Professional Documents
Culture Documents
CRITICA
TfTl^O,
DIRETTA DA
I.
BOLOGNA
DITTA NICOLA ZANICHELLI
1902.
rJlIHAl IO
MATEIvDA
STUDIO DANTESCO
GIUSEPPE PLCCILA
BOLOGNA
DITTA NICOLA ZANICHELLI
I
go2.
Propriet letteraria
Sono
lieto
di
riprendere
la
cure
del
Prof.
Pasquale Papa,
e nutro fiducia
che
sta
gli
studiosi del
Sommo
benevolenza
di cui
lungo intervallo
di
tempo trascorso
fra la
stampa
del-
l'
una
frequenza con
pubblicati
fa-
medesimo formato
e la
di tipi e di carta. di
un bollettino
i
verranno annunziati
tutti
libri
di ar-
gomento dantesco
lognese, Firenze.
inviati al prof.
Pasquale Papa,
44,
Via Bo-
Libreria Zanichelli in
Bologna.
CESARE ZANICHELLL
Biblioteca Storico-critica
pubblicato
il
2* serie
Picciola
MATELDA.
Studio dantesco
*
L.
Il
Toynbee
Serie se-
conda.
Sono
prezzo
di
disponibili
1..
alcune
copie della
1* serie
completa
al
20
75.
(i) In
questo bollettino
verranno annunziate
al
Prof. P.
PAPA,
Via Bolognese,
44, Firenze.
1.
Koch.
(Theodorp: W. (Catalogne of the Dante CoUection presented bv Willard F'iske. Ithaca. New York. i8g8-igoo. 2 voli, in 4".
)
Il
munificenza
di;l
il
donatore,
dr.
si
somma cura una predono alla Biblioteca dell' UniStali Uniti. In due splendidi volumi, degni della pubblicato non molto il catalogo di questa
di
collezione, che
mente
di
parti. Nella
prima
le
si
registrano in or-
Dante,
e le
gli
traduzioni
di
esse
nella seconda
alfabetica
scitti
su Dante, con
di ciascun'
1'
uno per
soggetti,
Commedia, con
gli
autori che
li
hanno
:
rispettivamente
Ritratti di
illusti\:ti'a
illustrati.
;
una
Dante
della
Monumenti e statue Sculture relative a Dante ; Arte italiana divina Commedia; Riprodu-^ioni da manoscritti ; Pitture che
le
illustrano la vita e
di capitale
importanza
agevolata
per
la
gli
studiosi
del
sommo
Poeta,
quali avranno
i
d'
ora innanzi
supplementi ad esso, pubblicati e da pubblicarsi gli impediranno d' invecchiare, facendone sempre una fonte preziosa e, per quanto possibile, compiuta, d' informazioni bibliografiche nello sconfinato
via nelle loro ricerche, tanto pi
che
campo
2.
Codice diplomatico dantesco: I documenti della l'ila e della famiglia di Dante Alighieri
riprodotti in facsimile, trascritti e illustrati
con note critiche, monumenti d' arte e figure da Guido Biagi e da G. L. Passerini Sesta dispensa Dicembre 1900.
Il
condotta
Passerini, contiene
documenti che
si
Bianclii, ita
Godenzo
in
conserva Delgli
Arch.
Bianchi
si
obbligano a rifare
Ubaldini
dei danni che la guerra fosse per cagionare ai loro possedimenti niugellani.
Im-
portanti sono
poi
le-
luoghi a cui il documento si riferisce, come le vedute di S. Godenzo, della Chiesa nella quale convennero i fuorusciti bianchi, e di Gaville altre ricavate dalle miniature onde ricchissimo il cod. Chigiano L. Vili. 296, che contiene le cronache del Villani. poi riprodotta qui per la prima volta fotograficamente anche la famosa iscrizione degli Ubaldini, la cui falsit il prof Rajna dimostra dihnitivamente e inoppu^abiimente in una sua breve ma succosa noticina inserita in questo fascicolo.
;
3.
Tozer
Di'iia
H. F.
An
ligiish
Commentary
oti
Dante'
Coimedia
Oxford, iqoi.
Da quella benemerita officina editrice che , per gli studi danteschi, 'la Clarendon Press di Oxford, e che ha gi dato ai cultori di Dante opere egregie, quali gli Studi del Moore, e il Dizionario del Ti.ynbee, si pubblicato questo nuovo commento alla D. C. che certamente sar utilissimo aiuto agli inglesi che vogliono penetrare nel pensiero del Poeta, n sar consultato indarno dagli italiani. Il volume, stampato con nitidezza ed eleganza severa, contiene il solo commentario senza alcun testo; ma il T. avverte che il test da lui seguito quello del Moore (Oxford igoo)j non senza aver riguardo peri anche alle varianti di altre edizioni. Le note sobrie e chiare hanno soprattutto carattere esegetico molti sono i richiami ed altri luoghi danteschi della Commedia e delle opere minori, che possano avere attinenza col passo di illustrare, perch il T. riconosce come fondamentale il canone, che Dante debba spiegarsi con Dante; inoltre data importanza speciale agli autori da cui positivo che il Poeta
,
abbia attinto
fatti
il
e dottrine.
via fa
11
negli
ar-
gomenti che
retto
T. via
precedere
e l alcune
per
il
4.
Bassermann
Italia.
(Alfredo).
Orme
di
Dante
in
Opera
trad. sulla
seconda
edi^. tedesca
da
italiana, e
la
di
in
ma
altres
il
libro di
un
d'
entusiasmo
per r
Italia e pel
suo Poeta.
5-
Federzoni
La materia
Tra
gli
(Ciiovanni).
tore, in parte
-.
germi
circa
della
D. C.
nella Vita
Gli studiosi di
raccolti
in
un
bel
di
volume acume,
di
di
gusto e di garbata
alla
italianit, e
il
che
di
lunga ed amorosa
meditazione.
6.
Torraca
(Francesco)
Studi
sulla
lirica
ita-
l.,
i
ricom-
pariscono raccolti
un volume
:
il prof. Torraca aveva gi stampati nella iV. Antologia e nel // notaro Giacomo da Lentini; La scuola poeFederico II e la poesia provengale ; Attorno alla scuola siciliana; Il giudice Guido delle Colonne di Messina. In questi scritti sono qua e l trattati importanti problemi di critica dantesca, nei quali il T. porta da par suo
duecento, clie
tica siciliana;
e,
soprattutto,
buon senso.
7.
Davidsolin.
ron Floreni
(Robert) Forschungen
Dritter Theil
(
i
{tir
Geschichte
und 14 Jahrhundert) I. Regesten unedirter Urkunden zar Geschichte von Handel, Gewerbe und Zunftwesen II. Die Schwarzen und die Weissen Berlin, 1901.
3
Questo volume di ricerche, che, come gli altri due precedenti, raccoglie documenti importantissimi, messi dall' A. a fondamento della Storia di Firenze., che e^li va con laboriosa dottrina pubblicando a Berlino, presso la solerte casa editrice Mittler und Sohn., molto notevole per gli studiosi di Dante, come quello che si riferisce tutto alle condizioni econoiniche e politiche di Firenze nei secoli XIU e XIV. Nella prima parte: Regesten ^ur Geschichte des Handels, des Gcverbes und regesti di un gran nudes Zunflwesens, abbiamo, ordinati cronologicamente,
notizie e
i
mero
di
la
storia del
commercio, dell'industria
;
1209 ^1 133 '.Copiose e notevolissime sono le notizie d' indole politiche che da questi regesti vengon fuori ma soprattutto essi danno un' idea della vasta e mirabile rete commerciale che i
delle corporazioni di artefici di Firenze, dal
fiorentini
il
in tutto
si
rife-
titoli:
I.
Bianchi e dei Neri, ed divisa in 5 capitoli dei quali ecco 2. Caendiil processo contro la sua suocera
inSggio ijioo 4- Rela\ioni di Bonifacio Vili con 3. // Priorato di Dante famiglie fiorentine 5. Rapporti dai legati pontifici Gugl. Duranti e Piliforte abate Liimberiense spediti a Clemente l', dalla Toscana, dalla Marca d' An-
Romagna
che
1'
ecc.
A. ha fatto
questo volume
di fatti, ma anche un ricco e luminoso contributo alla critica storica, intorno ad uno dei pi agitati e singolari periodi della vita fiorentina.
8.
Flamini
Lettura dantesca
Quest'opuscolo del valente professore dell'Ateneo padovano un altro e di quel volume che egli va preparando, e sar presto il benvenuto, suir allegoria generale e sulla interpetrazione del Poema dantesco. Beanotevole saggio
trice per'
Flamini o la verit soprannaturale rivelata dallo Spirito Questo significato simbolico della donna divina, il F. attinge da Dante stesso, nell' ultimo capitolo del de Monarchia, e la dimostrazione acura e convincente corroborata di quella sana e soda dottrina, che
il
prof.
Santo
agli
uomini.
tutti
riconoscono ed ammirano
in
Francesco Flamini.
9.
La Divina Commedia
{ione del cod.
teca
di D. A. Rprodu-
Mediceo
Firenze,
1902.
Questa splendida riproduzione in tricromia e fototipia del famoso codice della D. C. fuori di commercio, ed destinata dalla Commissione fiorentina per la lettura di Dante in Orsanmlchele ad essere donata ai soci primi 14 canti della Societ dantesca ital. residenti in Firenze. Sono per ora
Tempiano
con la bella miniatura iniziale il resto sar dato negli anni successivi, per modo da formare un raro ed elegantissimo volumetto. Il prof. Vandelli ha aggiunto importanza a questa pubblicazione con la notizia che egli ha compilata del Codice Tempiano maggiore, uno dei pi autorevoli della Commedia, che conservino nella biblioteca Laurenziana. Questa descrizione del codice si
dell' Inf.
:
stampata
in
un
foglietto a parte.
10.
Solerti (Angelo)
da contemporanei
Con opportuno
pensiero
il
Milano, 1903.
ha raccolto
prof. Solerti
di
un volume per
la
ranei. Noi ci limitiamo ad additare ci che in esso si riferisce a Dante. Il prof. S. ha riprodotto ed illustrato il breve necrologio che del P. ci lasci nella sua Cronica Giov. Villani* riportando in nota anche il ricordo che ne scrisse nella sua Marchionne di Coppo Stefani, e quello che si legge in una Cronica generale
Comunale
la
di
Ferrara. Ristampa
quindi
di
su
1'
ediz.
Vita
di
Dante
scritta dal
latore: nella notizia preliminare che dell'operetta boccaccesca egli d a pag. 8, sfuggita 1' edizione critica che della Viia di Dante pubblic il prof. Enrico
Rostagno nei
prima
1.
XVIII
e XIX.
Dante. Firenze,
dal
com-
ai
Le
modo
che potranno
di
schedario.
l'i.
Giornale dantesco,
rini.
diretto
da G. L. Passe-
Anno X. Quaderni
I-\'I]1.
