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23$5
0"agna [201]
@talia [202]
@talia [203]
*utisti tras"orto car,uranti 306$7 @talia [203]
6igili ur,ani
6$0799
16$7
@talia [20]
@talia [205]
*utisti auto,us 21 @talia [206]
*utisti taEi 5$85 @talia [207]
*ddetti co:erie 618$5 (ran -retagna [208]
(a!ella @@II 7i*elli am!ientali di !enzene rile*ati con campionatori personali in *ari am!iti
la*orati*i. #odificata da %-G3'. 5 Rapporto di con*ersione utilizzato quando necessario 1
ppm J &.13G OgDm
& %-1G'
55 mediana dei *alori.
Extraoccupazionale
@racce di benzene sono state rile*ate anche in aree considerate incontaminate. ,i B posto cosS
il problema dell/esposizione a tale sostanza anche nella popolazione generale. Ae &onti di
emissione sono costituite da e*aporazione e combustione della benzina oltre che a tutti i
processi di produzione e trattamento di sostanze contenenti benzene. $sistono anche &onti
naturali3 in particolare incendi boschi*i D211E. $siste inoltre la possibilit. di contaminazioni
ambientali in corso di s*ersamenti accidentali o con &inalit. criminoseC B notizia recente il
riscontro di ele*ati *alori ambientali a Aandriano '+<( in seguito ad accidentale liberazione di
sol*enti da un impianto industriale D212E. Rile*azioni e&&ettuate negli ,tati -niti hanno
dimostrato come in aree urbane si arri*i a concentrazioni pari a 112 ppb '!%6 QgKm
!
( rispetto
ad aree rurali do*e si son misurate concentrazioni pari a 6362 ppb '6366 QgKm
!
(.
67
Normativa
In Italia l/impiego del benzene B stato sottoposto a limitazioni gi. dal 196! D21!E. Ne B stato
*ietato l/uso come sgrassante 'tale di*ieto *ale anche per miscele contenenti piF del %J di
toluolo o 0ilolo( come sol*ente per mastici e collanti3 *ernici3 inchiostri 'puG essere sostituito
nella rotocalcogra&ia dal toluene o dallo 0ilolo(. Il benzene puG essere contenuto in tali
sostanze solo come impurit. in concentrazioni in&eriori al 2J.
> obbligatoria la sua sostituzione 'se possibile in base al processo tecnologico interessato( con
sol*enti dotati di minor tossicit. ?uali il toluene3 lo 0ilene3 il cicloesano o il metilcloro&ormio.
=e*ono comun?ue essere adottate tutte le precauzioni di igiene industriale per minimizzare
l/esposizione dei la*oratori.
A/esposizione occupazionale a benzene B regolata dal =.Ags. 11K2661 D%#E e successi*e
modi&icheC al @itolo IN B trattata l/esposizione a sostanze chimiche e cancerogeni. In
particolare3 l/)llegato NAIII3 richiamato dall/articolo 2!%3 riporta i limiti ambientali per il
benzene '!32% mgKm
!
o 1 ppm( in relazione ad un/esposizione di 1 ore. @ali *alori3 piF ele*ati
di ?uelli stabiliti dagli organismi internazionali3 sono stati oggetto di critica D21#E3
proponendo il limite stabilito dal NI",2 D216Ecome piF adeguato alle attuali e*idenze
scienti&iche. A/organismo americano pre*ede in&atti un R$A-@O) '*alore a cui la
popolazione risulta protetta per esposizioni di 1 ore al giorno per tutta la *ita la*orati*a( di 631
ppm e un R$A-,@$A '*alore a cui si puG a*ere esposizioni di bre*e durata3 massimo 1%
minuti3 ripetute per 2 *olte al giorno( di 1 ppm.
Il limite @A<-@O) dell/)C8I2 B stato &issato a 63% ppm3 il @A<-,@$A a 23% ppm D21#E.
I limiti ambientali per la popolazione generale3 sono in*ece &issati dall/)llegato < del =..
66K2662 D21%E a % QgKm
!
.
61
Malattie professionali
Ae malattie pro&essionali tabellate causate dal benzene sono la pancitopenia di tipo
iporigenerati*o e tumori del sistema emolin&opoietico3 tutte inserite nella Aista I D71E.
Ae segnalazioni per*enute all/IN)IA nel triennio 2616-2612 e i casi riconosciuti sono elencati
in @abella NNIII.
&alattia #cod7 )D4(-$
/-(- /-(( /-(/
'egn7 Ric7 'egn7 Ric7 'egn7 Ric7
0indrome emocito"enica (#61.2) 1 1 1
Aeucemia mieloide ("revalentemente
mielo,lastica acuta) ()%2)
3 3 1 2 1
(a!ella @@III #alattie da esposizione ad idrocar!uri aromatici mononucleari. Segn. J
Segnalate nell6annoK Ric. J Riconosciute nell6anno. +ati da %B3'.
g- 7ormaldeide
Generalit
,i tratta di un gas3 incolore con un odore pungente. <iene prodotta per ossidazione del
metanolo. +uG essere utilizzata in soluzione ac?uosa 'chiamata &ormalina(3 con
concentrazione &ra il !7 e il %6J3 in laboratorio o per applicazioni mediche '&issazione di
campioni biologici3 trattamento di tossine per ottenere i relati*i tossoidi immunogeni(. A/uso
principale B industriale come componente di *ari tipi di resine ureiche o come intermedio per
69
Illustrazione 1> Struttura molecolare della formaldeide e del glicole
metilenico in equili!rio in soluzione acquosa.
la sintesi di altri composti D216E. @ali prodotti entrano nella &abbricazione di arredi3 in&issi e
tessutiC la &ormaldeide che si libera da ?uesti manu&atti persiste negli ambienti indoor3 con
possibili e&&etti a**ersi. 8li e&&etti irritati*i iniziano a mani&estarsi a li*ello congiunti*ale a
concentrazioni di 63! - 63% mgKm
!
D217E 'pari a 63!7 - 6362 ppm3 o*e 1 ppm di &ormaldeide
corrisponde a 132! mgKm
! D216E
(. Aa soglia ol&atti*a B molto *ariabile3 compresa &ra 636% e 1
ppm D211E.
Effetti
Aa &ormaldeide si ritro*a normalmente negli organismi *i*enti3 entrando come intermedio del
metabolismo dei &rammenti monocarboniosi. > ?uindi presente normalmente nei &luidi
biologiciC nel sangue umano si tro*ano concentrazioni di 1 - 2 Q D219E o anche piF ele*ate
secondo altri autori '631 m( D226EC l/enzima deputato al suo catabolismo3 &ormaldeide
deidrogenasi N)=- e glutatione dipendente3 B piuttosto e&&icienteC non si sono rile*ate
*ariazioni signi&icati*e nelle concentrazioni plasmatiche dopo inalazione di 139 ppm di
&ormaldeide per #6 minuti in *olontari sani D221E. Inoltre considerando le caratteristiche
cinetiche della &ormaldeide B stato calcolato che la permanenza per 1 ore in un ambiente con 2
ppm di &ormaldeide porterebbe alla concentrazione ematica di circa 63661 m3 Huesto &atto
ha implicazioni &ondamentali nella comprensione di come la &ormaldeide presente
nell/ambiente possa causare patologia in tessuti distanti dalle mucose respiratorie3 le uniche
direttamente esposte al tossico ambientale D219E. )lcuni )utori ritengono che l/inalazione di
&ormaldeide incrementi la &orma libera plasmatica 'in soluzione ac?uosa a temperatura e p2
&isiologici3 la &ormaldeide si tro*a per piF del 9939J come glicole metilenico3 in e?uilibrio
con una minima parte di &ormaldeide libera3 *edi Illustrazione 1#(.
=agli anni /16 B stata a*anzata l/ipotesi che la &ormaldeide potesse essere un cancerogeno3
sulla base di studi sugli animaliC in particolare B stata riscontrato lo s*iluppo di carcinomi
delle ca*it. nasali in topi esposti per 2# mesi a &ormaldeide gassosa con ele*ati li*elli
76
ambientali D222E. -no studio italiano D22!E ha *alutato un gruppo di ratti a cui B stata
somministrata la sostanza per *ia orale3 rile*ando l/insorgenza di neoplasie a carico di di*ersi
organi. I successi*i studi epidemiologici su la*oratori esposti hanno perG a*uto risultati
contrastanti D226E. ,ono emersi dati a &a*ore della cancerogenicit. della sostanza per la
mucosa nasale3 ma restano molti dubbi sull/e&&etto leucemogeno3 riscontrato in alcune coorti
di la*oratori D216E.
Ae neoplasie epidemiologicamente correlate con l/esposizione a &ormaldeide sono i carcinomi
naso-åei e le leucemie. ,econdo la I)RC solo per i primi *i B su&&iciente comprensione
del meccanismo patogeneticoC per le leucemie *i sono solo alcuni studi in cui si rile*a un
incremento dell/incidenza in soggetti esposti D1!6E. <i sono almeno due ipotesi patogenetiche
per spiegare l/e&&etto della &ormaldeide sul midollo osseo: nella prima si a*rebbe un/azione
della sostanza inalata su progenitori emopoietici circolanti a li*ello dei capillari della mucosa
nasale3 nell/altra l/azione sarebbe su cellule staminali presenti nella mucosa nasale stessa
D22#E. )nche il glicole metilenico potrebbe agire come 9*ettore: per il trasporto della
&ormaldeide &ino al midollo osseo3 ipotesi contestata da alcuni autori D219E. In uno studio su
la*oratori esposti a &ormaldeide 'operai in un/azienda che produce manu&atti in resina
&ormaldeidica( si B rile*ata una riduzione del numero di leucociti e un incremento del *olume
globulare rispetto ai controlli. @ali riscontri3 coerenti con un/alterazione della serie mieloide3
sono stati a**alorati da uno studio in *itro sui precursori mieloidi circolanti degli stessi
la*oratori con riscontro di alterazioni cromosomiche &ra cui monosomia del cromosoma 7 e
trisomia dell/otto D22%E3 *edi anche a pagina 6#.
