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CROMATISMI NELLA LIRICA TROBADORICA



INTRODUZIONE

I colori nella poesia dei trovatori possono essere ricondotti allidea oraziana di colores rethorici,
espressione impiegata dal poeta latino per indicare le figure retoriche
1
. In una delle sue pi celebri liriche
Guglielmo IX scrive: Ben vuelh que sapchon li pluzor | D'un vers, si.s de bona color | Qu'ieu ai trag de mon
obrador
2
. Il poeta vuole adornare il proprio canto con bei colori, cio con figure retoriche preziose. In Er
vei vermeills, vertz, blaus, blancs, gruocs Arnaut Daniel impiega lo stesso stilema: er vei [] i.l votz dels
auzels sone tint | ab doutz acort matin e tart: | so.m met en cor quieu colore mon chan
3
. Il poeta latino
nella sua Ars poetica esprime un concetto simile: Discriptas servare vices operumque colores |cur ego, si
nequeo ignoroque, poeta salutor?
4
. Il poeta-amante deve colorare mediante figure retoriche il proprio
canto poetico: i trovatori, in quanto letterati, erano formati sugli autori classici come dimostra Curtius nel
suo Regesto
5
. Impiegano immagini di derivazione classica: la foglia, il fiore, gli alberi, il giardino, lincontro
con la dama nel vergier sono tutte immagini topiche in un percorso di imitatio classicamente inteso.
6
I
trovatori potrebbero aver ripreso gli stilemi di Orazio, che rinnova il rapporto tra lingua e idee, riuscendo a
coniare nuove parole facendo ricorso a metafore ingegnose (callidae iuncturae)
7
. Il tema del colore
connesso inscindibilmente con quello della retorica: cos come la pietra preziosa la si affina affinch emani
luce, cos il poeta affiner la sua lirica per renderla lucente e dai bei colori. Il colore della poesia, cio il
lavoro retorico effettuato sulla poesia, da scuro diventa chiaro; anche lanimo dellamante, da scuro
diventer chiaro, dopo che egli sar riuscito a cogliere la beatitudine della finAmors.
8

Il lavoro retorico potrebbe essere paragonato allaffinamento di una pietra preziosa, che
ulteriormente lavorata mediante il processo di esmerar d origine a una bellezza raffinata, proprio come

1
Cfr. C. BOLOGNA, Orazio e l'ars poetica dei primi trovatori, in Critica del testo, X / 3, 2007, p.75; Cfr. E. R. CURTIUS,
Letteratura europea e medioevo latino, cap II, 5, Autori letti nelle scuole, pp. 58-64.
2
Cfr. Guglielmo IX, Ben vuelh que sapchon li pluzor, ed. Pasero 1973.
3
ARNAUT DANIEL, Er vei vermeills, vertz, blaus, blancs, groucs, ed. Eusebi 1995. Dora in poi citer in questo modo le
numerose edizioni critiche dei trovatori che ho impiegato. Riporto lintera prima cobla della lirica in questione: Er vei
vermeills, vertz, blaus, blancs, gruocs | vergiers, plais, plans, tertres e vaus; | e.il votz dels auzels sone tint | ab doutz
acort maitin e tart: | so.m met en cor quieu colore mon chan | dun aital flor don lo fruitz si.amors | e jois lo grans e
lolors denuo gandres.
4
ORAZIO, Ars poetica, vv.86-92 in Epistole e Ars Poetica, a cura di U. Dotti, Milano, 2008: Discriptas servare vices
operumque colores |cur ego, si nequeo ignoroque, poeta salutor? |Cur nescire pudens prave quam discere malo?
|Versibus exponi tragicis res comica non vult; |indignatur item privatis ac prope socco |dignis carminibus narrari cena
Thyestae. |Singula quaeque locum teneant sortita decentem.; Cfr. C. BOLOGNA, ibid.
5
Cfr. C. BOLOGNA, ibid.; Cfr. E. R. CURTIUS, Letteratura europea e medioevo latino, cap II, 5, Autori letti nelle scuole, pp.
58-64.
6
Cfr. O. SCARPATI, Retorica del trobar, Roma, 2008,p.37. La Scarpati analizza la struttura delle comparazioni
trobadoriche in cui ritrova la riprosizione di strutture mutuate dalla retorica greca e latina.
7
Cfr. C. BOLOGNA, ibid., p.178.
8
Cfr. E. KHLER, Sociologia della finAmors, Padova, 1976, p.140. Lamore per Giraut de Bornelh, grande teorico della
finAmors di stampo marcabruniano, unesperienza interiore: basta un-amore venerazione nei confronti della propria
donna per ottenere tutte le virt. La soddisfazione immediata di desideri troppo arditi porta solo una brutale
sensualit fine a se stessa.
2

quella della donna amata. Scrive infatti Guglielmo in Mout jauzens me prenc en amar: Mas si anc nuill jois
poc florir, |Aquest deu sobretotz granar | E part los autres esmerar, | Si com sol brus jorns esclarzir
9
. Il joy
d'Amor per la poesia la rende, da grezza e oscura a lucente, cos come il giorno prende il posto della notte. Il
binomio chiarezza e oscurit caratterizza il processo di affinamento della poesia, che ispirata dal paesaggio
esteriore assimilata nellinteriorit del poeta, il quale pu mediante il labor limae
10
su di essa compiere un
labor limae su se stesso, cio affinare il proprio animo. Il poeta-amante osserva e interiorizza il paesaggio
naturale che simulacro dei suoi stati danimo in un processo che presenta analogie con la teoria
aristotelica del fantasma mutuata dai vittorini: loggetto interiore nasce dal connubio tra immagine visiva
sensibile e immagine mentale.
11
Il processo dellinnamoramento dei trovatori affine a quello dei mistici:
l'immagine della donna e quella del divino passano attraverso gli occhi sotto forma di spirito fino al cuore,
dove ha sede limmaginazione che rende astratta l'immagine visiva.
12
Le espressioni impiegate dalla lirica
cortese per descrivere midons sono spesso mutuate dal linguaggio della mistica cristiana.
13

Il lavoro retorico non solamente il mezzo di cui si serve il poeta per migliorare il suo
componimento, ma diviene argomento della lirica mediante un flusso di immagini rielaborate
dall'immaginazione poetica. Arnaut Daniel scrive: Doutz braitz e critz | lais e cantars e voutas | aug dels
auzels quen lur latin fant precs | qecs ab sa par, atressi cum no fam | a las amigas en cui entendem
14
. Gli
uccelli cantano e fanno precs nella loro lingua: la parola latin indica la lingua per eccellenza, la lingua
raffinata e pura, degna della preghiera. I volatili emettono tanti tipi di cinguettii (braitz, critz, lais, cantars,
voutas) cos come i poeti compongono tanti generi diversi (canso, tenso, retroencha, estampida, etc.). Gli
auzels, a loro volta, con la propria compagna sono da identificare con i trovatori che sono in compagnia
della propria dama. Se i volatili cantano in compagnia, anche i poeti lo fanno in compagnia, e se i primi
cantano dAmore, anche i secondi cantano dAmore.

1.Per comprendere il ruolo dei colori nella poesia occitanica appare opportuno analizzare il ruolo
della luminosit, condizione sufficiente e necessaria per la manifestazione dei colori. Il tema della

9
Cfr.GUGLIELMO IX, Mout jauzens me prenc en amar, ed. Pasero 1973 : Mout jauzens me prenc en amar | un joy don lus
mi vuelh aizir; | e pus en joy wuelh revertir | ben dey, si puesc, al mielhs anar, | quar mielhs onra.m estiers cujar |
quom puesca vezer ni auzir.
10
Cfr. C. BOLOGNA, Orazio e l'ars poetica dei primi trovatori, in Critica del testo, X/3, 2007, p.175.
11
ID., ibid. ; G. AGAMBEN, ibid. ; C. LUCKEN, Limagination de la dame.Fantasmes amoureux et posie courtoise, in
Micrologus VI/2, 1998, pp. 201-223 ; R. KLEIN, ibid., p.30-34.
12
Cfr. C. BOLOGNA, Anima mea liquefacta est: sulla presenza dellallegorismo vittorino nei trovatori, in Percepta rendere
dona: studi di filologia per Anna Maria Luiselli Fadda, Firenze, 2010, pp. 32-52.
13
C. BOLOGNA, ibid. ; A. PULEGA, Amore cortese e modelli teologici : Guglielmo IX, Chrtien de Troyes, Dante, Milano, 1995; J.
LECLERCQ, Lamour des lettres et le dsir de Dieu. Initiation aux auteurs monastiques du Moyen ge, Roma, 1957. (trad. It.
Cultura umanistica e desiderio di Dio. Studio sulla letteratura monastica del Medioevo, Firenze, 1965); Cfr. P. DRONKE,
ibid., pp.76-80; R. KLEIN, La forme et lintellegible: crits sur la Renaissance et lart moderne, Paris, 1958. La forma e
lintellegibile. Scritti sul Rinascimento e larte moderna, trad. it. a cura di R. Federici, Torino, 1970; A. PULEGA, ibid.; p.46:
"Non possiamo inoltre non riconoscere nel discorso teologico medievale la presenza di due caratteristiche
fondamentali della fin'Amor: lo schema trinitario tra amante, midons e maritz o gelos, e il paradigma dell'amor de
lonh." ID. 1995, p.49: "Guglielmo di San Thierry, nel De natura et dignitate amoris, fa dell'amore una scienza ricorrendo
alla dottrina agostiniana della memoria"
14
Cfr. ARNAUT DANIEL, Doutz braitz e critz, ed. Eusebi 1995.
3

lucentezza del paesaggio naturale presente in una lirica di Jaufre Rudel, Quan lo rius de la fontana. Se il
sole rischiara la fontana, appare anche il fiore cristallino, che immagine dellamore per midons (Quan lo
rius de la fontana |sesclarzis, si cum far sol, |e par la flors aiglentina). Accanto al fiore appare lusignolo,
che immagine del poeta, che fa volf e refranh, cio intona un canto che deve essere aplanat e afinat (el
rossinholetz el ram | volf e refranh ez aplana | son dous chantar et afina, | dreitz es quieu lo mieu
refranha)
15
. Scrive Chiarini in merito: La stagione definita con le parole di Guglielmo IX (rius e fontanas
esclarzir, da Pos Vezem) per poi istituire un parallelismo con il canto dellusignolo, voce e melodia della
primavera, e il canto umano, voce e melodia dellamore.
16
Il lucente paesaggio naturale descritto dal poeta
si configura come simulacro del suo lavoro retorico e del suo affinamento compiuto sulla poesia lirica.
Ne A la fontana del vergier il poeta-amante spiega che nel giardino dove lerba vertz ha trovato una
ragazza sola, non accompagnata, sdraiata sotto ad un albero, tra fiori bianchi. La giovane si lamenta perch
il suo amante in Terrasanta, nella schiera dei crociati al servizio del re Luigi di Francia. Per la lontananza
di lui, il dolore le si radicato nellanimo.
17
La donna, se rimarr nella sua aria cupa e triste, vedr i propri
colori sfiorirsi (Quant ieu l'auzi desconortar, | Ves lieys vengui josta.l riu clar: | Belha, fi.m ieu, per trop
plorar | Afolha cara e colors!)
18
.Alloscurit del pianto il corteggiatore, che non pu possedere questa
donna e non pu ravvivarne i colori, il trovatore contrappone la gioia che avr da donare alla donna. Se
provo a sovrapporre i colori del viso di midons ai colori della poesia lirica, la donna descritta da Marcabru
diventa personificazione del canto poetico.
19
La poesia lirica hai bei colori, cio begli artifici retorici, solo
se il trovatore pu accostarsi a essa con la dottrina della finAmor. Per Marcabru la poesia deve essere
pulita dalla falsamistat
20
e deve racchiudere in s la chiarezza interiore del perfetto amante in
contrapposizione alloscurit degli ipocriti immorali e degli adulterini, che fingono di essere seguaci della
dottrina della finamor
21
.
In Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers Peire dAlvernhe, molto sensibile alla tematica religiosa,
contrappone in maniera netta la sfera della lucentezza con quella dell'oscurit. Il poeta-amante afferma che,
quando il giorno diventa breve e le sere si allungano e quando si offusca laria, egli vuole che ramifichi e
germogli il suo sabers di una nuova gioia: Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers, | Qan la blanc'aura
brunezis, | Vuoill que branc e bruoill mos sabers | D'un nou ioi qe-m fruich'e-m floris!
22
. Il sabers diviene
'gioioso' poich il poeta vede schiarirsi le querce dalle dolci foglie (Car del doutz fuoill vei clarzir los

