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Ha H [in quanto
(ii) Se a H, Ha non ` mai un sottogruppo di G. Infatti si ha: 1 Ha [se per assurdo 1 Ha,
e
1
allora 1 = ha, h H, e dunque a = h H: assurdo].
Lemma 1.
Ha = Hb ab
H.
1
(=). Posto h1 := ab
Per ogni h H, si ha
= h H.
H a Hb b Ha.
Ha = Hb = Ha Hb = .
Dim. Sia Ld (H) = Hat , t I la famiglia di tutti i laterali destri modulo H, a due a due distinti.
Ovviamente Ld (H) ` un ricoprimento di G [infatti, g G, g = 1g Hg = Hat , t I]. Dal
e
Lemma 2 segue che Ld (H) ` una partizione di G.
e
Teorema 1. (Teorema di Lagrange). Sia G un gruppo nito. Per ogni sottogruppo H di G,
risulta: |H| |G| [cio` lordine di un sottogruppo ` un divisore dellordine del gruppo].
e
e
Dim. Se G ` un gruppo nito, ogni suo sottogruppo H ` nito ed ` nito anche il numero dei
e
e
e
suoi laterali destri. Inoltre tutti i laterali destri hanno la stessa cardinalit`: infatti, a G,
a
lapplicazione
: H Ha tale che (h) = ha, h H,
` biiettiva (cfr. Osserv. 1.1(i)). Posto Allora |G| = n, |H| = m,
e
i = |Ld (H)|), risulta:
i
n=
t=1
|Hat | =
i
t=1
|H| = mi,
(con
168
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
|G|
= 1, allora a
= 1.
1 (mod n).
`
Z
Dim. E noto (cfr. Cap. II, Osserv. 6.3 ) che U(Z n) ` un gruppo di ordine (n).
e
Z
(a, n) = 1, allora a U(Z n). Dal precedente Cor. 2,
a
(n)
Sia
(n)
Essendo
1 (mod n).
Corollario 4. A meno di isomorsmi, esistono soltanto due gruppi di ordine 4: il gruppo ciclico
C 4 ed il gruppo di Klein V .
Dim. Sia (G, ) un gruppo di ordine 4. Poniamo G = {1, a, b, c}. In base al Cor. 1, i tre elementi
a, b, c possono avere periodo 2 oppure 4. Se almeno uno dei tre elementi ha periodo 4, G C 4.
=
Assumiamo quindi che (a) = (b) = (c) = 2 e valutiamo il prodotto ab. Risulta:
2
G ha esattamente la stessa tavola moltiplicativa del gruppo di Klein V (cfr. 4.(A)): dunque G V .
=
Nota. Si osservi che il prodotto diretto Z 2 Z 2 ` isomorfo a V [infatti non ha elementi di periodo
e
4 e quindi non ` ciclico].
e
Corollario 5. Se K ` un campo nito, il suo gruppo moltiplicativo (K , ) ` ciclico.
e
e
Dim. Tenuto conto della Nota al termine della dimostrazione di Prop. 2.3, basta dimostrare che,
se t 1 e t |K |, esiste al pi` un solo sottogruppo di K di ordine t.
u
t
Sia infatti H K , |H| = t. Per ogni x H, (x) t e dunque (dal Cor. 1) x = 1. Allora x
t
` uno zero del polinomio P = X 1 K[X]. In base al teorema di Runi, in K esistono al pi`
e
u
CAP. 4.5
169
a d b a, b Hg, g G.
a d b a b
H [ Ha = Hb ].
H.
La classe di equivalenza [a]d ` la classe laterale destra contenente a, cio` Ha. Dunque [a]d =
e
e
Ha. Tale uguaglianza pu` comunque essere vericata direttamente. Infatti:
o
1
[a]d = {b G : a d b} = {b G : ab
H} = {b G : b Ha} = Ha
(H) dei
- aH = bH a b H.
- Ls (H) = aH, a G ` una partizione di G.
e
1
- se s ` la relazione di equivalenza associata a tale partizione, risulta: a s b a b H.
e
- G = Ls (H).
s
Come si vede, H(1 3) = (1 3)H (e analogamente H(2 3) = (2 3)H). Ne segue che s = d : infatti
(1 3)d (1 2 3) mentre (1 3) s (1 2 3).
(ii) Anche se s = d , ` comunque vero che
e
=G
[che ` lindice (G : H) ] coincide con il numero dei laterali sinistri. Si consideri infatti lapplicazione
e
:G
Infatti, essendo G
170
G. CAMPANELLA
1
a s b a b H b a
APPUNTI DI ALGEBRA 1
1 1
H (b a )
H a b
H a d b.
(cio` Ha =
e
Osservazione 3. (i) Abbiamo gi` dimostrato (cfr. Osserv. 2(iii)) che in un gruppo abeliano ogni
a
sottogruppo ` normale. Un esempio di sottogruppo non normale ` invece il sottogruppo H = (1 2)
e
e
di S 3. Infatti H S 3 (cfr. Osserv. 2(i)).
(ii) Ogni sottogruppo di indice 2 ` normale. Sia infatti H G, con (G : H) = 2. Si ha:
e
G
Allora G = H
Ha = H
= H, Ha ,
= H, aH , con a G H.
S
S n [infatti si verica subito che (S n : A n) = 2)].
= a h1, h1 H. Dunque si
h H, [h] H
CAP. 4.5
171
Altri pi` ranati risultati (ad esempio teoremi dovuti a Cauchy ed a Sylow) danno invece indiu
cazioni sullesistenza di sottogruppi di un gruppo nito.
Come applicazione del teorema di Lagrange, determineremo:
A
(A ) tutti i gruppi di ordine 6.
B
(B ) il reticolo dei sottogruppi di D 6.
C
(C ) tutti i gruppi di ordine 8.
A
(A ) Gruppi di ordine 6
Sia (G, ) un gruppo di ordine 6. Dal teorema di Lagrange segue che, g G, g = 1, risulta
(g) = 2, 3, 6.
Se g G tale che (g) = 6, allora G C 6 (gruppo ciclico di ordine 6). Assumiamo quindi
=
che G C 6. In tal caso (g) = 2, 3. Esistono due possibilit`:
a
=
1, a, a , b, b , ab, a b.
