Quattro passi nello Stagnone La laguna dello stagnone e l'arcipelago delle isole Egadi ha un grande valore storico, naturalistico, biologico e ricreativo. Lo studio di questi ambienti determinante per comprendere quanto la natura che ci circonda abbia influenzato il nostro passato e quanto gli eventi umani abbiano modificato l'ambiente naturale. Il sito dello Stagnone composto da un' ampia estensione di mare confinato e lagunare e una serie di saline costiere. Nella laguna sono presenti l'Isolotto di Schola, di dimensioni trascurabili, l'isola Grande che circonda attualmente la laguna per 6,5 km con una superficie di 445 ettari, di cui pi della met costituita da saline; l'Isola di S. Pantaleo, estesa circa 43 ettari e Santa Maria estesa 13 ettari. Lo Stagnone una laguna naturale estesa circa 2400 ettari. L'ambiente, di tipo lagunare, vivificato dalla presenza di due grandi bocche poste a Nord tra Punta S. Teodoro e Punta Tramontana, e a Sud prospiciente l' abitato di Marsala (Punta D'Alga) che consentono una circolazione dell'acqua marina al suo interno. La profondit compresa tra 2 cm e 2 m. Dal punto di vista geo-morfologico il bacino pu essere separato in due sotto-bacini : uno settentrionale con accentuate caratteristiche lagunari delimitato rispetto al mare aperto dall'Isola Grande e uno Meridionale pi esposto delimitato da Punta D'Alga. L'aria marina antistante la bocca Nord dello Stagnone quasi interamente occupata da una rigogliosa prateria a Posedonia Oceanica , che si estende da pochi centimentri di profondit fino a 5 m. Essa fa parte dell'immensa prateria che a partire da Capo Feto si estende fino alle coste di Trapani, comprendendo i fondali delle Isole Egadi ,con l'esclusione di Marettimo. All'interno della zona lagunare, tra l'Isola Grande, Santa Maria e Schola ,la prateria assume una particolare struttura, la cosiddetta Formazione ad Atollo; disposta in maniera circolare di dimensioni variabili. Tra Punta dell'Alga e l'isola Grande la prateria forma il cosiddetto Plateau Recifale, per cui le basse profondit tipiche dell'interno dello Stagnone permettono l'emersione delle foglie durante la bassa marea. L'intera area riveste un'importanza notevolissima, sia dal punto di vista paesaggistico che biologico- ambientale. Numerose sono le specie della flora vascolare che figurano nella lista rossa, cio l'elenco delle specie minacciate di estinzione. Nel 1989 l'area dello Stagnone di Marsala stata inserita nell'elenco delle aree di particolare importanza ornitologica in Europa (ZPS, zona di protezione speciale). Numerose le specie di insetti endemici o rari, alcuni dei quali trovano nell'Area dello Stagnone, l'unica stazione di presenza in Italia. La vegetazione spontanea sulle isole si 3
Quattro passi nello Stagnone differenzia in funzione della distanza dal mare. I suoli maggiormente intrisi di cloruro di sodio ospitano : Suaeda, Artrocnemo, Salicornia, Almo, Limonastrio. Nelle zone pi interne delle isole si sviluppa la Macchia Mediterranea con ciuffi di specie termofile quali Lentisco, Palma Nana, Cisti, Smilax, ecc. L'area protetta ospita circa 600 taxa di tracheofite, ovvero quasi 1/5 della flora vascolare di tutta la Sicilia.
CALENDULA MARITIMA
una pianta perenne camefita suffruticosa alta 2040 cm. Il fusto, legnoso alla base, si suddivide dicotomicamente in numerosi rami, con portamento strisciante. Le foglie, ricoperte da una fitta peluria, sono ovaliformi alla base del fusto e oblanceolato-spatolate verso l'apice. Presenta una infiorescenza a capolino di 35 cm diametro con fiori giallo-citrini. La C. maritima diffusa in un areale ristretto al tratto costiero compreso tra Marsala e il Monte Cofano (territorio in parte ricadente all'interno della Riserva naturale integrale Saline di Trapani e Paceco). Piccole popolazioni si rinvengono anche sulle isole minori viciniori (Isola Grande dello Stagnone, Formica e Favignana).[1] Colonizza le aree litoranee ricche di azoto, quali gli accumuli di Posidonia oceanica depositati sulle spiagge. La C. maritima considerata dalla IUCN una specie in pericolo critico di estinzione ed stata inserita nella lista delle 50 specie botaniche pi minacciate dell'area mediterranea. in corso un progetto, finanziato dalla fondazione Klorane di Tolosa, in collaborazione con l'istituto di Genetica vegetale del Cnr di Palermo, che prevede la riproduzione in 4
Quattro passi nello Stagnone vitro della specie e la successiva messa a dimora nella riserva naturale delle Saline di Trapani e di Paceco e nelle Isole dello Stagnone di Marsala. Chiamata dai greci fiore del sole, per la sua corolla di petali gialli, la calendula protagonista di un mito che parla di un amore non corrisposto. Secondo tale mito una ninfa di nome Calta, innamorata del dio Apollo, dio del sole, era solita trascorrere tutta la notte nei campi in attesa del primo raggio di sole. Consumata dallamore si ammal e mor, e nel punto in cui aveva passato le sue notti insonni apparve la calendula. Oltre che come pianta ornamentale, la calendula utilizzata in ambito medico come diuretico, antinfiammatorio, antisettico, cicatrizzante e depurativo, e in cucina per arricchire insalate primaverili, e per insaporire brodi e risotti. La particolare calendula che cresce nel nostro territorio un fiore selvatico che predilige i litorali costieri con i loro terreni sabbiosi, salati e ricchi di azoto. Essendo una delle cinquanta specie endemiche a rischio di estinzione, ci si aspetterebbero da parte dell'amministrazione locale degli interventi speciali di salvaguardia, e campagne informative che educhino la popolazione al rispetto del patrimonio paesaggistico. Eppure finora non stato fatto niente a tutela di questa pianta, e quel poco che stato fatto andato nella direzione opposta. Emblematico lepisodio dellestirpazione dellintera colonia di calendule di Punta Tipa, nei pressi dellHotel Cavallino bianco, durante i lavori di bonifica dell'area, che ha provocato lindignazione della comunit agronoma locale. Questo spiacevole episodio la dimostrazione che c ancora tanto da fare perch nelle coscienze attecchisca lidea che lambiente non qualcosa da sfruttare fino allo sfinimento, ma un bene prezioso da rispettare, valorizzare e preservare.
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Quattro passi nello Stagnone EGAGROPILE
Egagropili il termine scientifico utilizzato per descrivere gli agglomerati sferici o ovali di colore marrone chiaro e di consistenza feltrosa costituiti da residui fibrosi di Posidonia oceanica che si accumulano sui litorali, sospinti dalle onde.La formazione degli egagropili, comunemente noti come palle di mare, polpette di mare o patate di mare, frutto dello sfilacciamento dei residui fogliari fibrosi che circondano il rizoma della pianta e della loro aggregazione ad opera della risacca marina.Formazioni simili sono prodotte anche dall'alga verde d'acqua dolce Aegagropila linnaei, che quando si sviluppa forma grandi sfere verdi dalla superficie vellutata che di giorno galleggiano a pelo d'acqua (grazie all'ossigeno sviluppato con la fotosintesi) e di notte stazionano sul fondo.
