Scienza e filosofia di Vittorio Lingiardi C oraggiosaedunque benvenuta, lidea di Francesca Borrelli di raccogliere il suo limpido pen- sareinpsicoanalisi attornoal te- ma freudiano del disagio nella civilt (nella, come traduceEinaudi, pifede- lealloriginale; della, secondolapino- taversione Boringhieri). Neesceunvolu- me che guardiamo con speranza, eppure inqualchemodorassegnati perchgico- nosciamo la pessimistica conclusione freudiana: il disagiointrinsecoallacivil- t. Scritto nel 1929 e pubblicato nel 1930, Das Unbehagen inder Kultur affronta, par- tendo da una prospettiva storico-sociale, la tensione tra individuo e civilt, libert istintuale e responsabilit sociale, appa- gamentoesublimazione, violazioneeleg- ge. Una tensione, dice Freud, necessaria alla civilt, ma inevitabilmente destinata a infliggerci frustrazioni e senso di colpa. La civilt vigila sullEros e sulle insidie di Thanatos, il Super-iosullEs, laconviven- zacivilesi fondasullinibizionedel princi- piodel piacere. Conclusioni cheverranno contestate da Marcuse (pi volte citato nel volume curato da Borrelli, anche in analogia alla critica di Foucault a Chomsky sul concetto di natura uma- na). E poi sfidate dalla mole di ricer- checheindicatralemotivazioni primarie che governano le relazioni infantili an- chelattaccamentoelaspintaallasocievo- lezza. A dire insomma che la convivenza umana non solofiglia del Super-io. Sullegrandi spalledellereditfreudia- na, Borrelli (esemplareil suosaggiointro- duttivo) guarda ai nostri giorni e riflette su mondo psichico e fenomeni sociali: quale e quanta mutazione antropologi- ca, riprendendolespressionepasolinia- na(gli italiani nonsonopiquelli, scri- veva il poeta) in atto? Egiustamente in- dica nella mediazione simbolica tra tec- nologia e psiche uno dei nodi cruciali di tale mutazione. Condomande magistrali Borrelli individua einterroga i disagi del- lanostraciviltdialogandoconunfiloso- fo(MassimoDe Carolis) e due psicoanali- sti (Francesco Napolitano e Massimo Re- calcati). Impossibile tentare di restituire in poche righe il respiro tematico di un volume che si propone di decifrare le (nuove) sofferenzementali apartiredagli intrecci trapolitica, societ, psicheecosti- tuzione biologica. Si tratta come avrete capitodi undialogoapivoci sullanatu- raumana: impresaprometeicache Bor- relli riesce a contenere entro i limiti di undibattito colto e inequilibrio tra teo- rie edesperienze. Ci si interroga sulluomo(e la donna) di oggi, che Recalcati preferisce definire ipermoderno, alludendo a unesaspe- razione interna della modernit, rispet- toa postmoderno, termineche accen- tua una differenza per discontinuit, un oltrepassamentodellorizzontedellamo- dernit. Utile il richiamo al protagonista di Shame, il filmdi Steve McQueen che ri- traeimpietosamenteil disagioipermoder- no, dove la vergogna prevale sulla colpa, caratteristica invece di quelluomo freu- diano sofferente di un conflitto tra istan- zeacui lopsicologoHeinzKohut soloqua- rantanni fa contrapponeva luomo tragi- coele sue strutture deficitarie. nellatti- tudinedissociativacheDeCarolisindicail tratto dominante delle psicopatologie contemporanee: in uno stesso soggetto convivono comportamenti, attitudini, segmenti di personalitdel tuttoincompa- tibili, che per si succedono e si affianca- nosenzaveroconflitto: ignorandosi, oscu- randosi a vicenda, bench nessun seg- mento venga davvero rimosso e confina- tonellinconscio. Mettendolaccentosul- le patologie da dipendenze (alcol, farma- ci, droghe e persone), Recalcati si soffer- masullalorofunzione di saturareil vuoto depressivo, di riempirelavoraginemelan- conicaconadditivi pseudo-terapeutici. Le riflessioni nei campi della "psicopa- tologia", della"diagnosi", della"farmaco- terapia", spingono gli autori a riconside- rare alcuni momenti cruciali della clinica contemporanea. Per esempio il destino della diagnosi di personalit borderli- ne, termine giustiziato da Borrelli per- ch di genericit al limite dellinsignifi- canza (una posizione a cui approdano, da