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Origini greche dell'Esicasmo

di Dario Gemini

Riassunto del libro "I filosofi greci padri dell'Esicasmo". Si percorre il pensiero
dei filosofi greci nei quali si possono riscontrare le basi dell'Esicasmo e delle
sue pratiche. Dal concetto di conoscenza e di moto del pensiero di Platone ai
propositi di ritiro dalla vita mondana di Epicuro; la nascita della teurgia e il
concetto di esichia, fino al pensiero di Filone e di Clemente Alessandrino.

Universit: Universit degli Studi di Roma La Sapienza
Facolt: Lettere e Filosofia
Esame: Storia delle religioni
Titolo del libro: I filosofi greci padri dell'esicasmo
Autore del libro: Lanfranco Rossi
Editore: Il leone verde
Anno pubblicazione: 2000
1. Ritiro e isolamento. Epicuro e Epitteto


Prima dei filosofi greci ci furono i Sapienti. Poi Pitagora. Interesse di tutti fu la vita della comunit (ruolo
sociale del filosofo). Platone dice che quando il filosofo vede l'immoralit della vita politica, tentato di
vivere in tranquillit. Ma suo dovere una volta conseguita la luce tornare tra chi vive nel buio per portarlo
alla luce. Il filosofo vive isolato soprattutto interiormente (eremia interiore). Democrito si ritirava tra le
tombe cercando l'euthymia = tranquillit; e si rinchiudeva in un cella. Con Epicuro la fuga dal mondo prende
un'altra forma. La polis sta perdendo la sua coesione interna. Epicuro si apparta nel giardino, e nonostante
tutto non manca di filantropia; e il giardino esercitava un grande fascino sulla gente. Diciamo comunque che
la filosofia antica conosceva bene l'utlit della vita solitaria, ma non mancava di responsabilit verso gli
uomini.
Dal 4 sec a.c. viene approfondito il concetto di xeniteia = esser straniero e riferito all'anima che si sente
straniera al mondo materiale. Il cinismo rovescia i valori. Povert - esilio, oscurit consentono al filosofo di
aspirare alla virt. E' straniero chi non condivide gli ideali del mondo, ma ci non vuol dire che non abbia
una missione verso gli uomini. Cosi i cinici fornivano un esempio costante. Tra gli antichi era anche
consuetudine dire che diventare filosofi significava tagliare i legami con le relazioni familiari. Platone dice
che i ragazzi gi da piccoli van sottratti alla famiglia. Epitteto consiglia anche di cambiar patria
avvicinandosi alla filosofia, perch lo stesso luogo facilita il permanere di abitudini e distrazioni, e poi agli
occhi degli altri sei sempre "il figlio del falegname". Conviene dunque evitare le discussioni dei profani
finch non le si sa gestire. Epitteto dice che proveniamo tutti da Dio, siam tutti suoi figli, ecco la famiglia. Il
filosofo deve distaccarsi dai vincoli tradizionali di relazione.
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2. Seneca e l'isolamento


Per Seneca il commercio con gli uomini dannoso per la vita interiore. Il consiglio quello di fuggire gli
uomini, ritirandosi in solitudine, con delle scuse. Non far rumore, non mettersi al centro dell'attenzione. Chi
troppo si nasconde si mette in mostra. Ma l'isolamento non un fine in se stesso. Esso dev'esserci utile per
tornare alla vita ordinaria conservando la quiete interna, e imparare a "vivere nel mondo senza essere del
mondo". Tale distacco non va esercitato con orgoglio. L'impassibilit (apatheia) del saggio non
indifferenza e insensibilit. Egli basterebbe a se stesso, tuttavia vuole avere amici. Nel suo stato sarebbe
felice anche in prigione. Nikodemo accenna solo alla solitudine, per chi si sta rivolgendo a uomini del
mondo. Vivere nel deserto vuol dire tagliare alla radice le influenze della vita comune. La filocalia
sottolinea l'importanza del distacco dal mondo. C' spesso il concetto di xenitia=estraneit verso ci che
passeggero - scelta di vivere senza patria. Significa abbandonare le ordinarie occupazioni recidendo i propri
commerci con gli uomini. E' un scelta di pochi, ma ci sono anche norme che ci consentono di mantenere uno
stato di quiete interiore e raccoglimento, e questi consiglia Nikodemo. Si cerchi anche di evitare ambienti
chiassosi.

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3. Banchetti e danza per l'anima


Platone respingeva modi lamentosi o effeminati, e salvava dorico e frigio perch legati a coraggio e sobriet.
Aristotele limitava l'istruzione col solo modo dorico. I filosofi non rifiutarono la musica. Mousike per i greci
designava ogni attivit che sorgesse per ispirazione delle muse. La musica esprime l'accordo del molteplice
nell'uno. Usata bene pu purificare e guarire. Lo vediamo soprattutto nella tradizione pitagorico-platonico-
neoplatonica. Platone dice che pu servire ad elevare l'anima, facendo presa sulla sua parte emotivo-
irrazionale. Per bisogna star attenti. Vanno fuggite le musiche molli. Epicuro e Diogene erano contrari alla
musica. Mentre la danza fu pi giustificata. Manteneva il corpo in intima armonia. Musica+ginnastica
equilibrano piano fisico e psichico. Socrate danzava. Platone dice che la danza di origine divina, mimando
scene mitologiche sintonizzandoci con il creatore...
Presso i popoli antichi il banchetto era una sorta di comunione. La presenza del Dio lo sacralizza. Nei greci
dell'et classica ci son 2 momenti nel convivio: deipnon, e abluzioni pi invocazione dell'agathos daimon
(conversazioni, chiacchiere, recita..).. Vedi il banchetto dei pitagorici. Essi rispettavano anche gli animali.
Nell'esicasmo utile solo la musica liturgica. Le feste e le chiacchiere inutili si evitino. Bisogna evitare
anche chiacchiere e pettegolezzi, e incontri con amici non spirituali. Le bestie riconoscono per gli uomini
virtuosi. Vedi l'abate Teodoro e le vipere.

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4. Immagine e contemplazione


Nella tradizione filosofica si dice che la vista il senso preminente, perch pi di ogni sensazione si accosta
alla conoscenza intellettuale. Horao, gi in Omero, indica capire, riflettere, fare attenzione. La religione dei
greci contemplativa. Theoria=contemplazione deriva da horao=vedere. Ma Aristotele dice che in rapporto
all'intelligenza il senso migliore l'udito (udire il discorso). Le immagini conturbanti distraggono. Plutarco
dice che va vinta la curiosit dello sguardo, imparando ad osservarsi, a essere curiosi di se stessi ,
orientandosi cos verso ci che utile. Anche Epitteto ha un metodo per combattere l'attrazione per gli
oggetti. Se si prova ad es. troppo trasporto per un persona, bene ripetersi che mortale, transitoria.
Esercitarsi in pensieri di distacco. Quindi farsi un'immagine veritiera della cosa. Le fantasticherie van
contrastate con la ragione. Platone nella Repubblica condanna l'arte, in particolare la pittura, perch riflesso
di una realt che a sua volta riflesso di un realt ideale. Ma non gli sfugge che si pu usare per elevarsi.
Cos Plotino dice che pu essere stimolo di elevazione.
Nell'esicasmo li occhi sono il senso pi importante, ma anche la principale forma di distrazione per la
mente. Bisogna evitare di esporsi a immagini conturbanti. Per liberarsi di un'immagine ci sono tecniche,
come visualizzarla senza pelle o il teschio sottostante. Nikodemo critica gli specchi e dice di volgersi alle
cose belle della natura. Si possono ad es. fissare nella mente immagini di icone.

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5. Divinit e unit in Platone


Il termine cosmo=ordine ha finito con l'indicare il mondo. Platone vi vede l'opera di un demiurgo mosso dal
bene, Aristotele lo vede teso verso l'ottimo. Gli stoici diranno che tutto il cosmo espressione di Dio. E'
controverso poi parlare di monoteismo nel mondo antico. Secondo alcuni per il greco il divino
strutturalmente molteplice. Secondo altri dal V sec la filosofia greca fu indirizzata verso la dottrina di Dio
uno e trascendente (Anassagora, Socrate). Per i presocratici "uno" caratterizza il principio della natura e
della somma divinit. Per Platone unit delle idee--uno--Dio (71). Aristotele vede l'uno articolarsi nel
molteplice. I platonici, vedi Ammonio Sacca e Filone, accentuano l'unit di Dio approfondita nei suoi
aspetti trinitari. Plotino lo dichiara inesprimibile, attinto per visione mistica...Senofane polemizza contro chi
antropomorfizza gli dei, e lo stesso eraclito e platone. Antistene dir che gli dei sono molti ma dio uno per
natura. Cos anche per zenone Dio sarebbe uno, perfetto razionale e non antropomorfo. I diversi dei
sarebbero immagini delle potenze dell'unico dio. Ma solo il logos veramente Dio.
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6. Povert nella vita filosofica


L'inizio della vita filosofica legato a una fuga dal mondo. essa coincide spesso con la rinuncia ai propri beni
materiali, come per i pitagorici che per accedere alla scuola dovevano mettere in comune i beni. Cos
l'ascetica epicurea mira all'essenza e al raggiungimento di una condizione divina. Anche platone parler di
distacco dalle cose materiali. nei cinici-antistene lo vediamo al massimo grado. Basta poco per essere felici.
Gli stoici parlano di distacco interiore, e del fatto che quando ci attacchiamo a qualcosa perdiamo la nostra
libert. Tra il 5 e il 4 sec a.c. si diffonde l'idea della vita spartana come modello di vita filosofica. Seneca
raccomanda di non trasformare questo stile di vita in un atteggiamento di superiorit. E' necessaria infatti
soprattutto la povert interiore. Gli antichi dormivan per terra o su giacigli di foglie, i filosofi. Alcuni si
trascuravan nell'aspetto, altri come i pitagorici e zenone si lavavano. Epitteto dirche se ci si presenta
malconci agli altri, come avvicinarli alla filosofia? ESICASMO: le comodit intorpidiscono il corpo
riscaldandolo e quindi accrescendo il calore delle passioni. Si dormiva per terra di solito. In Grecia il
digiuno era legato alla purificazione, a volte veicolo dell'entrata in una condizione profetica. Epitteto dice di
disciplinarsi con il cibo e non ostentare a tutti la propria ascesi. Platone dice che quando il nutrimento era
semplice gli organismi umani eran robusti e saldi. C'era un nesso tra alimentazione e attivit spirituale del
nous. L'astinenza delle carni aiuta il dominio dell'anima sul corpo e attenua le eccitazioni fisiche. Il
vegetarianesimo era diffuso tra i filosofi. Fece la sua comparsa con l'orfismo-pitagorismo. Vegetariani furon
zenone, antistene, plotino, proclo. Pitagora dice di escludere cibi che producono eccitazioni e flatulenze.
Regime dei monaci del deserto era la xerofagia = no carne, pesce, uova, latte, burro, olio, vino. Praticamente
pane e acqua.

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7. Povert nell'Esicasmo


Nikodemo dice che per giungere all'esperienza mistica bisogna prima purificare il corpo, causa primaria di
impulsi passionali e distrazioni che rendono la preghiera poco incisiva. La tradizione insegna ad alzarsi da
tavola con ancora un p di appetito. Comunque le esalazioni provenienti dalla digestione dei cibi grassi
oscurano la capacit di discernimento del nous abbassandolo a livello animale. Mangiando una sola volta al
d la mente=nous si purifica ed pi capace di percezioni divine. Il digiuno, dice nikodemo, purifica. Ma
attenti a non cadere nella vanagloria. Pitagora dice anche che necessario dominare il sonno; abbracciare
la vita filosofica significa affrontare lotte, misurandosi col cibo e col bere, la notte, la fatica, i desideri.
Platone dice che nel sonno si manifestano i desideri della parte irrazionale dell'anima. Per non esser soggetti
alle immaginazioni bene che prima di andare a letto la parte appetitiva non sia troppo sazia o affamata. La
parte irascibile va ammansita ad es. con letture. I greci distinguon poi tra sogni significativi (visioni e
oracoli che posson venire dalla naturale chiaroveggenza dell'anima o dagli dei) e non significativi. La
medicina del 4 sec. comincia a usare i sogni a scopo diagnostico. ESICASMO: custodia del sonno, lettura
spirituale. Dormire sul duro per spegnere la concupiscienza. il sonno va poi preparato perch non vi siano
sogni passionali. In esso si posson infiltrare demoni. La castit nel pitagorismo non era d'obbligo, ma molti
filosofi furon casti. Epicuro comandava al saggio di astenersi dal matrimonio. Da zenone in poi lo
raccomandano solo per la procreazione. Epitteto per la castit perch il matrimonio vincola a una catena di
relazioni sociali con incombenze. Platone distingue tra 2 tipi di amore (eros), uno che vedendo solo il
sensibile si attacca alla parvenza esteriore e vuole possederla, l'altro attratto dall'invisibile. Una volta
progrediti in filosofia, l'attrazione sessuale non avr pi presa su di noi. Nel mondo greco antico c'eran
legami profezia-verginit (vedi le vestali, le sibille..). Porfirio nella lettera a marcella mostra che il
cristianesimo non dice nulla di nuovo in campo di ascesi. Il corpo tende a legare l'anima impedendone
l'ascesa con le sue attrattive, tra cui il sesso.
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8. Esicasmo e filocalia


Nell'esicasmo tutti i sensi han qualche rapporto con la sfera sessuale, potendo stimolarla. E' bene evitare ci
che stimola il sesso, anche i contatti fisici di un certo modo. Poi mangiar bene e frequentare persone
spirituali aiuta. Le 2 cose che pi difficilmente van via dall'asceta sono il demone dela superba gelosia
spirituale e quello dell'unione carnale. Si vincono le passioni solo vincendo l'io. Contro la tendenza epicurea,
pitagora platone e gli stoici consideravano la possibilit di assumere incarichi politici, non senza per aver
prima guadagnato il distacco verso onori e interessi personali.
Nella filocalia si incoraggia il distacco totale da cio che si ha. Gli attaccamenti trascinano il nous verso il
basso. I vizi si distinguono in passioni dell'anima e passioni del corpo (fornicazione, violenza, gioco).
L'esicasmo vede il massimo vantaggio nell'afflizione dell'animo, se questo orientato all'umilt.
Nonostante i greci sian portati al logos-discorso, anche nel pensiero greco valorizzato il silenzio, coltivato
soprattutto dai pitagorici; Platone parla dei modi degli spartani, e del loro parlare solo quando serve. Anche
zenone di cizio dice ai suoi di aprire la bocca con moderazione. Plutarco racconta di come gli spartani
allenassero al silenzio, e di come la loquacit possa degenerare in passione. Silenzio pitagorico di 5 anni.
Platone racconta di come la poesia ecciti l'emotivit e la componente irrazionale. Ma questo non significa
essere cupi, solo non lasciarsi dominare dal riso. Nella filocalia la lingua l'organo con cui si pecca pi
spesso. Si posson far 2 cattivi usi della parola, ad es. maledizione e calunnia. Con il parlare l'anima dissipa
la sua energia interiore. E contendere verbalmente pu essere uno spreco. Anche il riso pu essere forma di
dissipazione.

