Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minima responsivit tra SUAP e domicilio. Aspetti sanitari, etico-giuridici, gestionali e sociali In collaborazione con Con ladesione di Con il patrocinio di Con il contributo di ore 9.00 - Saluti S. Em. Card. CARLO CAFFARRA - Arcivescovo della Diocesi di Bologna VIRGINIO MEROLA - Sindaco del Comune di Bologna SALVATORE FERRO - Dirigente medico, Assessorato Politiche per la Salute Regione Emilia-Romagna GIANCARLO PIZZA - Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bologna
ore 9.30 - Introduzione FIORENZO FACCHINI
ore 10.00 - Principi etico-giuridici e linee guida GIANLUIGI POGGI
ore 10.30 - L'offerta italiana sul "Dopo di noi": presentazione di alcuni casi Introduce e coordina: ROBERTO PIPERNO Istituto Privato Centro don Orione, Bergamo GIOVANNI BATTISTA GUIZZETTI Casa "Fr. Pietro Nogar", Negrar (VR) RENATO AVESANI Casa Iride, Roma FRANCESCO NAPOLITANO Casa di cura privata "Istituto S. Anna" Crotone LUCIA LUCCA Residenza Sanitaria Sole, Misano Adriatico (RN) FRANCESCA BALESTRI ALFREDO POTENA Casa di cura privata "Istituto S. Anna" Crotone LUCIA LUCCA Residenza Sanitaria Sole, Misano Adriatico (RN) FRANCESCA BALESTRI ALFREDO POTENA
Intervallo - Buffet
ore 14.30 - Come costruire reti di solidariet per persone in stato di minore responsivit: presentazione di alcuni casi Introduce e coordina: NUNZIO MATERA Centro Polifunzionale per anziani Cardinale G. Lercaro, Bologna RAFFAELLA ANSALONI Samuel: un attimo che vale una vita, Associazione "Amici di Samuel" Onlus, Pedrengo (BG) STEFANO PELLICCIOLI Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico, Carnago (VA) IVANA CANNONI L'esperienza residenziale di Villa Pallavicini ANTONIO ALLORI Il ruolo delle reti associative e i bisogni delle famiglie: azioni, programmi e prospettive FULVIO DE NIGRIS
ore 16.30 - Conclusione dei lavori CARLA LANDUZZI FIORENZO FACCHINI GIOVANNI BATTISTA GUIZZETTI PROGRAMMA Introduzione "Coscienza e livelli di responsivit" Fiorenzo Facchini, Presidente della Fondazione I.P.S.S.E.R.
Un convegno di studio come quello organizzato dalla Fondazione IPSSER e dall'associazione Insieme per Cristina, in collaborazione con l'Istituto Veritatis Splendor, rappresenta una sfida alla societ e anche alla comunit cristiana. Esso rivolto particolarmente a studiosi e operatori impegnati per le persone in stato vegetativo e di minima responsivit, ma vuole richiamare l'attenzione della comunit su una realt umana che non fa rumore, non attira, e spesso si tende a ignorare, forse perch ci si sente disarmati di fronte alla sua drammaticit. La situazione e i problemi di queste persone, che si trovano tagliate fuori dal circuito sociale, sembrano riservate agli addetti ai lavori,. Esse sono un retaggio per i familiari e spesso vengono considerate un peso per la societ. Ma se ci troviamo qui perch vogliamo raccogliere la sfida che questa realt umana lancia alla scienza e alla coscienza civile. Questo workshop vuole favorire uno scambio di conoscenze ed esperienze fra diverse realt che operano a favore delle persone in stato vegetativo o di minima coscienza, come pure intende richiamare l'attenzione sulle modalit di attuazione dell'accordo stato regioni del maggio 2011 circa l'assistenza alle persone in stato vegetativo, su ci che viene fatto nelle diverse regioni. Attendiamo con grande interesse i risultati del progetto Vesta, promosso da 24 Ordini dei Medici, fra cui quello di Bologna, sulle persone in stato vegetativo. Sar anche l'occasione per un aggiornamento sugli sviluppi delle conoscenze scientifiche, su ci che le moderne tecniche di studio mettono in evidenza a livello neurologico circa il grado di coscienza delle persone che abbiano subito lesioni molto gravi a livello cerebrale. per qualunque causa, o vengano a trovarsi anche con il processo della senescenza in simili condizioni.
La coscienza Ovviamente non in gioco, almeno direttamente, il concetto di coscienza dal punto di vista morale, anche se i livelli di consapevolezza accertabili nel caso di lesioni cerebrali, sono da tenersi in considerazione per una valutazione etica del comportamento della persona. Nel contesto a cui ci riferiamo per coscienza possiamo intendere la sfera di conoscenze, emozioni, percezioni e risposte a stimoli o domande che vengono dal mondo esterno, risposte che sono regolate dall'attivit cerebrale, non sono di ordine meramente fisico o automatico (come nei tropismi) ma implicano in qualche misura una elaborazione cognitiva. Le relazioni tra funzioni cerebrali e stimoli esterni sono oggi esplorate attraverso le tecniche delle neuroimmagini funzionali (i correlati neuronali della coscienza) che rivelano livelli diversi di coscienza in relazione alla funzionalit del cervello. Eventuali alterazioni di questa funzionalit si riflettono nelle risposte che l'organismo riesce a dare anche solo a livello di aree cerebrali attivate, e non sul piano motorio periferico, a domande che implicano qualche attivit di tipo cognitivo. Le ricerche in corso inducono a ritenere che le risposte possono essere molto diverse. Vengono cos accertati livelli diversi di coscienza, intesa come responsivit diversa agli stimoli ricevuti. Fino ad oggi notano alcuni studiosi di neuroscienze (Stanziano, Papa, Laureys, Soddu (2013)- prevalsa una concezione tutto-nulla, coscienza oppure incoscienza,ma sta maturando il tempo per una concezione continua, modulare della coscienza, non troppo dissimile da come oggi si guarda ai valori di glicemia o di pressione arteriosa. Questa parcellizzazione diagnostica porter a classificare diversi tipi e gradi di coscienza, ciascuno caratterizzato da una propria connettivit funzionale a riposo, da diverse reattivit a specifiche stimolazioni, dal prevalere di un'attivit cognitiva piuttosto che di un'altra. Occorre ricordare, come osservato da Raichle, che il cervello non come un altro organo che ha una funzione. Esso un sistema modulare di immensa complessit che deve funzionare come un insieme integrato. Alterazioni della sua funzionalit si riflettono diversamente nella sfera cognitiva per quanto riguarda la qualit e l'intensit della risposta. Ci ha portato, come ci ha ricordato in diverse occasioni il dottor Piperno, a rivedere le diagnosi di stato vegetativo ritenute di cronicit irreversibile. Si preferisce parlare di stati di minima coscienza o di diversa responsivit per quanto piccole possano essere le modificazioni del comportamento e della coscienza.. Tutto ci pu avere delle implicazioni in diversi ambiti: nel rapporto dei familiari e di quanti avvicinano le persone che vivono queste situazioni, come pure nella ricerca di stimoli adeguati che possano risvegliare funzionalit sopite o favorire nuove reti funzionali a livello cerebrale. In queste situazioni il rispetto della vita e della persona richiedono di superare la tentazione dell'abbandono e di non limitarsi a garantire la sopravvivenza. I casi di risveglio, per quanto rari, dipendono da tanti fattori e comunque sono indicativi di possibilit che potrebbero essere pi frequenti se l'attenzione, la vicinanza attiva alle persone in simili condizioni fossero sempre assicurate.
La relazione con la persona Una preoccupazione comune nei familiari il DOPO DI NOI. Ma vogliamo fermare l'attenzione sull'oggi, sul CON NOI, su quello che si pu fare oggi con l'applicazione delle direttive dello Stato in materia e che rappresenta un aiuto per affrontare il futuro. Il dramma di queste persone e dei loro familiari resta la solitudine ed il superamento di questa solitudine, insieme con il miglioramento delle tecniche di stimolazione sul piano neurologico, la sfida che viene lanciata congiuntamente ai medici, agli operatori sanitari della riabilitazione, ai familiari e alla rete di volontariato. Occorre un arricchimento delle relazioni con le persone che presentano gradi diversi di responsivit. La relazione che pu stabilirsi anche attraverso l'amicizia con le persone gravemente disabili e con la loro famiglia, va ritenuta parte integrante della terapia che pu essere praticata in queste situazioni, anche se il rapporto pu essere meno gratificante rispetto ad altre situazioni di disabilit. E' un campo aperto al volontariato sul quale sarebbe interessante conoscere esperienze significative La relazione resta la modalit di assistenza pi stimolante verso le persone in condizioni di coscienza minima o parziale.
Fondazione I.P.S.S.E.R
Associazione INSIEME PER CRISTINA ONLUS
1 WORKSHOP NAZIONALE
CON NOI E DOPO DI NOI
11 ottobre 2013 Villa Pallavicini Villaggio della Speranza
Gianluigi Poggi PRINCIPI ETICO-GIURIDICI E LINEE GUIDA
www.insiemepercristina facebook: insiemepercristina Prima di addentrarmi negli argomenti indicati dal programma doveroso da parte mia dare un breve ritratto dellAssociazione Insieme per Cristina
- LAssociazione molto giovane e nasce ufficialmente il 31 maggio 2012, ma ha iniziato a operare sul territorio come gruppo di lavoro nel 2010 in occasione della pubblicazione del libro Se mi risvegliassi domani?- Cristina Magrini 30 anni di vita in coma - Alcuni eventi importanti dellAssociazione
Pubblicazione di 3 libri, su Cristina Magrini, Moira Quaresmini e Barbara Ferrari, tutte e tre in SV. Il ricavato stato devoluto alle famiglie. E in preparazione il 4 libro che racconter la storia di 3 mogli che assistono il marito in SV e della loro grande difficolt nellaffrontare la vita lavorativa professionale quotidiana. Lassociazione si battuta per la Cittadinanza Onoraria a favore di Cristina Magrini, ottenuta il 5 dicembre 2011, grazie al grande sostegno del Resto del Carlino, presupposto per il rientro a Bologna di Cristina. Con laiuto della Chiesa stata inaugurata a Villa Pallavicini il 4 ottobre dello scorso anno una casa accoglienza per Cristina, alla presenza del sindaco Merola e del presidente della Provincia Draghetti. E stato risolto il problema del dopo di noi che angosciava pap Romano. a Lassociazione segue e tutela i diritti di altre persone in SV o MC e delle loro famiglie.
Organizza corsi per assistenza alle persone in SV o MC.
E in fase avanzata il progetto di un centro di case accoglienza o case protette per SV a Villa Pallavicini grazie alla comprensione della Chiesa, nella persona di Mons. Allori Presidente della fondazione Ges Divino Operaio e vicario della Caritas. Tale centro corrisponde a quanto previsto nellaccordo stato- regioni del 5 maggio 2011 e sar trattato in termini pi approfonditi nella 2 parte della mia esposizione.
Premio Marco Biagi 2013 Fatta questa premessa che mi sembrava doverosa, vado ad esporre il mio pensiero sui due argomenti previsti nel programma.
Principi etici-giuridici Linee guida, ovviamente riferiti allaccordo stato- regioni in merito allassistenza agli SV e SMC
Per il 1 punto sufficiente soffermarci sui principi etici, tralasciando quelli giuridici che comporterebbero un tempo a mia disposizione molto maggiore.
ETICA, indirizziamoci sul dizionario Zingarelli e ricaviamo cos una definizione precisa che viene cos esposta:
Filosofia morale..dottrina filosofica intorno al problema del comportamento pratico delluomo di fronte alle cose e ai suoi simili
Questa definizione si inserisce correttamente nel contesto dei rapporti personali-professionali che viviamo quotidianamente confrontandoci con il prossimo.
Durante questo tragitto si verifica e si consolida il termine comportamento etico. Partendo da questo presupposto indirizziamo largomento che stiamo trattando sui casi che ci interessano e che coinvolgono le famiglie e di conseguenza i loro cari in SV o MC. La letteratura che prende in esame e determina le procedure e i diritti-doveri nei confronti delle famiglie colpite da questo evento ampia ed arricchita di anno in anno, attraverso documenti provenienti da convegni, da leggi e DGR che ne regolamentano lapplicazione. Per maggiore chiarezza prendiamo in esame alcuni stralci di 3 documenti e gli stessi ci aiuteranno a comprendere nel modo pi corretto, il contributo importante, sulla carta, da parte della collettivit e delle Istituzioni nei confronti delle famiglie e dei loro cari in SV o MC. 1. Il libro bianco sugli SV, pag. 39 e 44
3. DGR Lombardia IX/4222 - Paragrafo aiuto alle famiglie - 1. Libro bianco (Settembre 2010) I primi mesi dopo levento scavano nel profondo di ogni familiare che accanto al suo congiunto affronta il percorso ospedaliero e riabilitativo. Frastornati da richieste e moduli burocratici da compilare che diventano una ulteriore fonte di tensione..contribuendo a determinare nel familiare una reazione di sovraccarico emotivo con gravissime ricadute e reazioni ansiose-depressive.. Quando la malattia, la sofferenza, la disabilit entrano in famiglia la cambiano profondamente, sempre .Le Istituzioni debbono dare a tutti, gli aiuti pi tangibili: ausili, sostegno economico, facilitazioni, leggi..non possono venire meno il supporto psicologico e sociale
2. DGR E-R 2068 pag. 9
..Il ruolo della famiglia fondamentale per garantire unadeguata assistenza e un idoneo reinserimento alla vita sociale. .In questo quadro necessario diffondere tra gli operatori la coscienza di un profondo mutamento nelle modalit di gestione delle relazioni con i familiari. ..In tale situazione non va dimenticato che ai familiari viene richiesto un impegno assistenziale particolarmente elevato e carico di tensioni emotive ed quindi necessario sostenere questo impegno da parte dellequipe assistenziale .Il supporto dato alla famiglia deve essere costante nel tempo..
3. DGR Lombardia IX/4222 del 25/10/2012
Pag. 6 dellallegato 1 ripete pressoch le stesse cose della 2068 E-R, con maggiori dettagli e chiarezza., soprattutto nella tutela e assistenza alle famiglie
Ognun vede che i termini e le procedure indicate nei vari documenti sono molto chiare e non tralasciano nulla, possiamo anche considerarli una forma di letteratura quasi perfetta. Se poi ci vogliamo sbizzarrire possiamo utilizzare la ricerca di Google e troveremo decine e decine di documenti, altrettanto di leggi e DGR che trattano tale argomento.
Tutto il preambolo che ho fatto mi porta obbligatoriamente ad una considerazione: tutte queste norme, principi e obbligazioni vengono sempre ottemperate nel rispetto delletica professionale?
La nostra giovane associazione, nel suo peregrinare e nellesaminare le recenti esperienze acquisite sul territorio, ha dovuto prendere atto di incomprensioni e smagliature nelle fasi organizzative indirizzate alle famiglie, che le penalizzano in quanto ch non vengono ottemperate le procedure che abbiamo visto nello stralcio dei documenti appena presentati.
Ecco alcuni esempi raccolti sul campo:
- Durante la fase di dismissione dallospedale, le famiglie non si sentono protette o accompagnate sia psicologicamente che in termini pratici e le testimonianze unanimi e categoriche dicono: ci sentiamo abbandonati.
- I familiari non conoscono le direttive delle DGR e non conoscono i loro diritti perch impegnati 24 ore su 24 ad assistere il loro congiunto. Ma ci chiediamo, nei punti che abbiamo esposto sopra (DGR) non si prevedeva laccompagnamento e lassistenza anche nel tempo ai familiari?
- Famiglia che vive nei dintorni di Imola con figlia in stato vegetativo da 20 anni, priva di ausili. Siamo intervenuti e abbiamo risolto il problema, - Un comune nei dintorni di Bologna da anni che fa pagare il 50% alla famiglia con figlia in SV da 14 anni, per lalzata e messa a letto. Abbiamo richiesto ufficialmente che tale costo non sia pi addebitato alla famiglia. - Durante il terremoto una persona in SV ha dovuto dormire per 2 notti nella vettura perch le Istituzioni non avevano trovato una sistemazione consona. Orbene tramite un articolo da noi redatto e pubblicato dal Resto del Carlino, la collocazione stata subito trovata. Non voglio dilungarmi oltre con altri episodi, ritengo che i casi esposti siano sufficienti per indirizzarci allargomento principale della relazione e cio alletica e quindi al comportamento pratico delluomo di fronte alle cose e ai suoi simili. Noi possiamo scrivere milioni di parole, mettere in atto tutte le DGR del mondo, ma luomo che deve fare appello alla propria coscienza e il rispetto nei confronti delle persone che si trovano in condizione di estrema difficolt con un impegno fisico e psicologico di 24 ore su 24. Limpegno degli addetti deve essere una regola fondamentale che va oltre la professionalit e abbraccia e collima con i principi cristiani.
Prendere per mano queste famiglie, accompagnarle non solo nel proprio dolore, ma supportarle con lapplicazione dei loro diritti senza abbandonarle nel tempo e rendersi disponibili ai loro sacrosanti diritti.
Queste semplici regole ottemperano ai principi delletica, ma soprattutto quando alla sera si va a riposare il sonno sar pi sereno e ci sveglieremo felici dentro.