,ono considerati indicatori di e&&etto della &ormaldeide gli addotti proteici al =N) '+N,?
protein cross?lin8s3 =+N(. @ali addotti si &ormano pre*alentemente a li*ello della mucosa
nasaleC negli animali espostiC sono state rile*ate ?uantit. molto ridotte nella trachea e nei
bronchi. Non B risultata rile*abile la loro presenza nel parenchima polmonare D226E. )nche
71
uno studio piF recente D227E ha *aluto la presenza di addotti e prodotti di cross?lin8 in ratti
esposti a
1!
C-&ormaldeide 'l/atomo di carbonio della &ormaldeide B costituito dall/isotopo
1!
CC
in ?uesto modo possono essere di&&erenziate le molecole di &ormaldeide inalate da ?uelle
prodotte metabolicamente(. Complessi marcati
1!
C sono stati tro*ati solo nella mucosa
respiratoria3 mentre complessi non marcati sono stati tro*ati in tutti i tessuti3 ?uindi prodotti
dalla &ormaldeide endogena.
Il ruolo della &ormaldeide come agente cancerogeno B ?uindi estremamente dibattuto.
Esposizione
,econdo lo studio Car.$0. D%6E in Italia 'negli anni 1996-199!( *i erano circa 17%.!16
la*oratori esposti a &ormaldeide3 pre*alentemente nei settori edili3 della &alegnameria e
mani&attura di mobili e metalmeccanico. In particolare i pannelli di truciolati o di compensato
sono spesso incollati con l/utilizzo di resine ureiche contenenti &ormaldeide. Nell/edilizia B
particolarmente esposto chi utilizza collanti particolari per ri*estimenti o schiume isolanti
ureiche. )ltri settori in cui *i B o *i B stata una cospicua esposizione sono ?uello sanitario
'tecnici di laboratorio3 anatomopatologi( e delle pompe &unebri 'trattamenti preser*ati*i
super&iciali del cada*ere(D219E. 5isogna inoltre considerare la esposizione di ampie &asce di
popolazione la*orati*a e generale alla &ormaldeide presente come contaminante negli
ambienti indoor.
In Italia risulta segnalato un solo caso di neoplasia del rinoåe legato ad esposizione a
&ormaldeide nel 2616 D79E. Ae patologie neoplastiche con obbligo di denuncia legate a tale
sostanze sono i tumori del nasoåe 'Aista I(3 i tumori dei seni paranasali e delle ca*it.
nasali e le leucemie 'Aista II(. ,ono considerate in lista I anche le malattie da
sensibilizzazione speci&ica alla &ormaldeide D77E.
72
Normativa
Nel =.Ags. 11K2661 D%#E non si &a menzione di li*elli espositi*i per la &ormaldeide. <engono
?uindi implicitamente accettati i limiti stabiliti dagli organismi internazionali. Il NI",2
stabilisce un R$A @O) di 63616 ppm e uno ,@$A di 631 ppmC l/",2) &issa un +$A @O) di
637% ppm e uno ,@$A di 2 ppm D216E. Aa *ariabilit. di tali *alori B causata dalla
considerazione della presenza o meno di una 9soglia: per l/e&&etto cancerogeno.
h- +roduzione della gomma
Aa I)RC D1!6E considera come &attore di rischio l/esposizione ai processi produtti*i dei
prodotti in gomma naturale o sintetica che *anno dal trattamento della materia prima &ino
all/ottenimento del manu&atto 'dispositi*i in l.tice di gomma3 oggetti in schiuma di l.tice3
elastici(. Il l.tice dell/He*ea !rasiliensis 'Oilld. e0 ). Yuss.( \ll.)rg. B costituito da un
polimero dell/isoprene 'poliisoprene 13#-cis(3 la cui struttura di base B ra&&igurata
nell/Illustrazione 1%. @ali polimeri lineari *engono3 attra*erso un processo di *ulcanizzazione3
riuniti da ponti di zol&o3 migliorandone cosS la stabilit. e l/elasticit.C in base alla ?uantit. di
zol&o integrato nel polimero si possono ottenere materiali elastici oppure duri e &ragili come
l/ebanite3 materiale molto resistente agli agenti chimici. > possibile tro*are una dettagliata
storia dell/industria della gomma nella monogra&ia I)RC nP 21 D221E
7!
Illustrazione 1. )ormula molecolare di un polimero di >
unitA di isoprene" struttura !ase della gomma naturale.
Il processo produtti*o puG essere suddi*iso nelle seguenti &asi D221E:
dosaggio dei composti necessari e miscelazioneC
macinatura con incorporazione dei composti aggiunti alla massa di l.tice 'operazione
s*olta a caldo con liberazione di &umi e *apori(C
estrusione 'operazione s*olta a caldo con liberazione di &umi e *apori(C
assemblaggio dei *ari pezzi nel caso di manu&atti complessiC
*ulcanizzazione 'operazione s*olta a caldo con liberazione di &umi e *apori(C
controllo e ri&initura 'operazione s*olta su pezzi ancora caldi con possibile liberazione
di &umi e *apori(.
Nel corso di tali processi produtti*i3 oltre alla materia prima 'che B spesso costituita dal l.tice
della pianta He*ea !rasiliensis o da gomme sintetiche(3 *engono utilizzati numerosi composti
chimici3 per ottimizzare il processo di *ulcanizzazione e per ottenere le caratteristiche
tecnologiche desiderate D1!1E.
7ra le *arie altre sostanze chimiche utilizzate3 i la*oratori possono essere esposti a
N-nitrosammine3 idrocarburi policiclici aromatici3 sol*enti '&ra cui composti aromatici nelle
gomme all/olio D1!1E e &talati D1!6E. <i puG essere esposizione a pol*eri e a &umi3 in
particolare durante le &asi di macinatura della materia prima e di *ulcanizzazione a caldo. Ae
sostanze chimiche utilizzate sono cambiate nel corso degli anniC per esempio nel 19#9 in
alcuni antiossidanti erano presenti tracce di 2-na&tilamminaC le sostanze a cui un la*oratore
dell/industria della gomma puG essere stato esposto nel corso della propria *ita occupazionale
sono centinaia D221E. "ltre alla produzione anche gli addetti ai magazzini di oggetti in gomma
possono essere esposti ai composti chimici *olatili che si liberano gradualmente dai manu&atti
D221E.
7#
Aa *ia di esposizione B pre*alentemente inalatoria3 anche se alcune sostanze3 ad esempio i
sol*enti3 possono essere assorbite anche per *ia cutanea D1!63229E.
Nelle coorti di la*oratori esposti B stato rile*ato un aumentato rischio per *arie neoplasie:
carcinoma *escicale3 leucemia3 lin&oma3 carcinoma polmonare3 carcinoma gastrico ed
eso&ageo 'per ?uest/ultimo mancano perG studi in cui i riscontri siano stati corretti per l/abuso
di alcolici e il &umo di tabacco(C deboli e*idenze per incremento del rischio di carcinoma
prostatico D1!6E.
Non esiste una normati*a speci&ica per ?uesto tipo di industriaC B necessario *alutare le
esposizioni ai singoli composti chimici ed e&&ettuare la sor*eglianza sanitaria in base alle
caratteristiche di pericolosit. degli stessi D%#E.
Non B stato possibile estrapolare il numero di casi segnalati ed accertati di neoplasie correlate
al la*oro nell/industria della gomma3 in ?uanto nel data-base pubblico dell/IN)IA tale &attore
di rischio non B considerato in maniera unitaria3 ma i casi sono ri&eriti alle singole esposizioni
D79E.
i- +ol*ere di 9legni duri: 'lati&oglie(
Generalit
Il legno B l/elemento strutturale delle piante3 in particolare di coni&ere e lati&oglie. Aa
classi&icazione inglese di 9hardEood: e 9softEood: non riguarda le caratteristiche meccaniche
ma la specie della pianta del cui legname si tratta: hardEood comprende le lati&oglie o
)ngiosperme 'ad esempio i generi ,cer" ,lnus" =etula" Carya" Carpinus" Castanea" )agus"
)raPinus" Luglans" 1latanus" 1opulus(3 softEood le coni&ere o 8imnosperme 'ad esempio i
generi ,!ies" Cupressus" 1inus" Sequoia semper*irens" (huQa( D1!%E. Il legno delle lati&oglie
ha un maggior contenuto di sostanze polari 'come i tannini3 i &la*onoidi3 i chinoni e i lignani(
rispetto alle coni&ere D16#E3 piF ricche in composti apolari 'come i terpeni3 steroli3 cere3 acidi
7%
grassi(. $ntrambi i tipi di legno sono costituiti da cellulosa3 altri polisaccaridi e la lignina3
oltre a numerose altre sostanze organiche a basso peso molecolare.
Uso ed esposizione professionale
Il legno *iene ampiamente utilizzato nell/artigianato e nell/industria come materia prima. Ae
operazioni di tras&ormazione dei tronchi grezzi 'legno &resco( in semila*orati 'tra*i3 pannelli(
e la tras&ormazione di ?uesti 'dopo stagionatura( in prodotti &initi portano alla produzione di
?uantit. di pol*eri di&&erenti3 in base al tipo di strumento utilizzato 'con o senza asportazione
di trucioli(3 tipo di legno '&resco o stagionato( e dai parametri tecnici delle la*orazioni D1!%E.