Notiamo in questi quaderni del Giornale dantesco^ che, alquanto trasformato dal primitivo, continua regolarmente le sue pubblicazioni per l' infaticata
diligenza
del
Direttore
G. L. Passerini,
di
1.
dell'
Editore
Il,
Cav. Olschki,
)
fra
gli
altri scritti:
Chiose dantesche
del
Lungo
(Inf.
inglese di
di F.
A che ora D. sale al cielo di D. e di G. del Virgilio di E.- G. Parodi; .4 che ora D. sale al cielo d'Ovidio L' epistola a Can Grande non e opera dell' Alighieri di F. P. Luiso; e una necrologia del compianto dantista F. S. Kraus scritta da A. Bassermann.
(Purg. XIX, 103-114);
;
13.
Lamma (Krnksio)
Zanichelli 1903.
Il
Lamma ha raccolto in volume suoi scritti di argomento dantesco sparsamente in giornali e riviste, ad eccezione di uno. Madonna Lisa e la Donna gentile. Nel primo studio. Dante Alighieri e Giov. Qiiirini, il L. esamina il cod. Ambrosiano O sup, 6^, che contiene sonetti di Dante o a Dante attribuiti, lo dimostra di scarsa attendibilit, e viene quindi alla queprof.
i
pubblicati
stione
principale
dell'amicizia
fra
il
Quirini
l'Alighieri e
dell'autenticit
della corrispondenza
med. cod. 11 L. nega 1' una cosa e secondo studio, La rimenata di Guido, mira a confutare l'opinione del d'Ovidio, che cio il son. del Cavalcanti /' veglio il giunto a te infinite volte contenga rimproveri a Dante per la sua amicizia con Forese Donati, Seguono poi questi altri scritti nel voi.: Sulle forme Ancora scliematiclie dei sonetti danteschi; Il primo son. della Vita nuova n Madonna Lisa e la Donna gentile. (Il L. sul primo son. della l'/fa nuova u nega l'identificazione della Lisetta con la Donna gentile, proposta dal Barbi ed accettata dai pi, e sostiene che nel son. Per quella via, scritto, secondo lui certamente nel 1292, ricordata non la Donna gentile, ma una di quelle geneJ agli amori del Poeta e a lui richietili donne, che s'interessavano all'arte sero parole rimate); Intorno alla Vita nuova dannazione secondo il ; La
poetica
contenuta nel
11
altra
>
concetto dantesco.
P.
Papa.
AGLI AMICI
AUGUSTO TAMBURINI
NABORRE CAMPANINI
DEI
PER AMOR
QUALI
CON
PI
LA MATILDICA ROCCA
IL
CANOSSA
IL
me mandato
e,
nel luglio
in parte,
anche
Cacui
bal-
gita a e di
nossa, onde
memoria,
due
neW Italia
centrale di
il
germe
compimento
al
mio lavoro,
di
assottigliandolo in
e
una
forma che a
intrattenere
me
parve pi
agile
meglio adatta a
una accolta
usci
Signore.
sulla
fine di
mio discorso;
a
il
per Dante,
italiana
pubblicato
cura
della
dantesca
vie
da
me
percorse, in
parte
altre vie,
giungeva
alla
medesima
io voglio
meta.
certo
che mi
compiacqui
dello
spontaneo
4
appariva, non
nella
ma
alle
volte fin
forma
Ed
come mi
ritorna dal
poli'e, se
Ministero, aspersa
zanichel-
premura
che
me
1'
ha
stati fatti
e dandole
pi aperto atteggiamento
polemico; potrei
sfruttare, se
non
altro,
il
done
nel
mio
la miglior parte.
Ma
di
penso che
Cesare.
I
meglio
studi,
che
il
due
quello
stare
del
s
:
Rocca
mio. debbono, o
m' inganno,
da
la assoluta
all'
r uno rispetto
di autorit
altro,
pu
conferire
maggior
forza
di
cordi. Cosi
auguro
gli
sulla
importante
de' quali
qualche eco
nel discorso.
e l
anche
Ma
ritocchi
si
nel testo
sono lievissimi e
rarissime
le
aggiunte:
vi
note, e
ne ho
le-
vata qualche
ma
ai critici
non piacerebbe
aprile 1902.
Ancona, 25
G. P.
MATELDA
M ATHlLDlsl.uCcvs.'|>Kcroahocc^| <^^vcUuYrc?v
"'""-----=-"
RITRATTO DELLA CONTESSA MATILDE SECONDO LA MINIATVRA DEL COD. VATICANO 4922 (DALLA RIPRODUZIONE DEL PERTZ, XII. TAV.
I)
Le prime quattordici
gatorio
terzine
il
del canto
compiono quasi
al
medesimo
ufficio
preludio
sinfonico innanzi
dramma
seguace
ama
l'
talvolta
cosi
e
il
il
intelletto
de' lettori
con
incanto
alla
puro
fiore delle
rivelazione di qualche
operi sempre per
prodigio. In
quest'arte, che
del
non
si
sa se
meditato proposito
il
vendo r apparir
ragone
:
di
Beatrice.
Annunzia
ma non
si
legato
dalla
rispondenza
Termini
de' pi
grammaticali;
immediata
del
di
uno
i
Natura
il
sorgere
giorno tra
suoni
sfiori
i
vapori
cantini
Pare che un
le
soffio di esili
degli archi;
altre
ma
e
i
le voci di
corde
sospiri
i
de' flauti;
gi
un fremito
un inno
saluta
il
tumulto,
prorompe
in
clamoroso
di gioia
e di gloria.
Cosi
del
Riccardo
Wagner
1'
portentoso arrivo
del
Cavaliere
Cigno; cosi
Alighieri
ac-
Io vidi gi nel
La parte
E
E
Si
adorno,
nascere ombrata,
di
vapori
;
L'occhio
fiori,
Che
dalle
mani angeliche
saliva,
sotto verde
manto,
fiamma
viva.
lo spirito
Tempo
Non
lei
mosse,
gran potenza.
Minor fremito
di passione,
ma non minor
viaggio
del
grado
di dolcezza
Com'
guerra
si
era
del
stato
faticoso
e
i
il
Poeta
Come
le
dura
la
i
cammino
si
della
pietate
attraverso
!
lande e
i
Poich, se
comnon
attenzione
al
tormento patito
cornice,
la
da Dante
nell'
oltrepassare
le
fiamme dell'ultima
pene
il
men
tutte
egli
dov sentire
(').
rancura
nell'animo
le
sul
debole
la
corpo
flagello
Non sempre: ma
luoghi
pe' quali ne' regni
volte
che
a
naturai
condizione
dei
pass
lo
costrinse
sopportarle. Dante
la
infatti
port
d' oltretomba,
le
non pure
vita e le passioni
mondane, ma anche
forme
immaginando
s pel-
ed oltre monti
e fiumi e foreste,
la
cre epiattraente
non sono
parte
meno
il
e viva della
Commedia;
riusci a rappresentare
paesaggio in-
apparire
quasi
luminoso:
dobbiamo costringere
rere luoghi
la nostra
come un viandante
e selvaggi e a superare
s'
fossi,
fiumi e paludi;
i
dove
la via era
inarcavano
ponti, dove
ma
dove
s'
aiutava
si
lena del
polmone
assai
munta. Chi
lo
ripar dalla grandine grossa e dall' acqua tinta e dalla neve, onde
erano adonati
i
golosi
del
chi, se soffio
coperchio
d'
un
al
N doverono
esalar dolci
profumi dalla
vero,
del Flegetonte
non scendeva,
la
pioggia di fuoco;
ma
tutta l'aria, in
con
de'
s, si
rammenti,
e
gli
di
quel di
Adamo. E
i
la-
sciamo
il
terrore
i
demoni,
lampeg-
giamenti, e
rombi, e
le folgori, e tutti
crudeli
della
peregrinazione
fu
nel-
r abisso;
ma
anche
la
salita
dell' alto
monte non
pia^:;a.
11
per
lui,
come
direbbe l'Ariosto, un
far
vedersi
il
in
fumo
degli ira-
condi
di via
gli f sentire
aspramente
non parve
fosse divario
di
tra
il
Poeta
veri pe-
nitenti; e gi
chinare
spada.
la fronte, sette
Angelo
col
punton della
E
e
quando, dopo
tante lagrime,
dopo
tanti
fiamme
1'
ultimo
Poeta,
si
del
e
monte,
all'
trillante
di
vigor
nuovo
senti
nell' agile
spirito, che
fresca
l'anima,
rifatta
finalmente serena!
E
di
verdeggiante
e
gli
ondeggiante
mormorante mistero
e de' fiori
il
un bosco montano,
il
aromi
de'
muschi
e
silvestri, e
il
gorgogliare delle
pure
acque correnti,
frullar dell'ali, e
attesa
di
qualche
misteriosa
apparizione, di
qualche
grande avvenimento:
Vago
viva,
il
nuovo giorno,
Senza pi aspettar
lasciai la riva,
Prendendo
la
campagna
che
lento lento
Su per
Avere
lo suol
mi
Non
Per cui U"
di
le
prim' ombra
gitta
santo monte:
Non per
Tanto, che
Ma
con piena
letizia
1"
re prime.
intra le fog'lie,
Cantando, ricevino
Che tenevan bordone alle sue rime, Tal, qual di ramo in ramo si raccoglie
Per
la pineta in sul
lito di
Chiassi,
discioglie.
lenti passi
Dentro
m'
entrassi
mi
tolse
un
rio.
Piegava
qua pi monde,
Verso
di
Avvegna che si muova bruna bruna Sotto r ombra perpetua che mai Raggiar non lascia sole ivi n luna.
Coi pie Di
ristetti
l dal fiumicello,
per mirare
freschi
egli
mai
appare
pensare)
Una donna
soletta,
che
si
gi
fior
Cantando, ed iscegliendo
da tore,
Ond' era
Eccoci dinanzi
alla bella
Donna che
ai
si
scalda
a'
raggi
d'amore:
raggi d'
ai
amore
vo' credere
sembianti,
Che
Tanto eh'
Tu mi
fai
rimembrar dove
lei^
La madre
ed
ella
primavera.
L'immagine
qui
alla
si
perfetta.
Una donna
luce, d'
direbbe
meglio in
amore,
mente Proserpina
Enna:
dum
Proserpina luco
lilla
carpii (^),
s'
avvicina a Dante e
si
ferma, diritta
da
lui,
pronta
alle
sue domande.
et in
ope-
manuum tuarum
d' altre notizie
e
la
le
consigliavano al sorriso.
Ma
Dante
curioso:
la
Donde ha
rivoletto?
E, se
oltre
La Donna
cortese ri-
sponde;
risposta
occupa tutte
il
le
Ed
mente
ora chiudiamo
la
libro, e
raccogliamo
fermiamo
(^),
nella
figura
e
bellissima.
Violette e Pargolette
che colgano
ne intessano ghirlande, se ne
trovano
qua
ma non hanno
invece
memoria
:
le
fat-
Prima raggi
nel
monte
Citerea,
Che
di
fuoco d'
amor
Giovane e bella
in sogno mi parca Donna vedere andar per una landa Cogliendo fiori. E cantando dicea Sappia, qualunque il mio nome dimanda, Ch' io mi son Lia, e vo movendo intorno
:
Le
belle
mani
Per piacermi
allo
Ma mia
smaga
begli occhi
veder vaga,
le
Com'
io
dell'adornarmi con
mani;
Lei lo vedere, e
me
1'
ovrare appaga.
