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Corso di Costruzione di Ponti - a.a. 2007/08 dott. ing.

Lorenzo Macorini


Novembre 2007 v. 1.0 - Pag. 6.1 -








6. PONTI A GRATICCIO DI TRAVI E
IMPACATI BI-TRAVE






Ponti a travata dott. ing. Lorenzo Macorini

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6.1. Ponti a travata con profili aperti: generalit e modelli di calcolo

Limpalcato dei ponti a travata con profili aperti costituito da pi elementi longitudinali
rettilinei (travi) collegati tra loro dalla soletta e spesso anche da elementi rettilinei trasversali
(traversi). Tale tipologia di impalcato viene correntemente realizzata mediante struttura
prefabbricata in c.a. e c.a.p. o struttura mista acciaio-calcestruzzo. Nel primo caso il campo di
impiego quello delle luci medio-piccole fino a circa 40-50 m in uno schema statico di trave in
semplice appoggio (consente operazioni semplici di montaggio) con soletta di continuit; mentre
nel caso di struttura mista acciaio-calcestruzzo si pu arrivare anche a luci pi significative fino
a 100 m.

I carichi transitanti sui ponti sono generalmente applicati in posizione eccentrica rispetto
allasse principale della struttura, pertanto il calcolo dellimpalcato deve considerare la
ripartizione trasversale dei carichi fra i diversi elementi portanti.
Devono distinguersi due casi fondamentali:
travata da ponte formata da tre o pi travi principali longitudinali portanti (graticcio di travi);
travata da ponte costituita da due sole travi principali.

Nel primo caso la travata da ponte pu essere assimilata ad un graticcio di travi, nel
secondo prevalente il comportamento di trave soggetta a flessione e a torsione.

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La scelta della soluzione ottimale deriva da considerazioni prettamente economiche. Nel
caso di travi in acciaio o miste-acciaio calcestruzzo stato verificato, nella pratica, come per
ponti di luci L piccole rispetto alla larghezza B dellimpalcato: L/B 2.5 una progettazione
ottimale preveda limpiego di 3 o pi travi principali, mentre per L/B > 2.5 luso di sole due travi
risulta la soluzione economicamente pi vantaggiosa.

6.2. Impalcati a graticcio


Nel calcolo dei ponti a graticcio la geometria tridimensionale dellimpalcato viene
schematizzata da un sistema piano costituito dalle travi longitudinali che collaborano con una
porzione efficace di soletta e dai traversi.
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Il valore della larghezza efficace collaborante, definita come la larghezza della flangia
ideale di una trave a T che trasmette lo stesso sforzo normale complessivo che interessa la soletta
reale ma con una distribuzione uniforme delle tensioni normali , pari al valore reale massimo,
dipende dalla deformabilit a taglio nel proprio piano della soletta a sua volta funzione del
rapporto b
1
/L, del tipo di carico e del tipo di schema statico.

Larghezza efficace per elementi in c.a. c.a.p (EC2-1-1)

La larghezza efficace b
eff
pu essere calcolata
mediante lespressione:
2
eff eff ,i w
i 1
b b b
=
= +


Dove il termine b
eff,i
viene calcolato in funzione della
distanza l
0
tra due punti di nullo del diagramma del
momento flettente della trave.
eff ,i i 0 0
b 0.2 b 0.1 l 0.2 l = +
e
eff ,i i
b b


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Larghezza efficace per elementi di acciaio (EC3-1-5)

Anche nel caso di elementi di acciaio necessario valutare gli effetti della diffusione per taglio del carico ("shear lag") sulla
distribuzione degli sforzi e sulla resistenza che risulta rilevante soprattutto per le lamiere sottili irrigidite (piastre ortotrope).
Lo "shear lag" nelle flange pu essere
trascurato a patto che risulti b
0
< L
e
/20,
dove la larghezza della flangia b
0
assunta
pari alla lunghezza della flangia esterna o a
met della larghezza di un elemento
interno e L
e
la distanza tra due punti di
nullo del momento flettente.


