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(OR. EN)


2470 Sessione del Consiglio
- OCCUPAZIONE, POLITICA SOCIALE, SALUTE E CONSUMATORI -
Bruxelles, 2 e 3 dicembre 2002


Presidenti: Signor Bendt BENDTSEN
Ministro dell'economia, del commercio e
dell'industria

Signor Klaus Hjort FREDERIKSEN
Ministro dell'occupazione

Signora Henriette KJAER
Ministro degli affari sociali e Ministro per le pari
opportunit

Signor Lars Lkke RASMUSSEN
Ministro dell'interno e della sanit
del Regno di Danimarca

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SOMMARIO
1


PARTECIPANTI ............................................................................................................................... 4
PUNTI DISCUSSI
CONSUMATORI
STRATEGIA PER LA POLITICA DEI CONSUMATORI 2002-2006 - Risoluzione del
Consiglio ............................................................................................................................................................6
SEMINARIO SULLE STATISTICHE IN MATERIA DI CONSUMATORI ................................................10
RETE EXTRAGIUDIZIALE EUROPEA PER LE CONTROVERSIE
TRANSFRONTALIERE IN MATERIA DI CONSUMO...............................................................................11
SANIT
TABACCO.......................................................................................................................................................12
Pubblicit e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco..........................................................................12
Convenzione quadro dell'OMS per la lotta contro il tabagismo ............................................................13
Raccomandazione sulla prevenzione del fumo ......................................................................................14
NORMATIVA FARMACEUTICA - AGENZIA EUROPEA DI VALUTAZIONE DEI
MEDICINALI ..................................................................................................................................................15
TOSSICODIPENDENZA................................................................................................................................16
TESSUTI E CELLULE DI ORIGINE UMANA.............................................................................................17
MOBILIT DEI PAZIENTI ............................................................................................................................17
BIOTERRORISMO .........................................................................................................................................18
SITI INTERNET NEL CAMPO DELLA SANIT.........................................................................................18
OBESIT - Conclusioni del Consiglio ............................................................................................................19
VARIE..............................................................................................................................................................21
Post-polio ...............................................................................................................................................21
OMS.......................................................................................................................................................21
Gruppo G 10 sui farmaci ........................................................................................................................22

1
Per le dichiarazioni, conclusioni o risoluzioni formalmente adottate dal Consiglio, il titolo del punto
pertinente riporta un'apposita indicazione e il testo ripreso tra virgolette.
I documenti di cui viene indicato il riferimento sono accessibili nel sito Internet del Consiglio
http://ue.eu.int.
Gli atti adottati che comportano dichiarazioni a verbale del Consiglio accessibili al pubblico sono
contraddistinti da un asterisco; dette dichiarazioni sono disponibili nel summenzionato sito Internet
del Consiglio o possono essere ottenute presso il servizio stampa.

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OCCUPAZIONE E POLITICA SOCIALE
COORDINAMENTO DEI SISTEMI DI SICUREZZA SOCIALE.................................................................23
ESTENSIONE DELLE DISPOSIZIONI DI PREVIDENZA SOCIALE AI CITTADINI
DEI PAESI TERZI ...........................................................................................................................................24
LOTTA CONTRO LA POVERT E L'ESCLUSIONE SOCIALE................................................................25
"eACCESSIBILITY" PER LE PERSONE CON DISABILIT - Risoluzione del
Consiglio ..........................................................................................................................................................26
VIOLENZA CONTRO LE DONNE - Conclusioni del Consiglio...................................................................31
INTEGRAZIONE DI GENERE - Conclusioni del Consiglio..........................................................................35
INCLUSIONE SOCIALE - Risoluzione del Consiglio ...................................................................................38
FOLLOW-UP DEL VERTICE MONDIALE SULLO SVILUPPO SOSTENIBILE DI
JOHANNESBURG - Conclusioni del Consiglio .............................................................................................42
LAVORO OFFERTO TRAMITE UN'AGENZIA DI LAVORO TEMPORANEO........................................46
VERTICE SOCIALE TRILATERALE ...........................................................................................................47
SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO DEI LAVORATORI AUTONOMI .............................................48
RAZIONALIZZAZIONE DEI CICLI DI COORDINAMENTO DELLA POLITICA
ECONOMICA E DELLA POLITICA DELL'OCCUPAZIONE.....................................................................49
INDICATORI STRUTTURALI ......................................................................................................................50
RELAZIONE CONGIUNTA SULL'OCCUPAZIONE 2002 ..........................................................................51
RESPONSABILIT SOCIALE DELLE IMPRESE - Risoluzione del Consiglio...........................................52
CAMPI E ONDE ELETTROMAGNETICI.....................................................................................................55
ATTIVIT DELLA PRESIDENZA................................................................................................................56
PUNTI APPROVATI SENZA DISCUSSIONE
PROBLEMI COMMERCIALI
Armenia - Adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ............................................. I

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PARTECIPANTI
I Governi degli Stati membri e la Commissione europea erano cos rappresentati:
Per il Belgio:
Sig.ra Laurette ONKELINX Vice Primo Ministro e Ministro dell'occupazione
Sig. Jef TAVERNIER Ministro della protezione dei consumatori, della sanit e
dell'ambiente
Sig. Frank VANDENBROUCKE Ministro degli affari sociali e delle pensioni
Per la Danimarca:
Sig. Bendt BENDTSEN Ministro dell'economia, del commercio e dell'industria
Sig. Klaus Hjort FREDERIKSEN Ministro dell'occupazione
Sig.ra Henriette KJAER Ministro degli affari sociali e Ministro per le pari opportunit
Sig. Lars Lkke RASMUSSEN Ministro dell'interno e della sanit
Sig. Finn MORTENSEN Sottosegretario di Stato agli affari sociali
Sig. Bo SMITH Sottosegretario di Stato per il lavoro
Sig. Ib VALSBORG Sottosegretario di Stato all'interno e alla sanit
Per la Germania:
Sig.ra Ulla SCHMIDT Ministro federale della sanit e della sicurezza sociale
Sig. Gerd ANDRES Sottosegretario di Stato parlamentare presso il Ministro federale
dell'economia e del lavoro
Sig. Alexander MLLER Sottosegretario di Stato, Ministero federale della protezione dei
consumatori, dell'alimentazione e dell'agricoltura
Per la Grecia:
Sig. Dimitros REPPAS Ministro del lavoro e della sicurezza sociale
Sig. Apostolos TSOCHATZOPOULOS Ministro per lo sviluppo
Sig. Kostas STEFANIS Ministro della sanit e della previdenza
Sig. Rovertos SPYROPOULOS Sottosegretario di Stato al lavoro e alla sicurezza sociale
(sicurezza sociale)
Sig. Eleftherios TZIOLAS Sottosegretario di Stato al lavoro e alla sicurezza sociale (lavoro)
Per la Spagna:
Sig.ra Ana Mara PASTOR JULIAN Ministro della sanit e del consumo
Sig. Gerardo CAMPS DEVESA Segretario di Stato per la previdenza sociale
Sig. Juan CHOZAS Segretario generale all'occupazione
Per la Francia:
Sig.ra Nicole AMELINE Ministro delegato presso il Ministro degli affari sociali, del lavoro
e della solidariet, incaricato della parit e dell'uguaglianza
professionale
Sig. Jean-Franois MATTEI Ministro della sanit, della famiglia e dei disabili
Per l'Irlanda:
Sig. Frank FAHEY Ministro aggiunto presso il Ministero per le imprese, il commercio
e l'occupazione (incaricato dei problemi del lavoro, compresa la
formazione)
Sig. Brian LENIHAN Ministro aggiunto presso il Ministero della sanit e dell'infanzia, il
Ministero della giustizia, della parit e delle riforme legislative e il
Ministero dell'istruzione e delle scienze (incaricato dell'infanzia)
Per l'Italia:
Sig. Roberto MARONI Ministro del lavoro e delle politiche sociali
Sig. Girolamo SIRCHIA Ministro della sanit
Per il Lussemburgo:
Sig. Franois BILTGEN Ministro del lavoro e dell'occupazione
Sig. Henri GRETHEN Ministro dell'economia, Ministro dei trasporti
Sig. Carlo WAGNER Ministro della sanit e della sicurezza sociale
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Per i Paesi Bassi:
Sig. Aart Jan de GEUS Ministro degli affari sociali e dell'occupazione
Per l'Austria:
Sig. Martin BARTENSTEIN Ministro federale dell'economia e del lavoro
Per il Portogallo:
Sig. Antnio BAGAO FELIX Ministro della previdenza sociale e del lavoro
Sig. Luis Filipe PEREIRA Ministro della sanit
Per la Finlandia:
Sig.ra Eva BIAUDET Ministro della sanit e dei servizi sociali
Sig.ra Tarja FILATOV Ministro del lavoro
Sig.ra Maija PERHO Ministro degli affari sociali e della sanit
Per la Svezia:
Sig. Berit ANDNOR Ministro presso il Ministero degli affari sociali, responsabile
dell'infanzia e della famiglia
Sig. Lars ENGQVIST Ministro della sanit e degli affari sociali
Sig. Hans KARLSSON Ministro del lavoro
Sig.ra Ann-Christin NYKVIST Ministro dell'agricoltura, dell'alimentazione e della pesca
Per il Regno Unito:
Sig. Alan JOHNSON Ministro aggiunto dei rapporti di lavoro, dell'industria e delle
regioni
Sig. Alan MILBURN Ministro della sanit
Sig. Andrew SMITH Ministro del lavoro e delle pensioni
* * *
Per la Commissione:
Sig. Erkki LIIKANEN Membro
Sig. David BYRNE Membro
Sig.ra Anna DIAMANTOPOULOU Membro
* * *
Altri partecipanti:
Sig. Raoul BRIET Presidente del Comitato per la protezione sociale
Sig. Clive TUCKER Presidente del Comitato per l'occupazione

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PUNTI DISCUSSI


CONSUMATORI

STRATEGIA PER LA POLITICA DEI CONSUMATORI 2002-2006 - Risoluzione del
Consiglio

"IL CONSIGLIO DELLUNIONE EUROPEA,

CONSIDERANDO QUANTO SEGUE:

1. La politica comunitaria dei consumatori, al fine di garantire un elevato livello di protezione
dei consumatori e di favorirne gli interessi, deve contribuire a tutelare la salute, la sicurezza e
gli interessi economici dei consumatori, nonch a promuovere il loro diritto allinformazione
e alleducazione e a fare in modo che si organizzino per la salvaguardia dei loro interessi.

2. Ai fini di una strategia coerente per la politica comunitaria dei consumatori necessario tener
conto degli interessi dei consumatori nella definizione e attuazione di altre politiche
comunitarie per accrescere la fiducia dei consumatori e promuovere la crescita e il benessere
nella Comunit. Lintegrazione degli interessi dei consumatori in altri settori dazione
costituisce uno sforzo collettivo che coinvolge tutte le istituzioni e gli Stati membri dellUE.

3. I consumatori e le imprese svolgono insieme un ruolo di primo piano nel mercato interno. Un
mercato interno funzionante che promuova la fiducia dei consumatori nelle operazioni
transfrontaliere ha un impatto positivo sulla concorrenza a beneficio dei consumatori.

4. Una politica dei consumatori mirata, con basi solide e concrete, dovrebbe assicurare che le
iniziative politiche rispondano agli interessi dei consumatori e allo sviluppo del mercato in
generale e puntare a raggiungere un equilibrio tra tali interessi e quelli delle imprese. Una
politica dei consumatori mirata presuppone lintensificazione della cooperazione tra la
Commissione e gli Stati membri in base ad un approccio strategico ed analitico alla politica
dei consumatori.

5. La normativa comunitaria deve assicurare un elevato livello di protezione dei consumatori.
Oltre alla normativa comunitaria, necessario, per potenziare i vantaggi derivanti dal mercato
interno e per rafforzare la sicurezza degli scambi transfrontalieri, che le imprese e se possibile
i consumatori contribuiscano insieme a rafforzare la fiducia nei confronti dei prodotti e dei
servizi. Per raggiungere tale obiettivo, occorre incoraggiare le organizzazioni ad avviare un
dialogo e prendere le opportune misure per creare lequilibrio necessario tra gli interessi dei
consumatori e considerazioni d'ordine commerciale. La responsabilit dei consumatori e delle
imprese pu essere rafforzata tramite un miglior uso di altre forme di regolamentazione, ad
esempio la coregolamentazione e l'autoregolamentazione, se del caso.
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6. Lallargamento dellUE avr unincidenza importante sul funzionamento del mercato interno,
anche nel settore della politica dei consumatori. I consumatori, i loro rappresentanti e le
autorit nazionali dei paesi candidati dovrebbero essere aiutati nei preparativi per ladesione.

I. APPROVA la strategia per politica dei consumatori 2002-2006
1
presentata dalla
Commissione, gli obiettivi ivi proposti:

obiettivo 1: un elevato livello comune di protezione dei consumatori;
obiettivo 2: applicazione efficace delle norme a tutela dei consumatori;
obiettivo 3: adeguato coinvolgimento delle organizzazioni dei consumatori nelle
politiche dell'UE

e le azioni di follow-up ivi proposte.