=a una *alutazione di 16.1!7 misurazioni delle concentrazioni ambientali di pol*eri di legno
in aziende di tras&ormazione di legname italiane si B rile*ato un *alore medio di 13## mgKm
!
3
in&eriore al *alore di legge '*edi sotto(C nel 7#J delle misurazioni i *alori erano in&eriori ai 2
mgKm
!
.
Il numero di la*oratori esposti B ele*atoC secondo lo studio Car.$0. D%6E nel 1996 - 199! in
Italia erano !11.1993 pre*alentemente occupati nel settore delle costruzioni3 la*orazione del
legno3 produzione di mobili e di oggetti in legno.
Effetti
,tudi epidemiologici hanno rile*ato una incidenza piF ele*ata dell/atteso di *arie neoplasie
&ra gli esposti a pol*ere di legno. Non ci sono dati de&initi*i a &a*ore di una maggior incidenza
di carcinoma dell/oroåe3 ipoåe3 polmone3 stomaco3 colon-retto3 neoplasie lin&atiche e
mieloidi D1!%E. ,ono stati rile*ati in*ece degli odds ratio molto ele*ati per ?uanto riguarda gli
adenocarcinomi sino-nasali 'raggruppamento che comprende sia le lesioni delle &osse nasali
che dei seni paranasali(C nelle casistiche di ?uesto tipo di neoplasie3 inoltre3 molti malati sono
la*oratori del settore dei legnami. D16#E. +er esempio in uno studio di re*isione di alcune
76
coorti di la*oratori esposti a pol*eri di legno B stato rile*ato un ,R di 13# 'C.I. 9%J
!39 V 16( relati*o al carcinoma sino-nasale nei la*oratori con esposizione certa a tale
cancerogeno D2!6E. A/istotipo adenocarcinoma B caratterizzato da *alori di odds ratio ancora
piF ele*ati: in una casistica di carcinomi sino-nasali B stato rile*ato un *alore3 corretto per et.3
di 21 'C.I. 9%J 1 V %%(C non *i B un incremento del rischio per il carcinoma a cellule
s?uamose D2!1E.
=al punto di *ista patogenetico3 si ritiene che le pol*eri grossolane impattino contro la
mucosa nasale e possano ristagnare in alcune zone pri*e di ciglia3 in cui la clearance B ridotta
D2!2E '*edi anche pagina 29(. I meccanismi in*ocati sono ?uello del danno meccanico cronico
e della genotossicit.3 diretta o indiretta. Ae particelle di legno possono anche agire come
*ettori per altri cancerogeni3 utilizzati nel trattamento della materia prima3 come il CromoC
sono state isolate alcune sostanze mutagene contenute in alcuni legni di lati&oglie3 come la
?uercetina e il ]
!
-carene D16#E. A/irritazione causata dalle particelle di legno depositate sulla
mucosa puG portare ad in&iammazione cronica con aumento dell/espressione di C"N-2 e di
p%!3 ed e*entuale selezione di cloni neoplastici.
)ltre sostanze legate allo s*iluppo di neoplasie naso-åee sono il cloro&enolo3 il *irus di
$pstein-5arr3 la 7ormaldeide3 il &umo di tabacco3 il gas mostarda D16#E.
Normativa
Aa Normati*a Italiana attualmente in *igore D%#E &issa ')llegato NAIII3 richiamato dal comma
! dell/art. 2!% del =.Ags. 11K2661( a % mgKm
!
il limite espositi*o ponderato su 1 ore
la*orati*e. A/)C8I2 stabilisce in*ece 2 @A< distinti3 uno per il cedro rosso3 che B un potente
sensibilizzante3 a 63% mgKm
!
3 e uno per le altre essenze a 1 mgKm
!
. ,ono riportati in letteratura
esposizioni a *alori superiori a ?uelli di legge 'ad esempio 11321 mgKm
!
in una segheria
italiana D2!!E3 13% mgKm
!
in una s*izzera D2!#E(. Come per tutte le pol*eri3 l/e&&etto patogeno
77
deri*a anche dalla granulometria. ,ono sempre considerate le &razioni inalabili delle pol*eri
ambientali D1!%E. Recentemente il rischio da pol*eri di legni B stato oggetto di interesse da
parte della Comunit. $uropea con la promozione nel 26123 insieme ad associazioni di
categoria3 del progetto 97ess +ust:3 che ha portato alla redazione di un opuscolo in&ormati*o
per i la*oratori in *arie lingue3 &ra cui l/Italiano3 con la collaborazione della Regione @oscana
e della )zienda -,A 7 ,iena D2!%E.
Ae segnalazioni per*enute all/IN)IA nel triennio 2616-2612 e i casi riconosciuti sono elencati
in @abella NNI<.
&alattia #cod7 )D4(-$
/-(- /-(( /-(/
'egn7 Ric7 'egn7 Ric7 'egn7 Ric7
3umori delle cavit4 nasali ()30) 23 20 17 16 2 18
3umori dei seni "aranasali ()31) 16 15 20 18 13 13
(a!ella @@I9 Neoplasie delle ca*itA nasali e seni paranasali segnalate e riconosciute
dall6IN,I7 dal -G1G al -G1& in esposti a pol*eri di legno %B3'.
;- Radiazioni ionizzanti
Ae radiazioni ionizzanti sono agenti &isici costituiti da &otoni 'radiazioni elettromagnetiche( o
particelle a*enti la capacit. di &ormare ioni3 direttamente od indirettamente. @ale de&inizione B
riportata nel =. Ags. 2!6K9% D2!6E3 che contiene buona parte della normati*a che regola
l/esposizione la*orati*a e della popolazione generale a tali agenti. ,ono caratterizzate da una
?uantit. di energia cinetica tale da poter liberare gli elettroni dagli atomi che incontrano sul
loro percorso3 ionizzandoli D2!7E.
)lcune radiazioni hanno le propriet. delle onde elettromagnetiche3 e sono composte da &otoni
ad alta energia 'raggi N e raggi ^(3 altre hanno le propriet. di corpuscoli e sono costituite da
particelle subatomiche con una certa massa con o senza carica elettrica 'radiazioni Z3 [3
protoni3 neutroni(.
71
Col termine di raggi N si intendono tutte le radiazioni elettromagnetiche prodotte per
&renamento '!remsstrahlung( di particelle cariche e ?uelle emesse dagli elettroni orbitali di un
atomo durante il processo di riassestamento. Il termine raggi ^ comprende in*ece tutte le
radiazioni deri*anti da transizioni nucleari. $ntrambe3 grazie alla loro piccola lunghezza
d/onda e alta energia3 riescono a penetrare &acilmente nella materiaC cosS &acendo3 cedono la
loro energia al materiale attra*ersato ionizzandolo. @ale ionizzazione sar. proporzionale
all/intensit. dell/energia dei &otoni incidenti. ,ono ?uindi dotate di un alto potere di
penetrazione. Ae particelle Z e [ sono emesse durante i decadimenti radioatti*i. Ae prime sono
costituite da due neutroni e due protoni 'nuclei di elio(C le seconde corrispondono ad elettroni
o positroni 'elettroni con carica positi*a(. Ae radiazioni Z sono particelle cariche
positi*amente e *engono arrestate da uno strato di materia di pochi Qm 'non superano
l/epidermide(. Aa loro pericolosit. sar. ?uindi legata a un e*entuale irraggiamento interno da
sostanze inalate3 ingerite o penetrate attra*erso &erite. Ae radiazioni [ sono piF penetranti delle
Z3 potendo e&&ettuare un percorso in aria di ?ualche metroC nei tessuti organici si limitano ad
una penetrazione di ?ualche centimetro D2!1E.
=i*erso B l/e&&etto delle radiazioni corpuscolari neutre 'neutroni ad esempio(3 che causano
ionizzazione solo ?uando interagiscono direttamente con un nucleo atomico3 pro*ocandone
una destabilizzazione con e*entuale produzione di una ionizzazione secondaria con emissione
di un protone di rinculo.
79
Ae radiazioni indirettamente ionizzanti sono rappresentate da &otoni con un/energia compresa
tra 16 _e< e 16 e< 'raggi N e ^(. Hueste interagiscono con la materia attra*erso tre e&&etti
principali:
1( A/e&&etto Compton: &enomeno per cui il &otone urta un elettrone delle orbite esterne
dell/atomo3 cedendogli parte della propria energia e proseguendo con una maggior
lunghezza d/onda su una traiettoria de*iata.
2( $&&etto &otoelettrico: il &otone *iene completamente assorbito da un elettrone atomico
che si tro*a ad ac?uistare un/energia tale da poter s&uggire dal proprio orbitale con
&ormazione di uno ione.
!( Creazione di coppie: &enomeno complesso in cui l/energia del &otone si tras&orma in
una coppia di particelle 'massa(: ad esempio elettrone 'materia( e positrone
'antimateria(C tale &enomeno pre*ede l/urto di un &otone ^ ad alta energia 'almeno
16
Illustrazione 1/ :ffetti dei di*ersi tipi di radiazione ionizzante sulla materia. I raggi R
*engono fermati da un foglio di carta" i S da uno strato sottile di alluminio. I cerchi indicano
la ionizzazione 2#odificato da disegno originale di Napy18eno!i"
httpDDcommons.Ei8imedia.orgDEi8iD)ile(ypesFofFradiation.s*g"4.
13622 e<( con il nucleo atomico. ) piF alti li*elli energetici '139 8e<( si assiste alla
&ormazione di protoni ed antiprotoni
Aa penetrazione dei raggi N e ^ risulta essere assai maggiore rispetto a ?uella delle particelle
cariche. ,i de&inisce spessore emi*alente ',$<3 o in inglese Half?*alue layer" 2<A( lo
spessore di un certo materiale attra*ersando il ?uale si dimezza l/intensit. primaria della
radiazione incidente D2!9E.
