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Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e

lanima, Mondadori
L incidente biologico congelato
Noi abbiamo alcune strutture anatomiche derivanti dal passato evolutivo, da un
incidente congelato. Abbiamo sette vertebre cervicali perch uesto ! il numero che
! stato "issato per tali elementi del nostro scheletro allini#io del cammino dei
mammi"eri.
$ccorre notare che il sostantivo incidente, che compare nellespressione incidente
congelato sta a indicare semplicemente un evento accidentale e non ha nessuna
connota#ione negativa% non si tratta in sostan#a di una disavventura. &li incidenti
congelati non sono disavventure o sbagli. 'e "ossero stati sbagli non si sarebbero
congelati, cio! perpetuati, perch la pressione selettiva non lo avrebbe consentito. In
"ondo, due esempi di incidenti congelati possono essere considerati anche la
comparsa del linguaggio o dellautocoscien#a. ( pensabile in"atti che entrambe ueste
"acolt) siano comparse per caso durante la nostra evolu#ione, magari come
sottoprodotti di altri "enomeni biologici pi* importanti per ladattamento e la
perpetua#ione della specie. N luna n laltra caratteristica biologica sembra
indispensabile per la sopravviven#a, tanto ! vero che un numero enorme di specie
vive benissimo sen#a+ ma una volta che sono comparse sono rimaste "issate nella
nostra natura biologica e oggi noi uomini non sapremmo neppure pensarci sen#a
ueste due "acolt) superiori. Nellevolu#ione dei viventi non c! mai stato niente di
programmato e molte delle cose che riteniamo pi* importanti traggono origine da
eventi in buona parte casuali.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. ,-
. incidente
biologico
congelato
Una regione larga un paio di centimetri che controlla lo
scoppio della risata
/ualsiasi teoria sul "un#ionamento del sistema nervoso e del cervello deve tenere
conto del "atto che molta della sua attivit) prende la "orma di unonda elettrica in
movimento.
Il cervello "un#iona per segnali elettrici. 0utto uesto ! ormai appurato da tempo e
viene con"ermato uasi ogni giorno. Applicando degli elettrodi al cranio o a singoli
nervi se ne pu1 misurare lattivit) elettrica, mentre inducendo piccole correnti elettriche
in certe regioni del cervello si possono provocare speci"ici movimenti o indurre
speci"iche sensa#ioni. 2ltimamente ! stata messa a punto a tale proposito una
tecnica, chiamata 0M' 3per 0ranscranial Magnetic 'timulation4, che ha dello
sbalorditivo. 2tili##ando un piccolo circuito elettromagnetico semplicemente accostato
alla testa, sen#a intrusione n contatto, si possono indurre piccole correnti elettriche in
punti speci"ici del cervello. 'e lo si accosta per esempio a regioni speci"iche dellarea
motoria della corteccia si possono suscitare movimenti estremamente speci"ici, che
interessino anche soltanto un singolo muscolo.
5on uesta tecnica incredibile si pu1 "are una mappa molto dettagliata del controllo
centrale dei vari tipi di movimento e la sua poten#iale utilit) nella riabilita#ione e nella
progetta#ione di protesi biomeccaniche ! "in troppo ovvia. Ma c! un altro punto che ci
preme sottolineare. 5on uno strumento disegnato dalluomo sulla base delle sue
conoscen#e del mondo "isico e in particolare di un suo aspetto, lelettromagnetismo,
che nella vita uotidiana non d) praticamente nessun e""etto, produce, a distan#a e
sen#a contatto diretto, uno speci"ico e""etto biologico. Il raggiungimento di tale risultato
richiede la conoscen#a e lutili##a#ione di un incredibile complesso di "atti e di
congetture teoriche di diversa natura. Il solo "atto che uesto marchingegno "un#ioni
sembra dimostrare oltre ogni dubbio che il mondo possiede una sua logica e una sua
coeren#a interna. 5ome dire che il reale non ! ra#ionale ma ! ra#ionali##abile.
5on lausilio di uesto strumento si pu1 "are anche un esperimento decisamente
istruttivo. 'i chiede a un volontario di al#are a suo piacimento una mano, la destra o la
sinistra. 6opo un certo numero prove si osserver) che il numero delle volte che costui
o costei ha spontaneamente la mano destra ! molto prossimo a uello delle volte in
cui ha al#ato la sinistra. 'e si attiva invece lapparecchio per la 0M' e lo si accosta
"urtivamente alla sua testa, si osserver) che la mano sinistra verr) al#ata per esempio
solo venti volte su cento. Il motivo ! chiaro% mediante lapparecchio abbiamo indotto
un eccesso di movimenti della mano destra. Il "atto interessante ! che se al soggetto
si chiede come mai ha al#ato molte pi* volte la mano destra della sinistra, egli
risponder) che ci1 ! avvenuto perch lui ha deciso cos7. /uesto individuo ha
ra#ionali##ato la sua condotta, cio! lha mentalmente inserita in uno schema di
comportamenti liberi e spontanei, come succede in una uantit) di altre circostan#e
consimili. 8er essere veramente liberi non ! evidentemente su""iciente essere convinti
di esserlo.
2n "enomeno analogo, "orse ancora pi* interessante, si ! osservato a proposito della
risata. In unarea corticale che assiste larea motoria principale nel controllo dei
movimenti, ed ! perci1 detta area motoria supplementare, sembra che ci sia una
regione larga un paio di centimetri che controlla lo scoppio della risata. .a risata ! un
"enomeno complesso, appannaggio esclusivo della nostra specie, che richiede
lattiva#ione coordinata di molti muscoli e che deve partire nella sua intere##a, come lo
sbadiglio, il singhio##o o lo starnuto, una volta che ci siano le condi#ioni perch
scoppi. 5ome tutti gli eventi motori di una certa complessit) richiede un controllo e una
coordina#ione centrale. 5ome moltissimi altri "enomeni nervosi, scoppia o non
2na regione
larga un paio di
centimetri che
controlla lo
scoppio della
risata
Il bambino dorme e sorride
Il bambino dorme di pi* e mostra una maggiore percentuale di sonno 9EM di un
adulto+ lan#iano dorme complessivamente di meno, raramente raggiunge il sonno
pro"ondo dello stadio : e si sveglia in continua#ione durante la notte. 2n discorso a
parte merita il sonno nella primissima in"an#ia. Il sonno del bambino di pochi mesi si
presenta uasi euamente diviso in "asi di sonno tranuillo e beato e in "asi
caratteri##ate da una vivace attivit) motoria, da movimenti oculari e dalla comparsa di
espressioni sul viso. E durante una di queste fasi che compare per la prima volta
un sorriso sul suo volto.
0ali episodi di sonno agitato corrispondono chiaramente ai periodi di sonno 9;M
delladulto, anche se si presentano pi* ravvicinati di uelli, circa uno ogni ora. Anche il
"eto, almeno a partire dal sesto mese di gravidan#a, mostra un "enomeno comparabile
e si agita e scalcia a intervalli pi* o meno regolari di unora.
Non sappiamo ual ! il ruolo "isiologico del sonno, e tanto meno dei sogni, ma ! certo
che nessun mammi"ero superiore pu1 vivere a lungo sen#a dormire. 6opo due<tre
settimane di mancan#a di sonno molti animali di laboratorio muoiono. .a loro morte !
annunciata da una coorte di "enomeni collaterali, tra i uali spicca un preoccupante
calo della temperatura corporea e un rimarchevole aumento della voracit). Abbiamo
visto che le "asi non<9EM del sonno presentano delle caratteristiche che "anno
pensare a una condi#ione di relativo riposo e risparmio energetico e non !
inconcepibile che sia lassen#a di uesti periodi di riposo che rende dannoso o letale il
non dormire. Anche gli esseri umani hanno assolutamente bisogno di dormire. .a
mancan#a di sonno, la vera mancan#a di sonno e non uella denunciata dalle migliaia
di persone che dicono di so""rire di insonnia, non pu1 prolungarsi in genere per pi* di
tre<uattro giorni, anche se nessuno si ! a##ardato a veri"icare "ino a che punto un
uomo pu1 realmente reggere una tale situa#ione. 2n periodo prolungato di veglia !
spesso caratteri##ato dalla comparsa di "enomeni di distorsione percettiva, uali
allucina#ioni e sensa#ioni di sdoppiamento, ma non lascia alcuna traccia signi"icativa
dietro di s. 8er la cronaca, il primato attuale ! di una do##ina di giorni sen#a dormire.
0utti i mammi"eri dormono, ma le caratteristiche del loro sonno possono essere
piuttosto diverse. ( in gran parte lo stile di vita degli animali appartenenti alle diverse
specie che determina ueste di""eren#e. I grandi predatori e i mammi"eri sen#a troppi
nemici dormono a lungo tranuilli, mentre gli animali che devono guardarsi dai
predatori, dai conigli alle gira""e, dormono poco e concentrano il loro sonno in brevi
intervalli. Abbandonarsi a una siesta prolungata non sarebbe per loro troppo salutare=
2na delle condi#ioni pi* originali ! uella dei del"ini e delle "oche che dormono con un
solo emis"ero cerebrale per volta. 8er un paio dore dorme lemis"ero sinistro ma non il
destro, per un altro paio dore dorme lemis"ero destro ma non il sinistro e cos7 via.
'embra che tale sorprendente caratteristica sia da ricondurre al particolare tipo di
meccanismo di controllo della respira#ione posseduto da uesti mammi"eri acuatici
che non si possono concedere una pausa di sonno totale. 6urante il sonno i del"ini
degli acuari si muovono in circolo, nuotando sempre nella stessa dire#ione, come
risultato di una successione di movimenti automatici.
Bonicelli Edorardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. -:,
Il bambino dorme
e sorride
Le regioni necessarie alloperazione astratta di
comprendere il significato
'e si chiede a un soggetto di costruire e pronunciare una "rase contenente una parola
speci"ica si osserva lattiva#ione di un complesso molto articolato di aree corticali. 'e a
uesto complesso di attiva#ioni si sottraggono uelle riguardanti la#ione di udire odi
pronunciare parole singole, si ottiene un quadro abbastanza nitido delle regioni
necessarie alloperazione relativamente astratta di comprendere il significato di
una frase ed esprimerlo verbalmente, una delle "un#ioni cardine del linguaggio
umano, se non dello stesso pensiero cosciente. ;ra le attiva#ioni pi* signi"icative
osservate in uesto caso possiamo indicare una vasta regione della corteccia "rontale
sinistra che include larea di Broca, il lobo temporale posteriore sinistro che include
larea di >ernic?e, la parte anteriore della cosiddetta corteccia cingolata dellemis"ero
sinistro e una regione locali##ata nella met) destra del cervelletto.