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9. Medicina e filosofia


La relazione filosofia-medicina era stretta quando il filosofo poteva anche essere un guaritore, vedi pitagora,
o proclo. Nel V sec. c'eran 3 filoni principali di medicina: 1) scuola di cnido (tradizione pratico-empirica) -
2) medicina filosofica e physiologia empedoclea - 3) scuola di cos (ippocrate - tutto divino). Gli stoici si
volgono alla medicina di impostazione pneumatica, che dichiarava causa della malattia la cattiva
circolazione del pneuma, fluido vitale che permea il corpo. In Galeno confluisce un p di tutto. Pitagora
mostra collegamenti tra malattie e dissolutezza; cos anche per Platone la malattia legata al tenore di vita
del malato, che spesso non sa ascoltare chi gli dice la verit. Nella Grecia antica la relazione malattia-colpa
era scontata. Le colpe deglo uomini attirano le punizioni divine, e le espiazioni allontanano i mali. Per
Ippocrate il corpo un'unit animata da un' energia che regola l'armonia interna e gli stati. Salute e malattia
sono risult della relazione di cose come clima,carattere, dieta, stato d'animo. Pitagora usava la musica per
fini terapeutici. Platone collega malattia della citta e malattia dell'anima. Per Epitteto i mali che capitano al
filosofo sono strumenti di cui Dio si serve per farne un eletto. i pitagorici ambivano a un armonico
funzionamento delle 3 parti dell' uomo: corpo anima e spirito. Il pitagorismo promuove una concezione di
medico flantropo vicina al cristianesimo. I pitagorici facevan esercizi ginnici per armonizzare l'uomo. Anche
socrate curava gli esercizi fisici, praticando lotta e danza. Platone era vigoroso. Anche diogene lodava
esercizi fisici che si integravano con quelli spirituali.
Nella filocalia la malattia viene spesso dopo una dieta irregolare, ed in relazione con lo stato della nostra
coscienza. Le tribolazioni sono il prodotto del nostro male. Ci si cura anzitutto ascoltando la coscienza.
Vanno accettate le malattie, e sono utili per un principiante, posson esser dannose per un avanzato. La
malattia ingenera un disordine del corpo che rivela un disordine dell'anima, e possiamo anche usarla per
avanzare spiritualmente.

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10. Studio e lavoro nell'Esicasmo


Lo studio e la conoscenza non dovevan esser fini a se stessi. L'inutilit di uno studio non finalizzato alla
crescita interiore preso in esame a proposito della falsa filosofia. Soprattutto quando questa si riduce ad
arte della disquisizione. Marco Aurelio esorta se stesso a buttare i libri. Anche i cinici eran ostili al vano
sapere. La grecia antica non ha una vera letteratura religiosa, solo classici come omero o esiodo, che i
pitagorici, ad es, leggevano a voce alta durante i banchetti. La lettura sacra si collega all'effetto taumaturgico
della parola ispirata. Anche la parola di Empedocle si dice sanasse. Il medico che conosce i misteri della
natura dunque filosofo, nel senso di fisiologo, colui che conosce il visibile e l'invisibile con le loro
connessioni e rivendica a s sia mantica che medicina. Per i cinici la vita filosofica implica il ponos, la
fatica, connessa al concetto di askesis. Per Seneca la fatica fa sbollire l'eccesso di passionalit e caccia i vizi
legati all'ozio. In grecia si usava molto anche la pratica dell'esame di coscienza, soprattutto tra pitagorici e
stoici, e comunque il neostoicismo somiglia molto alle pratiche monastiche siro-palestinesi. A sera i
pitagorici ripercorrevan la giornata, al mattino la programmavano. Ricapitolare le azioni del giorno era detto
psicostasia=pesa dell'anima. Anche seneca per questa pratica.
Nell'esicasmo la lettura raccomandata. arresta il vagare della mente, se lettura di esichia o preghiera. La
lettura spirituale dunque utile, ma inferiore alla contemplazione: infatti in nessuna lettura il nous pu
custodirsi indiviso; altra cosa la percezione unitaria che, nella libert del nous, si compie misticamente nel
silenzio. La ragione (logos) unita al nous un dono di Dio ma se si dedica a misurare cielo e stelle si perde
in cose inutili. Il lavoro manuale non ha controindicazioni. 5 sono le attivit dell'esichia: la recita dei salmi,
la preghiera, la lettura di autori spirituali, il ricordo continuo di Dio e della morte, una misura del lavoro
manuale, per vincere accidia e ozio. Anche le genuflessioni e certi esercizi fisici frenano le passioni. Le
metanie, prostrazioni della preghiera, Erano un forma di preghiera ascetica. Ci sono le piccole metanie, che
si fanno restando in piedi, e le grandi metanie; che invece comportano pi esercizio fisico. Metania vuol dire
piegarsi davanti a Dio e agli uomini. - Basilio il grande consiglia l'esame di coscienza, la sera ma anche di
giorno facendo attenzione a se stessi.
Comunque ci pare evidente che l'ascesi dei padri neptici continua quella dei filosofi antichi, che ne la base.
Si potrebbe anche pensare che la ricerca spirituale conduca alle medesime scelte di vita. Le principali
corrispondenze si notano tra i movimenti pitagorico-platonico-stoici ed Evagrio.

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11. Funzione e valore del corpo nell'Esicasmo


Soma = non stato ancora chiarito il significato originario; comunque significava corpo animale. Quando si
diffonde il dualismo corpo-anima, soma finisce per indicare la parte mortale, contrapposta all'anima
immortale. L'influsso stoico poi contribuir a svalutare il corpo. La nozione di anima sorge nella filosofia
greca quando si inizia a cercare il principio di tutte le cose. In Omero ancora non si distingue anima-corpo.
Platone: disvalore del corpo e materialit poi conclusi dal cristianesimo. Il contributo dei filosofi
nell'antropologia biblica sarebbe: introdurre il dualismo materiale-immateriale - aver connotato il corpo
negativamente. Pitagorismo: corpo tomba dell'anima (sema-soma) da cui ci si deve spogliare. Anche platone
parla di corpo come peso e tomba. La filosofia esercizio di morte in quanto insegna a separare l'anima dal
corpo. Ma nel Timeo si parla di sviluppare corpo e anima in eqilibrio. La bellezza dei corpi pu rimandare a
quella delle anime. Secondo Porfirio anche Pitagora si applicava in danze e pratiche che danno salute al
corpo. Quindi il corpo da un lato causa di passioni..dall'altro pu esprimere lo splendore dell'anima.
Secondo gli oracoli caldaici il corpo non va disprezzato ma transustanziato durante la vita. La storia del
tema del distacco anima-corpo inizia con l'orfismo. E' legata alla concezione del corpo come carcere o
tomba. La morte non fa altro che separare per poco anima e corpo. Ci si libera dal ciclo della reincarnazione
solo per grazia del dio liberatore, e con l'ascetismo. L'anima che si santificata, sciolta dall'obbligo di
tornare a unirsi a un corpo, vivr eterna con il dio dal quale deriva (stelle, luna ecc). Nel manuale l'uomo
abbraccia 2 realt: materiale e immateriale. L'uomo partecipe di entrambe. Ma anche un macrocosmo
operante nel microcosmo del mondo, perch comprende in s anche il mondo sensibile, ma non un
microcosmo perch ha qualcosa che la materia non ha. Il nous chiuso nel corpo come in una prigione.
Quanto pi sotto il dominio delle passioni, tanto pi la carne pesante. Essa oscura l'anima. Il corpo per
natura inclinato a cose naturali e corporee. Se nell' uomo gli impulsi corporei han il sopravvento posson
avere funzione dannosa per l'anima. Effetti della materialit sull'anima: appesantimento, oscuramento,
raffreddamento. Tutto il creato buono.. Ma dopo la caduta di adamo il corpo divenuto incline al piacere
passionale. E non mai stato creato come un carcere.
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12. Corpo per comprendere la realt


La sua funzione naturale quella di essere da supporto per giungere alla visione onnicomprensiva della
realt. Anche nella filocalia si distinguon anima e corpo e le leggi di entrambe. L'anima, componente
razionale, divina e immortale, indica la nostra origine celeste e parentela con Dio. Il corpo con animali e
morte. Con l'anima legata al corpo l'uomo vittima di satana che attraverso di esso pu operare sull'anima.
Ma la tribolazione del corpo pu esser salute per l'anima. Va concesso al corpo solo il necessario. Dalla
materia vengono le passioni. L'anima deve dunque liberarsi della pesantezza del corpo. La via per farlo
concentrarsi sull'anima attraverso la preghiera. Staccandola dal corpo essa si stacca anche dall'inclinazione
verso terra e pu salire al mondo celeste. Il corpo non va distrutto, ma dev'esser servo dell'anima. Il
desiderio di Dio fa si che il nous poco a poco esca dalla carne. Tale distacco l'inizio della trasfigurazione
del corpo.

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13. Significato e natura dell'anima


Il suo significato nell'antichit non ha avuto valenza costante. In Omero significa 1)soffio vitale o 2)larva
umana dopo la morte. L'orfismo dice invece di origine divina l'anima. Cos per Nikodemo l'anima deve
recuperare la condizione di Adamo prima della caduta. I fisici connettono la psyche alla phisis e al principio.
Socrate la identifica con l'io intellettuale e morale e la personalit. L'anima per Platone sarebbe affine alle
idee: la psyche-daimon degli orfici coinciderebbe qui con il nous. La tripartizione (anima concupisciente,
irascibile, razionale) spiega i conflitti interiori all'uomo. Aristotele dice immortale la sola anima intellettiva.
Platone la dice composta di atomi qualitativamente diversi dal corpo. La stoa la dice pneuma, un frammento
dell'anima del mondo, In seguito si tender a differenziare meglio psyche e nous, ponendo il 2 a livello
superiore. Con Plotino diviene poi canonica la tripartizione soma, psyche, nous, cui corrispondono l'uomo
sensibile, razionale e intellettivo. Purificarsi vivere sempre pi secondo il nous, cio volgersi all'Uno, che
interno al nous.
Nel Manuale il termine anima si usa in molti sensi. A volte in contrapposizione al corpo, altre come
componente psichica (psiche) diversa dal nous. Possiam quindi vedere uomo = corpo e anima e uomo =
corpo psyche e nous. Psyche e nous sono 2 modi diversi di manifestarsi di un' unica entit: il pneuma. La
psyche ha poi una parte irrazionale (divisa in desiderio e ira, epythimia e thymos) e una razionale, che per
pu divenire sottoposta alla prima. La psyche presente in tutto il corpo uscendo anche al di fuori. Legame
con la phantasia: il pneyma il soffio che fa da substrato sottile dell'anima, ed causa della phantasia. Poi
comunque le diverse componenti dell'anima han diversi centri di localizzazione nel corpo. Ma nella filocalia
ogni autore meriterebbe un suo studio. L'idea base che l'uomo partecipe di 2 dimensioni: una
intellegibile, celeste, incorporea, l'altra corporea, materiale, terrestre. Ognuna tende verso ci che gli
simile. Psyche = anima indica dunque la dimensione divina dell'uomo nella sua globalit. Fu creata a
immagine di Dio, bench incorporea, dominata dal respiro e dal sangue, e gravata da tale densit. Il termine
anima esprime dunque una realt articolata. L'anima si pu studiare in tripartita (vedi Platone) o bipartita in
razionale e passionale (divisa in nutritiva e appetitiva). La 1a si pu chiamare nous, e in tal caso anima
indica solo la pare passionale. L'impulso giusto dell'anima passionale la carit che sostenga l'anima
razionale nelle contemplazioni divine. Le potenze irascibili e concupiscibili sono i cavalli che guidati dal
razionale lo portano al cielo. Il dominio delle passioni e l'unificazione in un'unica operazione di tutte le
potenze psichiche e spirituali fan fiorire la gnosi amorosa. Quando tra le potenze vi discordia, non tutto
sottomesso al verbo.
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14. Definizione di "nous"


Nei presocratici designa sia la mente dell'uomo sia l'intelligenza ordinatrice dell'universo. Con platone il
nous umano affine alle idee. Per Aristotele divino e viene da fuori. Nello stoicismo l'egemonico un
frammento di intelligenza divina. Medioplatonismo e neopitagorismo sottolineano la differenza nous-
psyche. Con Plotino il nous un'ipostasi: Uno->nous->anima.
Nel manuale nous ha l'attributo di essere egemone. E' semplice, puro e di natura luminosa a seconda del suo
grado di purificazione. Nous e anima sono "re". Anima fuoco, nous luce. Ma l'anima diffusa in tutto il
corpo e le parti, il nous ha sede nel cuore. Esso in qualche modo l'essenza (ousia) dell'anima non ancora
purificata. Un volta purificata l'anima diviene nous = luce. Quindi la componente immateriale dell'uomo pu
esistere nel suo stato purificato come nous, o non purificicato come anima. Quindi a purificazione ultimata
l'uomo sar composto solo di corpo e nous. Il perfezionamento spirituale legato alla perdita della
phantasia, anch'essa fatta di pneuma psichico. Molti autori comunque parlano di corpo anima e spirito.
Autori esicasti parlando delle potenze dell'anima usano la tripartizione di platone. Ma quando dicono
ragione intendono anche quella contemplativa e inuitiva, capace di percepire direttamente la realt. L'uomo
superiore per le sue molte potenze spirituali, in particolare ragione intelletto e volont che sono le 3
potenze pi generali del nous. La parte razionale deve dirigere la parte irrazionale. L'attributo naturale del
nous dev'esser sempre volto alle realt intellegibili. Questo movimento si attua per fasi successive: prima c'
la percezione di ci che mondo e scritture contengono; poi applicare la ragione a questi dati porta a cogliere
le energie divine; da qui il nous pu risalire alla visione del creatore. Il nous ha anche un' essenza, che ha
sede nel cuore e la forma del corpo.