Laddove tale limite venga superato si raccomanda di considerare gli effetti
dello "shear lag" nelle flange per la verifica degli stati limite di servizio, di
fatica e allo stato limite ultimo.

Larghezza efficace ai fini della diffusione per taglio del carico ("shear lag") agli stati limite di servizio e di fatica.

La larghezza efficace b
eff
legata all'effetto dello "shear lag" in condizioni elastiche pu essere calcolata con l'espressione:
b
eff
= b
0


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Il fattore che determina la larghezza efficace
pu essere ottenuto dal prospetto a fianco usando
valori di ottenuti dalla:
=
0
b
0
/ L
e

con:
0
= (1 + A
sl
) / (b
0
t)
0,5

in cui A
sl
l'area di tutti gli irrigidimenti
longitudinali compresi nella larghezza b
0
.


Distribuzione degli sforzi in caso di "shear lag"


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Larghezza efficace allo stato limite ultimo.

Allo stato limite ultimo gli effetti combinati dello "shear lag" e dell'instabilit locale devono essere considerati adoperando
un'area efficace A
eff
data da:
A
eff
= A
c,eff


con A
eff
A
c,eff

dove A
c,eff
l'area efficace per un flangia compressa nei riguardi dell'instabilit locale: A
c,eff
=A
c
con fattore di riduzione
per l'instabilit locale.
per
p
0.673 si ha = 1,
mentre per
p
> 0.673 si ha = (
p
- 0,22) /
p
2

dove
0.5
y
p
cr
f
b t
28.4 k


= =





Elementi compressi interni


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Elementi compressi esterni



Larghezza efficace per elementi misti acciaio-calcestruzzo (EC4-2)

La larghezza efficace della soletta collaborante pu essere calcolata con lespressione:
b
eff
= b
0
+ (
i
b
ei
)
dove b
0
la distanza tra i due connettori esterni.
b
ei
il valore della larghezza efficace su ciascun lato assunta pari a L
e
/8 (comunque sempre inferiore allinterasse
trasversale tra le travi). Dove L
e
la distanza tra due punti di nullo del diagramma del momento flettente.

i
= (0.55 + 0.025 L
e
/ b
ei
) 1.0.


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Una volta riportato lo schema statico a quello di un graticcio piano possibile eseguire il
calcolo in modo automatico (ad esempio mediante una modellazione agli elementi finiti) oppure
impiegare dei metodi approssimati (utili in fase di predimensionamento) basati su ipotesi
semplificative. Tali metodi sono basati su due strategie alternative: (i) ricondurre il problema
piano ad un problema monodimensionale dopo aver ripartito trasversalmente i carichi, (ii)
modellare il graticcio come una struttura equivalente continua (piastra ortotropa) che possibile
risolvere in forma chiusa.


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Ripartizione trasversale dei carichi
Caso elementare di un graticcio di n travi longitudinali con 1 solo traverso sollecitato da un
carico concentrato P=1 agente su di un nodo della struttura.

Si definisce coefficiente di ripartizione trasversale
r
i,j
1

la quota parte del carico che grava sulla trave j
quando P=1 si trova su i.
Quindi risulta:
i , j
r 1 = (eq. alla traslazione verticale)
j i , j i
P r P = se P
i
1
(i) Poich labbassamento di ciascuna trave proporzionale al carico da essa portato, la
deformata del traverso sar proporzionale a meno delle rigidezze delle travi al diagramma dei
coefficienti di ripartizione trasversale.
(ii) La rigidezza flessionale dei traversi e quella torsionale delle travi sono i fattori che incidono
maggiormente sulla ripartizione trasversale del carico.

1
Corrispondono alle reazioni verticali mutue che si scambiano le travi ed il traverso.
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(a) il traverso supposto privo di rigidezza flessionale: tutto
il carico supportato dalla trave su cui agisce:
i,i i, j
r 1 e r 1 per i j = =




(b) il traverso supposto infinitamente rigido: la deformata
trasversale del ponte sar rettilinea e le travi ruotano di
un angolo .