II. INVITA LA COMMISSIONE ad attuare la sua strategia con i tre obiettivi politici ivi definiti,
ponendo in particolare laccento sui seguenti aspetti:

1. accordare priorit ad un elevato livello di protezione dei consumatori anche in altre
politiche e attivit comunitarie;

2. tenere conto degli interessi dei consumatori nei servizi di interesse generale; prendere
atto al riguardo della comunicazione del 18 giugno 2002 sulla valutazione orizzontale
dei servizi d'interesse economico generale
2
, in conformit delle pertinenti conclusioni
del Consiglio europeo;

3. considerare prioritari nell'ambito della sua attivit lelaborazione di orientamenti e
norme adeguate e nel quadro della direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti, la
presentazione di unanalisi delle possibili opzioni per risolvere il problema della
sicurezza dei servizi e lo sviluppo di normative settoriali comunitarie concernenti gli
aspetti della sicurezza, quali nuove norme per i prodotti chimici;

4. alla luce del follow-up al Libro verde sulla tutela dei consumatori nell'UE,
intraprendere iniziative in vista di possibili azioni, tenendo conto dell'esito delle
consultazioni;

5. proseguire il riesame dell'esistente normativa comunitaria in materia di consumatori, e
le relazioni sull'attuazione delle direttive in vigore;

6. presentare le opportune proposte volte a completare il mercato interno dei servizi
finanziari;

1
Doc. 8907/02.
2
Doc. 10387/02.
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7. in linea con il piano d'azione eEurope 2005:

proseguire i lavori intorno ad iniziative di promozione della sicurezza, dello
sviluppo di buone prassi e della sensibilizzazione di tutti gli utenti ai rischi in
materia di sicurezza e riferire sull'andamento dei lavori entro la fine del 2003;
proseguire i lavori e predisporre azioni per accrescere la fiducia dei consumatori
nelle transazioni transfrontaliere, compresi i pagamenti elettronici nel mercato
interno;

8. presentare i risultati dei lavori sul follow-up alla comunicazione sul diritto contrattuale
europeo
1
;

9. promuovere gli interessi dei consumatori nelle relazioni commerciali internazionali
bilaterali e multilaterali.

III. INVITA LA COMMISSIONE E GLI STATI MEMBRI:

10. a esaminare i sistemi di applicazione in vigore negli Stati membri e, alla luce di tali
esiti, valutare le possibilit di intensificare la cooperazione in materia di applicazione
della normativa tra le autorit competenti e con la Commissione nei settori contemplati
dalla strategia. Si compiace dell'intenzione della Commissione di presentare una
proposta volta a intensificare la cooperazione tra gli Stati membri in materia di
protezione dei consumatori;

11. ferma restando l'opzione per i consumatori di adire le vie legali, promuovere e sostenere
meccanismi alternativi di composizione delle controversie per facilitare ai consumatori
la composizione transfrontaliera delle controversie, compreso il consolidamento della
rete extragiudiziale europea in base alla relazione che la Commissione presenter nel
2003;

12. a proseguire le discussioni e ad esplorare le possibilit di definire un approccio e
obiettivi comuni per le statistiche in materia di consumatori e altri dati che possano
costituire una base di informazioni concrete per un approccio strategico e mirato alla
politica dei consumatori e ad altri settori dazione, a beneficio dello sviluppo delle
politiche nell'insieme della Comunit;

13. a provvedere affinch la proposta relativa a un futuro atto giuridico per le attivit della
Comunit a favore dei consumatori rifletta e sostenga gli obiettivi indicati nella strategia
della Commissione;

1
Doc. 10996/01.
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14. a sostenere le organizzazioni rappresentative dei consumatori affinch possano
promuovere autonomamente gli interessi dei consumatori a livello comunitario e
nazionale e a consentire loro di esercitare un'influenza, avviare ad esempio un dialogo
equilibrato con le imprese e partecipare al processo di definizione delle politiche
comunitarie. Fondamentale a tal fine sarebbe l'elaborazione di progetti intesi allo
sviluppo di capacit al fine di rafforzare le organizzazioni di consumatori, se del caso,
nonch di strumenti didattici su aspetti specifici delle transazioni transfrontaliere;

15. a incoraggiare, tra gli altri strumenti, lo sviluppo del dialogo tra organizzazioni di
consumatori e imprese per permettere loro, fra l'altro, di partecipare alla formulazione di
altre forme di regolamentazione, in particolare lautoregolamentazione e la
coregolamentazione;

16. ad assicurare la rappresentanza degli interessi dei consumatori nelle attivit di
standardizzazione nei settori pertinenti, a livello sia europeo che nazionale. L'influenza
dei consumatori andrebbe promossa altres nel processo di standardizzazione
internazionale, in particolare attraverso gli organismi di normalizzazione nazionali, ove
opportuno;

17. in generale, a consultarsi con le organizzazioni di consumatori in relazione alla
formulazione di normative e politiche in tutti i pertinenti settori dazione.

IV. INVITA GLI STATI MEMBRI a provvedere affinch gli obiettivi della strategia per la
politica dei consumatori siano presi in considerazione, ove pertinenti, anche nelle politiche
nazionali.

V. INVITA la Commissione a presentare al Consiglio ogni 18 mesi una rassegna della strategia
per la politica dei consumatori 2002-2006 basata su un costante controllo del programma
staffetta di azioni a breve termine che includa una valutazione degli effetti delle attivit
nazionali e della Comunit a sostegno degli obiettivi della strategia."

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SEMINARIO SULLE STATISTICHE IN MATERIA DI CONSUMATORI

Il Consiglio ha preso atto delle conclusioni del seminario congiunto, organizzato dalla
Commissione e dalla Presidenza, con il titolo "I consumatori e il mercato europeo - elaborare una
base di conoscenze", svoltosi a Copenaghen il 7 e 8 novembre 2002. Il Presidente ha incoraggiato le
delegazioni a seguire da vicino la questione per approfondirne l'esame in una delle prossime
sessioni del Consiglio.

Il seminario era inteso ad elaborare una base comune di conoscenze sulle statistiche in materia di
consumatori al fine di informare coloro che sono chiamati a prendere le decisioni politiche sulla
formulazione e la valutazione dei regolamenti e delle relative iniziative in questo settore.

Le conclusioni sottolineano che per garantire il buon funzionamento del mercato interno e buone
condizioni ai consumatori, necessario che le autorit pubbliche a livello nazionale e comunitario
acquisiscano sufficienti informazioni sui consumatori in modo da poter reagire con prontezza ed
efficacia ad eventuali problemi del mercato.
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RETE EXTRAGIUDIZIALE EUROPEA PER LE CONTROVERSIE
TRANSFRONTALIERE IN MATERIA DI CONSUMO

Il Consiglio ha ascoltato una relazione della Commissione sullo stato di avanzamento dei lavori
relativi ad un progetto pilota volto ad agevolare la risoluzione delle controversie transfrontaliere tra
i consumatori e le imprese concernenti i beni e servizi mediante l'istituzione di una rete
extragiudiziale comprendente gli Stati membri nonch l'Islanda e la Norvegia.

La Commissione ha indicato che il progetto pilota stato esteso sino al marzo 2003 e che essa
prevede di organizzare nell'aprile 2003, una conferenza con tutte le parti interessate per valutare il
funzionamento della rete.

La rete intesa a rafforzare la fiducia dei consumatori nelle transazioni transfrontaliere e a
migliorare in tal modo il funzionamento del mercato interno.
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SANIT

TABACCO

Pubblicit e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco
Deliberazione pubblica

Il Consiglio ha raggiunto un accordo politico sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e
del Consiglio in materia di pubblicit e di sponsorizzazione a favore dei prodotti del tabacco, in
vista di permetterne l'adozione in prima lettura. Le delegazioni tedesca e del Regno Unito hanno
espresso voto contrario. La direttiva sar adottata in una delle prossime sessioni del Consiglio dopo
la messa a punto del testo, sulla base della proposta iniziale della Commissione, con l'aggiunta di
due emendamenti votati dal Parlamento.

La proposta diretta a sostituire la direttiva 98/43/CE che era stata annullata dalla Corte di giustizia
il 5 ottobre 2000 in quanto talune disposizioni non erano conformi alla base giuridica in virt della
quale era stata adottata, ossia l'articolo 95 del trattato. Essa si prefigge di armonizzare le
disposizioni nazionali in materia di pubblicit del tabacco nei mezzi di comunicazione a stampa,
nelle trasmissioni radiofoniche e nei servizi della societ dell'informazione nonch la
sponsorizzazione di eventi transfrontalieri intesi a promuovere i prodotti del tabacco, pur
garantendo la libera circolazione dei mezzi di comunicazione interessati e sopprimendo gli ostacoli
al funzionamento del mercato interno.

Essa volta in particolare a vietare la pubblicit per i prodotti del tabacco nei mezzi di
comunicazione a stampa, fatte salve alcune limitate eccezioni, e nelle trasmissioni radiofoniche,
nonch la sponsorizzazione di eventi o di attivit transfrontalieri allo scopo di promuovere i prodotti
del tabacco. La proposta si basa sull'articolo 47, paragrafo 2 e sugli articoli 55 e 95 del trattato ed
fondata sulle pertinenti disposizioni - in materia di pubblicit televisiva e di sponsorizzazione dei
prodotti del tabacco - della direttiva 89/552/CEE ("Televisione senza frontiere") modificata dalla
direttiva 97/36/CE.
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Convenzione quadro dell'OMS per la lotta contro il tabagismo

Il Consiglio ha ascoltato una relazione della Presidenza e della Commissione sui risultati della
quinta sessione dell'Organismo intergovernativo di negoziato (INB5) della convenzione quadro
dell'Organizzazione mondiale della sanit per la lotta contro il tabagismo, svoltasi a Ginevra dal 14
al 25 ottobre 2002.

In questa fase, uno dei principali problemi in sospeso per la Comunit e per gli Stati membri,
discusso dal Consiglio nella sua sessione dell'8 ottobre, riguarda la pubblicit, la promozione e la
sponsorizzazione del tabacco. La Presidenza e la Commissione hanno sottolineato l'importanza di
mettere a punto una posizione nell'ambito della sessione dell'INB6, prevista dal 17 al
28 febbraio 2003.

La Commissione ha inoltre informato il Consiglio di avere in programma, per i primi di febbraio
2003, una tavola rotonda sulla lotta contro il tabagismo, in collaborazione con l'OMS e la Banca
Mondiale, alla quale gli Stati membri saranno invitati a partecipare.
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Raccomandazione sulla prevenzione del fumo

Il Consiglio ha adottato a maggioranza qualificata, con voto contrario della delegazione tedesca,
una raccomandazione del Consiglio sulla prevenzione del fumo e su iniziative per rafforzare la lotta
contro il tabagismo.

Il testo inteso ad integrare un certo numero di misure comunitarie sulla lotta al tabagismo, in
particolare la direttiva sui prodotti del tabacco e il progetto di direttiva sulla pubblicit e la
sponsorizzazione a favore dei prodotti del tabacco (adottate dal Consiglio nel corso della stessa
sessione), affrontando alcuni aspetti della lotta al tabagismo che sono di competenza degli Stati
membri.

Si tratta in particolare della vendita del tabacco ai bambini e agli adolescenti, della pubblicit e della
promozione del tabacco prive di effetti transfrontalieri, della fornitura di informazioni riguardanti le
spese pubblicitarie e degli effetti ambientali del fumo di tabacco. La raccomandazione vuole inoltre
essere coerente con la summenzionata convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della
sanit per la lotta contro il tabagismo.

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NORMATIVA FARMACEUTICA - AGENZIA EUROPEA DI VALUTAZIONE DEI
MEDICINALI

Il Consiglio ha proceduto ad uno scambio di opinioni, sulla base di una relazione della Presidenza
sullo stato di avanzamento dei lavori, in merito ad alcune delle questioni chiave sollevate dalla
proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio intesa a modificare:
le procedure comunitarie per l'autorizzazione, la sorveglianza e la farmacovigilanza dei
medicinali a uso umano e veterinario; e
le norme relative all'Agenzia europea di valutazione dei medicinali.

Il Consiglio ha chiesto al Comitato dei Rappresentanti Permanenti di proseguire attivamente con i
lavori sulla proposta, tenendo conto delle posizioni espresse dalle delegazioni e del parere del
Parlamento europeo in prima lettura. Alla luce dei dibattiti, il Presidente ha concluso che:
le opinioni continuano a divergere quanto al campo di applicazione della procedura di
autorizzazione centralizzata, con una lieve maggioranza che si oppone alla sua estensione per
i medicinali a uso umano e una netta maggioranza che si oppone per i medicinali a uso
veterinario;
una maggioranza delle delegazioni favorevole a che ogni Stato membro sia rappresentato
nel consiglio di amministrazione dell'Agenzia europea di valutazione dei medicinali;
una maggioranza delle delegazioni in favore del mantenimento di un primo rinnovo delle
autorizzazioni di immissione in commercio dopo cinque anni, con susseguente validit
illimitata.