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15. Nous e Esicasmo


Nella filocalia molti sono i riferimenti al nous. In Massimo il confessore in particolare, Il nous la presenza
divina o la possibilit di essa nell'uomo. Il nous ricettacolo. In esso l'uomo pu erigere anche un simulacro
del peccato. Il nous ha il discernimento, anzi la potenza di discernimento. E' privo di forma ma la acquisisce
da ci che percepisce. E' come uno specchio. L'impassibilit ripristina il desiderio naturale dell'intelletto
verso Dio. Impassibilit e amore perfetto coincidono. Antonio il Grande dice che spirito anima e vita sono
comuni anche agli animali, il nous distingue l'uomo. Il nous l'occhio dell'anima. Spesso messo in
rapporto con la spina dorsale. Nei medici preippocratici la spina dorsale collega le energie psichiche e vitali
dell'uomo. Platone nel Timeo sviluppa dottrine pitagoriche: l'anima distribuita a sezioni lungo la spina
dorsale e nel midollo spinale essa si unisce al corpo. Rapporti tra utilizzi del seme e crescita spirituale.
Nell'esicasmo nous e cuore sono termini equivalenti, da intendere non in senso meterialistico. Ma c' una
relazione tra cuore spirituale e fisico come tra nous ed encefalo. Atanasio poneva il nous nel cervello,
Macario nel cuore. Cuore comunque sembra indicare una dimensione dell'anima in cui son associate quelle
potenze che di solito sono separate. Si parla di cuore sottolineando la valenza affettiva, nous quella
conoscitiva. Nell'esicasmo c' una dottrina dei centri sottili secondo cui le energie sottili dell'organismo
umano si concentrano principalmente in alcuni punti lungo la spina dorsale. Nel Manuale si parla
indirettamente di spina dorsale quando si dice che il pneuma psichico scorre nei condotti nervosi.
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16. Cuore e testa in filosofia


Non vero che per gli antichi filosofi la testa era pi importante del cuore. Nella fisiologia arcaica se ne
parla come kardia=organo centrale del corpo, stethos=petto o thymos=ardore. Epicurei e stoici dissero il
cuore sede del nous. Nella medicina arcaica la centralit del cuore scaturisce non da scoperte ma da
conclusioni filosofiche, vedi aristotele. In Aristotele si parla di pneuma= soffio, spirito, ad indicare la forza
vitale, che si trova nel cuore. C' pneuma congenito e pneuma che si respira. nel cuore c'anche il principio
del calore e l'anima nutritiva. Nel cuore si accumula il liquido proveniente dal cibo..e al cuore sono inerenti
3 fenomeni: pulsazione, respirazione, palpitazione. per Aristotele il cuore l'organo principale delle
sensazioni, il sensorio. Aristotele sostiene poi che il nous non mescolato al corpo e non ha un suo organo
come la sensazione, ma anche se l'anima risiede nel corpo, il nous ne separato. Nel cuore sono la
conoscenza sensoriale, la memoria, l'immaginazione, ma non il nous. L'anima una sorta di calore capace di
introdurre in ci che deriva dall'elaborazione del cibo un principio vitale... si diffonde tramite lo sperma
sotto forma di un gas, pneuma.... Il nous viene dal di fuori comunque, divino..anche se non ha base
corporea tuttavia nel cuore c' il principio che consente e attua il suo innesto e il suo legame con la nostra
vita fisica e psichica. Per Empedocle il cuore contiene il principio vitale. Gli antichi localizzavano nel petto
il thymos, che designa la forza della vita. Negli inni orfici anche traspare la concezione del cuore come
centro originario della vita e il suo collegamento col nous. Nel discorso sacro si parla dell'"intelligente fondo
del cuore", che indica la pi profonda facolt dell'anima che rende possibile l'unione con Dio. Anche in
pitagora troviam riferim alla centralit del cuore. Giambico dice che il cuore il pozzo profondo destinato a
contenere pensieri e dottrine pi elevati.
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17. Cuore nella tradizione di Lucrezio


Gli impulsi passionali posson offuscare la capacit di comprensione del cuore. L'antropologia pitagorica
rispecchia la cosmologia. L'uomo ha un fuoco centrale o anima. Nell'inno a Zeus: l'uomo, grazie
all'iniziazione e alla purificazione attualizza nel suo corpo-microcosmo la reintegrazione dell'universo, corpo
di Dio. La ricerca di Dio pu svolgersi dunque nel mondo e nell'uomo. Nel "discorso sacro" il cuore sembra
esser il vero organo di contemplazione e unione mistica. Porfirio parla di svegliare nel proprio cuore i
pensieri divini. C'anche la connessione cuore-preghiera-spiriti che ritroviamo pure negli esicasti.
L'antropologia epicurea distingue tra animus (principio intellettivo) e anima, principio vitale, entrambi
corporei, che sono legati. L'anima vivifica il corpo, ma dopo la morte si scinde disperdendosi. E' un calore
fatto di particelle minuscole, contenute dal corpo. L'anima diffusa in tutto il corpo. L'animo situato nel
petto. Il termine latino pectus abbraccia il significato di diverse parole italiane: petto, cuore, anima,
intelletto, spirito, mente, memoria.. in Lucrezio nel petto ha sede l'animus, detto anche mens, che il
principio del pensiero, del sentimento, della percezione del divino. Mente e cuore appaion dunque concetti
equivalenti: epicuro sembra conservare le tracce di un religiosit mitica. Lucrezio dice il cuore un sacrario,
che ha una parte recondita, un fondo, che il luogo in cui si pu esser toccati dalla divinit e divenire
partecipi della sua vita. Quindi il cuore sacrario da cui pu sgorgare la verit come voce intima del
sentimento. Ma anche il luogo in cui accogliere i simulacri che si irradiano dagli dei. Ma la percezione del
divino richiede anche la giusta serenit della mente. L'animus in grado di percepire il divino quando alla
affinit strutturale (particelle minuscole) si aggiunge una condizione di serenit e distacco dai sensi. La
condizione dell'animo quieto affine agli dei beati. Bisogna quindi rigettare dal cuore-animus ogni pensiero
sconveniente. Quindi secondo la fisiologia mistica di lucrezio l'uomo incontra il divino nel cuore, luogo
affine alla natura divina, e tramite esso quando lo stato dell'anima si fa affine alla quiete divina.
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18. Concetto di cuore in Crisippo


In Platone il cuore oggetto di un' attenzione ridotta. Infatti egli fa riferimento soprattutto al cervello e lega
le passioni e la loro sede al ventre. Al cuore fan capo i moti psichici legati ad emozioni e passioni; nel petto
ha anche sede il thymos, una sorta di calore innato. Il cuore dunque punto di confluenza di impulsi
passionali e del nous. Suo compito sottomettere l'anima irrazionale al principio divino. Dunque il cuore
campo di battaglia e luogo di vigilanza. Nello Stoicismo zenone dice che la vita spirituale si concentra nel
cuore. Alcuni suoi seguaci identificano nel cervello la sede dell' egemonikon=parte direttiva dell'anima, ma
Crisippo abbraccia la tesi di Z. Per Crisippo l'egemonilkon, che pensiero, dianoia, logos, ha sede nel cuore,
anche se la testa trasmette il principio dell'energia al corpo tramite i nervi. Ma il cervello l'energ la riceve d
cuore. L'anima diffusa in tutto il corpo, ma la parte direttiva nel cuore. L'egemonikon la parte razionale e
quindi la pi elevata dell'anima: esso pneuma corporeo e purissimo. L'anima quindi nel bel mezzo d
cuore. Nel sonno o nel dolore ad es. il pneuma pu ritirarsi nel cuore. Per Z le percezioni e le passioni son
porte attraverso le quali il mondo esterno irrompe nell'anima. Ci accade quando la phantasia fa pervenire
alla coscienza i dati dei processi fisiologici; diviene phantasia trasformandosi in immagine, e se il logos
acconsente all'oggetto si determina un moto o un' appetizione (orme). Il logos non deve arrendersi
all'impressione esterna. L'anima materiale di una corporeit sottile, e si restringe e si espande. Con la
morte il pneuma va verso l'atmosfera sublunare . Ogni vivente reca in s un suo destino. Nella misura in cui
lo realizza raggiunge l'aret, la virt che comporta l'eudaimonia. Per gli stoici un unico logos (zeus)
diffuso in tutte le cose. Nell'uomo il demone che alberga nel nostro petto. In Crisippo le divine energie che
animano il corpo umano equivalgono alla presenza in noi di tali forze divine. Marco Aurelio dice di
concentrarsi e ringraziare dal cuore gli dei.
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19. Cuore in Plotino e Proclo


Con i neoplatonici il cuore sembra perdere importanza. Ma solo uno spostamento di linguaggio.
Sensazione, immaginazione e thymos fan capo al cuore...Plotino, che sostenne l'immaterialit del nous,
rifiuta che l'anima sia contenuta nel corpo. Tuttavia fa capo al cuore, come pure la fantasia e il thymos, e di
l pu servirsi del logos; la parte somma la testa, ma anche in plotino il centro dell'anima il fondo del
cuore. Nel thymos si coglie il divino. Oracoli caldaici: gli oracoli sono una parola divina comunicata agli
uomini da una divinit attraverso una persona a lei consacrata. I caldaici sono contemporanei al corpus
hermeticum e furon riferimento importante per i neoplatonici. In loro abbiamo l'associazione sole-cuore.
Nell'uomo c' un principio igneo che scintilla dell'anima ed organo di contemplazione metafisica. Negli
oracoli quindi vediamo: la testa come fonte di pensieri divini e luogo di riferimento del nous divino-umano;
il cuore come centro di questo principio e sole del corpo, sede del principio dell'anima e del nous, mezzo di
ascesa e unione.
In Proclo c' il tema del sole-cuore. C' in generale un cuore noetico e luminoso, analogo in cielo e
nell'uomo, di cui bisogna mantenere la memoria se si vuole purificarsi. Proclo parla di liberare il cuore dalla
materialit. La concezione sole-cuore ha una tradizione antica divisa in 2 varianti: quella del sole cuore del
mondo e quella del sole cuore del cielo. In ogni caso il sole detto sede e origine del nous. In platone
l'anima mortale dell'uomo nel petto e consta di 2 parti, una maschile e una femminile. Il diaframma separa
e media. C' anche una relazione del fegato col diaframma. Il fegato trasmette alla parte appetitiva immagini
che procedono dalla ragione. Ma c' ancora un altro modo, si dice nel timeo, per entrare in contatto con la
verit: anche la parte inferiore dell'anima pu raggiungerla con la divinazione, quando la ragione inattiva. I
greci usavan 2 termini per indicare il centro: ombelico (omphalos) e focolare (hestia). C' nella tradizione
dionisiaca l'immagine dell'omphalos come punto di contatto col mondo dei morti. L'idea che omphalos e
hestia sian accessi a mondo infero e celeste.
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20. Cuore nell'Esicasmo


Il cuore l'organo pi importante dell'uomo, talamo del nous, ed l'ultimo organo a morire. E' anche centro
dell'uomo, sul piano fisico (posizione centrale), psichico (in esso convergono tutte le potenze del corpo e
dell'anima), spirituale (campo di battaglia del bene e male). Ha funzione unificante, in esso si unificano le
sensazioni; nel cuore si incontrano anche i molteplici livelli dell'essere di cui l'uomo partecipe. Nel cuore
l'anima si unisce al corpo e da l lo dirige. Ma il cuore anche il luogo in cui interviene la grazia. Il cuore
contiene. "Cuore" pu indicare molte cose: l'organo di carne, o un realt psichica, sede delle potenze naturali
dell'anima: intellettiva, razionale, volitiva. Ad un livello pi sottile c' la sede dell'essenza (ousia)
dell'anima, che non corporea e si trova nel luogo pi centrale del cuore, dov' il pneuma pi purificato.
Quindi nel cuore, in perenne movimento, c 'la sede dell'anima (psyche) anch'essa in perenne movimento. In
essa c' il pneuma che forma l'ochema, sede in cui si trova l'essenza del nous. Spesso si usa dire "uomo
interiore" al posto di cuore. Esso pu divenire tempio di Dio e della Grazia. Quando non si ricevon pi
impressioni di pensieri diviene il santo tempio interiore di Dio. Poi si parla di un fondo del cuore,
inattingibile al diavolo. Nel cuore anche presente la grazia ricevuta dal battesimo, che sovrannaturale.

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21. Grazia e regno di Dio nel cuore


Nel cuore si trovano: la grazia sotto forma di scintilla; il regno di Dio, che vien attualizzato quando la grazia
regna nel cuore, e il cielo (interiore). Ma il cuore pu anche divenire innaturalmente fonte di morte. Nel
cuore han sede le passioni. Il diavolo pu agire dall'esterno o dall'interno, ed il cuore pu divenire la sua
casa. Da essa il diavolo stato cacciato con il battesimo ma rientra con i peccati commessi. Comunque si
trova nella superficie del cuore. I pensieri negativi posson quindi contaminare anche il tempio di Dio nel
cuore: allora il tempio di Dio diviene spelonca di ladri. Cuore designa l'interiorit dell'uomo, con la sua vita
spirituale, ovvero l'uomo interiore. E' l'organo direttore, in cui dirigere la propria attenzione perch l
bisogna porre la legge di Dio. Ha anche un centro, detto ochema. E 3 dimensioni: cielo, profondit, centro.
Ma nous e cuore non sono la medesima cosa, siccome spesso se ne parla in termini diversi. Nous si riferisce
in senso pi proprio alla luce che ne scaturisce, cuore alla materia che ne fa da sede. Cuore ha un
connotazione passiva. Nel manuale si dice che le premesse per la discesa del nous nel cuore sono il tacere e
il ritrarre le energie psichiche..l'anima legata al corpo nel cuore, vincolata al respiro e veicolata dai nervi e
dal sangue; le energie van dunque concentrate nel cuore, da dove van trasformate.

