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Morfologia dellimmaginario
Le prime forme darte visiva create dalluomo nella profondit delle grotte e
nei ripari sotto roccia presentano, accanto a un bestiario naturalistico di
straordinaria bellezza, immagini enigmatiche che non trovano riscontro nella
percezione della realt sensibile. Esseri ibridi e segni geometrizzanti
convivono con i grandi animali dipinti, spezzando lincanto del loro
linguaggio figurativo. Queste presenze irreali costituiscono la sfida maggiore
alla nostra capacit di comprensione delle culture preistoriche, il punto pi
buio dell'universo oscuro della nostra spiritualit nascente. Le diverse ipotesi
che, dalla fine dellOttocento a oggi, sono state avanzate sul loro significato
non hanno mai trovato un consenso unanime. Si potrebbe per tentare
l'azzardo di procedere obscurum per obscurius, cercando di capire se non
siano proprio queste emergenze visionarie a offrire un ponte insperato per
una maggiore comprensione delle pi antiche espressioni della creativit e,
insieme a queste, delle strutture antropologiche profonde dell'immaginario.
Morfologia
dellimmaginario
Larte delle origini fra linguistica e neuroscienze
20,00
9 788876 954016
A RCIPELAGO EDIZIONI
Milano
2009
capitolo iii
iconoGRafia DeLLinVisiBiLe
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strane e fantastiche provocate dallingestione di questo vegetale appartenente alla Famiglia delle Cactaceae cui d il suo
nome: Anhalonium Lewinii (o Lophophora williamsii).6 In questi stessi anni, lantropologo inglese Francis Galton cugino
di Darwin pubblica i risultati dei suoi studi sulla sinestesia e
sulle percezioni paradossali. Nel 1918 un chimico tedesco,
E. Spath, individua la struttura chimica della mescalina. Nei
primi decenni del Novecento gli studi clinici sulle distorsioni
visive e sui fenomeni entottici assumono un carattere pi sistematico. A fare da battistrada sono le ricerche del neurologo tedesco Heinrich Klver che avvia negli anni venti in America,
presso lIstituto di Scienze Biologiche dellUniversit di Chicago, una serie di sperimentazioni su se stesso utilizzando, di
nuovo, come sostanza psicotropa, la mescalina.7 Bisogna riconoscere che agli inizi del secolo scorso, la scienza medica non
era ancora pienamente consapevole del carattere devastante
delle sostanze allucinogene e non ne aveva vietato la sperimentazione farmacologica. Klver giunge, in questo modo, a definire la fisionomia dei fosfeni e a individuare, con una certa precisione classificatoria, una gamma di forme costanti generate
dalla destabilizzazione del sistema ottico e dei suoi recettori.
Il primo cambiamento che si manifesta, dopo lassunzione di
sostanze psicotrope, una modificazione della percezione sensoriale-visiva. Queste alterazioni della visione non generano
un semplice pulviscolo visivo indistinto, ma tendono anche
a produrre forme geometrizzanti individuabili e ricorrenti. Nei
primi stadi dellintossicazione, Klver registra lapparizione
quasi una sorta di proiezione filmica allucinata di bagliori
semplici e ripetitivi e ne fornisce un elenco dettagliato secondo
quattro modelli di base: 1) reticoli, filigrane, alveari e scacchiere; 2) reti e ragnatele; 3) gallerie, imbuti, coni e contenitori
4) spirali e forme a vortice (Fig. 117). In Europa, negli stessi
Figura 117
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anni, le sperimentazioni neuropsicologiche sembrano confermare i dati di Klver. Luci colorate, rapide come fulmini o
piogge di pietre preziose illuminate dallinterno ricorrono
nella descrizione dei primi stadi dellintossicazione da allucinogeni. in italia, un altro grande pioniere, Giovanni enrico
Morselli, clinico e uomo di ampia cultura, direttore dellospedale psichiatrico di novara, nel 1935 pubblica un Contributo
alla studio delle turbe da mescalina e, qualche anno pi tardi,
nel 1942, unanalisi dei rapporti fra lalterazione della visione
allucinata e le forme di dissociazione delle psicosi schizofreniche destinati entrambi a diventare punti di riferimento clinici
fondamentali.8 come Klver, anche Morselli riferisce in maniera dettagliata, minuto per minuto, gli effetti prodotti su se
stesso dalla intossicazione e la conseguente apparizione di immagini deliranti, destinate a permanere a lungo anche dopo la
scomparsa dei sintomi pi vistosi e a dileguarsi gradatamente
nel giro di circa due mesi. si tratta, in ogni caso, di sperimentazioni finalizzate alla comprensione delle dinamiche neurofisiologiche delle psicopatologie e allindividuazione di interventi terapeutici e farmacologici efficaci. pi interessanti, ai
fini della nostra indagine sulla genesi dei segni aniconici nellarte, sono invece le ricerche di Georges Marinesco (18631938), un neurologo di Bucarest di fama internazionale, formatosi a parigi con charcot a La salptrire, che pubblica nel
1933, ormai sul finire della vita, su presse Mdicale una sperimentazione del tutto particolare condotta su due pittori professionisti consenzienti e appartenenti a tendenze artistiche
diverse.9 anche in questo caso viene iniettata della mescalina
(33 centigrammi in quattro dosi nello spazio di unora e venti
minuti). allapparire iniziale di fosfeni, stelle luminosissime
e ruotanti, fa seguito la comparsa di segni geometrici mobili
e colorati stagliati su uno sfondo scuro che si trasformano via
via in complessi arabeschi sotto lo stimolo di input musicali.
