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Sondaggio Ceis Tor Vergata - Repubblica.

it: Gli Italiani e lEuro



I ntroduzione
LItalia ha deciso di entrare nellEuro in un momento molto delicato della nostra
economia, pochi anni dopo la pesante e pericolosa crisi finanziaria del 1992-93 che ci
aveva visti sullorlo della bancarotta. Seguirono gli anni delle finanziarie lacrime e
sangue di Ciampi e Amato e gli accordi di Luglio del 1993 tra le parti sociali che
stabilizzarono la situazione e crearono le basi per una ripresa e per lingresso
nellEuro. Eravamo per fuori dallEuropa che conta, avevamo una moneta
debolissima soggetta a crisi finanziarie continue, conti pubblici disastrati e
uninflazione elevata, pur essendo nel gruppo del G7. Vista quasi 20 anni dopo, la
scelta di aderire dellEuro in quegli anni fu una scelta fatta pensando a garantirci una
serie di vincoli che ci avrebbero imposto rigore nella gestione dei conti e un processo
di convergenza strutturale in unarea economica forte. Come in molti hanno
osservato, quella stata lunica scelta lungimirante della nostra classe dirigente negli
ultimi 30 anni.

Come tutte le scelte di natura strutturale, c sempre qualcuno che nel breve termine
ci perde, ma nel lungo periodo il benessere complessivo dovrebbe aumentare. Lentit
dei costi della transizione non dipende per dalla scelta fatta quanto dai policy maker
che devono guidare la transizione, e che quindi possono renderla pi o meno dolorosa.
Nessuno nega che lEuro abbia generato effetti negativi per gruppi della popolazione
(vedi ad esempio il problema dellaumento dei prezzi), ma la colpa in quei casi non
stata dellEuro, bens della disonest di chi ne ha approfittato in modo arbitrario e di
chi non ha saputo controllare.

Da quando nel gennaio del 2002 lEuro stato introdotto in Italia, discussioni sulla
sua utilit e sui costi e benefici che abbia potuto produrre nel nostro Paese ce ne sono
state tantissime. Eppure, almeno fino al 2008, nessuno aveva mai pensato o parlato
dellEuro come la causa di tutti i mali dellItalia, anche di quelli pi strutturali che ci
trasciniamo da decenni. Dal 2008, spinto soprattutto dal malcontento popolare che
cresceva a causa della crisi, nato un dibattito guidato da economisti (molto pi
spesso pseudo-economisti), politici e maitre penser che ha cominciato a mettere
in discussione il modo con il quale era stata organizzata e definita la moneta unica in
Europa, riconsiderandone i reali costi e benefici. Il risultato finale stato quello di far
nascere movimenti, gruppi di pressione, partiti e scuole di pensiero che, con varie
sfumature, oggi spaziano da posizioni pro-Europa e pro-Euro a posizioni anti-Euro e
anti-europeiste. Nel mezzo c un po di tutto, un mix che spesso anche difficile
capire e classificare.

Chiaramente, in questi mesi di campagna elettorale per le elezioni europee, la
discussione sul ruolo dellEuro e dellEuropa si radicalizzata, e giornalmente in
Italia si assiste a dichiarazioni sul tema (a volte anche molto folcloristiche) da parte
dei politici, spesso con lunico scopo di attrarre quei pezzi di elettorato ancora
indecisi. A oggi le posizioni che si trovano nellelettorato e nei programmi politici
possono essere riassunte in tre categorie principali: i) Rimanere nellEuro, ii)
Rimanere nellEuro ma a certe condizioni, e iii) Uscire dallEuro. Poco o nulla invece
si conosce su chi sono le persone che aderiscono a questi tre gruppi e se ladesione
rispecchia in modo fideistico le posizioni del partito e/o delle informazioni che si
ricevono/consultano o se, invece, esiste una posizione pi consapevole e ragionata del
fenomeno.