.attiva#ione della regione locali##ata nel lobo temporale posteriore sinistro non ci
sorprende, perch da tempo si sa che alcune "un#ioni rilevanti per luso del linguaggio
sono locali##ate in uesta regioni e in particolare nellarea di >ernic?e. E comunue
interessante notare come la regione attivata nel nostro caso sia pi* ampia della
semplice area di >ernic?e, che abbiamo visto attivarsi nel caso dellascolto passivo di
parole o "rasi dotate di signi"icato. 5i1 vuoI dire che in uesta regione !
presumibilmente locali##ato un certo numero di aree diverse che assolvono "un#ioni
diverse, anche se tutte pi* o meno strettamente connesse con luso del linguaggio.
'ar) molto interessante deci"rare in un prossimo "uturo la natura e le speci"icit) di tali
aree.
8articolarmente interessante si presenta anche lattiva#ione di regioni della corteccia
"rontale anteriore. .a corteccia "rontale, che spesso viene chiamata pre"rontale per
sottolinearne lestrema anteriorit), ! da sempre ritenuta associata alle "un#ioni mentali
superiori ed eminentemente astratte. 0ale convin#ione trae origine dallosserva#ione
che ! essen#ialmente lo sviluppo di uestarea che distingue i mammi"eri superiori da
uelli in"eriori, e in particolare il cervello delluomo da uello delle scimmie. Ma che
cosa si sa di preciso della "un#ione della regione attivata nella genera#ione di "rasi a
tema@ Non molto, ma esperimenti condotti su scimmie o pa#ienti umani recanti lesioni
in uestarea hanno suggerito lidea che la regione sia particolarmente importante per
la capacit) di compiere a#ioni volontarie implicanti una internali##a#ione di
conoscen#e che siano relativamente indipendenti da indica#ioni provenienti
dallesterno.
2na certa assen#a di progettualit) e una notevole iner#ia nel passare da una linea di
condotta gi) percorsa a una diversa e nuova in assen#a di chiare indica#ioni si
incontra in"atti in pa#ienti umani portatori di di"etti in uesta #ona. Essi sono
per"ettamente in grado di suddividere un ma##o di carte per seme o per colore se
ricevono precise indica#ioni in proposito, ma hanno di""icolt) a ricavare uesto criterio
da indica#ioni pi* sottili, rappresentate per esempio da una serie di ABa beneC o ANon
va beneC pronunciati dallo sperimentatore a seguito di ogni loro singola scelta. In
particolare, tendono a continuare ad adottare lo stesso criterio di assortimento anche
se lo sperimentatore lo cambia nel corso della stessa seduta e nonostante le sue
indica#ioni indirette. Anche le scimmiette recanti lesioni in uestarea hanno di""icolt) a
cambiare la loro condotta in assen#a di chiari stimoli indicatori.
Bonicelli Edorardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. -DE

.e regioni
necessarie
allopera#ione
astratta di
comprendere il
signi"icato
Lattenzione
.atten#ione, abbiamo visto nel capitolo precedente, ! accompagnata e sostenuta da
speci"ici processi nervosi locali##ati in regioni subcorticali, come il tronco cerebrale e il
talamo, ma anche in alcune regioni corticali. ;ra ueste spiccano la corteccia cingolata
anteriore sinistra e la regione parietale posteriore destra, uella che risulta
danneggiata nei pa#ienti a""etti da emi<inatten#ione, il di"etto che impedisce loro di
vedere la parte sinistra del mondo. .e due regioni sembrano particolarmente coinvolte
in uella particolare "orma di atten#ione, detta attenzione esecutiva, che ! necessaria
per compiere una#ione che implichi una scelta "ra vari comportamenti alternativi.
Abbiamo visto in"atti che la corteccia cingolata non ! particolarmente attiva nella
visione passiva di parole scritte, ma entra in ballo uando si tratta di pronunciare una
"rase contenente una data parola piuttosto che unaltra.
/uesto tipo di circuito atten#ionale ! necessario per individuare un oggetto "ra i tanti e
portarlo al centro della propria mente. .opera#ione in uestione ! ualcosa di pi* del
rendersi conto che un oggetto esiste nel nostro campo percettivo, perch implica una
valuta#ione della sua natura e di una sua possibile "un#ione in vista di un determinato
scopo. 2na lesione in tali aree riduce la coeren#a del comportamento rispetto agli
obiettivi, In casi estremi un pa#iente pu1 dire ripetutamente% 6evo "are uella cosa,
devo "are uella cosa= e non "arla per niente. 'i sa inoltre che nelle scimmie uesta
regione ! strettamente connessa con le aree implicate nella perce#ione del dolore,
nella risposta motoria e nella vocali##a#ione che ri"letta stati emotivi, tutte "un#ioni che
hanno in comune la segnala#ione di un evento percepito come signi"icativo.
0utti sappiamo che se siamo "ortemente assorbiti nei nostri pensieri o in una lettura
possiamo non sentire una voce che ci chiama o un suono di campanello che altrimenti
avvertiremmo sen#a s"or#o. 'i osserva ui una competi#ione "ra vari canali sensoriali
e vari processi mentali per il controllo della nostra scena mentale. 5i1 vale per1 "ino a
un certo punto, poich la concentra#ione volontaria dellatten#ione non elimina del
tutto latten#ione per cos7 dire automatica. 'e in"atti percepiamo un rumore "ragoroso o
ci troviamo in presen#a di ualche stimolo che si impone di prepoten#a alla nostra
atten#ione, uella verr) comunue distolta da uanto stiamo "acendo. .a presen#a di
un certo livello di atten#ione automatica ! una garan#ia contro il presentarsi di pericoli
improvvisi e costituisce un elemento essen#iale della nostra vita di tutti i giorni. $ggi
tali "enomeni possono essere studiati sperimentalmente. 2no dei modi migliori per
osservare uesta competi#ione ! uello di generare a bella posta un con"litto.
5onsideriamo ad esempio la situa#ione che d) luogo al cosiddetto e""etto 'troop. 'i
chiede a un soggetto di leggere ad alta voce una lista di parole che denotano
altrettanti colori. Anche le parole sono scritte in vari colori, che possono corrispondere
o non corrispondere al loro signi"icato% la parola rosso cio! pu1 essere scritta in
rosso e la parola blu pu1 essere scritta in blu o viceversa. Ebbene, il soggetto
impiega molto meno tempo a leggere lintera lista di parole se ciascuna di esse !
scritta nel colore che rappresenta piuttosto che se i colori delle varie parole sono stati
scelti con un criterio diverso. Nel primo caso non c! con"litto "ra la perce#ione visiva e
linterpreta#ione semantica, mentre nel secondo caso ! presente una sorta di con"litto
interpercettivo che ha le""etto di ritardare lesecu#ione dellintera opera#ione. .a 8;0
rivela che la corteccia cingolata anteriore ! "ortemente attivata in soggetti impegnati
nellesecu#ione di un test del genere e si pu1 immaginare che una particolare
atten#ione sia richiesta per inibire alcuni processi automatici e permettere la lettura
anche di uelle parole il cui signi"icato non corrisponde al colore con cui sono scritte.
2na lesione alla corteccia cingolata anteriore di entrambi gli emis"eri ! presente nei
pa#ienti a""etti da un particolare disturbo chiamato mutismo acinetico. /uesti individui
sono in grado di rispondere a stimoli esterni o anche di seguire con lo sguardo il
.atten#ione
Il campo visivo ristretto associato al campo tattile
( legittimo chiedersi ual ! il signi"icato "un#ionale del "atto che un campo visivo,
anche se ristretto, sia associato a un corrispondente campo tattile e che tutto ci1 si
ri"letta sullattivit) di un neurone corticale che appartiene, ricordiamoci, allarea
premotoria. 'i tratta in realt) di un campo visivo piuttosto ristretto e certamente
particolare. .a scimmia in"atti pu1 vedere benissimo anche altri oggetti presenti in altre
regioni dello spa#io intorno a lei, pi* distanti e osservabili sotto angola#ioni diverse. .a
loro vista per1 non ecciter) il neurone di cui stiamo parlando, an#i non ecciter)
probabilmente nessun neurone di uesta area corticale, ma indurr) piuttosto una
attivit) nervosa in uelli di un certo numero di altre aree. 'tiamo parlando uindi della
risposta a una categoria molto particolare di oggetti, presenti a una certa distan#a e
raggiungibili in linea di principio dallanimale stesso se uesto Aallunga una manoC.
( chiaro che si tratta di un evento di integra#ione senso<motoria. 8er una scimmia che
si trovi nel suo habitat naturale F gli alberi di una "oresta F gli oggetti che stanno a
breve distan#a hanno una particolare rilevan#a rispetto a tutti gli altri. I tronchi, i rami,
le "oglie o i "rutti che sono a portata di mano, e che possono essere a""errati o ai uali
ci si pu1 a""errare, rappresentano istante per istante un mondo a parte, ben distinto
dallinsieme degli oggetti che si trovano magari in vista, ma a rispettosa distan#a.
/uesto spa#io, che possiamo chiamare peripersonale. ! un tuttuno con una parte deG
nostro corpo, con la sua sensibilit) tattile e con il suo movimento e ne costituisce una
sorta di prolungamento. 'i ! visto a tale proposito che il campo visivo corrispondente a
un campo ricettivo tattile pu1 anche essere esteso arti"icialmente. Alcuni ricercatori
giapponesi hanno addestrato un macaco giovane a prendere le cose situate a una
certa distan#a utili##ando un bastone o un rastrello. In conseguen#a di uesto
addestramento il campo visivo dei neuroni bimodali dellarea premotoria ;:
dellanimale si ! ampliato di una lunghe##a corrispondente. Alcuni di uesti neuroni
sanno dove lanimale pu1 arrivare adesso e il suo spa#io peripersonale appare
ricalibrato di conseguen#a. 8er un animale anche evoluto come una scimmia il mondo
rappresenta un oggetto di a#ione prima che di osserva#ione. 'olo luomo pu1 arrivare
talvolta a osservare il mondo in maniera pi* o m!no indipendente da un suo possibile
intervento.
.o spa#io peripersonale ha una sua realt) uasi "isica e certamente organica. 8u1
essere interessante osservare come nella vita di tutti i giorni e in particolare nella
rela#ione amorosa si imponga spesso la Biola#ione dello spa#io peripersonale e
chiedersi uindi uante rea#ioni irra#ionali o apertamente nevrotiche di alcuni individui
si possano in ultima analisi ricondurre a una viola#ione di uesto spa#io.
'tudiando il comportamento dei neuroni delle varie aree premotorie del macaco sono
state "atte molte altre interessanti osserva#ioni. Alcuni neuroni dellarea premotoria ;E,
ad esempio, sono stati chiamati neuroni specchio perch si attivano tanto uando
lanimale sta compiendo in prima persona una data a#ione elementare, uale a""errare
un oggetto con tutta la mano, con la punta delle dita o con le labbra, uanto nel
momento in cui vede la medesima a#ione compiuta da unaltra scimmia o da un uomo.