Lia e
la
Donna
della
soletta
sembrano pi
1'
che sorelle
sembrano
due figurazioni
annunziatrice
medesima persona;
e
operante
nella realt di
una
vita,
//
che non
meno
ci
di
visione e di sogno.
'/
Con
sa
le le
espressioni:
fatto
sia,
novelle, Dante,
Lubin,
i
volle
avvertili
verarsi.
N
n
il
lettori di
Dante ne faranno
non
solo n
il
in
annunciato a Dante
il
Siamo
il
che
ci
confin-
bel
simbolo: seguiamola,
e
o strappato;
poi
moveremo
passi
Che
la
cosa
dunque rappresenta
la
Donna
soletta
a'
Risponde Lia:
chiosatori
Vita
attiva.
risale
primi
della
Commedia
quali, interpreti
sapevano che,
se la
la
beatitudme spirituale
felicit
dell'
contemplazione,
rag-
La
solitaria
Donna
porge,
trae infatti dal danzare suU' erbe e dal cantare e dallo scefiore
gliere fiore da
si,
argomento
suoi
fiori,
ma
a patto
ella
che
ella
muova,
raccoglierli, le bianche
esulta, perch
effonde
sua
fresca giovinezza.
Ma
si
che, per la
solitaria abita-
selva paradisiaca
non pu non
Se
si
che non
si
debba
allontanarsi
antica
interpretazione
sono
pi che sutlciente
indizio le
almeno quindici
differenti
significazioni che
in lei, e tutti
una quinsi-
dicina di moderni
curezza, ravvisate
interpreti
(*)),
si
hanno
con eguale
selva
selvaggia
fino
alla
maestro
di
Dante
allo
Virgilio; cosi
come
dal_ vertice
estremo
dell'Eden sino
E come
fa
Paradiso
terrestre
di lui
si
la
Donna
grandi
misteri
Beatrice; cosi
terminare
e,
lo
nardo,
gi
conduce
alla
1'
suprema
che
ufficio
adempie Virgilio
ne'
due regni
l'
Bernardo
com-
ufficio
i
medesimo che
alla
ignota vergine
lo Scartazzini,
il
commentatori, compreso
doverono riconoscere
in
sim-
s'
accorsero
di
dell'
anala
che
lega
santo
Chiaravalle e
Donna
che
che, se
Dante
nell'
Empireo,
e colei
gli scorta
1'
sulla
la
vetta
del
monte?.
l'
Come non
altra
s'accorsero
cosi
uno
vita
contemplativa,
deve, perch
attiva? Se
vuole
il
la vita
abbiamo
della
uomo
cristiano e
Roma
Come Roma
'4
come cocca
le
in
suo segno
degli
diretta,
illumin e prepar
del vero Dio:
coscienze
uomini
ricevere
il
culto
come
Che
porta
il
lume
Ma dopo
Virgilio
s fa le persone dotte.
dunque
nella
Commedia
1'
la
ad-
uomo
a'
che
la
buoni e
conceduto
di
gioia
terrestre.
Ma
goderla
a interamente
filosofici,
la
non
vita
suffi-
necessaria, oltre
specula
vita attiva:
ed ecco
la bella
Donna che
con
1'
rileva
Dante dalla
fiso
istituzione di Virgilio.
basta
varcare,
occhio
nella
scienza divina,
nove
cieli,
che
sono velo
la
insieme e rivelazione
godere
Ente
quale, mentre
Beatrice
gi
si
fa
corona
Riflettendo da s gli eterni
rai,
favore
di
Dante,
la
prece
pi alta che
a Matelda,
cristiano.
Virgilio
conduce
a
e
il
Matelda d
Bernardo, e
tutti
i
uomo
alfine di
disii,
Il
nome
di
Matelda
sfuggi, quasi
per
caso, dalle
labbra
nella ravvivatrice
acqua
di
identifi-
non
ci
sia
venuto
meno questo
princi-
palissimo argomento:
telda fu,
il
dubbio che
Ma-
prima
Ma
fu la sua vita?
si
Come
ebbe
nome?
domande
se al
risponde facilmente:
di lei
Si
nome
Dante ebbe
rispetto
come
gli altri
anche
sola
;
alle altre
domande
:
rispon-
una
compendiosa risposta
Fu
contessa
Matilde, di
i
Toscana
ma non
senza
ragionare
cosi:
Tutti
indiscussa
gine,
interpretazione, alla
il
quale
non pure
il
uomini
savi,
ma
D.
ancora
consenso
unanime
diffusa
di
tutti gli
C,
e pi
ancora
la
tradizione
nel
che
signora
di
Trecento in Toscana, e
accendersi, e a
lei
che
il
nome
di
Matelda
fosse
<i
pronunziato
uno
storico o di
un poeta.
la
Iacopo
della
Lana,
vita
attiva la contessa
Matelda, la quale
convegnono secondo
la
del
no-
dal
luogo
di
delizie:
e,
primo
di lui,
il
fu
(mi
rimetto
il
allo
Scartazzini)
il
Paolo Costa,
Lubin,
ciari,
rillo,
il il
dopo
il
Goeschel,
lo
Minich,
Caetani,
il
il
Preger,
Boehmer, ed esso
il
Scartazzini, e
Forna-
Borgognoni,
Mancini, ed
!
D" Ovidio,
il
il
altri
una donna
in
Ma
vero altres
di
che
contro
Matilde furono
poste
secolo decimoterzo, la
soavi figure della
^
Maddalena penitente
cinque tra
ita
Nuova. Delle
lentemente nel
Scartazzini,
di esecutore,
il
i6
un
po' viof giustizia lo
mondo
in
mise
fuga
anche
la
tutte le
compagne
della
Il
donna
i
dello schermo.
della
se
valorosamente
diritti
(^);
donna
non che
delle
donne dan-
cio
Dante l'oblio
una nuova
ragli inesorabilmente
Io, se
lungo
tra
le
il
lito
per
la
pineta di
Chiassi
('").
potessi
scegliere
gentili della
con
cenno
d'assenso
incontro
verso
monna Vanna,
donna
di
all'amica
di
Guido: ....
io vidi venire
me una
amico.
la
lo
nome
di
crede, imposto
nome
di
Pri-
mavera:
era chiamata.
appresso
lei
guardando,
vidi ve-
me
cosi
r una appresso
e
l'
altra, e
nominata Primavera
solo
per questa
a chiamarla
si
venuta
cosi:
oggi
nome
che Beatrice
mostrer
dopo r imaginazione
lo
E
lo
se
da quel Giovanni,
quale
precedette
la
ve-
in deserto: parate
la
viam
Domini
trice nel
tale
(").
E non
nome
di
via a Beai
Paradiso terrestre
Non
che
precede cogliendo
lingua, per se
fiori
con
atteggiamento di grazia
il
stessa mossa,
pronunzia
Primavera?
lo
Ma
Giovanna non
Matelda:
arbitraria-
Scartazzini,
mente
luogo
i
17
nella
nomi
Divina
Commedia
dott.
fa
ai
pseudonimi
del
nome non mi
il
persuade
la
il
Car-
melo Cazzato,
il
Maddalena
pentita.
Come Catone
dal peccato,
lena,
simboleggia
vanno cercando
fiumi
di
le
Cazzato,
la
Maddacorpo di
che vers
lagrime
colpe
ricorda
,
d' la
unguenti
sul
il
Ges
Maddalena,
cui
nome
moneterno
:
la
tradizione
ecclesiastica
riconoscente, ove
le
trattasi di
acque
lustrali e di
perdono
rappresenterebbe
anime, che,
dell'
amante
(").
Non
si
pu negare che
e bella e
la
luminosa
Maria
di
Magmezzo
quale pi di
lei
penitente e perdonata?
quale dunque
profumo
balsami
il
ai
piedi di
di
Ges?
Ma quando
Magdiel,
il
valente
autore, a giustificare
nome
la
Matelda,
me
la
sparisce e
anche
Maddalena
compagnia
di
Maria lacobi
il
e di
quali
Salvatore al
monimento,
quello
giovane
Voi domandate
il
Salvatore,
e io vi dico che
non
ma
ite
preceder in Galilea;
tre
gli
e quivi lo vedrete,
siccome
vi
disse.
Per queste
donne
si
possono intendere
gli
le tre stte
Epicurei,
cio
al
Stoici
li
Peripatetici,
che
vanno
di
al
monimento,
cose, e
mondo
dano
il
presente, eh'
ricettacolo
corruttibili
doman-
non
dell'
la
trovano,
!
etc. ('^).
Matelda
Eden
che
tutti
Vita
Nuova,
sol2
nome
di
lei
pronunziato
da
Beatrice
tanto nell'ultimo canto del
i8
che, se
Purgatorio;
il
Dante
fa
non
lo
Poeta non
la
atto alcuno
volta.
prima
quando nomina
e
Virgilio
e
Stazio,
la
Ulisse
Farinata,
Gerione
i
Minosse,
Lia
Lucia,
il
Sirena
fa
che
di
dismaga
Gorgone che
smalto chi
de-
nella
storia
ha
sempre
questa
salvo na-
profezie
sollecitudine
senza
ambagi, d'essere
corrisposto
dall'assenso
immediato del
aguzza
de' versi
egli
lettore, al quale,
gli
quando
alla
meno
attento,
il
stesso
occhi
o,
verit,
squarciando
di
velo
meno
perspicui,
se
gli
sembri
in
piccolo
('^).
ingegno,
consiglia addirittura di
bile
non mettersi
pelago
Ed
possilo
e chiaro,
sol
nome
di
insolubile?
possibile che
egli
collochi,
simbolo,
nel
come Bernardo
le
quali
non hanno
altra
importanza
non quella
lezza, splendore pi
ma
due conla
dizioni:
scelta
si
che
sopra
e
una
sola
di
coteste
compagne cadesse
e
spontanea
i
addicessero
nobili attributi
onde
adorna
Matelda del
no-
come
grembo
Dio
bellezza,
ufficio di
figurare nella
seconda
vita
la
scienza
il
teologica.
che importa
che,
nome
di Matelda,
Dante non
che
al
storico
nome; segno
non
e
che la bella
salmi
tra' fiori,
non pu
essere
nella
vita,
il
ma
la
Matelda, che
pronunziato
nome
di lei,
deve es-
sere
immediato
da
parte
il
riconoscimento,
de' lettori.
come da
anche
Nessun
indugio, nessuna
quanta bellezza,
sfiorita, si
D'Ovidio,
il
quale,
oltre
l'
arte,
tit di
alla
paradisiaca, e
non
esit
ad attribuirne
convenir
colpa al Poeta.