15
JAUFRE RUDEL, Quan lo rius de la fontana, ed. Chiarini 1985.
16
ID., ibid.
17
ID., ibid., vv.22-28, ed. cit: Ab vos s'en vai lo meus amicx, | Lo belhs e.l gens e.l pros e.l ricx! | Sai m'en reman lo grans
destricx, | Lo deziriers soven e.l plors. | Ay mala fos reys Lozoicx | Que fay los mans e los prezicx | Per que.l dols m'es en
cor intratz.
18
ID., ibid., vv. 29-32, ed. cit. Marcabru continua poi: E no vos cal dezesperar, | Que selh qui fai lo bosc fulhar, | Vos pot
donar de joy assatz.
19
MARCABRU, ibid., vv. 36-42, ed. cit: Senher, dis elha, ben o crey | Que Deus aya de mi mercey | En l'autre segle per
jassey, | Quon assatz d'autres peccadors! | Mas say mi tolh aquelha rey | Don joys mi crec! mas pauc mi tey | Que trop
s'es de mi alonhatz.
20
ID., El son esviat chantaire, vv.1-6, ed. cit. : El son desviat chantaire, | veirai si pusc un vers faire | de falsamistat
menuda, | caissi leu pren e refuda, | puois sai ven e lai mercada, | e morrai si nom nesclaire.
21
Cfr. E. KHLER, Sociologia della finAmors, Padova, 1976.
22
Cfr. PEIRED'ALVERNHE, Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers, ed. Fratta 1996
4

garrics, | Per qe-retrai entre-ls enois e-ls freis | Lo rossignols e-l tortz e-l gais e-l pics ).
23
La metafora
naturalistica del sapere che ramifica e germoglia ha funzione di conferire vitalit a un paesaggio scarno: il
mondo interiore della conoscenza superiore al mondo esteriore della materialit e della corruttibilit.
24
Il
poeta-amante contrappone il suo bos sabers, la sua arte', germogliata grazie alla dottrina della fin'Amors a
un paesaggio pallido e oscuro. Lespressione blancaura si oppone al termine brunezis e brunezis si oppone
poi al sostantivo clarzir in un gioco di contrasti cromatici. L'antinomia tra chiarezza e oscurit fa parte di
quelle opposizioni che intrecciano il discorso della fin'Amors, come cortes/vilan, sens/folatge o faux/fin.
25

In Si co-l soleilhs per sa nobla clardat Rigaut de Berbezilh scrive che il sole con la sua luminosit
quanto pi in alto tanto pi d calore. Con il suo ardore tormenta i luoghi pi bassi che non quelli alti, che
sono per il vento pi temperati (Si co-l soleilhs per sa nobla clardat | Hon plus aut es mais dona de calor |
E-ls plus bas luocz destreinh mais per s'ardor | Que-ls autz, car son pe-ls vens plus atemprat). Allo stesso
modo la donna amata dal poeta, casta, pura, alta di pregio, tanto pi lo tormenta, perch lo trova umile e
non del tutto adatto al servitium amoris
26
(Tot atressi ma donna, casta, pura, | Auta de pres, destreinh me
plus formen, | Que-m trobas bas et a tot son talen)
27
. Se al sole sovrappongo la luce della poesia, essa pu
dare nobile candore e purezza ai poeti che sono in alto, cio che hanno bos sabers e artifici retorici tali da
rinnovare il dettato poetico, mentre stringe e cuoce gli altri poeti che non sono temprati dalla vera dottrina
poetica. Molto forte la contrapposizone tra la lucentezza della donna (Auta de pres) e loscurit del
trovatore (Que-m trobas bas), che pu solo mirare alla fin'Amor per potersi elevare da un punto di vista
spirituale.
Un altro esempio di contrapposizione tra la sfera della chiarezza e quella dell'oscurit ci fornita da
Raimbaut dAurenga, che intesse rare, oscure e segrete parole: (Cars, bruns e tenhz motz entrebesc! |
Pensius-pensanz enquier e serc | Com si liman pogues roire | L'estraing rill nil fer tiure, | Don mon escur
cor esclaire).
28
Il termine brun in occitano non rimanda propriamente alloscurit, ma allidea di opacit.
Cars potrebbe indicare lidea di 'dolci' parole, mentre entrebescatz indica con valenza negativa artificiosit.
Cars, bruns e tenhz sono tre termini riferiti alla parola poetica e indicano unopposizione semantica tra di
loro in una moderata gamma di chiaroscuri. Meditando in maniera assorta, il poeta prova a eliminare dal
suo animo il mot de rill
29
, che indica il pechat criminaus che seguono i seguaci della falsAmor. Nell'impiego
del mot de rill di stampo marcabruniano Raimbaut fa velatamente riaffiorare nella sua lirica la tematica
religiosa. Se il trovatore tesse parole preziose, opache e segrete, egli redige termini di natura diversa cos
come sono di natura diversa i suoi sentimenti e le sue emozioni (Cars, bruns e tenhz motz entrebesc | [] |

23
ID., ibid., ed. Fratta 1996.
24
Cfr. note alla lirica della precedente ed. DEL MONTE 1956, p.74 di Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers.
25
Cfr. P.ZUMTHOR, Essai de potique mdivale, Paris, 1972 (trad. it. a cura di M. Liborio, Semiologia e poetica medievale,
Milano, 1973), p.211.
26
P. CHERCHI, Andrea Cappellano, i trovatori e altri temi romanzi, Roma, 1979: Cherchi spiega in che cosa consiste il
servitium amoris.
27
RIGAUT DE BERBEZILH, Si co-l soleilhs per sa nobla clardat, ed. Varvaro 1960.
28
RAIMBAUTDAURENGA, Cars, douz e fenhz del bederesc, vv.1-8; ed. Pattison 1952. La cobla cos continua: Tot can jois
genseis esclaira |Malvestaz rill'e tiura |E enclau Joven e serga |Per qu'ira e jois entrebesca.
29
A proposito del mot de rill si vedano i testi di Marcabru commentati da A. Roncaglia in rivista (si possono consultare
l'elenco bibliografico e i testi nel sito www.rialto.unina.it).
5

Per qu'ira e jois entrebesca). Il lavoro per sublimare questi sentimenti contrastanti il labor limae della
poesia (Pensius-pensanz enquier e serc | [] | L'estraing rill nil fer tiure).
30
Un ramo della tradizione
trasmette la lezione clars per car: da un punto di vista contenutistico, la variante clars completerebbe, nel
verso, unarticolata suggestione luministica, insieme a brus e teinhz: i motz Raimbaut ricoprirebbero
lintera gamma delle possibilit cromatiche delle figure retoriche durante il processo di labor limae sul testo
poetico (Milone)
31
.
In Car vei qe clars, Raimbaut spiega che alla donna amata non mai chiara, cio non si rivela mai, e
fa il poeta piangere, o meglio provoca in lui lez sospirs, felici lamenti (Ges no m'es clars | Ni m'esquiva | Est
jois, don faz lez sospirs, | Ni sai s'anc mi valc mos dirs | Ni mi noc e tem qem viva | Enaisi trop lonjamens |
L'amors qeil tenc meja gaia. || Mos cors es clars |E s'esmaia! |Aici vauc mestz grams-iauzens, | Plens e voigz
de bel comens; | Qe l'una meitatz es gaia |E l'autra m'adorm cossirs |Ab voluntat mort'e viva)
32
. Il contrasto
tra lemmi connessi al campo semantico della gioia (jauzirs, gaugz; gaia) e a quello della tristezza (faillirs;
temers; espaventz) materia linguistica, ambigua e di difficile comprensione, che pu essere illuminata da
un processo di rischiaramento interiore tramite il dialogo con Dio.
33
Non escluso che da questa dicotomia
tra linguaggio oscuro e linguaggio illuminato da Dio nasca la poesia ossimorica di Raimbaut. La
paraulescura (il mot brun, secondo la sottile riformulazione di Raimbaut d'Aurenga) e il trobar clus possono
diventare, senza contraddizione, dei veicoli di illuminazione interiore, e contemporaneamente prendere
origine in un cuore che si rischiarato (M. Mocan).
34

Bernart de Ventadorn, in Ara no vei luzir solelh,
35
finalmente vede i raggi del sole tornare a
irradiarsi nel suo animo, poich essi si erano oscurati nel mondo esteriore. La luce che risplende nellanimo
del poeta-amante quella dellesperienza poetica (Ara no vei luzir solelh, |Tan me son escurzit li rai! |E ges
per aisso no.m esmai, |C'una clardatz me solelha |D'Amor, qu'ins el cor me raya! |E, can autra gens
s'esmaya, |Eu melhur enans que sordei, |Per que mos chans no sordeya).
36
Molti trovatori non riescono pi
a rinnovare il canto cristallizzato da una morte interiore, che riproposizione dei topoi della tradizione
con un linguaggio povero da un punto di vista retorico. Quando invece gli altri si sgomentano, lio lirico
gioioso perch pu cogliere un novel chant, una poesia rinnovata nello stile e nella forma. Nonostante si sia
offuscata la luce del sole che illumina la terra, la chiarezza dAmore rischiara il suo animo
37
(D'Amor qu'ins
el cor me raya). Bernart gioca su unopposizione tra luminosit e contrasto, dalla luce allombra, dallombra

