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0. Introduzione.

Il mio obbiettivo di rilevare le maggiori manifestazioni di diritto popolare (ius populare)


all'interno delle pi importanti opere letterarie della tradizione europea che mantengono un forte
contatto con il mondo del basso quotidiano. In particolare mi concentrer solo su alcuni testi di
autori che, a parte occaccio e !oggio racciolini, possono essere collocati nel tardo rinascimento
e dunque a cavallo tra il "#I sec. e il "#II sec. . I testi citati sono qui discussi solo in quelle parti
che hanno uno stretto contatto con l'ambito giuridico. $ntrando nel dettaglio, saranno qui affrontate
le opere di occaccio, !oggio racciolini, %iulio &esare &roce, &ervantes e 'abelais supportate
dall'analisi critica di achtin e di altri autori. I passi fondamentali sono stati trascritti mentre quelli
supplementari di approfondimento sono raccolte in appendici presenti alla fine.
1. Diritto Popolare: una definizione.
( innanzitutto doveroso definire l'argomento trattato per quanto sia molto difficile data la duttilit)
dell'argomento. *a corrente culturale popolare, nascosta rispetto a quella ufficiale ma non per
questo meno importante, non ha mai avuto un vero testo canonico che ne definisse i caratteri
essenziali in modo fisso e preciso. !ertanto non mai apparsa una definizione universale di diritto
popolare nei testi degli antichi ma bisogna sforzarsi di dedurla. Il diritto popolare si presenta come
una sorta di rivendicazione di una giustizia naturale e quasi divina (ma non per questo
propriamente cristiana) schierata dalla parte degli umili contro i soprusi dei potenti. In questo
senso, la si pu opporre al diritto positivo, in quanto questo viene visto come astrazione,
manipolata a vantaggio dai potenti a danno del popolo. &i ben visibile anche in molti altri temi
maccheronici (si pensi solo al ruolo del cibo e alla sua immaginaria abbondanza). +uello popolare
un diritto per definizione semplice e pragmatico, quasi naturale, che si contrappone a un'eccessiva
cavillosit) e ai sofismi esasperati (si pensi, per esempio, all'episodio dell' ,zzeccagarbugli nei
-Promessi Sposi- del .anzoni). /n'altra caratteristica fondamentale l' oralit) che
contraddistingue la maggior parte delle manifestazioni della cultura popolare. I tratti fondamentali,
fin'ora solo accennati, saranno mano a mano sviscerati e analizzati nel corso dell'opera per poi
essere ripresi pi approfonditamente nelle conclusioni (0 1.).
1.1. Il "Code Civil" (1804) di Napoleone: l'anti
diritto popolare.
2ella 3rancia post rivoluzionaria dei primi anni del "I" secolo, figlia di quel regime di terrore
instaurato da .a4imilenne53ran6ois5.arie5Isidore de 'obespierre 7,rras,891: 5 !arigi, 89;<=,
ancora pervasa da un'ideologia illuminista volta alla razionalizzazione lucida e calcolata della
realt), prende il potere una delle pi importanti figure politiche di sempre> si tratta di 2apoleone
onaparte 7,?accio,89@; 5 isola di Aant'$lena 8:B8=. Cra i vari progetti rivoluzionari che riuscD a
realizzare, uno avrebbe per sempre modificato la storia della giurisprudenza in $uropa> il primo
codice (nell' accezione moderna del termine) della storia, il -Code Civil- (8:E<). +uesto era il
prodotto a cui l' illuminismo giuridico aspirava, cio>
la creazione di un diritto nuovo, generale e uniforme di produzione sovrana o comunque
statuale, dotato dei caratteri della certezza, semplicit) comprensibilit) e accessibilit),
razionale nella struttura, rispondente nei contenuti ai postulati giusnaturalistici e
8
contrattualistici, e in grado di poter escludere non solo la necessit) di una integrazione
da parte di fonti esterne al sistema quali il diritto comune romano5canonico, ma anche
ogni intervento interpretativo da parte sia della dottrina che della giurisprudenza delle
corti.
8

*'intento utopico, dunque, quello di creare un diritto unico accessibile anche alle classi pi basse
senza una manipolazione e confusione interpretativa da parte dei giuristi. Ae, da un certo punto di
vista, l'intento pu sembrare affine a quello di riduzione e semplificazione del diritto da parte dello
ius populare, per non bisogna farsi trarre in inganno. Innanzitutto, si tratta di un codice scritto e,
in quanto tale, si allontana dai canoni della saggezza basso popolare incentrata sull' oralit senza
contare che si tratta comunque di un'opera creata dal potere ufficiale e che, dunque, non prevedeva
la partecipazione di alcuna presenza veramente rappresentativa della popolazione (intesa come
massa povera e non acculturata, non come ricca borghesia). Inoltre da tenere a mente la visione
anti5storicistica dell'illuminismo giusnaturalista che vedeva nel medioevo un periodo di -barbarie-
e che, dunque, rinnegava tutto quell'insieme di valori, tradizioni e consuetudini della cultura
maccheronico5popolare che si manifestavano nelle fiere, nei momenti di svago e in certa letteratura
burlesca
B
. +uindi, ricapitolando, l'intento del codice un'etsrema razionalizzazione del diritto
annullando, per qunato possibile, usi e costumi (e consuetudini giuridiche) proprie di una cultura
che, seppur mutata nel tempo, aveva ancora dei caratteri propri che ereditava da tempi immemori.
+uesto patrimonio culturale fu, al contrario, valorizzato e rivitalizzato dalla scuola storicista di
AavignF.
1.2. La suola storiista di !a"i#n$ e il la"oro dei
fratelli %ri&&.
*a scuola illuministico5giusnaturalista di 2apoleone non fu l'unica a porsi nel panorama europeo di
inizo "I" secoloG infatti, in %ermania, a .arburg, Harl 3riederich von AavignF 73rancoforte sul
.eno,899; 5 erlino,8:@8= fond un movimento di grande importanza> la scuola storicista. +uesta
scuola, pi che mirare all'ideazione di un codice creato ex novo sulla base di ragionamenti logici,
puntava ad un recupero delle fonti di legge originali differenziandosi in due filoni> quello romanista
e quello germanico. Il primo, a cui appartenne lo stesso AavignF, si riproponeva di recuperare le
fonti prime del pensiero giuridico romanista tentando di ricostruire i testi che furono alla base della
codificazione giustinianea
I
. +uindi il Volksgeist (lo spirito del popolo tedesco che anelava a vivere
unito in un'unica %ermania) per AavignF>
non si identifica con il -diritto popolare- degli antichi %ermani che veniva scoprendo in
questi anni la cultura ad indirizzo germanistico.
<
8 $ttore Jezza, Lezioni di Storia della Codificazione Civile: Il Code Civil !"#$% e l&'llgemeines (urgerlic)es
*esetzbuc) '(*(, !"!+%, BEEE, p. 9.
B #oltaire (e con lui gli altri illuministi dell'epoca), seppur disprezzando profondamente l'opera di 'abelais per il suo
stile, cerc di interpretare tutta l'opera in chiave storicista, come se si trattasse di un enorme romanzo parodico del
suo tempo. +uesta lettura, non completamente errata, era per portata alle estreme conseguenze non tenendo conto
dello spirito popolare della risata e, quindi, non comprendendo quale fosse lo spirito dell'autore. #oltaire
dell'enorme patrimonio comico di 'abelais in grado di intendere, seppur parzialmente, e apprezzare il solo
anticlericalismo. !er una visione pi completa della critica degli illuministi si vedaG .ichail achtin, L&,pera di
-abelais e la Cultura Popolare, 8;@1, pp. 8B;,8IE.
I 3u lo stesso AavignF a indirizzare, nel 8:8@, arthold 2iebuhr verso il codice veronese delle lettere di Aan
%erolamo che nascondevano in realt) le -Institutiones- di %aio
< ,ntonio !adoa Achioppa, Storia del .iritto in /uropa0 .al 1edioevo all&/t Contemporanea, BEE9, p.1E@
B
come quella che fu propria invece di due suoi allievi e amici, Kacob e Lilhelm %rimm
7Manau,89:1 5 erlino,8:@I e Manau, 89:@5 erlino, 8:1;=. +uesti due fratelli, attraverso la
raccolta sistematica di antichi racconti e fiabe di origine popolare tramandati per forma
esculivamente orale, miravano a recuperare quell'insieme di tradizioni, usi e, soprattutto,
consuetudini tipici del popolo tedesco, unito culturalmente, ma diviso politicamente> era la corrente
risorgimentale tedesca che vedeva protagoniste celebrit) del carico di autori quali Achiller e
%oethe. +uindi sD, ci fu un tentativo di ricreare un diritto consuetudinario di tradizione alto5
medievale che preservasse un carattere popolare, ma che poi, nella pratica, non sfoci in nessuna
codificazione precisa> il diritto e la cultura popolare sono completamente affidati all'oralit e non
prevedono, in linea di massima, altri metodi di diffusione. *'oralit) dunque un carattere
inscindibile che si mantiene costante nel tempo e che, solo sporadicamente, si concretizza in forme
letterarie considerate da molti medio5alte se non, con disprezzo, basse ed esecrabili.