ben altri percorsi, cio quelli della ri- cercaempirica, anchei sistemi diagnosti- ci piinteressanti degli ultimi anni, come il Manuale Diagnostico Psicodinamico - PDM). Napolitano ancora pi tranchant e si domanda se il nome borderline bat- tezza qualcosa o il nulla e si risponde il nulla. unagriffe cheviolatantolalogica quanto la teoria psicoanalitica. Trascu- rando per, nella disapprovazione, che lepidemiadiagnosticaborderline(ter- mine peraltro introdotto da uno psicoa- nalista, Adolf Stern, che, nel 1938, si inter- rogava clinicamente sul confine tra ne- vrosi epsicosi) haavutoil meritodi porta- re alla luce il mondo sommerso (anche dalla psicoanalisi) delle esperienze trau- maticheprecoci edegli abusi. Librodi stu- dioedi pensiero, giustamentepreoccupa- to e preoccupante, forse eccessivamente monofonico. Leggendolopucapitareil desideriodi unavoceoutsider: di neuro- scienze, per esempio, odi cognitivismo illuminato, di psicoanalisi relazionale odi queerness butleriana. Ma, inogni ca- so, librovivente. RIPRODUZIONERISERVATA Francesca Borrelli, Massimo De Carolis, Francesco Napolitano, MassimoRecalcati. Nuovi disagi della civilt, a cura di Francesca Borrelli, Einaudi, Torino, pagg. XLVI+202, 9,99 di Gilberto Corbellini L adisinvolturaconcui, dopoal- meno due decenni di giusti- zialismo esasperato, non po- chi giudici inItaliadannolas- salto allo Stato di diritto, si manifestainmodi particolar- menteinquietanti nel casoStamina. Lesen- tenzefavorevoli aVannoni &Conontutela- no, infatti, il diritto delle persone a essere informate correttamente, per decidere se farsi somministrare intrugli indefiniti, e vanno contro lobbligo dello Stato di non sprecare denaro pubblico per trattamenti inefficaci epericolosi. Inoltre, si trattadi de- cisioni che ledono la dignit delle persone, in quanto legittimano linganno e la frode praticati scientemente ai danni di malati e familiari sofferenti, da parte di personaggi chesembranodellecaricaturedi ciarlatani. Esplicitamenteoimplicitamentelemotiva- zioni concui i magistrati giustificanolesen- tenze pro Stamina chiamano in causa im- propriamente la compassione umana, fa- cendo anche appello alla coscienza, intesa comecapacitper cos direnaturaledi rico- noscere e seguire valori umanitari e buoni. In realt, si autorizzano danni a persone e al Paese. Aquesti giudici, maancheai politi- ci che si lascianoincantare dalle baggiana- te di chi difende Stamina (incluso lormai solo sedicente scienziato Camillo Ricordi), farebbe bene lultimo libro di Carlo Augu- stoViano: unviaggioilluminantenellasto- riadegli usi edi quelli cheoggi sonosoprat- tuttoabusi dellaparola"coscienza". Termi- ne che proprio nei blog e nei discorsi del professorVannoni edei suoi fiancheggiato- ri rimbalzaconunafrequenzatalmente al- ta (uno di questi siti si chiama La penna della coscienza), da essere prova in atto chei richiami allacoscienza, incontesti do- vei diritti sonogigarantiti dallalegge, pos- sonoessereunasadicamascherapergiusti- ficare azioni malevoli oilliberali. Oltreagli argomenti ealleproveillustra- te da Viano per provare che "coscienza" untermine tuttaltrochestabilmentedefi- nito nella storia della cultura occidentale, ovverochepuessere usatoper giustifica- re strumentali manipolazioni della verit e per limitare laccesso delle persone a di- ritti fondamentali, ci sono anche i risultati dellericerchepsicologicheeneuroscienti- fiche. Infatti, le contorsioni introspettive, manipolabili e manipolatorie, che chia- miamo "coscienza", probabilmente si so- noevoluteper potenziarelanostracapaci- t e necessit di auto-ingannarci allo sco- po di ingannare meglio gli altri. In prima istanza la coscienza non niente di esal- tante, e solo al prezzo di un serio lavoro educativoallusodellalogicaedel control- lo fattuale delle credenze questa funzione psicologica ha potuto e saputo davvero concorrere al miglioramento della condi- zione umana. Chi volesse approfondire pu leggere anche lultimo libro di Robert Trivers, ora tradotto initalianoper i tipi di