30
Per una discussione testuale della lezione cars e della variante clars in questo verso rambaldiano cfr. M. PERUGI,
Linguistica e trobar clus, in Studi medievali, 3 serie, XXXVIII 1997, pp. 341-375.
31
Cfr. L. MILONE, El "trobar envers" de Raimbaut d'Aurenga, Barcelona, 1998.
32
CFR. RAIMBAUT D'AURENGA, Car vei qe clars, ed. Pattison 1952, vv. 15-28.
33
Cfr. M.MOCAN, Un cuore cos illuminato. Etica e armonia del canto nella poesia dei trovatori(Bernart de Ventadorn,
Marcabru, Raimbaut dAurenga), in Miscellanea Antonelli, in corso di stampa.
34
Cfr. ID., ibid.
35
Cfr. Introduzione, in Canzoni di Bernart de Ventadorn, Roma, 2003, a cura di M. Mancini. Per le canzoni di Bernart de
Ventadorn ho consultato ledizione pi antica e completa, Appel 1915, e la recente edizione Mancini 2003, che
incompleta di alcune liriche. Dora in poi far riferimento alledizione pi recente, quando in essa sono presenti le
liriche che intendo citare.
36
ID., Ara no vei luzir solelh, ed. cit., vv. 1-8.
37
M.MOCAN, Un cuore cos illuminato. Etica e armonia del canto nella poesia dei trovatori (Bernart de Ventadorn,
Marcabru, Raimbaut dAurenga), in Miscellanea Antonelli, in corso di stampa.
6

alla luce
38
. Laddove molti si sgomentano per non riuscire a conquistare il proprio oggetto damore lio
lirico non si fa vile, e cos non si svilisce il suo canto. Il poeta che segue la dottrina della fin'Amor e la morale
marcabruniana trae la propria gioia esclusivamente dalla produzione e dalla fruizione del suo canto.
Lo stesso Bernart in Amors, enquera.us preyar, afferma che la sua donna tanto fresca, bella e
chiara che la sua bellezza rende piacevole il giorno e rischiara la notte oscura
39
( Tant es fresch' e bel' e
clara,| Qu'amors n'es vas me doptoza, | Car sa beutatz alugora | Bel jorn esclarzis noih negra!). Se alla
bellezza della donna sovrappongo quella della parola poetica, essa, se affinata retoricamente, pu portare
luce, cio purezza, in un mondo poetico dove il linguaggio manipolato dai fautori della falsAmor e dove
larte retorica spenta, ripiegata su vecchi stilemi cristallizzati nel vuoto della loro vanit. Afferma il poeta-
amante di comporre solamente perch Amore, e cio la poesia lirica stessa, gli fornisce lispirazione: nel
momento in cui il poeta-amante dice di non voler pi parlare, egli nega il silenzio e porta un canto nuovo
con una poesia retoricamente variata rispetto ai temi tradizionali.
La poesia di Bernart, come quella di Raimbaut, si afferma attorno allantinomia tra parola e silenzio,
tra gioia e tristezza, sentimento amoroso e intorpidimento interiore, luci e ombre, colori vivaci e colori
spenti. Bernart non fa poesia se non riesce a rinnovarla per non eseguire il pechat criminaus di cui parla
Raimbaut dAurenga, quello del troppo parlare.
40
La parola impiegata pechat ha anche una valenza di
natura religiosa: la fin'Amor di stampo marcabruniano ha una valenza fortemente morale e si esprime in un
linguaggio fortemente influenzato dalle Sacre Scritture
41
. Bernart de Ventadorn un poeta che esalta la
spiritualit e il lato interiore del sentimento dAmore
42
: se la bianchezza del corpo di midons, che supera il
biancore della neve, immagine di un amore spirituale piuttosto che carnale
43
, la neve, cio il mondo
materiale, scura rispetto alla donna amata
44
. Il mondo esteriore inferiore, o meglio, da subordinare al
mondo interiore e allesperienza spirituale. Lamore, che una cosa buona voluta da Dio, giustifica luomo
non solo ad amare il mistero trinitario ma anche midons, purch questo amore implichi un rapporto di
lontananza con loggetto amato
45
. Nella tradizione classica le distinzioni chiaro e scuro o bianco-nero
avevano la funzione di indicare la disparit di condizione dei due amanti, una distanza che
insormontabile
46
. Loggetto amato deve essere lontano in maniera tale che gli animi degli amanti non siano

38
ID., ibid.
39
ID., Amors, enquera.us preyara, ed. Appel 1915; vv.34-37. La cobla cos continua: Tuit sei fait on mielz cove, | Son fin
e de beutaz ple! | No.n dic laus, mas mortzmi venha | S'eu no l'am de tot mo sen ! | Mas, domn', Amors m'enliama, |
Que.m fai dir soven e gen | De vos manh vers avinen.
40
Cfr. RAIMBAUT D'AURENGA, Cars, douz e fehnz del bederesc, ed. Pattison 1952.
41
Cfr. G. ERRANTE, Marcabru e le fonti sacre della lirica romanza, op. cit.
42
Cfr. M. MOCAN, Un cuore cos illuminato, cit., in merito alla connessione tra il lessico religioso marcabruniano e il
lessico di Bernart ; C. Bologna, Anima mea liquefacta est, cit., in merito alle analogie tra lallodoletta di Bernart e lanima
contemplativa del mistico.
43
BERNART DE VENTADORN, A! Tantas bonas chansos, ed. Appel 1915.
44
Id., ibidem, vv. 36- 39: que sos cors es bels e bos | e blancs sotz la vestidura | - eu non o dic mas per cuda que la
neus, can ilh es nuda, | per vas lei brunet escura; Cfr. E. Kohler, Sociologia della finAmors, Padova, 1976: il filologo
spiega come i trovatori del periodo classico celebrino la finAmors come esperienza interiore piuttosto che esteriore.
45
Cfr. A. PULEGA, Amore cortese e modelli teologici : Guglielmo IX, Chrtien de Troyes, Dante, Milano, 1995, p.35
46
Cfr. P. RADICI COLACE, Lamore lontano in Teocrito e Virgilio, in Orpheus, 1981, pp.3-415; cfr. Id., ibid.
7

sconvolti dalla passione e siano temperati dalla mezura
47
, dal modus di oraziana memoria
48
. Lamore verso
la donna pu essere rapportato con lamore del fedele verso Dio: questi due tipi di rapporto implicano una
disparit e una lontananza che causa di sofferenza da parte di chi ama, il poeta-amante e il fedele.

2. Nella poesia dei maggiori trovatori i riferimenti alla chiarezza appaiono quasi sempre in
connessione con quelli alloscurit. Una fonte indispensabile per comprendere la natura di questo contrasto
cromatico rappresentata dalle Scritture. Il contrasto tra luce e tenebre presente in diversi loci biblici. E
la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non lhanno compresa. E ancora nel Vangelo di Giovanni si
legge che Dio venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinch tutti credessero per
mezzo di lui; egli non era la luce, ma fu mandato per rendere testimonianza della luce. Egli [la Parola] era la
luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo.
49
Nel Vangelo di Giovanni si legge, allinizio del III
capitolo: in principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio
50
. La parola e le lettere
sono fonte di salvezza. Le espressioni impiegate dalla lirica cortese per descrivere le bellezze dellamata e
gli stati danimo che accompagnano lesperienza damore lasciano spesso percepire echi del linguaggio
religioso della contemplazione e della conoscenza divina. Questo linguaggio di natura mistica una fonte
per il lessico della lirica damore volgare: molti poeti hanno ben presente linterpretazione allegorica del
Cantico dei Cantici in cui lamore tra luomo e la donna allegoria dellamore tra Cristo e la Chiesa
51
.
Il primo poeta che mette in evidenza il tema delloscuro Marcabru, da cui ha origine il dibattito tra
trobar clus e trobar leu.
52
Marcabru scrive in Per savi teing ses doptanza:

Per savi teing ses doptanza
celui que mon chan devina
cho que chascus moz declina,
si com la razos despleia,
queu meteis sui en erranza
desclarzir paraula escura.
53


Lio lirico ritiene saggio senza dubbio colui che del suo canto indovina ci che ciascuna parola
significa, nel momento stesso in cui largomento si dispiega.
54
La paraula escura quella dei trovatori rivali,

47
Cfr. A. Pulega, ibid.
48
Cfr. id., ibid., p.42 Malgrado il concetto di mezura e quello di modus siano diversi, si pu parlare di continuit tra
questi due concetti nel mondo cristiano e in quello classico.
49
GIOVANNI III, 7-9 inLa Bibbia di Giovanni Diodati, 3 voll., Milano, 1998
50
ID., 3-4, ed. cit.
51
C. BOLOGNA, Anima mea, cit.; A. PULEGA, ibid.; J. LECLERCQ, Lamour des lettres et le dsir de Dieu. Initiation aux auteurs
monastiques du Moyen ge, Roma, 1957. (trad. It. Cultura umanistica e desiderio di Dio. Studio sulla letteratura
monastica del Medioevo, Firenze, 1965); Cfr. P. DRONKE, ibid., pp.76-80; R. KLEIN, La forme et lintellegible: crits sur la
Renaissance et lart moderne, Paris, 1958. La forma e lintellegibile. Scritti sul Rinascimento e larte moderna, trad. it. a
cura di R. Federici, Torino, 1970.
52
A. RONCAGLIA, Trobar clus: discussione aperta, in Cultura neolatina XXIX 1969, pp. 5-55.
E. KHLER, Sociologia della finAmors, introduzione e traduzione a cura di M. Mancini, Padova, 1976.
53
Cfr. MARCABRU, Per savi tenc ses doptanza, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000.
8

quei trobador a sen denfanza che vengono menzionati allinizio della seconda cobla e che sono accusati
di scrivere parole intrecciate con fratture (entrebescaz de fraitura).
55
I poeti rivali scrivono motz serratz e
romputz solamente mostrando un procedimento fine a se stesso: Marcabru, al contrario, intende mediante
la complessit esprimere verit di natura morale.
56
Il luogo a cui Marcabru si riferisce il primo capitolo dei
Proverbi, vv. 5-6: Audiens sapiens, sapientior erit; |et intelligens gubernacula possidebit.|Animadvertet
parabolam et interpretationem, | verba sapientium et aenigmata eorum.
57
Per Agostino le Scritture, con la
loro verit nascosta, migliorano lanimo delluomo di lettere, il quale deve sforzare il proprio intelletto per
poterle comprendere.
58
Agostino spiega che le allegorie e le similitudini rendono la dottrina un piacere, nel
mentre fanno esercitare lintelligenza del fedele, cos come nelle poesie degli autori latini le figure retoriche
erano un ottimo veicolo di piacere nella diffusione della dottrina
59
. Marcabru inasprisce il proprio dettato
per mettere alla prova lacume dei propri lettori cos come lacume dei fedeli messo alla prova dalle
Scritture.
60
Ma il messaggio che le figure retoriche dei poeti veicolano deve essere di natura morale. Cos
come il perfetto religioso pu capire e indovinare tutto in merito alle Scritture, cos il perfetto amante pu
capire e comprendere a fondo il senso della poesia cortese.
Peire dAlvernhe rende esplicito il valore di natura religiosa del contrasto tra chiarezza e oscurit.
In Gent es, mentr'om n'a lezer il poeta-amante si meraviglia che gli uomini non baderanno alla Parola di Dio
finch il giorno non si sar oscurato ai loro occhi. Solo in prossimit della morte i peccatori giungeranno

