You are on page 1of 50

www.allenatore.net - Magazine n.

05 Gennaio 2004

FOCUS

A R T I C O L O 1
Buon Anno
La presentazione del
palinsesto mensile.

A cura di Team Allenatore.net

A R T I C O L O 2
Il controllo
orientato.
Con spazi di gioco
ridotti
fondamentale per il
calciatore moderno
riuscire a controllare
la palla in funzione
della giocata
successiva.

A cura di Alessandro Giuliano

A R T I C O L O 3
LInter di Zac.
Schemi, strategia e
punti deboli dei
nerazzurri allenati
da Alberto
Zaccheroni.

A cura di Massimo Lucchesi

A R T I C O L O 4
Osgood-Schlatter, il
nemico del giovane
calciatore.
Conoscere
lapofisite,
osteocondrite extra
articolare, al fine di
programmare al
meglio il lavoro dei
giovani calciatori.

A cura di Fausto Garcea
A R T I C O L O 5
La gestione delle
marcature sui cross dal
fondo.
Dalla tecnica di
marcamento della
punta allorganizzazione
tattica della copertura
delle zone calde.

A cura di Roberto Bonacini

A R T I C O L O 6
Il portiere e le palle
inattive.
Gestione ed
organizzazione
difensiva sui calci
piazzati contro.

A cura di Claudio Rapacioli

A R T I C O L O 7
Allenarsi con le salite.
Come utilizzare con
efficacia le salite per
migliorare le qualit
fisiche del calciatore.

A cura di Giovanni Bonocore

A R T I C O L O 8
Una proposta per
lallenamento della
resistenza specifica nel
calcio.
E sempre pi
importante riuscire a
coniugare le esigenze
tecnico-tattiche con
lallenamento delle
qualit fisiche nella
seduta dallenamento.

A cura di Carlo Del Fiorentino

A R T I C O L O 9
Le uscite difensive del
4-4-2.
Per impostare effica-
cemente la manovra
fondamentale preve-
dere le uscite difensive
ottimali.

A cura di Michele Tossani


STUDIOS

R E P O R T 1
ROMA - MILAN

ROMA 06/ 01/ 04

R E P O R T 2
CHELSEA LIVERPOOL

LONDRA 07/ 01/ 04

R E P O R T 3
BETIS REAL MADRID

SIVIGLIA 18/ 01/ 04
S
O
M
M
A
RI
O
EDIZIONI
WWW.ALLENATORE.NET
SEDE: Via E.Francalanci, 418 -
55050 Bozzano (LU)
Partita IVA: 01781660467,
C.C.I.A.A. Lucca, R.E.A.
170681, Reg. Imp. 21776
Tel: 0584 976585
Fax: 0584 977273

Alla realizzazione
del presente
numero hanno
collaborato:
Tossani M., Garcea
F., Giuliano A.,
Rapacioli C.,
Del Fiorentino C.,
Bonocore G.,
Lucchesi M., Bonacini
R,.

WWW.ALLENATORE.NET - MAGAZINE una pubblicazione mensile edita da edizioni www.allenatore.net
ed iscritta nel registro Periodici del Tribunale di Lucca con il n.785 del 15/07/03
Direttore Responsabile: Fabrizio Ferrari; Coordinatore tecnico: Massimo Lucchesi
Luogo di stampa: Bozzano, via Francalanci 418 (LU)
Provider-stampatore: I.NET SpA (Web: www.inet.it) via Caldera 21/D - 20153 Milano

Buon Anno !!!
A curadi TEAM www.allenatore.net
La presentazionedel palinsestodi Gennaio.

Le feste sono ormai terminate e con esse anche la pausa che aveva bloccato i campionati professionistici e non.
E proprio da poche ore si conclusa lattesissima sfida dellOlimpico tra la Roma capolista ed il Milan Campione
dEuropa (potrete visualizzare il report della gara tra pochi giorni nella sezione Studios).

Noi, nel presente numero focalizzeremo la lente sullInter di Zac delineando pregi e difetti, schemi e strategie della
squadra nerazzurra. Per quel che concerna la tattica calcistica la sezione focus vede al suo interno due interessanti
contributi che analizzano le uscite difensive utilizzabili con il 4-4-2 e la gestione individuale e collettiva dei marcamenti
allinterno dellarea di rigore. La categoria preparazione fisica presenta due articoli legati allallenamento concreto del
calciatore. le salite e alla resistenza specifica nel calcio. Nel primo articolo, a cura di Bonocore, viene illustrato come
utilizzare le salite, mentre Del Fiorentino propone un contributo sulla resistenza specifica del calciatore.
Ampio spazio, viene dedicato questo mese alle problematiche di chi ha a che fare con i giovani calciatori. Fausto Garcea
evidenzia le problematiche relative al nemico subdolo del giocatore in et adolescenziale (losteocondrite extra
articolare) mentre Alessandro Giuliano evidenzia la teoria e le esercitazioni per ottimizzare un fondamentale
importantissimo nel calcio moderno: il controllo orientato. Il numero si chiude con il contributo interessantissimo di
Claudio Rapacioli che evidenzia come il portiere debba disporre i suoi uomini nelle situazioni di calci piazzati a sfavore.

La sezione Studios, oltre al big-match tra Roma e Milan presenter i report di Real Madrid e Chelsea impegnati nei
rispettivi tornei nazionali. Ma Gennaio anche il mese del seminario tattico che si svolger a Caserta. Dopo il grande
successo ottenuto a Coverciano lo scorso mese di Aprile abbiamo deciso di replicare levento in una citt del meridione
per dar modo a tutti di usufruire di uno dei mezzi di formazione pi interessanti che siamo oggi in grado di fornire.

Ma prima di chiudere e lasciare spazio ai contributi, vogliamo augurare a tutti i nostri lettori un caloroso 2004,
allinsegna della voglia di crescere e della lealt sportiva.


Team www.allenatore.net
a ar rt t i ic co ol lo o
1
1

N. 0 5 GE NNAI O 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

R RR R E EE E D DD D A AA A Z ZZ Z I II I O OO O N NN N A AA A L LL L E EE E

Il cont rollo orient at o.
A curadi ALESSANDRO GIULIANO
Con spazi di giocoridotti fondamentaleper il calciatoremodernoriuscirea
controllarela palla in funzionedella giocata successiva.
Una tecnica essenziale e basilare del giocatore di calcio lammaestrare la palla, ovvero prenderne il possesso e in
seguito sviluppare lazione. Ogni calciatore deve avere questa capacit, infatti viene insegnata fin dalla giovane ete il
procedimento di apprendimento arriva per tappe. Nella prima fase di et di sviluppo del calciatore si cerca di imparare il
gesto tecnico come fondatale del calcio, senza abbinarlo ad un seguito di unazione. Gli esercizi iniziali sono perlopi
individuali dove si cerca di insegnare lo stop con tutte le superfici anatomiche consentite e analizzare il fondamentale
alla radice. Si definisce controllo: Il gesto tecnico che permette al giocatore di domare la sfera con la superficie
anatomica pi opportuna. Lo stop della sfera si pu classificare in base alla zona di impatto, per cui avremo controlli
con la coscia, con il piede, di petto e di tacco come elencato in maniera dettagliata nella figura 1 sottostante.

Fig. 1 Fig. 1
CONTROLLO
COL PIEDE
CONTROLLO
CON LA COSCIA
CONTROLLO
DI PETTO
CONTROLLO
DI TACCO
GIOCATORE
DA FORMARE
INTERNO
DEL PIEDE
ESTERNO
DEL PIEDE
FRONTALE


Una volta appreso il fondamentale in maniera singolare, si giunge alla fase successiva, ovvero quella del giocatore gi
formato da un punto di vista tecnico ma inesperto tatticamente. Non solamente utile eseguire uno stop ma sapere
antecedentemente quello che si vuole effettuare nella fase successiva. Quindi un calciatore istruito tatticamente sapr
che superficie anatomica adottare in base alla situazione che si verificata. Per cui possiamo definire che il controllo
orientato : Il gesto tecnico che permette al giocatore di domare la sfera e di indirizzarla nella zona voluta previa analisi
della situazione. Questa tipologia di tecnica abbinata viene utilizzata da tutti quei giocatori che sono riusciti a
superare la fase di calciatore da formare; ogni stop ha la particolarit che deve essere impiegato in una situazione
a ar rt t i ic co ol lo o
2
2

N . 0 5 GE N N A I O 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

T TT T E EE E C CC C N NN N I II I C CC C A AA A
www.al l enat or e.net

2 2
particolare di spazio in rapporto agli avversari. Nella figura sottostante viene analizzato il controllo col piede in base ad
una eventuale situazione (fig.2).

Fig. 2 Fig. 2
CONTROLLO
COL PIEDE
CONTROLLO
COL PIEDE
CONTROLLO
COL PIEDE
GIOCATORE
DA FORMARE
INTERNO
DEL PIEDE
ESTERNO
DEL PIEDE
FRONTALE
SUPERAMENTO
DELLAVVERSARIO
IN VELOCITA
SUPERAMENTO
DELLAVVERSARIO
IN DRIBBLING
STRETTO
CONTROLLO
COL PIEDE
CONTROLLO DEL
PALLONE IN SPAZI
STRETTI
TACCO
GIOCATORE
FORMATO


Ora verr rappresentato graficamente, il controllo col petto, con la coscia e con la testa, descrivendo per ognuna delle
situazioni spazio-temporali il controllo pi idoneo (fig. 3).

Fig. 3 Fig. 3
GIOCATORE
DA FORMARE
CONTROLLO
CON LACOSCIA
CONTROLLO
DI PETTO
CONTROLLO
CON LA TESTA
SMORZARE
LA PALLA
RICERCA DELLA
PROFONDITA
IN SPAZI LARGHI SUL POSTO A SEGUIRE
CON SPALLE
ALLA PORTA
CONTROLLO DEL
PALLONE IN SPAZI
STRETTI
GIOCATORE
FORMATO



Il cont rollo orient at o in spazi st ret t i (limpost azione del gioco).

Come abbiamo trattato in precedenza, saper controllare la sfera di fondamentale importanza, in fase di impostazione
del gioco, essenziale riuscir a governare la palla ed indirizzarla al compagno smarcato. Due sono le tipologie di
passaggio che possiamo ricevere:

Passaggio rasoterra;
Cross.

www.al l enat or e.net

3 3
In base a come arriver il pallone, alla zona del campo e al numero degli avversari, verr scelto lo stop pi opportuno,
che ha come obiettivo finale limpostazione del gioco e quindi il controllo orientato della sfera.

Esempi:

A palla al piede effettua il passaggio a B che, per uscire dalla marcatura di due avversari, controller la sfera di interno
piede sinistro orientandola sulla fascia in B1. In seguito, questultimo sar in anticipo sulla marcatura di D in D1 ed
effettuer il passaggio sul taglio di C in C1. In questo modo abbiamo impostato una manovra uscendo da un raddoppio
di marcatura, il tutto grazie al controllo a seguire di interno sinistro (fig.4).

Fig. 4 Fig. 4
A
B
D
B1
D1
C
C1


A effettua un cross a B che stoppa la palla col petto mantenendola sul posto e la gioca subito su C prima che D vada a
sottrargli la sfera. Una volta presa la palla C la trasmette sul movimento di A in A1 , questultimo sar libero di
impostare lazione (fig.5).
N.B.: Questa situazione molto simile alla precedente, lunica variante di rilievo che il passaggio di A stato
effettuato tramite parabola aerea e lo stop di B di petto. In seguito tramite un doppio retropassaggio simposter
lazione.

Fig. 5 Fig. 5
A
B
D
A1
C
C
1



www.al l enat or e.net

4 4
Il cont rollo orient at o in spazi larghi (Il cont ropiede)

Dopo aver analizzato il controllo della sfera in spazi stretti, quindi in fase di impostazione del gioco, ci accingiamo ad
affrontare il problema di ricerca dello spazio in una manovra veloce in situazione di contropiede. Anche in questo caso,
dobbiamo suddividere la ricezione del passaggio in due situazioni: quello rasoterra e quello con parabola aerea. Il
controllo in questa situazione prende unestrema importanza, in quanto effettuato nella modalit corretta, permette di
guadagnare metri e avvicinarsi il pi possibile alla porta avversaria. Il requisito per cui venga effettuato questo tipo di
controllo orientato alla profondit, nella marcatura elastica sul ricevente, in quanto deve avere lo spazio opportuno per
eseguire larresto. Gli stop che vengono utilizzati sono:

Controllo di petto a seguire;
Controllo di interno piede a seguire;
Controllo di esterno a seguire.




Queste tre tipologie associate alla situazione di gioco opportuna permettono la ricerca della spazio in breve tempo.

Esempi:

A salta in dribbling D in A1 e trasmette la sfera di interno a B. Questultimo, di prima intenzione, effettuer un
passaggio teso e rasoterra a C che con controllo di interno a seguire guadagner la profondit in C1. Ora il giocatore
libero di andare alla conclusione (fig.6).

B
C
D
Fig. 6 Fig. 6
A
A1
C1
Controllo di
interno piede


www.al l enat or e.net

5 5
A in possesso di palla, non appena viene pressato, trasmette la sfera a B che crossa direttamente con parabola aerea a C.
Questultimo effettuer uno stop di petto a seguire saltando la doppia marcatura; la palla viene direzionata o col petto,
se la sfera alta o con linterno del piede se medio-bassa in C1. Questultimo avr la possibilit di concludere lazione
(fig. 7).

B
C
Fig. 7 Fig. 7
A
C1
Controllo o di
interno piede
o di petto



Il cont rollo orient at o per superare lavversario.

Quando ci si trova di fronte ad un avversario che effettua una marcatura serrata, si deve cercare la soluzione migliore
per superarlo, o con un dribbling o con un passaggio ad un altro giocatore. Il saper controllare la sfera ed indirizzarla
immediatamente verso la zona desiderata, e pi precisamente nello spazio vuoto, permette di guadagnare tempo e di
superare il diretto marcatore in un unico gesto tecnico. Il controllo pi idoneo per il superamento delluomo lesterno
del piede che abbinato ad una finta permette di ingannare e quindi superare luomo.

Esempi:

A effettua il passaggio a B che, con la pianta del piede, controlla la sfera sul posto il tutto prima di essere contrastato.
Successivamente gira la sfera a C che, con un tocco a seguire di esterno destro (previa una finta col corpo a sinistra),
supera lavversario (fig. 8).
N.B.: In questa situazione si denota come sia importante il controllo orientato atto al superamento delluomo. In questa
situazione di 3 Vs. 3 tramite lo stop riusciamo a trovare spazio e ad avere una differenza (positiva) numerica in una zona
del campo. In questa breve esercitazione abbiamo messo in pratica due controlli, il primo sul posto (quello di B) ed il
secondo a seguire (quello di C).

B
C
Fig. 8 Fig. 8
A
Finta a
sinistra
Esterno
destro

www.al l enat or e.net

6 6
In questa normale esercitazione, A in possesso di palla lancia la sfera con parabola aerea in direzione di B.
Questultimo, con uno stop di petto a seguire in B1, superer il marcatore C. Anche in questa occasione siamo riusciti a
superare lavversario e in ununica mossa guadagnare la maggioranza numerica in una zona specifica del campo (fig.
9).

B
C
Fig. 9 Fig. 9
A
Controllo di
petto a seguire
B1



Il controllo orientato per la conclusione.

Nel calcio, ogni singolo gesto tecnico prende la sua considerevole importanza in base alle circostanze e alla zona del
campo in cui vengono eseguiti. Nel caso specifico, controllare nella maniera corretta la palla utile per arrivare alla
conclusione. Guadagnare spazio allinterno dellarea di rigore con uno stop molto ravvicinato, semplifica notevolmente
la difficolt della realizzazione. Ora vengono analizzate due possibili situazioni che si possono verificare durante la
partita:

Il controllo orientato con spalle alla porta;
Il controllo orientato allinterno dellarea di rigore.