Accordo tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e di Bolzano e gli Enti locali sul documento
LINEE DI INDIRIZZO PER LASSISTENZA ALLE PERSONE IN STATO VEGETATIVO E STATO DI MINIMA COSCIENZA Roma, 5 maggio 2011
Commento di sintesi per il Workshop CON NOI E DOPO DI NOI
Villa Pallavicini Villaggio della Speranza - 11 ottobre 2013
Gianluigi Poggi Presidente dellAssociazione Insieme per Cristina Onlus Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
Il documento parte dal libro bianco (settembre 2010) sugli SV e SMC voluto dallon. Roccella e coordinato da Fulvio De Nigris, fondatore della Casa dei Risvegli. Potete scaricare sia il libro bianco che laccordo Stato Regioni andando sul nostro sito www.insiemepercristina.it e cliccare sul link Norme e opinioni. Questo libro ha generato laccordo Stato-Regioni oggetto della nostra sintesi. Il documento composto da poche pagine, 29 per lesattezza, comprese 5 pagine introduttive, oltre alla bibliografia. Laspetto innovativo quello di indicare con chiarezza le forme organizzative e i percorsi per lassistenza agli SV e SMC e renderle omogenee in tutte le regioni dItalia. La nostra Associazione si augura che tutte le Regioni, compresa la nostra, che con la DGR del 15 ottobre 2012 ha recepito il documento senza apportare alcuna variazione, definisca assieme alle Associazioni la messa in atto delle linee di indirizzo. Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
Andiamo a pag. 5, al capitolo
Linee di indirizzo per lassistenza alle persone in SV e SMC La sintesi di questo paragrafo molto semplice: mancano provvedimenti e normative per la lungodegenza anche nelle Regioni pi virtuose, affermazione che la nostra Associazione condivide
Un aspetto preminente della eterogeneit dell'assistenza ai pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite riguarda l'attenzione dedicata dalle regioni alle diverse fasi assistenziali del percorso integrato, che si concentra soprattutto nelle fasi precoci dell' assistenza mentre le fasi in cui si dovrebbe realizzare un'efficiente integrazione ospedale-territorio (cio la fase di dimissione e postdimissione) appaiono proporzionalmente meno ricche di provvedimenti normativi, anche nelle regioni che dedicano maggiore attenzione all'organizzazione dellassistenza ai pazienti con gravi Cerebrolesioni acquisite.
Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
Pagina 7, al capitolo Criticit e danni evitabili Gi da tempo le linee-guida per il trattamento delle GCA, delineate nelle linee Guida sulla Riabilitazione 1998 e tratte da trial internazionali randomizzati nonch da modelli operativi esteri (7)(8)(9), hanno dimostrato che i pazienti trattati in reparti dedicati hanno una minor incidenza di mortalit e una miglior prognosi rispetto a quelli trattati in reparti non dedicati. Il paragrafo che abbiamo letto dice chiaramente che i pazienti trattati in reparti dedicati hanno minor incidenza di mortalit. Tutto ci dovrebbe fare riflettere alcune persone che hanno potere decisionale e organizzativo, affinch tengano in considerazione questa realt.
Pagina 9 Promuovere la vera alleanza terapeutica con la famiglia, che spesso rappresenta il feedback pi affidabile della qualit assistenziale dell'equipe riabilitativa e un monitoraggio attento dei cambiamenti significativi del quadro clinico; riduce l'ansia, il senso di impotenza e di frustrazione dei familiari ed evita iniziative personali non utili e talvolta dannose per il paziente (di alimentazione per bocca o mobilizzazioni non autorizzate) Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
La famiglia: promuovere una concreta alleanza terapeutica che rappresenta la vera e affidabile qualit assistenziale. Esprimo invece alcuni dubbi sullaffermazione, evitare tentativi non utili, come alimentazione per bocca e vi esprimo una mia opinione.
Pagina 10, alla fine del capitolo Criticit e danni evitabili
Da un'analisi fisiologicamente connessa alla attuale realt, dunque emersa, ormai da tempo, la necessit di direttive nazionali per definire i percorsi di cura e incentivare lo sviluppo di reti regionali assistenziali dei pazienti in SV e SMC nell'ambito di una pi complessiva riqualificazione dei percorsi assistenziali per pazienti con GCA.
Il paragrafo sottolinea nuovamente la necessit di direttive Nazionali per una riqualificazione dei percorsi assistenziali per pazienti con GCA.
Associazione Insieme per Cristina Onlus - IPSSER - 2013
Pagina 13, nel capitolo Sistema a rete integrata coma to community - Il paragrafo indirizzato alla lungodegenza che io condivido, SUAP DEDICATE non in ricovero per anziani, in quantoch Le SUAP devono essere caratterizzate da una peculiare organizzazione degli spazi, delle risorse umane con apertura continua ai familiari e possibilit di convivenza e da progetti espliciti di presa in carico dei familiari.
Nella fase degli esiti, i pazienti provenienti dall'area di lungodenza piuttosto che dall'area di riabilitazione a lungo temine, qualora non fosse possibile il rientro al domicilio, potranno accedere ad un livello assistenziale all'interno di un nucleo dedicato all'accoglienza alla persona (SUAP - Speciali Unit di Accoglienza Permanente), che pu essere mono o polivalente, ma, comunque, dedicato alle disabilit gravi e gravissime da patologia neurologica. Le strutture che realizzano fasi protratte di degenza (lundodegenza dedicate, riabilitazione intensiva a lungo termine ed unit d'accoglienza alla Persona) devono essere caratterizzate da una peculiare organizzazione degli spazi, delle risorse umane, con apertura continua ai familiari e possibilit di convivenza e da progetti espliciti di presa in carico dei familiari. Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
Pagina 16 nel paragrafo Strutture territoriali Particolare attenzione va posta nell'organizzare adeguate soluzioni per quei pazienti che permangono in Stato Vegetativo prolungato o cronico, per i quali va agevolata la possibilit del rientro al proprio domicilio o incentivata nelle varie regioni l'attivazione di SUAP o di domicili protetti di nuova concezione. Il paragrafo cita alcune volte domicili protetti, definizione importante e innovativa che andremo a chiarire successivamente. Pagina 19 nel capitolo Fase post-acuta.estensiva All'uscita dal percorso riabilitativo ospedaliero, i pazienti che permangono in stato di grave alterazione della coscienza, dopo aver effettuato congrui periodi di cura e riabilitazione, quando l'inquadramento diagnostico sia esaurito, il programma terapeutico sia stato definito, il quadro clinico sia stabilizzato, si strutturano pi percorsi verso il domicilio, dove possibile, ma possono essere avviati, a seconda delle condizioni cliniche e della capacit di supporto della famiglia o alle SUAP o a domicili protetti di nuova concezione. Il paragrafo significativo e importante a pagina a pag. 20 e indica i percorsi citando nuovamente Domicili protetti di nuova concezione Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013 Pag. 21, nel capitolo Fase degli esiti ci sono 3 punti molto importanti a cui va la nostra attenzione: 1. Chiarisce che la definizione dello SV permanente, non una definizione corretta. Da molti anni stato convenzionalmente stabilito che l'aggettivo "permanente" non pu e non deve essere usato dal momento che, anche se in forma sporadica, si assistito ad evoluzioni cliniche, invece il termine permanente implica una certezza di immodificabilit della non responsivit che non pu essere data per scontata e che rischia solo di affievolire ogni interesse per il paziente.
2. Fa riferimento al doc. Consensus Conference di Verona del 2005 e indica lanello debole della catena di assistenza organizzativa degli SV o MC: carenza di strutture e percorsi ospedalieri che consentono la gestione della cronicit. E' opinione condivisa che la mancanza di un percorso di rete efficiente e di un progetto che si delinei all'interno del percorso precedentemente descritto crea enormi difficolt' ai reparti di riabilitazione, specialmente di alta specialit (Cod. 75) nella dimissione di pazienti "cronici". Come sottolineato dalla Consensus Conference di Verona del 2005, uno degli anelli fragili della catena per queste condizioni la carenza di strutture e percorsi non ospedalieri che consentano appunto la gestione della cronicit. Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
3. Nuova concezione dei pazienti in SV o SMC, che non debbono essere considerati malati o pazienti ma persone con gravissima disabilit e non debbono essere collocati in strutture sanitarie. Questa fase molto delicata e necessita di strumenti sanitari, supporto indispensabile per le famiglie.
Sembra a questo punto non solo opportuno, ma fondamentale e significativo, introdurre una nuova concezione dei pazienti in SV o SMC, sostenuta anche dalle Associazioni delle famiglie. Secondo queste, infatti, "importante e innovativo iniziare a sviluppare il concetto. per cui una persona in SV, in particolare quella che raggiunge la stabilit clinica, non debba essere pi considerata "malato o paziente ". bens persona con "gravissima '.' disabilit che, al pari di altre con gravissime patologie croniche, pu seguire terapie di prevenzione, mantenimento e cura presso strutture non sanitarie. Tale considerazione da ritenersi importante sia per legittimare la richiesta di passaggio di una persona in SV o SMC a strutture di carattere "non prettamente sanitario". Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
INFINE Il gruppo di lavoro che ha redatto il documento, individua in termini chiari, precisi e apprezzabili il percorso per gli SV o SMC in 3 soluzione, ed qui che si riscontra il cuore del documento stesso 1. DOMICILIO 2. SUAP (SPECIALI UNITA DI ACCOGLIENZA PERMANENTE) 3. RESIDENZE DOMICILIARI PROTETTE
1. DOMICILIO (Reinserimento domiciliare) Introduzione e raccomandazioni . Al paziente in assistenza domiciliare deve essere garantito: (evidenzio solo un punto molto importante)
- la promozione di forme avanzate di integrazione sociosanitaria anche supportate con forme di attribuzione mensile alle famiglie di risorse finanziarie eventualmente rese disponibili dal sistema regionale dei servizi sociali. Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
Servizi forniti alla famiglia (2 punti importanti)
-i Servizi territoriali dell'ASL e del Comune di residenza forniscono assistenza domiciliare integrata, sanitaria e sociale, nell'ambito di uno specifico progetto individuale concordato con la famiglia, elaborato sulla base dei bisogni del paziente, delle esigenze della famiglie e delle risorse attivabili nel territorio di riferimento;
-laddove possibile, la persona con SV e SMC deve poter essere accolta per 1-2 volte a settimana presso un centro diurno territoriale, sia con finalit socializzante che per consentire al care-giver di potersi assentare da casa.
Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
E inoltre opportuno (cito solo 1 punto) Lo snellimento delle pratiche burocratiche viene ritenuto anche dagli estensori del documento un onere troppo gravoso per i familiari.
I Servizi Territoriali delle ASL snelliscano l'attuale iter burocratico previsto per la categoria delle persone in SV e SMC; ci potrebbe consentire una riduzione della pressione e degli oneri gravanti sulle famiglie (esempio: evitare di sottoporre a verifica trimestrale lo stato di una persona in SV o in SMC per confermare prescrizioni di fornitura di ossigeno, pannoloni e traverse, presidi di consumo etc.). Tale compito potrebbe o dovrebbe essere delegato al Medico di medicina generale, a cui compete, tra l'altro, la prescrizione delle forniture dei materiali di consumo.
Leggete con attenzione il documento perch suggerisce soluzioni molto interessanti nel paragrafo Domicilio, soprattutto nelle forme organizzative e assistenziali.
Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
2. SUAP (Speciali Unit di Accoglienza Permanente
La RACCOMANDAZIONE degli estensori del documento: le strutture debbono essere separate e distinte da aree di degenza ordinaria (Ricoveri per anziani)
Il Gruppo di lavoro ha ritenuto necessario attribuire il concetto di cronicit alle strutture e non alla persona suggerendo di correggere il termine di Stato Vegetativo Permanente che in alcune regioni contraddistingue tali unit. Le SUAP, strutture intermedie che seguono i soggetti in Stato vegetativo e SMC prolungati devono essere separate e distinte da aree di degenza ordinaria e dai reparti di riabilitazione intensiva o estensiva o di riabilitazione per Gravi Cerebrolesioni Acquisite. Esse debbono essere aree/nuclei con spazi specifici, anche in caso di coesistenza in uno stesso contenitore, in grado di favorire una risposta adeguata e personalizzata ai bisogni di questi pazienti, Si stima che vi debba essere una necessit di almeno 30/40 letti per milione di abitanti in tali unit.
Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
3. DOMICILI PROTETTI Su questo paragrafo mi soffermerei perch corrisponde al 90% quanto messo in atto dalla nostra Associazione per Cristina nel Villaggio della Speranza qui a Villa Pallavicini.
Ecco la definizione degli estensori del documento
S tratta di strutture prettamente sociali, case di accoglienza dove coabitano in un domicilio comune pi persone in SV o SMC, che recentemente stanno nascendo come modello teorico grazie alle iniziative di singoli professionisti del settore in collaborazione con associazioni di volontariato e con gli enti locali (comune, regione, ASL). Si tratta di modelli di assistenza integrata dove la ASL territoriale garantisce le competenze sanitarie di assistenza domiciliare e il supporto gestionale viene fornito dal comparto sociale, da associazioni di volontariato, dalle famiglie stesse, tutti sottoposti preventivamente ad adeguato training formativo. Associazione Insieme per Cristina Onlus IPSSER 11 ottobre 2013
Linserimento di Cristina Magrini nel contesto del Villaggio della speranza definisce un nuovo percorso: comunit di persone anziane e coppie di giovani che socializzano con la famiglia Magrini sconfiggendo cos la solitudine. Il volontariato attraverso lAssociazione Insieme per Cristina definisce il supporto organizzativo e assistenziale, oltre allassistenza integrata della AUSL, mentre la Chiesa che ci ha accolto nel villaggio, ha garantito il dopo di noi. Con laccordo della Chiesa ci saranno altri inserimenti di persone in SV allinizio del prossimo anno. Non mi risulta che in campo Nazionale siano funzionanti tali strutture, mentre chi ha redatto le linee guida le ritiene giustamente innovative e di grande importanza sociale.
Associazione Insieme per Cristina Onlus - IPSSER 11 ottobre 2013 CONCLUSIONE 1. Solo negli ultimi anni si iniziato a prendere in considerazione i bisogni degli SV o SMC e il via lha dato il libro bianco di cui vi ho parlato allinizio. 2. Abbiamo ascoltato molte parole, molte promesse. E giunto il tempo di passare ai fatti, soprattutto per le famiglie che sono coinvolte in modo drammatico: - Un sacrificio di 24 ore al giorno - Gli amici scompaiono - Vivere una vita di solitudine con il proprio dolore e sacrifici.
LASSISTENZA diventa pertanto fondamentale, sia come aiuto concreto quotidiano, sia come aiuto fraterno che si traduce in un abbraccio di solidariet. La messa in atto di questo documento da parte delle Regioni, ovviamente anche dalla nostra Regione, per la nostra Associazione un atto dovuto e che stiamo attendendo ormai da pi di due anni. Offerte del dopo di noi nel territorio di Verona Dr. R. Avesani Dir. Dipartimento Ospedale di Negrar Verona 12/10/2013 2 4 NEGRAR NEGLI ANNI 2000 Casa Nogar Casa Perez H. Sacro Cuore H. don Calabria 12/10/2013 3
12/10/2013 4 Personale Medico
Medico di Medicina Generale (tutti i giorni)
Fisiatra
12/10/2013 5 Personale di Assistenza
Capo Sala
Infermieri
Fiosioterapisti
O.S.S.
12/10/2013 6
Personale di Sostegno
Psicologo Resp. Dipartim.
Arteterapeuta
Ass. FASE 3
12/10/2013 7
S.U.A.P.
Si rivolge a paersone in stato vegetativo permanente, provenienti dalle U.L.S.S. di Verona
Disponibilit 12 posti letto di cui 8 accreditati Accoglie attualmente 12 ospiti, di cui 8 secondo norme regionali) provenienti: dall U.L.S.S. 20 dall U.L.S.S. 21 dall U.L.S.S. 22
Et media attuale 54 anni
Il Movimento degli ospiti dallOttobre 2001 al Novembre 2008 il seguente: 46 ingressi 12 attualmente presenti 28 decessi 1 dimesso ( domicilio) 5 trasferiti ospedale poi deceduti
Il periodo di permanenza media 497,37 giorni minimo 2 giorni massimo 6 anni 83 giorni
E poi due storie di questo mondo fatto di luci ed ombre Ospedale Fase acuta (59 gg) Fase riabilitativa (159 gg)
220 gg media
190.000 euro .. ( per difetto)
Fase post ospedaliera 135 euro die.= 4 anni circa I modelli dei servizi di riabilitazione hanno bisogno di essere modificati per consentire un supporto per il resto della vita,riducendo i costi delle cure in acuto,riducendo i tempi spesi in ospedale e sviluppando opzioni maggiormente accessibili, meno dispendiose a livello di comunit. .. A significant,unresolved issue within the existing framework of services is that of how services shoud be co-ordinated over the longer term. It is not desiderable to mantain the dependency of traumatically brain injured individuals and their families on hospitals or rehabilitation centres. This is an area which policy-makers need to address. Jennie Ponsford Traumatic Brain Injury Rehabilitation for everyday adaptive living 1995
e questo valeva nel 1996 per i TCE ! ..e anche vero che certe forme di cronicit sono in sensibile aumento ed i costi rischiano di essere spostati tutti sulla famiglia. E tali costi, per la durata, non hanno paragoni con altre condizioni mediche . ( Conscious in a vegetative state? A critique of the PVS concept . P McCullagh 2004) Lindividuo Colui che ascolta Relazione comunicativa + - - + ? Minimally Conscious State ? La foglia che si muove segno del vento;la foglia non fa il segno intenzionalmente.Agisce come segno perch ci sono io come interprete di questo segno. il ritorno di segni carichi di intenzionalit richiede necessariamente un altro pronto ad accoglierli, un testimone per prenderne atto ( F.Cohadon- Uscire dal coma) Curare, riabilitare, prendersi cura di chi? La relazione come filo conduttore
La relazione come nutrimento della coscienza e dellindividuo
Il mondo Lui/lei La famiglia Il caregiver Seconda storia Ragazzo di 19 anni TCE gravissimo, candidato espianto organi, SV prolungato, ora MCS; gravissima spasticit Secondogenito ( sorella con TCE 10 anni fa con esiti moderati fisici ma con problemi cognitivi) Genitori.per salvare la figlia maggiore si decide istituzionalizzazione in SUAP Dopo due anni ancora in attesa di inserimento per problemi di retta. Ospitato a compartecipazione di 55 euro/die nella stessa unit Attuale politica della regione Veneto in tema di SV-MCS Delibera del 2001 Codificati 146 posti in RSA per SV-MCS Attualmente : - scarso numero di autorizzazioni - non rispetto della territorialit - invii anche a CdR -deregulation ?!