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Quattro passi nello Stagnone CAULERPA PROLIFERA
Caulerpa prolifera una specie di alga verde, un alga in famiglia Caulerpaceae . E 'la specie tipo del genere Caulerpa , la posizione tipo essendo Alessandria , Egitto . Cresce rapidamente e forma una massa densa di vegetazione sulle zone sabbiose poco profonde del mare. Una pianta di C. prolifera consiste di un numero di pale o lamine legati da sotterranei stoloni che sono fissati alla sabbia substrato da rizoidi . Le lame contengono clorofilla per la fotosintesi se il colore verde alquanto mascherato da altri pigmenti. Come altri membri dell'ordine Bryopsidales , ciascuna C. prolifera pianta un organismo individuale costituito da una singola cellula gigante con pi nuclei . cloroplasti sono liberi di spostarsi da una parte dell'organismo a un'altra in risposta al livello di luce in qualsiasi punto e vi una rete di proteine fibrose che facilita movimento di organelli . Anche quando derivato dalla stessa fonte, singole piante di C. prolifera mostrano una grande variabilit di forma ed stato dimostrato che questo in parte legato al livello di luce. Nei luoghi luminosi, piante sono compatti, molto ramificato e denso, mentre in luoghi ombrosi, le popolazioni in genere hanno lame che sono pi lunghe e sottili e in grado di rendere pi efficiente l'uso della luce a disposizione. Due distinte forme di alga sono riconosciuti, la Caulerpa prolifera f. obovata (J.Agardh) e Caulerpa prolifera f. zosterifolia (Brgesen). Distribuzione C. prolifera avviene in acque poco profonde europee, il Mar Mediterraneo e il caldo orientale dell'Oceano Atlantico e anche la costa orientale degli Stati Uniti, Messico e Brasile, cos come alcune altre localit sparse. 7
Quattro passi nello Stagnone
Biologia Caulerpa spp contribuire a consolidare il fondo marino e permettere fanerogame marine a colonizzare la zona. C. prolifera cresce rapidamente con una crescita che si svolgono di notte sulle punte delle lame e stoloni. All'alba, le nuove punte sono di colore bianco, ma durante il giorno cloroplasti si muovono nello spazio appena disponibile. Se parti della pianta si ricoprono di sedimenti, cloroplasti possono essere ritirati e trasferiti alle parti pi produttive. In condizioni normali, la riproduzione asessuale avviene per frammentazione della pianta. I pezzi di tessuto di pochi millimetri attraverso sono in grado di crescere in nuovi impianti. Meno di solito, C. prolifera pu subire riproduzione sessuale da holocarpy . Ci pu verificarsi in condizioni di stress, con tutto il citoplasma in fase di gametogenesi e l'organismo originale di essere lasciato come un guscio. [ 4 ] Tali condizioni si sono verificate nel 2005, dopo il passaggio di Wilma su una laguna nel Mar dei Caraibi . In quell'occasione, ci fu una deposizione sincrona di C. prolifera e molti altri siphonous alghe verdi . Oltre movimento dell'acqua turbolento, l'uragano ha causato la temperatura del mare scenda 29-19 C in poche ore. Questa anomalia termica sembra aver innescato la riproduzione di massa.
SANTOREGGIA DOMESTICA
Generalit Pianta erbacea originaria dellAsia occidentale e diffusa nellEuropa meridionale. In Italia presente, spontanea o naturalizzata, al Nord e al Centro, nelle zone aride. I romani la utilizzavano in grande abbondanza per insaporire i cibi. 8
Quattro passi nello Stagnone
Caratteri botanici E una erbacea annuale con fusti eretti alti circa 30 cm. Le foglie, opposte, sono lanceolate. I fiori compaiono da giugno a settembre, sono bianchi o rosei e riuniti in verticillastri ascellari. Coltivazione Seminare direttamente in terra piena in primavera o autunno; diradare se le piantine sono troppo fitte. Spesso si dissemina spontaneamente. Raccolta e conservazione Prelevare le foglie, da usare fresche o far essiccare, prima della fioritura. Uso in cucina e propriet terapeutiche Le foglie, fortemente aromatiche, vengono usate per dare sapore a piatti di carne e pesce.Propriet terapeutiche: digestive, carminative, tonico-stimolanti. Per uso esterno, come antisettico nelle infiammazioni orali. Altre specie La Santoreggia invernale (Satureja spicigera L.) una pianta a portamento strisciante, con foglie verdi, lucenti e aromatiche. I fiori sono bianchi.
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Quattro passi nello Stagnone CHASMANTHE AETIOPICA
Chasmanthe aethiopica, una specie erbacee perenni appartenenti alla famiglia delle Iridaceae. Si tratta di una pianta ornamentale di origine sudafricana.Ch.aethiopica una pianta ornamentale di origine sudafricana che pu essere trovato naturalizzato a margine di alcune strade, prendendo invasivit. Si differenzia dal suo unilaterale, di solito semplice, orecchie erette. I fiori sono perianth zygomorphic e hanno un fomado rosso e giallo sei pezzi che si uniscono per formare un tubo basale di circa 2-3 cm di lunghezza e libera in cima, uno di loro essere pi grande. Chasmanthe: nome generico dal chasme greco, che significa aperto, partito e anthos, che significa fiore, riferendosi alle voci tepali o giochi.aethiopica: epiteto si riferisce in Etiopia, anche se di solito applicata anche alle piante africane che hanno un'altra origine.
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Quattro passi nello Stagnone Lonicera Implexa
Il caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa ) una della famiglia delle Caprifoliaceae. Si presenta in forma di arbusto rampicante sempreverde, con rami volubili. Le foglie glabre, sono opposte e sessili, coriacee con lamina ovata. Le foglie superiori sono concresciute fra loro intorno allo stelo e avvolgenti il fusto a formare un calice intero. Ha fiori sessili, riuniti in capolini terminali tubulosi e di colore rosa inseriti su brattee ellittiche. Fiorisce da febbraio a maggio. Il frutto una bacca ovoidale di colore rosso-arancio a maturit.
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Quattro passi nello Stagnone SENECIO CINERARIA
Le foglie sono grasse e coriacee, picciolate e diversamente incise a seconda che siano basali o apicali; il colore bianco niveo. I fiori sono capolini di colore giallo-dorati, riuniti in corimbi ampi e densi. Il periodo di fioritura va da maggio ad agosto. una specie diffusa in tutta l'Europa meridionale, in Nord Africa e in Turchia (e naturalizzata 12
Quattro passi nello Stagnone nell'America del Nord). In Italia facile trovarla sulle coste tirreniche della penisola e sulle isole maggiori.
Nanozostera noltii
Nanozostera noltii una fanerogama marina appartenente alla famiglia Zosteraceae. Questa specie ampiamente diffusa in Oceano Atlantico ed in Mediterraneo, raggiunge il mar Nero ed il mar d'Azov stabilendovi popolamenti numerosi. l'unica fanerogama marina a popolare il mar Caspio ed il lago d'Aral. Vive in acque basse (max 5 metri, usualmente meno) e dissalate, soprattutto in lagune e foci. Penetra in mare aperto (in Mediterraneo) solo dove ci siano sorgenti d'acqua dolce. Simile alla Zostera marina ma ha foglie molto sottili (ha solo 3 nervature parallele) con un'incisione centrale asimmetrica sull'apice che la rende inconfondibile. I rizomi sono sottili e poveri di radici avventizie. Presenta all'interno delle foglie dei parenchimi aeriferi che le consentono di rimanere eretta per un fenomeno di galleggiamento.
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CYMODOCEA NODIOSA
una pianta acquatica marina dioica, con un fusto eretto di piccole dimensioni, che presenta da 2 a 5 foglie nastriformi di colore verde pi scuro di quelle di Zostera, larghe 3-4 mm e lunghe sino a 40 cm, con margine seghettato soprattutto verso l'apice. Ha un robusto rizoma che si sviluppa solo in senso parallelo al fondo del mare, con radici inserite ad ogni internodo, molto ramificate. diffusa nel mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico nordorientale tra il golfo di Guascogna e il Senegal. Vive su fondali sabbiosi o fangosi ben illuminati e calmi, da 5 a 20 m di profondit, pu colonizzare la matte morta di Posidonia oceanica. Forma prati estesi, anche se molto meno fitti delle praterie di Posidonia, e crea ambienti di notevole interesse biologico. Spesso rinvenibile nei fondali delle lagune, in associazione a Zostera spp., che la sostituisce quando la salinit scende troppo. Avviene per il 90% in modo asessuale per stoloni e solo nel centro dei prati si hanno piante fiorite. La fioritura avviene in primavera, i frutti sono acheni disposti a coppie e molto compressi lateralmente. una tipica specie pioniera che con il suo insediamento "prepara" il substrato ad altre piante pi esigenti come la posidonia. Pu tollerare l'anossia e la presenza di Idrogeno solforato nel suolo. Le sue foglie ospitano una comunit epifita ricca quasi quanto quella della Posidonia. Tra le sue foglie si riproducono molte specie di pesci.
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Quattro passi nello Stagnone RYTIPHOILOEA TINCTORIA
Le specie caratteristiche dell'Associazione sono: Cladophora echinus, Rytiphloea tinctoria.Si tratta di un'Associazione che forma popolamenti puri che si trovano su fondali sabbiosi; stata tuttavia riscontrata come sottostrato anche nelle associazioni a rizofite e aptofite.Queste associazioni marine non sono state dai loro autori inquadrate in unit fitosociologiche di ordine superiore. Si sviluppano nell'infralitorale superiore alto degli ambienti lagunari.
