziale (Sez. Un., 5/10/1994, Demitry, Foro it. _____________________________________________________________________________ 272

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1995, 2^, 422; Sez. Un., 27/9/1995, Mannino, Cass. pen. 1996, 1087; Sez. Un., 30/10/2002, Carnevale, Foro it. 2003, 2^, 453), secondo cui anche per il delitto di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416 bis cod. pen. configurabile il concorso esterno. Osserva, in particolare, la Corte che, nel tracciare il criterio discretivo tra le rispettive categorie concettuali della partecipazione interna e del concorso esterno, si definisce "partecipe" colui che, risultando inserito stabilmente e organicamente nella struttura organizzativa dell'associazione mafiosa, non solo "" ma "fa parte" della (meglio ancora: "prende parte" alla) stessa: locuzione questa da intendersi non in senso statico, come mera acquisizione di uno status, bens in senso dinamico e funzionalistico, con riferimento all'effettivo ruolo in cui si immessi e ai compiti che si vincolati a svolgere perch l'associazione raggiunga i suoi scopi, restando a disposizione per le attivit organizzate della medesima. Di talch, sul piano della dimensione probatoria della partecipazione rilevano tutti gli indicatori fattuali dai quali, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti propriamente al fenomeno della criminalit di stampo mafioso, possa logicamente inferirsi il nucleo essenziale della condotta partecipativa, e cio la stabile compenetrazione del soggetto nel tessuto organizzativo del sodalizio. Deve dunque trattarsi di indizi gravi e precisi (tra i quali le prassi giurisprudenziali hanno individuato, ad esempio, i comportamenti tenuti nelle pregresse fasi di "osservazione" e "prova", l'affiliazione rituale, l'investitura della qualifica di "uomo d'onore", la commissione di delitti-scopo, oltre a molteplici, variegati e per significativi "facta concludentia") dai quali sia lecito dedurre, senza alcun automatismo probatorio, la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo nonch della duratura, e sempre utilizzabile, "messa a disposizione" della persona per ogni attivit del sodalizio criminoso, con puntuale riferimento, peraltro, allo specifico periodo temporale considerato dall'imputazione. Assume invece la veste di concorrente "esterno" il soggetto che, non inserito stabilmente nella struttura organizzativa dell'associazione mafiosa e privo dell'affectio societatis (che quindi non ne "fa parte"), fornisce tuttavia un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo, sempre che questo abbia un'effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del rafforzamento delle capacit operative dell'associazione (o, per quelle operanti su larga scala come "Cosa nostra", di un suo particolare settore e ramo di attivit o articolazione territoriale) e sia comunque diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della medesima. Continuano le Sezioni Unite nel senso che pu dunque dirsi ormai incontroversa in giurisprudenza e pressoch unanimemente asseverata dalla dottrina l'astratta configurabilit della fattispecie di concorso "eventuale" di persone, rispetto a soggetti diversi dai concorrenti necessari in _____________________________________________________________________________ 273

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senso stretto, in un reato necessariamente plurisoggettivo proprio, quale quello di natura associativa. Ed invero, anche in tal caso la funzione incriminatrice dell'art. 110 cod. pen. (mediante la combinazione della clausola generale in essa contenuta con le disposizioni di parte speciale che prevedono le ipotesi-base di reato) consente di dare rilevanza e di estendere l'area della tipicit e della punibilit alle condotte, altrimenti atipiche, di soggetti "esterni" che rivestano le caratteristiche suindicate. Ma siffatta opzione ermeneutica, favorevole in linea di principio alla configurabilit dell'autonoma fattispecie di concorso "eventuale" o "esterno" nei reati associativi, postula ovviamente che sussistano tutti i requisiti strutturali che caratterizzano il nucleo centrale significativo del concorso di persone nel reato. E cio: - da un lato, che siano realizzati, nella forma consumata o tentata, tutti gli elementi del fatto tipico di reato descritto dalla norma incriminatrice di parte speciale e che la condotta di concorso sia oggettivamente e soggettivamente collegata con quegli elementi (arg. ex art. 115 cod. pen., circa la non punibilit del mero tentativo di concorso, nelle forme dell'accordo per commettere un reato e dell'istigazione accolta a commettere un reato, non seguite per dalla commissione dello stesso); - dall'altro, che il contributo atipico del concorrente esterno, di natura materiale o morale, diverso ma operante in sinergia con quello dei partecipi interni, abbia avuto una reale efficienza causale, sia stato condizione "necessaria" - secondo un modello unitario e indifferenziato, ispirato allo schema della condicio sine qua non proprio delle fattispecie a forma libera e causalmente orientate - per la concreta realizzazione del fatto criminoso collettivo e per la produzione dell'evento lesivo del bene giuridico protetto, che nella specie costituito dall'integrit dell'ordine pubblico, violata dall'esistenza e dall'operativit del sodalizio e dal diffuso pericolo di attuazione dei delittiscopo del programma criminoso. La particolare struttura della fattispecie concorsuale comporta infine, quale essenziale requisito, che il dolo del concorrente esterno investa, nei momenti della rappresentazione e della volizione, sia tutti gli elementi essenziali della figura criminosa tipica sia il contributo causale recato dal proprio comportamento alla realizzazione del fatto concreto, con la consapevolezza e la volont di interagire, sinergicamente, con le condotte altrui nella produzione dell'evento lesivo del "medesimo reato". E, sotto questo profilo, nei delitti associativi si esige che il concorrente esterno, pur sprovvisto dell'affectio societatis e cio della volont di far parte dell'associazione, sia altres consapevole dei metodi e dei fini della stessa (a prescindere dalla condivisione, avversione, disinteresse o indifferenza per siffatti metodi e fini, che lo muovono nel foro interno) e si renda compiutamente conto dell'efficacia causale della sua attivit di sostegno, vantaggiosa per la conservazione o il _____________________________________________________________________________ 274

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rafforzamento dell'associazione: egli "sa" e "vuole" che il suo contributo sia diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio. In merito allo statuto della causalit, le Sezioni Unite, richiamando la sentenza FRANZESE, precisano come non sia affatto sufficiente che il contributo atipico - con prognosi di mera pericolosit ex ante - sia considerato idoneo ad aumentare la probabilit o il rischio di realizzazione del fatto di reato, qualora poi, con giudizio ex post, si riveli per contro ininfluente o addirittura controproducente per la verificazione dell'evento lesivo. L'opposta tesi, che pretende di prescindere dal paradigma eziologico, tende ad anticipare arbitrariamente la soglia di punibilit in contrasto con il principio di tipicit e con l'affermata inammissibilit del mero tentativo di concorso. D'altra parte, ferma restando l'astratta configurabilit dell'autonoma categoria del concorso eventuale "morale" in associazione mafiosa, neppure sembra consentito accedere ad un'impostazione di tipo meramente "soggettivistico" che, operando una sorta di conversione concettuale (e talora di sovvertimento dell'imputazione fattuale contestata), autorizzi il surrettizio e indiretto impiego della causalit psichica c.d. da "rafforzamento" dell'organizzazione criminale, per dissimulare in realt l'assenza di prova dell'effettiva incidenza causale del contributo materiale per la realizzazione del reato: nel senso che la condotta atipica, se obiettivamente significativa, determinerebbe comunque nei membri dell'associazione criminosa la fiduciosa consapevolezza di poter contare sul sicuro apporto del concorrente esterno, e quindi un reale effetto vantaggioso per la struttura organizzativa della stessa. Uno degli ambiti in cui pi si avverte lesigenza di una corretta differenziazione tra la figura del partecipe e quella del concorrente esterno nel reato associativo mafioso quello dei rapporti tra lorganizzazione mafiosa e politico. Sul punto, le Sezioni Unite, nella suddetta sentenza MANNINO, hanno evidenziato quanto segue, in motivazione:
5. - Il thema decidendum sotteso alla vicenda processuale, che sembra scontare fin dall'origine l'insufficiente determinatezza nella descrizione fattuale dell'imputazione contestata, riguarda quella particolare forma di contiguit alla mafia comunemente definita come "patto di scambio politico-mafioso". In forza dell'accordo, a fronte del richiesto appoggio dell'associazione mafiosa nelle competizioni elettorali succedutesi nel corso della sua carriera locale o nazionale, il personaggio politico, senza essere organicamente inserito come partecipe nelle logiche organizzatorie del sodalizio criminoso, s'impegna a strumentalizzare i poteri e le funzioni collegati alla posizione pubblica conseguente all'esito positivo dell'elezione a vantaggio dello stesso sodalizio, assicurandone cos dall'esterno l'accesso ai circuiti finanziari e al controllo delle risorse economiche, ovvero rendendo una serie di favori quale corrispettivo del richiesto procacciamento di voti. Chiamate a rispondere al quesito interpretativo se sia configurabile il concorso esterno nel reato di associazione di tipo mafioso, nel caso paradigmatico del patto di scambio tra l'appoggio elettorale da parte della associazione e l'appoggio promesso a questa da parte del candidato, le Sezioni Unite ne condividono la soluzione affermativa unanimemente offerta dalla giurisprudenza di legittimit (Sez. 1^, 8/6/1992, Battaglini, Foro it. 1993, 2^, 133, in una fattispecie nella quale stata ravvisata, peraltro, l'ipotesi di partecipazione "interna" del politico; Sez. 5^, 16/3/2000, P.G. in proc. Frasca, Foro it. 2001, 2^, 80; Sez. 6^, 15/5/2000, P.M. in proc. Pangallo, rv. 216815; Sez. 5^,