Dopo due ore dalla prima iniezione, le vere e proprie allucinazioni, fiabesche e fantasmagoriche, sono caratterizzate dalla sovrapposizione di elementi umani e animali e da una straordinaria vivacit cromatica. ancora sotto leffetto allucinogeno, i
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in alcune tele, le linee non si ricompongono in un ordine figurativo, ma sembrano esplodere in vibrazioni di masse cromatiche informate qua e l a criteri decorativi (Fig. 119). sembra
che la mescalina conclude Marinesco abbia il potere di far
affiorare zone profonde del patrimonio rappresentativo tenute
in ombra dai meccanismi inibitori. si tratta ovviamente di osservazioni su pittori europei contemporanei, ma anche le figure
delle grotte preistoriche, nella loro straordinaria maturit
espressiva, sono opera di artisti. con Marinesco si apre dunque
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dere dei fosfeni di forma geometrica.13 ora, queste sperimentazioni, nate in sede clinica e con finalit terapeutiche, a met
degli anni settanta, iniziano a uscire dallambito strettamente
psichiatrico e neurologico e a sollevare un interesse culturale
pi vasto.
uno dei massimi studiosi delle culture amazzoniche, lantropologo dorigine austriaca Gerardo Reichel-Dolmatoff rileva, nel suo lavoro
magistrale del 1975 The Shaman and the Jaguar. The Study of Narcotic Drugs among the
Tukano Indians of Columbia, sorprendenti corrispondenze fra le decorazioni geometriche
degli indios tukano della colombia e le forme
fosfeniche individuate da Klver e da Knoll
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(Fig. 121). Queste corrispondenze scrive
sono troppo precise per essere puramente casuali. esse sembrano dimostrare che i disegni degli indios sotto leffetto dello
yaj, soprattutto quelli del primo stadio di intossicazione, sono
fosfeni, poi interpretati in chiave culturale come se avessero un
significato specifico.14
analizzando le decorazioni geometriche dei tukano sui tessuti, sugli strumenti musicali e sulle case, Reichel-Dolmatoff
si convince che queste forme ricorrenti e stereotipe ripetono,
in modo piuttosto fedele, le apparizioni fosfeniche (Fig. 122)
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di questa cultura (Fig. 125). Nei dipinti e nei graffiti che rappresentano
per lo pi scene rituali e di danza, i
segni aniconici si confondono con le
immagini figurative dando vita a curiose metamorfosi, presentificazioni
dei grandi esseri fantastici, antropozoomorfi, che popolano limmaginario visivo e mitologico dei viaggi extracorporei degli sciamani nel regno
degli spiriti e dei defunti. Secondo le
credenze San, le fenditure delle rocce
costituiscono un ingresso privilegiato
nel mondo ultraterreno. Gli sciamani
hanno la capacit di convincere gli esseri sotterranei ad attraversare queste spaccature della terra, rendendosi cos visibili.
Le pitture rupestri sono la testimonianza di questo potere fuori
dellordinario. probabile, per, che gli sciamani non dipingessero le immagini delle loro visioni durante lo stato di trance,
ma in un momento successivo come ricordo favoloso di una
esperienza passata.