La proposta si inserisce nel contesto di un ampio riesame della normativa farmaceutica comunitaria
il cui obiettivo rispondere alle nuove sfide, in particolare mediante lo sviluppo di nuove terapie,
salvaguardando cos un elevato livello di protezione sanitaria, e garantire il corretto funzionamento
del mercato interno in vista del prossimo allargamento dell'UE. Il riesame volto inoltre ad
accrescere la competitivit dell'industria farmaceutica europea e a migliorare la trasparenza delle
procedure e decisioni normative.

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TOSSICODIPENDENZA

Il Consiglio ha definito un approccio generale, in attesa del parere del Parlamento europeo, su un
progetto di raccomandazione del Consiglio sulla prevenzione e la riduzione dei rischi associati alla
tossicodipendenza. La delegazione italiana non stata in grado di fare proprio tale approccio
generale. La raccomandazione sar adottata in una futura sessione del Consiglio, una volta che il
Parlamento avr resa la sua opinione.

Il progetto di raccomandazione si inquadra nella strategia in materia di droga per il periodo
2000-2004, approvata dal Consiglio europeo di Helsinki nel dicembre 1999 con l'obiettivo di
restringere la diffusione del consumo illecito di droga, riducendo sostanzialmente l'incidenza del
danno per la salute causato da tossicodipendenza e incrementando notevolmente il numero dei
tossicomani guariti. Invita gli Stati membri a mettere a disposizione tutta una gamma di servizi e
strutture differenti mirando in particolare alla riduzione del rischio.

Il testo contiene una serie di raccomandazioni specifiche sulle informazioni e la consulenza, il
lavoro di prossimit, l'impegno di operatori pari, i servizi di emergenza, le reti tra agenzie,
l'integrazione tra aspetto sanitario e aspetto sociale e la formazione e il riconoscimento di personale
specializzato. Si sottolinea in particolare la prevenzione delle infezioni connesse al consumo di
droga (quali HIV, epatite B e C, tubercolosi e malattie sessualmente trasmissibili).

Le delegazioni tedesca, lussemburghese e olandese hanno fatto una dichiarazione separata da
iscrivere nel processo verbale del Consiglio circa l'utilizzazione di locali pubblici per iniezioni per
favorire l'avvicinamento dei tossicodipendenti cronici alle strutture sanitarie e avviarne cos il
processo di riabilitazione.

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TESSUTI E CELLULE DI ORIGINE UMANA

Il Consiglio ha preso nota della relazione della Presidenza sullo stato di avanzamento della proposta
di direttiva sulla definizione di parametri di qualit e di sicurezza per la donazione,
l'approvvigionamento, l'analisi, la lavorazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule di
origine umana. Ha convenuto di proseguire l'esame della proposta per una sua adozione rapida.

La proposta mira a rafforzare i requisiti sull'idoneit dei donatori e sullo screening delle sostanze
donate, istituendo strutture nazionali di accreditamento e controllo e prevedendo disposizioni
relative a un registro di istituti riconosciuti nonch un sistema di parametri qualitativi per gli
stabilimenti che trattano i tessuti e le cellule. La proposta ha inoltre l'obiettivo di fissare norme per
garantire la tracciabilit dei tessuti e delle cellule di origine umana dal donatore al paziente e
viceversa, nonch un sistema per disciplinare l'importazione dai paesi terzi di tessuti e cellule di
origine umana, garantendo l'applicazione di parametri di qualit e sicurezza equivalenti.


MOBILIT DEI PAZIENTI

Il Consiglio ha ascoltato una relazione della Commissione sul processo di riflessione ad alto livello
in corso sulla mobilit dei pazienti e l'evoluzione delle cure mediche nell'Unione europea, in
particolare sui progressi registrati nello sviluppo di un quadro organizzativo al riguardo. Il
Presidente ha rilevato l'importanza attribuita dal Consiglio a tale materia e la sua intenzione di
seguirne gli sviluppi nelle sessioni future.

Si rammenta che il Consiglio, nella sessione del 26 giugno 2002, ha approvato le conclusioni che
riconoscono la validit della riflessione ad alto livello portata avanti dalla Commissione in stretta
cooperazione con il Consiglio e gli Stati membri, con l'obiettivo di trarre conclusioni su
un'eventuale azione futura.

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BIOTERRORISMO

Il Consiglio ha ascoltato una relazione della Commissione sul lavoro in corso di svolgimento con
l'obiettivo di prevenire e limitare le conseguenze di eventuali minacce terroristiche chimiche o
biologiche.

La relazione della Commissione, a cui far seguito prossimamente una comunicazione formale,
concentra l'attenzione sulla creazione di un comitato per la sicurezza sanitaria composto di alti
rappresentanti degli Stati membri incaricati di dare l'allarme, scambiare informazioni e coordinare
gli interventi sanitari nel caso di un attacco bioterroristico.


SITI INTERNET NEL CAMPO DELLA SANIT

Il Consiglio ha preso nota della presentazione da parte della Commissione della comunicazione sui
criteri di validit per i siti Internet nel campo della sanit nell'Unione europea.

La comunicazione affronta la questione della mancanza di risorse a disposizione dei cittadini per
valutare la qualit e la genuinit di informazioni di carattere sanitario su Internet, fornendo un
elenco di criteri di base alla luce dei quali possa essere valutato il contenuto dei siti Internet.

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IT
OBESIT - Conclusioni del Consiglio

"IL CONSIGLIO

SOTTOLINEA la sua grande preoccupazione per il grave impatto sanitario, sociale ed
economico della crescente diffusione del sovrappeso e dell'obesit delle persone, in
particolare dei bambini, nella Comunit europea;

RINVIA ai risultati scientifici secondo cui l'obesit costituisce la causa principale di una serie
di gravi patologie associate e secondo cui il 15% dei bambini e adolescenti in Europa
interessato dall'obesit, percentuale che aumenter drammaticamente in molti Stati membri se
non verranno prese iniziative appropriate;

RIAFFERMA la risoluzione del Consiglio del 3 dicembre 1990 relativa ad un'azione
comunitaria su nutrizione e salute
1
, le conclusioni del Consiglio e dei Ministri della sanit
degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del 15 maggio 1992, su nutrizione e salute
2
e
la risoluzione del Consiglio sulla salute e la nutrizione del 14 dicembre 2000
3
;

RINVIA alla centralit che la conferenza UE sull'obesit (Copenaghen,
11-12 settembre 2002) ha assegnato ai molteplici problemi causati dall'obesit nonch
all'urgente richiesta di eminenti esperti internazionali di agire il pi rapidamente possibile
sulla base della documentazione esistente, simultaneamente con la raccolta di nuove
conoscenze;

SOTTOLINEA la necessit, nella prevenzione dei problemi dovuti all'obesit e nella risposta
da dare ad essi, di adottare un approccio intersettoriale, compresi tra l'altro i settori sanitario,
sociale, alimentare, scolastico, culturale e quello dei trasporti.


1
GU C 329 del 31.12.1990 , pag. 1.
2
GU C 148 del 12.6.1992, pag. 2.
3
GU C 20 del 23.1.2001, pag. 1.
2/3.XII.2002

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IT
INVITA GLI STATI MEMBRI a tener conto nelle rispettive politiche sanitarie nazionali della
necessit di affrontare la questione dell'obesit.

INVITA LA COMMISSIONE A :

1. aumentare i suoi sforzi per prevenire e combattere l'obesit e, in particolare, potenziare la sua
risposta agli inviti ad essa rivolti nella risoluzione del Consiglio del 14 dicembre 2000;

2. sostenere gli sforzi degli Stati membri volti a prevenire e gestire l'obesit, tenendo conto del
possibile rischio di disordini alimentari, in particolare elaborando misure e approcci
innovativi in materia di nutrizione e attivit fisica;

3. continuare a potenziare la ricerca sull'obesit;

4. assicurarsi che la prevenzione dell'obesit sia presa in considerazione in tutte le politiche
comunitarie pertinenti e, in particolare, nel quadro del programma d'azione comunitaria nel
settore della sanit pubblica (2003-2008)."

2/3.XII.2002

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IT
VARIE

Post-polio

Il Consiglio ha preso nota di una dichiarazione della delegazione irlandese sulla necessit di
un'azione a livello dell'Unione per fornire una risposta appropriata a quanti sono affetti dalla
sindrome post-polio.
(Doc. 14636/02)

La sindrome post-polio (denominata anche "effetti tardivi della polio") uno stato neurologico che
colpisce muscoli precedentemente lesi dalla polio. Essa provoca debolezza, fatica, dolori muscolari
e articolari, disturbi del sonno e problemi di respirazione/deglutizione. Si stima che il 60% dei
sopravvissuti alla polio svilupper la sindrome post-polio 35 anni dopo l'attacco del poliovirus.

Si rammenta che la Presidenza belga aveva presentato una nota informativa in merito in occasione
del Consiglio "Sanit" del 15 novembre 2001.


OMS

Il Consiglio ha preso nota di un intervento della delegazione belga, che ha richiamato l'attenzione
sulla domanda presentata dal Dr. Peter Piot per la candidatura al posto di Direttore generale
dell'OMS, incarico attualmente ricoperto dalla Sig.ra Gro Harlem Brundtland (Norvegia). Si tratta
del solo candidato dell'Unione europea a tale incarico. Il Dr. Piot al momento attuale direttore
esecutivo del Programma comune delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS.


2/3.XII.2002

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IT
Gruppo G 10 sui farmaci

Il Consiglio ha preso nota di una richiesta di informazioni presentata dalla delegazione olandese sul
follow-up della relazione del Gruppo ad alto livello per l'innovazione e la disponibilit dei farmaci
(detto anche "Gruppo G 10 sui farmaci"). La suddetta delegazione ha giustificato la richiesta data
l'incidenza dei risultati conseguiti dal Gruppo sui lavori del Consiglio (parte sanit). L'intervento si
situato nel contesto dello scambio di opinioni del Consiglio in merito alla normativa sui farmaci.
(Doc. 14868/02)

In seguito a tale richiesta la Commissione ha informato il Consiglio sui risultati dei lavori del
Gruppo G 10 sui farmaci, la cui relazione era stata presentata anteriormente al Consiglio "Industria
e energia" del 6 giugno e al Consiglio "Competitivit" del 26 novembre.

2/3.XII.2002

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IT

OCCUPAZIONE E POLITICA SOCIALE

COORDINAMENTO DEI SISTEMI DI SICUREZZA SOCIALE

Il Consiglio ha concordato un approccio generale, in attesa del parere del Parlamento europeo in
prima lettura, su una parte del titolo III (disposizioni specifiche alle varie categorie di prestazioni)
della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al coordinamento dei
sistemi di sicurezza sociale nella Comunit.

Tale approccio generale riguarda le seguenti disposizioni del titolo III del progetto di regolamento:

malattia, maternit e paternit (Capitolo I)
infortuni sul lavoro e malattie professionali (Capitolo IV)
vecchiaia e morte (pensioni) (Capitolo III).

Esso fa seguito all'ampio consenso raggiunto dal Consiglio nella sessione del 3 giugno sui titoli I
(disposizioni generali) e II (determinazione della legislazione applicabile). La proposta comprende
inoltre altre tre sezioni: titolo IV (commissione amministrativa), titolo V (disposizioni varie) e
titolo VI (disposizioni transitorie e finali).

L'approvazione definitiva subordinata all'accordo sull'intero testo, in attesa del quale gli accordi
sui diversi capitoli sono considerati provvisori.

La proposta intesa a semplificare la normativa comunitaria per eliminare gli ostacoli alla libera
circolazione delle persone, costituiti dalla coesistenza di regimi nazionali di sicurezza sociale
differenti. Essa prevede la sostituzione del regolamento 1408/71/CEE relativo all'applicazione dei
regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si
spostano all'interno della Comunit.
2/3.XII.2002

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ESTENSIONE DELLE DISPOSIZIONI DI PREVIDENZA SOCIALE AI CITTADINI DEI
PAESI TERZI

Il Consiglio ha raggiunto un accordo politico sulla proposta di regolamento del Consiglio intesa ad
estendere le disposizioni del regolamento 1407/71/CEE relativo all'applicazione dei regimi di
sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano
all'interno della Comunit ai cittadini dei paesi terzi, cui tali disposizioni non siano applicabili
unicamente a causa della nazionalit. Il regolamento sar adottato nella prossima sessione del
Consiglio come punto "A" (punti adottati senza discussione), previa messa a punto del testo.

La proposta si prefigge di accordare ai cittadini dei paesi terzi legalmente residenti nella Comunit,
che soddisfano le altre condizioni previste dal regolamento 1408/71/CEE, diritti simili il pi
possibile a quelli goduti dai cittadini dell'Unione. Esso scaturisce dalla richiesta avanzata dal
Consiglio europeo di Tampere (ottobre 1999) di ravvicinare lo status dei cittadini dei paesi terzi a
quello dei cittadini degli Stati membri.