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22. Definizione di introversione


Nelle enneadi troviamo tutte queste cose: conversione, introversione, trovare centro dell'anima, amore
dell'anima per Dio, quiete in cui entra l'anima distaccata da tutto, trasformazione dell'anima in luce. Il tema
dell'anima luminosa pitagorico legato all'origine astrale di essa. Scopo primo della filosofia per tutti una
terapia delle passioni, che faccia morire gli appetiti tramite la disciplina ascetica. La filosofia come morire
alla propria individualit. L'esercizio di meditare sulla morte era usato da epicuro e marco aurelio. Porfirio
dice che conoscere se stessi passare dal corpo all'anima al nous a Dio: il pensiero va anzitutto allontanato
da ci che carnale e mortale. Dentro di noi vi ogni ricchezza. Anche Plotino dice di risvegliare la vista
interiore tornando in se stessi. Per unirsi a Lui bisogna diventare come Lui. Per conoscere bisogna
trasformare se stessi. Gli stoici parlan di attenzione come viglilanza e presenza di spirito continue. Gli
epicurei parlano di distensione e rilassamento, ponendo invece la loro attenzione non sul momento dello
sforzo, orientando l'attenzione su pensieri positivi. La stoa distingue corpo e anima, entrambi materiali.
L'anima consta da un lato dell'egemonikon, principio direttivo che ha sede nel cuore, dall'altro dell'anima
vera e propria, principio pneumatico diffuso nel corpo e che pu assumere conformazioni diverse a seconda
dei pensieri e delle emozioni presenti nella mente. Marco aurelio usa nous come egemonikon e pneyma
come psyche. L'egemonikon la volont razionale, parte centrale dell'anima dove son concentrate
conoscenza e movimento. La filosofia deve trasformare questo lumino in una fiamma. Nous=egemonikon=il
nostro demone. Il sapiente affronta la vita come danzando, abbandonandosi alla volont divina, ma anche
lottando, guardando in s. L'egemonikon una particella divina nell'uomo, una luce nel cuore. Bisogna
concentrarsi sull'egemonikon in modo che la potenza del nous viva pura e libera in se stessa. Quindi restare
nel nous separando l'egemonikon dal resto significa raccogliere la mente nel cuore. Solo l'egemonikon il
luogo in cui trovare perenne quiete. Bisogna imparare il raccoglimento esercitandosi ad isolarsi ed
allontanare tensioni muscolari e mentali scendendo sempre pi in profondit.

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23. Percorso del nous nell'Esicasmo


Anche per l'esicasmo si inizia col ritrarre i sensi dall'oggetto delle passioni. Ci che raffredda il nous il suo
disperdersi, fluire nei sensi mosso dalle passioni. Esso si infuoca solo quando il nous rienra in se stesso e le
passioni si spengono. Operazione preliminare: fuggire le percezioni dei sensi e le fantasie della mente,
esercitandosi anche a visualizzare la morte. Cos il nous inizia a ritirarsi in se stesso. La prima tappa
ritrarlo dai sensi rinunciando ai pensieri. Una volta dominato con l'ascesi ogni desiderio, il nous non pi
distolto dalla preghiera che lo unisce a Dio. Il fine della vita spirituale l'unione uomo-Dio. la parte
chiamata a quest'unione il nous, e bisogna volgersi dall'esterno all'interno. L'associazione e l'equivalente
delle espressioni che indicano ascesa, discesa in profondit e ricerca del centro non specifica
dell'esicasmo, ma si trova in tutte le religioni. Il nous disperso comunque deve staccarsi dalle cose esteriori e
ritornare in se stesso fino a oltrepassarsi e unirsi a Dio.
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24. Funzione del respiro nella vita spirituale


Galeno, 2 secolo d.C. Medico che sintetizza la dottrina ippocratica dei 4 umori e la fisica di Aristotele dei 4
elementi e delle 4 qualit della materia. Annoverato tra gli aristocratici eclettici. Fonde le teorie biologiche
sull'egemonikon nel modello tripartito di Platone. L'uomo ha 3 centri a cui corrispondono 3 potenze: logos,
thymos, epithymia. L'anima mortale ed solo il temperamento del corpo. Manipolando il corpo si pu
raggiungere l'anima. Quindi con una corretta disciplina si pu influenzare il carattere. La scuola pneumatica
nasce da Ateneo, discepolo di Posidonio. Distingue il pneuma in 3 tipi: innato, psichico, naturale. Il pneuma
equivale all'aria inspirata che da respiro diviene vitale e poi psichico.
La scuola pneumatica influenz galeno. Nella versione orfica della nascita di Atena la coscienza e il
pensiero tecnico han sede nel cuore. Tale impostazione cardiocentrica certamente legata al mondo egizio.
In grecia la sede dell'attivit psichica pu essere il cuore, o il sangue, o il cervello, o il diaframma... In egitto
il cuore la sede dell'anima chiamata Ab, destinata ad essere pesata...Anche nell'uomo il cuore il centro
della vita, della volont e dell'intelligenza, ricettacolo del dio. Galeno tende a concepire il pneuma come
anima. Spiega 2 concezioni di anima: 1) (Aristotele e stoici) = un corpo luminoso ed etereo; 2 (platonici) =
incorporea ma il suo 1 veicolo il pneuma del cervello, corporeo. L'anima-eidos dunque il pneuma, che
tutto ci che rende vitale qualcosa, ed di natura analoga a quella degli astri. Al tempo di Galeno avviene
l'identificazione psyche=forma=pneuma=etere divino.
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25. Catarsi e cervello nella filosofia antica


Per galeno il cervello l'acropoli dell'uomo, non il cuore. La corrispondenza macrocosmo microcosmo porta
a vedere nel pneuma lo spirito-respiro divino, e quindi nella nostra respirazione una partecipazione a
questo respiro. E' importante agire sul respiro per giungere volontariamente al silenzio dei sensi. C'erano
esercizi come accelerare o ritenere il respiro, e la ritenzione era finalizzata a un rilassamento. Non abbiamo
testimonianze precise che nell'antichit la pratica di esercizi respiratori avesse anche finalit spirituali.
Alcuni trovano allusioni in Empedocle. Comunque i risultati cui in et arcaica si perveniva utilizzando
tecniche psicofisiche trasmesse dalla tradizione mistico-religiosa, furon considerati dalla successiva
medicina come casi limite. Vi sarebbe dunque un legame antico tra religione, esercizi ginnici e oratoria,
ipotizzando che i secondi e terzi si originino dai primi. La terminologia indica delle connessioni che ruotan
attorno a 2 nozioni: purificazione (katharsis) prodotta dall'esercizio, e quella di residuo, rifiuto organico da
eliminare ai fini della salute. Osserviamo quindi che c'un ambito in cui confluiscono e da cui si dipartono
tutte le linee legate agli elementi esaminati: il pitagorismo antico. La katharsis tema tipico dei
pitagorici..comunque ci sono elementi per collegare, secondo Debru, esicasmo a filosofia antica: l'esercizio
di rallentamento e ritenzione del respiro, l'aumento di calore interno causato dal pneuma, l'asciugamento
dell' umidit interna come katharsis del corpo e dell'anima, la ritenzione del respiro connessa a particolari
posizioni del corpo, ecc...
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26. Respiro nell'Esicasmo


Nell'esicasmo il respiro connesso con lo stato della preghiera. La modificazione volontaria del ritmo del
respiro, ai fini della preghiera, peculiarit dell'esicasmo. Rallentare dolcemente il respiro rallenta la
circolazione sanguigna e l'attivit mentale. Niceforo, maestro di palamas, sarebbe stato l'iniziatore del
metodo psicofisico. All'inizio l'intevento sul respiro non fa scendere il nous nel cuore. Forzare il respiro
serve a chi soggetto a qualche passione. Va frenato il ritmo abituale, e dire la preghiera mentre si trattiene.
Gli effetti sono legati all'affaticamento-sofferenza che il metodo produce. Tale pena sussiste perch il nous
che prega senza distrazioni opprime il cuore. La fatica questa: tale pratica opprime il cuore, che non riceve
pi la naturale quantit d'aria. Il nous cos si restringe e rientra nel cuore. Al dolore si aggiunge il piacere
generato dalla memoria di Dio. L'energia del nous si raffina. Col metodo anche le altre potenze dell'anima
tornano a Dio. Il cuore diviene pi caldo, morbido e sensibile. Nel manuale la preghiera presenta fenomeni
di calore naturale e soprannaturale (grazia). Il nous in qualche modo collegato col respiro ed entra ed esce
unitamente ad esso. Quindi pu uscire e disperdersi attraverso: sensi, pensiero, respiro. C' una duplice
forma di respiro: quella dell'uomo distratto e quella dello spirituale, che fa scendere il nous assieme all'aria
che passa dalle narici. C' anche un legame nel cuore tra calore e spirito. La presenza dello spirito a sua
volta connessa con il respiro. Infatti il processo che si innesca con la pratica della preghiera una
conseguenza della ritenzione del respiro. In relaziomne al respiro lo spirito (pneyma) entra ed esce. Quindi
tra gli esicasti il nous scende con il respiro, si restringe, si disperde ecc. E' detto immateriale, ma associato a
prerogative fisiche. E' un'idea pitagorica, le anime veicolate dai pneumi. Aristotele ci dice che il nous
l'elemento divino dell'uomo e si radica nel cuore, innestandosi nel principio del pneuma. Vivere la propria
dimensione divina significa liberarsi e purificarsi da elementi di pesantezza e oscurit
Dario Gemini Sezione Appunti
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27. Invocazione del nome nella filosofia antica


Esisteva tra i filosofia antichi qualcosa di simile alla preghiera di ripetizione esicasta? Nei presocratici, il cui
filosofare inteso come ascesa verso l'assoluto, ci son formule di preghiera desunte dalla religione corrente.
Ad Aristotele attribuiamo un trattato sulla preghiera di cui restan pochi frammenti: vi si dice che dio
spirito e che l'iniziazione fatta di esperienza interiore e non intellettuale. La religione tradizionale gi
aveva brevi formule di preghiera da ripetersi in particolari circostanze. C' anche ad es. l'uso di ripetere
parole sacre dei pitagorici. Nei filosofi ci sono brevi frasi da ripetere in momenti particolari, come
invocazioni, o moniti, in particolare in Epitteto. In Epitteto si parla spesso di sottomettere la propria volont
agli dei e lottare contro le passioni. La rinuncia alla propria volont non un subire gli eventi, ma volgersi a
seguire il proprio impulso pi profondo, agendo secondo il vero volere. E' necessario esser vigili. Epitteto
raccomanda brevi frasi di invocazione. Quindi compito del filosofo dovrebbe essere l'incessante invocazione
di lode a Dio. Questi principi o formule van tenuti sempre presenti, ma poich la particella divina nel
petto, il precetto significa essere sempre mentalmente presenti nel proprio cuore. Corrrispondenza pneuma-
demone-egemonikon. Anche in Epitteto il cuore appare luogo in cui ricercare l'unificazione del proprio
spirito con la presenza divina che vi abita. Marco Aurelio dice di ritirarsi spesso nella propria anima, e che
nell'intimo dell'anima (cuore) vi son principi che a contemplarli ci rasserenano. Quindi ci si ritira in se stessi
nel cuore, vi si contemplano i principi presenti, si torna rasserenati alla vita ordinaria-la cosa va svolta con
assiduit. I principi fondamentali si posson espirmere in formulazioni brevi, ripetute spesso. Questo serve a
tenere la mente stabilmente ancorata al divino. Anche per Marco Aurelio il processo di introversione
orientato al cuore, sede della ragione (dianoia) e dello spirito, presenza divina nell'uomo. Aderire alla
ragione, obbedire al proprio demone, significa aderire a ci che proviene dal cuore.
Dario Gemini Sezione Appunti
Origini greche dell'Esicasmo Pagina 27 di 53
28. Parola e sentenza nella filosofia antica


Quindi nella filosofia antica si ripetono sentenze o massime per mantenersi uniti al divino, e tale metodo
confluisce nella preghiera, quando si ripete un invocazione. Ma vi sono differenze: la sentenza orienta la
mente verso un verit mentre il nome orienta a una persona divina, verso la quale c' un rapporto personale.
L'efficacia dell'invocazione dei nomi divini poi dipende da una potenza insita nei nomi stessi.. Nella Grecia
arcaica la parola ha una potenza religiosa che agisce in virt di un' efficacia sua propria.La parola ha potere
sulla realt. Platone nel Cratilo definisce il nome uno strumento per distinguere l'essenza. Quindi c' un
nesso nome-essenza. Il nome comunque imitativo. Aristotele sostiene invece la convenzionalit del nome.
Nella sofistica si dice che il nome non legato alla cosa che esprime. Per gli stoici invece la parola
rappresenta per sua natura la cosa. Platone ha una sensibilit di tipo religioso: il nome indivisibile da ci
che designato; chi conosce il nome di un essere ha potere su di esso. Il culto dei nomi divini si fonda sul
nesso naturale divinit - suo nome. Parmenide dice che il nome non convenzionale ma collegato
all'essenza della cosa designata, e pu rivelarla. Ma con il manifestarsi di una coscienza umana decaduta la
parola diviene ambigua,e pu anche occultare; da qui importante la parola che esce dal fondo del cuore. In
antitesi alle parole-nomi dei mortali stan i contrassegni rivelati: l'essere si disvela solo attraverso la
ricchezza dei propri nomi.. Qui da un lato c' l'idea dell'ineffabilit di Dio, dall'altro la potenza della parola.
Nei nomi sacri la potenza evocatrice si mantiene viva. Anche Platone dice di non nominare invano gli dei.
La ripetizione del nome concretizza il ricordo della divinit.
Dario Gemini Sezione Appunti
Origini greche dell'Esicasmo Pagina 28 di 53
29. Teurgia, opera della luce divina


Il termine indica l'opera divina, il miracolo. Pratica fissata negli oracoli caldaici. il termine si presta in
particolare alla fabbricazione di dei. l'arte ha fortuna con porfirio. Per Palamas come Dionigi
pseudoaeropagita la teurgia l'opera della luce divina (non dell'essenza di Dio).Gli oracoli caldaici furon la
bibbia dei neoplatonici e contengono componenti platoniche, neoplatoniche, neopitagoriche, stoiche e
orientali. Elementi degli oracoli: ripetizione dei nomi divini e formule, usate per liberare l'anima e
congiungersi a Dio. 2 sono le operazioni proprie della teurgia: creare oggetti e immagini e far lo stesso in un
uomo. Proclo si univa a un divinit per potenziarsi. Si usava poi pronunciare i nomi magici degli dei. Si
parla di una condizione meditativa che prepara l'unione e richiede concentrazione. il nome va pronunciato
nel cuore e unifica col divino. l'iniziato viene rivestito di luce che lo eleva al cuore divino. Ci che viene
evocato e la parola evocatrice sono consustanziali. I nomi son rivelati, non convenzionali. Il nesso numero-
parola-potenza divina sia in pitagora che in Platone. Si riteneva che le varie lettere e fonemi fossero
elementi simbolici in relazione col cosmo e con un valore numerico...Il pensiero di Plotino una mistica.
Plotino usa "Dio" per diverse cose, come simbolo per l'inesprimibile. Prassi filosofica: astenersi dal piacere;
reprimere l'ira; ricordare continuamente il nome di Dio. L'anima cattiva finch mescolata al corpo. Il
volgersi dell'anima verso il Bene la conversione, l'inizio del cammino verso l'unione. Unione =
purificazione = contemplazione. Ci si purifica quando l'anima si raccoglie in se stessa. L'Uno senza forma,
al di l dell'essere. Si pu solo dire cosa non .
Dario Gemini Sezione Appunti
Origini greche dell'Esicasmo Pagina 29 di 53
30. Contemplazione, dai molti esseri all'essere