54
A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro. Atti del 28 Convegno universitario (Bressanone, 12-15 luglio 2001),
Trento, 2004, pp. 92-93.
55
ID., ibid.
56
Il passo di Marcabru controverso: per una storia delle intepretazioni cfr. ID., ibid.; cfr. U. MLK, Trobar clus, trobar
leu; Studien zur Dichtungstherie der Trobadors, Mu nchen, 1968,p.71; cfr. L. MILONE, Retorica del potere e poetica
delloscuro da Guglielmo IX a Raimbaut dAurenga, in AA.VV., Retorica e poetica, Quaderni del circolo filologico linguistico
padovano, 10 Liviana, Padova 1979, pp.164-65, e C. DI GIROLAMO, I trovatori, cit.,pp. 105-107. S. GAUNT, R. HARVEY e L.
PATERSON, Marcabru. A critical editon, Brewer, Cambridge 2000, p.470; E ben noto come il canzoniere di Marcabru sia
intessuto di citazioni e di allusioni bibliche. D. SCHELUDKO, Beitrge zur Entstehungsgeschichte der altprovenzalischen
Lyrik, Archivium Romanicum, 15 (1931), pp.137-206; G. ERRANTE, Marcabruno e le fonti sacre dellantica lirica romanza,
Firenze 1948, pp.172-269; A. RONCAGLIA, Riflessi di posizioni cistercensi nella poesia del XII secolo, in AA.VV., I cistercensi
e il Lazio, Roma 1978 pp.11-22; Ef 4,17-19: Hoc igitur dico, et testificor in Domino, ut iam non ambuletis, sicut et
gentes ambulant in vanitate sensus sui, tenebris obscurantum habentes intellectum, alienati a vita Dei per
ignorantiam, quae est in illis, propter caecitatem cordis ipsorum, qui disperantes, semetipsos tradiderunt impudicitiae,
in operationem immunditiae omnis in avaritiam.
57
Cfr. R. ANTONELLI, Il piacere delloscuro, in A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro, cit., p. 95.
58
ID., ibid. ; AGOSTINO, De doctrina Christiana, II,6, trad. it. V. Tarulli, Roma, 1993; Cfr. R. ANTONELLI, Oscurit e piacere, in
A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro, cit.; Cfr. AGOSTINO, ibid., cit: Quod totum provisum esse divinitus non
dubito ad edomandam labore superbiam et intellectum a fastidio renovandum, cui facile investigata plerumque
vilescunt. []Num aliud homo discit quam cum illud planissimis verbis sine similitudinis huius adminiculo audiret? []
Sed similitudo promeretur, cum res eadem sit eademque cognitio, difficile est dicere et alia quaestio est.
59
Cfr. R. ANTONELLI, ibid., in A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro, cit.
60
Cfr. ID., ibid.; AGOSTINO, De cathecatizandis rudibus IX, 13, ed. cit.: maxime autem isti docendi sunt Scripturas audire
divinas, ne sordeat eis solidum eloquium, quia non est inflatum; neque arbitrentur carnalibus integumentis involuta
atque operta dicta vel facta hominum, quae in illis libris leguntur, non evolvenda atque aperienda ut intelligantur, sed
sic accipienda ut litterae sonant; deque ipsa utilitate secreti, unde etiam mysteria vocantur, quid valeant aenigmatum
latebrae ad amorem veritatis acuendum, discutiendumque fastidii torporem, ipsa experientia probandum est talibus,
cum aliquid eis quod in promptu positum non ita movebat, enodatione allegoriae alicuius eruitur. His enim maxime
utile est nosse, ita esse praeponendas verbis sententias, ut praeponitur animus corpori.
9

alla verit, e, poich non sono riusciti a redimersi precedentemente, non si schiariranno, cio non
coglieranno la beatitudine. Il poeta-amante contrappone implicitamente la raffinatezza di coloro che,
mediante la fruizione delle belle lettere della poesia lirica e delle Scritture, migliorano il proprio animo in
contrapposizione a coloro che non raffinano il proprio animo, poich non fruiscono della parola di Dio. Il
processo di raffinamento del poeta-amante tramite la lettura delle Sacre Scritture gli permette di poter
comporre una poesia lirica che porti un messaggio morale e in cui la forma preziosa non sia veicolo fine a se
stesso, ma strumento per condurre i lettori a un processo di raffinamento interiore. Per Agostino, infatti,
loscurit della parola acuisce lamore della verit e scaccia il torpore che deriva dalla comprensione della
semplicit.
61
Al piacere della parola vuota, delleloquium inflatum si sostituisce qui il piacere della
sententia, del concetto, che proprio il mistero, lenigma, consente di provare.
62

Peire dAlvernhe scrive in De Dieu non puesc pauc ben parlar
63
che sulla terra oscuro ci che sar
chiaro nellaldil, dove non ci saranno beni materiali da accaparrarsi, quando nel giorno del giudizio Dio
divider i buoni dai cattivi. Nellaldil Dio punir, relegando nelle tenebre, coloro che non hanno fruito della
sua parola e che sono rimasti nelloscurit del peccato
64
, in contrapposizione a coloro che hanno fruito della
parola delle Scritture e, spinti dallintellectus amoris, hanno ben scoperto il velame che ricopre il Verbo. Per
Peire il poeta-amante deve rivolgersi al Cristo ringraziandolo per aver ricevuto da lui obre bon talan,
dottrina poetica e desiderio retto verso il bene (E sai obr' e bon talan | Mi detz e far entretan)
65
. Peire
spera che Dio non sar esquius, chiuso verso di lui, affinch egli possa raggiungere il clars reis regum pius
(Que, qan venretz en las nius | Iutgar lo segl' el iorn gran, | Doutz Dieus, no-m siatz esquius| E q'ieu, clars
reis regum pius, | M'en an ab los gausitz gauzens)
66
: il lessico della chiarezza in contrapposizione con
quello della chiusura. Il trobar clus opposto al trobar clau, che indica lucentezza e speranza. Per lio lirico
possedere la parola del Signore significa carpire il senso autentico, cio la luce, che essa racchiude.
Altro poeta che impiega la parola escur in senso morale Giraut de Bornelh, in Ans que venha.l nous
fruchs tendres. Il trovatore dice di voler essere avvicinato da midons in maniera tale da poter notare se ella
infastidita dal suo greu parlar (Per trussar ni per divendres | No.m destric que non engraisse, | Si.l seus
cors delgatz e gras | M'es de pres, c'aissi revenh, | Si be.m n'ave greus parlars!)
67
. Il poeta-amante tenta di
cogliere la dottrina della finAmors in una forte tensione verso lassoluto:
68
il suo amor de lonh per

61
R. ANTONELLI, ibid., p.51; AGOSTINO, De cat. Rud.III, 6-IV, 7.
62
ID., ibid.
63
PEIRE DALVERNHE, De Dieu non puesc pauc ben parlar, ed. cit. : Per qu'er escur so qu'ar es clar | Lay on Dieus
mostrara-l martir | Qu'elh sostenc per nos a guarir! | On nos sera totz a tremblar | Lo iorn del iutjamen maior, | On non
aura ren d'ufanier! | Qu'ab gran ioi et ab non pauc plor | Eissens desebran duy semdier.
64
Cfr. R. ANTONELLI, Il piacere delloscuro, in A.A.V.V., Obscuritas. Retorica e poetica dell'oscuro. Atti del 28 Convegno
universitario (Bressanone, 12-15 luglio 2001), Trento, 2004 in merito alla parola delle Scritture come strumento di
illuminazione interiore.
65
ID., Dieus, vera vida, verais, ed. cit.
66
ID., ibid., ed. cit.
67
G. DE BORNELH, Ans que venha.l nous fruchs tendres, ed. Sharman 1989.
68
Giraut si rif a Marcabru, il cui canzoniere sintessuto di citazioni e di allusioni bibliche. G. ERRANTE, Marcabruno e le
fonti sacre dellantica lirica romanza, Firenze 1948, pp.172-269; A. RONCAGLIA, Riflessi di posizioni cistercensi nella poesia
del XII secolo, in AA.VV., I cistercensi e il Lazio, Roma 1978, pp.11-22.
10

lassoluto che racchiude la parola poetica, che chiusa e irraggiungibile. Per Giraut
69
le sue composizioni
sono scure (caissi lescur come ebenh: | mo trobar ab saber prenh), poich la sua arte ispirata dai passi
di difficile comprensione dellAntico Testamento
70
. Raimbaut dAurenga fa riferimento alla parola escur in
Ar vei bru, escur, trebol cel: il poeta-amante vede un cielo nuvoloso, oscuro e tempestoso, nota venti,
burrasche e pioggia, neve, ghiaccio e brina: Mas aura ni plueja ni gel | Nom tengran plus quel gen temps
nou | S'auzes desplejar mos libres | De fag d'amor ab digz escurs
71
. Il paesaggio interiore dellio lirico in
preda alla tempesta, scisso tra la speranza di cogliere lassoluto della dottrina e la disperazione per la sua
perdita: quella nella parola una speranza disperata. La tempesta, la pioggia e il freddo non potranno
allontanarsi dallinteriorit del poeta, poich egli ha osato vergare i suoi libri di detti oscuri. Il parlar
coperto damore, se non ha un saldo valore morale, racchiude in s la roll, la fallibilit, il pechat criminaus
e lerrore di cui testimone la natura umana
72
. Lamore equivale alla poesia in volgare, come affermer
esplicitamente Dante nella Vita Nova, alla poesia stessa e alla scrittura
73
. Ma Agostino specifica che: A
questi colti infatti utilissimo imparare a capire che bisogna anteporre i concetti alle parole, cos come si
antepone lanima al corpo
74
. Se il poeta non espunger la roll dal proprio animo e non carpir la dottrina
non potr ben parlar. Solamente la finAmor pu illuminare il poeta e indicargli la retta via.

2.1 Non solo il termine escur funge da contrasto nei confronti della luce: i colori scuri come il nero e
il brun e il bai sono impiegati per la loro capacit di contrasto con la luce. Il primo vero riferimeno al brun
nella lirica di Marcabru Liverns e.l temps saizina
75
: il poeta-amante afferma che una donna lo ha messo in
stato confusionale e lo ha fatto tentennare nelle proprie decisioni; ha reso il suo desiderio variopinto, cio
bianco, marrone e baio, gli fa dire lo far, non lo far (entrebescat hoc ab no. | Ai! | Mueu talan blanc, bru
e bai; | ab si farai! Non farai!). Il colore scuro brun, che identificabile con il marrone, accompagnato da
altre sfumature cromatiche: blanc e bai in questo contesto sono referenti delloscurit e indicano la
corruttibilit dellamore, che variopinto, non di un solo colore. Il poeta contrappone alla purezza della
finAmors, e quindi della vera dottrina, loscurit del variopinto. Marcabru biasima il fatto che il fine amore,
il quale era rapporto esclusivo di un poeta-amante verso una sola donna, ora sia diventato un pretesto per
ladulterio
76
: bisogna opporsi ai trovatori bugiardi e a coloro che si occupano del falsar piuttosto che

69
GIRAUT DE BORNELH, Ans que venha.l nous fruchs tendres, ed. Sharman 1989 : E cui parra greus l'aprendres | De mo
chantar, no s'en laisse, | Si no.l sui del dir eschas, | C'ab fi coratge l'ensenh, | Si tot Mo-Senhor no m'ars, | Si cuda que
fass'ab onh! | C'aissi l'escur com ebenh: | Mo trobar ab saber prenh
70
Cfr. R. ANTONELLI, Oscurit e piacere, cit., in AA.VV., Obscuritas, cit.
71
RAIMBAUTDAURENGA, Ar vei bru, escur, trebol cel, ed. Pattison 1952. La cobla cos continua: So don plus Temers m'es
jaca | Qu'Iram fes dir midons e clams; | Que mais d'amor don m'estaca | No chantari'ab nulhs agurs | Tro plais vengues
entre nos ams.
72
Cfr. AGOSTINO, De cat. Rud., cit.; Cfr. i testi di Marcabru commentati da A. RONCAGLIA in rivista a proposito del mot de
roll.
73
Cfr. R. ANTONELLI, ibid., p.50.
74
AGOSTINO, De cat. Rud., cit.
75
MARCABRU, Liverns e.l temps saizina, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000: So cembel mou cor traina | De son agag lo
brico, | cab sospirar len raina, | entrebescat hoc ab no. | Ai! | Mueu talan blanc, bru e bai; | ab si farai! Non farai! | Hoc,
| fai al fol magrig leschina.
76
E. KHLER, Sociologia della finAmors, Padova, 1976.
11

dellesmerar. Il desiderio non deve essere bianco, marrone e baio, cio di tanti colori e quindi variabile, ma
deve essere clar, cio puro.
Raimbaut dAurenga lunico poeta in cui appare lespressione semblant nier. In Long temps ai stat
cubertz
77
il poeta-amante annuncia ai maritz che li vuole liberare da ogni angoscia che rendono il suo
sembiante nero (mas per so sui tant espertz | de dir aisso que er plais: |quar voill leu gitar ses poigna | totz
los maritz de paintas | e dira e de cossirier, | don mout me fan semblant nier): se lamore di cui il poeta
parla da identificare con larte retorica
78
Raimbaut canta laffezione disinteressata alla finAmors e alla
parola poetica a prescindere dai risultati materiali che riuscir a ottenere. Il poeta evirato si ritirato nella
propria interiorit e, non potendo pi ottemperare le proprie pulsioni sensuali, trae beneficio dalla sola
contemplazione della dottrina.