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26/5/2001, Allegro, rv. 220266; Sez. 1^, 17/4/2002, Frasca, Foro it. 2003, 2^, 5; Sez. 5^, 13/11/2002, Gorgone, rv. 224274; Sez. 1^, 25/11/2003, Cito, rv. 229991-993; Sez. 1^, 4/2/2005, Micari), anche se necessitano di essere rivisitate e puntualizzate le ragioni di ordine logico-giuridico che la giustificano. In linea di principio non pu escludersi, infatti, per questa particolare tipologia di relazioni collusive con la mafia che anche la promessa e l'impegno del politico di attivarsi, una volta eletto, a favore della cosca mafiosa possano gi integrare, di per s, gli estremi del contributo atipico del concorrente eventuale nel delitto associativo, a prescindere dalle successive condotte di esecuzione dell'accordo valutabili sotto il profilo probatorio. D'altra parte, la scelta legislativa di incriminare con la nuova fattispecie dell'art. 416 ter cod. pen. (introdotta dall'art. 11 ter d.l. n. 306/1992, conv. dalla l. n. 356/1992, in funzione complementare rispetto al precetto dell'art. 416 bis, comma 3, ultima parte, al pari inserito dall'art. 11 bis del medesimo decreto legge) l'accordo elettorale politico-mafioso in termini di scambio denaro/voti non pu essere intesa come espressiva dell'intento di limitare solo a questa fattispecie l'ambito di operativit dei variegati patti collusivi in materia elettorale con un'associazione mafiosa, negandosi dunque rilievo penale ad ogni altro accordo diverso da quel tipo di scambio. L'esegesi storico-sistematica della disposizione incriminatrice dell'art. 416 ter lascia invero intendere che la soluzione legislativa - in vece dell'emendamento di largo respiro elaborato al comitato ristretto della Commissione Giustizia della Camera dei deputati - sia stata dettata dalla volont di costruire una specifica e tipica figura, alternativa al modello concorsuale, s che (come si gi ritenuto dalle Sezioni Unite, sent. 30/10/2002, Carnevale, cit.) "la relativa introduzione deve leggersi come strumento di estensione della punibilit oltre il concorso esterno, e cio anche ai casi in cui il patto preso in considerazione, non risolvendosi in contributo al mantenimento o rafforzamento dell'organizzazione, resterebbe irrilevante quanto al combinato disposto degli artt. 416 bis e 110 cod. pen.". S'intende affermare che neppure un'ampia e diffusa frammentazione legislativa in autonome e tipiche fattispecie criminose dei vari casi di contiguit mafiosa (com' avvenuto, ad esempio, sul terreno del distinto fenomeno terroristico, mediante l'introduzione delle nuove figure del "finanziamento" di associazioni con finalit di terrorismo art. 270 bis comma 1 cod. pen., ins. dall'art. 1.1 d.l. n. 374/2001 conv. in l. n. 438/2001 -, ovvero dell'"arruolamento" e "addestramento" di persone per il compimento di attivit con finalit di terrorismo anche internazionale - artt. 270 quater e 270 quinquies cod. pen., ins. dall'art. 15.1 d.l. n. 144/2005 conv. in l. n. 155/2005 -) sarebbe comunque in grado di paralizzare l'espansione operativa della clausola generale di estensione della responsabilit per i contributi atipici ed esterni diversi da quelli analiticamente elencati, secondo il modello dettato dall'art. 110 cod. pen. sul concorso di persone nel reato, se non introducendosi una disposizione derogatoria escludente l'applicabilit della suddetta clausola per i reati associativi. E per, ammessa l'astratta configurabilit delle regole del concorso eventuale anche per l'ipotesi di accordo politico-mafioso diverso dallo scambio denaro/voti, occorre trame le conseguenze in punto di rigorosa ricostruzione dei requisiti di fattispecie, con particolare riguardo, oltre che al dolo, anzitutto all'efficacia causale del contributo atipico del concorrente esterno. Non basta certamente la mera "disponibilit" o "vicinanza", ne' appare sufficiente che gli impegni presi dal politico a favore dell'associazione mafiosa, per l'affidabilit e la caratura dei protagonisti dell'accordo, per i connotati strutturali del sodalizio criminoso, per il contesto storico di riferimento e per la specificit dei contenuti del patto, abbiano il carattere della seriet e della concretezza. Ed invero, la promessa e l'impegno del politico (ad esempio, nel campo - pure oggetto dell'imputazione - della programmazione, regolamentazione e avvio di flussi di finanziamenti o dell'aggiudicazione di appalti di opere o servizi pubblici a favore di particolari imprese) in tanto assumono veste di apporto dall'esterno alla conservazione o al rafforzamento dell'associazione mafiosa, rilevanti come concorso eventuale nel reato, in quanto, all'esito della verifica probatoria ex post della loro efficacia causale e non gi mediante una mera valutazione prognostica di idoneit ex ante (che pure sembra acriticamente recepita in talune decisioni di legittimit, fra quelle sopra citate), si possa

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sostenere che, di per s, abbiano inciso immediatamente ed effettivamente sulle capacit operative dell'organizzazione criminale, essendone derivati concreti vantaggi o utilit per la stessa o per le sue articolazioni settoriali coinvolte dall'impegno assunto. Il politico, concorrente esterno, viene in tal modo ad interagire con i capi e i partecipi nel funzionamento dell'organizzazione criminale, che si modula in conseguenza della promessa di sostegno e di favori mediante le varie operazioni di predisposizione e allocazione di risorse umane, materiali, finanziarie e di selezione strategica degli obiettivi, pi in generale di equilibrio degli assetti strutturali e di comando, derivandone l'immediato ed effettivo potenziamento dell'efficienza operativa dell'associazione mafiosa con riguardo allo specifico settore di influenza. Una volta prospettata l'ipotesi di accusa in riferimento al patto elettorale politicomafioso, si rivela quindi necessaria la ricerca e l'acquisizione probatoria di concreti elementi di fatto, dai quali si possa desumere con logica a posteriori che il patto ha prodotto risultati positivi, qualificabili in termini di reale rafforzamento o consolidamento dell'associazione mafiosa, sulla base di generalizzazioni del senso comune o di massime di esperienza dotate di empirica plausibilit. Con l'avvertenza peraltro che, laddove risulti indimostrata l'efficienza causale dell'impegno e della promessa di aiuto del politico sul piano oggettivo del potenziamento della struttura organizzativa dell'ente, non consentito convertire surrettiziamente la fattispecie di concorso materiale oggetto dell'imputazione in una sorta di -apodittico ed empiricamente inafferrabile- contributo al rafforzamento dell'associazione mafiosa in chiave psicologica: nel senso che, in virt del sostegno del politico, risulterebbero comunque, quindi automaticamente, sia "all'esterno" aumentato il credito del sodalizio nel contesto ambientale di riferimento (ove tuttavia non si accerti e si definisca "occulto" l'accordo) che "all'interno" rafforzati il senso di superiorit e il prestigio dei capi e la fiducia di sicura impunit dei partecipi. In ordine al quesito interpretativo riportato in premessa e sottoposto all'esame delle Sezioni Unite, dev'essere pertanto enunciato, a norma dell'art. 173.3 disp. att. cod. proc. pen., il seguente principio di diritto: " configurabile il concorso esterno nel reato di associazione di tipo mafioso nell'ipotesi di scambio elettorale politico-mafioso, in forza del quale il personaggio politico, a fronte del richiesto appoggio dell'associazione nella competizione elettorale, s'impegna ad attivarsi una volta eletto a favore del sodalizio criminoso, pur senza essere organicamente inserito in esso, a condizione che: a) gli impegni assunti dal politico, per l'affidabilit dei protagonisti dell'accordo, per i caratteri strutturali dell'associazione, per il contesto di riferimento e per la specificit dei contenuti, abbiano il carattere della seriet e della concretezza; b) all'esito della verifica probatoria ex post della loro efficacia causale risulti accertato, sulla base di massime di esperienza dotate di empirica plausibilit, che gli impegni assunti dal politico abbiano inciso effettivamente e significativamente, di per s e a prescindere da successive ed eventuali condotte esecutive dell'accordo, sulla conservazione o sul rafforzamento delle capacit operative dell'intera organizzazione criminale o di sue articolazioni settoriali".