I primi quattro elementi, come sappiamo, sono a due a due distinti. Cosa possiamo dire per gli
altri tre ? Si ha:
2
1, a, a , b, ab, a b.
2
2 2
G = a, b a = b = 1, ba = a b .
Dunque G ` un gruppo generato dai due simboli a, b vericanti le tre relazioni scritte sopra.
e
Ricordata la denizione di gruppo diedrale (data nel precedente paragrafo) si conclude che G D 3 =
=
S 3. Un isomorsmo tra G ed S 3 ` ottenuto ponendo, ad esempio,
e
: G S 3 tale che (1) = (1), (a) = (1 2 3), (b) = (2 3),
ed estendendo poi a tutti i restanti elementi di G, in modo che sia un omomorsmo.
Se G 1, a, b [elementi a due a due distinti, con a = b = 1], allora ab = 1, a, b [in base alla
legge di cancellazione] e dunque G 1, a, b, ab.
1
Ne segue che G contiene un ulteriore elemento c (con c = 1). Si noti che ac = 1, a, c, ab. Inoltre
2
ac = b [altrimenti ac = b = a b = a(ab) e quindi c = ab: assurdo]. Dunque
G = 1, a, b, c, ab, ac .
Consideriamo ora in G il prodotto bc. Si ha:
172
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
Dunque bc ` un ulteriore elemento di G e pertanto |G| 7: assurdo. Il caso ( non pu` quindi
e
)
o
vericarsi.
Possiamo concludere che, se |G| = 6, allora G C 6 oppure G S 3.
=
=
B
(B ) Il reticolo dei sottogruppi di D 6
Si ha:
6
2
5
2
3
4
5
2
3
4
5
1
D 6 = , = 1 , = 1 , = = {1 , , , , , , , , , , , }
5
6k
(1 k 6).
- Relativamente ai sottogruppi di ordine 3 (che sono ciclici), basta osservare che ciascuno di essi
deve contenere due elementi di periodo 3. Esaminando i periodi, si conclude che
2
1 2 4
= {1 , , }
` lunico sottogruppo di ordine 3.
e
- Relativamente ai sottogruppi di ordine 4 (che sono ciclici o di Klein), osserviamo subito che
non possono esistere sottogruppi ciclici [perch non esistono elementi di periodo 4]. Invece esistono
e
esattamente tre sottogruppi di Klein:
3
3
1 3
V 1 = , = {1 , , , },
4
4
1 3
V 2 = , = {1 , , , },
2
5
3
2
5
1
V 3 = , = {1 , , , }.
3
[Non ne esistono altri: infatti commuta soltanto con (e con ), commuta soltanto con
4
3
(e con ), ecc.].
- Relativamente ai sottogruppi di ordine 6 (che sono il gruppo ciclico C 6 o S 3), si osservi che
esiste esattamente un ciclico C 6:
=
1
= {1 , , , , , }
2
[perch esistono due soli elementi di periodo 6]. Esistono inoltre due sottogruppi S 3. Si tratta di
e
=
2
2
4
1 2 4
1 = , = {1 , , , , , },
2
3
5
1 2 4
2 = , = {1 , , , , , }.
5
Perch in D 6 non esistono altri sottogruppi S 3 ? Osserviamo che , [per ragioni di
e
=
3
3
periodo] e che anche [infatti si osserva che commuta con ogni elemento di D 6, mentre in
S 3 gli elementi di periodo 2 non commutano tra loro]. Un eventuale nuovo sottogruppo dovrebbe
2
4
3
5
contenere almeno una riessione tra {, , } ed una tra { , , }. Moltiplicando
3
5
tra loro tali riessioni si ottiene una contraddizione (del tipo , , ).
Nota. Si noti che i periodi degli elementi di D 6 coincidono con quelli del gruppo
H = S 5 ({1, 3}) = {1, 3}
introdotto in Esercizio 3.1. Anche il reticolo dei sottogruppi di H coincide con quello di D 6. Tale
fatto suggerisce che D 6 ed H siano isomor. Si pu` infatti vericare che lapplicazione
o
: D 6 H tale che () = (1 3)(2 4 5), () = (2 4)
CAP. 4.5
173
[ed estesa poi agli altri elementi di D 6, in modo da risultare un omomorsmo] ` un isomorsmo tra
e
D 6 ed H .
D6
V1
V2
V3
(1)
1
C 3,
2
4
C 3 = {, , },
3
5
C 3 ( ) = { , , },
C 3 = {, , } = C 3 ,
2
C 3 = C 3 ,
Ne segue che C 3
( )C3 = ... = C3 ( ).
D 6.
e dunque V 1
V 3 D 6.
D6 e
e quindi
= ,
4
= ,
e quindi
( )
= ,
= ,
D 6. Invece
, , , ,
= ,
( ),
=
2
( )
=
3
D 6. Infatti:
2
( ). r
C
(C ) Gruppi di ordine 8
Esistono cinque gruppi di ordine 8, a due a due non isomor [si pu` anzi dimostrare che non ne
o
174
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
Z
Z 2 Z 4 = (0, 0), (0, (0, (0, (1, (1, (1, (1,
1),
2),
3),
0),
1),
2),
3) [abeliano].
Z Z
Z 2 Z 2 Z 2 = (0, 0, 0), (0, 0, 1), (0, 1, 0), (0, 1, 1), (1, 0, 0), (1, 0, 1), (1, 1, 0), (1, 1, 1)
[abeliano].
Sui primi due gruppi non abbiamo altro da aggiungere a quanto gi` detto in precedenza. Relatia
vamente a Q, osserviamo che
2
1
1
j
k
i
Q = i , j , k i = j = k = 1 , 1 = 1 , ij = j i = k , j k = k j = i , k i = ik = j .
1
In Q soltanto lelemento 1 ha periodo 2; quindi Q ha un unico sottogruppo ciclico di ordine 2,
1
cio` 1 . Q ha sei elementi di periodo 4, formanti tre sottogruppi ciclici:
e
1
1 i
1
1 j
1
1 k
i = {1 , i , 1 , i },
j = {1 , j , 1 , j },
k = {1 , k , 1 , k }.