Distribuzione dei pazienti in uscita per classi di DRS DRS 0 1 2-3 4-6 7-11 12-16 17-21 Usciti dallo SV/totale traumi 2 1 6 13 13 24 57 116/183 vasc 1 0 0 0 13 15 63 92/198 anoss 1 0 0 0 4 2 23 30/111 Totale 4 1 6 13 30 41 143 238/492 0,8% 0,2% 1,2% 2,6% 6% 8,3% 29% Rimane in condizione di SV ( DRS >21) il 51,9% dei pazienti 0 20 40 60 80 100 120 140 160 0 1 2-3 4-6 7-13 14-16 17-21 traumi vasc anoss Totale Alcune proposte sensate ? Utilizzare le SUAP solo per situazioni con cut-off di qualche tipo ? Utilizzarle solo per soggetti <65 anni Favorirne luscita dopo i 65 anni Ridefinire gli standard assistenziali ? Piu assistenza meno riabilitazione? Definire un codice etico sulle complicanze? Sgravare le famiglie dal carico economico . Ma come? Alcune proposte sensate ? Non ho altri introiti oltre questo sussidio e, se me lo toglieste, rischierei di cadere nella miseria pi nera. Perci, consiglieri, non rovinatemi ingiustamente, quando vi possibile invece assolvermi secondo giustizia; non toglietemi ora, che sto diventando pi vecchio e pi debole, quello che mi avete dato quando ero pi giovane e robusto [] non gettate nello sconforto, facendo un torto a me, anche tutti gli altri che si trovano nelle mie stesse condizioni. Anche perch sarebbe davvero strano, consiglieri, se risultasse che ricevevo questo sussidio quando la mia disgrazia era una sola, e ne venissi privato invece proprio ora che ad essa mi si aggiungono la vecchiaia e le malattie, con tutti i mali che si portano dietro! Non sarei davvero disgraziatissimo, se avessi perduto, per la mia menomazione, il bene pi grande e bello della vita e poi, per colpa del mio accusatore, mi venisse tolto anche laiuto che lo stato mi ha concesso nellintento di assistere chi si trova in queste condizioni? Lisia : orazione per linvalido Bologna,11 ottobre 2013 Francesco Napolitano Presidente Associazione Risveglio ONLUS CON NOI E DOPO DI NOI CON NOI E DOPO DI NOI Ingresso - accoglienza PROGETTO DI INTEGRAZIONE SOCIO - SANITARIA PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA GESTIONE DELLA MANUTENZIONE STRUTTURALE SERVIZIO DI PULIZIA, SERVIZIO BIANCHERIA, FORNITURA MATERIALI RACCOLTA E VALUTAZIONE DELLE DOMANDE PERVENUTE (attraverso APPOSITA COMMISSIONE MULTIDISCIPLINARE) PROPULSORE DEL PROGETTO SUPPORTO SOCIALE ALLE FAMIGLIE SUPPORTO PSICOLOGICO SUPPORTO FISIOTERAPICO SPORTELLO di INFORMAZIONE ED ORIENTAMENTO AL CITTADINO PER CONTO DEL COMUNE di ROMA ESEGUITO IN REGIME di VOLONTARIATO PERSONALE SANITARIO E SOCIO-SANITARIO 24h/24h FORMATO AD HOC GESTIONE ASSISTENZA DEGLI OSPITI NON E UNA STRUTTURA SANITARIA, BENSI UN DOMICILIO COLLETTIVO 7 POSTI LETTO: - 4 POSTI di DOMICILIO: destinati a persone le cui condizioni sociali, familiari, abitative, economiche, ecc., non permettono il ritorno presso la propria dimora; -2 POSTI di TRANSITO: per coloro che, in fase di dimissione dallospedale, trascorrono un periodo nella Casa, permettendo alla famiglia di seguire la fornitura dei presidi necessari alla domiciliazione, gli eventuali lavori di abbattimento delle barriere architettoniche, nonch di apprendere, grazie ad una formazione ad hoc effettuata dal personale sanitario, la gestione assistenziale del proprio congiunto a casa. - 1 POSTO di SOLLIEVO: dedicato a persone gi domiciliate, che possono trascorrere un periodo di circa un mese nella casa, beneficiando di un distacco dalla routine, offrendo alle famiglie la possibilit di riposare o divagarsi dopo un lungo e faticoso anno di assistenza. LA GESTIONE DELLASSISTENZA DEGLI OSPITI E DEMANDATA IN PRIMIS ALLE FAMIGLIE, CON IL SUPPORTO COSTANTE DEL PERSONALE SANITARIO DELLA ASL E DELLA ASSOCIAZIONE RISVEGLIO Accesso alle stanze degli ospiti BEST PRACTICES INCREMENTO QUALITA DELLASSISTENZA MIRATA AI 7 OSPITI NOTEVOLE RISPARMIO DI RISORSE: - UMANE / ECONOMICHE: 2 operatori sanitari organizzati in turni mattina-pomeriggio-notte, concentrati nello stesso luogo e per tutti gli ospiti - ECONOMICO / STRUMENTALI: riduzione numero di presidi erogati dalle Asl, utilizzabili da tutti gli ospiti (bastano 2 soli sollevatori, 1 barella doccia, 1 lettino di statica per verticalizzazione, ecc.) BENEFICI DELLAMBIENTE DOMESTICO E DELLO STARE INSIEME: CONDIVISIONE DELLE POSITIVITA E DELLE CRITICITA Le stanze sono arredate e personalizzate dalle famiglie, secondo i gusti dei propri congiunti SUPP!" S#$A%& P&! %& 'A($)%$& )!A*$& A%%A #S"A+"& P!&S&+*A ,&)%$ P&!A"!$ SA+$"A!$ & ,&%%A ASS#$A*$+& !$S-&)%$, ++#.&/ A""!A-&!S '!(& ,$ AU"-(U"U- A$U"0 %A 'A($)%$A ++ &/ P$U/ S%A & PU/ !$P!&+,&!& %& P!P!$& A""$-$"A/ %A-!A"$-&, S#$A%$ , &##. #ASA $!$,& #(& %U) ,$ '!(A*$+& &, 1A,,&S"!A(&+"2 P&! %& 'A($)%$&0 P!#&SS$ #.& 'A-!$S#+ AU",&"&!($+A*$+&, AU"+($A &, &(P3&!(&+" FAMIGLIA CURA ED ASSISTENZA DEI PROPRI CONGIUNTI - PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL DOPO DI NOI - ASSISTENZA ALLA FAMIGLIA IN TUTTE LE PRASSI CHE SEGUONO LA FASE ACUTA, SPESSO CARATTERIZZATE DA GRANDI CARENZE DI SERVIZI TERRITORIALI E DI INFORMAZIONE - ELIMINAZIONE / RIDUZIONE DI ESCLUSIONE SOCIALE E EMARGINAZIONE - BENEFICI DEL VIVERE TUTTI INSIEME E DELLAMBIENTE DOMESTICO ! - RECUPERO DEL GIUSTO RAPPORTO TRA LA FAMIGLIA E LA PERSONA IN S.V. O M.C.S. %a gestione diretta dell/assistenza da parte del 4amigliare stimola0 1. ac5uisizione di consapevolezza della nuova condizione in cui versa il proprio caro 2. maggiore responsabilizzazione alle cure . maggiori stimoli alla persona 4avoriti dalla conoscenza pro4onda del proprio congiunto. Il parco Il giardino CASA IRIDE come MODELLO DI RIFERIMENTO NAZIONALE per la cura e lassistenza di persone in S.V. o in S.M.C. GRAZIE PER LATTENZIONE!!! L'offerta italiana sul "dopo di noi": esperienza dellIstituto S. Anna di Crotone
Lucia Francesca Lucca
La vita di ognuno un valore per tutti Introduzione LIstituto S. Anna di Crotone centro di riferimento per la Regione Calabria per le Gravi Cerebrolesioni Acquisite, con 30 posti letto dedicati alla fase di riabilitazione intensiva di alta specialit, 15 posti letto di riabilitazione funzionale neurologica per il completamento del programma riabilitativo nei pazienti con miglior recupero, 46 posti letto di lungodegenza dedicati alla presa in carico di pazienti che permangono in una condizione di stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva e di minima coscienza al termine del percorso riabilitativo. Fin dalle fasi pi precoci della presa in carico lquipe cerca di informare la famiglia di tutte le possibili evoluzioni di una grave cerebrolesione, dagli esiti pi infausti la morte o il mancato recupero di attivit di coscienza allesito pi favorevole un buon recupero di tutte le funzioni. In unottica di ottimizzazione delle risorse bench si cerchi di far comprendere come non sia possibile garantire una presa in carico riabilitativa intensiva a tempo indeterminato, uno dei momenti di maggior criticit nel rapporto con i familiari quando devono essere informati che la fase di riabilitazione intensiva si sta concludendo ed necessario pianificare insieme un progetto di vita per la presa in carico assistenziale del loro caro che in una condizione di estrema disabilit. I familiari vengono anche informati che allinterno del nostro Istituto stata istituita ununit di lundodegenza specializzata per laccoglienza di questa tipologia di pazienti e che quindi non sono costretti a farsi carico di un onere assistenziale e psicologico superiore alle proprie possibilit. Quando invece si ipotizza un progetto di vita di rientro a domicilio, si introduce un elemento positivo in quanto pone la famiglia in una dinamica volitiva di riportare a casa il proprio caro. La volont espressa dai famigliari richiede per la verifica della concreta fattibilit e laccompagnamento nella decisione, in quanto vi un possibile conflitto tra il desiderio e il timore di non essere in grado di garantire unadeguata assistenza. In parallelo inizia una fase di addestramento della figura individuata come care-giver e la fase di preparazione del domicilio, la prescrizione degli ausili ed lattivazione dei servizi territoriali.
Speciale Unit di Accoglienza Prolungata (SUAP) La SUAP un reparto di lungodegenza specializzato dedicato alla presa in carico di pazienti in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva* o in stato di minima coscienza, giunti al termine della fase riabilitativa intensiva senza modificazioni sostanziali del loro stato. Tali unit sono state istituite per garantire alla persona con gravissima disabilit residua unaccoglienza dignitosa quando questa non realizzabile al proprio domicilio.
Nota *: Nel 2010 lEuropean Task Force on Disorders of Consciousness ha proposto il termine unresponsive wakefulness syndrome (UWS) in alternativa al termine stato vegetativo. La recente proposta di ridenominazione di stato vegetativo in sindrome di veglia non responsiva ha diverse ragioni: in primo luogo, d una migliore descrizione del profilo di comportamento: il paziente sveglio, ma non risponde; in secondo luogo, ha una connotazione meno negativa, in quanto il termine stato vegetativo potrebbe essere associato, anche se erroneamente, a vegetale (vegetable like). Laureys S, Celesia GG, Cohadon F, Lavrijsen J, Leon-Carrion J, et al. Unresponsive wakefulness syndrome: a new name for the vegetative state or apallic syndrome. BMC Med 2010 Lquipe condivide con la famiglia i criteri di trasferibilit e le modalit assistenziali, la cui impostazione operativa basata sulla priorit del nursing multiprofessionale, per cui ogni operatore viene sensibilizzato a riconoscere e rispondere ai bisogni inesprimibili della persona, a garantirne il benessere psico-fisico con la cura anche dei particolari, a contribuire a creare un clima di protezione e rispetto, a offrire ascolto ai famigliari. Le modalit assistenziali si basano, da un lato, sulla proporzionalit dellintervento terapeutico e, dallaltro, sullosservazione strutturata di eventuali modifiche, sia in senso migliorativo che peggiorativo, del quadro clinico e di responsivit nel medio-lungo termine. Quando realizzabile, con la famiglia viene rivalutata la possibilit di un rientro a domicilio temporaneo o definitivo. Punti di criticit I possibili punti di criticit che si possono realizzare allinterno dellorganizzazione della SUAP riguardano le risorse umane coinvolte famiglia, quipe, persona con disordini della coscienza cronici e possono essere diversi nelle diverse fasi dellaccoglienza. La famiglia Sono stati analizzati innanzitutto i punti di criticit relative alla famiglia della persona accolta, in quanto per le caratteristiche del soggetto, impossibilitato ad esplicitare la propria volont relativamente alle cure assistenziali e mediche, laccoglienza nella lungodegenza specializzata deve essere necessariamente condivisa con la famiglia. In questo caso il rapporto quipe curante-paziente implica necessariamente il coinvolgimento della famiglia, famiglia che quasi sempre vive come fallimento il trasferimento del proprio caro in una struttura di lungodegenza, in cui la priorit della presa in carico non pi lintervento riabilitativo. La delusione per il mancato recupero del proprio caro, dopo lunghi mesi di sofferta attesa del grande miracolo da un lato e dallaltro il senso di impotenza nel poter essere in grado di accudirlo a casa e i sensi di colpa che ne conseguono nellessere costretti a lasciarlo in un struttura percepita, molto spesso, come lanticamera della morte, comportano un ulteriore aggravio della sofferenza psicologica. Per far fronte a questo punto di criticit, risulta estremamente utile uno o pi incontri cosiddetti pre-ingresso tra lquipe della lungodegenza e la famiglia, prima ancora che il soggetto venga accolto. Nella nostra esperienza abbiamo incontrato famiglie che, sebbene per il loro caro vi fossero sia criteri clinici (stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva cronico) che i criteri temporali di trasferibilit in un reparto di lungodegenza (un anno per pazienti con eziologica post-traumatica, sei mesi per pazienti in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva vascolare o anossica) hanno rifiutato laccoglienza nella lungodegenza per cercare altre strutture in cui venisse loro garantito una presa in carico riabilitativa. In questa fase di conoscenza della famiglia indispensabile fornire le informazioni sulle modalit assistenziali nella SUAP basate sul lavoro di nursing teso a garantire la dignit della persona e sulla garanzia di una periodica osservazione strutturata (Coma Recovery Scale - revised) che possa monitorare nel tempo eventuali cambiamenti delle attivit di coscienza del soggetto. Riteniamo utile inoltre accennare alla complessa problematica della proporzionalit delle cure, specificando che si cerca di evitare tutto ci che pu configurarsi come accanimento diagnostico- terapeutico. Sulla base della nostra esperienza riteniamo fondamentale il colloquio pre-ingresso soprattutto per porre le basi di un rapporto che pu protrarsi anche per anni e che necessariamente richiede un rapporto di fiducia indipendentemente dallesito ultimo. A priori sappiamo che le persone accolte, nella maggior parte dei casi, escono perch muoiono e quindi la mission di questunit non la guarigione, ma unassistenza dignitosa in una condizione di estrema disabilit. Se la famiglia condivide le modalit assistenziali, i rapporti con le famiglie nella fase successiva dellaccoglienza in genere non presentano punti di criticit se non quando insorgono complicanze mediche o quando viene affrontato il dilemma tra desiderio di riaccogliere il proprio caro in famiglia e i timori dellincapacit a gestirlo. Nella nostra esperienza il momento del decesso un evento doloroso in cui si compie la fine di un percorso difficile, di cui non si conosceva il termine. Un esito previsto, ma indeterminato nel tempo. Quando invece nella fase di accoglienza si ipotizza un progetto di vita di rientro a domicilio, si introduce un elemento positivo in quanto pone la famiglia in una dinamica volitiva di riportare a domicilio il proprio caro. La volont espressa dai famigliari richiede per la verifica della concreta fattibilit di un rientro a domicilio e laccompagnamento senza pressing nella decisione, in quanto vi un possibile conflitto tra il desiderio e il timore. In parallelo inizia una fase di addestramento della figura individuata come care-giver e la fase di preparazione del domicilio, prescrizione ausili ed attivazione dei servizi territoriali. Lquipe Per quanto riguarda lquipe, nella fase di ingresso viene richiesto ad ogni figura professionale di essere in grado di bilanciare la presa datto degli aspetti negativi con gli spazi di possibile operativit, in unottica di guardare alla persona accolta non pi come paziente. Nella presa in carico nella SUAP, nellidentificazione dei bisogni, necessario individuare le problematiche gi risolte, le problematiche ancora aperte e le problematiche irrisolvibili. Nella fase di accoglienza di una persona in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva o in stato di minima coscienza con relativa stabilit sia in termini internistici che di evoluzione funzionale, il punto di criticit dellquipe consiste nel mantenere elevata lattenzione. Si assiste inoltre ad un possibile decremento del coinvolgimento dellquipe determinato dalla necessit di conciliare unorganizzazione molto strutturata di tutte le attivit di reparto con la capacit di scoprire e mantenere lattenzione nel tempo allidentit di ogni singola persona. Il punto di maggior criticit relativi per il medico rappresentato dalla complessa problematica relativa alla proporzionalit delle cure, in quanto non essendovi ununivoca interpretazione di misure ordinarie e straordinarie, su di lui grava la responsabilit dellintervento o del non intervento, in un difficile equilibrio tra ci che pu configurasi da un lato come accanimento terapeutico e dallaltro come abbandono delle cure. Persona in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva/sindrome di veglia non responsiva o in stato di minima coscienza Il punto di criticit per la persona accolta lessere riconosciuta nei contenuti di coscienza anche se minimi e capita per i propri bisogni inesprimibili che sono lessere a proprio agio nel proprio corpo, il trovarsi in uno stato di sicurezza psicologica, in un ambiente umano stabile ed un ambiente fisico confortevole. Il far sentire la persona in comunicazione, conosciuta, accettata, osservata, capita. La somministrazione periodica della CRS-r e la raccolta di informazioni e della loro interpretazione da parte di unquipe interdisciplinare, consente allquipe di oggettivare una differenza nei contenuti di coscienza e nella loro manifestazione delle persone accolte.