Entrambi richiedono la prova delle esercitazioni
negli allenamenti, lobiettivo del mister quello
di cercare di ricreare (il pi possibile) latmosfera
e le situazioni della partita.

Esempi:

A passa la palla a B che di prima intenzione la
crossa verso C. Questultimo, spalle alla porta,
marcato in maniera serrata da D. Il calciatore
ricevente dovr col petto mettere gi la sfera e col
corpo appoggiarsi leggermente a D in modo da
essere in anticipo sulla marcatura ed andare alla
conclusione in C1 (fig. 10).





B
C
Fig. 10 Fig. 10
A
C1
Controllo di
petto a seguire
D
www.al l enat or e.net

7 7

A effettua il passaggio in profondit a B che stopper la sfera e la scaricher allaccorrente C. Questultimo dovr
trovare spazio per la conclusione orientando la palla di esterno destro in C1. In questo modo, lattaccante riuscir a
superare il diretto avversario e a proporsi a tu per tu davanti al portiere (fig. 11).

B
C
Fig. 11 Fig. 11
A
C1
Controllo
orientato di
esterno sinistro





LInt er di Zac.
A cura di MASSI MO LUCCHESI
Schemi, strategia epunti deboli dei nerazzurri allenati da AlbertoZaccheroni.
Il 3-4-3 di made in Zac.

I nerazzurri allenati da Alberto Zaccheroni
(subentrato in corsa ad Hector Cuper) sono
senza ombra di dubbio una delle squadre pi
interessanti del massimo campionato. Il
sistema di gioco adottato dai milanesi il 3-4-
3 gi sperimentato con successo dal tecnico
romagnolo durante i trascorsi ad Udine.
Ritengo essere, nel calcio attuale, il tridente
stretto una delle chiavi tattiche pi importanti
per superare il sistema difensivo avversario
indipendentemente che esso impieghi 3 o 4
giocatori.
Come si evince dalla prima figura, in cui il
tridente si vede contrapposto ad una difesa a
quattro, la posizione dentro il campo assunta
dagli attaccanti laterali complica la gestione di
questi ultimi da parte dei difensori.
Lattaccante laterale si pone infatti a mezza
strada tra difensore laterale e centrale e per di
pi in posizione arretrata. Ci complica il
sistema di scalate e di uscita a pressione di
una difesa a quattro. Per il difensore a zona
diventa difficile marcare e coprire
contemporaneamente. Anche su palla laterale
(fig.2) la mezzaposizione assunta
dallattaccante di sinistra implica scelte
tattiche di difficile gestione da parte dei
difensori.
- se 2 esce a pressione su 11 si crea uno
spazio attaccabile in fascia (11 pu ricevere il
servizio del possessore di palla dopo
contromovimento oppure la sponda di 9,
imbeccato dal possessore.
- se su 11 si alza 5 ecco che 9 pu tagliare
sopra il centrale di destra avversario e/o 7 pu
a ar rt t i ic co ol lo o
3
3

N . 0 5 GE N N A I O 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

A AA A T TT T T TT T U UU U A AA A L LL L I II I T TT T A AA A
Fig. 1 Fig. 1
1
11
5
7
6 3
2
9
SITUAZIONE SU PALLA CENTRALE
Fig. 2 Fig. 2
1
5 6
3
2
9
SITUAZIONE SU PALLA LATERALE
11 7
www.al l enat or e.net

2 2
venire dentro al campo per ricevere il
passaggio del possessore.
Ovviamente se problemi si hanno con la
difesa a quattro altrettanto difficile diventa
contenere il tridente avversario per una difesa
a tre (fig.3).
La situazione di parit numerica semplifica
per certi versi il compito individuale ma rende
estremamente precario lequilibrio difensivo.
Inoltre la posizione dentro al campo degli
attaccanti laterali impedisce di fatto a 2 e 5 di
marcare e coprire.
Naturalmente tutti i concetti fino ad ora
esposti presuppongono che i tre attaccanti non
si appiattiscano e giochino su posizioni
sfalsate.
Evidenziati i motivi della funzionalit del
modulo 3-4-3 nel calcio attuale, entriamo nei
dettagli del gioco espresso dai milanesi.

Fase offensiva: le uscit e difensive nerazzurre.

In situazione di palla in possesso ad uno dei tre difensori centrali quasi mai si assiste al passaggio difensore laterale
destro (ad esempio Cordoba) per
centrocampista laterale destro (ad esempio
J.Zanetti) se la squadra impegnata a giocare
luscita difensiva. Ci perch importante in
questa situazione che il laterale si alzi e
sarebbe per costui impossibile farlo se
dovesse fungere da appoggio al difensore
vicino. Il passaggio pi giocato (vedi fig.4)
dai difensori nerazzurri in situazione di uscita
la verticalizzazione rasoterra dritto x dritto
per lattaccante di zona o il lancio aereo per la
punta di riferimento (solitamente Vieri).
Una ulteriore soluzione il passaggio per il
centrocampista centrale vicino venuto
incontro (laltro centrocampista centrale
invece deputato ad alzarsi per accorciare sulla
punta centrale nel caso di uscita lunga).
Il giropalla allaltezza del reparto difensivo
(passaggio da difensore laterale a centrale)
non una delle opzioni di gioco principali
della squadra di Zac. LInter infatti preferisce orientare la sottofase di post-conquista al ribaltamento piuttosto che al
consolidamento. Il giropalla difensivo invece utilizzato a squadra avversaria schierata.


Fase offensiva: sviluppi e rifinit ure.

Se luscita difensiva viene orientata sulla punta di riferimento centrale lInter tende alla rifinitura rapida. La sponda del
centravanti per lattaccante laterale che viene a ricevere in per giocare successivamente il filtrante per laltra punta
pu essere una soluzione (fig.5 a pagina seguente). La sponda o la spizzata del centravanti per una delle due punte
laterali unaltra possibile rifinitura (fig.6 a pagina seguente). La sponda del centravanti per il centrocampista centrale
salito a sostegno unaltra possibile tematica di gioco (fig.7 a pagina seguente).

Fig. 3 Fig. 3
1
5
6
2
9
SITUAZIONE SU PALLA CENTRALE
7 11
Fig. 4 Fig. 4
32
2
30
9
15 17
26
4
6
5
www.al l enat or e.net

3 3
Se invece la manovra viene appoggiata sui centrocampisti (attraverso lo scarico della punta laterale sullinterno o il
passaggio in uscita per il centrocampista centrale) ecco che lo sviluppo della manovra coinvolge i laterali. J.Zanetti,
Pasquale o Brechet vengono messi in movimento attraverso un passaggio diagonale da zona centrale o chiamati in causa
a seguito di un cambio fronte. La palla in possesso dei laterali un segnale importante: la manovra si sta evolvendo
dalla fase di costruzione a quella di rifinitura. Le opzioni a disposizione del laterale sono varie:
-appoggio per lattaccante laterale e smarcamento in fascia per chiudere luno due o la combinazione con il terzo uomo
(vedi fig.8).
-passaggio verso la punta centrale che gioca di sponda per favorire i tagli degli attaccanti laterali o linserimento di uno
dei centrocampisti centrali.
-passaggio in profondit per il centravanti che va a sfruttare il campo liberato dal compagno venuto incontro (fig.9)
questa situazione pu essere ricercata anche dallo sviluppo che prevede la fig.10.
Fig. 5 Fig. 5
32
2
30
9
15 17
26
4
6
5
Fig. 7 Fig. 7
32
2
30
9
15 17
26
4
6
5
Fig. 8 Fig. 8
32
2
30
9
15 17
26
4
6
5
Fig. 9 Fig. 9
32
2
30
9
15 17
26
4
5
6
Fig. 10 Fig. 10
32
2
30
9
15 17
26
4
5
6
Fig. 6 Fig. 6
32
2
30
9
15 17
26
4
6
5
www.al l enat or e.net

4 4
Negli ultimi 25 mt. la squadra ha in pratica a disposizione tutte le tecniche di rifinitura possibili. E possibile scardinare
il sistema di scalate avversario attraverso sponde e combinazioni del tridente stretto. E possibile giungere alla rifinitura
tramite i cross dei laterali. E possibile favorire gli inserimenti per il tiro di uno dei centrocampisti centrali. E possibile,
quando vi campo, giocare il filtrante per uno degli attaccanti in taglio cos come mostrato dalle figure 5, 6, 7, 9, 10.
LInter inoltre una squadra cha ama pressare a centrocampo per favorire le ripartenze a campo aperto basate sulla
velocit di Martins e di Van der Meyde.


Fase difensiva: 4+3.

In fase difensiva lInter tiene di norma sette giocatori sotto la linea della palla (i quattro centrocampisti + i tre difensori).
A seconda del modulo avversario e delle caratteristiche dei singoli Zaccheroni modifica il sistema di scalate. Ci rende
piuttosto complicata la codifica di un atteggiamento standard in fase difensiva.
Ipotizzando ad esempio che lInter debba contrapporsi ad
una squadra che adotta il 4-4-2 possibile assistere, a
seconda della caratura dellavversario e del risultato di
gara, alle seguenti scalate con palla in possesso del laterale
avversario. Con palla laterale in possesso del terzino
avversario posto allaltezza della zona mediana del campo,
nellesempio di fig.11, il centrocampista laterale sinistro
che esce a pressione con il reparto di difesa che scivola in
zona palla. Il laterale sul lato debole pu abbassarsi fino
ad integrarsi con i componenti del reparto difensivo
mentre il laterale del tridente avanzato posto anchesso sul
lato debole si abbassa in contrapposizione sul mediano
avversario. Il centrocampista centrale in zona palla
chiude lavversario diretto mentre la punta laterale va a
togliere il passaggio sul sostegno. Questo tipo di scalate
solitamente utilizzato quando la squadra non
soddisfatta del risultato e lInter assume un atteggiamento
aggressivo.
Nella figura 12 invece evidenziato un comportamento
pi attendistico della squadra. In chiusura sul laterale
avversario in possesso palla va il centrocampista centrale
vicino con il centrocampista laterale che segue lesterno
avversario, la difesa che si mantiene in superiorit
numerica e gli attaccanti laterali che si abbassano sui
mediani avversari.


Met t ere lInt er in difficolt : sfrut t are i
punt i deboli.

Dopo aver evidenziato i principi fondamentali del gioco dellInter di Alberto Zaccheroni proviamo ad evidenziare
qualche spunto o situazione per mettere in difficolt la squadra milanese.

LArsenal di Wenger e la Lazio di Mancini sono le squadre cha maggiormente hanno ha messo a nudo i punti deboli dei
nerazzurri.
LInter di Zac ha, in particolare, mostrato di soffrire il movimento combinato della punta avversaria che si allarga e del
centrocampista laterale che viene dentro. LArsenal, sfruttando questi movimenti ha fatto a fette una squadra
nerazzurra sbilanciata nel corso dellincontro giocato a San Siro e valido per il girone di qualificazione di Champions
League.
Anche la Lazio di Mancini riuscita a perforare i nerazzurri sfruttando Stankovic alto a sinistra in occasione
dellincontro di campionato giocato allOlimpico lo scorso Dicembre.

Fig. Fig. 11 11
32
2
30
9
15
17
26
4
6
5
Fig. Fig. 12 12
32
30
9
17
26
5
4
6
15
2
www.al l enat or e.net

5 5


Henry (in maglia bianco-rossa) effettua un taglio ad allargare per portare fuori zona Cordoba e favorire
linserimento di Pires in zona centrale. Materazzi, uscito in ritardo su Kanu (che effettua il passaggio su Henry)
tagliato fuori.



La foto sopra mostra come Stankovic (la Lazio in magli blu mentre lI nter in maglia gialla) dia ampiezza alla
manovra biancoceleste mentre Fiore (che agiva da laterale destro) entra dentro il campo dalla fascia e Liverani si
alza in verticale in posizione di trequartista.



La foto sopra mostra levidentissimo errore nella dislocazione del reparto difensivo nerazzurro in occasione del goal
delluno a uno di Corradi. I n particolare la posizione troppo avanzata di Cordoba (giocatore cerchiato in giallo)
induce Adani (centrale di difesa) ad avanzare per mettere in off-side Stankovic, invece che optare per la chiusura a
destra. I l movimento del centrale nerazzurro non per seguito da Cannavaro (centrale di destra) e Pasquale
www.al l enat or e.net

6 6
(lesterno sinistro avanzer in ritardo con la conseguenza di liberare Corradi) che tengono regolarmente in gioco
Stankovic. I n questa situazione piuttosto incomprensibile la posizione presa da Cordoba che senza un avversario di
riferimento ha assunto una posizione non congrua con quella di J .Zanetti (il quale troppo avanzato in riferimento
a Stankovic).

In quella occasione inoltre la particolare
disposizione della squadra biancoceleste
(con i terzini Stam e Favalli molto dentro al
campo e con Albertini libero davanti alla
difesa) ha tagliato molte delle uscite
difensive nerazzurre complicando la fase di
costruzione degli uomini di Zac (Fig.13).

In conclusione possibile affermare come
interessanti siano le idee di Alberto
Zaccheroni e come tatticamente
affascinante risulti essere il gioco dei
nerazzurri.










Fig. Fig. 13 13
I nter - NUMERI DI MAGLI A STAGI ONE 2003/2004


1 TOLDO -2 CORDOBA -3 KALLON -4 J. ZANETTI -5 EMRE -6 C. ZANETTI -7 VAN DER
MEYDE -8 LAMOUCHI -9 CRUZ -11 LUCIANO -12 FONTANA -13 HELVEG -15 ADANI -16
SORONDO -17 F.CANNAVARO -18 KILY GONZALEZ -19 KARAGOUNIS -20 RECOBA -21
BEATI -22 OKAN -23 MATERAZZI -24 GAMARRA -25 ALMEYDA -26 PASQUALE -27
POTENZA -28 REBECCHI -29 BIAVA -30 MARTINS -31 BRECHET -32 VIERI -71 CORDAZ -77
COCO


Osgood-Schlat t er, il nemico del
giovane calciat ore.
A curadel Prof. Fausto Garcea
Docente di Calcio presso luniversit di Scienze Motorie di Firenze.
Istruttore nel Settore Giovanile del PISA S.C.
Conoscerelapofisite, osteocondriteextraarticolare, al finedi programmareal meglioil lavorodei
giovani calciatori.

Quando un ragazzino, durante una seduta dallenamento, si avvicina e mi dice :Mister, mi fa male sotto il ginocchio,
immediatamente mi chiedo: Quanto tempo dovr stare lontano da un pallone e da un campo di gioco?.

Cos lost eocondrit e?

Lesperienza mi ha insegnato, infatti, che il dolore, di solito acuto, in una particolare zona della parte anteriore della
gamba, che si evidenzia maggiormente alla semplice pressione con le dita, il primo inconfondibile sintomo di quella
nefasta malattia dal nome scientifico Osgood-Schlatter, pi nota dalle nostre parti, come la patologia dei nuclei
daccrescimento.
Essa colpisce, appunto, la zona della tibia dove il tendine rotuleo si inserisce, portando con s tutta la forza del muscolo
quadricipite e dove vi la sede di un nucleo daccrescimento, in altre parole, la sorgente di vita della tibia stessa.
Sempre per esperienza, posso affermare che stiamo parlando di una patologia subdola; il dolore a volte sparisce, per
ripresentarsi improvvisamente magari in forma pi marcata qualche tempo dopo, e solo il riposo assoluto permette alla
situazione di normalizzarsi e, a problema risolto, al giocatorino di allenarsi, senza ulteriori conseguenze, adoperando il
pallone.
Il morbo di Osgood-Schlatter fa parte della grande e perversa famiglia delle apofisiti o osteocondriti extra-articolari, che
senza piet colpiscono i punti di inserzione dei legamenti e dei tendini in giovanissimi atleti.

Perch avviene?