3. I riferimenti ai colori nelle poesie dei trovatori sono impiegati per la loro funzione di contrasto e
per la loro capacit di riflettere pi o meno luce. Nel Medioevo il colore era ritenuto un fenomeno di natura
materiale ed era considerato frazione di luce.
79
La parola color ha tanti significati e accezioni: pu indicare
sia una tinta chiara come il bianco, ma anche il vaire, colore indefinito e variopinto. Marcabru, in Daisso lau
Dieu, rivolge la lode a Dio e santAndrea, che sono la sua luce, e si rivolge ai suoi ascoltatori dicendo loro che
se non seguiranno il Verbo non potranno a la lutz issir.
80
Il poeta-amante ha paura di non riuscire a
piurificarsi e di mangiare lo pan del fol, cio di peccare, (De gignos sens | Sui si manens | Que mout sui
greus ad escarnir, | Lo pan del fol | Caudet e mol | Manduc e lais lo mieu frezir) ed disorientato da cento
colori, cio dibattuto nellamore di tante donne. (De pluzors sens | Sui ples e prens | De cent colors per
mieills chauzir!).
81
I colori indicano il variopinto mondo materiale e hanno una connotazione negativa,
perch indicano corruttibilit: lamante deve seguire la dottrina della finAmors che potr affinare il suo
animo. Peire dAlvernhe, in Cantarai daquest trobadors scrive di trovatori che abbelliscono le loro poesie
con tanti colores rethorici
82
, e il peggiore sa molto gentilmente vantarsi a tal punto che convinto di essere
il migliore:
83
gli artifici degli altri poeti sono fini a se stessi e sono come il mondo esteriore variopinto, cio
corruttibile, perch esso non porta una verit morale, ma solo il piacere sensoriale. Per Peire le metafore
dovrebbero essere funzionali a veicolare un messaggio e non devono essere fini a se stesse
84
. Giraut de
Bornelh d due accezioni diverse al riferimento cromatico: in A bels digz menutz frays lamante non ha

77
RAIMBAUT DAURENGA, Long temps ai estat cubertz, ed. Pattison 1952.
78
cfr. R. ANTONELLI, p.50.
79
M. PASTOUREAU, Le couleurs, images, symboles, Paris, 1989.
80
MARCABRU, Daisso laus Dieu, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000.
81
Cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori in Medioevo Romanzo XIX, 2005, pp.173-199.
82
Cfr. C. BOLOGNA, Orazio e i trovatori, cit. in merito allequivalenza tra color in occitanico e colores rethorici dellArs
poetica.
83
PEIREDALVERNHE, Cantarai daquestz trobadors, ed. cit. : Cantarai d'aqestz trobadors | Que canton de maintas colors |
E-l pieier cuida dir mout gen! | Mas a cantar lor er aillors | Q'entrametre-n vei cen pastors | C'us non sap qe-s mont'o-s
dissen.; ORAZIO, Ars poetica, vv. 86-92, ed. cit.: Discriptas servare vices operumque colores | cur ego, si nequeo
ignoroque, poeta salutor? | Cur nescire pudens prave quam discere malo? | Versibus exponi tragicis res comica non
vult; | indignatur item priuatis ac prope socco | dignis carminibus narrari cena Thyestae. | Singula quaeque locum
teneant sortita decentem.
84
Cfr. R. ANTONELLI, Retorica delloscurit, cit.; AGOSTINO, De cat. Rud., cit.
12

bisogno di reglas de color, cio regole inneganevoli, per amare con cor ferm e clar, e la parola color
sinonimo di oscurit ed in netta contrapposizione con clar.
85
. In Iois e chanz i colori sono belli e lucenti
perch riferiti alla sua donna, simulacro della finAmors(Que cilh senhorei | Cui re no grei, | S'i es secs
coma lenha, | E cals que.s lanh, | Ilh jass'e.s banh | E gense sas colors | E lui crescha dolors | Qu'es en latz et
espres | Ges amors mais no.lh pes!)
86
. Ma la sua donna fa accrescere il suo dolore, poich il poeta
comprende la sua finitudine in rapporto allimmensit delloggetto amato
87
: lo scrittore non pu mai
raggiungere la perfezione che le belle lettere racchiudono.
Raimbaut dAurenga fa accenno alla parola colors in Assatz sai damor ben parlar: il poeta-amante
afferma che pu parlare davvero bene di Amore per gli altri amanti, ma non per se stesso. Nessuna buona
parola scritta da lui pu aiutare e confortare lamante. Ma egli, nonostante tutto, dichiara tutta la sua fedelt
ad amore. Potr insegnare agli altri uomini ad amare come fa lui, e sar soddisfatto solamente dalla loro
riuscita nel corteggiamento. Il poeta-amante si vestir di altri colori, cio quelli puri della finAmors, poich
il vero amore de lonh, non desiderio di possesso ma esperienza che migliora il proprio animo
88
(Ab
aisso n'auretz pro, som par. | Mas ieum tenrai d'autras colors| Per so quar nom agrad'amar; | Que ja mais
nom vuelh castiar, | Que s'eron totas mas serors! ). Per Cercamon la donna non vernisada, cio colorata,
non truccata, non multiforme o mutevole: il trovatore ci d una testimonianza ulteriore della valenza
negativa attribuita ai colori, che nella loro veste materiale indicano corruttibilit (es plus bella qieu no sai
dir, | fresca color e bel esgar, | et es blancha ses brunezir; | oc, e non es vernisada, |ni om de lei non pot mal
dir | tant es fina, esmerada)
89
. La parola vaire, che indica i colori ha valore negativo: se allimmagine della

85
GIRAUT DE BORNELH, A bels digz menutz frays, ed. cit.: No.m fauc de mans lor ays | A be-mas taynar, | Quan ieu vuelh
sermonar. | C'auia, quar sermonans | Mi bat, selh non-fezans: | Qu'ieu no vuelh refeitors | Ni reglas de colors; | Quar ja
per sopleyar, | S'ab fin cor ferm e clar, | Ni per trop capairos | No sera.l frair entiers | Nj verais ni certas, | Si.l dreit no
siec e no.l guida la mas. ; Cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, cit.
86
Si noti anche limpiego della parola color in ID., Iois e chanz, ed. cit. : Et es grans | Frevoltatz | C'om ben am dezamatz,
| Ses jauzimen, | Per tal conven | Que cilh senhorei | Cui re no grei, | S'i es secs coma lenha, | E cals que.s lanh, | Ilh
jass'e.s banh | E gense sas colors | E lui crescha dolors | Qu'es en latz et espres | Ges amors mais no.lh pes! | No m'es vis
ben egalh | C'om dezir e badalh | E viva consiros | E qu'ela chan | D'altrui dolsas chansos.
87
Cfr. E. DI MARTINO, Il mondo magico, Torino 1948 ; nelled. 1967 p. 93 op. sul bisogno di risarcire la crisi dellessere,
lapocalisse individuale e culturale di una presenza che abdica senza compenso. C. BOLOGNA, Anima mea liquefacta est,
cit. in merito al paragone tra lallodoletta di Bernart e lanima contemplativa del mistico. S. WEIL, En quoi consiste
linspiration occitanienne, in Le gnie dOc et lhomme mditerranen, numero speciale dei Cahiers du Sud, 1943
(rist. anast. Marseille, 1981), pp. 150-158 (ricorda il brano M. MANCINI nellannotazione alla lirica in Bernart de
Ventadorn, Canzoni cit., p. 158; Mancini stesso tradusse una parte del saggio della Weil nel volume, da lui curato, Il
punto sui trovatori, Roma-Bari, 1991, pp. 209-217.
88
Cfr. RAIMBAUTDAURENGA, Assatz sai damor ben parlar, ed. Pattison 1952: Ab aisso n'auretz pro, som par. | Mas ieum
tenrai d'autras colors | Per so quar nom agrad'amar; | Que ja mais nom vuelh castiar, | Que s'eron totas mas serors! |
Per so lor serai fis e cars, | Humils e simples e leyaus, | Dous, amoros, fis e coraus.. In merito allamor de lonh L. Spitzer,
Lamour lointain de Jaufre Rudel et le sens de la posie des troubadours (1944), in Romanische Literaturstudien1936-
56, Tbingen 1959, pp. 363-417.
89
CERCAMON, Ab lo temps qe fai renfreschar, ed. Tortoreto 1981; cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, cit.
13

donna sovrappongo quella della poesia, i colori della donna sono i colores rethorici della lirica.
90
. La poesia
deve essere naturale
91
, non vernisada, poich mira a unesperienza amorosa autentica e spirituale.

3.1 Il colore verde presenta nella cultura medievale una forte ambiguit: il colore della natura, della
vitalit, della rigenerazione, di purezza, ma indica anche la mutabilit della natura, la deformazione, la
cristallizzazione che d idea di morte.
92
Il verde appare soprattutto in sede esordiale ed impiegato per
descrivere foglie, rami e prati che rinascono nella stagione primaverile
93
. Impiegano la parola vert gi i
primi trovatori, Guglielmo IX e Jaufre Rudel. Scrive Guglielmo in Ab la dolchor del temps novel: La
nostr'amor va enaissi | Com la brancha de l'albespi | Qu'estai sobre l'arbre creman, | La noig, ab la ploi' e al
gel, | Tro l'endeman, qe-l sols s'espan | Per la fueilla vert el ramel.
94
. La finAmors cos fragile che deve
resistere in un mondo ostile, ma, dopo lattesa di una notte oscura, il giorno porta luce e lo fa risplendere. Se
la finAmors , oltre che amore per la donna, sentimento amoroso per la poesia lirica
95
, il poeta-amante,
mediante un processo di raffinamento con i suoi strumenti retorici, dovr affinare il suo canto in maniera
tale che resista nelloscurit di molti altri poeti che compongono in maniera turpe e senza veicolare un
messaggio di natura morale.
Marcabru il poeta in cui appaiono pi occorrenze della parola vert. Nella canzone Pois linverns
dogan, il verde ha due diverse accezioni.
96
I prati sono verdi e i giardini folti, che hanno reso gioia al poeta e
hanno fatto muovere il suo canto. Se i poeti verdeggiano di gioia
97
il riferimento al colore indica lanimo
del poeta illumminato dalla dottrina della finAmors
98
. Marcabru mette in contrasto la luminosit
dellesordio con loscurit del mondo terreno, in cui un albero dal fusto verde ha le sue radici nella
malvestatz
99
. Lalbero tiene legati tutti i nobili avari che non vogliono concedere nulla agli intellettuali. Se
nella prima cobla il giardino emblema della felicit e spazio mentale della gioia
100
, nella seconda cobla il
giardino sfiorisce e diventa emblema del male per la mancanza di gioia, di Amore e della dottrina. La