Modello per la gestione e lassistenza integrata (h24) di pazienti cronici in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva e stato di minima coscienza nella Regione Calabria Al fine di supportare maggiormente le famiglie che desiderano riportare a domicilio il proprio familiare in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva e stato di minima coscienza, lIstituto S. Anna di Crotone, per la lunga esperienza nella presa in carico di questi soggetti, si proposto come ente attuatore del progetto sperimentale OBERON. Il progetto, presentato dalla Regione Calabria a valere sulle risorse vincolate per gli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale ed approvato dal Ministero della Salute nel maggio 2010, finalizzato ad attivare una sperimentazione gestionale, unica in Italia, per lassistenza di pazienti cronici in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva e stato di minima coscienza sullintero territorio regionale calabrese. Per lattuazione delle attivit previste nelle varie fasi del Piano Esecutivo, sono coinvolte tutte le Aziende Sanitarie Provinciali della Calabria (Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valenzia), lASP di Crotone come soggetto capofila e lIstituto S. Anna di Crotone come soggetto esecutore. Lattuazione del progetto in sperimentazione gestionale cos come previsto e disciplinato dallart. 9 bis del dlgs 30-12-1992 n. 502. Lobiettivo principale quello di mettere a punto un modello assistenziale che riesca a soddisfare, in una logica di efficienza, lintero fabbisogno regionale e che sia di riferimento alla comunit scientifica per le applicazioni di implementazione dellassistenza domiciliare. In particolare la Regione Calabria, in linea con quanto previsto dalle osservazioni epidemiologiche, secondo cui il numero di posti letto in unit dedicate a pazienti cronici in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva ed in stato di minima coscienza dovrebbe essere non inferiore a 5/100.000 abitanti (quindi 100 posti letto per lintera Calabria), con la realizzazione del Piano intende coprire il fabbisogno previsto, integrando gli attuali 46 posti letto disponibili nella Lungodegenza Specializzata dellIstituto S. Anna con la presa in carico di altri 54 persone in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva e in stato di minima coscienza, attraverso una rete di assistenza domiciliare distribuita su tutto il territorio regionale. Lambizione quella di proporre un modello che sia di supporto alla regolamentazione dellassistenza a domicilio di questa tipologia di pazienti attraverso strumenti di telemedicina e reti di operatori distribuiti per lassistenza remota. Obiettivi Qualitativi Gli obiettivi qualitativi di questo progetto sperimentale sono i seguenti: La facilitazione e diffusione della pratica di rientro a domicilio in condizioni di sicurezza, con grande sollievo delle famiglie. Lincremento della professionalit del personale medico, degli assistenti sociali, degli infermieri, delle badanti e, in generale, delle persone che per motivi professionali verranno a contatto con i pazienti presso il loro domicilio. Il miglioramento dellefficacia e dellefficienza del servizio sanitario per la cura di questa tipologia di pazienti. Obiettivi Quantitativi Gli obiettivi quantitativi sono: la copertura integrale e capillare nel territorio regionale del fabbisogno di assistenza di pazienti cronici in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva e in stato di minima coscienza di diversa eziologia. La diminuzione dei costi legati al ricovero dei pazienti cronici in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva e in stato di minima coscienza in regime di ricovero nel lungo periodo di degenza presso reparti di lungidegenza. La diminuzione dei costi legati ai ricoveri causati da patologie intercorrenti, grazie allopera di prevenzione che permetta di ridurne la necessit.
Protocollo di domiciliarizzazione Per attivare un percorso di assistenza domiciliare necessario dapprima valutare il grado di preparazione, anche psicologica, dei familiari. E pertanto previsto un programma di training di 15 giorni per il caregiver, da effettuarsi nella sala allestita a tal fine presso lIstituto S. Anna. Dopo questo periodo di formazione per lassistenza al proprio caro, con il familiare viene condivisa lipotesi della domiciliarizzazione. Prima del rientro si verifica che siano gi fornito un kit domotico composto dai seguenti elementi: letto ortopedico elettrico con materasso antidecubito, sollevatore elettrico, carrozzina personalizzata o seggiolone polifunzionale, barella o sedia doccia, aspiratore a doppia mandata, sistema di sensoristica biometrica, PC portatile e webcam. Questi ultimi elementi del kit consentono un monitoraggio da remoto dei parametri vitali con livelli soglia definiti per ciascun soggetto dal medico responsabile del progetto, il collegamento telematico o telefonico con i familiari ogni qualvolta lo si ritenga necessario, il collegamento telematico durante le visite delle figure sanitarie che hanno in carico il soggetto: medico di medicina generale coinvolto nel progetto, infermiere e terapista del territorio. prevista inoltre una valutazione del domicilio per eventuali adattamenti da apportare allambiente domestico che ospiter il soggetto. A tal fine, un addetto dellUnit Operativa dedicata al progetto si reca presso il domicilio per fornire indicazioni e suggerimenti pratici finalizzati ad abbattere quanto pi possibile le barriere architettoniche. Le visite a domicilio da parte dellquipe del Progetto prevede la visita del Medico responsabile del progetto, ogni 45 giorni, per le operazioni di controllo generale, di valutazione neurologica e di verifica della cannula tracheostomica se presente e della PEG, la visita dellInfermiere professionale, una volta ogni 15 giorni per un controllo di routine e lindividuazione di eventuali complicanze; Assistente Domiciliare per Stati Vegetativi, una volta al giorno per due ore, per le operazioni di nursing. Questa figura individuata dalla famiglia, non necessariamente con un preparazione specifica precedente, viene preparata con corso teorico-pratico di formazione ad hoc per Assistenti Domiciliari (ADoSV), della durata di dieci giorni. Il progetto prevede anche uno stage teorico-pratico di formazione per terapisti della riabilitazione e infermieri del territorio di appartenenza del soggetto preso in carico, della durata di due giorni ed un incontro di aggiornamento per Medici di Medicina Generale. Il protocollo prevede sia eventuali periodi di sollievo per la famiglia, che eventuali ricoveri per rivalutazioni cliniche, che si realizzano nella Lungodegenza Specializzata dellIstituto S. Anna, nel concetto che le due modalit assistenziali accoglienza in lungodegenza e domiciliarizzazione non siano luna ad esclusione dellaltra, ma siano funzionalmente integrate garantendo da un lato adeguata assistenza anche in regime di ricovero ove ve ne sia la necessit e dallaltro evitamento di ricoveri impropri in reparti per acuti.
Conclusioni Quando una famiglia decide di riportare a domicilio il proprio caro in stato vegetativo/sindrome di veglia non responsiva e stato di minima coscienza al termine del percorso riabilitativo, su di essa gravano tutti gli oneri assistenziali, economici e psicologici di prendersi carico di una persona che vive una condizione di estrema disabilit. In qualit di operatori che si prendono carico di questa tipologia di pazienti dovremmo cercare di costruire modelli assistenziali che permettano di garantire alle famiglie che fanno questa scelta, un reale e continuo supporto nel tempo e che possa diversificarsi ogni qualvolta le condizioni del soggetto o della famiglia si modificano. CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio. Aspetti sanitari, etico giuridici,gestionali e sociali WORKSHOP NAZIONALE Bologna - Venerd 11 Ottobre 2013 L'offerta italiana sul "dopo di noi": Esperienza dellIstituto S. Anna di Crotone
LF Lucca
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio.
Gantner I et al, Future Neurol 2013; 8(1), 4354 Disorders of Consciousness
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio
Vegetative State / Unresponsive Wakefulness Syndrome
Condizione caratterizzata da apertura degli occhi accompagnata solo da comportamenti riflessi
European Task Force on Disorders of Consciousness 2010 1. Migliore descrizione del profilo di comportamento: il paziente sveglio, ma non risponde 2. Connotazione meno negativa
Laureys S, Celesia GG, Cohadon F, Lavrijsen J, Leon-Carrion J, et al. Unresponsive wakefulness syndrome: a new name for the vegetative state or apallic syndrome. BMC Med 2010
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio
Fattori Prognostici
Traumatic VS/UWS a 3 mesi, circa 35% recupero della coscienza ad un anno Non traumatic VS/UWS a 3 mesi solo il 5% circa recupero della coscienza ad un anno
Katz DI et al. Natural history of recovery from brain injury after prolonged disorders of consciousness: outcome of patients admitted to inpatient rehabilitation with 14 year follow-up. Prog Brain Res 2009
Disability Rating Scale 104 pz (VS 49 , MCS 55): 50% di MCS versus 3% di SV a 12 mesi entrano nella categoria moderata disabilit In base alleziologia 38% dei traumatic MCS versus 2% non traumatic MCS
Giacino JT, Kalmar K. The vegetative and minimally conscious states: a comparison of clinical features and functional outcome. J Head Trauma Rehabil 1997 CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio Recupero tardivo della coscienza
Il recupero tardivo della coscienza associato con let pi giovane al momento dellevento, alleziologia traumatica, e alla presenza della risposta pupillare al momento dellarruolamento
Lammi MH, et al. The minimally conscious state and recovery potential: a follow-up study 2 to 5 years after traumatic brain injury. Arch Phys Med Rehabil 2005
Estraneo A, et al. Late recovery after traumatic, anoxic, or hemorrhagic long-lasting vegetative state. Neurology 2010
Luaute J, et al. Long-term outcomes of chronic minimally conscious and vegetative states. Neurology 2010
Estraneo A et al. Predictors of recovery of responsiveness in prolonged anoxic vegetative state. Neurology. 2013 CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio Istituto S. Anna di Crotone Unit Gravi Cerebrolesioni 20 p.l. Unit di Risveglio 10 p.l. Unit di Recupero e Rieducazione Funzionale 15 p.l. Speciale Unit di Accoglienza Prolungata SUAP 46 p.l. Rientro a domicilio Progetto OBERON 54 pz GCA da Rianimazione o NCH CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio PUNTI DI CRITICITAPER LA FAMIGLIA
Prognosi negativa per quanto riguarda il recupero delle attivit di coscienza e delle funzioni del proprio caro
Accettazione del fatto che non gli vengano pi dedicate cure riabilitative intensive per il risveglio
Discrepanza tra le fasi e i tempi dei percorsi sanitari e quanto ritenuto necessario per il proprio caro
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio
SPECIALE UNITA di ACCOGLIENZA PROLUNGATA Reparto di lungodegenza dedicato allaccoglienza di persone in stato vegetativo o di minima coscienza, giunti al termine della fase riabilitativa senza modificazioni sostanziali del loro stato
MODALIT ASSISTENZIALI SUAP Garanzia di unosservazione strutturata Lavoro teso a garantire la dignit della persona Non accanimento diagnostico-terapeutico Ipotesi progetto di vita di rientro a domicilio
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio Famiglia: elaborazione di un progetto di rientro a domicilio Fase positiva in quanto pone la famiglia in una dinamica volitiva di riportare a domicilio il proprio caro Verifica della reale fattibilit di un progetto di vita Conflitto tra il desiderio e il timore Accompagnamento senza pressing in questa decisione
Fase di addestramento Fase di preparazione del domicilio, prescrizione ausili ed attivazione dei servizi territoriali
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio Modello per la gestione e lassistenza integrata (h 24) di pazienti cronici in Stato Vegetativo e in Stato di Minima Coscienza nella Regione Calabria PROGETTO OBERON CON NOI E DOPO DI NOI ENTE FINANZIATORE ENTE PROPONENTE SOGGETTO CAPOFILA SOGGETTO ATTUATORE O B E R O N CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio Dalle osservazioni epidemiologiche si rileva in Calabria la presenza di circa 100 pazienti in Stato Vegetativo e in Stato di Minima Coscienza: 46 posti letto disponibili c/o SUAP Istituto S. Anna 54 pazienti presi in carico a domicilio
QUALE PERCORSO ASSISTENZIALE DOPO LA FASE RIABILITATIVA? CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio EQUIPE DEDICATA Visita preliminare presso il domicilio del paziente da parte di unquipe dellISA - medico, coordinatrice, assistente sociale, tecnico informatico - con lobiettivo di valutare leleggibilit allospedalizzazione domiciliare
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio
OBIETTIVI QUALITATIVI
Facilitazione e diffusione della pratica dei rientri a domicilio in condizioni di sicurezza Monitoraggio della condizione di salute di persone in SV/UWS o SMC a domicilio Incremento della professionalit di personale medico, assistenti sociali, infermieri professionali, operatori sanitari Miglioramento dellefficacia e dellefficienza del servizio sanitario nella presa in carico di soggetti in SV/UWS o SMC nella fase post riabilitativa intensiva CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio OBIETTIVI QUANTITATIVI
Copertura capillare nel territorio regionale di persone in SV/UWS o SMC a domicilio Riduzione di persone in SV/UWS o SMC in LDS ed incremento d soggetti a domicilio in condizioni di sicurezza Diminuzione dei costi relativi a lunghi periodi di ricovero in LDS Diminuzione dei costi dovuti a ricoveri in reparti per acuti dovuti a patologie intercorrenti, attraverso intervento di prevenzione
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio
Corsi di formazione presso Istituto S. Anna
Corso teorico-pratico di formazione per Assistenti Domiciliari (ADoSV), della durata di dieci giorni
Stage teorico-pratico di formazione per terapisti della riabilitazione e infermieri, della durata di due giorni
Incontro di aggiornamento per Medici di Medicina Generale
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio
ATTIVIT OPERATIVE Installazione della postazione telematica, presso il domicilio del paziente, per il monitoraggio da remoto dei parametri vitali attraverso la sensoristica
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio
SENSORISTICA PARAMETRI VITALI Pressione arteriosa Frequenza cardiaca Frequenza respiratoria Saturazione O2 Temperatura CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio COLLEGAMENTO TELEMATICO Connessione tra UOS (Unit Operativa Speciale) e domicilio del paziente tramite videochiamata per consulenze mediche e tecniche CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio UOS (Unit Operativa Speciale) Le attivit previste dal progetto vengono gestite e coordinate dallUnit Operativa Speciale allestita presso lIstituto S. Anna e dotata delle tecnologie necessarie per gestire lintero servizio di assistenza domiciliare
CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio
SALA TRAINING La sala training riproduce lambiente domestico ed composta da due stanze comunicanti dedicate allaccoglienza del paziente e del suo caregiver (videosorveglianza)
ISTITUTO S. ANNA CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio ADoSV due ore al giorno per sei giorni a settimana Terapista della riabilitazione due accessi a settimana Infermiere professionale tre volte al mese Medico, dellISA, una volta al mese
ATTIVITA ASSISTENZIALI CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio MONITORAGGIO DEL SOGGETTO IN SV/UWS O SMC
COMA RECOVERY SCALE - Revised
WESSEX HEAD INJURY MATRIX
NOCICEPTION COMA SCALE NCS
COMA RECOVERY SCALE - Revised Scala per la funzione uditiva 4 Movimenti consistenti su ordine* 3 Movimenti riproducibili su ordine* 2 Localizzazione del suono 1 Reazione di sussulto uditivo 0 Nessuna risposta Scala per la funzione visiva 5 Riconoscimento delloggetto* 4 Localizzazione delloggetto: raggiungimento* 3 Inseguimento visivo* 2 Fissazione* 1 Reazione di sussulto visivo 0 Nessuna risposta Scala per la funzione motoria 6 Uso funzionale delloggetto 5 Risposte motorie automatiche* 4 Manipolazione degli oggetti* 3 Localizzazione dello stimolo nocicettivo* 2 Allontanamento in flessione 1 Postura anomala 0 Nessuna risposta/flaccidit Scala per la funzione motoria orale/verbale 3 Verbalizzazione comprensibile* 2 Vocalizzazione/movimenti orali 1 Movimenti orali riflessi 0 Nessuna risposta Scala per la comunicazione 2 Funzionale: Appropriata 1 Non funzionale: intenzionale* 0 Nessuna risposta Scala per la vigilanza 3 Attenzione 2 Apertura degli occhi senza stimolazione 1 Apertura degli occhi con stimolazione 0 Non risvegliabile PUNTEGGIO TOTALE * Indica Stato di Minima Coscienza Indica emergenza dallo Stato di Minima Coscienza Assessment Scales for Disorders of Consciousness: Evidence-Based Recommendations for Clinical Practice and Research Report of the American Congress of Rehabilitation Medicine, Brain Injury-Interdisciplinary Special Interest Group, Disorders of Consciousness Task Force
Arch Phys Med Rehabil Vol 91, December 2010
Conclusions: The CRS-R may be used to assess DOC with minor reservations. MONITORAGGIO PERSONA IN SV/UWS O SMC . NCS
NOCICEPTION COMA SCALE
Administration and Scoring Guidelines
Reference: Schnakers et al, Pain, 2009
NOCICEPTION COMA SCALE NCS RISPOSTA MOTORIA 3 Localizzazione dello stimolo doloroso* 2 Allontanamento in flessione 1 Postura anomala 0 Nessuna/flaccidit RISPOSTA VERBALE 3 Verbalizzazione intelligibile* 2 Vocalizzazione 1 Lamento/gemito 0 Nessuna RISPOSTA VISIVA 3 Fissazione* 2 Movimenti oculari 1 Sguardo allarmato 0 Nessuna ESPRESSIONE DEL VISO 3 Pianto* 2 Smorfia 1 Movimento orale riflesso/risposta dallerta 0 Nessuna PUNTEGGIO TOTALE MONITORAGGIO PERSONA IN SV/UWS O SMC CON NOI E DOPO DI NOI Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minore responsivit tra SUAP e domicilio MONITORAGGIO DEL CAREGIVER
Francesca Balestri - M.Pia Garavini - Alfredo Potena Outline Dai grandi numeri. (epidemiologia) .. ai piccoli numeri (pazienti Sole - Parco) Gli outcome monitorati Gli interventi possibili Il futuro Ricoverati vivi I grandi Numeri Cerebrolesioni --> 235/100.000 in Europa --> 538/100.000 in US Stati vegetativi --> 0.6-10/100.000 ab in Italia Min. Salute 2009 Deceduti Dimessi con disabilit 32 - 36 % Dimessi da PS Deceduti/Ricoverati vivi/Trattati e dimessi da PS Epidemiologia delle lesioni midollari e aspettativa di vita Incidenza 1/1000/anno (0,721-0,906 su mille negli Stati Uniti). In Italia 18/20 nuovi casi/anno/milione di ab.