Il principio ormai da tutti accettato, perlomeno sulla carta, della necessit di seguire lo sviluppo biologico e non
cronologico per una appropriata somministrazione del carico dallenamento, viene poi di fatto negato nella pratica di tutti
giorni da moltissimi operatori del settore.
La mancanza di conoscenza e competenza in materia, lo scimmiottare il mondo degli adulti durante le sedute
dallenamento, l a costante ricerca del risultato a tutti i costi, portano taluni istruttori ed allenatori a stressare il
calciatorino sia dal punto di vista psichico che da quello fisico.
a ar rt t i ic co ol lo o
4
4

N . 05 G E N N A I O 2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

M M E E D D I I C C I I N N A A S S P P O O R R T T I I V V A A
www.al l enat or e.net

2
Nel calcio, perch di calcio che ci interessiamo, ormai diventato abituale il manifestarsi dei fenomeni in questione,
dato che i carichi, gi di per s agenti stressogeni, che le giovani ossa, con muscoli e tendini annessi, devono sopportare,
si rivelano assolutamente non idonei allet degli atleti.
I microtraumi continui inflitti dalle trazioni anormali sulla parte in questione, portano a proliferazione cartilaginea e ossea
con prominenza della tuberosit tibiale.
Questo fa s che, mentre la natura vorrebbe che il centro di ossificazione della tuberosit tibiale si evolvesse legandosi
armonicamente allepifisi tibiale, le suddette continue sollecitazioni in trazione adducono, invece, ad uninnaturale
esportazione del centro di ossificazione, della cartilagine che gli sta intorno o addirittura di tutte due.
Laccrescimento della porzione non colpita della tuberosit ed i frammenti delle parti distaccate, quindi, non hanno pi
uno sviluppo comune, ma riempiono a poco a poco spazi non previsti, con il risultato finale di un eccessivo sviluppo
della tuberosit stessa, evidenziato dalla tipica protuberanza ossea visibile ad occhio nudo anteriormente sullestremit
prossimale della tibia.
La patologia, in gran parte presente bilateralmente, come gi detto, accompagnata da dolore locale acuto alla pressione
della tuberosit, dolore che si pu manifestare nel correre, nel calciare il pallone, ma anche solo nel camminare o nel
salire le scale.
Addirittura, pu accadere che il vuoto tra la tuberosit e i frammenti venga riempito da tessuto fibroso, con
accentuazione della situazione dolorosa ed insorgenza di una fastidiosissima artrosi.

La diagnosi.

Come si fa a capire se i sintomi, o meglio il sintomo pi evidente, la sofferenza che porta a quel mister, mi fa male sotto
il ginocchio, proprio un messaggio inviato dal terribile Osgood?
La risposta semplicissima: con una semplice radiografia, accompagnata da unecografia e se proprio vogliamo non
avere alcun dubbio, da una risonanza magnetica.
Limportante, per, come accade per tutte le indagini mediche, che chi legge la lastra per fare la diagnosi, sappia che
la frammentazione del nucleo di ossificazione pretibiale non una prova certa, dato che potrebbe corrispondere ad una
variante naturale del processo di ossificazione, mentre prove certe sono ledema delle parti molli pretibiali e
lallargamento del tendine rotuleo nella sua parte inferiore.
Le conseguenze meccaniche a livello muscolare sono una retrazione sia degli ischiocrurali che quadricipite femorale
(retto femorale e vasto mediale i pi interessati) che del tricipite surale; inoltre, i test specifici rilevano una generale
spiccata rigidit.
Per quanto riguarda le funzioni articolari, i maggiori deficit si ritrovano soprattutto a carico delle articolazioni tibio-
tarsica e coxo-femorale, oltre ovviamente, a quella del ginocchio.

Rimedi.

Ed allora, che si fa?
Riposo, riposo, riposo, che dura in alcuni casi dei mesi, riposo noioso, snervante, ma necessario.
Nel frattempo, si pu magari andare in piscina a fare delle belle nuotate, perch la completa immobilit sempre
controindicata, ma certamente lattivit calcistica da interrompere, perch il football, fino a prova contraria, corsa,
salti e calci ad un pallone, tutti elementi negativi per lo sviluppo della malattia.
Andare in bicicletta, ballare, salire le scale velocemente ed altre forme di attivit motorie, possono essere analogamente
deleterie, perci, senza drammatizzare pi del dovuto, ma con la coscienza della gravit della patologia, da evitare il pi
possibile; cos come ritengo necessario astenersi dalle lezioni pratiche di educazione fisica a scuola, anche se questo
contrasta con il mio intimo essere fino in fondo insegnante.
In questo periodo, comunque, si deve gestire al meglio il recupero funzionale del piccolo atleta, programmando un piano
di lavoro con target ben precisi riguardanti mobilit articolare ed elasticit muscolare.
Si cercher, con competenza e soprattutto senza fretta, inizialmente di migliorare la flesso-estensione del ginocchio; di
diminuire la tensione che il quadricipite produce sulla tuberosit tibiale; di migliorare lelasticit degli ischio -crurali; di
migliorare la mobilit delle articolazioni tibio -tarsica e coxo-femorale; di migliorare lelasticit del quadricipite e degli
adduttori; successivamente di migliorare con esercizi propriocettivi lequilibrio statico e dinamico dando
contemporaneamente tono al quadricipite, agli ischio-crurali ed al tricipite surale.
Non trascuriamo la spinta motivazionale da fornire al soggetto, ora che il pallone si sgonfiato e non rotola, pi che mai
bisognoso di rassicurazioni sul proprio futuro calcistico senza sentirsi emarginato dal gruppo, sottolineando ed
enfatizzando limportanza degli esercizi proposti.
www.al l enat or e.net

3
Il giocatorino, per non mollare, deve percepire che il momento transitorio, che lattesa pu essere lunga, ma che
sicuramente il dolore scomparir ed il pallone rotoler come prima.
In questottica diventa basilare lapporto dei familiari del bambino/ragazzo, che dovranno insieme al medico ed al tecnico
sostenere la giusta causa del riposo e dellattivit alternativa come terapia, senza fare pesare pi di tanto lassenza dal
campo di gioco.
A questo punto, se i feed-back sono positivi ed i responsi di ulteriori necessarie indagini radiografiche sono
incoraggianti, si pu pensare di proporre esercizi individuali pi specifici alla disciplina, per poi tentare un progressivo
inserimento nel gruppo-squadra, tenendo sempre ben presenti i concetti di gradualit ed individualizzazione del carico.


Alt re ost eocondrit i nemiche dei giovani.

Vorrei ricordare che della famiglia gi citata delle osteocondriti, fa parte anche la patologia di Sever, altra forma
tristemente nota a noi frequentatori dei campi dallenamento, perch colpisce lapofisi posteriore del calcagno dei nostri
giovani allievi, sede dinserzione del fortissimo tendine dAchille, causando dolore al calcagno stesso, quindi
impossibilit a correre normalmente.
Lultima da citare, anche se personalmente ho avuto il dispiacere di imbattermi in essa solo in due casi, smascherati tra
laltro da ortopedici attenti, pignoli e decisi nella diagnosi, quella di Scheuermann che, ledendo i nuclei dei corpi
delle vertebre toraciche, porta ad una cifosi spesso non accentuata ma, come al solito, dolorosa.

Conclusioni.

Concludendo, stiamo attenti durante le ore passate tra campo e pallone ai segnali che ci provengono dal modo di correre,
di calciare e di atterrare dopo un colpo di testa dei nostri piccoli calciatori.
Spesso lindividuazione di unanomalia negli appoggi o nel modo di tirare in porta maschera una sofferenza
inconsciamente celata, poich sappiamo bene quanto sia difficile per chiunque ammettere mi fa male e smettere di
giocare quando ci si diverte, in special modo per un bambino.
Allo stesso tempo, non dobbiamo avere fretta nel recupero allorch la patologia insorge e si manifesta in tutta la sua
gravit, perch per apprendere al meglio bisogna stare bene fisicamente e psicologicamente, ed un periodo di stop
appropriato, in questi casi, costituisce indubbiamente la medicina giusta per ripartire ed evitare di fermarsi nuovamente.
Indurre un giovane calciatore a perseverare nel sovraccaricare la zona compromessa, perch senza di lui la squadra non fa
goal e non vince, un delitto dal punto di vista sia professionale che umano, dato che le patologie di cui abbiamo trattato
si risolvono con la piena maturazione scheletrica, ad esempio la saldatura dellapofisi alla tibia nel caso del malefico
Osgood, senza la permanenza di dolori invalidanti, a condizione che i processi di ossificazione non subiscano anomalie
strutturali durante il loro iter evolutivo.
Dopo i 18/19 anni, infatti, se appare dolore sullapofisi tibiale, il colpevole non pi Osgood-Schlatter, ma qualcun altro
magari con un nome meno complicato da pronunciare, dato che il nucleo di ossificazione non esiste pi.
Per concludere, ricordo volentieri tre ragazzini che durante i miei allenamenti si sono avvicinati e mi hanno confidato
Mister, mi fa male sotto il ginocchio, restando poi lontani dallattivit agonistica per molti mesi: Marco Rossi, Dario
Lenzini e Simone Masini.
Il primo naviga da anni tra serie A e serie B (questanno al Genoa), gli altri due al momento giocano in serie C1
(Lucchese), ma in procinto di spiccare il volo verso lidi pi importanti.
Questo mi fa pensare che noi istruttori, allenatori, medici, riabilitatori e genitori, non dobbiamo avere paura di affrontare
nella giusta maniera una patologia maligna come quella delle osteocondriti, perch se c talento, il tempo perso viene
poi recuperato in fretta.




La gest ione delle marcat ure sui
cross dal fondo.
A curadi ROBERTO BONACINI
Dalla tecnica di marcamentodella punta allorganizzazionetattica della
copertura delle"zonecalde".

La marcat ura: considerazioni generali.

La marcatura in area di rigore da parte del difensore sullattaccante avversario fa parte, in linea generale, della fase
difensiva o fase di non possesso palla. In questa fase, nella quale si cerca di togliere spazio e tempo agli avversari
assolvendo ai principi di tattica collettiva (equilibrio difensivo, scaglionamento, concentrazione, azione ritardatrice,
controllo e limitazione), la squadra, compatta, deve per prima cosa riconquistare il possesso palla con lo scopo di
tornare quanto prima ad offendere (fase di transizione + fase offensiva); secondariamente, fallito il primo obiettivo,
deve evitare che la squadra avversaria possa concludere pericolosamente la propria azione. Per far questo
fondamentale la ricerca immediata di una buona presa di posizione da parte di tutti i giocatori in non possesso,
indipendentemente dal fatto che si trovino sopra o sotto la linea della palla. E evidente che maggiori sono i giocatori
sotto la linea del pallone, maggiore il numero di calciatori subito pronti a difendere e a creare ostacolo tra palla e
porta. Quanto esposto vale in linea generale, in quanto giocatori sopra o sotto la linea della palla potranno partecipare
allobiettivo comune di riconquista muovendosi e organizzandosi in base alle scelte e alle idee personali dellallenatore.
Da queste dipender quanti e quali giocatori parteciperanno attivamente a questa fase di gioco e conseguentemente, nel
nostro caso specifico, alla difesa in area di rigore su un attacco con traversone o cross dalla fascia a centro area. Una
volta che la squadra ripiegata, considerando che per i giocatori esterni la migliore linea di rientro quella in direzione
del palo pi vicino e che per i giocatori centrali la via pi corta quella in direzione del dischetto del rigore (imbuto
difensivo), il successivo obiettivo quello di prendere posizione sia sul portatore della sfera, sia sugli avversari senza
palla attraverso (in zona darea di rigore) una marcatura ad uomo. Eventuali scalate di marcatura tra compagni
(passaggio dellavversario) risultano essere opzioni consentite solo se esiste il tempo effettivo e sicuro per attuarle
(ritardato cross dalla fascia); mancando i presupposti, la marcatura rimane rigorosamente ad uomo.

La presa di posizione.

La marcatura ad uomo deve consentire il controllo diretto dellavversario al fine di:

limitare lattaccante seguendolo in tutte le direzioni e in ogni zona in cui si muove;
limitare/francobollare lavversario riducendo o eliminando spazio e tempo a sua disposizione;
limitare lattaccante attraverso unazione di contatto fisico regolare e intelligente (sentirne la distanza con la
mano, contrastarlo di spalla) cercando di disturbarlo sul piano dellequilibrio, della forza e della velocit;
a ar rt t i ic co ol lo o
5
5

N . 0 5 GE N N A I O 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

T TT T A AA A T TT T T TT T I II I C CC C A AA A
www.al l enat or e.net

2 2
limitare lavversario attraverso una marcatura per cos dire sporca caratterizzata da spintarelle, tirate di maglia o
spostamenti pi o meno regolari da parte di entrambi i contendenti (al lettore la libert di tenere conto o no di questo
punto);
limitare lavversario attraverso un atteggiamento e comportamento sicuro e autoritario al fine di disturbarlo da un
punto di vista psicologico (il difendente deve e vuol far capire che in area comanda lui).

La marcatura in area rappresenta per ogni giocatore difendente una situazione difficile e delicata da risolvere. Il
marcatore infatti deve prendere decisioni sotto grande pressione psicologica avendo spazi e tempi a disposizione
ridottissimi. La difficolt principale del marcatore sta nel dover gestire contemporaneamente palla e avversario, avere
quindi visione del portatore palla e dellattaccante da marcare. La scelta difensiva da adottare nasce quindi da un
compromesso tra il marcare attentamente a uomo lavversario e lavere possibilmente buona visione di dove si trova il
pallone. Qualora il difensore si trovi impossibilitato a posizionarsi in modo da assolvere a tale compromesso (per
esempio perch lattaccante si sposta sul lato cieco allontanandosi dalla palla), considerando la pericolosit
dellattaccante vicino alla porta, il marcatore ha come priorit assoluta quella di concentrarsi sulluomo da marcare. Il
difensore non deve commettere lerrore di guardare o cercare assolutamente la sfera a scapito della marcatura; si perde
di vista la palla ma non si lasciano allavversario neanche quei pochi metri che possono essere fatali.

Lanticipo.

Abbiamo visto in precedenza che il difensore deve posizionarsi in modo da vedere palla e avversario. Realizzato questo,
il difendente deve poi cercare inizialmente lanticipo difensivo. La posizione raggiunta deve consentirgli, qualora il
destinatario del cross risulti essere lavversario diretto, di tentare lanticipo sul pallone (un eventuale anticipo
dellattaccante sulla palla risulta infatti essere il pericolo numero uno).
La marcatura in anticipo, con intercettamento della sfera, richiede al difensore determinate competenze che sono:

avere senso della posizione;
prevedere lo sviluppo dellazione e quindi saper percepire e successivamente analizzare la situazione di gioco;
prevedere o conoscere il gesto o lintenzione del calciatore che rifinisce lazione in base allorientamento del corpo
o latteggiamento posturale; per esempio il sapere se il giocatore in fascia destro o sinistro permette presumibilmente
di prevedere la traiettoria del cross o del traversone (ad entrare o ad uscire rispetto alla porta);
prevedere eventuali mosse dellavversario diretto da marcare; conoscere il proprio avversario nelle sue
caratteristiche e nelle sue capacit (posizione iniziale, movimenti ecc.) gi una condizione vantaggiosa;
il porsi di fianco allattaccante per poi prendere posizione fra palla e attaccante stesso (marcatura danticipo) con
lintenzione di occupare la linea di passaggio destinata alla punta (potenziale traiettoria di passaggio);
il prendere posizione fra attaccante e porta; posizionarsi allinterno dellattaccante toccandolo con la mano o con il
corpo per controllarne i movimenti e prevederne le mosse in modo tale da anticiparlo (compiendo meno strada) qualora
lattaccante punti sul primo palo;
il muoversi in anticipo con intelligenza e tempestivit (scelta del tempo di azione muovendosi prima che il
portatore effettui il cross e non reagendo solo a cross o passaggio avvenuto);
il muoversi in anticipo con un cambio di velocit portandosi davanti allavversario; arriva primo sulla palla chi
vede e conseguentemente scatta prima dellavversario (capacit di scatto)
il saper effettuare lanticipo lungo intercettando il passaggio a met strada tra portatore/crossatore e ricevente/
finalizzatore avversario;
il saper effettuare lanticipo corto intercettando la palla vicino al ricevente;
il saper capire e decidere quando necessario marcare la traiettoria del passaggio o marcare lavversario;
il saper scegliere in breve tempo la soluzione e il gesto tecnico pi adatto;
il saper intervenire sulla palla con decisione una volta scelta la soluzione ritenuta migliore;
vedere/controllare anche leventuale inserimento di un secondo attaccante sfuggito alla marcatura di un compagno.