Orbene, ripercorrendo, alla luce dei suddetti pronunciamenti giurisprudenziali, seppur sinteticamente, il materiale indiziario che si gi avuto modo di commentare, plurimi, precisi e convergenti sono i dati che consentono di far ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza del PLUTINO in ordine al reato di concorso esterno al sodalizio criminale, sopra delineato, che la cosca CARIDI, articolazione dellassociazione di tipo mafioso denominata ndrangheta. Una serie di elementi portano a ritenere sussistente in capo al PLUTINO la responsabilit per concorso esterno al sodalizio criminale della cosca CARIDI. In primo luogo, rileva la risalenza nel tempo dellappoggio politico prestato da questultima alla carriera politica del PLUTINO. _____________________________________________________________________________ 277

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Gi le dichiarazioni del consigliere regionale NUCERA indicano come il PLUTINO, parente dei CONDEMI, a loro volta legati ai CARIDI, vantasse una base elettorale di 400 voti circa allinizio della sua carriera politica, collocata nel 2002. La verifica oggettiva dei risultati elettorali nella circoscrizione territoriale oggetto di interesse, in quanto quella di pertinenza della consorteria, valutata in relazione a due successive competizioni elettorali, evidenzia come sottolinea il P. M. lelevatissimo numero di preferenze da costui conseguite in area sottoposta al controllo dei CARIDI. Si riporta quanto osservato, al riguardo, dalla P. G. nellinformativa del 26/7/2011:
significativo appare evidenziare lesito degli accertamenti esperiti da questo Ufficio, in ordine al numero di preferenze raccolte dal candidato PLUTINO Giuseppe nel corso delle ultime consultazioni politiche, accertamento esperito tramite acquisizione dei dati definitivi delle ultime elezioni politiche dal sito della RECASI, societ mista appartenente al Comune di Reggio Calabria, che ha curato tale servizio per conto d ellEnte. Le risultanze di tale approfondimento dimostreranno come il quartiere San Giorgio e zone limitrofe abbiano costituito una vera e propria roccaforte per il candidato PLUTINO Giuseppe. Infatti lesito di tale attivit ha evidenziato che PLUTINO Giuseppe candidato alla carica di Consigliere Comunale del Comune di Reggio Calabria per la lista nr. 9 PDL ha ottenuto in totale nr. 1058 voti di preferenza. Lo stesso nelle sezioni nr. 36 Borgata Giardini, nr. 38 Marconi, nr. 40 Rione Ceci, nr. 53 San Giorgio Extra I, nr. 122 Petrillina, nr. 125 Seminario Pontificio, nr. 141 Pio XI, nr. 145 Pio XI Calvario, nr. 186 San Giorgio Extra II e nr. 208 Europa, costituenti il seggio elettorale ubicato presso le Scuole Elementari Ceravolo di viale Europa che per come si evince dalla denominazione delle stesse copre tutta larea ricadente allinterno dei quartieri comunemente indicati come San Giorgio Boschicello, Rione Marconi e viale Europa sui quali esprimono la loro opprimente egemonia mafiosa le cosche CARIDI e ROSMINI, ha ottenuto un totale di nr. 263 preferenze ovvero ben un quarto dei voti totali ottenuti. Tale dato appare maggiormente indicativo se rapportato ai risultati ottenuti presso il medesimo seggio elettorale dagli altri consiglieri comunali eletti nella medesima lista (PDL) del PLUTINO e dai primi eletti della lista Scopelliti Presidente.

Sia le dichiarazioni del NUCERA (con lulteriore considerazione che questi, non a caso, si decideva, inizialmente, ad appoggiare PLUTINO, potendo pensare di fruire del suo futuro aiuto in virt del grosso serbatoio di voti noverato in quella zona) sia laccertamento della P. G. evidenziano come, nella circoscrizione sottoposta allinfluenza dei CARIDI, vi fosse lo zoccolo duro delle sue preferenze elettorali. Il collaboratore MOIO Roberto, poi, afferma quanto segue: OMISSIS A d.r.La foto n.11 di un politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un legame di parentela; da sempre gli stessi lo hanno appoggiato nella sua carriera politica; questo so per quanto riferitomi dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo CARIDI ed in particolare PANGALLO, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pep, NUCERA Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo oggi defunto; il _____________________________________________________________________________ 278

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dato mi stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che sempre stato un esperto di politica; A d.r.Si sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da i paddechi ma non sono a conoscenza di favori specifici fatti dallo stesso a loro beneficio; La foto n.11 di PLUTINO Giuseppe. OMISSIS Il MOIO, dopo avere riconosciuto il PLUTINO nella fotografia mostratagli, lo indicava quale politico molto vicino ai CARIDI, sottolineando che il predetto ha anche un legame di parentela con gli esponenti di quella famiglia mafiosa (politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un legame di parentela), i quali, da sempre, lo hanno appoggiato nella sua carriera politica. Ma le conoscenze del MOIO si arricchiscono del contributo che viene da soggetti che egli indica come affiliati alla medesima cosca mafiosa, dipendenti, come lui, della ditta New Labor [dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo CARIDI ed in particolare PANGALLO5, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pep, NUCERA Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo]. Il dato riferito dal collaboratore a sua conoscenza, tuttavia, anche per quanto appreso da esponenti di altre consorterie criminali, quale Ciccio TRIMBOLI6, definito dal MOIO un esperto di

5 La P. G. osserva: In relazione al citato PANGALLO ed a conferma della bont delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia MOIO, giova qui precisare che il medesimo stato identificato da questo Ufficio per PANGALLO Leo, nato a Reggio Calabria in data 08.09.1957, ivi residente in via Pio XI diramazione Gull nr. 20, con precedenti penali per associazione mafiosa, estorsione e rapina, destinatario in passato dell OCCC WOOD, in quanto esponente della cosca CARIDI, condannato in relazione ai sopra citati delitti alla pena di anni otto e mesi 2 di reclusione ( Provvedimento per la carcerazione N. 234/02 RES N. 188/03 ROE). Lo stesso infatti, da accertamenti esperiti presso lINPS, in atto risulta essere dipendente della NEW LABOR COOP. SOC. Viale Lombardia nr. 29 Monza (MI), Partita Iva 05766050966. A carico del medesimo in ragione delle dichiarazioni del MOIO stato attivato, nell'ambito del presente procedimento penale, servizio di intercettazione telefonica e nel corso di tale attivit si avuto modo di constatare l'esistenza di rapporti diretti tra il PANGALLO e PLUTINO Giuseppe. Infatti a causa di una grave patologia da cui affetto il PANGALLO, in ragione della quale necessita di continue cure e visite specialistiche, la moglie di questi, NUCERA Domenica, in data 26.07.2011 contattava telefonicamente PLUTINO Giuseppe affinch intercedesse presso il Dr. DEL MEDICO Pietro Maria (RC 14.07.1962) specialista in Oncologia presso i locali OORR, che doveva sottoporre a visita domiciliare il marito, al fine di ottenere un trattamento anche economico di favore, ottenendo la piena disponibilit dalluomo politico per come reso evident e dalla trascrizione del progressivo nr. 1895 del 26 luglio 2011 ore 13,37, allegata alla presente informativa.