(c) il traverso supposto infinitamente rigido e le travi
hanno rigidezza torsionale infinita, la deformata
corrisponde ad un abbassamento uniforme:

i, j
1
r i, j
n
=
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Nel caso di pi traversi anche le rigidezze
torsionali di questi influenzano il
comportamento del graticcio: il graticcio k
scarico dovendo ruotare influenza la
ripartizione del carico effettuata dal traverso h
caricato direttamente.
Modelli di calcolo

Si consideri un graticcio costituito da n travi ed
un solo traverso, si trascura la rigidezza
torsionale delle travi (ipotesi valida per
impalcati con travi ad anima sottile: travi in
acciaio o in c.a.p).
In questa ipotesi si pu analizzare il traverso
come una trave su appoggi elastici che
schematizzano le travi longitudinali.
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Deformata trasversale per diversi valori di Z e posizioni del carico.
La cedevolezza delle modelle sar del tipo:
3
l
l
c l
E J


con c costante che dipende dalla posizione del
carico e dalle condizioni di vincolo per la
trave.

La risoluzione della trave continua su appoggi
elastici mostra come la distribuzione degli
sforzi sia legata al parametro Z (parametro di
Homberg):
3
t
1 l
l J
Z c
b J

=



con J
t
e J
l
rispettivamente momento di inerzia
di traverso e trave.
Oss: la deformata trasversale del ponte proporzionale alla linea di influenza del coefficiente di
ripartizione della trave caricata.

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Trave rigida su molle


Valori di r per un ponte a 5 travi uguali tra di loro.
Il problema della trave su suolo elastico si semplifica
notevolmente nel caso di trave rigida poich la
configurazione deformata definita da sole due
incognite: e .

Indicando con K
i
, r
i
e y
i
la rigidezza, la reazione e la
distanza dal centro di rigidezza della molla i-esima si ha:
( )
i i i
r K y = +
Equilibrio alla traslazione:
i i
r K 1 = =

e
i
1
K
=


Equilibrio alla rotazione:
2
i i i p i
r y K y 1 y = =

e
p
2
i i
y
K y
=


Quindi si ha:
i p i
i i 2
i i i
y y K
r K
K K y

= +



Nel caso di travi uguali e ugualmente vincolate:
i p
i 2
i
y y 1
r
n y

= +


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Influenza reciproca di pi traversi

Nel caso di graticcio con due traversi h e k si ha: w
i,h
/ w
i,k
= cost
- i traversi sono infinitamente rigidi: la deformata di entrambi una
retta e i due traversi sono indipendente luno dallaltro.
- i traversi sono deformabili: la deformata di h curvilinea cos
come quella di k. Un traverso k con curvature diverse da zero
risulta quindi sollecitato e opera una ridistribuzione degli sforzi
nel graticcio.
Metodo di Courbon

Viene supposta la presenza di un traverso
infinitamente rigido sotto una qualunque
posizione del carico.

Sulla base di tale ipotesi ad esempio un carico distribuito su una
trave si ripartisce tra le altre mantenendo inalterata la propria
forma ma con unintensit proporzionale al coefficiente di
ripartizione.

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Metodo di Engesser

I traversi infinitamente rigidi sono in numero finito e occupano la posizione reale.



(i) Si considerano in una prima fase degli appoggi
provvisori in corrispondenza dei nodi e ogni trave si
comporta in modo indipendente come trave
continua su appoggi fissi. Si calcolano sollecitazioni
e reazioni agli appoggi.
(ii) Si rimuovono i vincoli fittizzi e si applicano alla
trave le reazioni vincolari del p.to (i) che saranno
distribuite mediante i traversi alle altre travi
longitudinali
(iii) le sollecitazioni risultanti saranno la somma di
quelle calcolate in (i) e in (ii).
OSS: gi con 3 traversi gli sforzi flessionali
calcolati in (ii) sono molto maggiori di quelli
valutati in (i) e quindi si pu operare con il metodo
di Courbon, mentre gli sforzi si taglio devono essere
sempre calcolati con il metono di Engesser.
Le sollecitazioni nei traversi

Le sollecitazioni nei traversi si calcolano in funzione dei coefficienti di ripartizione trasversali
costruendo le l.d.i delle sollecitazioni sul traverso (M
s
= r
i
y
i
1y
p
). Prima si considera il caso
di carico che si sposta lungo il traverso (teorema di Land con ipotesi di traverso rigido) poi il
caso di carico lungo le travi.

