I ntroduzione LItalia ha deciso di entrare nellEuro in un momento molto delicato della nostra economia, pochi anni dopo la pesante e pericolosa crisi finanziaria del 1992-93 che ci aveva visti sullorlo della bancarotta. Seguirono gli anni delle finanziarie lacrime e sangue di Ciampi e Amato e gli accordi di Luglio del 1993 tra le parti sociali che stabilizzarono la situazione e crearono le basi per una ripresa e per lingresso nellEuro. Eravamo per fuori dallEuropa che conta, avevamo una moneta debolissima soggetta a crisi finanziarie continue, conti pubblici disastrati e uninflazione elevata, pur essendo nel gruppo del G7. Vista quasi 20 anni dopo, la scelta di aderire dellEuro in quegli anni fu una scelta fatta pensando a garantirci una serie di vincoli che ci avrebbero imposto rigore nella gestione dei conti e un processo di convergenza strutturale in unarea economica forte. Come in molti hanno osservato, quella stata lunica scelta lungimirante della nostra classe dirigente negli ultimi 30 anni.
Come tutte le scelte di natura strutturale, c sempre qualcuno che nel breve termine ci perde, ma nel lungo periodo il benessere complessivo dovrebbe aumentare. Lentit dei costi della transizione non dipende per dalla scelta fatta quanto dai policy maker che devono guidare la transizione, e che quindi possono renderla pi o meno dolorosa. Nessuno nega che lEuro abbia generato effetti negativi per gruppi della popolazione (vedi ad esempio il problema dellaumento dei prezzi), ma la colpa in quei casi non stata dellEuro, bens della disonest di chi ne ha approfittato in modo arbitrario e di chi non ha saputo controllare.
Da quando nel gennaio del 2002 lEuro stato introdotto in Italia, discussioni sulla sua utilit e sui costi e benefici che abbia potuto produrre nel nostro Paese ce ne sono state tantissime. Eppure, almeno fino al 2008, nessuno aveva mai pensato o parlato dellEuro come la causa di tutti i mali dellItalia, anche di quelli pi strutturali che ci trasciniamo da decenni. Dal 2008, spinto soprattutto dal malcontento popolare che cresceva a causa della crisi, nato un dibattito guidato da economisti (molto pi spesso pseudo-economisti), politici e maitre penser che ha cominciato a mettere in discussione il modo con il quale era stata organizzata e definita la moneta unica in Europa, riconsiderandone i reali costi e benefici. Il risultato finale stato quello di far nascere movimenti, gruppi di pressione, partiti e scuole di pensiero che, con varie sfumature, oggi spaziano da posizioni pro-Europa e pro-Euro a posizioni anti-Euro e anti-europeiste. Nel mezzo c un po di tutto, un mix che spesso anche difficile capire e classificare.
Chiaramente, in questi mesi di campagna elettorale per le elezioni europee, la discussione sul ruolo dellEuro e dellEuropa si radicalizzata, e giornalmente in Italia si assiste a dichiarazioni sul tema (a volte anche molto folcloristiche) da parte dei politici, spesso con lunico scopo di attrarre quei pezzi di elettorato ancora indecisi. A oggi le posizioni che si trovano nellelettorato e nei programmi politici possono essere riassunte in tre categorie principali: i) Rimanere nellEuro, ii) Rimanere nellEuro ma a certe condizioni, e iii) Uscire dallEuro. Poco o nulla invece si conosce su chi sono le persone che aderiscono a questi tre gruppi e se ladesione rispecchia in modo fideistico le posizioni del partito e/o delle informazioni che si ricevono/consultano o se, invece, esiste una posizione pi consapevole e ragionata del fenomeno.