I dati e la metodologia
Al fine di capire meglio il fenomeno, il CEIS Tor Vergata e Repubblica.it hanno
avviato una iniziativa congiunta con lobiettivo di investigare questi aspetti,
predisponendo, con qualche giorno di anticipo rispetto alle elezioni europee del 25
Maggio, un questionario che esplora le ragioni per cui gli elettori si dichiarano a
favore o contro lEuro. Il questionario veicolato attraverso il quotidiano Repubblica.it
nel periodo 6/5 13/5 ha ottenuto oltre 10.700 risposte (ma i contatti sono stati
superiori ai 30.000) che permettono di avere un quadro abbastanza interessante su
come i lettori la pensano su questo tema.

Va chiarito che lindagine per come stata condotta non rappresentativa della
popolazione italiana e, pertanto, i risultati che saranno commentati implicheranno
conclusioni che possono essere valide solo per il campione di persone che a
partecipato al sondaggio. Pertanto, i risultati non possono essere interpretati n come
una stima delle preferenze della popolazione italiana sullEuro, n tanto meno come
stima delle intenzioni di voto. Lutilizzo di questi risultati invece quello di provare
a comprendere un po meglio i meccanismi di formazione delle decisioni in
funzione:

delle valutazioni degli effetti dellEuro sul sistema economico;
della percezione dei rischi e delle opportunit della uscita dalla moneta unica;
delle appartenenze politiche dei rispondenti.

La comprensione di alcuni dei meccanismi che formano le decisioni collettive su un
tema cos cruciale per il nostro paese, in un momento storico caratterizzato da
unacuta fase di crisi economica, potrebbe anche aiutare a trovare soluzioni condivise
in grado di evitare dolorose lacerazioni sociali.


I risultati.

La prima analisi condotta stata quella di verificare le posizioni nei confronti della
permanenza dellItalia nellEuro dei rispondenti al nostro questionario. Come si vede
dalla Figura 1, circa la met dei 10.700 ritiene che lItalia debba rimanere nel sistema
dellEuro in ogni caso, mentre laltra met si divide in un 37% di chi ritiene che
ladesione debba essere condizionata ad alcune riforme del sistema e un 13% che
ritiene invece che sia necessario uscire in ogni caso.

Figura 1 LItalia deve rimanere nellEuro?

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it

Figura 2 Opinioni sui vantaggi e Svantaggi dellEuro

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it

Ma cosa pu aver determinato tali posizioni nei confronti delleuro? Quali sono le
percezioni dei nostri rispondenti riguardo agli effetti delladesione dellItalia alla
moneta unica? In che modo le convinzioni espresse influenzano la posizione
sullEuro? Attraverso il questionario abbiamo chiesto di fornire una valutazione
personale rispetto ad alcuni potenziali vantaggi e svantaggi derivanti dalladozione
dellEuro.

I vantaggi:
- Riduzione dei tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese
- Riduzione dell'inflazione
- Riduzione del costo degli interessi sul debito pubblico
0
10
20
30
40
50
60
Si in ogni caso Si solo a condizione che il sistema sia riformato No in ogni caso
L'Italia deve rimanere nell'unione monetaria europea?
%
r
i s
p
o
n
d
e
n
t
i
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
D'accordo con vantaggi e non
d'accordo con svantaggi
Riconosce i vantaggi non
convinto degli svantaggi
Opinione mista/non sa/non
risponde
D'accordo con gli svantaggi
non convinto dei vantaggi
D'accordo con svantaggi e non
d'accordo con vantaggi
D'accordo su vantaggi e
svantaggi
Opinione su vantaggi e svantaggi dell'introduzione dell'Euro
%
r
i s
p
o
n
d
e
n
t
i
- Riduzione dei costi di transazione (turismo e commercio nella UE)
Gli svantaggi:
- Perdita competitivit merci italiane
- Regole sul debito pubblico troppo stringenti
- Perdita sovranit monetaria

Dalle risposte abbiamo ottenuto dei profili di rispondenti, in relazione alla
predominanza della percezione di vantaggi e svantaggi. La Figura 2 riporta i risultati
relativi alle opinioni sui vantaggi e svantaggi causati dallEuro. Sulla base delle
risposte ottenute si evince che:

- circa il 42% dei rispondenti manifesta opinioni molto nette riguardo agli effetti
dellEuro, che qui definiamo come schierati radicali. Di questi
il 27% crede che lEuro abbia comportato tutti i vantaggi elencati e
nessuno degli svantaggi;
il 15% crede, allopposto, che nessuno dei vantaggi elencati sia stato
conseguito mentre ritiene la sussistenza di tutti gli svantaggi.