6La P. G. osserva: Identificato da questo Ufficio per TRIMBOLI Francesco Santo nato a Reggio Calabria in data 01.11.1963, soggetto destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell'ambito della cd Operazione Aghatos che ha visto coinvolti i vertici della cosca TEGANO, in relazione alle pressioni estorsive poste in essere dagli stessi in pregiudizio della societ New Labor. _____________________________________________________________________________ 279

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politica [il dato mi stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che sempre stato un esperto di politica]. Il MOIO concludeva sul punto, asserendo che costituisce dato oggettivamente acquisito degli ambienti criminali la circostanza che il PLUTINO sia un politico sostenuto dalla cosca CARIDI Si sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da i paddechi. Ma elemento centrale, che conferma quanto si assume, proviene dal profluvio di conversazioni, telefoniche e tra presenti, che sono state captate in ordine ai diversi soggetti intranei o contigui alla consorteria CARIDI. Si tratta, cio, di CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo, CALDERAZZO Rosario, i quali, reputati intranei al sodalizio di che trattasi, sono stati monitorati nel continuo impegno nella campagna elettorale in favore del PLUTINO. E, a tal riguardo, si rimanda alle diverse conversazioni commentate nella parte dellordinanza dedicata allesposizione dei dati indiziari, in cui si avuto modo di indicare, per un verso, quanto capillare sia stata la raccolta di voti da parte degli indagati, per altro verso quale sia stata la capacit di controllo dellesercizio stesso del voto (tanto che, ad esempio, si acquisiva e/o ricercava il riferimento alla sezione ove avrebbe votato il soggetto che prometteva il suffragio, onde poter controllare, allatto dello spoglio, se il voto fosse stato dato o meno). Significativa una delle conversazioni commentate in cui gli indagati arrivano ad azzardare che il loro sostenitore a quanto pare analfabeta gi munito di normografo, potesse finanche essere accompagnato allinterno della cabina elettorale Ma tutto questo (e sarebbe gi troppo) non basta al CONDEMI ed ai sodali, i quali si spendono talmente con tenacia per lelezione del PLUTINO da rendersi protagonis ti di comportamenti, anche intimidatori, che sono la pi classica espressione dellesercizio del metodo mafioso. Essi, infatti, sono colti, in totale spregio alla disciplina stessa della competizione elettorale, nellimpedire che vengano affissi i manifesti elettorali di candidati diversi dal PLUTINO (esemplificativo quanto accaduto al candidato del P. D. LANUCARA, che deve rivolgersi ad uno del posto, il MANDALARI, per poterli affiggere), ci che viene intimato dal CONDEMI ad un interlocutore, quando precisa che si tratta degli ultimi giorni della campagna elettorale (e non si pu certo permettere che la presenza dei manifesti del PLUTINO, monito figurativo per la gente del posto circa il corretto esercizio del voto, sia sporcata da quella di propaganda dei concorrenti).

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E se questo il versante del sodalizio mafioso, dal canto suo, lo stesso PLUTINO, si rammenti assessore uscente alle politiche ambientali, si rende protagonista, come correttamente segnala il requirente, di comportamenti concreti finalizzati al soddisfacimento di interessi di membri dellorganizzazione, dovendosi tenere conto che, tra le finalit dellassociazione mafiosa, vi sono la commissione di delitti (come lestorsione) e lintenzione di realizzare profitti o vantaggi ingiusti per s o per altri. E certamente appare inoppugnabile che lassunzione di parenti o amici rientri in queste ultime categorie di finalit del programma criminoso del sodalizio mafioso. Il tutto, ad avviso del decidente, ancora pi pericoloso se si considera lattuale condizione di profonda crisi economica in cui versa il Paese. Riferimento allattualit che non casuale, ma imposto dallattualit delle condotte poste in risalto dalle recentissime conversazioni e che si innesta, purtroppo, in quella che, invece, in Calabria, crisi di per s atavica, costante e disperata ricerca del posto di lavoro, con la facile tentazione di rivolgersi a chi delleconomia ha la sostanziale gestione illegale, la ndrangheta. E, infatti, tornando ai dati indiziari, emerge che il PLUTINO non autore di mere e generiche promesse, quelle, cio, fatte da ogni candidato, nel periodo della campagna elettorale, per ingraziarsi le preferenze degli elettori (di per s, come correttamente puntualizza il P. M., sussumibile nel reato di corruzione elettorale di cui allart.96 del DL n.361/57), ma, al contrario di veri e propri comportamenti concreti, con cui si adopera per realizzare specifici interessi di soggetti legati al sodalizio. E non erra il P. M. quando evidenzia la molteplicit degli esempi di tali comportamenti. Come correttamente sottolinea lo stesso requirente, il PLUTINO, da sempre appoggiato dai paddechi, clamorosamente coinvolto a favore del duo CONDEMI-CUZZOLA. Nel commentare le emergenze indiziarie di cui ai capi B) e B) bis (al cui paragrafo dellordinanza si rimanda), si avuto modo di cogliere come il PLUTINO, in un primo momento, cerchi di imporre al NUCERA lassunzione di CONDEMI Domenico. Del quale, certamente, egli stesso conosceva la pericolosit criminale, tant vero che, quando il consigliere regionale si opponeva, proprio perch non voleva avere a che fare con i CARIDI, cui sapeva con certezza essere legato il CONDEMI, non aveva il coraggio di eccepire alcunch. Successivamente, il PLUTINO si faceva, per, portatore della richiesta dello stesso CONDEMI relativa allassunzione della CUZZOLA presso la struttura speciale dellonorevole. E costei si detto essere cugina del CONDEMI, ma anche parente diretta dei BORGHETTO. Il PLUTINO, ancora, sostiene con forza le ragioni del CONDEMI anche in relazione alla posizione della CUZZOLA, cos avallando lidea di una sorta di debito di riconoscenza che il NUCERA aveva nei confronti suoi e della sua famiglia, per il presunto sostegno ricevuto nelle varie _____________________________________________________________________________ 281

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elezioni, determinando lassunzione della CUZZOLA presso la struttura consiliare del P. D. L. ed innescando il meccanismo che avrebbe portato allatto intimidatorio della tanica fatta rinvenire sulla macchina del NUCERA nel momento in cui bloccava la CUZZOLA, che stava per sottoscrivere il rinnovo dellincarico, presso la struttura regionale. Non pago, a quel punto, rinnova le pressioni, nonostante la consapevolezza della pericolosit del CONDEMI, conclamata dalle esplicite minacce che questi fa al NUCERA davanti allo stesso PLUTINO, senza assumere alla presenza del NUCERA alcun atteggiamento di riprovazione del comportamento del CONDEMI: n durante, n dopo le esplicite minacce fatte. E, allora, non pu che convenirsi con il requirente quando sottolinea che, con tale comportamento, il PLUTINO provoca e partecipa consapevolmente dellimposizione del volere di un soggetto pericoloso ed appartenente ad un sodalizio mafioso nei confronti di un rappresentante di un organismo di primaria importanza, il Consiglio Regionale, finalizzata allassunzione di un soggetto privo di qualsiasi profilo professionale e/o competenza (la CUZZOLA), beneficiato solo dal vincolo dellappartenenza familiare, arrivando, in prima persona, a pretendere lattribuzione di un ruolo anche pi significativo rispetto a quello pure (obtorto collo) offerto in un primo momento. Ma se questo il caso pi eclatante, parimenti rilevante dellassunto il comportamento tenuto dal PLUTINO a beneficio di ROTTA Domenico, figlio di ROTTA Vincenzo, al quale egli trova un posto di lavoro presso un centro daccoglienza: sar solo lopposizione dello stesso ROTTA Vincenzo che, come avevano fatto PLUTINO stesso e CONDEMI nel caso della CUZZOLA, ritiene il posto non adeguato al profilo professionale del figli o a far s che il rapporto lavorativo non si formalizzi. Pretendendo, ovviamente, dal PLUTINO (anche con lintermediazione del solito CONDEMI) che il posto venga trovato a Reggio Calabria Corretta appare, poi, lulteriore argomentazione dellUfficio di Procura secondo cui questi due episodi consentono altre valutazioni, prima tra tutte, la dimostrazione che limpegno del PLUTINO a beneficio degli interessi dei suoi sostenitori continuativo, non limitandosi al periodo della campagna elettorale ma proseguendo anche diverso tempo dopo le elezioni ed in vista delle successive, come la vicenda dellestorsione in danno del NUCERA, nella sua dimensione temporale e nel susseguirsi degli eventi, rende palese. Secondariamente, ma non in ordine di rilevanza ai fini che qui interessano, la circostanza che laiuto concreto prestato dal PLUTINO a beneficio dei due soggetti sicuramente pi pericolosi del gruppo: il CONDEMI ed il ROTTA (gravato questultimo anche da un precedente per reati gravi). Una sintetica considerazione riguarda la circostanza che, come anticipato, i comportamenti che si sono sopra enucleati rafforzano in concreto lassociazione, contribuendo alla realizzazione _____________________________________________________________________________ 282