distribuzione et attesa di vita I grandi Numeri I grandi Numeri Domicilio/Strutture sanitarie (85%) Misano - Residenza SOLE 4 nuclei (2068 = 20 p.l.; CRA = 41 + 10 p.l.a progetto; R.T.I. = 20 p.l.; 30 C.P.P. e sollievo) Responsabile di Struttura:Francesca Balestri AUSL RN: Elisabetta Silingardi (Direttore UOC Anziani e Disabili Fisici e Sensoriali) Gian Andrea Magagni (Fisiatra UO Assistenza Riabilitativa e Protesica) Marco Pasquinelli (Neurologo)
I pazienti Sole - Parco
Forl - Residenza PARCO 4 nuclei (2068 = 25 p.l.; AAA = 27 p.l.; Casa Protetta = 37 p.l.; Privati = 25 p.l.) Responsabile di Struttura:Maria Pia Garavini Casistica & Outcomes - 2013 I pazienti Sole - Parco I pazienti Sole - Parco Outcome monitorati Am J Respir Crit Care Med Vol 182. pp 446454, 2010 The syndrome of chronic critical illness Strategie per minimizzare infezioni nosocomiali Lavaggio delle mani ed uso dei guanti Cohorting dei pazienti tracheotomizzati e/o ventilati Personale addestrato e formato al corretto uso delle risorse Good Clinical Practice per luso di ATB Rimozione dei device (cateteri, linee venose, tracheotomie) quando non strettamente necessari
RISULTATO Minimizzato lo sviluppo di infezioni nosocomiali Arrestato la trasmissione collaterale delle infezioni, negativizzato Klebsiella KPC Pn
Antibiotici Principi per la terapia Il ritardo nella prescrizione pu essere efficace per ridurre luso di antibiotici e consulenze specialistiche
Non prescrivere antibiotici per eventi respiratori di probabile origine virale Prescrivere antibiotici se si certi di ottenerne un beneficio seguendo le linee guida selezionate limitando limpiego di ATB che possono favorire lo sviluppo di CD o MRSA usando colture microbiologiche quando la terapia stata inefficace Lasciarsi guidare il pi possibile da esami colturali 1. Pseudomonas: Aminoglycosides Cephalosporins: Ceftazidine, Cefepime Fluoroquinolones: Cipro, Levaquin Carbipenems: Imipenem, Meropenem Aztreonam Colistin 2. Anaerobes: Flagyl PO Clindamycin PO Unasyn IV Augmentin PO Carbipenem Moxifloxacin Tigecycline 3. MRSA: Bactrim Clindamycin Doxycyclin Vancomycin Linezolid Tigecycline Daptomycin cannot use in lungs! 4. VancomycinResistant Enterococci: Linezolid Tigecycline La valutazione della funzione respiratoria con polisonnografia cruciale per la decannulazione di tracheotomie
Alcuni indici (specialmente quelli riferiti alle ostruzioni e allipoventilazione possono essere usati con successo per procedere in tutta sicurezza alle manovre di decannulazione) Protocollo Decannulazione Tracheotomie 1) Visualizzare le vie aeree (orofaringe-ipofaringe-laringe-trachea) prima di decannulare il paziente --> Broncoscopia per escludere presenza di granulomi o tracheo-malacia
2) Monitorare la SaO 2 (almeno 2-3) della durata di 12 ore dopo chiusura dellorifizio tracheostomico - Emogasanalisi
3) Registrare (Saturimetro con memoria/Polisonnigrafo)
4) Rimuovere la cannula I pazienti Sole - Parco Monitoraggio polisonnografico Outcome monitorati Tracheotomia chiusa I pazienti Sole - Parco Outcome monitorati I pazienti Sole - Parco Outcome monitorati Outcome monitorati Respiro di Cheyne-Stokes Outcome monitorati Apnee - Ipopnee - Desaturazioni Outcome monitorati Apnee gravi Outcome monitorati Occlusione di cannula tracheostomica Dalle caratteristiche dei nostri pazienti ..... 65% pazienti con PEG 53% Tracheotomizzati 46% in Ventilazione Meccanica
controllo e prevenzione delle infezioni riduzione degli accessi in Pronto Soccorso monitoraggio dei disturbi respiratori disponibilit a lavorare in rete
. origina la nostra strategia assistenziale Interventi possibili Am J Respir Crit Care Med Vol 182. pp 446454, 2010 Comprehensive care for the chronically critically ill per gli obiettivi futuri Intensificare il monitoraggio dei pazienti con IR (EGA - PSG) Decannulare tracheotomie quando indicato Minimizzare infezioni nosocomiali e/o legate alluso del ventilatore Attivare percorsi di cura comuni con strutture analoghe e di maggiore intensit di cura
con unattenzione alla formazione e allo scambio di idee . 2011 - 2013 --> tre eventi formativi dedicati a: Management ventilazione (invasiva e non) Ossigeno terapia (diagnosi e cura IR) Nutrizione artificiale
2014 Trattamento e sorveglianza lesioni cutanee Infezioni nosocomiali
Grazie per lattenzione!!!
I WORKSHOP NAZIONALE CON NOI E DOPO DI NOI Fondazione I.P.S.S.R. Bologna 11-10-2013
come costruire reti di solidariet per le persone in stato di minore responsivit introduzione del dott. Nunzio Matera
Negli ultimi anni lattenzione ai percorsi di cura delle persone in condizione di bassa responsivit protratta, quale esito di gravi cerebro lesioni divenuta sempre pi manifesta per vari motivi:
Incremento numerico Cambiamento epidemiologico, aumento dei casi ad eziologia anossico- vascolare ( appannaggio di classi di et pi avanzate) rispetto ai casi ad eziologia post-traumatica. Aumento di fragilit dei nuclei familiari Emergenza di bisogni assistenziali differenziati Disomogeneit normative sul territorio nazionale, di standards di best practice, di elaborazione di percorsi certi, appropriati e condivisi.
Nella nostra regione , il progetto GRA.CER ha permesso listituzione di una rete ospedaliera integrata ed un apposito registro regionale. Questo ha facilitato la definizione dei percorsi riabilitativi dedicati sia nella fase dellacuzie che in quella degli esiti.
In generale la fase dellacuzie ben presidiata mentre la gestione degli esiti pone spesso qualche problema.
La scelta tra istituzionalizzazione e domiciliazione va perseguita sin dallinizio accompagnando la famiglia nella difficile decisione dopo averla consigliata, informata, guidata , avendo valutato non solo le condizioni di stabilit clinica , indispensabile, del paziente, ma anche le risorse dei familiari , le possibilit concrete dei servizi di assistenza domiciliare presenti sul territorio di competenza.
inoltre una corretta ed efficiente presa in carico della persona gravemente disabile non pu non prendersi cura dei care-givers (supporto psicologico, sociale,economico ). In una pagina del Libro bianco delle associazioni che rappresentano i familiari si legge che una societ civile ha il dovere di costruire reti sociali intorno a questi soggetti. La forte presenza sul territorio nazionale ( circa 40 le associazioni dedicate alle gravi cerebro-lesioni ) del volontariato organizzato ha permesso di migliorare la qualit della vita alle famiglie e di articolare soluzioni nuove, flessibili, alternative ad una residenzialit istituzionale permanente.
Mi auguro che una stretta alleanza tra famiglie motivate, istituzioni che le supportano nella presa in carico di queste persone gravemente disabili, associazioni di Volontariato organizzate e strutturate possa trovare una terza via percorribile tra residenzialit istituzionale e domiciliazione.
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La storia di Roberto ed Elisabetta e lesperienza del Nucleo Dedicato Gravissime Disabilit Acquisite Casa Residenza per Anziani - Centro Polifunzionale Cardinale Giacomo Lercaro Asp Poveri Vergognosi Raffaella Ansaloni - Coordinatrice Elisabetta Perulli - familiare
Dopo aver accettato linvito a presentare lesperienza del Centro Lercaro a questo workshop, ho subito pensato che una relazione esclusivamente tecnica sullattivit professionale che vi viene svolta sarebbe stata insufficiente: chi vive od opera nella nostra realt la percepisce in primo luogo come una casa, una comunit che possiede un centro - un cuore - nei nostri ospiti, non importa se anziani non autosufficienti o gravissimi disabili. Questa la ragione per la quale ho chiesto ad Elisabetta, moglie di Roberto che vive con noi dal febbraio di questanno, di dare voce a questo cuore. Roberto ed Elisabetta hanno vissuto tutte le varie possibili esperienze: il coma vegetativo dopo la fase acuta poi il risveglio ed il recupero progressivo della responsivit. Mi chiamo Roberto, non ho ancora 54 anni, ho una moglie, Betta, ed un figlio, Roy, che tutta la mia vita e che viene prima di ogni altra cosa: del lavoro come driver allippodromo e della passione per il biliardo con gli amici. Sono un uomo felice fino alla terribile notte del 21 novembre 2011 quando mi si chiude larteria carotidea, unemorragia cerebrale poi unaltra e la mia storia avrebbe potuto finire qui. Invece rimango in stato di coma vigile e vengo trasferito dallOspedale Maggiore allOspedale Santa Viola dove il Dott. Matera crede in una mia possibile ripresa. Ha ragione, mi risveglio e pu quindi cominciare la fase di riabilitazione intensiva. Vengo trasferito alla Casa dei Risvegli e mi sembra quasi di essere tornato a casa, Betta con me, anche di notte, pu anche cucinare perch abbiamo a disposizione un miniappartamento con giardino. E un periodo duro, di intenso lavoro. La fisioterapista e la logopedista non mi mollano mai: testa dritta, spalle indietro, deglutisci, spegni la candela, soffia nel fischietto ma anche Betta torchiata, deve imparare a posturarmi a letto e in carrozzina, a lavarmi , a vestirmi, a gestire la PEG. Abbiamo tanti professionisti intorno a noi a dedicarci tempo e amore ma il programma riabilitativo finito. E ora? Betta e Roy gestiscono un bar aperto tantissime ore, hanno bisogno di sapermi assistito e curato ma dove? Mi vogliono trasferire in un nucleo specializzato di una casa residenza anziani a San Pietro in Casale ma lontanissimo per Betta che non ha la patente, cos torno al Centro Santa Viola dove per fortuna conosco tutti ma che non possiede gli spazi ampi che mi occorrono per muovermi in carrozzina o per essere messo a letto. Allora si parla del Centro Lercaro e Betta lo va a visitare: la struttura molto bella con ampi giardini, grandi camere singole, biblioteca e spazio lettura, luoghi per le attivit creative e di stimolazione sensoriale c anche una cucina dove Betta pu preparare il pranzo e possiamo mangiare da soli con parenti e amici il sabato e la domenica. Per si tratta di un altro cambiamento sia per me che per Betta, dovremo abituarci di nuovo ad un ambiente diverso, a nuove persone che non so se saranno in grado di capirci, assistermi adeguatamente, credere che esistano ancora per me ambiti di recupero. Sono qui da sette mesi e lavoro molto con Marco e Patrizia i fisioterapisti, con Marina lanimatrice, con Rosy la musicoterapeuta e con tutti i ragazzi dellassistenza che insistono perch mangi da solo e che vada in bagno stando seduto. La mia vita ancora fatta di sfide, di piccoli immensi traguardi e di tante relazioni damore. Il Centro Polifunzionale per anziani Cardinale Giacomo Lercaro dellASP Poveri Vergognosi, aperto ormai da dieci anni, una struttura progettata per ospitare in modo integrato 3 tipologie di servizi: un Centro Diurno specializzato demenze per 18 posti, 36 appartamenti protetti per anziani autosufficienti con necessit abitative o bisogni legati a situazioni di solitudine e mancanza di tutela, 2
una Casa Residenza anziani non autosufficienti (ex Casa Protetta - RSA) di 68 posti al cui interno esistono due nuclei specializzati, uno dedicato allaccoglienza di 14 anziani affetti da demenza e disturbi del comportamento ed uno dedicato allaccoglienza di 6 portatori di gravissime disabilit acquisite. Come dicevo in apertura il concetto di Casa, ovvero di un luogo nel quale possibile essere s stessi, agire ed esprimersi liberamente, custodire ricordi, un elemento fondante della cultura del nostro servizio ed ha radici lontane nella nostra ASP. A partire dal 1989, anno di redazione del documento la Casa dellanziano, le equipe hanno sempre riflettuto ed operato affinch, intervenendo sugli spazi fisici, sullorganizzazione dei ritmi e delle attivit quotidiane, sulla personalizzazione degli interventi, sulle relazioni, sulla presenza continua dei familiari, si creasse un nuovo ambiente di vita che assumesse il pi possibile la connotazione, appunto, di una casa. Una casa tuttavia speciale in grado cio di fornire un alto livello di protezione attraverso risposte a bisogni sanitari, riabilitativi, assistenziali, relazionali. Tutto ci in virt del complesso lavoro integrato di unequipe multidisciplinare che effettua un monitoraggio continuo delle condizioni psico fisiche dellospite rimodulando costantemente obiettivi ed interventi. Nellottobre del 2010 la Casa residenza si aperta allaccoglienza di sei portatori di gravissime disabilit acquisite. Il nucleo non si differenzia dal resto del servizio per diversit metodologiche nei confronti dellospite, verso cui abbiamo un approccio olistico sia esso un anziano o un gravissimo disabile, n della famiglia, verso la quale agiamo in unottica di inclusione e di presa in carico. La specificit del nucleo risiede nel fatto che le professionalit che vi operano sono state appositamente formate, che dispone di un infermiere responsabile e di una psicologa dedicati, di maggiori standard di personale che garantiscono un lavoro riabilitativo e di cura pi intensivo , di una particolare attenzione alla ricerca di ausili tecnologici. GLI OSPITI: Dal 2010 ad oggi gli ospiti accolti sono stati complessivamente n.12: n. 4 con esiti da trauma cerebrale, n. 3 con esiti da emorragia cerebrale, n. 5 affetti da patologie neurologiche involutive (SLA, Sclerosi Multipla, Sindrome di Guillain Barr). Il 42% degli ospiti non possiede una respirazione autonoma LEQUIPE : il nucleo dispone di figure professionali con monte ore dedicato in esclusiva: infermiere responsabile per 18 ore , medico per 6 ore , fisioterapista per 11 ore , psicologo per 5.5 ore ma attinge, secondo il bisogno, alle risorse professionali dellintera Casa residenza. Lequipe contraddistinta da un approccio fortemente condiviso: quello di non dare per scontato che la condizione che osserviamo nellospite sia definitiva, immodificabile se non in peggioramento e ci ci spinge ad adottare un metodo di lavoro per obiettivi. Dietro al raggiungimento di traguardi anche piccoli sta un attivit molto complessa, frutto di un impegno collettivo che tutto confluisce nel nostro strumento metodologico primario: IL PIANO ASSISTENZIALE INDIVIDUALIZZATO elaborato e discusso da tutta lequipe multidisciplinare inclusi anche tutti gli operatori socio-sanitari del nucleo. La fase che va dallaccoglienza PAI dingresso allelaborazione del primo PAI fortemente osservativa, connotata dalla raccolta delle maggiori informazioni possibili e dalla ricerca di canali comunicativi per comprendere e riuscire ad entrare in contatto, in relazione con lospite. In questa fase il ruolo del familiare presente particolarmente importante per la possibilit di attingere al suo patrimonio di conoscenza dellindividualit dellospite. Il primo PAI , ad un mese dallingresso, frutto della precedente fase osservativa ed connotato dalla valutazione che le varie professionalit effettuano non solo delle problematiche da gestire ma soprattutto 3
delle competenze residue e delle possibilit di recupero. Allinterno di queste aree di recupero vengono quindi individuati gli obiettivi ed i conseguenti interventi che si intendono porre in atto per il loro raggiungimento. Il PAI cos redatto, discusso e condiviso viene costantemente aggiornato al variare delle condizioni ed in caso di stabilit delle stesse viene comunque effettuata una sua revisione ogni sei mesi. Come dicevo, per ogni area professionale vengono definiti e monitorati gli obiettivi da raggiungere: LAREA SANITARIA si pone obiettivi di gestione ottimale di un quadro clinico complesso caratterizzato da pluripatologie che determinano una fragilit della stabilit clinica riduzione delle ospedalizzazioni attraverso una rete di collaborazioni esterne con medici specialisti ospedalieri o territoriali che consentono di gestire in regime di accesso ambulatoriale una serie di interventi quali la sostituzione delle cannule tracheostomiche o della PEG, o di gestire attraverso consulenze allinterno della struttura stessa problematiche specialistiche gestione del dolore cronico contenimento del rischio infettivo attraverso una corretta gestione degli ausili medicali ma anche attraverso, dove possibile, la rimozione di catetere vescicale, catetere venoso, PEG. LAREA DELLA RIABILITAZIONE prevede prevalentemente obiettivi di recupero/mantenimento delle competenze motorie e prassiche e di rallentamento dei peggioramenti gestione dei danni secondari e prevenzione dei terziari Rieducazione alla deglutizione Ricerca e/o adattamento di ausili anche tecnologici per favorire le autonomie in collaborazione con i fisiatri dellAUSL e il CAT di Corte Roncati. LAREA ASSISTENZIALE si concentra particolarmente sul ridurre limmobilit/ allettamento effettuando alzate anche molto complesse, come nel caso degli ospiti ventilati o per consentire bagni in immersione che non solo procurano un particolare benessere ma che consentono di effettuare in acqua movimenti non pi possibili altrove. Per incrementare linterazione con lambiente esterno si effettua poi ogni tipo di STIMOLAZIONE, calibrata sulle competenze residue e sul gradimento di ciascun ospite: sensoriale e cognitiva, per chi in grado di svolgerla, solo sensoriale per coloro che sono in uno stato di minore responsivit. Si tratta di stimolazioni con approccio Snoezelen, effettuate anche direttamente in stanza, massaggi , bagni relax con aromaterapia e cromoterapia, Pet therapy, attivit creative, musicoterapia, sedute con lutilizzo di tecniche di Validation Therapy per gli ospiti lucidi affetti da SLA o Sclerosi multipla. In ultimo poi si lavora per offrire occasioni di incontro e relazione allinterno della vita dellintera comunit. Un capitolo a parte, non meno importante e impegnativo per lequipe, rappresentato dal sostegno fornito alla famiglia. Non riteniamo possibile non farcene carico per la fondamentale importanza che essa riveste nella nostra relazione con lospite stesso. Ci vale in maniera ancora pi significativa per questi familiari, particolarmente provati e destrutturati da eventi cos traumatici come quelli che hanno generato la gravissima disabilit. Il percorso verso la costruzione dellalleanza terapeutica familiare-equipe a cui tendiamo non pu che articolarsi a partire dai bisogni di cui il familiare portatore.