2
Inne, Q non ha sottogruppi di Klein [in quanto ha un solo elemento di periodo 2].
Il reticolo dei sottogruppi di Q ` il seguente:
e
j
_
i
_
k
_
1
-1
_
_
1
Z
Z
Z
Relativamente a Z 2 Z 4, osserviamo che si tratta del prodotto diretto di (Z 2, +) per (Z 4, +).
Tale gruppo ha, oltre allunit` (0,
a
0):
quattro elementi di periodo 4: (0, (0, (1, (1,
1),
3),
1),
3);
(1, (1,
tre elementi di periodo 2: (0, 2),
0),
2).
Z
Ne segue che Z 2 Z 4 ha tre sottogruppi ciclici di ordine 2: (0, , (1, , (1, .
2)
0)
2)
, (1, .
Ha inoltre due sottogruppi ciclici di ordine 4: (0, 1)
1)
= {(0, (0, (1, (1,
Ha inne un sottogruppo di Klein V = Z 2 2
0),
2),
0),
2)}. Il reticolo dei suoi
sottogruppi ` il seguente:
e
Z
Z 2 Z 4
(0,
1)
(1,
1)
2)
(0,
(1,
0)
(0,
0)
(1,
2)
CAP. 4.5
175
Z Z
Z
Relativamente a Z 2Z 2Z 2, osserviamo che si tratta del prodotto diretto di (Z 2, +) per se stesso,
tre volte.
Ha sette elementi di periodo 2 e quindi sette sottogruppi ciclici di ordine 2. Non ha sottogruppi
ciclici di ordine 4, ma ha sette sottogruppi di Klein:
Z Z
V 1 = {0}Z 2 Z 2,
Z
V 2 = Z 2 {0}Z 2,
Z
V 3 = Z 2 Z 2 {0},
[Tali sottogruppi sono stati ottenuti scegliendo due elementi distinti tra i sette di periodo 2 e considerandone il sottogruppo (di Klein) generato].
Z Z e
Il reticolo dei sottogruppi di Z 2 Z 2 Z 2 ` il seguente:
Z Z
Z 2 Z 2 Z 2
V1
(0, 1, 1)
V2
V3
V4
V5
V6
(0, 1, 0)
(0, 0, 1)
(1, 0, 1)
(1, 0, 0)
(1, 1, 0)
V7
(1, 1, 1)
(0, 0, 0)
Osservazione 6. (i) Esaminando i periodi degli elementi dei diversi gruppi di ordine 8 sopra
studiati, si pu` osservare che in ciascuno di essi gli elementi di periodo 2 sono in numero dispari. In
o
eetti risulta:
Un gruppo (G, ) di ordine 8 ammette un numero dispari di elementi di periodo 2.
Se G ` ciclico, ammette (2) = 1 elementi di periodo 2. Supponiamo quindi G non ciclico: in
e
tal caso i suoi sette elementi = 1 hanno periodo 2 o 4. Se quindi, per assurdo, G avesse un numero
pari di elementi di periodo 2, ne avrebbe un numero dispari di periodo 4. Ognuno di tali elementi
genera un sottogruppo ciclico di ordine 4, che ammette per` (4) = 2 generatori. Ne segue che G
o
deve possedere un numero pari di elementi di periodo 4: assurdo.
(ii) Illustriamo schematicamente i passi che dimostrano che non esistono altri gruppi di ordine 8, oltre
a quelli sopra considerati. Per i dettagli della dimostrazione rinviamo ad [Armstrong Th. 13.3].
Sia |G| = 8 e G non ciclico. I suoi elementi = 1 hanno periodo 2 oppure 4. Si pu` vericare che
o
Z Z
se tutti tali elementi hanno periodo 2, allora G Z 2 Z 2 Z 2. Altrimenti, sia (x) = 4 e y x .
=
Allora
G = {1, x, x , x , y, xy, x y, x y}
2
ovvero yx = x y.
Z
Nel primo caso si dimostra che G Z 2Z 4; nel secondo caso si distinguono due ulteriori eventualit`:
a
=
(y) = 2 ovvero (y) = 4.
176
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
V
(123)
(124)
(134)
(234)
(12)(34)
(1)
(13)(24)
(14)(23)
CAP. 4.6
177
Se f : G G ` un isomorsmo, anche f
e
: G G ` un isomorsmo.
e
f (x ) = x f (x) = x ,
f (y ) = y f (y) = y .
Sia f (x y ) = z [cio` f (z) = x y ]. Allora f (z) = x y = f (x)f (y) = f (xy). Essendo f biiettiva,
e
1
1
1
z = xy, cio` f (x y ) = f (x )f (y ).
e
Nota. Con la stessa dimostrazione si prova che se f : A A ` un isomorsmo di anelli, anche
e
1
f : A A ` un isomorsmo di anelli.
e
Denizione 1. Indicheremo rispettivamente con
Hom
Hom(G, G ),
End
End(G),
Aut
Aut(G),
I (G),
= (yx)g(yx)
= yx (g)
Ne segue che x x1 = 1 G =
1
Nota. Risulta inoltre: I (G) = {1 G } G ` commutativo.
e
1
1
Infatti, se I (G) = {1 G }, x, y G: y = x (y) = xyx e dunque xy = yx. Viceversa, se G `
e
1
1
1G (y).
commutativo, x (y) = xyx = xx y = y =
Proposizione 2.
178
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
1
Proposizione 3.
(ii) H G , f (H ) G.
Dim. (i) Per ogni f (a), f (b) f (H), con a, b H, risulta:
1
ab
H e f (a)f (b)
Dunque f (H) G .
1
Allora ab
f (a)f (b)
= f (a)f (b ) = f (ab ).
f (H ). Dunque f (H ) G.
Proposizione 4.
Ker(f ) = ab
= 1G =
Proposizione 5.
