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Per la verit, ogni comprensione scientifica soprattutto uno sforzo per semplificare e unificare quanto a lungo apparso scollegato

to e disparato. Chi creda che compartimentalizzazione e specializzazione siano la strada maestra, verso la riuscita nelle scienze sociali, potr trovare questo mio libro irritante. Karl W. Kapp, in Toward a Science of Man in Society: A Positive Approach to the Integration of Social Knowledge, Martinus Nijhoff, LAia 1961

Pino Blasone

Il Labirinto e il Mandala Bibliografia ragionata sul pensiero ambientalista


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1 Labirinto e Mandala, montaggio di immagini

Facile consumo e consumo sostenibile Ovviamente, qui si utilizza un gioco di parole, basato su una convenzione linguistica. Nelluso italiano per facile consumo sintende il consumo di beni materiali, che non siano di prima necessit n voluttuari, ma utili a unattivit lavorativa, di solito in ambito burocratico. Di per s ovvero considerati singolarmente, essi non sono particolarmente costosi o necessariamente numerosi. Per quanto a volte dissimulabile scaricandolo su altre voci di spesa, il loro costo pu crescere in rapporto alla quantit, tanto da raggiungere un ammontare consistente o perfino da superare quello degli altri generi di consumi. La loro
1 Intervento letto al convegno Leggi il tuo pianeta!, organizzato dal Sindacato Nazionale Scrittori per lAnno Internazionale del Pianeta Terra proclamato dallUNESCO, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, il 21/4/2008. Lo scritto stato riguardato, ampliato e corredato di immagini da parte dellautore nel 2013.

parvenza di necessit pu crescere di pari passo, fino ad assumere la connotazione pi o meno circostanziale e giustificata di oggetti indispensabili. Esempi estensivi assai diffusi, di aspetto e natura molto diversi, possono essere una busta di plastica o un telefonino cellulare. Dalla dimensione dellutilit essi sono approdati a quella di una quasi-necessit. Da una limitata sfera funzionale, essi hanno invaso quella vitale, almeno se si tiene conto delle piccole ma assidue esigenze della vita quotidiana. Il costo dei singoli esemplari si talmente ridotto, da consentire nel primo caso la pratica dellusa e getta. Tuttavia il loro costo complessivo a livello sociale oggi ingente, comportando alti guadagni diretti o indiretti per i produttori o gestori. La loro attrazione abitudinaria o implicita forza di convinzione, esercitata su noi consumatori, un dato di fatto acquisito pressoch irreversibile. Il loro impatto ambientale evidente. Quanto ai sacchetti di plastica, il loro effetto inquinante noto. Per ci che concerne i telefonini, essi hanno trasformato lambiente in un campo magnetico, la cui neutralit nei confronti della salute pubblica ancora tutta da dimostrare. Al contrario, sussistono ricerche e studi che ne lasciano supporre una insidiosa nocivit. Comunque, anche grazie alla computerizzazione degli apparecchi, la diffusione della telefonia mobile ha raggiunto una dimensione abnorme e sproporzionata rispetto alla popolazione del pianeta. 2 In questi casi e in molti altri analoghi, la transizione o il salto al consumo facile avvenuta tramite la simulazione di un facile consumo, preludendo a una fase che da un lato lo spreco delle eccedenze; dallaltro, laccumulo di rifiuti urbani o suburbani dal problematico smaltimento. Favorito dalle catene della grande distribuzione commerciale, e dalla pressione operata dalla pubblicit sul mercato globale, questo consumo facile esercita altres un richiamo sui flussi migratori da aree meno direttamente coinvolte dal fenomeno. Si presume che lattrattiva dei prodotti di facile consumo sia maggiore, rispetto alla seduzione degli articoli di lusso. Per entrambi i generi una componente feticistica, in senso sia economico sia psicologico, sembra agire ancor pi che uneffettiva comodit o la denotazione di una promozione sociale. Un approccio critico verso il mito del facile consumo non implica un pregiudizio contro il consumo di massa, in senso elitario, o contro la tecnica che lo rende possibile. Si dovrebbe per mirare a contenerlo entro limiti ragionevoli e consapevoli, assicurando quello che va sotto il nome recente di sviluppo sostenibile, cio compatibile con le risorse limitate e con la vivibilit ambientale che la Natura mette a disposizione. Viceversa, la spinta a oltranza verso il consumo facile assume i connotati di unillusione ingannevole e irresponsabile, sostenuta dallideologia economicistica di una crescita coatta. Di essa specialmente la pubblicit mediatica si fa veicolo sempre pi raffinato e, al limite, complice. Ora, il processo relativo indotto, e in gran parte gradualmente condiviso, soprattutto mentale. Esso investe la coscienza. Il problema della sua reversibilit. Una sua visione critico-analitica rientra non solamente nel campo dellecologia tout court, ma pure in quello
2 Secondo un rapporto statistico dellazienda svedese produttrice di telefonini cellulari Ericsson, nel secondo trimestre 2012 le sottoscrizioni a servizi di telefonia mobile hanno raggiunto una quota mondiale di 6,3 miliardi, per 4,3 miliardi di utenti. Per quanto concerne le buste di plastica non biodegradabili, nel 2011 una legge nazionale che ne vietava per lo pi limpiego commerciale ha portato lItalia allavanguardia sulla strada verso una soluzione del problema, contrariamente a quanto accade di frequente su altre tematiche. Paradossalmente, nel 2012 lUnione Europea ha inviato una lettera di richiamo al governo italiano, rimproverando in pratica di aver esagerato nellapplicazione delle stesse direttive europee: la circolazione dei sacchetti in questione non andava vietata, bens disincentivata tramite in primis lutilizzo della leva fiscale...