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Il familiare di un gravissimo disabile ha bisogno di essere ascoltato e sostenuto nel percorso di elaborazione ed accettazione del trauma e del cambiamento e, a fronte di ci, la psicologa del nucleo effettua colloqui individuali ed incontri di gruppo ha bisogno di condividere il progetto elaborato per il suo caro e di partecipare alle scelte che ne derivano. E questa la ragione per cui sono costanti gli incontri con tutta lequipe o con parte di essa ha bisogno di avere un ruolo nella quotidianit accanto al suo congiunto e di essere partner nel processo di cura. A questo scopo egli viene formato ed addestrato allesecuzione di alcune azioni che vengono chiaramente individuate nel PAI a volte ha bisogno di uscire dallo stato di isolamento causato dalla presenza costante accanto al proprio caro. La nostra comunit favorisce occasioni per instaurare relazioni, per incontrarsi e confrontarsi con altri. Ma non solo: il percorso di crescita della fiducia nei confronti dellequipe e della possibilit di una delega serena dellaccudimento pu portare a ritrovare tempi e spazi di vita dedicati a s. Mi piace concludere tornando a Roberto. In questi sette mesi sono molti i progressi che possono essere riscontrati: si riusciti a risolvere una sindrome dolorosa cronica tramite diagnosi e terapia chirurgica si raggiunto un considerevole aumento ponderale attraverso il consolidamento della capacit di alimentazione per OS, tanto che la PEG ora utilizzata esclusivamente per lidratazione e auspichiamo una sua prossima rimozione sono state mantenute e potenziate alcune autonomie relative alligiene e allalimentazione migliorata la competenza motoria nella deambulazione assistita per cui la passeggiata nella Via della citt della nostra struttura passata da dieci a ottanta metri si ridotto lipertono migliorato il controllo del tronco e si ridotta la scialorrea in conseguenza di una migliore postura seduta In ultimo, sono molte le attivit di stimolazione a cui Roberto reagisce positivamente e con soddisfazione: eccolo con il nostro cane Sara, impegnato con la musicoterapeuta, questo il dipinto da lui eseguito e dedicato alla sua amata Elisabetta con la quale ha di recente sperimentato un rientro a domicilio nel week end.
Casa Residenza per Anziani Centro Polifunzionale Cardinale Giacomo Lercaro Raffaella Ansaloni - ASP POVERI VERGOGNOSI - BOLOGNA Elisabetta Perulli - FAMILIARE Casa Residenza Anziani 68 posti Residenza Protetta 36 appartamenti Centro Diurno Specializzato Demenze 18 posti Nucleo Dedicato Demenze 14 posti Nucleo Dedicato Gravissime Disabilit Acquisite 6 posti PERCHE OGNI PERSONA E ACCOLTA E VALORIZZATA COME UNICA SI INSTAURANO NUOVE RELAZIONI ED AFFETTI E SI POSSONO CONDIVIDERE VISSUTI ED ESPERIENZE LE ATTIVITA QUOTIDIANE CERCANO DI ADATTARSI IL PIU POSSIBILE AI RITMI E ALLE ESIGENZE INDIVIDUALI I FAMILIARI POSSONO STARE ACCANTO AL LORO CARO IN QUALSIASI MOMENTO ED USUSFRUIRE DI SPAZI IN CUI POTER VIVERE IN INTIMITA LA STANZA PUO ESSERE ARREDATA CON OGGETTI E MOBILI PERSONALI
ESISTONO SPAZI ANCHE PER ACCOGLIERE I BIMBI , FIGLI O NIPOTINI UNA CASA PERCHE UN EQUIPE PROFESSIONALE MULTIDISCIPLINARE SI OCCUPA DI SODDISFARE BISOGNI SANITARI, RIABILITATIVI, ASSISTENZIALI,RELAZIONALI ED EFFETTUA UN MONITORAGGIO CONTINUO DELLE CONDIZIONI PSICO FISICHE DELLOSPITE, MODIFICANDO COSTANTEMENTE OBIETTIVI ED INTERVENTI
UN LUOGO PROTETTO metodologia di lavoro basata su approccio olistico alla persona
presa in carico del nucleo familiare
Casa Residenza Anziani ex RSA Equipe formata Infermiere dedicato maggiori standard di personale che garantiscono un lavoro riabilitativo e di cura pi intensivo (DGR. 840/2008 e DGR 514/2009) sostegno psicologico ai familiari ricerca-adattamento ausili tecnologici Nucleo GDA OSPITI ACCOLTI dal 01/10/2010 ad oggi n.12 ventilati; 5; 42% respirazione autonoma; 7; 55% ospiti ventilati 4 3 3 1 1 0 1 2 3 4 5 esiti trauma cerebrale SLA esiti emorragia cerebrale Sindrome Guillain Barr Sclerosi multipla patologie 18 ore settimanali OLTRE 348 ore settimanali presenza IP sulle 24 ore INFERMIERE DEDICATO RESPONSABILE DEL NUCLEO 6 ore settimanali OLTRE 33 sett. CRA MEDICO 11 ore settimanali OLTRE 44 sett. CRA FISIOTERAPISTA 5,5 ore settimanali PSICOLOGO PAI dingresso ACCOGLIENZA E RACCOLTA DATI (visita domiciliare pre ingresso per ventilati) ricerca dei canali comunicativi per entrare in relazione con l'ospite PRIMO PAI ad un mese valutazione delle competenze residue e delle possibilit di recupero obiettivi ed interventi individualizzati per aree AGGIORNAMENTO PAI ad variazione significativa delle condizioni comunque SEMESTRALE verifica del raggiungimento degli obiettivi e loro rimodulazione ospite AREA SANITARIA AREA RIABILITAZIONE AREA ASSISTENZIALE AREA STIMOLAZIONE SENSORIALE COGNITIVA AREA VITA DI RELAZIONE FAMILIARE ASCOLTO E SOSTEGNO NEL PERCORSO DI ELABORAZIONE ED ACCETTAZIONE DEL TRAUMA E DEL CAMBIAMENTO COLLOQUI INDIVIDUALI E PERCORSI DI GRUPPO CONDOTTI DA PSICOLOGA CONDIVIDERE PROGETTO E SCELTE INCONTRI COSTANTI CON LEQUIPE FORMAZIONE E TRAINING OPERATIVI USCIRE DA UNA CONDIZIONE DI ISOLAMENTO TROVARE POSTO ACCANTO AL PROPRIO CARO COME PARTNER DEL PROCESSO DI CURA SPAZI E TEMPI DEDICATI ALLA VITA IN COMUNE E ALLE RELAZIONI Un incidente stradale causato da uno svenimento in moto mentre si recava al lavoro, port Samuel in coma e vicino alla morte. Il pap, Stefano Pelliccioli, non si arrese e dopo il risveglio del figlio dallo stato vegetativo, intraprese un cammino, che dura da oltre 15 anni, che sta portando Samuel verso il ritorno alla vita. Perch questa gioia del ritorno alla vita del figlio non rimanesse solo sua ha fondato lAssociazione Amici di Samuel - onlus, per essere vicina alle persone con disabilit, con particolare riguardo alle vit- time di incidenti e di traumi cra- nici. Diverse sono le iniziative dellassociazione che si reca nelle scuole e universit ed organizza serate dincontro in teatri e piazze per sensibilizzare giovani e non, alla prevenzione degli inci- denti ed alla pru- denza sulle strade, cercando di rendere con- sapevoli i presenti di quanto un drammatico incidente possa coin- volgere, oltre che la vittima stessa, anche la sua famiglia. La AAdS svolge inoltre lattivit di sportello telefonico per chi vo- lesse consulenza sul mondo della disabi- lit. Grazie a numerosi vo- lontari, non sono poche le iniziative lu- diche e culturali a favore di persone disabili, che spesso e volentieri coin- volgono perso- naggi del mondo dello spettacolo e dello sport. LAssociazione ade- risce alla Federa- zione Nazionale Associazioni Trauma Cra- nico ed al CBI (Coordinamento Ber- gamasco per lIntegrazione) e fa parte dei Gruppi di lavoro della Conferenza Nazionale di Consenso sul Trauma Cranico. Maggiori informazioni sono disponibili al sito internet www.amicidisamuel.it email: info@amicidisamuel.it cell. 320/1625430 Puoi sostenere lAssociazione indi- cando nella dichiarazione dei redditi il numero di C.F. 95174810168 Oppure tramite un versamento sul c/c bancario: IBAN:IT30 X0333653941 000000003579 o sul c/c postale: 94692647 Dal coma alla vita LAssociazione Amici di Samuel (AAdS) nata nel 2009, in seguito a un grave incidente stradale in cui rimase coinvolto un ragazzo di ventitre anni di nome Samuel. Samuel stava guidando la sua moto quan- do perse il controllo a causa di uno svenimento provo- cato da una congestione. Poi, i gravi danni cerebrali, il coma tra la vita e la morte per 45 giorni e, dopo un mese, la paresi a met corpo. Paura, delusione, false spe- ranze e la sensazione dabbandono sono state le uniche compagne per un lunghissimo periodo, ma la famiglia non s mai arresa. Il padre, Stefano Pelliccioli, che per seguire il figlio decise di licenziarsi dal lavoro, dopo il suo risveglio dallo stato vegetativo gli sempre stato vicino. Samuel, che oggi ha 37 anni, ha vinto la paresi e cammina autonomamente e, seppur claudicante, par- tecipa alla Stramilano. Ha recuperato la vista, scrive al computer e va a cavallo anche se, a volte, nella sua mente si annida ancora tanta nebbia. Forti di questa esperienza e per far s che la vittoria non rimanesse solo un episodio isolato, la famiglia Pel- liccioli, insieme ad altri genitori, ha dunque deciso due anni fa di fondare lAssociazione Amici di Samuel, oggi punto di riferimento e valido supporto alle vittime della strada e ai loro familiari. LAssociazione si propone di stare vicino alle persone con disabilit, in particolare alle vittime di incidenti stradali e con gravi cerebrolesio- ni (ictus, infarti, aneurismi, etc..) spiega Stefano Pelliccioli -. Inoltre, il nostro obiettivo di stare al fian- co delle famiglie delle vittime per aiutarle ad affrontare senza arrendersi mai un mondo nuovo, quello delle per- sone con disabilit. La AAdS offre infatti assistenza morale alle famiglie e, tramite professionisti convenzio- nati, svolge un servizio di consulenza fiscale e legale. Grazie ai volontari dellAssociazione - continua Pel- liccioli - creiamo iniziative che coinvolgano le persone vittime di incidenti e che consentano loro di vivere una esistenza pi serena possibile. Dal 1999 Samuel e il pap Stefano raccontano questa loro avventura recandosi nelle scuole, negli istituti e nelle universit, e organizzando incontri in teatri e piaz- ze anche fuori i confini della Lombardia e dellItalia. Lo scopo quello di sensibilizzare i giovani e non alla pre- venzione, e renderli consapevoli di quanto un drammati- co incidente possa coinvolgere e sconvolgere la vita di unintera famiglia. Sono tanti anche i programmi televi- sivi a cui Samuel e Stefano hanno partecipato per por- tare la loro testimonianza: dai Fatti Vostri, a Verissimo, Uno Mattina, TG 3, Porta a Porta. E poi la nomination al Premio Europeo Silver Awards Roses di cui stato insi- gnito il padre di Samuel; laudizione al Parlamento Europeo per sensibilizzare sullargomento 24 parlamen- tari; la partecipazione a Venezia al Convegno Europeo 2010 e la presenza nei Gruppi di Lavoro della Conferenza Nazionale sul Trauma Cranico sono la conferma della giu- stezza del percorso iniziato. Nel 2010, in occasione della Giornata nazionale per la Ricerca sul Trauma Cranico, tenutasi la prima volta in Italia proprio a Bergamo su iniziativa della Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico di cui Pelliccioli vicepresidente, stato 2 Amici di Samuel, la mission di un padre La onlus il risultato di un lungo cammino iniziato circa dieci anni fa. Da allora, Stefano Pelliccioli e suo figlio Samuel sono diventati promotori di un progetto educativo per la sicurezza stradale, che continua ancora oggi. Obiettivo, sensibilizzare i giovani alla prevenzione, aumentando le conoscenze e il grado di consapevolezza sulle cause e le conseguenze di un incidente stradale. Nel rispetto della propria vita e di quella altrui di Alessia Furia L Samuel Pelliccioli presentato il suo libro, Domani si parte domani si parte, con la prefazione del Cardinale Tonini e la coper- tina disegnata da Dario Fo. La mia attivit a tempo pieno quella di portare in giro per lItalia e lEuropa la testimonianza di un padre che non avrebbe mai scoperto di amare cos tanto il proprio figlio Samuel se la morte non avesse cercato di portar- glielo via. Da allora questo dramma immenso, a cui for- tunatamente sono riuscito a resistere, si trasformato in una fonte di energia e risorsa per me e per tutti quelli che vivono la mia stessa situazione. Un destino crudele che il pap di Samuel vive come una vera e propria mission da ben 15 anni, anche nel ten- tativo di spegnere l'oscurantismo che grava sul mondo degli incidenti stradali. Quaranta miliardi all'anno il costo degli incidenti in Italia, con alcune migliaia di vite perse e 20.000 persone che ogni anno, al risveglio dal coma, trascorrono il resto della propria vita con gravi danni cerebrali, alla ricerca di una identit perduta. Inoltre, la carenza di strutture ad hoc per il recupero di potenzialit residue (cognitive, comportamentali e caratteriali), rendono difficile, se non impossibile, il recupero a coloro che riescono a sfuggire alla morte. In Italia oggi mancano strutture specializzate con equipe multidisciplinari di neuropsicologi, psicologi, fisioterapi- sti, logopedisti ed esperti di problemi neurologici. Il dramma pensa Pelliccioli - che la sanit italiana pre- senta strutture che non sono preparate ad accogliere, trattare e riabilitare i pazienti che escono dallo stato comatoso o vegetativo. I pochi centri italiani specializ- zati nel trattamento delle lesioni cerebrali trattano tera- pie limitate ai fini del recupero. Spesso si tratta di tera- pie e farmaci con costi elevati, che gravano ancora trop- po sulle spalle delle famiglie delle vittime senza appor- tare risultati significativi dal punto di vista della riabili- tazione. Questo il tragico bilancio - continua Pelliccioli a cui si aggiunge un altro problema fonda- mentale in Italia: la mancanza di una cultura diffusa della sicurezza stradale tra gli adulti e ancor pi tra le nuove generazioni. A tale proposito lAssociazione Amici di Samuel il risultato di un lungo cammino intrapreso da Stefano e dal figlio dieci anni fa: da allora sono diventati promotori di una campagna educativa e forma- tiva che continua ancora oggi. Gran parte dei program- mi di prevenzione sono tradizionalmente centrati sulla descrizione meticolosa dei danni di un comportamento scorretto, partendo dal presupposto che la paura dovreb- be scoraggiare scelte dannose. Ma la pratica ha ampia- mente dimostrato l'inefficacia di questo approccio: partendo allora da questo presupposto che abbiamo costruito un progetto pilota sperimentale che, con una storia di morte trasformatasi in un inno alla vita, per- mettiamo agli ascoltatori di diventare consapevoli del prezzo da pagare qualora il destino bussasse alla loro porta. Il progetto coinvolge i ragazzi dell'ultimo anno scolastico, che la fascia di et in cui risultano essere sufficientemente maturi per comprendere la gravit di alcuni comportamenti ma ancora suscettibili al cambia- mento. Tentiamo non soltanto di informarli, ma di coin- volgerli operativamente in attivit di studio e ricerca, nelle speranza di promuovere un processo di crescita atta a prevenire comportamenti a rischio. Nei vari incontri ci sono obbiettivi diversificati che, par- tendo dal fornire informazioni sulle cause e le conse- guenze di un incidente stradale, sviluppi la consapevo- lezza del problema e la percezione del pericolo. Ci sti- mola un cambiamento di abitudini, aumentando le cono- scenze sui rischi, e porta i ragazzi ad acquisire coscien- za del problema e di riflesso a tenere comportamenti pi consoni al rispetto della propria vita e di quella altrui. Gli incontri formativi, della durata di due ore, prevedono una prima parte didattica supportata dalla proiezione di un video che mostra gli effetti della droga, dellalcool e i pericoli che ne conseguono. Una seconda parte, inve- ce, incentrata sullascolto della voce di Samuel che 3 S i c u r e z z a n e w s Samuel con il pap Stefano Pelliccioli pronuncia le prime parole al risveglio dal coma. I pre- senti rimangono coinvolti emotivamente fino a immede- simarsi nel protagonista - conclude il padre di Samuel - . Riteniamo che, aumentando le conoscenze reali sui rischi di un incidente stradale, ci si senta pi motivati a tenere comportamenti consoni quando si alla guida. Nell'anno scolastico appena concluso si sono svolti da nord a sud Italia, toccando la Sicilia, la Sardegna, la Puglia e il Piemonte, 21 incontri formativi presso scuo- le, istituti e universit. Nel 2010 lUniversit degli Studi di Bergamo, in occasione della giornata nazionale sulla ricerca del Trauma Cranico, ha presentato unindagine sociologica basata sui questionari che gli studenti com- pilano al termine degli incontri formativi. Profonde emo- zioni e forti sensazioni suscitate dallascolto della voce di Samuel portano gli ascoltatori a immedesimarsi nel ragazzo, una esperienza che, secondo la ricerca, aumen- terebbe il grado di consapevolezza sulle conseguenze che un comportamento errato potrebbe provocare quan- do si alla guida della propria vettura. I Per informazioni: UO Polizia Locale e Interventi Integrati per la Sicurezza Alessandro Bordonaro Tel.: +39 02 67654621 4 La rappresentazione teatrale della storia di Samuel A.I.F.V.S., Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus La presenza dellAssociazione su tutto il territorio nazionale tramite le numerose sedi locali, pi di 120, permette unampia diffusione della voce delle vittime della strada e dei loro familiari e, nel contempo, ne