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s i ,h i ,h
M R =

Metodo di Guyon-Massonnet

Rispetto ai metodi precedenti il metodo di Guyon-Massonnet ha il duplice vantaggio di non
trascurare n la flessibilit elastica dei traversi (rilevante nel caso di ponti molto larghi) n le
azioni mutue torcenti esistenti fra due ordini di travi.

Le ipotesi su cui si basa il metodo di Guyon-Massonnet sono:

(i) schematizzazione della struttura come un graticcio di travi a maglia infinitesima avente le
stesse rigidezze medie flessionali e torsionali;
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(ii) particolari condizioni di vincolo (piastra appoggiata su due lati e libera sugli altri due);
(iii) distribuzione dei carichi di tipo sinusoidale in direzione dei lati liberi.
OSS: solo nel caso di trave semplicemente appoggiata soggetta ad un carico sinusoidale possibile condurre lanalisi
armonica della struttura
2
, la forma del carico coincide, infatti, con quella della deformata ed il rapporto carico p deformata w
costante lungo la linea dasse della trave:
n n n n
n x n x
p sen w sen p w
l l

=




2
Lincognita del problema cinematico corrisponde alla sola costante w
n
e non ad una funzione arbitraria w(x)
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Lipotesi (i) permette di considerare ripartite sia in senso longitudinale che trasversale le
rigidezze flessionali e torsionali delle travi:
t l
x y
1 1
t l
xy yx
1 1
EJ EJ
K ; K
b l
GK GK
C ; C
b l
= =
= =

K
x
, K
y
: rigidezze flessionali unitarie.
C
xy
, C
yx
: rigidezze torsionali unitarie.
E: modulo di elasticit del materiale.
J
l
, J
j
: momenti di inerzia longitudinale e trasversale delle travi.
K
l
, K
j
: costanti di torsione longitudinale e trasversale delle travi
3
.
Equazione fondamentale del graticcio: ( )
4 4 4
x y
4 2 2 4
w w w
K 2H K p x, y
x x y y

+ + =

(eq. di Huber)
4


3
Costante di torsione nel caso di sezione rettangolare (base b altezza h):
( )
3 3 2 2
K 3b h 10 b h = + . Nel caso di rettangolo snello:
3
hb
K
3
= . Nel
caso di sezioni chiuse con pareti sottili:
2
i i
K 4A s t =

.
4

( )
xy x
x
yx y
y
y x
M M
T
x y
M M
T
x y
T T
p x, y
x y

+ =


+ =


+ =


2 2
x x y y 2 2
2 2
xy xy yx yx
w w
M K ; M K
x y
w w
M C ; M C
x y x y

= =


= =


( )
xy yx
1
H C C
2
= +

OSS: Nel caso di grigliato a maglie infinitesime non si ha la continuit fisica del
materiale pertanto non vale il principio di reciprocit delle tensioni tangenziali e i
coefficienti di Poisson sono nulli: x =y =0
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Il calcolo dellequazione di Huber pu essere condotto sulla base dei due coefficienti:
x y
H
K K
= parametro di torsione;
x
y
b K
l K
= parametro di deformabilit trasversale.
5

Nel problema armonico: ( ) ( ) ( ) w x, y w y sen x l =

Con distribuzioni di carico sinusoidale:
( )
1
p p sen x l =
lungo una linea di eccentricit e:

( ) ( ) ( ) w x, y, e w y, e sen x l =
Landamento della deformata nel caso di
carico uniformemente distribuito risulta:
( ) ( ) w x wsen x l =


5
Il metodo di Courbon in grado di risolvere un caso particolare in cui = = 0.
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Si definisce coefficiente di ripartizione trasversale:
( ) w y, e
K
w
= .
La conoscenza di K consente di risalire alla distribuzione delle sollecitazioni prodotte
dallazione di carichi concentrati sullimpalcato.
Consideriamo il valore del momento M
x
:
carico lineare: ( ) ( )
2 2
x x x 2 2
w
M K K w y, e sen x l
x l

= =

;
carico uniforme: ( )
2 2
x
x x 2 2
w
M K K wsen x l
x l

= =

.