'embra cio! che un determinato neurone sia in grado di riconoscere una particolare
a#ione in astratto, sia che venga compiuta dal soggetto stesso che da altri. Il
comportamento di uesta particolare classe di neuroni potrebbe uindi rivelarsi
dimportan#a "ondamentale per la perce#ione del As in a#ioneC ri"lesso nelle a#ioni
dellaltro. 6altra parte, vedere il s nellaltro ! anche il primo passo per lo sviluppo
della "acolt) di vedere laltro in s che ! alla base dellempatia, cio! della capacit) di
immedesimarsi nellaltro e uindi di prevederne e magari prevenirne le mosse, e di
uella che oggi si chiama teoria della mente, ovviamente altrui, di cui dovremo parlare
in seguito.
Il campo visivo
ristretto associato
al campo tattile
Reti neuronali o reti neurali artificiali
Ma esiste un approccio alla simula#ione della risolu#ione computa#ionale dei problemi
pi* diversi, un approccio che trae ispira#ione non dal modo con cui "un#iona o con cui
crediamo che "un#ioni la nostra mente, ma dal modo col uale "un#iona il cervello
concepito come una rete di neuroni. .idea ! uella di costruire una rete di neuroni
arti"iciali connessi "ra di loro secondo certi schemi e di cercare di "ar compiere a
uesta rete certe opera#ioni e di "arle superare certe prove. .e reti prendono il nome
di reti neuronali o reti neurali artificiali, per distinguerle da uelle naturali, e la
disciplina che ne studia il comportamento prende il nome di connessionismo o
semplicemente studio delle reti neurali.
.a rete consiste di un certo numero di connessioni che legano "ra di loro delle unit
operative elementari dette anche neuroni. In uesto particolare contesto un neurone
viene de"inito come un nodo della rete a cui arrivano certi segnali, che possono essere
continui o discreti, e da cui ne partono altri secondo una rela#ione predeterminata ma
modi"icabile.
$gni neurone si trova in un certo stato prima dellarrivo dei segnali dingresso e
cambia il suo stato in conseguen#a di uesti. $gni neurone applica pure delle
corre#ioni, positive o negative, chiamate pesi, ai vari segnali dingresso% pu1 ad
esempio moltiplicare un segnale per H,: e un altro per <I,,.
I vari pesi non sono "issi ma possono essere variati da un ciclo di opera#ioni allaltro. Il
neurone elabora la risultante dei vari segnali dingresso opportunamente ApesatiC e su
tale base cambia il proprio stato ed emette un segnale in uscita che arriver) poi a un
certo numero di altri neuroni. E chiaro che le unit) di ueste reti hanno ualcosa in
comune con i neuroni naturali capaci di ricevere segnali nervosi da altri neuroni,
integrarli e rinviarli ad altri neuroni ancora. I pesi applicati ai vari segnali dingresso
corrispondono alla "or#a dei vari contatti sinaptici che giungono a un vero neurone.
Nella versione pi* semplice i vari neuroni di una rete sono raggruppati in strati, in
modo che ogni neurone sia in comunica#ione con ogni altro neurone appartenente allo
strato immediatamente successivo, ma non con uelli del proprio strato. .a
con"igura#ione pi* semplice prevede solo due strati% uno dingresso e uno duscita.
5on"igura#ioni pi* avan#ate prevedono uno o pi* strati intermedi contenenti le
cosiddette unit) nascoste. A uesto semplice circuito sono applicati dei segnali
dingresso e se ne registrano i segnali in uscita. Nella sua conce#ione ini#iale tale
con"igura#ione voleva essere unimita#ione di un circuito neuronale reale, ma in
seguito non si ! insistito troppo su uesto aspetto.
Ebbene, reti del genere sono in grado di compiere diverse opera#ioni e sono capaci di
imparare. $ccorre ovviamente un periodo di addestramento.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. -JI
9eti neuronali
reti neurali
arti"iciali
Il magico numero ! pi" o meno #$
6iversi tipi di esperimenti mostrano che gli esseri umani riescono a memori##are con
"acilit) per ualche secondo una lista comprendente "ino a K voci, che possono essere
parole, ci"re o immagini. /uando il numero degli elementi della lista da memori##are
supera il K la maggior parte dei soggetti si trova in di""icolt). ( come se nella nostra
memoria a breve termine ci "ossero non pi* di K caselle. 0utte le voci in eccesso di
uesto numero tendono a essere dimenticate. 6a notare per1 che si pu1 trattare tanto
di K lettere, uanto di K parole o di K "rasi. /uello che conta non ! la uantit) totale di
in"orma#ione da immaga##inare ma il numero delle voci diverse. 'i capisce uindi
come la nostra mente abbia buon gioco nello s"ruttare il trucco di raggruppare le cose
da ricordare in modo da conservarne la memoria con il minimo s"or#o.
E solo gra#ie alla memoria a breve termine che possiamo tenere allo stesso tempo in
mente un certo numero di no#ioni e ragionarci sopra. An#i, pi* alto sar) il numero, pi*
elevata sar) la nostra capacit) di ragionare, di risolvere problemi e di risolverci. 8i*
elementi potranno venire a trovarsi contemporaneamente in uesto spa#io di lavoro,
pi* articolato sar) il ragionamento+ sia per uanto concerne la sua lunghe##a, cio! in
termini di numero di passi che uesto pu1 comprendere, che per uanto concerne la
sua ampie##a, cio! in termini della vastit) e della molteplicit) delle compara#ioni e dei
parallelismi. &li animali, anche uelli pi* intelligenti, e i bambini hanno uno spa#io
molto ridotto nel uale gestire ueste no#ioni e adulti diversi hanno uno spa#io di
dimensioni diverse. %i recente ci si & resi conto del fatto che lefficienza e
lampiezza della memoria operativa di un individuo sono in stretta connessione
con la sua intelligenza. %altra parte' se una delle componenti salienti
dellintelligenza & la capacit( di trovare connessioni fra cose diverse' &
abbastanza ragionevole ipotizzare che tale capacit( possa essere anche
funzione del numero di cose che si possono effettivamente comparare fra di
loro e che devono perci) essere presenti nello stesso momento alla nostra
mente. Non stupisce uindi che le""icien#a e la poten#a della memoria operativa
possano essere elementi "ondamentali di uella dote dai contorni tanto s"uggenti che !
lintelligen#a.
A tutto uesto la nostra specie aggiunge la "un#ione simbolica, cio! la "acolt) di creare
e di gestire simboli. 5i1 euivale a unulteriore espansione dello spa#io di gestione
delle no#ioni e dei concetti e ci permette di immaga##inare nel nostro cervello un
numero enorme di elementi, tanto transitoriamente uanto permanentemente. .a
combina#ione delle due doti ha avuto e ha enormi conseguen#e per le capacit) di
ragionare, di ri"lettere e di elaborare strategie e tattiche, ma soprattutto per il possesso
di una semantica. 8er avere una semantica occorre poter disporre di un vocabolario,
cio! di un repertorio di simboli, e godere della possibilit) di scegliere di volta in volta la
parola o il simbolo da associare a una data immagine o a un dato concetto. 2na
semantica si basa sulla capacit) di scelta "ra alternative e non pu1 reali##arsi se non
c! la possibilit) almeno poten#iale di contemplare un certo numero, non troppo basso,
di alternative nello stesso tempo. 5on una memoria operativa di ridotte dimensioni non
ci pu1 essere una semantica e uindi un linguaggio, n una scrittura n in de"initiva
unevolu#ione culturale, lunico "enomeno che pu1 con"erire un certo grado di
immortalit) alle nostre idee.
/uando siamo stanchi o provati stentiamo a trovare le paroleC perch so""riamo di
una piccola temporanea ridu#ione dellampie##a della nostra memoria operativa. ( la
memoria a breve termine in"ine che ci permette di avere una coscien#a, la uale altro
non ! che la gestione momentanea e integrata delle nostre perce#ioni del momento e
dei nostri ricordi, cio! della nostra realt). 'en#a una memoria a breve termine alla
uale richiamare di volta in volta alcuni dei nostri ricordi, lintero patrimonio interiore
Il Amagico
numero K pi* o
meno IC
*odello olografico della memoria
6ove sono custoditi i ricordi a lungo termine@ E sotto che "orma@ 6ove si trovano le
loro registra#ioni "isiche, che possiamo anche chiamare engrammi o tracce
mnestiche?
Non si sa. 6ecenni di caccia allengramma non hanno dato nessun risultato concreto.
/uello che ! certo ! che i ricordi non sono con"inati in una regione troppo ristretta del
nostro cervello. Alcuni pensano addirittura che potrebbero essere distribuiti su tutta la
super"icie della corteccia cerebrale e per un certo periodo godette di ualche credito il
cosiddetto modello olografico della memoria. 'econdo uesto modello i ricordi sono
tutti distribuiti in ogni singola cellula della corteccia, cos7 come un immagine ologra"ica
! distribuita su tutta la super"icie del "otogramma che la conserva e che la genera di
nuovo ogni volta che ! illuminato nella maniera giusta. 'e si distrugge una piccola
por#ione di tale "otogramma, lologramma si "orma lo stesso e limmagine che ne
risulta ! completa, sen#a lacune. .a nitide##a complessiva dellimmagine ne so""re un
po, ma non ! andato perduto alcun particolare. In uesto caso il motivo ! noto.
.in"orma#ione necessaria per generare limmagine ologra"ica ! e""ettivamente
distribuita in ogni por#ione del "otogramma, sotto "orma di onde di inter"eren#a che a
noi non dicono assolutamente nulla. /uando per1 il "otogramma ! attraversato dalla
luce di un laser, le tracce per noi ininterpretabili presenti sul "otogramma danno vita
allimmagine ologra"ica. Il segreto sta appunto nel "atto che viene utili##ato un tipo di
luce molto particolare, detta luce coerente, che ! la luce emessa dal laser. $gni suo
singolo raggio possiede la stessa "reuen#a e la stessa "ase di tutti gli altri, mentre la
luce normale ! un miscuglio di raggi di luce leggermente diversi "ra di loro.
