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Esercitazione Algebra lineare

Marco Gattulli
ESERCIZIO 1. Si dica per quali valori di 0 1 B = 1 0 0 diagonalizzabile Svolgimento. Innanzitutto ricordiamo cosa vuol dire che una matrice diagonalizzabile: DEFINIZIONE 1. A una matrice diagonalizzabile se simile ad una matrice D diagonale, ossia se esistono una matrice diagonale D ed una matrice invertibile S tali che A = SDS 1 Questa solo una denizione, a noi servirebbe un modo per capire quando ha senso cercare questa D e questa S , ovvero delle condizioni necessarie e sucienti che ci dicano se data A essa diagonalizzabile. Un importante teorema ci d proprio queste condizioni: TEOREMA 1. Sia A una matrice complessa n n, i i suoi autovalori e EA (i ) i relativi autospazi, allora sono equivalenti i seguenti fatti: 1. A diagonalizzabile. 2. Cn ha una base costituita da autovettori di A. 3. Cn =
1ik

la matrice 1 1 2

EA (i ), con k n.

4. la molteplicit geometrica di ciascun autovalore coincide con la sua molteplicit algebrica. La condizione pi facile da vericare anch A sia diagonalizzabile la quarta. Torniamo al nostro esercizio: troviamo gli autovalori di B , calcolando il determinante di B I e ponendolo uguale a zero: 0 1 1 1 1 B I = 0 0 2

det(B I ) = 0 (2 )( + + 2 ) = 0 (2 )[2 + ( 1) ] = 0 (2 )( 1)( + ) = 0 Da cui otteniamo: 1 = 2 2 = 1 m=1 m=1 d=1 d=1

Il terzo autovalore sarebbe . Si presentano quindi 3 casi: CASO = 1, 2 In questo caso avremmo 3 autovalori diversi e pertanto tutte le molteplicit algebriche e geometriche coinciderebbero per ogni autovalore. Dunque se = 1, 2 la matrice B diagonalizzabile. ATTENZIONE: questo vuol dire che se prendiamo = 1, 2 riusciamo a trovare S e D tali che B = SDS 1 ma niente ci dice che per 1 e 2 B non sia pure diagonalizzabile. Quindi questa solo una risposta provvisoria, dobbiamo vedere cosa accade per = 1 e = 2. Ripeto: sicuramente per = 1, 2 la matrice B diagonalizzabile, e per = 1 e = 2? Scopriamolo nei prossimi due casi. CASO = 2 Innanzitutto vediamo come diventa la matrice: 0 = 2 0 1 1 3 1 0 2

B2

In questo modo otteniamo (non serve rifare il polinomio caratteristico sulla nuova matrice, basta andare a sostituire il valore di nel risultato gi torvato allinizio) 1 = 2 2 = 1 m=2 m=1 d =? d=1

Dunque la matrice diagonalizzabile se la molteplicit geometrica di 1 = 2 2. Calcoliamo allora lo spazio nullo di B2 2I applicandovi lEliminazione di Gauss: 1 1 2 1 1 1 1 2 1 1 2 2 2 2 0 0 1 B2 2I = 2 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Da cui capiamo che il rango della matrice 2 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 1 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 1 e non essendo uguale a quella algebrica (che era 2), possiamo dire che per = 2 la matrice B non diagonalizzabile. 2

CASO = 1 Innanzitutto vediamo come diventa la matrice: 0 = 1 0 1 1 2 1 0 2

B1

In questo modo otteniamo (non serve rifare il polinomio caratteristico sulla nuova matrice, basta andare a sostituire il valore di nel risultato gi torvato allinizio) 1 = 2 2 = 1 m=1 m=2 d=1 d =?

Dunque la matrice diagonalizzabile se la molteplicit geometrica di 2 = 1 2. Calcoliamo allora lo spazio nullo di B1 1I applicandovi lEliminazione di Gauss: 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 B1 1I = 1 1 1 0 0 2 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 Da cui capiamo che il rango della matrice 2 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 1 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 1 e non essendo uguale a quella algebrica (che era 2), possiamo dire che per = 1 la matrice B non diagonalizzabile. Quindi la risposta denitiva : la matrice B diagonalizzabile per = 1 e = 2 Diamo un esempio di diagonalizzazione: poniamo = 0 e vediamo come escono S e D tali che B0 = SDS 1 . Innanzitutto vediamo come diventa la matrice: 0 1 1 B0 = 0 1 1 0 0 2 Da essa, per i calcoli fatti prima, troviamo: 1 = 2 2 = 1 3 = 0 m=1 m=1 m=1 d=1 d=1 d=1

Calcoliamo i vari autovettori. Per = 2 calcoliamo una base dello spazio nullo di B0 2I attraverso leliminazione di Gauss: 1 1 2 1 1 2 1 2 1 B0 2I = 0 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0

Da cui ricaviamo il vettore soluzione 0 0 = 1 1 1 Quindi lautovettore relativo a = 2 v1 = 0 1 1 . Per vericare che abbiamo fatto giusto, notare che B0 v1 = 1 v1 e che (B0 2I )v1 = 0 (queste equazioni derivano proprio dalla denizione di autovettore). Per = 1 calcoliamo una base dello spazio nullo di B0 1I attraverso leliminazione di Gauss: 1 1 1 1 1 1 1 B0 1I = 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 Da cui ricaviamo il vettore soluzione 1 = 1 1 0 0 Quindi lautovettore relativo a = 2 v2 = 1 1 0 Per vericare che abbiamo fatto giusto, notare che B0 v2 = 2 v2 e che (B0 1I )v2 = 0 (queste equazioni derivano proprio dalla denizione di autovettore). Per = 0 calcoliamo una base dello spazio nullo di B0 0I = B0 attraverso leliminazione di Gauss: 0 1 1 0 1 1 B0 = 0 1 1 0 0 1 0 0 2 0 0 0 Da cui ricaviamo il vettore soluzione 1 0 = 1 0 0 0 Quindi lautovettore relativo a = 0 v3 = 1 0 0 Per vericare che abbiamo fatto giusto, notare che B0 v2 = 2 v1 e che (B0 1I )v2 = 0 (queste equazioni derivano proprio dalla denizione di autovettore). A questo punto deniamo le matrici D e S e diamo anche S 1 : 0 0 0 1 0 1 1 1 1 1 D = 0 2 0 S = 0 1 1 S 1 = 0 0 0 0 1 0 1 0 0 1 1 Notare che nella i-esima colonna di S sta lautovettore relativo allautovalore di posto ii in D. facile vericare che B0 = SDS 1
T T T

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