Sono meno numerosi i soggetti che, esprimendo comunque una posizione a favore dei
vantaggi o degli svantaggi presenta opinioni meno nette, che qui definiamo schierati
moderati:
- il 17% riconosce che leuro ha portato vantaggi ma non nettamente convinto
della presenza degli svantaggi;
- il 7% percepisce gli svantaggi ma non disconosce anche qualche vantaggio.

Infine solo un quarto dei rispondenti riconosce, come sembra ragionevole dal punto di
vista economico, che leuro abbia comportato sia vantaggi che svantaggi, mostrandosi
daccordo con tutte le affermazioni riportate nel questionario. Definiamo questultimo
gruppo come razionali.

Infine per circa un 10% dei rispondenti prevalgono le non risposte o non sono
comunque classificabili nello schema proposto.

Si osserva dunque una decisa polarizzazione delle opinioni riguardo ai
vantaggi e agli svantaggi dellintroduzione dellEuro in Italia, con un
nutrito gruppo di rispondenti che tendono ad avere una visione molto schierata.

In che modo questa tendenza al manicheismo su temi molto delicati e complessi
influenza le scelte sulladesione dellItalia allEuro? Nella Figura 3 sono riportate le
opinioni sui vantaggi e svantaggi economici dellEuro e come queste influenzano
la scelta riguardo alla permanenza dellItalia nel sistema dellEuro.

Tra gli schierati radicali pro-euro oltre l80% pensa che lItalia debba continuare
ad aderire alla moneta unica in ogni caso e circa il 18% ritiene che la permanenza nel
sistema Euro del nostro Paese debba essere condizionata. Praticamente quasi nessun
rispondente di questo gruppo sceglie lopzione delluscita dalla moneta unica. Non
molto difformi le posizioni dei rispondenti con opinioni pi moderate riguardo agli
effetti dellEuro.


Si osserva dunque una forte polarizzazione delle opinioni riguardo ai vantaggi e
agli svantaggi dellintroduzione dellEuro in Italia, con un nutrito gruppo
rispondenti che tendono ad avere una visione molto schierata in una direzione o in
unaltra. Sembra, invece, mancare una visione condivisa del problema. Chiameremo
tifosi i rispondenti del primo e del quinto gruppo e equilibrati i rispondenti del
sesto.


Figura 3 Scelta dellEuro e opinioni sui vantaggi e svantaggi
dellEuro

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it

Nella Figura 3 sono riportate le opinioni sui vantaggi e svantaggi economici
dellEuro e come queste influenzano la scelta riguardo alla permanenza dellItalia nel
sistema dellEuro.

Tra gli schierati radicali pro-euro oltre l80% pensa che lItalia debba continuare
ad aderire alla moneta unica in ogni caso e circa il 18% ritiene che la permanenza nel
sistema Euro del nostro Paese debba essere condizionata. Praticamente quasi nessun
rispondente di questo gruppo sceglie lopzione delluscita dalla moneta unica. Non
molto difformi le posizioni dei rispondenti con opinioni pi moderate riguardo agli
effetti dellEuro.

Allopposto, ci sono i rispondenti convinti che lintroduzione dellEuro abbia causato
solo svantaggi, i quali chiedono di uscire in ogni caso dallEuro nel 57% dei casi, a
fronte di un si incondizionato alleuro del 3%.

Come i pro-euro, anche i rispondenti razionali che invece accettano lidea che
leuro abbia portato contemporaneamente vantaggi e svantaggi escludono
nettamente la possibilit di unuscita dallEuro (supportata solo dal 3%). Gli
equanimi ritengono in maggioranza (52%) che ladesione allEuro debba essere
subordinata ad un insieme delle regole di funzionamento.