Il motivo per cui la memoria ! stata da alcuni paragonata a un ologramma ! che in
pa#ienti umani o in animali di laboratorio nei uali sia stata asportata una parte della
corteccia cerebrale non si osserva la perdita di alcun speci"ico ricordo, ma semmai
lindebolimento complessivo del dettaglio dei ricordi stessi. 6a ui lanalogia con
lologramma "isico. /uesto modello ! troppo astratto per poter essere al momento
sottoposto a veri"ica sperimentale, ma alcuni dati recenti sembrano suggerire che
potrebbe trattarsi di ualcosa di pi* di una semplice analogia. Il segreto
dellologramma "isico ! la luce coerente. Esso si "orma in"atti solo uando la luce che
! passata attraverso il corrispondente "otogramma si incontra con unonda di
ri"erimento, sempre coerente, prodotta da unaltra sorgente. 8er mostrare una
propriet) analoga la corteccia dovrebbe essere sede di onde sincroni##ate, se non
per"ettamente coerenti, e uesto ! uello che sembra emergere da alcune ricerche
recenti. ( presto per dirlo, ma sarebbe molto interessante se si osservasse che un
meccanismo del genere ! alla base della registra#ione corticale dei ricordi.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. IHK
Modello
ologra"ico della
memoria
Essere un elaboratore di informazione come elemento
fondamentale delle funzioni mentali
LoMard &ardner ha tracciato una storia che rappresenta anche un tentativo di
de"ini#ione e sistemati##a#ione delle scien#e cognitive. 'econdo lautore le scien#e
cognitive nascono verso la met) degli anni 5inuanta dalla con"luen#a di tematiche
derivanti da un certo numero di discipline, che ne accompagneranno peraltro anche
successivamente il cammino% la "iloso"ia, la psicologia, la linguistica, le neuroscien#e
sperimentali, lantropologia e lintelligen#a arti"iciale. 5ogliendo spunti e suggerimenti e
mutuando metodiche da un po tutti uesti tipi diversi di approccio allo studio della
mente, le scien#e cognitive hanno "ornito una visione relativamente omogenea della
mente e del modo di studiarla.
/uali sono i tratti salienti di tale visione@ 'empre secondo &ardner vi si possono
identi"icare almeno cinue temi essen#iali. Al primo posto lautore pone proprio la
convin#ione, condivisa da tutti gli studiosi della nuova disciplina, che per comprendere
il "un#ionamento della mente sia necessario condurre lanalisi muovendosi su un piano
dindagine particolare, che ! appunto uello delle rappresenta#ioni mentali che hanno
una loro realt) e possono essere studiate in maniera autonoma. Immediatamente
dopo viene lin"luen#a che su uesta disciplina in fieri ha avuto Io studio del computer
e il complesso di ri"lessioni che lo hanno accompagnato. .a caratteristica principale di
un computer, uella di essere un elaboratore di in"orma#ione, ! stata assunta dagli
studiosi come elemento "ondamentale, anche se non unico, delle "un#ioni mentali. 8er
loro la reali##a#ione di calcolatori sempre pi* potenti ha rappresentato come minimo
un Ateorema di esisten#aC, cio! la prova tangibile del "atto che attraverso una
semplice elabora#ione di dati e di simboli ! possibile portare .a termine un numero non
trascurabile di opera#ioni mentali. E ovvio altres7 che in uesta ottica si tende a
privilegiare il ragionamento e la logica a spese dellemotivit) e di ogni elemento
contingente. Il ter#o tema che &ardner individua ! proprio la tenden#a da parte del
cognitivismo a non sottolineare pi* del necessario, o secondo alcuni a non
considerare a""atto, elementi uali lemo#ione e il contesto e pi* in genere la cultura e
la storia. ( abbastan#a ovvio che se si voleva ini#iare un nuovo corso nello studio
della mente ualcosa doveva essere lasciato "uori e la cosa pi* "acile da lasciare "uori
in ogni analisi rigorosa ! il contingente e il cangiante. Il motivo che si adduce in tali
casi, in maniera pi* o meno convinta, ! che uesti aspetti possono poi sempre essere
ricuperati in un secondo momento.
Il uarto tema ! la "iducia nellutilit) di un approccio pro"ondamente interdisciplinare.
Non sarebbe possibile che "osse altrimenti, viste le origini e la natura stessa del
,movimento. Ba detto per1 che uello dellinterdisciplinarit) ! spesso un sogno se non
un mito, o peggio ancora un alibi. 2na vera interdisciplinarit) ! molto di""icile da
reali##are e spesso nasconde unessen#iale eterogeneit) di assunti e prospettive,
come gi) ! successo per la cosiddetta 'cien#a della complessit), sotto il cui ombrello
si possono trovare argomenta#ioni di matematica pura accanto a pro"essioni di "ede
ispirate al misticismo pi* s"renato, nonch cultori di logica accanto a pensatori che
possono solo essere de"initi come nostalgici del tempo che "u, o che pi*
probabilmente non "u mai. Il uinto e ultimo tema individuato da &ardner ! in"ine un
pro"ondo radicamento dei temi trattati dai cultori di uesta disciplina nelle
problematiche del pensiero "iloso"ico, intesa soprattutto come ri"lessione sui
"ondamenti della conoscen#a, della verit), dellidentit) e della comunica#ione. 0ra i
cosiddetti scien#iati cognitivi si pu1 trovare una percentuale di "iloso"i e di logici che
non si osserva in nessun altro campo non strettamente "iloso"ico. 5ome contraltare a
tale inclina#ione si pu1 notare anche la tenden#a, che noi porremmo come sesto tema
Essere un
elaboratore di
in"orma#ione
come elemento
"ondamentale
delle "un#ioni
mentali
Rappresentazioni iconiche e rappresentazioni
proposizionali
Beniamo ora un po pi* speci"icamente alle rappresenta#ioni mentali e alla
caratteri##a#ione della loro realt). Il prendere in considera#ione il livello delle
rappresenta#ioni interne, sul piano metodologico se non su uello ontologico, porta gli
studiosi di scien#e cognitive a parlare con molta con"iden#a di entit) mentali pi* o
meno astratte uali simboli, immagini, schemi, idee, regoli e regole, 5anovacci, cornici
o modelli mentali che possono a loro volta essere "use, tras"ormate, amputate, ruotate,
soppresse, paragonate, rigirate, contrastate, invertite, traslate e cos7 via. 'i assume in
uesta logica che nella nostra mente ci sia un livello di rappresenta#ione dei concetti e
delle immagini che possa essere immediatamente pittorico o uasi pittorico, e allora si
parla di rappresentazioni iconiche, o visuali##abili solo indirettamente ma sempre
soggette a elabora#ione e manipola#ione, e si parla allora di rappresentazioni o
modelli mentali proposizionali.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. 229
9appresenta#ioni
iconiche e
rappresenta#ioni
proposi#ionali
Lesistenza e la dinamica funzionale delle rappresentazioni
mentali
Innumerevoli sono le linee di ricerca che secondo i cognitivisti dimostrano lesisten#a e
la dinamica "un#ionale delle rappresenta#ioni mentali. 8ossiamo ui citarne solo un
paio, prese da campi diversi. In primo luogo, esperimenti condotti da diversi gruppi di
ricercatori dimostrano la grande in"luen#a dellaspetta#ione e del contesto complessivo
sullinterpreta#ione. In sostan#a gli esseri umani interpretano le stesse storie in modo
diverso se ueste hanno titoli diversi o se sono state "ornite loro delle chiavi
interpretative un po diverse. 5i1 sta a dimostrare la poten#a degli schemi mentali,
variamente chiamati frames, cio! cornici di ri"erimento, o AcanovacciC, sulla
perce#ione e linterpreta#ione di singoli brani narrativi. 'i ! visto inoltre che gli esseri
umani tendono a ricordare il signi"icato generale delle storie, anche brevissime, pi*
che la loro esatta "ormula#ione. Il signi"icato e gli schemi interpretativi globali
esercitano uindi un ruolo primario di orientamento e di integra#ione sui singoli
elementi percettivi. /ualcuno avrebbe anche dimostrato che nellascoltare una storia il
soggetto umano ne organi##a le varie parti secondo la "alsariga di una sorta di
Agrammatica narrativaC che ha delle regole e delle seuen#e stereotipate, organi##ate
intorno a un certo numero di ruoli principali. 'e Io sperimentatore con"e#iona
deliberatamente delle storie che tendano a con"ondere tali schemi mentali
dellascoltatore, uesti tender) a dimenticarle o a ricordarle aggiustate e
opportunamente ritoccate.
Esperimenti del genere dimostrano che la nostra mente non procede esclusivamente
dal basso verso lalto, bottom up, cio! dagli elementi percettivi agli schemi mentali, ma
anche dallalto verso il basso, top down, poich rappresenta#ioni e schemi mentali
esercitano un ruolo signi"icativo nellorgani##a#ione stessa dei percetti. E ci1 vale a
tutti i livelli, dalla visione alla classi"ica#ione, dalla memori##a#ione allimmagina#ione.
Alcuni di uesti schemi mentali sembrano ricadere a loro volta in classi di schemi di
base che sono in numero "inito e sono an#i in certa misura precon"e#ionati.
2nosserva#ione che pu1 avere delle conseguen#e di rilievo. In primo luogo, uesti
schemi potrebbero essere alla base dellorgani##a#ione di una sintassi e "orse di un
lessico per il successivo sviluppo del linguaggio e soprattutto per il suo apprendimento
durante la prima in"an#ia. In secondo luogo sembra dimostrare che anche nella
comprensione e nellinterpreta#ione lindividuo mette in atto la solita strategia della
scelta di alcuni elementi allinterno di un repertorio preordinato e "inito. 8ossiamo
uindi integrare uello che abbiamo detto a proposito dellesperien#a alla "ine del
capitolo precedente inserendo anche gli schemi mentali e le rappresenta#ioni nella
lista degli stati nei uali si possono trovare e tra i uali si vengono a muovere le varie
entit) biologiche.
2naltra indica#ione dellesisten#a di rappresenta#ioni mentali deriva dagli esperimenti
di manipola#ione di immagini mentali. 'e si chiede a un individuo di decidere se due
immagini, delle uali una viene presentata ruotata rispetto allaltra, siano identiche o
no, si osserva che il tempo che uesti impiega a dare una risposta ! "un#ione
dellangolo tra le due immagini. 'e le due immagini sono ruotate luna rispetto allaltra
di ottanta gradi il tempo necessario per la risposta sar) maggiore che se le due
immagini sono ruotate di cinuanta gradi. 'econdo gli sperimentatori ci1 signi"ica che i
soggetti sono in grado di ruotare mentalmente a velocit) relativamente costante una
delle due "igure delle uali si sono "atti evidentemente unimmagine mentale. 0utto ci1
suggerisce "ortemente che gli esseri umani siano capaci di costruirsi delle immagini
mentali di natura chiaramente "igurativa e di ruotarle mentalmente in un loro spa#io
interno non meglio de"inito.