8li e&&etti sull/organismo umano saranno di*ersi a seconda di *ari parametri tra cui:
1( =ose assorbita: rappresenta la ?uantit. di energia assorbita dall/unit. di massa di un
tessuto irradiato. ,i misura in gra4 '84(.
2( =ose e?ui*alente: misura gli e&&etti biologici delle radiazioni assorbite3 considerando
che di*ersi tipi di radiazioni3 a parit. di dose3 possono dare e&&etti biologici di&&erenti.
11
Illustrazione 1B CapacitA di penetrazione di *ari tipi di radiazioni ionizzanti" riferiti a
mm di tessuto !iologico. #odificato da %-&3'.
,i rica*a moltiplicando la dose assorbita per un &attore che esprime la loro di*ersa
pericolosit.. ,i misura in sie*ert ',*(
!( =ose e&&icace: tiene conto della di*ersa sensibilit. alle radiazioni dei di&&erenti organi
e tessuti.
#( $sposizione: rappresenta la ?uantit. di carica elettrica prodotta in una determinata
massa di un dato materiale da una radiazione ionizzante. ,i misura in coulombKXg. Aa
*ecchia unit. di misura B il r`ntgen 'R( corrispondente a 1 statcoulomb per cm
!
di aria
secca a 6 PC e 1 atm di pressione.
Esposizione
<i sono numerose sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti: i raggi cosmici3 l/atti*it. del
radon3 prodotto di decadimento dell/uranio &acilmente inalabile e i radioisotopi ingeriti con la
dieta.
) partire dalla &ine dell/166 si B iniziato ad utilizzare tali radiazioni per scopi medici e
industriali con conseguente accresciuta esposizione della popolazione generale e3 soprattutto3
in ambito la*orati*o.
) ?ueste si aggiungono anche esposizioni legate ad abitudini di *ita ?uali *iaggi in aereo o
all/utilizzo di alcuni prodotti di consumo ?uali orologi con parti &os&orescenti '*ernici
contenenti trizio3
!
23 [ emittente( e tubi catodici 'emissione di raggi N3 in ?uantit. ?uasi
sempre ridottissime(.
Numerosi sono gli ambiti la*orati*i in cui si &a uso di radiazioni ionizzanti o in cui *i puG
essere esposizione a radioisotopi naturali. Il settore piF studiato B sicuramente ?uello
sanitario. A/utilizzo delle RI nel settore medico B *astissimo3 e in continuo aumento3
riguardando s*ariati campi della diagnostica e della terapia.
12
"ggi le sorgenti radiogene utilizzati in ambito clinico-ospedaliero sono i tubi radiogeni a
raggi N3 gli acceleratori di particelle e radioisotopi arti&iciali. I tubi radiogeni *engono
utilizzati nella radiogra&ia con*enzionale3 inter*entistica e nella @omogra&ia Computerizzata
'@C(. 8li acceleratori di particelle in*ece sono utilizzati nella terapia delle neoplasie. I
radioisotopi sono in*ece utilizzati per la diagnostica 'scintigra&ia e tomogra&ia a emissione di
positroni3 +$@(3 la radioterapia metabolica3 la brachiterapia e la diagnostica in *itro.
Nel corso del tempo le esposizione medie dei la*oratori della sanit. si sono ridotte3 grazie
anche all/aumento della consape*olezza del rischio e all/introduzione di normati*e di tutela
dei la*oratoriC l/utilizzo sempre piF *asto di tecniche di radiologia inter*entistica ha perG
incrementato sia il numero di la*oratori esposti sia l/esposizione di particolari regioni
corporee 'mani ad esempio D2#6E(.
+er ?uanto riguarda il settore industriale3 gli impieghi tecnologici delle radiazioni ionizzanti
sono molteplici. )lcuni esempi sono:
radiogra&ie di componenti meccanici per controlli non distrutti*i in moltissimi rami
dell/industria tra cui ?uello aerospaziale3 motoristico3 nautico3 lo stampaggio
meccanico3 automobilisticoC
nel settore agricolo alimentare per l/ispezione di piante e alimenti3 radiogra&ati per
studiarne la mor&ologia e *alutare l/e*entuale presenza di in&estantiC
l/impiego per la sterilizzazione e conser*azione degli alimenti tramite radiazioni di
66
Co o
1!7
Cs permettendo cosS la conser*azione delle derrate alimentari per periodi
maggioriC
in ambito archeologico3 artistico e geologico per analisi e studi appro&onditi di
manu&atti o di rocceC
1!
nelle miniere *i puG essere esposizione a radioisotopi naturali.
Ae mansioni a rischio di esposizione pro&essionale sono ?uindi numerose.
Effetti patogeni
Il processo di produzione del danno biologico passa attra*erso tre stadi:
,tadio chimico-&isico: con ionizzazione e &ormazione di radicali liberiC
5iochimico: con azione sulle strutture cellulariC
5iologico-clinico: in cui si puG andare incontro a riparazione del danno3 morte
cellulare o mutazioni.
,i a*r. pertanto un duplice meccanismo lesi*o rappresentato da una parte da un/azione diretta
delle RI che eccitano e ionizzano molecole componenti di cellule e tessuti3 dall/altra
un/azione indiretta per cui si creano radicali liberi3 che in presenza di ossigeno producono
specie reatti*e dell/ossigeno 'R",( ?uali il radicali ossidrile '"2(3 il perossido di idrogeno
'2
2
"
2
( e l/anione superossido '"
2
a
( che danno origine a danni a li*ello del =N) '*edi
Illustrazione 16(.
1#
Ae alterazioni possibili sono simili a ?uelle causate dai composti chimici genotossici: scambi
di basi3 rotture del singolo e doppio &ilamento3 legami crociati tra =N) e proteine. Ae cellule
che sopra**i*ono al danno mostrano un/ampia gamma di aberrazioni cromosomiche come
&rammentazioni3 traslocazioni3 rotture e delezioni. Inoltre sar. possibile notare un e*entuale
rigon&iamento nucleare con la condensazione della cromatina. ) li*ello citoplasmatico in*ece
noteremo distorsione dei mitocondri3 degenerazione del reticolo endoplasmatico e ancora
rigon&iamento. Nelle cellule sopra**issute a tali insulti3 possiamo a*ere l/inter*ento di *ari
1%
Illustrazione 1C :ffetti delle radiazioni sugli organismi *i*enti.
sistemi enzimatici di riparazione del =N) oppure puG essere a**iata la *ia dell/apoptosi se il
danno non B riparabile. Ae interruzioni del doppio &ilamento perG possono persistere senza
esser riparate o riparate in modo impreciso3 portando ?uindi a mutazioni ed e*entuale
s*iluppo di cloni neoplastici D2#1E.
I danni prodotti dalle RI sull/uomo sono distinti in tre categorie principali D2#2E:
=anni somatici deterministiciC
=anni somatici stocasticiC
=anni genetici stocastici.
I danni somatici si mani&estano nell/indi*iduo irradiato3 ?uelli genetici nella sua progenie.
I danni deterministici hanno la caratteristica peculiare di presentare una dose-soglia sotto a cui
non si *eri&icano. Il tempo di latenza generalmente B bre*e ma si segnalano casi di insorgenza
tardi*a3 anche dopo anni. )ltra caratteristica &ondamentale B che la gra*it. delle
mani&estazioni cliniche aumenta all/aumentare della dose assorbita dall/organismo.
I danni causati si mani&esteranno maggiormente nei tessuti ad ele*ato turn-o*er cellulare.
,tando al 9principio di 5ergoniM e @ribondeau:3 enunciato nel 1966 'l/articolo originale B
stato recentemente ripubblicato D2#!E(3 la sensibilit. di un tessuto alle radiazioni risulta
direttamente proporzionale al tasso di replicazione e numero di &uture di*isioni ed
in*ersamente proporzionale al grado di di&&erenziazione mor&o-&unzionale.
I danni genomici3 che generalmente non danno mani&estazioni cliniche3 a distanza di anni
potranno mani&estarsi con lo s*iluppo di neoplasie. Ae radiazioni ionizzanti sono in&atti state
inserite dalla I)RC nel 8ruppo 13 cancerogeni accertati per l/uomo D2!9E.
,ono stati pubblicati dei dati raccolti dall/I,+$,A3 relati*i al periodo dal 199# al 26673
sull/incidenza di tumori correlati ad esposizione occupazionale a radiazioni. ,ono stati
16
segnalati 1#6 casi di tumori di sospetta origine pro&essionale causati da radiazioni ionizzanti3
corrispondenti al 73%6J del totale dei casi di tumori per cause pro&essionali D2##E.
Il dettaglio delle neoplasie segnalate B riportato in @abella NN<.
'ede Numero casi
Aa,,ra e cavo orale 3
/aringe 1
0tomaco 1
)olon 12
&etto 3
*""arato digerente$altre 1
)avit4 nasali$ orecc2io e seni accessori 2
Aaringe 1
3rac2ea$ ,ronc2i e "olmoni 12
3imo$ cuore e mediastino 3
Ossa 3
!elle melanoma 8
!elle 16
7ammella donna 11
Organi genitali +emminili
Organi genitali masc2ili 2
6escica 3
&ene e altri organi urinari 6
3iroide 16
Ain+oma di ;odg:in 2
*ltri lin+omi 10
Aeucemia
*ltro$ sede non indicata %
(a!ella @@9 Numero di neoplasie segnalate dal 133B al -GG/ attri!uite alle radiazioni
ionizzanti. +a #assari et al. %->>'.
> interessante notare come dei 1#6 casi segnalati3 ben 12% siano ri&eribili a la*oratori del
settore della sanit.3 9 al settore della ricerca e solo 2 ad 9altre atti*it.: 'in cui *erosimilmente
rientra anche il caso da noi segnalato3 *edi 9Risultati: a pagina 9!(.