Einaudi, purtroppo con un titolo ridicolo (La follia degli stolti. La logica dellinganno e dellautoinganno nella vita umana; delledi- zioneininglesesi parlatosuquestepagi- ne il 15 aprile 2012). Viano insuperabile nel rintracciare fin nei pi reconditi e imprevisti meandri del pensiero occidentale la tremolante luce dellarazionalit, accesadallaricercaempi- rica e dal dialogo, che portano a scoprire lautonomia e liberano dallignoranza e soggezione a cui i dogmatismi premoder- ni e i relativismi postmoderni ci vorrebbe- rorelegare. Il librosi snodalungoduediret- trici tematiche principali, che riguardano lobiezionedi coscienzarispettoallacoscri- zione militare e lappello alla coscienza da parte dei medici nellesercizio della loro professione. In poche righe non si pu dar contodallaricchezzaedellandamentoav- vincentedi untestochedocumentalemer- geredegli appelli allacoscienzaper rifiuta- re, con giustificazioni religiose per esem- pio da parte dei quaccheri nordamericani, il ricorso alla violenza e alle armi proprio mentresorgevanole modernesociet fon- date sul riconoscimento dei diritti fonda- mentali della persona. I pacifici cristiani, che rivendicavano tale diritto negativo, avevano coltivato per secoli unaccezione della coscienza come foro interiore dove lindividuo, soloconsestesso, potevaspon- taneamente scoprire cosa sono il bene e il male. Un crogiuolo, la coscienza, per sempre instabile e cangiante. E nellet moderna, mentre si pensa che anche le nazioni eleclassi sociali possanoodebba- no averne una collettivizzata, lamplia- mentodellasferadei diritti fas chei valo- ri del pacifismo assumono una valenza che va oltre i richiami religiosi, al punto darendere, anchegrazieallaprofessiona- lizzazionedegli eserciti, lobiezionedi co- scienza contro la guerra unistanza che puaddirittura scomparire. Oggi non pinecessarioappellarsi alla coscienza per non essere arruolato nellesercito, maunmedicopuappellarvi- si per negare a un donna il diritto sancito dalla legge di interrompere una gravidan- za indesiderata e dannosa (nessuno pu pensare che unmedicocredente debba es- ser costrettoa praticare unaborto, ma non raramenteantiabortisti sonostati scoperti a praticare aborti privatamente); ovvero per rifiutarsi di ammettere che una perso- na che soffre e desidera volontariamente mettere fine alla propria vita, lo possa fare chiedendogli di essere aiutata. Sulla Lettu- radel Corrieredi recenteil buonEmanuele Trevi faceva non stranamente appello ai politici belgi di votare secondo coscien- za in merito allestensione in quel Paese dellaccessoalleutanasiaper i minori. Lin- vito a votare secondo coscienza risuona sempreancheinItaliaquandosonoingio- coquestioni cosiddetteeticamentesensibi- li, ovveroper impedireleserciziodi cristal- line libert personali o per scopi omertosi (come quando i parlamentari votano se- condo coscienza per non autorizzare in- dagini sul propriooperato). Insieme alla scienza, la coscienza, nella formadi unaresponsabilitmoraleecivile del medico, ha protetto, soprattutto nellOttocento, i pazienti da abusi che, con lavanzaredel metodosperimentale, diven- tavanopraticabili epotenzialmenterisolu- tivi per stabilirecausedi malattieedeffica- ciadei trattamenti. Nonostanteci sianovo- lute le tragedie del nazismo e degli abusi medici incontesti bellici eilliberali per rico- noscere ai pazienti gli stessi diritti fonda- mentali di cui gode ogni cittadino, questa lezionesembradimenticata. AlmenoinIta- lia. Dove un Vannoni qualunque, solo na- scondendosi dietro la parola "coscienza", pucompiere misfatti. RIPRODUZIONERISERVATA Carlo Augusto Viano, La scintilla di Caino. Storia della coscienza e dei suoi usi, Bollati Boringhieri, Torino, pagg. 230, 30,00 di Arnaldo Benini S tanley Milgram, psicologo speri- mentale, alla voce "Obedience" dellOxford Companion to Mind, si chiede come una persona per be- nepossadiventare, inbrevetempo, omici- da su comando delle autorit. La doman- da, dice Milgram, non assurda. Societ, ancheevolute, hannoordinatoai lorogio- vani