della cos definita ecologia della mente. Ci si pu spingere ad affermare, tutta lecologia politica anche ecologia della mente, n pu essere altrimenti se si perseguono risultati attendibili ed efficaci. Un presupposto ormai scontato che non c seria economia politica attuale, la quale possa prescindere dallecologia politica. Per inciso, si pensi alla bio-economia o economia ecologica delleconomista rumeno Nicholas Georgescu-Roegen, con la sua demistificazione del preconcetto di una crescita economica a tutti i costi (pi avanti, avremo qui modo di tornare sullargomento di pregnante attualit). Nella scia di un pioniere quale lo statunitense Murray Bookchin, inoltre alcuni preferiscono parlare di ecologia sociale anzich politica, con una impronta di maggiore radicalismo, ma qui la differenza risulta secondaria. Una trattazione a parte richiederebbero pure la tendenza e la teoria del cosiddetto eco-femminismo. Altro risvolto che lecologia della mente riguarda il benessere o il disagio, nella misura in cui uno stato psicologico dipende e incide sullambiente circostante, in base alla soddisfazione di impulsi anche contrastanti che ne provengano. Siamo di fronte a una relazione di interdipendenza, che pu presentarsi come circolo vizioso, senza un criterio di giudizio che promuova un atteggiamento equilibrato. Consideriamo di seguito pochi autori, i quali hanno riflettuto sulla prospettiva allargata di uno sviluppo sostenibile, nellambito di un pensiero ambientalista che ha preso il nome di eco-filosofia o ecosofia. Tramite il confronto, ci si augura di contribuire allincontro fra ambientalismo ed ecologia della mente.