.esisten#a e la
dinamica
"un#ionale delle
rappresenta#ioni
mentali
*entalismo+ dottrina formale del funzionamento della
mente. ,perazioni mentali' processi' trasformazioni' ma
solo raramente di contenuti
.a convin#ione del cognitivista che la mente possa essere studiata come unentit)
autonoma avente dei suoi propri contenuti e delle sue proprie leggi raggiunge la sua
massima codi"ica#ione nel pensiero di NerrO ;odor che vede nellelabora#ione
dellin"orma#ione e nella costitu#ione e gestione di simboli e rappresenta#ioni lunica
realt) della mente. Nel costruire e manipolare i suoi simboli la mente non ha nessuna
necessit) di ispirarsi alla realt) del mondo circostante, ma pu1 procedere per lo pi* in
piena autonomia, adottando criteri suoi propri. .a mente e il pensiero possono avere
anche un loro linguaggio, il linguaggio del pensiero o mentalese, ipoti##ato da ;odor
gi) una ventina di anni "a. /uesto linguaggio del pensiero, ovviamente innato,
precederebbe il linguaggio vero e proprio che ne utili##erebbe poi molti schemi e molte
categorie. 5i1 potrebbe spiegare la "acilit) con cui ogni bambino impara a parlare e a
dominare una lingua con ualsiasi universo linguistico venga in contatto, compreso il
linguaggio dei gesti utili##ato dai sordomuti.
Il problema con il mentalismo, e in verit) con tutto il cognitivismo, ! che si tratta di
dottrine "ormali del "un#ionamento della mente. 'i parla di opera#ioni mentali, di
processi, di tras"orma#ioni, ma solo raramente di contenuti, mentre sembra che una
delle caratteristiche principali della nostra mente sia la sua intenzionalit, cio! la sua
necessit) di pensare ualcosa, vedere ualcosa, credere ualcosa, immaginare
ualcosa, sentire il pro"umo di ualcosa. Noi possiamo sentire il sapore di una pesca,
di una "ragola o anche di ualcosa di inde"inito, ma non possiamo sentire in astratto un
sapore sen#a un oggetto. I contenuti insomma sono di volta in volta diversi, ma
sempre inseparabili dalle "orme in cui la mente li recepisce.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. I,,
Mentalismo%
dottrina "ormale
del
"un#ionamento
della mente.
$pera#ioni
mentali,
processi,
tras"orma#ioni,
ma solo
raramente di
contenuti
-lcuni hanno pi" facilit( di altri a trovare un senso e a
produrre significati in una maggiore variet( di situazioni
Noi ci procuriamo lin"orma#ione con tutto il nostro corpo che < nella sua intere##a < ! il
protagonista dellopera di esplora#ione del reale. ( ben noto in"atti uanto lo stato di
salute, lumore del momento e le motiva#ioni possano in"luire sulla nostra perce#ione.
.a""amato, linnamorato, il "obico o semplicemente il curioso vedono cose che altri non
vedono. ( tutto il corpo perci1 che sele#iona e organi##a le perce#ioni e per ci1 stesso
d) ini#io alla crea#ione del senso. 'e la mente pu1 essere considerata in gran parte
con"inata al cervello, non ha molto senso pensare la stessa cosa per la psiche in
senso lato che possiamo invece vedere come distribuita in tutto il nostro corpo.
5! un ultimo aspetto rilevante della crea#ione del senso. In condi#ioni normali
ciascuno di noi produce uotidianamente sensi e signi"icati in innumerevoli circostan#e
della vita. Alcuni hanno pi* "acilit) di altri a trovare un senso e a produrre signi"icati in
una maggiore variet) di situa#ioni. /ueste persone sono indubbiamente pi*
interessanti e ci possono talvolta apparire creative o geniali. In buona parte in base
alla loro indole e in parte gra#ie alle loro conoscen#e e alla loro cultura, alcuni individui
trovano dei sensi, spiccioli o incredibilmente elevati, in particolari circostan#e,
cognitive, a""ettive o miste, dove altri non trovano o non cercano un senso. Altre
persone sono portate invece a contenere al minimo lattivit) di idea#ione e di
crea#ione. 2na bella giornata, un bicchierino o un complimento possono accelerare di
molto uesti processi ideativi, mentre un tempo uggioso, un mal di denti o un
dispiacere possono "renarli.
'e ci spostiamo poi dalla normalit), pur considerata in tutte le sue innumerevoli
varianti, alla patologia, vediamo che una personalit) depressa ! molto meno capace di
una normale di trovare dei signi"icati, mentre una personalit) maniacale comporta
unincredibile "acilit) di crea#ione di molteplici sensi e unaccresciuta velocit) di
idea#ione. &li uni non si scaldano per niente al mondo, gli altri prendono "uoco per un
nonnulla. &li uni non vedono mai alcunch di interessante, gli altri trovano
interessante ed eccitante ogni minimo congresso di eventi. 8ortati agli estremi,
entrambi gli atteggiamenti sono da considerarsi patologici e "anno so""rire chi ne !
vittima, ma non c! dubbio che le nostre simpatie e magari la nostra invidia vanno a
coloro che vivono in maniera entusiasta e trascinante e che possono arrivare a
costruire imperi di nuvole o a concepire progetti visionari, in grado talvolta di giungere
in porto. .e incredibili oscilla#ioni dellumore, da un accesso maniacale a una crisi
depressiva, sono vividamente descritti nel magni"ico libro 2na mente inuieta dalla
psicologa americana PaO Namison, la uale ha so""erto in prima persona di una grave
"orma di patologia maniaco<depressiva. Essa stessa narra che in preda a episodi
maniacali ! stata capace di comprare in una volta ben dodici con"e#ioni di pronto
soccorso contro il morso dei serpenti o tre orologi da polso diversi, unenorme volpe
imbalsamata o una ventina di libri delle edi#ioni 8enguin solo perch cos7 i pinguini
ra""igurati sulla costola dei libri si potessero tenere compagnia. In uel momento il suo
cervello considerava ueste cose come le pi* importanti della terra e di un enorme
signi"icato, meravigliandosi che gli altri non "ossero della stessa opinione e che non la
approvassero entusiasticamente.
.a ricerca di un senso in ogni circostan#a della vita ! imprescindibile, ma la vastit),
lintensit), la velocit) e la compulsivit) di tale ricerca sono controllate dalle molecole e
dai circuiti nervosi del nostro cervello, talvolta anche in maniera sorprendentemente
autonoma dal corso degli eventi esterni.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. IEK
Alcuni hanno pi*
"acilit) di altri a
trovare un senso
e a produrre
signi"icati in una
maggiore variet)
di situa#ioni
.homs/0
'econdo 5homs?O la competen#a linguistica si presenta come un complesso astratto
di regole e principi che ammettono di volta in volta attua#ioni diverse. $gni lingua
rappresenta un complesso di attua#ioni diverse delle stesse strutture linguistiche di
base, attua#ioni estrinsecabili come un complesso di parametri che vanno "issati per
ogni lingua. Ad esempio ! necessario o non ! necessario esplicitare sempre il
soggetto del verbo di una "rase, il verbo deve seguire o precedere il suo oggetto, la
preposi#ione precede o segue il nome a cui si ri"erisce, uanti tempi e uanti modi ci
sono, come si accordano "ra di loro alcune parti del discorso e cos7 via. In uesta
ottica, imparare una lingua signi"ica mettere in atto progressivamente i dettami della
competen#a linguistica innata, aggiustando una volta per tutte alluso di uella
particolare lingua i vari parametri "acoltativi da essa contemplati. .o schema generale
! innato, come innata ! la necessit) di aggiustare, in un modo o nellaltro, i singoli
parametri. /uello che si apprende da bambini, oltre al vocabolario, ! il sistema di
parametri speci"ici di uella lingua. Il parlante adulto ha "issato nel suo cervello i
parametri della sua lingua ed ! per uesto che ha poi una notevole di""icolt) a "issare i
parametri di una seconda o di una ter#a lingua, anche al di l) dellapprendimento di un
nuovo vocabolario.
In secondo luogo, la teoria di 5homs?O si incentra sullaspetto generativo e
tras"orma#ionale della lingua. Invece di descrivere la struttura di una "rase, o meglio
delle in"inite "rasi possibili, si preoccupa di trovare le regole attraverso le uali, data
una "rase, se ne pu1 generare in"inite altre, tras"ormandolo in accordo con principi pi*
generali possibili che tengano conto della sua struttura e non della comparsa di
speci"iche parole nelle varie posi#ioni. /uesta dottrina linguistica ha cio! un aspetto
dinamico e operativo, piuttosto che statico e descrittivo, in accordo con limposta#ione
delle scien#e del nostro secolo. .idea portante di 5homs?O ! stata uella di associare
a ogni "rase, caratteri##ata ovviamente da una successione pi* o meno obbligata di
parole, un albero di rela#ioni e dipenden#e gerarchiche. .albero non ! parte della
"rase, ma ! come se vi aleggiasse sopra. In uesto modo la successione lineare delle
parole risulta indissolubilmente incatenata a una struttura rami"icata bidimensionale.
8er comprendere la "rase, per tras"ormarla F da attiva in passiva, da a""ermativa in
interrogativa o da principale in oggettiva F per tradurla in unaltra lingua o per crearne
una analoga, occorre tenere presente uesta struttura che risiede, ovviamente, solo
nel nostro cervello.
5os7, la struttura associata alla "rase AAldo guarda la raga##a con il binocoloC
dipender) dal signi"icato della "rase.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. ID:
5homs?O
Lemisfero destro
.emis"ero destro ! molto superiore a uello sinistro nellesecu#ione di compiti che
richiedano una certe capacit) di vedere gli oggetti nello spa#io, come nel combinare
tra di loro le parti meccaniche di un congegno o semplicemente nel disegnare oggetti
in tre dimensioni. I disegni di uesto tipo eseguiti con il solo ausilio dellemis"ero
sinistro appaiono puerili e rudimentali rispetto a uelli "atti con luso dellemis"ero
destro, anche se tracciati materialmente con la mano sinistra che ! notoriamente
meno abile della destra nel disegnare e nello scrivere. .emis"ero destro ha anche una
piena capacit) di riconoscere immagini che abbiano una valen#a emotiva e di
estrinsecare un Qemo#ione. 2na "oto imbara##ante viene immediatamente riconosciuta
e descritta dallemis"ero sinistro, ma causa solo una situa#ione di imbara##o se
presentata allemis"ero destro che non sa assolutamente giusti"icare uesta rea#ione.