<
Bi-
egli scrive,
d'
una cosa:
la
creazione
non
in
Dante non
la
aperta la via
il
dubbi? Se non
Contessa,
lei
nome
di
pensiero
dei
contempo-
ranei? Se un'amica
l'aveva
mai cantata
nelle
d'una
ristretta
cerchia di luogo e di
il
come
egli
dei fondati
sa se fare
dubbi
molto dubita
il
non
('"),
o alla
d' es-
Maria
di
Magdala
Sono
lieto
ad ogni
modo
io
con
illustre Professore
almeno
in questo: che
;
Ma-
telda
non pu
essere
una donna
della Vita
Nuova
onde
credo
che
ai
sostenitori dell'
una o
trice
non rimanga
che
delle
si
sirventese dantesco
in
lode
sessanta pi belle
donne
di
esse la ottava o la
decima
(o
sia
pure anche
una pi lontana
d'
dal
numero nove)
essi
si
nome
potranno riaprire
animo
qualche
speranza
vittoria
Certamente noi
parlato anche pi
saremmo
esplicito:
pi
grati
di
al
non
meno
non
Io
credo cos
egli
non mostra
le
di
conoscere
la
gio-
anime
che
gi vedute nel
mondo
celate
incontro
salutarle, salvo
non
gli
siano
tormenti, o dalla
la
questa
sciuta:
invece
volge
parola
come
a'
persona
affatto
scono-
raggi
d'amore
a'
io vo'
credere
sembianti
.
Che
Una
si
sola
a'
cosa
raggi
dicono a
lui
sembianti
gli
di
Matelda: che
ella
scalda
d'amore; non
infingimenti,
ridestano
le
memorie
i
di soavi
affetti
l'
o di timidi
non
passioni e
treqjori delegli
et (giovanile
C). Se
la riconoscesse, la di
chiamerebbe
da
Ma-
telda, poi,
di
la
non aspetterebbe
Beatrice.
Ma
atto
non
fa
nome, che
s'
Contessa
di
reso
addice
Immaginiamo
che rigano
XIV
pi
e,
in
una
citt
di
Toe
Marcato dichina
e
.4dige e
la
il
continua
pi
il
viva
dov
fiorire
memoria
della Contessa;
risalito cosi
corso
de' secoli, e
artificioso cor-
faticose
congetture
de'
moderni, immagi-
niamo
di rileggere
animo scevro
d'ingombri
Poema
muova
laude
le
mani
cogliere
e sia
fiori delle
opere
belle,
canti
inni
de'
di
al
Signore,
dispensatrice
felicit,
all'uomo
purificato
dimostrandogli
quasi
nel fulgore di
nanzi
altri
Beatrice
chiami
semplice
nome
di
celebrato
opere
del Poeta.
altra
sia
1'
unica,
i
la
grande,
la
quasi divina
figlia della
Matelda
Poeti chiamarono
Chiesa, an-
Ges
e di Pietro,
palma
fiorente,
lampada fiammeggiante,
Marta
una
operosa?
(^)
O
si,
immagineremo ministra
di cosi
alto
ufficio
delle eleganti,
ma
l'ita
Xuova?
Eppure
lo Scartazzini,
con l'atteggiamento
di
un Minosse meil
lodrammatico, intima:
rubino colla spada
No, contessa
di
Toscana, ecco
Che-
fiammeggiante, esci
nona bolgia
sacro
sei
nale,
il
tuo posto
ti
nel
Poema
tu
sia
accanto
Bertrarn del
si
Bornio; quivi
di te
lari
.
11
sta,
che
e
il
curi pi
D'Ovidio
Fornaciari, nei
allegati, e
due
studi,
non partico-
a Matelda, che
di giudizi e
ho gi
acume
profondit
di
dottrina,
dimostrano, pure
severi nel-
meno rigidamente
e
r escludere
la
signora
di
argomenti
confortano
di
vigor
nuovo;
i."
sono:
devozione della Contessa
a
la
Gregorio VII
la
parte da
lei
donazione di
tutti
3. la
troppo
{-").
rudemente con
Innanzi tutto
mi
si
conceda
di
sue
morale e religiosa
a
che
noi, pi
di
una
volta,
fondo,
l'
non
vi
discerniamo
affetti,
alcuna cosa, sa
delle
sue simfigura di
Non
la
innamorata
Francesca:
zelli e
ma
chi
pu
dire perche
la
condanni
inesorabilmente
cara
immagine paterna
di
ser Brunetto,
sulla via di redenzione,
22
s'
Pri-
letterati
sono gi nell'inferno;
Farinata e
il
giti
tra le
anime nere
s
il
degni,
Mosca
g'
E
e,
gli
altri
che a ben
far
poser
ingegni
il
nobilissimo
nostro
i
Latino
Guido Montefeltrano
larono
le
qq^li
ca-
vele delle
si
mondane
et a religione
render, ogni
II,
l'
mondano
eroe
,
diletto
opera dipo
nendo
degno
Federico
giace,
illustre
anch'
in
egli
d'
onor
si
non lontano
dall' Uberti,
una
Carlo
dolgono
antiche
Puglia e Provenza;
e delle
Re
f'
guelfo che
per
ammenda
delle
nuove colpe
a gridar
vittima di Corradino
nella
il
giovinetto, e
mosse
Palermo
fragrante
valletta le
alle
necessit
simboliche
Poema, o
ai
temporanei,
le sorti
dei personaggi
a
pi nobili e grandi.
Stazio
il
Con una
savio
ingenua
voglia
finzione
rende
libert
nel
Limbo
il
e cortese
dolce Pedagogo,
confina
spiriti
tristi
lieti
grifagni, le cui
lodi canter
Giustiniano nel
di
il
per sempre
a s,
il
fiero avversario
lui,
non
ma
alla
patria e a tutto
mondo
e di
Matelda, mentre
i
do-
di
Raab
Cunizza, tra
fulgori della
il
Poeta, e Tanto in
lui
1'
somme
chiavi, che
ginoc-
Mia coscienza
dritta
mi rimorse
e,
pure avvolgendo
il
nell'ombra
dell'odio
Farisei,
la
il
piti
implacabile Boni-
facio N'IIl.
prenda,
il
inganno
la
bella
donna
che
da
ridurla
femmina
sciolta,
colui
siede
che
traligna, e
toglie
or qui or quivi
Lo pan che
quello infine
il
che, usurpando
in
terra
la
cattedra di S.
Pietro,
r ha fatta cloaca del sangue e della puzza; pure, dico, raccogliendo su quest'
uomo
tutti
Anagni
e
il
Perch
men
paia
il
mal futuro
fatto
Veggio
in
Alagna entrar
lo fiordaliso
{'-).
Non mi
Poeta,
litici,
par
dunque
sia
lecito a noi
imporre
criteri
nostri al
al
cui giudizio
e
a'
teologici
filosofici, tradizionali
passionali
alle
ed
artistici,
che sfuggono
gini
nostre
inda-
storiche e critiche.
d' altra
N
abbia
parte
agevole
asserire
che
Matilde
di
Toscana
ella
modo
poeti,
contribuire alla
umi-
non
sotto
i
atto ce la rappresentano
al
cronisti e
n'
quali, o assisterono
grande avvenimento, o
fatti
Non
ri-
corder
notissimi, se
ci
non
in
quanto
ci
schiudano
la via a
quello che pi
11
preme
il
memoria.
conlliito
tra
Papato
Impero
per
l'
ardua questione
delle investiture
descenze;
gorio VII,
cile
a'
24
al
ma non mai
il
fiero
animo
di
Gre-
suoi
l'autorit
dell'Imperatore, sottrarre
l'
ad
ogni
ingerenza laica
cose
spirituali, uccidere
idra
della simonia,
por fine alla condotta immorale del clero. Alla condanna contro
i
dal Pontefice
nella
al
civescovi
vescovi, abati
chierici, presenti
marchese
Azzo
ri-
principe di
Salerno,
e la
Contessa Matilde,
spose nel
medesimo anno
di
Santa
IVIaria
dell'
Maggiore; rispose
1'
Im-
peratore,
dieta di
convocando
nel
gennaio
egli,
neva, nel
Re per
grafia
di Dio,
e lo
depo-
vescovi,
Papa Gregorio
condan-
nava ne'
l'
Ma
dopo
la
furono
colpiti e atterriti
tutti
il
vocata frettolosamente
tore rimase
fu costretto
solo, alla
Worms
per
la
a implorare
che
suc-
a scrivere
pa-
non
lo stile e
ci
non
1'
arte,
ma
la
materia darebbe
non che
bisogna
nel
affrettare a
dura penitenza
particolari
('^)
io,
che non
a'
ma
ho
animo
prosa
ravvivare,
come
so
meglio, in
moderna
il
vecchio, inelegante,
ma
efficace
medievali: di Donizone,
biografo
di
lei; di
monaco
Rangerio che
fidi
di
Erano adunati
avea tenuto
l'
Ugo, abate
di
Cluny, che
di
Imperatore
Susa,
laici e
chie-
tre giorni
di
ranza di conciliazione,
vicini,
Re, che
attendeva
uno
de' castelli
volendo tornare
Doni-
zone)
l'abate
lagrimando
Ugo
si
volesse
fare
e,
egli
mallevadore di pace.
a
Non
pur
posso
rispose
l'abate;
:
volto
Matilde, che
insisteva
ci, se
non tu
il
Re
soggiunse.
Piegate allora
la
supplic:
che
egli
mi
fino
rocca, mentre
Re rimase gi
l'
imperadella
tore. Si
venerando
che
Pontefice
il
alle
sincere
parole
donna,
essere
ma
a condizione
alla
e
Re
gli
prestasse giuramento di
il
fedele
romana
Sede. Promise
Re ogni
Papa
i
cosa.
il
Neve
pi dell'usato
alla cui
il
gennaio,
fine
mancavano
quando
il
assenti che
Re
Arrigo,
nudo
piedi e asside-
rato,
prostr innanzi
al
me
messa,
che
t' irii-
ploro umilmente.
benedisse,
gli
f'
f"'^).
Il
Papa ebbe
di
piet di
che piangeva, lo
gli
segno
pace,
e,
celebrata
la
porse
r ostia di Dio
Pi eloquente, pi passionato, pi
colorito
fra
il
racconto di
Rangerio:
Canossa, che
luogo
r Imperatore, e chiede
d' essere
introdotto
Tre
lacrime
di
vergogna. Chi
e
di
lui,
veden-
dolo in
pianto
da cosi
grado ruinato
tanta abiezione?
e dolce,
il
Da Ciunv
Re
venuto un
uomo
animo mansueto
il
vec-
vede ora in
(-'").
lui soltanto la
il
carne
di
doma
e la regia
dignit avvilita
Egli
accusa
Papa
durezza
soverchia e
la
26
il
colpevole
non volerne
il
morte:
Si
rammenti
figliuol
suo
tetto.
E
il
cuore?
bast
Peccatori
eh'
all'
e'
siam
tutti:
Pietro rinneg
il
Salvatore:
fallo e fosse
ma
suo
rivocato
e difficile
amore
Iddio?
Tale
gli
parla; e a lui
tutti gli
altri
ne
nelle
sono commossi.
Come
Papa vede
il
vecchio
e
Ugo mancar
pure
a
lagrime, lo consola di
dolersi;
buone parole;
quegli
gemere
e a
ma quando
il
Marta
fa
quel che
dal
Marta
alla
conviene,
Il
ma
defunto
lacrime
tumulo
vita.