2. 'ralit( e diritto popolare nella tradizione
)uropea.
*'oralit gioca un ruolo fondamentale nella trasmissione non solo delle consuetudini, ma anche di
tutta la cultura popolare. !er tale motivo, quindi, essa presenta tratti e caratteristiche immutate in
tutta $uropa attraverso i secoli> non ci si stupisca, dunque, se si possono riscontrare episodi
dell'opera seicentesca del &roce -Le 'stuzie di (ertoldo e l&Ingenuit di (ertoldino- nella raccolta
di fiabe operata dai fratelli %rimm. *a scrittura (come era intesa nel .edioevo) appartiene a una
cultura ufficiale rigida che non accetta forme di riso o di divagazione all'interno di testi considerati
canonici e, quindi, -ufficiali-> solo con operette dirette al popolo o ai momenti di svago degli
studenti che si fa uso della parola scritta. !erch questa sotto5cultura trovi voce nelle opere di
scrittori autorevoli bisogna aspettare un periodo compreso tra il pre5umanesimo e il tardo
rinascimento e spesso con pochi esponenti che caratterizzano una cultura. /na delle forme con cui
la saggezza popolare si espressa nei secoli , come vedremo nei prossimi capitoli, l'uso di
sentenze e motti buffi che racchiudessero in una sola piccola frase un concentrato di cultura e
saggezza popolare.
2.1. *oaio e i &otti di spirito: una sesta
#iornata piena di sa##ezza popolare.
In Italia l'autore che per primo port uno riflesso della cultura popolare in forma aulica e
stilisticamente rivoluzionaria, grazie all'uso di un volgare perfetto, fu %iovanni occaccio
73irenze,8I8I 5 &ertaldo,8I91= con il suo -.ecamerone-. In particolare, per l'argomento trattato,
da mettere in evidenza una giornata in particolar modo> la sesta, dedicata ai motti di spirito. +ueste
piccole sentenze, sottili, argute e molto raffinate, sono uno dei modi pi colti in cui si presenta,
nell'umanesimo italiano ma non solo, la cultura popolareG infatti questa si esprimeva, un tempo
come ancora oggi, con i proverbi, frasi consuetudinarie dal significato stabile nel tempo che
fornivano un modo intelligente e fine di mettere in evidenza la propria superiorit) intellettuale
1
.
1 %uido &avalcanti, nella I" novella della #I giornata, si prende mirabilmente gioco di alcuni cavalieri fiorentini nel
cimitero per fare un esempio.
I
Apesso queste frasi erano prese da raccolte attribuite a personaggi famosi del passato celebri per la
loro autorit) e saggezza
@
e che concretizzavano un pensiero comune popolare. &osD nella sesta
giornata troviamo tutti personaggi appartenenti alla classe bassa della popolazione (&isti fornaio,
&hicchibio) che si trovano a dover rivendicare una loro autonomia e indipendenza rispetto a un
potente, controllore e manipolatore del potere positivo ,con l'unico metodo a loro disposizione> una
frase arguta che spiazzi l'usurpatore che si trova cosD a contatto con una forza, con una ragione
popolare, pi potente e contro cui nulla pu. Inoltre da notare l'uso particolare della prosa in
volgare del occaccio che denota una certa evoluzione> infatti, come sostiene il 'aimondi, si parla
di un' -etica della natura-, di un pragmatismo naturalista che da vigore a una classe borghese (e
popolare) che inizia ad avere un ruolo preponderante nella cultura dell'epoca.
2.2. Le "Facetiae" di Po##io *raiolini: il diritto
popolare e la +effa.
,nche dopo occaccio, nell'Italia pre5rinascimentale degli studiosi umanisti, si sviluppa una forma
di letteratura colta che affonda le sue radici nella cultura basso5popolare> le facezie. +ueste sono
piccole storielle di bassa estrazione culturale, tutte a sfondo sessuale, in cui si ritrova

una specie di gusto stercorario, un abuso di materie fecali
9
.
In merito l'aspetto che a noi preme di pi in questo contesto la derisione del diritto positivo
opposta a una rivalutazione tutta positiva del diritto popolare che si esprime sotto forma di motti di
spirito scherzosi. *a derisione del diritto positivo e della classe dei magistrati, sempre pronti a
condannare favorendo il potente di turno, nota fin dall'antichit) (basi pensare alle -Vespe2
"
di
,ristofane) e la si ritrova anche in diverse facezie tra cui quelle proposte dal grande umanista
!oggio racciolini 7Cerranuova, 8I:E5 3irenze, 8<1;= il quale le compose in un latino aulico per
dimostrare che tale lingua poteva esprimere qualunque concetto, anche se volgare, senza perdere la
sua bellezza intinseca elevando, allo stesso tempo, il contenuto. ,d esempio, la sua facezia 2.88<
riporta quanto segue>
, 3irenze, vi son dei magistrati, detti impiegati dell'onest), il cui compito principale
consiste nel giudicare le puttane e nel curare che non vengano molestate in tutta la citt).
/na volta. si rec da essi una puttana a lamentarsi dell'offesa e del danno arrecatole da
un barbiere. *a puttana lo aveva fatto venire nel suo bagno a raderle i peli della fica. .a
il barbiere, col rasoio, aveva tagliato talmente una parte della fica che, per molti giorni,
la puttana non aveva potuto scopare> perci, lo accusava del danno arrecatole,
chiedendole la reintegrazione del guadagno perduto. Ai domanda> quale sar) stata la
sentenza dei magistratiN
;
.
O, ancora, un altro attacco ancora pi esplicito alla classe dei magistrati lo si ritrova nella facezia
2.9: che cosD recita>
@ &elebri in questo senso le raccolte di detti e proverbi attribuiti a grandi personaggi del passato come a &atone
(censore o meno). /na cosa simile curiosamente riscontrabile anche nell'antica %recia con i motti dei sette
sapienti tra cui il celebre PQRST UVUT Aoloniano e il WTXYZ [U\]^T Caletiano.
9 3rancesco &apriglione, Le 3acetiae di Poggio (racciolini, 8;9:, p.8<.
: Aul coro buffonesco dei magistrati nelle 2Vespe2 di ,ristofane si veda> ,ristofane, *li 'carnesi 4 Le 5uvole 4 Le
Vespe 4 gli 6ccelli, 8;9;, pp. 8<<, 8<1.
; 3rancesco &apriglione,Le 3acetiae di Poggio (racciolini, 8;9:, p. <E5<8.
<
Jue romane, che conosco, di et) e bellezza diversa, andarono a casa di un nostro
curiale, per vendergli qualche scopata. Il curiale scop due volte la pi bona e una volta
sola l'altra, sia per non darle l'impressione di non essere respinta, sia per farla ritornare
con l'amica. $ diede in dono alle due puttane una tela di lino, senza dividere la parte di
ciascuna. Aubito sorse una lite tra le donne per la divisione, perch l'una voleva due
parti, appellandosi alla prestazione offerta, l'altra, invece, la met) appellandosi al
numero delle persone. &iascuna portava le sue ragioni> una sosteneva di aver fatto pi
fatica, l'altra che era uguale. Jalle parole vennero alle mani, graffiandosi e tirandosi i
capelli. !rima accorsero i vicini, poi anche i mariti, che ignoravano la ragione della lite,
perch ciascuna delle due asseriva di essere stata offesa. $ ciascun marito difendeva le
ragioni della propria moglie> cosD la lite pass dalle mogli ai mariti, con mazze e pietre,
finch l'intervento della gente interruppe la contesa. I mariti, pur ignorandone la
ragione, restano nemici tra di loro e in carcere, mentre il panno si trova a casa di un tale,
ancora indiviso, in attesa che si discuta la questione. .a le donne trattano segretamente
della divisione.Ai chiede al giudice che cosa sia giusto davanti alla legge.
8E
.