arricchisce le azioni e le proposte, vagliate o elaborate dal consiglio direttivo e dai suoi gruppi di lavoro. Sono tante le vittime delle strade italiane: 300.000 sono i feriti e oltre 20.000 i disabili gravi prodotti da questa guerra non dichiarata. Numeri che il Parlamento Europeo ha chiesto allItalia di ridurre del 40% in dieci anni. Ogni incidente grave, inizia un doloroso ed estenuante iter legale che dovrebbe portare alla individuazione delle responsabilit, alla punizione dei responsabili con pene commisurate alla gravit dei loro reati, e ad assicurare alle vittime e ai loro familiari un risarcimento equo. Lassociazione diven- ta lo strumento per fermare la strage e affermare il diritto alla vita e alla giustizia. LONU, nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada il 15 novembre 2009, ha invitato a dare rilevanza socia- le alla gravit della strage stradale affinch non sia sottovalutata. A questo scopo lAIFVS ha chiesto agli enti loca- li, nel cui territorio operano le proprie sedi, di illuminare un monumento significativo nella ricorrenza della Giornata del Ricordo: la metafora della luce vuole esprimere sia il bisogno di accendere i riflettori su una strage dimenticata e sostenuta dalla sottovalutazione del reato e del danno, sia la necessit di risvegliare alla radice il senso di responsabilit, che luce per ciascuno di noi e che deve qualificare non solo il comportamento di chi guida, ma anche di chiunque operi nelle istituzioni o nelle aziende e a tutti i livelli. Anche Regione Lombardia, con l.r. 7/2010 ha istituito la Giornata regionale della sicurezza stradale, prevedendo che, in concomitanza con la giornata mondiale delle vittime della strada - siano realizzate iniziative dedicate, sia per celebrare la memoria delle vittime della strada sia per incrementare la cultura della sicurezza stradale con una particolare attenzio- ne ai giovani, e con il coinvolgimento diretto delle Polizie locali. B asta un soffio per cambiare il corso di una vita, per ridisegnarne le priorit e definirne gli obiettivi. Stefano Pelliccioli, il 16 Febbraio 1996 ha potuto vedere quel soffio negli occhi di suo figlio Samuel, vittima di un inci- dente sulla strada che gli ha quasi tolto la vita, dandogliene in pochi minuti una seconda. La caduta dalla moto a causa di una congestione ha scollegato Samuel dalla sua esistenza, complici danni cere- brali e neurologici devastanti che lo hanno portato ad affrontare una strada tortuosa, in cui le salite tolgono il fiato e anche le discese sono pericolose. A so- stenerlo e guidarlo in questo percorso, lamore tenace di sua madre e la forza di suo padre, capace di trasformare la sua storia di dolore e di sofferenza in un inno alla vita e in una occasione per dare spe- ranza a quanti vivono altri black out. Anche grazie a questa caparbiet oggi Samuel, claudicante, con un braccio rat- trappito e ancora tanta nebbia anni- data nella sua mente, sta riscoprendo mondi che nemmeno ricordava: leggere in francese, giocare al computer o an- dare a cavallo sono rivoluzioni che vanno celebrate come miracoli di fede. La stessa che da 16 anni sorregge il padre Stefano, instancabile nel creare iniziative per rendere consapevoli i pi giovani e le loro famiglie delle implicazioni della disabilit. Dare forza e speranza a chi lotta ogni giorno per ridare la vita al pro- prio figlio una missione che conta sul contributo emotivo - ed economico - di quanti vi sono coinvolti e che raramente trova nelle istituzioni dei bastoni a cui reggersi lungo il sentiero. La storia di Sa- muel diventa cos il mezzo per formare ed informare, grazie anche a una ricca documentazione bibliografica, confluita in progetti capaci di volare al Parlamento Europeo ed in una tesi di laurea arrivata a Bruxelles. D. LAssociazione Amici di Samuel il contenitore di una serie di inizia- tive di ampio respiro che fanno del rendere consapevoli il loro centro. Dopo un cortometraggio che in 12 minuti visualizza i 12 anni vissuti da Samuel per vedere la luce dopo il buio del coma, ora il racconto affi- dato ad un libro. R. Domani si parte... domani si parte, prima frase che Samuel riusc ad artico- lare risvegliandosi dal coma, salvo poi ri- piombare in un altro lungo silenzio di 2 anni, racconta di una storia di morte tra- sformatasi in celebrazione della vita. Le emozioni, le paure, le lotte iniziate 16 anni fa si trovano nelle sue pagine, che vorrebbero essere daiuto a tutti coloro che, vivendo una storia analoga, hanno bisogno di speranza e di fiducia nel fu- turo. Un atto damore puro che ha con- tato anche su altri doni daffetto, come la prefazione del Cardinal Tonini e il di- segno della copertina regalatogli da Dario F. Questo libr per solo una tessera di un mosaico che sto ancora componendo. D. A fare da collante ai tasselli di questo puzzle la sua energia posi- tiva: il libro gi alla seconda ri- stampa nonostante non abbia potuto contare su alcun supporto di distribuzione... LOSPITE: STEFANO PELLICCIOLI Nel nome di mio figlio Samuel Basta un soffio per cambiare il corso di una vita, per disegnare nuove priorit e per definire nuovi obiettivi
Il disegno realizzato e regalato da Dario F
per la copertina del libro Domani si parte... Domani si parte Associazione Amici di Samuel R. Nonostante sia acquistabile solo ri- chiedendolo per telefono o per email sul sito dellAssociazione Amici di Samuel, molti i riconoscimenti ricevuti da questa opera. Affiancata da un DVD LIVE con le immagini reali dal buio del coma alla luce del ritorno alla vita unita a 22 foto- grafie a colori e ad un documento audio con le prime parole di Samuel alluscita del suo tunnel, il libro ha ottenuto la no- mination al Premio Europeo Silver Awards Roses di Bruxelles, il Premio Il Samaritano a Venezia, Il San Silve- stro in Sicilia ed il Premio Bont citt di Bergamo. D. Il suo valore va per oltre i rico- noscimenti istituzionali. Domani si parte... domani si parte apre una porta importante su progetti di ri- cerca. R. I proventi raccolti dalla vendita del libro attraverso il sito Amici di Samuel, sono stati devoluti per finanziare una borsa di studio della FNATC (Federazione Nazionale Associazioni Traumi Cranici) per la ricerca sui Traumi che vede coin- volte lUniversit degli Studi di Udine e lIstituto di Ricerca Nazionale Gervasutta di Udine. Abbiamo ritenuto importante investire in questa direzione nella spe- ranza che con il nostro contributo venga aggiunto un altro importante tassello per completare il mosaico di chi soffre delle stesse patologie di Samuel. Ogni anno sono ben 24.000 le vittime di gravi inci- denti stradali che hanno un costo di 41 miliardi per la Societ, senza considerare il costo che le famiglie, divenute a loro volta disabili. D. Un obiettivo che rende meno fati- cosa anche la sua salita... R. Nonostante gli innegabili momenti dif- ficili, nel nome di mio figlio la fatica si an- nulla ed il sogno iniziale di riportare, mio figlio Samuel, ad un livello di vita degno di tale nome, si fa sempre pi reale. Per ulteriori informazioni www.amicidisamuel.it tel. 320/1625430
Venerd 11 Ottobre 2013
CON NOI E DOPO DI NOI
Villa Pallavicini - Via M. E. Lepido, 196 - Bologna
1Workshop NAZIONALE Istituto Petroniano Studi Sociali Emilia Romagna
Assistenza e presa in carico delle persone in stato di minima responsivit tra SUAP e domicilio. Aspetti sanitari, etico- giuridici, gestionali e sociali.
IVANA CANNONI Presidente Associazione Toscana Vicepresidente nazionale FNATC Come costruire reti di solidariet per persone in stato di minore responsivit: presentazione di alcuni casi Il concetto di rete, in una grave cerebrolesione acquisita, pu essere usato efficacemente in quanto rende bene lidea della complessit dei sistemi sanitari. Lobiettivo di una rete assistenziale quello di essere uno strumento per soddisfare le esigenze e le aspettative delle famiglie. Costruire, quindi, una rete sociale nel territorio vuol dire dare una risposta ai tanti bisogni. Come costruire reti di solidariet per persone in stato di minore responsivit.
Una rete attiva nel territorio.
Dobbiamo quindi sottolineare il contributo essenziale delle Associazioni nella realizzazione di una Governance adeguata nel territorio tra ospedale e vita autonoma, domicilio e servizi.
Il ruolo delle associazioni diventa allora importante per costituire quel momento di incontro, di rappresentativit e di confronto tra mondo sanitario e mondo sociale;
Informare e sostenere le famiglie in modo chiaro e appropiato Promuovere la collaborazione con le Istituzioni per offrire opportunit e mezzi ai bisogni specifici di queste persone
Fare attraverso azioni di rappresentanza e di promozione gli interessi dei pazienti disseminando informazioni e danno voce ai bisogni delle persone e delle famiglie
Collaborare con le societ medico scientifiche e partecipare come rappresentanti dei bisogni espressi dalle famiglie nei tavoli istituzionali
Essere un punto dinformazione e di riferimento in cui le famiglie possono avere un aiuto immediato ed essere sostenute nel lungo percorso riabilitativo.. Tra i Familiari il problema pi ricorrente la mancanza di una presa in carico da parte dei servizi sanitari e sociali, hanno quindi difficolt nellorientarsi nel sistema sanitario per cui: Il ruolo delle associazioni A) attivit formative specifiche con il coinvolgimento attivo dei famigliari e dei care giver, attraverso modalit strutturate che si basino sui principi della TPE, finalizzate a migliorare la valorizzazione del loro punto di vista nella gestione quotidiana e le loro capacit di autogestione della disabilit del proprio caro. B) intercettare i bisogni e comprenderli nelle loro priorit, saper essere propositivi per dar voce a chi non ha voce. C) raccogliere risorse intorno a questi bisogni facendo rete (centri diurni, cooperative, case famiglia ..) D) sperimentare modelli di intervento innovativo con la collaborazione delle famiglie e della comunit scientifica sollecitando un confronto con le Istituzioni per la realizzazione di percorsi comuni. E) far conoscere le procedure per l'amministrazione di sostegno che non sono consolidate a livello unitario per tutte le zone. Come costruire reti di solidariet per persone in stato di minore responsivit La Famiglia un utente ma anche una risorsa importantissima, da supportare e coinvolgere in: Lo scopo comune a tutte le Associazioni di migliorare la qualit della vita delle persone colpite da cerebrolesione acquisita e dei loro familiari attraverso delle MODALIT che devono essere omogenee per tutte le condizioni di disabilit. Nel 1998 16 Associazioni danno vita al COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI SOSTENERE le strutture che affrontano i problemi delle persone e delle famiglie colpite da Grave Cerebrolesione acquisita - Patrocinare e promuovere progetti di ricerca; INFORMARE sulle realt sanitarie/riabilitative pi vicine e pi adatte ad ogni paziente; sulle conseguenze di un trauma attraverso campagne di sensibilizzazione e unattenta raccolta dati a livello nazionale; COORDINARE le varie realt locali per condividere la progettualit, le informazioni e le conoscenze presenti nel territorio nazionale ed europeo; SOLLECITARE la creazione di strutture post- intensive e neuro-riabilitative; unassistenza domiciliare altamente specialistica; il reinserimento lavorativo e sociale delle persone con esiti di grave cerebrolesione acquisita. Nel 2005 NASCE LA FEDERAZIONE NAZIONALE ASSOCIAZIONI TRAUMA CRANICO FEDERAZIONE NAZIONALE ASSOCIAZIONI TRAUMA CRANICO Fare Rete con le societ scientifiche SOSTENERE LA RICERCA Difendere i diritti PROMUOVERE PERCORSI DI AUTONOMIA CORSI DI FORMAZIONE PONTE DI COMUNICAZIONE Ruolo della Federazione PUNTO DI INFORMAZIONE Assistenza alle famiglie Rapporti Istituzionali Applicazione delle linee guida per le GCA Gruppi di Auto- Mutuo-Aiuto CONVEGNI LA RETE delle Attivit Nazionali 1. LIBRO BIANCO DELLE ASSOCIAZIONI 2. LIBRO BIANCO DEI MEDICI 3. PIANO DI INDIRIZZO SULLA RIABILITAZIONE (Approvato dalla Conferenza Stato Regioni 10/02/2011) 4. DOCUMENTO DI INDIRIZZO PER GLI STATI VEGETATIVI E DI S.M.C.(Accordo tra Governo, Regioni, Province e le Autonomie locali 5 maggio 2011) 5. CENSIMENTO DEI CENTRI ITALIANI per il coma e la neuro -riabilitazione delle persone con Gravi Cerebrolesioni Acquisite, tramite la realizzazione di una scheda per la raccolta di dati sulle strutture esistenti in Italia. (Accordo SIMFER e FNATC) 7 giugno 2010 Il punto sugli Stati vegetativi: il Libro Bianco delle associazioni e il documento della commissione scientifica MINISTERO DELLA SALUTE
5 maggio 2011 (GU n. 126 del 1-6-2011 ) Accordo tra Stato, Regioni, Provincie autonome di Trento e Bolzano e gli enti locali sul documento Linee di indirizzo per lassistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza PUNTI PRINCIPALI: 1) condividere con le associazioni le azioni e i progetti previsti; 2) si devono prevedere modalit adeguate di informazione e comunicazione con la famiglia; 3) promuovere a livello nazionale e regionale adeguate forme di consultazione con le associazioni dei familiari; 4) la soluzione individuata dai servizi va condivisa con la famiglia; 5) promuovere iniziative e interventi per il monitoraggio della qualit dellassistenza erogata. Lettera del Ministero della Salute del 27.01 2012 alle Federazioni di Associazioni Agli Assessorati alla Sanit delle Regioni ogg: accordo 5 maggio 2011 linee di indirizzo per lassistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza individuazione di un referente regionale per le associazioni dei familiari Accordo tra Stato - Regioni del 22 novembre 2012 (allegato B tab 1) si introduce un vincolo di 20 milioni di euro imputati alla quota vincolata per la Non autosufficienza, da destinarsi a progetti che assicurino la presa in carico dei pazienti in Stato Vegetativo
Il Ministro Balduzzi con decreto del 9/11/2012 Istituisce un Tavolo di lavoro per lassistenza alle persone in Stato Vegetativo e Stato di Minima Coscienza Come costruire reti di solidariet per persone in stato di minore responsivit. FINALITA DEL TAVOLO fornire conoscenze e proposte per incentivare lo sviluppo di reti regionali assistenziali, individuando a tal fine strumenti per il monitoraggio e per il sostegno alle attivit svolte da tali reti. La Federazione e le CONSENSUS CONFERENCE. La SIMFER Societ Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa) ha promosso in collaborazione con la FNATC 3 Consensus Conference sullorganizzazione dei percorsi di cura dallospedale al territorio. S.I.M.F.E.R. Sezione T.C.E. SIENA 19/20 FEBBRAIO 2010 I Conferenza Nazionale di Consenso sulla Riabilitazione Neuropsicologica delladulto Bologna 06/10/2012 1^ CONFERENZA NAZIONALE DI CONSENSO PROMOSSA DALLE ASSOCIAZIONI Se da una parte il dovere della riabilitazione quello di aderire il pi possibile a criteri di scientificit, dallaltro necessario fornire elementi di efficacia e sicurezza ai pazienti e ai familiari sulle procedure attuate lungo tutto il percorso di presa in carico in accordo con chi rappresenta le famiglie. Associazione Maria Gioia - PISA 22/23 MAGGIO 2009 1 CONSENSUS CONFERENCE Medico Giuridica Nazionale FNATC AIMA ALICE AITA LA RETE Associazione "Gli Amici di Luca" Onlus LA RETE DEI CENTRI RIABILITATIVI IN ITALIA PIEMONTE 5 LOMBARDIA 13 VENETO 5 FRIULI 2 EMILIA ROMAGNA 9 LIGURIA 6 TOSCANA 4 UMBRIA 3 MARCHE 2 LAZIO 2 ABRUZZO 1 CAMPANIA 1 CALABRIA 1 SICILIA 2 SARDEGNA 2 PUGLIA 1 Val dAosta Trentino Molise Basilicata = 0 LA RETE NELLE ATTIVITA DELLE ASSOCIAZIONI CONCORSO Uno slogan per la vita
Progetto di informazione e di educazione alla sicurezza stradale, sulle conseguenze di un trauma cranico per una guida sicura e consapevole, mirato alla riduzione degli Incidenti Stradali. rivolto ai ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori CASA AZZURRA Il lavoro di cura con: la persona, i suoi familiari e il loro sistema di appartenenza
ATTIVIT NAZIONALE e ATTIVITA DELLE ASSOCIAZIONI: Centri diurni
Formazione volontari, alloggio protetto, centro diurno e in fase di ultimazione una zona residenziale per persone con disabilit acquisita. CENTRO SOCIO EDUCATIVO CESARE CARABELLI Come costruire reti di solidariet per persone in stato di minore responsivit. La gestione del Centro affidata a Cooperativa di tipo A che fin dagli anni 90 ha indirizzato i suoi servizi a persone con esiti da coma e gestisce anche un servizio per la formazione allautonomia. Progetto sperimentale di integrazione socio/sanitaria
Struttura realizzata dal Comune di Roma/Asl su un progetto dellAssociazione Risveglio supportato dalla Federazione Nazionale Associazioni T.C.