OLIVASTRO
Olea europaea una pianta originario del vicino oriente, utilizzato fin dall'antichit per l'alimentazione. I suoi frutti, le olive, sono impiegate per l'estrazione dell'olio e, in misura minore, per l'impiego diretto nell'alimentazione. A causa del sapore amaro dovuto al contenuto in polifenoli, l'uso delle olive come frutti nell'alimentazione richiede 15
Quattro passi nello Stagnone per trattamenti specifici finalizzati alla deamaricazione (riduzione dei principi amari), realizzata con metodi vari. I nomi olivo e ulivo derivano dal latino olvum. L'olivo una pianta centrale nella storia delle civilt che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, e di tutto l'Occidente. Si raccontano numerose leggende: una di queste di origine greca e narra di un olivo raccolto ai confini del mondo da Ercole, in quel luogo nacque il bosco sacro a Zeus, dalle cui fronde venivano intrecciate le corone per i vincitori dei giochi olimpici. Un altro aneddoto sull'ulivo riguarda invece la colomba che, per annunciare a No la fine del diluvio universale, gli port un ramoscello d'ulivo che teneva stretto tra le zampe. Comunque si appurato che le prime piante selvatiche insistevano sull'isola di Creta fin dal 4000 A.C. e che successivamente i cretesi si sono specializzati nella coltivazione di tale pianta la quale successivamente verr esportata in tutto il bacino del mediterraneo. L'olivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae. La pianta comincia a fruttificare verso il 34 anno, inizia la piena produttivit verso il 910 anno; la maturit raggiunta dopo i 50 anni. una pianta molto longeva: in condizioni climatiche favorevoli un olivo pu vivere anche mille anni. Le radici, per lo pi di tipo avventizio, sono molto superficiali ed espanse, in genere non si spingono mai oltre i 60 100 cm di profondit. Il fusto cilindrico e contorto, con corteccia di colore grigio o grigio scuro, il legno molto duro e pesante. La ceppaia forma delle strutture globose, dette ovoli, da cui sono emessi ogni una pianta sempreverde, la cui attivit pressoch continua con attenuazione nel periodo invernale. Le foglie sono opposte, coriacee, semplici, intere, ellittico-lanceolate, con picciolo corto e margine intero, spesso revoluto. La pagina inferiore di colore bianco-argenteo per la presenza di peli squamiformi. Le gemme sono per lo pi di tipo ascellare.Il fiore ermafrodito, piccolo, con calice di 4 sepali e corolla di petali bianchi. I fiori sono raggruppati in numero di 1015 in infiorescenze a grappolo, chiamate mignole, emesse all'ascella delle foglie dei rametti dell'anno precedente. La mignolatura ha inizio verso marzoaprile. La fioritura vera e propria avviene, secondo le zone, da maggio alla prima met di giugno. Il frutto una drupa globosa, ellissoidale o ovoidale, a volte asimmetrica, del peso di 16 grammi secondo la variet, la tecnica colturale adottata e l'andamento climatico.. La chioma ha una forma conica, con branche fruttifere pendule o patenti (disposte orizzontalmente rispetto al fusto) secondo la variet.
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Quattro passi nello Stagnone DAFNE DI FOLIA Daphne un genere di piante Spermatofite Dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Thymelaeaceae, dall'aspetto di piccoli arbusti o bassi cespugli. Daphnecomprende circa 50 -100 specie di cui una decina sono presenti nella flora spontanea italiana. L'altezza di queste piante varia da pochi centimetri a oltre 1 metro . La forme biologiche prevalenti sono nano-fanerofite(NP) e comefite suffriticose ossia sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo di poche centimetri; le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose. Fusto:Il fusto in genere legnoso; si possono avere delle specie senza ramificazioni o con rami laterali anche abbastanza consistenti. Le foglie possono essere caduche o persistenti (sempreverdi) e quindi possono essere presenti oppure no alla fioritura. Sono interei. La forma in genere piuttosto allungata. Fiori - Calice: il tubo calicino cilindrico, un po' campanulato e termina con 4 lobi Impollinazione: per questo genere possibile una autoimpollinazione, ma contemporaneamente i fiori sono molto profumati con del nettare secreto alla base dell'ovario per cui senz'altro possibile anche una impollinazione entomofila: generalmente farfallee api se il tubo calicino lungo, altrimenti delle mosche per tubi pi brevi. Il frutto una drupa sferica monosperma (con un solo seme di colore chiaro e ricco di sostanze oleose) a esocarpo carnoso e consistenza coriacea; ha l'aspetto di una bacca rosso-corallo a superficie liscia (l'involucro esterno non spinoso o rugoso). Il frutto non avvolto dal perianzio. La bacca si appoggia su un peduncolo.
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Quattro passi nello Stagnone Arthrocnemum
Arthrocnemum un genere di suffrutici della famiglia delle Chenopodiaceae adattate a vivere su suoli ad alta concentrazione di sale. Le specie del genere Arthrocnemum sono comunemente chiamate salicornie in quanto molto simili alle specie del genere Salicornia, le quali differiscono per per essere piante erbacee annuali. Descrizione Le Arthrocnemum sono piante cespugliose, con rami pi o meno eretti, legnosi alla base e articolati, con articoli carnosi. Le foglie sono opposte, ridotte a squame saldate fra loro a formare una guaina avvolgente. Una caratteristica di queste piante, condivisa con altre Chenopodiacee alofite, il sapore spiccatamente salato rilevabile masticando le porzioni terminali, erbacee e carnose, dei rametti. Queste piante accumulano infatti grandi quantit di sali nei succhi vegetali. Habitat Le Arthrocnemum sono piante alofite diffuse in ambienti paludosi o aridi su suoli ad alta concentrazione salina. Si rinvengono frequentemente nelle paludi e negli stagni costieri, dove possono formare, in consociazione con altre alofite, praterie di grande importanza naturalistica in quanto siti di nidificazione dell'avifauna delle zone umide costiere. I semi delle stesse specie sono utilizzate dagli uccelli per l'alimentazione
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Quattro passi nello Stagnone Oxalis acetosella
L'Oxalis acetosella una piccola pianta alta fino a 12 cm, appartenente alla famiglia delle Oxilidaceae. Il nome del genere (Oxalis) deriva dal greco oxys (acuto o pungente) per il sapore acido della pianta e da hals (sale) per l'elevata quantit di acido ossalico. Il nome comune della pianta (acetosella) deriva dal sapore acidulo (ma anche aspro) delle foglie usate anticamente come condimento per le insalate e che ricorda appunto l'aceto. una pianta geofita rizomatosa, leggermente pelosa, erbacea, perenne o biennale, acaule e le cui foglie e fiori sono inseriti direttamente su un rizoma strisciante. La pianta in s esile e per proteggersi durante la pioggia (o un forte vento) tende a ripiegarsi su s stessa. Come altre piante primaverili, anche la nostra fiorisce precocemente prima che gli alberi sovrastanti emettano le foglie togliendole cos eccessivamente la luce del sole. Le foglie sono tutte basali derivate dal ceppo radicale. Hanno un picciolo molto lungo arrossato e sono formate da tre foglioline obcordate cuoriforme. Sono inoltre presenti quattro nervi e il margine intero (non dentellato). Alla base del picciolo si trovano due piccole stipole. Queste foglie hanno anche la particolarit, grazie a specifiche articolazioni, di contrarsi ed espandersi secondo le condizioni atmosferiche, oppure per rinchiudersi verso sera, oppure ancora per poter ricevere la giusta luce del sole durante le fasi della 19
Quattro passi nello Stagnone giornata. Infatti durante le ore pi calde d'estate, essendo una pianta sciafila, le foglioline tendono a ripiegarsi lontano dai raggi del sole. Le foglie normalmente sopravvivono alla prima fioritura primaverile e continuano a riformarsi continuamente.
La salicornia
Pianta annuale e glabra, con fusti carnosi, eretti e foglie opposte, di aspetto simile a scaglie appiattite sugli steli. L'intera pianta ha un'altezza complessiva compresa tra i 10 e i 35 cm (raramente fino a 40). Steli carnosi, con rami rivolti verso l'alto e ramificazioni, anch'esse appuntite e rivolte verso l'alto. La pianta verde brillante in primavera, ma acquista una tonalit rossa verso il periodo della fioritura, coincidente con la tarda estate. I fiori, posti all'ascella delle foglie, sono estremamente piccoli e di colore verde con antere gialle, in fioritura tra fine agosto e settembre. I semi, lunghi fino a 1,5 mm, hanno un rivestimento simile ad una membrana. Cresce in folti gruppi di individui, formanti un tappeto vivacemente colorato sopra il terreno umido e salmastro. Esistono molte specie simili che possono essere riconosciute solo con difficolt. Specie ad ampia diffusione nella regione mediterranea, ampiamente diffusa in Europa, Asia e America settentrionale, presso acquitrini salmastri o in prossimit di acque stagnanti. 20
Quattro passi nello Stagnone Parimenti alle altre specie di Salicornia, presenta un elevato contenuto salino, e un tempo veniva bruciata per ottenere il carbonato di sodio, usato nel processo di fabbricazione del vetro e del sapone. I rami salati sono ricchi di sali minerali e vengono mangiati, ancora verdi, sottoaceto o come gli asparagi: bolliti o serviti con il burro e l'aceto. I semi venivano macinati per fare una farina. I bovini ricercano questa specie per il suo elevato contenuto di sale.