2 Francesco De Francesco, Il filo di Arianna; olio su tela, 1986

Filosofia dellambiente, ecologia della mente In effetti, la filosofia ecologica si pu considerare un connubio tra conoscenze scientifico-critiche sullambiente e una filosofia della mente, in quanto entit reciprocamente speculari e influenzabili. Ma questa confluenza stata graduale. La sintesi da ritenersi tuttaltro che scontata o conclusa. Punti di partenza o cruciali, nel corso di tale evoluzione, sono le opere di due autori di diversa formazione: in particolare, Verso unecologia della mente (1972), dellantropologo anglo-americano Gregory Bateson, ed 3

Ecosofia. Ecologia, societ e stili di vita , del filosofo norvegese Arne Naess (1989; una prima parziale traduzione in inglese di questi scritti si era avuta nel 1977, a cura di John Reshaur, con titolo Ecology, Community and Lifestyle: A Philosophical Approach). Si tenga presente che al neologismo ecosofia Naess aveva affiancato la definizione ecologia profonda, per differenziarla da una pi superficiale interessata alla sola tutela dellambiente. N qui il luogo per approfondire quanto questo pensiero non-dualistico sia debitore al panteismo di Baruch Spinoza, alla filosofia della natura di Friedrich Schelling, alla fenomenologia di Edmund Husserl e di Martin Heidegger, o a una rivisitazione del buddismo. Ai nostri fini basti rilevare che esso individua nella dicotomia fra Terra e Mondo, ovvero tra natura e cultura, un difetto della civilt occidentale moderna a detrimento della prima, un po come quella tra corpo e anima lo era per la mentalit medievale. Tale concezione acquista in Naess caratteri aggiornati e polemici, militanti ma non-violenti. Oltre che di una valenza etica laica, essa non priva di una sua religiosit. Questultima viene adattata o recuperata al contesto religioso cristiano, da parte del teologo indo-spagnolo Raimon Panikkar nel saggio Ecosofia: la nuova saggezza. Per una spiritualit della terra (1993). Nellinterpretazione di Panikkar, intuibilmente permane un certo dualismo fra immanenza e trascendenza. Ma il discorso si arricchisce, dal momento che ci si apre ancor pi al dialogo interculturale. La tendenza al superamento dei dualismi, verso la ricomposizione di una visione unitaria della Terra e del Mondo, non comporta il trascurare le differenze culturali. Al contrario, queste riemergono e vanno valorizzate. Esse meritano almeno altrettanto rispetto, quanto quello da tributare alla diversit biologica, anche quando a unottica antropocentrica si voglia affiancare o sostituire una eco-centrica. Preoccupazioni di ordine religioso e umanitario sono presenti anche nel pensiero dellanglo-statunitense Kenneth E. Boulding (1910-1993; si veda nella bibliografia dettagliata). Cristiano protestante, egli nondimeno teorico di uneconomia evolutiva che in qualche modo lo avvicina a Bateson, nonch al francese cattolico Teilhard de Chardin. In effetti, gi di per s il suo concetto di sviluppo economico come sistema evolutivo suggerisce una certa continuit fra evoluzione biologica e sviluppo economico, sebbene nel secondo caso levoluzione assuma la connotazione di un progresso tanto economico quanto civile. A differenza che per De Chardin, tuttavia il superamento della civilt moderna apre una prospettiva che non si tinge di provvidenziale trascendenza. La post-civilt di Boulding resta unincognita, affidata agli umani libero arbitrio e capacit di discernimento. Daltronde, lorizzonte del sacro si affaccia pure nella filosofia di Bateson. Non per niente unantologia postuma di suoi scritti, curata da Rodney E. Donaldson, in traduzione italiana si intitola Una Sacra Unit. Altri passi verso unecologia della mente (1991). Lunit che a Bateson preme soprattutto ricomporre fra Mente e Natura, quale il titolo di una sua nota opera (1980). Questa contraddizione rammenta quella cartesiana fra mente e materia. Laccenno al sacro ricorda la desacralizzazione della natura operata dalla modernit. Se per convenzione il mondo un prodotto della mente, a maggior ragione la terra lo della natura. Non c valido motivo per non riconoscerli in quanto livelli di una stessa realt, per giunta interattivi nel corso e in vista di una evoluzione, o possibile involuzione. Tale ricomposizione ben si associa con quella pure auspicata da Bateson, tra scienze naturali e umane, preludendo peraltro a una diversa percezione della Storia. Lecologia mentale studia linterazione dialettica fra mente e ambiente, sia naturale sia sociale. I tre mondi prospettati da Bateson quello fisico; quello della vita, del pensiero e dellapprendimento; quello dellevoluzione rappresentano da un lato un 4