In considerazione di questo ultimo punto importante sapere quanto segue:
Il campo visivo ottimale di una persona compreso in unampiezza di 120-130 gradi. Considerando anche le immagini
sfuocate raggiunge i 170-180 gradi. Essendo le richieste di visione pari a 360 gradi il fronte visivo deve utilizzare una
sorta di strategia nella ricezione selettiva dei dati di gioco. Vediamo due esempi in fase di marcatura. Nel primo (figura
1 a pagina seguente) non ci sono problemi per il difensore in quanto gli obiettivi da controllare, palla e avversario, sono
sotto controllo.
www.al l enat or e.net

3 3

Nel secondo esempio (figura 2), la situazione risulta pi complicata in quanto il difensore deve avere sottocchio palla,
pi avversari e compagni, al fine di anticipare il pi rapidamente possibile lanalisi e lelaborazione dei dati. Essendo
tutti questi dati al di fuori della sua angolazione visiva, questi necessita di percepire la situazione in maniera alternata,
dirigendo il fronte visivo principalmente alla palla e allavversario pi vicino e secondariamente cercando di cogliere
eventuali altre variabili del gioco. Pertanto, sempre considerando la nostra figura 2, il difendente deve anche, di tanto in
tanto, intravedere il secondo avversario distogliendo (per un attimo ) il fronte visivo da palla e prima marcatura. E
necessario quindi acquisire una razionale strategia di selezione dei dati, grazie alla quale possiamo tenere sotto controllo
il quadro del gioco. Da questa educazione allosservazione scaturisce naturalmente il senso dellanticipazione
psicomotoria, che, in ultima analisi, consente una pi efficace azione sulla palla.
Il sapere da parte del difensore di avere una risposta a tutte le situazioni che si possono verificare, porta come risultato
alla riduzione degli stati danimo negativi, rafforzando la sicurezza e la concentrazione con conseguente maggiore
autostima di se stessi.

Se non si ant icipa

Qualora il difensore abbia optato per un intervento diverso dallanticipo, la pericolosit dellavversario diretto, come
abbiamo gi detto, deve essere annullata o limitata attraverso:

il contrasto fisico;
lintelligenza difensiva;
capacit condizionali;
capacit coordinative;
esperienza maturata;
furbizia (marcatura sporca).

Gest ire le sit uazioni crit iche.

Qualora in area falliscono interventi difensivi di anticipo
sulluomo e di intercettamento favorevole della palla,
con conseguente precaria marcatura dellavversario,
situazioni di palle respinte corte (che rimbalzano a terra
a pochi metri dalla porta), palle respinte appena fuori
area ecc., richiedono sia capacit e prontezza del
difendente per andare a difesa della porta (figura 3), sia
capacit e prontezza per andare a contrastare e pressare
gli avversari (limitare tempo e spazio e allontanare la
palla) (figura 4 a pagina successiva).

P
Figura 1
D D2
P
Figura 2
D1
P
Figura 3
D3 D2
D1
www.al l enat or e.net

4 4

In caso di intervento del portiere la squadra, fino a quando questultimo non entra in possesso palla, deve proteggerlo e
raccogliersi intorno, al fine di rimediare ad eventuali errori di presa (figura 5). Solo nel momento in cui il possesso
palla dellestremo difensore si concretizza con certezza, il pericolo cessa.


Marcatura e capacitcondizionali.

Da un punto di vista condizionale il marcatore, durante la sua azione difensiva, ottiene notevoli vantaggi se dispone
anche di determinate caratteristiche e capacit quali:

altezza;
peso;
forza (contrasto);
forza/elevazione (palle alte);
rapidit/velocit/esplosivit (nei movimenti in spazi brevi quali lanticipo difensivo);
reattivit (pronto sempre sulle gambe per capire e intervenire prontamente di fronte alle possibili e numerose
variabili che possono presentarsi: spizzicate, deviazioni, palle rimbalzanti a terra ecc.);
agilit e destrezza generale.


Marcatura e capacitcoordinative.

Vediamo ora alcune capacit coordinative di cui si avvale il difensore nellazione di marcatura:

Capacit di orientamento spazio temporale e visione periferica

Capacit di determinare e variare la posizione ed i movimenti differenti del corpo nello spazio e nel tempo, in relazione
a punti di riferimento definiti e noti.
Per esempio il marcatore deve avere senso della posizione in area allo scopo di trovarsi al posto giusto nel momento
giusto.

Capacit di percezione della relazione spazio-temporale

Capacit di percepire e valutare le traiettorie del pallone.
Per esempio il marcatore, in occasione di un cross o traversone, deve rendersi conto della traiettoria che verr impressa
al pallone per poi anticipare, contrastare e colpire di testa.

P
Figura 4
D2
D3
D4
D1
P
Figura 5
D1
D3 D4
D2
www.al l enat or e.net

5 5
Risulta molto importante per il difensore avere una buona valutazione delle traiettorie con le quali pu arrivare la palla.
Le traiettorie di passaggio possono essere:

frontali e laterali: le traiettorie frontali, come conseguenza della variabile percezione della profondit, sono pi
difficili da valutare in quanto pi complesso stabilire in anticipo il punto di arrivo della palla (figura 6 traiettoria
frontale figura 7 traiettoria laterale);

a rientrare o ad uscire rispetto alla porta: nel caso di un cross ad uscire la nostra difesa e il nostro portiere ne
saranno avvantaggiati (figura 8 traiettoria ad uscire figura 9 traiettoria a rientrare);

con passaggio rasoterra, a mezza altezza, alto;
forti e tese o lente e a parabola.

Il difensore deve saper decidere la velocit, la linea e langolo di avvicinamento da adottare rispetto allattaccante che
sta per ricevere palla; considerando la figura 10 pu scegliere:

la linea pi lunga (figura 10 soluzione a) si tratta della linea di percorrenza che va ad incrociare la traiettoria del
pallone con un angolo maggiore di 90; questo movimento consente di intercettare il cross qualora il difensore riesca a
valutare con precisione velocit del traversone e distanza che lo separa dal punto nel quale avverr lintercettamento del
pallone; questa azione di anticipo difensivo, nella quale il difensore arriva sulla palla prima del ricevente, richiede
particolari capacit di previsione degli eventi;


D
P
Figura 6
D
P
Figura 7
P
Figura 8
D
D
P
Figura 9
www.al l enat or e.net

6 6
la linea di media distanza (figura 10 soluzione b) si tratta della linea di percorrenza che si va ad intersecare con la
traiettoria del pallone crossato con un angolo di 90; questa decisione consente al marcatore di entrare in contrasto
diretto con lattaccante
scegliendo per il giusto
tempo al fine di evitare, se
in ritardo, di essere tagliati
fuori lasciando
allattaccante possibilit di
conclusione; il difensore
anche in questo secondo
caso deve calcolare con
precisione sia la velocit del
cross sia la distanza dal
punto di intercettamento;

la linea corta (figura 10
soluzione c) si tratta della
linea che si interseca con la
traiettoria del pallone con
un angolo inferiore ai 90;
questa decisione, nella
quale il difensore arriva sul
pallone dopo lattaccante,
prevede conseguentemente
una rapida chiusura sulla
palla e laffronto
dellavversario in
condizioni ideali di 1>1; richiede la capacit di comprendere di essere in ritardo e di dover adottare unazione difensiva
diversa dallanticipo/intercettazione e dal contrasto/intercettazione.

Capacit di anticipazione

Capacit che permette di prevedere landamento di unazione e di programmare di conseguenza le operazioni
successive. Permette di intuire gli avvenimenti e conseguentemente di preparare in anticipo risposte motorie efficaci.
Grazie allesperienza possibile selezionare ed anticipare le scelte motorie da effettuare in relazione allo scopo da
raggiungere.
Per esempio il marcatore deve capire le intenzioni del portatore di palla avversario per intercettare il passaggio,
giocando in anticipo o indietreggiando a coprire lo spazio tra la porta e il pallone.

Capacit di trasformazione e adattamento dei movimenti

Capacit di adattare, trasformare o sostituire lazione motoria programmata nel corso del suo svolgimento in base al
variare della situazione. La capacit di trasformazione dei movimenti dipende dalla precisione e dalla velocit con la
quale il giocatore recepisce le variazioni della situazione, nonch dalla esperienza acquisita. Maggiore lesperienza,
maggiori sono le possibilit di anticipare, adattare e trasformare i movimenti con possibilit di individuare le scelte pi
opportune.
Per esempio il marcatore non deve farsi cogliere di sorpresa dal variare di una situazione di gioco: deve per esempio
saper fronteggiare una serie di finte dellattaccante; deve saper riposizionarsi rapidamente in caso di deviazione, con
cambiamento di traiettoria e velocit, di un pallone spizzicato da un secondo avversario andato incontro alla palla; deve
saper cambiare atteggiamento qualora, il portiere perda la palla in uscita, mutando lazione di marcatura sulluomo in
azione di difesa della porta.

Capacit di reazione

Capacit di eseguire rapide azioni motorie in risposta ad uno stimolo. La variabilit e limprevedibilit della nostra
situazione in oggetto richiede al nostro marcatore prontezza di riflessi per risolvere i problemi posti dalla partita. Le
risposte che il difendente deve fornire devono essere rapide e tempestive ed per questo che la percezione, lattenzione,
P
Figura 10
A
B
C
www.al l enat or e.net

7 7
la memoria (esperienza) e lo stato emotivo devono permettergli di scegliere le informazioni utili e necessarie per la
lettura anticipata di ci che sta per accadere e per fornire risposte motorie rapide ed efficaci.
Per esempio il marcatore deve reagire prontamente, ristabilendo la marcatura, ai continui movimenti (finte)
dellattaccante; il difensore deve reagire prontamente ad un blocco portato da un secondo avversario; il difensore deve
reagire prontamente, in occasione di una spizzicata portata in anticipo da un secondo avversario, al cambiamento di
traiettoria e di velocit della palla; il difensore deve reagire prontamente liberando larea qualora, in occasione del
contrasto in area con lattaccante, la palla cada a terra a pochi metri dalla linea di porta.

Capacit di equilibrio e acrobatica

Capacit di mantenere il corpo in posizione stabile o ristabilire tale condizione nel corso degli spostamenti.
Distinguiamo un equilibrio statico e un equilibrio dinamico.
Per esempio il marcatore deve avere buone capacit di equilibrio statico nel contrasto con lattaccante per la ricerca
della miglior posizione. Come per esempio deve avere buone capacit di equilibrio dinamico nel compiere gesti tecnici
con la palla (colpo di testa), gesti acrobatici (volo o tuffo per liberare su palloni a mezza altezza) ecc..

Marcat ura: alcuni esempi sit uazionali.

Analizziamo ora alcune situazioni, e conseguenti comportamenti, che il difensore/marcatore deve saper gestire
considerando:

come e dove si trova posizionato;
come e dove si trova posizionato lavversario;
la traiettoria del pallone;
zona di caduta nella quale indirizzato il cross.

Per maggior chiarezza consideriamo larea di rigore scomposta in diverse zone:

Zona A (figura 11)

La destinazione del cross o del traversone la zona tra il primo palo e il limite dellarea piccola di porta (vedi figura
11). Si tratta di una zona particolarmente delicata in quanto probabile che un buon cross venga calciato con traiettoria
veloce sul primo palo per consentire allattaccante o di concludere direttamente a rete o di spizzicare la palla
allungandone la traiettoria. Il marcatore deve essere molto bravo nellanticipo sia di testa che di piede (buono linterno
piede) e deve essere deciso e rapido. Lattaccante cerca infatti lazione danticipo per eludere lintervento del difensore
che a sua volta dovr anticipare lazione dellattaccante (figura 11 a).
Il difendente deve cercare di non essere anticipato e contemporaneamente impedire alla palla di passare sia nelle
traiettorie ad entrare che ad uscire.


Figura 11
Zona a
Figura 11 a
D
P
www.al l enat or e.net

8 8
Zona B (figura 12)

La destinazione del cross quella compresa tra la porta e il limite dellarea piccola (vedi figura 12). Si tratta di una zona
nella quale possono arrivare facilmente cross con traiettoria veloce. Lattaccante deve essere marcato cercando
lanticipo anche se il difendente deve considerare che si tratta di una zona di competenza del portiere e pertanto il
difensore, consapevole delle caratteristiche e doti del suo portiere (efficace nelle uscite), deve considerare anche
leventualit di non marcare in questa zona per non arrecare, insieme allattaccante, disturbo allestremo difensore.
Successivamente il marcatore deve essere il primo a integrarlo e garantirlo in occasione di unuscita poco efficace
avendo buona prontezza di riflessi se la palla cade a terra in area (figura 3 copertura figura 5 protezione).
In caso di cross a rientrare la prima traiettoria da difendere quella diretta verso la porta; pertanto sia il marcatore che il
portiere devono lavorare sullanticipo partendo da una posizione centro porta per arrivare in zona primo palo (figura 12
a).
In caso di traiettorie pi lente e ad uscire il difensore, considerando come priorit dintervento quella del portiere,
assumer un comportamento di copertura conseguente (figura 12 b).



Zona C (figura 13)

La destinazione del cross compresa tra il secondo palo
e il limite dellarea piccola (vedi figura 13 a pagina
successiva).
Solitamente il pallone in questa zona non arriva con
traiettoria veloce ma con una traiettoria per cos dire
morbida. Si tratta pertanto di traversoni lenti che, se
non sporcati da deviazioni improvvise, non consentono
allattaccante, qualora intercetti il pallone, di imprimere
un grande forza e velocit alla sfera. Il difensore attento e
ben posizionato deve, con unadeguata azione di
contrasto e anticipo, risolvere a suo favore la contesa.
Oltre allanticipo e a buone doti di contrasto, il marcatore
deve sapersi muovere a 360 in modo da:
cercare la palla anche allindietro (figura 13 a pagina successiva)
coprire, oltre che a marcare il proprio avversario, la zona oltre il secondo palo in occasione di rimbalzi o tiri
suscettibili di deviazioni (figura 13 b pagina successiva).
Nel caso di traiettorie lunghe, che vanno oltre il possibile intervento del portiere, il difensore, qualora non riesca ad
impattare in primo tempo la palla, deve prontamente riposizionarsi per fronteggiare il pericolo di una successiva
conclusione a rete o di una nuova rimessa a centro area.



Figura 12
Zona b
Figura 12 a
P
D
Figura 12 b
P
D
www.al l enat or e.net

9 9


Zona D (figura 14)

La destinazione del cross nella zona appena sopra alla
zona A vista precedentemente (vedi figura 14).
Il difensore anche in questo caso si trova probabilmente
di fronte a cross con traiettorie veloci e, se effettuati da
fondo campo, con traiettoria ad uscire. Vale quanto detto
per la zona A: il marcatore deve opporsi allavversario
con unazione di anticipo sulla traiettoria della palla. Il
difendente deve essere deciso, rapido e molto bravo
nellanticipo sia di testa che di piede in modo da arrivare
prima dellattaccante e impedire alla palla di passare
(figura 14 a).









Figura 13
Zona c
Figura 13a
D
D
P
Figura 13 b
D1
D2
P
Figura 14
Zona d
Figura 14a
D
P
www.al l enat or e.net

10 10
Zona E (figura 15)

La destinazione del cross in quella zona che dal limite dellarea di porta si estende verso il limite dellarea di rigore
(vedi figura 15). Per il marcatore si tratta di una porzione di campo molto pericolosa in quanto:

relativamente vicina alla porta
in posizione centrale
ampia
spesso attaccata da giocatori di peso, statura e con spiccate doti nel colpo di testa.