17
Normativa
Aa normati*a nazionale che regola le radiazioni ionizzanti B complessa. Ae norme attualmente
in *igore 'alcune parzialmente abrogate( sono le seguenti:
Aegge 1166K62: 9Impiego paci&ico dell/energia nucleare:.
=.+.R. 11%K6#: 9,icurezza degli impianti e protezione sanitaria dei la*oratori e delle
popolazioni contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti deri*anti dall/impiego paci&ico
dell/energia nucleare:.
=.Ags. 7%1K9#: 9odi&icazioni alla disciplina sanzionatoria in materia di la*oro:.
=.Ags. 2!6K9%: 9)ttuazione delle diretti*e $-R)@" nn. 16K!163 1#K#673 1#K#663
19K6113 96K6#1 e 92K! in materia di radiazioni ionizzanti:.
=.Ags. 117K66: 9)ttuazione della diretti*a 97K#!K$-R)@" in materia di protezione
sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad
esposizioni mediche:.
=.Ags. 2#1K66: 9)ttuazione della diretti*a 96K29K$-R)@" in materia di protezione
sanitaria della popolazione e dei la*oratori contro i rischi deri*anti dalle radiazioni
ionizzanti:.
=.Ags. 2%7K61: 9=isposizioni integrati*e e corretti*e del decreto legislati*o 26 maggio
26663 n. 2#13 recante attuazione della diretti*a 96K%9K$-R)@" in materia di
protezione sanitaria della popolazione e dei la*oratori contro i rischi deri*anti dalle
radiazioni ionizzanti:.
=.Ags. %2K67: 9)ttuazione della diretti*a 266!K122KC$ $uratom sul controllo delle
sorgenti radioatti*e sigillate ad alta atti*it. e delle sorgenti or&ane:.
11
=.Ags. 2!K69: 9)ttuazione della diretti*a 2666K117K$uratom3 relati*a alla sor*eglianza
e al controllo delle spedizioni di ri&iuti radioatti*i e di combustibile nucleare esaurito:.
=.Ags. 166K11: 9odi&iche al =.Ags. 2!6K9%:.
Aa sicurezza dei la*oratori esposti a radiazioni &a ri&erimento in pre*alenza al =.Ags. 2!6K9% e
successi*e modi&iche.
I la*oratori *engono suddi*isi in due categorie di esposizione. In base all/allegato I<3 punto 1
e 2 del =.Ags. 2!6K199%D2!6E3 sono de&initi la*oratori esposti coloro che3 in ragione della
atti*it. la*orati*a s*olta per conto del datore di la*oro3 possono superare in un anno solare
uno o piF dei seguenti *alori:
1 m,* di dose e&&icaceC
1% m,* di dose e?ui*alente per il cristallinoC
%6 m,* di dose e?ui*alente per la cute3 calcolato in media su 1 cm
2
di cute
indipendentemente dalla super&icie espostaC
%6 m,* di dose e?ui*alente per mani3 a*ambracci3 piedi3 ca*iglie.
<engono classi&icati nella categoria ) i la*oratori che sono suscettibili di superare il limite di
6 m,* di dose e&&icace per annoC oppure ai tre decimi dei limiti &issati dal =.Ags. 2!6K9%3
)llegato I<3 punto 2.13 che corrispondono a #% m,* per il cristallino3 1%6 m,* per la cute3
1%6 m,* per mani3 piedi3 a*ambracci3 piedi o ca*iglie 'sempre ri&eriti all/anno solare(. @utti
gli altri la*oratori esposti sono raggruppati nella categoria 5.
I la*oratori di categoria ) s*olgeranno le loro mansioni in aree denominate bone Controllate3
i la*oratori di categoria 5 in bone sor*egliate. $ntrambe de*ono essere e*idenziate con
apposita segnaletica '*edi Illustrazione 11(.
19
I limiti espositi*i stabiliti dal punto 2 dell/)llegato I< del =.Ags. 2!6K9% sono ?uindi 26 m,*
di =ose $&&icace3 1%6 m,* di =ose $?ui*alente per il Cristallino e %66 m,* di =ose
$?ui*alente per cute ed estremit.. A/esposizione dei la*oratori B *alutata dall/$sperto
Huali&icato mediante lettura dei dosimetri indi*iduali. I la*oratori esposti andranno sottoposti
a regolari *isite di sor*eglianza sanitaria.
Ae segnalazioni per*enute all/IN)IA nel triennio 2616 - 2612 e i casi riconosciuti sono
elencati in @abella NN<I.
96
Illustrazione 13 :sempio di sim!olo internazionale di pericolo per
radiazioni ionizzanti.
&alattia #cod7 )D4(-$
/-(- /-(( /-(/
'egn7 Ric7 'egn7 Ric7 'egn7 Ric7
&adiodermite (A58) 11 (3) 5 (2) 3 (1) 2 (1) 3 (1) 2 (1)
O"acit4 del cristallino (;26.%) 17 (2) % (2) 13 (2) 8 (>) 25 (7) 11 (3)
0indrome emocito"enica (#61.2) > > 3 (>) 1 (>) > >
3umori solidi ()%7) 52 (12) 16 (3) 3 (12) 1 (6) 38 (5) 7 (1)
3umori del sistema emolin+o"oietico ()%6.%) 8 (3) 6 (3) 12 () (2) 11 (2) 6 (2)
*ltre malattie causate dalla es"osi.ione
"ro+essionale a radia.ioni ioni..anti
5 (1) 2 (1) (1) 2 (>) (>) 1 (>)
(a!ella @@9I #alattie da esposizione radiazioni ionizzanti. T riportato il totale e fra
parentesi i casi riguardanti i #edici Radiologi" che hanno una gestione IN,I7 separata.
Segn. J Segnalate nell6annoK Ric. J Riconosciute nell6anno. +ati da %B3'.
91
II Pazienti e metodi
,ono stati raccolti tutti i casi di neoplasia con sospetta origine pro&essionale diagnosticata nel
nostro Centro edico dal 2661 al marzo 261#. I dati clinici sono stati estratti dal data-base
ospedaliero ed anonimizzati. =al data-base abbiamo rica*ato i dati demogra&ici3 clinici e
l/anamnesi la*orati*a. In tutti i casi i dati occupazionali sono stati raccolti da un medico
esperto in edicina del Aa*oro. +er ogni paziente sono stati annotati genere3 et.3 abitudine al
&umo3 tipo di tumore3 istologia3 principali comorbidit.3 anno di diagnosi3 esposizioni
la*orati*e3 numero di anni di esposizione3 latenza della malattia dall/inizio dell/esposizione3
mansione che ha comportato l/esposizione.
Non sono state reperite in&ormazioni riguardo alla concentrazione delle sostanze cancerogene
sul posto di la*oro. Ae sostanze coin*olte sono state indi*iduate sulla base delle schede di
sicurezza o del racconto del paziente. I pazienti considerati in ?uesta casistica hanno a*uto
esposizioni a sostanze3 &attori &isici o la*orazioni classi&icate dalla I)RC nei gruppi 1 e 2)
'*edi Cancerogenesi chimica3 a pagina 9(. Il numero di anni di esposizione3 la latenza e la
mansione sono state estrapolate dall/anamnesi la*orati*a. Il periodo di latenza B stato
calcolato come il tempo intercorso &ra la prima esposizione e l/anno di diagnosi.
A/analisi dei dati B stata s*olta utilizzando il pacchetto statistico 9R proQect: D2#%E.
Ae di&&erenze tra gruppi sono state *alutate con test non parametrici 'test di _rusXal-Oallis
D2#6E e test di Oilco0on-ann-Ohitne4 D2#732#1E( in ?uanto tutti i dati ?uantitati*i 'ad
eccezione del numero di anni di tabagismo3 descritto con media e de*iazione standard( hanno
distribuzioni signi&icati*amente di&&erenti da ?uella normale al test di ,hapiro-OilX D2#9E.
I casi segnalati dal 2661 al 266% sono gi. stati pubblicati nel 2667 da )lbanese et al. D2%6E.
92
III Risultati
,ono stati indi*iduati #6 casi di neoplasia di sospetta origine tecnopatica3 ri&eribili a ##
pazienti3 #2 maschi e 2 &emmine3 per la maggior parte pazienti rico*erati presso il reparto di
"ncologia '2# pazienti3 pari al %#3%%J(3 e 11 pazienti ambulatoriali 'pari al #6391J( che sono
stati indirizzati al nostro )mbulatorio dai edici Curanti3 nel sospetto di origine
occupazionale della patologia. A/et. media al momento della *isita era di 61 anni
'Interquartile range3 IHR
W
11C minimo !!3 massimo 11 anni(. I pazienti a*e*ano rice*uto una
diagnosi istopatologica 'su biopsia o su citologia(3 tranne in un caso in cui perG *i era un
sospetto clinico molto &orte3 a**alorato da esami strumentali e per immagine.
Il tempo di latenza mediano era di #% anni 'IHR 163%3 minimo 23 massimo 71 anni( '*edi
8ra&ico !(. Aa durata mediana dell/esposizione B risultata di 26 anni 'IHR 2!37%3 minimo di
13 massimo di 66 anni(.
D2%132%2E D2%!E
W A/IHR3 o scarto inter?uartile3 B una misura di dispersione dei dati attorno alla medianaC in particolare B
calcolato come la di&&erenza &ra il !P e il 1P ?uartile3 ossia ?uella zona che racchiude la met. dei dati. In una
popolazione con distribuzione normale corrisponde a 13!% *olte la de*iazione standard 'c(. > utilizzato3
insieme alla mediana3 per descri*ere dati con distribuzione di&&erente da ?uella normale D2%132%2E.