Papa vede
gli
le
ma non
volge
le
occhi a Cristo
per
averne
consiglio e cenno;
non che
assidue
preghiere
degli astanti lo
muovono
infine
l'
ad assolverlo
ad
appressarlo a
nel
Dio. Prestato
della Chiesa,
il
giuramento,
Imperatore
riammesso
al soglio
grembo
.
ma non
('^)
(")
in
chiama Rangerio,
non
questo
luogo soltanto;
piaccio che
il
cosi la
chiama Donizone
attiva,
("'');
ed io mi
le
compagine
altra
anche attraverso
degli antichi,
di
dimostrazione, alla Matilde di Canossa. La quale dunque non fu n acerba n superba, poich soltanto
a tenerezza
il
ma
pia e gentile
ed
efficace
pacificatrice;
di
le
sciogliere
rigido
animo
di
Gregorio:
e agli ospiti di
Canossa
momento
Impero
e
lei
dell'
bene Dante
da
nell'
Eden
non
lo
ricorda?
veicolo
della
forma
e
di
grifone,
S.
annunziato dai
(le
da
Domenico
e
due
dai simboli
vicina
all'
27
al
e r albero
accende di
fiori
vermigli.
Poco dura
la
tregua di Canossa:
ma
Grave colpa
di lei, cosi
almeno
si
afferma, fu
usarle
la
donazione dei
pot
indulgenza. Infelice
e
Lucca, francate
stati
rimase
beni
l'
Papa? Ella
stessa,
come signora
assoluta, e
don ampie
estensioni
di
terre al-
all'
Abbazia
di S.
il
BeneTosti,
detto in Polirone e ad
monasteri.
la
Matilde, scrive
bandiera
della
e
muoveva
con
un tempo.
(^')
io
penso che
dubbia
si
reggessero libere,
della
Papi
infatti
non esercitarono
la
forse
mai
una vera ed
quale pi
dominio imperiale,
talora
si
non senza
contentava di
come non
dimostr
di diritti ottenuti in
apparissero
tempi
di
Dante
vestigi
troppo
visibili
grande
e ricca donazione.
il
Medio Evo
i
la sorte
loro stati
ad
altrui,
risottomettersi e
disgregarsi o essere
la
nuovamente
propria domina-
Duchesne
voglia
(^'),
non
conto
pu
di
far
parola
se
non
si
tener
quell'autorit
il
trasferimento
a
11
dell'
Impero
poco
fano
poco
si
la restituzione di
Ravenna
all'
ai
cenni
di
Giovanni,
fitto
Astolfo, re Pipino
don
1'
a Iesi e a
Gubbio,
al
da
un documento redatto
mente da Carlo Magno
Esarcato e Pentapoli!
e di
d'aprile
di
Il
dono comprendeva
la Corsica, la e
ducati di
e
l'
Spoleto
Istria,
e,
Benevento,
la
Toscana,
Venezia
ad aumento
dell' esarcato,
Parma
mezza, insomma,
l'Italia!
Ma
era
una vera
propria cessione? o
non
il
piuttosto
il
Re
buon conto
non
s'
adattarono facilmente,
pontificia; e
oltre
n allora
dominazione franca o
meglio
di
Papa
al
di
rinunziare,
che
anche a quello
in
i
Toscana,
stesso
verso
faceva
un
annuo
E Carlo Magno
d'Aquitania
quell'
anno
consacrare
re d'Italia e
Lodovico:
sovranit pontificia. In
al
Roma
Carlo
le
Papa
si
Re: nel
a
795, infatti,
Leone
succeduto
ad
Adriano,
mand
annunzio
della propria
e lo
elezione,
anche
Re
d'inviare a
Roma uno
),
dei
Angilherto, abate di
del
d'
Saint-Riquier
per
ricevere
scrive
giuramento
il
popolo Romano.
riiisstis
L' intervention,
Duchesne,
considre
le
un
doit
etre
comme un
ter des
acte de protectorat.
d'
Le pape
n' est
pas absolument
serments
politiques.
si
voglia
vedere
un indizio
venuta nel Natale
dell'
29
Magno, avatto,
fu
800.
Fu un
come
del
si
direbbe, di so'sodisfatto: ad
tutto
modo una
non con
bile, se
il
Pontefice.
la
Le
titre
I'
d'
imperator
(trascrivo
le
ancora
droit
le
dal
crit
Duchesne)
le
histoire, la
tradition,
empereur
tait
soude-
verain de
Rome;
dans
tout
le
monde,
de
le
pape y compris, y
tait,
vant
lui,
condition
s'
sujet.
militaire,
son autorit
do-
maine
religieux,
que
les
empereurs
d'
Occident
avaient toujours
Che cosa
da Carlo? La
se
papa
soglio
sul
facendo prestare
ai
Romani giuramento
Ludovico
e
la
il
di fedelt all'Imperatore),
dov
affrettarsi a chiedere a
il
Pio, nell'Siy,
carolingia.
la
rinno-
Papato
casa
Nel quale
il
dopo ricordate
le
domi-
Toscana, cosi
poi
lombarda
la
le
terre
che
dovevan
formare
dei
tra
Papi;
ma
il
conflitto e
sorto in
la
Roma
in poi
tra
nobili e
clero,
V exercitiis
quella
romanus
interdizione,
in
che
ogni
da allora
potest imperiale
intervenne
quasi
il
elezione con
e prepotenza.
Tutto
era
mu-
Papato,
da
bizantino,
divenuto
mente soggetto
agli
Imperatori tedeschi,
che
manderanno
dei
loro
suc-
San
Pietro.
le
Ma
varie vicende
che
il
Gregorio
averne particolari
del quale
il
Duchesne,
sol-
mi sono
M' importava
la
dodi
meno
che
la
la
ripetizione
e di fatti gi
a'
precedentemente avvenuti,
quale
donazione
acquista
nostri occhi
ch in qualche
modo congiunta
dramma
e parte
di Canossa. Altri-
dell'Emilia e della
o
Lombardia avean
reali
meno
possedimenti
la
crescente
potenza
dei
marchesi
contessa
(padre,
quest'ultimo, della
ogni
traccia
deHa signoria
la volle ripristinata.
Ecco
tutto.
Ma
fatto
cosi
di
comune
l'
importanza che
aveva per
presunta donazione
Costantino?
Ma
ben altro
da
dire.
Quale
diritto
abbiamo noi
di
respin-
Carlo Magno,
cipio,
1'
uno
dei quali,
come Dante
credeva,
dette
prin-
altro,
vigore al
potere temporale
non aveva
Impero;
(^*)
non Carlo
di raffermare,
anzi
di accrescere quella
altri
un pos-
mala
due,
intenzione casta
la
colpa
de' primi
macchia, e
santi meriti di
lei.
non pu
di collo-
sembrare
care
a'
in
Dante atto
di
Matilde?
Non pu
sano che
si si
umana che
cara
a'
magnanimi,
della folta foresta?
3'
degna
del
Matelda
ben
divino soggiorno,
anche
se
il
non pot
di
Pontefice,
di
in
coelum
et
et
coram vobis
e si diceva
suo
figliuolo,
filiationis , e poi
con perversa
macchinava contro
quell'
di lui
uomo
nella corrufu
astuto
la
feroce,
di
che
alleato
il
facolt
deporre
capo
nel
Concilio
le
contumelie pi
pot
forse
il
settembre 1076
la
a'
prin-
cipi tedeschi,
convenuti a
Treviri,
affermava
Chiesa
rispetto
Ma
fu,
io credo, in
a'
Dante piet
di
generoso
e nobile
due
l'uno
d'Italia
l'altro
di
la
nell'esiglio: Gregorio,
ospite
nel
mezzogiorno
e
quel
sua
fuoco
Roma,
e violate le
donne, e
da
lui
martoriato con
e
la
fame
con
1'
obbrobrio
fieri
di
sdegnato
e vitu-
nel
nome
n'
di
Dio
ri-
anima sua
cristiana, misericordia.
Dante
pens
due
ebbe com-
perdon a Gregorio
il
sua
come
tra' fulgori
Paradiso:
Pier
ma
dei
partecipi
quel
tragico
conflitto
ricord
Da-
miano
che, nel
nome
Franco-
forte,
32
la
quando
questi voleva
empiamente ripudiare
all'
moglie,
grembo
alla
operosa
signora di Canossa.
ella
trentadue
la
anni,
deil
Donizone
(^);
biografo,
posseduto dalla
Biblioteca
comunale
di
Reggio
(^"j;
e bellissima e giovanissima
chiesa
si-
Verona, e che, se
il
fosse,
come
pare
sulla fede
non
Ferretti (e
che
('").
realmente
non
Donizone anche
di
genti
tutta
la
terra
bramavano
bellezza
:
di
e della
sua
Vero
Ma non
mori
vecchia
anche
Lia? Sette lunghi anni Giacobbe servi Labano per avere Rachele,
e ottenne invece Lia, che era sorella maggiore;
servito altri sette anni, ottenne anche Rachele.
sette figliuoli, tra
il
Lia
gli
gener
quarto
il
quinto
de' quali
corse
almeno
altri
Ma
la
da
veder compiere
libro
al
raccontato nel
le
XXXV
del
lecito
secondo
empiet
norme
sarebbe
scandalosa.
lei,
giovent e
la
bellezza;
in
dov
una coorte
di
figliuoli, la
procreati
gara
con
le sorelle e le
schiave, ad accrescere
la
stirpe e la gloria di
in
Giacobbe.
giovine
Ma
Dante trasform
esausta
madre
una donna
e bella, e
non
figli
ma un
variar
di fiori, tra
i
33
le
belle
quali ella
il
muove
la
mani
a farsi ghirlande.
Il
ma
gli
suo
sogno
gli
Paradiso, che
fantasia in
mitica
mezzo
ideale.
N
in
io
mormorare
de' defunti
:
a se stessa,
si
con-
preghiere
balzare,
giovine
Amazzone,
le
sul
bianco cavallo,
e palleggiar
1'
asta e la spada,
come
E come
sotto al
lei
palpit, stretto
e
di
i
morbidi
le
Giovine donna
(*").
Poich
ella
fu
buona
La fama
il
di
lei,
di oltremare;
nome
e Sassoni,
Guasconi
lei
il
e Frisoni, Alver-
Britanni; di
si
gran
man-
dava
in
dono
gemme. E
a
molte chiese
edific
Dio
alla
Vergine
lungo
le
rive del
Po
Apennino emicolline
castella
liano, in
mezzo
a'
castagni e
delle
fiorenti
di
le
che
le
ob
humanam
terme.
e
valetudinein
Una
che Dante
le
che
Matilde
avesse
scoperte
di
acque minerali
blici
di
Casciana e
le
pub-
bagni; onde a un
e
umanista ferm
in
di raffrontare la contessa
di
34
detergitrice
delle
delie
Toscana,
scabbie
anime umane
Euno
(*').
il
Ella dettava da s
le
sue lettere,
:
latino,
ma
il
tedesco e
il
francese
scit
Haec loquitur
laetain quin
Innanzi
a'
chierici di
Lucca
si
ma
e
biografi affermano
che
che
raccolse
(*^);
gran
numero
'attestano
ancora che
di
favor
la
prima gloria
e della scuola
Bologna,
nella
(').
ranno
Roncaglia per
l'
Imperatore contro
co-
muni
Ed
ebbe
animo superbo
a'
grandi,
ma
dolce e pietoso
:
ma
l'
finch
la
ella
il
colono guid
tranquillo
i
aratro
il
solcare
terra,
suoi viaggi e
mere
pirati dell'
Eridano.