I dati e la metodologia Al fine di capire meglio il fenomeno, il CEIS Tor Vergata e Repubblica.it hanno avviato una iniziativa congiunta con lobiettivo di investigare questi aspetti, predisponendo, con qualche giorno di anticipo rispetto alle elezioni europee del 25 Maggio, un questionario che esplora le ragioni per cui gli elettori si dichiarano a favore o contro lEuro. Il questionario veicolato attraverso il quotidiano Repubblica.it nel periodo 6/5 13/5 ha ottenuto oltre 10.700 risposte (ma i contatti sono stati superiori ai 30.000) che permettono di avere un quadro abbastanza interessante su come i lettori la pensano su questo tema.
Va chiarito che lindagine per come stata condotta non rappresentativa della popolazione italiana e, pertanto, i risultati che saranno commentati implicheranno conclusioni che possono essere valide solo per il campione di persone che a partecipato al sondaggio. Pertanto, i risultati non possono essere interpretati n come una stima delle preferenze della popolazione italiana sullEuro, n tanto meno come stima delle intenzioni di voto. Lutilizzo di questi risultati invece quello di provare a comprendere un po meglio i meccanismi di formazione delle decisioni in funzione:
delle valutazioni degli effetti dellEuro sul sistema economico; della percezione dei rischi e delle opportunit della uscita dalla moneta unica; delle appartenenze politiche dei rispondenti.
La comprensione di alcuni dei meccanismi che formano le decisioni collettive su un tema cos cruciale per il nostro paese, in un momento storico caratterizzato da unacuta fase di crisi economica, potrebbe anche aiutare a trovare soluzioni condivise in grado di evitare dolorose lacerazioni sociali.
I risultati.
La prima analisi condotta stata quella di verificare le posizioni nei confronti della permanenza dellItalia nellEuro dei rispondenti al nostro questionario. Come si vede dalla Figura 1, circa la met dei 10.700 ritiene che lItalia debba rimanere nel sistema dellEuro in ogni caso, mentre laltra met si divide in un 37% di chi ritiene che ladesione debba essere condizionata ad alcune riforme del sistema e un 13% che ritiene invece che sia necessario uscire in ogni caso.
Figura 1 LItalia deve rimanere nellEuro?
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
Figura 2 Opinioni sui vantaggi e Svantaggi dellEuro
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
Ma cosa pu aver determinato tali posizioni nei confronti delleuro? Quali sono le percezioni dei nostri rispondenti riguardo agli effetti delladesione dellItalia alla moneta unica? In che modo le convinzioni espresse influenzano la posizione sullEuro? Attraverso il questionario abbiamo chiesto di fornire una valutazione personale rispetto ad alcuni potenziali vantaggi e svantaggi derivanti dalladozione dellEuro.
I vantaggi: - Riduzione dei tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese - Riduzione dell'inflazione - Riduzione del costo degli interessi sul debito pubblico 0 10 20 30 40 50 60 Si in ogni caso Si solo a condizione che il sistema sia riformato No in ogni caso L'Italia deve rimanere nell'unione monetaria europea? % r i s p o n d e n t i 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 D'accordo con vantaggi e non d'accordo con svantaggi Riconosce i vantaggi non convinto degli svantaggi Opinione mista/non sa/non risponde D'accordo con gli svantaggi non convinto dei vantaggi D'accordo con svantaggi e non d'accordo con vantaggi D'accordo su vantaggi e svantaggi Opinione su vantaggi e svantaggi dell'introduzione dell'Euro % r i s p o n d e n t i - Riduzione dei costi di transazione (turismo e commercio nella UE) Gli svantaggi: - Perdita competitivit merci italiane - Regole sul debito pubblico troppo stringenti - Perdita sovranit monetaria
Dalle risposte abbiamo ottenuto dei profili di rispondenti, in relazione alla predominanza della percezione di vantaggi e svantaggi. La Figura 2 riporta i risultati relativi alle opinioni sui vantaggi e svantaggi causati dallEuro. Sulla base delle risposte ottenute si evince che:
- circa il 42% dei rispondenti manifesta opinioni molto nette riguardo agli effetti dellEuro, che qui definiamo come schierati radicali. Di questi il 27% crede che lEuro abbia comportato tutti i vantaggi elencati e nessuno degli svantaggi; il 15% crede, allopposto, che nessuno dei vantaggi elencati sia stato conseguito mentre ritiene la sussistenza di tutti gli svantaggi.