La contemplazione consiste nel compiere a ritroso il processo della formazione del cosmo, dai molti esseri
all'essere. Per contemplare l'essenza intellegibile bisogna eliminare ogni percezione sensibile, poi anche ogni
percezione intellegibile per andare oltre. Si passa da una contemplazione con un oggetto a un
contemplazione senza oggetto. Quindi l'uso di un' immagine o un nome di Dio un supporto provvisorio.
Nella mistica di Plotino la pratica della ripetizione continua del nome di Dio sembra data per scontata.
Presuppone gi un certo dominio delle passioni, e serve a orientare la mente al divino. i nomi divini di cui
parla P si riferiscono solo a Dio in quanto essere. Poi si va oltre. In Giambico uno dei modi di pregare
ripetere i nomi divini. Son combinazioni vocali o foniche che posson apparire prive di signficato
intellegibile, ma son suoni efficaci, strettamente uniti alla natura degli esseri che evocano. Noi abbiamo
nell'anima la copia mistica degli dei che si risveglia tramite i nomi, per cui l'anima vien elevata agli dei. Tali
nomi van usati come gli antichi tramandano. Essi non trascinan gli dei a noi ma elevan noi a loro. La
preghiera risveglia il divino in noi. La preghiera purifica il pneuma dell'anima, etereo e luminoso che la
circonda. La dottrina del veicolo dell'anima si diffuse molto nell'epoca ellenistico-romana. Porfirio dice che
come l'anima cosmica legata al corpo celeste tramite un ochema=veicolo di luce sottile, cos l'anima
umana associata a un ochema o pneyma. Gli oracoli dicono che l'anima nella sua discesa raccoglie
elementi planetari.
Dario Gemini Sezione Appunti
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31. Esichia in filosofia antica


Esiste un tema del genere nella filosofia antica? In greco esichia significa pace, riposo, assenza di
agitazione. La calma anche un modo per conseguire l'esichia. Per Platone il vero filosofo si mantiene
nell'esichia appartato dalla folla. Per i pitagorici il raccoglimento silente doveva preparare ogni attivit. Per
Platone l'esichia la condizione in cui prega il filosofo. L'esichia si produce placando le agitazioni interiori.
Nell'orfismo c'la metafora della notte e del sonno. Il filosofo greco comunque deve saper far tacere le
opinioni correnti prescindendo dal sapere dell'opinione, contingente, per attingere alla verit stabile.
Aristotele parla di ypolepsis per indicare l'arresto del pensiero. Per Plotino nel filosofo che contempla
vengon meno parole, pensieri e si produce silenzio interiore. Anche secondo gli oracoli caldaici Dio
inconoscibile coi metodi ordinari della filosofia, e va raggiunto unendosi a lui quindi svuotandosi di ogni
pensiero....L'esichia dunque la condizione per un contatto con Dio. Epicuro indicava la tranquillit come
obiettivo della vita filosofica. Il rasserenamento parallelo a un rischiaramento. Anche Epitteto e Marco
Aurelio parlano di questa serenit e pace interiore. Con Plotino diviene termine tecnico, un attributo che
caratterizza l'anima e la distingue dal corpo, incline al movimento. L'esichia una propriet del nous. La
stessa unione con Dio avviene nell'esichia e grazie ad essa. Immobilit divina e movimento del contingente:
da Anassimandro il movimento attributo costante della totalit cosmica. Per i pitagorici il principio del
movimento dev essere in quiete. l'immobilit per parmenide caratteristica strutturale dell'essere. Platone
Aristotele e successori considerano l'immobile causa del mobile. Le idee sono immobili, come il motore.
L'anima passionale strettamente associata al corpo. l'immobilit del corpo di solito anche legata a quella
interiore.
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Origini greche dell'Esicasmo Pagina 31 di 53
32. Conoscenza e moto del pensiero in Platone


Platone distingue 2 tipi di conoscenza: una irrazionale e persuadibile che nasce dalla persuasione, l'altra che
deriva da un insegnamento, e sempre vera. Sono in relazione l'uno al sensibile l'altro all'intellegibile. Il
pensiero discorsivo comunque va superato per aver esperienza del divino. Solo elevandosi oltre i suoi limiti
lo spirito pu conquistare l'intuizione mistica dell'Uno. Nelle Enneadi sono usati riposo, quiete, immobilit,
stasis, esychia, eremia. L'immobilit risultato del fermarsi. Solo il riposo e la quiete si attribuiscono al
nous. La concezione dei 3 tipi di movimento dell'anima nell'esicasmo comprensibile solo alla luce della
cosmologia antica e del rapporto macrocosmo-microcosmo. Nella cosmologia greca il cosmo si compone di
7 sfere, la pi alta costituita dal fuoco assoluto, aither, priva di movimento. al di l c' solo l'
apeiron..Aristotele parla di moto circolare e incorruttibilit dell'etere. In un testo ippocratico si dice che
l'anima ha orbite circolari. Nel Timeo Platone insiste sulla parentela tra i cicli cosmici e fisiologici, correnti
cosmiche e circolazione sanguigna. Con la differenza che quelli cosmici non conoscono perturbazioni
essendo in equilibrio perfetto. Un movimento intelligente conserva gli stessi rapporti col centro. Emerge di
fondo una concezione omogenea di matrice pitagorica: nel cosmo c' una gradualit di purezza culminante
nel cielo pi alto, sede di esseri divini; la sfera pi alta ha un movimento perfetto; l'uomo analogo al
cosmo-anima corrispondente al cielo-nous. La perfezione dell'uomo vuol dire che il nous assume
movimento perfettamente circolare, nell'uomo c' una fonte interna di irraggiamento...Nel Timeo si dice che
l'elemento immortale dell'anima simile all'anima del mondo, e conformato su 2 moti circolari. Nelle leggi
si distinguon 2 tipi di moto: quello capace di muovere se stesso (pi alto) e un altro. La connessione
circolarit-perfezione della mente la troviamo in molti neoplatonici. Nei testi greci poi troviam associati
elementi chiave del metodo psicofisico esicasta: centralit dell'ombelico connessa col cuore e la
circolazione...
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Origini greche dell'Esicasmo Pagina 32 di 53
33. Esichia concetto base dell'Esicasmo


L'esichia il concetto fondamentale dell'esicasmo. Indica quello stato di silenzio e solitudine sia esteriori
che interiori necessari all'esperienza spirituale. Si lavora alle condizioni esterne per il loro riflesso sullo
spirito. L'esichia culmina nel silenzio di tutto l'essere. l'esicasta anzitutto fugge i luoghi in cui vi agitazione
(predilezione per il deserto), poi cerca di calmare le passioni e i moti interni dell'anima e del cuore.
l'esercizio della preghiera consiste nel chiudere la porta della cella e acquietarsi. Quindi ritrarre le energie
psicofisiche, abbassando anche il livello delle onde cerebrali..quando ci si tranquillizza la mente scende nel
cuore e il nous si pu concentrare sulla presenza del Signore. Il nous tende naturalmente ad acquietarsi nel
cuore. La via dell'esichia inizia col cercare un luogo tranquillo e termina col silenzio assoluto, vuoto di ogni
cosa in cui il nous indisturbato. Cercare la perfezione significa cercare anzitutto l'immobilit che pu esser
esteriore, spegnendo la tendenza al movimento del corpo e la reattivit motoria che guasta il nous, e
interiore, siccome anche gli stimoli che entran tramite il corpo son fatti propri poi dall'anima e dalla
memoria.. Il nous si fa stabile quando si eliminano le fantasie. La fatica della preghiera per i primi tempi
distaccarsi da tutti i pensieri che riguardano le cose esterne e le realt transitorie. Solo allora il Nous
percepir la causa degli esseri. Nel progressivo acquietarsi del nous si spegne l'attivit nella quale esso si
disperde, e l'energia di esso entrando nel cuore si purifica. Quando il nous arriva a contemplare l'Uno
indivisibile raggiunge la stasi e il riposo. Questo il suo vero riposo, un muoversi intorno a Dio.
Caratteristica naturale del movimento del nous la sua perpetuit.. Alleggerite dal peso della materia le
anime si muovon senza sosta intorno a Dio..ma il nous ha anche una disposizione a raccogliersi e muoversi
verso se stesso. Il nous comunque continua a operare anche nello stato ultimo. Suo moto migliore quello
circolare, per cui pu arrivare a unirsi a Dio, e si verifica quando il nous rientra in se stesso: pu guardare
altro ma restare in se stesso. Quindi il nous pu disperdersi muovendosi linearmente verso le cose, o
raccogliersi in se stesso assumendo un moto di rivoluzione conforme al cielo, che vuol dire associarsi alla
rotazione delle entit celesti luminose. La pratica ascetica e il metodo psicofisico fanno si che l'uomo ritorni
alla sua conformazione spirituale originale, che si concretizza nell'assunzione di una forma sferica da parte
dell'anima, che la rende infuocata. L'anima ascendendo al cielo si conforma al moto rotatorio di ci che le
simile. C' forse un legame tra le energie divine e gli antichi astri?
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Origini greche dell'Esicasmo Pagina 33 di 53
34. Cosmo e aldil per gli antichi


Spesso il creatore trae il mondo da un caos informe. E' molto diffusa anche la concezione di un mondo
sotterraneo. La cosmologia fu la passione dei presocratici, che continuarono in qualche modo teogonia e
cosmologia mitiche. Con loro comunque ci si svincola dalla concezioni mitica tradizionale e si scopre con
Anassimandro che la terra isolata nello spazio. I pitagorici la scoprono sferica. la cosmologia pitagorica
vede hestia-fuoco centrale attorno al quale ruotan i 10 corpi celesti. In Platone il mondo analogo all'uomo,
composto di corpo e anima, e ogni fenomeno terrestre riproduce un modello celeste. Aristotele chiama il
mondo cielo e lo divide in 2 zone, sopralunare e sublunare. L'astrologia tradizionalmente legata alla
filosofia: Tommaso e Alberto Magno la coltivarono. Sembra la divisione dello zodiaco in 12 parti risalga ai
Caldei. Comunque i greci ereditarono le concezioni cosmologiche babilonesi. La concezione della sorte
dell'anima, destinata all'astro cui corrisponde la sua virt, si innester su questi temi del corpo celeste come
sede di una divinit. C'eran modi diversi di parlare dell'aldil. Credenza comune nel mondo greco: L'Ade
soggiorno dei morti..una rivoluzione si ha con gli orfici: l'anima non pi il vuoto eidolon omerico ma
immortale e incorruttibile viene da Zeus ed elemento divino. Plutarco espone la dottrina del purgatorio
lunare, e mostra il sole come luogo della somma felicit. i diversi gradi di purificazione dunque
corrispondono alla successione degli elementi. Il fuoco il grado ultimo: c' un fuoco distruttore e uno
celeste e divino. Tra i pitagorici c' l'idea della parentela anime-astri. Gli stoici dicono che l'aria ha psyche e
il nous fuoco. Il viaggio nell'oltretomba pu presentarsi in diverse forme, tra cui catabasi e sogno. C'
l'ascesa al cielo e la discesa agli inferi, spesso consecutivi. Angeli: nella cultura greca angelos il
messaggero terreno..poi si passa a quello celeste. la diffusione del termine legata prevalentemente a filone,
che li considera anime incorporee create, mentre per i neoplatonici son emanati ed eterni.
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35. Cosmologia antica


A Bisanzio Aristotele, Tolomeo, Strabone furon letti da pochi. Il fondamento della cosmologia bizantina fu
soprattutto la Bibbia, in partiolarec il 1 libro del Genesi. Le omelie di San basilio sull'exameron furon
determinanti per tutta l'et bizantina. Principi fondamentali: rifiuto delle dottrine pagane, somma autorit
della Bibbia intesa letteralente,- il mondo non eterno. Diodoro id tarso di rche esiston 2 cieli, di cui uno pi
alto creato con la terra il 1 giorno, un 2 di base. in Cosma Indicopleuste, scrittore bizantino del 6 sec,
troviamo una topografia cristiana. Comunque l'immagine del mondo fisico tutt'uno con la geografia
spirituale e i 2 mondi son contigui e indipendenti. L'anima dopo la morte per alcuni doveva attraversare
come dei posti di dogana. Entrato nel cuore, per, il nous inizia a scoprire il mondo interiore. Nel cuore si
trova il regno di Dio. Cielo e terra son i 2 estremi della creazione. Cos nell'uomo , che composto di cielo e
terra cio corpo e anima. il nous deve superare le passioni per salire dalla sfera terracquea alla sfera dell'aria,
dominio degli esseri alati. Poi potr salire ancora. Al disopra anche dell'universo intellegibile c' la
dimensione dei logoi spirituali e astratti. Ancora oltre il nous contempla l'inconfusa monade, in modo
diretto, e la contempla in s come natura ed essenza. Palamas espone in forma pi esplicita la struttura del
cosmo visibile. La terra occupa la zona pi bassa della sfera dell'universo, serie di sfere concentriche di
dimensioni crescenti. E' una sfera immobile. All'esterno della sfera dell'etere si estende Dio all'infinito, e
riempie tutto. Le cose procedon cos: il cielo in alto perch naturalmente pi leggero. La conoscenza della
conformazione del cosmo non solo un interesse erudito, perch i suoi diversi piani corrispondono alle
tappe del viaggio interiore spirituale per arrivare a Dio. Dopo la morte, dissoluzione del legame nous-anima-
corpo, l'anima si trova nell'aria, regione degli spiriti. Se pienamente purificata depone il corpo senza
tristezza. Bisogna che sia purificata per non essere aggredita dai demoni. Ci son 3 destini per le anime, il 3
una purificazione col fuoco.
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36. Struttura dell'universo e quattro elementi