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del suo programma criminoso, atteso come lesercizio di attivit estorsiva al fine dellassunzione di personaggio legato alla cosca o lavere determinato condizioni per godere di ingiusti profitti in favore di terzi che alla cosca si sono rivolti, non solo concorre alla realizzazione del programma criminoso ma si riverbera in un rafforzamento della stessa, anche nella percezione che se ne ha allesterno. Passando al versante del profilo psicologico, non vi alcun dubbio che il dolo del PLUTINO abbia abbracciato: lesistenza del sodalizio criminoso; lappartenenza dei predetti alla cosca; lilliceit del proprio comportamento.

Sotto il primo profilo, deve considerarsi come lesistenza della cosca CARIDI sia stata attestata da numerosi provvedimenti giudiziari passati in giudicato ed anche recenti. Lo spessore criminale del CONDEMI e del ROTTA, poi, non pu certo essere ignorato da un soggetto che, come il PLUTINO, da sempre vive e conosce lambiente di San Giorgio Extra, dove risiede la maggior parte del suo bacino elettorale. Per di pi, egli ha una conoscenza diretta delle persone, derivante dalla parentela che lega esso PLUTINO e CONDEMI (cugini, figli di fratelli) e, dallaltro, CONDEMI e CARIDI (attraverso il legame tra il CONDEMI Domenico cl.51, cugino dellomonimo indagato e cognato dei fratelli CARIDI). Da ultimo, sullilliceit del proprio comportamento, appare fin troppo evidente che la complessiva evoluzione della vicenda CONDEMI CUZZOLA e la sua conclusione con la tanica recapitata al NUCERA non lascino adito a dubbi di sorta circa la rappresentazione e volizione del contributo del PLUTINO. Ad ulteriore conferma di quanto si evidenzia, ancora, si aggiungono altri fattivi comportamenti che contribuiscono ai complessivi interessi della cosca, tenuti dal PLUTINO in vista della campagna elettorale e in, particolare, nel periodo in cui egli rivestiva la carica di Assessore alle politiche ambientali del Comune di Reggio Calabria. Sollecitato dallonnipresente CONDEMI, infatti, il PLUTINO si attivava subito per far rimuovere della spazzatura davanti allingresso di abitazioni site nei pressi del Brico (Conversazione del 22 Aprile 2011, ore 18:58 progressivo nr. 668), ottenendone, poi, in cambio, il sostegno elettorale (Conversazione del 03 Giugno 2011, ore 11:09 progressivo nr. 2281). Inoltre, egli veniva sollecitato per far pagare i dipendenti della MULTISERVIZI in arretrato di alcune mensilit di stipendio (cfr.Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 10:21 progressivo nr.

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1448), dovendosi, pertanto, rivolgere al Governatore della Calabria, cui il suo consigliere CONDEMI lo invitava a rapportarsi per la soluzione della problematica. A conclusione dellesposizione non pu non richiamarsi il commento finale del P. M.: Il dato da sottolineare, tanto importante quanto evidente ed inquietante che il tramite tra la collettivit ed un suo pubblico rappresentante costituito da un soggetto quale il CONDEMI, appartenente ad uno specifico sodalizio criminale, di cui nota la particolare pericolosit personale, che pure dimostra di soddisfare le istanze della popolazione grazie a rapporto col politico in questione che effettivamente si adopera poi per risolvere la singola problematica proposta. Con la conseguenza inevitabile dellaccreditamento ulteriore sul territorio dellimportanza e della forza dello stesso sodalizio che dimostra di poter contare su uomini posti in settori strategici dellamministrazione e che per questo diviene punto di riferimento anche per il soddisfacimento d istanze legittime, se non sacrosante, dei singoli individui che per non possono essere garantite se non col ricorso al piacere richiesto al compare o allamico degli amici. Concludendo in ordine alla fattispecie oggetto di contestazione al capo A) bis, dunque, pu ritenersi la sussistenza di un grave quadro indiziario, dimostrativo, allo stato degli atti, del fatto che il PLUTINO ha fornito un accertato ed inequivocabile contributo di rafforzamento del sodalizio monitorato dalle indagini sotto duplice forma: per un verso adoperandosi concretamente per il soddisfacimento di interessi direttamente riconducibili ai membri dello stesso; per altro verso contribuendo ad avvalorare sul territorio la capacit dei membri del sodalizio di contare, tanto da riuscire a strumentalizzare, a proprio piacimento e richiesta, la pubblica funzione. Tanto premesso, evidente che nei comportamenti descritti del PLUTINO si coglie la reale efficienza causale rispetto alla concreta realizzazione del fatto criminoso collettivo e per la produzione dell'evento lesivo del bene giuridico protetto, che nella specie costituito dall'integrit dell'ordine pubblico, violata dall'esistenza e dall'operativit del sodalizio: queste ultime garantite ed accresciute (anche) dalla dimostrata capacit, sulla base di fatti concreti, di incidenza diretta dei suoi appartenenti persino sulle aspettative legittime della collettivit. I comportamenti posti in essere dallindagato, daltronde, palesano non un mero pericolo di attuazione dei delitti-scopo del programma criminoso, ma leffettiva realizzazione degli stessi, sotto il profilo della commissione di delitti (come dimostrato dal caso dellestorsione in danno del NUCERA), della realizzazione di profitti ingiusti per s o per altri (le assunzioni compiacenti conseguite o certamente conseguibili -come quella del ROTTA in questultimo caso-) e, infine, sotto il profilo dellalterazione del libero esercizio del voto (come dimostrato da capillare controllo ed alterazione della libert di voto che hanno palesato le condotte poste in essere nel corso della competizione elettorale). _____________________________________________________________________________ 284

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Daltra parte, sotto il profilo soggettivo, alla luce di tutti gli elementi evidenziati, non pu negarsi come il PLUTINO, sulla base delle considerazioni gi compiute, sia altres consapevole dei metodi e dei fini della cosca e dei suoi appartenenti a prescindere dalla condivisione, avversione, disinteresse o indifferenza per siffatti metodi e fini, che lo muovono nel foro interno e si renda compiutamente conto dell'efficacia causale della sua attivit di sostegno, vantaggiosa per la conservazione o il rafforzamento dell'associazione: egli "sa" e "vuole" che il suo contributo sia diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio. Sussistono, pertanto, i presupposti richiesti dallart. 273 C. p. p., per lirrogazione di misura coercitiva nei confronti del PLUTINO Giuseppe (gi attinto da gravit indiziaria per gli addebiti sub B) e B) bis) anche in ordine alladdebito di cui al capo A) bis. 9) LAGGRAVANTE DI CUI ALLART. 7 LEGGE 203/1991 Laggravante in questione viene contestata a carico sia del CONDEMI, soggetto associato, sia del PLUTINO, concorrente esterno nellassociazione, quanto allestorsione in danno del NUCERA. Essa viene, poi, contestata al CONDEMI in relazione alladdebito di danneggiamento aggravato di cui al capo C) ed a quello di porto e detenzione dellarma con cui esso stato realizzato. Prima di entrare nel merito delle contestazioni operate dalla pubblica accusa appare opportuna qualche sintetica notazione circa le caratteristiche di tale aggravante. Com noto lart. 7 della legge n. 203 del 1991 prevede due distinte ipotesi aggravanti. La prima ipotesi consiste nel porre in essere il delitto avvalendosi delle condizioni previste dallart. 416 bis c. p. e, cio, della forza dintimidazione tipica delle associazioni di stampo mafioso. Ai fini della sua applicazione non occorre, per, provare lesistenza dellassociazione, essendo sufficiente dimostrare lutilizzazione concreta nella realizzazione del singolo delitto del c.d. metodo mafioso, cio lattualit di un comportamento minaccioso che evochi il potenziale intimidativo di un sodalizio mafioso. La seconda ipotesi consiste nella finalit di agevolare lattivit di unassociazione di stampo mafioso ed esige, a differenza della prima, la prova dellesistenza reale e non la semplice presunzione dellassociazione di tipo mafioso. Non occorre, per, che la finalit di agevolazione si concretizzi in un effettivo rafforzamento dellassociazione. In proposito la Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione nella nota sentenza CARNEVALE del 2002 ha osservato che laggravante, di cui allart. 7 incentrata su di un dato esclusivamente soggettivo e, quindi, per la sua integrazione non quindi richiesto che lo scopo si sia concretizzato in un esito di effettivo rafforzamento del sodalizio. Quando ci avvenga, il delitto cos aggravato potr affiancarsi al concorso eventuale, come gi affermato dalla sentenza DEMITRY. Nessun dubbio sussiste, poi, circa lastratta configurabilit dellaggravante in questione anche nei confronti dei soggetti non associati e, infatti, le Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza _____________________________________________________________________________ 285