Di questa cultura Lewis-Williams se ne stava occupando da parecchi anni. Una ricerca accurata, condotta secondo criteri
quantitativi vicini ai metodi dindagine di Leroi-Gourhan. A
partire dalla fine degli anni ottanta, lindividuazione del paradigma sciamanico-neurologico colloca il suo lavoro in un orizzonte diverso. La genesi dei segni che accompagnano le raffigurazioni viene individuata nei fosfeni apparsi nello stato di
trance indotto dalle danze rituali. Dallanalisi dei dipinti e, in
particolare, delle incisioni rupestri, possibile, secondo LewisWilliams, isolare la presenza di sei modelli entottici: 1) griglie
di base e loro sviluppo in un modello esagonale in espansione;
2) insieme di linee parallele; 3) punti e piccole macchie; 4) zigzag che attraversano il campo visivo (spigolosi o ondulatori);
5) motivi curvilinei; 6) filigrane e meandri (Fig. 126).
Queste tipologie trovano un sorprendente riscontro nelliconografia di una cultura molto lontana nello spazio e senza alcun
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raccordo diretto con il Drakensberg, quella americana dei Shoshoni-coso del Gran Bacino della California. Anche in questo
caso, lindagine sostenuta da un ampio corpus mitologico riconducibile a una societ tribale di carattere sciamanico. Secondo le antiche leggende di queste trib, furono gli sciamani
a trasferire sulle rocce le loro visioni per mostrare la loro potenza o furono gli stessi esseri soprannaturali, i figli della roccia creature invisibili che appaiono durante la trance a dipingere, aiutati dagli sciamani (Fig. 127).
Fin qui, al di l della datazione molto alta di alcune immagini
rupestri sudafricane, ci muoviamo in un contesto sostanzialmente etnologico, sostenuto da riscontri narratologici relativamente recenti.
Il paradigma neurologico viene, per, esteso anche allarte preistorica europea. Secondo Lewis-Williams e Dowson, alcuni Figura 127
segni geometrizzanti dellarte parietale e mobiliare del Paleolitico superiore potrebbero avere la stessa origine entottica ed essere la restituzione grafica di apparizioni fosfeniche (Fig. 128).
Il medesimo discorso viene riproposto anche per taluni segni
dellarte del Mesolitico (Fig. 129).
A un anno di distanza da The Signs of All Times appare, sempre
su Current Anthropology (1989) un articolo di Richard Bradley, Deaths and Entrances: A Contextual Analysis of Megalithic Art in cui larcheologo sostiene che le decorazioni dei monumenti megalitici europei possano offrire un terreno pi fertile
per lapplicazione delle ipotesi di Lewis-Williams e Dowson
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degli sciami di fuoco vanno qui a confluire, secondo la tradizione mistica del Libro di Ezechiele e della Apocalisse di Giovanni, in immagini teriomorfe (il tetramorfo). nel mezzo dei
circoli di fuoco e di aria appare un globo e quattro teste in perpetua metamorfosi. Ma verso le stesse parti apparivano quattro
teste, come di leopardo e di lupo, di leone e di orso. infatti sopra
il vertice della stessa immagine umana, nel segno delletere
puro, vedevo come una testa di leopardo, in atto di soffiare
come un fiato dalla sua bocca, fiato che uscendo anche dalla
parte destra della bocca, dopo aver formato una curva, assumeva lapparenza della testa di un cancro con le due forbici, simili a due piedi, mentre dalla parte sinistra la direzione incurvata del soffio sembrava finire nella testa di un cervo.
immagini di luci in perpetua metamorfosi sono descritte anche
in uno dei testi pi suggestivi della teologia orientale: Il libro
del raggio di luce (Partavw-nameh) di sohravardi scritto in
persiano qualche decennio dopo le apparizioni di ildegarda.
nato nel 1155 nellantica citt di Media, nelliran nord-occidentale, contemporaneo di averro, sohravardi il fondatore
di una teosofia orientale che ripropone lantica sapienza persiana attraverso una sintesi mistica fra il pensiero di zoroastro,
la filosofia platonica e quella plotiniana. sohravardi racconta
di essersi convertito durante la giovinezza in seguito a una visione estatica che si manifest come apparizione straordinaria
di una moltitudine di esseri di luce. nel Libro del Raggio di
Luce, sohravardi fonda una fenomenologia della coscienza visionaria, intrecciando considerazioni di ordine filosofico a descrizioni estatiche in cui la luce si moltiplica nel gioco di specchi di una catoptrica mistica. Le visioni possono essere ostacolate o dalleccesso di visibilit delle percezioni sensibili (limmaginazione attiva soccombe allimmagine) o dalleccesso di
riflessioni teoretiche (la visione mentale soffoca la visione
dellanima). Limmaginazione attiva esige, invece, una certa rilassatezza dei sensi sia esterni che interni, come pu accadere
nei bambini che si lasciano affascinare dagli specchi dacqua
o dagli oggetti neri e brillanti. Queste riflessioni sulle dinamiche dellimmaginario rappresentano il punto pi significativo
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della gnosi islamico-persiana e conservano ancora oggi un indubbio interesse filosofico. Citiamo un passo della parte conclusiva del testo nella edizione francese curata da Henri Corbin.