2na conseguen#a non secondaria di tale tipo di studi ! stata una miglior conoscen#a
delle speci"icit) dei nostri due emis"eri cerebrali. .e indagini hanno rivelato in sostan#a
che lemis"ero destro ! pi* portato per le abilit) spa#iali e per i compiti sintetici,
globali##anti e ideativi, compresa la musica, mentre il sinistro ! superiore nei compiti
verbali, analitici e seuen#iali. $vviamente ci1 vale pure per ciascuno di noi, anche se
in un soggetto normale ! pi* di""icile da mettere in risalto. Anche in una persona
normale in"atti una parola viene pronunciata pi* prontamente se viene presentata al
suo emis"ero sinistro che se viene presentata al suo emis"ero destro. Bale la pena di
notare come un gran numero di dati originariamente acuisiti con losserva#ione di
pa#ienti con un cervello diviso siano stati successivamente con"ermati su animali di
laboratorio e su soggetti umani, appro"ittando di situa#ioni e di assetti sperimentali
meno casuali e pi* riproducibili. /ueste conclusioni hanno dato vita a loro volta a una
ricca aneddotica per uanto riguarda le diverse speci"icit) dei due emis"eri cerebrali e
hanno scatenato le congetture pi* diverse, come uella che luomo moderno
utili##erebbe solo una "ra#ione ridotta delle sue capacit) mentali. ;ra le cose che sono
state riportate vale "orse la pena di ricordarne una. 'embra che soggetti normali
impegnati nellesecu#ione di compiti verbali impegnativi abbiano la tenden#a a
indiri##are lo sguardo verso destra, mentre rivolgerebbero lo sguardo prevalentemente
verso sinistra uando i compiti da risolvere implicano rela#ioni spa#iali o connota#ioni
marcatamente emo#ionali.
8er uanto ci concerne ui, linsegnamento da trarre da studi di uesto tipo ! uello
che si possono "are molte cose sen#a che giungano alla coscien#a, la uale pu1
talvolta essere considerata alla stregua di una semplice ciliegina sulla torta. Abbiamo
visto che si pu1 anche misurare il ritardo "ra la perce#ione di un oggetto o di un evento
e il suo emergere alla coscien#a. Il ritardo si aggira sul me##o secondo, ma la nostra
coscien#a non ce ne "a accorgere e ri"erisce laccaduto al momento in cui levento !
stato e""ettivamente percepito. .a nostra mente cio! AricostruisceC il suo ricordo
immediato, come se il ritardo di me##o secondo non ci "osse mai stato. 8er rendersi
conto del "enomeno occorrono delle condi#ioni sperimentali molto complesse e
ra""inate e non ! il caso di dilungarvisi. ( notevole comunue lo s"or#o della mente, in
uesto caso della coscien#a, di rendere tutto uanto liscio e scorrevole, normale e
ragionevole, integrando e ra#ionali##ando ogni minimo dettaglio della nostra vita.
/ualcuno ha detto a tale proposito che la nostra mente ! sempre lultima a sapere. E
vero, la nostra mente ! sempre lultima a sapere, ma bisogna ammettere che lo "a con
molto garbo ed elegan#a. 8assano in"atti centinaia di millisecondi prima che essa
arrivi a "ormarsi una chiara immagine delle cose percepite, ma riesce abilmente a non
"arcene accorgere.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. IKH
.emis"ero destro
Lemisfero sinistro contiene un interprete
'econdo alcuni autori lemis"ero sinistro contiene un interprete, una "un#ione narrativa
e ra#ionali##ante capace in ogni circostan#a di dare un senso unitario alle perce#ioni e
inserirle in un Aracconto del presenteC che si dipani con continuit) in tempo reale. In
uesto suo s"or#o di interpreta#ione e di ra#ionali##a#ione lemis"ero sinistro !
costretto a volte a improvvisare e a produrre "alse ricostru#ioni, inventandosi di sana
pianta un passato immediato "itti#io, se non addirittura "alsi ricordi. 0utto ci1 ! estraneo
allemis"ero destro, molto pi* veridico e aderente ai signi"icati letterali. In uesto senso
e stato detto che la coscien#a del cervello sinistro sorpassa di gran lunga uella del
cervello destro.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. IKH
.emis"ero
sinistro contiene
un interprete
La teoria della mente
.e scien#e cognitive suggeriscono che parte integrante della coscien#a debba essere
una cosiddetta teoria della mente che ciascuno di noi deve possedere se vuole
interagire in maniera soddis"acente con gli altri esseri viventi e pensanti. 'econdo tale
ipotesi, ogni individuo si "orma negli anni una rappresenta#ione interna di come
"un#iona la propria mente e uella di ogni altro essere umano e la consulta ogni volta
che si trova ad agire con un minimo di pondera#ione. /uesta rappresenta#ione non ha
nessuna necessit) di essere dettagliata e rigorosa, ma pu1 servire come uno schema
essen#iale del modus operandi della mente. .intui#ione ci dice che ualcosa di simile
deve esistere nelle nostre teste perch tutti noi possediamo una ragionevole
cogni#ione delle a#ioni, degli stati danimo e degli elementi della s"era emotiva dei
nostri simili, e talvolta non solo di uelli. ( anche abbastan#a intuitivo che se una tale
teoria della mente esiste, non pu1 non costituire parte integrante del "enomeno della
coscien#a. 'econdo ualcuno potrebbe essere addirittura alla radice di tale "enomeno.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. IKI
.a teoria della
mente
1erializzazione e centralit(
8er illustrare una grossa parte della condi#ione mentale, si ! di recente "atto uso di
una meta"ora tratta una volta ancora dal linguaggio dei computer% uella della
seriali##a#ione. Abbiamo visto a pi* riprese come tutti i processi nervosi che
accompagnano la nostra vita abbiano luogo attraverso processi paralleli. Alla corteccia
cerebrale arrivano contemporaneamente diversi segnali appartenenti a diversi ordini di
eventi percettivi, attraverso vie relativamente indipendenti. Al momento di emergere
alla coscien#a e di venire verbali##ati, tali eventi devono per1 allinearsi e mettersi in
seuen#a. In uesta ottica la coscien#a corrisponde a una seriali##a#ione "inale di
molti eventi mentali per loro natura paralleli. Non si sa come ci1 avvenga e passer) un
bel po di tempo prima che si possa accertare se avviene e""ettivamente e come,
'econdo alcuni ricercatori, processi del genere potrebbero per1 essere gi) spiegati "in
da adesso come un "enomeno di sincroni##a#ione dellattivit) nervosa dei vari neuroni
presenti in un certo numero di aree cerebrali diverse. 'i ricorder) per esempio che
parIando dellatten#ione abbiamo accennato allesisten#a di unonda di
sincroni##a#ione di circa :H impulsi nervosi al secondo, che interessa alcune
popola#ioni di neuroni della corteccia visiva. 'econdo uesta ipotesi, la""iorare alla
coscien#a di una serie di eventi mentali corrisponderebbe al passaggio di un certo
numero di neuroni da uno stato di oscilla#ione disordinato e asincrono a uno coerente
e sincrono.
/ualunue possa essere il meccanismo implicato, non c! dubbio che limmagine della
coscien#a come passaggio dal parallelo al seriale abbia una certa suggestione,
soprattutto se intendiamo la seriali##a#ione pi* come unistan#a e una tenden#a che
come un "atto sempre compiutamente reali##ato. 5apita spesso in"atti che nella testa
non si abbia un discorso "ilato e un unico pensiero, ma piuttosto la sensa#ione di un
certo numero di pensieri che "anno ressa per mettersi in "ila, come auto in una strettoia
o granelli di sabbia nella stro##atura di una clessidra. Il "enomeno ! ancora pi*
rilevante uando si passa dai pensieri alle parole. A volte ci sembra di aver
chiarissimo un dato concetto o una data immagine, ma non riusciamo a esprimerli
bene e con pronte##a. .a ragione potrebbe essere che il processo che deve portare a
uesto concetto e a uesta immagine non ! ancora completamente seriale e permane
un certo grado di parallelismo. .a seriali##a#ione appare in sostan#a tuttaltro che
automatica e pu1 richiedere un certo tempo e anche un certo s"or#o.
.esisten#a di un imbuto, ovviamente meta"orico, che costringe i processi nervosi
paralleli ad allinearsi in una seuen#a potrebbe spiegare parecchie osserva#ioni.
8otrebbe spiegare ad esempio come certe intui#ioni precedano di molto
lesplicita#ione di un pensiero, nonch la "or#a di suggestione di certe immagini, come
il "amoso serpente che si mordeva la coda che, si narra, apparve in sogno al chimico
Pe?ul e gli sugger7 la struttura dellanello ben#enico. ;orse potremmo pure spiegare
perch parlare ! tanto pi* "acile che scrivere, anche per una stessa persona. /uando
si parla si comunica ancora largamente in parallelo, utili##ando vari piani di
comunica#ione come il controllo del volume o lin"lessione del tono della voce, la
gestualit) e la presen#a "isica, mentre uando si scrive ci si trova davanti al solo testo,
seriale per de"ini#ione. E chiss) che uesta nostra continua esposi#ione a testi nostri
e altrui non contribuisca potentemente a rin"or#are e dilatare la nostra capacit) di
seriali##are i nostri processi mentali=
Molti degli aspetti pi* vistosi del "enomeno della coscien#a sono uindi colti
dallimmagine della seriali##a#ione "or#ata di processi paralleli. Non c! dubbio per1
che tale visione "inisca pi* o meno consapevolmente per assumere come scontata
una stretta interdipenden#a di coscien#a e linguaggio, se non una loro identi"ica#ione.
/uesto non appare interamente lecito, sia perch non pu1 essere applicato ai
'eriali##a#ione e
centralit)
2ensiero senza linguaggio
'e ci possa essere pensiero sen#a linguaggio o se il nostro pensiero sia sempre un
dialogo con noi stessi ! una uestione molto antica e ancora non risolta. .a domanda
concernente il grado di corrisponden#a "ra coscien#a e linguaggio ne costituisce in
"ondo la versione pi* recente e aggiornata. /uello che ! certo ! che inestricabilmente
connesso con il concetto di seriali##a#ione si viene a trovare il concetto di tempo, o
meglio di tempo interiore. In uesta logica non "a meraviglia che il tempo interno non
scorra in maniera uni"orme. ( il tempo degli eventi mentali, del loro ordinarsi
nellanticamera della. coscien#a e del loro emergere alla coscien#a stessa.
Il uadro che emerge da uanto abbiamo detto sembra condurre alla conclusione che
la coscien#a, il linguaggio e anche la cogni#ione del tempo siano il prodotto di una
conversione "or#ata degli eventi mentali da un modo di procedere parallelo a uno
seriale. 8arlando in via puramente ipotetica, il passaggio da neurostati a psicostati
potrebbe anche essere tutto ui.
Ma chi opera uesta seriali##a#ione@
E c! AualcunoC dentro di noi che ne osserva il risultato@ In altre parole, esiste un lo
centrale, un cervello del cervello, una "un#ione mentale suprema a cui tutto viene
ri"erito e che rappresenta la sede dell Qautocoscien#a@ 5! stata molta discussione
sullQargomento negli ultimi anni, soprattutto in connessione con la uestione se un
computer molto so"isticato, o un essere diverso dalluomo, possano avere del pari una
coscien#a. 5ercheremo di riassumere per sommi capi uesta discussione, ma !
opportuno avvertire che alla "ine della voce 5oscien#a del suo appre##atissimo
6ictionarO o" 8sOchologO 'tuart 'utherland a""erma che sullargomento non ! stato
scritto in de"initiva Aniente che valga la pena di leggereC.