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CINALLI del 28.03.2001 n. 10, hanno superato il preesistente contrasto giurisprudenziale, affermando che: laggravante prevista dallart. 7 D.L. 152/91, in entra mbe le forme in cui pu atteggiarsi, applicabile a tutti coloro che, in concreto, ne realizzino gli estremi, siano essi partecipi di un qualche sodalizio mafioso, siano essi estranei ed in particolare, per i soggetti qualificati, la stessa operante anche per i reati-fine. Lunico reato rispetto al quale lart. 7 non pu operare , ovviamente quello associativo (vedi in tal senso CASS. PEN. Sez. V n. 6929 del 22.12.2000, CANGIALOSI G. ed altri), in quanto il disvalore dellaggravante gi assorbito nella relativa fattispecie criminosa. Entrando nel merito della contestazione, lesame della circostanza aggravante va operato separatamente per le varie tipologie di reati. Con riferimento al delitto di estorsione, richiamando le considerazioni gi rassegnate nel provvedimento in parte qua, va ritenuta sussistente laggravante contestata, nella sua prima forma, in quanto i soggetti agenti si sono sicuramente avvalsi delle condizioni previste dallart. 416 bis C. p., tenendo un comportamento oggettivamente idoneo ad esercitare quella particolare coartazione psicologica sulla persona offesa dotata dei caratteri propri dell'intimidazione derivante dallassociazione di tipo mafioso presente ed operante in prevalenza sul territorio calabrese. Essendo stato posto in essere il delitto da soggetti di cui risultato accertato linserimento nellassociazione criminale di stampo mafioso o il concorso esterno nellassociazione, laggravante si configura anche sotto lulteriore profilo della finalit di agevolare latti vit della cosca CARIDI, avendo procurando alla medesima ingiusti vantaggi. Quanto, poi, alle contestazioni di danneggiamento aggravato e di porto e detenzione dellarma a tal fine adoperata, laggravante appare contestata (e comunque va ritenuta) sotto il secondo profilo, ovvero quello della finalit di agevolare la cosca CARIDI. Non c dubbio, infatti, che la disponibilit di armi sia da parte degli associati sia da parte di soggetti che supportano dallesterno gli associati nella realizzazione del programma criminoso, essenziale per la vita dellassociazione e per il mantenimento della sua attitudine ad incutere timore ed a generare assoggettamento nel contesto territoriale in cui opera. E, nel caso di specie, il CONDEMI risultato appartenere alla consorteria ed avere utilizzato larma al fine di commettere il danneggiamento, che si include in quel pi generale fenomeno di estorsione ambientale che, per la capacit diffusiva di timore che simili condotte impongono, non pu che riverberarsi a favore della cosca, mantenendo, se non accrescendo, la sua attitudine ad incutere timore ed a generare assoggettamento nel contesto in cui opera. 10) LE ESIGENZE CAUTELARI Premessi i gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei sopra indicati soggetti destinatari delle richieste, quanto alla sussistenza di esigenze cautelari tali da giustificare l'emissione della misura restrittiva pi afflittiva richiesta dal P. M., si osserva quanto segue.

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Per quanto riguarda le esigenze cautelari di natura probatoria di cui allart. 274, lett.A), C. p. p. , necessario ricordare come gran parte del quadro indiziario si fondi su intercettazioni telefoniche, ambientali, su servizi di osservazione, controllo integrati da ulteriori attivit di indagine prevalentemente finalizzate alla compiuta localizzazione degli obiettivi di interesse; tale considerazione fa comprendere come di elevatissimo spessore sia, in questa delicata fase, la tutela delle fonti di prova, non solo dichiarative (nella specie da individuare, in primo luogo, nelle dichiarazioni delle persone offese dei reati in contestazione, gi vittime di gravi episodi minatori). Tale attivit di inquinamento probatorio suscettibile di raggiungere il massimo grado qualora dovessero filtrare notizie in ordine al reale tenore delle indagini fin qui svolte. Al riguardo, la Suprema Corte, in pi occasioni, ha ritenuto che le esigenze cautelari tutelate dall'art. 274 lett. a) cod. proc. pen. non riguardano soltanto quelle investigative in senso stretto, ma concernono anche l'acquisizione della prova e la conservazione della sua genuinita'. Pertanto, ai fini della necessita' di prevenire, con la misura della custodia in carcere, il persistente e concreto pericolo di inquinamento probatorio, a nulla rileva la circostanza che le indagini preliminari si siano concluse (Cass. Pen., sez. Unite, sent. n. 00019 del 25/10/1994 12/12/1994). Tale orientamento, correttamente rapportato alle vicende in esame, consente di affermare che se ci vale per indagini gi concluse deve, a maggior ragione, valere per indagini ancora in corso, in cui il concreto ed attuale pericolo per lacquisizione o la genuinit della prova deve essere ritenuto ancor pi frequente ed attuale. Le indagini, infatti, se da una parte hanno consentito di individuare condotte di rilievo penale da ascrivere, allo stato, a persone perfettamente identificate, non possono essere ritenute concluse. Appare, infatti, necessario proseguire nellattivit per giungere alla identificazione anche degli altri concorrenti che, seppur not i per le proprie gesta, non sono forniti di chiara identit. Laver riscontrato in buona parte le fonti di prova fornite dallattivit di indagine preliminare, inoltre, non vale a rendere meno attuali le esigenze appena evidenziate; anche in relazione a tale argomentazione deve evidenziarsi che la formula di cui all'art. 274 lett. a) cod. proc. pen. (inderogabili esigenze attinenti alle indagini) non deve essere intesa nel senso che, una volta acquisito il riscontro certo di una rilevante prova di accusa, cessa il riferimento ad ogni pericolo per l'acquisizione della genuinita' della prova, ma deve essere interpretata come esigenza assoluta di evitare i rischi attinenti alla completa e corretta salvaguardia del potenziale probatorio, che le indagini possono fornire, onde la tutela da parte del legislatore dell'insieme delle potenzialita' probatorie contro il rischio di interventi, da parte dell'indagato, soppressivi di fonti probatorie reali gia' esistenti o impeditivi nei confronti di persone che sono fonti di prove, il tutto con particolare riguardo alle imputazioni dell'indagato medesimo e ai riflessi che su di essa possono proiettare fatti di terzi, dato che la prova e' quella riferita a tutta l'imputazione, compresi i fatti relativi alla punibilita' e alla determinazione della pena (Cass. Pen., sez. VI, sent. n. 03415 del 17/11/1993 - 01/03/1994).

