venerdì 30 ottobre 2009 cultura@ilroma.

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CULTURA
AL SUOR ORSOLA “LA CORRENTE DEL GOLFO” PROPONE UN PARALLELO TRA GIULIO PARISIO E GUGLIELMO ROEHRSSEN

Quel Futurismo contemporaneo

di Giorgio Salzano IL CONVEGNO

F otografie oniriche e sculture

dinamiche, bagliori e volumi
che tracciano il passaggio di
un’avanguardia. La mostra “La cor-
rente del Golfo” propone un paral-
lelo tra Giulio Parisio e Guglielmo
Roehrssen, due interpreti del tar-
do futurismo napoletano. L’esposi-
zione, curata dai professori Stefa-
no Causa e Silvia Zoppi Garampi,
visitabile fino al 24 novembre pres-
so il museo dell’Opera dell’Univer-
sità Suor Orsola Benincasa, si pre-
senta come corollario di una due
giorni di seminari promossi dal-
l’università del corso Vittorio Ema-
nuele. Una serie di dibattiti che
rientrano nella celebrazione del
centenario della pubblicazione del
manifesto, di quel vulcanico scrit-
to ideato e promosso da Filippo
Tommaso Marinetti. Un’iniziativa
che ha visto anche la collaborazio-
ne del Pan, con la mostra “Ritratti
dall’Archivio Marone”, a cura di Sil-
via Zoppi Garampi e di Marina Ver-
giani: fino al 23 novembre saranno
consultabili le scansioni dei rap-
porti epistolari intrattenuti da Ghe-
rardo Marone, editore della rivista
“La Diana”, con alcuni dei rappre-
sentanti del futurismo nazionale e
del mezzogiorno.
Un’occasione per studiare la lette-
ratura e l’arte degli inizi del nove-
cento, per approfondire come l’uni-
ca avanguardia italiana abbia in-
fluito sulle moderne forme di co-
municazione, per far luce sul sotti-
le fil rouge che ha legato il sud al
futurismo, ed, infine, su come Na-
poli abbia vissuto la sua “onda lun-
ga”. Se è vero infatti che la fase
“eroica” si chiude con la prima
guerra mondiale, il futurismo, tut-
tavia, dietro il continuo desiderio
propagandistico di Marinetti, non
arresta la sua corsa, cercando in
tutta Italia nuove forme di espres-
sione e di alleanze. E Napoli era
una delle città preferite dall’istrio-
nico padre del movimento che, tra
APPUNTAMENTI
“Motociclista” di Guglielmo Roehrssen e (a destra) uno scatto di Giulio parisio
gli anni 20 e 30, colpì l’immagina-
rio di Giulio Parisio e Guglielmo
Roehrssen. I due protagonisti del-
la mostra, seppur di due genera-
zioni differenti e diversi per indole
e sensibilità artistica, vivono lo
stesso incerto e variegato humus
culturale, muovendosi sulla mede-
sima via della sperimentazione.
Un’attività che in Giulio Parisio
(1891 - 1967) si è esplicata attra-
verso un uso rivoluzionario della fo-
tografia, in linea con il manifesto
che promuoveva il fotodinamismo
e la ricerca della “vita colta nel suo
apparire rapido e fugace”. In tal
senso il primo merito di Parisio è
senza dubbio quello di aver rac-
contato la Napoli degli anni diffici-
li con scatti che spaziano dal pae-
saggio al costume, dal ritratto alla
pubblicità. Tuttavia i risultati più
rivoluzionari provengono dalle spe-
rimentazioni d’avanguardia, “ardi-
menti” fotografici che ricreano un
universo surreale. La mostra – illu-
strata da un catalogo fotografico
corredato da approfonditi testi cri-
tici dei curatori - offre un efficien-
te esempio di tali indagini. Una se-
rie di fotografie in bianco e nero
permeate da precisi bagliori, una
sottile nebbia di luce che anima i
soggetti attraverso l’apparente mo-
vimento delle ombre. Ricostruzioni