9!
)bbiamo calcolato l/et.3 la durata dell/esposizione e la latenza medie raggruppando i pazienti
per apparato coin*olto dalla neoplasia '*edi @abella NN<II e 8ra&ico #(.
9#
Grafico & 7atenze rile*ate nel campione confrontate con quelle utilizzate nello studio di
Hutchings e Rushton %-.&'.
Apparato Numero #A$
Et9 mediana
#)BR$+ anni
Latenza mediana
#)BR$+ anni
Durata esposizione
mediana #)BR$+ anni
7esoteli 26 (56$52) 71$5 (%) 50 (16) 22 (2%)
&es"iratorio 12 (26$0%) 68$5 (8) 8 (%$75) 30 (1%)
Krinario 5 (10$87) 5 (22) 20 (21) 13 (3)
7idollo
osseo
3 (6$52) 6 (7$5) 7 () 7 (3$5)
p9 -+--1 -+--, 0$136
(a!ella @@9II Numero di casi" latenza" etA e durata di esposizione medie in relazione
all6apparato coin*olto dalle neoplasie. 5p calcolato con il test di Mrus8al?$allis" in grassetto
i *alori significati*i.
9%
Grafico > Rappresentazione grafica dei dati riassunti in (a!ella IK sulla destra 0
riportata la densitA dei punti" che e*idenzia le distri!uzioni" e*identemente
di*erse rispetto a quella normale. I colori" riportati in legenda" indicano la sede
della neoplasia.
)bbiamo indi*iduato !1 tumori toracici3 coin*olgenti o le pleure o i polmoni. Ae altre
localizzazioni erano la *escica3 il peritoneo3 il midollo osseo3 la tunica *aginale del testicolo e
i seni paranasali. Ae localizzazioni e gli istotipi rile*ati sono riportati in dettaglio nella @abella
NN<III.
&alattia e localizzazione Numero #A$ )stotipi
7esotelioma "leurico 20 (3$8) 8"itelioide$ sarcomatoide$ ,i+asico
3umore "olmonare 11 (23$%1)
*denocarcinoma$ carcinoma a cellule
sGuamose$ carcinoma a "iccole
cellule
3umore vescicale 5 (10$87) )arcinoma a cellule transi.ionali
7esotelioma "eritoneale 5 (10$87) 8"itelioide
7alattie mielo"roli+erative 3 (6$52)
Aeucemia mieloide cronica$
!olicitemia vera.
7esotelioma della tunica vaginale del testicolo
(case report in )andura et al. [25])
1 (2$17) 8"itelioide
)arcinoma dei seni "aranasali 1 (2$17) *denocarcinoma
(a!ella @@9III 7ocalizzazioni e istotipi delle neoplasie segnalate.
7ra gli agenti ritenuti coin*olti nella genesi delle neoplasie ?uello di gran lunga piF &re?uente
B l/asbesto 'd dei casi(. 8li altri agenti coin*olti sono riportati nella @abella NNIN.
Agente C Tipo neoplasia Numero %ercentuale
*s,esto < 7esotelioma$ )arcinoma "olmonare 32 (66$67F)
0ilice li,era cristallina < )arcinoma "olmonare 3 (6$25F)
6erniciatore < )arcinoma "olmonare$ carcinoma vescica 3 (6$25F)
*mine aromatic2e < )arcinoma vescica 2 ($17F)
@!* > )arcinoma "olmonare$ carcinoma vescica 2 ($17F)
*crilamide e altre sostan.e < 7alattia mielo"roli+erativa 1 (2$08F)
-en.ene < 7alattia mielo"roli+erativa 1 (2$08F)
/ormaldeide < 7alattia mielo"roli+erativa 1 (2$08F)
(omma < )arcinoma vescica 1 (2$08F)
!olveri di legno duro < )arcinoma seni "aranasali 1 (2$08F)
&adia.ioni ioni..anti < 7alattia mielo"roli+erativa 1 (2$08F)
(a!ella @@I@ ,genti cancerogeni con ruolo eziopatogenetico nella casistica riportata.
96
Come le esposizioni ritenute causali anche le mansioni3 riportate in @abella NNN3 sono
numerose. =i un soggetto non B stato possibile risalire all/occupazione3 in ?uanto la
segnalazione B stata inoltrata da un ,er*izio che all/epoca non utilizza*a il sistema in&orma*o
ospedaliero. > stato ?uindi possibile risalire alle mansioni di #! soggetti.
&ansione ritenuta causale Numero %ercentuale
O"eraio edile (muratori e car"entieri) 8 17$78F
8lettricista 7 15$56F
O"eraio o artigiano meccanico 6 13$33F
O"eraio c2imico 8$8%F
O"eraio in cementi+icio 3 6$67F
6erniciatore 3 6$67F
*gricoltore 2 $F
7eccanico navale 2 $F
*limentarista 1 2$22F
*utista 1 2$22F
O"eraio cal.aturiero 1 2$22F
/uoc2ista 1 2$22F
7inatore 1 2$22F
O"eraio in +ornace di lateri.i 1 2$22F
O"eraio industria +armaceutica 1 2$22F
&icercatore 1 2$22F
3ecnico controlli non distruttivi 1 2$22F
(a!ella @@@ #ansioni s*olte dai pazienti studiati.
> stato *alutato anche il ruolo delle esposizioni *oluttuarie a &umo di sigaretta. 26 pazienti su
#! '663#7J( a*e*ano &umato nella loro *ita. =i un paziente non si hanno in&ormazioni su tale
abitudine. )l momento della diagnosi3 perG3 solo pochi pazienti erano ancora dipendenti da
nicotina3 13 pari al 1136J. olti pazienti perG a*e*ano &umato per lunghi periodi di tempoC in
media !73! con =e*iazione ,tandard ',=( di 1!367 anni. Il numero mediano di sigarette
&umate B 26. Aa ripartizione di &umatori e non &umatori in base agli apparati coin*olti dalle
neoplasie e*idenzia una netta pre*alenza di &umatori nei pazienti con neoplasia polmonare
97
'11312J(3 mentre solo il #1J dei pazienti con mesotelioma ha &umato nella propria *ita '*edi
@abella NNNI(.
Emopoietico Respiratorio Drinario &esotelioma
1on +umatori 66$67 18$18 0 52
/umatori 33$33 81$82 100 8
(a!ella @@@I 1ercentuali di fumatori e non fumatori nei pazienti suddi*isi per apparato
interessato dalla neoplasia.
91
IV Discussione
A/analisi di ?uesta casistica ha con&ermato ?uanto gi. noto riguardo alla lunga latenza delle
neoplasie pro&essionali e di conseguenza alla loro insorgenza in et. relati*amente a*anzata3 in
particolare per i mesoteliomi e le neoplasie asbesto-correlate. I pazienti a&&etti da mesoteliomi
'pleurici3 peritoneali e della *aginale del testicolo( sono in&atti signi&icati*amente piF anziani
al momento della diagnosi 'et. mediana di 713% anni3 IHR 9 anni( rispetto agli a&&etti da altri
tumori 'et. mediana di 6!3% anni con IHR di 2!37% anni(3 con O e !69 e p e 636163 *edi
8ra&ico %. I mesoteliomi insorgono dopo una latenza signi&icati*amente piF lunga 'latenza
mediana di %6 anni con IHR di 16 anni( rispetto alle altre neoplasie 'latenza mediana !1 anni
con IHR !2 anni(3 con O e !!13% e p e 63669 '*edi 8ra&ico 6(. I *alori di p sono stati calcolati
con il @est di Oilco0on-ann-Ohitne4 D2#1E.
99
166
Grafico . :tA dei pazienti raggruppati per tipo di neoplasia
2mesotelioma o altra neoplasia4. 7a linea rossa tratteggiata rappresenta
la mediana glo!ale dei dati" p calcolato con test di $ilcoPon?#ann?
$hitney.
Raggruppando inoltre i pazienti in base all/esposizione ad amianto o ad altri agenti3 si nota
come la latenza delle neoplasie e l/et. dei pazienti esposti ad asbesto sia maggiore rispetto
agli stessi parametri relati*i alle altre esposizioni '<edi 8ra&ico 7 e 8ra&ico 1(. In particolare
l/et. dei pazienti esposti ad amianto rispetto agli altri B maggiore3 con O e #623% e
p e 6366627. Aa latenza nei pazienti esposti ad amianto B maggiore rispetto agli altri con
O e !693% e p e 63661!69 '*edi @abella NNNII(.
161
Grafico / 7atenze delle neoplasie raggruppate per tipo 2mesotelioma o
altra neoplasia4. 7a linea rossa tratteggiata rappresenta la mediana
glo!ale dei dati" p calcolato con test di $ilcoPon?#ann?$hitney.
Agente Numero #A$
Et9 mediana
#)BR$+ anni
Latenza mediana
#)BR$+ anni
Durata esposizione
mediana #)BR$+ anni
*s,esto 32 (65$3) 6%$5 (11$25) % (16) 2% (27)
*ltri agenti 17 (35$7) 56 (2) 25 (27) 13$5 (%$5)
p9 -+--0/1 -+--(.1 0$058
(a!ella @@@II Numero di casi" latenza" etA e durata di esposizione mediane in relazione
all6esposizione o meno ad as!esto. 5p calcolato con il test di $ilcoPon?#ann?$hitney" in
grassetto i *alori significati*i. 9edi anche i grafici B e C.
162
Grafico B :tA dei pazienti raggruppati per tipo di esposizione 2amianto o
altri agenti4. 7a linea rossa tratteggiata rappresenta la mediana glo!ale
dei dati" p calcolato con test di $ilcoPon?#ann?$hitney.