7 posti: 5 residenziali, 2 di transito/sollievo Casa Iride: Per accogliere Persone in Stato Vegetativo Il dopo di noi Un domicilio con il supporto socio/sanitario Destinata ad ospitare Persone la cui situazione Socio-economica non consente un rientro al proprio domicilio Il familiare fortemente coinvolto nella cura del congiunto Il ruolo dellAssociazione Risveglio nella realizzazione e nella gestione Un modello di riferimento nazionale DESTINATARI 12 persone con esiti di Grave Cerebrolesione Acquisita prive di rete familiare. CENTRO RESIDENZIALE E ATTIVITA DIURNE COSTO TOTALE DEL PROGETTO: 1.200.000 Euro
PROGETTO LA ROCCA Associazione Brain Vicenza La rete A.TRA.C.TO. Onlus in Toscana
Accoglienza alla famiglia; Percorsi di riabilitazione sociale; Gruppi con le famiglie; Corso di teatro-terapia; Corsi di formazione specifici; Uscite di gruppo; Testimonianze nelle scuole; Reinserimento al lavoro Regione Toscana Progetto AURORA della Fondazione Cardinal Maffi di Cecina
Avvio di una sperimentazione in strutture dedicate: 10 p.l. per un servizio di assistenza e di riabilitazione per persone in stato vegetativo in collaborazione con lASL 6 di Livorno ed in convenzione con lAssociazione ATRACTO Onlus con lobiettivo di una presa in carico globale attraverso: laccoglienza che impegna al rispetto, allascolto, alla considerazione ed alla cordialit verso le persone con disabilit e le loro famiglie, in modo da soddisfare, per quanto possibile, le loro esigenze ed aspettative, personalizzando ed umanizzando il trattamento. e la valorizzazione della persona che impegna a riconoscere le capacit, le doti e le risorse che ciascuno ha.
Via Montanara, snc 57023 Cecina Livorno Tel.0586.635115 Regione Friuli -Venezia Giulia REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DEL FONDO FINALIZZATO AL SOSTEGNO A DOMICILIO DI PERSONE IN SITUAZIONI DI BISOGNO ASSISTENZIALE A ELEVATISSIMA INTENSITA', DI CUI ALL'ART. 10, COMMI 72-74, DELLA LEGGE REGIONALE 30 DICEMBRE 2008, N. 17 (LEGGE FINANZIARIA 2009). Art. 2. Beneficiari 1. Beneficiari dei contributi finanziati dal Fondo sono le persone in condizione di grave disabilit trattate a domicilio, che necessitano di un'assistenza integrata, continua per ventiquattro ore su ventiquattro e di elevatissima intensit a favore di persone con: a) gravissime cerebrolesioni, conseguenti a danno cerebrale di origine traumatica o di altra natura che ha determinato una condizione di coma, pi o meno protratto, a cui sono conseguite disabilit sensoriali, motorie, cognitive e comportamentali permanenti e di norma associate a stato vegetativo o di minima coscienza che condizionano un quadro di totale non autosufficienza. Inserimento nella rete europea del BIF (brain injury family) www.associazionitraumi.it GRAZIE PER LATTENZIONE BOLOGNA - 11.10.2013 1 Sede: Villa Pallavicini Via Marco Emilio Lepido, 196 40132 Bologna www.insiemepercristina.it 2 Fondazione Ges Divino Operaio 40132 Bologna Via M. E. Lepido 196 Tel. : 051 / 64.18.800 Fax: 051 / 64.18.806 E-mail: segreteria@fondazionegdo.it ASSOCIAZIONE INSIEME PER CRISTINA ONLUS Sede: Villa Pallavicini Via Marco Emilio Lepido, 196 40132 Bologna www.insiemepercristina.it L'Associazione "INSIEME PER CRISTINA ONLUS" dedicata a Cristina Magrini, nata a Bologna il 5 Gennaio 1966 e in data 18 novembre 1981 stata vittima di un incidente stradale, che procurandole una serie di lesioni gravissime, lha ridotta in coma, e successivamente in stato vegetativo. Romano Magrini , il pap, in pensione da quel lontano 18 novembre del 1981, quando, a Bologna, la quindicenne Cristina venne investita sotto casa mentre, sulle strisce pedonali, correva dalla mamma a raccontarle che aveva preso un bel voto. Da quel giorno la ragazza in coma, mentre il padre non ha cessato di assisterla, giorno e notte, specie dopo che nel gennaio 1992 ha perso la moglie, Franca Gandolfi, stroncata da un tumore. Io vivo per mia figlia - dice Magrini - Non conosco il riposo, lo svago ne' il mondo esterno se non attraverso la Tv. Ma io sono arrivato. Ho gi molti anni e questi passati a fare il medico, l'infermiere, il fisioterapista, l'autista, il cuoco ed il padre valgono almeno il doppio. Io morir. E mia figlia che fine far? ASSOCIAZIONE INSIEME PER CRISTINA ONLUS Sede: Villa Pallavicini Via Marco Emilio Lepido, 196 40132 Bologna www.insiemepercristina.it 3 Cristina Magrini luned 5 dicembre 2011 viene insignita della cittadinanza onoraria dal Comune di Bologna, riconoscimento conferito di solito a personalit che hanno onorato con la loro presenza la citt di Bologna. LAmministrazione Civica ha cos trasmesso un messaggio preciso: anche quando la vita vissuta nel mistero resta comunque una vita degna e quindi essa pure una ricchezza per la societ. Il 4 ottobre 2012 Cristina viene accolta a Villa Pallavicini, nel complesso abitativo del Villaggio della Speranza. Questo Villaggio sorto su iniziativa di Mons. Giulio Salmi allinterno degli spazi di Villa Pallavicini ed stato concepito come complesso abitativo per anziani in condizioni di necessit integrato dalla presenza di giovani sposi. E stato inaugurato il 4 ottobre 1993 alla presenza del Presidente della Repubblica On. Oscar Scalfaro ed stato assunto dalla Chiesa Bolognese come segno permanente del VII Congresso Eucaristico Diocesano. 4 Il Villaggio della Speranza Bisogna Far amare la vita anche quando si avvicina il tramonto Amicizia e solidariet tra anziani, tra anziani e giovani coppie, perch ogni agglomerato abitativo si trasformi in famiglia di famiglie Solidariet tra generazioni e incontro fra culture diverse Questi i numeri: 126 famiglie per complessivi 304 abitanti di cui oltre 100 sono minorenni. 72 famiglie composte da 1 persona,14 con due persone, 6 con 3, 18 con 4, 4 con 5, 5 con 6, 3 con 7, 3 con 9, 1 con 10. La maggior parte degli anziani ha oltre 80 anni. 20 sono le famiglie di origine non italiana. 5 Riconoscendo in ogni essere umano, senza distinzione di et, di sesso o di condizioni di salute, un valore originario in quanto persona, recante l'immagine di Dio e vedendo nelle persone pi provate dalla sofferenza un richiamo alla croce di Cristo, con lintento di promuovere nella societ civile e nella comunit cristiana una mentalit di accoglienza e impegni concreti a favore delle persone in stato vegetativo o di minima coscienza e delle loro famiglie il 31 maggio 2012 viene costituita lAssociazione INSIEME PER CRISTINA ONLUS ASSOCIAZIONE INSIEME PER CRISTINA ONLUS 6 Il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Comune e la accoglienza di Cristina in una struttura della Chiesa bolognese sono segno della attualit di una feconda collaborazione fra le diverse Istituzioni che a Bologna sempre stata viva. Per quanto riguarda il mondo di Cristina non stato facile avviare questa collaborazione in quanto esistevano solo indicazioni e normative ma non modelli concreti. Non tutti i problemi sono stati risolti. Per alcuni si sono cercate strade alternative. Tuttavia la buona volont degli Enti Pubblici e del Privato e il vigile interessamento della Associazione permettono ora una dignitosa assistenza a Cristina e aprono le porte per una possibile permanenza di Cristina in una famiglia di famiglie anche quando si aprir la fase del Dopo di Noi Il cammino appena iniziato. Venerd scorso la permanenza di Cristina ha compiuto un anno. Ora si sta prendendo in considerazione la possibilit di dare a Cristina una sorella o un fratello e chiss perch no? pi di uno. 7 Sar un piccolo segno. Non certamente la soluzione completa di uno dei pi gravi problemi che assillano la nostra citt. Ma qualcosa che si muove (Don Giulio) Il Villaggio della Speranza GRAZIE! Polisportiva Villa Pallavicini e Casa Accoglienza per Lavoratori Qui abita Cristina CIM Capolinea Autobus
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Il ruolo delle associazioni che rappresentano i familiari di Fulvio De Nigris direttore Centro Studi per la Ricerca sul Coma Gli amici di Luca membro Tavolo Stati Vegetativi e minima coscienza Ministero della Salute
2 Essere in coma abitare un luogo irraggiungibile dove lindividuo su un pianeta altro ed collegato da un filo di speranza che puo permettere il suo ritorno. Ma torner? Nellipotesi, nella speranza che ritorni lambiente dellaccoglienza deve essere umanamente caldo, rassicurante familiare e quindi con qualche segno di riconoscimento. Il riconoscimento per il ritorno importante e pu avvenire da una luce sfumata, da una macchia, da unombra, da un piccolo gesto da un suono, da una voce Andrea Canevaro pedagogista 4
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6 Disegni di Pietro Scarnera dal libro Diario di un addio 7
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10 il coma e' una malattia del nostro tempo, che coinvolge tutta la societ. Bisogna far dialogare: chi sa di coma (le professionalit sanitarie e non) chi vive il coma (le famiglie e le associazioni che le rappresentano) 11 1 -Clinica Quarenghi San Pellegrino Terme Associazione Genesis 2 - Villa Elena Genova Associazione Rinascita e Vita 3 - Casa dei Risvegli Luca De Nigris Bologna Associazione Gli amici di Luca 4 - Casa Dago Roma Associazione Arco 92
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13 Ministero della Salute Seminario permanente sugli stati vegetativi e di minima coscienza Vi.Ve Vita Vegetativa 14
Prima Conferenza Nazionale di Consenso delle Associazioni che rappresentano i familiari che accudiscono un proprio caro in coma, stato vegetativo, minima coscienza e grave cerebrolesione acquisita (www.conferenzaconsensoassociazioni.it) Bologna 6 ottobre 2012
Coma malattia della famiglia Let si sta innalzando (45 anni) Abbiamo ragazzi di 15/20 anni che vanno in coma Abbiamo genitori in coma che lasciano minori e adolescenti in balia della vita Non abbiamo un adeguato percorso psicologico di assistenza integrato Anche oggi si pensa che coma=morte 16 RIVENDICHIAMO FATTORI DI QUALITA NEI PERCORSI DI CURA E NEI MODELLI ASSISTENZIALI
NELLACCREDITAMENTO DEI SERVIZI, NELLA TUTELA DEI DIRITTI NELLA CORRETTA COMUNICAZIONE TRA SANITARI, FAMIGLIARI E ASSOCIAZIONI 17
Applicazione delle Linee di indirizzo per l'assistenza alle persone in stato vegetativo e di minima coscienza ratificate nel maggio 2011 dalla conferenza Stato Regioni e coinvolgimento delle Associazioni nelle valutazioni del monitoraggio dellapplicazione a livello regionale.
Coinvolgimento dei familiari da parte dalle strutture sanitarie
Le Associazioni sono partner delle istituzioni (direzioni aziende sanitarie e amministrazioni locali) e continuano il lavoro di confronto con il Ministero della Salute per il tavolo sugli stati vegetativi e di minima coscienza e per la promozione della Giornata nazionale degli stati vegetativi (9 febbraio).
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La Casa dei Risvegli un importante progetto socio sanitario direttore Prof. Roberto Piperno
19 Luoghi di cura, luoghi di vita 20 21 Destinatario del processo riabilitativo
PERSONA CON GCLA NUCLEO FAMILIARE RELAZIONI AMICALI SISTEMA PERSONA 22 il risveglio del familiare lacquisizione di consapevolezze e competenze Lunione con la citt per il rientro al suo interno Lobiettivo di conquistare la propria normalit
23 modello famiglia dobbiamo imparare a coabitare con tante realt diverse, tante famiglie hanno esigenze e compiti pratici diversi, con particolari responsabilit e una propria routine giornaliera, con attivit determinate da priorit e da risorse disponibili differenti una dallaltra.
In realt non si pu pensare ad un modello di famiglia perch tutte le famiglie sono diverse . meta 24 Informazione e formazione della famiglia elemento centrale nella prima Conferenza di consenso (Modena 2000) team non solo sanitario e nuove professionalit nella seconda Conferenza di consenso (Verona 2005) educazione terapeutica sistema famiglia e famiglia risorsa nella terza (Parma 2010) le informazioni e la tutela della famiglia Carta di S. Pellegrino (2009) percorsi di curaLibro bianco sugli stati vegetativi e di minima coscienza edito dal Ministero della Salute (settembre 2010). I punti nevralgici di intervento nel percorso di cura dalla rianimazione al domicilio con percorsi di comunicazione e di narrazione rivolti ai familiari ed il ruolo delle Associazioni come partner delle istituzioni (6 ottobre 2012)
. Alleanza terapeutica La vera soluzione, mettere insieme i Saperi condivisi nella reciproca riconoscibilit. Spesso le storie nella loro emotivit tendono e reiterare il dolore senza portare consapevolezza al problema Trovare un via duscita ai bisogni delle famiglie, alle loro angosce quando la fase acuta passata e dal centro di riabilitazione si passa al domicilio Alleanza per la vita Riabilitazione globale Ci sono in Italia territori serviti da una buona rete del volontariato ma anche luoghi dove non si sa neanche cosa voglia dire la parola volontario. la riabilitazione continua nella societ, nella vita culturale, nei modi e negli stili di vita che giustificano la nostra normalit. occorre un grande coordinamento, una reale rappresentativit tra le associazioni che si occupano di questo problema. 27 28 Vicino alle madri che hanno creduto intensamente nel risveglio dei loro figli. queste madri hanno avuto ragione. I loro figli si sono svegliati. queste madri giustificano la speranza, il lavoro terapeutico dei molti sanitari, il fatto che crederci, pensare, essere uniti nella fede, nellenergia, nella vita, alla fine vincente. 29 Vicino ad altre madri che hanno creduto, hanno pensato e sperato: si sveglier ed il risveglio non si avverato Noi lottiamo anche per le madri della speranza negata perch anche loro siano partecipi dei risvegli, Perch non dicano: non accaduto, il mio pensiero non vale, non conta. Perch si rendano conto che quel cambiamento della loro vita, anche se difficile dirlo, difficile capirlo un momento positivo. Anche se non si sarebbe voluto, anche se non si sarebbe voluto vedere che comunque qualcosa cambiato 30 Gli inguaribili non sono incurabili Curare questa persone vuol dire accompagnarle in un percorso lungo, difficile, colmando lansia del risveglio tanto atteso e vivendo la continua consapevolezza del presente. Le famiglie vanno dunque riconosciute, sostenute nella cura di questi soggetti, nelle libert individuali, nel prosieguo della vita quando - risveglio o non risveglio - si ha a che fare con disabilit pi o meno gravi che accompagneranno la persona per il resto della sua vita. Comunicare il coma Non sono carciofi!!!
Due esempi Aruna Shanbaug una donna indiana che da ben 37 anni si trova in uno s.v. persistente.
Cristina Magrini da 34 anni in stato vegetativo (Cittadina onoraria di Bologna) 33 Tutela della ricerca Piena collaborazione Condivisione dei dati Corretta comunicazione Valutazione della ricaduta pratica sulla vita del sistema famiglia 34 35 36 37 38 39 40 41 Il gruppo Dopodi Nuovo Gli amici di Luca 42 Da tutta Italia un servizio gratuito Per essere aiutati Per ricevere gratuitamente la pubblicazione Il coma: per affrontarlo con coraggio e serenit Alberto Perdisa Editore La rivista Gli amici di Luca Magazine 800 998067 Progetto L.U.C.A. Links United for Coma Awakening Italia,Belgio,Grecia,Bulgaria,Spagna Per definire linee guide europee Mettere in rete buone pratiche Progetti di formazione del personale e delle persone coinvolte Realizzare la Giornata europea dei risvegli nel 2015 44 Vi.Ve (Vita Vegetativa)
Ministero della Salute
Tavolo sugli Stati Vegetativi e di minima coscienza Istituito il 9 novembre 2012
45 Chiediamo ai politici di non lasciare sole le famiglie, specialmente quando tornano al domicilio per affrontare una nuova vita e di sentirsi responsabili del loro futuro.
Dieta Dash per Principianti: Ottieni una Vita Sana Perdendo Peso in Modo Veloce, Sano ed Equilibrato. Riduci la Pressione Arteriosa, il Gonfiore Addominale e le Infiammazioni del Corpo