scenografiche abitate da barche
arenate all’ombra del Vesuvio, bot-
tiglie di liquore, silenziose ma-
schere o eserciti di piccole suore
di cartone. Atmosfere atemporali
in cui si cela un dinamismo poten-
ziale, sprigionato dall’alternanza
dei chiaroscuri, che ambientano i
piccoli teatrini istantanei ricostruiti
IL NUOVO LIBRO DI ALDO DI MAURO
dall’artista. Un’interpretazione
dunque personale dell’avanguar-
dia, e proprio in questo risiede un
altro punto di contatto con Gu-
glielmo Roehrssen, che, nato nel
1913, ebbe ancora meno tempo per
“respirare” quelle atmosfere.
L’esposizione presenta le sculture
giovanili dell’ultimo rappresentan-
te del futurismo napoletano, scom-
parso novantaquattrenne nell’apri-
le del 2008. Nei primi anni ‘30 la co-
noscenza fugace con Marinetti e la
frequentazione del circolo dei cir-
cumvisonisti, cerchia di ascen-
denza futurista, influenzano l’arti-
sta che assimila e riformula in mo-
do del tutto personale i temi del-
l’avanguardia. Una poetica basata
sullo studio del gesto sportivo, del
rapporto tra macchina e mare, sul-
le possibili variabili figurative che
l’idea del volo può offrire. Così la
traiettoria di un aereo è espressa
con la materializzazione della sua
scia nell’aria oppure un tema co-
me l’annunciazione, assolutamen-
te raro nel futurismo, si traduce nel-
la fusione verticale tra l’angelo e la
Madonna. Soluzioni plastiche in
cui la corsa di un motociclista si
compenetra con il vento circo-
stante o una nave risucchiata nel
gorgo di un vortice viene moltipli-
cata e subito ricomposta in un cor-
po unico.
Gessi, bronzi e terrecotte che rac-
contano solo gli esordi dello scul-
tore che ha operato fino a pochi
giorni dalla morte, cercando nel
tempo uno stile sempre più asciut-
to accompagnato dalla capacità di
vedere in un singolo dettaglio o in
un impercettibile movimento la
possibilità di esplicitare una voca-
zione artistica.
Intramontabile
attualità
dei classici
di Francesco Sielo
S i è concluso oggi il convegno
internazionale “Come
parlano i classici. Presenze e
influenza dei classici nella
modernità”. È stato organizzato
dal centro di studi “Pio Rajna”
con la collaborazione con il
patrocinio del ministero per i
beni culturali, delle università
napoletane, l’università di
Salerno e l’Istituto Italiano di
scienze umane (Sum),
richiamando insigni studiosi
italiani ed europei.
Tema dell’evento i classici che,
con le parole di Enrico Malato,
professore di letteratura italiana,
sono la vera e propria «matrice
del nostro essere quali siamo» e
dunque fattore ineliminabile
della nostra vita civile. Soltanto
«un paese senza identità ignora i
classici» e l’Italia sembra essere
avviata a questo totale oblio: i
classici infatti non sono più letti.
Improduttivo attribuire la colpa
ai soli “danni” ministeriali, pure
ingenti: «ormai la parola
‘classico’ viene riferita a
qualunque cosa» ha infatti
sottolineato Giulio Ferroni,
professore di letteratura italiana
ed il concetto viene così svilito,
approfittando della confusione in
merito alla sua esatta
definizione.
Si è passato infatti, nel corso
degli anni, da un giustissimo
impegno nel riscoprire opere
“minori” ad un’indiscriminata
accettazione di qualsiasi
produzione sia letteraria che
critica. Ma non ogni opera è un
classico né tutti i giudizi critici
sono egualmente fondati. È
necessario compiere scelte
critiche che definiscano un