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Non ricorre, infine, neanche lipotesi tendente ad escludere la ricorrenza delle esigenze cautelari di cui alla lett. a) dellart. 274 c.p.p. in presenza di indagini gi conosciute da tempo da parte dellindagato in quanto allo stato alcuna discovery stata posta in essere. Il Supremo Collegio, con riferimento a tale profilo, ha evidenziato che tale pericolo non sussiste quando sia trascorso un lungo periodo di tempo dal momento della conoscenza, da parte dellindagato, dellesistenza di indagini a suo carico per alcuni reati, senza che sia stata posta in essere alcuna condotta che pregiudichi lintegrit o la genuinit della prova stessa (Cass. Pen., sent. n. 00786 del 20/02/1996 12/03/1996) vedi S.U.: 199396), ipotesi che, nel caso di specie, non pu trovare ingresso per la manifesta assenza di qualsivoglia elemento in grado di sostenerne la ricorrenza. Passando alle esigenze di cui alla lettera C) dellart. 274 C. p. p., sono emersi positivi elementi in ordine allattualit del concreto pericolo di reiterazione di condotte criminose. Le specifiche modalit e circostanze dei fatti per i quali si procede rivelano l'esistenza di una associazione di stampo mafioso armata rispetto alla quale gli indagati hanno dimostrato partecipazione attiva (ovvero alla quale hanno prestato attivit agevolatrice o del cui metodo si sono avvalsi), o vi hanno concorso, in un contesto che vede elevato numero di soggetti relazionarsi al fine di proseguire nellattivit illecita posta in essere in esecuzione del programma criminoso. Quanto sopra, dunque, depone, di per s, in senso del tutto negativo in ordine alla personalit degli indagati in relazione alla fattispecie delittuosa di cui alla rubrica sub A). Lobiettiva gravit dei fatti reato e lelevata pericolosit sociale dei prevenuti, quali risultano dallestremo allarme riconnesso a condotte delittuose poste in essere in modo duraturo e programmato, sono suscettibili di essere maggiormente poste in evidenza se si considera che la commissione del delitto in contestazione essenziale alla conservazione ed al rafforzamento della capacit di intimidazione che deriva dal vincolo associativo della associazione di tipo mafioso di appartenenza. Tale giudizio negativo, che si riflette inevitabilmente in termini di concretezza e specificit anche sulla valutazione del pericolo di reiterazione di analoghe condotte delittuose, risulta rafforzato dalla capacit delinquenziale degli indagati chiaramente palesata dalla determinazione, dalla preordinazione e dalla complessa strutturazione che caratterizzano le condotte delittuose relative al capo di incolpazione sub A). Non pare, pertanto, necessario dilungarsi in considerazioni ulteriori per ci che concerne la permanente attualit della pericolosit sociale delle persone sottoposte ad indagini, da cui emerge una innegabile propensione a proseguire nella consumazione di gravi fattispecie delittuose. Analoghe sono le considerazioni da svolgere per chi attinto da contestazioni non associative, essendo comunque le stesse caratterizzate dallaggravante prevista dallart. 7 L. 203/91, nella duplice forma del metodo mafioso o dellagevolazione. Ci posto, va rammentato che, secondo la giurisprudenza, la presunzione di pericolosit, prevista dall'art. 275, comma terzo, cod. proc. pen. per chi raggiunto da gravi indizi di colpevolezza in ordine a un reato di matrice mafiosa, pu essere vinta solo attraverso l'acquisizione di elementi dai quali emerga che in concreto non sussistono le dette esigenze. Ne consegue che non _____________________________________________________________________________ 288

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possono ritenersi idonei a superare tale presunzione elementi cui, ove non operi la predetta presunzione di pericolosit, fa riferimento il legislatore ai sensi dell'art. 275 comma primo e secondo cod. proc. pen. ai fini della adeguatezza e proporzionalit della misura (fattispecie in cui la Corte ha escluso che la mancanza di esigenze cautelari potesse desumersi dall'incensuratezza dell'imputato, dal periodo di custodia da lui sofferto o dalla concessione delle attenuanti generiche) - Cass. Pen., sez. 6, sentenza n. 23788 del 27/03/2003 Cc. (dep. 29/05/2003) -. Nel caso di specie non solo non si dispone di indicatori capaci di smentire la presunzione di pericolosit, ma emerge indiscutibilmente la persistenza del contributo degli indagati in azioni criminose poste in essere avvalendosi della natura mafiosa dellassociazione di cui allart. 416 bis C. p., vista tanto quale organismo unitario, che quale risultante dellazione delinquen ziale esercitata, a livello territoriale, dallarticolazione dappartenenza. Appare necessario sottolineare che ogni possibile valutazione in ordine alla caducazione di esigenze cautelari rilevanti ai fini delladozione della postulata ordinanza custodiale in ragione dallavvenuta cattura di soggetti di rango della consorteria destituita di fondamento per la natura stessa del vincolo indissolubile che lega i compartecipi ad unassociazione per delinquere di tipo mafioso, vincolo che non cessa ma si trasforma in presenza di eventi traumatici certamente in grado di alterare la scala di priorit cui si ispira lazione criminosa dei singoli associati. E, se lintervenuta cattura dei soggetti di vertice evento di gravit ove rapportato alla vita della cosca, ci non lo rende comunque portatore di effetti disgreganti sul legame che caratterizza la singola articolazione territoriale. In sostanza, la cattura del soggetto in posizione apicale non mette in crisi la struttura associativa n pregiudica la sua sopravvivenza, non scioglie laccordo costitutivo n muta il condiviso programma criminoso; impone aggiustamenti nelle strategie conservative ed espansionistiche, prescrive nuovi organigrammi in grado di garantire la fruttuosa gestione di una organizzazione complessa e ramificata e, in particolare, pu ricollocare allinterno di tale struttura i vari soggetti, che, proprio per il ruolo gi ricoperto, assumono, nel mutato assetto, un ruolo di sicuro rilievo, sicch pu agevolmente concludersi il permanere della attualit delle esigenze cautelari anche considerato il tempo trascorso rispetto ai fatti. Occorre evidenziare, a conferma della correttezza di tale assunto, che tali parametri di valutazione vanno considerati validi sia per il compartecipe sia, secondo il costante insegnamento della Suprema Corte (cfr., da ultimo, Sez. II, 18/11/2004 n. 48444), per le posizioni qualificate di soggetti che interagiscono con lassociazione mafiosa e che costituiscono, peraltro, linsostituibile strumento di perfezionamento dei piani criminali di detti sodalizi. Non superfluo ricordare, comunque, come, in tema di misure cautelari, ai fini della valutazione del pericolo specifico di commissione da parte degli imputati di ulteriori reati della stessa specie, il requisito della concretezza di tale pericolo, cui si richiama lart. 274, 1 comma, lett. C), C. p. p., non si identifica con quello di attualit del pericolo; al contrario, il predetto requisito deve essere riconosciuto allorch esistono elementi concreti sulla base dei quali possibile affermare che limputato, verificandosene loccasione, potr commettere reati tra quelli indicati dalla suddetta norma (Cass. Pen., Sez. I, sent. n. 4534 del 1993). Conferma della solidit di tale orientamento giurisprudenziale si ricava dal pronunciamento secondo cui, in tema di misure cautelari personali, _____________________________________________________________________________ 289