tentativo di contrastare la moderna visione dualistica del mondo; dallaltro, uno schema interpretativo dinamico, in cui lecologia della mente viene a rivestire un ruolo centrale. Ancor pi che di una mediazione o transizione, si tratta di una cerniera o anello di congiunzione. Per cos dire, lanello eco-evolutivo fra evoluzione naturale e progresso umano. ci che consente di capire che ogni sistema ambientale, per quanto integrato o naturalmente selettivo possa apparire, sempre dischiuso sulla possibilit o su una scelta.

3 Graffito murale senza titolo, dellartista di strada italiano Blu; Saragozza, Spagna, 2008

Ecologia integrale, educazione ambientale Sul terreno dellecologia scientifica o applicata, concetti-chiave quali ecosistema (o sistema ambientale), ecosfera (o matrice ambientale planetaria) e sostenibilit (dello sviluppo tecnico-economico e del consumo delle risorse naturali) devono molto sia a Bateson sia a Naess. Pi che di due filoni di pensiero distinti e separati, si tratta di correnti che si mescolano e confluiscono. Ben lo ha compreso lo psichiatra e pensatore francese Flix Guattari, di formazione psicoanalitica e marxista, col saggio Le tre ecologie (1989). Nella sua ecosofia progressista, sono contemplati tre tipi di ecologie fra loro complementari: quella ambientale, quella sociale e quella mentale. Lascendente di Bateson esplicito. Ma ladozione di una collocazione ecosofica rimanda alla scuola di Naess. Fra i seguaci della scuola di pensiero di Naess, per la loro originalit vanno segnalati almeno Warwick Fox e Michael E. Zimmerman. Il primo, australiano, sviluppa il tema 5