Lentisco
La pianta ha un portamento cespuglioso, raramente arboreo, in genere fino a 3-4 metri d'altezza. La chioma generalmente densa per la fitta ramificazione, glauchescente, di forma globosa. L'intera pianta emana un forte odore resinoso. La corteccia grigio cinerina, il legno di colore roseo . Il frutto una piccola drupa sferica o ovoidale, di 4-5 mm di diametro, di colore rosso, tendente al nero nel corso della maturazione. La fioritura ha luogo in primavera, da aprile a maggio. I frutti rossi sono ben visibili in piena estate e in autunno e maturano in inverno .Il lentisco una specie diffusa in tutto 21
Quattro passi nello Stagnone il bacino del Mediterraneo prevalentemente nelle regioni costiere, in pianura e in bassa collina. In genere non si spinge oltre i 400-600 metri. una pianta eliofila, termofila e xerofila, resiste bene a condizioni prolungate di aridit, mentre teme le gelate. Non ha particolari esigenze pedologiche. uno degli arbusti pi diffusi e rappresentativi dell'Oleo-ceratonion, spesso in associazione con l'olivastroe il mirto, pi sporadica la sua presenza nella Macchia mediterranea e nella gariga. Grazie alla sua frugalit e ad una discreta resistenza agli incendi piuttosto frequente anche nei pascoli cespugliati e nelle aree pi degradate residue della macchia. Pur avendo perso gran parte della sua antica importanza, il lentisco una specie che ha ancora una larga utilizzazione per molteplici scopi. Legno Il legname del lentisco apprezzato per lavori di intarsio grazie al colore rosso venato. In passato veniva usato per produrre carbone vegetale e ancora oggi apprezzato per alimentare i forni a legna delle pizzerie in quanto la sua combustione permette di raggiungere in tempi rapidi alte temperature. Foglie Le foglie, ricche di tannini venivano usate per la concia delle pelli. I rami con enorme successo sono usati come verde ornamentale, tale massiccio uso attraverso tagli indiscriminati senza alcun controllo da parte degli organi preposti sta causando seri danni ai Boschi dell'Albania della Tunisia e del sud Italia. Per ovviare a tale distruzione dell'Habitat si cominciato timidamente a coltivarlo (primi impianti nella zona di Latina) Resina La resina del lentisco detta mastice di Chio e in diverse lingue indicata con il termine di mastice. Di colore giallo, veniva usata in passato come chewing gum anche per la sua azione benefica sul cavo orale (rassodante delle gengive e purificante dell'alito). inoltre considerato antidiarroico. Ancora oggi, come per il passato con la resina, sciolta nella trementina purissima, si prepara una vernice per impieghi artistici (pittura a olio e/o a tempera) sia per "mesticare" colori sia, soprattutto, per restauri neutri su dipinti antichi. Le sue caratteristiche ne consentono infatti l'asportazione senza danno alcuno. In , che il luogo di produzione della resina di maggior pregio, prodotto un liquore aromatico derivato dalla resina, con funzioni digestive, molto apprezzato: il "Mastika". 22
Quattro passi nello Stagnone Gli impieghi attuali della resina vanno dalla profumeria all'odontotecnica (come componente di paste per le otturazioni e mastici per le dentiere). anche impiegato come componente nella produzione del chewing gum. La resina si pu estrarre praticando incisioni sul fusto e sui rami in piena estate e raccogliendola dopo che si rappresa all'aria. Si sottopone a lavaggio per eliminare le impurit e si conserva dopo essiccazione in contenitori di legno. Frutti In passato i frutti venivano sottoposti a bollitura e a spremitura per estrarre un mpiegato come combustibile per l'illuminazione e come succedaneo dell'olio d'oliva per l'alimentazione. Tuttora in Sardegna utilizzato, anche se raramente, sia popolarmente, che nella ristorazione.
Rosmarino
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Quattro passi nello Stagnone
Il rosmarino un arbusto appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Originario dell'Europa, Asia e Africa, ora spontaneo nell'area mediterranea nelle zone litoranee, garighe, macchia mediterranea, dirupi sassosi e assolati dell'entroterra, dal livello del mare fino alla zona collinare, ma si acclimatato anche nella zona dei laghi prealpini e nella Pianura Padana nei luoghi sassosi e collinari. noto in Italia anche col nome volgare di Ramerino o Ramerrino; il nome del genere deriva dalle parole latine ros (rugiada) e maris (del mare). Morfologia Pianta arbustiva che raggiunge altezze di 50300 cm, con radici profonde, fibrose e resistenti, ancorante; ha fusti legnosi di colore marrone chiaro, prostrati ascendenti o eretti, molto ramificati, i giovani rami pelosi di colore grigio-verde sono a sezione quadrangolare. Le foglie, persistenti e coriacee, sono lunghe 23 cm e larghe 13 mm, sessili, opposte, lineari-lanceolate addensate numerosissime sui rametti; di colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore per la presenza di peluria bianca; hanno i margini leggermente revoluti; ricche di ghiandole oleifere. I fiori ermafroditi sono sessili e piccoli, riuniti in brevi grappoli all'ascella di foglie fiorifere sovrapposte, formanti lunghi spicastri allungati, bratteati e fogliosi, con fioritura da marzo ad ottobre, nelle posizioni pi riparate ad intermittenza tutto l'anno. Ogni fiore possiede un calice campanulato, tomentoso con labbro superiore tridentato e quello inferiore bifido; la corolla di colore lilla-indaco, azzurro-violacea o, pi raramente, bianca o azzurro pallido, bilabiata con un leggero rigonfiamento in corrispondenza della fauce; il labbro superiore bilobo, quello inferiore trilobo, con il lobo mediano pi grande di quelli laterali ed a forma di cucchiaio con il margine ondulato; gli stami sono solo due con filamenti muniti di un piccolo dente alla base ed inseriti in corrispondenza della fauce della corolla; l'ovario unico, supero e quadripartito. L'impollinazione entomofila poich avviene tramite insetti pronubi, tra cui l'ape domestica, attirati dal profumo e dal nettare prodotto dai fiori. I frutti sono tetracheni, con acheni liberi, oblunghi e lisci, di colore brunastro.