Uno Spazio divino immateriale e infinito avvolge il cosmo. All'interno il mondo articolato nei 4 elementi
secondo i gradi della leggerezza, primo il fuoco. Tra il mondo dei 4 elementi e lo spazio divino c' l'ampia
sfera del cielo in cui dimorano i santi. Anche il cuore una sorta di microcosmo. Nel cuore c 'una terra, un'
umidit, un'aria, un fuoco passionale e uno santo. Va impedito ai pensieri l'ingresso al cielo del nous che,
quando non oscurato, vede accesa la luce di Ges. Il corpo fisico dunque la veste dell'uomo interiore, il
cuore, che un vero microcosmo che ha anche un cielo nel quale come il sole pu risplendere Dio stesso.
Questi immagine del Nous o germe di fuoco divino, che stato posto nella nostra anima e pu risplendere
o venir oscurato da nubi e impurit. Con la morte fisica il nous tende a salire e si ferma in corrisponenza di
quel livello del cosmo che gli corrisponde per peso spessore e luminosit. Il Maligno intelletto incorporeo
decaduto dall'immateriali te che quindi ora ha un certo spessore materiale, effetto delle passioni. Dai
demoni provengono parte dei conflitti e cadute dell'uomo. Essi operano con maggior vigore durante la
preghiera..gli angeli nella filocalia e nel manuale son meno trattati. Sono di una materia rarefattissima.
Comunque nei padri neptici alla fine troviamo una concezione che appare riferirsi non tanto alla cosmologia
biblica, ma al pensiero classico, con gli elementi del viaggio dell'anima: discesa agli inferi, esseri mostruosi
da affrontare, ascesa con attraversamento delle regioni cosmiche, uomo come mircrocosmo.
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37. Corpo sottile e sottigliezza


Il sottile sta tra la materia pesante e l'incorporeo. Un tema connesso col corpo sottile sono le corrispondenze
simpatiche pianeti-anime. Secondo Aristotele la nozione di corpo sottile risale a Ermotimo di Clazomene,
maestro di Anassagora. Poi bolo di mende, poi i neoplatonici. C' la convinzione di base che il corpo fisico
sia la manifestazione visibile di un corpo pi sottile e rarefatto. Vi la convinzione anche che la natura
stessa abbia un organo sottile di cui l'anima sarebbe un elemento. Il termine pi comune per veicolo sottile
era pneyma o soma pneymaticon. Esso era anche detto corpo etereo perch si distingue tra aria inferiore e
superiore. Dopo la morte si designa come immagine o ombra. All'opposto si colloca il corpo sidereo. Il
pneuma dunque un corpo sottile ma pi puro del materiale, e pu ricevere l'impronta di qualsiasi forma.
L'anima invece del tutto incorporea. Nel corpus hermeticum il corpo sottile intermediario tra corpo e
anima. In Plutarco dopo la morte la psyche va alla luna per liberare il nous, e l si dissolve .I defunti sono
avvolti da involucri che posson avere vari aspetti e colori. Plotino dice che ad andare nell'Ade a volte
l'imago dell'anima, legata all'anima irrazionale. Per porfirio anima nell'Ade significa che vincolata a
un'immagine presente l. L'inclinazione del nous verso una data forma pu restare impressa anche dopo la
morte del pneyma. Se il corpo sottile un corpo aereo o pneumatico, a livello pi sottile si ha un
rivestimento pi luminoso detto corpo radioso. Con probabilit l'idea orfica. Auge interpretata da Platone
come luce o occhio. Ci dipende dalla concezione antica della vista, come incontro tra luce emanata
dall'oggetto e quella emanata dall'occhio. Secondo Sinesio di Cirene bisogna distogliere l'anima dalla
materia.
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Origini greche dell'Esicasmo Pagina 37 di 53
38. Corpi luminosi in Porfirio e Proclo


Porfirio distingue pi corpi luminosi, uno etereo pi vicino all'immaterialit, uno solare, uno lunare. Proclo
nel commento al timeo spiega che l'uomo un microcosmo in cui le diverse potenze dell' anima
corrispondono ai diversi astri, e il veicolo radioso corrisponde al cielo. Un'analisi attenta del pensiero
platonico e neoplatonico mostra che questo non disprezzava il corpo. Si usava il termine ochema per
designare il veicolo dell'anima. Ogni anima legata in modo congenito a un corpo eterno. Questo lo
strumento di essa. Quindi nell'uomo abita un principio divino, ma incorporeo, e possiede delle potenze che
ne costituiscono la naturale attivit animate da moto circolare attorno ad esso. Esse son di materialit
sottilissima, materia pura e sottilissima affine a fuoco ed etere, detta infatti scintilla. Tale rivestmento del
principio incorporeo il suo corpo o veicolo celeste e immortale. Il ritorno alla perfezione anche un ritorno
allla quiete di quel corpo. L'attivit della filosofia far scaturire dalla scintilla quel fuoco che tramuti l'uomo
in fiamma. Nell'uomo quindi abbiam pi corpi: fisico; pneumatico, che avvolge il corpo e rifette lo stato di
purificazione interiore, la scintilla o augoeides, di materia sottilissima, che in stato di colpa rimane velata, e
il principio divino che per aristotele, stoici ed epicurei nel cuore, per platone nel cervello. La terminologia
ambigua. Nous pu indicare sia il principio incorporeo che la scintilla, psyche lo stesso pu riferirsi a loro.

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Origini greche dell'Esicasmo Pagina 38 di 53
39. Definizione di gnosi


La gnosi sarebbe costituita dalla filosofia ellenistica, religioni misteriche, ermetismo, correnti magico-
astrologiche d'oriente; distinguiamo una gnosi volgare e una dotta.. Suo nucleo l'idea di un Dio supremo
inconoscibile, tranquillo in profondo riposo e silenzio, del tema del viaggio dell'anima e delle potenze
intermedie. La salvezza sfuggire al mondo materiale e penetrare nel pleroma eterno dove l'anima diviene
pure essenza luminosa. In India natura divina, sole, luce e spirito sono connaturali. Nella tradizione iranica
la via di salvezza passa per la separazion del principio luminoso dalla materia. Nel manuale di Nikodemo
tutto il processo ascetico di purificazione, unificazione e interiorizzazione culmina nella ricostruzione
dell'uomo interiore distrutto dal peccato di Adamo, quindi la trasformazione del nous e la formazione del
corpo d luce sono la trama del manuale. Varie tappe: la divinizzazione viene dopo l'assimilazione a Dio e
l'unione. La divinizzazione fa si che il nous presenti nuove caratteristiche: esso diviene trasparente alla luce
e riflette le perfezioni divine, acquisendo somiglianza col prototipo, e divenendo esso stesso luce. Questa
la salvezza. Quindi il recupero della purezza originaria, la formazione del corpo di luce, l'apice dell'esichia.
Occorre prima conseguire il silenzio interiore nei suoi gradi: silenzio delle sensazioni, dell'immaginazione e
dei pensieri. Ora il nous volge la sua attenzione priva di immagini alla preghiera. L'energia del nous
rientrando nel cuore si purifica. La purificazione attivata da fattori tra cui il calore. Il calore consuma la
materialit e il cuore perde la durezza. La perfetta purificazione equivale a perfetta impassibilit. Solo
deificando l'intelletto ci si salva. Artefice della trasformazione il fuoco, immagine dello spirito, attivato
dalla preghiera. Un altro aspetto l'asciugamento (acqua=passionalit). Il distacco dal mondo sensibile
opera la vittoria sulle passioni. Purificata dal fuoco, la terra del cuore fa scaturire una sorgente d'acqua viva
proveniente dallo spirito.
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40. Gnosi, calore e nous


Ci son 3 cause del calore: un calore naturale del corpo necessario alla vita, il ribollire dell'ira e l'intervento
della grazia. Calore scaturisce anche da un proponimento della volont. La Grazia la presenza divina che al
momento del battesimo prende dimora nelle profondit dello spirito, dove attende di essere accesa di
proposito dell'anima che la fa divampare col suo ardore. Ma l'assenza di una preghiera profonda ne provoca
l'oscuramento. Comunque il termine esichia usato nella filocalia con una gradualit di significati: pu
indicare la vita lontana dai rumori del mondo, la pacificazione interiore che segue il dominio delle passioni,
il totale silenzio di pensieri e moti..(son fasi successive). Comunque se vogliamo piacere veramente a Dio
dobbiam presentarci a lui con il Nous completamente spoglio. Opera dell'esichia il rifiuto dei pensieri e di
ci che di estraneo cerca di entrare nel cuore. Ci vale anche per i pensieri buoni. Finch il nous percepisce
qualcosa non in Dio soltanto. Abbiam comunque 2 tipi di gnosi, una basata sui concetti, l'altra
trasformante sull'esperienza. la gnosi spirituale una conoscenza esperienziale, che presuppone un' ascesi, e
l'unificazione delle potenze interiori. Gradino intermedio e pi alto del dominio delle passioni la
conoscenza di s che coincide con l'umilt. La gnosi purificazione. l'anima va resa omogenea al cielo, cio
pura, leggera, trasparente, luminosa e sottile. il nous non va solo reso autonomo dal corpo, ma anche
trasformato. Ci ha anche una ricaduta sul corpo fisico, che si spiritualizza..il corpo pu cos seguire
docilmente i moti dell'anima. Appena battezzati ogni uomo riportato alla luminosit originaria. Ma con il
tempo le passioni la fanno oscurare, e il nous si contamina con pensieri impuri. Per la grazia donataci nel
battesimo non ci abbandona, ma rimane confusa tra le passioni come favilla. Se c' sforzo continuo di
purificazione le cose tenebrose van via. Il cuore luogo di incontro di due amori, quello dell'anima e quello
che viene dallo Spirito Santo. Il secondo feconda il Nous. Se il fuoco del maligno oscurante, quello divino
ascendente e porta al distacco. il fuoco interiore si attua con la continuit dell'invocazione e via via aumenta
con il crescere della preghiera. Comunque il fuoco divampa solo dopo un certo tempo. la materia sottile di
cui consiste il nous soggetta dunque a variare le sue caratteristiche fisiche, e quanto pi splendore riceve
per il fluire dello spirito, tanto pi diviene leggero forte e concentrato....
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Origini greche dell'Esicasmo Pagina 40 di 53
41. Anima e corpo nell'Esicasmo


Per ripristinare l'anima nel suo stato naturale van ripristinate le abitudini del corpo. Cos il corpo diviene
partecipe della trasformazione. La Bibbia mostra la caduta di Adamo anche come mutamento del suo
aspetto. Ora i pensieri passionali vestono sull'uomo un abito di tenebra. Dopo la trasgressione l'anima
caduta in schiavit del corpo e il corpo sotto la corruzione. Il corpo di chi ottiene l'impassibilit diviene
infuocato. L'irradiazione di luce produce una modificazione strutturale. Infatti il corpo materiale dei santi
acquisisce propriet particolari anche dopo la morte. Il nous prende la forma della cosa che recepisce.
L'antico schema del cielo era un corrispettivo del cielo interiore. L'uomo ordinario offuscato dal "velo di
tenebra", su di lui dopo Adamo. I pensieri comuni sono un velo dell'occhio dell'anima. Illuminazione e
visione coincidono. Propriet fondamentale del nous il vedere. Esso l'organo della visione che irradia la
luce che gli consente di vedere. Il nous si trasforma in ci che contempla. Quindi contemplando Dio diviene
divino fino ad esser senza forma, semplice e luminoso. con la chiaroveggenza acquisisce la gnosi delle cose
occulte, cio l'intenzione divina posta in ogni creatura e la conoscenza delle ragioni. Si apre la vista
interiore. Nel testo dello xantopouli si parla di 4 gradi di veggenza: 1)uomo comune smarrito nella notte,
2)principiante che scorge qualcosa di se stesso; 3)chi vive secondo natura discernendo se stesso; 4)il
progredito, che vive nel mondo spirituale. La veggenza vede sia il mondo noetico che l'essenza delle persone
e delle cose. Inoltre possiede anche un profondo senso interno. Il corpo di luce sembra configurarsi come un
vero organismo, stutturato e differenziato. Quando nell'anima i 3 poteri sono al loro posto giunge pace. La
divinizzazione, che ricostruzione del tempio di Dio, va di pari passo con il progresso nell'esichia. L'anima
ha varie trib e potenze. Va ricostruita la propria Gerusalemme spirituale, e l'edificazione si pu attuare solo
in tempo di pace. l'anima un vero organismo articolato in molte funzioni e organi, come un vero corpo.
Ogni potenza ha corrispondenza con un organo naturale. Il corpo di luce definito: corpo di gloria (lo aveva
Adamo prima di trasgredire), Veste di Adamo, corpo di resurezione, corpo spirituale, corpo divino (ad un
corpo spirituale si conf cibo divino, cio luce e spirito. Nella preghiera si respira lo Spirito), corpo sottile,
corpo o abitazione celeste, corpo di luce come astro (destino uranico dell'anima deificata-nella preghiera si
vede il proprio nous come astro splendente).
Dario Gemini Sezione Appunti
Origini greche dell'Esicasmo Pagina 41 di 53
42. Filosofia ed Esicasmo


Tra gli orfico-pitagorici all'uomo divino riservata una vita divina tra gli astri, concepiti come esseri divini.
Gli autori antichi come Plotino sottolinean l'importanza del processo di purificazione che, unificando
l'uomo, lo rende simile a Dio. Il cosmo infatti raggiunge la perfezione quando la potenza divina lo pervade
completamente=infuocarsi. Cos l'uomo raggiunge la perfezione quando la scintilla divina in lui si
infiamma, fino a pervadere tutto il suo essere:escatologia e divinizzazione si presentano affini. l'uomo divino
viene a possedere un corpo fiammeggiante di tipo astrale e il suo nous avvolge il cosmo come etere
infuocato, e ha moto circolare. Questa visione presente anche nei testi sull'esicasmo come impianto teorico
su cui si innestano gli elementi del metodo di preghiera: ripetere l'invocazione infiamma la scintilla nel
cuore / il calore che ne deriva purifica le energie pneumatiche / la discesa nella mente del cuore riconduce
all'unione di potenze / nella purificazione dell'anima questa diventa raggiante. il santo poi non pu non agire
in concordanza con la volont divina. E' analogo allo stato del cosmo rigenerato e pervaso dal fuoco divino,
ogni sua componente armonica. per Nikodemo la mente che scende nel cuore vi trova un cielo e elementi..
poi come la catabasi anche per loro c' una discesa nel cielo interiore nelle profondit oscure del cuore.