Dans le sensorium tombe une lumire plus resplendissante que
le soleil, et une grande douceur laccompagne (....) Ces fulgurations et ces lumires ne sont ni connaissance ni forme intellective; elles sont une irradiation de lumire sacro-sainte. Du
monde sacro-saint viennent les lumires immatrielles et les
tres aux mes pures reoivent leur part de cette splendeur de
lumire () Les pileptiques et les hypocondriaques, par
exemple, voient les formes de telle sorte que, mme sils ferment les yeux, il continuent de les voir mmement. La vision
tient donc une cause interne. Les gnies et les dmons sont
galement au nombre des formes qui sont actualises per lImagination active. LImagination active est perptuellement en
transfert dune forme une autre; elle nest pas stabile.30
Tornando ai fenomeni entottici, questi sembrano caratterizzati,
oltre che dalla luminosit, anche da un estremo dinamismo. Durante le visioni, una griglia pu frammentarsi producendo un
motivo scaliforme, le linee possono integrarsi formando un arabesco pi complesso, i punti possono mescolarsi con i motivi
a zig-zag. I fosfeni tendono, dunque, ad aggregarsi e a disaggregarsi secondo diversi principi dinamici. Non tutti i segni aniconici della preistoria sono riconducibili ad apparizioni fosfeniche. Le lance, ad esempio, ammettono Lewis-Williams e
Dowson, potrebbero essere motivi realistici, anche se alcune
hanno al loro interno motivi a zig-zag. Anche certi claviformi,
come quelli della Grotta di Les Trois Frers e della Grotta
Niaux, potrebbero essere forme femminili semplificate, come
riteneva Leroi-Gourhan. I motivi tettiformi sono i pi difficili
da comprendere anche se gli elementi a griglia e puntiformi
sembrano suggerire, in alcuni casi, una relazione con i fenomeni entottici. Anche se il numero delle combinazioni possibili
molto elevato, Lewis-Williams e Dowson propongono sette
principi combinatori fondamentali: 1) replica (ripetizione di
modelli); 2) frammentazione (dissociazione delle forme); 3) integrazione (accumulo di forme); 4) sovrapposizione (proiezione
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di forme le une sopra le altre); 5) giustapposizione (forme contigue); 6) raddoppiamento (duplicazione delle forme); 7) rotazione (le forme si muovono in un vortice). Queste combinazioni
danno vita a visioni surreali, di carattere iconico, che le diverse
culture tendono a interpretare in sintonia con le loro pi generali concezioni del mondo. ora, sono soprattutto queste apparizioni iconiche, che emergono quando la mente cerca di decodificare le impressioni entottiche, a spingere lanalisi verso
interrogativi ai quali le scienze neurofisiologiche non sono in
grado di rispondere adeguatamente senza lintegrazione di apporti disciplinari pi ampi.
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Gabriella Brusa-Zappellini
MoRfoLoGIA
DeLLIMMAGINARIo
Larte delle origini
fra linguistica e neuroscienze
Indice
Capitolo I
ALLe oRIGINI DeLLARte
1. figure dellimmaginario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2. Creature ibride . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. forme aniconiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Capitolo II
eMPAtIA e AStRAZIoNe
1. Imitazione e schematizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2. Excursus etnologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. I grandi segni della preistoria . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Capitolo III
ICoNoGRAfIA DeLLINvISIBILe
1. Lipotesi fosfenica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2. Sciamanismo e preistoria. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. Percezione e visione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Capitolo Iv
MetAfoRe vISIve
1. Immaginario versus fantastico. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2. Linguaggio e creativit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. Strategie figurative del linguaggio . . . . . . . . . . . . . . .
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Capitolo v
ANtRoPoLoGIA DeLLIMMAGINARIo
ANIMALIStICo
1. frammenti di etomitologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2. Il paradigma emozionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. Nellaldil del segno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Indice delle illustrazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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