Dunque Ker(f )
= f (ab ) = ab
G.
ad b ab
=G
CAP. 4.6
179
f0
f0
(f )
G
1
f0
f0
(f )
G
f0
F(f)
G
` una biiezione. Verichiamolo:
e
- se f0 f = f0 f
[con f , f Aut
Aut(G)], allora f0
1
- f1 Isom
Isom(G, G ), f0
f1 Aut
Aut(G) e F (f0
f0 f = f0
1
f1) = f0 f0
f0 f
e quindi f = f .
f1 = f1.
Assumiamo che G sia un gruppo ciclico (nito o innito) e poniamo G = a . Risulta, per ogni
Hom a , G ):
Hom(
n
n
n
se (a) = x, allora (a ) = (a) = x , n Z .
[Se G, G hanno notazione additiva, (na) = nx, n Z ]. Ne segue che ` completamente
e
individuato se ` assegnato lelemento x = (a) G . Resta pertanto denita lapplicazione
e
: Hom a , G ) G tale che () = (a), Hom a , G ).
Hom(
Hom(
Tale applicazione (che dipende dalla scelta del generatore a di
infatti (1) = (2), allora
a ) ` ovviamente iniettiva: se
e
Dunque 1 = 2.
a (Z , +), ` una biiezione.
e
= Z
` ciclico di ordine n, risulta: Im() = x G : (x) n .
e
Proposizione 6. (i) Se
(ii) Se
Osserviamo che fx ` un
e
180
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
Si ha: (f (a)) (a) = n [in base a Prop. 2(i)]. Dunque x = f (a) {x G tali che (x) n}.
(). Sia x G tale che (x) n. Si denisce lapplicazione
fx : a a = 1 (G , ) tale che fx (a ) = x , t = 0, ... , n 1.
n
fx (a a ) = fx (a )fx (a ), t, s : 0 t, s < n.
s
Infatti:
t
t+s
fx (a a ) = fx (a
t
t+s
fx (a )fx (a ) = x x = x
t+sh
t+s
= 1G , cio` x
e
= xh .
1
(ii) Aut Z ) = 1Z , 1Z .
Aut(Z
(iii) Per ogni n 2, Hom Z , Z n) = k : Z Z n, k Z n
Hom(Z
1
e 1Z = 1 .
(iii) Per ogni f Hom Z , Z n), se (f ) = f (1) = k [ Z n ], allora f (t) = t f (1) = tk = kt.
Hom(Z
Dunque f = k . Viceversa, ogni applicazione k : Z Z n ` un omomorsmo (da Z a Z n).
e
Infatti (k )(t + s) = k(t + s) = kt + ks = (k )(t) + (k )(s), t, s Z .
Corollario 2. Per ogni n, m 2, risulta:
0
(i) Hom Z n, Z ) = {0 } [con 0 : Z n Z omomorsmo banale].
Hom(Z
(ii) Hom Z n, Z m ) = k : Z n Z m , k Z m : (k) M CD(n, m)
Hom(Z
(iii) End Z n) = k : Z n Z n, k Z n .
End(Z
Z
(iv) Aut Z n) = k : Z n Z n, : k U(Z n)
Aut(Z
(U(Z n), ).
Z
=
e
Dim. (i) Sia f Hom Z n, Z ). Dalla Prop. 2, (f (1)) (1) = n e quindi (f (1)) ` nito. Ma
Hom(Z
in Z soltanto 0 ha periodo nito. Dunque f (1) = 0 e pertanto f = 0 .
(ii) Cominciamo col vericare che, se (k) M CD(n, m), lapplicazione k : Z n Z m ` ben denita,
e
cio` che:
e
t = t1 (in Z n) = kt = kt1 (in Z m ).
Assumiamo (k) := s. Dunque s n [e sia n = sn1]. Per denizione di periodo, sk = 0 (in
Z m ): dunque m sk [e sia sk = mr]. Da t = t1 (in Z n), n t1 t [e sia t1 t = n ]. Allora:
kt1 kt = k(t1 t) = kn = ksn1 = mrn1 .
Dunque m kt1 kt, cio` kt1 = kt.
e
Z n Z m sia un omomorsmo ` del tutto ovvio [infatti k (t + s) = k(t + s) =
Inne, che k :
e
) + k ()].
kt + ks = k (t
s
CAP. 4.6
181
Viceversa, dimostriamo che ogni f Hom Z n, Z m ) ` della forma k [con (k) M CD(n, m)].
Hom(Z
e
Dalla Prop. 6, : Hom Z n, Z m ) Z m ha per immagine Im = k Z m : (k) n . Poich,
Hom(Z
e
k Z m , (k) m, allora
n
= k Z m : (k) M CD(n, m) .
m
1)
Im = k Z m : (k)
(iii) Segue subito da (ii). Se infatti n = m, k Z n si ha che (k) n = M CD(n, n). Dunque
End Z n) = Hom Z n, Z n) = k : Z n Z n, k Z n .
Hom(Z
End(Z
(iv) In base a (iii), Aut Z n) = k : Z n Z n : k
Aut(Z
k
(=).
Se k
(=).
Z
` biiettiva k U(Z n).
e
particolare 1 = (k
la sua inversa.
h = 1Z n e quindi in
h = 1Z n .
Z
h )(1) = k (h 1) = k h. Pertanto k U(Z n).
Se k h = 1, allora (k
Pertanto k
Allora k
ammette inversa h .
Z
Per ottenere un isomorsmo tra Aut Z n) e U(Z n), basta considerare lapplicazione biiettiva
Aut(Z
Z
Z
: U(Z n) Aut Z n) tale che (k) = k , k U(Z n),
Aut(Z
e vericare che si tratta di un omomorsmo. Infatti (k1 k2) = k1k2 = k1
k2 = (k1) (k2).
Risulta inne:
Aut Z 8 ) = , , ,
Aut(Z
1 3 5 7
e Aut Z 12 ) = 1 , 5 , 7 , 11
Aut(Z
Si hanno pertanto al pi` 12 possibili scelte di coppie di elementi immagini dei due generatori. Ma
u
2
2
in S 3 vale la relazione ba = a b e quindi f (b)f (a) = f (a) f (b). Esaminando tale relazione per
tutte le possibili coppie f (a), f (b) , dovremo scartarne due, cio`: f (a) = (123), f (b) = (1) e
e
f (a) = (132), f (b) = (1) . Si conclude che End S 3) ` costituito da 10 omomorsmi.