Il diritto postivo e ufficiale viene, quindi, qui abbassato a volgare lite tra donne di malaffare, a
questioni che hanno a che fare con situazioni scabrose e decisamente poco nobili. *'intento ironico
si concretizza qui, a mio parere, nel far notare ai giuristi che passano le loro giornate sui volumi del
-Corpus Iuris Civilis- che, oltre alla finestra della loro stanza, c' un mondo che vive, che brulica di
gente di basso rango e che il diritto deve essere a norma e dimensione del popolo, non dei potenti (e
questo viene detto da un emerito esponente del metodo filologico quale era !oggio racciolini).
,llo stesso modo viene, al contrario, innalzato il concetto di giustizia natural5popolare che si
esprime con mezzi semplici e pragmatici attraverso l'uso di risposte argute e motti di spirito che
lasciano spiazzata la controparte e che denotano una forma di saggezza tipica solo di questo ceto.
,d esempio, giusto per citare una facezia>
Aambacaria di !isa era una donna pronta a rispondere. /na volta un isrione le si
avvicin, per prenderla n giro>5#i saluta, disse, il cazzo di un asino 5.,llora la pisana,
prontamente>5/, disse, sembri proprio uno dei suoi coglioni_ 5.$, detta questa battuta,
se ne and.
88
.
+uesto diritto popolare si ritrova per anche nella tradizione italiana ed europea anche successiva
e, tra le varie opere, anche in quelle di %iulio &esare &roce, cantore popolare spesso ignorato.
2.,. Le "Astuzie di Bertoldo" di %iulio -esare
-roe e la tradizione del "Dialogus Salomonis et
Marcolphi".
%iulio &esare &roce 7Aan %iovanni in !ersiceto, 811E 5 ologna, 8@E;= stato un cantore di
estrazione popolare che non ha mai ambito a diventare poeta di corte ma, al contrario, era un vero
-uomo della piazza-, come avrebbe detto achtin, che si esibiva nei giorni di festa girovagando tra
le fiere che si svolgevano per tutt'$uropa. Cra le sue opere in volgare bolognese (in quanto
indirizzate ad un vasto pubblico di bassa estrazione) a noi interessa, per i fini di questa breve
relazione, il testo -Le 'stuzie di (ertoldo-, trascrizione pi o meno fedele in italiano del latino
8E 3rancesco &apriglione, Le 3acetiae di Poggio (racciolini, 8;9:, p.I9.
88 3rancesco &apriglione, Le 3acetiae di Poggio (racciolini, 8;9:, p.I<.
1
-.ialogus Salomonis et 1arculp)i- (.ppendie I) su cui vale la pena concentrarsi prima.
*a sua genesi alto medievale di tradizione goliardica e inizia a comprire gi) nel " secoloG infatti,
come scrive il achtin>
le festivit) di tipo carnevalesco avevano un posto considerevole nella vita del popolo
medievale, anche dal punto di vista del tempo> nel .edioevo le grandi citt) vivevano
una vita carnevalesca persino di tre mesi l'anno. *'influenza della percezione
carnevalesca del mondo sulla visione e il pensiero degli uomini era radicale> li
obbligava a staccarsi in qualche modo dalla loro condizione ufficiale (quella di monaco,
chierico, studioso),a percepire il mondo sotto il suo aspetto comico e carnevalesco. $
non soltanto gli studenti ma ache i chierici, gli ecclesiastici d'alto rango e i dotti teologi
si concedevano delle gaie distrazioni durante le quali essi abbandonavano la loro seriet)
religiosa e si dedicavano ai Koca .onacorum 7...=. 2elle loro celle essi componevano
dei trattati dotti semiparodici e altre opere comiche in latino.
8B
.
#enivano composte, infatti, moltissime opere parodiche in latino che avevano come protagonisti (o
autori fittizi, come nel -Vergilius 1aro *rammaticus2% personaggi storici che, nell' antistoricismo
tipico del medioevo di origini greche
8I
, non potevano essere vissuti insieme nello stesso periodo.
$d appunto questo il caso del grande re Aalomone e di .arcolfo, personaggio tipico della
tradizione popolare e che funge da vassallo dell'insieme di valore e conoscenze tipiche delle classi
subalterne. $gli , come sar) in sequito ertoldo, un buffone di corte che, grazie alla sua saggezza
di caratetre popolare che si esplica in motti d spirito e battute scherzose, si attira le simpatie del
potente. !er identificare la figura del buffone, dello stultus medievale, non basterebbe un solo
saggio e, quindi, mi limito a riportare solo qualche breve dichiarazione dello studioso !iero
&amporesi>
ertoldo il saggio, ertoldino il matto. *a sapientia pu generare l'insipientia
perch entrambe escono dalla stessa matrice, la buffoneria. Cipi come .arcolfo, Cill
$ulenspiegel, ertoldo e la sua propaggine bertoldinesca riropongono il sacrum del
riso, il mistero della vita umile che nasce dagli escementi, dalla fermentazione di terra
e di feci. *'azione profilattico5apotropaica riconosciuta al linguaggio e al gesto osceno
in tutte le culture, il valore deterrente del parlar grasso e l'inscindibile rapporto riso5
oscenit)` una specie di -corto circuito solutorio-, che si verifica nell'opposizione fra
emergenza di un nucleo emozionale serio (ansia di crisi) e un evento banale o triviale
(oscenit))
8<
` ci autorizzano a considerare i buffoni gli interpreti pi accreditati del
rituale del riso.
81
Oppure, ancora, fa notare il &elati, la comicit) del buffone rappresenta>
un abbassamento della soglia ideologica, come abbassamento dei valori sublimanti
sottoposti a un trattamento parodico che li traduce in visione escrementale, e come
abbassamento topografico della dianoia letteraria (il senso5tema5verit) di un'opera)
riportata ad un gioco di funzioni corporali che sollecita il riso rituale.
8@
8B .ichail achtin, L&,pera di -abelais e la Cultura Popolare, 8;@1, p.89
8I $rodoto, come da tradizione greca, mette in contatto tra di loro personaggi storici che non sono vissuti
contemporaneamente, *'esempio pi celebre quello di Aolone e &reso ma se ne possono ritrovare molti nel corso
delle opere di altri autori.
8< ,... Ji 2ola, 'ntropolgia -eligiosa0 Introduzione al Problema e Campioni di -icerca, 8;9<, p.:@.
81 !iero &amporesi. Introduzione a 2Le 'stuzie di (ertoldo e la Semplicit di (ertoldino, BEE<, p.9.
8@ %. &elati, 3inzioni ,ccidentali0 3abulazione, Comicit e Scrittura, 8;91, p.:1.
@
$ mantenendo proprio questo gioco dialettico ignoranza5intelligenza che &roce compone la sua
opera sostituendo a Aalomone il re longobardo ,lboino e a .arcolfo ertoldo prima e sua moglie
.arcolfa poi, ambientando il tutto nella capitale longobarda di #erona (solo in seguito trasferita a
!avia, ai tempi !apia). Il re e la regina si interesseranno per l'appunto a questo esponente della
classe bassa a cui sottoporranno una serie di indovinelli, situazioni e circostanze buffe
89
da cui
ertoldo sapr) uscire in modo egregio. /n'anima interamente e puramente popolare pervade l'intera
opera> non dobbiamo infatti stupirci se alcuni episodi verranno narrati in modo pressoch identico
dai fratelli %rimm nella loro raccolta di fiabe
8:
. .a questa di cui ci siamo occupati fin'ora la
rappresentazione solamente italiana del fenomeno popolare. In tutta $uropa, in realt), il diritto
volgare si espresso in vari modi. Jata la destinazione della tesina dovr limitarmi a considerare
solamente il -.on C)is)otte- di &ervantes e il -*argantua e Pantagruele- di 'abelais, ma ci non
toglie che in altri autori (Ahaaespeare e le -.oralitF !laFs- nonch l'opera di &haucer, giusto per
citare alcuni esempi del mondo anglosassone) questi caratteri siano evidenti ed espressi con piena
appropiatezza di linguaggio.

,. -er"antes: il letterato soldato.
,.1. !an/o Panza0 uo&o del popolo0 e i suoi detti.