( )
x
x
w y, e M
w M
= =

Il valore di dipende dai seguenti parametri:
dal coefficiente
6
;
dal coefficiente ;
dal rapporto y/b che caratterizza la posizione della generica trave longitudinale;
dal rapporto e/b che individua la posizione del carico.

6
sufficiente fornire i coefficienti K per =0 e =1, per valori intermedi di possibile impiegare una legge di interpolazione lineare:
( )
0.5
0 1 0
K K K K

= + (vedi Petrangeli).
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La diffusione del metodo in esame dovuta alla disponibilit di un gran numero di tabelle che
forniscono oltre al coefficiente anche altri coefficienti per il calcolo dei momenti torcenti
(coefficiente ) e delle sollecitazioni nei traversi (coefficiente ).
o Le sollecitazioni nella generica trave longitudinale i si ottengono tracciando, con lausilio delle tabelle la
linea di influenza di
i
e determinando la distribuzione trasversale dei carichi che fornisce il valore massimo del rapporto:
i j j j
K P P =

.
Si valutano poi i valori medi T
m
e M
m
di taglio e momento per le n travi longitudinali dellimpalcato:
m tot
M M n = ,
m tot
T T n = .
I valori cercati per la trave i-esima valgono:
i i m
M M = e
i i m
T T =
o Le sollecitazioni nei traversi M
tr
e T
tr
si calcolano
assumendo unaffinit tra la legge di variabilit del carico, quella
degli abbassamenti e quella delle sollecitazioni M
y
e T
y
lungo una
fibra y=cost.
Per il momento flettente si ha:
( ) ( )
y j j
M P bsen x l =


dove i termini
i
corrispondono ad appositi coefficienti tabellati
come i
i
. Tramite le tabelle si possono tracciare le l.d.i. di
i
e
calcolare il valore massimo della sommatoria. Il momento sul
traverso si ottiene integrando la formula precedente sullinterasse l
1
:
( ) ( )
1
l
tr j j
0
M P b sen x l =



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Oss: nel calcolo della rigidezza torsionale delle
travi e dei traversi necessario introdurre un
valore ridotto per il contributo della soletta (pari
ad di quello teorico = 1/6 Bs
3
).

Per il calcolo delle sollecitazioni sulle travi
possibile prescindere dallo sviluppo in serie del
carico.
Mentre il calcolo dei traversi deve sempre essere
condotto con un adeguato sviluppo in serie per il
carico. Quando si considera il contributo delln-
esima armonica necessario modificare il
parametro di deformabilit:
n
= n

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6.3. Travata da ponte a due sole travi principali
Quando la larghezza dellimpalcato piccola nei confronti della luce, per ottenere la migliore utilizzazione statica
delle travi (travi di acciaio) nei riguardi dellassorbimento delle azioni taglianti conviene generalmente prevedere due sole
travi principali.
Sezioni tipo bi-trave di impalcati composti acciaio-calcestruzzo.

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Nel caso di impalcati bi-trave limpiego dei metodi a graticcio introduce delle approssimazioni eccessive pertanto non
risulta adatto al calcolo dello stato tensionale conseguente alla distribuzione trasversale del carico con risultante eccentrica
rispetto lasse della travata. E quindi necessario studiare il problema con un approccio differente partendo dallanalisi dei
quattro casi limite riportati nella figura precedente.