dellecologia politica o sociale in senso comunitario, dando luogo a quella da lui definita ecologia trans-personale. La sua insistenza sulla realizzazione del S suggerisce influssi psicologici junghiani, oltre che delle filosofie orientali. Il secondo autore, statunitense, interessante per alcuni spunti critici e auto-critici. Buon conoscitore della cultura tedesca del Novecento, egli ha analizzato la filosofia di Heidegger in relazione allambientalismo e si posto il problema di un potenziale conservatore in questo indirizzo di pensiero. In particolare un suo articolo Sulla riconciliazione fra progressismo e ambientalismo indicativo di tale inquietudine. Essa rientra comunque nella problematica pi ampia di un superamento della modernit, che non implichi una fase di regresso, sia pure transitoria. Per lultimo Zimmerman, la stessa ecologia procede verso una ricomposizione dei suoi molteplici aspetti. Coerente con la sua vocazione interdisciplinare, essa diviene unecologia integrale, una sorta di sguardo complessivo sulla Terra e sul Mondo, e forse oltre. Questa tensione verso loltre diretta sia allesterno, sia verso linterno dellessere umano. In entrambe le prospettive, importante uneducazione ambientale. ci che per loriundo austriaco Fritjof Capra, fisico e teorico della scienza nord-americano, si chiama eco-alfabetizzazione. Infatti, in ultima analisi, sono proprio le coscienze arbitre del destino della vita e della coscienza stessa sul nostro pianeta, se non nellintero universo. A una pedagogia ambientale Capra ha dedicato saggi e attivit promozionali. Si pensi che il suo obiettivo iniziale era fra i pi ambiziosi: quello di sanare la dicotomia tutta moderna e occidentale tra fisica e metafisica, magari con laiuto della saggezza orientale. Da Il Tao della fisica (1975) a Il punto di svolta (1982) e a Ecologia Profonda. Un nuovo paradigma (in La rete della vita, 1997), il vecchio seguace di Bateson ha compiuto un percorso significativo, che lo ha portato ad affermare: leco-alfabetizzazione una dote essenziale per i politici, gli uomini daffari e i professionisti in tutti i campi. Di pi, lecoalfabetizzazione sar fondamentale per la sopravvivenza dellumanit nel suo insieme, quindi costituir la parte pi importante delleducazione a ogni livello. A ben vedere, questa conclusione in Luniverso come dimora (1991) conseguente con la premessa di Bateson circa lecologia della mente. Purch non opacizzata, e con un minimo di elementi cognitivi a disposizione, la mente stessa un ambiente speculare in grado di rifletterne ogni altro dinamicamente. Essa pu somigliare a un Labirinto, ma anche a un Mandala. Rinnovare il modo di sentire e di pensare prioritario. In tal senso, perfino il contrasto fra antropocentristi ed eco-centristi perde valore. In merito tanto vale ascoltare Bateson, in Una Sacra Unit: Pi o meno, mi riferisco alle varie cose che accadono nella nostra testa e nel comportamento, quando abbiamo a che fare con altre persone, quando andiamo su e gi per le montagne, quando ci ammaliamo e poi stiamo di nuovo bene Tutte queste cose si interconnettono. Di fatto, esse costituiscono una rete che, in un linguaggio orientale, si potrebbe chiamare Mandala. Io mi sento pi a mio agio con la parola Ecologia. Ma queste sono idee che hanno molto in comune. Labirinto, o Mandala? Probabilmente, non solo la mente ma questo mondo entrambe le cose, sebbene lOccidente abbia privilegiato la prima immagine e lOriente la seconda. A sfatare una visione intellettualistica negativa o meditativa idilliaca, a ribadire il primato e la responsabilit dellazione etica personale nellambito di una volont preservatrice o trasformatrice al limite distruttiva , giova forse citare il principale pensatore buddista moderno, il giapponese Kitaro Nishida, in La logica del luogo e la visione religiosa del mondo (1945): Il mondo come entit assolutamente contraddittoria, in quanto essere locativo, non un mondo emanativo, n un mondo semplicemente produttivo 6

e generativo. Ancora, esso non un mondo dellintuizione intellettuale, come dicono coloro che mi fraintendono. Al contrario, sempre un mondo in cui lindividuo agisce. Dal canto nostro, piace qui auspicare quella nuova alleanza o contratto fra uomo e natura, da tempo consigliata dallo scienziato di origine russa Ilya Prigogine o pi di recente dal filosofo francese Michel Serres. Tale riconciliazione non pu che essere accompagnata e preceduta da un riavvicinamento tra cultura umanistica e scientifica, che faciliti una riforma didattica e una maturazione morale. Lintercultura, in quanto confronto critico tra differenti visioni della Terra e del Mondo, fa parte a pieno titolo di un simile progetto. Il pensiero ambientalista o ecologico, estensivamente e integralmente inteso, ne sembra la sede pi adatta o il punto di partenza pi vantaggioso per noi tutti esseri viventi.

4 Antonio Grifo, Il minotauro globale; acrilico, 2011 (cfr. il libro omonimo di Y. Varoufakis, in bibliografia)

Recessione o decrescita Se c un pensiero economico connesso con quello ambientalista, certo questo la teoria-movimento della cosiddetta decrescita felice o serena, che tuttavia in inglese si preferisce definire sustainable degrowth, decrescita sostenibile. Una parentela stretta fra questultima e leconomia verde innegabile. Gi di per s, il termine decrescita esprime comunque un concetto diverso da quello di recessione che sembra caratterizzare la crisi economica, sociale e politica, a tuttoggi in corso nella maggior parte del globo oltre che nellEuropa mediterranea. Una crisi, la quale mostra tutta la sua natura strutturale, ancor pi che ciclica. Come, infine, uscirne? O, se si preferisce insistere nella doppia metafora qui sopra adottata, come trasformare tale inquietante Labirinto in un rassicurante Mandala? Uscita di sicurezza o via di scampo che sia, un teorico italiano dellecologia profonda, Guido Dalla Casa, pensa che essa debba consistere piuttosto in una inversione 7