2el 2.on C)isciotte Primero2 8@E1) e poi, soprattutto, nel -.on C)isciotte Segundo- (8@81) di
.iguel de &ervantes Aaavedra 7Malcal) de Menares, 81<9 5 .adrid, 8@8@= Sancho !anza, come
dice achtin, rappresenta la cultura poplare in tutti i suoi aspetti, fisici e mentali, in (almeno
apparente) contrasto con il tristo cavaliere &hisciotte che si fa portatore di ideali e valori ufficiali,
appartenenti alla cultura -alta- dei poemi cavallereschi. $ cosD, mentre il tristo cavaliere, per dettare
le proprie condotte etiche di vita, fa riferimento ad antichi trattati di galateo cavalleresco, il suo
goffo scudiero preferisce affidarsi ai proverbi (del cui valore abbiamo gi) parlato) e al buonsensoG
scrive infatti il Aegre>
Jon &hisciotte e Aancio sono strettamente legati da un rapporto di complementarit). Il
buonsenso di Aancio accostato per contrasto, secondo alcuni, alla pazzia di Jon
&hisciotteG oppure, secondo altri, la pazzia di Jon &hisciotte ripresentata in Aancio a un
livello pi umile. &aso per caso, tutte e due le interpretazioni sono accettabili>
importante proprio la loro intercambiabilit), conferma d'ordine combinatorio alla
natura alternativa dei due caratteri. In complesso, se Jon &hisciotte si muove sulla linea
follia5saggezza, Aancio muove su una linea parallela credulit)5buonsenso.7...= 'imane
per costante, in Aancio, la tendenza a materializzare> in genere le impennate della sua
fantasia girano intorno ai concreti vantaggi del governo dell'isola che Jon &hisciotte gli
ha promesso, mentre il suo buonsenso non rifugge dall'egoismo, dall'imbroglio, dalla
venalit).7...= Il mutamento principale di Aancio, comunque, si realizza sul polo del
buonsensi> perch il buonsenso si rivela, specie nella seconda parte, vera e propria
saggezza. /na saggezza che ha le sue auctoritates> i proverbi, equivalente popolaresco
delle citazioni letterarie di Jon &hisciotteG che sale dalla motivazione dei singoli atti a
89 Aimilmente si comportano il Juca e la Juchessa nel -C)isciotte Segundo2 di &ervantes> un'ennesima ispirazioneN
8: Ai veda ad esempio -%entaglia- in> Kacob e Lilhelm %rimm, 3iabe, 8;18, p.<8.
9
una filosofia di vita. &ontaminando originalmente una sapienza di tradizione rurale con
il magistero di Jon &hisciotte, Aancio sta tracciandosi un galateo e una tavola di
valori.
8;
.
Aancio, dunque, una vera e propria enciclopedia di cultura popolare, l'unica a cui possa far
riferimento e per questo continua, insistentemente, per tutti e due i romanzi, a intervenire in
maniera sovrabbondante con i suoi proverbi nonostante lo stesso Jon &hisciotte lo rimproveri pi
volte. Aancio, per tutta l'opera, non rinuncer) mai ai suoi detti e, al contrario, continuer) ad
utilizzarli per qualunque occasione> il suo modo di esprimere una rivendicazione di cultura
popolare nei confronti di Jon &hishotte che, invece, incarnando la cultura ufficiale, gli si oppone
col sapere ufficiale. , proposito del rapporto particolare che intercorre tra cavaliere e scudiero che,
in diversi punti presentano molte similitudini con l'opera del &roce, poich>
I dialoghi d Aalomone e .arcolfo, per il loro carattere abbassante e materializzante,
sono molto simili ai dialoghi tra Jon +uishotte e Aancio
BE
achtin fa notare che>

Il ruolo di Aancio in rapporto a Jon &hisciotte potrebbe essere paragonato a quello delle
parodie medievali in rapporto alle ideologie e al culto ufficiale, al ruolo del buffone in
rapporto al cerimoniale serio.
B8

*'episodio che, per, meglio di tutti gli atri mette in risalto il diritto popolare nobilitandolo a
strumento di legislazione senza dubbio quello del governo dell'isola di 'abatteria che vede come
protagonista, appunto, lo scudiero credulone.
,.2. L'isola di *aratteria: il diritto popolare
appliato.
2ei capitoli "*#, "*#II, "*I", *I e *III (.ppendie II) del 2C)isciotte Segundo2 si riassume la
vicenda di Aancio !anza nominato, per scherzo a sua insaputa, regnante dell'immaginaria isola di
aratteria, promessa da Jon &hisciotte in numerose avventure, dal Juca che voleva divertirsi
insieme alla consorte dei due avventurieri di cui avevano precedentemente letto le imprese in un
gioco metaletterario sterniano. *o sventurato scudiero si trover) dunque a dover risolvere casi
fittizi con delle sentenze che, nonostante la loro popolana semplicit), stupiscono tutti per l'arguzia e
la sagacia. Ovviamente, come fatto notare da molti critici come 'iquer e &asalduero, tutto ci>
sottolinea giustamente la coerenza tra il carattere di Sancio4 uomo illetterato ma
ingegnoso e di buon senso4 e la saggezza popolare c)e impregna le sue sentenze0 7utto
il suo governo, anzi, c)e si profila come una galleria di tipi e usanze, 8 costituito da
materiale tolto dal folklore e mette in luce 9uanto c&8 di folkloristico nella figura di
Sancio
BB
0
$d proprio il concetto di -buonsenso- a muovere le fila del pensiero di Aancio !anza nella
gestione della giustizia come, d'altronde, non manca di farci notare il Aegre>
8; &esare Aegre, Introduzione al 2.on C)isciotte2, 8;9<, pp. """#III5"*I
BE .ichail achtin, L&,pera di -abelais e la Cultura Popolare, 8;@1, p.B1.
B8 .ichail achtin, L&,pera di -abelais e la Cultura Popolare, 8;@1, p.B:.
BB &esare Aegre, 5ote al 2.on C)isciotte2, 8;9<, p.8I;I.
:
( in questo muovere di concreto verso la saggezza che si delinea una quasi5
assimilazione del proto e del deuteragonista. Aalvo che la sua saggezza Aancio ha modo
di esercitarla in modo sovrano, durante il governo dell'isola di aratteria.7...= !anza il
concreto, !anza il realista, giustamente incaricato di mettere in atto una sapienza che
Jon &hisciotte porta sempre sul piano dell'universalit) e dell'astrazione.7...= &i che
caratterizza l'episodio di aratteria che in questo governo nato da una burla Aancio si
rivela come un ridicolo e poco regale AalomoneG sempre un Aalomone, comunque.
&ervantes ha raccolto per attribuirla a Aancio tutta un'aneddottica di soluzioni ingegnose
e di giudizi lungimiranti, e fa conquistare ben presto a Aancio governatore una dignit)
che lo pone pi in alto del pomposo Juca che ha macchinato, entro una serie di
avventure dei due eroi, anche la fittizia promozione di Aancio. &osD, come dice il
maggiordomo di Aancio, probabilmente esprimendo il pensiero di &ervantes,5le burle
diventan cose da prender sul serio, e i burlatori rimangono burlati5 (II, <;)
BI
.
*a correlazione tra folle (e dunque uomo del popolo investito di una forma di saggezza pragmatica
che trascende il sapere teroico) e regnante, che parte dalla considerazione di Aeneca contenuta nella
sua -'pokolok:ntosis->
aut regem aut fatuum nasci oportet
B<

e a cui achtin ha dedicato parecchie pagine del suo saggio, va anche associata al concetto di morte
e rinascita e, dunque, di abbassamento e innalzamentoG infatti il Juca, nel tentativo di far -morire-
il diritto popolare affidando la giustizia a un sempliciotto come Aancio l'ha, al contrario, innalzata a
grande arte, di gran lunga migliore della sua, facendole acquistare cosD ancora pi forza e rilevanza.
!er, per comprendere tutto questo mondo fatto di un carnevalesco gioco di morte5rinascita e,
dunque, abbassamento5innalzamento, necessaria un'analisi pi o meno approfondita di un'opera
del rinascimento francese che in questo stata maestra e che considerata la quintessenza del
sapere popolare> il -*argantua e Pantagruele- di 3ran6ois 'abelais.
4. %ar#antua0 Panta#ruele e lo spirito popolare.
3ran6ois 'abelais 7&hinon, 8<;< 5 !arigi, 811I= considerato, giustamente, il primo grande padre
della letteratura francese perch, come prima occaccio, Jante e !etrarca in Italia, riuscito a
trasporre sul piano della grandezza letteraria il linguaggio volgare nobilitandolo e autenticandolo
tramite l'inserimento di vocaboli, detti e proverbi che qui trovano la loro prima rappresentazione
nel mondo delle lettere e non pi solo in quello dell'esperienza puramente orale e dialettale
B1
.
Acrive, infatti, di lui gi) nelle prime pagine del'introduzione del suo -L&,pera di -abelais e la
Cultura Popolare2 il achtin>
Il posto che egli occupa fra i grandi creatori della nuova letteratura europea come Jante,
occaccio, Ahaaesperare e &ervantes, in ogni caso non pu essere messa in discussione.