Avere unopinione radicale anti-euro (ovvero non si percepiscono i vantaggi e si
sottolineano gli svantaggi) appare quindi una condizione quasi necessaria per
scegliere unuscita dallEuro senza se e senza ma. Ossia l'opzione dell'uscita
presuppone una visione manichea: circa due terzi di chi vuole l'uscita convinto che
81,8
70,3
43,8
8,4
3,0
42,1
17,7
29,1
38,8
57,8
40,4
52,5
0,4 0,6
17,4
33,8
56,6
5,4
0%
20%
40%
60%
80%
100%
D'accordo con vantaggi e non
d'accordo con svantaggi
Riconosce i vantaggi non
convinto degli svantaggi
Opinione mista/non sa/non
risponde
D'accordo con gli svantaggi
non convinto dei vantaggi
D'accordo con svantaggi e non
d'accordo con vantaggi
D'accordo su vantaggi e
svantaggi
Si euro in ogni caso Si Euro condizionato No Euro in ogni caso
l'Euro non abbia portato vantaggi, nemmeno quelli pi oggettivi, come ad esempio la
riduzione degli interessi sul debito pubblico.

Anche lessere "radicale" in senso opposto influenza le scelte di adesione
incondizionata, anche se in misura minore. Senza gli "entusiasti dell'euro" la scelta di
rimanere incondizionatamente scenderebbe dal 49 al 46% dei nostri rispondenti.

Escludendo chi ha percezioni unilaterali il distacco tra le percentuali tra adesione
condizionata e incondizionata (di oltre 13 punti considerando tutti i rispondenti) si
riduce a soli 2 punti. La scelta di uscita senza se e senza ma si riduce di oltre il
36%, passando al 13,8. Se consideriamo solo i razionali le esigenze di riforma
dell'euro diventano maggioranza, passando al 52%.


Figura 4 Chi riconosce rischi e opportunit delluscita dallEuro.

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it

A fronte di una forte polarizzazione dellopinione su quali siano stati gli effetti
dellEuro sul sistema economico italiano, dalla Figura 4 sembra invece emergere una
percezione pi condivisa riguardo alle potenziali conseguenze delluscita dalleuro. In
parte questo fenomeno sorprendente, visto che sembra essere pi facile individuare
una base comune su un fenomeno storico (ci che ha comportato lEuro) rispetto ad
un insieme di rischi e opportunit del tutto potenziali (cosa accadr in futuro se
usciamo o rimaniamo nellEuro) e su cui c un consenso degli economisti meno
definito.

Con il questionario abbiamo individuato alcuni possibili rischi e opportunit per il
sistema economico italiano derivanti da uneventuale uscita dallEuro. I partecipanti
potevano scegliere liberamente pi risposte:

- riduzione del potere d'acquisto dei salari per effetto dell'inflazione causata
dalla svalutazione;
- maggiore crescita dell'economia per effetto della svalutazione che rende pi
competitive le nostre esportazioni;
- maggiore spesa pubblica per effetto degli alti tassi di interesse sul debito;
- maggiore flessibilit di spesa pubblica per la possibilit di tornare a stampare
moneta;
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
Vede i rischi non vede opportunit Vede rischi e opportunit Vede opportunit ma non vede rischi
Rischi e opportunit dell'uscita dall'Euro
%

r
i
s
p
o
n
d
e
n
t
i
- instabilit economica dovuta al collasso del sistema bancario (corsa agli
sportelli);
- maggiori costi dei mutui.

Circa l80% dei rispondenti percepisce la presenza di rischi connessi a uneventuale
uscita dellItalia dallEuro. Tra di essi il 67% individua solo rischi, mentre circa il
15% considera luscita dallEuro fornisca anche qualche opportunit positiva al nostro
paese. Infine, poco meno del 20% dei rispondenti invece non percepisce la presenza
di nessuno dei rischi prospettati nel questionario in caso di uscita dallEuro. Per
comodit espositiva chiameremo prudenti gli appartenenti ai primi due gruppi, e
temerari gli appartenenti al terzo.

Figura 5 Rischi e opportunit delluscita dallEuro.