di rotta, come recita il titolo di un suo libro redatto con altri nel 2008. Evidentemente, il proverbiale filo di Arianna non serve tanto per penetrare in un labirinto, quanto per saper tornare sui propri passi e magari individuare eventuali ostacoli o trabocchetti, al fine di evitarli o rimuoverli: una specie di bonifica della situazione labirintica e di correzione degli errori commessi, per rendere il percorso nuovamente praticabile in sicurezza e senza ritrovarsi in un vicolo cieco. Un vicolo, in cui in agguato il minotauro globale, titolo suggestivo di un altro libro, delleconomista politico greco-australiano Yanis Varoufakis. Va da s, nel nostro caso si allude al cammino verso uno sviluppo e un consumo sostenibili, ma anche alla riedificazione di una societ della sostenibilit, quale preconizzata dalleconomista statunitense Lester Russell Brown in un noto saggio dellormai lontano 1982. A monte ci sono la percezione di un progresso inteso non pi in senso rigidamente lineare n ciclico, bens empiricamente procedente attraverso prove ed errori, e soprattutto flessibili aggiustamenti di rotta; una rivendicazione di libero arbitrio aliena dal fatalismo dei condizionamenti del mercato; un tentativo di riconciliazione fra economia ed ecologia, che non sia una mera assonanza o parziale coincidenza etimologica. Alle istanze di revisione o di riconversione, possiamo pertanto aggiungere quella di una modifica della nozione di civilt e di un rinnovamento nella visione del mondo. Insomma, una mutazione nella mentalit corrente, da uneconomia degli sprechi a una basata sulla disponibilit effettiva e sullequo utilizzo delle risorse, contro larrischiata irragionevolezza di una crescita illimitata a oltranza o di una speculazione finanziaria incontrollata. Aspettarsi una provvidenziale razionalizzazione adeguata dal solo libero gioco del mercato ammesso e non concesso che esso goda di unautentica, paritetica libert , del resto, quanto di pi irrazionalmente utopico e paradossalmente fideistico. Nondimeno, riferirsi a unecologia profonda o perfino integrale non implica il praticare forme di integralismo e neppure di dirigismo ecologico, salva restando lurgenza di imprimere un orientamento in cui la politica di preservazione o restaurazione ambientale rivesta un carattere di priorit: una eco-politica, appunto. In particolare su questo punto, oggetto di critiche da parte di commentatori di diverso avviso ma anche di possibili fraintendimenti da parte di seguaci entusiasti, ha ritenuto di dover fare chiarezza il maggiore teorico riconosciuto della decrescita, il francese Serge Latouche, in Per unabbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita (tradotto in italiano nel 2012).3 Nella puntualizzazione di Latouche, cruciale la messa a fuoco della distinzione fra recessione e decrescita. In economia, la prima un concetto convenzionale negativo e specialmente passivo. Una recessione o depressione economica subita, tuttal pi pu essere contenuta con facilitazioni o incentivi pubblici di solito scarsi, per comprensibili cause contingenti alla produzione da un lato e tassativi interventi che vanno sotto il nome complessivo di austerit dallaltro, la cui riuscita combinata pu essere facilmente
3 Pi che una puntualizzazione, quasi una rettifica. Si tenga presente che, almeno a partire dalla fine del secolo scorso, S. Latouche stato polemico non solo verso lo sviluppo insostenibile, ma perfino verso il concetto-definizione a suo dire paradossale ed edulcorato di un possibile sviluppo sostenibile; cfr. il suo intervento del 30/9/1998 a un seminario internazionale di studi presso lUniversit di Padova: Il paradosso delleconomia ecologica e lo sviluppo sostenibile come ossimoro, allindirizzo Web http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/paradosso.html. Si leggano pure due pertinenti articoli di Tommaso Luzzati, che ha tenuto corsi proprio di economia ecologica presso lUniversit di Pisa: Pensare e realizzare uneconomia meno insostenibile, 2003, e La politica ambientale: da opportunit a necessit?, 2010 (entrambi reperibili al sito Web http://dse.ec.unipi.it/~luzzati/italiano/italiano.htm).