90
Cfr. C. Bologna, Orazio e i trovatori, cit.; cfr. ORAZIO, Ars poetica, vv.86-87, ed. cit.
91
Cfr. A. Roncaglia, Trobar clus : dicussione aperta, in Cultura neolatina, fasc. 1-2, XXIX, 1969 in merito al trobar
naturau di stampo marcabruniano.
92
Cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, cit; H. PLEIJ, Colors Demonic and Divine : Shades of Meaning in the Middle Ages and
After, New York, 2002.
93
P. DI LUCA, I trovatori e i colori, cit., pp. 321-401.
94
GUGLIELMO IX, Ab la dolchor del temps novel, ed. Pasero 1973.
95
R. Antonelli, Il piacere delloscurito, cit., p.50: Nella cultura romanza lamore per la donna amore per la scrittura e la
poesia.
96
MARCABRU, Pois l'inverns d'ogan es anatz, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000 : Pois l'inverns d'ogan es anatz | E.l douz
temps floritz es vengutz, | De moutas guisas pels plaissatz | Aug lo refrim d'auzels menutz! | Li prat vert e.il vergier
espes | M'ant si fait ab joi esbaudir, | Per qu'ie.m sui de chant entremes. || Totz lo segles es encombratz | Per un albre
que.i es nascutz, | Autz e grans, brancutz e foillatz, | Et a meravilla cregutz, | Et a si tot lo mon perpres | Que vas neguna
part no.m vir, | No.n veia dels rams dos o tres. ; cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, op. cit.
97
Cfr. JAUFRE RUDEL, Lanqan lo temps renovelha, ed. Chiarini 1985, in merito allespressione reverdejar de joy:
98
Cfr. M. MOCAN, Un cuore cos illuminato, cit.
99
MARCABRU, Pois l'inverns d'ogan es anatz, vv.8-14 , ed. cit. : Totz lo segles es enconbratz | per un arbre que.i es
nascutz, | aus e grans, brancutz e foillatz, | et a meravilla cregutz, | et a si tot lo mon perpres | que vas neguna part no.m
vir, | no.n vega dels rams dos o tres. ; cfr. P. DI LUCA, I trovatori e i colori, op. cit.
100
Cfr. C. LUCKEN, Limagination de la dame. Fantasmes amoureux et posie courtoise, in Micrologus VI/2, 1998, pp.
201-223 in merito all'interiorizzazione dell'oggetto del desiderio del poeta-amante.
14

malvagit, secondo Marcabru, si diffusa in tutte le direzioni nel territorio cristiano e lo dice secondo il suo
albir, cio la sua luce, poich il verde, cio il marcio e il peccato si sono stabiliti in Occitania (E dic ver,
segon mon albir, | Qu'en tenra sa verdor jasses): albir in netta contrapposizione con il vert, che in questo
caso indica oscurit. Il discorso di natura religiosa esplicito: il male, che radicato tra i non credenti, ha
raggiunto anche i credenti, che, mossi dai beni materiali, sono stati inclini a peccare e si sono dimenticati
del Verbo, cio della parola divina e delle letras
101
. La verdor (v.21), nella terza cobla, indica il colore del
marcio in contrapposizione ai prat vert (v.5) della prima cobla. Il verde non connotato, ma deduciamo
dalla poesia che quello dei prati in fiore sia un verde chiaro, poich illuminato dal joy dAmor e dalla luce,
mentre il verde del male quello opaco, scuro, che si forma in ambienti oscuri, e indica il marcio, il rame su
cui si deposita la roll
102
, cio la ruggine di cui parla Marcabru per indicare il peccato.
In Era, can vei reverdezitz Giraut de Bornelh scrive che dopo che sono rinverditi i prati lanimo
dellamante pi disposto al piacere. Il canto degli uccelli lo porta a nuova gioia e lo invita a cantare, ma egli
intristito da colei che non le concede il suo amore (Era, can vei reverdezitz | Los vergers e cobra l'estatz, |
Me tira.l cor plus vas solatz! | Que, can se dezaguiza l'ans | E.l jois e.l chans | Dels auzels e.l deportz e.l critz, |
Es m'us envitz | De chantar, per qu'eu m'esbaudei)
103
. Il joy dAmor, cio la gioia per la contemplazione delle
letras e della dottrina
104
, spinge il poeta a vedere un paesaggio illuminato. Lambiente luminoso rotto dalla
presenza dei saraceni che continuano a tenere in mano il Santo Sepolcro (Pero si vei | Mantas res de que
sui iratz | E plus, car a paias malvatz, | Enics e fenhs, fals e felos | Es lo sanhs sepulcres restatz, | Que no.ls
ensec clams ni tensos
105
). Il verde indica luminosit ed in netto contrasto con le parole iratz e malvatz
che hanno connotazione disforica. Alla gioia della poesia lirica il poeta sovrappone la tristezza per il male e
il peccato che caratterizzano il mondo.
Raimbaut dAurenga impiega il lemma vert in En aital rimeta prima, in cui delinea la sua difficile
inclinazione a essere gioioso guardando le immagini della natura
106
: il poeta-amante afferma che quando
vede frutti met verdi e met maturi allineati sulle cime e quando gli uccelli muovono il loro canto verso
amore con felicit e con lamenti, egli si volge verso la gioia damore, ma non pu trattenersi dal pianto. Se
Raimbaut impiega la parola verde per indicare un frutto quasi del tutto acerbo, non ancora da cogliere, il

101
In merito alle influenze delle Sacre Scritture nella poesia trobadorica cfr. R. Antonelli, Il piacere delloscuro, cit.; G.
VALENTI, Liturgia della finAmor. Assimilazione e riuso di elementi del culto cristiano nelle canzoni occitane. Tesi di
dottorato in Filologia e linguistica romanza, Ciclo XXIV (A. A. 2008-2011), Universit La Sapienza, Roma; D. ZORZI,
Valori religiosi nella letteratura provenzale: la spiritualit trinitaria, Milano, 1954.
102
MARCABRU, Lo vers comens quan vei del fau, ed. cit, vv.49-54: Marcabrus ditz que noill en cau | qui quer ben lo vers
al foll, | que noi pot hom trobar a frau | mot de roll, | intrar pot hom de lonc jornau | en breu doll. Ho tratto questo
testo da: Aurelio Roncaglia, Marcabruno: Lo vers comens quan vei del fau, in Cultura neolatina, XI 1951, pp. 25-48, alle
pp. 29-32. Rialto 23.iv.2005.
103
GIRAUTDE BORNELH, Era, can vei reverdezitz, ed. Sharman 1989, vv.1-8.
104
R. Antonelli, Il piacere delloscuro, cit., p.50: Amore da identificare con la poesia e la scrittura.
105
GIRAUTDE BORNELH, Era, can vei reverdezitz, ed. Sharman 1989, vv.9-14.
106
RAIMBAUT DAURENGA, En aital rimeta prima, ed. cit. : Qan vei rengat en la cima | Man vert-madur frug pel cim, | E
qecs auzelletz relinha | Vas Amor, don chant'e qila, | Per cui ieu vas Joi relinh, | Don m'esforz e chant e qil; | El rosinhols
s'estendilha | Qe'm nafra d'amor tendilh.
15

poeta-amante si rende conto che non possibile estirpare la roill dallanimo
107
, cio non possibile
estirpare dallanimo lombra del peccato. Il dissidio interiore di un animo rivolto verso la spiritualit e allo
stesso tempo verso la materialit ben si connette con limmagine dei frutti met verdi e met maturi.


3.2 Nella poesia trobadorica il rosso viene lessicalizzato con almeno due termini, probabilmente
afferenti a diverse sfumature dello stesso colore: ci imbattiamo in numerose occorrenze di vermelh, poi con
minore frequenza di ros
108
. Il ros indica un colore pi scuro tendente al marrone
109
, mentre il vermelh pi
chiaro. La sua variante pi scura era impiegata dagli antichi Romani per i drappi imperiali e indicava il
colore dei ricchi e dei nobili. Questa connotazione positiva della tonalit porpora rimane anche nel
Medioevo: i drappi signorili e le tende degli accampamenti militari sono spesso descritti di questo colore da
storici e antropologi.
110
Il ros impiegato da Guglielmo IX nella famosa Farai un vers pos mi sonelh:
111
il
gatto dello stesso colore delle fiamme e ha i connotati di una creatura infernale
112
. Un altro poeta tra i
primi trovatori che utilizza la parola ros Peire dAlvernhe: in Lo fuelhs e-l flors e-l frugz madursi rami sono
rossi per la luce del sole che li colpisce al momento del tramonto. In questa lirica non tanto importante il
riferimento al colore quanto quello alla luce solare, come bene esemplifica laccostamento tra il termine
ros e il termine relutz (E-l ros qu'el ram relutz, | Qu'entendemens | Mi ven e voluntatz | D'esser sabens |
De mais en mielhs assatz).
113
La visione della luce d lo spunto al poeta per il canto: lilluminazione
interiore dovuta alla fruizione della poesia lirica e delle Scritture
114
spinge il poeta a essere sapiente e a
occuparsi della dottrina della finAmors. Il vermelh appare in combinazione sempre con un altro colore,
formando cos il vaire. Il primo trovatore in cui attestato questo lemma Marcabru in A lalena del vent
doussa: (A l'alena del vent doussa |Que Dieus nos tramet, no sai d'on,| Ai lo cor de joy sazion| Contra la
doussor del frescum| Quant li prat son vermelh e groc).
115
Il principio primo che anima la natura, cio Dio,
trasmette vento dolce e freschezza durante la nuova stagione, quando i prati sono rossi e gialli per la
luminosit del sole. Marcabru fa in modo che sia la nuova stagione ad arrecare gioia allamante,
indipendentemente dalla risposta che gli dar la propria donna. Il poeta potr appagare il proprio desiderio
solo se Dio gli conceder merc. Se la dolcezza del vento e il joy dAmor sono portati da Dio, la poesia e le
Scritture, cio la parola scritta, sono espressioni del divino.

107
ID., Cars, dounz e fenhz del bederesc, ed. Pattison 1952 a proposito dellimpego del mot de roill nella poetica
rambaldiana. Cfr. M. Mocan, Un cuore cos illuminato, cit. in merito agli echi di natura religiosa nella poetica di
Raimbaut dAurenga e di Bernart de Ventadorn.
108
P. DI LUCA, I trovatori e i colori cit.
109
H. PLEIJ, Colors Demonic and Divine: Shades of Meaning in the Middle Ages and After, New York, 2002.
110
M. PASTOUREAU, Couleurs, images, symboles, Paris, 1989.
111
Cfr. GUGLIELMO IX, Farai un vers pos mi sonelh, ed. Pasero 1973. Sor, si aquest hom es ginhos | Ni laicha a parlar per
nos, | Nos aportem nostre gat ros | De mantement, | Qe-l fara parlar az estros, si de re-nz ment.
112
Per uninteressante lettura dellopera di Guglielmo cfr. M. Mancini, Lo spirito della Provenza: da Guglielmo IX a
Pound, Roma, 2004.
113
PEIREDALVERNHE, Lo fuelhs e-l flors e-l frugz madurs, ed. Fratta 1996.
114
Cfr. R. Antonelli, Il piacere dell'oscuro, cit. in A.A.V.V., Obscuritas, cit. in merito alla parola oscuro come veicolo di
illuminazione interiore; Cfr. M. Mocan, Un cuore cos illuminato, cit. in merito al valore di natura religiosa nel contrasto
tra parola chiara e parola oscura.
115
MARCABRU, A lalena del vent doussa, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000.
16