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ai fini della valutazione del pericolo che l'imputato commetta reati della stessa specie, il requisito della "concretezza", cui si richiama l'art. 274, comma primo, lett.c) cod. proc. pen., non si identifica con quello di "attualit" derivante dalla riconosciuta esistenza di occasioni prossime favorevoli alla commissione di nuovi reati, dovendo, al contrario, il predetto requisito essere riconosciuto allorch esistono elementi concreti sulla base dei quali possibile affermare che l'imputato potr commettere reati rientranti fra quelli contemplati nella suddetta norma processuale (Cassazione, Sezione 3^, sentenza n. 26833, del 26/03/2004 Cc. (dep. 15/06/2004) Rv. 229911). In concreto, dunque, il giudizio prognostico inerente il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie sganciato dal requisito dellattualit, anche perch non pu essere inteso nel senso di una realizzazione delittuosa in itinere (Cass. Pen., sez. III, sent .n. 2531 del 4 agosto 1995 e n. 1963 del 1993). Si tratta, infatti, di un giudizio prognostico, nel quale la concretezza va, pur sempre, desunta coerentemente da fatti gi accaduti e quindi appartenenti al passato. Lespressione pericolo indica poi una proiezione verso il futuro ed implica in modo indispensabile un apprezzamento di merito (Cass. Pen., sez. III, sent. n. 2531 appena citata). A conferma della correttezza di tale assunto, occorre evidenziare che, di recente, la Suprema Corte ha chiarito che, ai fini della configurabilit dell'esigenza cautelare di cui all'art. 274, comma primo, lett. c), cod. proc. pen., il concreto pericolo di reiterazione dell'attivit criminosa pu essere desunto anche dalla molteplicit dei fatti contestati, in quanto essa, considerata alla luce delle modalit della condotta concretamente tenuta, pu essere indice sintomatico di una personalit proclive al delitto, indipendentemente dall'attualit di detta condotta e quindi anche nel caso in cui essa sia risalente nel tempo (Cass. Pen., sez. V, sent. n. 45950, del 16/11/2005 Cc. (dep. 19/12/2005 ) Rv. 233222). Tale apprezzamento deve tener conto sia delle caratteristiche oggettive e soggettive del fatto-reato, cio della condotta criminosa e delle conseguenze che ne sono derivate, sia della personalit dellagente, desunta dalla condotta complessiva, da tutti gli altri parametri enunciati dallart. 133 c.p. (Cass. Pen., sent. n. 4875 del 1996, sent. n. 1703 del 1993, sent. n. 678 del 1991, sent. n. 919 del 1992, sent. n. 2828 del 1991) ivi comprese, oltre le eventuali condanne irrevocabili, anche lesistenza di altri procedimenti gi instaurati e non ancora definiti (Cass. Pen., sent. n. 1518 del 1991), la vita anteatta (Cass. Pen., sent. n. 3561 del 1991) e la condotta susseguente al fatto criminoso (Cass. Pen., sent. n. 4006 del 1996). La valutazione complessiva della personalit degli indagati raggiunti dai gravi indizi di colpevolezza secondo i parametri enunciati induce ugualmente per ognuno di essi a ritenere sussistente lesigenza di cautela sociale che, per laccertata pericolosit, legittima lapplicazione delle misure cautelari richieste. Esiste, pertanto, il concreto ed attuale pericolo di reiterazione di gravi delitti della stessa specie di quelli per cui si procede, ovvero con uso di armi o altri mezzi di violenza personale, di cui alla lett. C) dellart.274 C. p. p.. Conclusivamente, per i soggetti in dispositivo indicati, le cui condotte sono state ritenute assistite da gravi indizi di colpevolezza per il delitto associativo di cui allart. 416 bis c. p. o per quelli _____________________________________________________________________________ 290

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aggravati dallart. 7 legge 203/91, non pu che applicarsi la misura della custodia in carcere, attesa lassenza di elementi da cui possa ritenersi risultare linsussistenza delle esigenze cautelari presunte per legge ex art. 275 comma 3 C. p. p.. La Suprema Corte, infatti, ha avuto modo di affermare che la presunzione di pericolosit prevista dallart. 275 comma 3 c.p.p. per chi raggiunto da gravi indizi di colpevolezza in ordine ad un reato di matrice mafiosa, pu essere vinta solo attraverso lacquisizione di elementi dai quali emerga che in concreto non sussistono le dette esigenze (Cassazione, Sezione VI, 27 marzo 2003, n. 23788) e, pi di recente, che in presenza di gravi indizi di colpevolezza per uno dei reati indicati dall'art. 275, comma terzo, cod. proc. pen., deve applicarsi la misura della custodia cautelare in carcere senza la necessit di accertare le esigenze cautelari, la cui sussistenza presunta per legge, incombendo al giudice di merito solo l'obbligo di constatare l'inesistenza di elementi che "ictu oculi" lascino ritenere superata tale presunzione (cfr. Cassazione, Sezione VI, 22.1.2008, n. 10318). Si rammenta, ancora, che Sez. 6, Sentenza n. 42922 del 21/10/2010 Cc. (dep. 02/12/2010 ) Rv. 248801, evidenzia che La presunzione di pericolosit prevista dall'art. 275, comma terzo, cod. proc. pen. opera anche con riferimento alla fattispecie di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Orbene, dallesposizione che precede, non risultano acquisiti elementi idonei, nel senso sopra lumeggiato, a superare la presunzione fissata dallart. 275 comma 3 del codice di rito nei confronti degli indagati, ma, al contrario, come si ampiamente esposto in precedenza, sono emersi positivi elementi in ordine al concreto pericolo di reiterazione delle condotte criminose. [Va, comunque, osservato che le sopra descritte esigenze cautelari, in ragione della loro gravit, non potrebbero, in ogni caso, essere assicurate che con lapplicazione della misura pi rigorosa, proporzionata alla gravit dei fatti contestati ed allentit della pena che, in considerazione dei titoli di reato ipotizzati, si ritiene possa essere irrogata in caso di condanna]. Non dato, poi, rinvenire nella fattispecie alcuna delle ipotesi previste dallart. 273, secondo comma, C. p. p.. Non osta, infine, allapplicazione della disposta misura della custodia cautelare in carcere la norma, di cui allart. 275 comma 2-bis C. p. p., dovendosi ritenere che la pena in astratto irrogabile nei confronti dei prevenuti, con elevata probabilit, non certamente contenibile nei limiti della sospensione condizionale. Va, infine, rilevata la sussistenza di specifiche ed eccezionali ragioni di cautela rispetto a possibilit di inquinamento delle prove, consistenti nella concreta possibilit per gli indagati di concordare la versione dei fatti oggetto delle contestazioni inerenti i fatti di criminalit organizzata), che consentono di dilazionare fino allesito dellinterrogatorio innanzi al G. I. P. lesercizio del diritto degli indagati di conferire con il proprio difensore [cfr. Cassazione Penale, Sez. VI, sentenza n. 2941 del 21 ottobre 2009 Cc. (dep. 22/01/2010), Rv. 245806, secondo la quale il provvedimento con il quale venga differito il diritto dell'indagato sottoposto a custodia cautelare di conferire con il proprio difensore pu correttamente basarsi anche sulla ritenuta _____________________________________________________________________________ 291

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gravit dei fatti riguardanti una pluralit di indagati, unitamente all'esigenza di evitare la possibilit di preordinate e comuni tesi difensive di comodo (Fattispecie relativa a complesse indagini su fatti di criminalit organizzata di stampo mafioso)]. Parimenti, appaiono sussistere i presupposti per disporre che gli indagati siano tenuti separati nello stato di detenzione.

P.Q.M.
Visti gli artt. 273, 274, 275, 280 e segg. C. p. p., Accoglie la richiesta del P. M. e, per leffetto, APPLICA la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di: 1. CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 3.7.1976, in relazione ai capi A), B), B-bis), C) e C-bis); 2. CONDEMI Filippo, nato a Reggio Calabria in data 27.5.1974, in relazione al capo A); 3. PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 5.8.1964, in relazione ai capi A-bis), B) e B-bis); 4. ROTTA Vincenzo, nato a Reggio Calabria in data 11.2.1953, in relazione al capo A); 5. LOMBARDO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.5.1973, in relazione al capo A); 6. CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi in data 13.7.1970, in relazione al capo A); Ordina agli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria che gli stessi siano catturati ed immediatamente condotti in un istituto di custodia per ivi rimanere a disposizione dellautorit giudiziaria. - Visto lart. 104 C. p. p., dispone che sia differito il diritto degli indagati a conferire con i rispettivi difensori fino allesito dellinterrogatorio innanzi al GIP, sussistendo obiettive ed eccezionali esigenze di tutela delle prove da attivit di inquinamento. - Visto lart. 96 disp. Att. c. p.p., dispone che gli indagati catturati siano tenuti s eparati tra loro nello stato di detenzione. - Visto lart. 92 disp. Att. C. p. p., manda alla Cancelleria di trasmettere immediatamente la presente ordinanza all'Ufficio della Procura della Repubblica presso il Tribunale in Sede, Direzione Distrettuale Antimafia, che ha richiesto le misure, per lesecuzione.
Gli ufficiali o gli agenti incaricati di eseguire lordinanza provvederanno a trasmettere immediatamente il verbale di esecuzione al pubblico ministero ed al giudice che ha emesso lordinanza.

Reggio Calabria, 16/12/2011.

Il Giudice per le indagini preliminari Dr. Domenico Santoro

Il Cancelliere Depositato in Cancelleria per la trasmissione al Pubblico Ministero per lesecuzione il Il Cancelliere _____________________________________________________________________________ 292

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