Nella trattazione che segue si considerano le
seguenti ipotesi:
si suppongono sempre presenti dei
diaframmi rigidi trasversali in corrispondenza
della sezione sugli appoggi;
si fa riferimento allo schema di trave in
semplice appoggio;
il carico sullimpalcato (con risultante q ed
eccentricit e) pu essere scomposto in due
condizioni fondamentali:
a) carico totale q centrato rispetto allasse di
simmetria;
b) carichi antisimmetrici: qe/b agenti
verticalmente in corrispondenza delle due
travi principali ed equivalenti a coppie
torcenti qe applicate alla sezione
trasversale della travata.
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Analisi della condizione di carico antisimmetrico
Deve essere valutata la capacit dei collegamenti trasversali interni nel garantire lunicit dellangolo di cui ruotano i vari
elementi che formano la sezione trasversale. Si intrudono quattro schemi tipici modellati assumendo flesso-rigidi i vari
elementi componenti la sezione trasversale ed incernierati i collegamenti fra le parti componenti.

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La trave a sezione aperta non diaframmata


La trave a sezione aperta non pu essere
studiata con la teoria della torsione in quanto
per effetto della condizione antisimmetrica
del carico la sezione perde forma e si
parallelogrammizza e quindi si perde lunicit
dellangolo di torsione.

Si consideri il caso di struttura a mensola
perfettamente incastrata ad un estremo, non
diaframmata in corrispondenza della sezione
dellestremo libero e sollecitata da una coppia
torcente costante M
t
=Pb

Si decompone la struttura in tre parti 1, 2, 3
(travi metalliche e soletta in c.a.) e si
considera separatamente ogni elemento.




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i) elemento 1:
- forza P diretta verticalmente verso il basso
applicata allestremo libero z=0.
- sforzi longitudinali N(z) agenti a livello
dellala superiore parallelamente allasse
della trave. Questi sforzi hanno il compito di
ripristinare la continuit fra la trave 1 e la
soletta 3 e possono essere riportati sullasse
baricentrico della trave aggiungendo i
momenti di trasporto N(z)a(z).
ii) elemento 2:
- forza (-P) diretta verticalmente verso lalto
applicata allestremo libero z=0.
- sforzi longitudinali N(z) eccentrici agenti a
livello dellala superiore parallelamente
allasse della trave come per lelemento 1.
iii) elemento 3:
- coppie flettenti pari a:
z
0
b N(z)dz

agenti nel
piano orizzontale della soletta.
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In una generica sezione di ascissa z detta: ( ) ( )
z
0
F z N z dz =

la risultante degli sforzi N(z) la tensione al bordo superiore della


trave 1 vale:
( )
( )
( )
( )
( ) ( )
( )
1
1,s 1 1,s
F z F z a z P z
z
W z A z W z

= .
Nello stesso punto del sistema considerato appartenente alla lastra 3 si ha:
( )
( ) ( )
2
3
3y 3y
F z b F z b b
z
I 2 2I

= = .
Analogamente nei punti di contatto degli elementi 2 e 3 della sezione trasversale di ascissa z si ha:
( )
( )
2
3
3y
F z b
z
2I

= + , ( )
( )
( )
( )
( ) ( )
( )
3
2,s 2 2,s
F z F z a z P z
z
W z A z W z

= + + .
Le condizioni di congruenza
1
(z) =
i+1
(z) scritte per ciascuna sezione della struttura consentono di determinare F(z) e
quindi calcolare le tensioni in ogni punto.

La trave a sezione aperta diaframmata
Qualora i vincoli interni garantiscano lunicit dellangolo di torsione per tutti gli elementi che formano la sezione
possibile determinare le espressioni delle deformazioni torsionali
1
e delle tensioni
m
:
t
1
3
i i
i
M
l
16
G a b
3
=

;
i i
i t t
max i 2
p i i
M 3 M
q b
I 8 a b
=

7


7
Poich langolo di torsione
1
lo stesso per tutti i rettangoli che formano la sezione, il massimo valore della tensione tangenziale si pu calcolare suddividendo il momento
torcente in parti M
i
t
proporzionali ai valori a
i
b
i
3
.
Ponti a travata dott. ing. Lorenzo Macorini

Corso di Costruzione di Ponti - a.a. 2007/08 - Pag. 6.30 -

In travi composte da rettangoli allungati hanno uninfluenza non trascurabile le tensioni normali secondarie z e z . Le
prime possono essere calcolate in funzione delle
max
:
2
2
max
z, max
z,min z, max
E a
G b 12
1
2


e risultano sensibilmente inclinate rispetto allasse di torsione ed il momento rispetto al centro di
torsione delle loro componenti sul piano della sezione trasversale pu contribuire in misura
notevole ad equilibrare il momento torcente esterno M
t
.