Il difendente deve avere coraggio e sicurezza in quanto si tratta di una zona ad alta responsabilit. Importante oltre
allanticipo (figura 15 a) anche un buon salto da fermo (buon colpo di testa in sospensione).
In caso di traiettorie lente il difensore, considerando come priorit dintervento quella del portiere, assume
conseguentemente un comportamento di copertura o protezione dellestremo difensore (come figura 3 e figura 5 ma in
zona leggermente pi alta).


Zona F (figura 16)

La destinazione del cross nella zona compresa tra il
limite dellarea di rigore e la lunetta dellarea stessa
(vedi figura 16).
Solitamente il marcatore deve interessarsi di questa zona
solo quando stata liberata larea di rigore (in seguito
al duello vincente con lattaccante o successivamente
alluscita del portiere con respinta della palla) portando
pressione sulla palla che cade o rimbalza a terra al limite
dellarea grande (figura 4). Necessari equilibrio, rapidit
e aggressivit.
Figura 15
Zona e
Figura 15 a
D
P
Figura 16
Zona f

Il port iere e la palle inat t ive.
A curadi CLAUDIO RAPACIOLI prep.portieri Sett. Giov. Brescia Calcio
Gestioneed organizzazionedifensiva sui calci piazzati contro.
Lo sviluppo tattico avuto dal calcio negli ultimi anni ha portato ad una migliore organizzazione delle squadre in fase
difensiva, con la conseguenza che le reti segnate su azione, come dimostrato da numerosi studi statistici, sono diminuite
mentre sono aumentate quelle nate da situazione di palla inattiva. Limportanza di sfruttare al meglio queste occasioni
ha portato gli allenatori ad elaborare molteplici, imprevedibili e se vogliamo talvolta fantasiose soluzioni. Fino a
qualche anno fa le punizioni venivano calciate morbide sopra la barriera o di potenza nel lato scoperto della porta,
mentre nei calci dangolo si andava quasi sempre a cercare il cross per i giocatori pi abili in acrobazia. Tutto questo era
quasi sempre lasciato alla libera organizzazione dei giocatori ed alla loro ispirazione del momento; non venivano
programmati allenamenti specifici. Ora invece, almeno una volta alla settimana durante la stagione, con una frequenza
pi alta durante il periodo di ritiro, le squadre anche di livello non professionistico eseguono allenamenti mirati allo
sviluppo delle situazioni di palla inattiva, anche se molto spesso viene prestata maggiore attenzione alla fase offensiva
piuttosto che a quella difensiva.

Le situazioni di palla inattiva sono:

Calcio dinizio
Rinvio del portiere
Rimessa laterale
Calcio dangolo
Calcio di punizione diretto o indiretto
Calcio di rigore

Esiste parecchia documentazione riguardante le palle inattive, sia per le situazioni difensive che per quelle offensive,
per quasi tutta non considera limportanza del portiere nella organizzazione e nello sviluppo delle situazioni a sfavore.
Nei professionisti la conoscenza e la possibilit di rivedere le immagini delle gare precedenti, permette agli allenatori di
documentarsi sulle soluzioni tattiche dei futuri avversari. Inoltre anche grazie al maggior tempo a loro disposizione
possono organizzare e provare le necessarie contromisure specifiche.
Nelle categorie dove questo non avviene rimane come unica possibilit quella di una organizza zione generica che
risulti efficace nel prevenire e contrastare le iniziative avversarie.


Le principali t ipologie di cont rapposizione difensiva.

Possiamo classificare tre tipologie di contrapposizione difensiva su palla inattiva:

CONTRAPPOSIZIONE A ZONA - Ogni giocatore responsabile della zona di campo assegnatagli. Il suo scopo
principale quello di guardare la palla e di intervenire se giunge nella propria zona.
a ar rt t i ic co ol lo o
6
6

N . 05 G E N N A I O 2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

I I L L N N U U M M E E R R O O 1 1
www.al l enat or e.net

2
CONTRAPPOSIZIONE A UOMO - Ad ogni giocatore viene assegnato il controllo di un avversario. Il suo scopo
principale quello di impedire alluomo di ricevere il pallone.
CONTRAPPOSIZIONE A ZONA MISTA - Prevede che alcuni giocatori si occupino di una determinata zona di
campo mentre altri avranno il compito di marcare a uomo gli avversari.

La marcatura a zona richiede parecchia applicazione e affiatamento tra i componenti della squadra e inoltre necessita di
parecchio tempo per provare le varie situazioni, mentre la soluzione della marcatura a uomo la ritengo troppo
dipendente dalle azioni avversarie e in caso anche di singolo errore molto pericolosa.
Ritengo perci che lorganizzazione a zona mista sia quella pi adottata e che fornisce idonee garanzie nella maggior
parte delle situazioni.
Questo articolo vuole evidenziare quale il ruolo e quali sono i compiti del N.1 nelle situazioni di palla inattiva gestite
da una difesa organizzata con una zona mista.

Assegnazione dei ruoli.

I ruoli e le posizioni da assumere da parte di ogni giocatore sono definite dal portiere negli spogliatoi, se necessario in
accordo con lallenatore dopo che lo stesso ha comunicato alla squadra la formazione. E preferibile utilizzare, nel
limite del possibile, per ogni ruolo sempre il medesimo compagno cos da ottimizzare gli automatismi e fare esperienza
delle situazioni che di volta in volta si presentano.
Se durante la settimana vengono provate alcune situazioni su palla inattiva opportuno utilizzare nei vari ruoli gli stessi
uomini che saranno chiamati in causa il giorno della gara. E comunque importante avvalersi in allenamento anche dei
giocatori che potrebbero sostituire i titolari, questo permette loro una presa di coscienza al fine di organizzare le
contromisure nel modo pi efficace.
Il numero dei giocatori utilizzati varia a seconda delle situazioni, e comunque i difensori devono essere sempre pi
numerosi degli attaccanti. In fase difensiva consigliabile non coinvolgere un numero troppo alto di compagni, almeno
un paio devono rimanere alti impegnando gli avversari in copertura preventiva (nel loro controllo) e offrire, allo stesso
tempo, un veloce appoggio alla propria squadra in fase di ripartenza.

Nella difesa a zona mista solitamente si organizzano le seguenti situazioni definendo i ruoli che devono essere ricoperti
dai giocatori:

SITUAZIONE
RUOLI DA ASSEGNARE PER DETERMINARE
LA CONTRAPPOSIZIONE DIFENSIVA
CORNER
UOMO SUL PRIMO PALO
UOMO SUL CORTO
E se utilizzati:
LIBERO
UOMO SUL SECONDO PALO
UOMO AI 9,15 mt.
PUNIZIONI CENTRALI
BARRIERA CENTRALE
(Composizione e posizionamento dei vari uomini. Occorre prestare molta attenzione al
primo e allultimo uomo)

PUNIZIONI LATERALI
UOMO SUL CORTO
BARRIERA LATERALE DESTRA E SINISTRA
(Solitamente due uomini per ogni lato)


Se tra le file avversarie sono presenti giocatori abili in acrobazia, si possono definire in anticipo anche specifiche
marcature a uomo.
Terminato lappello dellarbitro, il portiere prima dellingresso in campo, per verificare lattenzione dei compagni
chiama una a una le posizioni e i compiti relativi. I compagni devono rispondere con il proprio nome.
www.al l enat or e.net

3
Il compit i del port iere.

Il portiere colui che deve sempre dirigere nel posizionamento i compagni in occasione di tutte le situazioni di gioco,
richiamandoli se fuori posizione e comunque aiutandoli ad essere sempre pronti ad ogni sviluppo,
stimolando, di conseguenza, la massima concentrazione degli stessi.
In situazioni di palla inattiva ritengo debba essere lallenatore in campo. Egli deve controllare
lapplicazione da parte dei compagni di quanto stabilito precedentemente negli spogliatoi. In
queste occasioni il portiere deve comunicare verbalmente con i compagni. I suoi comandi devono
essere chiari, inequivocabili e sicuri. Il portiere deve evitare di trasmettere agitazione ed
insicurezza ai compagni.
Linterruzione del gioco porta molto spesso ad un inconscio abbassamento del livello di
attenzione. Nelle situazioni di palla inattiva esiste un diverso carico psicologico (correlato agli
obiettivi conseguibili in queste situazioni), tra attaccante, portiere e difensore. Lattaccante agisce
per raggiungere il massimo del suo obiettivo (la segnatura), il portiere deve evitare assolutamente
di subire la rete (situazione sicuramente pi stressante), mentre il difensore ha come obiettivo quello di non farsi
sfuggire, contrastando efficacemente, lavversario diretto. Questi fattori psicologici, la cui valenza aumenta sia con
lavvicinarsi ai minuti finali di gara che con limportanza della posta in palio, sono molto spesso causa di clamorose
distrazioni. Ci accade in conseguenza al fatto che la mente e lattenzione dei difendenti in tali situazioni viene
offuscata dalla paura di subire goal ed i giocatori faticano a concentrarsi in maniera completa sul compito assegnato
loro. Il portiere deve conoscere tali aspetti, deve spronare i propri compagni tenendo alto il livello di attenzione ed
infondere loro sicurezza e determinazione.
Quando un giocatore subentra a uno che ha determinati compiti su palla inattiva il portiere deve subito pensare quale
compagno utilizzare al posto del sostituito e comunicarlo immediatamente allinteressato.
Quando il portiere intercetta il pallone in presa diventa il primo attaccante e se esistono i presupposti deve essere rapido
nel leggere la situazione, e dare il via ad una veloce ripartenza chiamando e indirizzando il pallone verso il compagno
meglio posizionato, fungendo cos da primo attaccante.
Ritengo estremamente formativo gi nelle categorie giovanili responsabilizzare il portiere nellorganizzazione difensiva
sia prima che durante la gara, aiutandolo a interpretare gli sviluppi di ogni situazione e a ricercare, quando possibile,
situazioni per una veloce ripartenza. Leggere e riconoscere prontamente i casi di smarcamento, attacco dello spazio e
superiorit numerica aiuta lo sviluppo dellintelligenza tattica del portiere.

Iniziamo ora ad analizzare cosa deve fare il portiere in tutte le situazioni di palla inattiva.

Il calcio dinizio (fig.1).

E la situazione di palla inattiva meno pericolosa,
difficilmente in fase di attacco si riesce ad
organizzare un movimento per arrivare alla
conclusione in porta.
Non ritengo si debbano prendere particolari
contromisure se non quella di richiamare alla
massima attenzione tutti i compagni sia in
occasione dellinizio del periodo di gioco sia
quando la gara riprende dopo una segnatura. In
questo caso leuforia per il gol segnato potrebbe
giocare un brutto scherzo se non si pi che rapidi
a riprendere la giusta concentrazione e le corrette
posizioni dopo i festeggiamenti.
Lunica situazione che potrebbe risultare
pericolosa si verifica quando gli avversari partono
cercando di allargare il fronte del gioco.
Solitamente essi eseguono uno scambio rapido per
poi cercare il lancio verso un esterno dotato di
velocit, con lo scopo di creare una situazione di
Fig. 1 Fig. 1
www.al l enat or e.net

4
1 contro 1 al limite dellarea. Il portiere deve leggere la situazione e se gli esterni avversari attaccano lo spazio
organizzare i propri compagni della difesa e del centrocampo per un immediato controllo.


Rinvio del port iere avversario.

In questo caso il port iere deve assumere una posizione alta invitando la propria linea di difesa a fare altrettanto per
rimanere il pi possibile vicino al centrocampo e mantenere la squadra corta. Nel momento in cui il portiere avversario
si appresta a calciare i difensori scapperanno verso la linea dellarea di rigore allo scopo di intercettare la palla.
Se il rilancio viene effettuato centralmente, solitamente si cerca una torre per il controllo o la spizzata lunga o esterna,
mentre se la direzione del rilancio esterna si cerca un giocatore che ha come caratteristica principale la velocit
abbinata ad una buona capacit nel saltare luomo. In entrambi i casi il portiere deve leggere la situazione e chiamare i
compagni alla corretta posizione e marcatura evitando che pi uomini vadano a saltare contemporaneamente sullo stesso
avversario.

Rimessa lat erale (fig.2).

Nel caso di rimessa laterale effettuata nei pressi
dellarea di rigore, il portiere deve mantenere una
posizione centrale rispetto alla porta, pronto ad
intervenire nel caso si sviluppasse una situazione
di cross. Solitamente in fase di attacco si cerca di
organizzare una rapida manovra che con pochi
passaggi porta a liberare un uomo per il cross dal
fondo o dalla . In questo caso il portiere deve
essere bravo a leggere lo sviluppo dellazione ed a
organizzare i compagni della difesa nel modo
migliore, assicurandosi che i destinatari dei
traversoni siano debitamente controllati.
Diverso, e molto pi pericoloso, il caso in cui
lavversario che batte la rimessa laterale dotato
una lunga gittata. Spesso si cerca di sfruttare
questa caratteristica facendo indirizzare la palla
nella zona che va dal primo palo al limite dellarea
piccola. Lo scopo quello di cercare la testa di un
giocatore abile a spizzare la palla verso il centro
area o verso il secondo palo. Ulteriore obiettivo pu essere quello di controllare la sfera e cercare una situazione di
possesso nei pressi della porta. In questo caso il portiere prima che la palla venga rimessa in gioco deve assumere una
posizione stretta (A) allo scopo di poter intervenire in uscita alta nel caso la traiettoria lunga o lenta lo permetta. Nel
caso in cui debba rinunciare indietregger di qualche passo avendo cura di non farsi trovare con i piedi in direzione
della palla, ma girati verso il campo (B). Questa postura gli permette di essere pronto ad intervenire con una uscita in
avanti nel caso la spizzata sia centrale o con un intervento a recuperare se la spizzata lunga. Nel caso non fosse
possibile luscita la postura evidenziata permette una rapida
presa di posizione per replicare alla eventuale conclusione
diretta.

Calcio dangolo.

Il calcio dangolo sta diventando una situazione sempre pi
complessa da gestire in fase difensiva. I numerosi giocatori
che intasano larea applicando blocchi, veli e finte
complicano sempre pi luscita al portiere. In aggiunta i
corner vengono spesso calciati con traiettorie veloci e
imprevedibili a uscire, a rientrare o a scendere.
Fig. 2 Fig. 2
A
B
Fig. 3 Fig. 3
E
P
C
B
A
D
www.al l enat or e.net

5
I giocatori che nella nostra analisi (vedi fig.3 a pagina precedente) sono sempre utilizzati e difendono a zona sono:
luomo sul palo (A) e luomo corto (B). Questi due giocatori hanno il compito di intercettare i corner con traiettoria tesa
o che cadono nella zona di loro competenza. Questa la zona del I palo dove il portiere maggiormente in difficolt
per intervenire a causa del minor tempo a disposizione e dei giocatori che si buttano dentro con la speranza di
intercettare in anticipo la palla. Questi rispetto al
portiere hanno il vantaggio di poter anticipare
lazione e andare con la speranza che la palla arrivi
nella loro zona. Il portiere invece, prima di decidere
se intervenire deve valutare parecchie componenti e
comunque non pu anticipare la partenza della palla
(vedi articoli precedenti sulle uscite alte) rimanendo
in una situazione di svantaggio.

Come confermato anche dalle statistiche, che
indicano come il 67% dei gol scaturiti da calcio
dangolo derivano da palloni colpiti nella zona
avanzata, che va dal palo allarea piccola. Il portiere
deve pretendere che la palla indirizzata in quella
parte di campo ad altezza uomo venga intercettata
dai due compagni che forniscono la copertura.
(Fig.4 a fianco)


Passiamo ora ad esaminare i vari compiti della difesa mista che devono sempre essere verificati dal portiere prima che
venga calciato langolo.