2/3.XII.2002

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LOTTA CONTRO LA POVERT E L'ESCLUSIONE SOCIALE

Il Consiglio ha approvato gli obiettivi comuni riveduti in seguito alla presentazione di una relazione
del Sig. Briet, Presidente del Comitato per la protezione sociale in preparazione dei piani nazionali
d'azione per il 2003 contro la povert e l'esclusione sociale.

La relazione del Comitato per la protezione sociale conclude che gli obiettivi comuni esistenti si
sono dimostrati equilibrati, efficaci e validi e che non si ravvisa alcuna necessit di modificarli
sostanzialmente. L'accento posto sulla continuit, il consolidamento e il rafforzamento dei
progressi registrati finora. La relazione individua purnondimeno tre settori che renderebbero
necessari cambiamenti per mettere maggiormente in evidenza l'importanza degli obiettivi comuni:

stabilire obiettivi nei rispettivi piani nazionali d'azione al fine di ridurre
significativamente entro il 2010 il numero di persone a rischio di povert ed esclusione
sociale;
tenere pienamente conto delle questioni di genere nello sviluppo, l'attuazione e la
verifica dei piani nazionali d'azione;
sottolineare l'alto rischio di povert ed esclusione sociale a cui sono esposti gli
immigranti.

Si rammenta che il Consiglio europeo di Nizza (dicembre 2000) ha approvato una serie di obiettivi
che fanno della lotta contro la povert e l'esclusione sociale un elemento centrale della
modernizzazione del modello sociale europeo.

Tali obiettivi avevano costituito la base del primo ciclo biennale di piani nazionali d'azione contro
la povert e l'esclusione sociale, che a loro volta contribuiscono alla stesura della relazione
congiunta Consiglio/Commissione sull'inclusione sociale presentata al Consiglio europeo di Laeken
del dicembre 2001. La presentazione da parte degli Stati membri del secondo ciclo biennale di piani
nazionali d'azione prevista tra la primavera e l'estate 2003, per far s che la nuova relazione
congiunta Consiglio/Commissione sia disponibile nella fase preparatoria del Consiglio europeo
della primavera 2004.

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"eACCESSIBILITY" PER LE PERSONE CON DISABILIT - Risoluzione del Consiglio

Risoluzione del Consiglio sul tema "eAccessibility" - Migliorare l'accesso delle persone con
disabilit alla societ dei saperi

"IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA:

(1) RICORDANDO che la Comunit annovera tra i suoi compiti quello di promuovere
nell'insieme della Comunit un livello elevato di occupazione e di protezione sociale nonch
di migliorare il tenore e la qualit di vita e la coesione economica e sociale;

(2) RICORDANDO la risoluzione del Consiglio e dei Rappresentanti dei governi degli Stati
membri, riuniti in sede di Consiglio, del 17 dicembre 1999, sull'occupazione e la dimensione
sociale della societ dell'informazione
1
;

(3) RICORDANDO che il Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000 ha auspicato una
societ dell'informazione accessibile a tutti;

(4) RICORDANDO che la Commissione ha adottato, il 12 maggio 2000, una comunicazione
intitolata "Verso unEuropa senza ostacoli per le persone con disabilit
2
";

(5) RICORDANDO che uno degli obiettivi chiave del "piano d'azione eEurope 2002", approvato
dal Consiglio europeo di Feira del 19 e 20 giugno 2000, conseguire la partecipazione di tutti
all'economia basata sulla conoscenza;

(6) RICORDANDO che il 27 novembre 2000 il Consiglio ha adottato una direttiva volta a lottare
contro la discriminazione basata su vari fattori, tra cui la disabilit, nel settore
dell'occupazione e dell'impiego;
3


(7) RICORDANDO che uno degli obiettivi nella lotta contro la povert e l'esclusione sociale,
approvati dal Consiglio europeo di Nizza del 7-9 dicembre 2000, sfruttare pienamente il
potenziale della societ dei saperi e delle nuove tecnologie dell'informazione e della
comunicazione, facendo in modo che nessuno ne sia escluso, prestando fra l'altro
un'attenzione particolare alle esigenze delle persone con disabilit;

1
GU C 8 del 12.1.2000, pag.1.
2
COM(2000) 284 defin. del 12.05.2000.
3
Direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000.
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(8) RICORDANDO che il 3 dicembre 2001 il Consiglio ha adottato una decisione che proclama
il 2003 anno europeo delle persone con disabilit;
1


(9) RICORDANDO che, nei considerando iniziali della decisione 50/2002/CE, del 7 dicembre
2001, che istituisce un programma d'azione comunitaria inteso ad incoraggiare la
cooperazione tra gli Stati membri al fine di combattere l'emarginazione sociale, il Parlamento
europeo e il Consiglio hanno sottolineato l'importanza dell'aspetto della parit di genere sulle
cause e gli effetti dell'emarginazione e hanno attirato l'attenzione sugli articoli 2 e 3 del
trattato, rilevando che l'eliminazione delle disparit e la promozione della parit fra uomini e
donne figurano tra i compiti della Comunit e dovrebbero costituire l'obiettivo di tutte le sue
attivit;

(10) RICORDANDO che il Consiglio ha adottato la risoluzione "e-Partecipazione" - Sfruttare le
possibilit offerte dalla societ dell'informazione ai fini dell'inclusione sociale"
2
, che invita
gli Stati membri e la Commissione europea, tra l'altro, ad approvare azioni allo scopo di
affrontare "gli ostacoli tecnici per le persone con disabilit di vario tipo, in termini di
attrezzature TIC e contenuti web, attuando segnatamente le relative azioni e-Europe, con il
monitoraggio del gruppo di esperti sulla "e-Accessibility";

(11) RICORDANDO che il Consiglio ha adottato, il 20 marzo 2002, una risoluzione
sull'"accessibilit del pubblico ai siti web e al loro contenuto"
3
che, tra l'altro, "INVITA il
Gruppo ad alto livello sull'occupazione e la dimensione sociale della societ dell'informazione
(ESDIS) a seguire landamento delladozione e dellattuazione delle Linee guida"
dell'iniziativa per l'accessibilit del web "e a definire metodologie comuni e dati comparabili
per agevolare la valutazione dei progressi compiuti";

(12) RICONOSCENDO l'esistenza di una relazione, presentata sotto forma di documento di lavoro
della Commissione, intitolata: "e-Accessibility" - Migliorare l'accesso dei disabili alla societ
dei saperi";

(13) TENENDO CONTO delle raccomandazioni formulate dal Gruppo ad alto livello ESDIS sulla
base di tale analisi;

1
Decisione 2001/903/CE del Consiglio, del 3 dicembre 2001.
2
Risoluzione del Consiglio 2001/C 292/02, pubblicata nella Gazzetta ufficiale delle Comunit
europee il 18.10.2001 (C 292).
3
Risoluzione del Consiglio, del 20 marzo 2002, sul piano d'azione eEurope 2002: accessibilit
del pubblico ai siti web e al loro contenuto (doc. 7087/02).
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INVITA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE

I. a sfruttare il potenziale della societ dell'informazione a favore delle persone con disabilit e,
in particolare, a eliminare le barriere tecniche, giuridiche e di altro tipo alla loro effettiva
partecipazione all'economia e alla societ basata sulla conoscenza, avvalendosi, nella misura
del possibile, dei meccanismi di finanziamento esistenti e facilitando le relazioni con i
soggetti appropriati, quali le ONG che si occupano di disabilit e gli organismi europei di
normalizzazione. A tal fine opportuno in particolare:

1. promuovere un approccio pi coordinato e mirato da parte dei soggetti chiave che
intervengono nelle attivit di eAccessibility e nell'applicazione e sviluppo degli
strumenti esistenti e di nuovi strumenti nei settori della tecnologia e delle norme, della
legislazione e della sensibilizzazione, nonch dell'istruzione e dell'informazione;

2. favorire un approccio pi coordinato mediante un portale web dedicato alle questioni
dell'eAccessibility, che dovrebbe essere creato e mantenuto dalla Commissione europea;

3. aumentare la consapevolezza affinch lo sviluppo di ogni attrezzatura, metodologia o
attivit tecnologica nel quadro della societ dell'informazione eviti l'emarginazione
sociale;

4. incoraggiare e dare la possibilit alle persone con disabilit di esercitare un maggiore
controllo sullo sviluppo dei meccanismi atti a consentire l'eAccessibility, favorendo la
loro maggiore partecipazione a:

a) programmi e progetti nel campo della tecnologia;

b) organismi di normalizzazione e comitati tecnici;

c) comitati incaricati di studiare misure legislative e/o di sensibilizzazione nonch
iniziative nel settore dell'istruzione e della formazione e iniziative volte ad
aumentare la partecipazione;
2/3.XII.2002

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II. a considerare l'adozione di misure pi specifiche nei settori individuati nel documento di
lavoro della Commissione "e-Accessibility", tra l'altro:

1. strumenti tecnici/norme:

a) con riguardo all'attuazione delle linee guida dell'iniziativa per l'accessibilit del
web (WAI), promuovere metodologie comuni e dati comparabili in relazione ai
siti web pubblici negli Stati membri e nelle istituzioni europee e coordinare un
processo di monitoraggio che consideri le singole attivit degli Stati membri e
cooperi con esse;

b) promuovere il feedback delle attivit di normalizzazione e del loro impatto
concreto sulla situazione delle persone anziane e delle persone con disabilit;

c) garantire che il sesto programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico 2003-
2006 incentivi azioni intese a promuovere l'eInclusione, mediante lo sviluppo di
tecnologie propizie ad un aumento della partecipazione e senza ostacoli, e
prevedere la presa in considerazione dei risultati; tener conto, nell'elaborazione
dei progetti, delle conseguenze per le persone con disabilit ed evitare pertanto
l'emarginazione sociale;

2. strumenti di sensibilizzazione e/o misure legislative:

a) prendere in considerazione la possibilit di assegnare un "marchio di
eAccessibility" ai beni e ai servizi conformi alle norme in materia di
eAccessibility;

b) proseguire gli sforzi gi in atto per una maggiore armonizzazione dei criteri degli
Stati membri in materia di accessibilit (ad es. attraverso le norme degli Stati
membri sugli appalti pubblici) allo scopo di convincere i fornitori di beni
commerciali e servizi ad aumentare l'eAccessibility;

c) promuovere misure intese a incoraggiare le imprese private a rendere accessibili i
loro prodotti e servizi basati sulle TIC, richiedendo, tra l'altro, che i prodotti e i
servizi partecipanti ad appalti pubblici in materia di TIC siano accessibili. In tal
caso, promuovere l'utilizzo delle possibilit esistenti nel quadro della normativa
comunitaria in vigore in materia di appalti pubblici per inserirvi riferimenti
specifici ai criteri di accessibilit dei pertinenti prodotti e servizi;

d) garantire che, ove possibile, le deroghe al diritto d'autore coerenti con il quadro
giuridico stabilito dalla direttiva 2001/29/CE consentano la distribuzione di
materiale protetto in formati accessibili ad uso delle persone con disabilit;

e) prendere in considerazione la possibilit di ampliare il campo di applicazione
delle misure di non discriminazione delle persone con disabilit.
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3. strumenti didattici e informativi:

a) promuovere l'obiettivo per cui la rete dei centri di eccellenza e il collegamento in
rete del Design for All diventino sempre pi inclusivi e riguardino tutti gli Stati
membri;

b) promuovere l'obiettivo per cui i curricula Design for All siano elaborati e adottati
dalle autorit competenti in materia di istruzione in ciascuno Stato membro.
Utilizzare in questo caso, ove possibile, i fondi stanziati per tale attivit
nell'ambito di adeguati progetti per le "reti di eccellenza" finanziati ai sensi del
programma quadro europeo RST;

c) sensibilizzare le persone con disabilit e gli anziani nonch i fornitori di servizi
alle opportunit delle moderne TIC e alla rete per le persone con disabilit e gli
anziani. Utilizzare a tal fine gli opportuni programmi strutturali comunitari
esistenti;

d) migliorare l'occupabilit delle persone con disabilit mediante opportuni
programmi di formazione professionale mirati verso posti di lavoro della societ
basata sulla conoscenza (SBC) nonch la formazione in capacit orientate alla
SBC nell'ambito di altri programmi di formazione professionale. Utilizzare a tal
fine gli opportuni programmi strutturali comunitari esistenti;

e) promuovere l'applicazione dei principi dell'apprendimento lungo tutto l'arco della
vita e applicare le relative agevolazioni esistenti per aggiornare le capacit delle
persone con disabilit;

f) garantire che i materiali multimediali e l'utilizzo delle TIC nell'istruzione non
creino nuove barriere per l'integrazione degli studenti con disabilit nelle scuole e
in altri luoghi di apprendimento;

g) assicurare che la e-Accessibility diventi una parte regolare di tutti i programmi di
istruzione delle scuole di formazione professionale di ogni livello, per esempio,
Webmaster, autori multimediali e sviluppatori di software. Utilizzare a tal fine
l'iniziativa e-Learning."