'abelais ha feterminato in modo sostanziale il destino non soltanto della letteratura e
della lingua letteraria francesi, ma anche dela letteratura mondiale 7...= legato molto
BI &esare Aegre, Introduzione al 2.on C)isciotte2, !;<$, pp0=LI4=LII0
B< Aeneca, 'pokolok:ntosis $> d0C0%, BEE:, p.B.
B1 Ai pensi solo, per allontanarci un attimo al mondo del diritto, al lungo elenco di nomi di pesci introdotti per la
prima volta nella letteratura francese e che, prima, erano ad appannaggio esclusivo dei pescatori della orgogna.
;
pi strettamente e profondamente degli altri autori alle fonti popolari
B@
.
+uesto legame cosD forte trova poi un'applicazione che, per tutti i cinque libri del romanzo, spazia
in tutti gli ambito del sapere classico, dalla medicina alla giurisprudenza, dissacrando e
ricostruendo, tramite l'utilizzo del sapere e della cultura popolare, tutte queste scienze che erano
rimaste nelle mani degli intellettuali per secoli ma che avevano bisogno di una rivisitazione, di un
nuovo modellamento
B9
. $ questa tecnica rinnovatrice , appunto, la -risata popolare2 che ha un
carattere, quello della morte e rinascita in qualcosa di nuovo e migliore (secondo un processo di
dialettica hegeliana) che ha non solo la sua massima forma in quest'opera ma anche l'unica. Infatti
il achtin dice, riguardo al ruolo della risata popolare nel contesto delle forme di divertimento
nell'epoca post5rabelaisiana>
In quest'epoca (seconda met) del "#II secolo) si assiste a un processo di riduzione,
imbastardimento e impoverimento progressivi delle forme dei riti e degli spettacoli
carnevaleschi nella cultura popolare7...= *a letteratura di questi secoli non ha pi
risentito dell'influenza diretta della cultura impoverita della festa popolare.7...= 2el
grottesco romantico (e nella letteratura precedente) il principio comico subisce una
trasformazione ancora pi importante. Il riso, chiaro rimane ancora>7...= il riso ridotto
e prende la forma di humour, di ironia e sarcasmo. &essa di essere riso allegro e gioioso.
*'elemento rigeneratore del principio comico ridotto al minimo
B:
.
Il riso nei secoli successivi non pi uno strumento per elevare a livelli pi alti la cultura popolare
tramite quella ufficiale ma un mero strumento denigratorio che mette in luce i caratteri negativi del
bersaglio senza proporre una soluzione alternativa che rinasca dalle ceneri del nemico attaccato.
&osD lo )umour dissacratorio di grandi autori del "#III secolo quali #oltaire, Jiderot e Abift mira
alla sola denigrazione dell'altro, dell'antagonista (e in questo mantiene il valore liberale proposto da
'abelais) ma non finalizzata a una sua rinascita in qualcosa di migliore> il riso diventa pura presa in
giro fine a s stessa perdendo anche tutti gli altri caratteri della cultura di piazza (le
rappresentazioni teatrali, le bestemmie con il loro linguaggio osceno e i riferimenti escatologici per
citarne alcuni). Ora proseguir nell'esporre alcuni significativi momenti all'interno della trama che
elevano il dirtto popolare abbassando quello ufficiale delle dispute scolastiche e dei magistrati
corrotti.
4.1. "Come Pantagruele equamente giudic di una
controversia meravigliosamente oscura e difficile
con tal giustizia che il suo giudizio fu detto pi!
ammirevole di quello di Salomone."
#$
Il titolo, emblematico per il suo contenuto, che ho deciso di dare al paragrafo lo stesso che
B@ .ichail achtin, L&,pera di -abelais e la Cultura Popolare,8;@1, pp.I5<.
B9 In questo senso l'opera del medico chirurgo ,mbroise !ar 7ourg5Mersent, *aval, 818E 5 !arigi, 81;E=, il primo a
scrivere un trattato di medicina in volgare 3rancese.
B: .icail achtin, L&,pera di -abelais e la Cultura Popolare, 8;@1, pp.<<5<1.
B; 3. 'abelais, *argantua e Pantagruele, 8;1I, p.B81
8E
'abelais affida al " capitolo (.ppendie III) del secondo libro (o il primo in ordine cronologico)
del -*argantua e Pantagruele- in cui iniziano le avventure del secondo gigante. $gli (e, con lui,
l'opera tutta), sebbene educato secondo i massimi precetti degli antichi %reci e *atini, incarna
pienamente quel sistema di valori tipici della cultura popolare in ogni loro rappresentazione
elevandoli a livelli pi alti. &osD, ad esempio, in questo episodio sar) chiamato da dei magistrati a
far da giudice a una contesa in cui nemmeno loro riescono a ritrovarsi ed egli, come fra poco
vedremo, risponde loro mostrando un'arma particolare e che abbiamo gi) incontrato> il
-buonsenso-. +uesto carattere pragmatico della cultura popolare, che poi si ripresenter) con Aancio
sull'isola di 'abatteria, muove tutto il brano che invece in aperta polemica con il sapere ufficiale
troppo astratto, cavilloso e composto da gente ignorante che non conosce i classici. &osD abbiamo
grandi giusristi come il pavese 3ilippo Jecio e %iasone da !adova definiti ccvecc)i -abanisti??
accostati ai giudici
pi grassi di tutti i !arlamenti di 3rancia
IE
che rappresentano appunto quella cultura che non riesce a rapportarsi con la realt) di tutti i giorni e
che deve far ricorso a inutili manualoni di giurisprudenza per risolvere casi che richiederebbero un
approccio pi diretto alla questione. Infatti non riescono a risolvere il caso e, quando nominano
!antagruele come giudice,
lo pregarono di voler spulciare e districar bene lui quel processo, per farne poi una
relazione a loro, secondo la sua opinione, in precisi termini legaliG e gli affidarono tutti i
sacchi e le scartoffie della causa, che ce n'era da caricare quattro asini ma di quelli coi
coglioni. .a !antagruele disse loro> 5.esseri, quei due signori fra i quali la causa,
sono ancora in vitaN5. %li fu risposto di sD. 5$ allora5disse lui,5 a che diavolo servono
tante scartofiaccie di copie e stracopie che mi volete rifilareN 2on sarebbe meglio
sentire dalla loro viva voce come sta la questione, che non stare a leggere tutte queste
babbuinate, dove non ci sono altro che inganni, diaboliche -cautele- del &epola, e
tradimenti della leggeN !erch io sono sicuro che voi e tutti quelli per le cui mani
passato il processo, ci avrete macchinato quanto avete potuto, per -!ro et &ontra-G e
caso mai la loro lite fosse stata patente e facile da giudicare, l'avrete oscurata con le
sciocche e dissennate ragionie inette opinioni, di ,ccursio, aldo, artolo, de Imola, e
Ippolito, e il !anormo, e ertacchino, e ,lessandro, e &ursio e tutti quegli altri vecchi
mastini, che non hanno mai inteso neanche tre righe delle !andette, ma erano come buoi
da macello, ignoranti tutto quel che necessario per il buon intendimento delle leggi0
*iacc)8 ormai 8 ben certo%, essi non avevano nessuna conoscenza della lingua *reca
n8 Latina, ma solo della %otica e arbarica. $ sD che le leggi sono prima di tutto
derivate dai %reci, come ben sapete da /lpiano, -*. posteriori, Je Originr ?uris-, e tutte
sono piene di sentenze e parole grecheG e, in secondo luogo, sono redatte nel pi legante
ed ornato *atino che ci sia mai stato in tutta la latinit), senza eccettuarne Aallustio,
#arrone, &icerone, Aeneca, Cito *ivio, e +uintiliano. &ome dunque avrebbero quei
vecchi trasognati potuto intendere il senso di quelle leggi, loro che non avevano mai
neppure guardato un libro in buon *atino, come chiaramente dimostrato dal loro stile,
che stile da spazzacamini, da sguatteri o cucinieri, ma non certo da giureconsultiN $
ancora, dato che le leggi hanno le loro radici nel seno della filosofia morale e naturale,
come le capirebbero questi matti che, giuro a Jio, non hanno studiato filosofia pi della
mia mulaN In quanto poi alle umane lettere e nozioni d'archeleogia e di storia, ne
avevano giusto quante piume pu averne un rospo, e se ne servivano quanto un
crocefisso pu servirsi di un piffero, mentre le antiche leggi ne son tutte piene, e non
potevano essere ben interpretate senza questo corredo, come un giorno o l'altro vi
IE 3. 'abelais, *argantua e Pantagruele, 8;1I, p.B8@.