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Quattro passi nello Stagnone Coltivazione Una pianta di rosmarino prostrato in fiore richiede posizione soleggiata, al riparo di muri dai venti gelidi; terreno leggero sabbioso-torboso ben drenato; poco resistente ai climi rigidi e prolungati. Si pu coltivare in vaso sui terrazzi, avendo cura di porre dei cocci sul fondo per un drenaggio ottimale, rinvasando ogni 2-3 anni, usando terriccio universale miscelato a sabbia, concimazioni mensili con fertilizzante liquido miscelato all'acqua delle annaffiature, che saranno controllate e diradate d'inverno. In primavera si rinnova l'impianto cimando i getti principali, per ottenere un aspetto cespuglioso, senza dover ricorrere ad interventi di potatura. Si moltiplica facilmente per talea apicale dei nuovi getti in primavera prelevate dai germogli basali e dalle piante pi vigorose piantate per almeno 2/3 della loro lunghezza in un miscuglio di torba e sabbia; oppure si semina in aprile-maggio, si trapianta in settembre o nella primavera successiva; oppure si moltiplica per divisione della pianta in primavera. Per effetto dei meccanismi di difesa dal caldo e dall'arido (tipici della macchia mediterranea), la pianta presenta, se il clima sufficientemente caldo ed arido in estate e tiepido in inverno, il fenomeno della estivazione cio la pianta arresta quasi completamente la vegetazione in estate, mentre ha il rigoglio di vegetazione e le fasi vitali (fioritura e fruttificazione) rispettivamente in tardo autunno o in inverno, ed in primavera. In climi pi freschi ed umidi le fasi di vegetazione possono essere spostate verso l'estate. Comunque in estate, specie se calda, la pianta tende sempre ad essere in una fase di riposo. Usi Il rosmarino viene utilizzato: In cucina o nell'industria degli insaccati come pianta aromatica. Come pianta ornamentale nei giardini, per bordure, aiuole e macchie arbustive, o per la coltivazione in vaso su terrazzi. Le foglie, fresche o essiccate, e l'olio essenziale, come pianta medicinale. Nell'industria cosmetica come shampoo per ravvivare il colore dei capelli o come astringente nelle lozioni; nelle pomate e linimenti per le propriet toniche. In profumeria, l'olio essenziale ricavato dalle foglie, viene utilizzato per la preparazione di colonie, come l'Acqua d'Ungheria. Come insettifugo o deodorante ambientale nelle abitazioni, bruciando i rametti secchi. 25
Quattro passi nello Stagnone I fiori sono particolarmente melliferi. Propriet medicinali I rametti e le foglie raccolti da maggio a luglio e fatti seccare all'ombra hanno propriet aromatiche, stimolanti l'appetito e le funzioni digestive, stomachici, carminativi, utili nelle dispepsie atoniche e gastralgie, tonici e stimolanti per il sistema nervoso, il fegato e la cistifellea. Da alcuni autori viene inoltre consigliato per infezioni generiche come tosse o asma. Per uso esterno il macerato di vino applicato localmente antireumatico; mentre il macerato di alcool revulsivo, viene usato per frizioni anche del cuoio capelluto; possiede qualit analgesiche e quindi viene applicato per dolori reumatici, artriti. L'infuso viene utilizzato per gargarismi, lavaggi e irrigazioni cicatrizzanti; o per cataplasmi antinevralgici e antireumatici; aggiunto all'acqua da bagno serve come corroborante, purificante e per tonificare la pelle. I fiori raccolti da maggio ad agosto, hanno propriet simili alle foglie; in infuso per uso esterno sono vulnerari, stimolanti, curativi della leucorrea e per la lotta ai pidocchi pubici. Farmacologicamente, si prepara un'essenza e un'acqua contro l'alopecia o pomate per gli eczemi. Dalle foglie, in corrente di vapore, si estrae l'olio essenziale di rosmarino, per un 1% in peso, liquido incolore o giallognolo, contenente pinene, canfene, cineolo, eucaliptolo, canfora e borneolo. A seconda del chemotipo della pianta vengono ottenuti diversi oli essenziali: uno ricco in eucaliptolo, un altro ricco di canfora ed infine uno in cui abbondano il borneolo ed i suoi derivati. Questi tre olii essenziali hanno differenti azioni farmacologiche in quanto il primo ha attivit balsamica, il secondo antiinfiammatoria (soprattutto per uso locale) e l'ultimo essenzialmente un antispastico. Nell'uso farmacologico comune l'olio viene usato come eupeptico, eccitante, antisettico sedativo, ed i suoi preparati contro gli stati depressivi, restituendo vigore intellettuale e fisico alle persone indebolite. Controindicazioni Il rosmarino (specie l'olio essenziale ricco di canfora) controindicato in persone che soffrono di epilessia. Causa infatti, specialmente in casi d'sovradosaggio, irritazioni, convulsioni, vomito e principi di paralisi respiratorie.
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Quattro passi nello Stagnone Lithothamnium
Lithothamnium calcareum un'alga estremamente ricca in Calcio, Magnesio, Silicio, in forma organica altamente biodisponibile . E' efficace nella prevenzione dell'osteoporosi e dei problemi osteoarticolari degenerativi come l'artrite e l'artrosi. Aiuta a contrastare la decalcificazione ossea e pu essere utile in caso di fratture. I sali minerali organici di cui l'alga costituita favoriscono la sintesi del collagene e dell'elastina e stimolano le cellule osteopoietiche, indispensabili per la formazione delle ossa, dei denti e per mantenere l'elasticit del tessuto connettivo. E' un alimento altamente alcalino che pu ridurre l'acidit gastrica e pu contrastare la fisiologica tendenza all'acidificazione dell'organismo.
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Quattro passi nello Stagnone Limonium
Descrizione La maggior parte delle specie attribuite a questo genere sono piante erbacee perenni, dotate di rizoma, alte da 10 a 70 cm. Poche specie sono erbe annuali o, all'opposto, veri e propri arbusti fino a 2 m d'altezza. Le foglie sono semplici, intere o lobate; la loro grandezza varia fortemente a seconda della specie. I fiori sono riuniti in infiorescenze vistose, di colore rosa, purpureo o violetto, pi raramente bianco, giallo o azzurro. I singoli fiori sono piccoli (max 1 cm), regolari, dotati di 5 petali, 5 sepali e 5 stami. Il frutto una piccola capsula contenente un solo seme. Distribuzione e habitat Il genere Limonium ha una distribuzione molto ampia, essendo rappresentato in quasi tutto il mondo. Il maggior numero di specie concentrato in una fascia che, partendo dalla Isole Canarie, avvolge il Mar Mediterraneo e si estende all'Asia centrale.Molte specie di Limonium sopportano o prediligono suoli ricchi di sale e quindi crescono in prossimit delle coste del mare - addirittura in qualche caso (p.es. Limonium bellidifolium) sulle spiagge inondate periodicamente dalla marea - o in paludi salmastre, in terreni salini dell'interno, su suoli ricchi di gesso o fortemente alcalini. Tra le specie di Limonium, si annoverano moltissimi endemismi di aree ristrette. 28
Quattro passi nello Stagnone
Distribuzione in I talia In Italia sono spontanee numerose specie di Limonium (Altervista ne elenca circa 80), perlopi limitate ad aree ristrette o piccole isole. Solo 18 specie sono presenti in pi di una regione. In genere, esse sono limitate alle coste e non si spingono oltre i 5-15 m sopra il livello del mare. Esistono per anche alcune specie che penetrano nell'entroterra, a quote non elevate. Solo in Sardegna ci sono Limonium che risalgono le pendici montane fino a circa 1000 m (Limonium hermaeum, Limonium morisianum).
Carpobrotus edulis
Etimologia Carpobrotus deriva dal greco antico "karpos" (frutto) e "brotos" (edule, commestibile): "frutto commestibile". In Sudafrica furono i coloni vedendo le popolazioni del luogo (i Khoikhoi) cibarsi dei frutti come se fossero fichi a denominarlo "Fico degli Ottentotti" XV secolo. Facendo riferimento alla zona di origine altrimenti conosciuta come fico acido, fico del Capo, ghaukum, ghoenavy, Hottentotsvy, Kaapsevy,perdevy, rankvy, suurvy, vyerank, (Afrikaans); ikhambi-lamabulawo, umgongozi (Zulu). Descrizione Carpobrotus edulis una pianta perenne, succulenta e strisciante. Alta 15/20 centimetri, si propaga spontaneamente formando dei tappeti erbosi, coltivata si presta a decorare intere pareti rocciose. 29
Quattro passi nello Stagnone Radici Radice sottile e ramificata che la rende idonea per la coltivazione in giardini pensili. Fusto Il gambo dicotomico ramificato (ripetute ramificazioni in due parti uguali) contenente come le foglie, una linfa densa e vischiosa che costituisce riserva nei periodi di siccit. Foglie Presenta foglie carnose di forma ad artiglio (8/12 cm.) a sezione triangolare. Spesso dritte di colore verde, rastremate dall'attaccatura fino all'apice. In base alla prolungata esposizione alla luce solare possono presentare una colorazione rossiccia in prossimit dei bordi. Fiore Caratteristica delle piante sono le corolle che si dischiudono durante le ore pi assolate della giornata. Il fiore solitario, a capolino, corto peduncolo, durevole una decina di giorni, molto decorativo, compare da maggio fino a tutto ottobre, di 715 cm di diametro, rosa antico, 20-80 petali, raccolti al bottone, 30/40 stami. L'insieme di calice e corolla (perianzio), costituito da 5 tepali della stessa struttura delle foglie, quella che si mostra come variopinta corolla altro non altro che un insieme di stami sterili con forma e consistenza di petali colorati, gli stami fertili sono sempre gialli. Gli stigmi sono disposti in modo circolale nella parte femminile del fiore (giceneo). Periodo di fioritura febbraio, ottobre in funzione della latitudine. Frutti Il frutto un baccello, indeiscente, capsula grossolanamente papillata; Semi scuri, rugosi con piccoli tubercoli risiedono in una mucillagine gelatinosa. Il frutto maturando ingiallisce emanando un caratteristico profumo. Commestibile dal sapore acidulo. Distribuzione e habitat Il genere Carpobrotus edulis presente allo stato spontaneo in Africa, Asia Minore, Sud America e Oceania. In Italia naturalizzato in Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania, Toscana, Liguria,Puglia, Molise, Abruzzi. Vegeta sulle coste ove presente in grandi macchie che coprono le dune e le spiagge vicino al mare, grazie alla robustezza e resistenza al salmastro. 30
Quattro passi nello Stagnone A scopo ornamentale la diffusione capillare in tutta la penisola. Costituisce un'idonea barriera contro il fuoco, in grosse quantit si trasforma in ottimo concime.