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VIOLENZA CONTRO LE DONNE - Conclusioni del Consiglio

Il Consiglio ha adottato le conclusioni sulla violenza domestica contro le donne nel contesto
dell'esame annuale dell'attuazione della "piattaforma d'azione" delle Nazioni Unite, un'agenda per
l'emancipazione femminile fissata in occasione della quarta conferenza mondiale sulle donne
svoltasi a Pechino nel 1995.

Inoltre ha preso atti di un documento della Presidenza contenente maggiori precisazioni sui sette
indicatori citati nel testo che sar esaminato ulteriormente dagli Stati membri e dalle future
presidenze.

Questi lavori si basano sulla relazione e la "Guida delle buone prassi" in materia di violenza contro
le donne presentata dalla Presidenza spagnola nel giugno 2002.

Conclusioni del Consiglio sullesame dellattuazione, da parte degli Stati membri e delle
istituzioni dell'UE, della piattaforma di azione di Pechino


"IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

considerando che:

1. in seguito alla quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne svoltasi a Pechino
nel 1995, il Consiglio europeo di Madrid (15 e 16 dicembre 1995) ha chiesto di procedere
allesame annuale dell'attuazione, da parte degli Stati membri, della piattaforma d'azione di
Pechino;

2. dal processo di follow-up del 1996 e 1997 risultato che l'attuazione della piattaforma
d'azione di Pechino richiede un controllo e una valutazione pi costanti e pi sistematici da
parte dell'Unione europea;

3. il 2 dicembre 1998 il Consiglio ha deciso che la valutazione annuale dell'attuazione della
piattaforma d'azione di Pechino avrebbe incluso una proposta concernente una serie di
indicatori di base quantitativi e qualitativi e un'analisi comparativa;

4. di conseguenza, il 22 ottobre 1999, il Consiglio ha adottato conclusioni che prendono atto
degli indicatori proposti in materia di partecipazione delle donne a funzioni di responsabilit e
al processo decisionale;

5. il Consiglio ha successivamente adottato conclusioni relative alla "Migliore articolazione tra la
vita professionale e quella familiare" (2000) e alle "Disparit salariali tra donne e uomini" (2001);
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6. all'atto dell'adozione delle conclusioni sulle disparit salariali tra donne e uomini, il Consiglio
ha osservato che il tema della violenza contro le donne potrebbe essere utilmente affrontato
nell'ambito dell'esame dell'attuazione della piattaforma di azione il prossimo anno;

7. in seguito all'entrata in vigore del trattato di Amsterdam, la promozione della parit tra uomini
e donne uno dei compiti fondamentali della Comunit;

8. successivamente ad una risoluzione adottata dal Parlamento europeo nel 1997, nel 1999/2000
la Commissione ha svolto una campagna di informazione a livello europeo relativa alla
violenza contro le donne: uno dei risultati stato un sondaggio condotto da Eurobarometro
sull'opinione della popolazione degli Stati membri dell'UE in merito alla violenza contro le
donne;

9. il programma di azione comunitaria DAPHNE (2000-2003) riguarda le misure preventive
intese a combattere la violenza contro i bambini, i giovani e le donne, con una dotazione
finanziaria di 20 milioni di euro per l'intero periodo. In virt dell'iniziativa DAPHNE (che ha
preceduto il programma DAPHNE) la Lobby europea delle donne ha tra l'altro ottenuto il
sostegno per l'elaborazione di due relazioni: "Unveiling the hidden data on domestic violence
in the EU" (Rivelare i dati nascosti sulla violenza domestica nell'UE) e "Towards a common
European framework to monitor progress in combating violence against women" (Verso un
quadro europeo comune di controllo dei progressi nella lotta alla violenza contro le donne);

10. il Consiglio europeo di Barcellona (15-16 marzo 2002) ha attribuito grande importanza alla
dichiarazione sulla violenza contro le donne rilasciata dal Consiglio "Occupazione e politica
sociale" del 7 marzo 2002;

11. la Presidenza spagnola ha avviato tra i paesi membri un'indagine su vasta scala sulla violenza
maschile contro le donne, cui ha fatto seguito una relazione ed un manuale di buona pratica;

12. sulla base dei lavori preparatori della Presidenza spagnola relativi alla violenza contro le
donne, la Presidenza danese ha elaborato i seguenti sette indicatori relativi alla violenza
domestica contro le donne ("Domestic violence against women"):

1. profilo delle donne vittime di violenze
2. profilo degli uomini autori di violenze
3. sostegno alle vittime
4. misure nei confronti degli uomini autori di violenze per interrompere il ciclo della
violenza
5. formazione di personale specializzato
6. misure statali per eliminare la violenza domestica contro le donne
7. valutazione,

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IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA


1. PRENDE ATTO dei sette indicatori proposti dalla Presidenza danese per il futuro follow-up
della piattaforma di azione di Pechino per quanto riguarda la violenza domestica contro le
donne;

2. INVITA le prossime Presidenze a proseguire il follow-up degli indicatori relativi alla violenza
contro le donne;

3. RAMMENTA l'impegno assunto dagli Stati membri di adottare misure integrate e di
elaborare indicatori appropriati al fine di prevenire ed eliminare la violenza contro le donne
come indicato nella piattaforma di azione di Pechino, e incoraggia gli Stati membri ad
adottare le necessarie disposizioni in proposito;

4. RAMMENTA che ai sensi della piattaforma di azione di Pechino la violenza contro le donne
costituisce una violazione dei diritti umani delle vittime e un ostacolo alla realizzazione
dell'obiettivo della parit di genere;

5. SOLLECITA i governi, con il coinvolgimento dei ministri pertinenti, ad adottare
urgentemente ulteriori misure e strategie attive per la lotta alla violenza domestica contro le
donne e a tener conto di qualsiasi follow-up degli indicatori;

6. INCORAGGIA gli Stati membri a prevedere l'elaborazione di dati nazionali e ad aggiornarli
progressivamente in modo da poter disporre regolarmente di statistiche sui sette indicatori
proposti, o, per quanto riguarda gli indicatori qualitativi, da poter svolgere regolarmente
indagini in materia;

7. RACCOMANDA alla Commissione di proseguire i lavori relativi ad iniziative di lotta alla
violenza contro le donne, tra cui programmi come DAPHNE;

8. RAMMENTA che il Consiglio ha gi elaborato degli indicatori per i seguenti settori: le donne
nei processi decisionali, il rapporto tra vita familiare e professionale e i divari salariali tra
uomini e donne;

9. INTENDE, nel corso delle prossime Presidenze ed in relazione ad iniziative nel quadro del
programma sulla parit di genere e di altre attivit comunitarie, proseguire nella messa a
punto di indicatori e nell'analisi comparativa riguardo ad altre forme di violenza contro le
donne e ad altri settori critici individuati nella piattaforma di azione di Pechino;
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10. INVITA le prossime Presidenze a prendere in considerazione la possibilit di integrare questi
sforzi con azioni relative alla violenza domestica di cui siano vittime o testimoni i bambini;


11. PREVEDE un esame dell'attuazione da parte degli Stati membri della piattaforma di azione di
Pechino riguardo alle seguenti tematiche: donne e povert, istruzione e formazione delle
donne, donne e salute, diritti umani delle donne e donne e media;


12. SOLLECITA ad affrontare il tema delle donne nei processi decisionali del settore privato in
occasione del prossimo esame dell'attuazione da parte degli Stati membri della piattaforma di
azione di Pechino;


13. INCORAGGIA le future Presidenze a preparare congiuntamente gli esami annuali, compresa
la messa a punto di indicatori e l'analisi comparativa, e a ripartire l'onere della raccolta e
dell'analisi dei dati tra pi Stati membri;


14. SI IMPEGNA ad esaminare periodicamente i progressi realizzati in ordine a tali tematiche e
INVITA le prossime Presidenze, in collaborazione con gli Stati membri, a riprendere i temi
gi trattati e a valutare i progressi con l'aiuto degli indicatori elaborati;


15. ESORTA la Commissione europea a tener conto delle tematiche dibattute nel quadro del
follow-up della piattaforma di azione di Pechino per cui sono gi stati adottati indicatori,
eventualmente in altri contesti comunitari."
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INTEGRAZIONE DI GENERE - Conclusioni del Consiglio

Il Consiglio ha adottato delle conclusioni che ribadiscono l'impegno degli Stati membri in merito al
principio di integrazione di genere quale definito nella quarta conferenza mondiale delle Nazioni
Unite sulle donne tenutasi a Pechino nel 1995.

Ha preso atto anche di una relazione della Presidenza concernente l'esperienza acquisita
nell'integrazione della dimensione di genere nelle politiche sociali e dell'occupazione.

Inoltre il Consiglio ha preso atto della guida della Presidenza intesa a proporre consigli specifici alle
future presidenze sulle modalit per integrare la dimensione di genere nelle varie formazioni del
Consiglio. Questa guida stata particolarmente ben accolta dalle delegazioni.

Nel contesto dell'integrazione di genere la Presidenza ha introdotto norme specifiche sulla
dimensione di genere concernenti i seguenti nove punti dell'agenda: coordinamento dei sistemi di
sicurezza sociale; lotta contro la povert e l'esclusione; accesso alle risorse telematiche per i
disabili; lavoro offerto tramite un'agenzia di lavoro temporaneo; vertice sociale trilaterale;
applicazione ai lavoratori autonomi della legislazione sulla salute e la sicurezza sul lavoro;
indicatori strutturali; relazione comune sull'occupazione per il 2002 e responsabilit sociale delle
imprese.

Conclusioni del Consiglio sul follow-up del principio dell'integrazione di genere nelle
formazioni del Consiglio

"IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

CONSIDERANDO QUANTO SEGUE:

1. La richiesta del Consiglio europeo di Madrid (15/16 dicembre 1995), a seguito della quarta
Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne tenutasi a Pechino nel 1995, secondo
cui il Consiglio dovrebbe procedere ad un bilancio annuale dell'attuazione negli Stati membri
della piattaforma d'azione di Pechino, compresa l'integrazione di genere;

2. L'adozione nel 1998 del trattato di Amsterdam, in particolare gli articoli 2 e 3 che mirano ad
eliminare le ineguaglianze nonch a promuovere la parit tra uomini e donne in tutte le
attivit;

3. La decisione del Consiglio europeo di Vienna (11/12 dicembre 1998) di promuovere
l'integrazione generale del principio delle pari opportunit per donne e uomini nelle politiche
in materia di occupazione degli Stati membri;
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4. La risoluzione del Consiglio in data 22 febbraio 1999, che introduce l'approccio basato
sull'integrazione di genere nell'attuazione dei quattro pilastri della strategia europea per
l'occupazione;

5. Gli obiettivi adottati dal Consiglio europeo di Nizza (7/9 dicembre 2000), tra cui combattere
la povert e l'esclusione sociale, e la necessit di assicurare che la parit tra uomini e donne
costituisca un aspetto fondamentale di tutte le azioni da intraprendere per conseguire tale
obiettivo;

6. La prassi instaurata dalla Presidenza, a partire dalla Presidenza francese nel 2000, di includere
l'integrazione di genere in una o due formazioni del Consiglio. Sino ad ora, la dimensione di
genere stata esaminata nell'ambito delle seguenti formazioni del Consiglio: Istruzione,
Mercato interno, Ricerca, Agricoltura, Ambiente, Affari generali e Economici e finanza.

7. La decisione della Presidenza danese di integrare la dimensione di genere nella politica
occupazionale e sociale, includendo una prospettiva di genere e di parit di genere nell'esame
dei singoli punti all'ordine del giorno della pertinente formazione del Consiglio.


IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,


(1) SOLLECITA la Commissione a proseguire lo sviluppo dell'integrazione di genere nelle
politiche comunitarie in materia di occupazione e sociale, anche con un piano per integrare gli
aspetti di genere e di parit di genere nelle pertinenti iniziative politiche. Questo approccio
dovrebbe essere seguito per:

a) la base statistica (prevedere una base di dati disaggregati per genere che possa essere
utile per la valutazione dell'impatto di genere specifico di qualsiasi iniziativa);

b) il processo decisionale (assicurare che la prospettiva di genere sia presa in
considerazione nel processo decisionale);

c) gli orientamenti d'applicazione (indicare in quale modo i singoli Stati membri possono
impedire che le diverse iniziative aumentino le ineguaglianze di genere);

d) la valutazione (compresa una prospettiva di genere e di parit di genere allo scopo di
evitare sperequazioni nel settore in questione).

Il Consiglio accoglie positivamente lo studio di fattibilit della Commissione sulla creazione
di un Istituto europeo del genere e invita la Commissione a concludere rapidamente i lavori in
materia per costituire una base da esaminare ulteriormente.