Le z si sviluppano invece quando per alcune condizioni dei vincoli esterni sia impedito lingobbamento delle sezioni
trasversali (ortogonali allasse di torsione), oppure nel caso di momento torcente variabile lungo lasse della trave (in questo
caso le sezioni rette non si ingobbano tutte ugualmente).

Il caso classico quello di trave a doppio T vincolata in modo che agli
estremi sia impedita soltanto la rotazione attorno allasse di torsione (
incastro torsionale) e sollecitata da una coppia torcente M
t
nella sezione in
mezzeria.
Per simmetria la sezione in mezzeria dovr rimanere piana mentre le altre
sezioni si ingobbano in misura crescente allaumentare della loro distanza
dalla mezzeria.
Per effetto del non uniforme ingobbamento nascono delle tensioni
longitudinali z di flessione per le due ali e forze di taglio T
a
nelle ali stesse
che danno luogo ad una coppia M
a
che sommata a quella M

derivante dalle
tensioni tangenziali nel piano della sezione retta equilibrano la coppia
torcente esterna.
Ponti a travata dott. ing. Lorenzo Macorini

Corso di Costruzione di Ponti - a.a. 2007/08 - Pag. 6.31 -

La soluzione analitica del problema nel caso di sezione a doppio T simmetrica si ottiene scrivendo lequazione di equilibrio
alla rotazione intorno allasse di torsione:
a t
M M M 0

+ + = ovvero
a t
M T b M 0

+ + =
con
p
I d
M G
q dz


=

2
a a 2
d y
M EI
dz
= essendo
b
y
2
= si ha
2
a a 2
b d
M EI
2 dz

= quindi
3
a a 3
b d
T EI
2 dz

= e
2 3
a a 3
b d
T b EI
2 dz

=

Si ottiene lequazione di Timoshenko per la torsione non uniforme:
3
2
t 3
d d
M
dz dz

= dove
p 2
2
a
G I 2
b q EI

e
2
a
2
EI b
=

.
Le tre costanti arbitrarie per lequazione differenziale del III ordine nella rotazione (z) si determinano attraverso le
condizioni al contorno mentre ed il suo integrale consente di determinare tutte le grandezze del problema:
p
2 3
a
a 3
I d
M G
q dz
EI b d
M
2 dz


OSS: nel caso di sezioni differenti dalla sezione a doppio T devono essere introdotti i valori opportuni per la rigidezza
torsionale GI
p
/q.




Ponti a travata dott. ing. Lorenzo Macorini

Corso di Costruzione di Ponti - a.a. 2007/08 - Pag. 6.32 -

Riferimenti bibliografici

Progettazione e costruzione di Ponti con cenni di patologia e diagnostica delle opere esistenti.
M. P. Petrangeli (IV edizione, MASSON, 1997).
Ponti a struttura dacciaio. F. de Miranda (Collana tecnico-scientifica per la progettazione di
strutture in acciaio, Distribuzione CISIA 1972).
Manual of Bridge Engineering, Edited by M.J. Ryall, G.A.R. Parke and J.E. Harding (Thomas
Telford, 2000).
Bridge Engineering Handbook, Edited by W.F. Chen and L. Duan (Boca Raton: CRC Press,
2000).
ENV 1993-1-7:2002. Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio - Parte1-7: Regole
generali - Regole supplementari per lastre ortotrope caricate al di fuori del loro piano.
ENV 1993-2:2002. Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio - Parte 2: Ponti di
acciaio.
ENV 1992-2:2006. Eurocodice 2 - Eurocodice 2 - Progettazione delle strutture di calcestruzzo -
Parte 2: Ponti di calcestruzzo - Progettazione e dettagli costruttivi.

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