Ma
per
la
vassallo volle
il
signore,
il
il
ricco
del
po-
vero. In fin di vita ella volle, con ultimo atto di piet, che tutti
gli schiavi della
liberi.
di Dio,
pregava
il
di udire
tuo
uffizio: fa
che ora
ti
contempli
La qual
dell'
giudizio
umile
incontr quasi
due
secoli
pi
tardi
con
beata
nella
divina
solitudine
NOTE
(')
Anche
tra
i
il
Poletto
si
il
tor-
mento
tesche,
voi.
lussuriosi
Venezia,
Cordella,
Bull,
della
il
Societ
dantesca.
N. S.
Ili,
pag. 180).
//
suo erudito
i.
lavoro:
a
Occorre,
somma
purificazione,
la
la
lussuria
vizio pi
compenetrato con
il
nostra
Io
non
in-
dopo
gli
la
egli
dovuto
;
occhi nel
fumo
degli iracondi
ma
le
fiamme
sia
non
dalla necessit di
una purificazione,
Beatrice.
troppo pi brutte
curiosit
si
legge
suo
scritto
su
La pena
437
volume Studi
e diporti
()
Rime
^'-
di
Dante per
la
15 gennaio 1899;
^'ioetta e
La Matelda
3.
di Dante Anche pi
Alighieri
indicata
da!
dott.
Antonio
Lubin.
esplicito l'autore
di
dell'Ottimo:
nella se-
conda
[parte]
pone
lo
manifestamento
.
in visione gli
apparve
bella
donna chiamata
si
del chiosatore
identificano
due
{'')
figure.
1'
Ottimo,
1'
Anonimo
fio-
rentino,
cesco da Buti, ed
(')
Conv,
I\',
17 e 22
De
.Mon.
III,
16.
commento
si
quale sempre
la
piac-
me
e ai
pochi che
mi leggeranno
ministero
inutili
la interpretazione allegorica
che
illustre dantista
d di Matelda,
cui
egli
vede
il
ecclesiastico.
gli
e poi, a
che servirebbero
forse
essi
an-
geli
il
Non adempiono
anime
le
appunto
del
ultime tracce
peccato, ed aprendo loro le porte della purificazione ? L' ufficio dei ministri di
Dio
in
terra finito
dopo
la
settima cornice
non ce
n'
pi bisogno.
Ma
dallo
Scartazzini,
altre
ne
sono state
date di poi.
La
Tri-
pi alta,
Quella in cui
e
il
l'opera di Virgilio
Stazio
la
di Stazio, e
ritorno
Beatrice
di
Ma
:
Virgilio
sua inferiorit appare evidente, se non da altro, dal noto episodio del
;
Pur-
gatorio
poco
e quasi
provvisoriamente
di
il
Dante
egli
sua parte
affatto
pi parola.
che
avrebbe Stazio
fra Virgilio e
Matelda?
spiegazione di questioni
ma
di
Del
rtsto anche
identifica
il
Fornaciari
si
poich,
mentre
nello
Convivio, trova
che essa
stesso
ma
il
che
io
non credo
nessun
modo
di
come mostra
collocata
contemporaneamente nel
fatta
simboli vi sono
rap-
storicamente
miticamente
esistiti,
ma
gi morti.
Il
Il,
Quella
che
qui
ha,
,
ma
contemplativa
la
;
s raf-
figura
l'
si la
vita attiva
che
contemplativa,
in
quanto
si
pu
tra
esercitare
daldi
uomo
in
questo
mondo
.
anello
Ragione e Fede,
dimostrazioni
1'
Ma
si
professa pronto ad
accogliere
il
un'altra
torto
inter-
quando,
mio
mi
fosse
(pag.
637
del
Commento).
Recentemente
profondo
e sottile
il
del
poema
di
Dante scrutatore
il
ha sostenuto [Sotto
velame
Saggio di un' interpretazione generale del poema sacro. Messina, V. Muglia, MCM, pag. 56-^ Matelda) che Matelda , si, la vita attiva," ma nel Paradiso
:
deliziano,
ma come
arte.
arte
;
sarebbe se V
attiva,
uomo
ma
, inin
somma, r
ha
in s
1"
Dante,
e se
il
Matelda
proprio
1'
arte,
come ha
.
purificato, cosi
ha ammaestrato
che
la
Dante.
ne dicono
nome
donna
lor arte
Cfr. anche:
La
Mirabile Visione;
Abbozzo d'una storia della D. C; Messina, Muglia, 1902, passim. Per il dott. Carmelo Cazzato {Una nuova proposta sulla questione della
Matelda
il
simbolo della
Matelda
chiesa purgante.
Ed
naturale
poich per
lui,
come vedremo
poi,
Maria Maddalena.
(9)
FORNACIARI, Op.
Cit.
(")
Borgognoni
Matelda
il
Citt di Castello,
e illustre
S.
Lapi,
1891;.
All'opi-
nione
cona.
forse
di lui assente
Il
anche
mio caro
Federzoni crede che Matelda possa essere una donna della Vita Nuova:
la
<r
si
N.
Op.
propende anche
(') Vita
('-)
Del Lungo
(v.
Dal Secolo
e dal
poema
di Dante.,
Bologna,
essere
la
me
Scartazzini,
XXIV
Giuseppe Bassi
Comdegli
menti danteschi
tere ed arti
Atti
Memoria
R. Accademia lucchese di
Scienze,, let-
voi.
XXX
dell'Accademia).
(^)
lui
Cedo in dono al dott. Cazzato, poich a me non serve e a un passo che trascrivo dal Liber trium virorum et trium spiritualium virginum. Mechtildis Virginis spiritualis gratiae libri (Emissum
Op.
cit.
pu
giovare,
Parisiis
etc.
Videbantur
etiam
ei
nas pulcherrimo fructu, signantes fructum poenitentiae; de quibus beata Magdalena omnibus ad se venientibus carpendo fructum hilariter dabat. In quo siquod beata illa Maria hanc prerogativam ad pedes domini congnari agnovit
:
secuta est: ut omnibus se invocantibus verae poenitentiae gratiam valeat impeOmnis qui deo gratias agit pr lachrimis quas ad trare. Et ait beata illa Maria
:
et
cum
ut praeter
obtineat, et
amore quem tunc animae et cordi meo infudit, ita amare possem, orans ut lachrimas verae poenitentiae
sibi
ita
ut ante
mortem
ei
fu
40
dunque
la
namorata ablutrice, appunto, nessuno pi dubita, la vita attiva. Peccato che Dante non la chiami col non meno dolce e pi appassionato nome di Maria
Maddalena
('^)
!
questo
fatto
passo,
1'
secondo
me, importantissimo,
gli
espositori di
Non
a
qui,
punire
(tre
eresiarchi nelle
tombe roventi
Peripatetici
stte,
domandano
parola
il
trovano
nel
monimento
il
(fin la
ripetuta
nel
canto
decimo
storici,
dell' Inferno)
('2)
li Il
trovano invece
dovunque
il
descrive nel
loro
modo
uopo
trova
le
qualit
a"
nomi
lo Scartazzini, dal
quale traggo
si
la citazione,
che que-
sto
argomento,
alla cui
confutazione nessuno
la
solo a licenziare
per sempre
famosa contessa
qui molto
Toscana
dai
carmi del
sommo
mondo
perch
tiva in
vate
Ma
la
difficile.
Siamo
in
un
tutto simbolico, e
Dante
insiste
pi
sui
caratteri simbolici
giovine e bella,
la vita
Matelda
at-
forma
donna vecchia e
brutta.
gigante,
il
che trae
Bello
?
il
mostro nella
tutti Io
ri-
Eppure
conoscono
tale
per
la
poi, se
Dante crede
di
poter fare a
meno
per Matelda
lei
nome
e del
chiaro simbolo da
reputa cotesta
doppia
V. F. D" Ovidio
in
Studii sulla
D. C. MiDelin
lano-Palermo,
Remo
novembre igoo
ci
il
Matelda
prof.
rivelala.
avverti
A. Mancini
un
e
Ildegarde,
e
XXXI)
poi in
si
tratta
dunque
di
della vergine
Madi
Arrigo
X ma
;
di
Mectilde
Hackeborn, mo1298.
d;
morta secondo
il
Lubin, circa
1292,
secondo
il
Mancini
nel
gi
sostenuto
una candidatura
tutti,
propu-
gnata, pi che quaranta anni or sono, dal Lubin con innegabile forza d'argo-
menti
di
raffronti.
pare, se ne dei
inutile
richiamare
memoria alcuno
Lubin
X\l!
Das Buch der
Meclttildis, des
4'
heiligen
Geistlichen
li.
lungfrau
citato
di
io potei
esaminare (ad-
ho
In
alla
una
queste
:
un accenno,
vidit tormenta.
et
eam dominus: ostendens illi purgatorium, in quo diversa Quasdam enim animas vidit. velut de igne exeuntes, combustas
dum
ista orasset.
hortum
sunt ereptae
cum
gaudio transmigraverunt
il
^pag.
i88).
Questo passo fu
il
citato
anche
dal
Mancini,
quale
neW hortum
il
volle vedere
Paradiso terrestre.
la
Ma
Lubin.
Un
giorno (era
domenica
di
chiam a al monte
del Purgatorio.
Tunc
ostendit
niontem
tudinis ab oriente
usque ad occidentem, habentera gradus per quos ascendeet assumens eam pervenir ad primum gradum, qui
:
in
quo
erat fons
gradus mansuetudinis:
quo
in
mundans animam
e maculis
quas
in
ira
peregit
peccatis
quae
per invidiam
odium
perpetravi!. In
:
cum
anima diu
perstitit.
Tunc anima
organum
in
illud
dulcissimum vox
dulcissimi amoris
et
monte
cum deo
et in deo, acsi
tam
hinc quartum
sanctitatis in
quod humana vox non sufScit explicare. -Degradum ascendebant, qui gradus obedientiae dicebatur fons vero eo erat, mundans animam ab omnibus quae inobedientia fecit.
:
in
eo
creaturis
usa.
autem
test,
ille
non ut
alii
cum
impetu
fluebat, sed
pauUatim
est,
et
guttatim stillabat:
ad plenum capere po
(pag. 156).
Qui
roni, in
di
e'
quasi tutto
de' quali
il
Purgatorio dantesco
espia
I'
ognuno
si
uno de'
Anche
1'
ordine
il
di questi
(veramente
testo parla di
inobedientia:
ma non
alla colpa, e
42
ha nome
dalla virt
che
contraria
in
che simboleggiata
le
in
cosi
come
ogni
balzo dantesco
sette
angelo guardiano,
anche da
spiriti irasvolanti,
la
ostacolo
monte.