.a risposta pi* istintiva e immediata alla domanda se un computer potr) mai
possedere una coscien#a ! categoricamente negativa. .a tradi#ione "iloso"ica e
culturale delluomo moderno occidentale indica nellIo penso cartesiano o, se
vogliamo, nelllo trascendentale ?antiano il centro del nostro stesso essere. 'en#a di
uesto noi non saremmo noi e "orse niente sarebbe o verrebbe conosciuto. E un
computer non potr) mai concepire un Io penso. Altri contestano tale visione e negano
che ci sia un re"erente ultimo, un lo supremo a cui tutto viene riportato in un contesto
che 6aniel 6ennett ha de"inito come un 0eatro 5artesiano. 'econdo uesti autori, "ra i
uali si iscrive il 6ennett stesso, non esiste un simile centro organi##atore delle nostre
perce#ioni e dei nostri pensieri, esiste bens7 una pluralit) di centri corticali e
subcorticali che disbrigano le loro "un#ioni in modo relativamente autonomo. /uesto
concetto di sostan#iale democra#ia allinterno della societ) della mente lascia un po
perplessi, data la natura mani"estamente gerarchica delle "un#ioni espletate dal
sistema nervoso centrale. E vero per1 che uando si giunge al livello della corteccia
cerebrale, la gerarchi##a#ione delle "un#ioni nervose si appiattisce e si allenta per
lasciare il posto a un notevole grado di autonomia delle parti e a un appre##abile
livello di comunica#ione e di concerta#ione "ra pari grado.
/uesto in verit) vale anche per tutte le cellule del nostro corpo. Non esiste un centro
biologico del corpo. 'e per alcune "un#ioni il cervello e la corteccia agiscono come
centro regolatore e per altre "un#ioni esiste di volta in volta una centrali##a#ione delle
reti regolative, la stragrande maggioran#a degli eventi cellulari, nella vita adulta come
durante lo sviluppo embrionale, va avanti da s. 5iascuna cellula sa uello che deve
"are e lo "a, consultando le istru#ioni del proprio patrimonio genetico e calibrandone
volta per volta la reali##a#ione sulla base dei segnali che giungono dalle altre cellule.
8er uanto strano tutto ci1 possa sembrare, la biologia moderna ci dice che ! cos7. 'i
direbbe che ci si trovi in presen#a di una sorta di armonia prestabilita che regola il
comportamento delle cellule presenti nei vari distretti del nostro corpo.
8ensiero sen#a
linguaggio
La storia culturale
/uando un uomo di oggi si trova a esplicitare i contenuti della sua coscien#a "inisce
per usare un linguaggio pieno di meta"ore e di ri"erimenti culturali indissolubilmente
legati allambiente sociale e culturale in cui vive. 5he anche la nostra coscien#a, nel
suo signi"icato di coscien#a di s, sia almeno in parte un prodotto sociale@
2no degli elementi distintivi dellevolu#ione culturale rispetto a uella biologica ! la
rapidit) con la uale possono succedersi mutamenti anche epocali. .a nostra
evolu#ione culturale pu1 avere un ritmo molto pi* accelerato e metterci in condi#ione
di tenere conto delle mutate esigen#e dellambiente in cui viviamo nel giro di decenni o
addirittura di anni. Il motore dellevolu#ione culturale ! stato ed ! lintera#ione "ra
individui diversi. .a storia comparata dellevolu#ione culturale nelle varie aree
geogra"iche sembra dimostrare che un "attore critico per il suo sviluppo ! stato an#i la
densit) di ueste intera#ioni. In uei territori e in uelle epoche in cui i contatti "ra
"amiglie o "ra trib* diverse erano pi* sporadici, levolu#ione culturale ha segnato il
passo. 2n ritmo pi* elevato si ! invece registrato uando gli scambi materiali e
intellettuali sono stati pi* intensi. $ggi dalle nostre parti il ritmo delle intera#ioni !
divenuto "renetico e il passo del cambiamento sociale e culturale sempre pi*
incal#ante.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. IJK
.a storia culturale
-vere a disposizione cento o mille cervelli
&ra#ie alla cultura e alla sua storia, ogni essere umano ! come se avesse a
disposi#ione cento o mille cervelli a""acciati sul mondo e aggregati al suo, un
"enomeno analogo allespansione di memoria di un computer. Anche se non c!
dubbio che la gestione di tale in"orma#ione spetta sempre al suo cervello e al suo
impegno, il poter contare su tale massa di conoscen#e, non solo acuisite ma anche
adeguatamente elaborate, mette ciascun individuo in una posi#ione unica nel creato.
.a "amiglia, la scuola, lapprendistato e la disponibilit) delle in"orma#ioni in senso lato
sono gli elementi della nostra straordinaria capacit) di avvalerci dei contributi di altri
individui. .e accademie e le biblioteche sono da tempi remoti i luoghi deputati per
lacuisi#ione di uesta conoscen#a aggiunta. $ggi poi, con la di""usione dei me##i di
comunica#ione di massa e con lespansione di Internet, la disponibilit) di cultura non
ha pi* limiti.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. IJD
Avere a
disposi#ione
cento o mille
cervelli
Il pensiero non si pu) sviluppare senza pensiero precedente
5ome la vita non si pu1 sviluppare sen#a vita precedente, cos7 il pensiero non si pu1
sviluppare sen#a pensiero precedente.
'i tratta di unipotesi di importan#a capitale.
'e "osse vero che il pensiero si genera solo dal pensiero, luomo sarebbe
responsabile dellinstaura#ione e del mantenimento di un nuovo, inusitato, piano di
realt)% il pensiero appunto, una drammatica propriet) emergente che si originerebbe
come tutte le altre da unennesima rottura di simmetria per un accidente storico. Ma
che assume uesta volta una rilevan#a tutta particolare, per la nostra propria storia e,
chiss), per la storia delluniverso stesso.
'e poi al pensiero, inteso come precipitato di conoscen#e e ri"lessioni collettive
esplicitabili, si aggiunge il complesso delle attivit) artistiche o pi* modestamente
artigiane, i riti individuali e collettivi e il senso uasi religioso della grandiosit) delta
macchina del creato e del ruolo che vi pu1 svolgere la nostra specie, si perviene a
uello che noi siamo soliti chiamare spirito. .o spirito include il pensiero e sta a uello
un po come lanima sta alla mente individuale. .o spirito umano ha acuistato ai nostri
occhi una tale rilevan#a e un tale grado di autonomia che ualcuno pensa si tratti di
unentit) primaria e che al limite sia lo spirito che pone e sostiene la realt) e non
viceversa. Noi non abbiamo accettato uesta visione, ma comprendiamo benissimo
come si possa essere di uesto avviso e non abbiamo nulla contro conce#ioni che
pongono lo spirito al centro delluniverso, a patto che lopera#ione sia propulsiva e non
parali##ante e promuova la tolleran#a e lapertura piuttosto che la chiusura e
lintransigen#a.
Il terreno sembra pronto per lultimo passo, linvestiga#ione sperimentale dei modi in
cui la nostra mente ordina e categori##a le cose del mondo, il problema conoscitivo
per eccellen#a.
.impresa non ! di uelle che hanno laria di avere un termine certo e un tempo
de"inito, ma ne varr) la pena. 8i* che come unesplora#ione in campo aperto, uesta
si presenta in"atti come una mappatura del mondo su se stesso. 8er usare le parole di
9amon O 5aRal% A;intanto che il cervello rester) un mistero, rester) un arcano anche
luniverso, che ne ri"lette la strutturaC.
.a mente che esplora se stessa ! certamente la "ollia delle "ollie, ma tutta
lesplora#ione del reale si presenta con i caratteri di una "ollia. .a realt) sembra
poggiare in"atti su solide pala"itte che a""ondano nel nulla e levolu#ione culturale nel
suo complesso pu1 essere vista come una progressiva espansione della parte
tangibile di tali pala"itte. .o studio del cervello e della mente rappresentano e ancor pi*
rappresenteranno una parte non secondaria di uesto processo.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. IS-
Il pensiero non si
pu1 sviluppare
sen#a pensiero
precedente
Esempi di quanto poco logica sia la nostra mente
Esempi - di
uanto poco
logica sia la
nostra mente
Misurandoci con un computer si nota uanto poco logica sia a volte la nostra mente e
il suo modo d7 procedere. 6a una parte ci1 ! pi* che conseguente. 5redere che la
mente proceda sempre secondo logica euivale a credere che il nostro corpo sia
composto di solidi geometrici per"etti. 6allaltra, pu1 essere istruttivo anali##are in
dettaglio in che maniera siamo illogici e se la nostra stessa illogicit) ha una sua logica,
se segua cio! dei principi di carattere generale. ( uanto hanno "atto molti ricercatori,
proponendo dei problemini di logica a un certo numero di individui e osservando come
uesti li a""rontano. Molte di tali ricerche hanno dato dei risultati interessanti e
altamente istruttivi.
Bediamone un semplice esempio.
Biene chiesto a un certo numero di persone se in sei lanci di una moneta ! pi*
probabile che compaia la seuen#a testa<testa<testa<croce<croce<croce o uella testa<
croce<croce<testa<croce<testa. .a maggior parte delle persone dir) che ! pi* probabile
che si registri la seconda seuen#a, anche se un attimo di ri"lessione rivela che le due
seuen#e sono assolutamente euiprobabili. Evidentemente alla base di uesta
risposta si trova la convin#ione che gli eventi casuali devono essere sempre e
comunue disordinati.
Esempi # di
quanto poco
logica sia la
nostra mente
Bediamo un secondo esempio. In una scatola ci sono tre carte% una con entrambe le
"acce rosse, una con entrambe le "acce bianche e una con una "accia bianca e una
rossa. 'i estrae una carta, la si poggia sul tavolo e si chiede%
1) /ual ! la probabilit) che la carta estratta sia uella rossa<rossa+
2) /ual ! la probabilit) che la "accia visibile della carta estratta sia bianca+
3) 'upponendo che la "accia visibile della carta estratta sia rossa, ual ! la probabilit)
che anche laltra "accia sia rossa.