UOMO SUL PALO (A)
In posizione di partenza deve sentire con la mano il
palo e rimanere il pi esterno possibile (A). Nel
caso non possa intervenire sulla palla deve scivolare
a difendere la porta assumendo una posizione
leggermente avanzata dalla linea di porta riducendo
cos la luce della stessa (A1). Nel caso la palla fosse
intercettata o respinta da un compagno deve essere
veloce a salire con la linea difensiva.
Se gli avversari effettuano un scambio basso
luomo che deve uscire a contrastare il portatore di
palla, se invece lo scambio fosse alto scivola al
posto delluomo corto che deve essere mandato a
contrastare il portatore di palla ed alzare la linea
difensiva (A2). (Fig.5)

UOMO CORTO (B)
Deve essere posizionato a circa 50 cm oltre la linea
del palo ed estremamente importante che assuma
una postura di 45 (B) che gli permette di vedere
oltre che la zona della palla anche la zona centrale
dellarea allo scopo di prevenire eventuali avversari
che tentano lanticipo sul primo palo.
Nel caso di scambio basso, effettua uno
scivolamento (B1) verso il primo palo a coprire
luscita del compagno mentre, nel caso di scambio
alto esce a contrastare il portatore di palla. (Fig.6)

Altri ruoli che possono essere definiti in una
copertura mista a seconda delle caratteristiche della
squadra, del portiere o degli avversari, sono: il
Fig. 4 Fig. 4
ZONA NON DI
COMPETENZA
DEL PORTIERE
A
B
Fig. 5 Fig. 5
A2
A1
A
Fig. 6 Fig. 6
B
B1
www.al l enat or e.net

6
libero, luomo sul secondo palo e luomo ai 9,15.

LI BERO (C) vedi fig.3
E solitamente il compagno pi abile in acrobazia ed ha il compito di andare alla caccia della palla senza alcun vincolo
di zona o uomo e staziona prevalentemente a centro area. Nel caso il portiere chiami la palla, a seconda della posizione
in cui si trova, deve proteggerne luscita allargando le braccia, facendo blocco sugli avversari che stanno accorrendo
oppure deve prendere posizione al centro della porta in sostituzione del N.1

UOMO SUL SECONDO PALO (D) vedi fig.3
Se il portiere ha una discreta abilit in uscita non la ritengo una zona indispensabile come quella del primo palo. Se
invece il portiere non si sente sufficientemente sicuro pu richiedere la presenza di un compagno allaltezza del secondo
palo, in linea con lo stesso e con larea piccola. Questi ha il compito di intercettare palloni lunghi per i saltatori
posizionati in quella zona. Nel caso la palla non entri nella zona di sua competenza deve scivolare a difendere la porta
assumendo una posizione appena oltre la linea in modo da ridurre la luce della porta. Anchesso deve essere veloce a
salire ed accorciare la linea difensiva nel caso la palla fosse intercettata da un compagno.

UOMO AI 9,15 mt (E) vedi fig.3
Se gli avversari sistematicamente effettuano una battuta bassa o uno scambio corto con lo scopo di arrivare al cross
corto o alla conclusione diretta diventa necessario posizionare un compagno nella zona dei 9,15. Questi ha il compito di
intercettare il cross basso o di attaccare il portatore di palla. In questa situazione deve essere immediatamente aiutato da
uno dei due compagni presenti nella zona corta per ovviare alla situazione di 2 vs 1. Il portiere deve leggere la
situazione chiamando la pronta uscita del compagno.

PORTI ERE (P) vedi fig.3
Il portiere a seconda dellavversario che calcia avr una posizione pi o meno avanzata. Se da destra calcia un destro la
traiettoria potrebbe pi facilmente risultare a rientrare, perci deve assumere una posizione pi coperta, mentre se calcia
un sinistro la traiettoria a uscire perci pu assumere una posizione pi aggressiva difendendo maggiormente lo
spazio. Le stesse considerazioni valgono per il lato opposto.
Una volta partito il cross, qualora il portiere ritenga di non poter effettuare luscita, deve indietreggiare sulla linea di
porta allo scopo di avere uno spazio (e di conseguenza un tempo) maggiore per effettuare la parata, anche se questo va
discapito di un ampliamento dello specchio di porta da difendere.
Nel caso un avversario si posizioni davanti al portiere per disturbarne il movimento di uscita, lestremo difensore deve
chiamare un compagno che lo prenda in consegna dal lato della porta spostandolo e fungendo da cuscinetto tra
lavversario e il portiere stesso.

Calcio di punizione.

I calci di punizione possono essere di 3 tipi:

diretti;
indiretti (da fuori area);
indiretti, in area di rigore.

A seconda della zona da dove sono calciati possono essere centrali o laterali.
Dalla zona centrale solitamente si cerca la conclusione diretta in porta, da quella laterale si effettua pi spesso un cross
verso larea. In entrambe le occasioni possibile che venga effettuato uno schema con lo scopo di liberare un uomo
davanti al portiere o per la conclusione diretta. Conoscere e prevedere tutti gli schemi impossibile, i pi comuni sono
abbastanza leggibili e possono essere facilmente prevenuti applicando attenti controlli.
A seconda della zona e della distanza dalla porta, del numero di avversari che sono in zona tiro, delle situazioni
atmosferiche (vento, sole, pioggia ecc) il portiere deve disporre la barriera, con lo scopo di ridurre al tiratore la luce
della porta, o costringerlo ad effettuare un cross pi lontano dalla stessa. Molto spesso le contromisure per i calci di
punizione diretti e quelli indiretti fuori area sono le medesime.
Nel caso la punizione sia laterale indiretta e sulla palla ce un solo avversario che calcia con il piede opposto la lato del
portiere, questi pu assumere una posizione pi alta allo scopo di difendere maggiormente lo spazio, in quanto si
presuppone che la palla venga calciata con una traiettoria a uscire.
Esaminiamo ora le varie fasi dei calci di punizione continuando lanalisi dei compiti del portiere.
www.al l enat or e.net

7


UOMO SULLA PALLA
Non appena viene commesso il fallo, il portiere deve invitare lautore dello stesso o un compagno che si trova nei pressi
ad andare sul pallone, o comunque ad una distanza che permetta di evitare una rapida battuta della punizione. Il
fattore sorpresa per i difendenti estremamente pericoloso in quanto farsi trovare impreparati e mal posizionati porta al
maggior rischio di subire il goal.
Le proteste nei confronti dellarbitro oltre ad essere inefficaci e poco etiche, rischiano di fare perdere la concentrazione
sia al singolo che alla squadra. In questo caso il compagno deve essere immediatamente richiamato a riprendere la
posizione e la concentrazione necessaria.

BARRI ERA
Prima di spostarsi sul palo per posizionare la barriera, il portiere, deve accertarsi, chiedendo allarbitro se gli avversari
hanno gi chiesto la verifica della distanza e se il gioco pu riprendere solo dopo il suo fischio. Se queste condizioni
non sono verificate il portiere deve mantenere la posizione corretta sulla bisettrice rispetto al pallone. Nel caso in cui
larbitro dica fischio io il portiere pu a questo punto spostarsi per posizionare la barriera nel minor tempo possibile.
Lesecuzione di questa procedura evita al N.1 di essere colto fuori posizione da una eventuale battuta a sorpresa della
punizione.
Nella composizione della barriera abbiamo gi accennato come il primo e lultimo uomo rivestano un ruolo importante.
Il primo uomo deve essere molto sveglio e rapido
nel comprendere i comandi di disposizione del
portiere, al fine di evitare che larbitro fischi la
ripresa del gioco prima che il portiere abbia
terminato di organizzare la difesa e si sia
riposizionato correttamente in porta.
I difensori hanno il compito di controllare gli
avversari nei pressi o dentro larea di rigore, perci
non devono mai essere utilizzati nella
composizione della barriera.

PUNI ZI ONI CENTRALI
Il portiere deve limitare lo specchio della porta al
tiratore e difendere il proprio lato. Per fare ci
dispone una barriera di uomini
Generalmente la barriera viene disposta dal
portiere posizionando il primo uomo che la
compone. La posizione che assume il primo uomo
deve essere allesterno della linea immaginaria che
unisce la posizione della palla al primo palo (disposizione fuori dal palo). Una barriera ben posizionata permette al
portiere posto accanto al primo palo di vedere la palla tra il primo e il secondo uomo della barriera stessa. La
composizione nel limite del possibile deve essere fatta dagli uomini pi alti della squadra e comunque il secondo e il
terzo devono essere i componenti della barriera dalla statura pi elevata.
Lestremo difensore non deve esagerare nel predisporre barriere composte da un numero elevato di giocatori. Una
barriera troppo lunga obbliga infatti il portiere a stare troppo spostato lateralmente, offrendo in questo modo una luce di
porta troppo favorevole per un calcio sopra la barriera stessa.
Il N.1 assume una posizione corretta quando leggermente decentrato rispetto alla normale posizione sulla bisettrice
che assumerebbe se il tiro fosse scoccato senza barriera. La palla deve essere vista appena dopo lultimo uomo di
barriera.
Lultimo uomo di barriera quello che va incontro al pallone. Questo giocatore deve avere come caratteristiche
principali la velocit e non deve avere paura del contatto con la palla. La corsa verso lo stoccatore deve essere sempre
rettilinea e non diagonale. Ci perch, se cos non fosse, il giocatore incontro alla palla, oltre a coprire la visuale al
portiere, potrebbe generare deviazioni pericolose nella zona compresa tra se stesso e la barriera.
La barriera deve sempre rimanere unita, il pallone non deve mai attraversarla e nel caso succedesse il portiere deve
immediatamente riprendere i compagni che ne fanno parte. E comunque consigliabile ricordare questo aspetto
ogni volta che si posiziona la barriera.
Nel caso la barriera si sposti, il movimento deve essere fatto congiuntamente. Se il portiere ritiene, analizzando il tipo di
rincorsa o perch si conoscono le caratteristiche del tiratore, che lavversario possa calciare sopra la barriera indicher ai
Fig. 7 Fig. 7
2 o 3 1 o 2
3 o 4
4 o 5
3 o 4
3 o 4
1 o 2
www.al l enat or e.net

8
compagni, con un comando convenzionale, di saltare nel tentativo di intercettare di testa la palla, e ridurre la luce
superiore della porta.
Se invece la palla viene spostata lateralmente, la barriera pu spostarsi di qualche passo rimanendo comunque sempre
unita.
Se gli avversari, come ultimamente fanno molte squadre, posizionano uno o due giocatori dopo lultimo uomo di
barriera allo scopo di ostruire la visuale al portiere, questi non deve spostarsi per vedere il pallone. E viceversa
opportuno chiamare un compagno che vada a disporsi tra lultimo uomo di barriera e gli avversari e che, allargando le
braccia, li sposti di quel tanto che basta da
permettere al portiere di vedere ancora il pallone
dalla sua posizione corretta. Nel caso un
avversario si posizioni nei pressi del primo uomo
di barriera, presumibilmente ha un ruolo
importante nel successivo sviluppo dello schema.
Il portiere deve mandare un compagno con il
compito di controllare questo giocatore.

In occasione di punizioni in zona centrale anche se
la distanza di 35-40 mt. ritengo utile disporre
una mini barriera composta da un solo uomo.
Questo permette al portiere di avere una lettura pi
veloce della traiettoria della palla sia che essa
venga calciata direttamente in porta sia che venga
eseguito un cross verso il centro dellarea. Anche
in questo caso la linea di difesa deve essere
comunque mantenuta alta sul limite dellarea
(fig.8).

Quando ci sono pi uomini sulla palla il portiere non deve farsi ingannare dalla rincorsa di uno o pi di loro che fingono
di calciare. Questo tipo di schema ha lo scopo di fare spostare il portiere dalla sua posizione corretta facendogli fare un
movimento verso il centro porta per poi beffarlo con un tiro sul suo palo.
Qualche anno fa venne proposta una soluzione che prevedeva una doppia barriera composta da 3 uomini sul primo palo
e due sul secondo con lo scopo di permettere al portiere di mantenere una posizione corretta sulla bisettrice e vedere
sempre partire la palla. Aveva per come inconveniente non trascurabile la lentezza nella dis posizione corretta degli
uomini che compongono le due barriere.

PUNI ZI ONI LATERALI
In occasione di punizioni laterali il portiere deve
cercare di mantenere pi alta possibile la squadra
allo scopo di avere uno spazio dove poter
intervenire e di conseguenza evitare il
posizionamento degli avversari in una zona troppo
prossima alla porta. Ci gli renderebbe pi
complicata luscita.
La disposizione della linea di difesa viene cos
stabilita:
- Se la barriera laterale pi avanzata rispetto al
limite dellarea di rigore la linea di difesa deve
essere tenuta sulla riga dellarea stessa (fig.9).
- Se invece la barriera laterale pi arretrata del
limite dellarea, i difensori devono allinearsi alla
stessa altezza della barriera (fig.10 a pagina
successiva).
In questa situazione il portiere dopo aver disposto
la barriera deve sempre invitare la squadra a
stare alta .
Fig. 8 Fig. 8
ZONA DEL
PORTIERE
GIOCATORE
IN BARRIERA
Fig. 9 Fig. 9
UOMO CORTO
ZONA DIFENSORI
ZONA PORTIERE
ZONA
UOMO
CORTO
www.al l enat or e.net

9
Se da destra calcia un destro o viceversa il numero degli uomini in barriera pu esser aumentato di uno oppure la
barriera stessa disposta leggermente verso lalto allo scopo di impedire una traiettoria a rientrare troppo prossima alla
porta.

La barriera laterale solitamente composta da centrocampisti che operano nella zona omologa al lato di battuta.
Nel caso si opti per la messa in fuori gioco degli attaccanti, nel momento in cui lavversario sta per calciare il pallone,
tutti i difendenti salgono contemporaneamente lasciando gli attaccanti in off-side.
Il comando di esecuzione pu essere dato anche dal portiere che deve essere pronto ad accorciare con la squadra.
Questa una tattica alquanto pericolosa quando
viene adottata in campionati dove non sono
presenti i guardalinee ufficiali. Nei campionati in
cui esistono, il portiere pu con un po di
mestiere richiamare prima della battuta il
segnalinee a prestare una maggiore attenzione alla
situazione di fuorigioco.

UOMO CORTO
Si posiziona solitamente in linea con il primo palo
e comunque davanti a tutti i giocatori schierati sul
limite di difesa. Ha il compito di intercettare
palloni calciati corti e tesi verso il primo palo,
zona nella quale, come per i calci dangolo, spesso
si buttano alcuni avversari e dove per il portiere
diviene difficile intervenire. Nel momento in cui
lavversario sta per calciare, luomo corto si
abbassa cercando di essere sempre in anticipo
rispetto a tutti gli avversari. Se la palla calciata ad
altezza uomo passa, il portiere in grossa difficolt in quanto anche una minima deviazione o un velo di un avversario
potrebbero generare il gol.

LI BERO
Come gi visto per i calci dangolo solitamente il compagno pi abile in acrobazia ed ha il compito di andare alla
caccia della palla senza alcun vincolo di zona o uomo.

PUNI ZI ONI I NDI RETTE I N AREA
Difficilmente si assiste a punizioni indirette
assegnate dallarbitro dentro larea. Sono
solitamente decretate per ostruzione o nel caso in
cui il portiere intercetta con le mani un
retropassaggio effettuato con i piedi.
In questa situazione, pi la posizione prossima
alla porta, maggiore deve essere il numero di
giocatori che compongono la barriera. Se non
esiste la distanza dei 9,15 mt per disporre la
barriera, la stessa viene posta sulla linea di porta.
In questo caso il portiere pu assumere il ruolo del
giocatore di barriera che va incontro. Non appena
lavversario sta per toccare la prima volta la palla,
parte ed esegue unuscita bassa. I compagni
devono rimanere posizionati sulla porta e cercare
di respingere il pallone nel caso in cui lintervento
del portiere non avesse successo.