Sono meno numerosi i soggetti che, esprimendo comunque una posizione a favore dei vantaggi o degli svantaggi presenta opinioni meno nette, che qui definiamo schierati moderati: - il 17% riconosce che leuro ha portato vantaggi ma non nettamente convinto della presenza degli svantaggi; - il 7% percepisce gli svantaggi ma non disconosce anche qualche vantaggio.
Infine solo un quarto dei rispondenti riconosce, come sembra ragionevole dal punto di vista economico, che leuro abbia comportato sia vantaggi che svantaggi, mostrandosi daccordo con tutte le affermazioni riportate nel questionario. Definiamo questultimo gruppo come razionali.
Infine per circa un 10% dei rispondenti prevalgono le non risposte o non sono comunque classificabili nello schema proposto.
Si osserva dunque una decisa polarizzazione delle opinioni riguardo ai vantaggi e agli svantaggi dellintroduzione dellEuro in Italia, con un nutrito gruppo di rispondenti che tendono ad avere una visione molto schierata.
In che modo questa tendenza al manicheismo su temi molto delicati e complessi influenza le scelte sulladesione dellItalia allEuro? Nella Figura 3 sono riportate le opinioni sui vantaggi e svantaggi economici dellEuro e come queste influenzano la scelta riguardo alla permanenza dellItalia nel sistema dellEuro.
Tra gli schierati radicali pro-euro oltre l80% pensa che lItalia debba continuare ad aderire alla moneta unica in ogni caso e circa il 18% ritiene che la permanenza nel sistema Euro del nostro Paese debba essere condizionata. Praticamente quasi nessun rispondente di questo gruppo sceglie lopzione delluscita dalla moneta unica. Non molto difformi le posizioni dei rispondenti con opinioni pi moderate riguardo agli effetti dellEuro.
Si osserva dunque una forte polarizzazione delle opinioni riguardo ai vantaggi e agli svantaggi dellintroduzione dellEuro in Italia, con un nutrito gruppo rispondenti che tendono ad avere una visione molto schierata in una direzione o in unaltra. Sembra, invece, mancare una visione condivisa del problema. Chiameremo tifosi i rispondenti del primo e del quinto gruppo e equilibrati i rispondenti del sesto.
Figura 3 Scelta dellEuro e opinioni sui vantaggi e svantaggi dellEuro
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
Nella Figura 3 sono riportate le opinioni sui vantaggi e svantaggi economici dellEuro e come queste influenzano la scelta riguardo alla permanenza dellItalia nel sistema dellEuro.
Tra gli schierati radicali pro-euro oltre l80% pensa che lItalia debba continuare ad aderire alla moneta unica in ogni caso e circa il 18% ritiene che la permanenza nel sistema Euro del nostro Paese debba essere condizionata. Praticamente quasi nessun rispondente di questo gruppo sceglie lopzione delluscita dalla moneta unica. Non molto difformi le posizioni dei rispondenti con opinioni pi moderate riguardo agli effetti dellEuro.
Allopposto, ci sono i rispondenti convinti che lintroduzione dellEuro abbia causato solo svantaggi, i quali chiedono di uscire in ogni caso dallEuro nel 57% dei casi, a fronte di un si incondizionato alleuro del 3%.
Come i pro-euro, anche i rispondenti razionali che invece accettano lidea che leuro abbia portato contemporaneamente vantaggi e svantaggi escludono nettamente la possibilit di unuscita dallEuro (supportata solo dal 3%). Gli equanimi ritengono in maggioranza (52%) che ladesione allEuro debba essere subordinata ad un insieme delle regole di funzionamento.