soldati di sterminare intere popola- zioni, e il comando sempre stato esegui- to. Obbedire alle leggi e alle istituzioni il fondamento della vita sociale. Leccesso dobbedienzapuportareaconflitti mora- li intensissimi. In un appunto custodito negli archivi dellUniversit di Yale a New Haven, Mil- gram scrisse che lessere ebreo (era nato nel Bronx, a New York, nel 1933, figlio di una rumena e di un ungherese, ebrei im- migrati anni prima) lorendevaparticolar- mente sensibile alla necessit di spiegare scientificamente la deriva psicologica di chi aveva eseguito lordine di sterminare gli ebrei durante il Nazismo. Lobbedien- zaper simili efferatezzestatasolodi quel tempoedi quel popolootendenzialmen- te presente in ciascuno di noi? Milgramsi propose di rispondere alla domanda circa ladisponibilitadeseguireordini immora- li conunesperimentodi psicologiasociale senza precedenti, dal quale ricavare dati matematici indiscutibili. Dopo il consen- so della National Science Foundation, lesperimento fu condotto con 780 perso- ne nel 1961 e 1962 nel laboratorio di psico- logia dellUniversit di Yale. Milgram lha descritto pi volte: un volontario preso dalla strada era istruito a somministrare scariche elettriche crescenti da 15 a 450 volt adunallievosenonrispondevacorret- tamente alle domande del direttore dellesperimento. Nel tasto di 15 volt cera scritto "leggera scarica", poi via via "scari- camoderata", "scaricaforte" finoal trente- simo tasto con "scarica severa e pericolo- sa", cheil volontariosapevachepotevaes- seremortale. Le domande eranosemplici: venivano lette coppie di parole, poi lallie- vodoveva ricordarequaledi loroeraasso- ciata alla prima. Ad esempio: ammaestra- re. Fra lupo, cane, gatto, orso, lultima era giusta. Se lallievo sbagliava, il volontario, al quale era garantita lirresponsabilit di quel chesarebbeaccaduto, ricevevadal di- rettore lordine di colpirlo con una scarica elettrica, pi forte al ripetersi degli errori. Il volontario, almeno teoricamente, igno- ravachelallievoeraunapersonaprepara- ta per quel ruolo e che le scariche erano finte. Scopo dellesperimento, secondo le inserzioni sui giornali per reclutare i vo- lontari, era di valutareleffettodi punizio- ni fisiche sullapprendimento. La collabo- razione di unora era onorata con quattro dollari e mezzo, a quel tempo, dice un vo- lontario, "a lot of money". I volontari furo- noingannati, perchnonsi trattavadi stu- diarelapprendimento, bens ladisponibi- litallobbedienza. Nel primo articolo, uscito nellottobre 1963 sul Journal of Abnormal and Social Psychology, Milgram riferisce i risultati con 40 volontari maschi, il 65% dei quali avevano somministrato voltaggi alti, e 26 il massimodi 450volt. Inunambientepre- stigiosocome luniversitdi Yale, loscopo di migliorarelapprendimentotoglievare- moreallatorturaeallomicidio, purchor- dinati da unautorit. Dopo pochi giorni il lavorofuripresodal NewYork Times eden- tro poche settimane dalla stampa di tutto il mondo. Era nato "leffetto Milgram", lesperimentopifamosodi psicologiaso- ciale, discussoancor oggi nellerivistespe- cializzate. Larticolodi Milgramusc quasi contemporaneamente alle corrisponden- ze da Gerusalemme per il New Yorker di Hannah Arendt sul processo Eichmann, raccoltenel libroLabanalit del male. Eich- mann a Gerusalemme. La disponibilit allubbidienza cieca rivelata da Milgram poteva essere la base psicologica delluni- versale banalit del male e la spiegazione storicaesocialedellOlocausto. Oltreasor- presa e consensi, il lavoro suscitreazioni incredule, critichee ostili. Fugiudicatain- sostenibilelatorturapsicologicainfertaai volontari, circa i quali non stato ancora oggi chiarito quanti di essi, alla fine della seduta, sianostati informati cheseratrat- tato di una tortura simulata. Una ricerca, di cui Milgram era informato, compiuta da un assistente di Yale durante lesperi- mento, rivelcheoltre il 40% dei volontari nonavevadubbiochesi trattavadi unafin- zione e che quasi solo loro erano arrivati allascaricamortale, senzascrupoli perch sicuri che si trattava di un gioco. 