Dario Gemini Sezione Appunti
Origini greche dell'Esicasmo Pagina 42 di 53
43. Maestro e discepolo nella filosofia classica


Il maestro diverso dal professore. Non fornisce un insegnamento generale ma diverso per ogni discepolo,
che deve avere verso di lui dedizione. L'opera del filosofo si svolge su 2 versanti: cura di se degli altri. Il
rapporto maestro-discepolo spesso si basava su una comunanza di vita, vedi Pitagora. Maestro anche colui
che guida all'esperienza del mondo spirituale. Proclo aveva rinunciato alla famiglia per rendersi pienamente
disponibile ai discepoli. Socrate produceva in loro un'inquietudine interiore che liberava dalle maschere
dell'io, facendo emergere ci che era racchiuso nel loro animo. Musonio Rufo dice che il maestro non deve
parlar tanto ma colpire la mente dell'ascoltatore e mostrare che egli stesso agisce conformemente a quanto
sostiene. Epitteto dice che il filosofo deve far comprendere che Dio esiste e conosce tutto. Il maestro deve
far da specchio al discepolo e far emergere le sue storture. Condizioni per guidare gli altri: bisogna che il
cibo assimilato sia divenuto parte del nostro essere: non in teoria, ma in tutta la vita. E poi bisogna che Dio
ci suggerisca di occupare quel posto. Il maestro in qualche modo vicario di Dio. Il discepolo prima di
dedicarsi alla filosofia dev'esser sicuro che non sia solo un' infatuazione, se determinato a disciplinarsi e
sopportare varie fatiche. Per scegliere una guida dobbiamo trovare uno rispettoso, fedele, imperturbabile,
che non inviti ad ascoltarlo. Ma in verit il filosofo attrae da solo quelli a cui giover. Il discepolo dev'essere
docile e farsi guidare, e andare dal maestro come da un oracolo, pronto a dargli ascolto. Nelle varie filosofie
si parla di riservatezza dell'insegnamento distinguendo tra essoterico ed esoterico. Eso=dentro. Riservato.
Con Platone la filosofia stessa diviene riservata, e nel teeteto dice che riservata agli iniziati. Platone
esprime l'assoluta trascendenza dell'Uno=teologia negativa .Nella lettera 7 Platone dice che il conoscere
supremo di tipo estatico. Il discepolo avr un'attenzione continua alla sua vita. L'illuminazione mistica non
riservata a pochi perch elitaria, ma perch i pi la autoescludono.
Dario Gemini Sezione Appunti
Origini greche dell'Esicasmo Pagina 43 di 53
44. Dio nell'uomo nell'oriente cristiano


Anche nell'oriente cristiano ci si affida al padre spirituale che possiede un' illuminazione particolare dallo
spirito santo. Per progredire nella preghiera poi indispensabile la guida di un padre spirituale iniziato. la
vita spirituale una lotta continua con alterne vittorie e sconfitte. una suddivisione particolare quella in
contemplazione (theoria) e pratica. La pratica lotta col corpo. A questo si posson associare i 2 stadi della
preghiera pura e 2 livelli di conoscenza, una naturale operata dal nous commisto al corpo, quindi oscurato,
l'altra sovrannaturale operata dal nous svincolato. Si parla anche di 3 tappe della vita spirituale associate ai 3
stadi, o di 4 gradi e 4 condizioni del nous. Altrove si parla di 5 o 6 (fasi della divinizzazione) gradi, o d 7
gradi di virt. Pietro Damasceno parla di 8 gradi della gnosi: la prima consapevolezza del proprio stato, la 2a
contemplazione consapevolezza delle tentazioni, la 3a consapevolezza della rinuncia al male per Cristo, la
4a il livello in cui si sono superate le passioni, la 5a d l'abito del distacco, la 6a rende angelico il pensiero,
la 7a diviene Dio per grazia, nell'8a l'uomo esce anche da s stesso. l nous si conforma a ci che contempla.
Se vede cose composite diviene molteplice. L'uomo a immagine di Dio anche perch triadico, e perch
possiede il nous, padre della ragione indivisibile e consustanziale dell'anima. Nell'anima trasfigurata il
Verbo, come un sole, irradia la luce della gnosi, lo Spirito, come aria ed etere...la presenza di Dio nell'uomo
non per analogia, ma una vera e propria presenza. Raggiunta l'impassibili Dio invia il suo Spirito. Cos il
nous viene dominato da quella luce e diventa tutto luce. Dicono alcuni che se il nous non viene deificato non
possiamo neppure salvarci, perch si dice che salvarsi ed esser deificati sia la stessa cosa. Con la
divinizzazione l'uomo ritorna al dono di grazia che lo faceva immagine di Dio.
Dario Gemini Sezione Appunti
Origini greche dell'Esicasmo Pagina 44 di 53
45. Uomo pu divenire Dio


Quindi l'uomo pu divenire Dio, deve solo sforzarsi..potr cos convivere con Dio. Ma non possiam
diventare Dio nell'essenza, ma solo secondo l'operazione. Comunque finch non si pervenuti alla perfetta
esichia impossibile che il nous si trovi fuori dalla materia e dall'errore. Pochi si salvano perch grandi sono
gli sforzi. Bisogna sforzarsi di corrispondere alla grazia. - il Signore vuole che un uomo si salvi mediante un
altro, evitando di seguire il proprio criterio e affidandosi al padre spirituale. Assumersi il ruolo di guidare
alla perfezione una grande responsabilit, una guida deve conoscere tutti i trabocchetti del nemico
almeno...e non dovrebbe lottare con le passioni. Chi vuole insegnare deve fare della propria vita uno
specchio, solo questo spinge i sudditi all'imitazione. Deleterio mettersi sotto falsi maestri..il maestro va
scelto accuratamente, deve aver vinto le passioni, discernere, esser veggente, fedele alla Scrittura,
paziente..il discepolo, una volta trovatolo, deve attaccarvisi con tutta l'anima, avendolo sempre davanti e
cercando di imitarlo, rinunciando integralmente a tutti i propri legami, e accettando anche ci che
contraddice il suo punto di vista. Riservatezza: gli esicasti han sempre detto che il metodo precristiano e
che fu trasmesso solo oralmente. Palamas dice che l'esicasmo fu trasmesso solo oralmente perch alcuni suoi
aspetti ricordavano certo paganesimo e ci poteva generare incomprensioni. I padri poi non parlavan molto
di quella operazione della grazia per cui la scintilla presente nel cuore si accende fino alla piena
illuminazione, vi accennavan solo..c' un silenzio imposto dall'indicibilit di ci che viene sperimentato. E
poi non bisogna dare le perle ai porci.
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46. Capisaldi del pensiero di Filone


Molte componenti comuni a filosofia antica ed esicasmo appaiono idealmente convergere verso Alessandria
d'Egitto, dove sembran fondersi. Gli elementi che si collegano a un influsso egizio alessandrino sono: la
concezione del cuore come centro psicofisico dell' uomo e sede del principio divino...... Galeno che ne parla
studia ad alessandria. Comunque sosterremo che ad Alessandria quel nucleo ascetico, speculativo e
contemplativo, risalente al pitagorismo, abbia trovato un nuova espressione concettuale nel neopitagorismo-
neoplatonismo, e si sia poi trasfuso nel cristianesimo. Ad Alessandria viveva una popolazione eterogenea.
Ricordiamo poi la biblioteca. In un primo tempo Alessandria non ebbe una filosofia propria, ma verso gli
inizi dell'era cristiana divenne il crogiuolo in cui diverse idee filosofiche si fusero organicamente. Ci
coincise con un influsso crescente delle componenti di origine orientale, e quelle egizie, babilonesi, ebraiche
persiane ecc. Fin dal 3 sec a.c. vi dominava l'influsso platonico, ma con una tendenza eclettica. Qui il
pitagorismo rinacque come indirizzo speculativo ben definito, il neopitagorismo, che ha come temi: teoria
delle idee-numeri, concezione dell'anima come numero, religiosit astrale ecc. Gran parte di tali elem
formarono il movimento alessandrino. Altri filoni presenti ad Alessandria: filosofia mosaica di Filone Ebreo,
gnosticismo, ermetismo... Filone nasce ad Alessandria attorno al 10 a.c. e dopo aver tentato con insuccessi la
via ascetica cerca di fondere teologia ebraica e filosofia greca. F riteneva che alcune dottrine greche
avessero antecedente in Mos. Suo metodo filosofico l'allegoresi: la verit si nasconde sotto simboli.
Capisaldi del suo pensiero:
- dualismo Dio-mondo, spirito-materia ecc
- l'idea di forze o potenze intermediarie affini alle idee platoniche ma pi simili ad angeli e contenute nel
logos
- logos la prima cosa generata ma non coeterno a Dio
- uomo come spirito imprigionato dalla materia a causa del peccato
- 3 gradi di conoscenza: sensazione, pensare, intuire (nous).
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47. Pensiero di Filone e gnosi


La vita che conviene al mondo consiste nel rendere grazia senza sosta al creatore. La Scrittura dice che
Mos parl ma continuava indicando di rivolgersi a Dio senza interruzione. Per estasi si intende la pace e la
tranquillit del nous. Filone poi scrive un libro, "la vita contemplativa", in cui descrive un comunit di ebrei,
i terapeuti, che alcuni identificano con gli esseni. il testo di filone ha un linguaggio e temi pitagorico-
platonici: volo dell'anima, vita solitaria, nomi di Dio desunti da Platone. i terapeuti son persone che han
cercato la solitudine, e mai dimenticano Dio. Son abituati a nutrirsi d'aria, parchi e sereni, e ritengono
anziani coloro che son maturati presto nella vita contemplativa. GNOSI: da sinonimo di episteme pass a
significare la rivelazione delle verit divine, ed il frutto di una fusione sincretismo vicino oriente+ellenismo.
La gnosi il frutto di una rivelazione. Principali forme di gnosi pagana sono l'ermetismo e la dottrina degli
oracoli caldaici. Gnosi volgare e gnosi dotta. La gnosi dotta ebbe centro in Alessandria e maestri in Basilide,
Valentino, Marcione. Temi principali: dio supremo inconoscibile ed entit mediatrici / racconto di un
viaggio dell' anima / funzione redentrice di un salvatore / condanna della materia. A differenza degli esicasti
qui la materia totalmente negativa. Nell'esicasmo divinizzazione=diventare luce e vi partecipano anche il
corpo e la psyche che ne viene trasformata. Nicodemo usa "gnosi" nel senso di "rivelazione di verit divine".
In Giudaismo paganesimo e Cristianesimo troviamo la duplice simbolica del corpo come abito negativo e
abito di luce. Secondo alcuni sarebbe di origine iranica. comunque ha antecedenti in Empedocle e Platone.
Il concetto di forza, potenza (dynamis) diviene centrale nell'ellenismo..l'energia nella luce fa si che
l'illuminazione metta in moto una realt preesistente nel discepolo. Nelllo gnosticismo lo gnostico diviene
immagine del mondo divino, generando in se stesso un uomo di luce che riproduce le fattezze del Padre.
Nell'illuminazione gnostica l'elemento femminile fecondato la psyche, momento passivo del nous.
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48. Origine dell'ermetismo


Movimento di pensiero nato nella tarda grecit che si ispira alla filosofia neoplatonica e neopitagorica.
Ermete il dio greco identificato con l'egizio Thot, inventore delle lettere dell'alfabeto e interprete della
sapienza divina. Dal 3 sec a.c. si sviluppa sotto tale nome una ricca letteratura. Molti padri della chiesa
considerano Ermete un profeta pagano d Cristo. 2 gruppi di testi: ermetismo popolare e dotto (Codice
ermetico e Asclepius). La dottrina del Corpus sintetizza idee psicologiche orifico-platonico-pitagoriche, la
cosmologia stoica, l'astralismo caldaico e la fisica cristiana, anche se nasce sullo sfondo della scuola di
Ammonio Sacca. Temi: Dio come Bene e padre di tutto; Logos come figlio primogenito dal quale deriva
l'intelletto demiurgico, Anthropos come uomo incorporeo...il cuore come un santuario, e nei suoi recessi gli
dei custodiscono divini misteri. ma in esso han sede anche i vizi dell'anima. Il cuore anche il mezzo di
visione della luce, per cui bisogna guardare in alto con gli occhi del cuore. Con la gnosi va formato un
nuovo corpo indissolubile e immortale. C' anche una corrispondenza tra elementi cosmici e componenti
dell'anima. Per ascendere verso l'alto bisogna conoscere se stessi, entrando in Dio denudati da ci che
appartiene alle sfere. Il Padre silenzio insondabile e la divinizzazione realizzare in s l'immagine di Dio.
Il silenzio consente la discesa della grazia di Dio.
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49. Introduzione a Clemente Alessandrino


Nasce con la scuola catechetica fondata da San Panteno, stoico convertito. Clemente vive tra il 145 e il 215,
e prima professava un platonismo medio secondo cui la verit divina si conosce solo per rivelazione. La
gnosi la vera filosofia. Essa oggetto di trasmissione orale. Ci son molte somiglianze con il manuale di
Nikodemo, come tutte le prescrizioni sull'ascesi, il contegno, le passioni, il dormire, il cibo..lo gnostico ha
completa padronanza di s e venera Dio con culto silenzioso. La preghiera un parlare dentro, in silenzio.
Lo gnostico non si assegna ore per pregare, ma prega tutta la vita, ed ha il pensiero sempre rivolto al divino.
I giusti meditano giorno e notte le parole della scrittura. In molti passi dei testi di Clemente la mente
collegata al cuore. Il cuore sede della mente intesa come nous, il cervello della ragione. la resurrezione
consiste nell'avere in sorte ci che si ricevuto anticipatamente. la gnosi inizia col battesimo e consiste nel
portare a termine il rischiaramento della mente. C' un doppio battesimo, quello di acqua e quello di Spirito,
che equivale all'insediamento di Cristo nel cuore. L'opera dello gnostico trasformare la materia per farne
un veicolo del nous. Cos come nel manuale di Nicodemo il calore e la luce che si sviluppano nel cuore si
diffondono nel corpo attraverso sangue e nervi grazie all'ascesi..... Il peccato di Adamo ha fatto uscire
l'uomo dal Paradiso=suo cuore. In Clemente poi c'il tema della scintilla che deve svilupparsi, e la gnosi
come passaggio dalla scintilla alla vera luce. La chiave della trasformazione la continuit con cui ci si pone
alla presenza del divino. ORIGENE: assorbe il pensiero pagano. Tenta nei "Principi" una sintesi tra
Cristianesimo e Platonismo: il mondo un enorme essere vivente tenuto in vita dal logos, l'anima eterna e
pu vivere pi vite, l'inferno uno stato d'animo, la vera conoscenza di Dio limitata a pochi. Dunque
vediamo che la scuola catechetica di Alessandria ha fornito molti elementi alla pratica spirituale del
monachesimo antico, soprattutto egiziano. Evagrio fu il grande mediatore.
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50. Esichia in Clemente Alessandrino