I n cucina I fiori si prestano per preparare confetture dal sapore acidulo e lievemente salato. Il liquido estratto dalle foglie utilizzato come lenitivo per arrossa ture, irritazioni cutanee, , scottature solari. Eczemi, escoriazioni, herpes labiale, secchezza delle mucose delle labbra. Presente allo stato spontaneo in prossimit delle coste efficace come antidolorifico e disinfiammante contro le lesioni provocate dagli attacchi delle meduse e lenitivo contro le punture d'insetti, queste propriet valgono il titolo di pianta di primo soccorso. Esami chimici hanno accertato la presenza di: acido ferulico, cactichina, hyperoside, neosperidina, rutina. L'estratto antisettico e astringente, propriet che lo rendono indicato per il trattamento di patologie gastroenteriche: lassativo contro la stitichezza, sia di persone, che di bestiame stipsi, con frutta e acqua di mare. Misto ad acqua si presta a ridurre la diarrea, la dissenteria, i crampi allo stomaco. Si presta per la riduzione dell'infiammazione della bocca e della gola laringite. Nel Sudafrica dove trova origine, impiegato per la cura di tubercolosi e come trattamento terapeutico della difterite e del diabete. Come antidolorifico nei parti e come emolliente della pelle. La credenza popolare attribuiva virt particolari spalmandolo sul capo dei neonati per renderli forti e vigorosi.
Impollinazione Il Carpobrotus edulis ama posizioni molto luminose e soleggiate, asciutte e ben ventilate. Sopporta bene l'inverno se tenuta al riparo dalle piogge, dalle gelate e innaffiata poco. Predilige i terreni poco fertili. Se il terreno troppo fertile, favorita la produzione di foglie anzich fiori. In Floricoltura e Giardinaggio il termine Mesembryanthemum spesso esteso o associato a piante della stessa famiglia ma, di genere differente:Carpobrotus, Delosperma, Dorotheanthus e Lampranthus. Molte variet sono state introdotte e coltivate come piante ornamentali per i loro spettacolari e splendidi colori dei fiori: tutte le tonalit del rosso, rosa, bianco, giallo e arancio. Piante perenni, semirustiche, succulente, nane, striscianti. Molto diffuse, facili da coltivare e a crescita rapida. Ottimo effetto scenografico coltivata nelle aiuole, nei 31
Quattro passi nello Stagnone giardini rocciosi, in vaso, a cascata su terrazze e pareti. Sopporta bene le temperature elevate ma, teme molto il freddo. Malattie e parassiti In generale, Carpobrotus edulis una pianta abbastanza robusta e raramente attaccata da insetti parassiti. La minaccia pi importante data dalla cocciniglia farinosa che produce macchie lanuginose e si presenta in casi di elevatissima umidit ambientale, mancanza di ventilazione e di luminosit. Malattie fungine (Botrytis) e attacchi di lumache possono causare danni alle foglie. importante prevenire questi attacchi dosando bene le innaffiature e l'umidit ambientale. Teme il gelo. Praticare il diradamento per evitare l'accumulo di vecchio e il marciume per asfissia.
Rutaceae Le Rutaceae Juss. sono una famiglia di piante angiosperme dicotiledoni della sottoclasse delle Rosidae. Comprende circa 1600 specie, in gran parte legnose (ma alcune anche erbacee) caratterizzate dalla presenza di ghiandole oleifere che producono oli eterei aromatici. una famiglia subcosmopolita a distribuzione prevalentemente tropicale e subtropicale. Appartengono a questa famiglia gli agrumi (genere Citrus) per lo pi originari della Cina e coltivati nelle regioni temperate calde. In soggetti sensibili molte Rutaceae provocano reazioni allergiche, soprattutto a carico della pelle. 32
Quattro passi nello Stagnone Le Rutaceae spontanee in Italia si riducono a poche specie erbacee o suffruticose tra cui soprattutto quelle del genere Ruta. Altre specie presenti in Italia sono: Dictamnus albus, Ruta graveolens (e altre congeneri) e la rarissima Ruta padovana. Descrizione Le foglie sono composte a fillotassi alterna o opposta, senza stipole. I fiori sono ermafroditi, pentameri o tetrametri, in genere attinomorfi con calicedialisepalo e corolla dialipetala. Sono portati singolarmente o in infiorescenze e impollinati da insetti. L'androceo formato da 2 verticilli di 4-5 stami, il gineceo per lo pi pentacarpellare, supero. Il frutto nella famiglia molto variabile: a seconda dei generi pu essere una bacca, una drupa o unacapsula. In particolare il genere Citrus, il pi noto della famiglia nelle nostre zone, ha come frutto una bacca particolare detta esperidio. La polpa del frutto suddivisa in logge (i cosiddetti "spicchi") ed composta da cellule ripiene di succhi aciduli.
Thymus
Descrizione una pianta a portamento arbustivo, perenne, alta fino a 40-50 cm, con un fusto legnoso nella parte inferiore e molto ramificato, che forma dei cespugli molto compatti. Le foglie sono piccole e allungate con una colorazione variabile dal verde pi o meno intenso, al grigio, all'argento, ricoperte da una fitta peluria in quasi tutte le specie. 33
Quattro passi nello Stagnone I fiori sono di colore bianco-rosato e crescono all'ascella delle foglie in infiorescenze a spiga e sono ad impollinazione entomofila (da insetti), soprattutto ad opera delle api. I frutti sono degli acheni. La pianta considerata appartenente al gruppo della "aromatiche". Ha infatti in ogni parte, ma soprattutto nelle foglie e nei fiori un odore gradevole ed aromatico. Il timo possiede notevoli propriet antisettiche a livello gastrointestinale, note fin da tempi antichissimi. Costituiva, con altri olii essenziali, una sostanza base usata dagli Antichi Egizi nel processo di imbalsamazione. Fino alla fine della Prima guerra mondiale con il timo si realizzavano i disinfettanti pi diffusi. efficace nelle infezioni delle vie urinarie. Le propriet antibatteriche sono dovute a un fenolo, il timolo, contenuto in tutte le parti della pianta, responsabile del forte profumo. Il timolo, come per altri fenoli essenziali, allo stato di elevata concentrazione corrosivo e tossico. In erboristeria il suo uso consigliato nelle affezioni dell'apparato respiratorio quali tosse o asma, visto che svolge una funzione espettorante, aumentando la produzione di secreto bronchiale e facilitandone l'espulsione. Pu essere usato come infuso (tipo t) oppure come condimento nelle pietanze; pu essere usato, come il mentolo, per unirlo al tabacco da fumo, per aromatizzarlo. Pu anche essere usato per l'eliminazione dei batteri presenti all'interno delle scarpe, i quali generano spesso sgradevoli odori. Distribuzione geografica Il timo una pianta tipica dell'area mediterranea, balcanica e del Caucaso. Cresce in Italia dal mare alla regione montana (0- 2000 m. s.l.m), ma preferisce le zone marine. Si trova nei luoghi aridi e soleggiati, fra le rocce e le ghiaie.
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Quattro passi nello Stagnone Dianthus
Morfologia Il genere comprende oltre 300 specie di piante erbacee o sublegnose, annuali, biennali e perenni, originarie delle zone temperate del globo, di altezza tra i 25 e i 100 cm; hanno fusti angolosi e nodosi, foglie opposte lineari o lanceolate, molli e piane, rigide e caniculate; fiori isolati o geminati a volte a capolini, con calice tubuloso e cilindrico, corolla a 5 petali con una lunga unghia; il frutto una capsula uniloculare portante numerosissimi semi. Specie Tra le specie annuali pi note citiamo, oltre al garofano comune (D. caryophyllus), con innumerevoli variet a fiore doppio coltivate come annuali o biennali nella coltivazione industriale per la produzione del fiore reciso, il D. chinensis con fiori a mazzetti all'apice degli steli, con colori bianchi, rosa e rossi. Meritano una citazione inoltre il D. barbatus noto come garofano dei poeti, il D. superbus con i petali riccamente sfrangiati e il D. plumarius a fioritura primaverile dai colori bianchi e rosa, dall'intenso profumo. 35
Quattro passi nello Stagnone Usi Viene utilizzata come pianta ornamentale perenne nei giardini, o in vaso per terrazzi e appartamenti, dove se le condizioni sono ottimali, pu fiorire per molti anni. Talvolta il fiore reciso viene indossato come ornamento nell'occhiello delle giacche. Coltivazione Il garofano esige esposizione soleggiata, terreno ricco di sostanze organiche e minerali, compatto, calcareo e asciutto. Si moltiplicano con la semina, per mezzo di talea e per divisione dei cespi. Le specie annuali vengono seminate in primavera o in cassone nel mese di febbraio, con fioritura dopo 6 mesi. Le perenni coltivate industrialmente come annuali oltre che con la semina, vengono moltiplicate per talea nel periodo invernale, riparandole con stuoie dal gelo, la fioritura inizia in settembre-ottobre fino alla primavera successiva, in alcune Regioni come la Toscana la fioritura estiva; mentre nelle zone con inverni gelidi le variet a fiore grande e stelo rigido, vengono coltivate in vaso in serra; si deve sempre prevedere l'uso di sistemi di sostegno per i deboli steli, con le apposite reti di plastica, per evitare che si spezzino facilmente.