Avere unopinione radicale anti-euro (ovvero non si percepiscono i vantaggi e si sottolineano gli svantaggi) appare quindi una condizione quasi necessaria per scegliere unuscita dallEuro senza se e senza ma. Ossia l'opzione dell'uscita presuppone una visione manichea: circa due terzi di chi vuole l'uscita convinto che 81,8 70,3 43,8 8,4 3,0 42,1 17,7 29,1 38,8 57,8 40,4 52,5 0,4 0,6 17,4 33,8 56,6 5,4 0% 20% 40% 60% 80% 100% D'accordo con vantaggi e non d'accordo con svantaggi Riconosce i vantaggi non convinto degli svantaggi Opinione mista/non sa/non risponde D'accordo con gli svantaggi non convinto dei vantaggi D'accordo con svantaggi e non d'accordo con vantaggi D'accordo su vantaggi e svantaggi Si euro in ogni caso Si Euro condizionato No Euro in ogni caso l'Euro non abbia portato vantaggi, nemmeno quelli pi oggettivi, come ad esempio la riduzione degli interessi sul debito pubblico.
Anche lessere "radicale" in senso opposto influenza le scelte di adesione incondizionata, anche se in misura minore. Senza gli "entusiasti dell'euro" la scelta di rimanere incondizionatamente scenderebbe dal 49 al 46% dei nostri rispondenti.
Escludendo chi ha percezioni unilaterali il distacco tra le percentuali tra adesione condizionata e incondizionata (di oltre 13 punti considerando tutti i rispondenti) si riduce a soli 2 punti. La scelta di uscita senza se e senza ma si riduce di oltre il 36%, passando al 13,8. Se consideriamo solo i razionali le esigenze di riforma dell'euro diventano maggioranza, passando al 52%.
Figura 4 Chi riconosce rischi e opportunit delluscita dallEuro.
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
A fronte di una forte polarizzazione dellopinione su quali siano stati gli effetti dellEuro sul sistema economico italiano, dalla Figura 4 sembra invece emergere una percezione pi condivisa riguardo alle potenziali conseguenze delluscita dalleuro. In parte questo fenomeno sorprendente, visto che sembra essere pi facile individuare una base comune su un fenomeno storico (ci che ha comportato lEuro) rispetto ad un insieme di rischi e opportunit del tutto potenziali (cosa accadr in futuro se usciamo o rimaniamo nellEuro) e su cui c un consenso degli economisti meno definito.
Con il questionario abbiamo individuato alcuni possibili rischi e opportunit per il sistema economico italiano derivanti da uneventuale uscita dallEuro. I partecipanti potevano scegliere liberamente pi risposte:
- riduzione del potere d'acquisto dei salari per effetto dell'inflazione causata dalla svalutazione; - maggiore crescita dell'economia per effetto della svalutazione che rende pi competitive le nostre esportazioni; - maggiore spesa pubblica per effetto degli alti tassi di interesse sul debito; - maggiore flessibilit di spesa pubblica per la possibilit di tornare a stampare moneta; 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 Vede i rischi non vede opportunit Vede rischi e opportunit Vede opportunit ma non vede rischi Rischi e opportunit dell'uscita dall'Euro %
r i s p o n d e n t i - instabilit economica dovuta al collasso del sistema bancario (corsa agli sportelli); - maggiori costi dei mutui.
Circa l80% dei rispondenti percepisce la presenza di rischi connessi a uneventuale uscita dellItalia dallEuro. Tra di essi il 67% individua solo rischi, mentre circa il 15% considera luscita dallEuro fornisca anche qualche opportunit positiva al nostro paese. Infine, poco meno del 20% dei rispondenti invece non percepisce la presenza di nessuno dei rischi prospettati nel questionario in caso di uscita dallEuro. Per comodit espositiva chiameremo prudenti gli appartenenti ai primi due gruppi, e temerari gli appartenenti al terzo.
Figura 5 Rischi e opportunit delluscita dallEuro.