(2) SI IMPEGNA ad esaminare la possibilit di rendere disponibili, in seno al Segretariato, le
competenze in materia di parit e integrazione di genere necessarie per portare avanti il
processo di integrazione di genere.
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(3) SOLLECITA gli Stati membri ad impegnarsi in modo pi risoluto ad integrare la dimensione
di genere in tutte le politiche comprese quelle dell'occupazione e sociale.


(4) "SOLLECITA gli Stati membri a proseguire le riflessioni sulla possibilit di creare un gruppo
ad alto livello del Consiglio"


(5) INVITA gli Stati membri a riunire competenze in materia di parit di genere nei ministeri
responsabili al fine di attuare l'integrazione di genere nelle politiche occupazionale e sociale.


(6) CHIEDE alle future Presidenze di proseguire la prassi di includere l'integrazione di in tutte le
formazioni del Consiglio."

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INCLUSIONE SOCIALE - Risoluzione del Consiglio

Risoluzione del Consiglio del sull'inclusione sociale attraverso il dialogo sociale e il
partenariato

"IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

RAMMENTANDO QUANTO SEGUE:

1. l'inclusione sociale stata stabilita come obiettivo politico nelle conclusioni della Presidenza
del Consiglio europeo di Nizza, sulla scia delle conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona
che definivano come obiettivi strategici la crescita sostenibile, nuovi e migliori posti di lavoro
e una maggiore coesione sociale e affermavano l'importanza fondamentale dell'inclusione
sociale per modernizzare il modello sociale europeo. Le conclusioni del Consiglio europeo di
Barcellona specificano il contributo delle parti sociali al raggiungimento di tali obiettivi e il
Consiglio conferma il proprio impegno a intervenire decisamente per eliminare la povert e
l'esclusione sociale mediante l'adozione di obiettivi comuni riveduti per la seconda serie di
piani d'azione nazionali per la lotta contro la povert e lesclusione sociale per il
periodo 2003-2005;

2. il dialogo sociale una forza atta a promuovere innovazione e cambiamento, assicurando un
equilibrio tra flessibilit e sicurezza, fornendo risposte adeguate a sfide quali lo sviluppo della
formazione lungo tutto larco della vita, il rafforzamento della mobilit, linvecchiamento
attivo e la promozione delle pari opportunit e della diversit, come riconosciuto dal Gruppo
ad alto livello "Relazioni industriali" e sottoscritto nella dichiarazione di Laeken dalle parti
sociali, come pure dalle comunicazioni della Commissione sul dialogo sociale europeo e sulla
responsabilit sociale delle imprese. La comunicazione della Commissione sul dialogo sociale
rivolge un appello alle parti sociali affinch amplino l'agenda del dialogo sociale sviluppando
il proprio dialogo autonomo e aumentando il proprio impegno nella concertazione trilaterale
e nei processi legati al metodo aperto di coordinamento. Nella dichiarazione di Laeken le parti
sociali affermano l'intenzione di stabilire programmi di lavoro comuni per promuovere la
modernizzazione e il cambiamento nell'Unione europea e per preparare l'allargamento;

3. il partenariato e una migliore governance sono un mezzo per far fronte alle crescenti richieste
rivolte dalla societ civile allo Stato. necessario pertanto rafforzare la collaborazione tra
istituzioni europee, governi nazionali, autorit regionali e locali, parti sociali e organizzazioni
della societ civile, per coinvolgere maggiormente i soggetti interessati e stabilire norme
minime per la consultazione, come stato recentemente sottolineato nel Libro bianco sulla
governance e nella comunicazione della Commissione sulla strategia europea per
l'occupazione. La tavola rotonda europea sulla povert e l'esclusione sociale svoltasi a Aarhus
nell'ottobre 2002 ha evidenziato un rafforzato impegno delle parti sociali, delle ONG e di altre
parti interessate a contribuire al processo. Nello stesso spirito, gli obiettivi comuni riveduti e i
metodi di lavoro per il processo di inclusione sociale sottolineano la necessit di promuovere
il dialogo e la partecipazione di tutti gli organismi interessati, comprese parti sociali, ONG e
servizi sociali, e l'impegno attivo dei cittadini nella lotta alla povert e all'esclusione sociale.
Inoltre, la comunicazione della Commissione sulla responsabilit sociale delle imprese ha
messo in luce il fatto che le imprese tengono sempre pi conto nei loro comportamenti delle
esigenze sociali e ambientali;

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SOTTOLINEANDO QUANTO SEGUE:

4. si avverte la crescente necessit di un'inclusione sociale pi diffusa che consenta al maggior
numero possibile di persone di partecipare attivamente al mercato del lavoro e alla societ in
senso lato, indipendentemente dalle origini etniche e razziali, dal sesso, dall'et, dalla
disabilit, dagli orientamenti religiosi e sessuali; necessit sottolineata dalle attuali tendenze
demografiche che pongono gravi sfide alla futura offerta di occupazione e al corretto
funzionamento dei mercati del lavoro;

5. la promozione dell'inclusione sociale richiede una risposta politica forte, coordinata e
multidimensionale alla situazione economica e sociale in rapida evoluzione, che si avvalga
tanto di misure preventive quanto di politiche e approcci nuovi. Tale politica pu essere
tempestivamente rafforzata razionalizzando i metodi aperti di coordinamento nel campo della
protezione sociale e prendendo in considerazione i loro rapporti con altre strategie. Dato che
l'inclusione sociale va al di l degli approcci tradizionali in materia di mercato del lavoro,
comprendendo temi quali la sanit, l'istruzione, gli alloggi e i servizi sociali, si rende
necessario il coinvolgimento di diversi soggetti interessati, che facciano del dialogo e del
partenariato strumenti importanti per aiutare a formulare e realizzare le attivit e condividerne
la responsabilit;

6. necessario che tutti i soggetti interessati si rendano conto degli effetti delle loro azioni
sull'inclusione sociale e sulle persone a rischio di emarginazione, in tutti i settori e nei
rispettivi ambiti di competenza e di lavoro, nonch in cooperazione con altri soggetti
interessati;

7. l'allargamento dell'UE, che aumenta notevolmente il numero degli Stati membri, e la variet
delle regioni e dei livelli di prosperit economica accentuano la necessit dell'inclusione
sociale come strumento per assicurare maggiore coesione sociale;


INVITA LA COMMISSIONE

8. a continuare a incoraggiare il dialogo sociale e il partenariato nel contesto di un'Unione
allargata, come strumento di promozione dell'inclusione sociale a livello nazionale, regionale
e locale; particolare risalto dovrebbe essere dato alla prevenzione, compreso il mantenimento
dei posti di lavoro, e alle misure correttive;

9. ad assicurare che si dedichi particolare attenzione alla piena integrazione dell'inclusione
sociale nella strategia economica e sociale dell'Unione;

10. a continuare a raccogliere e ad analizzare, nel contesto dei processi e programmi esistenti,
esempi nazionali, regionali e locali di inclusione sociale attraverso il dialogo sociale e il
partenariato, al fine di contribuire alla diffusione di esempi di buona prassi a livello di
soggetti interessati, gruppi destinatari e modelli di collaborazione;

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INVITA GLI STATI MEMBRI

11. a rafforzare, conformemente agli obiettivi comuni riveduti per la lotta contro la povert e
l'esclusione sociale, il coinvolgimento delle parti sociali e di tutti gli altri soggetti interessati
nel processo di inclusione sociale, e quindi anche nella preparazione, nell'attuazione e nel
monitoraggio, secondo la prassi nazionale, dei piani d'azione nazionali;

12. ad assicurare, conformemente agli obiettivi comuni riveduti per la lotta contro la povert e
l'esclusione sociale, e nel contesto della strategia europea per l'occupazione, che l'inclusione
sociale contribuisca all'eliminazione della povert e alla promozione della coesione sociale e
migliori l'accesso al mercato del lavoro sia per gli uomini sia per le donne, in particolare
tenendo debitamente conto del contributo positivo del dialogo sociale e del partenariato
all'inclusione sociale;

13. a promuovere e sollecitare la partecipazione attiva a partenariati dei soggetti interessati quali
le autorit locali, i sindacati, le imprese, le ONG e altri direttamente coinvolti;


INVITA IL COMITATO PER LA PROTEZIONE SOCIALE, IN STRETTA COOPERAZIONE
CON LE PARTI SOCIALI

14. a consolidare, sulla base delle consultazioni informali finora svolte, la concertazione
trilaterale sui lavori in corso in materia di inclusione sociale e a promuovere il coinvolgimento
attivo delle parti sociali nel processo di inclusione sociale, nello spirito della comunicazione
della Commissione sul dialogo sociale europeo;


INVITA IL COMITATO PER LA PROTEZIONE SOCIALE

15. promuovere occasioni, in particolare nel contesto della tavola rotonda europea annuale, per
rafforzare il dialogo con le organizzazioni della societ civile;


INVITA LE PARTI SOCIALI

16. a individuare eventuali meccanismi di partenariato e approcci per attivit specifiche che
contribuiscano a una maggiore inclusione sociale;

17. a prendere in considerazione, nell'ambito del loro dialogo autonomo, iniziative atte a
rafforzare l'inclusione sociale in un'Unione allargata;

18. a intensificare l'impegno di applicare il metodo aperto di coordinamento in materia di povert,
esclusione sociale e occupazione, al fine di promuovere una societ e un mercato del lavoro
nel segno dell'inclusione;
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INVITA LE ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIET CIVILE


19. a individuare e sviluppare partenariati e approcci per attivit specifiche nella prospettiva di
promuovere una societ inclusiva e, se del caso, un mercato del lavoro inclusivo;


20. a intensificare l'impegno di applicare il metodo aperto di coordinamento in materia di povert
ed esclusione sociale, al fine di promuovere una societ inclusiva."

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FOLLOW-UP DEL VERTICE MONDIALE SULLO SVILUPPO SOSTENIBILE DI
JOHANNESBURG - Conclusioni del Consiglio

Le seguenti conclusioni saranno trasmesse al Consiglio Affari generali e Relazioni esterne in
preparazione del Consiglio europeo di primavera del 2003.

Conclusioni del Consiglio del sul follow-up del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile
tenutosi a Johannesburg in agosto-settembre 2002

"IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA

1. RICORDA le conclusioni del Consiglio europeo di Gteborg del 15 e 16 giungo 2001, del
Consiglio europeo di Barcellona del 15 e 16 marzo 2002, del Consiglio ECOFIN
del 4 giugno 2002, del Consiglio "Affari generali" del 17 giugno 2002, del Consiglio europeo
di Siviglia del 21 e 22 giugno 2002, del Consiglio "Affari generali" del 22 luglio 2002 e del
Consiglio "Affari generali e relazioni esterne" del 30 settembre 2002 sulla valutazione, la
definizione di priorit e il follow-up degli impegni di Johannesburg;

2. RAMMENTA il mandato conferito al vertice di Johannesburg Summit dall'Assemblea
generale delle Nazioni Unite di individuare ulteriori misure per attuare gli accordi di Rio,
risultati e settori in cui siano necessari maggiori sforzi e decisioni operative nonch nuove
sfide e opportunit;

3. PLAUDE al consenso raggiunto dai capi di Stato e di governo a Johannesburg, al vertice
mondiale sullo sviluppo sostenibile di agosto-settembre 2002, sulla dichiarazione politica e
sul relativo piano di attuazione;

4. RIAFFERMA l'impegno dell'UE a favorire lo sviluppo sostenibile nelle sue politiche interne
ed esterne mediante un approccio integrato allo sviluppo economico, allo sviluppo sociale e
alla tutela dell'ambiente;

5. SOTTOLINEA il costante impegno dell'UE, confermato a Johannesburg e successivamente,
di portare avanti l'ampia agenda interna e globale e di integrare maggiormente gli aspetti
sociali, economici e ambientali dello sviluppo sostenibile, tra l'altro rafforzando il quadro
istituzionale per lo sviluppo sostenibile a tutti i livelli;

6. PRENDE ATTO che il Consiglio "Affari generali e relazioni esterne" del novembre 2002 ha
proceduto all'esame e fatto il punto dei lavori preliminari dell'UE sul follow-up di
Johannesburg;

Ruolo dell'Organizzazione internazionale del lavoro

7. SI RALLEGRA del consenso espresso a favore del sostegno all'Organizzazione
internazionale del lavoro, di cui incoraggia i lavori in corso sulla dimensione sociale della
globalizzazione. La globalizzazione dovrebbe essere pienamente inclusiva ed equa, al fine di
promuovere opportunit generatrici di reddito e di posti di lavoro decorosi;
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8. PRENDE ATTO dell'impegno di adottare misure immediate ed efficaci per eliminare le
peggiori forme di lavoro minorile, quale definito nella convenzione dell'OIL n. 182, nonch di
elaborare e attuare strategie per l'eliminazione delle forme di lavoro minorile contrarie alle
norme accettate a livello internazionale;

Occupazione e coesione sociale

9. SALUTA il riconoscimento a Johannesburg dell'importanza del pilastro sociale dello sviluppo
sostenibile e della necessit di rafforzarlo, in particolare mediante misure relative
all'occupazione e misure concrete a favore dell'inclusione sociale;