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it

I risultati presentati nella Figura 5 permettono di analizzare in che modo la percezione
dei rischi e delle opportunit sul futuro condiziona la scelta delle opzioni per lItalia
riguardo lEuro:

tra i prudenti (rappresentati nelle prime due colonne) la percentuale di
coloro che auspicano una fuoriuscita dallEuro molto bassa: vuole uscire
solo l1,2% di chi percepisce rischi e non riconosce le opportunit e il 9% di
chi vede anche opportunit. Tra questi ultimi elevata la percentuale di chi
ritiene che ladesione allEuro debba essere condizionata a riforme del
sistema
tra i temerari, invece, oltre il 65% ritiene preferibile unuscita
incondizionata dallEuro.

Essere temerari appare quindi una condizione necessaria per scegliere di uscire:
oltre l84% di chi ritiene di uscire senza se senza ma infatti asserisce di non percepire
come plausibile nessuno dei rischi prospettati nel questionario. Anche in questo caso
una percezione bilanciata di rischi e opportunit favorisce laffermarsi
dellorientamento che presuppone lesigenza di riforma della moneta unica (60%).




66,7
30,9
1,9
32,1
60,1
32,6
1,2
9,0
65,5
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Vede i rischi non vede opportunit Vede rischi e opportunit Vede opportunit e non vede rischi
Si euro in ogni caso Si Euro condizionato No Euro in ogni caso
Figura 6 Dichiarazioni di voto e posizione rispetto allEuro

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it

Abbiamo provato a valutare linfluenza delle intenzioni di voto con la scelta sulleuro.
I risultati riportati nella Figura 6 forniscono un quadro in linea con quelle che sono le
aspettative e i programmi dei partiti. I pi anti-Euro sono i simpatizzanti della Lega
Nord, per i quali la posizione No-Euro quasi plebiscitaria (84%). Seguono Fratelli
dItalia e Forza Italia, che pur avendo unampia fascia di sostenitori no Euro si
mostrano possibilisti sul rimanere nellEuro qualora una serie di condizioni vengano
realizzate (circa il 40%). Tra gli elettori del Movimento 5 Stelle e della lista Tsipras
prevale lopzione di adesione condizionata, tuttavia questi due gruppi evidenziano una
marcata differenza riguardo alluscita senza se e senza ma: se per i sostenitori della
lista Tsipras questa opzione decisamente marginale (2,9%), quasi un quarto dei
grillini invece la sosterrebbe. Allestremo opposto figurano i simpatizzanti del
Partito Democratico e di Scelta Europea che non considerano in alcun modo la
possibilit di uscire dallEuro, anche se circa il 25% dei simpatizzanti accetterebbe
lEuro con alcune condizioni.

Altro aspetto interessante da valutare capire in che modo le dichiarazioni di voto dei
rispondenti cambiano nel momento in cui proviamo a tenere conto di come valutano
gli effetti prodotti dallEuro (vantaggi vs. svantaggi) e i rischi e i vantaggi connessi
alluscita dallEuro. Nella Figura 7 compariamo le dichiarazioni di voto ad uno stesso
partito per diversi gruppi di rispondenti. Quello che si vede che le percentuali di Si
Euro in ogni caso diminuiscono se consideriamo i soli rispondenti equilibrati e si
riducono ancora tra gli equilibrati temerari. In particolare, i Si euro in ogni caso del
PD passano dal 71% al 59% se togliamo gli schierati radicali e scendono al 23%
se consideriamo coloro che non percepiscono rischi (sono per molto pochi).
Similmente, i Si euro in ogni caso del M5S (sempre il 9% in media sia sul totale
che tra gli equilibrati) passano dal 12% tra i prudenti all1% tra i temerari.

1,9
8,6
18,0
9,4
26,8
45,7
40,1
49,5
54,8
47,6
71,2 71,1
13,8
40,0
39,3
52,6
48,1
33,9 44,1
36,6
36,6
49,5
27,3 28,0
84,3
51,4
42,6
38,0
25,0
20,5
15,8
13,9
8,6
2,9
1,5 0,9
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Lega Nord Fratelli d'Italia Forza Italia M5S Non voto Altri Partiti Indecisi MEDIA NCD Lista Tsipras Scelta
Europea
PD
Si euro in ogni caso Si Euro condizionato No Euro in ogni caso

Figura 7 Dichiarazioni di voto per i Si Euro in base alla tipologia di
rispondente

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it


Figura 8 Dichiarazioni di voto per i No Euro in base alla tipologia di
rispondente.