:
cum
dilecta ad
ubi erat
multitudo angelorum
gli
modum avium
dunque
angeli,
pensa
il
Lubin,
augellelti
letizia
1'
Cantando ricevino
aureas carnpanas habentium et dulcem
intra le foglie),
sonum reddcntium.
In ipso
monte erant
rivi
nitentes .
della Trinit, dal quale
procedono quaro
di
della
;
divina
sommo un nodo
la divinit.
aureo
Il
simboleggia
di
se-
condo
e, col
il
la
quale
alle
preghiere
al
Mectilde, ne scende,
di lode
figliuolo.
i
E,
i
cantando a
e
Ges, procedono
tra questi ultimi,
Patriarchi,
Martiri,
Confessori,
intexta.
est,
San Benedetto,
in veste
castitas. In
candida
roseo
:
colore
In
rubeo
in
eo
in ordinis rigore
desudans,
omnibus
gloriose triumphavit .
Genti vid'
io allor,
com'
a lor duci,
di
bianco;
fuci.
tal
candor
di
col
primaio stuolo
Erano
Anzi
abituati
al
ma
di gigli
Dintorno
(Mtre
il
Rerelationes anche
ci
una specie
bianche
di
sono fino
le
vesti
Ora
io
il
voi. vili, pag.
43
quel giardino,
sia
esso
,
o non
e che
il
sia
il
Pur-
quella di Dante!.
E meno
secondo ogni apparenza, non era una montagna come ancora posso trattenermi da un po' di meraviglia,
articolo del
quando leggo
role
in
un nuovo
mio bravo Mancini (MateUa svelata? m' arriva proprio oggi, queste pa-
Dove
la
Beata vedesse
il
nemmeno
in ipotesi,
dire in qual
insenature
ma anche qui non lecito escluMa come dovrebbe essere monte veduto, dalla beata Mectilde ? Un cono liscio regolare ? O ripiani ? e le e le vallette? etc. etc. . Ma non hanno letto l'uno e l'altro,
forma
le
il
i
il
Porena
il
Mancini,
gli
il
spiritualis
graliae
si
libri
Non hanno
ne
fo
letto,
non
diffuse in cosi
minuti
loro
riscontri, e
mezzo
che
di
il
Ma non
(e
una colpa.
legione) ac-
tutti noi,
ci
occupiamo
di studi
danteschi
siamo
infinita
cade spesso
l'America, senza
dagli
verisimilmente
la
Americani.
Non
io getter
dunque
a
la
prima
pietra,
seconda.
di
Ma torniamo
trebbe cogliere
Mectilde.
col
.\ltre
chi
anima
(pag- 170).
nella
vinca
Domi-
nus....
l'
in specie
al
Lete e al-
due
Le
frondi,
onde
s'
infronda tutto
1'
orto
io cotanto,
etc?
I'
94
e segg.),
verde
il
tratt
con
la
sua
e
solita
erudizione e
Roma
nella
memoria
nelle
immaginazioni
del
Traiano imperatore,
Mette conto
pur dopo
l'
articolo
del
Mancini,
l'
ingenuo latino
medievale
Rogata a quodam
fratre,
dominum
in
et Traiani.
fecerit,
Quid
Sampsonis
vindicare.
hominibus magis devitentur. Quid etiam pietas mea cum anima ignoratum ut homines de inimicis pertimescant se
incognitum
Quid vero benignitas mea cum anima Origenis effecerit volo esse ut nuUus in scientia sua confidens audeat cor suum elevare. Quid
:
mea
iusserit,
Christiana
44
licet
virtutibus pollerei:
tamen fide caruit aique baptismate ). Veramente qui non aflermato che quattro
i
ma
lecito
alla
mila
benignit,
alla
clemenza sua, e se
egli
teme che
rivelazione del loro slato possa blandire negli uomini le inclinazioni alla lussuria,
alla vendetta, alla superbia,
all'irreligione.
L'uomo non pu
cento volte
;
penetrare nel-
Dante ce
lo ripete
ce lo ripete anche
la
Che
tota!
(Farad. XX).
Il
Lubin,
le
fatti
questi ed altri
raffronti,
l'
afferm,
conobbe
immagine
Ma
credo
che, senza
comil
piere pricna indagini molto diligenti sulla data e sulla diffusione dei manoscritti
che ce
Lubin,
le
serbarono, e senza
il
fare
un minuto
raffronto,
come
la
gi consigli
fra
testo latino e
il
tedesco,
per determinare
priorit dell'
uno o
dell'altro,
non
fra
due
di
testi si
riferire.
Le parole:
gleich
Ibique
dominum semper
niit
dicono in tedesco:
sich
selbst
einem weissen
se stessa.
Kleid bekleidet
Non
altri
dunque vide
vestiti di bianco,
ma
etc.
alle
Dehinc pervenerunt,
sie
corrispondono
kommsn
zu der siebenden
die
himmlische
Frewd, welcher
von
il
Snden und
nel
due volte
il
la
benignitas
tino
;
Gattigkeil).
raffronti
piij
antico
testo la-
ma
Ma
chi
pu
dire
le
Revelationes
(trascritte,
congettura
il
Toscana?
ascetico e
E
il
le analogie,
poema
la
da
riferirsi a
una fonte
Altri
comune
medio evo
esamini e risolva
importante questione:
io intanto, fin
il
dimostrato
libro
di
della
grafia spirituale,
alla
di
Hackeborn
il
diritto
contendere
signora
Canossa
il
(")
45
1'
Eppure
Io Scartazzini fa di
!
amante
di
Dante
Donizone scrive
di
(li,
lei
cos: filioae
veliti
Petri,
Clirisii
(II,
famulaeque Jide'ii
(li,
^);
famulam
(11,
Petri
4); palma
Jorens
lampa
2); haec
est
tam dar,
ceti
fulgida
(11,
2);
yUa
di
Doni-
fHa
digna Petri.
Canossa, scritta
in versi eroici
da Doni-^one, prete
monaco
prima
volta
da
degli Artigianelli,
188S.
La
quella
Beihmann,
Monumenta Germaniae
di
Donizone scrive
Carducci:
Canossa,
<i'
racconta in due
libri di
esametri
116)
le
(/?iV.
/(a/m,
anno
III,
n. 5I.
nei secoli
XI
E Umberto Ronca (Cultura medievale e XII. Roma, soc. Laz. Edit. 1892, voi.
i
p.
Il
377):
Cervello
suo sentimento
terra
non oltrepassa
contini del
suo monastero
suoi ideali
sulla
sono
tutti
con
lui ci
avvolgiamo perenne-
mente
vile,
in
mezzo
i
in
tono per
diritti e gli
della
lampo
di vita ci-
pi largamente
:
umana
(Per
la bibliografia v. voi.
pag. 38-41).
V. ancora
suo, saeculo
XII
factum a Doctore Dno Vincentio De La Fuente, Ecclesiasticae Disciplinae in Matritensi Universitate piiblico Professore, atque in Regia Historiae Academia Inter sodales numerato . Mattiti Typis Viduae et filli E. Aguada.
Anno
Senato, lo
1'
ebbi
prima volta
A. Wilmanns, biblio-
volle
mia preghiera
mi
caro
miei pi
vivi ringraziamenti.
CoLucci
Un nuvvo poema
il
latino
dello
XI
secolo.
Baggio
oei
fatti
confi ilo
fra
il
Sacerdozio e l'Impero.
La Roma,
:
Vita
di
Anselmo da
mi varr frequentemente
pag.
nella narrazione
di
Ronca
(op.
cit.
227)
scrive
Rangerio, vescovo
Lucca,
papale.
fu
un accanito sostenitore
egli
Onde
sue sferzate
il
al
sapere profano e a
gram-
disordine
da per tutto
n ad assonanza
finale,
40
in
distici elegiaci
non
leonini,
leggi della
qua
poeti classici,
dimostrando
n.
II,
in tutto di
avere formato
;
la
sua istruzione
per
la
425-427;
e,
parte
et
attieni della
ma
1592), a pag. 6:
la
ili.
il
benigno lettore
fosse ve-
quanto particolarmente
ma
et
Contessa Matilda
fede,
nido
perfetto di
non
11.
finta,
via
a pag. 51:
battere a
campo
aperto, et con
arme
Onde
volle
essere chia-
mata figliuola della Santa Chiesa . Vegga ancora, chi n' abbia voglia
tilda,
R.tzzi
Ma-
Memorie
di
Matilde
la
gran Conrestituita
Memorie
della
alla patria lucchese, con note di G. D. Mansi, Lucca, 1756; Dai, Pozzo,
raviglie heroiche di
Me-
Matilda
la
gran contessa
d' Italia,
C. A.
Memorie
altre biografie pi
moderne,
Romani
Pontefici,
Firenze,
Barbera, 1859).
(-")
Lo
Zingarelli
la
spingere fieramente
contessa di Toscana,
ma
puro simbolo,
Il
il
quale
Paradiso ter-
restre storico?
dire in qual
Quale
di essi
.Mi
saprebbero
tempo
il
ventiquattro seniori, e
le sette
donne
ci
che circondano
sia
carro? Anche
sette
vecchioni
che
lo
seguono, sebbene
simbolici,
i
dalle
altre
mostri simbolici
nel
regno della
non era
sempre
figure storiche,
tassero certe facolt perfette. Gli angioli delle sette beatitudini stanno
dei ripiani
:
varco
un
sia
pure un angelo
il
sacerdote
al
portinaio:
ma
regno dell'allegoria, non a quello della realt; della poesia, non dell'universo
reale, o
appreso
come
tale.
Figure
simboliche popolano
altre
il
Ed
oltre a quelle
ne vede
in
sonificazioni e astrazioni.
rendo dove pi
fitta
folla dei
Qual meraviglia dunque che anche Matelda, appasimboli puri, sia tale ? F. a qual titolo una sto-
47
rica Matilde sarebbe relegata in
lei
ha un
virt
significato
ben
attiva. Ella
Prudenza e
le
Ma
qui
la storicit e
fare.
prende dal
diente dove
mondo
di
gli
le su;;
figure allegoriche
ma
la
tradizione letteraria
si
dava
anche l'esempio
mere
e
personificazioni: ed egli
valso
di
questo espe-
faceva
comodo
Rassegna
critica della
letteratura italiana^
pubbl. da E. Percopo
Recensione del
io
libro
Zingarelli; al quale
solidit di dottrina.
n autorit e
a
egli stesso
offra,
chi
lo
voglia
colpire,
debole
il
Non
ceve
si
vi
quando afferma che Matelda non ha parte nella mistica precessione. ha parte: dunque fuori dalle pure astrazioni simboliche. Dice bene
:
lo Scartazzini
il
[Matelda] un anello
dell"
di
rici
Essa
Purgatorio
Ora, se Vir-
Beatrice
(lasciamo da
I
parte
reali,
deve esser
ventiquattro seniori e
nel
dramma
e
d
che
agita
gli
commozione
al
pentimento,
me
pare
che
ella
debba congiungersi
pi;
gruppo
alla
dei
personaggi
sfilata
reali,
cui
appartengono
non
evanescente
processione
dei
simboli scritturali.
si:
Ma
c'
di
personaggi della
basta questo fatto significantissimo per toglierla dall' astrazione e collocarla nella
vita e nella storia.