11 anni dopo Milgram, nel frattempo passato allUniversit di Harward, pubblic Obe- dience, libronel quale conferma che il 65% dei 780volontari, personedogni ceto, cul- tura, religione e convinzione etico-politi- ca, pur taloraprotestandoepregandodes- ser dispensate, serano piegate al coman- dodi usare scariche elettriche anche mor- tali. Con molto pathos egli sostiene che il suo studio era una battaglia etica contro i difetti morali e i disturbi psicologici delle persone ubbidienti ad ogni costo. Mil- gram paragona i suoi volontari ad Eich- manneagli scherani di Stalin. I dubbi sul- la seriet scientifica della ricerca non si chetarono. La psicologa australiana Gina Perry ha studiato per quattro anni il voluminoso fondoMilgramaYale, lepubblicazioni sue e dei suoi imitatori e critici, ed ha parlato con volontari che avevano preso parte allesperimento. Il risultato riassunto nel giudizio che Milgram (morto nel 1984 dinfarto cardiaco) non era uno scienzia- to, ma un"cowboy dellapsicologia". Il pi famoso esperimentodi psicologia sociale, non ebbe nulla di scientifico. Non si era trattatodi unesperimento, ma di 24 espe- rimenti con procedure diverse. I risultati differivanodallo0al 100 % se volontarioe allievoerano nella stessa stanza o instan- ze separate, ma di ci nella statistica non si tienconto. Unarticolodi pochesettima- ne fa rivela che intre sedute, quando il vo- lontario mostrava la volont di ritirarsi per le reazioni dellallievo alla tortura, il direttore dellesperimento andava nella stanza dellallievo e tornava assicurando che egli voleva continuare, circostanza chenonrisultanellepubblicazioni. Losco- podi Milgram, dicelaPerry, eradi legareil suo nome ad una ricerca che lavrebbe re- so famoso, come in realt avvenne. Per questo la percentuale degli ubbidienti a tutti i costi doveva essereelevata, anchese i dati eranofalsi. FrancoisRochat, psicolo- go dellUniversit di Fribourg, sostiene che, pur condifetti ederrori, l"effettoMil- gram" spiega quel che avvenne col Nazi- smo. Troppo semplice. Con dati falsi non si spiega nulla. Jean-Francois Lyotard ha scrittoche lOlocausto statounterremo- to che ha distrutto non solo il terreno, ma anche i sismografi, lasciandoci fra le rovi- ne senza spiegazioni. Claude Lanzmann, regista, nel 1985, del film-documentario Shoah, ritienechecapirelosterminiodegli ebrei impossibile. Una guardia avvert Primo Levi, appena arrivato ad Au- schwitz, che l non cerano perch. La ra- gione non in grado di spiegare tutti gli enigmi dellamente. ajb@bluewin.ch GinaPerry, Behind the ShockMachine The UntoldStory of the Notorious MilgramPsychology Experiments, The NewPress NewYorkLondon, pagg.340, 30,00 Illustrazione di Guido Scarabottolo psicologia Effetto Milgram: un falso? Uno studio mostra che il famoso esperimento, volto a misurare la propensione degli individui allobbedienza cieca, non fu svolto con il rigore necessario Il saluto di Romeo Bassoli. In alto i cuori! in suo ricordo Cari tutti, sono entrato in quello che certamente sar il finale di partita col mio tumore. Lento e indolente (e indolore) ma inarrestabile. Vi prego, niente proposte di medicine alternative. Astenersi santoni. Solidariet e soprattutto cinismo sono benvenuti. Sono le parole scritte dal giornalista scientifico Romeo Bassoli, dopo un decennio di cure, prima di morire, a 59 anni, lottobre scorso. Parole dure, ma necessarie e colme di saggezza. In alto i cuori!, amava dire eredit freudiane Nuovi disagi nella civilt Nel nome di questioni eticamente sensibili in Italia spesso giudici e politici autorizzano misfatti e azioni lesive della libert personale Lo pseudotrattamento Stamina si appella a valori umanitari. E gli obiettori antiabortisti negano in ospedali pubblici ci che talvolta praticano in privato inganni e autoinganni compassionevoli Usi e abusi di coscienza stanleymilgram(1933-1984) | Il famoso esperimento sullobbedianza, eseguito con questa macchina, del 1961 e fu pubblicato nel 1963, esattamente mezzo secolo fa