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
I risultati presentati nella Figura 5 permettono di analizzare in che modo la percezione dei rischi e delle opportunit sul futuro condiziona la scelta delle opzioni per lItalia riguardo lEuro:
tra i prudenti (rappresentati nelle prime due colonne) la percentuale di coloro che auspicano una fuoriuscita dallEuro molto bassa: vuole uscire solo l1,2% di chi percepisce rischi e non riconosce le opportunit e il 9% di chi vede anche opportunit. Tra questi ultimi elevata la percentuale di chi ritiene che ladesione allEuro debba essere condizionata a riforme del sistema tra i temerari, invece, oltre il 65% ritiene preferibile unuscita incondizionata dallEuro.
Essere temerari appare quindi una condizione necessaria per scegliere di uscire: oltre l84% di chi ritiene di uscire senza se senza ma infatti asserisce di non percepire come plausibile nessuno dei rischi prospettati nel questionario. Anche in questo caso una percezione bilanciata di rischi e opportunit favorisce laffermarsi dellorientamento che presuppone lesigenza di riforma della moneta unica (60%).
66,7 30,9 1,9 32,1 60,1 32,6 1,2 9,0 65,5 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Vede i rischi non vede opportunit Vede rischi e opportunit Vede opportunit e non vede rischi Si euro in ogni caso Si Euro condizionato No Euro in ogni caso Figura 6 Dichiarazioni di voto e posizione rispetto allEuro
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
Abbiamo provato a valutare linfluenza delle intenzioni di voto con la scelta sulleuro. I risultati riportati nella Figura 6 forniscono un quadro in linea con quelle che sono le aspettative e i programmi dei partiti. I pi anti-Euro sono i simpatizzanti della Lega Nord, per i quali la posizione No-Euro quasi plebiscitaria (84%). Seguono Fratelli dItalia e Forza Italia, che pur avendo unampia fascia di sostenitori no Euro si mostrano possibilisti sul rimanere nellEuro qualora una serie di condizioni vengano realizzate (circa il 40%). Tra gli elettori del Movimento 5 Stelle e della lista Tsipras prevale lopzione di adesione condizionata, tuttavia questi due gruppi evidenziano una marcata differenza riguardo alluscita senza se e senza ma: se per i sostenitori della lista Tsipras questa opzione decisamente marginale (2,9%), quasi un quarto dei grillini invece la sosterrebbe. Allestremo opposto figurano i simpatizzanti del Partito Democratico e di Scelta Europea che non considerano in alcun modo la possibilit di uscire dallEuro, anche se circa il 25% dei simpatizzanti accetterebbe lEuro con alcune condizioni.
Altro aspetto interessante da valutare capire in che modo le dichiarazioni di voto dei rispondenti cambiano nel momento in cui proviamo a tenere conto di come valutano gli effetti prodotti dallEuro (vantaggi vs. svantaggi) e i rischi e i vantaggi connessi alluscita dallEuro. Nella Figura 7 compariamo le dichiarazioni di voto ad uno stesso partito per diversi gruppi di rispondenti. Quello che si vede che le percentuali di Si Euro in ogni caso diminuiscono se consideriamo i soli rispondenti equilibrati e si riducono ancora tra gli equilibrati temerari. In particolare, i Si euro in ogni caso del PD passano dal 71% al 59% se togliamo gli schierati radicali e scendono al 23% se consideriamo coloro che non percepiscono rischi (sono per molto pochi). Similmente, i Si euro in ogni caso del M5S (sempre il 9% in media sia sul totale che tra gli equilibrati) passano dal 12% tra i prudenti all1% tra i temerari.
1,9 8,6 18,0 9,4 26,8 45,7 40,1 49,5 54,8 47,6 71,2 71,1 13,8 40,0 39,3 52,6 48,1 33,9 44,1 36,6 36,6 49,5 27,3 28,0 84,3 51,4 42,6 38,0 25,0 20,5 15,8 13,9 8,6 2,9 1,5 0,9 0% 20% 40% 60% 80% 100% Lega Nord Fratelli d'Italia Forza Italia M5S Non voto Altri Partiti Indecisi MEDIA NCD Lista Tsipras Scelta Europea PD Si euro in ogni caso Si Euro condizionato No Euro in ogni caso
Figura 7 Dichiarazioni di voto per i Si Euro in base alla tipologia di rispondente
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
Figura 8 Dichiarazioni di voto per i No Euro in base alla tipologia di rispondente.