End(S e
182
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
e
isomorsmo, si osservi:
f (ab) = f (c) = c
f (ac) = f (b) = a
f (bc) = f (a) = b
f (a)f (b) = ba = c,
f (a)f (c) = bc = a,
f (b)f (c) = ac = b.
Essendo poi V abeliano, non ` necessaria altra verica. Si conclude che f Aut V ).
e
Aut(V
In modo analogo si verica che anche le biiezioni associate a (a c), (b c), (a b c), (a c b) appartengono
a Aut V ). Dunque Aut V ) S 3.
Aut(V
Aut(V =
Esercizio 2. Vericare che, per ogni gruppo G, risulta: I (G)
Aut
Aut(G).
I (G).
Infatti, x G:
f g f (x) = f g (f (x) = f g f (x) g
= f (g) f f (x) f (g ) =
1
1
1
f (g) x f (g ) = f (g) x f (g) = f (g) (x). Dunque f g f = f (g) I (G).
CAP. 4.7
183
HaHb = Hab.
Bisogna vericare se tale operazione ` ben denita, cio` se:
e
e
Ha = Ha1, Hb = Hb1 = Hab = Ha1b1,
ovvero:
1
1
1 1
aa1 H, bb1 H = a b b1 a1 H.
Proposizione 1. Se H
Essendo H
a b b1 a1 = a (b b1 ) a1 = a h2 a1 .
G, a h2 aH = Ha. Dunque ah2 = h3 a, h3 H. Allora
1
a b b1 a1 = a h2 a1 = h3 a a1 = h3 h1 H.
Osservazione 1. La proposizione precedente si inverte:
se loperazione HaHb = Hab ` ben denita ( Ha, Hb Ld (H)), allora H
e
G.
Infatti, in base ad Osserv. 5.3(iii), basta vericare che aH Ha, a G. Scelto comunque
h H, si ha ovviamente che Hh = H1, Ha = Ha e dunque (essendo loperazione ben denita)
1
H.
G, (G
Dim. Loperazione ` ben denita (in base alla Prop. 1). Si ha:
e
(i) Loperazione ` associativa. Infatti: HaHb Hc = Hab Hc = H(ab) c = H(abc), mentre
e
Ha HbHc = Ha Hbc = Ha(bc) = H(abc).
(ii) Loperazione ha elemento neutro H. Infatti: HaH = Ha = H Ha.
1
= Ha . Infatti HaHa
= Haa
184
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
G
i
Imf
Kerf
- dal teorema di decomposizione delle applicazioni (cfr. Cap. I, Prop. 3.3), esiste ununica biiezione F : G Im f che rende commutativo il seguente diagramma di applicazioni:
f
G f
G
i
Im f
Z (G)
[dove Z (G) = {g G : gx = xg, x G} ` linsieme degli elementi di G che commutano con ogni
e
1
elemento di G; Z (G) ` detto centro di G. Se G ` abeliano, Z (G) = G, mentre I (G) = {1 G }].
e
e
Dim. Sia : G I (G) tale che (g) = g , g G. Verichiamo che ` un omomorsmo. Si
e
ha: (g1g2) = g1 g2 , (g1) (g2) = g1 g2 e, x G:
1
(g1 g2 )(x) = g1 (g2 xg2 ) = g1(g2 xg2 )g1 = (g1 g2)x(g1 g2)
= g1 g2 (x).
= x, x G gx = xg, x G g Z (G).
Dunque Ker = Z (G) e, dal teorema fondamentale di omomorsmo, segue che I (G) G
=
Z (G)
Z
un sottogruppo di (Z , +).
CAP. 4.7
185
Nota. Si verica facilmente che d Z k . Infatti, poich (d) = k, in base al Cor. 6.2(ii) la
e
=
e
moltiplicazione d : Z k Z n ` un omomorsmo [in quanto (d) k]. Risulta subito che tale
omomorsmo ` iniettivo [infatti, se dt = 0 in Z n, con 0 t < k, allora n = dk dt e dunque t = 0]
e
ed ha immagine d Z n = d . Applicando ad esso il teorema fondamentale di omomorsmo, si ottiene
che Z k Z k / 0 d , come richiesto.
=
=
Il teorema fondamentale di omomorsmo ` talvolta chiamato anche primo teorema di isomorsmo.
e
Esistono in eetti altri due teoremi di isomorsmo, entrambi conseguenza del teorema fondamentale
di omomorsmo.
Corollario 3. (Secondo teorema di isomorsmo). Sia H un sottogruppo normale di G. Per ogni
sottogruppo K di G, risulta:
K/HK .
HK
=
H
- hk HK :
- kh KH :
G, allora H
HK.
H2
H1
H2
H1
Dim. Si osserva subito che H1 H2 [infatti H1 G]. Sono quindi ben deniti i tre gruppi quoziente
G
H1
H2
H2
H1
186
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
Si ponga
:G
H1
H2
H1
Risulta:
1
H1
H2
];
H1
].
H1
H2
H1
Ker
Im = G
=
H2
H1
T (T ) = T /H , T H .
Inoltre risulta, T H : T
G (T ) G
Dim. Verichiamo che lapplicazione sopra denita ` suriettiva. Per ogni L (G H ), la cone
1
L) ` un sottogruppo di G [infatti, x, y 1(L ) risulta Hx, Hy L e quindi
L
troimmagine (L e
1
1
L, cio` xy 1 1(L )]; inoltre 1(L ) H [infatti, h H, Hh = H L].
L
L
e
HxHy = Hxy
1
1
L
L
Dunque (L ) H . Ovviamente risulta: (L ) = L e quindi lapplicazione ` suriettiva.
e
Verichiamo ora che ` iniettiva: siano T1, T2 H tali che (T1) = (T2), cio` T1 H = T2 H ,
e
e
e dimostriamo che T1 = T2. Sia x T1. Allora Hx T1 H = T2 H e quindi y T2 tale che
1
1
`
Hx = Hy. Quindi xy H T2, da cui x = xy y T2. E cos` provato che T1 T2 e in modo
G
T
G
T
G.