88
dimostrer chiaramente per iscritto. 'agione per cui, se volete che io esamini quesa
causa, per prima cosa fatemi bruciare tutta quella cartaccia, e poi fatemi venire davanti
di persona quei due gentiluomini, e quando li avr sentiti, ve ne dir la mia opinione,
senza nulla fingere o dissimulare
@!
.
+uindi, come visto, !antagruele non ne vuole sapere di carte e scartoffie varie, egli si basa sul
piano della realt) per giudicare i convenuti> speculazioni e cavillosit) sono le nemiche dell'uomo
popolare che, non esperto di legge, deve far affidamento al potente che lo sfrutter) come meglio
crede senza alcun riguado della sua posizione di essere umano. &ome si pu ben vedere il valore
della morte5rinascita (processo tradizionale5pragmatismo) ben evidente insieme a un altro
carattere> quello del sapere originale. %li antichi, infatti, sono pi vicini all'origine non solo del
diritto ma della natura stessa> cosD essi, grazie al loro grado di esperienza e vicinanza a un mondo
arcaico e primitivo (quello di ,ntigone e delle $rinni per intenderci) possono impartire una visione
della vita pi pragmatica, concreta e a stretto contatto con la natura umana primordiale. +uesta
scelta di consultare gli antichi testi si pu cogliere anche in un ottica umanistica> celebre la
ricerca filologica e la scoperta della -*itera 3iorentina- con lo studio di molti studiosi che ne
derivato. Jice infatti il !adoa5Achioppa, confermando in tutto e per tutto la scelta culturale di
%argantua tramite l'esempio del #alla>
/n primo indirizzo innovatore della dottrina giuridica dell'et) moderna fu quello che
prese il nome di Acuola culta. $sso deriv direttamente da un filone della cultura
dell'umanesimo, fiorita nel corso del +uattrocento italiano. *a riscoperta di molti testi
dell'antichit) greca e romana, lo studio appassionato della cultura letteraria, poetica,
storica, filosofica ed anche dell'arte del mondo antico, il disegno di studiarne le radici e
di imitaare per quanto possibile la perfezione anche formale caratterizz una stagione
della cultura italiana ed europea. Ai comprende allora come alcuni umanisti abbiano
potuto rivolgere la loro attenzione anche ai testi giuridici antichi con uno spirito nuovo>
in loro prevaleva l'ammirazione per la cultura antica e la preoccupazione di riscoprirne i
profili liberandosi della massa soverchiante delle interpretazioni e delle dottrine delle
scuole medievali. &elebre la vicenda di *orenzo #alla che, professore a !avia nella
3acolt) di arti, aveva scritto nel 8<II di preferire una pagina di &icerone all'intera serie
delle opere di artolo, perch prolisse e scritte nel latino scolastico che al dotto
umanista pareva barbarico. 7...=. Acrupolo filologico e critica delle fonti erano sin da
allora connesse nell'impostazione umanistica. $ qualche decennio pi tardi 7...= ,ngelo
!oliziano si dedicava a 3irenze, dove era stato prontamente trasferito il prezioso
manoscritto antico delle !andette dopo la conquista di !isa avvenuta nel 8<E@ da parte
dei fiorentini, a collazionare il testo antico scritto in caratteri onciali con quello della
versione corrente 7...=.
IB
.
&osD !antagruele (e con lui 'abelais) sono portatori di una cultura nuova, che non si ferma ma che,
al contrario, esige un'attenzione maggiore delle fonti da cui nasce. Il brano potrebbe sembrare una
semplice difesa dei pareri del filone degli estremisti intellettuali umanisti ma si differenzia per
alcuni tratti fondamentali dal pensiero del giurista ginevrino Motman che, pur prendendo in
considerazione le consuetudini francesi come una delle fonti del suo diritto positivo basato anche
sulla consocenza del diritto romano originario, ci nonostante voleva proporre un codice (nel senso
moderno del termine per la prima volta nella storia) come forma di raccolta di leggi redatte
dall'imperatore, cosa insopportabile per un popolo in continua evoluzione che si basava su una
tradizione orale.
I8 3. 'abelais, *argantua e Pantagruele, 8;1I, pp.B8@, B89, B8:.
IB ,ntonio !adoa Achioppa, Storia del .iritto in /uropa dal 1edioevo all&/t Contemporanea%, BEE9, pp.B185B1B.
8B
%.#. *ri#lialoa e la %iustizia +endata: esaltazione
o deni#razione del proesso
o""ero
&etafora del diritto uffiiale1
Jal capitolo """I" al "*I# (.ppendie I2) del terzo libro del -*argantua e Pantagruele-
'abelais compie una vera e propria dissacrazione del diritto medievale del -mos italicum- (basato
sulla tradizione giurisprudenziale medievale) ufficiale del tempo e che trovava ancora applicazione
in alcune parti di $uropa (Italia e %ermania principalmente). 'icordiamo, per dovere di
informazione, che il modello francese di -mos gallicum- era molto diverso in quanto faceva
propria, per motivi storico5politici, la cultura umanistico5rinascimentale di cui 'abelais il pieno
portatore (oltre che di quella popolare, ovviamente). $, cosD, questo nuovo diritto, sia quello
volgare sia quello umanistico, sono opposti alle elucubrazioni, alle carte e alle glosse e commenti
dei medievalisti come artolo o aldo degli /baldi, rappresentanti di un diritto -vecchio-, inadatto
ad essere applicato dopo secoli e diverso dal suo modello originario ormai deturpato senza speranza
di redenzione fin dai tempi di %iustiniano
II
. $ il giudice riglialoca, una figura decisamente
complessa e che non il caso di banalizzare, portatore buffo di questa cultura> infatti egli, in tutti
i capitoli che lo riguardano, parla in modo confusionario, per met) in francese e per met) in latino,
usando una sovrabbondanza di brocardi, citazioni del digesto e di glosse tale da rendere
incomprensibile il significato di quel che dice. $ppure questo il diritto che secondo alcuni
andrebbe applicato, il modus exponendi dei colti giuristi del tempo e il linguaggio che era
riconosciuto da quella classe (e cosD sar) finch .ontesqiueu proporr) di adottare una lingua
comprensibile a tutti)> nulla di pi diverso e fuorviante dal volgare chiaro e pragmatico del popolo.
+uesto carattere, ben evidente nella rabbia di 'enzo verso l',zzeccagarbugli che, nei -Promessi
Sposi2 del .anzoni, sbuffa contro il giurista che parla il -latinorum2, comune, come gi) abbiamo
visto, a tutta la cultura popolare che in alcuni punti, come questo, si mantenuta salda fino ai
giorni nostri. +uante volte, infatti, con estreme banalizzazioni dai pi (che sarebbero gli ultimi a
dover fare una cosa del genere, data la loro posizione, spesso e volentieri), sentiamo non solo gente
comune ma anche intellettuali accusare di ignoranza e abuso di potere politici, magistrati e notai,
simboli questi di una giurisprudenza che sembra accessibile a tutti quando in realt) comporta rischi,
doveri e una cultura giuridica non alla portata di tutti (anche se ci non togle che, in alcuni casi,
senza scendere nella politica attuale, qalche critica se ben fondata possa essere mossa)N
.a il tratto di iglialoca di certo pi interessante ai nostri fini il fatto che egli giudichi tirando un
paio di dadi e, per questo, sia messo sotto giudizio. Aul valore della giustizia bendata, a cui fa
riferimento il !rosperi nel suo saggio, necessario aver presente l'incisone del Jrdrer (.ppendie
2) per poter comprendere il suo significato. Ai vede infatti, in un'umile casa, una donna (la
gisutizia) che viene bendata, come se si trattasse di un'incoronazione, da un buffone riconoscibile
dal suo copricapo (giallo e verde se solo fosse colorato). Aulle incoronazioni fittizie nell'atmosfera
di piazza il achtin dice>
+uasi tutte le feste religiose avevano un loro aspetto comico, pubblico e popolare,
anch'esso consacrato alla tradizione7...= Il riso accompagnava anche le cerimonie e i riti
II Criboniano, nelle rappresentazioni dell'epoca, viene raffigurato come un uomo macchiettisticamente caricaturato ed
descritto come dedito a qualunque tipo di vizio.
8I
civili della vita di ogni giorno> buffoni e stolti vi partecipavano sempre e parodiavano
tutti i diversi momenti del cerimoniale serio (proclamazione dei nomi dei vincitori di un
torneo, cerimonie per la concessione di diritti feudali, vestizione di cavalieri, ecc.). $
nessuna festa aveva luogo senza che vi mancassero elementi dell'organizzazione comica
come, per esempio, l'elezione, per il periodo della festa, di re o regine -per burla- (roi
puor rire)
I<
.