10. RICONOSCE che l'UE dovrebbe incrementare gli sforzi, nel quadro della sua politica per lo
sviluppo sostenibile sia a livello interno che esterno, attraverso un approccio integrato allo
sviluppo economico e sociale nonch alla protezione ambientale, onde aumentare l'accesso ad
opportunit di lavoro decorose per le persone che vivono in condizioni di povert, sviluppare
e attuare partenariati e programmi incentrati sull'occupazione, compresi programmi di
formazione e istruzione, fornire assistenza per aumentare le opportunit d'impiego generatrici
di reddito tenendo conto della dichiarazione dell'OIL sui principi e diritti fondamentali sul
lavoro, e aumentare i posti di lavoro decorosi integrando nel contempo la prospettiva di genere;

11. RICONOSCE in particolare, la veridicit dell'affermazione secondo cui lo sradicamento della
povert la principale sfida globale che il mondo ha oggi di fronte e costituisce un requisito
indispensabile per conseguire lo sviluppo sostenibile mediante un approccio
pluridimensionale;

12. RAMMENTA le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 miranti, tra
l'altro, a "modernizzare il modello sociale europeo, investendo nelle persone e combattendo
l'esclusione sociale" al fine di rendere l'UE "l'economia basata sulla conoscenza pi
competitiva e dinamica del mondo", nonch il fatto che "occorrono iniziative per imprimere
una svolta decisiva alla lotta contro la povert" e segnatamente al processo in corso
nell'ambito del metodo di coordinamento aperto per lottare contro la povert e l'esclusione
sociale;

13. PRENDE ATTO della promozione della dimensione sociale dello sviluppo sostenibile
muovendo dal vertice mondiale delle Nazioni Unite per lo sviluppo sociale tenutosi a
Copenaghen nel 1995, dal processo di revisione e valutazione svoltosi a Ginevra nel 2000 in
particolare dalla dichiarazione dell'OIL sui principi e diritti fondamentali sul lavoro, del 1998;

14. SI COMPIACE, nella prospettiva del rafforzamento del quadro istituzionale per lo sviluppo
sostenibile a livello internazionale, dell'impegno assunto dalla comunit internazionale a
Johannesburg di promuovere la piena integrazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile
nei programmi e nelle politiche degli organi che si occupano principalmente di questioni
sociali, e si impegna a rafforzare questa prospettiva nel follow-up del vertice mondiale per lo
sviluppo sociale e della sua revisione quinquennale;
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Dimensione di genere

15. SI COMPIACE del messaggio di Johannesburg sulla parit di accesso e la piena
partecipazione delle donne, su una base di parit con gli uomini, al processo decisionale a tutti
i livelli;

16. APPROVA l'impegno di garantire che il conferimento di responsabilit e l'emancipazione
delle donne nonch la parit di genere siano integrati in tutte le attivit previste nel quadro
dell'Agenda 21, degli obiettivi di sviluppo definiti nella dichiarazione del millennio e del
piano di attuazione di Johannesburg;

17. RICORDA l'integrazione delle prospettive di genere in tutte le politiche e strategie;

18. ESORTA a eliminare tutte le forme di violenza e di discriminazione contro le donne;

19. SOSTIENE l'impegno a migliorare lo status, la salute e il benessere economico delle donne e
delle ragazze attraverso la parit di accesso alle opportunit economiche, ai terreni, ai crediti,
all'istruzione e ai servizi sanitari;

20. RAMMENTA il processo di follow-up che si svolge nel Consiglio "Occupazione, politica
sociale, salute e consumatori" in relazione alla piattaforma d'azione emersa dalla quarta
conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, svoltasi a Pechino nel 1995, e dal
follow-up della conferenza svoltosi nel 2000;

21. INVITA le future Presidenze a includere nella valutazione annuale dell'Unione europea
dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino le questioni concernenti la parit di
genere e l'avanzamento delle donne, citate nel piano d'attuazione di Johannesburg e nella
dichiarazione finale dell'UE resa alla riunione di Johannesburg;

Responsabilit sociale delle imprese

22. ACCOGLIE FAVOREVOLMENTE il riferimento fatto a Johannesburg al rafforzamento
della responsabilit ambientale e sociale delle imprese negli sforzi destinati a garantire lo
sviluppo sostenibile in un mondo globalizzato;

23. RICORDA lo sforzo in atto per sviluppare e aumentare la consapevolezza in materia di
responsabilit sociale delle imprese nell'Unione europea;

24. CONFERMA, con l'adozione parallela di una risoluzione, il proprio impegno a elaborare una
strategia sulla responsabilit sociale delle imprese, secondo quanto esposto nella
comunicazione della Commissione europea relativa alla responsabilit sociale delle imprese:
un contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile;
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Sanit

25. RIBADISCE l'impegno dell'UE e dei suoi Stati membri a dare un follow-up agli obiettivi del
piano di attuazione di Johannesburg in materia di sanit nell'ambito del programma d'azione
comunitario nel campo della sanit pubblica (2003-2008) e nell'ambito degli altri programmi
comunitari pertinenti nonch all'azione su norme di qualit e di sicurezza per il sangue umano
e i suoi componenti, le cellule e i tessuti umani, i dispositivi medici e i prodotti farmaceutici;

26. PRENDE ATTO dell'accordo di Johannesburg sulla necessit di affrontare le cause delle
cattive condizioni di salute, tra cui le cause ambientali, e il loro impatto sullo sviluppo e di
sostenere il processo di protezione sociale e fornire i servizi sanitari di base a tutti in modo
efficiente, accessibile e a prezzi contenuti, allo scopo di prevenire, controllare e curare le
malattie infettive, specie l'HIV/AIDS, e ridurre l'onere rappresentato dalle malattie e dalle
condizioni non infettive e dai fattori di rischio associati, compreso il tabacco.


Consumo sostenibile

27. SI COMPIACE dell'invito di Johannesburg a promuovere consumo e modelli di produzione
sostenibili tramite la sensibilizzazione e l'informazione dei consumatori;

28. RICORDA la strategia per lo sviluppo sostenibile adottata dal Consiglio europeo di Gteborg
nel giugno 2001 nonch la strategia per l'integrazione della tutela dell'ambiente e dello
sviluppo sostenibile nella politica del mercato interno, in particolare l'obiettivo di incoraggiare
una maggiore sensibilizzazione e conoscenza dei consumatori riguardo a consumi e stili di
vita sostenibili;

29. PRENDE ATTO dei lavori per lo sviluppo di un quadro decennale di programmi per il
consumo e la produzione sostenibili e del follow-up delle summenzionate strategie definito
nell'ambito delle pertinenti formazioni del Consiglio, tenendo debitamente conto degli
impegni di Johannesburg e SI IMPEGNA a seguire da vicino tali lavori apportando, se
necessario, il suo contributo;

*
* *

30. INVITA il Consiglio europeo ad approvare i risultati del vertice mondiale e a verificare
l'attuazione degli impegni assunti in tale occasione mediante il proseguimento della strategia
dell'UE per lo sviluppo sostenibile e del processo di Cardiff di integrazione settoriale, in
particolare in occasione del Consiglio europeo di primavera del 2003, come deciso dal
Consiglio europeo di Barcellona, con uno sforzo nuovo e specifico per creare opportunit di
reciproco sostegno tra le componenti sociali (ivi compresa l'occupazione), ambientali ed
economiche della strategia dell'UE."
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LAVORO OFFERTO TRAMITE UN'AGENZIA DI LAVORO TEMPORANEO

Il Consiglio ha tenuto un dibattito politico sui principali problemi sollevati dalla proposta di
direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle condizioni di lavoro dei lavoratori
temporanei in base ad una nota della Presidenza contenente una serie di domande rivolte ai Ministri.

Il dibattito si incentrato su cinque problemi principali tuttora in sospeso: restrizioni relative
all'utilizzazione di lavoratori temporanei; deroghe per lavoratori temporanei con incarichi di durata
inferiore a sei settimane; lavoro offerto tramite un'agenzia di lavoro temporaneo come strumento del
mercato del lavoro; principio di non discriminazione dei lavoratori temporanei in relazione alla
definizione "lavoratore comparabile" e ruolo delle parti sociali.

Varie delegazioni e la Commissione hanno fatto riferimento anche ad alcuni degli emendamenti del
Parlamento europeo che potrebbero servire da base utile per le future discussioni in materia.

Le delegazioni si sono compiaciute degli sforzi messi in atto dalla Presidenza per far progredire
questo fascicolo e hanno sottolineato l'importanza del lavoro temporaneo per giungere ad una
maggiore competitivit, sottolineando nel contempo la necessit di salvaguardare i diritti dei
lavoratori. stato raggiunto un ampio consenso sul considerare che le due questioni principali che
dovranno essere prese in considerazione per giungere ad un accordo politico sotto la Presidenza
greca sono le restrizioni relative al lavoro offerto tramite un'agenzia di lavoro (articolo 4) e i periodi
di deroga per i lavoratori temporanei per quanto riguarda il principio della non discriminazione
(articolo 5, paragrafo 4).

La proposta si prefigge di creare un equilibrio tra la protezione dei lavoratori temporanei e la
garanzia di flessibilit nel mercato del lavoro. Essa viene a completare un pacchetto di misure
destinate a regolamentare le condizioni di lavoro per i cosiddetti lavoratori "atipici" nel contesto
della strategia di riforma economica definita dal Consiglio europeo di Lisbona nel marzo 2000.
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VERTICE SOCIALE TRILATERALE

Il Consiglio ha approvato una relazione della Presidenza concernente la proposta di decisione del
Consiglio che istituisce un vertice sociale trilaterale per la crescita e l'occupazione ed ha convenuto
di sottoporlo al Consiglio Affari generali e relazioni esterne, all'attenzione del Consiglio europeo.

La stragrande maggioranza delle delegazioni si rallegrata per l'intenzione di formalizzare il vertice
riconoscendo nel contempo che sussistono varie questioni giuridiche e procedurali che richiedono
ulteriore studio.

La relazione identifica le seguenti soluzioni di compromesso destinate a sormontare tali difficolt:

nel prossimo futuro il vertice sociale trilaterale continuerebbe ad essere organizzato su base
informale, conformemente alla prassi stabilita, almeno prima di ciascun Consiglio europeo di
primavera;
il Consiglio continuerebbe ad esaminare la proposta per la formalizzazione del vertice in
maniera tale da essere compatibile con le modalit relative al Consiglio europeo;
il Comitato permanente dell'occupazione non sarebbe rimpiazzato fino alla formalizzazione
del vertice trilaterale.

Per vari anni i vertici sociali informali si sono svolti alla vigilia dei Consigli europei di primavera,
riunendo gli Stati membri, la Commissione e le parti sociali. Nel dicembre 2001, a Laeken, il
Consiglio europeo ha deciso di organizzare un vertice "Affari sociali" prima di ciascun Consiglio
europeo di primavera e la proposta della Commissione si prefigge di formalizzare questa decisione.
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SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO DEI LAVORATORI AUTONOMI

Il Consiglio ha raggiunto un accordo politico sul progetto di raccomandazione del Consiglio relativa
all'applicazione ai lavoratori autonomi della legislazione sulla salute e la sicurezza sul lavoro. La
raccomandazione sar adottata come punto "A" (punti adottati senza discussione), dopo la messa a
punto del testo, in una delle prossime sessioni del Consiglio.

La raccomandazione ha come obiettivo la prevenzione dei rischi di infortuni e di malattie
professionali a cui sono esposti i lavoratori autonomi, dato che la normativa comunitaria esistente in
materia di salute e sicurezza, basata sull'articolo 137 del trattato, si applica soltanto ai lavoratori
dipendenti e pertanto esclude i lavoratori autonomi. Uno dei motivi alla base di questa
raccomandazione l'alto numero di lavoratori autonomi che operano in settori ad alto rischio, in
particolare nell'agricoltura, nella pesca, nell'edilizia e nei trasporti.

Il progetto di raccomandazione esorta gli Stati membri a promuovere la prevenzione e le azioni in
materia di salute e sicurezza, tra l'altro con campagne di sensibilizzazione e l'accesso alle
opportunit di formazione e ai controlli medici.
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RAZIONALIZZAZIONE DEI CICLI DI COORDINAMENTO DELLA POLITICA
ECONOMICA E DELLA POLITICA DELL'OCCUPAZIONE

Il Consiglio ha approvato una relazione sulla razionalizzazione dei cicli annuali di coordinamento
della politica economica e della politica dell'occupazione ed ha avuto uno scambio di opinioni che
seguito alla presentazione da parte del sig. Clive Tucker, Presidente del Comitato per l'occupazione,
e del sig. Raoul Briet, Presidente del Comitato per la protezione sociale.

Il 3 dicembre la relazione stata approvata congiuntamente dal Consiglio nelle formazioni
"Occupazione, politica sociale, salute e consumatori" e "Economia e finanza" in base ai lavori svolti
dal Comitato per l'occupazione, dal Comitato per la protezione sociale e dal Comitato di politica
economica.