11 primo per altro a sostenere che Matelda una pura idea fu, se non erro, Brunone Bianchi nel suo commento alla D. C. (Purg. XXXIII, 119); se non che poi, meglio considerando, si ricredette, e dove persuadersi che Dante non pu aver avuto in mente che costei [Matilde di C], della quale se potea
dispiacergli
il
lascito
fatto
ai
papi,
la
molta piet
Firenze,
Commento,
Le
.Mounier,
(-')
889.
i
Di tutti
passi danteschi
:
di riferire
reputo inutile
dare
le indicazioni
gli
indici,
rimari,
Toynbee renderanno
le
facile la ricerca
anche
a chi abbia
men
fa-
opere
di
Dante.
:
(--) V. Dal secolo e dal poema di Dante altri ritratti e studi di Isidoro Del Lungo (Bologna, Zanichelli, 1898, pag. 273): u la indegnit sacerdotale di Bonifacio non toglie tuttavia che nell' affronto di Anagni Dante vegga
rinnovata per
mano
-48(-^)
N. Campanini, Canossa.
Guida
slorica
illustrata.
Reggio
nell' Emilia^
V. opere
Doniz.
Il
citate.
II,
:
lib.
cap.
I.
(-^)
testo dice
Non
(")
(-)
so se traducendo
lib.
ili,
ho
il
Rang.
9.
Ili,
V. anche
lib.
12:
consihatur, agit.
(-S)
Doniz.
lib.
II,
cap.
servit ut altera
Martha.
i^")
Che
le
S.
Francesco e S.
Domenico, dice
Se
tal fu
In
che
ti
Santa Chiesa
si
difese,
civil briga.
E
Ben
vinse in
campo
la
sua
dovrebbe
La
come
fale., l vittoriosa in
suadermi.
Le due
e
sono
il
gi rappresentate
;
compagnano
seguono
cielo,
carro
albero, risalgono
non rimangono a
si
corrompe:
gli
corrompono, per
le
dona-
anche
data. (Cfr. Par. XI, 124; XII, 112; XXII, 76, etc).
Del resto
in
S.
la
cadente baslica
III),
Lateranense, veduto
Innocenzo
V.
un
affresco
d" incerta
attribuzione
Giotto
di
una tavola
del
Museo
del
il
mira;
Giotto
V. nella Galleria d'arte
49
amica
e niodc-rna di Firenze, al n.
111,
i8,
la
tavola rap-
presentante
il
sogno
d'
Innocenzo
Per S. Do-
menico
tali
rappresentazioni sono
meno
s"
mancano.
pur crede
accorse del
celestiale
facile riscontro,
il quale di due due Testamenti dalla destra il Nuovo, dalla sinistra il Vecchio, siccome appare per l' Autore medesimo che dice, che alla destra rota in giro era Fede, Speranza, e Caritade alla sinistra. Prudenza, Temperanza, e Giustizia, e Fortitudine: avvegnach fautore in altra parte dica, che 1' una delle
due Testamenti:
Ecco
il
carro
del
trionfo,
ruote, cio d
1'
altra santo
Francesco,
cosi vedi,
i.
e XII
Paradisi.
nomi
S
attribuisce
Op.
cit.,
pag. 344.
Reiclis-itnd Recitsgesclti elite
fa
il
FicKER,
Jtaliens,
328-^88. Veggasi
il
Ficker stesso
al
389.
membre de V
De mon.
Anche
il
HI,
io.
si
'')
Gian
come
Comunque
il
la si
pi fiero e
Il
gutamente che
als
di
la
memoria, e
il
DoUinger (Dante
ostilit del
in
Poeta
re-
modo
la
Monaco
nel
1873
r.
(Vittorio
Gian. Sulle
orme
del
Su
cit.
Non
lib.
ut
pag. 77.
(^)
Il,
v. 41.
1'
Ma
critici
alla
bella
contessa Matilde
radiso terrestre!
atteggiamento
di
donna innamorata
altro
nemmeno
cordiamo
difetto di
la
fondamental dottrina
Dante intorno
attiva
i
amore, non
dunque
che
le
la
vita
zelo e
la
feminilit appassionata,
negarono
critici, fu
un
Tommaseo. Leggansi
le
bellissime ottave
di
La
Contessa .Ma-
suo volume
poesie. (Firenze,
Le Monnier,
1872).
(^'')
comunale
di
Reggio
:
nell' ICmilia,
cipit historia
Gomitisse Mathildis
De
Gestis
videlicet
inclita
Comitissa
et
militaris
in
admodum
mulier
vires
muliebri sexu
un
codicetto
cartaceo del
PlCCIOLA.
sec.
50
XVII, di 44 carte, scritto in un latino tutt' altro che ortodosso. N ha alcuna importanza storica: in gran parte compilato sulla Vila di Donzone. ('^) Canossa. Studi e ricerche di Angelo Ferretti. Torino, Loescher 1S84.
Ma
tura
il
ritratto
considerato
;
da alcuni addiritopera,
si,
come una
Nanin stesso
da
altri
antica
(non, ad ogni
modo,
ma
di
effige di altra
persona, ritoccata
ritratto ora
Canossa, di Verona
ed
quello
che riprodotto
in testa a
questo volumetto.
giornale
Fu
gi edito,
dal
La Voce
della
Verit
onore
di
Gre-
(Roma, Tip.
Xova fragmenta
per cura
di felica
notis illustrata.
MDCCLXIII.
Annibale degli
.\d
IV Non. .Aug. ad
sancto ablueram, ab
crani
scabiarum tabedie
me
di
purgari
iuvante
Loto
[ninfa,
figlia
Nettuno],
thermis
nympharum
praeclarissima
suavissimas
murumque
posuimus epigramma:
Matheldis
Comitissa Insignis
Ob Humanam
Valetudinem
Et Salubria
Instaurandam Praeservandamque
K[yriacus]
A.
D.
.\[nconitanus]
MCXII. K. MAIAS.
pi sotto,
in
Ad
illa
tam.liu ab
me
valetudinis,
ut
nostis,
instaurandae gratia;
flumine sancto ablueram, ab omni taediosa scabiarum tabedie me purgari mundarique certissime sensi, optima adiuvante Amphitoe et Panopaea Nereidum [Naiadum ?J clarissimis et amoenis Virginibus nam suaves
me postquam
et
saluberrimas contigimus aquas, vctustis quoque scaleis muroque conspicuo vidimus circumseptas, Matheldae illius praeclarissimae Comitissae pium, utile,
et sibi
dignum,
decens,
atque peridoneum
opus; nam,
et si
bene recohmus,
et virentia
deliciarum loca
Dantem p[oetam]
iucundissimum,
et
divi-
doclum madidum
et
ablutum,
ferninae
necnon piene
potum
hoc ibidem ex
lapide
II
posuimus epigramma
[lo riferisce].
ma
certo
mollo curioso. La
in-
Memorie
della C.
M.,
pag. 313; dal Targioni Tozzetti nelle Relazioni di alcuni viaggi /atti in diverse
t.
I,
pag.
Etrur.
Urb.,
I,
1791,
t.
XV,
183'^,
Toscana, Firenze,
Minati,
provincia di Pisa,
La leggenda
di
queste colIl
invenzione
dei
Bagni
i
alla
contessa
Matilde....
queste
vi
credulo
volgo e perfino
tribuiscono a
lei
campagnuoli, nonch
tutto quello
buoni parroci
che
di antico e di origine
oscura
sottostanti
Fauglia,
;
troverete
uso
di
casa colonica
e quei
contadini
dicono che
in
quella fu una chiesa edificata da una certa signora Contessa che stava
parti.
quelle
dagli
anni, che io
ho trovato ancora
esistente,
1"
indicazione
che ne d
.Matilde.
il
Dovunque
un
muro
i
cadente o
1'
avanzo
d'
una
torre,
si
dice che
quelle furono fortezze della celebre Contessa, alla quale per, sebbene fosse di
animo
genda,
la
fiero e bellicoso,
suoi possedimenti
di
teatro di guerra
il
(pag. 195-6). E,
falsit
della leg-
che
siasi
la
Contessa,
quale soffriva di
affezioni
reumatiche
di
gotta ,
recata a spedi
rimentare
in
Casciana
abbia
consentito
venire
soccorso dei
abbellimenti, etc.
tutte le tradi-
in
con
cronache,
la
le
memorie,
storica ed
e
documenti
di
la
d' archivio,
la
vagliandole
dalla
con
critica
artistica,
tentasse
separare
verit
leggenda,
con
l'
una
con
altra
componesse
i
che
il
nome
attraverso
secoli.
Sul
duomo
Matilde.
di S.
Martino
, la
in
Lucca c'
assai giovine,
il
con
folti e
lunghi capelli
(V.
quale secondo
la
ritratto
di
E.
Ridolfi, Guida di
Lucca, pag.
l'
immagine
a
di lei
vede
il
La
figura
(scrive
La
terra
Giusti,
di
1892I, di
forma bizantina.
che su apposita mensola, ornata
rapetto dell'
52
nel
evangelista Matteo.
La mancanza
gere a taluni,
ed
la
il
capo cinto
di
scultura,
il
Contessa Matilde,
scritto:
ma
ci
non
possibile,
mano
Evangelica
lectio fiat
pec-
nostri
amboni medioevali,
il
di ve-
ed anche
voluto raffigu-
i>.
E
.
padre
di
Matilde (27)
Altopascio,
e l'abside;
tutto
resto stato
indegnamente deturpato.
Ma
quante
altre
chiese e quanti
!
castelli le
sono
lucchese
Sull'ammirazione poi che per Dante ebbe Ciriaco d'Ancona, v.M. MoRict,
Dante
1899
(').
{"-]
Rang.
lib.
11,
7:
Non suni
leges.
(*^)
(-")
.
. .
dccta
satis,
Lo Studio
di
Bologna,
in
Opere
voi.
I,
nichelli):
.
in
presenza
Matilde apparisce
.
la
1113
il
nome
di
Irnerio da
Bologna cau^idico
(')
figlio di
II.
Antonio,
uomo
eruditissimo,
:
Era
di
Volterra
Ciriaco lo
la
chiama concivem
ma
regione.
Mentre levo la mano dalla faticosa correzione tipografica di queste lunghe note, mi giunge dal mio egregio, gentile e carissimo amico prof. Francesco Flamini un prezioso opuscoletto nuziale, nel quale egli tratta, con la solita
eleganza di dottrina e
con
fine
Nozze
Abito
forse,
Polacco-Luzzatto
un fuggevole accenno a
quale sarebbe
virt.
/'
Matclda,
di
la
Buona
tutte le
Ma,
r abitudine
dell"
operare
secondo
v. a
pag.
la
divario grande.
Che
Flamini,
poi Beatrice
il
sia
Verit
negare
al
cui
ha gi
^Hi