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
Nella Figura 8 ripetiamo lo stesso esercizio nel caso di uscita dalleuro in ogni caso. Se leviamo gli schierati radicali la percentuale di chi dice di uscire diminuisce molto per tutti. La percezione dei rischi di uscita rimane cruciale per scegliere di uscire. La percentuale di chi decide di uscire tra i leghisti scende dall84% complessiva fino al 22% se si considerano i rispondenti equilibrati e prudenti. Anche nel M5S dal 38% si passa al 6%. Allo stesso modo nel PD la percentuale di chi vuole uscire sale dall1% medio al 9% di chi considera leuro portatore di vantaggi e svantaggi (gli equilibrati) ma non considera i rischi.
Al fine di comprendere infine limpatto delle variabili socio demografiche sulle scelte dei rispondenti, abbiamo inserito un set di domande riguardanti il genere, let, la condizione occupazionale e il reddito.
71 49 40 9 59 42 34 9 60 46 36 12 23 4 5 3 0 10 20 30 40 50 60 70 80 PD MEDIA Indecisi M5S Media rispondenti Media equilibrati Equilibrati prudenti Equilibrati temerari 84 43 38 14 16 3 1 55 18 16 5 5 1 1 22 0 6 2 3 1 0 71 45 41 41 32 0 19 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Lega Nord Forza Italia M5S MEDIA Indecisi Lista Tsipras PD Media rispondenti Media equilibrati Equilibrati prudenti Equilibrati temerari
Figura 7 Dichiarazioni di voto e genere
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
Figura 8 Dichiarazioni di voto e classi di et
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
51,9 49,1 50,0 49,5 36,0 37,3 34,7 36,6 12,1 13,6 15,4 13,9 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Femmina Maschio Non risponde Totale Si euro in ogni caso 38,9 39,2 40,4 54,0 61,7 61,8 50,1 49,5 44,4 40,8 38,0 36,1 34,7 32,6 34,7 36,6 16,7 20,0 21,6 9,9 3,6 5,6 15,2 13,9 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% fino a 18 anni 19 - 35 anni 36 - 50 anni 51 - 65 anni 66 - 75 anni 76 anni e pi Non risponde Totale Si euro in ogni caso Figura 9 Dichiarazioni di voto e condizione occupazionale
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
Figura 7 Dichiarazioni di voto e titolo di studio
Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it
I differenziali appaiono molto pi sfumati, se paragonati a quelli osservati in precedenza, salvo forse per la spiccata tendenza delle classi di et pi anziane a essere ostili allopzione di uscita incondizionata.
Unanalisi econometrica pi complessa, basata su tecniche di stima multivariata, ha permesso, infatti, di concludere che, al netto delle opinioni e dellappartenenza politica, non si riscontrano evidenze significative dellinfluenza delle tradizionali segmentazioni socio-economiche della societ italiana sulla scelta delleuro. 46,4 45,9 60,6 46,3 31,5 50,2 49,5 37,6 35,6 35,4 41,0 45,3 34,1 36,6 16,0 18,6 4,0 12,8 23,2 15,7 13,9 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Lavoratore dipendente Lavoratore autonomo Pensionato Altra condizione (casalinga, studente, etc..) In cerca di occupazione Non risponde Totale Si euro in ogni caso 51,8 46,5 51,2 51,2 50,5 49,5 35,0 39,7 35,4 35,4 34,2 36,6 13,2 13,9 13,3 13,4 15,3 13,9 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Licenza elementare o media Diploma di scuola superiore Laurea Formazione post laurea Non risponde Totale Si euro in ogni caso La posizione rispetto alla scelta di rimanere o meno nellEuro appare dunque un fenomeno liquido, in cui i temi economici che dovrebbero fondare le opinioni, sono cruciali e sui quali sembra stia prevalendo uno schieramento di opposte fazioni.