2ella cultura popolare ad ogni abbassamento corrisponde, in seguito, una rinascita> pertanto non si
deve intendere quest' incoronazione fittizia come una mera dissacrazione della giustizia ma, anzi,
come una sua rivalutazione sotto una luce diversa e -libera-, come direbbe 3rancesco &avallaG
infatti, a riprova di tutto ci, la %iustizia endata compare come statua in una fontana di erna solo
pochi decenni dopo e non di certo con un valore dissacrante di -%iustizia che colpisce alla cieca-
ma con quello di -%iustizia che colpisce indiscriminatamente qualunque uomo, a qualunque classe
sociale egli appartenga-. $cco che, dunque, un concetto avverso alla cultura popolare diventa,
nell'arco di pochissimo tempo, un simbolo di giustizia divina e universale molto sentito ancora
oggi. *'abbassamento di ci che alto (si veda il re ,narco deposto nel secondo libro del
-*argantua e Pantagruele-) fa in modo che ci che prima era inarrivabile e ineffabile non solo
arrivi alla portata di tutti (si veda ad esempio il valore del presepe introdotto da A. 3rancesco
d',ssisi e delle prime sacre rappresentazioni) ma anche che, dopo un processo di assimilazione,
questo si schieri dalla parte del popolo facendone parte completamente (il re ,narco diventa un
venditore di salsa verde, uno dei lavori pi degradanti nella 3rancia proto5rinascimentale del
romanzo). ,d ulteriore riprova di questo aspetto vi il capitolo "*III in cui !antagruele difende
riglialoca di fronte ai giudici> se, infatti, i processi sono andati a buon fine questo non pu che
essere segno di una volont) divina che si manifesta tramite le azioni dell'uomo. $cco che, quindi,
entra in scena il tema della forza sovrannaturale di origine mistica che appare come piena
manifestazione sensibile di una giustizia popolare intrinseca nella natura umana e delle cose che
regola l'andamento umanoG tuttavia questo, che il punto d'arrivo per la relazione, mi riservo di
approfondirlo per l'ultimo capitolo ( <.<) in cui il diritto del Volksgeist trova piena manifestazione.
4.,. Il raonto dei 3an#iaproessi
o""ero
o&e il popolo affronta il diritto uffiiale.
Jal capitolo "II al "#II, con esclusione del "II di cui ci occuperemo in seguito, del quarto libro
del -*argantua e Pantagruele- si vede la presa in giro, da parte del signor asc, dei cosD detti
-.angiaprocessi- (.ppendie 2I). +uesti uomini sono dei funzionari delle varie autorit) locali
che si recavano di porta in porta per intentare un processo per conto dei loro superiori contro la
gente del popolo e i signorotti locali di minor rango (un personaggio simile presente, e
condannato, anche nelle -Canterbur: 7ales2 del &haucer). $ssi presentano un aspetto particolare e
stereotipizzato> ora estremamente alti e magri, ora bassi e tarchiati, tutti presentano comunque un
colore rubizzo e sono caratterizzati dalla voglia, almeno nella loro isola, di essere malmenati. Il
colore rosso del volto e quei modelli fisici rimandano alla figura di buffoni, di clobn, e, con loro,
all'aspetto della festa popolareG infatti tutti quelli che vanno a trovare il signore di asch si
ritrovano coinvolti in nozze fittizie ideate apposta da tutto il castello in loro onore> si tratta di farse
gigantesche organizzate da tutto il popolo, dal feudatario allo sguattero, che superano qualunque
I< .ichail achtin, L&,pera di -abelais e la Cultura Popolare, 8;@1, p.9.
8<
concezione di classe sociale. $d questo uno degli aspetti peculiari delle feste popolari e dello
spirito della piazza> tutti ne vengono coinvolti, ricchi e poveri, dotti e stolti, laici e religiosi. Il
concetto di popolare e maccheronico non esclude nessuno, sia per quanto riguarda il diritto sia per
le feste, come il &arnevale, che si svolgevano anche per mesi in tutte le citt) d'$uropaG e, dunque,
anche le nozze fittizie, sacra rappresentazione di un momento di festa popolare regolato da un
sacramento ufficializzato dalla chiesa
I1
prendono in considerazione tutti quanti, .angiaprocessi
compresi. In particolare la presa in giro si concretizza in un momento specifico> il rituale finale del
pugno. !are che, infatti, fosse abitudine alla fine dei rituali nuziali dare dei piccoli pugni agli sposi
e a tutti gli invitati come simbolo di fertilit). Ai tratta di botte fittizie che simulano, come tutti i
rituali popolari e carnevaleschi, qualcosa di invece incredibilmente reale e crudele come una rissa. I
pugni che, per, vengono riservati ai mangiaprocessi sono -rinforzati- con ferro e cuoio per cui i
mandanti delle varie autorit) vengono sempre spediti indietro malconci e sul punto di morire per le
botte prese> a tanto si spinge la rivendicazione di giustizia popolare. Ji maggior interesse l'ultimo
dei tre .angiaprocessi che si presenta dal signor asc. Jurante la farsa finale delle botte non solo
viene pestato ma pure accusato di aver compiuto, nella confusione, atti contrari al rituale popolare>
ha infatti rotto il tamburo che accompaganva le funzioni (simbolo dell'atto sessuale) e profanato la
sposa dove non avrebbe dovuto. &osD l'accusatore passa dalla parte del torto, un torto maggiore di
quello per cui accusava il signor asc, qualcosa che crea un imbarazzo incredibile e un disprezzo
da parte della societ) che non conosce diritto all'oblio. $gli ha, dunque, violato le leggi del diritto
popolare che sono, nella loro liberalit), molto pi rigide e meno permissive di quelle normali> in
una societ) in continuo movimento e trasformazione nasce l'estremo bisogno di creare leggi e
un'ordine dove il potere non pu arrivare. Il tema del sistema autodeterminato di norme in assenza
di altre superiori sempre esistito e non solo si fatto sentire nell'antichit)
I@
e nella prima
modernit)
I9
ma anche di recente con opere che ancora hanno avuto modo di essere assimilate dalla
maggior parte del pubblico
I:
. In ogni caso, in qualunque situazione citata, l'infrangere una norma
sancisce l'impossibilit) di ritorno alla condizione precedente> si sta parlando di casi estremi, non
permesso sbagliare nemmeno una volta, pena l'esclusione dal gruppo sociale di riferimento
I;
. Il
diritto popolare, quindi, per quanto aperto e permissivo, richiede un rispetto assoluto di certi limiti,
perch la legge permette di comportarsi in maniera libera
<E
. $ in particolare, nel "III capitolo,
abbiamo la piena rappresentazione e sintomatizzazione del diritto popolare0
I1 Cutti questi elementi coevi della cultura di un particolare periodod storici che si intrecciano nello stesso episodio in
modo cosD mirabile sono sintomo di una capacit) creativa e di presa di coscienza del proprio tempo che
testimoniano la grandezza di 'abelais.
I@ *a Lisistrata di ,ristofane (<1E a.&. 5 I:1 a.&.) presenta, con la presa dell' ,cropoli da parte delle donne, una
situazione di emergenza in cui non c' spazio per chi ha esitazioni> chiunque pu uscire ma in seguito non si pu
ritornare venendo escluse dalla comunit) femminile ribelle.
I9 2elle !+# *iornate di Sodoma di Je Aade (89<E 5 8:8<) si vede un complicatissimo sistema di norme giuridiche
atte a soddisfare le passioni dei carnefici che, per, dono essi stessi limitati dal sistema anche se per fini sessuali. In
ogni caso la trasgressione di vittime e carnefici non contempltata nemmeno nel momento di furor orgasmico.
I: Sin Cit: di .iller (e, 8;19), sia in quanto traposizione cinematografica sia come fumetto, rappresenta un mirabile
esempio di equilibrio precario tra gruppi che comporta un'estrema libert) da una parte ma anche un'intrsigenza
totale nel momento di rottura.
I; &fr. Aalvatore #eca, .izionario 1inimo, BEE;, p.9@.
<E ,ltri esempi celebri sono offerti dalla tradizione biblica. ,damo ed $va, liberi di fare qualunque cosa, mangiano il
frutto sacro della conoscenza suprema, unica proibizione imposta da Jio, e per questo vengono scacciati dal
!aradiso Cerrestre condannando l'umanit) a soffrire per sopravvivere (versetti I,8<58;). *o stesso era successo
anche a *ucifero, angelo di Jio, che, come ci racconta .ilton nel suo -Paradise Lost- (canti #5#I), si era ribellato
al &reatore nella vana speranza di poterne prendere il posto> cosD facendo viene scacciato nel terribile !andemonio
lontano da Jio e senza possibilit) di redenzione alcuna.