. In particolare si ha:
x Ker() Hx T
Hx = Ht, t T xt
H, t T .
I due gruppi hanno entrambi ordine 12, ma non sono isomor. Assumiamo nota la struttura del
reticolo dei sottogruppi di D 6 [cfr. 5 (B)]. Relativamente ad A 4, ` noto (cfr. Eserc. 5.1 ) che tale
e
gruppo possiede i seguenti sottogruppi propri:
- tre gruppi ciclici di ordine 2:
(123) ,
CAP. 4.7
187
Lasciamo per esercizio la verica che di tali sottogruppi soltanto V ` normale in A 4. [Ad esempio
e
si pu` vericare che (12)(34) (123) = (123) (12)(34), ecc.].
o
Sia ora f : A4 D 6 un omomorsmo non banale. Allora Ker(f ) ` un sottogruppo normale di
e
e
A 4 e quindi a priori Ker(f ) ` uno dei seguenti sottogruppi: A 4, V , {1}. Certamente Ker(f ) = A 4
[perch f ` non banale]; inoltre Ker(f ) = {1} [perch altrimenti f sarebbe iniettiva e quindi biiete
e
e
tiva (avendo i due gruppi la stessa cardinalit`); dunque A 4 D 6: assurdo]. Allora necessariamente
a
=
Ker(f ) = V . Inoltre
V
V
A 4 V = V , (123)V , (132)V ,
V
V
con (123)V = {(123), (243), (142), (134)}, (132)V = {(132), (234), (143), (124)}.
Dal teorema fondamentale di omomorsmo,
V
f : A 4 V Im(f ), tale che f (xV ) = f (x), x A 4,
` un isomorsmo (tra gruppi di ordine 3). Poich esiste un unico sottogruppo di ordine 3 di D 6 [e
e
e
2
2
cio` il ciclico C 3], necessariamente Im(f ) = . Gli omomorsmi non banali richiesti sono
e
=
2
quindi in corrispondenza biunivoca con gli isomorsmi da A 4 V a [ovvero con gli automorsmi
di C 3]. Si ottengono quindi i due isomorsmi
V 1
V 1
2
4
V
V
f1 : (123)V
f2 : (123)V
4
2
V
V
(132)V
(132)V .
Ad essi corrispondono i due unici omomorsmi non banali cercati:
2
4
V
V
f1 : A 4 D 6, che trasforma V in 1, (123)V in , (132)V in ;
4
2
V
V
f2 : A 4 D 6, che trasforma V in 1, (123)V in , (132)V in .
Concludiamo il paragrafo estendendo il concetto di quoziente dai gruppi alle strutture algebriche
pi` ricche che conosciamo: anelli e spazi vettoriali.
u
Cerchiamo quindi di dare una denizione di anello quoziente modulo un sottoanello.
Sia (A, +, ) un anello e sia (B, +, ) un suo sottoanello [dunque B B B e B B B].
Poich (A, +) ` un gruppo abeliano, (B, +) ne ` un sottogruppo normale. Dunque linsieme dei
e
e
e
suoi laterali (destri o sinistri) A B = {a + B, a A} ` dotato di struttura di gruppo (abeliano)
e
rispetto alloperazione + cos` denita:
( )
(a1 + B)(a2 + B) = a1 a2 + B, a1 + B, a2 + B A B .
Se tale operazione ` ben posta, (A B , +, ) ` un anello [infatti si verica subito che che il prodotto `
e
e
e
associativo e valgono le leggi di distributivit`]. Inoltre, se A ` commutativo ed unitario, anche A B
a
e
lo ` [con unit` 1A + B].
e
a
Q
Tuttavia, il prodotto ( ) non ` in generale ben denito. Consideriamo ad esempio lanello (Q , +, )
e
Z
ed il suo sottoanello (Z , +, ). Osserviamo che
4
1
1
1
4
1
1
1
3 + Z = 3 + Z , 2 + Z = 2 + Z , ma ( 3 + Z )( 2 + Z ) = ( 3 + Z )( 2 + Z )
[infatti
4 1
32
1 ( 1 ) =
3
2
5
6
Z ].
188
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
a1 a2 + B = a 1 a 2 + B, cio` a 1 a 2 a1 a2 B.
e
Infatti:
a 1 a 2 a1 a2 = a 1 a 2 a 1 a2 + a 1 a2 a1 a2 =
= a 1(a 2 a2) + (a 1 a1) a2 a 1B + Ba2 AB + BA B + B B.
e
I A tale che I I I e A I I e I A I], ` denito lanello quoziente A/I = {a + I, a A}.
e
Si pu` facilmente vericare che (in perfetta analogia con quanto avviene per i gruppi) vale il teorema
o
fondamentale di omomorsmo tra anelli:
Se f : A B ` un omomorsmo di anelli, allora Ker(f ) ` un ideale di A ed esiste un unico
e
e
isomorsmo di anelli
F : A Ker(f ) Im(f ), tale che F (a + Ker(f )) = f (a), a + Ker(f ) A Ker(f ) .
Si noti che un sottoanello unitario B di A che sia un ideale coincide con tutto A [infatti risulta:
A = 1A A BA B A e quindi B = A].
Z
Z
Si pu` facilmente vericare che gli ideali di (Z , +, ) sono tutti e soli i sottoanelli kZ , k N ,
o
e che Z kZ Z = Z k , k 2. Analogamente gli ideali di (K[X], +, ) sono tutti e soli
=
Z
k
i sottoanelli P K[X], P K[X], ed i rispettivi quozienti K[X] P K[X] coincidono con gli anelli
K[X]
Si noti che Z e K[X] condividono la seguente importante propriet`: entrambi sono domini ad
a
ideali principali, cio` domini di integrit`, in cui tutti gli ideali sono formati dai multipli di un solo
e
a
elemento (generatore dellideale). Naturalmente tale propriet` discende dal teorema della divisione
a
con resto, valido in entrambe le strutture.
Osservazione 4. Vogliamo estendere ai K-spazi vettoriali le considerazioni svolte sopra.