Fig. 10 Fig. 10
UOMO CORTO
ZONA PORTIERE
ZONA
UOMO
CORTO
ZONA DIFENSORI
Fig. 11 Fig. 11
www.al l enat or e.net

10
Calcio di rigore.

E forse lunico caso in cui il portiere anche se battuto non verr mai incolpato della responsabilit della rete subita. Il
momento e molto importante, la tensione sale in colui che avr la responsabilit di calciare il penalty il quale in caso di
errore vedrebbe sfumare una rete quasi sicura. Il portiere pu sfruttare questa superiorit emotiva cercando di
infastidire lavversario e nello stesso tempo osservandone i movimenti preparatori che molto spesso nascondono segnali
importanti sul tiro che verr effettuato.

Le modalit di battuta del calcio di rigore sono:

di potenza;
di precisione;
di astuzia.

Con pi un giocatore ha qualit tecniche pi risulta difficile parare
il rigore. A ci si aggiunge la componente psicologica. Un buon
rigorista deve essere freddo e non risentire dei condizionamenti
dellambiente esterno. Lo stato danimo e lo stato fisico sono
molto importanti in questo frangente, infatti molto spesso viene
scelta la soluzione di potenza perch lavversario si sente stanco o
poco lucido, anche se risulta pi rischiosa.

Secondo la mia opinione, suffragata anche da tante statistiche,
meglio non anticipare la scelta dellangolo di parata, ma si deve
rimanere il pi possibile fermi cercando di non concedere
vantaggi e leggere dai movimenti dellavversario dove potrebbe
essere indirizzato il pallone. Sempre statisticamente dimostrato
che la maggioranza dei rigori vengono calciati in una zona abbastanza centrale della porta ad una distanza dal portiere
discretamente parabile e non e inoltre, raro il caso in cui il giocatore non vedendo il portiere muoversi abbia un attimo
di esitazione fatale che lo porti allerrore.
Esistono alcune teorie per capire come pu essere calciato un rigore.
Si pu prestare attenzione al piede dappoggio al momento del tiro, la punta funge quasi sempre da mirino indicando la
direzione dove presumibilmente sar diretto il tiro. Supponiamo di osservare un destro che calcia. Se cerca di calciare
alla sinistra del portiere il piede dappoggio sar chiuso verso s e stesso, se invece scegliesse laltro palo il piede sarebbe
pi aperto.
Altro importante segnale il braccio opposto al piede di calcio, se questo rimane lungo il corpo il pallone andr verso
lo stesso lato del piede calciante, se invece lontano dal corpo il tiro risulter pi facilmente incrociato.
Il tuffo deve essere effettuato in questo caso non in avanti ma lateralmente lungo la linea della porta utilizzando la
tecnica di sbilanciamento, allo scopo di avere pi tempo per intercettare la palla.
E inoltre molto importante identificare e ricordare ai compagni che hanno il compito di entrare il pi presto in area
accorrendo in aiuto al portiere nel caso questi riesca ad intercettare ma non a deviare correttamente il tiro.

Considerazioni finali.

Lallenamento di queste situazioni, in particolare i calci dangolo e le punizioni, per simulare al massimo la realt della
gara deve essere effettuato quando possibile con la squadra e deve essere eseguito con la massima intensit e
determinazione. Troppo spesso questa fase viene scambiata per un momento di relax. Il preparatore dei portieri deve
seguirlo con la massima attenzione per segnalare al mister e al portiere eventuali errori dei compagni della difesa o per
correggere quelli commessi dallestremo difensore.
Si possono anche eseguire delle sfide dove lallenatore prevede varie soluzioni e il portiere e i difensori devono
organizzare la difesa per neutralizzare gli attacchi.
In queste situazioni ritengo possa risultare redditizio in fase di esercitazione curare anche la fase di rilancio per
effettuare una veloce ripartenza dopo la riconquista della palla da parte del portiere o la fase di rapida salita della
squadra nel caso di respinta.
www.al l enat or e.net

11
In et giovanile comunque possibile simulare situazioni simili utilizzando sagome o altri portieri del gruppo allo scopo
di iniziare ad affrontare lo sviluppo di queste situazioni (vedi articolo N.4)
Ritengo importante a questa et abituare il portiere a riconoscere il pi velocemente possibile le traiettorie a rient rare ed
a uscire, sul primo o sul secondo palo ed a eseguire un rapido rilancio sia con le mani che con i piedi.


Esercit azioni.

Analizziamo ora alcune esercitazioni che possono
essere proposte dal preparatore dei portieri quando
dispone di un gruppo sufficientemente numeroso.
Data la poca pericolosit diretta non ritengo
necessario proporre esercitazioni specifiche per il
calcio dinizio e la rimessa dal fondo.

RI MESSA LATERALE

Lo scopo quello di ricreare una situazione che
simuli la rimessa lunga per una torre incaricata
della spizzata realizzando una gara tra i vari
portieri.
Lallenatore lancia la palla verso A posizionato nei
pressi dellarea piccola al di fuori della quale non
pu colpire il pallone. A pu spizzare la palla per B
che attacca in posizione centrale o per C che
attacca il secondo palo, oppure ancora pu cercare
di sorprendere il portiere prolungando la traiettoria
verso il secondo palo oppure controllare la palla e
girarsi per la conclusione. Il portiere se la
traiettoria lo permette deve cercare lanticipo su A,
altrimenti deve gestire lo sviluppo della situazione
uscendo sulla spizzata o difendendo la porta. Ad
ogni gol segnato viene assegnato un punto, due se
A segna direttamente di testa. (Fig.12)


CALCIO DANGOLO
Anche in questo caso si possono ricreare momenti
di gara utili al portiere per crearsi un vissuto
situazionale. Se non si possiedono le sagome si pu
ovviare utilizzando due paletti rivestiti da una
casacca o da una maglietta.

1) Utilizzando due sagome che fungono da uomo
sul palo e uomo corto, lallenatore effettua calci
dangolo sia a rientrare che a uscire da entrambi i
lati. Il portiere deve attaccare la palla cercando di
intercettare il pallone pi alto e pi avanti
possibile. Successivamente si possono introdurre 2
o 3 portieri che fungono da attaccanti attivi (A, B,
C).
Per complicare ulteriormente la vita al portiere, agli
attaccanti possiamo fare indossare casacche di
colore diverso e porre un ulteriore portiere
sullincrocio della linea dellarea con quella di
fondo (D).
Fig. 12 Fig. 12
Fi g. 13 Fi g. 13
A
B
C
D
Fi g. 14 Fi g. 14
A
www.al l enat or e.net

12
Quando la palla parte il portiere deve chiamare il colore mostrato o il numero indicato da D e immediatamente chiamare
il colore dellattaccante verso il quale indirizzato il cross e che deve se possibile, cercare di anticipare. (Fig.13)

2) Questo esercizio permette di ricreare la fastidiosa situazione che si verifica quando un avversario si pone davanti al
portiere disturbandolo in fase di partenza. Si posizionano sempre con le sagome luomo corto e luomo sul palo, e
davanti al portiere un avversario (A) dapprima passivo, poi attivo che funga da disturbo in fase di partenza del portiere.
Questi deve cercare di intercettare il pallone anticipando A in presa o respinta. Altri portieri possono essere posti fuori
area con il compito di intercettare la respinta e calciare in porta cos da rendere lesercitazione ancora pi reale. (Fig.14
a pagina precedente)

PUNIZIONI
Per le punizioni calciate dalla zona centrale, si possono organizzare sfide tra i portieri utilizzando una barriera o un telo
calciando punizioni sia dirette che indirette. A e B meglio se uno destro e laltro sinistro si posizionano sulla palla e a
seconda del tipo di punizione che si deciso di tirare sfidano il portiere P. Se la punizione di seconda hanno a
disposizione solo un tocco prima di calciare in porta, altrimenti la conclusione deve essere diretta.
Per le punizioni calciate dalla zona laterale si possono adattare le esercitazioni viste precedentemente per i calci
dangolo.

RI GORI
Anche in questo caso ritengo utile organizzare
una gara tra i vari portieri o con il preparatore. La
sfida pu essere libera o avere dei vincoli di zona
nella quale il rigore deve essere calciato, laterale
basso, laterale medio, laterale alto, centrale cosi da
abituare il portiere a tutte le possibili conclusioni.
Per definire gli obiettivi si possono utilizzare dei
cinesini o suddividere le zone dalla porta con dei
nastri. (Fig.15)








BIBLIOGRAFIA
- Marco Ceccomori Allenamento ed organizzazione delle situazioni offensive e difensive di palla inattiva
Edizioni Allenatore.net
- Fulvio Fiorin Articoli vari su situazioni di palla inattiva Rivista Il nuovo Calcio Editoriale Sport Italia
- Aurelio Andreazzoli La difesa a zona nelle situazioni di palla inattiva - Notiziario tecnico FIGC
- Enrico Talpo Articoli vari su situazioni di palla inattiva Rivista Il nuovo Editoriale Sport Italia

Fig. 15 Fig. 15
ZONA CENTRALE
ZONA MEDI A
ZONA BASSA
ZONA ALTA

Allenarsi con le salit e.
A curadel Prof. GIOVANNI BONOCORE
Preparatore atletico professionista Empoli f.c. sett.giovanile Preparatore
Responsabile Laboratorio di Allenamento Centro Salus
Comeutilizzareconefficacialesaliteper migliorarelequalitfisichedel calciatore.
La salita stato uno dei primi mezzi di allenamento entrato a far parte della programmazione degli allenamenti di
allenatori e preparatori. E un mezzo semplice e quindi di facile uso specie in quelle realt dove si ha precariet di
attrezzatura. Basta quindi reperire una salita dove portare la squadra durante certi allenamenti. Sicuramente la salita
stata vista nel passato come un mezzo con il quale i giocatori duravano fatica e quindi poteva far parte di certe seduta
di allenamento.
Ma attenzione a come utilizzare la salita

La t ecnica di corsa .. in salit a

Dal punto di vista della tecnica di
corsa ci sono grosse diversit tra il
correre in piano e correre in salita.
Nelle corse in salita il busto
maggiormente flesso in avanti,
lazione della coscia accentuata,
la fase di volo della corsa ha una
durata inferiore a causa di una fase
discendente della parabola ridotta.
Quando si arriva a terra lo
stiramento passivo (fase
eccentrica) dei muscoli assai
diminuito e, di conseguenza, lo
anche laccumulo di energia
elastica.

(la foto a fianco tratta dal sito
www.inter.it)

Il riscaldament o

Prima di affrontare una esercitazione che prevede lutilizzo delle corse in salita, di estrema importanza un accurato
riscaldamento, considerata la qualit del lavoro che ci aspetta. Spesso purtroppo si affrontano le salite senza un adeguato
riscaldamento con le care conseguenze che poi andremo a pagare.
a ar rt t i ic co ol lo o
7
7

N . 05 G E N N A I O 2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

P P R R E E P P A A R R A A Z Z I I O O N N E E
www.al l enat or e.net

2
Io consiglio dello stretching, della corsa lenta e a seguire molleggi dei piedi,allunghi in piano, skip e accenni di scatto.
Poi ritengo opportuno effettuare i primi tratti di salita sottoforma di riscaldamento senza chiedere allatleta di dare subito
il massimo (riscaldamento specifico).

Lut ilizzo delle salit e.

Attraverso le corse in salita possibile allenare varie qualit fisiche, a seconda di come andremo ad utilizzare tale mezzo:
pendenze, metri, recupero, ecc.

E possibile utilizzare le salite per allenare la Forza Veloce, la Resistenza alla F V, la Potenza Aerobica.

PENDENZA METRI SERIE RIPETIZ. REC.TRA LE RIPET. REC.TRA LE SERIE
FORZA VELOCE 15% 20 2 6 1 2 5 8
R F V 10% 15 2 8 10 20 30 8 10
POTENZA
AEROBICA
15% 60 1 - 2 5 - 8 1 3 5

Allenare la Forza-Veloce con le salit e.

Utilizzer in questo caso la salita per migliorare le qualit di forza veloce e quindi di scatto del calciatore.
La caratteristica della salita: terreno piano, possibilmente erboso (va comunque bene anche lasfalto).
Pendenza 10-20% o comunque tale da non peggiorare oltre 1secondo lo stesso tratto corso su piano;
Distanza: 10-20 metri
Recupero: completo
Cronometrare sempre la corsa in maniera tale da valutare bene il numero delle ripetizioni da effettuare. Il cronometro che
sale segno che la benzina sta per finire, sarebbe inutile continuare, le fibre che a noi interessa far lavorare hanno
bisogno di riposo.

Allenare la R F V con le salit e.

La resistenza alla forza veloce una componente essenziale nel training del calciatore, basti pensare a quante volte una
calciatore in una partita cambia velocit (circa mille volte).
Le caratteristiche della salita possono essere identiche alla precedente, idem la distanza (10-20 mt).
Bisogna invece cambiare i recuperi, che non saranno pi completi ma incompleti.
Anche in questo caso utile sempre cronometrare le prove ed i recuperi.

Allenare la Pot enza Aerobica con le salit e.

La potenza aerobica oltre che con i classici metodi di allenamento, pu essere stimolata anche con lutilizzo della salita.
Lo sviluppo della potenza aerobica con la salita un mezzo che utilizza in particolare il maratoneta nella sua
programmazione degli allenamenti.
Va eseguita su tratti di almeno 60 metri con pendenza di almeno il 15%; limpegno deve essere sempre quello massimo o
quasi. In queste situazioni il cuore ha un incremento notevolissimo del numero dei battiti, anche maggiore di quello
indicato dal cardiofrequenzimetro (strumento adatto soprattutto al rilievo della freq.cardiaca in lavori lunghi e costanti),
spesso salendo di oltre 100 pulsaz./minuto fra partenza e arrivo. Questa rapidissima salita della frequenza cardiaca lo
stimolo pi efficace per incrementare la capacit del cuore di pompare tanto sangue nellunit di tempo, di migliorare
lapporto di ossigeno ai muscoli e, di conseguenza, il massimo consumo di ossigeno.

Pro econtro

Purtroppo le corse in salita non sono un mezzo di allenamento esente da controindicazioni. Alcuni aspetti negativi,
primo fra tutti lo spostamento che necessita dal campo di allenamento al luogo dove ubicata la salita, a volte ne
www.al l enat or e.net

3
sconsigliano lutilizzo. Dopo il riscaldamento spesso infatti necessario spostarsi con il pulmino, passa il tempo, si perde
lefficacia del riscaldamento fatto, freddo, occorre scaldarsi di nuovo, ecc.
Inoltre la corsa in salita un tipo di allenamento che non posso ben monitorare come invece riesco a fare con il Real
Power o Muscle-Lab, e di conseguenza il giocatore pur dando il massimo potrebbe in quel giorno non aver lavorato in
range. Per concludere, con le corse in salita aumentano, vista lintensit dellesercitazione, le possibilit di infortunio.








Una propost a per lallenament o
della resist enza specifica nel
calcio.
A curadel Prof. CARLO DEL FIORENTINO
Preparatore atletico professionista
E semprepi importanteriuscirea coniugareleesigenzetecnicotattichecon
lallenamentodellequalitfisichenella seduta di allenamento.

Obiettivo di questo lavoro, quello di mettere a punto una esercitazione per la resistenza specifica del calciatore, in riferimento
agli obiettivi di allenamento e alle tendenze di sviluppo del calcio moderno.
I mezzi pi recenti di rilevamento di dati sulla partita , ci forniscono dei parametri specifici ed oggettivi su come cambia
il calcio e ci pongono sempre nuove considerazioni su cui riflettere.
Le continue evoluzioni di tutte le varianti che compongono una partita, ci danno indicazioni precise su come viene a
modificarsi il modello di prestazione del calciatore, e su come i preparatori atletici debbano monitorare i mezzi di
allenamento per renderli sempre pi aderenti alla prestazione calcistica.
Il ritmo di gioco, uno dei fondamentali indicatori della performance atletica nel calcio, aumentato notevolmente; i
tempi di possesso palla per azione sono inferiori a 3 secondi. In sostanza, si giocano meno palloni, a maggiore
velocited a ritmi e intensit cos elevati che si ha meno qualit di gioco, pi contrasti, pi falli e pi infortuni, spesso
causati da carenze di preparazione in rapporto al modello di prestazione.
Da queste considerazioni si deduce che la componente fisica, sempre pi importante, ed il livello atletico dei calciatori
di alta prestazione molto elevato. In riferimento a ci dobbiamo quindi fare i conti con calciatori pi veloci e soprattutto
che devono essere dotati di quel substrato muscolare che garantisce livelli di prestazione elevata nel tempo.
In partita (vedi tabella 1) un calciatore percorre allincirca 10 Km di cui il 10% a velocit massimale (circa 70-80 scatti
di 10-15 metri), il 20% a velocit submassimale ed il rimanente di passo o corsa a moderata velocit (Bosco pag. 106),
quindi molto importante che il calciatore abbia grande capacit di accelerazione.