81
%.%. &l diritto popolare di"enta realt(' &astro
4raneso 2illon e fra !tefano *attioda.
2el "III capitolo del -*argantua e Pantagruele- (.ppendie 2II) troviamo, come intramezzo
delle vicende del signor asc e dei .angiaprocessi, la breve ma molto significativa storia di
3rancesco #illon (autore di versi sconci di estrazione popolare realmente esistito) e del frate
Atefano atticoda. Il primo, organizzatore di feste e mascherate, voleva mettere in scena una sacra
rappresentazione che conteneva una diablerie (forma di spettacolo popolare che prevedeva la
comparsa di attori che interpretavano diavoli) e aveva bisogno di farsi prestare una tunica da frate
dal convento, cosa questa assolutamente negata da atticoda. ,llora, per prendersi la rivincita,
3rancesco fece vestire la sua truppa da diavoli e, in aperta campagna, aspett il frate che procedeva
a cavallo. Improvvisamente la diavolesca compagnia, che nel frattempo si era nascosta, sbuc fuori
dal nascondiglio facendo imbizzarrire il mezzo di trasporto del frate che, disarcionato a terra, ma
rimasto impigliato nei lacci dell'imbrigliatura, fu trascinato per svariati chilometri dalla bestia a
galoppo, finch non fu ridotto completamente in poltiglia e smembrato in tanti pezzi lungo il
percorso. +uesto fatto, che pu sembrare un semplice racconto di una tragedia sfuggita di mano,
in realt) la testimonianza dell'esistenza di un vero e proprio diritto popolare. atticoda ha, infatti,
contravvenuto alle leggi del diritto popolare, ha osato negare la sua disponibilit) per un evento di
carattere popolare che era approvato dalla chiesa, come ci dice il achtin>
&onosciamo moltissime liturgie parodiche (liturgia dei bevitori, liturgia dei giocatori,
ecc.), parodie di testi evangelici, di preghiere 7...= di litanie, di inni religiosi, di salmi, di
travestimenti di dievrse sentenze evangeliche, ecc.
<8
.
In conclusione, non solo atticoda ha rifiutato di prestarsi a qualcosa di solidificato e stabile nella
tradizione tanto da essere riconosciuto dalla chiesa stessa, ma pure venuto meno al principio di
universalit della festa popolare per cui, come ci dice sempre il achtin>
Il riso carnevalesco apparteneva, in primo luogo, a tutto il popolo> tutti ridono, un riso
generaleG poi, in secondo luogo, universale, riguarda tutto e tutti (ivi compresi gli
stessi partecipanti al carnevale), il mondo intero appare comico, percepito e
conosciuto sotto il suo aspetto comico, nella sua gaia relativit)G in terzo luogo, infine, il
riso ambivalente> gioioso, scoppia di allegria, ma contemporaneamente beffardo,
sarcastico, nega e afferma allo stesso tempo, seppellisce e resuscita. +uesto il riso
carnevalesco
<B
.
atticoda stato quindi doppiamente colpevole in quanto si sottrato da qualcosa che, per
definizione, riguarda tutti, nessuno escluso. +uindi, essendosi macchiato di colpe -universali-,
atticoda ne deve perci rispondere in prima persona di fronte a Jio stesso che, sebbene si tratti di
un religioso, lo vuole punire in modo cosD truce
<I
. Il diritto popolare, quello che scaturisce dal
popolo in festa che si vede privato dei propri diritti, terribile e universale, poich assegna una
<8 .ichail achtin, L&,pera di -abelais e la Cultura Popolare, 8;@1, p.8:.
<B .ichail achtin, L&,pera di -abelais e la Cultura Popolare, 8;@1, p.81.
<I Ji grandissimo interesse il parallelismo con l'episodio dell' -Iliade2 di Omero. +ui, nel ""II libro, ,chille, dopo
aver ucciso $ttore, vuole straziarne il cadavere legandolo con delle briglie, tramite dei fori aperti nelle cavigle, al
carro di guerra trascinato dai cavalli imbizzarriti attorno alle mura di Croia. In questo caso per, al contrario di
atticoda, $ttore protetto dagli dei e il suo corpo rimane intatto> egli ha, infatti, adempiuto a tutti i suoi doveri,
sia politici (difesa di Croia) sia umani (la benedizione paterna al figlio ,stianatte).
8@
pena che non si pu evitare> la fonte prima il popolo, l'esecutore la volont) divina.
5. -onlusioni.
Il diritto popolare una forma di giustizia assoluta e ancestrale, che, a mio avviso, affonda le sue
radici in un'epoca anteriore a quella degli antichi %reci. Ai pu addirittura presumere che queste
consuetudini, originariamente, costituissero le prime norme di diritto vigente nelle societ) primitive
e che possano rappresentare un punto di fusione tra il diritto animale (quello che regola il
comportamento dei membri maschi in un branco di lupi) e il diritto umano. &ontro ogni forma di
ius positum, il diritto popolare o pi propriamente, avendo una sua dignit), ius populare) lo si pu
definire una forma di giusnaturalismo, ma stando attenti a precisare il significato di questo termine>
il vocabolo -giusnaturalismo- non da intendersi infatti con un'accezione moderna (quella che
nasce da A. Commaso d',quino e che si consolida, dopo i lavori di Muig #an Jer %root, nella
mentalit) illuminista settecentesca di un 'ousseau), ma piuttosto come un qualcosa di molto simile
alla spinta vendicativa delle $rinni nell' -,restea-. ,nzi, proprio in quest'opera che vediamo
come il diritto positivo ufficiale, quello regolato dai processi presieduti da giudici imparziali,
prenda definitivamente il sopravvento su un sistema di odio5che5genera5odio di tradizione
consuetudinaria. $d proprio a queste consuetudine che si rif) anche ,ntigone nel dramma
omonimo quando parla di> ccsanto crimine??
$$
contrapponendosi a &reonte. +uando A. Commaso
d',quino dice>
+uindi si deve concludere che la legge naturale quanto ai primi principii universali
identica presso tutti gli uomini
<1

si riferisce comunque a una legge divina naturale che noi uomini riusciamo a comprendere tramite
la ragione ma che ha sempre e comunque bisogno di una forma scritta e ufficiale, non si pu
mantenere in modo puro. *a fonte prima, abbiamo visto, il popolo che, oppresso nei secoli che
seguono la caduta dell'impero romano, si deve rivolgere a Jio (al contrario di ,ntigone che sembra
essere isolata da tutti ed costretta ad agire in prima persona) per trovar pieno compimento delle
loro richieste contro un potere che li schiaccia senza lasciar loro scampo. +uesto modo di farsi
valere da parte del popolo si manifesta soprattutto con l'utilizzo di motti di spirito, in parte riportati
dal occaccio e da !oggio racciolini, che rappresenta una terza via del diritto e dunque, seguendo
il pensiero del &avalla, una forma di libert). *ibert) questa che contraddistingue il comportamento
di ertoldo nei confronti del re ,lboino (come prima quello di .arcolfo verso Aalomone) e che
porta a un'indipendenza popolare che trover) piena rappresentazione nelle rivoluzioni delle
Aa9ueries del "I# secolo. +ueste forme di diritto popolare, come ci dce il achtin, sono
prevalentemente orali
<@
e tali, proprio per il loro carattere di opposizione al diritto positivo, si
devono mantenere. $cco perch il Code 5apoleon, anche se voluto come faro di guida per il
popolo perso nella giungla del diritto nel periodo assolutista, si riveler) poi essere il peggior
nemico delle masse. *'unico tipo di governo popolare posto in essere, quello di Aancio sull'isola di
'abatteria, sembrava trovare piena approvazione ma questo proprio perch non basato su alcun tipo
<< Aofocle, 'ntigone, 8;:B, v.B:I.
<1 A. Commaso d',quino, Summa 7eologica, 8;;I, p.8EB.
<@ &osa di cui dovrebbe tener conto un sentenzioso 3rancesco Orlando che giudica negativamente l'opera del critico
russo proprio per l'assenza di documenti scritti nel saggio introduttivo all'opera -La Carne, la 1orte e il .iavolo
nella Letteratura -omantica2 del !raz dimostrando che, se anche avesse letto il saggio (cosa di cui sono portato a
dubitare), sicuramente non ha capito nulla di quanto detto in @EE pagine_
89
di raccolta di leggi> era il governo perfetto e, anche per questo, stato abbattuto.
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