Montesquieu affronta il problema del potere. Il punto di partenza della sua
riflessione, contenuta essenzialmente nell'opera Lo spirito delle leggi, la definizione del diritto naturale: nella societ naturale regna il senso di inferiorit e di debolezza e dovunque regna la pace; con lingresso nella societ civile, vengono meno le debolezze, nasce il desiderio di potere si crea uno stato di guerra (pessimismo sociologico=libido dominandi). Sempre nella medesima opera Montesquieu sostiene che le leggi sono i rapporti necessari derivanti dalle cose e dalla natura: vi sono leggi invariabili (leggi fisiche rapporti tra le cose) e leggi variabili (leggi giuridiche rapporti tra gli uomini) unificate dallesprit, elemento costante che permane in qualsiasi ordinamento giuridico, e che costituisce il senso di ogni rapporto: il rapporto fra Stati si basa sulla libert filosofica, essa unidea assoluta; mentre il rapporto tra governanti e governati, si basa sulla libert politica (assenza di paura del sovrano); infine i rapporti tra cittadini si basano sulla libert civile (assenza di paura dellaltro; tutela della propriet). Il fattore variabile pi importante nella creazione delle leggi positive la forma di governo che contraddistingue un popolo; pertanto per conoscere le leggi positive proprie di un popolo necessaria una catalogazione delle forme di governo. Montesquieu individua tre diverse forme di governo: democrazia (virt= un elemento necessario per il funzionamento della democrazia, poich ognuno ha il potere di creare leggi e di esserne destinatario; secondo Montesquieu un valore poco diffuso), monarchia (onore= lelemento che lega i nobili e le corti al sovrano, per garantirsi i favori di questultimo) e dispotismo (paura=elemento che accomuna nello stato dispotico). Il problema pi grande labuso di potere; ecco che egli critica la visione di Hobbes (promotore dellassolutismo), essendo egli un grande teorico della libert, che egli sostiene non ci sar mai finch regna la paura, che generata dallarbitrio, e quindi dallassenza di regole. Ogni uomo che ha in mano il potere portato ad abusarne finch non incontra dei limiti, ecco che si afferma il primato della regola, il potere deve frenare il potere. Ecco che Montesquieu teorizza la divisione dei poteri, che possibile sia verticalmente che orizzontalmente: verticalmente allinterno del governo e orizzontalmente allinterno delle classi sociali. La divisione verticale prevede la divisione del potere in legislativo, esecutivo e giudiziario (sono organi-poteri autonomi e contrapposti, ognuno deve frenare laltro). Partendo da questi presupposti e prendendo a modello la costituzione inglese dell'epoca, Montesquieu elabora un modello di stato in cui il potere legislativo verr affidato al corpo dei nobili e al corpo che sar scelto per rappresentare il popolo, mentre il potere esecutivo deve essere affidato a un monarca, perch questa funzione del potere che ha bisogno quasi sempre di una azione istantanea, amministrata meglio da uno che da molti. Resta il potere giudiziario che Montesquieu considera il pi importante e sottoposto solo alla legge (primato delle regole), ma al contempo nullo, poich limitandosi a riferire, senza creare (bocca della legge): in realt non decide nulla e si limita a controllare gli altri poteri. Ci che si deve temere la magistratura e non il magistrato, poich la legge interpretata senza margini discrezionali (viene interpretata secondo la corrispondenza segno(token)-significato(type); art. 12 Preleggi: le parole hanno un significato proprio) bocca della legge. Per quanto riguarda la divisione orizzontale, Montesquieu sostiene che il concetto di pluralismo importante per lidea di libert; esso si esplica entro la pluralit delle classi sociali e va mantenuto, poich la divisione in classi non solo garantisce la libert, ma anche la pace.