Il settore occupazionale piF &re?uente B risultato ?uello dell/edilizia. ,ono risultati esposti a
cancerogeni3 in&atti3 sia i la*oratori coin*olti nella produzione dei prodotti utilizzati in edilizia
che gli addetti alla costruzione degli edi&ici3 per un totale di 12 la*oratori '293%%J(. Ae
sostanze coin*olte sono risultate in pre*alenza l/asbesto con 11 la*oratori 'sia nel processo
produtti*o dei manu&atti sia nella loro posa in opera(3 la silice '1 soggetto(3 gli I+) 'in un
addetto ad impianto di bitumazione(. A/asbesto3 usato in coibentazioni e dispositi*i isolanti3 B
16!
Grafico C 7atenza delle neoplasie raggruppate per tipo di esposizione
2amianto o altri agenti4. 7a linea rossa tratteggiata rappresenta la
mediana glo!ale dei dati" p calcolato con test di $ilcoPon?#ann?$hitney.
anche la sostanza a cui sono risultati esposti gli elettricisti. )nche gli operai meccanici hanno
ri&erito esposizione a tale sostanza 'importante l/esposizione dei meccanici impiegati sulle
na*i( e a silice '1 sabbiatore(. I la*oratori del settore chimico hanno a*uto esposizione ad
asbesto '2 la*oratori(3 ad ammine aromatiche e ad I+).
Ae neoplasie polmonari di due dei tre pazienti esposti a silice sono state attribuite a tale agente
in ?uanto *i era una coesistente pneumoconiosi '*edi a pagina %!(. Nel terzo caso la
segnalazione B stata comun?ue e&&ettuata3 in assenza di segni radiologici di pneumoconiosi3 in
?uanto il paziente a*e*a probabilmente a*uto anche esposizioni ad asbesto e &umi di
saldaturaC essendo la neoplasia un istotipo relati*amente raro 'adenocarcinoma
bronchioloal*eolare( e non essendoci altri &attori di rischio 'il paziente non a*e*a mai &umato(
abbiamo ritenuto opportuno portare il caso alla conoscenza delle )utorit. per gli
appro&ondimenti necessari.
Aa maggior parte dei pazienti non presenta*a comorbidit. rile*anti. ,olo 1! soggetti '293%%J(
in&atti presenta*ano altre patologie associate alla neoplasia. Ae comorbidit. piF &re?uenti sono
rappresentate dalle placche pleuriche '6 soggetti(3 dalla 5+C" '2 soggetti( e dal carcinoma
renale a cellule chiare '2 soggetti(. A/associazione delle neoplasie amianto-correlate con le
placche pleuriche B pre*edibile e riportata in letteratura D2%%E3 *isto che l/amianto costituisce
un &attore di rischio comune. Aa presenza di placche pleuriche compatibili con esposizione ad
amianto &a collocare il caso3 se *i B una esposizione occupazionale ad asbesto possibile o
probabile3 nella categoria 9$sposizione pro&essionale certa: del Re.Na. D%9E.
Aa 5+C" B una patologia respiratoria &re?uente nei &umatoriC i tre pazienti a&&etti da 5+C"
'due con tumore polmonare e uno con mesotelioma( erano tutti &orti &umatori 'hanno &umato
!6 sigarette al giorno per #1 anni3 mediane dei dati(.
16#
1- Casi clinici peculiari
Nella casistica analizzata ci sono alcuni casi peculiari che *erranno descritti in dettaglio.
a- esotelioma pleurico in soggetto con mesotelioma peritoneale e
placche pleuriche
Il paziente3 ).<.3 ha la*orato per molti anni 'in totale circa !93 inizialmente come dipendente3
poi come artigiano appaltatore( come elettricista all/interno di uno stabilimento di produzione
di manu&atti in cemento-amianto. +er il riscontro di placche pleuriche &ibrocalci&iche e segni
radiologici di asbestosi era gi. sottoposto a sor*eglianza sanitaria post-espositi*a. In base alla
storia la*orati*a B *erosimile che sia andato incontro ad una ele*ata esposizione inalatoria a
&ibre di asbesto. Nel 26693 all/et. di 71 anni3 B stata posta diagnosi di mesotelioma
peritoneale3 in seguito ad inter*ento di laparotomia e&&ettuato dopo insorgenza di sintomi
addominali acuti. A/esame istologico ha e*idenziato un mesotelioma maligno con
caratteristiche di crescita micro-papillare3 con positi*it. immunoistochimica per calretinina3
O@-13 citocheratine %K6 e 25$-1. =opo il de!ul8ing chirurgico e il successi*o trattamento
medico 'Cisplatino f +emetre0ed( la neoplasia peritoneale B andata in remissione. Nel corso
dei controlli periodici B stata riscontrata ripresa di malattia peritoneale nel 26113 a cui B
seguito nuo*o trattamento con +emetre0ed e nuo*a remissioneC nel 2612 B stato perG
riscontrato un *ersamento pleuricoC successi*e indagini culminate in una pleuroscopia con
biopsia hanno consentito di porre diagnosi di mesotelioma pleurico epitelioideC la neoplasia
addominale non mostra*a segni radiologici di progressione. Nonostante il nuo*o trattamento
medico e la pleurodesi3 la neoplasia pleurica ha condotto rapidamente a morte il paziente
'261!(.
In letteratura non si tro*ano segnalazioni di s*iluppo metacrono di un mesotelioma pleurico in
soggetti a&&etti da mesotelioma peritoneale. ,ono segnalati singoli casi di pazienti con
16%
mesoteliomi che interessano contemporaneamente la pleura e il peritoneo D2%6V2%1E o con
interessamento peritoneale secondario alla neoplasia pleurica D2%9E.
I pazienti con mesotelioma peritoneale hanno &re?uentemente ele*ati li*elli espositi*i3 come
presumibile nel nostro paziente D266E.
166
Illustrazione -G Sezione (C del paziente ,.9. che e*idenzia la presenza di *ersamento
pleurico 254 e di placche pleuriche calcifiche 2U4.
b- esotelioma in soggetti con carcinoma a cellule chiare del rene
@ale combinazione di neoplasie B stata rile*ata in due pazienti maschiC in entrambi B insorta
prima la neoplasia renale e poi ?uella mesoteliale 'in un caso pleurico e nell/altro peritoneale(.
Il paziente 8.. ha la*orato per circa ! anni come addetto alla riparazione di tele*isoriC in
seguito ha la*orato per alcuni mesi come *enditore di autoricambi3 e poi come *erniciatore
167
Illustrazione -1 Ricostruzione coronale di immagini (C che e*idenzia la presenza di
*ersamento pleurico 254 e di parenchima polmonare atelettasico associato a proliferazione
pleurica 2U4. 7a freccia !ianca indica placche pleuriche calcifiche.
per 17 anni. Nel 2669 'all/et. di %6 anni( B stato diagnosticato un carcinoma renale a cellule
chiare destro3 trattato con enucleazione.
)gli esami di folloE?up si B e*idenziata una neoplasia renale controlaterale '*edi Illustrazione
22( e un minimo *ersamento pleurico che perG non B stato subito indagato. +er insorgenza di
dispnea B stato *alutato in ambito pneumologico con ulteriori accertamenti che3 alla &ine del
2616 '*edi Illustrazione 2!(3 hanno consentito di porre diagnosi bioptica di mesotelioma
161
Illustrazione -- Ricostruzione frontale (C del paziente G.#. che e*idenzia gli esiti
della tumorectomia renale destra 2cerchiati in rosso4 e la massa renale sinistra 254.
pleurico bilateraleC l/esame istologico ha in&atti rile*ato una neoplasia epitelioide coerente con
mesotelioma pleurico. A/immunoistochimica era positi*a per calretinina e O@-1.
Il paziente ha ri&iutato le terapie oncologiche proposte3 scegliendo approccio terapeutico non
con*enzionale. Il mesotelioma B stato segnalato alle )utorit. competenti come di sospetta
origine pro&essionale. In sede di accertamento3 l/IN)IA ha negato l/origine pro&essionale in
?uanto non B stata rile*ata una esposizione signi&icati*a ad asbesto. Il paziente B tornato alla
nostra attenzione per una seconda *alutazione in *ista di un ricorso contro tale decisione. Il
caso B stato anche *alutato dal Re.Na.. che ha classi&icato l/esposizione ad asbesto come
9pro&essionale certa f ambientale:. Nell/azienda in cui il signor 8.. a*e*a la*orato come
riparatore di tele*isori si sono in&atti a*uti altri casi di mesotelioma3 noti al Re.Na.. $sistono
inoltre dati anche a supporto dell/esposizione ad amianto nei *erniciatori. Non B noto il
risultato del ricorso intentato dal paziente contro la decisione dell/IN)IA. Il paziente B
deceduto nel 261!. "ltre alla presenza simultanea delle due neoplasie3 B da notare la lunga
sopra**i*enza di ?uesto paziente3 in cui i segni radiologici della patologia pleurica
'*ersamento( erano presenti gi. nel 26693 # anni prima del decesso. Non sono state e&&ettuate
terapie chirurgiche3 ad eccezione della pleurodesi palliati*a.
169
Il secondo paziente3 5..3 ha in*ece la*orato per circa 7 anni alla produzione di manu&atti in
cemento-amianto3 e per 26 anni presso un/industria meccanica. ) 76 anni3 nel 266! B stato
sottoposto a ne&rectomia sinistra per adenocarcinoma renale a cellule chiare. Nel 266% per
sintomatologia addominale B stato sottoposto a laparoscopia con prelie*i bioptici da multiple
lesioni peritonealiC all/esame istologico la neoplasia risulta*a bi&asica3 con aspetti
epiteliomor&i e &usocellulari3 coerente con diagnosi di mesotelioma maligno di&&uso poco
116
Illustrazione -& Ricostruzione frontale (C del paziente G.#. che e*idenzia il *ersamento
pleurico a sinistra 254 e una zona di consolidamento pleuro?parenchimale 2U4.
di&&erenziato bi&asico. @ale istotipo B il piF raro &ra i mesoteliomi peritonealiC B stato
riscontrato &ra i casi segnalati al ReNa solo nell/937J di ?uesti D%9E. > stato trattato con
Carboplatino ed $toposideC la terapia B stata perG interrotta per insorgenza di tossicit.
midollare. Il paziente B deceduto nel 2666.