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Quattro passi nello Stagnone BUPLEURUM
Bupleuro (Bupleurum L.1753) un genere di piante Spermatofite Dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Apiaceae, dall'aspetto di piccole erbacee annuali o perenni dalla tipica infiorescenza ad ombrella. Etimologia Il nome del genere deriva da due parole greche: bous e pleuron; che significano rispettivamente: bue e costa rigature longitudinali delle foglie di alcune specie del genere. Questo nome venne usato per la prima volta da Ippocrate e quindi ripreso, in tempi relativamente moderni, dal Tournefort e da Linneo. Ma ad opera del botanico francese Antoine-Laurent de Jussieu (1748-1836) che tale genere venne collocato nella famiglia delle Umbelliferae. In tedesco le piante di questo genere . Probabile riferimento alle vengono chiamate Hasenoehrchen, mentre in inglese si chiamano Hare's-ear e in francese Buplevre o Oreille de lievre (nome quest'ultimo che in italiano viene riservato ad una particolare specie di questo genere: Bupleurum stellatum). Morfologia L'aspetto di queste piante fondamentalmente erbaceo, raramente arbustivo. Riferendoci soprattutto alle specie spontanee italiane, la forma biologica pi frequente terofita scaposa (T scap): si tratta quindi in prevalenza di piante annue con asse 37
Quattro passi nello Stagnone fiorale allungato pi o meno privo di foglie. Sono comunque presenti altri tipi di forme biologiche come ad esempio emicriptofite scapose. Radici La radice, soprattutto per le specie pi vigorose, legnosa e perenne. Fusto In genere il fusto eretto e ramoso. Spesso alla sua base presente un rizoma legnoso (non molto grande per). L'altezza della fusto (perlopi glabro) varia da pochi centimetri fino a 1 o 2 metri. Foglie Le foglie sono alterne, semplici e intere; sono inoltre persistenti e sessili ed abbraccianti il fusto (perfogliate). Spesso le foglie basali sono riunite in una specie di rosetta ed hanno una forma lanceolata (sono molto pi lunghe che larghe) o lineari spatolate o anche nastriforme con delle nervature centrali. I nfiorescenza L'infiorescenza formata da ombrelle composte da piccoli fiori (insignificanti e senza valore decorativo) dal colore verde giallognolo. In certe specie la base dell'ombrella attorniata da brattee(involucro); mentre altre bratteole si possono trovare a protezione dei fiori (involucretto). Si possono avere infiorescenze ad ombrelle composte (ombrella di ombrelle). Fiori I fiori sono ermafroditi e generalmente attinomorfi e pentameri (calice e corolla formata da 5 elementi). La dimensione dei fiori piccola, ma sono nettariferi. da notare che la funzione vessillare svolta dall'infiorescenza nel suo complesso. Calice: il calice spesso privo di denti apicali, oppure sono piccoli. Corolla: i petali sono interi, corti e spessi. Androceo: gli stami sono 5. Gineceo: i carpelli sono 2 con ovario infero biloculare; gli stili sono 2 e sono liberi e divergenti. Impollinazione: per entomogamia tramite insetti vari (ditteri, lepidotteri, imenotteri e coleotteri).
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Quattro passi nello Stagnone Frutti Il frutto di tipo achenio (pi precisamente diachenio, diviso in due acheni saldati lungo un asse centrale) di forma ovoide con delle coste laterali pi o meno evidenti. Distribuzione e Habitat Diffusione: questo genere diffuso soprattutto nei paesi a clima freddo o temperato, raramente tropicale. Habitat: un habitat tipico per le specie di questo genere fra le rupi o i luoghi sassosi, ma anche in luoghi erbosi asciutti o aridi e sterili o freschi. Sistematica Il genere Bupleurum comprende un centinaio e oltre (fino a 200) di specie, secondo le varie classificazioni, in prevalenza proprie del Vecchio Continente (a parte qualche specie spontanea dell'Africa meridionale e dell'Asia). Nella nostra flora spontanea sono presenti una quindicina di tali specie. Nelle classificazioni pi vecchie la famiglia del genere Bupleurum chiamata Ombrelliferae ma anche Umbelliferae. Questo genere ha una grande variabilit (come del resto tutta la famiglia delle Apiaceae). Un buon elemento per distinguere le varie specie il frutto: in ciascun achenio si distinguono due facce: una lungo la quale i 2 mericarpi sono in contatto fra di loro ed un'altra (la faccia opposta - dorsale) sulla quale sono presenti 5 nervi sviluppati a coste. Le dimensioni del frutto, la sua forma in generale, lo spessore, il tipo e la forma dei nervi e altre caratteristiche permettono di distinguere e quindi classificare le varie specie del genere. Il genere Bupleurum fa parte della trib delle Bupleureae definita dal botanico Kurt Sprengel (1766-1833), medico e botanico tedesco, nato il 3 agosto 1766 a Bodelkow in Pomerania, in una pubblicazione del 1820; a sua volta tale trib compresa nella sottofamiglia delle Bupleuroideae definita nel 1829 da Johann Heinrich Friedrick Link (Hildesheim, 2 febbraio 1767 Berlino, 1 gennaio 1851) medico, botanico e naturalista tedesco. da notare che in alcune classificazioni come sottofamiglia viene indicata la voce Apioideae. Descrizione di alcune specie Di seguito sono descritte alcune specie di maggiore interesse. Bupleurum dianthifolium Guss. (1832) Bupleuro di Marettimo, Bupleuro a foglie di garofano: (per questa pianta disponibile una specifica scheda di approfondimento) un endemismo limitatissimo in quanto esiste solamente nell'isola Marettimo delle Egadi; 39
Quattro passi nello Stagnone possiede un fusto legnoso scuro terminante con un ciuffo di foglie, mentre lo scapo fiorale praticamente afillo (nudo senza foglie) e glabro. una specie a rischio. Bupleurum elatum Guss. (1827) - Bupleuro delle Madonie: (per questa pianta disponibile una specifica scheda di approfondimento) anche questa pianta un endemismo molto ristretto dellaSicilia; il fusto legnoso ed una specie tra le pi alte: raggiunge il metro e mezzo. una specie a rischio. Bupleurum frutescens Hill (1764) : fusto con foglie lineari, lesiniformi, rigide e striate da diverse nervature longitudinali. Questa specie spesso coltivata come pianta ornamentale. Bupleurum fruticosum L. (1753) Bupleurum cespuglioso: si tratta di una pianta sempreverde a carattere cespuglioso a forte odore resinoso (se le sue foglie vengono stropicciate). Questa specie spesso viene usata nel giardinaggio. Bupleurum petraeum L. (1753) Bupleuro delle rocce: ha le foglie pi sottili e meno nervate; le ombrelle sono grandi (oltre 20 mm); le bratteole non sono concresciute ma libere fino alla base; in Italia comunque piuttosto rara. Bupleurum rotundifolium L. (1753) Bupleuro a polmone di bue, Bupleuro perfogliato: la prima pianta di questo genere di cui si hanno delle precise documentazioni. una specie annua comune nei campi coltivati dell'Europa meridionale. Anticamente era ritenuta una pianta vulneraria ad effetto astringente. La caratteristica maggiore di questa pianta di avere delle foglie a forma ellittica, amplessicauli e mucronate poste al vertice di ogni diramazione del fusto. Bupleurum stellatum L. (1753) - Bupleuro stellato: (per questa pianta disponibile una specifica scheda di approfondimento) una pianta di media altezza (massimo 50 cm); possiede delle foglie basali lineari spatolate con una evidente nervatura centrale; una specie caratteristica del nord Italia.