Le delegazioni hanno accolto con favore la relazione congiunta e hanno sottolineato l'importanza di
mantenere l'autonomia di entrambi i processi, in particolare il ruolo guida del Consiglio
"Occupazione, politica sociale, salute e consumatori" nel decidere gli orientamenti in materia di
occupazione.

Nella sua relazione il Consiglio raccomanda in particolare che:

i processi si concentrino sulle sfide a medio e a pi lungo termine e sull'attuazione,
al fine di preparare il Consiglio europeo di primavera quale momento essenziale del ciclo
annuale di coordinamento delle politiche, la relazione di primavera della Commissione e altri
pertinenti rapporti di attuazione siano presentati nel gennaio di ogni anno,
vi sia un impegno determinato a razionalizzare gli obblighi di relazione degli Stati membri,
siano evitati, per quanto possibile, sovrapposizioni e doppioni, in particolare rafforzando la
coerenza e la complementarit pur mantenendo i ruoli distinti dei processi.

Dalla sincronizzazione dei due calendari, che fa seguito a una richiesta del Consiglio europeo di
Barcellona (marzo 2002), ci si aspetta una migliore efficacia dei relativi cicli di coordinamento
delle politiche.

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INDICATORI STRUTTURALI

Il Consiglio ha adottato le conclusioni sugli indicatori strutturali che saranno utilizzati dalla
Commissione per valutare i processi relativi all'occupazione e all'inclusione sociale dell'UE nel
contesto della sua "Relazione di sintesi" che sar presentata al Consiglio europeo di primavera
del 2003. Le conclusioni sono state approvate il 3 dicembre congiuntamente dal Consiglio nelle
formazioni "Occupazione, politica sociale, salute e consumatori" e "Economia e finanza" in base ai
lavori svolti dal Comitato per l'occupazione, dal Comitato per la protezione sociale e dal Comitato
di politica economica.

Gli indicatori strutturali sono elaborati conformemente all'obiettivo stabilito dal Consiglio europeo
di Lisbona (marzo 2000) di fare dell'Europa l'economia pi competitiva basata sulla conoscenza
entro il 2010. Nella sua relazione di sintesi annuale la Commissione valuta i progressi compiuti in
vari settori verso il conseguimento di questi obiettivi.

Nell'aggiornare gli indicatori strutturali l'obiettivo principale stato quello di mantenere il pi alto
grado possibile di stabilit per garantire la comparabilit a medio termine dei dati ottenuti.

Tenendo conto dei lavori dei suddetti Comitati, il Consiglio:

incoraggia in particolare la Commissione a fare un uso pi intenso e sistematico degli
indicatori strutturali e
definisce le priorit per i futuri lavori.

Inoltre il Consiglio ha preso atto dell'approvazione da parte del Consiglio "Economia e finanza" di
un breve elenco di indicatori destinati a fornire un breve panorama delle prestazioni degli Stati
membri e a focalizzare il dibattito pubblico.
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RELAZIONE CONGIUNTA SULL'OCCUPAZIONE 2002

Il Consiglio ha preso atto della presentazione da parte della Commissione del progetto di relazione
congiunta della Commissione e del Consiglio sull'occupazione per il 2002. Esso ha chiesto al
Comitato per l'occupazione e al Comitato per la politica economica di proseguire l'esame del testo
per consentirne l'adozione in occasione della preparazione del Consiglio europeo di primavera.

La relazione 2002 fornisce una visione d'insieme della situazione dell'occupazione nell'UE e una
valutazione dei progressi compiuti dagli Stati membri nell'attuazione degli orientamenti e delle
raccomandazioni per l'occupazione durante il 2001. Essa pone in evidenza varie sfide per il futuro,
in particolare per quanto riguarda l'uso di obiettivi nazionali, la messa a disposizione di
informazioni sul bilancio, la situazione dei lavoratori pi anziani, la qualit intrinseca degli
impieghi e la qualit del dialogo sociale.

La relazione fa parte dell'esame annuale della strategia europea per l'occupazione, il cui obiettivo
principale passato dalla lotta contro la disoccupazione alla priorit pi ampia della creazione di
posti di lavoro migliori e pi numerosi in una societ inclusiva. Questa modificazione la risposta
all'obiettivo stabilito dal Consiglio europeo di Lisbona (marzo 2000) di fare dell'Europa l'economia
pi competitiva basata sulla conoscenza entro il 2010.
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RESPONSABILIT SOCIALE DELLE IMPRESE - Risoluzione del Consiglio

"IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

Ricordando:

il Libro verde della Commissione "Promuovere un quadro europeo per la responsabilit sociale
delle imprese"

, che ha avviato una procedura di consultazione sul concetto di responsabilit
sociale delle imprese (RSI);

la risoluzione del Consiglio del 3 dicembre 2001 sul seguito da dare al Libro verde della
Commissione

, che ha riconosciuto che l'RSI pu contribuire alla realizzazione degli obiettivi
definiti dai Consigli europei di Lisbona, Nizza e Gteborg affinch l'Unione europea diventi
l'economia basata sulla conoscenza pi competitiva e pi dinamica del mondo, promuovendo
l'integrazione sociale e lo sviluppo sostenibile;

la comunicazione della Commissione relativa alla responsabilit sociale delle imprese: "Un
contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile"

, che costituisce il seguito del Libro verde;

gli attuali strumenti concordati a livello internazionale, la cui rilevanza per l'RSI riconosciuta nella
succitata risoluzione;

il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg ed il piano di attuazione ivi adottato,
in base al quale la comunit internazionale dovrebbe promuovere l'RSI, l'assunzione di
responsabilit e lo scambio delle migliori pratiche nel contesto dello sviluppo sostenibile;

Rallegrandosi per la comunicazione della Commissione e per quanto da essa sostenuto, vale a dire
che una strategia di promozione dell'RSI dovrebbe basarsi sui seguenti elementi:

riconoscimento della natura volontaria dell'RSI;

necessit di rendere le pratiche in materia di RSI credibili e trasparenti;

focalizzazione su attivit in cui l'intervento della Comunit apporta un valore aggiunto;

approccio equilibrato all'RSI e di ampio respiro che comprenda gli aspetti economici, sociali
ed ambientali, nonch gli interessi dei consumatori;


COM (2001) 366 defin.

GU C 86 del 10.4.2002, pag. 3.

COM (2002) 347 defin.

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attenzione rivolta a esigenze e caratteristiche specifiche delle PMI;

appoggio agli attuali strumenti concordati a livello internazionale e compatibilit con i
medesimi;


Sottolineando che l'RSI un comportamento imprenditoriale che va oltre le norme giuridiche, che
dovrebbero continuare ad essere applicate correttamente, e che:

la globalizzazione ha creato nuove opportunit per le imprese ma ha anche aumentato la
complessit della loro organizzazione; le politiche in materia di RSI dovrebbero pertanto
incentrarsi non solo sulle singole imprese ma anche sulle loro affiliate e subcontraenti;

il dibattito sull'RSI deve essere visto nel contesto pi ampio del governo societario e
dell'assunzione di responsabilit;

per essere efficace, l'RSI dovrebbe iscriversi in uno sforzo concertato, di tutti gli interessati,
volto alla realizzazione di obiettivi comuni che includano il dialogo sociale e civile nel
rispetto della legislazione e della prassi nazionale;

le imprese dovrebbero affrontare non soltanto gli aspetti esterni dell'RSI ma anche quelli
interni quali la sicurezza e la salute sul lavoro e la gestione delle risorse umane;


Sostenendo le intenzioni della Commissione, in particolare quella di incentrare la sua strategia sui
seguenti aspetti:

fornire maggiori informazioni riguardo agli effetti positivi dell'RSI sulle imprese e sulle
societ, in Europa e nel mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo;

rafforzare lo scambio di esperienze e buone pratiche in materia di RSI tra le imprese, incluse
le PMI, in particolare tramite organizzazioni e reti d'imprese;

promuovere lo sviluppo delle capacit di gestione dell'RSI;

facilitare la convergenza e la trasparenza delle pratiche e degli strumenti dell'RSI che
dovrebbero essere basati, tra l'altro, sulle principali convenzioni dell'Organizzazione
internazionale del lavoro e sulle linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali,
quali norme comuni minime di riferimento;

integrare l'RSI nelle politiche comunitarie;


Rallegrandosi per la creazione di un foro multilaterale sull'RSI a livello dell'UE;


Rallegrandosi per l'impegno della Commissione a coinvolgere i paesi candidati nell'attuazione
della strategia dell'UE per promuovere l'RSI;

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Esorta la Commissione e le organizzazioni rappresentate nel foro multilaterale a:

continuare a garantire la trasparenza e l'efficacia dei lavori del foro multilaterale tramite la
regolare presentazione di relazioni;

assicurarsi che le opinioni di tutti gli attori interessati a livello europeo, nazionale, regionale e
locale, siano incanalate nei lavori del foro multilaterale;

assicurarsi che i risultati dei lavori del foro multilaterale, che opera basandosi sul consenso,
tengano pienamente conto dei summenzionati principi dell'RSI e li rispettino;

garantire che il foro multilaterale affronti nei suoi lavori la dimensione di genere; e

continuare a porre l'accento sul modo in cui l'RSI pu contribuire agli obiettivi dell'Unione
europea definiti, in particolare, dai Consigli europei di Lisbona, Nizza e Gteborg;

Esorta la Commissione a:

tenere conto, nell'elaborazione una strategia europea sull'RSI, degli obiettivi e degli impegni
concordati al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg; e

aumentare la consapevolezza riguardo all'utile coinvolgimento di tutti gli interessati, incluse
le parti sociali e le organizzazioni della societ civile, nelle pratiche dell'RSI a tutti i livelli;

Esorta gli Stati membri, tenendo conto dei summenzionati principi dell'RSI, a:

promuovere l'RSI a livello nazionale, parallelamente all'elaborazione di una strategia a livello
comunitario, soprattutto sensibilizzando le imprese sui vantaggi che essa offre e sottolineando
i potenziali risultati di una collaborazione costruttiva tra i governi, le imprese ed altri settori
della societ ;

continuare a incoraggiare il dialogo tra le parti sociali e il dialogo civile;

promuovere la trasparenza delle pratiche e degli strumenti dell'RSI;

scambiare informazioni ed esperienze riguardo alle loro politiche;

integrare l'RSI nelle politiche nazionali; e

integrare, ove opportuno, i principi dell'RSI nella propria gestione;

Esorta le future Presidenze a:

continuare ad incentivare il dibattito sull'RSI e a mantenere la partecipazione del Consiglio
nel foro multilaterale."
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CAMPI E ONDE ELETTROMAGNETICI

Il Consiglio ha preso atto delle informazioni fornite dalla Presidenza riguardo alla preparazione di
un nuovo testo di direttiva sui requisiti minimi relativi alla salute e alla sicurezza dei lavoratori
esposti a rischi derivanti da campi e onde elettromagnetici.

La Presidenza intende presentare un nuovo testo in materia entro la fine dell'anno. Tale nuovo testo
dovrebbe contenere disposizioni generali analoghe a quelle relative alle vibrazioni e al rumore
quali:

valutazione del rischio da parte dei datori di lavoro,
informazione e formazione dei lavoratori,
introduzione di valori limite di esposizione.

Si ricorda che la Presidenza ha presentato nella sessione dell'8 ottobre i risultati di un seminario
tecnico in materia organizzato a Lussemburgo il 20 settembre 2002.

Sullo sfondo di tale iniziativa sta la proposta di direttiva della Commissione del 1992 sulle
prescrizioni minime di salute e sicurezza relative all'esposizione di lavoratori a rischi derivanti da
quattro diversi agenti fisici: rumore, vibrazioni meccaniche, radiazione ottica e campi e onde
elettromagnetici. Nel 1999 stato convenuto che ciascun agente fisico sarebbe stato trattato
separatamente e sono gi state approvate le direttive relative alle vibrazioni e al rumore. La
Presidenza danese ha scelto ora di trattare i campi e le onde elettromagnetici.
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ATTIVIT DELLA PRESIDENZA

Il Consiglio ha preso atto delle informazioni fornite dalla Presidenza sulle recenti attivit nel settore
dell'Occupazione e degli Affari sociali, in particolare:

Seminario sulla qualit della vita e dei servizi forniti ai disabili (31 ottobre - 1 novembre,
Copenaghen);

Conferenza sui servizi di accoglienza per i figli e per le altre persone a carico - Pari
opportunit nel processo europeo di strategia per l'occupazione (25-26 novembre, Elsinore);

Conferenza sulla parit di retribuzione (29 novembre, Copenaghen).

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PUNTI APPROVATI SENZA DISCUSSIONE

PROBLEMI COMMERCIALI

Armenia - Adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

Il Consiglio ha raggiunto un accordo sulla posizione che sar adottata dalla Comunit e dagli Stati
membri in merito all'adesione dell'Armenia all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC)
nella riunione del Consiglio generale dell'OMC del 10 dicembre 2002.



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