3.3 Il bianco un colore ad alta luminosit ma senza tinta. Contiene tutti i colori dello spettro
elettromagnetico ed pertanto colore acromatico. Lutilizzo del bianco, piuttosto che conferire realismo
descrittivo alle liriche, ha il valore simbolico di purezza ed il perfetto sinonimo del termine clar.
116
Il
primo dei trovatori ad utilizzare questo lemma Guglielmo IX in Farai chansoneta nueva. Scrive Guglielmo
che mai potesse nascere una donna cos bella dalla stirpe di Adamo (Que plus es blanca qu'evori, | Per
qu'ieu autra non azori).
117
Lei pi bianca dellavorio e per questo il poeta non pu amarne unaltra. Se lei
non lo riamer, lamante morir, a meno che lei non lo bacer in camera sua o sotto un albero. La donna di
cui parla il poeta pi bianca dallavorio
118
, cio chiara e pura, senza macchia e senza peccato. Se
allimmagine di midons sostituisco quella della poesia lirica, larte poetica dovr illuminare il trovatore in
maniera tale che egli possa raggiungere la beatitudine. La cambra in cui il poeta-amante vuole essere
baciato dalla sua donna pu essere emblema della struttura metrica della poesia lirica. Il riferimento a san
Gregorio, letterato ed esegeta biblico, ben si sposa con lintenzione dellio lirico di elogiare la sua donna in
quanto simulacro delle bellezza delle letras.
Peire dAlvernhe, in Abans que.il blanc puoi sion vert
119
, spiega che quando la bianca cima diventa
verde e vediamo fiori su di essa, gli uccelli sono pronti a cantare; proprio ora che si diradato il freddo, lio
lirico vuole recitare una poesia che la intendano i migliori. La bianchezza della neve indica la purezza della
stagione invernale che sta per risplendere alla luce dellincipiente primavera: il candore della neve pu
indicare il parlar coperto della parola poetica e della dottrina della finAmor
120
. La donna, se immagine
della poesia e delle Sacre Scritture, velata nel suo parlar coperto, ma il poeta-amante, spinto dal desiderio
verso di lei, pu giungere a scoprire e rivelare la natura delle parole. Bernart de Ventadorn in Pois preyatz
me senhor
121
spiega che il corpo della donna non definito solo dal colore bianco, ma anche da altri
aggettivi che possono essere riferiti al canto poetico (Qu'eu la manei e bai | Et estrenha vas me | So cors
blanc, gras e le). La poesia diventa liscia, delicata e gentile come la pelle di midons. Pur qualificando il
corpo per la sua perfezione esteriore, il riferimento al colore bianco pu indicare la perfezione interiore
della donna e del canto poetico
122
. Il poeta-amante soffre poich si rende conto che la sua donna non si
mostra benigna nei suoi confronti: nel processo di limatura poetica, egli si rende conto che non potr
rendere mai il suo componimento perfetto. In Entre gel vent e fanc scrive Raimbaut dAurenga che i suoi
occhi ritornano bianchi quando rivolgono lattenzione alla gioia dAmore, ma il suo animo pieno di terrore
cosicch la gente si rende conto di ci che lo tormenta. (Que semprem tornon l'oil blanc, | El cors, qu'est

116
Cfr. P. ZUMTHOR, Essai de potique mdivale, Paris, 1972 (trad. it. a cura di M. Liborio, Semiologia e poetica
medievale, Milano, 1973).
117
GUGLIELMO IX, Farai chansoneta nueva, ed. Pasero 1973.
118
B. BRUNO, Marbodo di Rennes, I lapidari. cit.; O. Scarpati, Retorica del trobar, cit.
119
PEIREDALVERNHE, Abans que.il blanc puoi sion vert, ed. Fratta 1996. Abans que.il blanc puoi sion vert | Ni veiam flors
en la cima, | qan lauzeil son de chantar nec, | qus contra.l freig no sesperta, | adoncs vuoill novels motz lassar | dun
vers quentendant li meillor, | qe.l bes entrels bos creis e par.
120
R. Antonelli, Il piacere delloscuro, cit. in merito alla connessione tra oscurit nelle Scritture e trobar clus.
121
BERNART DE VENTADORN, Pois preyatz me senhor, ed. Appel 1915.
122
Cfr. C. Bologna, Orazio e i trovatori, cit. in merito alle analogie tra l'ars poetica oraziana e la retorica dei primi
trovatori.
17

esglai mi presta, | Fail tro c'om la caram venta | Can mi soven, dompna genta, | Com era nostre jois verais
|Tro lauzengiers crois e savais | Nos loigneron ab lor fals brais).
123
Egli pensa ancora alla sua grande gioia
prima che i malvagi lauzengiers sparlarono di lui e portarono il loro rapporto a spezzarsi: il poeta-amante,
immerso nella contemplazione delle belle lettere, sembra cogliere lombra della propria condizione
imperfetta rispetto alla dottrina.

3.4 Il colore blu quello meno impiegato dai trovatori. La parola deriva dal latino flavus e
dallantico tedesco blao, che stavano ad indicare il giallo, colore della luce solare. Il blu era tra i Greci il
cyanos, che il colore della sofferenza. Neanche per i Romani aveva connotazione positiva ed era
considerata la tinta dei barbari. Non era neanche considerato un colore a s, ma era variazione su bianco,
verde o nero.
124
Il blu nellantico occitano era diventato ambivalente: rimaneva lantica connotazione
melanconica, che era gi associata al greco cyanos, ma non aveva connotazione negativa cos forte come
nellantica Roma. Il blu nella cultura germanica era diventato anche colore della purezza. Se flavus
nellantica Roma indicava il giallo ed era accostato da un punto di vista semantico alla luminosit, il blau,
che ricalca quella parola latina, indica anchesso una tonalit pi luminosa rispetto a quella percepita dai
Romani come colore dei barbari. Per la sua maggiore luminosit rispetto al passato classico, i popoli
germanici accostano il blu alla Vergine.
125

Peire dAlvernhe il primo trovatore in cui attestata la parola blau. In Belh mes quieu faiss
hueymais un vers
126
il poeta-amante si scaglia contro i lauzengiers e dice che sono falsi, screanzati e
bastardi, nati sotto una cattiva stella (malastros):
127
coloro che sparlano dellamore della donna con il poeta
sono come gli illitterati che non comprendono la bellezza della poesia lirica. Il poeta-amante chiama i
lauzengiers volpi blu dinvidia: il colore ha una connotazione psicologica molto forte
128
e sembra indicare la
roll, il peccato e la malvestatz danimo. Il blu pu essere rappresentato anche dalla parola azur: questo
termine occitano calco del nome arabo diffusosi nel XII secolo al di l dellarea iberica di una pietra
preziosa, al-lazward, oggi conosciuta con il nome di origine mediolatina lapislazzuli. La parola azur fu
coniata in Occitania e in Francia per descrivere una tonalit di blu presente negli stemmi araldici di alcune
casate nobiliari
129
. Il termine presente in sole due poesie: la prima di Giraut de Bornelh Nulla res. Il
poeta-amante afferma in questa lirica che a nulla serve il canto se esso non ha razon e lezer e loc e sazo de qe
chan; quanto pi il canto porta verit e virt, tanto pi creis ma benanansa: la poesia affinata da un punto di
vista retorico e morale raffina anche lanimo dellamante. Il poeta mostra il proprio bos sabers per
lamentarsi, ma si rifugia nella buona speranza, finch pu sopravvivere. In Nulla res la contrapposizione tra

123
RAIMBAUTDAURENGA, Entre gel vent e fanc, ed. Pattison 1952.
124
M. PASTOUREAU, op.cit.
125
ID., ibid.
126
PEIREDALVERNHE, Belh mes quieu faiss hueymais un vers, ed. Fratta 1996: Aquist engres, envers, estrait | Fals e flac
filh d'avols paires, | Felo, embronc, sebenc, mal fait, | Sers ressis, nat d'avols maires, | Malastros paubr' escudelha, |
Volpillos, blau d'enveja, sec, | Fan que quascus aprent un quec, | Don nays e bruelha-l pustelha.
127
Cfr. W. Pattison
128
M. PASTOUREAU, op.cit.
129
C.N. ELVIN, A Dictonary of Heraldry, Richmond, 1889.
18

clar e scur
130
, euforia e disforia
131
, colori luminosi e opachi appare analogo a quella tra levit e chiusura, leu
e clus, il primo con valenza euforica e il secondo con valenza disforica (Quer ai be razon e lezer v.3 |
Clau ab bonesperansa, v.30). Il poeta-amante Giraut sente di essere stato meno vile di molti altri amanti,
poich, nonostante la tristezza, rimasto in bon azur, in uno stato danimo malinconico, ma sopportabile,
che gli ha permesso di rimanere in vita (Qu'estanhs folhatz | Es mes soven sotz bon azur | Per que melhs
tenh'e que mais dur)
132
. Lazur indica un tipo di tristezza ammissibile che ha permesso il poeta-amante di
servire la propria donna, nonostante egli fosse vicino alla morte. Lazur ben si connette allambivalenza dei
sentimenti del poeta-amante: esso un colore n troppo chiaro n troppo scuro che ben si associa ad una
malinconia che dibattuta tra un senso di serenit e un senso di inquietudine.

3.5 Il termine vaire strettamente connesso al lemma color, poich indica pi sfumature
cromatiche. Laccostamento tra pi colori nella cultura classica aveva unaccezione negativa e indicava
corruzione e grossolanit: larchitettura greco-romana degli edifici pi importanti era infatti solitamente
monocroma
133
. Nella cultura germanica laccostamento tra colori di natura diversa pu avere connotazione
positiva, se esso associato alla luminosit del sole. La cultura occitanica associa al termine vaire
connotazione positiva o negativa a seconda che esso indichi maggiore o minore lucentezza. La parola
innanzitutto attestata in Marcabru, nella canzone Al son desviat chantaire: il poeta si lamenta di come nel
secolo in cui vive non ci sia amore puro e vero, per cui la finAmors diventata una pratica sociale in base
alla quale giustificato ladulterio e non un rapporto esclusivo tra una nobildonna e un cavaliere
innamorato di lei
134
(Qui a drut reconogut d'una color | Blanc lo teigna, puois lo deigna ses brunor! |
C'amors vair' al mieu veiair' a l'usatge trahidor).
135
Marcabru insiste sul fatto che i fini amanti devono
servire solamente una donna e devono essere di una color: la donna deve avere un amante blanc ses
brunor, cio bianco, candido e puro senza macchia. Amors vaire, cio lamore variopinto, tipico dei
trahidor e delle persone disoneste: le donne gi sposate non devono tradire i loro mariti con pi amanti e i
fini amanti non devono assumere come pretesto il codice cortese per avere pi donne
136
. Una color indica
la purezza dellamore vero, che ben esplica quella che il poeta-amante ha nei confronti della dottrina
poetica vera
137
e della parola . Se lamore non rivolto verso un solo amante, nascono alle coppie figli
multicolore, cio bastardi (Eras naisson dui poilli | Beill, burden, ab saura cri | Que.is van volven de blanc