Farmacia In alcuni trattati si indicano le piante del genere Bupleurum capaci di un'azione psicotropa e ansiolitica. In altri si consigliano i decotti di Blupeurum per rilassare i tendini. Inoltre prodotti erboristici di questa specie vengono usati in chimopuntura (reumatismi autoimmuni).
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Quattro passi nello Stagnone Cucina Nelle nostre zone queste piante non sono molto conosciute come specie eduli, mentre in Giappone si consuma a scopo alimentare il Bupleurum falcatum (in quelle regioni esiste una normale coltivazione orticola di questa pianta). Giardinaggio Queste piante, con il loro tipico aspetto, hanno interessato, da oltre due secoli, il giardino ornamentale: infatti la specie Bupleurum frutiscens si trovava in coltivazione nei giardini fin dalla met del Settecento; mentre il Bupleurum fruticosum (specie spontanea delle nostre isole) appare nei giardini spagnoli nella seconda met dello stesso secolo. Le piante di queste specie crescono bene in terreni poco fertili o quasi sterili e asciutti e comunque a composizione calcarea. I giardinieri in genere ne piantano alcuni cespi qua o l oppure in aiuole a formazioni miste. A volte possono servire egregiamente come siepi di separazione.
PSEUDOSCABIOSA LIMONIFOLIA
La vedovina trapanese (Pseudoscabiosa limonifolia (Vahl) Devesa, 1984) una pianta rupestre della famiglia Dipsacaceae , endemica della Sicilia occidentale e delle isole Egadi. Ha un piccolo arbusto, la corteccia grigia e fessurata, foglie verde scuro, opache e coriacee e cresce su rupi calcare esposte a nord intorno ai 400 metri di quota.
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Quattro passi nello Stagnone
Posidonia oceanica
Posidonia oceanica (L.) Delile, 1813 una pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo, appartenente alla famiglia delle Posidoniacee (Angiosperme Monocotiledoni). Ha caratteristiche simili alle piante terrestri, ha radici, un fusto rizomatoso e foglie nastriformi lunghe fino ad un metro e unite in ciuffi di 6-7. Fiorisce in autunno e in primavera produce frutti galleggianti volgarmente chiamati "olive di mare". Forma delle praterie sottomarine che hanno una notevole importanza ecologica, costituendo la comunit climax del mar Mediterraneo ed esercitando una notevole azione nella protezione della linea di costa dall'erosione. Al suo interno vivono molti organismi animali e vegetali che nella prateria trovano nutrimento e protezione. Il posidonieto considerato un buon bioindicatore della qualit delle acque marine costiere. Adattamenti alla vita in ambiente marino Come tutte le fanerogame marine, la posidonia ha evoluto una serie di adattamenti morfologici e fisiologici atti a permetterle la vita in mare. In molti degli organi presente il parenchima aerifero, che facilita gli scambi gassosi in tutte le parti della pianta e che forma una fitta rete tra foglie, rizoma e radici. Le foglie sono prive di stomi ed hanno una cuticola sottile per facilitare la diffusione di ioni e CO2. Le posidonie sono in grado di assorbire i nutrienti anche per via fogliare. Spesso le piante vivono in un substrato soggetto all'anossia (mancanza di ossigeno). Per questo motivo le radici, oltre ad assicurare l'ancoraggio e l'assorbimento delle sostanze nutritive, fungono da riserva di ossigeno, prodotto per fotosintesi dalle foglie e 42
Quattro passi nello Stagnone trasportato dal parenchima aeriferoapparterrebbe all'ordine Najadales, mentre secondo l'ITIS all'ordine Potamogetonales[11]. La classificazione APG mantiene l'attribuzione alle Posidoniaceae ma assegna la famiglia all'ordine Alismatales e considera sinonimi i due ordini sopra citati. Il nome generico Posidonia deriva dal greco , Poseidone, il dio del mare, mentre l'epiteto specifico oceanica si riferisce al fatto che questa specie aveva una distribuzione ben pi ampia di quella attuale. I residui fibrosi di Posidonia oceanica che si accumulano sui litorali, sospinti dalle onde, formano agglomerati sferici o ovali di colore marrone chiaro e di consistenza feltrosa chiamati Egagropoli. La formazione degli egagropili, comunemente noti come palle di mare, polpette di mare o patate di mare, frutto dello sfilacciamento dei residui fogliari fibrosi che circondano il rizoma della pianta e della loro aggregazione ad opera della risacca marina. Formazioni simili sono prodotte anche dall'alga verde d'acqua dolce Aegagropila linnaei, che quando si sviluppa forma grandi sfere verdi dalla superficie vellutata che di giorno galleggiano a pelo d'acqua (grazie all'ossigeno sviluppato con la fotosintesi) e di notte stazionano sul fondo.
Egagropili. Questa specie si trova solo nel Mar Mediterraneo; occupa unarea intorno al 3% dellintero bacino (corrispondente ad una superficie di circa 38.000 km 2 ), rappresentando una specie chiave dellecosistema marino costiero. Un segnale inequivocabile dellesistenza di una prateria di posidonia la presenza di masse di foglie in decomposizione (dette banquette) sulla spiaggia antistante. Per quanto possano essere fastidiose hanno una notevole rilevanza nella protezione delle spiagge dallerosione. Secondo la parte IV del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale"[13]) le foglie di posidonia spiaggiate sono da considerare rifiuti solidi e devono quindi essere smaltite. 43
Quattro passi nello Stagnone
Questo materiale vegetale pu essere utilizzato tramite compostaggio per la produzione di "ammendante compostato verde", in ottemperanza e secondo le prescrizioni del D. Lgs. 29 aprile 2010 n. 75 ("Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell'articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88"). In particolare, il materiale deve essere preventivamente dissabbiato e non deve eccedere il 20% p/p del peso totale della miscela inviata a compostaggio.
Nelle zone a forte idrodinamismo si formano dei canali all'interno della prateria detti canali di intermatte. Vive tra 1 e 30 metri di profondit, eccezionalmente e solo in acque molto limpide fino ai 40 metri, e sopporta temperature comprese fra i 10 e i 28 C. una pianta che necessita di valori di salinit relativamente costanti per cui difficilmente si trova nei pressi di foci di fiumi o nelle lagune. Ha bisogno di una forte illuminazione, per cui la luce uno dei principali fattori limitanti. Colonizza i fondali sabbiosi o detritici ai quali aderisce per mezzo dei rizomi e sui quali forma vaste praterie, o posidonieti, ad elevata densit (oltre 700 piante per metro quadrato). La produzione primaria fogliare delle praterie varia da 68 a 147 g C m -2 y -1 , mentre la produzione dei rizomi va da 8,2 a 18 g C m -2 y -1 . Una piccola parte di questa produzione (dal 3 al 10%) viene utilizzata dagli erbivori, una parte pi cospicua passa agli organismi decompositori e un'altra percentuale viene immagazzinata all'interno delle mattes in foglie e rizomi. Le praterie presentano un limite superiore ed un limite inferiore. Il primo, il punto in cui ha inizio la prateria partendo dalla costa, piuttosto netto, mentre il secondo, il punto dove finisce, pu essere di tre tipi: Limite progressivo o climatico: con l'aumentare della profondit, diminuisce la densit dei fascicoli fogliari perch la luce diventa un fattore limitante. 44
Quattro passi nello Stagnone caratterizzato dalla presenza di rizomi plagiotropi che finiscono improvvisamente. Limite netto o edafico: il tipo di substrato non permette la progressione dei rizomi, passando per esempio da un substrato sabbioso ad uno roccioso. caratterizzato dall'assenza di matte e dalla presenza di un'alta densit di fascicoli fogliari. Limite erosivo: legato al forte idrodinamismo che non consente alla prateria di progredire. caratterizzato da elevata densit e presenza di matte. Limite regressivo: causato dall'inquinamento che rende le acque di una data 14trovano solo matte morte. Nelle aree riparate e a basso idrodinamismo, che provoca una maggiore sedimentazione, le matte possono alzarsi fino a che le foglie non raggiungono la superficie dell'acqua. Si crea in questo modo una barriera detta recif barriere. Tra la barriera e il litorale si pu formare una laguna, e ci impedisce il progredire della prateria verso la costa. La recif barriere ha un ruolo importantissimo nella protezione della linea costiera dall'erosione. Nelle zone a forte idrodinamismo, invece, i rizomi possono essere scalzati, creando delle formazioni dette intermatte, costituite da canali di erosione. 45