Nella sua mistica l'esichia un punto fondamentale. E' anche risaputo che l'esicasmo affonda le sue radici
nei padri del deserto. La scuola alessandrina fu poi il centro in cui la gnosi pagana emersa dall'incontro
filosofia antica-religiosit ellenistica, permise il formarsi di una gnosi cristiana ortodossa, detta vera gnosi,
termine che useranno poi gli esicasti. Quindi la scuola alessandrina fu il ponte che trasmise il metodo
mistico dei filosofi antichi alla tradizione del monachesimo antico, inserendolo nella cristianit. L'esame
delle 3 opere principali di Clemente Alessandrino conferma che vi si incontrano gli elementi chiave
dell'esicasmo (vedi anche l'idea che la parte pi profonda della dottrina sia occultata). Si pu pensare che san
Panteno accolse una disciplina ascetico-mistica che concentrava le energie nel cuore e risalente ai pitagorici.
Comunque l'accettazione di una disciplina del genere non fu senza contrasti. Lo dimostrano le controversie
sull'origenismo. Comunque diversamente da quanto avvenne nella scolastica il debito verso gli antichi
rimase misconosciuto. Il confronto tra esicasmo e filosofia antica d per scontato che entrambe abbiano alle
spalle un retroterra molto differente: l'una il cristianesimo, l'altra il paganesimo greco. Quindi ci siamo
concentrati non sull'elemento cristiano, ma su elementi specifici. Quando ad esempio Clemente indica un
cibo e un abito propri dello gnostico, si distingue dala prassi cristiana corrente. Quindi vediamo che molte
cose nell'esicasmo hanno un antecedente nella vera filosofia degli antichi. Ora accenneremo alla specificit
dell'esicasmo. Abbiam finora mostrato le somiglianze, visto che le diversit sono palesi, per mostrare una
derivazione. 1) forte differenza la dottrina della metempsicosi, introdotta nel mondo antico dall'orfismo-
pitagorismo. Negli scritti di Nikodemo si pu comunque rintracciare il permanere delle premesse teoriche di
tale concezione. Tale dottrina persiste nel sufismo e nella cabala. Negli esicasti poi la scintilla divina sembra
venir infusa al momento del battesimo, mentre per i greci una cosa gi presente nell'uomo. Comunque
indubbiamente negli esicasti c' stata la volont di cogliere il buono ovunque, come mostra il fatto che la
Filocalia si apre con un testo stoico ritoccato in senso cristiano e Nikodemo stesso fu un esempio di apertura.
Ma sembra ancora perdurare qualcosa del nazionalismo religioso, e la salvezza pare prerogativa del
cristiano. Ma questo spirito fu anche quello delle scuole filosofiche, che si disputavano il titolo di unica
depositaria della verit. Comunque in ambo gli ambiti si parla del conseguimento della salvezza e dell'
acquisizione di una condizione divina, destinata a durare per sempre e che sia il ripristino della condizione
originaria dell'uomo prima della caduta. La salvezza pare consistere in un ritorno allo stato adamitico, ma di
pi, quindi abbiamo anche la possibilit di ottenere pi di quanto era stato perso.
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Origini greche dell'Esicasmo Pagina 50 di 53
51. Origine del sufismo


Verifichiamo se realistico pensare che le analogie con sufismo e cabala derivino da una comune origine di
questi 3 filoni. SUFISMO = corrente fondamentale del misticismo islamico, cui ideale da un lato
l'ascetismo e il distacco dal mondo, dall'altro l'unione con Dio. L'unione con Dio pu verificarsi solo nel
silenzio dei pensieri. Per Ibn arab va realizzato l'uomo perfetto. Al-Ghazali spiega che la via del sufi
sgombrare il cuore da ci che non Dio, e ci si ottiene con il ricordo di Dio, il dhikr, ripetizione di un'
invocazione o di una formula, che dal 12 sec forse per influsso del tantrismo comincia a esser legato a
posture, respirazione ecc. Da una prima fase detta dhikr della lingua si passa al dhikr del cuore perch il
dikhr va pronunciato all'interno del cuore e il devoto si sente pervaso dalla divinit. Poi c' la 3a fase di
dhikr dell'intimo fino al fan = annientamento...I sufi dicono qalb il cuore e, sebbene sia connesso con
quello fisico la sua natura superiore, pu conoscere l'essenza di tutte le cose ed campo di battaglia con i
demoni. Nell'uomo solo il cuore vede. la dottrina della trasformazione in luce la vediamo particolarmente in
Najmoddin Kobra, che parla della crescita degli organi di luce del pellegrino mistico..nell'uomo gi
presente una particella della luce, e le parti dell' uomo son frammenti dei loro corrispettivi cosmici. Che
sufismo ed esicasmo sian vicini lo colse anche Palamas. Ma pu esservi una base comune nella vera
filosofia degli antichi? molti studiosi han detto che il sufismo incompatibile con l'idea islamica di
trascendenza di Dio, o che comunque il sufismo forse era originale solo agli inizi. Gli elementi coranici
comunque ricevono l'influsso di altre tradizioni, tra le quali un grosso apporto verrebbe dal Cristianesimo, o
dal periodo ellenistico e influenze neoplatonico-gnostiche, che sarebbero pervenute ai sufismo attraverso
l'elaborazione dei mistici cristiani. Mandel lo testimonia.
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52. Islam e sufismo


Secondo gli studiosi islamici il sufismo nacque come reazione allo scadimento di ideali e costumi che fece
seguito alla scomparsa del profeta, avvenuta nel 632. Nel Corano comunque sembra che il profeta fosse
contro la vita ascetica, ed quindi ovvio pensare che il sufismo sia nato da correnti religiose estranee. Il
primo sufismo fu anacoretico e molti compagni del Profeta furon asceti. Le conquiste dell'Islam poi lo
portarono a contatto con Persiani, monaci cristiani ecc..il monachesimo cristiano era in piena fioritura. tra il
4 e il 9 secolo in siria erano attivi anche i messaliani, che praticavan la preghiera continua e si riunivano
per danzare..anche gli esicasti saran accusati di essseri messaliani. Quindi sembra riconosciuto un influsso
del monachesimo cristiano sulla formazione del sufismo, ma in modo particolare dall'origenismo. Sufi
deriva dall'arabo suf=lana, o secondo alcuni da sophos. Furono filosofi alcuni sufi come Ibn-Arabi? Si e no.
Al-Ghazali avversa i filosofi, rifiutando un certo modo razionale di fare filosofia..per Pitagora la filosofia
gnosi, ossia il corrispettivo umano della sapienza degli Dei, per Platone la conoscenza dell'Immutabile.
Comunque fin dall'inizio la filosofia araba fu concepita come una meditazione e una contemplazione delle
realt di questo mondo e dell'aldil approdando a una sorta di mistica intellettualistica. Ecco perch molti
filosofi furon chiamati sufi. L'islam assorb l'eredit greca grazie anche a traduzioni come quelle del corpus
aristotelico, della Teologia di Aristotele (parafrasi delle Enneadi di Plotino), ecc..Il sufismo si sviluppa
inizialmente tra gli sciiti, e tra l'altro lo sciismo era impregnato di neoplatonismo. comunque bench sian
poche le prove, il pensiero dei primi sufi suggerisce un contatto con le dottrine gnostiche. Platone lo
denominarono imam dei filosofi. Harran poi fu citt pitagorica. I membri della setta dei sabei praticavan una
religione astrale caldea mista a elementi neoplatonici e neopitagorici. Quindi emerge che i punti di
trasmissione all'islam della disciplina iniziatica antica che sarebbe anche alla base dell'esicasmo posson aver
avuto diversi tramiti: qualche asceta gnostico / popolazione dei territori conquistati / l'origenismo dei monaci
o i messaliani / i filosofi emigrati in Iran / le sette gnostiche. Comunque non si escludono le possibilit di
influssi dall'oriente. Mandel dice che 2 furono i grandi influssi sul sufismo, quello relativo alle filosofie
psicologiche d'origine classica e quello sciamanico e indiano d'oriente. L'influsso greco si manifestato
soprattutto all'inizio. Il sufi secondo Mandel manifesterebbe questo spirito universalistico: anche se per
entrarvi devi esser islamico, si prende comunque il meglio da ogni parte, consapevoli che ci si sta rivolgendo
all'Uno.
Dario Gemini Sezione Appunti
Origini greche dell'Esicasmo Pagina 52 di 53
53. Origine della cabala


L'arte di scrivere misticamente mediante numeri si sviluppa con i pitagorici. Cabala trascritta diversamente
da studiosi del misticismo ebraico come Kabbala, qabbalah, cabala ecc. Comunque deriva dalle radicali K V
L che significano ricevere, accogliere. Il termine usato per indicare la Tradizione. E' la via mistica
dell'ebraismo e legge in chiave il testo sacro, con il fine ultimo dell'esperienza di Dio. Anche l'ebraicit della
cabala viene contestata. Alcuni rabbini vi ravvisavano una letteratura estranea al giudaismo. Comunque essa
una conoscenza sperimentale di Dio e delle sue potenze operanti nel cosmo e nell'uomo, e si basa sulla
rivelazione divina ricevuta da Mose trasmessa oralmente fino ai giorni nostri. la cabala viene intesa come
segreta. Origini? Fondo di misticismo lo troviamo nel Talmud, o nella mistica della Merkavah, il Carro,
nella letteratura detta dei palazzi, che parla di viaggi estatici. Poi c'il sefer Yetzirah, opera che secondo
alcuni rappresenta la vera origine della cabala ed datata tra 2 e 3 sec. sembra pitagoreggiante. Le sefirot,
10 numeri primordiali, collegate da 22 sentieri costituiscono le 32 vie della sapienza divina: la Chokhma. Lo
stile cabbalistico inizia nel 12 sec. con il sefer bahir. Il Sefer Zohar o libro dello splendore appare ad opera
secondo alcuni del cabbalista spagnolo Moshe de Leon. Si basa su una concezione neoplatonica: Dio l'en-
sof, totalmente inconoscibile; egli si manifesta nelle sefirot, archetipi di ogni realt come le idee platoniche.
Nel 1492 dopo l'espulsione degli ebrei dalla spagna il centro della cabala si sposta a safed, con la dottrina di
Yitzak luria dello zimzum, contrazione dell'ensof che precede la creazione. Nei pitagorici la chiave della
sapienza era la comprensione della sacra tetrade, che risulta di 10 punti e include il segreto della formazione
del cosmo. Anche nelle sefirot c'un rapporto simile. Ogni sefirah rappresenta un nome divino e si associa a
un numero. L'albero sefirotico oggetto delle meditazioni dei cabbalisti. La conoscenza delle sefirot e dei 10
sentieri la chiave per conoscere le leggi della creazione e dell'uomo, immagine del cosmo. Analogie tra
Platone e certi principi dello Zohar, sulla formazione dell'universo, la funzione dei numeri e la
metempsicosi..Molti considerano Filone l'inventore del misticismo ebraico. comunque in generale
riconosciamo nel sefer yetzirah una trascrizione ermetica della cosmologia monoteista mosaica. Tra gli
esseni sarebbero i principi del misticismo ebraico; essi combinavano speculazione mistica e vita
ascetica..comunque la meditazione ebraica impone una disciplina rigida; in ciascuno di noi esiste una
scintilla divina. Quando il nostro cuore si rischiara pu vedere come in uno specchio la verit..meta
dell'uomo realizzare in se stesso le potenzialit divine insite, crescendo alla statura del Metatron, l'uomo
universale. E' necessario un maestro. Son curate le posizioni, la respirazione...si accenna anche a una
posizione rannicchiata simile a quella esicasta. La forma pi semplice di meditazione ebraica si fa ripetendo
una parola o una frase. Riferimenti li troviamo gi nella mistica della Merkavah. Le lettere dell'alfabeto
ebraico son efficaci per attirare l'energia spirituale.

Dario Gemini Sezione Appunti
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Indice
1. Ritiro e isolamento. Epicuro e Epitteto 1
2. Seneca e l'isolamento 2
3. Banchetti e danza per l'anima 3
4. Immagine e contemplazione 4
5. Divinit e unit in Platone 5
6. Povert nella vita filosofica 6
7. Povert nell'Esicasmo 7
8. Esicasmo e filocalia 8
9. Medicina e filosofia 9
10. Studio e lavoro nell'Esicasmo 10
11. Funzione e valore del corpo nell'Esicasmo 11
12. Corpo per comprendere la realt 12
13. Significato e natura dell'anima 13
14. Definizione di "nous" 14
15. Nous e Esicasmo 15
16. Cuore e testa in filosofia 16
17. Cuore nella tradizione di Lucrezio 17
18. Concetto di cuore in Crisippo 18
19. Cuore in Plotino e Proclo 19
20. Cuore nell'Esicasmo 20
21. Grazia e regno di Dio nel cuore 21
22. Definizione di introversione 22
23. Percorso del nous nell'Esicasmo 23
24. Funzione del respiro nella vita spirituale 24
25. Catarsi e cervello nella filosofia antica 25
26. Respiro nell'Esicasmo 26
27. Invocazione del nome nella filosofia antica 27
28. Parola e sentenza nella filosofia antica 28
29. Teurgia, opera della luce divina 29
30. Contemplazione, dai molti esseri all'essere 30
31. Esichia in filosofia antica 31
32. Conoscenza e moto del pensiero in Platone 32
33. Esichia concetto base dell'Esicasmo 33
34. Cosmo e aldil per gli antichi 34
35. Cosmologia antica 35
36. Struttura dell'universo e quattro elementi 36
37. Corpo sottile e sottigliezza 37
38. Corpi luminosi in Porfirio e Proclo 38
39. Definizione di gnosi 39
40. Gnosi, calore e nous 40
41. Anima e corpo nell'Esicasmo 41
42. Filosofia ed Esicasmo 42
43. Maestro e discepolo nella filosofia classica 43
44. Dio nell'uomo nell'oriente cristiano 44
45. Uomo pu divenire Dio 45
46. Capisaldi del pensiero di Filone 46
47. Pensiero di Filone e gnosi 47
48. Origine dell'ermetismo 48
49. Introduzione a Clemente Alessandrino 49
50. Esichia in Clemente Alessandrino 50
51. Origine del sufismo 51
52. Islam e sufismo 52
53. Origine della cabala 53

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