130
A. RONCAGLIA, Trobar clus: discussione ancora aperta, cit.
131
Cfr. P. ZUMTHOR 1973, p.211 in merito al valore delle antinomie nella lirica trobadorica. M. MOCAN, Un cuore cos
illuminato, cit. analizza il valore euforico e disforico delle antinomie presenti in Ar no vei luzir solelh di Bernart de
Ventadorn e di Can ve qe clars di Raimbaut dAurenga.
132
GIRAUT DE BORNELH, Nulla res, ed. Sharman 1989.
133
M. PASTOUREAU, Couleurs, Images, Symboles, Paris, 1989.
134
E. KHLER, Sociologia della finAmor, op. cit.
135
MARCABRU, En abriu, s'esclairo.il riu contra.l Pascor, ed. cit.
136
Cfr. E. KHLER, Sociologia della finAmors, introduzione e traduzione a cura di M. Mancini, Padova, 1976; cfr. C. DI
GIROLAMO, I trovatori, Torino, 1989.
137
Cfr. R. ANTONELLI, Il piacere delloscuro, cit., p.50 in merito alla sovrapposizione tra Amore per la donna e parola
poetica.
19

vaire | E fan semblan aseni! | Jois e Jovens n'es trichaire | E malvestatz eis d'aqui).
138
Marcabru deride i
mariti stupidi (Moillerat, ab sen cabri), i quali pensano che le mogli siano state al sicuro nei propri letti
(Don lo cons esdeven laire!) e gioiscono che i nuovi nati gli sorridano, ignari di non esserne padri. (Que
tals ditz : mos fills me ri | Que anc ren no.i ac a faire: | Gardatz sen ben bedoi). Il poeta-amante sovrappone
allidea dellamore adulterino lidea di una poesia corrotta, poich non portatrice di verit morali, ma
solamente composta per piacere allorecchio dellascoltatori
139
. Purtroppo molti poeti scrivono poesie
immorali parlando in maniera turpe, cos come i lauzengiers coltivano luso della parola per scopi
deplorevoli, per il mal retraire del poeta e del suo rapporto esemplare con la sua donna, che pu essere
simbolo della poesia raffinata.
Un altro dei primi trovatori in cui presente la parola vert Peire dAlvernhe. Ne Lairs clars e.l
chans dels auzelhs il poeta-amante non deve essere geloso dellimmensit della sua donna ma deve
solamente contemplarla da lontano
140
; si deve donare alla dottrina con tutto se stesso e senza invidia,
definita vaire, cio variopinta e corruttibile (Que-l sieus ioys gensetz esiau | Selhuy qui-l s'autreya |Senes
fenh'e semblant brau | E ses vair'enveya | qu ades a quasqus iornau | sai viu e verdeya | sa valors ab ver
lonc lau, | cui totz pretz sopleya)
141
;. La gioia derivata dallesperienza mentale rallegra colui che le si
abbandona senza finzione e duro sembiante (senes fenhe semblant brau) e senza inconstante desiderio
(vairenveja). Il valore della donna vive e verdeggia: Verdeja in rima con enveja, due termini in forte
contrasto semantico, il primo di natura euforica e il secondo di natura disforica
142
. In Cantarai daquest
trobadors Peire dAlvernhe d unaccezione fortemente negativa ai vestirs vertz ni vars che donano i nobili
avari ai trovatori. Il sesto trovatore criticato da Peire nella lirica un certo Grimoartz
143
, che cavaliere ma
fa il giullare; Dio perda chi glielo permette e chi gli dona vestiti verdi, variopinti e sciatti, perch ora sar
talmente ornato che tutti diventeranno giullari. I vestiti multicolore dei giullari sono villani in confronto alla
cortesia di midons, simulacro della poesia fine, la quale in Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers vestita nel
suo animo di verde come il prato e bianco come la neve. Il dompneis d'amor nei confronti di midons in lei
espande e cresce come crescono le foglie di una pianta sottostante (Dompneis d'amor, q'en lieis s'espan e
creis, | Plens de dousor, vertz e blancs, cum es nics! )
144
; il verde e il bianco hanno una connotazione
positiva perch indicano la luce solare primaverile che, sciogliendo la neve, fa spazio alla natura in fiore. Il
dompneis paragonato alla natura che dinverno ricoperta da una coltre di neve ed velato, come sono
velate, di non facile comprensione, la risposta della donna e la dottrina della finAmors nei confronti del

138
MARCABRU, Dirai vos en mon lati, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000.
139
Cfr. G. ERRANTE, op. cit. in merito alle influenze religiose sulla poesia di Marcabru; E. KHLER, Sociologia della
finAmor, op.cit. in merito al valore morale della poesia marcabruniana.
140
Cfr. L. Spiterz 1946 in merito allamor de lonh rudelliano e alla sua influenza sui trovatori successivi.
141
Cfr. P. DALVERNHE, Lairs clars e.l chans dels auzelhs, ed. Fratta 1996, vv. 49-56.
142
Cfr. P. ZUMTHOR 1973, p.211 in merito al valore delle antinomie nella lirica trobadorica. M. MOCAN, Un cuore cos
illuminato, cit. analizza il valore euforico e disforico delle antinomie presenti in Ar no vei luzir solelh di Bernart de
Ventadorn e di Can ve qe clars di Raimbaut dAurenga.
143
PEIRE DALVERNHE, Cantarai d'aqestz trobadors, ed. Fratta 1996: E-l seises, Grimoartz Gausmars, | Q'es cavalliers e fai
ioglars! | E perda Dieu qui-l o cossen | Ni-l dona vestirs vertzni vars, | Que tals er adobatz semprars | Q'enioglarit se'n
seran cen.
144
ID., Deiosta-ls breus iorns e-ls loncs sers, ed. cit. : So es gaugz e iois e plazers | Que a moutas gens abellis | E sos pretz
mont'a grans poders | E sos iois sobreseignoris, | Q'enseignamens e beutatz l'es abrics
20

trovatore
145
. Solo il poeta-amante che ha valori morali pu cogliere la beatitudine che rivela la natura della
poesia, cio il verde che c sotto la coltre di neve. Al poeta-amante basta vedere la sua donna per
arricchirsi: il tema evangelico della povert, vera ricchezza delluomo, si intreccia con il tema damor
cortese
146
. La donna cantata da Peire essenza della parola poetica in quanto messaggio divino di salvezza
che si cela dietro le lettere, lo stesso che si coglie leggendo le Scritture.
In Ar m'er tal un vers a faire Raimbaut dAurenga spiega che la donna ha cor vaire, poich mal
disposta nei confronti del poeta, nonostante egli sia amante solamente della sua figura (Per vos am,
dompn'ab cor vaire | Las autras tant col mons dura, | Car son en vostra figura; | Que per als non sui
amaire!)
147
. La donna, a cui si pu sovrapporre la dottrina poetica
148
, nonostante sia oscura, spinge il
poeta a uscire dalla sua clausura e a modificare la struttura del suo canto: le (Que, per l'arma de mon paire,
| Sil vostre durs cors s'atura, | Nom tenra murs ni clausura | Q'ieu non iesca de mon aire | Mantenen | Ves
tal sen | Don fort len | Me veiran mais miei paren)
149
: le parole parole escur e clus sono in rapporto di
perfetto parallelismo. Il poeta-amante deluso invoca Dio che lo liberi dalla sua sofferenza poich egli
afflitto nella tristezza e nellangoscia, che derivato dalla sua assenza di mezura, che pu essere identificato
con il modus di oraziana memoria (Seigner Dieus! Cum aus retraire | Tan gran ma desaventura? | Mos dols
non ac anc mesura)
150
. Se la donna oscura dottrina poetica, Raimbaut cerca di plasmarla nella maniera
pi adeguata e senza eccessi. L'opacit di midons pu rappresentare anche la dottrina di difficile
comprensione delle Sacre Scritture: ci provato dal richiamo a Marcabru (Ar m'er tal un vers a faire |
Que ja nom feira fraitura; | Qu'ar es enves mi escura | Cil qem fai mal per ben traire)
151
, il quale attacca i
poeti amanti con lespressione motz entrebescatz en fraitura
152
. Langoscia del poeta-amante folle, poich
il trovatore non ha avuto nulla dalla sua donna: la contemplazione della bellezza non ha finalit di natura
materiale bens spirituale: lamante vuole solamente che midons sia clemente e che si illumini per lui che
penitente a causa sua, cio che gli dia sapienza e conoscenza. (Dolsa dompna de bon aire | Nom gitetz tant
a non-cura! | Veus que tolt avetz dreitura | S'ab mercel cors nous esclaire. | Qu'ieu n'aten | Chausimen |
Sius es gen, | Si non faitz me peneden | Issir fors de mon repaire)
153
. Raimbaut accosta la figura del poeta-
amante a quella del penitente, facendo toccare la sfera dellamore sacro con quella dellamore profano. Il
poeta-amante afferma che Dio ha perdonato anche chi ingannatore e malvagio, per cui anche lui si aspetta
di ricevere merc da midons (Dompna, cel qui es jutgaire | Perdonet gran forfaitura| A cel so ditz
l'escriptura | Qe era traicher e laire!)
154
. Se la donna amata immagine speculare della parola delle

145
R. ANTONELLI, Il piacere delloscuro, cit., in merito al velame che ricopre la poesia marcabruniana e le Sacre Scritture.
146
In merito alle influenze del linguaggio religioso nella lirica trobadorica: C. BOLOGNA, Anima mea liquefacta est, cit.; S.
GUIDA, Religione e letterature romanze, cit.; G. VALENTI, Liturgia della finAmor, cit.; D. ZORZI, Valori religiosi nella
letteratura provenzale: la spiritualit trinitaria, Milano, 1954.
147
Cfr. RAIMBAUT D'AURENGA, Ar m'er tal un vers a faire, ed. Pattison 1952, vv. 64-67.
148
Cfr. ID., ibid., p.50 in merito all'equivalenza tra amore per la donna e amore per la poesia lirica e per la parola.
149
Cfr. RAIMBAUT D'AURENGA, ibid., ed. Pattison 1952, vv. 46-54.
150
Cfr. ID., ibid., ed. Pattison 1952, vv. 10-12.
151
Cfr. ID, ibid., ed. Pattison 1952, vv. 1-3.
152
Cfr. MARCABRU, Per savi teing ses doptanza, ed. Gaunt-Harvey-Paterson 2000 ; R. ANTONELLI, ibid.
153
Cfr. RAIMBAUT D'AURENGA, ibid., ed. Pattison 1952, vv. 37-45.
154
Cfr. ID, ibid., ed. Pattison 1952, vv. 55-58.
21

liriche e delle Scritture, il poeta conscio che la sua anima di peccatore, che rinchiusa in un corpo mortale,
non potr mai giungere a cogliere la vera beatitudine
155
.

4. CONCLUSIONI.

Il corpus lirico trobadorico analizzati un elogio alle belle lettere, la cui fruizione rende migliore
lanimo del poeta-amante. Il trovatore rende argomento del suo poetare il proprio labor limae mediante
diverse immagini: i paesaggi con erba, alberi, rivi, uccelli sono simulacri del suo lavoro di affinamento
retorico e allo stesso tempo di affinamento interiore. I colori sono le figure retoriche, che rappresentano
laffinarsi del canto poetico che tende allamor de lonh nei confronti di una purezza che tensione verso
lassoluto. I colori sono simboli di assenza o presenza di luce, e rimandano sempre a questa idea di
vicinanza o lontananza del poeta dallarte e dalla dottrina. La poesia deve essere espressione della dottrina
della finAmors, alla quale possibile sovrapporre, oltre che lamore per la poesia lirica, quello per le
Scritture. Le Bibbia e larte poetica classica sono le fonti principali del canto che deve avere contenuto
morale da veicolare.
I moti danimo del poeta sono manifestati da paesaggi in fiore nel momento della gioia e da
paesaggi oscurati nel momento della tristezza soprattutto nelle poetiche di Raimbaut dAurenga e Bernart
de Ventadorn: entrambi si fanno testimoni di una poesia del dolore e della rinuncia, inasprita nei momenti
lirici in cui la donna, e quindi larte poetica stessa, non pu essere colta appieno dallio lirico. In un
momento storico in cui superato il dibattito tra i poeti appartenenti al trobar leu e al trobar clus, le
parole leu e clus convivono in una stessa poesia, come in quella di Giraut de Bornelh, in Nuilla Res: nella
strofe in cui prevale leuforia, e quindi la luce, il poeta manifesta la sua levit nel comporre, mentre nella
strofe in cui prevale il dispiacere il poeta afferma di essere clus, chiuso in se stesso, ma con buona speranza.
Lopposizione tra i termini clus e leu un esempio di altre antinomie presenti nelle liriche dei trovatori:
laccostamento tra parole chiave come bas/aut; joy/paor, rivela unopposizione semantica tra due termini,
di cui uno euforico e laltro disforico. Tutto ci avviene in un cromatismo di contrasti che riconduce la
natura della lirica trobadorica a unantinomia tra luce e oscurit, volta alla manifestazione di molteplici
colori nelle armoniche sfumature di tonalit differenti.

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155
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finitudine dellessere.
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