squilibrata e controproducente. La decrescita una strategia volontaria, mirante a recuperare un controllo sul processo produttivo e distributivo in crisi, non solo tramite incentivi e misure tassative, ma con proposte di finalit e obiettivi alternativi. Di qualche efficacia il paragone con una carenza alimentare determinata da motivi di impoverimento, e invece con la dieta che un soggetto indotto a imporsi a fini terapeutici o salutistici. Per la verit, una tale differenza appare pi soggettiva che oggettiva. pur vero, la soggettivit in quanto presa di coscienza svolge un ruolo decisivo nella decrescita felice. Solo questa coscienza acquisita pu fare in modo che la forza di volont non risulti vano volontarismo. Daltro canto, loggettivit risiede nella perdurante crisi economica. Soltanto il riuscire ad approfittare della recessione come ultima occasione da cogliere per ribaltarla in decrescita, secondo il vecchio detto fare di necessit virt, pu far s che il tutto non si risolva in un gioco di parole. Bench deffetto, aggettivi quali felice o serena suonano iperbolici eufemismi, se applicati a impellenti esigenze come eliminare i consumi superflui, adottare fonti di energia rinnovabili, ridurre il riscaldamento globale nellatmosfera, nonch promuovere unequa ripartizione di conseguenti vantaggi e svantaggi. Meglio sarebbe allora parlare di decrescita consapevole, che ricrei le condizioni per una crescita sostenibile. Al limite, sempre meglio per una decrescita infelice che qualche suicida felicit di massa. 4 Almeno nei paesi industrialmente avanzati, la fase che abbiamo attraversato quella di unopera di sensibilizzazione dellopinione pubblica sui temi fin qui trattati, caratterizzata dalla conflittualit con un blocco di interessi costituiti, miopi o retrivi: il minotauro globale cui accennava Varoufakis nel 2011. In compenso, ne sono nate rappresentanze politiche consistenti nellagone democratico. Spetta a loro il non chiudersi in uno sterile o ambiguo massimalismo, bens aprire e intrattenere un dialogo fattivo con altre forze progressiste, in maniera tale che sia detto in veste figurata, ma senza retorica il nostro Labirinto sia suscettibile di mutarsi finalmente in Mandala, e che leconomia torni a essere quale fu in origine: un minimo di regole condivise e indispensabili alla gestione della casa comune, anche per le generazioni a venire 5 (sebbene il discorso sia generale, ogni allusione alla situazione politica italiana nellaprile 2013 non puramente casuale...).

4 Per ci che riguarda in particolare il problematico andamento dei consumi di energia in Italia, si vedano i dati aggiornati al 2012, ma comunque significativi in quanto di tendenza commentati da Roberto Meregalli in Crescita e Decrescita. Continua la crescita delle fonti rinnovabili e il calo dei consumi di energia, allindirizzo Web http://www.martinbuber.eu/energia/newsletter/crescita%20e%20decrescita.pdf. 5 Notoriamente, economia proviene dal greco antico (oikonomia, amministrazione domestica), a sua volta composto di (oikos, casa, o anche in senso lato, ambiente di residenza) e (nomos, norma o legge). Quanto allecologia, il termine tedesco kologie fu coniato nel 1866 dal biologo Ernst Haeckel, nella sua opera Generelle Morphologie der Organismen (pure da , pi -, studio, a sua volta derivato da : logos, discorso ed, estensivamente, ragione). I due termini sono strettamente imparentati fra loro.

5 Graffito murale intitolato Access Control (o anche Escape, dal particolare del tasto di computer visibile sul lato destro dellimmagine), dellartista di strada greco iNO; Atene, 2012

Bibliografia dettagliata
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