Sia V un K-spazio vettoriale e sia W un suo sottospazio vettoriale. Il gruppo quoziente (V W , +)
e
` un gruppo commutativo unitario [come lo ` (V, +)]. Ci chiediamo se V W ` dotato di struttura di
e
e
K-spazio vettoriale. In tal caso V W ` detto spazio vettoriale quoziente di V modulo W . Poniamo:
e
K V
Tale applicazione ` ben denita: se infatti v+W = v1+W [cio` v1 v W ], allora cv+W = cv1+W
e
e
[infatti cv1 cv = c(v1 v) W ].
Basta quindi vericare che loperazione di moltiplicazione per uno scalare sopra denita soddisfa agli
assiomi previsti dalla denizione di K-spazio vettoriale:
- c (v1 + W ) + (v2 + W ) = c(v1 + W ) + c(v2 + W );
- (c + d)(v + W ) = c(v + W ) + d(v + W );
- (cd)(v + W ) = c d(v + W ) ;
- 1(v + W ) = v + W .
Si conclude che per ogni sottospazio vettoriale W di V ` denito lo spazio vettoriale quoziente V
e
CAP. 4.8
189
C n.
n1
H2 = (3, 4) ,
H3 = (1, 4) .
)( )
e quelle aventi
*********
4.8. (i) Calcolare il numero delle permutazioni in S 6 che sono prodotto di un 3-ciclo e di un 2-ciclo
disgiunti.
(ii) Dedurre da (i) una formula che permetta di calcolare il numero delle permutazioni in S n che
sono prodotto di un k-ciclo e di un h-ciclo disgiunti, con k > h (e ovviamente h + k n).
*********
4.9. Determinare tutte le strutture cicliche in S 16, le cui permutazioni abbiano periodo 28. Indicare
di ciascuna la parit`.
a
*********
190
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
[Ovviamente
*********
4.11. Sia T un triangolo isoscele non equilatero. Indicati con 2, 3 i due vertici della base di
vericare che Isom T) = (2, 3) .
Isom(
T,
*********
Z
4.12. Vericare che il gruppo U(Z 50 ), ` ciclico e determinarne tutti i generatori. Determinarne
e
poi gli eventuali elementi di periodo 4.
*********
Z
4.13. [Esame 10/6/03] (i) Costruire il reticolo dei sottogruppi del gruppo (U(Z 15 ), ) degli elementi
invertibili di Z 15 .
(ii) Vericato che tale gruppo possiede tre sottogruppi di ordine 2, costruire i tre quozienti relativi a tali sottogruppi e vericare se sono tra loro o meno isomor. In caso aermativo descrivere
esplicitamente un isomorsmo.
*********
4.14. [Esame 1/7/03] (i) Nel gruppo S 5 determinare, se possibile, un sottogruppo isomorfo a
ciascuno dei seguenti gruppi:
Z
Z 5, K Z 2 Z 2 (gruppo di Klein), S 3, Z 7 , Z 6.
=
(ii) Elencare le possibili strutture cicliche ed i relativi ordini degli elementi di S 5.
(iii) Determinare una permutazione S 5 tale che risulti:
1 = 2
1
4
dove 1 =
2
5
3
1
4
3
5
2
1
5
, 2 =
2
4
3
2
4
3
5
.
1
*********
4.15. [Esame 2/2/04] Si consideri il gruppo di permutazioni S 9 .
(i) Determinare la struttura ciclica delle permutazioni S 9 di ordine 6 e classe dispari.
1
1
7
2
5
3
9
4
3
5
6
6
4
7
8
8
1
9
2
2 =
*********
4.16. (i) Sia G un gruppo nito e sia m un divisore positivo dellordine di G. Se esiste un unico
sottogruppo H di G di ordine m, vericare che H G.
(ii) Sia (G, ) un gruppo e siano H, K due suoi sottogruppi normali. Vericare che se H K = {1},
i sottogruppi H, K commutano elemento per elemento, cio` risulta hk = kh, h H, k K.
e
*********
4.17. Sia (G, ) un gruppo e siano H, K due suoi sottogruppi permutabili elemento per elemento.
CAP. 4.8
191
(iii) Se G1, G2, ... Gt sono gruppi ciclici niti, di ordini a due a due coprimi e se g1, g2, ... gt ne sono
rispettivi generatori, vericare che G1 G2 ... Gt ` ciclico e (g1, g2, ... gt) ne ` un generatore.
e
e
*********
4.19. Vericare che se (G, ) ` un gruppo nito tale che, per ogni divisore positivo d di |G|, ammette
e
al pi` un solo sottogruppo di ordine d, allora G ` ciclico.
u
e
*********
4.20. (i) Vericare che D 6
S 3.
=
H2
H1
S 4.
H1
, H1
H2
, H 2 sono abeliani.
*********
C
4.27. Determinare gli endomorsmi di (C 5, ) [gruppo delle radici quinte dellunit`] che non sono
a
automorsmi.
*********
4.28.
Z
4.29. (i) Vericare che il gruppo moltiplicativo U(Z 15 ) [degli elementi invertibili di Z 15 ] ` un
e
gruppo abeliano non ciclico di ordine 8.
Z
(ii) Determinare un isomorsmo tra U(Z 15 ) ed il prodotto diretto Z 2 Z 4.
*********
4.30.
Z
Z
Considerati i gruppi (Z 12 , +) e (Z 18 , +):
192
G. CAMPANELLA
APPUNTI DI ALGEBRA 1
*********
R
4.31. Indicato con SLn(R ) il gruppo delle matrici quadrate di ordine n aventi determinante = 1,
vericare che:
R
R
(i) SLn(R ) GLn(R ).
R
R
(ii) GLn(R ) SL (R ) (R, ).
R =
n
*********
S
4.32. (i) Calcolare il centro Z (S 3) di S 3 e dedurne il gruppo degli automorsmi interni di S 3.
(ii) Determinare i gruppi Aut S 3) e Aut S 3)
Aut(S
Aut(S
S
I (S 3)
*********
4.33. Sia D 4 il gruppo diedrale del quadrato.
D
(i) Determinare il centro Z (D 4).
D
(ii) Vericare che il gruppo I (D 4) degli automorsmi interni di D 4 ` isomorfo al gruppo di Klein.
e
(iii) Determinare i quattro automorsmi interni di D 4, esplicitandone le immagini di un sistema di
generatori di D 4.