111
V Conclusioni
A/analisi di ?uesta casistica suggerisce alcune considerazioni generali sulle neoplasie di
origine occupazionale.
Innanzitutto si puG notare come tale eziologia sia raramente presa in considerazione dai
Clinici3 anche in un Istituto storicamente indirizzato alla edicina del Aa*oro. Nel nostro
ospedale3 dal 2661 al 2612 sono in&atti stati rico*erati circa 7.7!6 pazienti neoplastici '2.%!1
maschi e %.191 &emmine di cui 2.999 per neoplasia mammaria(3 mediamente 6#% pazienti
all/anno.
In letteratura B riportata una percentuale di origine pro&essionale delle neoplasie compresa &ra
il 2 e l/1J D261E. )bbiamo calcolato il numero di casi presumibili per le due piF &re?uenti
neoplasie pro&essionali3 utilizzando la &razione attribuibile stimata pubblicata da Rushton et
al. 'A Rushton3 2utchings3 e 5roLn 2661(C tali &razioni3 o**iamente3 sono calcolate sulla base
di studi epidemiologici s*olti in Inghilterra3 su di una popolazione la*orati*a e in condizioni
ambientali di&&erenti da ?uella italiana. Rappresentano perG3 attualmente3 la migliore
approssimazione disponibile.
%atologia
%azienti ricoverati
asi di origine
lavorativa attesi=
asi segnalati
&asc!i Femmine &asc!i Femmine &asc!i Femmine
)ancro al "olmone 77% 233 12% 10 11 >
7esotelioma maligno 6 3% 0 10 16 1
(a!ella @@@III Casi dal -GG1 al -G1G. 5 casi pre*isti calcolati utilizzando la frazione
attri!ui!ile pu!!licata da Rushton et al. %-/-' in relazione all6esposizione a sostanze in
Gruppo 1 I,RC 2*edi anche (a!ella 9 a pagina 1C4.
5isogna comun?ue considerare che le neoplasie toraciche giungono nel nostro Istituto ?uasi
sempre dopo che diagnosi e terapia chirurgica sono gi. state e&&ettuate presso altre sedi. >
?uindi possibile che alcuni casi siano stati segnalati alle autorit. dai edici che per primi
112
hanno a*uto in cura i pazienti. Il &enomeno della ridotta considerazione dei &attori di rischio
pro&essionali ac?uista una rile*anza sociale ancora maggiore considerando l/inserimento nel
8ruppo 1 dei cancerogeni3 da parte della I)RC3 di sostanze estremamente di&&use sia negli
ambienti la*orati*i che negli ambienti di *ita3 come i gas combusti di motori diesel D26!E e
l/in?uinamento atmos&erico in generale D26#E. @ali classi&icazioni3 attualmente molto dibattute
in ambito scienti&ico3 sono state portate all/attenzione della popolazione generale dai mezzi di
in&ormazioni3 spesso con toni allarmistici D26%E. Huesto problema do*r. prima o poi essere
preso in considerazione anche in ambito sociale e normati*o per consentire una giusta tutela a
tutti i la*oratori colpiti da neoplasie causate dall/atti*it. pro&essionale3 senza perG
so*raccaricare gli Istituti +re*idenziali di oneri economici e gestionali.
Aa maggior rappresentazione del genere maschile &ra i casi segnalati '9%3#%J( era
pre*edibile3 in ?uanto in letteratura B nota la pre*alenza piF ele*ata delle neoplasie
occupazionali &ra i maschi D66EC inoltre molte delle neoplasie segnalate hanno3 nella
popolazione generale3 una maggior incidenza nel sesso maschile '*edi @abella NNNI<(.
'ede neoplasia Rapporto incidenza masc!i8femmine
!olmone e ,ronc2i 2$08 [266]
6escica urinaria $12 [266]
7esotelioma "leurico 2$62 [5%]
7esotelioma "eritoneale 1$3 [5%]
(a!ella @@@I9 Rapporti di incidenza fra maschi e femmine per le principali neoplasie
presenti nella casistica in studio 2dati riferiti alla popolazione generale e non a particolari
esposizioni la*orati*e4.
<i B una di&&erenza statisticamente signi&icati*a &ra la latenza e l/et. mediane nei ?uattro
gruppi di neoplasie 'mesoteliomi3 tumori polmonari3 tumori *escicali3 neoplasie
ematologiche( ma non per la durata di esposizione media '*edi @abella NN<II(. Il
mesotelioma e le neoplasie polmonari tendono ?uindi a presentarsi ad un/et. piF a*anzata e
11!
dopo un periodo piF lungo di esposizione rispetto alle neoplasie dell/apparato urinario e
?uelle ematologiche. @ale aspetto de*e essere tenuto in considerazione3 in particolare per la
di&&icolt. nel risalire con esattezza alle esposizioni la*orati*e molto lontane nel tempo.
,igni&icati*a B anche la di&&erenza nell/et. alla diagnosi e nella latenza delle neoplasie nei
soggetti esposti ad amianto rispetto agli esposti ad altre sostanze '*edi 8ra&ico 7 e 8ra&ico 1(.
Aa percentuale di &umatori presenti nel nostro campione B piuttosto ele*ata '663#7J(3 ma
so*rapponibile a ?uella della popolazione generale '%131J( rile*ata nel 2612 dall/I,@)@
D267E. Aa percentuale perG aumenta note*olmente &ra i pazienti a&&etti da neoplasia
polmonareC si con&erma cosS l/importante ruolo concausale del &umo con i cancerogeni
occupazionali. > necessaria una piF e&&icace atti*it. pre*enti*a nella popolazione la*orati*a3 e
non3 rispetto ai danni da &umo di tabacco. ,arebbe auspicabile che lo ,tato Italiano uscisse
dall/ambiguit. di essere da un lato *enditore di prodotti noci*i 'tramite i onopoli di ,tato( e
dall/altro ente preposto alla pre*enzione 'tramite il inistero della ,alute(.
I due casi che presenta*ano carcinoma renale a cellule chiare e mesotelioma 'pleurico o
peritoneale( metacroni3 ri*estono interesse per *ari moti*i. $sistono solo alcune e*idenze di
un e&&etto cancerogeno delle &ibre di asbesto sulle *ie urinarie D261EC le &ibre di amianto perG
si ritro*ano nelle urine di soggetti esposti per *ia gastro-intestinale o respiratoria D269E a tale
sostanza. A/e&&etto delle &ibre di asbesto sugli epiteli delle *ie urinarie non B stata ancora
su&&icientemente indagato. Aa I)RC3 in&atti3 non considera il rene 'e le *ie urinarie( come un
possibile bersaglio dell/amianto D16#E.
Il carcinoma a cellule chiare del rene B una neoplasia che ha un/incidenza in Italia di
9K166.666 maschi e !36K166.666 &emmine. In una casistica dell/ospedale di on&alcone '8"(
B stata indagata la copresenza di mesoteliomi e altre neoplasie. ,u !2 pazienti con
mesotelioma e almeno un/altra neoplasia '*alutati all/autopsia(3 # a*e*ano un carcinoma
renale D276E. Ae &re?uenze delle *arie neoplasie calcolate sulla base della pre*alenza delle
11#
stesse nella popolazione italiana D271E B riportata nella @abella NNN<. Aa &re?uenza rile*ata
delle neoplasie renali 'tre maschi e una &emmina( B piF alta di ?uella attesaC lo stesso a**iene
per gli epatocarcinomi. I casi sono perG troppo pochi per poter trarre conclusioni su e*entuali
e&&etti dell/asbesto sullo s*iluppo di ?ueste neoplasie. Huesta associazione3 comun?ue3
riscontrata anche nella nostra piccola casistica3 B merite*ole di ulteriori indagini.
Organo interessato
'esso
%revalenza in italia
E/1(F
Attesi
&asc!i Femmine &asc!i Femmine &asc!i Femmine
!rostata 7 > 5.8%6 > 8$2 >
6escica > .06 656 5$7 0$2
&ene 3 1 %56 357 1$3 0$1
)olon 3 1 2.%6 1.63 3$5 0$5
/egato 3 1 222 80 0$3 >
Ain+oma non>;odg:in 3 > 571 5 0$8 0$1
3iroide 1 2 %% 211 0$1 0$1
7ammella > 2 > .%8 > 1$5
Aeucemia lin+atica
cronica
2 > 227 15 0$3 >
!olmone 2 > 1.06 1%0 1$5 0$1
Aaringe 1 > 1.061 61 1$5 >
)avit4 orale 1 > %% 5 0$1 >
!ancreas 1 > 6 65 0$1 >
7elanoma > 1 36 366 0$5 0$1
0tomaco 1 > %10 550 1$3 0$2
(a!ella @@@9 1re*alenza delle neoplasie sincrone o metacrone riscontrate in una casistica
di pazienti con mesotelioma %-BG'. Il numero di attesi 0 stato calcolato sul numero di maschi
21&34 e femmine 2&G4 di quella casistica.
11%
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istituisce un/)genzia europea per le sostanze chimiche3 che modi&ica la diretti*a 1999K#%KC$
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96K679KC$$3 9!K11KC$$3 9%K6!KC$3 97K#2KC$3 91K2#KC$3 99K!1KC$3 99K92KC$3 2661K#%KC$3
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