TAB.1 Distanze percorse in partita dal calciatore
Velocit massimale 700 1200 mt 10 %
Velocit submassimale 2000 mt 20 %
Passo o corsa moderata 7000 mt 70 %
Totale mt percorsi in una gara 10.000 mt 100 %

a ar rt t i ic co ol lo o
8
8

N . 0 5 GE N N A I O 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

P PP P R RR R E EE E P PP P A AA A R RR R A AA A Z ZZ Z I II I O OO O N NN N E EE E
www.al l enat or e.net

2 2
Dobbiamo quindi migliorare la resistenza specifica, per avere la disponibilit a resistere nel tempo ad un sforzo di media
o alta intensit, senza anticipare i sintomi di affaticamento (Weineck pag. 65).


ESERCITAZIONE

In base a questi presupposti, proponiamo il seguente tipo di lavoro:

N. 1 N. 1
20 mt
20 mt
15 mt


Superficie utilizzata: 2 quadrati 20 x 20 mt, posti a distanza di 15 mt.
Numero di giocatori: 6 o 8.
Svolgimento: i giocatori eseguono possesso palla 3 vs 3 o 4 vs 4 allinterno di un quadrato, al fischio scattano
nellaltro quadrato e continuano il possesso.
Punteggio: ogni 5 passaggi consecutivi si assegna 1 punto.
Varianti: si limitano i tocchi a 2 o 1 per ogni giocatore.

Tempi di lavoro: 3 x 2 di lavoro con scatto ogni 30, recupero 2-3 tra le ripetizioni.

Descrizione: sul campo sono posizionati 2 quadrati di circa 20 mt di lato, ad una distanza di 15 luno dallaltro.
Lallenatore con il cronometro detta i tempi dellesercitazione, i giocatori si posizionano allinterno del primo quadrato
lavorando 4 vs 4 in possesso palla, al fischio dellallenatore scattano per raggiungere laltro quadrato, dove trovano un
altro pallone e continuano il possesso di palla, al successivo fischio dellallenatore tornano al quadrato precedente, cos
fino alla fine dellesercitazione e secondo i tempi stabiliti.

Lo scopo principale di questa esercitazione comunque quello di allenare la resistenza allo scatto, intesa come la
capacit di effettuare un alto numero di scatti per la durata complessiva della partita, senza mostrare cali nella capacit
di accelerazione(AIPAC pag.43), miscelando il lavoro a secco con un lavoro pi specifico per la prestazione calcistica.
Nell applicazione pratica, abbiamo ricevuto risposte molto positive da parte dei giocatori, che lo hanno trovato molto
intenso, ma allo stesso tempo meno noioso del classico lavoro a secco. E stato usato al mercoled , nellallenamento
dedicato alla resistenza alla velocit e nel corso del campionato in alternativa ad altri tipi di lavoro.
www.al l enat or e.net

3 3
La valutazione del carico interno di questa esercitazione e stata misurata utilizzando il cardiofrequenzimetro,
considerando le differenze dei valori di soglia individuali abbiamo comunque apprezzato una notevole intensit di
questa esercitazione nei tempi e nei modi in cui stata proposta.
La valutazione del carico delle esercitazioni tecniche un aspetto su cui recentemente si discute molto, e cio la
quantificazione del lavoro con la palla, che deve essere sempre pi considerato e valutato quando andiamo a proporre le
esercitazioni, monitorando la quantit e la qualit di lavoro sul singolo pi che sulla squadra nel suo complesso.


CONCLUSIONI

Questa esercitazione va vista comunque in un contesto pi ampio, a nostro parere come la parte di un lavoro di
costruzione della capacit di prestazione che racchiude tutti i mezzi di allenamento, opportunamente razionalizzati,
integrati e controllati tra loro.
Si deve quindi studiare la miscela dei mezzi di allenamento pi idonea in funzione delle caratteristiche dei giocatori
per poter migliorare tutte le qualit fisiche necessarie al miglioramento in gara(Sassi pag. 14). In questa ottica trova
spazio anche questo tipo di esercitazione, da utilizzare come compendio di alcune componenti della prestazione
calcistica, sia in fase di rifinitura della preparazione che di mantenimento durante il campionato.







Bibliografia:
AA.VV. - La velocite la rapiditnel gioco del calcio. Atti 3 congresso
AIPAC. Kells ed.
Bosco - Aspetti fisiologici della preparazione fisica del calciatore. SSS Roma.
Sassi - I test nel gioco del calcio. Atletica studi n 1 Genn/ Febb 1996.
Weineck - La preparazione fisica ottimale del calciatore. Ed.Calzetti e Mariucci.


Le uscit e difensive del 4 - 4 - 2 .
A cura di MICHELE TOSSANI
Per impostareefficacementelamanovrafondamentaleprevedereleusciteottimali..

Nonostante questi ultimi anni abbiano visto, con il crescere della tensione intorno al risultato, anche per via degli
interessi economici in ballo, laumento della ricerca dello sviluppo della manovra con lanci verticali da dietro, ancora
oggi possiamo vedere squadre, come ad esempio la Roma di Capello, che tentato di avviare le loro azioni offensive in
modo manovriero.
Il tutto nonostante un netto progresso tecnico dei difensori in queste ultime stagioni rispetto a 10 o 20 anni fa.
In questa analisi ci occuperemo della contrapposizione del modulo 4-4-2 nei confronti di schieramenti diversi, cercando
di dare un contributo a coloro che, adoperando tal sistema, vogliano partire da dietro senza dover per forza ricorrere alla
metodica del lancio lungo in avanti.


4-4-2 contro 3-4-1-2

Nella sua disposizione base, il 3-4-1-2 un sistema di gioco che
prevede la dislocazione di un centrocampo a 4 con giocatore in
e 2 punte ravvicinate in attacco, allaltezza dei nostri centrali.
Per una uscita alla mano, dobbiamo cercare di servire uno dei
due esterni di difesa, che avranno pi spazio per giocare rispetto
ai centrali in quanto i nostri ipotetici avversari avranno pi
campo da coprire per attaccarli rispetto a quanto dovrebbero
fare se la palla fosse in possesso di 5 o a 6. Inoltre opportuno
evidenziare il fatto che i nostri 2 e 3, sapendo di avere a
sostegno alle loro spalle 5 o 6, possono giocare con maggior
sicurezza.
La superiorit dataci dal 4 contro 3 difensivo (vedi fig.1) ci
permette di orientare la manovra sugli esterni, con costoro che,
in situazione di possesso palla, avanzeranno fino a che un
avversario uscir a pressione.
Ecco a seguire alcuni possibili sviluppi:

- 2 serve 7 che viene incontro;
- la linea difensiva avversaria scorre verso 7 in possesso di
palla;
- 4 d appoggio diagonalemte a 7 con 8 che, se 4 libero di
ricevere, taglia in avanti per guadagnare profondit. Se invece 4
pressato, 8 va in appoggio al nostro centrocampista centrale
restandogli in diagonale dietro;
a ar rt t i ic co ol lo o
9
9

N . 05 G E N N A I O 2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

T T A A T T T T I I C C A A
11 11
1
Fig. 1 Fig. 1
77
99
4
4
10 10
8
8
3
3
5
5
6
6
2
2
11
2
2
55
6
6
8
8
4
4
7
7 3
3
10
10
11
11
9
9
www.al l enat or e.net

2
- 7 appoggia quindi a 4 libero da marcatura. Costui pu quindi servire 2 andato in sovrapposizione oppure giocare
centralmente per lavanzata di 8 smarcato o ancora effettuare un cambio di campo per 11;

- 7 in possesso palla vede che 4 marcato;
- 7 scarica allora a 2 e si propone immediatamente in profondit liberando la zona per il taglio diagonale verso il centro -
destra del centrocampo da parte di 8;
- 2 pu servire 8;

- 7 in possesso palla mentre 4 e 2 sono marcati da, rispettivamente, 8 e 11;
- 6 vede 4 e 2 marcati e viene incontro a 7;
- 7 serve 6;
- 4 fa un movimento a scappare e libera la sua zona portandosi dietro 8;
- 6 serve 8 che avanza in diagonale alle spalle della posizione prima occupata da 4;

- 6 in possesso palla mentre anche 8 marcato;
- 6 cambia il campo per lavanzamento di 11 o scarica dietro per 5 in appoggio che allarga sul lato debole per 3;

- 2 ha la palla e viene aggredito;
- rapido scorrimento da 2 a 4 (venuto incontro) e quindi a 6 a 5 per poi liberare 3 sulla fascia opposta evitando la
pressione avversaria.

Questi esempi possono trovare applicazione anche sul lato sinistro del campo.


4-4-2 contro 4-3-3

In questa contrapposizione possiamo sfruttare a nostro vantaggio il 4 contro 3 che si pu creare in zona difensiva ( 2-6-
7-4 contro 10-9-11) e i movimenti dentro il campo di 7 e 11 che vanno a cercare le mezzaposizioni per liberarsi di 3
e 2 (vedi fig.2).

- 2 avanza e viene attaccato da 10;
- 2 passa a 4 che viene incontro e appoggia a 6 che cede a 8 che
gira il pallone indietro a 5 che manda avanti per 3;
- se 6 attaccato da 9 allora 4 appoggia a 5 che viene incontro ed
libero di lanciare 7 o 11 venuti a prender palla dentro il campo.

- 2 avanza ed appoggia a 7 venuto a ricevere dentro al campo;
- 7 pu quindi scaricare a 4;
- se 4 marcato da 7 ecco che il nostro mediano destro si proporr
in verticale per far buca centralmente a favore di 8 che viene a
ricevere lo scarico.

In considerazione della superiorit numerica al centro della nostra
difesa (5 e 6 vs 9), possibile ipotizzare una uscita che sfrutti
maggiormente un nostro difensore centrale, sempre che le sue doti
tecniche e di freddezza consentano di farlo con sicurezza;
- 5 portandosi dietro 9 viene incontro ad 1 che ha la palla. Il
portiere pu quindi servire lo smarcato 6 che si gira ed avanza;
- 6 passa a 7 che viene a ricevere dentro il campo portandosi
dietro 3.
- 7 appoggia a 2 che lancia in avanti per 4 che ha si aperto in
fascia.

Gli esempi possono essere riproposti anche a sinistra


11
11
1
Fig. 2 Fig. 2
7
7
9
9
4
4
10
10
8
8
33
5
5
6
6
22
1
1
2
2
55 66
8
8
44
77
3
3
10 10 11 11
9
9
www.al l enat or e.net

3
4-4-2 contro 3-5-2


In questa contrapposizione possiamo sfruttare la superiorit del
4 contro 2 in zona difensiva, ma dobbiamo stare attenti a gestire
correttamente linferiorit numerica (4 contro 5) a centrocampo.
E quindi molto importante che i nostri giocatori sappiano
correttamente gestire la palla evitando i lunghi calcioni in
avanti.
Ecco alcuni esempi di possibili uscite:

- opportuno sfruttare il 4 contro 2 in zona difensiva
indirizzando palla sugli esterni (ed esempio palla da 6 a 2).
- 2 in possesso palla avanzer fino a che un avversario non
uscir a pressione.
- se esce a pressione 7, 4 taglia diagonalmente verso lesterno
per rendere complicata la scalata di 8 e poter ricevere alto in
fascia il servizio di 2.
- se ad uscire a pressione 3, 7 si alza in fascia. Il movimento di
7 verr con ogni probabilit assorbito da 6 che si apre
lateralmente.
- la palla da 2 deve quindi pervenire a 10 che si muove incontro
sul tentativo di scalata di 5.

Quelli evidenziati non sono altro che alcuni esempi di uscite
con palla a terra dalla nostra difesa. Spetta alla fantasia ed alla
capacit dellallenatore lo studiare altre soluzioni che possano
sfruttare al meglio le qualit della propria squadra al fine di
mostrare un gioco collettivo ed evitare il pressing avversario senza dover ricorrere per forza al lancio lungo, soprattutto
se non dispone di una torre in attacco capace di conquistare le palle aeree.

Esercit azioni.

E fondamentale lutilizzo di appropriate esercitazioni per migliorare le qualit in uscita palla al piede dei propri
ragazzi.
Esercizio specifico 1.

La linea difensiva gira palla verso 2 che
riproduce una percussione.
Al segnale dellallenatore 2 si gira simulando
una pressione avversaria e da inizio ad uno
scorrimento di palla che viaggia da 2 a 6 a 5 a
3 che riparte in avanti fino al nuovo segnale
del coach. (Fig.4)
Ripetere lesercizio con linserimento di 4.
Al segnale 2 appoggia a 6 che passa a 4
venuto incontro che cede a 5 che allarga a 3
che riparte
Quando la squadra avr automatizzato un
corretto scorrimento di palla sar possibile
inserire centralmente laltro mediano (8).
Al segnale del coach 2 cede a 6 che appoggia
a 4 che passa a 5 che cede ad 8 che passa
indietro in diagonale a 3 che riparte verso la
fascia
11 11
1
Fig. 3 Fig. 3
77
99
4
4
10 10
8
8
3
3
5
5
6
6
2
2
11
22
5
5
6
6
8
8
44
7
7
33
10 10
11
11
99
Fig. 4 Fig. 4
1
2
3
5
6
www.al l enat or e.net

4
A seguire verranno inseriti gli ultimi 2
centrocampisti (7 e 11).
2, dopo la breve percussione, viene richiamato
dallallenatore che indica una ipotetica uscita
a pressione dellavversario. 2 cede quindi a 7
che scarica a 6, venuto incontro, che a sua
volta smista a 4 che a seguire cede palla a 5
che appoggia a 8 che ripassa a 3 che avanza
fino al nuovo segnale (vedi Fig.5)

E quindi opportuno riproporre le
esercitazioni partendo da sinistra.

Esercizio specifico 2.

Eseguire partitelle dove si obbliga la squadra
che si allena in quel momento ad uscire palla
al piede portando la palla oltre una predefinita
linea di campo. E consigliabile operare
inizialmente in superiorit numerica (al fine di per far prendere coraggio e convinzione al gruppo). Successivamente
lesercitazione verr svolta in parit ed infine in inferiorit numerica. Tutto questo senza pretendere che il passaggio
dalla situazione di superiorit numerica a quella di inferiorit avvenga in poche od addirittura in una seduta di
allenamento !!!

Esercizio specifico 3.

Esercitazioni di possesso palla in un campo dalle dimensioni correlate al numero degli effettivi a disposizione. E
possibile ideare varie soluzioni (obbligo di giocare ad un tocco, obbligo di passaggi con alternanza di colori, obbligo di
giocare la palla al compagno sul piede opposto a quello con cui si sta calciando la stessa, obbligo di urlare il nome del
compagno verso cui si sta effettuando il passaggio, ecc.)

Esercizio specifico 4.

Allenare la squadra sulle uscite da ricercare durantela prossima partita in base ad un possibile pressing offensivo od
ultra-offensivo degli avversari. Si gioca 11 contro 11 con gli sparring-partner che vengono disposti secondo il modulo
avversario effettuando le opportune scalate difensive. E opportuno che in fase di spiegazione delle uscite da realizzare
gli sparring-partner agiscano in maniera piuttosto passiva. Solo in un secondo momento lintensit del gioco dovr esser
pari a quella di gara.

Fig. 5 Fig. 5
1
2
3
5
6
7
8
4
11

You might also like