(iv) Vericare che D 4 ammette automorsmi non interni.
*********
Q
4.34. [Esonero 3/6/03] Indichiamo con T linsieme delle matrici triangolari superiori in GL 2(Q ).
1 1
Q
Sia A0 =
T e sia H il sottogruppo di GL 2(Q ) generato da A0.
0 1
Q
(i) Vericare che T ` un sottogruppo di GL 2(Q ).
e
Q
(ii) Vericare che T non ` normale in GL 2(Q ). [Suggerimento: indicata con B la matrice trasposta
e
di A0, vericare che BA0 T B].
(iii) Descrivere gli elementi di H .
(iv) Vericare se H ` un sottogruppo normale di T .
e
*********
a b
, a, b, c R, ac = 0
0 c
GL2(R). In T si considerino i due sottoinsiemi
4.35.
Sia T =
H1 =
a 0
0 b
, a, b R ,
H2 =
1
0
b
1
, b R, b = 0 .
CAP. 4.8
193
*********
4.39. [Esame 23/9/03] Nellinsieme Z 18 si considerino i tre sottoinsiemi
S1 = {0, 5, 13},
S2 = {0, 6, 12},
S3 = {0, 7, 11}
a i b a b Si , a, b Z 18 .
(i) Dire se tali relazioni sono riessive, simmetriche e transitive.
(ii) Se i ` una relazione di equivalenza, si determinino un intervallo di naturali I k = {0, 1, ..., k 1}
e
ed unapplicazione suriettiva : Z 18 I k tale che i sia la relazione di equivalenza associata alla
funzione . Si costruisca inne la biiezione tra Z 18 e I k indotta da .
i
*********
4.40.
Z
Utilizzando il secondo teorema di isomorsmo, vericare che in (Z 12 , +) risulta
Z 2].
1/
3/6 =
[=
2
ai ) = 1.
i=1
(ii) Dedurre da (i) che, se (K, +, ) ` un campo nito e K = {0, 1, a1, ... , an}, risulta
e
n
ai = 0,
1+
i=1
ai = 1.
i=1
(F )
. Vericare che
= 1.
*********
4.43. Posto X = {1, 2, 3, 4, 5, 6}, determinare nel gruppo S 6 = S (X) il sottogruppo H delle
permutazioni che ssano i due sottoinsiemi {1, 2} e {3, 4} di X. Scrivere esplicitamente gli elementi
di H e descrivere tale gruppo.
*********
4.44. Siano (G, ), (G , ) due gruppi e sia f : G G un omomorsmo di gruppi.
194
G. CAMPANELLA
1
Vericare che se H
sottogruppo di G
APPUNTI DI ALGEBRA 1
f 1(H )
` isomorfo ad un
e
APPENDICE 4.
POLINOMI CICLOTOMICI
195
Appendice 4
Polinomi ciclotomici
`
a
E noto dal Cap.IV.2 che, n 1, il gruppo C n delle radici complesse n-sime dellunit` ammette
(n) generatori: le radici primitive n-sime. Posto n = cos 2 +i sin 2 , tali radici primitive n-sime
n
n
sono esattamente le seguenti:
n , con M CD(k, n) = 1 e 1 k n.
k
Denizione 1. Il polinomio
(X n )
k
n(X) =
1kn, (k,n)=1
`
` detto n-simo polinomio ciclotomico. E evidente che n(X) ` monico ed ha grado (n). A priori,
e
e
n(X) C [X] (ma dimostreremo tra poco che n(X) Z [X] ).
Proposizione 1. Risulta, per ogni n 1:
n
X 1=
d(X).
d|n, 1dn
`
Dim. E noto, per denizione di radice n-sima dellunit`, che
a
n
X 1=
(X n ).
k
k=1
k
`
E inoltre noto che ogni n ` una radice primitiva d-sima dellunit`, per un unico divisore positivo
e
a
k
k
k
n
d di n [se infatti (n ) = (k,n) = d, allora n = C d , cio` n ` una radice primitiva d-sima
e
e
(d)
d|n, 1dn
3(X) = (X 1)
1(X)
4(X) = (X 1)
= X + 1,
2
1(X)
= X + X + 1,
...
6
6 (X) = (X 1)
...
p
p (X) = (X 1)
Si ha ad
= (X 1)
4
1(X) 2(X)
(X1)(X+1)
= (X 1)
= X + 1,
= (X 1)
p
1(X)
(X1)
=X
= X X + 1,
2
(X1)(X+1)(X 2+X+1)
p1
+X
p2
+ ... + X + 1 ( p primo).
196
G. CAMPANELLA
Si ponga G :=
APPUNTI DI ALGEBRA 1
d|n, 1d<n
`
G Z [X]. Inoltre G ` monico. E noto che in Z [X] ` possibile eseguire la divisione euclidea, a
e
e
n
patto che il divisore sia monico: dunque in Z [X] ` possibile dividere X 1 per G. Il quoziente
e
di tale divisione ` lo stesso che si otterrebbe se si eseguisse la divisione euclidea in C [X] e dunque
e
n
coincide con (X 1) G = n(X). Pertanto n(X) Z [X].
Enunciamo il seguente risultato (la cui dimostrazione ` semplice se n ` la potenza di un primo),
e
e
per il quale rinviamo a [Stillwell], pag. 71-72.
Teorema 1. Per ogni n 1, n(X) ` un polinomio irriducibile (in Z [X]).
e
Osservazione 1. Il teorema precedente consente di fattorizzare facilmente (con fattori irriducibili)
n
i polinomi del tipo X 1 Z [X]. Ad esempio, posto n = 35, si ha:
35
X 1 = 1(X)5(X)7(X)35(X) .
I quattro fattori irriducibili di X 1 sono:
4
3
2
1(X) = X 1, 5(X) = X + X + X + X + 1,
35
35(X) = (X 1)
35
= (X 1)
35
7(X) = X + X + X + X + X + X + 1,
(X11+X10+X9+X8+X7X5X4X3X2X1)
BIBLIOGRAFIA
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