.a maggior parte delle persone risponde% -T,, -TI e -TI, rispettivamente, per le tre
domande. .e prime due risposte sono giuste mentre la ter#a no. .a probabilit)
implicata dovrebbe essere IT,, come si conclude ri"lettendoci un po. /uando si
osserva che la "accia visibile della carta estratta ! rossa, si esclude automaticamente
che si tratti della carta bianca<bianca. 9estano le due possibilit) che si tratti della carta
rossa<rossa o di uella rossa<bianca. 6i conseguen#a per la maggior parte delle
persone la probabilit) che laltra "accia sia rossa ! -TI. Il ragionamento ! sbagliato
perch non si sta tenendo conto del "atto che ! impossibile sapere se si stia
osservando il lato o il lato B della carta rossa<rossa. 'e si risponde -TI, si sta
sottostimando proprio la probabilit) che anche laltra "accia sia rossa. .e possibilit)
non sono in"atti due ma tre% "accia bianca, "accia rossa del lato A e "accia rossa del
lato B. .altra "accia sar) dunue rossa due volte su tre. 'i badi bene che non ! una
uestione di intelligen#a o di conoscen#a delle leggi della probabilit). .a maggior parte
delle persone sbaglierebbe, e probabilmente avete sbagliato anche voi,
indipendentemente dal livello intellettuale e culturale. 2n cultore di uesto tipo di
ricerche ha asserito una volta che per ogni problemino elementare che trae in inganno
un pro"ano se ne pu1 sempre concepire uno meno elementare che tragga in inganno
anche una persona pi* esperta. 'i direbbe che rrare umanum est!
Esempi 3 di
quanto poco
logica sia la
nostra mente
0er#o esempio. Biene raccontata la seguente storiella. 5arla ! una trentunenne,
nubile, estroversa e molto brillante. A ventidue anni era gi) laureata in sociologia e
alluniversit) aveva preso parte a molte mani"esta#ioni contro lingiusti#ia sociale, la
discrimina#ione, la guerra e luso dellenergia nucleare. 'i chiede ora agli ascoltatori di
"are delle ipotesi sullattuale condi#ione di 5arla, mettendo in ordine di probabilit) otto
diverse risposte "ra le uali A5arla ! impegnata in un centro socialeC, A5arla lavora in
bancaC e A5arla lavora in banca ed ! attiva nel movimento "emministaC. .a
stragrande maggioran#a delle persone riterr) uestultima alternativa come pi*
probabile della precedente. Il che ! chiaramente una "ollia perch la probabilit) di
Esempi 4 di
quanto poco
logica sia la
nostra mente
essere un impiegato di banca pi* ualcosaltro non pu1 mai essere superiore alla
probabilit) di essere un impiegato di banca sen#a altre speci"ica#ioni. In uesta loro
valuta#ione le persone intervistate sono messe "uori strada dal "atto che la ter#a
condi#ione ! pi* individuata, pi* tipici##ata della seconda, che appare invece opaca e
poco tipica. 6iversi altri esperimenti del genere mostrano che gli esseri umani amano
arrischiarsi in giudizi di tipicit, che sono in realt) giudi#i di signi"icativit), che trovano
evidentemente molto attraenti, anche se basati su indi#i debolissimi. 6altra parte molti
esseri umani sono grandiosi nellarrischiarsi in a""erma#ioni estremamente
circostan#iate e dettagliate in assen#a del minimo indi#io, per non parlare della
convin#ione dellintera comunit) umana di essere stata creata a immagine e
somiglian#a del proprio 5reatore.
/uarto esempio. Il signor Neri viene a sapere che ci sar) presto una rappresenta#ione
teatrale che Io attira molto. Il biglietto costa -HH.HHH lire e, pur non nuotando nelloro, il
signor Neri decide che pu1 permettersi di comprare due biglietti, uno per s e uno per
la moglie. 'i considerino adesso due situa#ioni%
-4 Il signor Neri compra i due biglietti con un certo anticipo, ma un po di tempo prima
della data dello spettacolo si accorge di averli perduti+
oppure
I4 Il giorno prima di andare a comprare i due biglietti, il signor Neri si accorge che il
suo conto in banca ! in"eriore di IHH.HHH lire a uello che lui aveva pensato. In uale
dei due casi ! pi* probabile che il signor Neri vada comunue a comprare i due
biglietti per lo spettacolo@
.a maggior parte delle persone risponder) che ci1 ! molto pi* probabile nella seconda
situa#ione piuttosto che nella prima, anche se il danno complessivo per il signor Neri !
sempre di IHH.HHH lire, in un caso come nellaltro. Il ragionamento, diciamo cos7, che
sta dietro uesta valuta#ione ! che il signor Neri aveva gi) mentalmente destinato una
data ci"ra per uella voce di bilancio ed ! restio ad aumentarne limporto. /uesto tipo
di meccanismo psicologico, chiamato ripartizione mentale delle spese, sembra
operare in moltissime situa#ioni, dalla decisione sulle piccole spese uotidiane "ino
alle trattative economiche di maggior rilievo e consisten#a.
Esempi 5 di
quanto poco
logica sia la
nostra mente
/uinto esempio. ;rancesco e &iovanni devono prendere due aerei che partono pi* o
meno alla stessa ora. Banno allaeroporto con la stessa metropolitana che per
problemi tecnici imprevisti arriva allaeroporto buoni tre uarti dora dopo lorario di
parten#a dei due aerei. A &iovanni viene detto che il suo aereo e partito regolarmente
in orario, mentre a ;rancesco viene detto che la parten#a del suo aereo era stata
ritardata e che uesto ! partito di "atto solo da cinue minuti. 5hi ci ha rimesso di pi*@
.a maggior parte delle persone a""ermer) che ! ;rancesco uello che ci ha rimesso di
pi*, anche se in realt) il danno ! stato esattamente lo stesso per entrambi. .a
giusti"ica#ione sar) che ;rancesco ! andato pi* vicino a prendere comunue il suo
aereo e uindi si deve disperare di pi* e magari mangiarsi le mani, esattamente come
si dispera di pi* il possessore di un biglietto della lotteria il cui numero di serie
di""erisce per una sola ci"ra da uello che ha vinto.
Negli ultimi due esempi ! entrato in ballo un altro criterio valutativo di carattere
generale che ! stato chiamato principio della minimizzazione del rimpianto. &li esseri
umani odiano rimproverarsi, o sentirsi rimproverare, di aver perso unoccasione e
"anno di tutto per evitarlo. 8i* o meno inconsciamente tendono sempre a mettersi in
condi#ione di diminuire la probabilit) di avere ualcosa da rimpiangere o di cui
rammaricarsi.
Esempi 6 di
quanto poco
logica sia la
nostra mente
8otremmo andare avanti praticamente allin"inito con uesto elenco di esempi, dal
momento che ne sono stati studiati e commentati moltissimi. 5hi "osse interessato pu1
trovare molti divertenti resoconti in un numero crescente di libri. Noi crediamo di aver
ampiamente illustrato il punto essen#iale% la nostra mente ! logica e conseuen#iale
"ino a un certo punto. 6a un certo punto in poi applica una logica Aa braccioC, molto
approssimativa ma evidentemente pi* che su""iciente per a""rontare le vicende della
vita di tutti i giorni. 5i1 ! vero soprattutto per le valuta#ioni di verosimiglian#a e di
probabilit), uindi di rischio.
'u uesto uadro generale di razionalit limitata si sovrappongono a volte anche
problemi personali riguardanti singoli individui. 'ono state descritte in"atti delle
persone reali che in seguito a un danno cerebrale hanno perso la capacit) di dare
valuta#ioni realistiche degli eventi della vita, sia nel uotidiano che nelle decisioni
strategiche di "ondo, uali intraprendere o meno una certa attivit) o acuistare un
appartamento. Non si tratta di un de"icit intellettivo, perch per tutto il resto ueste
persone mostrano di essere intelligenti e ri"lessive. Evidentemente la "acolt) di
valutare realisticamente gli eventi della vita e lintelligen#a non sono la stessa cosa e
non hanno una sede cerebrale comune.
Il "atto che la nostra mente non sia in tutto e per tutto ra#ionale non ! necessariamente
solo un di"etto. ;un#ionare per schemi mentali non per"ettamente logici e
approssimativi pu1 anche avere i suoi vantaggi. In primo luogo, non siamo ui per
capire lucidamente tutto e per dare giudi#i di validit) universale. 5he noi riusciamo a
barcamenarci per ualche decennio in modo da arrivare a riprodurci decentemente,
allevolu#ione biologica basta e avan#a. E non ! detto che per raggiungere uesto "ine
troppa ra#ionalit) sia daiuto. 8robabilmente un essere troppo ra#ionale troverebbe
tutto ci1 un po insulso e magari getterebbe precocemente la spugna. In secondo
luogo, nella""rontare certi problemi particolarmente complessi e che richiederebbero
una lunghissima catena di ragionamenti procedere per schemi euristici pre"abbricati
anche se non per"ettamente ra#ionali, pu1 comportare un e""ettivo vantaggio, se non
altro nellaccelerare lintero processo decisionale. Non siamo nati per giocare a
scacchi n per "are gli assicuratori, ma per prendere decisioni pi* o meno ponderate e
pi* o meno spedite nelle varie situa#ioni della vita uotidiana, in alcune delle uali la
pronte##a pu1 risultare un "attore critico e la pronte##a non ! sempre compatibile con
lesatte##a.
5erti schemi mentali pre"abbricati che noi a volte mettiamo in atto costituiscono in
sostan#a delle scorciatoie e degli stratagemmi euristici per poter trattare in tempo
ragionevole problemi che altrimenti richiederebbero una ri"lessione troppo prolungata
e uindi troppo "aticosa. 2n computer "un#iona ripetendo un numero altissimo di volte
schemi logici relativamente semplici e se Io pu1 permettere in virt* della sua enorme
velocit) di esecu#ione. Il cervello procede in modo molto pi* lento e si deve a""idare a
processi meno esatti ma pi* redditi#i. Nemmeno un computer pu1 per1, al momento,
permettersi di seguire in dettaglio tutti gli aspetti di certi problemi. Anche i computer
che giocano a scacchi a livello superiore vengono oggi dotati in"atti di programmi che
permettono loro di tagliar corto di tanto in tanto in un processo logico troppo
complesso. .a mente umana non ha la capacit) di memoria e la velocit) di calcolo di
un computer e ha dovuto perci1 trovare di necessit) una sua propria via alla decisione
che non "osse totalmente e per"ettamente logica.
2n primo commento alle constata#ioni appena "atte ! che sar) incredibilmente
interessante possedere in "uturo un inventano di uesti schemi mentali e di uesti
stratagemmi euristici, nonch dei loro meccanismi da#ione. Alcuni di tali risultati
riguarderanno le strategie migliori per a""rontare la risoluzione di problemi, il cosiddetto
problem solving, mentre altre avranno dei risvolti teorici e pratici per uanto concerne
Esempi ! di
quanto poco
logica sia la
nostra mente
piuttosto il processo decisionale, il cosiddetto decision ma"ing.
Boncinelli Edoardo, Il cervello, la mente e lanima, Mondadori, pag. I:E

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