OGGI. Istituto Italiano di Scienze Umane, via del Parco

Margherita 2, ore 17,30. Si aprono gli incontri “Napoletani sul
lettino”, ideati e condotti dallo psicoterapeuta Michele
Tre amori, una sola energia
Rossena. Flavia Prota
OGGI. Istituto Suor Orsola Benincasa, via Suor Orsola, Sala
degli Angeli, ore 17,30. Convegno su: “La sfida educativa oggi”.
Intervengono Lucio d’Alessandro, Elisa Frauenfelder, Aldo
A lla pari di un moderno filosofo,
Aldo di Mauro (nella foto, du-
rante la presentazione alla Fnac),
Masullo, Giuseppe Savagnone. Conclude il Cardinale scrittore, saggista e poeta, riesce a
Crescenzio Sepe. descrivere la complessità e la pro-
fondità dell’animo umano attraver-
OGGI. Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, via Monte di Dio so le pagine di un libro che raccon-
14, ore 15. Incontro di studio sul tema “Gli italiani e il ta l’amore. O meglio, una terapia
razzismo” in occasione della pubblicazione del libro “La prova d’amore, fondata sulla mente, il dia-
della razza” di Olindo De Napoli. Presiede Gabriella Gribaudi. logo e la stima, più che sul cuore e
l'irrazionalità. “Terapia d’amore”,
OGGI. Biblioteca Nazionale di Napoli, ore 17. Matteo Palumbo, questo è il titolo del volume edito da
Carmen Reale, Marco Santoro e Mauro Giancaspro, presentano Graus, attraverso due storie che si
il libro di Marco Paoli, “La dedica. Storia di una strategia intrecciano e si sfiorano, riesce a
editoriale”, Pacini-Fazzi editore. raccontare il sentimento sotto le sue
molteplici sfaccettature. L’amore tra
OGGI. Stazione Zoologica Anton Dohrn, ore 9. Meeting uno psichiatra e la sua paziente che,
internazionale per un network mondiale tra gli istituti di dopo un profondo dolore, non riesce
biologia marina. Ore 12,30 conferenza stampa. più a comunicare con il mondo
esterno. L’amore di una madre per
OGGI. Madre, via Settembrini, ore 19. Reportage partenopeo un figlio. E infine, l’amore viscerale
del fotografo britannico Johnnie Shand Kydd. e profondo che un’anziana signora
nutre nei confronti della vita;
OGGI. Fondazione Morra Greco, largo Avellino 17. Mostra dei un’energia vibrante che la porterà
lavori di David Maljcovic e Susanne M. Winterling in a superare ogni dolore e sofferenza
una mostra curata da Gigiotto del Vecchio in dialogo con il e ad affrontare tutto con il sorriso, il
collezionista Maurizio Morra Greco. gioco e l’ironia.
Oggi, cosa impedisce il dialogo
OGGI. Università L'Orientale, Palazzo Mediterraneo, via e la comprensione nei rapporti
Marina 69, ORE 12. presentazione del libro "L'odore del mare. umani?
L'antico costume delle donne di Procida" (Dante&Descartes) di «In questo libro ho ripreso una te-
Elisabetta Montaldo e Clotilde Sarnico. Insieme alle autrici, matica a me molto cara che è quel-
interverranno Alberto Manco, Augusto Guarino, Amneris la dell’ascolto. Oggi, la mancanza di
Roselli, Massimo Pettorino. ascolto impedisce la comunicazio-
ne. Ci si ferma alle apparenze. Nei
miei incontri con i giovani dico sem-
pre: superate il pregiudizio dell’ap-
parenza, cercate di capire chi è la
persona che vi sta vicino. Le parole
arricchiscono e completano sempre
chi ascolta».
L’amore può abbattere il muro
dell’incomprensione?
«L’amore guarisce tutto. Ascoltare
una persona è già un atto di amore,
dimostrargli quanto siano impor-
tanti i suoi pensieri e le sue emo-
zioni, che può stupirci, interessar-
ci, arricchirci, significa già iniziare
ad amarla. La mancanza di ascolto
è uno dei motivi per cui si logorano
i rapporti, in particolare quelli di
coppia. Non si sanno ascoltare le pa-
role e soprattutto i silenzi di chi ci
sta affianco. L'amore può essere an-
che muto ma non dev’essere mai
sordo».
La lingua napoletana ci aiuta
nella comunicazione?
«Sicuramente sì. Noi napoletani ab-
biamo un vantaggio. La nostra lin-
gua riesce a rafforzare ogni concet-
to e a renderlo più plastico. Amore
diventa “ammor”. Poi ci aiuta anche
la gestualità. Clara Muller, una del-
le protagoniste del mio libro, ricorre
spesso al napoletano quando vuole
esprimere con più forza le sue pa-
role».
La copertina del libro ha un si-
gnificato particolare?
«Io ho sempre scelto immagini che
fossero esplicative del contenuto dei
miei libri. Sulla copertina di “Tera-
pia d'amore” è rappresentato un ac-
querello di un grande maestro che è
Fernando Graziano. Lui disegna,
personaggi senza volto. Noi dob-
biamo cercare di dare un volto a
questa figura e alle persone che ci
stanno di fronte. Non bisogna mai
fermarsi sull’uscio dell’anima ma
inoltrarsi».
canone chiaro, come ha ricordato
Antonio Saccone, professore di
letteratura italiana moderna e
contemporanea: un classico,
citando Ungaretti, è quell’opera
che fornisce una particolare
“visione del mondo”.
In questo risiede la particolare
forza e debolezza dei classici:
essi entrano infatti in attrito con
la generale visione delle cose,
propagandata dai nuovi mezzi di
comunicazione e se dalla
competizione risultano sconfitti,
perlomeno nei confronti del
grande pubblico, non per questo
l’alternativa che rappresentano
smette di esercitare il suo
fascino.
Tuttavia, per continuare ad
esistere come alternativa, il
mondo dei classici non deve
rinunciare al dialogo con il
pubblico. È compito degli
studiosi, secondo il professor
Alberto Varvaro ordinario di
filologia romanza, «attribuire un
valore alle opere e farle
conoscere», è compito loro, si
potrebbe aggiungere, uscire
dall’autoreferenzialità della
comunicazione fatta da specialisti
unicamente per specialisti e
illustrare finalmente le opere
classiche tramite un commento
ed un interpretazione concreti ed
essenziali, senza lasciarsi
allettare da affascinanti quanto
inessenziali critiche “en artiste”
né lasciarsi ridurre al semplice
ruolo di compilatori di manuali.