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La motivazione lespressione dei motivi che inducono un individuo a compiere o tendere verso una determinata azione. Da un punto di vista psicologico pu essere definita come linsieme dei fattori dinamici aventi una data origine che spingono il comportamento di un individuo verso una data meta; secondo questa concezione, ogni atto che viene compiuto senza motivazioni rischia di fallire. La motivazione svolge fondamentalmente due funzioni: attivare e orientare comportamenti specifici. Nel primo caso si fa riferimento alla componente energetica di attivazione della motivazione. Nel secondo caso si fa riferimento alla componente direzionale di orientamento.
Una teoria che incentra il costrutto di motivazione come base dello sviluppo individuale la piramide dei bisogni fondamentali di Abraham Maslow, che identifica sei fasi di crescita, successive e consecutive, tutte incentrate su bisogni, dal pi semplice (legato allaspetto fisiologico) al pi complesso (legato allautorealizzazione): 1. Bisogni fisiologici, la prima motivazione sviluppata, legati agli stati fisici necessari per vivere ed evitare il disagio (idratazione,alimentazione, minzione, defecazione, igiene) 2. Bisogni di sicurezza, si manifestano solo dopo aver soddisfatto i bisogni fisiologici, e constano della ricerca di contatto e protezione. 3. Bisogni di appartenenza, desiderio di far parte di unestesa unit sociale (famiglia, gruppo amicale), che nasce solo dopo aver soddisfatto i bisogni di sicurezza. 4. Bisogni di stima, esigenza di avere dai partner dellinterazione un riscontro sul proprio apporto e sul proprio contributo, si attiva solo dopo aver soddisfatto i bisogni interpersonali. 5. Bisogni di indipendenza, esigenza di autonomia, realizzazione e completezza del proprio contributo, si attiva solo dopo aver soddisfatto i bisogni di stima. 6. Bisogni di autorealizzazione, bisogno di superare i propri limiti e collocarsi entro una prospettiva superindividuale, essere partecipe col mondo. Un bisogno insoddisfatto, concentra le energie motivazionali entro condotte atte a soddisfare quel bisogno, non accedendo ai bisogni superiori nella scala.
Tra le fasi ora descritte, nel modello originale del 1954, non compare il bisogno di indipendenza, come mostra limmagine. Dal punto di vista operativo di applicazione del concetto di motivazione in unottica di valutazione, il modello di Maslow permette di definire in maniera esaustiva le fasi di sviluppo proprie dei contenuti motivazionali, ma ne rende poco attendibile la misura. La teoria di Maslow e la Teoria x teoria y di Douglas McGregor vengono spesso utilizzate per dimostrare come, ad alti livelli gerarchici, lapprovazione, il rispetto e il senso di appartenenza siano motivatori pi forti del denaro.
Il bisogno del successo (o della riuscita) rispecchia il desiderio di successo e la paura per il fallimento. Il bisogno di appartenenza combina i desideri di protezione e socialit con la paura per il rifiuto da parte di altri. Il bisogno di potere riflette i desideri di dominio e il timore di dipendenza.
Gli individui differiscono nella forza di ciascuno di tali motivi, inoltre le situazioni variano nel grado in cui sono collegate e incentivano luno o laltro motivo. Un ruolo significativo attribuito ai processi cognitivi che catalogano gli stimoli in relazione ai motivi, determinando natura e intensit dei vettori motivazionali. I motivi impliciti che spingono allazione, sono originati dagli incentivi esterni che attivano specifiche reazioni emotive. Successivamente, con lapprendimento, si sviluppa uno schema cognitivo che organizza queste reazioni emotive in categorie positive e negative, delineando cos gli stimoli da ricercare e quelli da allontanare. Con lesperienza e lapprendimento, un numero sempre maggiore di situazioni si associa a questi forti incentivi, consolidando il motivo e trasformandolo in motivazione esplicita. La teoria dei bisogni di base elaborata da McClelland ha posto una pietra miliare per lo studio delle determinanti cognitive della motivazione. In ambito sociale cognitivo molti altri autori hanno sviluppato contributi significativi nellambito della motivazione, concentrandosi sia sul versante teorico di identificazione delle propriet, sia sul versante pragmatico di definizione operativa delle variabili motivazionali
La teoria dellattribuzione di Weiner si basa sui giudizi retrospettivi circa le cause (interne o esterne) attribuite alle proprie prestazioni. Le persone che attribuiscono i propri successi alle capacit personali, e i propri insuccessi a un impegno insufficiente intraprendono compiti pi difficili e persistono nonostante gli insuccessi. Diversamente, chi associa i propri insuccessi a deficit di capacit e i propri successi a fattori situazionali tender ad impegnarsi poco, e rinuncer facilmente alle prime difficolt.
La teoria aspettativa-valore (J. W. Atkinson, V. H. Vroom, Fishbein e Ajzen), nelle sue diverse formulazioni, lega la motivazione sia allaspettativa sul verificarsi di determinati risultati, sia allattrattiva di tali esiti. Ci che differenzia i vari modelli il tipo di motivazioni a cui si applica la teoria: per Atkinson (riproponendo la teoria
dei bisogni di base di Mclelland) la motivazione al successo, per Ajzen e Fishbein la norma soggettiva, per Vroom la convinzione che il comportamento sia realizzabile con limpegno.
Le teorie incentrate sugli obiettivi consapevoli. La capacit di porsi obiettivi stimolanti e valutare su di essi le proprie prestazioni rappresenta uno dei meccanismi motivazionali principali. La motivazione espressa mediante il perseguimento di standard stimolanti stata confermata nellambito della ricerca sulla scelta degli obiettivi (teoria del goal setting di Edwin A. Locke e Gary P. Latham[1]).