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it


Nella Figura 8 ripetiamo lo stesso esercizio nel caso di uscita dalleuro in ogni caso.
Se leviamo gli schierati radicali la percentuale di chi dice di uscire diminuisce
molto per tutti. La percezione dei rischi di uscita rimane cruciale per scegliere di
uscire. La percentuale di chi decide di uscire tra i leghisti scende dall84%
complessiva fino al 22% se si considerano i rispondenti equilibrati e prudenti.
Anche nel M5S dal 38% si passa al 6%. Allo stesso modo nel PD la percentuale di chi
vuole uscire sale dall1% medio al 9% di chi considera leuro portatore di vantaggi e
svantaggi (gli equilibrati) ma non considera i rischi.

Al fine di comprendere infine limpatto delle variabili socio demografiche sulle scelte
dei rispondenti, abbiamo inserito un set di domande riguardanti il genere, let, la
condizione occupazionale e il reddito.

71
49
40
9
59
42
34
9
60
46
36
12
23
4 5
3
0
10
20
30
40
50
60
70
80
PD MEDIA Indecisi M5S
Media rispondenti Media equilibrati Equilibrati prudenti Equilibrati temerari
84
43
38
14
16
3
1
55
18
16
5
5
1 1
22
0
6
2
3
1
0
71
45
41
41
32
0
19
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Lega Nord Forza Italia M5S MEDIA Indecisi Lista Tsipras PD
Media rispondenti Media equilibrati Equilibrati prudenti Equilibrati temerari


Figura 7 Dichiarazioni di voto e genere

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it



Figura 8 Dichiarazioni di voto e classi di et

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it









51,9
49,1 50,0 49,5
36,0
37,3 34,7 36,6
12,1
13,6
15,4
13,9
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Femmina Maschio Non risponde Totale
Si euro in ogni caso
38,9 39,2
40,4
54,0
61,7 61,8
50,1 49,5
44,4
40,8 38,0
36,1
34,7
32,6
34,7 36,6
16,7
20,0
21,6
9,9
3,6
5,6
15,2
13,9
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
fino a 18
anni
19 - 35
anni
36 - 50
anni
51 - 65
anni
66 - 75
anni
76 anni e
pi
Non
risponde
Totale
Si euro in ogni caso
Figura 9 Dichiarazioni di voto e condizione occupazionale

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it



Figura 7 Dichiarazioni di voto e titolo di studio

Elaborazioni CEIS Tor Vergata su dati indagine Repubblica.it

I differenziali appaiono molto pi sfumati, se paragonati a quelli osservati in
precedenza, salvo forse per la spiccata tendenza delle classi di et pi anziane a essere
ostili allopzione di uscita incondizionata.

Unanalisi econometrica pi complessa, basata su tecniche di stima multivariata, ha
permesso, infatti, di concludere che, al netto delle opinioni e dellappartenenza
politica, non si riscontrano evidenze significative dellinfluenza delle tradizionali
segmentazioni socio-economiche della societ italiana sulla scelta delleuro.
46,4 45,9
60,6
46,3
31,5
50,2 49,5
37,6
35,6
35,4
41,0
45,3
34,1
36,6
16,0
18,6
4,0
12,8
23,2
15,7
13,9
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Lavoratore dipendente Lavoratore autonomo Pensionato Altra condizione (casalinga, studente, etc..) In cerca di occupazione Non risponde Totale
Si euro in ogni caso
51,8
46,5
51,2 51,2 50,5 49,5
35,0
39,7
35,4 35,4
34,2 36,6
13,2 13,9 13,3 13,4
15,3
13,9
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Licenza
elementare
o media
Diploma di
scuola
superiore
Laurea Formazione
post laurea
Non
risponde
Totale
Si euro in ogni caso
La posizione rispetto alla scelta di rimanere o meno nellEuro appare dunque un
fenomeno liquido, in cui i temi economici che dovrebbero fondare le opinioni, sono
cruciali e sui quali sembra stia prevalendo uno schieramento di opposte fazioni.

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